La nascita dell’ACOS Si deve all’opera di due padri camilliani della provincia Lombardo-Veneta, Mario Vanti (1896 -1978) e Celestino Milanese (1897–1966), attivi a Cremona e a Milano tra il 1923 ed il 1930, uno dei primi tentativi di unire gli infermieri in associazione con obiettivi di formazione e di istruzione religiosa-professionale.1 Agli inizi degli anni trenta sorse dapprima in Lombardia e poi in Veneto, Piemonte, Liguria e Toscana, l'Unione Cattolica Infermieri (UCI). Tale associazione consentiva ai suoi iscritti (spesso costituiti da personale ausiliario già presente in ospedale) di ottenere un "patentino" abilitante all’esercizio dell'arte ausiliaria di infermiere generico. In particolare, fu padre Celestino Milanese a redigere e a far approvare dai suoi superiori lo statuto dell’associazione, istituita ufficialmente in data 25 aprile 1931. I camilliani, ordine ospedaliero dedito all’assistenza e alla cura degli infermi e dei bisognosi, furono quindi tra i primi a rendersi conto della necessità di costituire un’associazione di operatori sanitari cattolici laici: l’UCI nasceva infatti con lo scopo definito di “santificare la professione dell'infermiere, farne una missione ed un apostolato. Mantenere ed accrescere in quanti si occupano del bene dei poveri infermi la fiamma della carità che a sua volta dovrà alimentare lo spirito di sacrificio necessario a ben curare e assistere chi soffre. Il 20 novembre 1931 il Cardinale Segretario di Stato, Eugenio Pacelli, in una lettera diretta al Superiore Generale dei Camilliani, p. Germano Curti (1929-1935), scriveva: il Santo Padre Pio XI si compiace di cuore della iniziata Unione Infermieri Cattolici, sotto la protezione di S. Camillo de Lellis, e ne promette preziosi frutti di carità, materiale e spirituale, a pro dei poveri infermi”. 2 Da 1936 l'UDACI (Unione Donne Azione Cattolica Italiana), raccogliendo l'invito di Pio Xl (Achille Ratti, 1857-1939), decideva di promuovere le "Giornate di studio e 1 P. Coppi, Il cammino percorso:traguardi raggiunti e questioni aperte, in Atti del Convegno nazionale ACOS “Trenta anni di formazione e di impegno: operatori sanitari cattolici a tutela della persona umana”, Roma, 26-27 settembre 2008. 2 M. Colamonico, Le origini e gli obiettivi dell’ACOS, in “Notiziario ACOS del Lazio”, n. 3, 2008, pp.3-4. preghiera per Infermiere", aperte alle allieve, alle assistenti sanitarie e alle infermiere diplomate.3 Nel 1947 le istanze di formazione maturate nelle "Giornate di studio e di preghiera", sfociarono nella costituzione dell'ACIPASV (Associazione Cattolica Infermieri Professionali e Assistenti Sanitarie Visitatrici). Due anni dopo, il futuro patriarca di Venezia, monsignor Giovanni Urbani (1900-1969), assistente generale dell’Azione Cattolica dal 1946 al 1955, propose di considerare l'UCI 4 (occorre sottolineare che in quel periodo -a parte l’Unione cattolica infermieri- non c’era nessuna organizzazione pubblica o privata che si occupava in maniera programmatica della formazione del personale ausiliario in servizio negli ospedali e nelle case di cura), come associazione di Infermieri generici.5 Nel 1952 Itala de Camillis, presidente nazionale dell'ACIPASV, stipulò un accordo programmatico con l'UCI, presieduta da Maria Bacchion. In base a tale convenzione, 3 C. Pastarini, Ines Ubaldi, quel modo di essere infermiera, in “Vita Nuova” , Settimanale della Diocesi di Parma, n. 12, 2007, p. 9. 4 Una delle iniziative di maggior successo dell’UCI, la cui sede centrale si trovava in Via Gregorio VII n. 111 a Roma, fu quella denominata del treno fantasma, “così chiamato perché -subito dopo la fine della seconda guerra mondiale- lo si vedeva comparire nelle stazioni senza preavviso e ad ore insolite. Viaggiava con l’assistenza, la collaborazione e il coraggio degli infermieri dell’UCI per trasportare i prigionieri dalla Germania verso i luoghi di raccolta in Italia. Ibidem, p.5. 5 Monsignor Giovanni Urbani, “nominato nel 1946 assistente generale dell’Azione Cattolica Italiana… lasciò Venezia per Roma, dove rimase sino al 1955, con il compito di rinvigorire l’organizzazione sul piano spirituale e culturale”. A. Niero, Urbani Giovanni, in Dizionario Storico del Movimento Cattolico in Italia. 