1 Il caso Olivetti (A) La crisi degli anni ’90 di Silvio Bianchi Martini INDICE 1. ALCUNI CENNI STORICI........................................................................................................................................ 3 2. LA DIFFICILE ESTATE DEL 1996.......................................................................................................................... 3 3. LA SITUAZIONE ECONOMICO-COMPETITIVA ................................................................................................. 4 4. LE AREE DI BUSINESS ........................................................................................................................................... 6 4.1 4.2 4.3 4.4 5. L’INGRESSO NELLA TELEFONIA ...................................................................................................................... 13 4.5 4.6 6. I computer ........................................................................................................................................................... 7 I servizi e sistemi ................................................................................................................................................ 9 I prodotti per ufficio.......................................................................................................................................... 11 I sistemi per l’automazione dei servizi ............................................................................................................. 13 La telefonia mobile ........................................................................................................................................... 13 La telefonia fissa............................................................................................................................................... 15 IL RIASSETTO ORGANIZZATIVO-SOCIETARIO ............................................................................................. 15 Allegato 1. Dati economico finanziari: il Gruppo Olivetti ............................................................................................... 17 Allegato 2. Dati economico-finanziari e settoriali: le società del Gruppo ....................................................................... 18 Allegato 3. Dati sul settore “Sistemi e Servizi “ ............................................................................................................... 19 Allegato 4. Glossario ........................................................................................................................................................ 20 2 1. ALCUNI CENNI STORICI La storia del Gruppo Olivetti è molto lunga. L’azienda fu fondata nel 1908 da Camillo Olivetti a Ivrea come “fabbrica per macchine da scrivere”. Il successo del suo primo modello, la M1, presentata al Salone di Torino nel 1911, diede l’avvio ad una veloce espansione che, partendo da 20 dipendenti in uno stabilimento di 500 m2, estese in poco tempo la presenza di Olivetti in Europa, Africa, Medio Oriente e Sud America. Quando Adriano Olivetti, figlio di Camillo, assunse l’incarico di direttore generale nel 1933, per l’azienda cominciò una profonda trasformazione che portò a sviluppare uno stile e una cultura che l’avrebbero resa un caso unico nel panorama industriale italiano ed europeo del dopoguerra. Sotto la guida di Adriano, l’Olivetti negli anni ’50 raggiunse una posizione di leadership in Europa tra i produttori di macchine meccaniche per l’ufficio, sviluppando una forte cultura interna dell’eccellenza e dell’innovazione, coltivata in un ambiente aziendale che prestava una grande attenzione alle relazioni sociali con i lavoratori e rispetto delle comunità locali. I successi ottenuti nelle apparecchiature meccaniche non impedirono all’azienda di investire in modo lungimirante nell’elettronica, producendo nel 1953 l’Elea 9003, il primo computer italiano. Tuttavia, la morte di Adriano nel 1960 ed una serie di problemi finanziari, portarono alla vendita della divisione elettronica. Gli investimenti in ricerca nel campo dell’elettronica ripresero presto e l’Olivetti nel 1965 presentò al pubblico il P101, un innovativo computer programmabile da tavolo, ma il gap accumulato rispetto alle aziende leader e l’accelerazione dello sviluppo nel settore portarono ad una situazione di grande tensione finanziaria in un momento in cui erano richiesti ingenti investimenti per effettuare una efficace conversione verso l’elettronica. Al culmine di questa fase di crisi, nel 1978, Carlo De Benedetti acquisì il controllo del Gruppo e portò un profondo cambiamento manageriale. Sotto la guida di De Benedetti, l’Olivetti riprese a crescere. Fu accelerato il passaggio all’elettronica e, grazie alla disponibilità di nuovi capitali ed ai forti miglioramenti di produttività, la situazione del Gruppo ritornò prospera. Dopo il lancio delle sue prime macchine da scrivere elettroniche nel 1978 e del suo primo personal computer nel 1982, con l’M24, il nuovo computer presentato al pubblico nel 1984, l’Olivetti si impose all’attenzione dei mercati come una delle realtà più significative, nel nascente settore dell’Information Technology (IT). L’espansione internazionale del Gruppo divenne molto intensa, soprattutto a partire dalla alleanza formata con AT&T nel 1983. Ma dopo un periodo molto florido il Gruppo di Ivrea avrebbe nuovamente vissuto, negli anni ’90, una fase di profonda crisi. Nel periodo 1991-1995 le perdite consolidate superarono i 3.887 miliardi di lire. 2. LA DIFFICILE ESTATE DEL 1996 Quando Roberto Colaninno venne nominato amministratore delegato di Olivetti SPA il 18 settembre ‘96, la situazione del Gruppo di Ivrea era molto difficile. Da alcuni anni i piani di risanamento che con grande enfasi venivano presentati alla stampa, alla comunità finanziaria, al governo ed ai sindacati apparivano ex post inefficaci o insufficienti rispetto all’obiettivo di ricuperare le condizioni di economicità. Nell’arco di pochi mesi l’amministratore delegato era cambiato per la seconda volta. Il primo a rassegnare le dimissioni, alla fine di giugno, era stato Corrado Passera (divenuto Direttore Generale dell’Ambroveneto). Passera aveva assunto, per volontà dell’azionista di riferimento Carlo De 3 Benedetti al quale era legato da un rapporto molto stretto, il ruolo di AD Olivetti nel ’92 proprio per favorire il processo di risanamento della storica azienda di Ivrea ed aveva operato con determinazione per ristrutturare le divisioni del Gruppo. Il suo posto era stato preso da Francesco Caio, forte dei successi conseguiti alla guida di Omnitel e della fiducia di Carlo De Benedetti, di cui in passato era stato assistente. La permanenza di Caio alla guida del gruppo di Ivrea, però, nonostante fosse iniziata con grandi aspettative, era durata soltanto 70 giorni ed era terminata in un crescendo di colpi di scena. Prima l’abbandono da parte di De Benedetti di ogni carica operativa; dopo poco le dimissioni dei due vicepresidenti, Elserino Piol e Angelo Fornasari; infine, le dichiarazioni sulla scarsa attendibilità della relazione semestrale di