AREA FUNZIONALE DEL TERRITORIO
SETTORE RISORSE NATURALI
UFFICIO ACQUE SUPERFICIALI
LINEE GUIDA PER L’UTILIZZAZIONE
DELLA RISORSA IDROELETTRICA
4. I PARAMETRI CARATTERISTICI
0
0
GLI IMPIANTI IDROELETTRICI
Un impianto idroelettrico è un complesso di opere destinate alla trasformazione
della energia meccanica di una corrente o di una massa d’acqua in energia
elettrica e si compone essenzialmente delle seguenti parti:
opera di presa
canale derivatore
condotta forzata
centrale di produzione
canale di restituzione
pianta
presa
S1
canale derivatore
condotta forzata
centrale
sezione
S1
H
restituzione
S2
canale derivatore
condotta forzata
centrale
S2
I parametri maggiormente significativi risultano dunque essere:
Qm: portata derivata media annua [m3/s]
H: salto nominale [m]
P: potenza media nominale [kw]
che sono fra loro legati dalla relazione:
P = 9 , 81 ⋅ Q ⋅ H
da cui risulta evidente che è possibile ottenere la stessa energia:
o con grandi portate e piccoli dislivelli ( fiumi di pianura)
o con piccole portate e grandi dislivelli (torrenti di montagna)
Nella pratica però sono necessarie più significative distinzioni, che vengono
riportate nel seguito:
1
potenza nominale: potenza media teoricamente sviluppata nel tempo T (di
solito l’anno) con le portate di cui è ammessa la derivazione;
potenza installata: somma delle potenze di targa delle macchine installate in
centrale, comprese le eventuali riserve;
potenza media nominale: potenza media teoricamente sviluppabile in un anno
in relazione con le portate di cui è ammessa la derivazione e coi valori di salto
nominale, come riportato nella formula precedente;
portata massima di prelievo: valore massimo istantaneo del prelievo (definito
dall’art. 4 – comma 1- lettera o del D.P.G.R. 29 luglio 2003, n. 10/R);
portata media di prelievo: valore medio del prelievo, calcolato dividendo il
volume massimo concesso nel corso dell’anno solare per il periodo di tempo in
cui il prelievo è autorizzato (D.P.G.R. 29 luglio 2003, n. 10/R);
salto nominale: differenza di livello tra i due peli morti dei canali a monte e a
valle del meccanismo motore (art. 35 – comma 2 - R.D. 11 dicembre 1933 n.
1775);
grandi e piccole derivazioni: sono considerate grandi derivazioni le utenze di
acqua di acqua che eccedono i 3000 kW di potenza nominale media annua (art.
6 – comma 2 - lettera a del R.D. 11 dicembre 1933 n. 1775)1;
durata concessione delle utenze ad uso energetico: fatto salvo quanto
previsto da norme speciali, la durata delle concessioni non può eccedere i
trent’anni. (art. 24 D.P.G.R. 29 luglio 2003, n. 10/R);
periodo di funzionamento annuale: il periodo di tempo entro il quale la
derivazione può essere esercitata;
tratto sotteso: il tratto di corso d’acqua compreso tra la presa e la restituzione;
DMV: il deflusso minimo vitale (di seguito abbreviato DMV) veniva definito dalla
D.G.R. 74-45166 del 26.04.19952 “il deflusso che, in un corso d’acqua naturale,
deve essere rilasciato a valle delle captazioni idriche al fine di mantenere vitali,
se pur prossime ad essere critiche, le condizioni istantanee di funzionalità e di
qualità degli ecosistemi interessati.”
Il Regolamento regionale 17 luglio 2007, n. 8/R “Regolamento regionale
recante: 'Disposizioni per la prima attuazione delle norme in materia di deflusso
1
L’articolo 6 è stato così modificato dall’articolo 1 della Legge 24 gennaio 1977, n. 7 che ha
elevato il limite a 3.000 Kw.
2
La norma, intitolata “Criteri tecnici per il rilascio ed il rinnovo delle concessioni di derivazione
da corsi d'acqua da utilizzare nell'esercizio delle funzioni regionali in materia di utilizzazioni
idriche e nelI'esercizio da parte delle Province delle funzioni di cui alla L. R. 13. 4. 1994 n. 5”, è
stata abrogata dal Regolamento regionale 8/R – 2007.
2
minimo vitale (Legge regionale 29 dicembre 2000, n. 61)”, riporta all’articolo 2
una definizione più articolata, non più univoca, basata sulle seguenti definizioni:
“a) DMV: la portata minima istantanea che deve essere presente in alveo
immediatamente a valle dei prelievi, al fine di mantenere vitali le condizioni
di funzionalità e di qualità degli ecosistemi interessati;
b) DMV idrologico: la frazione della portata naturale media annua del corpo
idrico in una data sezione, calcolata sulla base delle caratteristiche
idrologiche peculiari delle diverse aree idrografiche;
c) DMV di base: il valore di DMV idrologico corretto in funzione della morfologia
dell'alveo (M) e dei fenomeni di scambio idrico dei corsi d'acqua con la falda
(A);
d) DMV ambientale: il valore di DMV di base comprensivo degli eventuali fattori
correttivi riguardanti la naturalità (N), la qualità dell'acqua (Q), la fruizione (F)
e le esigenze di modulazione della portata residua a valle dei prelievi (T);“
Questa articolazione corrisponde ad un ambito di applicazione non più univoco,
che recepisce gli obiettivi di qualità stabiliti dal Piano di Tutela delle Acque.
Infatti, come specifica l’art. 3, il DMV di base si applica a tutti i prelievi d'acqua
da sorgenti e da corsi d'acqua naturali, ivi compresi quelli che originano un
invaso, mentre il DMV ambientale si applica ai prelievi da corsi d'acqua soggetti
agli obiettivi di qualità ambientale, oppure ricadenti nelle aree ad elevata
protezione, nonché ai corsi d'acqua che richiedono protezione e miglioramento
per essere idonei alla vita dei pesci, come identificati dal Piano di tutela delle
acque e relative disposizioni di attuazione.
3
TIPOLOGIE DEGLI IMPIANTI IDROELETTRICI
Gli impianti idroelettrici si suddividono in grandi impianti ed in impianti minori (o
mini-idroelettrici); la suddivisione avviene in base alla potenza installata
nell'impianto; si può assumere come valore di soglia la potenza di 10 MW (in
realtà in Italia si parla di idroelettrico minore fino al limite di 3 MW).
La classificazione impianti idroelettrici avviene in base alla potenza installata
dell'impianto
Tipo di impianto
Potenza installata
grandi impianti
> 10 MW
impianti minori o mini idroelettrico
< 3 MW)
micro idroelettrico
< 100 kW
pico idroelettrico
< 5 kW
Gli impianti idroelettrici possono anche essere definiti in base alla tipologia
impiantistica come riportato nella pagina seguente.
Impianti ad acqua fluente.
Non dispongono di alcuna capacità di regolazione degli afflussi, per cui la
portata sfruttata coincide con quella disponibile nel corso d'acqua (a meno di
una quota detta deflusso minimo vitale, necessaria per salvaguardare
l'ecosistema); la turbina produce con modi e tempi totalmente dipendenti dalla
disponibilità del corso d'acqua: se il corso d'acqua è in magra e si scende sotto
un livello minimo di portata, cessa la produzione di energia elettrica
Impianti a deflusso regolato (a bacino).
Sono provvisti di una capacità di invaso alla presa del corso d'acqua atta a
modificare il regime delle portate utilizzate dalla centrale ed hanno pertanto la
possibilità di produrre energia nelle fasce a maggiore richiesta.
In funzione della durata di riempimento dell’invaso, si distinguono le derivazioni
a bacino, se è compreso tra 2 ore e 400 ore e derivazione a serbatoio se
superiore a 400 ore.
In provincia di Cuneo questi impianti sono ubicati nelle valli Varaita, Maira e
Stura.
Impianti di accumulazione mediante pompaggio.
Sono analoghi agli impianti tradizionali a deflusso regolato, ma ricavano la
disponibilità di acqua nel serbatoio superiore mediante sollevamento
elettromeccanico (con pompe).
Questo tipo di impianto si usa laddove la disponibilità naturale di acqua è
scarsa e consiste in due serbatoi di estremità, collocati a quote differenti e
collegati mediante i manufatti tipici di un impianto idroelettrico: nelle ore diurne
4
di maggior richiesta dell'utenza l'acqua immagazzinata nel serbatoio superiore è
usata per la produzione di energia elettrica; nelle ore di minor richiesta (ore
notturne) la stessa viene risollevata al serbatoio superiore mediante pompe.
In questo modo l'uso della corrente elettrica per pompare l'acqua nel serbatoio
superiore viene restituita in quantità minore, a causa dei rendimenti, ma in una
forma di maggior pregio, in quanto utilizzabile nelle ore di maggior richiesta.
In Provincia di Cuneo l’unico impianto a pompaggio presente è ubicato in valle
Gesso.
Altri tipi di impianti.
Esistono diverse tipologie di impianti (acquedotti, canali di bonifica, circuiti di
raffreddamento, altri sistemi idrici) che da un serbatoio di testa adducono
l'acqua mediante una condotta in pressione sulla quale è inserita una turbina
per recuperare l'energia che altrimenti verrebbe dissipata.
5
LA CURVA DI DURATA DELLE PORTATE
Tradizionalmente le caratteristiche di un’utilizzazione ad acqua fluente vengono
definite analizzando la curva della durata delle portate alla sezione di interesse.
Nel grafico sottostante viene presentata la curva di durata delle portate del
torrente Negrone a Pian Laiardo per l’anno 1990 e nella tabella sottostante
sono riportati i relativi valori caratteristici (elaborazioni del Settore Risorse
Naturali della Provincia di Cuneo).
Curva di durata delle portate
12
11
10
9
portate
8
7
6
5
4
3
2
1
0
0
30
60
90
120
150
180
210
240
270
300
330
360
giorni
Q355
0,39
Q274
0,46
Valori caratteristici [m3/s]
Q182
Q135
Q91
0,60
0,75
1,42
Q60
1,92
Q30
4,01
Q10
5,73
La durata di una generica portata è definita come il numero di giorni nell’anno,
non necessariamente consecutivi, nei quali la portata media giornaliera ha
prefissata probabilità di uguagliare o superare una certa portata di riferimento;
le curve di durata con probabilità assegnata si ricavano elaborando con
procedure statistiche le serie storiche delle portate.
Si può pertanto affermare che il valore Q355 indica che la portata pari a 0,39
m3/s è stata uguagliata o superata per 355 giorni nell’ anno.
Il valore minimo della portata è quello che si verifica per 365 giorni all’anno ed è
detto portata permanente; quello corrispondente alla metà, cioè Q182, è
definito come portata semipermanente.
Nelle pagine seguenti sono riportate le curve di durata delle portate riportate nel
Piano di Tutela delle Acque della Regione Piemonte.
6
codice bacino
bacino principale
ALTO PO
PO
VARAITA
Corpo idrico
CURVA DURATA DELLE PORTATE
Comune
Q 10
Q 91
Q 182
Q 274
Q 355
Q 355
mc/s
mc/s
mc/s
mc/s
mc/s
l/s/kmq
3,24
AGLIASCO
1704-1
PAESANA
0,76
0,24
0,11
0,06
0,03
BRONDA
1219-1
SALUZZO
1,97
0,66
0,32
0,17
0,1
2,8
FRASSAIA
1703-2
PAESANA
0,79
0,24
0,11
0,06
0,04
3,56
GAMBASCA CO.
