La principessa di Carini La leggenda risale al tempo delle forti rivalità tra palermitani e messinesi. Un giorno la figlia del Principe di Carini s’innamorò di un nobile messinese, scatenando le ire del padre che, contrario a questa unione rinchiuse la ragazza in un palazzo di Palermo. La ragazza però riuscì a fuggire e tornò a Carini con l’amante. Appena il padre lo venne a sapere preparò le sue truppe per andare a Carini per vendicare l’affronto. Il castello di Carini La figlia fece scappare l’amante e tentò invano di nascondersi tra le case di Carini. Infatti, temendo la vendetta del Principe, nessuno volle accoglierla ed ella fu costretta a tornare al castello. Qui la ragazza implorò il perdono del padre, ma il Principe, irremovibile, la colpì a morte. Cadendo la giovane macchiò il muro di sangue, che rimase impresso nella parete. Il padre pentitosi del gesto compiuto, organizzò per la figlia un funerale solenne. Da allora, nella chiesa di Carini c’è sempre una lampada accesa, a ricordo dell’insano gesto del Principe di Carini. gi g a te n so or r m pe Padre Celestino Padre Celestino era un laico benestante che faceva vita religiosa. Dei furfanti locali sapendo che padre Celestino aveva un bel gruzzoletto da parte decisero di rapinarlo. Architettarono però una rapina molto particolare. Una notte si travestirono da angeli e dopo, aver scoperchiato le tegole della casetta di padre Celestino, calarono un paniere cantando: ”O padre Celestino dice il buon Gesù / prima manda il gruzzoletto / e dopo sali tu!”. Il poveretto credendo davvero che si trattasse di un’apparizione celeste, prese tutto l’oro che aveva in casa e lo mise nella cesta aspettando invano il suo momento. Dopo qualche tempo i giovani tentarono di ripetere il colpo, ma padre Celestino non abboccò ed appena quelli finirono di cantare, rispose a sua volta, e con la stessa intonazione: “O angeli beati / dite al buon Gesù / che mi ha fregato una volta / e non mi frega più!”. i gg a n so r pe