1860-1980, cit., pp. 871-872. Va ricordato che la prima regolamentazione riguardante le scuole convitto per infermieri professionali e quelle specializzate per assistenti sanitarie visitatrici risaliva al Regio Decreto del 15 agosto 1925, n. 1832 intitolato “Facoltà delle scuole convitto professionali per infermiere e di scuole specializzate di medicina, pubblica igiene ed assistenza sociale per assistenti sanitarie visitatrici”, mentre si dovette arrivare sino al 1954 per avere l'istituzione delle Scuole per Infermieri generici. Cfr. M. Nucchi, G. Ledonne, La formazione infermieristica in L’umanizzazione dell’ospedale, a cura di A. Delle Fave, S. Marsicano, Milano, Franco Angeli, 2001. Il 29 ottobre 1954 fu emanata, in contemporanea con la legge istitutiva del Collegi IPASVI, la legge n. 1046, relativa alla costituzione delle scuole per infermiere e infermieri generici. Venne così sancita la presenza di una figura intermedia dell’assistenza abilitata all’esercizio delle mansioni previste dal R. D n. 1310 del 2 maggio 1940, decreto in cui compare un elenco dettagliato delle attribuzioni e delle competenze infermieristiche. Cfr. I. Garbolini, F. Casile, Il processo di professionalizzazione dell’assistenza infermieristica nel quadro legislativo italiano, in Atti del Convegno Nazionale “Storia dell’assistenza infermieristica”, Bologna, 25 febbraio 2000, p.53. La nascita dei Collegi professionali IPASVI (Collegi Infermiere Professionali, Assistenti Sanitarie Visitatrici e Vigilatrici di Infanzia), sancita dalla legge n.1049 del 29 ottobre 1954, rappresentò un momento fondamentale nel cammino di professionalizzazione delle infermiere italiane. E. Manzoni, La formazione infermieristica: dalle scuole convitto all’Università, in Atti del Convegno Nazionale “Storia dell’assistenza infermieristica, cit., p.80 entrambe le associazioni si impegnavano a condividere insieme finalità e strategie atte a valorizzare la professionalità degli Infermieri professionali e generici. Nello stesso anno, l’UCI venne riconosciuta dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) e accolta ufficialmente tra le associazioni aderenti all’Azione Cattolica, mentre l’anno successivo l'ACIPASV divenne ACIPASVI includendo al suo interno anche le Vigilatrici d'Infanzia.6 Nel 1967/68 l’ACIPASVI cambiò ancora denominazione divenendo ACIPSA (Associazione Cattolica Italiana Professionisti Sanitari Ausiliari), per l'unione tra ACIPASVI e UCIO (Unione Cattolica Italiana Ostetriche).7 L’applicazione della legge del 25 febbraio 1971, n. 124 intitolata “Estensione al personale maschile dell’esercizio della professione di infermiere professionale, organizzazione delle relative scuole e norme transitorie per la formazione del personale di assistenza diretta”, di fatto consentì anche agli uomini l’accesso alla professione infermieristica contribuendo così a modificarne radicalmente l'assetto tradizionale: “La storia della professione era stata fino a questo momento esclusivo appannaggio delle donne: una santa per proteggerle, quella matrona Fabiola che si dedicava all’assistenza nell’antica Roma, una donna come modello ideale, ovvero Florence Nightingale, e poi tante altre donne negli ospedali, nelle visite igieniche alle zone più difficili del Paese, nell’assistenza all’infanzia. Il lavoro infermieristico, visto come “ausiliario” e “vocazionale”, era giudicato particolarmente adatto alle donne e soprattutto alle religiose, che furono per molti anni la maggior parte del corpo infermieristico. Una situazione che produceva, come conseguenza forse non voluta, la curiosa “anticipazione” di un protagonismo femminile 6 Sull’Azione Cattolica Italiana, la più nota tra le associazioni cattoliche laicali, nel periodo compreso tra Pio XI e Pio XII cfr. M. Casella, L’Azione cattolica del tempo di Pio XI e Pio XII (1922-1958), in Dizionario storico del movimento cattolico in Italia 1860-1980, vol. I/1, I fatti e le idee, a cura di F. Traniello, G. Campanini, Casale Monferrato (AL), Marietti, 1981, pp. 84-94. 