MAFIA- DROGA.
Di mafia in Italia si parla da sempre, ormai tutto il Paese è infetto.
La mafia siciliana è probabilmente l’organizzazione criminale più potente al mondo. Il
suo smisurato potere economico le è derivato soprattutto grazie alla grande rete di
diffusione di droga, organizzata subito dopo la seconda guerra mondiale. Essa convive
in questo mercato con altre due grandi corporazioni mafiose, le “triadi cinesi”, che si
occupano dell’eroina, e i “colombiani”, produttori di cocaina.
Il traffico di stupefacenti, è considerato un impresa che non differiva in modo sostanziale
da qualsiasi altra attività commerciale.
Negli anni ’80 la mafia siciliana si era assicurata una grossa fetta del traffico di eroina
destinata agli Stati Uniti. I siciliani hanno incominciato ad intrattenere rapporti commerciali
con gli americani, soprattutto perché negli U.S.A. potevano contare su importanti test di
ponte affiliate alle grandi famiglie siciliane. Così hanno conquistato una posizione di
predominio. Chimici francesi di riconosciuta competenza hanno accettato di raffinare
morfina- base a Palermo certamente perché erano pagati profumatamente e sapevano di
non correre grossi rischi, ma soprattutto perché i siciliani avevano il pieno controllo del
mercato della produzione e del commercio della droga.
Il coinvolgimento della mafia è estremamente mutevole dal punto di vista qualitativo e
quantitativo.
Mentre qualche anno fa Cosa Nostra gestiva il 30% del traffico mondiale di eroina verso gli
Stati Uniti nel 1991, secondo stima Americane, la quota è scesa al 5%.
Il progressivo distacco di Cosa Nostra da traffico di eroina è confermato da fatti oggettivi:
dal 1985, dalla scoperta del laboratorio di Alcamo, presso Palermo, non sono stati scoperti
altri laboratori né in Sicilia né in altre parti in Italia; i sequestri di partite di eroina
provenienti dalla Sicilia sono diminuiti di pari passo con gli arresti di mafiosi direttamente
coinvolti nel traffico.
Quel che è certo è che il traffico di droghe ha aperto, le porte del mercato
internazionale della globalizzazione del crimine.
Sono ormai ben conosciute le rotte internazionali del grande traffico di droga, la cocaina
dalle piantagioni del Sudamerica giunge prima negli USA e poi in Spagna, dove viene
smistata, tramite una rete di corrieri clandestini,negli altri paesi europei. L’eroina,
attraverso la Turchia e la Penisola Balcanica, arriva in Italia, dove le grandi
organizzazioni criminali si occupano della sua ulteriore raffinazione e del suo smercio in
Europa e negli Stati Uniti. Altrettanto note sono le grandi organizzazioni narcotraffico
innanzi tutto quelle che operano in Colombia e in Paesi dell’America Latina e
forniscono l’80% della cocaina consumata negli Stati Uniti; poi la mafia
siciliana, che gestisce numerosi laboratori di raffinazione dell’eroina ed insieme
alla camorra napoletana, alla sacra corona unita pugliese, alla ndrangheta
calabrese provvede al suo smistamento in Italia, nel resto dell’Europa e negli
Stati Uniti. Infine la mafia cinese e quella giapponese che gestiscono la distribuzione in
Asia orientale, e, negli ultimi anni, la mafia russa, che gestisce lo smercio degli
stupefacenti nel Paesi dell’Europa orientale.
Come e più ancora forse di altre attività, il traffico di droghe non solo riproduce e
rafforza i gruppi criminali organizzati, ma pure contribuisce a generare e a
estendere il sistema relazionale che ruota attorno ad essi.
Questo sistema attraversa il contesto sociale dall’alto in basso, coinvolgendo i vari
soggetti, dai produttori di materie prime agli specialisti della raffinazione, dagli spacciatoriconsumatori ai professionisti del riciclaggio.
Si potrebbe dire che ci troviamo di fronte a uno dei fenomeni più interessanti di
interclassismo o trans classismo criminale.
Le categorie coinvolte in questo traffico sono numerosissime: si comincia con i
contadini produttori, si continua con i chimici, i trasportatori ( autisti e piloti di
navi), i mulas ( uomini e donne che imbottiscono il proprio corpo di cocaina e ne ingoiano
quantità incapsulate nel cellophane), le guardie del corpo dei narcotrafficanti, i
traqueteros ( ambasciatori del narcotraffico sulle piazze degli Stati Uniti e di altri paesi),
gli avvocati difensori, i contabili, i consulenti finanziari, i giornalisti e scrittori a
servizio dei capi del narcotraffico per legittimare le loro gesta, gli
amministratori e i politici, i magistrati, i doganieri, il personale del fisco, della
polizia, i militari,il personale coinvolto nelle attività di investimento dei capitali
e via discorrendo.