1706-3
GAMBASCA
0,78
0,24
0,11
0,06
0,03
3,08
GHIANDONE
1219-6
CARDE'
6,29
2,27
1,15
0,63
0,36
3,64
LENTA
1703-1
PAESANA
4,12
1,43
0,71
0,39
0,23
4,37
MERDARELLO
1704-2
SANFRONT
1,11
0,36
0,17
0,09
0,05
3,12
PO
1219-4
REVELLO
23,06
9,14
4,9
2,75
1,6
4,1
PO
1219-5
CARDE'
28,97
11,72
6,36
3,56
2,05
3,83
PO
1701-1
CRISSOLO
2,41
0,8
0,38
0,21
0,13
5,26
PO
1706-1
SANFRONT
15,68
6
3,15
1,78
1,05
4,63
R. GIULIAN
1703-3
ONCINO
1,13
0,36
0,17
0,09
0,05
4,48
RIO TORTO
1219-2
SALUZZO
2,88
0,99
0,49
0,26
0,15
2,93
T. ALBETA
1706-2
GAMBASCA
1,07
0,34
0,16
0,08
0,05
2,9
TOSSIET T.
1702-1
CRISSOLO
1,99
0,65
0,31
0,17
0,1
5,2
PO
1721-3
CASALGRASSO
148,65
47,99
27,37
19,03
11,58
5,03
PO
3019-3
1287,4
550,3
386,35
272,59
165,52
6,2
COMBA DI VALMALA
1811-1
MELLE
0,64
0,2
0,09
0,05
0,03
2,14
GILBA
1812-1
BROSSASCO
1,81
0,6
0,29
0,15
0,09
3,3
MELLET.
1810-1
MELLE
0,79
0,25
0,12
0,06
0,03
2,34
ROSSANARIO
1814-1
ROSSANA
1,26
0,42
0,2
0,1
0,06
1,95
S. VERAN
1801-1
PONTECHIANALE
1,17
0,37
0,17
0,09
0,06
5,23
VALLANTA
1803-1
PONTECHIANALE
2,37
0,78
0,38
0,21
0,13
5,27
VARAITA
1223-1
SAVIGLIANO
28,61
11,53
6,24
3,51
2,03
4,04
VARAITA
1223-2
POLONGHERA
30,06
12,24
6,67
3,71
2,11
3,53
VARAITA
1223-3
POLONGHERA
30,14
12,28
6,7
3,72
2,12
3,52
VARAITA
1721-2
CASALGRASSO
30,14
12,28
6,7
3,72
2,12
3,5
VARAITA
1813-1
ROSSANA
25,73
10,23
5,49
3,12
1,83
4,53
VARAITA DI CHIANALE
1804-1
CASTELDELFINO
8,68
3,15
1,6
0,91
0,55
5,45
STURA DI
DEMONTE
MAIRA
BEDALE DI CELLE
codice bacino
bacino principale
Corpo idrico
1914-1
CURVA DURATA DELLE PORTATE
Comune
MACRA
Q 10
Q 91
Q 182
Q 274
Q 355
Q 355
mc/s
mc/s
mc/s
mc/s
mc/s
l/s/kmq
2,99
1,01
0,49
0,27
0,16
4,65
BEDALE S. GIULIANO
1913-1
STROPPO
0,83
0,26
0,12
0,06
0,04
3,23
BEDALE TIBERT
1914-2
CELLE DI MACRA
1,46
0,47
0,22
0,12
0,07
4,49
COMBAMALA
1915-2
SAN DAMIANO MACRA
0,96
0,3
0,14
0,07
0,04
3,43
GRANA-MELLEA
2003-1
MONTEROSSO GRANA
10,87
3,96
2,02
1,18
0,73
7,13
LANGRA DI BEDALE
1915-1
MACRA
0,71
0,22
0,1
0,05
0,03
2,57
MAIRA
3006-2
BUSCA
36,57
14,89
8,11
4,65
2,73
4,76
MAIRA
3006-3
VILLAFALLETTO
36,96
15,07
8,22
4,7
2,76
4,7
MAIRA
3006-4
SAVIGLIANO
37,67
15,43
8,44
4,8
2,8
4,41
MAIRA
3006-5
RACCONIGI
58,95
25,14
14,08
7,97
4,56
3,86
MARMORA
1910-1
CANOSIO
8,05
2,89
1,46
0,84
0,51
6,22
MELLEA DI SAVIGLIANO
1222-1
CAVALLERMAGGIORE
22,57
9,04
4,88
2,68
1,51
3,22
MOLLASCO
1902-1
ACCEGLIO
3,05
1,03
0,5
0,28
0,17
5,23
MOSCHIERES
1917-1
CARTIGNANO
1,03
0,33
0,15
0,08
0,05
3,12
PIOSSASCO
1917-2
DRONERO
0,71
0,22
0,1
0,05
0,03
3,09
PREIT (MARMORA)
1909-1
CANOSIO
4,79
1,65
0,82
0,46
0,29
6,17
RIO DELLE FRISE
2002-2
MONTEROSSO GRANA
1,57
0,5
0,23
0,13
0,08
6,88
RIO DI PAGLIERO
1916-1
SAN DAMIANO MACRA
1,31
0,43
0,21
0,11
0,06
2,31
RIO S.MICHELE
1906-2
PRAZZO
1,39
0,44
0,21
0,11
0,07
4,12
ROCCABRUNA
1918-1
DRONERO
0,73
0,23
0,11
0,05
0,03
1,57
T. BEDALE
2002-1
MONTEROSSO GRANA
3,42
1,14
0,55
0,32
0,2
7,15
T. BUINASSA
1906-1
PRAZZO
1,45
0,47
0,22
0,12
0,07
4,07
TALU
3006-1
BUSCA
0,62
0,2
0,09
0,05
0,02
1,32
VALLONE D'ELVA
1912-1
STROPPO
3
1,02
0,5
0,27
0,16
4,17
VALLONE DI ONERZIO
1904-1
ACCEGLIO
3,47
1,18
0,58
0,32
0,2
5,28
BEDALE DI STIERA
2116-1
MOIOLA
1,95
0,63
0,3
0,17
0,1
6,35
BOUSSET
2206-1
ENTRACQUE
5,1
1,77
0,88
0,5
0,31
5,99
BUCERA
2203-1
ENTRACQUE
3,29
1,1
0,53
0,3
0,19
6,98
codice bacino
bacino principale
STURA DI DEMONTE
2
Corpo idrico
CURVA DURATA DELLE PORTATE
Comune
Q 10
Q 91
Q 182
Q 274
Q 355
Q 355
mc/s
mc/s
mc/s
mc/s
mc/s
l/s/kmq
1,58
0,5
0,23
0,13
0,08
7,47
CANTT.
2118-1
DEMONTE
GESSO
1226-2
CUNEO
45,06
18,36
9,99
5,91
3,59
6,49
GESSO
3005-2
BOVES
50,69
20,63
11,21
6,77
4,2
7,98
GESSO DELLA VALLETTA
2212-1
VALDIERI
12,13
4,45
2,28
1,34
0,83
7,3
GESSO DI ENTRAQUE
2207-1
ENTRACQUE
15,2
5,69
2,94
1,72
1,06
6,92
GESSO DI ENTRAQUE
2208-1
ENTRACQUE
15,65
5,87
3,04
1,78
1,1
6,89
GHIDONE
1226-3
CHERASCO
2,58
0,88
0,43
0,23
0,13
3,32
NERAISSA DIVINADIO
2114-1
VINADIO
2,22
0,72
0,34
0,19
0,12
6,36
R. BIANCO
2105-1
SAMBUCO
1,4
0,44
0,21
0,11
0,07
5,86
R. COMBAFERE
2115-2
DEMONTE
1,37
0,43
0,2
0,11
0,07
6,37
R.VALLE ALMELLINA
2216-1
LIMONEPIEMONTE
2,16
0,71
0,34
0,19
0,12
5,36
RIO DELLA VALLE RITTANA
2120-1
ROCCASPARVERA
1,73
0,56
0,26
0,15
0,09
5,48
RIO DEL PIZ
2104-1
PIETRAPORZIO
1,97
0,64
0,31
0,17
0,1
4,73
RIO DIPONTEBERNARDO
2102-1
PIETRAPORZIO
1,55
0,5
0,24
0,13
0,08
4,3
RIO FERRIERE
2101-1
ARGENTERA
1,64
0,53
0,25
0,14
0,08
4,15
ROASCHIA
2214-1
ROCCAVIONE
1,97
0,65
0,31
0,17
0,1
4,32
STURA DI DEMONTE
1226-1
CHERASCO
106,52
46,33
26,2
15,67
9,43
6,41
STURA DI DEMONTE
1226-4
SANT'ALBANOSTURA
102,64
44,3
24,93
15,05
9,16
7,1
STURA DI DEMONTE
1226-5
BORGOSANDALMAZZO
50,7
20,78
11,34
6,76
4,13
6,91
STURA DI DEMONTE
1226-6
CUNEO
51,45
21,12
11,55
6,87
4,19
6,8
STURA DI DEMONTE
1226-7
CUNEO
51,45
21,13
11,55
6,87
4,19
6,79
STURA DI DEMONTE
1226-8
CASTELLETTOSTURA
51,8
21,29
11,65
6,92
4,21
6,71
STURA DI DEMONTE
1226-9
FOSSANO
103,08
44,52
25,07
15,12
9,19
7,02
STURA DI DEMONTE
2111-1
VINADIO
19,86
7,66
4,04
2,33
1,4
5,62
STURA DI DEMONTE
2111-2
VINADIO
14,88
5,62
2,92
1,68
1,01
5,63
STURA DI DEMONTE
2119-1
GAIOLA
48,11
19,63
10,69
6,37
3,9
6,97
T. CORBORANT
2110-1
VINADIO
5,61
1,98
0,99
0,56
0,33
4,81
T. CORBORANT
2110-2
VINADIO
4,9
1,72
0,85
0,48
0,28
4,72
codice bacino
bacino principale
STURA DI DEMONTE
ALTO TANARO
Corpo idrico
CURVA DURATA DELLE PORTATE
Comune
Q 10
Q 91
Q 182
Q 274
Q 355
Q 355
mc/s
mc/s
mc/s
mc/s
mc/s
l/s/kmq
V.NE DELLA MADONNA
2106-1
SAMBUCO
1,78
0,57
0,27
0,15
0,09
6,42
V.NE DI S.BERNOLFO
2108-1
VINADIO
1,05
0,33
0,15
0,08
0,05
3,95
V.NE MONTE COLOMBO
2201-1
ENTRACQUE
3,04
1,01
0,49
0,28
0,17
6,62
VALLE DELLA MERIS
2211-1
VALDIERI
2,77
0,92
0,44
0,25
0,16
6,7
VALLE DEL SABBIONE
2205-1
ENTRACQUE
2,3
0,75
0,36
0,2
0,13
6,07
VALLE GRANDE
2217-1
VERNANTE
4,4
1,51
0,74
0,42
0,26
6,03
VALLE S.GIACOMO
2118-2
DEMONTE
8,44
3
1,51
0,89
0,56
7,92
VALLE VALASCO
2209-1
VALDIERI
3,14
1,05
0,51
0,29
0,18
6,42
VALLONE DELLA VALLETTA
2115-1
AISONE
2,36
0,77
0,37
0,21
0,13
7,01
VALLONE DELL'ISCHIATOR
2109-1
VINADIO
1,55
0,5
0,24
0,13
0,08
4,67
VALLONE DI S.ANNA
2112-1
VINADIO
3,33
1,13
0,55
0,31
0,19
5,35
VALLONE RIO FREDDO
2113-1
VINADIO
4,46
1,53
0,75
0,43
0,27
6,43
VERMENAGNA
2216-2
VERNANTE
7,84
2,8
1,41
0,81
0,5
6,64
VERMENAGNA
2218-1
ROCCAVIONE
14,82
5,56
2,88
1,67
1,02
6,28
VERMENAGNA
3005-1
ROCCAVIONE
15,02
5,65
2,93
1,7
1,04
6,24
ARZOLA DI MURAZZANO
2426-1
ROCCA CIGLIE'
3,47
1,18
0,58
0,32
0,2
5,41
BORELLO
2416-1
FRABOSA SOPRANA
1,72
0,54
0,25
0,15
0,09
8,62
BOVINA
2412-3
CEVA
1,69
0,54
0,26
0,14
0,09
4,89
CASOTTO
2421-2
TORRE MONDOVI'
10,51
3,77
1,9
1,14
0,73
9,38
CEVETTA
2412-1
CEVA
6,24
2,22
1,11
0,63
0,38
5,09
CHIAPINO
2404-1
ORMEA
1,58
0,5
0,24
0,13
0,08
6,29
CORSAGLIA
2422-1
SAN MICHELE MONDOVI'
26,59
10,23
5,37
3,26
2,07
9,35
CORSAGLIA
2422-2
LESEGNO
27,27
10,53
5,55
3,36
2,12
8,98
CORSAGLIA
2424-1
NIELLA TANARO
32,9
12,93
6,88
4,15
2,6
8,43
CUSINA
2426-2
MARSAGLIA
1,56
0,5
0,24
0,13
0,08
5,03
ELLERO
2436-1
MONDOVI'
16,6
6,27
3,26
1,91
1,17
6,62
ELLERO
2436-2
MONDOVI'
17,2
6,54
3,42
1,98
1,2
6,09
ERMENAT.