Olivetti rilasciate da Renzo Francesconi - direttore generale della holding - avevano portato ad una situazione di grande tensione che era culminata in un consiglio di amministrazione straordinario, durante il quale, ponendo termine ad un duro scontro sui poteri e sulle deleghe degli amministratori, Caio aveva rassegnato le proprie dimissioni (è successivamente divenuto A.D. della Merloni Elettrodomestici). L’arrivo di Roberto Colaninno al comando dell’Olivetti era stato accolto con un certo scetticismo. Il Financial Times lo aveva marchiato come un “clone” di De Benedetti, sollecitando un cambio radicale al vertice di una società divenuta oramai una public company e giudicando implicitamente Colaninno poco indipendente rispetto al gruppo che fino a quel momento aveva retto le sorti dell’Olivetti. A quel posto Colaninno era giunto dopo una brillante carriera. A 24 anni era divenuto direttore amministrativo della Fiaam Filter, un’impresa che produceva filtri per auto e ne era stato nominato amministratore delegato nel ‘72, a soli 29 anni. Nel ‘80 aveva fatto il salto nel mondo imprenditoriale, fondando con pochi altri soci la Sogefi, di cui era divenuto amministratore delegato dopo aver posto le basi per un accordo con il gruppo De Benedetti che, mediante la CIR, ne aveva acquisito il controllo. Colaninno aveva gestito la Sogefi «con un piglio più imprenditoriale che manageriale»1 conquistandosi la fiducia della comunità finanziaria per gli ottimi risultati raggiunti in un settore maturo come quello della componentistica. Assumendo la guida della Olivetti aveva davanti a sé più rischi che opportunità, con il mandato imprescindibile a razionalizzare e risanare il gruppo. 3. LA SITUAZIONE ECONOMICO-COMPETITIVA All’inizio degli anni ’90, l’Olivetti, come molte altre aziende legate al settore informatico, aveva subìto gli effetti della prima fase di rallentamento dei tassi di sviluppo di un mercato abituato ad ampi margini e ad una crescita continua e sostenuta della domanda. La quasi totalità delle vendite del Gruppo era rivolta all’information technology (IT) e l’intero settore, da sempre caratterizzato da repentini mutamenti, stava vivendo un radicale rimescolamento per effetto di fenomeni quali l’affermarsi dell’informatica distribuita, la globalizzazione, la convergenza ed il bundling con altre attività (telecomunicazioni, broadcasting, consulenza ecc.). Era inoltre evidente una marcata tendenza alla concentrazione (es. acquisizione di Digital da parte di Compaq) e, più in generale, alla crescita dimensionale delle maggiori aziende. I vertici del Gruppo dichiaravano apertamente di aver sottostimato i “costi di ristrutturazione” (cfr. Allegato 1). Corrado Passera nel settembre ’95 affermava: «Pensavamo di poter mantenere tale posta nell’ordine del 3% del fatturato quinquennale. Poi abbiamo visto che alcuni (tipo Ibm, Dec e Bull) hanno addirittura superato il 6-7%. E avevano ragione loro». 1 Lucia Buroni, “Sogefi a prova di concentrazione”, in Mondo Economico, 18-03-1996. 4 Figura 1 – L’andamento del risultato netto consolidato del Gruppo Olivetti (miliardi di lire) 1991 1992 1993 1994 1995 1996 0 -2 0 0 -4 0 0 -6 0 0 -8 0 0 - 1 .0 0 0 - 1 .2 0 0 - 1 .4 0 0 - 1 .6 0 0 - 1 .8 0 0 Anni Figura 2 Gruppo Olivetti: andamento del numero di dipendenti 5 0 .0 0 0 Numero dipendenti 4 5 .0 0 0 4 0 .0 0 0 3 5 .0 0 0 3 0 .0 0 0 2 5 .0 0 0 2 0 .0 0 0 1 5 .0 0 0 1 0 .0 0 0 5 .0 0 0 0 1991 1992 1993 1994 1995 1996 An n i Fonte: documentazione Olivetti Nel ‘95, in parte per effetto degli ingenti accantonamenti per la ristrutturazione, le perdite consolidate avevano superato i 1.570 miliardi (Figura 1), anche se per la prima volta dopo quattro anni si evidenziava un risultato operativo positivo (Allegato 1). La delicata situazione economicopatrimoniale ed il calo di fiducia del sistema finanziario, acuito dalle aspre polemiche che avevano accompagnato il duplice avvicendamento al vertice nel corso dell’estate ‘96, rendevano l’operazione di riorientamento dei business estremamente complessa ed incerta negli esiti finali. La storia di successi degli anni ’80, inoltre, aveva radicato nell’immagine collettiva, e forse anche nella cultura aziendale dominante, l’idea che Olivetti fosse “sinonimo di personal computer”, nonostante che il fatturato proveniente dalla vendita diretta di personal computer (PC) pesasse ormai sempre meno rispetto alle altre aree di business. Lo stesso De Benedetti qualche tempo prima aveva commentato: «Pensare a una Olivetti senza personal computer è come immaginare la Fiat che non produce auto»2 mentre l’amministratore delegato di allora, Corrado Passera, aveva affermato nel novembre 1995: «Confermiamo il nostro impegno determinato nei PC. È l’ultima area del gruppo che non ha ancora trovato il suo equilibrio economico, ma siamo fermamente intenzionati a far sì che lo raggiunga entro il ‘96»3. La crescente consapevolezza dell’inadeguato posizionamento competitivo dell’azienda aveva indotto il top management Olivetti a palesare la volontà di collocare il gruppo anche nell’area delle telecomunicazioni (TLC) ma, fino al ‘95, la regolamentazione vigente in Italia non aveva consentito di rendere operativi tali intendimenti. Olivetti comunque aveva ormai deciso di avviare l’ennesima rivoluzione produttiva della sua quasi centenaria storia che l’aveva vista passare dalla produzione di macchine da scrivere e da calcolo, meccaniche ed elettromeccaniche, a quelle elettroniche, per poi trasformarsi negli anni ’80 in una redditizia azienda di IT. 2 3 Riportato su: Il Sole 24 Ore, 8-9-1995 (intervista a Corrado Passera). Ibidem. 5 Il mercato IT in Europa (1994-96) Hardware Grandi server Server di classe media Piccoli server Workstation PC (portatili + desktop) Stampanti e alter periferiche Fotocopiatrici Altre attrezzature Attrezzature per ufficio LAN Altre apparecchiature Apparecchiature per reti TOTAL IT HARDWARE Software Servizi TOTALE SOFTWARE & SERVIZI TOTAL IT MARKET Nostre elaborazioni su dati EITO ‘97 Tabella 1 1994 6.636 5.052 6.579 2.569 19.606 4.448 44.890 4.321 3.482 7.803 2604 1488 4.092 56.785 26.028 46.612 72.640 129.425 1995 6.122 5.269 6.970 2.870 22.993 5.179 49.403 4.390 3.497 7.887 3212 1511 4.723 62.013 28.532 48.955 77.487 139.500 1996 5.265 5.542 7.780 3.120 25.342 5.511 52.560 4.413 3.477 7.890 3800 1534 5.334 65.784 31.149 51.615 82.764 148.548 95/94% -7,7% 4,3% 5,9% 11,7% 17,3% 16,4% 10,1% 1,6% 0,4% 1,1% 23,3% 1,5% 15,4% 9,2% 9,6% 5,0% 6,7% 7,8% 96/95% -14,0% 5,2% 11,6% 8,7% 10,2% 6,4% 6,4% 0,5% -0,6% 0,0% 18,3% 1,5% 12,9% 6,1% 9,2% 5,4% 6,8% 6,5% I primi 20 operatori del mercato IT (world) per fatturato (dati del ‘96) IBM (USA) Fujitsu (Giappone) Hawlett Pakard (USA) NEC (Giappone) [compresa Lucent) Hitachi (Giappone) Compaq Computer (USA) Digital Equipment (USA) Electronic Data Systems (USA) At&T (USA) * Toshiba (Giappone) Apple Computer (USA) Siemens Nixford (Germania) Seagate Teachnology (USA) Microsoft (USA) Matsushita (Giappone) Sun Macrosystems (USA) Unisys (USA) Olivetti (Italia) Acer (USA) Canon (Giappone) totale 20 gruppi Fonte: Osservatorio SMAU ’97 Tabella 2 Fatturato (milioni US$) 71.940 26.798 