È un indotto interminabile messo in piedi dall’economia della droga e dall’iperconsumismo
della ricchezza facile.
Questo modello si è ormai diffuso su scala planetaria, e mentre nelle società occidentali le
borghesie mafiose sono una componente del sistema di accumulazione e di dominio, in
molte realtà, a cominciare dai paesi ex socialisti, sono le uniche borghesie
esistenti o rivestono un ruolo decisamente prevalente, per le grandi convenienze offerte
dai traffici illegali e le grandi difficoltà di innescare dinamiche significative di
accumulazione legale.
Prima si parlava di narcocrazie, oggi si parla di Stati- mafia e, il traffico di droghe ha
certamente un ruolo significativo se non determinante nei processi di criminalizzazione
delle istituzioni fino alla coincidenza e sovrapponibilità tra gruppi criminali e soggetti
detentori del potere.
Com’è noto, le stime del volume d’affari annuale del narcotraffico hanno
oscillazioni rilevanti: secondo il National Intelligence Council, sarebbe tra i 100
e i 300 miliardi di dollari, mentre le Nazioni Unite parlano di 400 miliardi e la
Banca mondiale di 1000 miliardi. In ogni caso il traffico di droghe sarebbe ancora
l’attività più remunerativa: il traffico di armi sarebbe al secondo posto con 290 miliardi di
dollari, seguirebbero, a notevole distanza, il traffico di rifiuti tossici (10-12 miliardi) e la
tratta di esseri umani.
Se la mafia volesse, potrebbe staccare un assegno e coprire, con i suoi profitti “neri”, il
disavanzo di tutto lo Stato italiano. Questa montagna di denaro assicura alla mafia
una capacità di corruzione infinita.
Ecco perché è forte: dispone di risorse finanziare quasi illimitate, e in condizioni di
pagarsi qualsiasi omicidio, e di affittarsi interi pezzi di partiti politici. E non è da escludere
che una quota importante del debito pubblico italiano sia stato sottoscritto proprio dalla
Mafia.
In più, bisogna ricordare che la criminalità organizzata, in Italia, fa anche altre cose
(sequestri, protezioni, tangenti, appalti, ecc.).
Non si sfugge insomma alla certezza che la Mafia possa maneggiare alcune decina di
migliaia di miliardi all’anno per i suoi scopi, per continuare ad esistere come “Stato nello
Stato”.
In Italia il business della droga oggi, sarebbe di circa 25 mila miliardi di lire
(12911.42 euro) di cui 8-9 mila miliardi (4131.66 euro) riguarderebbero il
mercato delle droghe sintetiche la cui produzione, nell’arco degli ultimi 3 anni,
è letteralmente esplosa.
Il 90% della produzione e dello spaccio della droga è controllato dalle grandi
organizzazioni criminali ed è sempre più stretto il rapporto tra il mercato degli
stupefacenti e quello dello prostituzione che, da solo, secondo le più recenti
stime, ha un volume d’affari che supera i 30 mila miliardi (15943.71 euro).
Il maggior traffico degli stupefacenti, inoltre, è anche da correlare all’incremento
dell’immigrazione clandestina di extracomunitari utilizzati dalle organizzazioni criminali, sia
autoctone che straniere, quali corrieri per il trasporto di diversi tipi di droga e il suo
spaccio nelle piccole come nelle grandi aree urbane.
I dipendenti di droga in Italia continueranno ad aumentare, almeno nei
prossimi 3 anni. E mentre la cocaina si attesta su valori di consumo standard
(100 mila gli italiani che snifferebbero da qui a 3 anni), entro il 2012 è previsto
un prepotente ritorno sul mercato dell’eroina: il suo consumo dovrebbe
crescere del 40%.
La strategia dei signori della droga è cambiata.
Se “ fino al qualche mese fa, si è assistito a un allargamento della base di penetrazione del
mercato e a una tendenza ad acquisire un elevato numero di consumatori, benché bassoconsumanti, anche proponendo prodotti a un prezzo inferiore”, ora all’attuale fase
economica, invece, “sembra prevalere la logica economica di strategie a breve termine e
guadagno immediato: alto- consumo, assuefazione, fidelizzazione e mantenimento del
mercato”.
La nuova tendenza dei trafficanti, che si comportano sempre più da
imprenditori, è quella di “investire su clientele fidelizzabili ( cioè uno “zoccolo
duro” con elevata dipendenza), a sostanze come l’eroina, il cui potere di indurre
tolleranza e quindi, dipendenza, più facilmente di altre droghe, ne rende meno
probabile un uso saltuario a basso dosaggio”.