2435-1
MONDOVI'
2,1
0,68
0,32
0,18
0,11
6,4
ALTO TANARO
LURISIA
4
codice bacino
bacino principale
Corpo idrico
2430-1
CURVA DURATA DELLE PORTATE
Comune
Q 10
Q 91
Q 182
Q 274
Q 355
Q 355
mc/s
mc/s
mc/s
mc/s
mc/s
l/s/kmq
VILLANOVA MONDOVI'
2,06
0,67
0,32
0,18
0,11
5,57
MAUDAGNA
2433-1
FRABOSA SOTTANA
5,28
1,82
0,9
0,52
0,32
7,05
MONGIA
2423-1
LESEGNO
6,5
2,3
1,15
0,66
0,4
6
NIERE
2434-1
MONASTERO DI VASCO
0,96
0,3
0,14
0,07
0,04
4,27
PAJETTA
2302-1
CHIUSA DI PESIO
1,59
0,5
0,24
0,13
0,08
6,7
PARONE
2406-1
GARESSIO
1,65
0,52
0,24
0,14
0,09
8,51
PESIO
1227-2
MONDOVI'
25,27
10,04
5,39
3,05
1,79
4,45
R. DI ROCCA BIANCA
2408-1
GARESSIO
2,1
0,67
0,32
0,18
0,12
8,22
R. GAMBULOGNI
2410-2
BAGNASCO
1,16
0,36
0,17
0,09
0,06
5,59
REA
2442-1
MONCHIERO
7,95
2,89
1,48
0,82
0,49
4,48
RIAVOLO
2440-1
DOGLIANI
1,65
0,54
0,26
0,14
0,08
3,91
RIFREDDO
2423-2
MOMBASIGLIO
0,92
0,29
0,13
0,07
0,04
3,84
RIO ARMETTA
2405-1
ORMEA
2,39
0,78
0,37
0,21
0,13
7,67
RIO BORGOSOTTO
2403-1
ORMEA
1,22
0,38
0,18
0,1
0,06
5,89
RIO DI LUVIA
2407-1
GARESSIO
2,44
0,79
0,37
0,22
0,14
8,73
RIO DI RICOREZZO
2412-2
SALE DELLE LANGHE
1,42
0,46
0,22
0,12
0,07
3,22
ROBURENTELLO
2421-1
VICOFORTE
3,04
1
0,48
0,28
0,18
7,41
SOMANO
2439-1
DOGLIANI
1,06
0,34
0,16
0,08
0,05
3,86
TANARO
1227-1
BASTIA MONDOVI'
89,08
38
21,24
12,82
7,83
7,22
TANARO
2406-2
GARESSIO
24,73
9,57
5,05
3
1,86
7,44
TANARO
2410-1
PRIOLA
32,72
12,88
6,86
4,12
2,57
8,08
TANARO
2413-1
CEVA
40,81
16,46
8,9
5,29
3,23
6,92
TANARO
2413-2
CASTELLINO TANARO
41,9
16,96
9,19
5,44
3,32
6,64
TANARO
2438-1
PIOZZO
112,58
49,12
27,83
16,69
10,06
6,53
TANARO
2438-2
NARZOLE
119,37
52,5
29,9
17,82
10,65
6,07
TANARO
2403-2
13,67
5,1
2,63
1,53
0,94
6,38
BORMIDA
BELBO
TANARO
CHERASCA
codice bacino
bacino principale
Corpo idrico
2449-1
CURVA DURATA DELLE PORTATE
Comune
Q 10
ALBA
Q 91
Q 182
Q 274
Q 355
Q 355
mc/s
mc/s
mc/s
mc/s
mc/s
l/s/kmq
3,18
1,08
0,53
0,29
0,17
4,55
CHERASCA
2449-2
DIANOD'ALBA
2,31
0,77
0,37
0,2
0,12
4,51
MELLEA
2443-2
RODDI
1,72
0,56
0,27
0,14
0,09
3,92
RIDONE
2448-3
ALBA
1,71
0,56
0,27
0,14
0,08
3,02
SENO D'ELVIO
2452-1
ALBA
1,08
0,35
0,16
0,09
0,05
3
TALLORIA DELL'ANNUNZIATA
2446-2
ALBA
1,31
0,42
0,2
0,11
0,06
3,54
TALLORIA DI CASTIGLIONE
2446-1
ALBA
3,05
1,04
0,51
0,28
0,16
3,71
TALLORIA DI SINIO
2445-1
ALBA
0,46
0,14
0,06
0,03
0,02
2,99
TALLORIA DI SINIO
2448-1
ALBA
6,51
2,36
1,2
0,66
0,38
3,84
TANARO
2443-1
BRA
217,93
100,02
58,4
35,29
21,1
6,4
TANARO
2448-2
ALBA
220,05
101,27
59,23
35,67
21,23
6,15
TANARO
2452-2
NEIVE
221,12
101,95
59,69
35,85
21,27
5,97
BELBO
2501-1
SAN BENEDETTO BELBO
1,5
0,5
0,24
0,12
0,07
2,18
BELBO
2501-2
NIELLA BELBO
2,49
0,86
0,42
0,22
0,12
2,31
BELBO
2503-1
BORGOMALE
4,86
1,76
0,9
0,47
0,26
2,37
BELBO
2504-1
COSSANO BELBO
5,98
2,2
1,13
0,59
0,33
2,33
BERRIA
2502-1
BORGOMALE
0,64
0,2
0,09
0,05
0,03
2,11
TINELLA
2505-1
SANTO STEFANO BELBO
3,5
1,24
0,63
0,32
0,18
2,17
BORMIDA DI MILLESIMO
2604-1
CAMERANA
22,68
8,8
4,65
2,71
1,65
6,22
BORMIDA DI MILLESIMO
2604-3
MONESIGLIO
23,38
9,11
4,83
2,81
1,7
5,95
BORMIDA DI MILLESIMO
2604-4
LEVICE
24,71
9,71
5,17
2,98
1,79
5,42
BORMIDA DI MILLESIMO
2604-5
CORTEMILIA
25,3
9,99
5,34
3,06
1,82
5,07
BORMIDA DI MILLESIMO
2606-2
PERLETTO
BORMIDA DI MILLESIMO
2604-2
RIGOSIO
2605-1
RIO TORRE UZZONE
2605-2
TATORBA D'OLMO
UZZONE
28,28
11,34
6,12
3,47
2,03
4,4
21,99
8,48
4,47
2,62
1,6
6,58
CORTEMILIA
0,84
0,26
0,12
0,06
0,04
3,65
PEZZOLO VALLE UZZONE
0,87
0,27
0,13
0,07
0,04
3,84
2606-3
PERLETTO
1,06
0,34
0,16
0,08
0,05
3,54
2606-1
CORTEMILIA
5,83
2,09
1,06
0,58
0,34
3,89
IL DEFLUSSO MINIMO VITALE
Con Ia Legge n. 183 del 18 maggio 1989 “Norme per il riassetto organizzativo e
funzionale della difesa del suolo” è apparso per Ia prima volta nel quadro
giuridico italiano il concetto di deflusso minimo vitale (DMV).
All'articolo 3 viene indicata come attività di pianificazione la razionale
utilizzazione delle risorse idriche superficiali e profonde, specificando che
l'insieme delle derivazioni non deve pregiudicare il minimo deflusso constante
vitale negli alvei sottesi.
Questo concetto viene ripreso dal D. Lgs. n. 275 del 12 luglio1993, all'articolo 5
in riferimento ai provvedimenti di concessione di derivazioni, per i quali si “tiene
conto del minimo deflusso costante vitale da assicurare nei corsi d'acqua'' e
“delle esigenze di tutela della qualità e dell'equilibrio stagionale del corpo idrico,
delle opportunità di risparmio, riutilizzo e riciclo della risorsa".
La Legge n. 36 del 5 gennaio 19943 all'articolo 3 afferma che nei bacini
idrografici caratterizzati da consistenti prelievi, le derivazioni sono regolate in
modo da garantire il livello di deflusso necessario alla vita negli alvei sottesi e
tale da non danneggiare gli equilibri degli ecosistemi interessati.
Inoltre, l'articolo 1 al punto 3 della medesima legge recita:
"Gli usi delle acque sono indirizzati al risparmio ed al rinnovo delle risorse per
non pregiudicare il patrimonio idrico, la vivibilità dell'ambiente, l'agricoltura, la
fauna e la flora acquatiche, i processi geomorfologici e gli equilibri idrologici". In
essa si delega all’Autorità di Bacino ed alle Regioni il compito di definire e
aggiornare i bilanci idrici, adottando le opportune misure di pianificazione
dell’economia idrica.
L’entrata in vigore del D.Lgs. n. 152 dell’11 Maggio 1999 ha introdotto la
definizione degli obiettivi di qualità delle acque, ripreso anche nella normativa
seguente, e considerando il deflusso minimo vitale come uno strumento di
tutela della qualità dei corsi d’acqua.
Tali concetti sono ripresi anche dal recente D.Lgs. n. 152/06, che ha abrogato il
D.Lgs. n. 152/1999; in particolare all’art. 144 “Tutela e uso delle risorse idriche”
è riportato:
“Le acque costituiscono una risorsa che va tutelata ed utilizzata secondo criteri
di solidarietà; qualsiasi loro uso è effettuato salvaguardando le aspettative ed i
diritti delle generazioni future a fruire di un integro patrimonio ambientale.