7 Sarah Du Marteau, membro del Consiglio Centrale dell'Unione Donne di Azione Cattolica, è stata tra le promotrici della nascita dell’ACIPSA, divenendone per venticinque anni segretaria generale e, successivamente, tesoriere. Dal 1935 al 1942, insieme con Giovanna Canuti, organizzò a Roma le “Giornate nazionali di preghiera e di studio per infermieri professionali e assistenti sanitarie”, molto seguite dal personale. La Du Marteu contribuì alla fondazione sia dell’ACIPASVI (Associazione Cattolica Infermieri Professionali, Assistenti Sanitari, Vigilatrici d’Infanzia), che dell’UCIO, fornendo in tal modo un importante impulso allo sviluppo della professione infermieristica. anche in ruoli di vertice, si pensi ad esempio alle due rappresentanti infermieristiche chiamate, di diritto, nel 1957 a far parte del Consiglio superiore di Sanità. Ma lo sviluppo della società portò progressivamente ad una radicale trasformazione del ruolo delle infermiere, che acquisirono sempre più competenza e autonomia professionale. Dunque, anche per ragioni di equità sociale, la professione non potè più essere preclusa agli uomini ai quali oltretutto era già consentita la funzione di infermiere generico”.8 I riflessi dei profondi mutamenti economico-sociali avvenuti nella società italiana durante gli anni settanta interessarono anche il mondo della sanità e delle professioni sanitarie, spingendo UCI ed ACIPSA ad una collaborazione sempre più proficua ed intensa: si profilava ormai la necessità di costituire un movimento associativo unitario per tutti gli operatori sanitari cattolici. Nel maggio del 1975, in occasione del Giubileo ordinario indetto da Paolo VI, venne celebrato a Roma un convegno con l’AMCI (Associazione Medici Cattolici Italiani) e la FIRO (Federazione Italiana Religiosi Ospedalieri), sul tema “Rinnovamento e riconciliazione per una presenza cristiana nel mondo sanitario”. In tale occasione, Itala De Camillis, presidente dell’ACIPSA si schierò apertamente, in ossequio alle istanze giubilari di “rinnovamento e riconciliazione”, a favore dell’unità dei due movimenti associativi: “la divisione di competenza stabilita negli anni cinquanta tra l'ACIPSA e l’UCI non è più sostenibile… se si vuole portare avanti un discorso cristiano nel settore sanitario esso deve essere fatto con modi nuovi ed unendo tutte le forze”. Al termine del convegno, i due Consigli nazionali decisero di procedere alla unificazione della diverse vesti editoriali dei singoli movimenti. Nel gennaio del 1976 nasceva pertanto una nuova pubblicazione 8 E. Antoniotti, E. Martelletti, IPASVI, una lunga storia, in "L'infermieristica italiana in Europa. Incontro e confronto di obiettivi e valori" , Atti del XIV Congresso nazionale IPASVI, Roma, 20-22 ottobre 2005, p. 9. intitolata “L’Operatore Sanitario”, diretta dalla De Camillis e da Piero Coppi che sostituiva così “Fede e Professione” dell’ACIPSA e “Il Pio Samaritano” dell’UCI.9 “L'Operatore Sanitario” 10 divenne l’espressione congiunta di due associazioni che pur avendo obiettivi e finalità simili preferirono per molti anni restare autonome: “la nuova testata intendeva rivolgersi all'ampia fascia di operatori sanitari appartenenti da un lato alle professioni sanitarie ausiliarie: Infermieri Professionali, Assistenti Sanitarie Visitatrici, Vigilatrici d’Infanzia ed ostetriche (compresi gli allievi delle rispettive Scuole) cui si rivolgeva “Fede e Professione” e dall’altra agli Infermieri Generici, Puericultrici, Tecnici di Radiologia e di Laboratorio, Fisioterapisti, Dietisti, Amministrativi e altro personale sanitario che ricevevano “La Rivista dell'Infermiere e quella de Il Pio Samaritano”.11 Il 15 Novembre 1975 il Consiglio Nazionale UCI a Firenze e l'Assemblea delle presidenze e incaricati provinciali dell' ACIPSA a Roma, nominarono una commissione paritetica per la revisione dello Statuto e l’unificazione delle associazioni: “il 18 e 19 dicembre 1976 a Roma finalmente la commissione paritetica termina i lavori e superando ogni difficoltà definisce lo Statuto e il Regolamento. Le due Presidenze portano a conoscenza delle rispettive Associazioni i documenti concordati i quali vengono approvati in distinte sedute. Per sensibilizzare la propria periferia all'unificazione l’ACIPSA promuove due convegni interregionali a Roma (febbraio 1977) e Palermo (marzo 1977) sul tema «Impegno di professionalità e di partecipazione dei cristiani nel mondo sanitario». Dal 3 al 5 giugno 1977 si svolge a Roma il 3° Convegno unitario ACIPSA AMCI, FIRO, UCI dal 9 L’Unione infermieri cattolici (UCI) si avvaleva della pubblicazione della rivista “Il Pio Samaritano” che aveva obbiettivi di formazione professionale e spirituale nei confronti degli operatori sanitari. La rivista diretta dai padri camilliani venne donata all’UCI nel 1975 facilitandone così la fusione nella nuova pubblicazione. Cfr. M. Colamonico, Le origini e gli obiettivi dell’ACOS, cit., p.6. 