Nel 2005, secondo il rapporto mondiale sulla droga circa 200 milioni di persone
comprese tra i 15 e i 64 anni negli ultimi 12 mesi hanno fatto uso di stupefacenti, ma
sono nettamente inferiori ai consumi di tabacco e alcool. In lieve rialzo c’è il consumo di
oppiacei e cocaina, l’eroina è la droga più consumata seguita dalla cocaina, negli ultimi
anni è aumentato il consumo di cannabis. Recentemente quelle più sequestrate sono:
Cannabis al 50% Oppiacei al 15% Anfetamine al 10% Cocaina al 7%.
L’eroina, anche fumata, resiste, la Cocaina, grazie ai prezzi sempre più bassi, invade i
locali notturni e le casa. Ma tra i giovanissimi lo spinello rimane il più diffuso, anche se la
maggior parte dei ragazzi che ne fa uso è un consumatore occasionale.
I dati emergono da un rapporto del Ministero dell’Interno che ha raccolto tutte le
segnalazioni al prefetto, e le relative multe, di “ detentori per uso personale” dal 1991 al
2006 ( cioè prima dell’entrata in vigore della legge Fini- Giovanardi).
I giovani che fanno uso di cannabinoidi (hashish e marijuana), in genere tra i 14 e 18
anni l’età della prima esperienza di droga, sono raddoppiati in 10 anni; sono passati dal
42,53 % del totale nel 1991 all’81,77% nel 2001, scendendo al 74%nel 2006.
L’eroina è scesa dal 50% dei segnalati nel 1991 all’80% nel 2006, triplicate le
sanzioni per la cocaina ( dal 5 al 14%).
I consumatori sono negli ultimi anni soprattutto studenti e lavoratori, con un buon livello di
istruzione e che vivono in famiglia, in gran parte lavoratori autonomi, professionisti e
dirigenti, chi fa un uso continuato di cocaina ha solitamente disponibilità economiche
elevate ( più di 2000 euro al mese) e una bassa percezione del rischio. Da qui si viene ad
evidenziare un paradosso: se per molti l’uso comincia perché finalizzato a essere
più performanti sul lavoro, successivamente si lavora di più per potersela
procurare.
L’eroina sarà la protagonista del mercato degli stupefacenti da qui a tre anni. E il perché
gli analisti lo spiegano così: “ in una situazione di crisi, recessione, negatività e
passività ( quale la fase attuale), di cosa ha bisogno il consumatore? Oggi si
sente il bisogno di evasione, di fuga, di abbandono di una realtà che non
soddisfa. Per questa ragione, chi compra droga si affida a sostanze in grado di
dargli questa possibilità: la grande mamma eroina, la premorienza della
ketamina, i viaggi degli acidi. L’eroina, nello specifico, è una sostanza che
anestetizza e che sembra ben inserirsi in una società chiusa su di sé, che
involve, anche la persona si chiude in sé, isolandosi così dal contesto
opprimente”.
Infine ce da dire che l’assunzione di sostanze che modificano la coscienza è un fatto che
accomuna gli esseri umani di tutti i tempi, luoghi e culture. Nel corso del tempo è stato
proibito l’uso di alcune di queste sostanze, dando vita a tutta una serie di conflitti ai quali i
governi hanno risposto con sempre maggiore repressione.
Nasce così il problema droga.
Sono state promulgate leggi e istituiti imponenti apparati repressivi, per affrontare la
questione a livello globale, che hanno dichiarato la guerra alla droga. Una persecuzione
infame, fatta di incursioni militari, uccisioni, perquisizioni, fermi, arresti, blitz,lancio di
diserbanti chimici su intere popolazioni che, è bene ricordare, hanno fatto nascere un
reato là dove non ci sono vittime, costringendo alla clandestinità milioni di esseri umani.
Mai nessuna legge ha prodotto nella storia del genere umano una quantità tale di
sofferenze. Definibile come la terza guerra mondiale perché combattuta su fronti
sparsi nell’intero pianeta, questa strategia planetaria conta ormai migliaia di
vittime ( anche se consideriamo che all’anno muoiono di overdose circa 1.200
ragazzi).
Queste politiche di fatto hanno creato il mercato nero delle sostanze illecite, un mercato
totalmente libero nel quale è possibile avere enormi profitti e, paradossalmente,
nonostante i loro continui fallimenti nel ridurre il volume dei traffici e i livelli di consumo
delle droghe, queste strategie non sono mai state messe in discussione, anzi sono state
potenziate e rafforzate negli aspetti più repressivi, arrivando ad essere la maggiore causa
di carcerazione mondiale.