La disciplina degli usi delle acque è finalizzata alla loro razionalizzazione, allo
scopo di evitare gli sprechi e di favorire il rinnovo delle risorse, di non
pregiudicare il patrimonio idrico, la vivibilità dell'ambiente, l'agricoltura, la
piscicoltura, la fauna e la flora acquatiche, i processi geomorfologici e gli
equilibri idrologici.”
Il Decreto del 28 Luglio 20044 riporta le linee guida per la predisposizione del
bilancio idrico di bacino5, per il censimento delle derivazioni e per la definizione
del deflusso minimo vitale.
3
La legge è stata abrogata dall'art. 175, D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, ad esclusione del comma
6 dell'art. 22.
4
Si fa riferimento al D.M. 28 luglio 2004 “Linee guida per la predisposizione del bilancio idrico di
bacino, comprensive dei criteri per il censimento delle utilizzazioni in atto e per la definizione del
minimo deflusso vitale, di cui all'articolo 22, comma 4, del D.Lgs. 11 maggio 1999, n. 152”.
13
Al punto 7 dell’allegato 1 il DMV è definito come “la portata istantanea da
determinare in ogni tratto omogeneo del corso d’acqua, che deve garantire la
salvaguardia delle caratteristiche fisiche del corpo idrico, chimico-fisico delle
acque nonché il mantenimento delle biocenosi tipiche delle condizioni naturali
locali”. Dove per salvaguardia delle caratteristiche fisiche del corso d'acqua si
intende il mantenimento delle sue tendenze evolutive naturali (morfologiche ed
idrologiche), anche in presenza delle variazioni artificialmente indotte nel tirante
idrico, nella portata e nel trasporto solido; per salvaguardia delle caratteristiche
chimico-fisiche delle acque deve intendersi il mantenimento, nel tempo, dello
stato di qualità delle acque, in linea con il perseguimento degli obiettivi di qualità
previsti dagli articoli 4, 5 e 6 del D.Lgs. 152/99 e s.m.i., e della naturale capacità
di autodepurazione del corso d'acqua; per salvaguardia delle biocenosi tipiche
delle condizioni naturali è da intendersi il mantenimento, nel tempo, delle
comunità caratteristiche dell'area di riferimento, prendendo in considerazione
anche i diversi stadi vitali di ciascuna specie.
Il concetto di DMV introdotto dalla legge 183/1989 implicava una portata fissa
che si doveva assicurare nel corso d’acqua. L’intenzione della norma era quella
di porre un primo indirizzo di fronte ad una situazione dove spesso i corsi
d’acqua rimanevano a secco per un periodo di tempo molto lungo a causa di un
eccessivo prelievo. Questa prima indicazione normativa è stata colta nelle
normative successive e nella definizione del nuovo decreto è stata eliminata la
parola “costante” in quanto fuorviante. Il deflusso minimo vitale deve, in
un’ottica annuale, poter tenere conto infatti delle naturali variazioni di portata
che avvengono in un corso d’acqua.
Nella nuova impostazione emerge quindi come il mantenimento di una portata
minima nei corsi d’acqua deve poter garantire le dinamiche morfologiche tipiche
di un fiume, mantenere la capacità autodepurativa e di diluizione dei carichi
inquinanti e sostenere le comunità animali e vegetali.
L’aggettivo locale indica che gli approcci per la definizione di un corretto DMV
devono riferirsi alla singolarità ed unicità di alcuni ambienti di acque correnti.
Vi sono poi altre definizioni che meritano di essere citate e che aggiungono
ulteriori elementi alla comprensione del significato di DMV. (Tratto da Minimo
deflusso vitale dei corsi d’acqua - Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per
i Servizi Tecnici Centro Tematico Nazionale “Acque Interne e Marino Costiere”).
La definizione riportata in uno studio per il Ministero dei Lavori Pubblici dice
(Vismara et al. 1999): costituisce la minima quantità d’acqua che deve essere
presente in un fiume, per garantire la sopravvivenza e la conservazione
dell’ecosistema fluviale, assicurando le condizioni necessarie per un normale
svolgimento dei processi biologici vitali degli organismi acquatici. Il DMV è
quindi una portata che varia in funzione delle caratteristiche fisiche del corso
d’acqua (forma dell’alveo, larghezza, pendenza, ecc.) e delle caratteristiche
biologiche dell’ecosistema interessato.
5
L’art. definisce il bilancio idrico “la comparazione, nel periodo di tempo considerato,
fra le risorse idriche (disponibili o reperibili) in un determinato bacino o sottobacino,
superficiale e sotterraneo, al netto delle risorse necessarie alla conservazione degli
ecosistemi acquatici ed i fabbisogni per i diversi usi (esistenti o previsti).
14
Nel documento “Criteri per la definizione del Deflusso Minimo Vitale nel bacino
del Fiume Serchio” si dice: “sebbene la definizione del DMV sia estremamente
complessa in quanto richiede approfondite conoscenze idrologiche ed
idrobiologiche, esso può essere sinteticamente definito come “la quantità
minima di acqua che deve essere assicurata per la sopravvivenza delle
biocenosi acquatiche, la salvaguardia del corpo idrico e, in generale, per gli usi
plurimi a cui il fiume è destinato”.
Sansoni (1999) parla di DMV inteso come portata in grado di consentire non
solo la vita biologica dei corsi d’acqua, ma anche la pluralità degli habitat e la
funzione a lungo termine degli interi sistemi fluviali.
Nelle definizioni illustrate sopra si riscontrano alcune differenze di applicazione
che possono essere anche sostanziali. E’ Interessante sottolineare l’indicazione
data dall’autorità di bacino pilota del Fiume Serchio basata sull’individuazione di
un DMV che assicuri gli usi plurimi a cui è destinato. In questo caso si crede
che ci si debba riferire all’uso dell’acqua per le sue funzioni rivolte all’uomo, ad
esempio lo scopo irriguo o anche sportivo (canoistico o pesca sportiva), e
ricreativo (aspetto paesaggistico). Questi due aspetti non sono certamente da
sottovalutare e andrebbero presi in considerazione nella determinazione del
DMV.
In base all’analisi della definizione sopra riportate, si può evidenziare che gli
elementi che devono essere tenuti in considerazione per una corretta
definizione del DMV dovrebbero essere:
•
•
•
•
•
•
mantenimento delle biocenosi tipiche locali
qualità delle acque
dinamiche morfologiche
aspetto paesaggistico
funzione ricreativa e sportiva
usi potabili, agricoli, industriali
Tornando all’analisi del D.M. 28 Luglio 2004, al punto 7.2 è indicato che “può
essere opportuno individuare valori del DMV differenti per ciascun mese o
stagione dell'anno, anche allo scopo di impedire che i prelievi e le restituzioni
siano effettuati in modo da lasciare in alveo una portata residua costante che
elimini la variabilità del regime naturale dei deflussi in base alla quale si è
formato l'equilibrio, sia fisico che biologico, del corso d'acqua”.
In ultimo è anche indicato che in “relazione allo sviluppo dei monitoraggi e delle
conoscenze biofisiche dell'ambiente, all'evoluzione nel tempo dell'impatto
antropico, alle dinamiche socio-economiche ed alle stesse politiche di tutela
ambientale, il DMV è da considerarsi in modo dinamico. Da ciò deriva che le
successive elaborazioni e revisioni del Piano di tutela condurranno
all'individuazione ed aggiornamento del DMV per ogni tratto dei corsi d'acqua
oggetto di interesse”.
Lo stesso Decreto prende poi in esame le varie metodologie di calcolo
affermando che, fermo restando che i Piani di tutela devono stabilire il valore
specifico del DMV per ogni tratto di corso d'acqua considerato secondo i criteri
generali prima esposti, per una sua prima stima orientativa possono essere
adottati metodi regionali e metodi sperimentali.
15
Nella prima categoria rientrano i metodi che esprimono il DMV in funzione di
caratteristiche morfologiche ed idrologiche del bacino o del sottobacino; essi si
distinguono, a seconda delle grandezze assunte come variabili indipendenti, in:
metodi con variabili morfologiche: sono basati sulla definizione di un
contributo specifico (portata per unità di superficie); la variabile indipendente
è la sola superficie del bacino. Spesso, per la massima semplificazione, il
valore del contributo unitario minimo è assunto costante in un ambito
territoriale abbastanza esteso; data però l'impossibilità di rappresentare in
tal modo talune situazioni particolari, sono stati introdotti vari fattori correttivi
metodi con variabili idrologiche semplici: in questi metodi la portata
minima vitale è funzione - di solito mediante leggi di proporzionalità diretta di alcuni valori caratteristici del deflusso nella sezione considerata (portata
media mensile, portata media annua)
metodi con variabili idrologiche e morfologiche: esprimono una
equazione di regressione tra la portata minima vitale ed alcune variabili
idrologiche e morfologiche del bacino, come ad esempio la portata media;
metodi con variabili statistiche: sono basati sull'individuazione di
particolari valori di frequenza o di durata dei deflussi. Un esempio semplice
è quello basato sulla minima portata media di 7 giorni (media mobile) con
tempo dì ritorno 10 anni (Q7,10); altri sono basati sulla portata media
giornaliera di durata 355 giorni in un anno (Q355) ovvero, come prevede la
normativa svizzera, su una funzione della portata di durata 347 giorni (Q347).
l metodi appartenenti alla seconda categoria sono basati su tecniche di
rilevamento sperimentali finalizzate all'accertamento delle condizioni ambientali
ottimali per un prefissata specie; sono caratterizzati dalla singolarità della stima
della portata minima vitale, quindi hanno validità esclusivamente locale e
limitata alle specie considerate; possono distinguersi a loro volta in:
metodi sperimentali semplici, in cui il DMV è correlato al contorno
bagnato o alla larghezza della sezione utile per lo sviluppo della specie
considerata, assumendo un criterio semplice per valutare l'idoneità di alcuni
parametri ambientali;
metodi sperimentali complessi, nei quali si utilizzano particolari curve
continue per valutare gli ambiti di idoneità dei parametri ambientali; per
esempio, con il metodo dei microhabitat, viene determinata una curva che
corre dall'area disponibile ponderata (funzione della portata media, della
velocità media e della natura del substrato) alla portata del corso d'acqua; in
corrispondenza del massimo di tale curva si può individuare il valore
ottimale del DVM.
È infine da sottolineare come la mappatura del DMV ottenuta per i corsi d'acqua
oggetto di pianificazione costituirà essa stessa la fonte conoscitiva essenziale
per eventualmente aggiornare o ridefinire i citati metodi e i parametri in essi
considerati; infatti, le correlazione tra i valori ottenuti dei DMV per i diversi
tronchi fluviali interessati dalle predette simulazioni e le corrispondenti
16
caratteristiche ambientali, morfologiche, eco-idrauliche e di fruizione, potranno
fornire gli elementi essenziali per la taratura e la regionalizzazione dei detti
parametri.
Nelle pagine successive sono elencate alcune metodologie per il calcolo del
DMV e precisamente quelle contenute:
nella D.G.R. n 74-45166 della Regione Piemonte
nella Delibera 7/2002 dell’Autorità di Bacino del Fiume Po
nel Piano di Tutela delle Acque della Regione Piemonte
nel piano di stralcio dell’Autorità di Bacino del Fiume Magra
nel metodo conservativo DMV “3e25%”.
nel Regolamento regionale 17 luglio 2007, n. 8/R.
