MAFIA- DROGA. Di mafia in Italia si parla da sempre, ormai tutto il Paese è infetto. La mafia siciliana è probabilmente l’organizzazione criminale più potente al mondo. Il suo smisurato potere economico le è derivato soprattutto grazie alla grande rete di diffusione di droga, organizzata subito dopo la seconda guerra mondiale. Essa convive in questo mercato con altre due grandi corporazioni mafiose, le “triadi cinesi”, che si occupano dell’eroina, e i “colombiani”, produttori di cocaina. Il traffico di stupefacenti, è considerato un impresa che non differiva in modo sostanziale da qualsiasi altra attività commerciale. Negli anni ’80 la mafia siciliana si era assicurata una grossa fetta del traffico di eroina destinata agli Stati Uniti. I siciliani hanno incominciato ad intrattenere rapporti commerciali con gli americani, soprattutto perché negli U.S.A. potevano contare su importanti test di ponte affiliate alle grandi famiglie siciliane. Così hanno conquistato una posizione di predominio. Chimici francesi di riconosciuta competenza hanno accettato di raffinare morfina- base a Palermo certamente perché erano pagati profumatamente e sapevano di non correre grossi rischi, ma soprattutto perché i siciliani avevano il pieno controllo del mercato della produzione e del commercio della droga. Il coinvolgimento della mafia è estremamente mutevole dal punto di vista qualitativo e quantitativo. Mentre qualche anno fa Cosa Nostra gestiva il 30% del traffico mondiale di eroina verso gli Stati Uniti nel 1991, secondo stima Americane, la quota è scesa al 5%. Il progressivo distacco di Cosa Nostra da traffico di eroina è confermato da fatti oggettivi: dal 1985, dalla scoperta del laboratorio di Alcamo, presso Palermo, non sono stati scoperti altri laboratori né in Sicilia né in altre parti in Italia; i sequestri di partite di eroina provenienti dalla Sicilia sono diminuiti di pari passo con gli arresti di mafiosi direttamente coinvolti nel traffico. Quel che è certo è che il traffico di droghe ha aperto, le porte del mercato internazionale della globalizzazione del crimine. Sono ormai ben conosciute le rotte internazionali del grande traffico di droga, la cocaina dalle piantagioni del Sudamerica giunge prima negli USA e poi in Spagna, dove viene smistata, tramite una rete di corrieri clandestini,negli altri paesi europei. L’eroina, attraverso la Turchia e la Penisola Balcanica, arriva in Italia, dove le grandi organizzazioni criminali si occupano della sua ulteriore raffinazione e del suo smercio in Europa e negli Stati Uniti. Altrettanto note sono le grandi organizzazioni narcotraffico innanzi tutto quelle che operano in Colombia e in Paesi dell’America Latina e forniscono l’80% della cocaina consumata negli Stati Uniti; poi la mafia siciliana, che gestisce numerosi laboratori di raffinazione dell’eroina ed insieme alla camorra napoletana, alla sacra corona unita pugliese, alla ndrangheta calabrese provvede al suo smistamento in Italia, nel resto dell’Europa e negli Stati Uniti. Infine la mafia cinese e quella giapponese che gestiscono la distribuzione in Asia orientale, e, negli ultimi anni, la mafia russa, che gestisce lo smercio degli stupefacenti nel Paesi dell’Europa orientale. Come e più ancora forse di altre attività, il traffico di droghe non solo riproduce e rafforza i gruppi criminali organizzati, ma pure contribuisce a generare e a estendere il sistema relazionale che ruota attorno ad essi. Questo sistema attraversa il contesto sociale dall’alto in basso, coinvolgendo i vari soggetti, dai produttori di materie prime agli specialisti della raffinazione, dagli spacciatoriconsumatori ai professionisti del riciclaggio. Si potrebbe dire che ci troviamo di fronte a uno dei fenomeni più interessanti di interclassismo o trans classismo criminale. Le categorie coinvolte in questo traffico sono numerosissime: si comincia con i contadini produttori, si continua con i chimici, i trasportatori ( autisti e piloti di navi), i mulas ( uomini e donne che imbottiscono il proprio corpo di cocaina e ne ingoiano quantità incapsulate nel cellophane), le guardie del corpo dei narcotrafficanti, i traqueteros ( ambasciatori del narcotraffico sulle piazze degli Stati Uniti e di altri paesi), gli avvocati difensori, i contabili, i consulenti finanziari, i giornalisti e scrittori a servizio dei capi del narcotraffico per legittimare le loro gesta, gli amministratori e i politici, i magistrati, i doganieri, il personale del fisco, della