Non è difficile individuare nel Proibizionismo la causa e l’occasione più propizia per la
scalata criminale della mafia e per la traduzione del suo agire in impresa che gestisce, in
regime di monopolio o di oligopolio, l’offerta di un bene o servizio illegale con una
domanda di massa. La storia del proibizionismo delle droghe è nota: dalla conferenza
internazionale di Shangai del 1909 alle Convenzioni dell’ Aja (1912), di Ginevra ( 1925,
1931, 1936), alla Convenzione unica sugli stupefacenti del 1961 fino alla Convenzione di
Vienna del 1988, si è imposto il modello americano, fondato sulla criminalizzazione della
produzione, commercializzazione e consumo, con effetti che riproducono e aggravano
quelli generati dal proibizionismo dell’alcol:
- l’espansione dei consumi
- diffusione dell’illegalità
- la lievitazione dell’accumulazione illegale
- il rafforzarsi e il proliferare delle mafie attirate dai grandi profitti
realizzabili producendo e smerciando su scala mondiale un prodotto a
larghissima richiesta.
In un regime proibizionista i rischi connessi al consumo di sostanze crescono
vertiginosamente e vanno ben oltre ai pericoli connessi alla sostanza in sé, per esempio
l’impossibilità di sapere la concentrazione reale della sostanza che si crede di assumere ed
il tipo di sostanze con le con le quali è stata tagliata.
Molti non pensano al fatto che la merce droga sia una merce speciale, non una merce
come tutte le altre, perché se un’automobile è sempre un’automobile dal produttore fino
al consumatore, un chilo di eroina, grazie alla magia del proibizionismo, dall’Afganistan
all’Italia diventa venti chili.
Una situazione che diventa giorno dopo giorno sempre più insostenibile,a causa di un
proibizionismo che va ad alimentare, piuttosto che risolvere, le problematiche che
ufficialmente dichiara di voler contrastare.
Il superamento del proibizionismo non viene visto solo come possibile, ma è diventato
indispensabile. Una riflessione sincera di tutti, insieme alla sperimentazione di pratiche di
riduzione del danno, ispirate ad una cultura del consumo critico e consapevole e fondate
sull’informazione, possano concretamente superare le problematiche attuali connesse al
consumo di sostanze ed evitare tante morti, principalmente causate dalla clandestinità in
cui il proibizionismo costringe ad agire.
Non c’è mai stata questa possibilità, ad un rischio ipotetico proveniente da una
eventuale legalizzazione, sono stati preferiti i fallimenti concreti e tangibili
della repressione.
Le organizzazioni criminali non possono vincere “definitivamente” per la semplice ragione
che quello che fanno è illegale. E non è vero che non si possono abbattere: Miami, fino a
qualche anno fa una delle capitali mondiale della droga, è stata ripulita. Palermo no.
Dove ci sono riusciti hanno utilizzato magistratura e polizia. Solo che dietro queste c’era
uno Stato, un’autorità politica, che aveva deciso di fare il deserto intorno alla criminalità.
Una classe politica che ha saputo convincere tutti, dal primo magistrato all’ultimo
poliziotto, che quello che si voleva era appunto l’eliminazione dei racket mafiosi.
In Italia non esiste questa ferrea determinazione; è evidente che finora si sia
sottovalutata la forza della Mafia. Non si tratta di quella che si vede al cinema:
quattro vecchi con gli occhiali scuri e la lobbia in testa. Si tratta di una delle più
grandi organizzazioni criminali del mondo. Forte, spietata e ricchissima.
Tipi di Droghe.
All’inizio venivano usate come antidolorifici negli ospedali, poi furono abolite perché i
ragazzi ne facevano abuso, ma ancora prima venivano usate dagli antichi storici per
restare svegli tutta la notte facendo guardia ai villaggi.
Le droghe si dividono in droghe leggere e in droghe pesanti, come droghe leggere
possiamo prendere per esempio la marijuana,ricavata dalla canapa indiana. Essa viene
definita leggera perché non sono state trovate delle sostanze che danneggiano
gravemente il sistema nervoso. Una droga pesante è la cocaina perché danneggia
gravemente il sistema nervoso, anche se è presa in piccole dosi provoca la morte
soprattutto ai soggetti asmatici o che soffrono di cardiopatia. L’uso di queste droghe è
illegale. La canapa indiana è una delle prime droghe che i ragazzi usano anche se la
coltivazione di questa pianta è illegale. Alcuni effetti della canapa indiana dipendono da
vari fattori: se fumata o ingerita,i contenuti di THC, lo stato psichico del consumatore, le
condizioni del consumo.
COCAINA.
La cocaina crea una forte dipendenza psicofisica e può arrecare gravi danni
neurofisiologici, talora anche con esito fatale. La cocaina, una polvere cristallina bianca
dal sapore amaro. Viene usata in medicina per indurre anestesia locale nella chirurgia del
naso e della gola e per provocare vasocostrizioni e ridurre l’ emorragia durante gli
interventi chirurgici. L’abuso,aumentato considerevolmente verso la fine degli anni
70,può causare gravi problemi psicologici e fisiologici. Negli anni 80 è comparsa una
forma di cocaina, chiamata “crack”, che crea fortissima dipendenza. Negli adulti, le
anfetamine aumentano la vigilanza,migliorano l’umore e diminuiscono l’affaticamento e il
bisogno di sonno; spesso,tuttavia,rendono chi le assume irritabile ed eccessivamente
loquace. Sia la cocaina che l’anfetamina,dopo un prolungato uso quotidiano,possono
provocare sintomi psicotici simili a quelli della schizofrenia acuta.