D.G.R. 26 aprile 1995, n 74-45166
La D.G.R. n. 74-45166, riprendendo le indicazioni contenute nello Standard PDIT/I, definisce all'articolo 2 il deflusso minimo vitale come “il deflusso che, in un
corso d'acqua, deve essere rilasciato a valle delle captazioni idriche al fine di
mantenere vitali, se pur prossime ad essere critiche, le condizioni istantanee di
funzionalità e di qualità degli ecosistemi interessati".
L’articolo 7 prevede che, nel caso delle derivazioni di maggiori dimensioni,
l'Autorità concedente, al fine di mitigare gli effetti che possono essere provocati
dal rilascio costante a valle di una portata prossima a quella critica, può
disporre di assegnare un rilascio modulato temporalmente (DMV modulato),
evitando in tal modo l’appiattimento del regime idrologico sui valori minimi delle
portate.
Il DMV modulato, anch'esso da indicare sul disciplinare di concessione,
permette così di mantenere nel tratto sotteso un regime delle portate rilasciate
che rispecchi le fluttuazioni naturali delle portate che caratterizzano il corso
d'acqua di monte.
La metodologia di calcolo del DMV definita dalla D.G.R. n. 74-45166 fa
riferimento al valore della portata specifica q 355-N, ossia alla portata specifica
naturalizzata relativa alla durata di 355 giorni/anno e riferita all'unità di
superficie del bacino [l/s * km2].
Essa è riferita a condizioni idrologiche medie in situazione di deflusso naturale,
alle quali le portate specifiche naturali del corso d'acqua in esame sono inferiori
per meno di 10 giorni durante l’anno idrologico medio.
Alla q355-N, secondo l'articolo 5 della Delibera, è possibile giungere mediante
due differenti modalità di calcolo:
utilizzando il metodo di regionalizzazione idrologica;
attraverso una analisi idrologica avanzata.
Il metodo di regionalizzazione idrologica (descritto nell'allegato A, parte 1
della D.G.R.) suddivide il territorio della Regione Piemonte in tre zone principali,
considerate omogenee per caratteristiche meteoclimatiche e geomorfologiche:
zona A: bacini idrografici comprendenti l'arco alpino;
17
zona B: asta del Fiume Po a valle della confluenza con il Torrente Pellice;
zona C: bacini idrografici comprendenti l'arco appenninico ed affluenti in destra
orografica del fiume Tanaro.
Secondo tale procedure di calcolo il primo parametro da determinare è la
portata specifica media annua q MEDA, mediante la seguente formula:
QMEDA = 0.0086 ⋅ H + 0.03416 ⋅ A − 24.5694 [l/s · km2]
H = altitudine media del bacino idrografico [m s.l.m.]
A = afflusso meteorico medio annuo ragguagliato [mm] ottenibile utilizzando la
relativa carta delle isoiete della Regione Piemonte fornita come allegato
della D.G.R.
Dal valore q MEDA così ottenuto si procede determinando il valore medio della
portata specifica minima di durata 355 giorni/anno q355, ossia la portata che,
mediamente, viene superata per 355 giorni all'anno.
A tal fine va utilizzata la formula sottostante, parametrizzata secondo le tre zone
idrologiche precedentemente definite:
Q355 = A ⋅ S b ⋅ Q c MEDA [l/s · km2]
q355 = 0,07560 · S 0,068232 · qMEDA 1,234733
q355 = 0,08536 · S 0,096216 · qMEDA 1,155468
q355 = 0,00024 · S 0,116629 · qMEDA 2,455435
zona A:
zona B:
zona C:
dove S rappresenta la superficie del bacino espressa in km2
Determ inazione della portata specifica naturalizzata di durata 355
giorni anno
7
6
q 355-N
5
4
3
2
1
0
0
2
4
6
8
10
12
14
q 355
Il valore della portata specifica naturalizzata q 355-N può venire determinato in
funzione di quello di q355 appena calcolato, utilizzando il grafico della pagina
18
precedente; la portata specifica naturalizzata q 355-N non può mai superare il
valore limite di 6 l/s*km2.
L’alternativa proposta per il calcolo della portata specifica naturalizzata q 355-N
(allegato A parte seconda), consiste nell’utilizzo di un’analisi idrologica
avanzata, che deve basarsi su serie significative di misure dirette di portata e
precipitazioni che consentano l’applicazione di calcoli statistico-probabilistici e
di modelli matematici per una attendibile quantificazione e simulazione dei
deflussi; i modelli di simulazione da applicare devono essere di tipo concettuale
– deterministico ed operare su dati a piccola base di tempo (giornaliera).
Il livello di calibrazione dei modelli numerici adottati va documentato mediante il
confronto con opportuni dati sperimentali.
Spesso il metodo di regionalizzazione idrologica utilizzato per la quantificazione
della q355-N mal si adatta alla condizione locale; si riporta, nella tabella
sottostante, il confronto tra i due sistemi di calcolo in corrispondenza della
stazione idrometrica di Rastello (Valle Ellero).
Come si osserva nella tabella e nel grafico sottostante, i metodi portano alla
quantificazione di q355-N e DMV molto diversi.
È evidente che il DMV derivante dall’analisi idrologica avanzata rappresenta il
limite minimo dei rilasci da considerare.
q355-N [ l / s ⋅ km ]
q355-N [ l / s ⋅ km ]
(DGR 74-45166)
analisi idrologica
avanzata
5.39
10.09
2
Stazione
Rastello
2
DMV
base
[l/s]
DMV [l/s] analisi
idrologica
avanzata
Incremento
DMV rispetto
alla formula
base
230
432
87 %
6000
5700
regime naturale
5400
5100
4800
Q max 80 gg dmv 432 l/s analisi idrol
avanzata
4500
4200
3900
Q max 80 gg dmv 230 l/s
Q (l/s)
3600
3300
3000
2700
2400
2100
1800
1500
1200
900
600
300
26-dic
11-dic
26-nov
11-nov
27-ott
12-ott
27-set
12-set
28-ago
29-lug
13-ago
14-lug
29-giu
14-giu
30-mag
30-apr
15-mag
15-apr
31-mar
16-mar
1-mar
15-feb
31-gen
1-gen
16-gen
0
anno (giorni)
Confronto DMV metodo di regionalizzazione idrologica - analisi idrologica avanzata
Tornando alla quantificazione del DMV, una volta determinato il valore di q355-N,
è possibile determinare il valore del DMV, mediante la formula seguente:
19
DMV = K a ⋅ K b ⋅ K c ⋅ q355− N ⋅ S
[l/s]
Il coefficiente Ka esprime le condizioni critiche rispetto a q355 (evento con tempo
medio di ritorno pari a 3 ÷ 5 anni) e può assumere due diversi valori: 0,7 per
opere non comprese in zone di elevata sensibilità ambientale ed 1 nel caso
opposto.
Il coefficiente Kb dipende dal tipo di derivazione e dalle relative procedure di
istruttoria ed è applicabile mediante opportune graduazioni temporali; il suo
valore può variare da 0,25 ad 1, e comunque a partire dal 2005 deve essere
sempre pari ad 1.
Il coefficiente Kc esprime il livello di protezione ambientale assegnato al corso
d’acqua e può variare da 1 ad 1,5.
Il valore del DMV così calcolato, deve essere compreso nel intervallo di valori:
Zona
DMV
Iimite inferiore
50 I/s (dal 2005)
20 I/s (dal 2005)
A, B
C
limite superiore
1/n ·qMEDA·S
dove il coefficiente n è ricavabile in funzione della qMEDA [m3/s] mediante il
grafico sottostante:
n
Determ inazione coefficiente n
11
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
0
100
200
300
400
500
600
Q MEDA (m c/s)
Qualora il valore del DMV calcolato secondo le metodologie indicate risultasse
inferiore a DMV' o superiore a DMV’’, come valori di deflusso minimo vitale da
rilasciare a valle dell'opera di presa dovranno essere utilizzati rispettivamente i
valori DMV' o DMV.
20
AdB Po – Delibera dell’Autorità di Bacino N°7/2002
La Deliberazione n. 7 della seduta del 13 marzo del 2002 del Comitato
Istituzionale dell'Autorità di bacino del Fiume Po definisce, al punto 3 dell’art. 1,
“i criteri di regolazione delle portate in alveo, finalizzati alla quantificazione del
deflusso minimo vitale (D.M.V.) dei corsi d’acqua del bacino padano e della
regolamentazione dei rilasci delle derivazioni da acque correnti superficiali”.
L’allegato B alla deliberazione contiene le definizioni dei criteri generali e delle
modalità di applicazione del D.M.V., dove il D.M.V. viene definito come: “il
deflusso che, in un corso d’acqua, deve essere presente a valle delle captazioni
idriche al fine di mantenere vitali le condizioni di funzionalità e di qualità degli
ecosistemi interessati.”
La formula proposta per il calcolo del D.M.V. è la seguente:
DMV AdB = DMV AdB _ Idro ⋅ M ⋅ Z ⋅ A ⋅ T
con DMV AdB _ Idro = k ⋅ q media ⋅ S
definito come la componente idrologica del Deflusso Minimo Vitale.
• k è un parametro sperimentale specifico per le singole aree idrografiche
• qmedia identifica la portata specifica media annua per unità di superficie del
bacino calcolata in l/s per km2; tale valore deve rappresentare il valore medio
annuale delle portate specifiche naturali defluenti nella sezione del corso
d’acqua
• S è la superficie del bacino sottesa dalla sezione del corso d’acqua
• M esprime l’attitudine dell’alveo a mantenere le condizioni di deflusso
compatibili con gli obiettivi di habitat e di fruizione; il valore può essere scelto
nell’intervallo compreso tra 0.7 e 1.3 in funzione della pendenza dell’alveo,
della tipologia morfologica e della presenza di pools
• Z è scelto come il valore massimo tra i parametri N, F e Q, rispettivamente
rappresentativi degli aspetti naturalistici, di fruizione e di qualità delle acque;
ognuno dei tre parametri può assumere un valore pari o maggiore a 1
• N indica le necessità di maggiori tutele per ambienti fluviali di maggior pregio,
identificati dalla normativa nazionale per le zone adibite a parco nazionale,
parco regionale nelle zone umide dichiarate di importanza internazionale, nei
siti di importanza comunitaria e per i quali si rilevi un interesse scientifico,
naturalistico e/o ambientale
• F viene introdotto come indice delle esigenze di fruizione del coso d’acqua per
scopi turistico e sociali
• Q rappresenta la necessità di garantire una portata minima al fine di
mantenere il potere di diluizione degli inquinanti veicolati nel corso d’acqua
• A rappresenta l’esigenza di garantire un maggiore o minore rilascio in
relazione del contributo delle falde sotterranee nella formazione del deflusso
minimo vitale; i valori di A sono compresi tra 0.5 e 1.5
21
• T viene introdotto per descrivere le necessità di regolazione del D.M.V. in
funzione di specifici obiettivi di tutela di singoli tratti del corso d’acqua: tutela
dell’ittiofauna, fruizioni turistiche sociali limitate a certi periodi dell’anno,
diluizione degli inquinati nei mesi di particolari attività turistica e
diversificazione del regime di flusso al fine di mitigare le situazioni di stress
sulle biocenosi dovute alla costanza del regime idraulico.