26.073 19.350 16.208 14.800 14.440 12.422 11.384 11.380 11.378 8.951 8.200 7.418 7.026 6.500 6.202 6.035 5.700 5.616 297.821 Utile netto (milioni US$) 4.178 671 2.433 700 1.311 789 431 939 139 850 167 16 260 1.838 1.017 447 -625 -612 413 429 15.791 Utile/ fatt. 5,8% 2,5% 9,3% 3,6% 8,1% 5,3% 3,0% 7,6% nd 7,5% 1,5% 0,2% 3,2% 24,8% 14,5% 6,9% -10,1% -10,1% 7,2% 7,6% 5,3% 4. LE AREE DI BUSINESS Le principali aree di business all’interno delle quali Olivetti era presente nel ‘96 si potevano ricondurre a due macro-settori: 1) 2) • • • Information Technology Olivetti Personal Computers Olivetti Lexicon Olivetti System & Services • • Telecomunicazioni Olivetti Telemedia Omnitel 6 OLIVETTI GROUP STRATEGIC OBJECTIVES Olivetti is carrying out its strategy focused on two main objectives: ♦ To become a successful Telecommunications operator in Italy, an industry which will represent an even more important component in the Group activities, ♦ To develop, according to new rules of the market, the Information Technology activities that today represent almost the whole of the Group revenues. Olivetti Group: revenue mix evolution (strategic plan) Information Technology Telecommunication 1995 98% 2% 2000 65% 35% Total revenue ‘95 = 9,840 bn lit. (Fonte: Olivetti, "Implementation of the strategic plan", April 1996). Gruppo Olivetti: addetti per società 1996 Numero addetti per società nel 1996 31/12/96 %96 Infostrada 452 1,7% Lexikon 6.147 23,4% Tecnost 666 2,5% Olsy 13.045 49,6% Olivetti Ricerca 752 2,9% Altre attività 2.643 10,1% Società finanziarie e immobiliari 376 1,4% Olivetti SPA* 527 2,0% Attività di personal computer 1.669 6,4% Totale Società consolidate 26.277 100,0% Omnitel ** 2.876 Totale Gruppo 29.153 ** Include Omnitel gestioni (14 unità nel ‘96) e i dipendenti stagionali (513 nel ‘96) Tabella 3 1.1 I computer A partire dalla fine degli anni ’80 i personal computer (PC), e soprattutto i desktop, sono diventati prodotti sempre più difficili da differenziare nelle caratteristiche tecnologiche di base, assumendo aspetti propri delle commodity. Ciò è dipeso principalmente dall’affermazione di alcuni “standard” di fatto, come quello di Microsoft Windows nei sistemi operativi e di Intel nei microprocessori e dalla conseguente “banalizzazione” del processo di produzione dei computer, sempre più riconducibile ad una attività di assemblaggio. I fattori di differenziazione del prodotto si sono via via concentrati su elementi secondari come alcune funzioni accessorie, l’assistenza, l’utilizzo di canali distributivi differenziati, aspetti di immagine. OLIVETTI PERSONAL COMPUTERS IMPLEMENTATION OF STRATEGIC PLAN “Rebuilt a position of leadership for Olivetti in the PC market, both the professional and consumer segments, anticipating the evolution towards multimedia and networking applications” - Objective: economic break-even in 1996 - Alternative: disinvesture - Management: a renewed management team and a company redesigned on the model of industry leaders - First results: 1Q96 in line with objectives despite adverse market trend Redesign: - Creation of an autonomous company on 1st January 1996; - Significant reduction in operating costs (from approximately 3.500 employees to less than 1.700); - Outsourcing of components and non profitable products lines; - Redesigning the distribution models abroad (from over 4.000 small dealers to less than 400 distributors, corporate resellers and large dealers); - Complete centralization of administration and logistics reducing costs and improving service to the channel; - Major investments in information systems to put the company on line and have real time information (Fonte: Olivetti, "Implementation of the strategic plan", April 1996). Nel mercato dei computer i competitor più forti: «[...] hanno costi ridotti all’osso e continuano a scendere, fanno marketing su grandissime quantità e lo ‘spalmano’ su vari continenti, possono 7 avere basse spese percentuali di R&S perché si applicano a elevati volumi, cannibalizzano rapidamente i loro stessi prodotti e adottano strategie di prezzo aggressive. Gli utili si fanno nei primi mesi del lancio, quando i prezzi sono ancora alti, mentre la discesa dei prezzi nei mesi successivi serve, acquisendo i vantaggi della curva di esperienza, a tenere distanti i concorrenti, che se entrano troppo tardi riempiono i magazzini di prodotti senza più valore»4. In tale contesto ad Olivetti si imputava di aver proceduto a ristrutturazioni che non avevano affrontato in modo adeguatamente tempestivo il problema dell’efficienza produttiva (il fatturato per addetto era migliorato ma risultava ancora troppo basso). Inoltre, l’ampio ricorso al canale distributivo diretto, che in passato aveva garantito all’azienda rilevanti soddisfazioni in Italia (esistenza di molti “concessionari esclusivi”), appariva ormai inadeguato e si imponeva un rapido passaggio al canale indiretto; l’utilizzo delle strutture commerciali esterne, come i grandi distributori ed i grandi rivenditori, era in grado di garantire infatti il raggiungimento di una platea di potenziali clienti molto più numerosa. I correttivi adottati da Olivetti per superare le lacune sul piano della logistica e del time to market apparivano ben orientati ma non ancora adeguati rispetto alle nuove caratteristiche della produzione di PC (attività di assemblaggio, tendenza alla diminuzione dei prezzi, dimensione globale ecc.). La gamma dei modelli di Olivetti – infine – era troppo ampia rispetto alle caratteristiche produttive dell’azienda ed alle esigenze di semplificazione. Olivetti appariva stretta tra due fronti: quello dei computer branded, nel quale operavano aziende di dimensioni, grado di internazionalizzazione e notorietà del marchio largamente superiori e quello dei cosiddetti cloni nel quale si stavano affermando nei mercati locali aziende emergenti con strutture produttive e distributive assai agili (es., nel nostro paese, Olidata). Il brand name di Olivetti era ancora ben noto in Italia ed aveva mantenuto una certa capacità di penetrazione anche in Spagna, Belgio e Danimarca. Assai più debole era invece la posizione in paesi importanti ed a cultura informatica avanzata come Francia, Germania ed Inghilterra. Certo è che la forza del marchio Olivetti era ovunque assai minore di quella di altre aziende come Compaq, IBM, Apple. Fattori di acquisto di PC verso le grandi brand Usa Compaq IBM Apple Packard Bell HP Gateway 2000 Immagine qualità, segmentazione del mercato, aggressività di marketing, uso della leadership Immagine tecnologica, rete Qualità del software, immagine su nicchia di livello medio – superiore Focus su mercato consumer, mass merchandising, servizio Ricaduta sui PC della immagine di qualità e tecnologia HP, aggressività commerciale Servizio, affidabilità, canale Fax-Phone Fonte: Elaborazione C.M. Guerci, Il Sole 24 Ore del 23-03-96 Tabella 4 Nel 1996, a fine anno, Olivetti Personal Computer aveva registrato un fatturato di 1.740 miliardi (cfr. Appendice 1), dei quali una quota molto rilevante (44% circa) destinato a terzi a mezzo di altre società/divisioni del gruppo (principalmente la Divisione Servizi e