L’ECSTASY.
L’ecstasy dà a chi le assume una grande sensazione di benessere,di disponibilità
affettiva,un forte aumento di energie,talvolta,allucinazioni. I suoi effetti collaterali possono
essere disidratazione,perdita di peso,di controllo e della memoria a lungo termine.
LSD.
LSD,sostanza stupefacente estratta dalla segale cornuta,, una muffa parassita della segale
è fatta divenire sintetica in Svizzera nel 1938. Quando si assume questa sostanza per un
certo periodo di tempo si prova una serie di sensazioni di alterazioni della percezione,ansia
e momenti di inebriatezza. L’effetto di LSD ha l’assunzione a ripercussioni sull’organismo
portando capogiri,l’alterazione della percezione del tempo e dello spazio,perdita
dell’autocontrollo,panico e oppressione. L’LSD ha effetti anche sul fisico provocando
sonnolenza,tremolii e nausee. Essa appartiene al gruppo di stupefacenti definiti
allucinogeni,o droghe psichedeliche, per la loro capacità di suscitare allucinazioni. L’LSD
viene preparata in compresse o in gocce. L’uso di LSD può portare paranoia acuta, può
portare a comportamenti socialmente pericolosi o addirittura al suicidio. I suoi potenti
effetti portano all’alterazione celebrale. In alcuni ambienti artistici,tra il 1960-1970 l’LSD
era usato per potenziare la propria creatività e raggiungere stati di alterata coscienza.
L’LSD era usato come farmaco contro l’autismo e psicoterapia. Esso è ritenuto illegale nei
paesi occidentali.
LA MORFINA.
Per le sue proprietà narcotici-stupefacenti provoca grave dipendenza, la dipendenza si
instaura dopo un periodo che va da 1 a 2 settimane di uso, ma per alcuni soggetti
possono bastare poche dosi per creare dipendenza psicologica. Le prime somministrazioni
di morfina, e della più potente eroina, provocano uno stato ansioso accompagnato da
malessere,nausea,vomito. L’effetto è comunque soggettivo e in parte dipende dalla
modalità di assunzione dalla situazione psicologica e dall’autosuggestione. Superate le
prime assunzioni la morfina può produrre una sensazione di euforia e benessere fisico. Se
la droga è iniettata per via endovenosa o intramuscolare si avverte il cosiddetto flash: una
sensazione brevissima di intenso piacere che sale dall’addome alla testa . Con il tempo ed
il ripetersi delle assunzione l’organismo sviluppa sia dipendenza sia assuefazione agli
effetti. All’inizio del consumo della morfina è facile mantenere una vita normale, ma
poco a poco oltre a quella psicologica si istaura la dipendenza fisica, per cui diventa
sempre più difficile staccarsi dalla sostanza e inizia a svilupparsi il bisogno di assumere
in continuazione a qualsiasi costo, con effetti devastanti sulla socialità e sulla salute
mentale.
Effetti collaterali: Miosi (pupille a spillo);Ipotermia con sudori freddi convulsioni;Diuresi
ridotta;Nausea e vomito;Disturbo del sonno;Morte per avvelenamento,infarto;
intossicazione cronica.
L’uso cronico induce uno stato di intossicazione che fisicamente si manifesta con pelle
secca,sudorazioni facile dimagrimento progressivo,problemi cardiaci ed inoltre si possono
riscontrare lesioni al cervello e al sistema nervoso centrale e periferico. Dal punto di vista
comportamentale e psichico il soggetto è ansioso,irrequieto a scarso appetito,la memoria e
l’attenzione si indeboliscono,possono comparire allucinazioni,psicosi e tendenze suicide.
Inoltre l’usare siringhe non sterili e già usate da altri,il diluire dosi con acqua non pura e a
volte il praticarsi iniezioni attraverso i vestiti determina un’altissima incidenza di ADS e di
epatite B-C. Anche se l’organismo si abitua gradualmente alla morfina, può accadere che
la dose assunta sia troppo elevata, inducendo uno stato di intossicazione acuta che è
mortale se non viene curato immediatamente. (Overdose).
EROINA.
Come l’oppio e la morfina anche l’eroina deriva dal papavero. Si presenta come una
polvere bianca o marrone spesso granulosa. L’assunzione di eroina avviene per lo più per
via inalatoria o per via endovenosa. L’overdose, sindrome da soppraddosaggio è la causa
più diretta di morte per l’uso di eroina si manifesta associando eroina ad alcool o psicofarmaci,ma anche per concentrazioni di eroina utilizzate normalmente.