polizia, i militari,il personale coinvolto nelle attività di investimento dei capitali e via discorrendo. È un indotto interminabile messo in piedi dall’economia della droga e dall’iperconsumismo della ricchezza facile. Questo modello si è ormai diffuso su scala planetaria, e mentre nelle società occidentali le borghesie mafiose sono una componente del sistema di accumulazione e di dominio, in molte realtà, a cominciare dai paesi ex socialisti, sono le uniche borghesie esistenti o rivestono un ruolo decisamente prevalente, per le grandi convenienze offerte dai traffici illegali e le grandi difficoltà di innescare dinamiche significative di accumulazione legale. Prima si parlava di narcocrazie, oggi si parla di Stati- mafia e, il traffico di droghe ha certamente un ruolo significativo se non determinante nei processi di criminalizzazione delle istituzioni fino alla coincidenza e sovrapponibilità tra gruppi criminali e soggetti detentori del potere. Com’è noto, le stime del volume d’affari annuale del narcotraffico hanno oscillazioni rilevanti: secondo il National Intelligence Council, sarebbe tra i 100 e i 300 miliardi di dollari, mentre le Nazioni Unite parlano di 400 miliardi e la Banca mondiale di 1000 miliardi. In ogni caso il traffico di droghe sarebbe ancora l’attività più remunerativa: il traffico di armi sarebbe al secondo posto con 290 miliardi di dollari, seguirebbero, a notevole distanza, il traffico di rifiuti tossici (10-12 miliardi) e la tratta di esseri umani. Se la mafia volesse, potrebbe staccare un assegno e coprire, con i suoi profitti “neri”, il disavanzo di tutto lo Stato italiano. Questa montagna di denaro assicura alla mafia una capacità di corruzione infinita. Ecco perché è forte: dispone di risorse finanziare quasi illimitate, e in condizioni di pagarsi qualsiasi omicidio, e di affittarsi interi pezzi di partiti politici. E non è da escludere che una quota importante del debito pubblico italiano sia stato sottoscritto proprio dalla Mafia. In più, bisogna ricordare che la criminalità organizzata, in Italia, fa anche altre cose (sequestri, protezioni, tangenti, appalti, ecc.). Non si sfugge insomma alla certezza che la Mafia possa maneggiare alcune decina di migliaia di miliardi all’anno per i suoi scopi, per continuare ad esistere come “Stato nello Stato”. In Italia il business della droga oggi, sarebbe di circa 25 mila miliardi di lire (12911.42 euro) di cui 8-9 mila miliardi (4131.66 euro) riguarderebbero il mercato delle droghe sintetiche la cui produzione, nell’arco degli ultimi 3 anni, è letteralmente esplosa. Il 90% della produzione e dello spaccio della droga è controllato dalle grandi organizzazioni criminali ed è sempre più stretto il rapporto tra il mercato degli stupefacenti e quello dello prostituzione che, da solo, secondo le più recenti stime, ha un volume d’affari che supera i 30 mila miliardi (15943.71 euro). Il maggior traffico degli stupefacenti, inoltre, è anche da correlare all’incremento dell’immigrazione clandestina di extracomunitari utilizzati dalle organizzazioni criminali, sia autoctone che straniere, quali corrieri per il trasporto di diversi tipi di droga e il suo spaccio nelle piccole come nelle grandi aree urbane. I dipendenti di droga in Italia continueranno ad aumentare, almeno nei prossimi 3 anni. E mentre la cocaina si attesta su valori di consumo standard (100 mila gli italiani che snifferebbero da qui a 3 anni), entro il 2012 è previsto un prepotente ritorno sul mercato dell’eroina: il suo consumo dovrebbe crescere del 40%. La strategia dei signori della droga è cambiata. Se “ fino al qualche mese fa, si è assistito a un allargamento della base di penetrazione del mercato e a una tendenza ad acquisire un elevato numero di consumatori, benché bassoconsumanti, anche proponendo prodotti a un prezzo inferiore”, ora all’attuale fase economica, invece, “sembra prevalere la logica economica di strategie a breve termine e guadagno immediato: alto- consumo, assuefazione, fidelizzazione e mantenimento del mercato”. La nuova tendenza dei trafficanti, che si comportano sempre più da imprenditori, è quella di “investire su clientele fidelizzabili ( cioè uno “zoccolo duro” con elevata dipendenza), a sostanze come l’eroina, il cui potere di indurre tolleranza e quindi, dipendenza, più facilmente di altre droghe, ne rende meno probabile un uso saltuario a basso dosaggio”. Nel 2005, secondo il rapporto mondiale sulla droga circa 200 milioni di persone comprese tra