Sistemi, poi Olsy). Nello stesso anno la domanda mondiale di PC aveva raggiunto i 71 milioni di unità rispetto ai circa 60 dell’anno precedente (+18%). In Europa erano stati consegnati 16,3 milioni di PC, con un aumento dell’11% sull’anno precedente, ma le vendite europee rappresentavano solo il 23% del mercato mondiale con un divario rispetto agli USA (36%) in continuo aumento. Tra le aziende europee solo alcune unità emergenti con forte radicamento nel mercato nazionale od europeo (es. Vobis) erano in grado di mostrare, a metà anni ‘90, risultati economici (moderatamente) positivi5. Nel 1995, nel corso di un’intervista, Corrado Passera affermava: «[...] il C. M. Guerci, in Il Sole 24 Ore, 5-7-1996. Tra i motivi alla base della supremazia delle aziende Usa nei PC si possono ricordare: la frammentazione del mercato europeo in diverse Stati caratterizzati da minore penetrazione e più ridotti saggi di crescita della domanda IT; il più avanzato stadio di sviluppo della distribuzione commerciale negli USA che ha reso possibile il successo di originali iniziative di distribuzione (mass merchandising, vendite telefoniche e tramite Internet); l’esistenza, negli USA, di canali 4 5 8 70% del fatturato attuale è già in profitto e produce cassa, il 30% - che è quello legato direttamente o indirettamente ai personal - perde in termini di cassa e di profitto e lo dobbiamo trasformare almeno in un non problema entro il ‘96. Le altre attività (Telemedia e Omnitel) hanno avuto e avranno la loro dotazione di capitale e dovranno trovare la copertura dei loro ulteriori fabbisogni attraverso alleanze e operazioni di mercato». E precisava, riferendosi all’intero gruppo, «[...] L’obiettivo di utile ante imposte del piano del ‘96 è nell’ordine del 5% del fatturato»6. Qualche giorno più tardi, De Benedetti – allora azionista di riferimento – precisava: «Abbiamo già chiarito alla comunità finanziaria, al sindacato e al nuovo management che o a fine ‘96 i PC raggiungeranno il pareggio o caleremo la saracinesca»7. Le vendite di PC per aree geografiche (1995) migliaia unità Compaq IBM Apple Packard Bell Nec Hp Dell Acer Toshiba Gateway 2000 Ast Olivetti SNI Vobis Escom ZDS Fujitsu Fonte: Dataquest Tabella 5 1.2 Mondo 6.000 4.780 4.658 3.169 2.864 1.900 1.750 1.600 1.500 1.350 1.300 765 - Usa 2.757 1.878 2.504 2.554 1.004 1.036 819 779 1.143 538 - Quote di mercato PC in Europa (1996) Europa Japan 1.921 1.356 550 911 800 406 15 2.300 725 532 280 358 230 182 486 624 695 563 533 334 1.050 AZIENDA Compaq IBM Hewlett Packard Sni Dell Apple Vobis Toshiba Olivetti Digital Packard Bell AST Escom Acer Fonte Dataquest Tabella 6 Quota di mercato 12,5% 9,6% 5,3% 5,0% 4,7% 4,4% 3,7% 3,5% 3,5% 2,6% 2,6% 2,5% 2,3% 2,1% I servizi e sistemi A metà degli anni ’90 appariva ormai evidente che il business dei servizi informatici e quello dei sistemi – quest’ultimo in precedenza era in larga misura riconducibile alla fornitura di piattaforme hardware per grandi clienti – avevano ormai caratteri convergenti e tendenti alla sovrapposizione. Per il complessivo mercato europeo degli Information Technology Services erano ritenuti credibili tassi di crescita intorno al 6% nel periodo tra il ‘96 ed il ‘98 e si ipotizzava una successiva probabile accelerazione, via via che ci si avvicinava alla fine del millennio, fino al 10-13%. Ma di finanziamento più efficaci per supportare lo sviluppo; la maggiore rigidità del mercato del lavoro in molti paesi europei congiuntamente ad una conoscenza informatica meno diffusa; la minore attenzione di molte aziende europee al controllo dei costi (in media si rilevava un maggiore peso delle Spese generali ed amministrative e delle R&S sul fatturato); il possesso, da parte delle aziende statunitensi di un brand name globale più forte. 6 Il Sole 24 Ore, 17-9-1995. 7 Il Sole 24 Ore, 20-12-1995. 9 accanto ai dati di crescita aggregati era necessario considerare che il mercato stava subendo una modificazione strutturale. Tradizionalmente i “servizi” si identificavano, in prevalenza, nell’attività di manutenzione hardware e nei più consolidati servizi desktop, ma ormai l’affermarsi dell’informatica distribuita presso i “grandi clienti” (imprese industriali e della grande distribuzione, banche, pubblica amministrazione ecc.) stava creando i presupposti per la domanda di nuovi servizi quali, ad esempio, il desktop asset management e il network & system management e, con ottime prospettive di crescita, alcune forme innovative di outsourcing selettivo (call center, help desk ecc.). Si stavano inoltre sviluppano crescenti opportunità nei progetti di integrazione e interconnessione basate su tecnologie Intranet/Internet e nelle applicazioni e servizi on-line. In tale contesto, la competizione, oltre che sui prezzi e sulla capacità di conservare legami acquisiti con la vendita dell’hardware, si era spostata su elementi quali la competenza nell’integrazione tra servizi e sistemi, l’attitudine ad instaurare relazioni di partnership selettiva con i clienti e a fornire un supporto permanente di consulenza, l’efficienza nella tempestività di intervento, la disponibilità di ampie e convenienti offerte multivendor8. Gli alti tassi di sviluppo dei mercati previsti per il medio termine e la “rivoluzione digitale” avevano inoltre favorito un crescente affollamento dal lato dell’offerta di servizi IT che comprendeva ormai oltre ai produttori di hardware, aziende di software e società di consulenza, come Andersen Consulting e Cap Gemini, alcune delle quali, grazie alla presenza globale, superavano largamente la dimensione dell’Olivetti. Per contro, dal lato della domanda si assisteva ad una crescente abilità dei grandi clienti nel mettere in competizione i fornitori. L’effetto di tutto ciò non poteva che essere la riduzione dei margini reddituali medi del settore. Con 1.943 milioni di dollari di fatturato, di cui 1.593 nel mercato europeo, nel ’96 il Gruppo Olivetti (con la Olsy S.p.A.) deteneva, nel complessivo mercato Information Technology Services, la 17a posizione a livello mondiale e la 9a a livello europeo. Le quote di mercato erano, rispettivamente dello 0,7% e dell’1,8%. Il leader era IBM con una quota intorno al 9% sia a livello mondiale (seguita da EDS e DEC) sia in Europa (seguita da DEC e EDS)9. Nel mercato in esame il Gruppo Olivetti, al di fuori dell’Europa, aveva alcune iniziative di un certo interesse sotto il profilo strategico ma non molto rilevanti in termini di peso sul fatturato complessivo, nell’area Asia/Pacifico. OLIVETTI SYSTEM & SERVICES: MISSION “To be the best partner in delivering and managing IT solutions which support the business goals of our customers” Fonte: Olivetti, "Implementation of the strategic plan", April 1996. La posizione di Olivetti era più forte nel tradizionale segmento dei desktop services e multivendor services dove, con un fatturato che nel ’94 aveva raggiunto rispettivamente 1.143 e 360 milioni di dollari, era il primo fornitore europeo. Meno rilevante, invece, era la posizione rispetto ai principali competitor nella complessiva attività di integrazione servizi/sistemi e soprattutto in alcuni dei servizi innovativi come nelle impegnative (ma fruttuose e ad alto tasso di crescita) attività di outsourcing selettivo nonché nelle attività a maggior contenuto consulenziale10. La composizione dell’offerta dei Servizi e Sistemi di Olivetti sembrava più il frutto delle “varie opportunità che nel tempo si erano di volta in volta presentate” che l’attuazione di una coerente visione strategica. Per questo l’offerta del Gruppo risultava ancora “poco focalizzata”, mentre “l’organizzazione e i processi” erano suscettibili di miglioramenti “proprio in funzione della 8 In linea con le tendenze richiamate, nel 1994 Olivetti aveva deciso di accorpare le attività dei “Servizi” con quella dei “Sistemi” creando la “Divisione Servizi & Sistemi” (DSS) con il compito di offrire soluzioni integrate per le esigenze di automazione dei grandi clienti (principalmente nei settori banca-finanza, P.A., industria, utility e grande distribuzione). 