Nell’Allegato B della Delibera 7/2002 dell’AdB Po si delega alle Regioni, nel
rispetto dei criteri stabiliti dall’Autorità di Bacino, di definire ed aggiornare le
modalità di calcolo per la determinazione del fattore qmeda, e di aggiornare con
opportuni approfondimenti la determinazione del fattore k.
Nel calcolo del DMV per le derivazioni in esame, eseguito secondo le
indicazioni dell’autorità di Bacino del fiume Po, si è ipotizzato di mantenere
come significativa la componente idrologica del DMV fissando i fattori di
modulazione al valore unitario.
Regione Piemonte - Piano di Tutela delle Acque
Il Piano di Tutela delle Acque Regionale indica che la misura relativa al
Deflusso Minimo Vitale risponde alla duplice finalità di salvaguardia e di
riqualificazione delle condizioni di deflusso minimo superficiale nei corsi
d’acqua, quale parte sinergica nell’ambito dei più complessivi obiettivi di
riequilibrio del bilancio idrico e di specifica destinazione funzionale.
La misura è concepita espressamente per gestire la presenza e la regolazione
delle concessioni di derivazione, dal punto di vista quantitativo e rapportandosi
allo stato di magra ordinaria naturale dei corsi d’acqua quale condizione di
riferimento.
La grandezza DMV - portata minima che deve essere rilasciata in alveo alla
sezione di presa, viene determinata attraverso una metodologia di calcolo che
tiene conto sia delle caratteristiche fisico-idrologiche dei bacini sia, ove
necessario, di fattori correttivi legati a specifiche condizioni del sito relative a
pressioni antropiche esercitate sulla risorsa idrica e sull’ambiente.
In coerenza con i criteri di regolazione delle portate in alveo approvati con la
deliberazione del Comitato Istituzionale dell’Autorità di bacino del fiume Po n.
7/2002, la specifica disciplina del DMV dovrà considerare le grandezze di
seguito riportate.
Termine fisico idrologico
A questo ambito di valutazione compete la determinazione del parametro
sperimentale K che, applicato alla portata media annua naturale, definisce la
componente idrologica del Deflusso Minimo Vitale, in litri al secondo, così come
espressa dalla relazione:
DMVidro log ico = K ⋅ q MEDA ⋅ s [l/s]
q MEDA = contributo specifico medio annuale in regime naturale [l/s km2]
S = superficie del bacino sotteso [km2]
K = parametro sperimentale assegnato per singole aree idrografiche.
La qMEDA viene calcolata in base alla seguente espressione:
22
QMEDA = 0.0086 ⋅ H + 0.03416 ⋅ A − 24.5694
H = altitudine media del bacino idrografico [m s.m.]
A = afflusso meteorico medio annuo, ragguagliato al bacino idrografico [mm]
S = superficie del bacino idrografico sotteso [km2]
Valutazione del parametro K
Per i bacini con superficie superiore a 50 km2 i valori di riferimento del
coefficiente K sono stati definiti a partire dalle espressioni fornite dall’Autorità di
Bacino del fiume Po con i Criteri di regolazione delle portate in alveo (Allegato B
alla deliberazione C.I. n. 7 del 13/03/2002).
Per i bacini con superficie inferiore o uguale a 50 km2, il regolamento
dell’Autorità di Bacino rimanda a specifiche valutazioni delle Regioni; fino ad
una loro più particolare definizione si utilizzano i valori regionalizzati del fattore
K relativi alle stesse aree omogenee di riferimento assunte per i bacini più
estesi.
La procedura deve presentare contestualmente i seguenti requisiti.
disporre di adeguate informazioni dirette (da misure) relative ai deflussi del
bacino interessato dalla derivazione in esame o su bacini riconducibili ad
esso con criteri oggettivi di similitudine idrologica; i dati di monitoraggio
devono essere disponibili in quantità tale da consentire l’applicazione di
calcoli statistico probabilistici, ovvero in numero limitato ma rispondente a
criteri di significatività, anche in rapporto alle applicazioni modellistiche sotto
richiamate; il quadro dei dati di monitoraggio può essere costituito mediante
l’impianto di una stazione di rilevazione specifica e acquisizione di almeno
un quinquennio di osservazioni riconducibili alla situazione naturale di
riferimento
disporre di adeguati modelli di simulazione (numerici) operanti su dati a
piccola base di tempo (giornaliera), preferibilmente di tipo concettualedeterministico relativamente alla parte di simulazione idrologica
documentare adeguatamente il livello di calibrazione dei modelli numerici
suddetti, sulla base del riscontro con i dati sperimentali
oggettivare adeguatamente la significatività dei risultati in quanto
rappresentativi di condizioni idrologiche medie e naturali.
Vengono poi introdotti dei fattori correttivi che vengono succintamente qui sotto
descritti.
Fattore morfologico M
Il parametro morfologico M esprime l’attitudine dell’alveo a mantenere le portate
di deflusso minimo in condizioni compatibili, dal punto di vista della distribuzione
del flusso, con gli obiettivi di habitat e di fruizione. I valori del parametro sono
assegnati in funzione della classe morfologica del corso d’acqua. La
classificazione morfologica del reticolo idrografico a scala regionale e i relativi
valori di applicazione del fattore M sono riportati sulla carta di Piano A2.12.
Fattore relativo alle interazioni con la falda A
Il parametro A descrive le esigenze di maggiore o minore rilascio in relazione
allo scambio idrico con la falda ed al contributo della stessa nella formazione
23
del deflusso minimo vitale. L’elaborato cartografico A2.12 riporta
l’identificazione dei tratti di interesse per l’entità degli interscambi e la relativa
classificazione. I valori del parametro nei tratti significativi, identificati in
funzione della classificazione dei tratti di corso d’acqua in base all’entità e al
segno delle portate di interscambio, sono specificati nella tabella di sintesi
allegata alla carta A2.12 . In tutti i tratti di corso d’acqua non specificatamente
identificati sulla carta il parametro A vale 1,0.
Altri fattori di correzione
I restanti fattori di correzione esprimono rispettivamente:
N: le esigenze di maggiore tutela per ambienti fluviali con elevato grado di
naturalità
F: le esigenze di maggiore tutela per gli ambienti fluviali oggetto di
particolare fruizione turistico – sociale
Q: le esigenze di diluizione degli inquinanti veicolati nei corsi d’acqua in
funzione delle attività antropiche che incidono su di essi
T: le esigenze di variazione nell’arco dell’anno dei rilasci determinate dagli
obiettivi di tutela dei singoli tratti di corso d’acqua; saranno definiti con le
disposizioni di attuazione del Piano.
Le norme di attuazione del presente Piano di tutela definiranno in modo
dettagliato i parametri di calcolo e le modalità di applicazione e controllo dei
rilasci.
Autorità di Bacino del fiume Magra
Il criterio di calcolo adottato nel piano stralcio dell’Autorità di Bacino del Fiume
Magra, deriva dall’analisi della normativa esistente a livello nazionale ed estero;
la scelta della formulazione più idonee è stata ottenuta sperimentando
numerose varianti della formula di calcolo del DMV.
La formula scelta per la definizione del DMV per le derivazioni ad uso
idroelettrico, industriale o altri usi (eccetto quello potabile ed irriguo), è la
seguente:
DMV = S bacino ⋅ Rspecifico ⋅ P ⋅ A ⋅ QB ⋅ QR ⋅ N ⋅ G ⋅ L7.5 + M 10
Rspecifico
Rappresenta il rilascio specifico per unità di superficie, per il quale è stato
adottato il valore indicato dall’Autorità di Bacino del Po, pari a 1,6 (l/s*km2)
Fattore P
Regola il DMV di rilascio in relazione alla diversa pluviometria media naturale
dei bacini imbriferi sottesi dalle derivazioni e può assumere i seguenti valori:
precipitazioni medie nel bacino scolante (mm)
< 1200
1200-1400
1400-1600
1600-1800
> 1800
24
fattore P
1
1,2
1,4
1,6
1,8
Fattore A
Interpreta le esigenze idrauliche in relazione alla quota media del bacino
scolante per tener conto a monte della riduzione dei deflussi conseguenti alle
precipitazioni nevose ed a valle dei fenomeni di riduzione della portata per
l’incremento dell’evapotraspirazione e infiltrazione nelle falde; i valori indicati
dall’A.d.B. del Magra sono:
altitudine media bacino (metri s.l.m.)
0-400
400-600
600-800
> 800
fattore A
1,2
1
1,1
1,2
Fattore QB
Descrive l’influenza della qualità biologica del corso d’acqua da assegnare in
base allo stato biologico individuato con l’Indice Biotico Esteso (IBE); a partire
dalla prima classe fino alla quinta il fattore QB assegnato assume valori
compresi nell’intervallo 1.0 e 1.4.
Questa scala è stata predisposta per indirizzare maggiori quantità d’acqua a
salvaguardia delle acque già inquinate, tenendo conto che per le acque di
pregio è stato introdotto un fattore di naturalità N.
Fattore QR
Viene introdotto per premiare le derivazioni che non alterano le qualità delle
acque restituendole nelle condizioni più prossime a quelle naturali; il fattore QR
è definito in funzione del peggioramento della qualità delle acque in base alla
variazione del livello di inquinamento secondo la seguente tabella.
peggioramento
registrato
(n° di livelli di
inquinamento)
0
fattore QR
1
1
1,2
2
1,4
3
1,6
4
1,8
Fattore N
Viene introdotto per garantire una adeguata protezione del corso d’acqua e del
territorio circostante in relazione alla naturalità dell’area, imponendo rilasci più
elevati nelle aree di maggior pregio.
25
Il fattore N è definito dall’indice di naturalità più elevato derivato
dall’applicazione degli indici di naturalità per l’ambiente fluviale e per i sistemi
ambientali che caratterizzano il territorio circostante.
L’indice di naturalità per l’ambiente fluviale (NA) deriva dall’applicazione
dell’Indice di Funzionalità Fluviale (I.F.F.) all’area appartenente al tratto del
corso d’acqua compreso tra il punto di derivazione e quello di restituzione; al
fine dell’individuazione del parametro da applicare si considera l’indice di
naturalità più elevato rilevato.
L’indice di naturalità per i sistemi ambientali che caratterizzano il territorio
circostante viene definito dall’analisi dei ”versanti che insistono sul tratto di
corso d’acqua compreso fra il punto di derivazione e quello di restituzione”, in
funzione del rapporto tra vegetazione reale e vegetazione potenziale.
261-300
livello di
funzionalità
I
ottimo
indice di naturalità
fluviale (NA)
5
251-260
I-II
ottimo / buono
4
201-250
II
buono
4
181-200
II-III
buono / mediocre
3
121-180
III
mediocre
3
101-120
III-IV
mediocre / scadente
2
61-100
IV
scadente
2
51-60
IV-V
scadente / pessimo
1
14-50
V
pessimo
1
Indice IFF
giudizio
Il fattore di naturalità N si ricava dalla seguente tabella utilizzando l’indice di
naturalità più elevato fra i due metodi sopra esposti.
valore
26
classe
55
I
20
II
8
III
2
IV
1
V
caratteristiche ambientali
Ambienti a naturalità ottima (corrispondenti
alla
vegetazione
potenziale:
climax,
subclimax, paraclimax, pseudoclimax e
comunità prossime al climax)
Ambienti a naturalità forte (formazioni o stadi
nella serie potenziale)
Ambienti seminaturali (arbusteti e boschi di
chiara origine antropica: pinete, cedui di
castagno, boscaglie degradate, ecc.)