IL TRIP.
I primi effetti si manifestano dopo 30 minuti e sono: mal Di testa, euforia,
disorientamento, esprimersi con difficoltà. Ogni persona che ne fa uso prova sensazioni
diverse a seconda di quanto trip ingerisce. Dopo 4 ore gli effetti diminuiscono e si torna
quasi allo stato di normalità. II trip può continuare a far male, un altro effetto è l' insonnia
perché non si riesce a dormire per oltre 12 ore. Anche questo dipende dalle quantità
ingerite.
KETAMINA o Special K, KETA, Vitamina K ecc.
La ketamina è un potente anestetico usato in veterinaria.Si trova sottoforma di polvere o
liquido, provoca il blocco delle vie nervose, e se assunto in dosi inferiori a quelle che
richiede come anestetico, provoca un potente effetto psichedelico.
ICE. (metanfetamine)
La metanfetamina è uno stimolante molto forte del sistema nervoso centrale ed è una
droga che attiva fortemente determinati sistemi al cervello. Col tempo la metanfetamina
sembra causare livelli ridotti di dopamina che possono provocare i sintomi come quelli
della malattia di Parkinson, un disordine severo del movimento. Appartiene alle droghe di
sintesi chimica e ricorda, per il suo aspetto, il sale da cucina. Può essere sciolta in bevande
alcoliche o fumata in crack. Questa sostanza tende ad alzare al massimo il livello di
attenzione e abbassare i freni inibitori. Viene anche detta droga da videogame in quanto
spesso viene usata in queste situazioni. Letteralmente significa ghiaccio. In America è
arrivata negli ultimi anni 80’ e la considerano già la droga del futuro. E’ un fortissimo
stimolante del sistema nervoso che fa sentire eccitati ed euforici, quasi invulnerabili e i
suoi effetti durano dalle 8 alle 24 ore. Scatena aggressività allucinazione, depressione e
porta disturbi renali, è facile diventarne dipendenti.
POPPER.
È una sostanza arrivata recentemente sotto forma di fialette che vengono inalate. Causa
un afflusso maggiore di sangue al cervello, la dilatazione delle pupille ed il rilassamento
della muscolatura. Il popper sale immediatamente al cervello e l’ effetto sull’ organismo si
manifesta dopo pochi secondi. Chi lo assume ha una sensazione di rilassamento ed euforia
che può seguire a cefalea e vertigine. Porta alla perdita di coscienza, dolori di testa,
nausea e attacchi di cuore. Se assunto costantemente può danneggiare cuore e funzioni
celebrali. Qualcuno lo usa anche come droga per la stimolazione sessuale, prolungamento
dell’orgasmo e anche distorsione delle percezioni. Gli effetti negativi sono: nausea, vomito,
mal di testa e gonfiore al naso, se inghiottito o fumato è particolarmente pericoloso perché
può uccidere ed è infiammabile.
MARIJUANA
La cannabis è una sostanza che solitamente si fuma, ma può essere anche ingerita sia in
abbinamento con dei cibi, sia sotto forma di infuso (the). Gli effetti ricercati sono
l'aumento delle percezioni sensoriali, la dilatazione del tempo trascorso che variano a
seconda delle modalità di assunzione, raggiungendo l'apice nell'arco di un'ora. La cannabis
provoca una intensificazione della percezione dei rapporti con gli altri: maggiore solidarietà
in un gruppo nel quale ci si sente bene, paranoia se si sta con gente che già non piaceva
prima. In oltre ha un effetto disintegrante nei rapporti formali e gerarchici che vengono
mal sopportati. Sebbene non sia stata dimostrata con certezza l'esistenza di una sindrome
demotivazionale, è però vero che si rischia di non valorizzare o non gustare la vita da
"regolari" e di cercare di vivere I momenti ricreativi sempre " fumati", in particolar modo
se si appartiene ad un gruppo in cui si fuma spesso. Gli effetti sull'apparato respiratorio
sono paragonabili a quelli causati dal tabacco; il sistema immunitario risulta essere
depresso e a dosi elevate si possono verificare effetti spiacevoli e indesiderati come manie
di persecuzione o piccole paranoie. Si possono avere tachicardia, mal di testa o senso di
pesantezza. Queste sostanze, pur rientrando fra le droghe così dette "leggere" hanno
comunque bisogno di alcune attenzioni. Dosi elevate aumentano il rischio di effetti negativi
come la sindrome detta "collasso": si diventa pallidi, si hanno sudori freddi, capogiri e
nausea.
L'INDAGINE CIRM SULLE DROGHE SINTETICHE.