i 15 e i 64 anni negli ultimi 12 mesi hanno fatto uso di stupefacenti, ma sono nettamente inferiori ai consumi di tabacco e alcool. In lieve rialzo c’è il consumo di oppiacei e cocaina, l’eroina è la droga più consumata seguita dalla cocaina, negli ultimi anni è aumentato il consumo di cannabis. Recentemente quelle più sequestrate sono: Cannabis al 50% Oppiacei al 15% Anfetamine al 10% Cocaina al 7%. L’eroina, anche fumata, resiste, la Cocaina, grazie ai prezzi sempre più bassi, invade i locali notturni e le casa. Ma tra i giovanissimi lo spinello rimane il più diffuso, anche se la maggior parte dei ragazzi che ne fa uso è un consumatore occasionale. I dati emergono da un rapporto del Ministero dell’Interno che ha raccolto tutte le segnalazioni al prefetto, e le relative multe, di “ detentori per uso personale” dal 1991 al 2006 ( cioè prima dell’entrata in vigore della legge Fini- Giovanardi). I giovani che fanno uso di cannabinoidi (hashish e marijuana), in genere tra i 14 e 18 anni l’età della prima esperienza di droga, sono raddoppiati in 10 anni; sono passati dal 42,53 % del totale nel 1991 all’81,77% nel 2001, scendendo al 74%nel 2006. L’eroina è scesa dal 50% dei segnalati nel 1991 all’80% nel 2006, triplicate le sanzioni per la cocaina ( dal 5 al 14%). I consumatori sono negli ultimi anni soprattutto studenti e lavoratori, con un buon livello di istruzione e che vivono in famiglia, in gran parte lavoratori autonomi, professionisti e dirigenti, chi fa un uso continuato di cocaina ha solitamente disponibilità economiche elevate ( più di 2000 euro al mese) e una bassa percezione del rischio. Da qui si viene ad evidenziare un paradosso: se per molti l’uso comincia perché finalizzato a essere più performanti sul lavoro, successivamente si lavora di più per potersela procurare. L’eroina sarà la protagonista del mercato degli stupefacenti da qui a tre anni. E il perché gli analisti lo spiegano così: “ in una situazione di crisi, recessione, negatività e passività ( quale la fase attuale), di cosa ha bisogno il consumatore? Oggi si sente il bisogno di evasione, di fuga, di abbandono di una realtà che non soddisfa. Per questa ragione, chi compra droga si affida a sostanze in grado di dargli questa possibilità: la grande mamma eroina, la premorienza della ketamina, i viaggi degli acidi. L’eroina, nello specifico, è una sostanza che anestetizza e che sembra ben inserirsi in una società chiusa su di sé, che involve, anche la persona si chiude in sé, isolandosi così dal contesto opprimente”. Infine ce da dire che l’assunzione di sostanze che modificano la coscienza è un fatto che accomuna gli esseri umani di tutti i tempi, luoghi e culture. Nel corso del tempo è stato proibito l’uso di alcune di queste sostanze, dando vita a tutta una serie di conflitti ai quali i governi hanno risposto con sempre maggiore repressione. Nasce così il problema droga. Sono state promulgate leggi e istituiti imponenti apparati repressivi, per affrontare la questione a livello globale, che hanno dichiarato la guerra alla droga. Una persecuzione infame, fatta di incursioni militari, uccisioni, perquisizioni, fermi, arresti, blitz,lancio di diserbanti chimici su intere popolazioni che, è bene ricordare, hanno fatto nascere un reato là dove non ci sono vittime, costringendo alla clandestinità milioni di esseri umani. Mai nessuna legge ha prodotto nella storia del genere umano una quantità tale di sofferenze. Definibile come la terza guerra mondiale perché combattuta su fronti sparsi nell’intero pianeta, questa strategia planetaria conta ormai migliaia di vittime ( anche se consideriamo che all’anno muoiono di overdose circa 1.200 ragazzi). Queste politiche di fatto hanno creato il mercato nero delle sostanze illecite, un mercato totalmente libero nel quale è possibile avere enormi profitti e, paradossalmente, nonostante i loro continui fallimenti nel ridurre il volume dei traffici e i livelli di consumo delle droghe, queste strategie non sono mai state messe in discussione, anzi sono state potenziate e rafforzate negli aspetti più repressivi, arrivando ad essere la maggiore causa di carcerazione mondiale. Non è difficile individuare nel Proibizionismo la causa e l’occasione più propizia per la scalata criminale della mafia e per la traduzione del suo agire in impresa che gestisce, in regime di monopolio o di oligopolio, l’offerta di un bene o servizio illegale con una domanda di massa. La storia del proibizionismo delle droghe è nota: dalla conferenza internazionale di Shangai del 1909 alle Convenzioni dell’ Aja (1912), di Ginevra ( 1925, 1931, 1936), alla Convenzione unica sugli stupefacenti del 1961 fino alla Convenzione di Vienna del 1988, si è imposto il modello americano, fondato sulla criminalizzazione della produzione, commercializzazione e consumo, con effetti che riproducono e aggravano quelli generati dal proibizionismo dell’alcol: - l’espansione dei consumi - diffusione dell’illegalità - la lievitazione dell’accumulazione illegale - il rafforzarsi e il proliferare delle mafie attirate dai grandi profitti realizzabili producendo e smerciando su scala mondiale un prodotto a larghissima richiesta. In un regime proibizionista i rischi connessi al consumo di sostanze crescono vertiginosamente e vanno ben oltre ai pericoli connessi alla sostanza in sé, per esempio l’impossibilità di sapere la concentrazione reale della sostanza che si crede di assumere ed il tipo di sostanze con le con le quali è stata tagliata. Molti non pensano al fatto che la merce droga sia una merce speciale, non una merce come tutte le altre, perché se un’automobile è sempre un’automobile dal produttore fino al consumatore, un chilo di eroina, grazie alla magia del proibizionismo, dall’Afganistan all’Italia diventa venti chili. Una situazione che diventa giorno dopo giorno sempre più insostenibile,a causa di un proibizionismo che va ad alimentare, piuttosto che risolvere, le problematiche che ufficialmente dichiara di voler contrastare. Il superamento del proibizionismo non viene visto solo come possibile, ma è diventato indispensabile. Una riflessione sincera di tutti, insieme alla sperimentazione di pratiche di riduzione del danno, ispirate ad una cultura del consumo critico e consapevole e fondate sull’informazione, possano concretamente superare le problematiche attuali connesse al consumo di sostanze ed evitare tante morti, principalmente causate dalla clandestinità in cui il proibizionismo costringe ad agire. Non c’è mai stata questa possibilità, ad un rischio ipotetico proveniente da una eventuale legalizzazione, sono stati preferiti i fallimenti concreti e tangibili della repressione. Le organizzazioni criminali non possono vincere “definitivamente” per la semplice ragione che quello che fanno è illegale. E non è vero che non si possono abbattere: Miami, fino a qualche anno fa una delle capitali mondiale della droga, è stata ripulita. Palermo no. Dove ci sono riusciti hanno utilizzato magistratura e polizia. Solo che dietro queste c’era uno Stato, un’autorità politica, che aveva deciso di fare il deserto intorno alla criminalità. Una classe politica che ha saputo convincere tutti, dal primo magistrato all’ultimo poliziotto, che quello che si voleva era appunto l’eliminazione dei racket mafiosi. In Italia non esiste questa ferrea determinazione; è evidente che finora si sia sottovalutata la forza della Mafia. Non si tratta di quella che si vede al cinema: quattro vecchi con gli occhiali scuri e la lobbia in testa. Si tratta di una delle più grandi organizzazioni criminali del mondo. Forte, spietata e ricchissima. Tipi di Droghe. All’inizio venivano usate come antidolorifici negli ospedali, poi furono abolite perché i ragazzi ne facevano abuso, ma ancora prima venivano usate dagli antichi storici per restare svegli tutta la notte facendo guardia ai villaggi. Le droghe si dividono in droghe leggere e in droghe pesanti, come droghe leggere possiamo prendere per esempio la marijuana,ricavata dalla canapa indiana. Essa viene definita leggera perché non sono state trovate delle sostanze che danneggiano gravemente il sistema nervoso. Una droga pesante è la cocaina perché danneggia gravemente il sistema nervoso, anche se è presa in piccole dosi provoca la morte soprattutto ai soggetti asmatici o che soffrono di cardiopatia. L’uso di queste droghe è illegale. La canapa indiana è una delle prime droghe che i ragazzi usano anche se la coltivazione di questa pianta è illegale. Alcuni effetti della canapa indiana dipendono da vari fattori: se fumata o ingerita,i contenuti di THC, lo stato psichico del consumatore, le condizioni del consumo. COCAINA. La cocaina crea una forte dipendenza psicofisica e può arrecare gravi danni neurofisiologici, talora anche con esito fatale. La cocaina, una polvere cristallina bianca dal sapore amaro. Viene usata in medicina per indurre anestesia locale nella chirurgia del naso e della gola e per provocare vasocostrizioni e ridurre