Ambienti a naturalità debole (pioppeti, oliveti,
castagneti da frutto, orti, ecc.)
ambienti artificiali con coperture vegetali
(giardini, parchi urbani, ecc.)
ambienti
estremamente
artificiali
con
indice di
naturalità
ambientale (NA)
5
4
3
2
1
0
-
copertura vegetale assente (città, strade,
cave, discariche)
indice di naturalità
1
fattore N
1
1 aree antropizzate fortemente compromesse
2 aree antropizzate, ma con possibilità di naturalizzazione
1.15
3 aree naturali/seminaturali con evidenti interventi antropici
1.30
4 aree naturali/seminaturali
1.45
5 aree naturali di grande pregio
1.50
Fattore G (Geomorfologico)
E’ un parametro introdotto per valutare l’influenza della conformazione
dell’alveo in relazione alle caratteristiche geomorfologiche dei corpi idrici, delle
capacità di deflusso in subalveo e della tipologia dei versanti, idoneo ai
rappresentare le capacità ritentive e le permeabilità specifiche; l’A.d.B. rinvia la
definizione dei più adeguati coefficienti d’applicazione ad appropriati studi
specialistici di approfondimento delle conoscenze specifiche per i singoli bacini.
Fattore L7,5 (Lunghezza)
Viene introdotto per limitare la lunghezza delle condotte delle derivazioni
idroelettriche; per gli impianti già esistenti le prescrizioni applicate sono meno
vincolanti.
lunghezza presa restituzione
fattore L7,5
aumento dei rilasci del 7,5% per ogni km di distanza (D) tra
presa e restituzione all’alveo delle acque derivate
1 + (D · 0,075)
Fattore M10 (Modulazione di portata)
Viene introdotto per garantire la naturale fluttuazione del regime idrologico del
torrente in modo da garantire le naturali evoluzioni ecologiche in funzione delle
diverse stagionalità, tutelando in tal modo i cicli biologici degli organismi
acquatici e della vegetazione delle sponde.
modulazione di portata
M10
10% della differenza tra la portata
naturale ed il DMV senza modulazione
M 10 = 0.1 ⋅ (Qnaturale − DMVnon mod ulato )
27
Metodo conservativo DMV “3e25%”
Tale metodologia è stata proposta dalla Società BIOPROGRAMM s.c.r.l. nello:
“Studio sui bacini dei torrenti Maira e Grana Mellea - Analisi dell'efficacia
ecologica del deflusso minimo vitale delle derivazioni” redatto per il Settore
Tutela Fauna, Caccia e Pesca della Provincia di Cuneo.
Tale metodologia di calcolo del DMV consente di individuare una componente
di deflusso fissa ed una variabile in modo da consentire una riproduzione della
variazione dei deflussi più naturale possibile.
La frazione fissa è definita come apporto specifico superficiale tipicamente
compresa tra 3 e 4 l/s per km2, mentre la percentuale di modulazione della
portata rilasciata è scelta tra un valore compreso tra il 20 ed il 25% della portata
naturale al netto della componente fissa del DMV.
DMV = DMVfisso + DMVvariabile
Nell’ analisi dei DMV per le derivazioni esaminate, il deflusso minimo di rispetto
(DMV) è stato determinato in ragione di un apporto costante (DMVfisso) di
portata media superficiale (qmed), pari a 3 l/s per km2 di bacino drenante, mentre
il DMV modulato (DMVvariabile) è stato calcolato come il 25 % della portata
istantanea naturale al netto del DMVfisso.
Si può scrivere il bilancio delle portate in modo da tener conto, nel modo più
generale, della portata massima derivabile dall’opera, del DMV e della portata
eccedente non derivabile:
Qnaturale = Qderivabile + DMV + Qnonderivabile
la formula può essere generalizzata per l’i-esimo mese come:
(
)
i
i
i
i
Qnaturale
= Qderivabile
+ q med ⋅ A + 0.25 ⋅ Qnaturale
− q med ⋅ A + Qnonderivab
ile
dove A è la superficie del bacino sottesa alla sezione di calcolo.
Definita con k la generica sezione lungo l’asta del fiume, si può infine scrivere la
portata rilasciata a valle dell’opera di presa come:
(
)
i ,k
i ,k
i ,k
i ,k
i ,k
Qeffettiva
= Qnaturale
− Qderivabile
= qmed − A k + 0.25 ⋅ Qnaturale
− qmed ⋅ A k + Qnonderivab
ile
Nella relazione illustrativa viene riportato che questa metodologia di calcolo del
DMV è già in uso nell’ambito della Provincia Autonoma di Bolzano ed è stata
utilizzata in molti casi di rilascio di nuove concessioni di derivazione.
Regolamento regionale 17 luglio 2007, n. 8/R.
A far data dall'entrata in vigore di questo regolamento non trovano più
applicazione le disposizioni di cui alla deliberazione della Giunta regionale 26
aprile 1995 n. 74-45166, di cui si sono già trattati i contenuti.
28
Come già anticipato nella definizione di DMV (riportata a pag. 2 e 3) questa
normativa contempla diversi valori di DMV, ottenuti con l’applicazione al DMV
idrologico di fattori correttivi, che riflettono sia le peculiarità dell’ambito
territoriale in cui viene previsto il rilascio, che gli obiettivi di qualità, stabiliti dal
PTA.
Il DMV di base si ottiene applicando al valore del DMV idrologico due
coefficienti correttivi, rispettivamente il fattore morfologico M, che è in funzione
della morfologia dell'alveo e quello di interscambio (A), che tiene conto dei
fenomeni di scambio idrico dei corsi d'acqua con la falda.
Il DMV ambientale si ottiene partendo dal valore del DMV di base ed applicando
ulteriori fattori correttivi, riguardanti la naturalità(N), la qualità dell'acqua (Q), la
fruizione (F) e le esigenze di modulazione della portata residua a valle dei
prelievi (T). Il DMV ambientale si applica ai prelievi da corsi d'acqua soggetti
agli obiettivi di qualità ambientale, ricadenti nelle aree ad elevata protezione,
nonché ai corsi d'acqua che richiedono protezione e miglioramento per essere
idonei alla vita dei pesci, come identificati dal Piano di tutela delle acque e
relative disposizioni di attuazione.
Fino alla definizione delle misure di area del Piano di Tutela, i fattori correttivi
riguardanti la naturalità (N), la qualità dell'acqua (Q) e la fruizione (F) hanno
valore convenzionale uguale a 1.
Altro aspetto molto importante è che entro il 31 dicembre 2008 tutti i prelievi
esistenti rilasciano, eventualmente anche con modalità provvisorie, il DMV di
base, fermi restando eventuali obblighi di maggior rilascio già previsti nei
disciplinari di concessione.
Le modalità di calcolo del DMV sono riportate all’allegato A, riportato di seguito.
Allegato A (Art. 4)
Calcolo del DMV idrologico e del DMV di base
Aste principali del fiume Po dalla confluenza Pellice fino al confine
regionale e del fiume Tanaro dalla confluenza Stura di Demonte fino alla
confluenza in Po [1]
Considerata la sostanziale costanza della portata naturale media annua fluente
nei tratti di corpo idrico compresi tra una confluenza e la successiva, il DMV di
base per ciascuno dei tratti sotto elencati è così stabilito:
Asta del fiume Po, a valle della confluenza del Pellice
6,3 mc/sec
nel tratto compreso tra la confluenza Pellice e la confluenza Maira
10,7 mc/sec
nel tratto compreso tra la confluenza Maira e la confluenza Sangone
13,0 mc/sec
nel tratto compreso tra la confluenza Sangone e la confluenza Dora Riparia
20,8 mc/sec
nel tratto compreso tra la confluenza Dora Riparia/Stura di Lanzo e la confluenza Orco
27,3 mc/sec
nel tratto compreso tra la confluenza Orco e la confluenza Dora Baltea
41,6 mc/sec
nel tratto compreso tra la confluenza Dora Baltea e la confluenza Sesia
51,2 mc/sec
nel tratto compreso tra la confluenza Sesia e la confluenza Tanaro
78,2 mc/sec
a valle della confluenza Tanaro
29
Asta del fiume Tanaro, a valle della confluenza della Stura di Demonte
8,5 mc/sec
nel tratto compreso tra la confluenza Stura di Demonte e la confluenza Borbore
8,7 mc/sec
nel tratto compreso tra la confluenza Borbore e la confluenza Belbo
9,6 mc/sec
nel tratto compreso tra la confluenza Belbo e la confluenza Bormida
14,6 mc/sec
nel tratto a valle della confluenza Bormida
[1] Si definisce "asta del Po" il fiume Po a valle della confluenza con il torrente Pellice.
Altri corsi d'acqua naturali del territorio piemontese
Il deflusso minimo vitale di base in una determinata sezione del corpo idrico è
calcolato con la formula seguente:
DMV base = k *q meda *S *M* A
dove:
k = frazione della portata media annua (parametro sperimentale determinato per singole aree
omogenee)
q meda = portata specifica media annua naturale per unità di sup. del bacino sotteso, espressa in
2
1/s km
2
S = superficie del bacino sottesa dalla sezione del corpo idrico, espressa in km
M = parametro morfologico
A = parametro che tiene conto dell'interazione tra le acque superficiali e le acque sotterranee.
Il prodotto del fattore k per la portata media annua specifica e per la superficie
del bacino sotteso costituisce il DMV idrologico.
Il DMV di base è quantificato per ciascuna sezione di prelievo moltiplicando il
DMV idrologico per i fattori di correzione M e A che tengono conto
rispettivamente dell'incidenza che le particolari caratteristiche morfologiche
dell'alveo (granulometria, larghezza, pendenza e tipo di sezione) determinano
sulle condizioni di deflusso dell'acqua e degli effetti degli scambi idrici tra le
acque superficiali e sotterranee.
Determinazione del parametro k
Il parametro k esprime la percentuale della portata media annua naturale che
deve essere considerata nel calcolo della componente idrologica del deflusso
minimo vitale.
I valori del parametro k, variabili tra 0 e 1 estremi esclusi e diversificati per aree
omogenee in relazione ai regimi idrologici di magra, in coerenza con gli esiti
degli studi finalizzati alla redazione del Piano di tutela delle acque, sono così
stabiliti:
30
Area idrografica
Fattore k
Gesso, Stura di Demonte, Grana Mellea, Maira, Varaita, Alto Po, Pellice, Chisone,
Sangone, Chisola, Dora Riparia, Stura di Lanzo, Malone, Orco, Basso Po in sponda
sinistra fino alla confluenza Dora Baltea
0,15
Dora Baltea, Basso Sesia, Toce, Alto Sesia, Ticino lacuale, Basso Po in sponda
sinistra dalla confluenza Dora Baltea fino alla confluenza Sesia
0,13
Cervo, Agogna, Terdoppio
0,11
area idrografica afferente al Ticino sub lacuale, esclusa l'asta principale, Basso Po in
sponda dalla confluenza Sesia al confine regionale
0,10
Alto Tanaro, Basso Tanaro, Borbore, Belbo, Bormida, Orba, Scrivia, Curane, Banna
e Basso Po in sponda destra
0,07 per bacini di
estensione superiore
a 50 km2
0,10 per bacini di
estensione inferiore o
uguale a 50 km2
Il valore del fattore K potrà essere modificato con apposito provvedimento di
Giunta regionale, sulla base di ulteriori e più approfondite conoscenze relative
all'effettivo regime idrologico naturale di magra dei corpi idrici, ricostruito
attraverso la rete di monitoraggio idrometrica e la misura degli effettivi prelievi,
tenendo conto anche delle eventuali variazioni indotte dai cambiamenti climatici
in corso.