La Fipe ( Federazione italiana pubblici esercizi) ha incaricato CIRM ( Consorzio italiano per
la ricerca in medicina) di svolgere un'indagine che serva a focalizzare il problema almeno
per quanto riguarda il mondo dei giovani cioè di quell'area sociale che potrebbe diventare,
da qui a poco, il prossimo "bersaglio" delle organizzazioni criminali.
Un giovane su quattro ha fumato "spinelli" anche se spesso solo per il gusto di sentire
cosa si provasse, sette giovani su dieci di quelli che hanno dichiarato di prendere droghe
sintetiche lo hanno fatto per verificare di persona gli effetti che esse producono
soprattutto dopo il tam tam fatto dai mass media su questo genere di droga ma solo il
17% ha poi continuato a farne uso, cinque su dieci sono convinti che sia facile il
passaggio dalle droghe sintetiche a droghe più pesanti. Il 49% ha saputo, nelle
discoteche, che circolavano questo genere di pastiglie, il 27% a scuola, il 20% in un pub
o in un qualsiasi locale di ritrovo, il 10% in una festa privata. Il 72% dei giovani
intervistati si dichiara, infine, convinto che il problema droga, rispetto a cinque anni fa, è
diventato più grave ed emergente.
Sono queste le indicazioni più significative emerse dal sondaggio condotto da Cirm per
conto di Fipe sul problema del rapporto tra droga e giovani in Italia. ha riguardato un
campione nazionale di 615 persone tra i 15 e i 40 anni e ha messo in risalto altri tre
elementi di indubbio interesse.
1. La popolazione maschile fa più uso di droga rispetto a quella femminile.
2. Spinelli e cocaina sono i prodotti preferiti dalle persone più "mature", dai 31 ai 40
anni.
3. Le droghe sintetiche oltre che la cocaina appaiono, invece, i prodotti che i più
giovani prediligono.
I minorenni intervistati, compresi nella fascia di età tra i 15 e i 17 anni, hanno preferito,
su questa specifica domanda, fare invece sempre "muro" negando di aver mai provato né
l’ecstasy né altre droghe sintetiche né in discoteca, né a scuola né altrove. Ed è
significativo oltre che paradossale il fatto che , nei due giorni in cui è stata effettuata la
ricerca e cioè nel pieno della polemica sulle droghe sintetiche, il 67% degli intervistati
abbiano dichiarato di essersi avvicinati a questo tipo di droga per poterne verificare di
persona gli effetti mentre il 25% ci è arrivato perché gli amici del gruppo già ne facevano
uso. E dopo aver provato la prima volta questo tipo di droga, dice la ricerca Cirm, quattro
giovani su dieci hanno continuato a farne uso. I maschi (51%) più delle femmine (25%).
C’è, nei giovani, la consapevolezza dichiarata che prendere una pasticca oggi può voler
dire arrivare domani a droghe più pesanti. Il 44% degli intervistati ha dichiarato che ciò
avviene spesso o quasi sempre. La pasticca di ecstasy rischia di trasformarsi così in una
specie di rito di iniziazione gravido di conseguenze. E ancora sulle droghe sintetiche: il
58% ha dichiarato di averle provate una sola volta, il 25% di aver continuato ancora un
po’ ma poi di avere smesso, il 17% di continuarne normalmente l’uso. Paradosso dei
paradossi: i giovani intervistati sono ben consci del pericolo rappresentato dall’uso di
droghe sintetiche, sia il campione nel suo complesso (97%) che proprio coloro che hanno
apertamente dichiarato di farne uso (100%). Evidentemente il contesto in cui i giovani si
muovono e agiscono sono tali da abbattere le barriere della logica e della razionalità: la
voglia di sperimentare una cosa nuova e che può far fare loro un salto di qualità,
l’influenza del gruppo, un modo per combattere la noia e la depressione, ecc. L’indagine si
addentra quindi sul "dove" c’è maggiore disponibilità di sostanze stupefacenti e , in
particolare, di droghe sintetiche. Le risposte dei giovani inducono ad altri tipi di riflessione:
se è vero, infatti, che il 49% degli intervistati ha risposto "in discoteca", è anche vero che
il 27% ha risposto " a scuola", il 20% in un pub o in un qualsiasi pubblico locale, il 10%
in feste private. Il che significa che il fenomeno è "spalmato" oggi su tutte le strutture a
cui maggiormente accedono i giovani, nessuno escluso. E’ questo un altro elemento su cui
riflettere. Non basta mettere nel mirino le discoteche quando ci sono le prove che ogni
genere di droga, anche quella sintetica, è diffusa anche in altri luoghi che quindi vanno
presidiati in modo altrettanto energico. E l’indagine conferma ciò che i rapporti
dell’Interpool dicono già da tempo e cioè che la droga si sta diffondendo sempre di più e
