\\\\\\\\\ .+ Parrocchia S. Ambrogio – RIVALTA – tel/fax 0522.560116 E.mail: [email protected] SITO: Parrocchia S. Ambrogio di Rivalta RE S Notiziario Parrocchiale 29 giugno 2014 958/27 CALENDARIO DELLA SETTIMANA 6 Domenica 14^ Tempo Ordinario 11.00 LA PAROLA DI DIO: (Lit. Ore 2^ settimana) Zc 9,9-10 Sal 144 Rm 8,9.11-13 Mt 11,25-30 Messa (Una fam. in ringraziamento alla Madonna; def. fam. Liotta e Rapisarda) Messa (Gabriele Zaccaro; Teresa) 19.00 Vespri 7 20.30 LUNEDI’ Messa (Maria viv.) 20.45 21.00 Rosario nella Casetta di legno al Peep Rosario nel Quartiere di via Pascal 8 20.30 9 20.30 10 MARTEDI’ ss. Aquila e Priscilla; s. Adriano Messa (Ivano, Vitaliano e Pina; Umberto Giansoldati) MERCOLEDI’ b. Giovanna Scopelli Messa () GIOVEDI’……….ss. Rufina e Seconda 8.00 s. Claudio 19.30 Adorazione Eucaristica 20.30 11 20.30 12 19.00 Messa (def. fam. Lasagni) VENERDI’ s. Benedetto patrono d’Europa Messa () SABATO s. Fortunato Messa () 13 Domenica 15^ 15^ del Tempo Ordinario 8.00 11.00 LA PAROLA DI DIO: (Lit. Ore 3^ settimana) Is 55,10-11 Sal 64 Rm 8,18-23 Mt 13,1-23 Messa (def. fam. Gualtieri e Ligabue; Casini Mario; Cesare e Elma) Messa (def. fam. Chiesa e Mantovani; Enrico e Pierina) 19.00 Vespri Da: Associazione "Amici del banco alimentare di Reggio Emilia" Rendiconto sull'ultima colletta straordinaria di Sabato 14 Giugno che su Reggio ha prodotto un risultato di 40 tonnellate, molto importante viste le condizioni in cui è stato organizzata e il periodo dell'anno. Questo cibo verrà distribuito, insieme a quanto raccolto in Regione, agli enti associati. La colletta straordinaria si è resa indispensabile visto l'interruzione del precedente piano di sostegno europeo e il ritardo, in particolare dell'Italia, sull'attivazione del nuovo progetto. Mont Saint Michel: in comunione con don Luigi e gruppo rivaltesi Venite a me, stanchi e oppressi Quanto è rasserenante la Parola che ci viene annunciata oggi. Chi di noi non si sente, almeno a volte, stanco oppure oppresso da qualche obbligo imposto dagli altri o dalla vita? Chi di noi non si sente, almeno a volte, piccolo, impotente o ignorante? Chi di noi non ha bisogno di ristoro, soprattutto se offerto dalla dolcezza di un cuore mite? Il profeta Zaccaria preannuncia la novità di un re che ridona al popolo pace e giustizia; un re che non pretende la riverenza e la gloria, a scapito dei suoi sudditi, ma gli è sufficiente cavalcare un asino per muoversi con dignità; un re che estende la sua salvezza fino ai confini della terra, raggiungendo ogni uomo e considerandolo figlio dello stesso Dio. Tutti i popoli vorrebbero incontrare una guida così positiva. Per noi quella guida è Gesù, che continua a stupire la sua gente quando perfeziona e rimuove il giogo (=il peso faticoso) della Legge e dei precetti che la concretizzano. Ai suoi tempi ci sono interpretazioni eccessive e poco umane, ma soprattutto Gesù insiste per preservare lo spirito della Legge, cioè l’amore e l’equità. Così il peso da portare risulterà leggero, perché nato da dentro, dall’empatia che proviamo per gli altri, fratelli come noi. Gesù non è soltanto un maestro di belle parole, ma il primo della fila, colui che vive la mitezza e l’umiltà, non ha paura della stanchezza e delle persecuzioni e fugge le tentazioni di orgoglio e superbia. Considera tutto, infatti, come dono del Padre. È un’altra prospettiva umanamente rasserenante: non siamo noi a scegliere il dono e nessuno può giudicarci per le nostre doti. Tutti possiamo raggiungere la pienezza e la santità senza essere i primi; perfino... gli ultimi! Per questo possiamo dire pure noi: “Grazie, o Dio!”