Determinazione della q meda
La valutazione della portata specifica media annua naturale di un corso d'acqua
per unità di superficie del bacino - detta q meda- è effettuata secondo una delle
modalità di seguito descritte:
a) utilizzando il modello di regionalizzazione delle portate e cioè la formula:
q meda = 0,00860*H + 0,03416*A-24,5694
dove:
H rappresenta l'altitudine media sul livello del mare del bacino idrografico sotteso alla presa,
espressa in m;
A rappresenta l'afflusso meteorico medio annuo, ragguagliato al bacino idrografico, espresso in
mm.
L'altitudine media del bacino può essere calcolata, in alternativa al classico metodo ipsografico,
per mezzo della seguente relazione semplificata:
H = 0,5* (0,9*Hmax + Hmin)
con
Hmax, altezza della vetta più elevata del bacino considerato
Hmin: altezza del fondo alveo nella sezione di prelievo
Si segnala che l'utilizzo dell'approccio semplificato comporta una potenziale
sovrastima dell'altezza media del bacino e di conseguenza una sovrastima della
componente idrologica del DMV
Il valore dell'afflusso meteorico medio annuo può essere dedotto dalla carta
delle isoiete allegata alla Monografia di ciascuna area idrografica, costituente
parte integrante del Piano di tutela delle acque, ovvero documentato attraverso
31
elaborazioni ad hoc con riferimento ad un arco temporale più ampio, includendo
anche le precipitazioni degli anni più recenti.
b) ricostruendo, attraverso criteri di similitudine idrologica, la portata media
annua naturale specifica della sezione di prelievo a partire dalle informazioni
rilevate alle stazioni idrometriche che dispongono di una serie storica di
rilevazione di dati giornalieri di sufficiente estensione (almeno 10 anni), previa
quantificazione degli effetti che i prelievi attuati a monte producono sulla
generazione delle portate fluenti nella sezione monitorata;
c) impiantando una stazione di monitoraggio ad hoc nella sezione di alveo in cui
si prevede di prelevare acqua con acquisizione in continuo delle misure di
deflusso giornaliero relative ad almeno un anno, da rapportare alla situazione
naturale di riferimento, attraverso un'analisi idrologica avanzata che presenti
contestualmente i seguenti requisiti:
1. utilizzi adeguati modelli di simulazione operanti su dati a piccola base tempo
(giornaliera), di tipo concettuale deterministico relativamente alla parte di
simulazione idrologica;
2. documenti il livello di calibrazione dei modelli numerici, sulla base del
riscontro con dati sperimentali;
3. oggettivi la significatività della q meda, che dovrà essere rappresentativa di
condizioni idrologiche medie in situazioni di deflusso naturale.
Considerato il grado crescente di alterazione dei deflussi naturali che si
riscontra procedendo da monte verso valle, si consiglia di applicare le modalità
descritte ai punti b) e c) solo per caratterizzare in modo più preciso i deflussi
nelle parti superiori dei bacini in cui le modificazioni antropiche sono meno
rilevanti e più facilmente ricostruibili.
Per i bacini regolati la q meda deve rappresentare, con la migliore
approssimazione consentita dai dati idrometrici disponibili, il valore medio
annuale delle portate specifiche naturali che defluirebbero nella sezione del
corso d'acqua, in assenza delle derivazioni idriche e di invasi.
Determinazione della superficie del bacino sotteso dalla derivazione: S
Il parametro S rappresenta la superficie del bacino idrografico sotteso dalla
sezione di presa nella quale è calcolato il deflusso minimo vitale. Nel delimitare
il bacino idrografico si fa riferimento alle linee di displuvio individuate in base
all'orografia del territorio, prescindendo quindi dalla circolazione idrica
sotterranea.
In alternativa alla puntuale quantificazione della superficie effettivamente
sottesa dalla sezione di presa, detta informazione può essere dedotta, in via
speditiva, interpolando linearmente i dati di superficie sottesa da sezioni
collocate immediatamente a monte e a valle rispetto a quella di interesse,
riportate nello studio di caratterizzazione idrologica di accompagnamento al
32
Piano di tutela delle acque, a condizione che nel tratto compreso tra le due
sezioni non siano presenti confluenze di corpi idrici in grado di modificare
sensibilmente il regime delle magre naturali del corso d'acqua.
Determinazione del fattore morfologico: M
Il valore del fattore morfologico M da applicare per il calcolo del DMV di base è
quello descritto nella seguente tabella.
Categoria
Valore del fattore correttivo
classe morfologica 1
0,90
classe morfologica 2
1,10
classe morfologica 3
1,10
classe morfologica 4
1,30
La classe morfologica nella quale ricade la sezione di presa, cui fare riferimento
per la quantificazione del DMV, è identificabile dalla specifica cartografia
depositata presso le sedi delle Province e riportata alla Tavola A 2.12. della
Cartografia del Piano di tutela delle acque consultabile sul Sito Internet della
Regione Piemonte.
Fattore di interscambio idrico con la falda: A
Il fattore A di interscambio con la falda determina una correzione del DMV
idrologico nei tratti di corsi d'acqua evidenziati nella successiva tabella, ai quali
si applica il valore riportato nell'ultima colonna.
Area idrografica
Corso d'acqua
AI01 Alto Po
Po
da confluenza Rio Albeta a confluenza Rio Torto
4
AI03 Pellice
Pellice
da confluenza Chisone a confluenza Po
5
da ponte stradale Caraglio-Bernezzo a ponte strada
provinciale Centallo- Tarantasca
4
da ponte strada statale n. 26 della Valle d'Aosta a
confluenza roggia Nuova dei Cagnoni
4
da confluenza Cervo a confluenza roggia Lampora
1
AI07
Mellea
Grana- Grana-Mellea
AI15 Dora Baltea
Dora Baltea
AI17 Basso Sesia Sesia
A21
Stura
Demonte
di Stura
Demonte
Tratto interessato
Classe di
interscambio
di da bealera Leona a ponte strada provinciale n. 45
Fossano-Salmour
1
A22 Gesso
Gesso
da confluenza canale Vermenagna a confluenza Stura di
Demonte
5
AI32 Ticino
Ticino
da ponte di Oleggio a ponte ferrovia Novara-Busto Arsizio
1
33
Per tutti i rimanenti corsi d'acqua e tratti di essi in riferimento ai prelievi esistenti
si applica un valore pari a 1.
Nel caso di nuovi prelievi è comunque fatta salva la possibilità per l'autorità
concedente di chiedere al soggetto istante di documentare l'effettivo valore
dell'interscambio con la falda attraverso campagne di misure differenziali delle
portate in alveo e di rapportare il valore del fattore A alle risultanze sperimentali
secondo le modalità specificate nella seguente tabella
Portata di interscambio
34
Classe di interscambio
Fattore "A"
> 300 l/sec*km
drenaggio elevato
Tipo di interscambio
1
0,70
tra 100 e 300 l/sec*km
drenaggio medio
2
1,00
inferiore a 100 l/sec*km
equilibrio
3
1,00
tra 100 e 300 l/sec*km
dispersione media
4
1,20
> 300 l/sec*km
dispersione elevata
5
1,50
Conclusioni
La modalità di rilascio che maggiormente preserva la naturalità del corso
d’acqua è quella che prevede una portata fissa oltre ad un contributo variabile
(modulazione) in funzione della portata in arrivo.
Qrilasciata = Q fissa + Qvar iabile
Richiamando le procedure previste dal Regolamento 8/R, si riporta il contenuto
dell’Allegato.
Allegato C (Artt. 10 e 12)
Modulazione del rilascio
Nel caso di nuovi prelievi aventi una portata massima istantanea superiore alla
portata naturale di durata 120 giorni del corpo idrico alimentatore e comunque
superiore a 500 litri al secondo, la modulazione temporale dei rilasci è effettuata
adeguando la portata di rilascio del DMV a valle della traversa di derivazione
alla portata istantanea in arrivo alla medesima (Modulazione di Tipo A).
In subordine l'autorità concedente può consentire una modulazione su basi
temporali definite a priori, in relazione a specifici obiettivi identificati nell'ambito
del procedimento di concessione (Modulazione di Tipo B).
Modulazione di Tipo A
La modulazione temporale del deflusso minimo secondo la presente modalità
comporta l'adattamento della portata istantanea rilasciata in alveo alle
fluttuazioni del regime idrologico misurate immediatamente a monte della
traversa di captazione
In tal caso la portata da rilasciare nel corpo idrico a valle della presa sarà la
seguente:
Portata istantanea in arrivo alla traversa Qt
Qt <= DMV base
Qt > DMV base
Regime di rilascio: Qr
Qr = Qt
Qr = DMV base + X % (Qt - DMV base)
dove X rappresenta una percentuale variabile dal 10 al 20%.
Modulazione di Tipo B
La modulazione temporale dei rilasci secondo la presente modalità comporta
l'obbligo di gestire rilasci a gradini con valori differenziati, ciascuno dei quali
applicabile per periodi di tempo di durata predefinita, di norma, non inferiore a
30 giorni.
L'entità dei gradini di portata superiore al DMV di base e la durata di ciascuno di
essi è stabilita dall'autorità concedente nell'ambito del procedimento di
concessione tenendo presenti i seguenti criteri:
a) entità, durata e decorrenza di ciascun gradino di rilascio maggiorato sono
rapportate agli specifici obiettivi di qualità del corpo idrico interessato dal
prelievo;
35
b) in mancanza dei predetti obiettivi, la modulazione è orientata ad assicurare
valori di portata minima più elevati nei mesi in cui la portata media mensile
naturale del corso d'acqua supera il valore medio annuo;
c) le variazioni delle portate di rilascio del DMV sono effettuate attraverso
opportune manovre sui dispositivi di regolazione di cui è dotata l'opera di presa.
Le modalità di modulazione potranno essere riviste, in accordo con il gestore
della derivazione, all'atto dell'applicazione del DMV ambientale.
La corretta determinazione del valore del DMV tiene conto comunque sia del
contesto ambientale (derivazioni presenti, contributi dei corsi secondari,
larghezza o permeabilità dell’alveo) che dei parametri di prelievo (portata
massima richiesta, lunghezza del tratto sotteso o periodo di funzionamento).
Solamente la comparazione di questi due aspetti (contesto ambientale e
parametri di prelievo) con il DMV previsto dalla norma può consentire una più
corretta quantificazione dei rilasci che deve avvenire nella Valutazione di
Impatto Ambientale (VIA), momento anche deputato alla quantificazione “degli
effetti, diretti ed indiretti, a breve, medio e lungo termine, permanenti e
temporanei, singoli e cumulativi, positivi e negativi, che la realizzazione di opere
o interventi comporta sull’ambiente inteso come insieme complesso di sistemi
naturali e antropici” e nelle eventuali prescrizioni al giudizio di compatibilità
ambientale.
36
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4. I parametri caratteristici Aggiornato09