10 Tra gli argomenti che la rivista proponeva alcuni riguardavano l’aggiornamento scientifico-legislativo. Un contributo era riservato, poi, alla formazione morale, religiosa, psicologica degli operatori sanitari. Erano previste anche delle rubriche specializzate per i diversi profili professionali. Ai lettori si chiedeva una collaborazione fattiva per la stesura dei notiziari relativi alla vita associativa ed alla vita delle Scuole in modo che la rivista potesse rispondere alle loro reali esigenze. Ibidem. p.7. 11 Cfr. C. Sironi, Storia dell’assistenza infermieristica, cit., p. 151. Per iniziativa dei Camilliani nacque nel 1930 l’Unione infermieri cattolici (UCI), raccolta intorno alla rivista “Il Pio Samaritano”, con obbiettivi di formazione professionale e spirituale nei confronti degli operatori sanitari. tema: « Presenza e partecipazione nel mondo sanitario» dove viene riaffermata l'illiceità dell'aborto e il diritto all’obiezione di coscienza. Il 16 settembre le due Associazioni partecipano al Congresso Eucaristico di Pescara. Proseguono intanto le riunioni della commissione paritetica per la determinazione giuridica e amministrativa dello Statuto e del Regolamento. Dal 24 al 30 settembre 1977 nell’Assemblea Costituente a Frascati, presenti i due direttivi nazionali ACIPSA e UCI approvano all’unanimità lo Statuto e il Regolamento”. Dalle due associazioni, ACIPSA e UCI, nacque la nuova Associazione degli Operatori Sanitari denominata ACOS (Associazione Cattolica Operatori Sanitari): “La circolare n° 1 dell’ACOS ne dà ufficialmente l'annuncio, mentre il Congresso unitario viene fissato nell’ottobre del 1978. A Roma il 17 e 18 febbraio 1978 il Consiglio Nazionale ACOS stabilisce le date dei pre-congressi regionali da effettuare dal mese di aprile a giugno, con la partecipazione dei Consulenti e Dirigenti Nazionali. La CEI approva lo Statuto con due preziose integrazioni. L’ACOS è eretta a Ente Morale, fa parte della Consulta Generale per l'Apostolato dei Laici ed è membro del CICIAMS (Comitato Internazionale Cattolico degli Infermieri e Assistenti Medico-sociali). Il 21 maggio si svolge a Siena la XXII Giornata del personale di assistenza sul tema: «Riforma sanitaria: significato di una presenza cristiana». Nello stesso periodo ha luogo il 1° Convegno Nazionale dei Consulenti Ecclesiastici. Dal 23 al 28 luglio 1978 l’ACOS partecipa al Congresso Internazionale CICIAMS in Costa d'Avorio a cui partecipa una numerosa delegazione dell' ACOS. Il 27 aprile 1978, con atto notarile UCI e ACIPSA si fondevano e divenivano ACOS, (Associazione Cattolica Operatori Sanitari). Al primo Congresso Nazionale (15 ottobre 1978 - Roma) , il Consiglio Nazionale viene rinnovato e presenta, un ricco ventaglio di qualifiche e di ruoli. Piero Coppi è eletto Presidente Nazionale. Il contributo di crescita e di vitalità dell’ACOS è stato dato dalla presenza costante in sede di Itala De Camillis, Monsignor Gambaro, P. Angelo Alberti, Maria Bacchion, Piero Coppi oltre al lavoro e all'impegno degli altri Consulenti e dirigenti responsabili quali Piero Coppi, Rosa Chiara Dell’Antoglietta, Emma Maggi, Padre Messina, Padre Alba e Padre Emidio Spogli”.12 Dalla sua costituzione gli scopi che si prefigge tale associazione, aderente al CICIAMS (Comitato Internazionale Cattolico degli Infermieri e Assistenti Medico-sociali), vanno dalla formazione degli operatori sanitari alla costituzione di gruppi per l’animazione cristiana degli ambienti socio-sanitari;obbiettivi da perseguire con una concreta attività di tutela e valorizzazione delle professioni socio-sanitarie. 12 M. Colamonico, Le origini e gli obiettivi dell’ACOS, in “Notiziario ACOS del Lazio”, n. 3, 2008, pp. 2-13.