sta invadendo strutture e aree sociali che prima, rispetto a quelli tradizionali battuti dalla
criminalità (prostituzione, locali notturni, spaccio nei quartieri periferici delle grandi aree
metropolitane, ecc.), sembravano solo marginali. Non a caso sette intervistati su dieci, il
72%, hanno dichiarato che la diffusione della droga sembra loro, rispetto a cinque anni
fa, "in netto aumento" mentre il 23% ritiene che la diffusione sia rimasta eguale e solo il
3% pensa che si sia anzi contratta. Le più spaventate per questo fenomeno sono le
donne (78%), i minorenni (79%) e gli abitanti del Mezzogiorno, Isole comprese (82%)
più di quelli che vivono nelle regioni del centro o del Nord. Lo strumento più efficace, per
arrestare questo fenomeno , secondo il 40% degli intervistati soprattutto maggiorenni è
una "maggiore prevenzione ed educazione" da parte delle strutture sociali. I minorenni,
invece, ritengono che la soluzione più efficace sarebbe quella di "aggravare le pene per il
traffico di sostanze stupefacenti". Solo l’11% - e anche questo è un dato rilevante - si è
dichiarato favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere. Ma chi dovrebbe avere
maggiormente la responsabilità di questa azione preventiva e chi dovrebbe avere l’onere di
dare alle nuove generazioni risposte efficaci per combattere e risolvere i problemi legati
alle sostanze stupefacenti? Il 41% sostiene che questo compito spetta allo Stato, il 24%
alla famiglia , l’11% alla scuola, il 6% ai mass media. Solo l’1% degli intervistati
sostiene, invece, che anche la Chiesa cattolica dovrebbe avere un ruolo primario in questo
tipo di azione. Dal territorio sul problema droga non sono venute risposte sempre uniformi.
Sono i giovani del Nord Ovest a consumare più droghe leggere (39% contro il 22% del
Nord Est e il 28%del Centro), mentre l’uso di cocaina tra i giovani sembra più diffuso nel
Nord Est e nel Centro. Le droghe sintetiche hanno un utilizzo eguale al Nord e più spiccato
al Centro. E perché ha preso una pasticca di ecstasy? Perché la prendevano i miei amici ha
dichiarato il 33%dei giovani del Nord Ovest, il 50%del Nord Est e il 50% del Centro. E
alla domanda "perché voleva verificarne di persona gli effetti" hanno risposto
positivamente il 67% dei giovani del Nord Ovest, il 50% di quelli del Nord Est e
addirittura il 75% dei giovani delle regioni Centrali e il 100% dei giovani siciliani. E non
perché costava di meno di altre droghe? Un no secco è arrivato da parte della totalità degli
intervistati. Altro dato di qualche rilievo: il 50% dei giovani intervistati in Veneto e nelle
altre regioni del Nord Est ha dichiarato di aver continuato, dopo la prima esperienza, a
consumare abitualmente droghe sintetiche. Il 27% dei giovani appartenenti alle stesse
regioni è anche convinto che il passaggio dalle droghe sintetiche a quelle forti sia piuttosto
breve. Per quanto riguarda le aree di maggiore diffusione delle droghe anche i dati che
provengono dalle varie regioni sono indicativi. L’hanno vista circolare nelle scuole il 25%
dei giovani lombardi e liguri, il 18% dei veneti e il 23% di quelli che vivono nel
Mezzogiorno. Ha dichiarato di sapere che circolavano, invece, nelle discoteche il 43% dei
giovani del Nord Ovest, il 24% di quelli del Nord Est, il 35% di quelli del Centro, il 32%
di quelli del Sud, una media alta che non può non far riflettere. La maggior parte dei
giovani, infine, è convinta che il fenomeno droga si stia aggravando. Lo dichiarano il 60%
dei giovani che vivono anche a Milano, il 68% dei veneti e più dell’80% dei giovani del
Mezzogiorno.
Tre i punti che possono sintetizzare i risultati di questa ricerca:
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Bisogna fare molta attenzione a quando si parla di droga e soprattutto a come se
ne parla. La mitologia e un’amplificazione eccessiva e mal impostata di questi temi
possono, in molti casi, sortire l’effetto opposto cioè quello di "avvicinare" i giovani a
nuove esperienze. Per non parlare del ruolo condizionante giocato dal gruppo di
appartenenza.
Se la discoteca appare oggi come il luogo in cui maggiormente circolano le droghe
sintetiche non è affatto tranquillizzante il fatto che uno studente su quattro abbia
dichiarato che fenomeni del genere sono assai diffusi anche nell’ambiente
scolastico.
C’è una diffusa percezione che il passaggio dalle droghe sintetiche a quelle pesanti
sia stretto e veloce.
Paola Boscarino.
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MAFIA- DROGA.viviana