l’ emorragia durante gli interventi chirurgici. L’abuso,aumentato considerevolmente verso la fine degli anni 70,può causare gravi problemi psicologici e fisiologici. Negli anni 80 è comparsa una forma di cocaina, chiamata “crack”, che crea fortissima dipendenza. Negli adulti, le anfetamine aumentano la vigilanza,migliorano l’umore e diminuiscono l’affaticamento e il bisogno di sonno; spesso,tuttavia,rendono chi le assume irritabile ed eccessivamente loquace. Sia la cocaina che l’anfetamina,dopo un prolungato uso quotidiano,possono provocare sintomi psicotici simili a quelli della schizofrenia acuta. L’ECSTASY. L’ecstasy dà a chi le assume una grande sensazione di benessere,di disponibilità affettiva,un forte aumento di energie,talvolta,allucinazioni. I suoi effetti collaterali possono essere disidratazione,perdita di peso,di controllo e della memoria a lungo termine. LSD. LSD,sostanza stupefacente estratta dalla segale cornuta,, una muffa parassita della segale è fatta divenire sintetica in Svizzera nel 1938. Quando si assume questa sostanza per un certo periodo di tempo si prova una serie di sensazioni di alterazioni della percezione,ansia e momenti di inebriatezza. L’effetto di LSD ha l’assunzione a ripercussioni sull’organismo portando capogiri,l’alterazione della percezione del tempo e dello spazio,perdita dell’autocontrollo,panico e oppressione. L’LSD ha effetti anche sul fisico provocando sonnolenza,tremolii e nausee. Essa appartiene al gruppo di stupefacenti definiti allucinogeni,o droghe psichedeliche, per la loro capacità di suscitare allucinazioni. L’LSD viene preparata in compresse o in gocce. L’uso di LSD può portare paranoia acuta, può portare a comportamenti socialmente pericolosi o addirittura al suicidio. I suoi potenti effetti portano all’alterazione celebrale. In alcuni ambienti artistici,tra il 1960-1970 l’LSD era usato per potenziare la propria creatività e raggiungere stati di alterata coscienza. L’LSD era usato come farmaco contro l’autismo e psicoterapia. Esso è ritenuto illegale nei paesi occidentali. LA MORFINA. Per le sue proprietà narcotici-stupefacenti provoca grave dipendenza, la dipendenza si instaura dopo un periodo che va da 1 a 2 settimane di uso, ma per alcuni soggetti possono bastare poche dosi per creare dipendenza psicologica. Le prime somministrazioni di morfina, e della più potente eroina, provocano uno stato ansioso accompagnato da malessere,nausea,vomito. L’effetto è comunque soggettivo e in parte dipende dalla modalità di assunzione dalla situazione psicologica e dall’autosuggestione. Superate le prime assunzioni la morfina può produrre una sensazione di euforia e benessere fisico. Se la droga è iniettata per via endovenosa o intramuscolare si avverte il cosiddetto flash: una sensazione brevissima di intenso piacere che sale dall’addome alla testa . Con il tempo ed il ripetersi delle assunzione l’organismo sviluppa sia dipendenza sia assuefazione agli effetti. All’inizio del consumo della morfina è facile mantenere una vita normale, ma poco a poco oltre a quella psicologica si istaura la dipendenza fisica, per cui diventa sempre più difficile staccarsi dalla sostanza e inizia a svilupparsi il bisogno di assumere in continuazione a qualsiasi costo, con effetti devastanti sulla socialità e sulla salute mentale. Effetti collaterali: Miosi (pupille a spillo);Ipotermia con sudori freddi convulsioni;Diuresi ridotta;Nausea e vomito;Disturbo del sonno;Morte per avvelenamento,infarto; intossicazione cronica. L’uso cronico induce uno stato di intossicazione che fisicamente si manifesta con pelle secca,sudorazioni facile dimagrimento progressivo,problemi cardiaci ed inoltre si possono riscontrare lesioni al cervello e al sistema nervoso centrale e periferico. Dal punto di vista comportamentale e psichico il soggetto è ansioso,irrequieto a scarso appetito,la memoria e l’attenzione si indeboliscono,possono comparire allucinazioni,psicosi e tendenze suicide. Inoltre l’usare siringhe non sterili e già usate da altri,il diluire dosi con acqua non pura e a volte il praticarsi iniezioni attraverso i vestiti determina un’altissima incidenza di ADS e di epatite B-C. Anche se l’organismo si abitua gradualmente alla morfina, può accadere che la dose assunta sia troppo elevata, inducendo uno stato di intossicazione acuta che è mortale se non viene curato immediatamente. (Overdose). EROINA. Come l’oppio e la morfina anche l’eroina deriva dal papavero. Si presenta come una polvere bianca