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Terra e Vita Speciale 50 anni
POST 2013
di Paolo De Castro*
Le sfide globali
nel futuro della Pac
L
a politica agricola comunitaria è stata, per ragioni economiche e
istituzionali, uno dei grandi pilastri del processo di costruzione
europea. La prima politica economica integrata e, nel contempo, il
più importante ambito di intervento nella gestione del territorio. Dalla
firma del Trattato di Roma ad oggi, molto è cambiato nella società europea
e molto è cambiato negli assetti istituzionali e politici dell’Unione europea.
All’interno di questo processo storico, che in oltre mezzo secolo ha portato
a costruire una Europa allargata a 27 Paesi, anche la Pac si è trasformata
in diverse tappe che, a partire dalla riforma MacSharry del 1992, hanno
modernizzato l’intervento pubblico per il settore agricolo e le aree rurali,
rendendolo coerente con le trasformazioni in atto nella società.
Oggi siamo alla vigilia di un nuovo importante appuntamento di questo
percorso di riforme, destinato a disegnare il volto della Pac del futuro.
Una tappa prevista che si inserisce in un quadro che negli ultimi anni si
è arricchito di diverse significative variabili.
Le nuove chiavi di lettura che animano la riflessione sui processi di
crescita, evidenziano, infatti, la necessità di affrontare nuove responsabi­
lità globali rispetto alle quali l’agricoltura può svolgere un ruolo determi­
nante. Abbiamo sperimentato e stiamo sperimentando l’acuirsi del pro­
blema della sicurezza alimentare globale, che mette in forte discussione il
raggiungimento degli obiettivi di lotta alla fame; i modelli dominanti di
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CODECISIONE, PIÙ POTERI AL PARLAMENTO UE
crescita e sviluppo sono messi in discussione dallo squilibrio crescente tra
output e risorse utilizzate e, in tutto questo, l’agricoltura, nella complessi­
tà e molteplicità delle sue funzioni, assume un protagonismo nuovo,
perché elemento imprescindibile sul quale fondare la costruzione di
percorsi di crescita sostenibili.
Il contributo che l’agricoltura può dare rispetto alle nuove sfide è
straordinariamente significativo per il suo ruolo di produttore di cibo, per
le funzioni ambientali e sociali, per il peso territoriale. In tal senso ritengo
che la riflessione che ci accompagnerà alla definizione delle strategie e
delle risorse per la Pac post­2013 debba partire dalla consapevolezza
delle responsabilità globali che, come Europa, abbiamo di fronte. Ciò ci
impone un impegno straordinario che parte proprio dalla creazione di
valori ambientali e sociali accanto a quelli di natura economica. Questa è
la filosofia della cosidetta green economy e le politiche per il sistema
agricolo e i territori rurali possono rappresentare un ambito di intervento
straordinariamente importante per riempire di contenuti questa visione
dello sviluppo.
La firma del trattato di Lisbona da parte del presidente ceco Vaclav Klaus,
avvenuta a novembre 2009, rappresenta un momento straordinariamente
importante per il rafforzamento della democrazia dell’Europa e delle sue
istituzioni. Ad un mese dalla pronuncia favorevole dei cittadini irlandesi, si
chiude definitivamente il processo di ratifica e l'Europa vede cambiare le sue
regole aumentando la forza e la rappresentatività dei cittadini europei nelle
istituzioni e quindi nelle decisioni che si assumono. Con la chiusura del
processo di ratifica entra in vigore il meccanismo di codecisione anche in
materia agricola.
La codecisione è la più importante delle procedure legislative dell’Unione
ed è fondata sul principio di parità tra il Parlamento europeo, che è
direttamente eletto e rappresenta i popoli dell’Unione e il Consiglio, che
rappresenta i Governi degli Stati membri. Questo nuovo scenario, che vede
rafforzate le prerogative del Parlamento europeo, viene a delinearsi in un
momento di fondamentale importanza per il futuro della Pac. All’interno del
dibattito che porterà a formulare i cardini e le risorse della Pac del futuro, il
rinnovato ruolo del Parlamento può, infatti, rappresentare un elemento
straordinariamente importante a garanzia della continuità di una politica
che è stata fondamentale nel processo di costruzione dell’Europa e che ora
può essere decisiva nelle sfide che attendono la nostra società da qui ai
prossimi anni.
Concretamente la codecisione si esplica all’interno di un processo negoziale
tra il Parlamento e il Consiglio ed è articolata in un massimo di tre letture
all’interno delle quali le due istituzioni coinvolte possono procedere a suc­
cessivi emendamenti, con la possibilità di ricorrere, qualora non vi sia
accordo, a un procedimento di conciliazione. Di fatto la produzione legislati­
va in ambito agricolo viene affidata alla responsabilità congiunta di Consi­
glio e Parlamento e il consenso di quest’ultimo diviene determinante.
Questo segna una svolta vera e propria rispetto all’attuale procedura, nella
quale il rilievo del Parlamento è di esclusiva natura consultiva e non
vincolante.
Un'innovazione sostanziale, quindi, che avviene in una fase storica decisiva
per il futuro dell’intervento europeo per il settore agricolo e i territori rurali.
Un’innovazione che spero potrà permettere alla società europea di essere al
riparo da alcune tendenze volte a ridimensionare il ruolo delle politiche
agricole a partire dalle risorse ad esse dedicate. Siamo nel pieno della
discussione del bilancio comunitario e alcune posizioni, che scontano una
visione miope e forse pregiudizievole nei confronti della Pac, rischiano di
depotenziare la portata di questa politica.