9 La Divisioni Servizi e Sistemi di Olivetti (poi Olsy) mancava, se non marginalmente, di una propria base produttiva ma costituiva un importante veicolo di collocamento dei prodotti realizzati dalle altre divisioni o società del gruppo (Pc, stampanti ecc.). 10 Per alcuni dati di mercato su alcune aree di attività nell’ambito dei “servizi e sistemi” si veda l’appendice. 10 rifocalizzazione sui segmenti più redditizi”.11 Nella fornitura di sistemi e servizi il Gruppo Olivetti, inoltre, non era certamente agevolato dallo stato di arretratezza della distribuzione commerciale nel nostro paese nonché dalla fase di stallo degli investimenti pubblici, dalla ridotta informatizzazione della pubblica amministrazione italiana e dalla scarsa inclinazione della stessa a prediligere produttori domestici (comparativamente a quanto avveniva in Francia e Germania). Nonostante le condizioni economiche insoddisfacenti della Divisione Servizi e Sistemi, Francesco Caio nell’agosto ‘96, proprio nel momento più delicato per la credibilità del gruppo, affermava: «Stiamo traghettando l’azienda verso le TLC ma la società di sistemi e servizi rimane al centro delle nostre strategie. Quello di cui Olivetti sta prendendo coscienza ora è che telecomunicazioni e informatica sono due facce della stessa medaglia. E che le nostre competenze tanto nel network computing quanto nelle TLC sono una realtà»12. Figura 1 - Fatturato "Sistemi e servizi" Olivetti per tipologia di cliente (1996) Altri (cross industries) 11% Pubblica Amm.ne 22% Banche 55% Distribuzione 4% Telecom 8% Fonte: documentazione economico finanziaria Olivetti 1.3 I prodotti per ufficio Anche nel settore delle macchine da ufficio i prodotti dei vari competitor erano da alcuni anni sostanzialmente molto simili tra loro ma, al contrario di quanto avveniva nei PC, le tecnologie base per la realizzazione dei componenti a maggiore valore aggiunto (es. testina ink-jet, tecnologie laser ecc.) erano in prevalenza possedute direttamente da aziende produttrici del bene finito ed in non pochi casi erano ancora coperte da brevetti. Questa circostanza aveva spinto fin dagli anni ’80 alla creazione di una fitta rete di alleanze ed accordi tecnologici, ma anche produttivi e commerciali, tra competitor, rendendo possibile la sopravvivenza in condizioni di economicità anche ad aziende singolarmente di dimensioni relativamente contenute. Le strategie di alleanza tra aziende detentrici di tecnologie diverse (es. testine per la stampa e strumenti per la trasmissione dei dati) era stata inoltre favorita, negli ultimi anni, dalla tendenza alla convergenza tecnologica di prodotti un tempo molto diversi (fax, copiatrici, stampanti, modem ecc.) e dalla connessa nascita di prodotti multifunzionali. Resta inteso che la possibilità di beneficiare di economie di scala e di apprendimento (nella ricerca, produzione, commercializzazione) aveva continuato ad assegnare un rilevante peso ai volumi complessivi che spesso, peraltro, erano raggiunti in partnership. 11 C. M. Guerci, in Il Sole 24 Ore, 18-11-97. Nel bilancio ‘97 di Olivetti si legge, con riferimento ad Olsy (cioè la società operante nei servizi e sistemi): «Il posizionamento sul mercato non è stato accompagnato … da risultati positivi sul piano reddituale… Ancora una volta, il processo di globalizzazione che ha dato vita a grandi complessi multinazionali, ha reso insufficienti o riduttivi gli sforzi degli operatori di medie dimensioni per competere con livelli di redditività sufficienti». 12 11 Dal ‘96 le attività di Olivetti nei prodotti per ufficio erano di competenza di una società ad hoc denominata Olivetti Lexikon S.p.A. operativa, in particolare, nei seguenti prodotti: stampanti, fax, copiatrici, altri prodotti per ufficio (registratori di cassa, macchine per scrivere e calcolatrici) e accessori diversi (in prevalenza testine ink-jet) rivolgendosi ai mercati delle imprese, di consumo e Small Office Home Office (SOHO).13 In tale anno Olivetti Lexikon ha realizzato, con 5.048 addetti, 1.823,1 miliardi di lire di vendite di cui circa 270 infra-gruppo (fatturate a terzi da altre società del Gruppo). La struttura distributiva ha permesso di conseguire, per molti prodotti della gamma, una significativa presenza internazionale con un’offerta rivolta prevalentemente all’Europa (70%-80% del fatturato). Figura 2 - Fatturato Olivetti Lexicon per tipo di prodotto (1996) Accessori diversi 27% Altro 25% Fax 10% Stampanti 17% Riprografia 21% Fonte: documentazione economico finanziaria Olivetti I PRINCIPALI SEGMENTI DI ATTIVITÀ DI OLIVETTI LEXICON STAMPANTI. Nel ‘95 Lexikon aveva realizzato oltre un milione di stampanti, con una quota di mercato in Europa di circa il 4,5 %. Tale quota era poi calata rapidamente portandosi a circa il 3% a fronte di una quota del 46,3% di HP, del 25,5% di Canon, del 15,2% di Epson e del 5,6% di Lexmark. Inoltre lo sviluppo delle tecnologie di stampa laser a basso costo minacciava di attirare quote crescenti della domanda di stampanti (affidabilità, velocità di stampa) andando ad intaccare l’offerta di piccole ink jet printer in cui Olivetti Lexikon operava con buoni risultati competitivi. Grazie alla Divisione servizi e sistemi della capogruppo (poi Olsy S.p.A.), il Gruppo aveva conquistato la leadership europea nella nicchia delle stampanti per il settore bancario (quota di mercato 30% circa). RIPROGRAFIA. Nella riprografia Olivetti Lexikon aveva realizzato nel 1987 una joint-venture tecnologica e industriale (al 50%) con Canon (Olivetti Canon Industriale - OCI) per lo sviluppo e la produzione di copiatrici di fascia medio-bassa e prodotti correlati e che comprendeva accordi di cross licensing orientati a favorire reciproci benefici tecnologici (tecnologia riprografica e ink jet). L’impianto della OCI era ben presto divenuto uno dei più importanti d’Europa con una produzione annua di 200.000 unità. La quota di mercato europea di Lexikon nelle fotocopiatrici era, intorno alla metà degli anni ’90, di circa il 4,6% a fronte del 24,7% di Canon, del 14,6% di Xerox, del 12,4% di Ricoh e di circa il 7% di Sharp, Minolta e Toshiba. FAX E REGISTRATORI DI CASSA. Altri mercati in cui Lexikon ha assunto una posizione significativa sono, in Europa, quello dei fax