o marrone spesso granulosa. L’assunzione di eroina avviene per lo più per via inalatoria o per via endovenosa. L’overdose, sindrome da soppraddosaggio è la causa più diretta di morte per l’uso di eroina si manifesta associando eroina ad alcool o psicofarmaci,ma anche per concentrazioni di eroina utilizzate normalmente. IL TRIP. I primi effetti si manifestano dopo 30 minuti e sono: mal Di testa, euforia, disorientamento, esprimersi con difficoltà. Ogni persona che ne fa uso prova sensazioni diverse a seconda di quanto trip ingerisce. Dopo 4 ore gli effetti diminuiscono e si torna quasi allo stato di normalità. II trip può continuare a far male, un altro effetto è l' insonnia perché non si riesce a dormire per oltre 12 ore. Anche questo dipende dalle quantità ingerite. KETAMINA o Special K, KETA, Vitamina K ecc. La ketamina è un potente anestetico usato in veterinaria.Si trova sottoforma di polvere o liquido, provoca il blocco delle vie nervose, e se assunto in dosi inferiori a quelle che richiede come anestetico, provoca un potente effetto psichedelico. ICE. (metanfetamine) La metanfetamina è uno stimolante molto forte del sistema nervoso centrale ed è una droga che attiva fortemente determinati sistemi al cervello. Col tempo la metanfetamina sembra causare livelli ridotti di dopamina che possono provocare i sintomi come quelli della malattia di Parkinson, un disordine severo del movimento. Appartiene alle droghe di sintesi chimica e ricorda, per il suo aspetto, il sale da cucina. Può essere sciolta in bevande alcoliche o fumata in crack. Questa sostanza tende ad alzare al massimo il livello di attenzione e abbassare i freni inibitori. Viene anche detta droga da videogame in quanto spesso viene usata in queste situazioni. Letteralmente significa ghiaccio. In America è arrivata negli ultimi anni 80’ e la considerano già la droga del futuro. E’ un fortissimo stimolante del sistema nervoso che fa sentire eccitati ed euforici, quasi invulnerabili e i suoi effetti durano dalle 8 alle 24 ore. Scatena aggressività allucinazione, depressione e porta disturbi renali, è facile diventarne dipendenti. POPPER. È una sostanza arrivata recentemente sotto forma di fialette che vengono inalate. Causa un afflusso maggiore di sangue al cervello, la dilatazione delle pupille ed il rilassamento della muscolatura. Il popper sale immediatamente al cervello e l’ effetto sull’ organismo si manifesta dopo pochi secondi. Chi lo assume ha una sensazione di rilassamento ed euforia che può seguire a cefalea e vertigine. Porta alla perdita di coscienza, dolori di testa, nausea e attacchi di cuore. Se assunto costantemente può danneggiare cuore e funzioni celebrali. Qualcuno lo usa anche come droga per la stimolazione sessuale, prolungamento dell’orgasmo e anche distorsione delle percezioni. Gli effetti negativi sono: nausea, vomito, mal di testa e gonfiore al naso, se inghiottito o fumato è particolarmente pericoloso perché può uccidere ed è infiammabile. MARIJUANA La cannabis è una sostanza che solitamente si fuma, ma può essere anche ingerita sia in abbinamento con dei cibi, sia sotto forma di infuso (the). Gli effetti ricercati sono l'aumento delle percezioni sensoriali, la dilatazione del tempo trascorso che variano a seconda delle modalità di assunzione, raggiungendo l'apice nell'arco di un'ora. La cannabis provoca una intensificazione della percezione dei rapporti con gli altri: maggiore solidarietà in un gruppo nel quale ci si sente bene, paranoia se si sta con gente che già non piaceva prima. In oltre ha un effetto disintegrante nei rapporti formali e gerarchici che vengono mal sopportati. Sebbene non sia stata dimostrata con certezza l'esistenza di una sindrome demotivazionale, è però vero che si rischia di non valorizzare o non gustare la vita da "regolari" e di cercare di vivere I momenti ricreativi sempre " fumati", in particolar modo se si appartiene ad un gruppo in cui si fuma spesso. Gli effetti sull'apparato respiratorio sono paragonabili a quelli causati dal tabacco; il sistema immunitario risulta essere depresso e a dosi elevate si possono verificare effetti spiacevoli e indesiderati come manie di persecuzione o piccole paranoie. Si possono avere tachicardia, mal di testa o senso di pesantezza. Queste sostanze, pur rientrando fra le droghe così dette "leggere" hanno comunque bisogno di alcune attenzioni. Dosi elevate aumentano il rischio di effetti negativi come la sindrome detta "collasso": si diventa pallidi, si hanno