In virtù di ciò, il meccanismo della codecisione e il conseguente maggiore
protagonismo del Parlamento Ue rappresentano un'occasione importante e
da non sciupare per garantire continuità e vigore a questa politica che si
rivela ancora straordinariamente attuale in virtù delle sfide nel campo della
sostenibilità e della coesione che attendono il futuro dell’Europa. Il deciso
orientamento recentemente espresso dal Parlamento Ue sulla crisi del
lattiero­caseario, è una prima importante testimonianza di un’attenzione del
tutto particolare che il Parlamento stesso dedica al settore in questo inizio
di legislatura.
La chiusura definitiva del processo di ratifica diventa un elemento che
rafforza e rende più efficace l’impegno del Parlamento Ue nei confronti
dell’agricoltura europea. Un elemento che dovrebbe consentirci di contribui­
re efficacemente alla costruzione di una Pac per il post­2013 che sappia
essere all’altezza dei tempi, più moderna, più efficiente e soprattutto capace
di intercettare i nuovi bisogni espressi dalla società europea.
n
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Terra e Vita Speciale 50 anni
GLI OBIETTIVI
PAESAGGIO
QUALITÀ
CLIMA
RISORSE
Preservazione e valorizzazione del
paesaggio rurale e della biodiversità.
Occorre continuare a garantire la fun­
zione di “land management” svolta
dagli agricoltori.
Miglioramento della qualità alimen­
tare e promozione dei valori etici (ani­
mal welfare) nella produzione.
Innalzamento della qualità della vita
nelle aree rurali.
Lotta al cambiamento climatico: ridu­
zione delle emissioni, stimolo alla
produzione di energie rinnovabili, in­
cremento della capacità di “carbon
sequestration”.
Miglioramenti di efficienza nell’uso
delle risorse idriche ed energetiche.
Continua ricerca di fonti alternative in
grado di rispondere alle mutate ri­
chieste della popolazione.
2010-2011
La Commissione presenta le proposte
per le prospettive finanziarie post­
2013. Nel periodo 2007­2013 alla Po­
litica agricola era riservato il 43% del
totale del bilancio Ue.
Continuare a garantire la preziosa funzione di “land management”
svolta dagli agricoltori europei e ampliarne il valore rappresenta un
contributo di fondamentale importanza rispetto al tema della sostenibilità.
Nell’Unione europea operano circa 14 milioni di aziende agricole, che
gestiscono il 45% della superficie complessiva, con quasi 30 milioni di
persone che lavorano su di essa. Il settore fornisce una serie di servizi
essenziali: dal cibo, alla biodiversità, dal paesaggio all’ambiente, compre­
se le funzioni svolte per la vitalità sociale ed economica dei territori rurali.
Ritengo che su queste basi la Pac del futuro deve avere la forza di
perseguire alcuni obiettivi fondamentali:
n Miglioramento della qualità ambientale
n Preservazione e valorizzazione del paesaggio rurale e della biodiversi­
tà
n Miglioramento della qualità alimentare e promozione dei valori etici
(animal welfare) connessi all’attività di produzione
n Lotta al cambiamento climatico (riduzione delle emissioni, stimolo alla
produzione di energia rinnovabile, incremento della capacità di “car­
bon sequestration”)
n Miglioramenti di efficienza nell’uso delle risorse idriche ed energetiche
n Miglioramento della vitalità e della qualità della vita delle aree rurali
europee
In questa visione occorre considerare non solo gli spazi di opportunità che
ha il sistema europeo dell’agricoltura e delle aree rurali di contribuire alla
costruzione di valori collettivi così importanti per il futuro, ma anche i
vincoli e le minacce cui è sottoposto. Oggi, il termine "crisi dei prezzi
agricoli" è divenuto di uso frequente ed usato ormai indifferentemente per
rappresentare dinamiche al rialzo (che nel biennio 2007/08, per la loro
intensità, si sono tradotte in “crisi alimentare”) o al ribasso (come quelle di
quest’ultimo periodo).
L’Europa ha oggi il compito di esaltare e promuovere il ruolo dell’agricoltu­
ra nella produzione di servizi pubblici e questo può essere fatto solo
attraverso adeguate risorse e strumenti che siano in grado di difendere il
nostro potenziale produttivo anche dagli shock di mercato che tendono a
manifestarsi nell’attuale scenario con maggiore frequenza e intensità,
come sperimentato negli ultimi anni.
n
* Presidente Commissione Agricoltura Parlamento Europeo.
2013-2020
Negoziati e possibile ulteriore allar­
gamento ad altri Paesi nell’Unione
europea. Probabili candidati all’ade­
sione: Croazia, Islanda, Macedonia,
Serbia e Turchia.
2012
2013
2014-2018 2015
Entro dicembre 2012 dovrebbe venire
presa la decisione sulle prospettive
finanziarie post­2013. Possibile un
sensibile taglio ai fondi destinati alla
Politica agricola.
Entro dicembre 2013 conclusione del
Quadro finanziario 2007­2013.
Conclusione della riforma della Pac e
dei Reg. 1698/2005 sulla politica di
sviluppo rurale.
Nuove prospettive finanziarie e nuovo
periodo di programmazione. Nello
stesso periodo dovrebbe partire la
nuova Pac e la politica di sviluppo
rurale.
Il 31 marzo 2015 vengono definitiva­
mente abolite le quote latte.
Il 31 dicembre 2015 saranno sop­
pressi i diritti di impianto dei vi­
gneti.
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