e, in Italia, quello dei registratori di cassa. Nei fax grazie al know how nel bubble ink jet, Lexikon a metà anni ‘90 risultava uno dei più importanti attori europei con una quota che risultava intorno al 10% e che poi è ben presto passata a circa l’8%, lievemente inferiore a quella di Panasonic e Samsung. Nei registratori di cassa (altri prodotti per ufficio), invece, Lexikon vantava una posizione di leadership in Italia (quota di mercato tra il 25 ed il 30%) ma in un business con tassi di crescita stimati negativi. Mercato italiano dei registratori di cassa (dati in milioni di lire) Anni Fatturato Var. perc. su anno prec. 1993 219.300 - -------1994 182.300 -16,9% 1995 154.000 -15,5% 1996* 144.000 -6,5% 1997* 128.000 -11,1% Fonte: Osservatorio Smau 96 ( *stime su dati futuri) Guardando al complesso dei mercati dei prodotti da ufficio, si può dire che Olivetti Lexikon abbia certamente subito, nel corso degli anni ’90, la crescente pressione competitiva nei mercati 13 Olivetti Lexikon ha cercato di concentrare la produzione prevalentemente in Italia (stampanti specializzate, copiatrici, testine e accessori) ed in Messico (talune stampanti bubble e prodotti per ufficio). Alcune attività produttive sono affidate ad altre realtà industriali del Gruppo (es. registratori di cassa) oppure concesse in outsourcing (es. fax plain paper e parte delle bubble). 12 europei senza essere nelle condizioni di poter contrattaccare con successo nei mercati di origine delle aziende leader. La sopravvivenza dell’azienda era strettamente legata agli ottimi livelli tecnologici raggiunti nelle applicazioni per la gestione dei movimenti carta e nella tecnologia ink-jet (con propri brevetti), alla consolidata posizione raggiunta in alcuni segmenti del mercato italiano nonché alla presenza di una rete di validi accordi strategici con aziende leader nei rispettivi mercati. 1.4 I sistemi per l’automazione dei servizi Nel corso della seconda metà degli anni ‘90 il Gruppo Olivetti aveva ottenuto risultati positivi, in termini di tassi di redditività e di flussi di cassa, dai cosiddetti “sistemi per l’automazione dei servizi”. Queste attività facevano capo alla Tecnost, società quotata a Milano, controllata da Olivetti ma ampiamente indipendente sotto il profilo gestionale rispetto alla capogruppo. La Tecnost era operativa attraverso alcune società tra le quali: 1. Mael: sistemi per pronostici, bigliettazione ed automazione di sportello, self service; 2. Tecnost Sistemi: sistemi di collaudo, automazione dei parcheggi e pedaggi autostradali; 3. Tecnotour: sistemi per la gestione passeggeri nei trasporti urbani ed extra-urbani. La componente trainante di Tecnost, soprattutto a partire dall’inizio della seconda metà del decennio, era stata quella rivolta all’automazione dei giochi e pronostici grazie all’espansione della rete di raccolta del lotto, al contratto Totocalcio/Totogol ed all’entrata nel mondo delle scommesse ippiche. La posizione di leadership del Gruppo Tecnost in Europa non era però dovuta soltanto all’automazione dei giochi e pronostici ma anche all’automazione per il traffico, la mobilità e i parcheggi. Il tasso di crescita medio ponderato dei mercati in cui operava Tecnost veniva stimato, a metà anni ’90, intorno al 9-12% (pur con alcune significative differenze tra le varie componenti). 5. L’INGRESSO NELLA TELEFONIA 1.5 La telefonia mobile Omnitel Sistemi radiocellulari Italiani era stata costituita nel ‘90 con l’obiettivo di entrare nel mercato della telefonia mobile del nostro paese. Il capitale inizialmente era suddiviso tra Olivetti, in posizione maggioritaria, ed altri soci (Bell Atlantic, Cellular Communications International, Telia International e Lehman Brothers). Nel gennaio ‘94 l’azienda aveva firmato un accordo con Pronto Italia S.p.A. (Air Touch, Mannesmann, Banca di Roma ed altri partner italiani) per presentare un’offerta unica alla gara per la concessione di radiotelefonia cellulare GSM. Nasce così Omnitel Pronto Italia di cui Omnitel Sistemi Radiocellulari Italiani detiene il 70%. Dopo che nel marzo ‘94 il Ministero aveva comunicato ad Omnitel l’aggiudicazione della gara per il servizio di telefonia e nel dicembre ’95 era stata raggiunta la copertura del 40% del territorio nazionale, l’azienda aveva iniziato ad offrire commercialmente il servizio rompendo il consolidato monopolio di Telecom Italia Mobile. La creazione delle infrastrutture tecnologiche ed organizzative, gli investimenti in marketing ed anche i costi operativi annuali avevano reso lo start-up particolarmente impegnativo sotto il profilo del fabbisogno finanziario. Le esigenze di capitali a carico dei soci erano state inizialmente stimate da Corrado Passera, allora amministratore delegato di Olivetti, in oltre 3.000 miliardi di lire con una quota a carico del Gruppo di Ivrea di circa 800 miliardi. Omnitel si era così affacciata su un mercato con tassi di crescita molto alti riuscendo a conquistare rapidamente quote elevate dei nuovi abbonamenti, tanto da risultare l’operatore di 13 telefonia mobile a più rapido tasso di sviluppo in Europa. Le previsioni, pertanto, erano piuttosto ottimistiche e si stimava di raggiungere il pareggio in termini di margini operativi lordi (EBITDA) entro il 199814. Le previsioni di sviluppo Omnitel (aprile ’96) Abbonati a fine anno (migliaia) Ricavi lordi (miliardi lire) Omnitel: posizione di mercato nel’96 1996 2000 2004 360 2.930 480 346 3.334 5.234 Penetrazione mercato cellulare 11% totale Attivazioni nette Omnitel (in 660 migliaia) Clienti Omnitel (in migliaia) 713 Quota mercato cellulare su 26,0% attivazioni nette Quota mercato cellulare su clienti 11,0% Fonte: Omnitel e Il Sole 24 Ore Tabella 7 Fonte: Fonte: Omnitel e Il Sole 24 Ore Tabella 8 Sin dall’inizio, Omnitel aveva scelto di non fare concorrenza frontale in termini di prezzo all’ex monopolista ma aveva cercato di offrire servizi innovativi e di curare rigorosamente la qualità delle relazioni con i propri clienti. Per questo l’azienda aveva impiegato una quota estremamente elevata dei propri dipendenti nel customer care assumendo, in grande maggioranza, personale giovane ed istruito. Nel ‘96, anno in cui l’azienda era impegnata soprattutto nella realizzazione della rete (33% dei dipendenti), oltre il 44% degli addetti era impiegato nel servizio ai clienti. Anche nella struttura manageriale l’azienda aveva puntato sulla crescita professionale dei giovani, riuscendo ad attrarre personale motivato e qualificato proveniente soprattutto dalle società di consulenza internazionali presenti nel nostro paese. Fin dal momento del debutto era chiaro che, entro pochi anni, si sarebbero affacciati sul mercato altri operatori sorretti finanziariamente da potenti gruppi italiani ed internazionali. Anche per questo Omnitel sapeva che era necessario conquistare il più rapidamente possibile una solida posizione di mercato e garantirsi la fedeltà dei clienti. OMNITEL VISION AND STRATEGY: ♦ Differentiated marketing strategy, to build a long term relationship with its customers: - products, services and distribution channels tailored to the needs of the various market segments - excellence in customer care - innovation and flexibility to anticipate and adapt to market evolution - freedom and transparency in the relationship with customers ♦ Superior quality and reliability of the GSM network. “Omnitel will built a successful long term relationship with its customers by carefully identifying their specific mobile communications needs, and by designing products and services that will exceed customer’s expectations and will differentiate the company from its competitors.” Fonte: Olivetti, "Implementation of the strategic plan", April 1996. 