sudori freddi, capogiri e nausea. L'INDAGINE CIRM SULLE DROGHE SINTETICHE. La Fipe ( Federazione italiana pubblici esercizi) ha incaricato CIRM ( Consorzio italiano per la ricerca in medicina) di svolgere un'indagine che serva a focalizzare il problema almeno per quanto riguarda il mondo dei giovani cioè di quell'area sociale che potrebbe diventare, da qui a poco, il prossimo "bersaglio" delle organizzazioni criminali. Un giovane su quattro ha fumato "spinelli" anche se spesso solo per il gusto di sentire cosa si provasse, sette giovani su dieci di quelli che hanno dichiarato di prendere droghe sintetiche lo hanno fatto per verificare di persona gli effetti che esse producono soprattutto dopo il tam tam fatto dai mass media su questo genere di droga ma solo il 17% ha poi continuato a farne uso, cinque su dieci sono convinti che sia facile il passaggio dalle droghe sintetiche a droghe più pesanti. Il 49% ha saputo, nelle discoteche, che circolavano questo genere di pastiglie, il 27% a scuola, il 20% in un pub o in un qualsiasi locale di ritrovo, il 10% in una festa privata. Il 72% dei giovani intervistati si dichiara, infine, convinto che il problema droga, rispetto a cinque anni fa, è diventato più grave ed emergente. Sono queste le indicazioni più significative emerse dal sondaggio condotto da Cirm per conto di Fipe sul problema del rapporto tra droga e giovani in Italia. ha riguardato un campione nazionale di 615 persone tra i 15 e i 40 anni e ha messo in risalto altri tre elementi di indubbio interesse. 1. La popolazione maschile fa più uso di droga rispetto a quella femminile. 2. Spinelli e cocaina sono i prodotti preferiti dalle persone più "mature", dai 31 ai 40 anni. 3. Le droghe sintetiche oltre che la cocaina appaiono, invece, i prodotti che i più giovani prediligono. I minorenni intervistati, compresi nella fascia di età tra i 15 e i 17 anni, hanno preferito, su questa specifica domanda, fare invece sempre "muro" negando di aver mai provato né l’ecstasy né altre droghe sintetiche né in discoteca, né a scuola né altrove. Ed è significativo oltre che paradossale il fatto che , nei due giorni in cui è stata effettuata la ricerca e cioè nel pieno della polemica sulle droghe sintetiche, il 67% degli intervistati abbiano dichiarato di essersi avvicinati a questo tipo di droga per poterne verificare di persona gli effetti mentre il 25% ci è arrivato perché gli amici del gruppo già ne facevano uso. E dopo aver provato la prima volta questo tipo di droga, dice la ricerca Cirm, quattro giovani su dieci hanno continuato a farne uso. I maschi (51%) più delle femmine (25%). C’è, nei giovani, la consapevolezza dichiarata che prendere una pasticca oggi può voler dire arrivare domani a droghe più pesanti. Il 44% degli intervistati ha dichiarato che ciò avviene spesso o quasi sempre. La pasticca di ecstasy rischia di trasformarsi così in una specie di rito di iniziazione gravido di conseguenze. E ancora sulle droghe sintetiche: il 58% ha dichiarato di averle provate una sola volta, il 25% di aver continuato ancora un po’ ma poi di avere smesso, il 17% di continuarne normalmente l’uso. Paradosso dei paradossi: i giovani intervistati sono ben consci del pericolo rappresentato dall’uso di droghe sintetiche, sia il campione nel suo complesso (97%) che proprio coloro che hanno apertamente dichiarato di farne uso (100%). Evidentemente il contesto in cui i giovani si muovono e agiscono sono tali da abbattere le barriere della logica e della razionalità: la voglia di sperimentare una cosa nuova e che può far fare loro un salto di qualità, l’influenza del gruppo, un modo per combattere la noia e la depressione, ecc. L’indagine si addentra quindi sul "dove" c’è maggiore disponibilità di sostanze stupefacenti e , in particolare, di droghe sintetiche. Le risposte dei giovani inducono ad altri tipi di riflessione: se è vero, infatti, che il 49% degli intervistati ha risposto "in discoteca", è anche vero che il 27% ha risposto " a scuola", il 20% in un pub o in un qualsiasi pubblico locale, il 10% in feste private. Il che significa che il fenomeno è "spalmato" oggi su tutte le strutture a cui maggiormente accedono i giovani, nessuno escluso. E’ questo un altro elemento su cui riflettere. Non basta mettere nel mirino le discoteche quando ci sono le prove che ogni genere di droga, anche quella sintetica, è diffusa anche in altri luoghi che quindi vanno presidiati in modo altrettanto energico. E l’indagine conferma ciò che i