14 Le previsioni contenute nel business plan di Omnitel sono state poi rispettate. I valori a consuntivo si sono rivelati migliori di quelli stimati inizialmente. Per i dati economico-finanziari a consuntivo del periodo ‘95/96 si veda l’allegato 2. 14 Omnitel: numero dipendenti full time equivalent (1996) Il mercato Italiano delle telecomunicaz. cellulari: numero di abbonamenti in migliaia (1995-98) Funzione Marketing Sales Distribution Customer Operation Rete GSM Information Technology Servizi generali Staff Totale Fonte: Documentazione Omnitel Tabella 10 1995 1996 Var. 96/95 Abbonati tecnologia Tacs 3.387 3.788 12% Abbonati tecnologia GSM 528 2.627 398% Abbonati totali 3.915 6.415 64% Fonte: Assinform con nostre elaborazioni Tabella 9 1.6 N° 218 1.186 770 127 36 265 2.602 La telefonia fissa Con la costituzione di Infostrada (1995) Olivetti ha fatto un importante passo avanti per dare attuazione alla decisione di entrare nel mercato della telefonia fissa in Italia in vista della sua liberalizzazione, che si sapeva si sarebbe realizzata entro il ’98 (nei servizi di comunicazione interdistrettuali, internazionali e fisso-mobile). L’aspirazione di Infostrada, originariamente controllata tramite Telemedia, era di porsi come la principale alternativa all’operatore monopolista nei servizi telefonici di base, voce e dati, su rete fissa nel nostro paese. Il budget degli investimenti Infostrada prevedeva stanziamenti di 120 miliardi per il ‘96 e 200 per il ’97. Per gli anni successivi, ed in particolare per il quadriennio 1998-2002 nel quale era prevista la realizzazione delle infrastrutture di rete e la conquista di una posizione di primo piano tra i gestori alternativi (cioè diversi dall’ex monopolista), gli investimenti previsti, invece, ammontavano in totale a 2.000 miliardi, dei quali 760 per la realizzazione della rete, 700 per i sistemi IT e 540 per lo sviluppo delle risorse umane. Anche Infostrada, seguendo l’esempio di Omnitel, aveva intenzione di dotarsi di personale giovane ed istruito, destinato in buona parte al customer care. Infostrada, come tutti gli altri soggetti che avevano intenzione di entrare nel settore della telefonia fissa, era consapevole che la strategia competitiva si sarebbe necessariamente dovuta basare, almeno inizialmente, su una struttura di pricing molto aggressiva rispetto alle tariffe Telecom. Nonostante ciò lo spazio di movimento sui prezzi era comunque tale da mantenere, si prevedeva, margini lordi per minuto di conversazione positivi. La strategia di ingresso nella telefonia fissa, inoltre, incorporava una importante opzione strategica: la possibilità di cogliere, da una posizione di forza, le opportunità di sviluppo dei business legati ad Internet. 6. IL RIASSETTO ORGANIZZATIVO-SOCIETARIO Nella seconda metà degli anni ‘90 il Gruppo Olivetti aveva avviato un riassetto societario orientato a razionalizzare la struttura del gruppo ponendo la Olivetti S.p.A. nella posizione di holding finanziaria con funzioni di indirizzo e coordinamento rispetto ad un insieme di società operanti in diversi business. In tale contesto era stata definita la missione comune delle società del Gruppo sintetizzata nel «[…] soddisfacimento delle esigenze del cliente attraverso la fornitura di servizi e prodotti innovativi nel settore informatico e delle telecomunicazioni, in accordo con il processo di deregolamentazione in corso». Tale missione doveva essere perseguita «[…] in coerenza con precisi obiettivi di redditività e vincoli finanziari posti alle diverse aziende in relazione al grado di strategicità dei singoli business». Il progetto di riorganizzazione del Gruppo aveva portato diverse conseguenze tra le quali: 1) Lo scorporo, all’inizio del ‘96, delle attività nel settore hardware ed il conferimento delle stesse in due società (Olivetti Lexikon S.p.A. per i prodotti da ufficio e Olivetti Personal 15 Computers S.p.A. per i PC); Olivetti Personal Computer nasceva senza debiti finanziari propri e con due obiettivi minimali: arrivare alla massa critica di un milione di pezzi annui venduti e a un fatturato per dipendente di 700mila dollari (contro i 350mila di allora) in linea con le performance delle realtà più sane del settore. 2) Tra il dicembre ‘95 ed il gennaio ‘96 era stato effettuato un aumento di capitale alla pari di 2.257 miliardi. La sottoscrizione era andata a buon fine, ma la dialettica tra i soci che aveva preceduto la delibera assembleare evidenziò, forse per la prima volta in Italia, il peso che possono assumere gli investitori istituzionali internazionali. Nei mesi successivi all’aumento di capitale il corso di borsa delle azioni Olivetti era sceso drasticamente (riprendendo un trend iniziato nel ’94) fino ad arrivare sotto le 500 lire nell’autunno ‘96, quando Roberto Colaninno era appena giunto alla guida dell’Olivetti. Stime effettuate da alcune banche alla fine del ‘95 attribuivano al solo asset Omnitel un valore pari ad 800 lire per azione Olivetti. A riprova dello scetticismo dell’establishment industriale italiano sulle possibilità di rilancio del Gruppo si può osservare che, nonostante il livello basso raggiunto dal titolo in borsa, nessuno dei grandi gruppi italiani si era reso disponibile ad acquisire quote significative della Olivetti S.p.A. L’atteggiamento del sistema bancario dimostrava inoltre che il merito di credito di Olivetti era ormai gravemente deteriorato e che gli spazi di manovra concessi al nuovo amministratore delegato da poco insediato erano molto stretti. Il portafoglio di business dell’Olivetti andava rapidamente ridisegnato, ma le linee guida da seguire non erano del tutto evidenti. Figura -3- L’andamento dei corsi di borsa delle azioni ordinarie Olivetti nel periodo 1993-96 (dati giornalieri, prezzi di chiusura in Euro) Fonte: Ns. Elaborazioni su dati Bloomberg 16 Allegato 1. Dati economico finanziari: il Gruppo Olivetti Il gruppo Olivetti: dati economico finanziari consolidati 1991-96. Dati consol. in miliardi di lire Ricavi netti Risultato netto d’esercizio Patrimonio di competenza del gruppo Indebitamento finanziario netto Fatturato pro capite (milioni) ‘91 8.607 -496 3.084 572 185 ‘92 8.026 -650 2.361 961 199 ‘93 8.613 -465 2.550 798 245 ‘94 9.076 -679 1.903 1.491 268 ‘95 9.840 -1.598 2.499 775 327 ‘96 8.304 -916 1.606 1.692 316 Tabella 11 Il gruppo Olivetti: risultato economico finanziari consolidati 1994-95 Dati consolidati (in miliardi di lire) Ricavi netti Risultato operativo Oneri finanziari netti Oneri straordinari di ristrutturazione Risultato ante imposte e quota terzi Risultato netto d’esercizio ‘94 9.076 -16,7 151,2 -239,1 -605,4 -678,9 ‘95 9.840 114,2 327,8 -1.123,3 -1.523,2 -1.579,7 Tabella 12 Il Gruppo Olivetti: composizione degli oneri di ristrutturazione consolidati (1995) Composizione oneri di ristrutturazione (dati consol. in miliardi di lire) Oneri per riduzione organici Costo delle risorse e delle strutture insature Eliminazione e svalutazione giacenze magazzino (componenti industr., materiali, scorte, prodotti e accessori) Eliminazione e svalutazione cespiti industriali e costi capitalizzati su progetti Oneri inerenti chiusura di stabilimenti e uscita da attività e cooperaz. Industriale Altri Totale ‘95 381 332 190 141 57 22 1.123 Tabella 13 Il Gruppo Olivetti: fatturato e redditività operativa semestrali al 30 giugno ‘96 Ricavi Totali Reddito operativo (in miliardi di lire) Sistemi e servizi (include Tecnost) Lexikon Olivetti Personal Computer Telemedia America latina Altre attività Rettifiche consolidamento Totale Costi gestione corporate Risultato operativo gruppo 2.755,20 976,6 991,5 135,2 171,1 238,6 1.043,30 4.224,90 Fonte: Il Sole 24 Ore con nostre elaborazioni Tabella 14 17 49 39 -10 -38 10 -21 -51 -22 -59 -81 Ris. oper. /ricavi tot. 1,8% 4,0% -1,0% -28,1% 5,8% -8,8% -4,9% -0,5% Allegato 2. Dati economico-finanziari e settoriali: le società del Gruppo Consolidato Olivetti: dati economici per principali aree operative 1996 (in milioni di lire) Olivetti PC Olivetti LEXICON America Latina Olivetti Telemedia Gruppo Tecnost Sistemi e Servizi Ricavi a Terzi 964.443 1.554.695 Ricavi Gruppo Olivetti 776.032 268.388 Ricavi Totali 1.740.475 1.823.083 Costi dei prodotti e servizi venduti, escluso ammotrtamenti: Lavoro -30.909 -119.088 Materiali, parti e prodotti -1.491.819 -1.198.263 Servizi e altri -92.119 -74.705 MARGINE LORDO ANTE AMMORT. 125.628 431.027 Costi ricorrenti generali, ammin., commer. e di ricer: Lavoro -79.992 -167.309 Servizi -153.851 -172.706 Altri costi ricorrenti -44.601 -5.908 Contributi alla ricerca 917 393 RISULTATO DI GESTIONE ANTE -151.899 85.497 AMMORTAMENTI, ONERI E PROVENTI NON RICORRENTI, INTERESSI E IMPOSTE Proventi non ricorrenti Plusvalenze e sopravvenienze 511 7.326 Costi non ricorrenti Oneri di ristrutturazione -2.144 Minusvalenze e altri oneri non ricorrenti -4.565 -1.190 Accan oneri di ristrutt.e altri oneri e rischi fut. -11.386 RISULTATO ANTE AMMORTAMENTI, -167.339 89.519 INTERESSI ED IMPOSTE (EBITDA) Ammotamenti -12.699 -68.937 EBIT -180.038 20.582 Fonte: relazione sulla gestione al bilancio consolidato 1996 Tabella 15 364.220 364.220 202.197 108.135 310.332 155.325 41.887 197.212 Corporate e altre società finanz. 4.924.238 1.329 225.489 104.060 5.149.727 105.389 -31.204 -232.100 -9.308 91.608 -49.426 -67.440 -120.800 72.666 -26.988 -78.538 -19.176 72.510 -698.967 -2.566.795 -832.110 1.051.855 -17.951 -131.686 -8.058 -52.306 -32.109 -23.138 -13.970 22.391 -67.739 -32.345 -32.530 2.177 -57.771 -23.130 -18.988 -7.369 2.577 25.600 -565.811 -323.738 -85.123 2.814 79.997 -93.337 -122.438 50.730 -201 - 13.298 71.309 13.385 - - -11.552 -164 23.973 -2.985 -4.380 -9.293 -3.120 38.604 - - -6.007 17.966 -25.208 -28.328 -6.261 32.343 - - -381 Omnitel: risultati econ.-finanz. a consuntivo (1995-‘96) 1 Ricavi totali Ricavi da servizi Margine operativo lordo (EBITDA)2 Risultato operativo (EBIT)3 Risultato ante imposte Risultato netto Patrimonio netto Indebitamento finanziario netto Investimenti Flusso di cassa operativo netto Oneri finanziari netti /ricavi da servizi Fonte: documentazione economico finanziaria Omnitel e nostre elaborazioni 1 = Inclusi i corrispettivi riconosciuti ai dealer sulle schede ricaricabili 2 = Risultato prima delle capitalizzaz., ammort., oneri finanziari e imposte 3 = Risultato prima degli oneri finanziari e imposte 4 = il servizio gsm è partito il 7 dicembre 1995 Tabella 16 18 ‘954 -----287 -129 ---128 ----904 ----- ‘96 767 445 -401 -485 -589 -589 730 1.061 743 -1.194 ’96 in % 100,0% -90,1% -109,0% -132,4% -132,4% 22,3% Allegato 3. Dati sul settore “Sistemi e Servizi “ ALCUNI DATI SULLE SOTTOAREE DEI SERVIZI E SISTEMI IN CUI LA OLIVETTI ERA MAGGIORMENTE PRESENTE NELMERCATO EUROPEO SYSTEM INTEGRATION Ricavi nel 1994 milioni di dollari (Europa) IBM CAP GEMINI SNI OLIVETTI GROUP BULL SEMA GROUP ANDERSON CONSULTING EDS SYNTEGRA FINSIEL Fonte: Datamonitor 761 590 415 379 359 322 305 283 264 258 DESKTOP SERVICES Ricavi nel 1994 milioni di dollari (Europa) Desktop services Olivetti 1.143 HP 903 Cap Gemini 663 SNI 458 IBM 406 BULL 400 Andersen Consulting 400 Sema 361 ICL 340 France Telecom 301 Others 8.232 TOTAL 13.607 Fonte: Dataquest con nostre elaborazioni Quota di mercato 8,40% 6,60% 4,90% 3,40% 3,00% 2,90% 2,90% 2,60% 2,50% 2,20% 60,50% 100% MULTIVENDOR SERVICES Ricavi nel 1994 milioni di dollari (Europa) Olivetti ICG Granada Digitl Thomson CSF Getronics BT Deutche Telekom Telecom Italia Sorbus Others TOTAL Fonte: Dataquest con nostre elaborazione Tabella 17 19 Multivendor services 360,0 295,4 215,0 199,3 184,8 180,7 166,3 161,5 129,7 118,7 3.988,6 6.000,0 Quota di mercato 6,00% 4,90% 3,60% 3,30% 3,10% 3,00% 2,80% 2,70% 2,20% 2,00% 66,48% 100,00% Allegato 4. Glossario Bundling Il fenomeno generato dall’unione all’interno della stessa offerta di tecnologie proprie delle telecomunicazioni, del broadcasting, della consulenza o dell’IT. Computer branded Si contrappongono ai “cloni”, sono i computer prodotti dai fabbricanti principali che non assemblano soltanto parti prodotte da altri ma – tipicamente, anche se sempre meno – intervengono con proprie tecnologie nella fabbricazione dei PC e assicurano agli utenti finali assistenza nel tempo. Convergenza La tendenza che porta il settore del software, dell’hardware, delle telecomunicazioni e dell’editoria a “convergere” per generare nuovi prodotti e nuovi servizi. Customer care Servizio di assistenza ai clienti, prevalentemente telefonico, che concentra in sé tutte le comunicazioni provenienti dai clienti per le ragioni più diverse. Desktop asset management Servizio di manutenzione e gestione dei computer installati negli uffici. Help desk Un servizio, normalmente accessibile tramite telefono o e-mail, che assicura ai clienti o agli utenti in difficoltà assistenza e soluzioni. Lan (Local Area Networks) Chiamate anche reti locali, sono le connessioni che uniscono diversi computer all’interno di un ufficio/azienda in modo da permettere lo scambio di dati e la condivisione delle risorse. Multivendor Servizio o contratto che include prodotti o servizi di più produttori/ fornitori (vendor). Network & system management Servizi di gestione delle reti aziendali e dell’infrastruttura sistemistica. Outsourcing É l’esternalizzazione verso aziende specializzate di alcuni servizi tipicamente appartenenti a funzioni non core, quali l’elaborazione dati, i call center, etc. PC desktop I personal computer che normalmente sono posti sulle scrivanie, con un monitor separato dal corpo del computer. PC portatili/ notebook Personal computer leggeri e compatti, generalmente con monitor, corpo della macchina e tastiera uniti. Stampanti inkjet Stampanti che utilizzano un sottilissimo getto di inchiostro indirizzato per realizzare stampe anche a colori. 20