rapporti dell’Interpool dicono già da tempo e cioè che la droga si sta diffondendo sempre di più e sta invadendo strutture e aree sociali che prima, rispetto a quelli tradizionali battuti dalla criminalità (prostituzione, locali notturni, spaccio nei quartieri periferici delle grandi aree metropolitane, ecc.), sembravano solo marginali. Non a caso sette intervistati su dieci, il 72%, hanno dichiarato che la diffusione della droga sembra loro, rispetto a cinque anni fa, "in netto aumento" mentre il 23% ritiene che la diffusione sia rimasta eguale e solo il 3% pensa che si sia anzi contratta. Le più spaventate per questo fenomeno sono le donne (78%), i minorenni (79%) e gli abitanti del Mezzogiorno, Isole comprese (82%) più di quelli che vivono nelle regioni del centro o del Nord. Lo strumento più efficace, per arrestare questo fenomeno , secondo il 40% degli intervistati soprattutto maggiorenni è una "maggiore prevenzione ed educazione" da parte delle strutture sociali. I minorenni, invece, ritengono che la soluzione più efficace sarebbe quella di "aggravare le pene per il traffico di sostanze stupefacenti". Solo l’11% - e anche questo è un dato rilevante - si è dichiarato favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere. Ma chi dovrebbe avere maggiormente la responsabilità di questa azione preventiva e chi dovrebbe avere l’onere di dare alle nuove generazioni risposte efficaci per combattere e risolvere i problemi legati alle sostanze stupefacenti? Il 41% sostiene che questo compito spetta allo Stato, il 24% alla famiglia , l’11% alla scuola, il 6% ai mass media. Solo l’1% degli intervistati sostiene, invece, che anche la Chiesa cattolica dovrebbe avere un ruolo primario in questo tipo di azione. Dal territorio sul problema droga non sono venute risposte sempre uniformi. Sono i giovani del Nord Ovest a consumare più droghe leggere (39% contro il 22% del Nord Est e il 28%del Centro), mentre l’uso di cocaina tra i giovani sembra più diffuso nel Nord Est e nel Centro. Le droghe sintetiche hanno un utilizzo eguale al Nord e più spiccato al Centro. E perché ha preso una pasticca di ecstasy? Perché la prendevano i miei amici ha dichiarato il 33%dei giovani del Nord Ovest, il 50%del Nord Est e il 50% del Centro. E alla domanda "perché voleva verificarne di persona gli effetti" hanno risposto positivamente il 67% dei giovani del Nord Ovest, il 50% di quelli del Nord Est e addirittura il 75% dei giovani delle regioni Centrali e il 100% dei giovani siciliani. E non perché costava di meno di altre droghe? Un no secco è arrivato da parte della totalità degli intervistati. Altro dato di qualche rilievo: il 50% dei giovani intervistati in Veneto e nelle altre regioni del Nord Est ha dichiarato di aver continuato, dopo la prima esperienza, a consumare abitualmente droghe sintetiche. Il 27% dei giovani appartenenti alle stesse regioni è anche convinto che il passaggio dalle droghe sintetiche a quelle forti sia piuttosto breve. Per quanto riguarda le aree di maggiore diffusione delle droghe anche i dati che provengono dalle varie regioni sono indicativi. L’hanno vista circolare nelle scuole il 25% dei giovani lombardi e liguri, il 18% dei veneti e il 23% di quelli che vivono nel Mezzogiorno. Ha dichiarato di sapere che circolavano, invece, nelle discoteche il 43% dei giovani del Nord Ovest, il 24% di quelli del Nord Est, il 35% di quelli del Centro, il 32% di quelli del Sud, una media alta che non può non far riflettere. La maggior parte dei giovani, infine, è convinta che il fenomeno droga si stia aggravando. Lo dichiarano il 60% dei giovani che vivono anche a Milano, il 68% dei veneti e più dell’80% dei giovani del Mezzogiorno. Tre i punti che possono sintetizzare i risultati di questa ricerca: • • • Bisogna fare molta attenzione a quando si parla di droga e soprattutto a come se ne parla. La mitologia e un’amplificazione eccessiva e mal impostata di questi temi possono, in molti casi, sortire l’effetto opposto cioè quello di "avvicinare" i giovani a nuove esperienze. Per non parlare del ruolo condizionante giocato dal gruppo di appartenenza. Se la discoteca appare oggi come il luogo in cui maggiormente circolano le droghe sintetiche non è affatto tranquillizzante il fatto che uno studente su quattro abbia dichiarato che fenomeni del genere sono assai diffusi anche nell’ambiente scolastico. C’è una diffusa percezione che il passaggio dalle droghe sintetiche a quelle pesanti sia stretto e veloce. Paola Boscarino.