. STANCO Stanco. Sfinito. Le dita si trascinano lentamente sulla tastiera. Ci facciamo compagnia, Signore. Tu lì davanti. Tu nell’aria che circonda le mie dita. Nel silenzio che è questa volta Presenza. Sei a un passo dalla mia mente, che lascia scorrere immagini e pensieri mentre da custode invisibile sorridi sornione, vigili da lontano mentre il tuo cuore è così vicino. Vicino a tutti coloro che accarezzano la vita, mentre corre sfuggente nel divenire del tempo. Un attimo di incontro, un attimo di consapevolezza, un attimo di fiducia. Un momento per sé, per stringere come un bimbo col suo orsacchiotto una fonte certa di speranza, che diventa totalità. Poi, ricomincerà il dubbio, la routine, la rincorsa. Fino a quando quell’Incontro sarà il motore, l’energia, la Presenza. Che io voglia oppure no. Oltre la barriera della morte. Libri biblici di riferimento per l’anno pastorale 2014-15 Come da tradizione, anche per il prossimo anno, la nostra Diocesi ha scelto come testo biblico che possa accompagnarci nella preghiera, nell’attività pastorale e missionaria, le Lettere Paoline agli Efesini e ai Colossesi. Due lettere “sorelle” che sottolineano l’importanza dell’essere radicati in Cristo, principio e pienezza di tutte le cose. Questo perché, dopo aver riflettuto sulla fede personale (il ‘ciclo’ di Abramo) ed ecclesiale (gli Atti degli Apostoli), dinanzi ai diversi cambiamenti che stiamo vivendo, si è avvertita per la nostra Chiesa, l’esigenza di sostare ancora su ciò che è essenziale. Il 29 giugno sono state comunicate le nuove destinazioni pastorali di un quarantina di sacerdoti che hanno interessato tutte le zone del territorio diocesano. Gli avvicendamenti comunicati rappresentano quasi la totalità delle nomine. È probabile che durante l’estate si attuerà qualche altro movimento che oggi come oggi i tempi non sono maturi. A fine agosto il quadro sarà completo. Questo perché la previsione tra un decennio la presenza in diocesi di parroci permetterà di provvedere a non più di 70 “poli” pastorali Con Rolando da Papa Francesco A Roma il 9 e 10 settembre Pellegrinaggio diocesano di ringraziamento per il dono della beatificazione del seminarista martire della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, Rolando Rivi, avvenuta a Modena il 5 ottobre 2013 IL BEATO MARTIRE Rolando Maria Rivi nacque il 7 gennaio 1931 a San Valentino di Castellarano, per la sua appartenenza al Signore ha saputo morire pregando e che ha vissuto con gioia e determinazione la sua breve vita di cristiano, dentro la storia di quell’epoca era il venerdì 13 aprile 1945. 9 settembre ORE 6.30 • Partenza da Reggio Emilia ORE 7 • Partenza da Modena (Centro Famiglia di Nazareth) Sosta in autostrada Pranzo libero ORE 17 • Arrivo a Roma – Basilica di San Pietro, Santa Messa in memoria del Beato Rolando Rivi Martire Sistemazione in albergo, cena e pernottamento 10 settembre ORE 7 • Appuntamento in Piazza San Pietro per partecipare all’Udienza Generale con Papa Francesco ORE 10 • Inizio dell’Udienza Al termine dell’Udienza una delegazione dei pellegrini guidata dall’Arcivescovo di Modena, S. E. Mons. Antonio Lanfranchi, dal Vescovo di Reggio Emilia, S. E. Mons. Massimo Camisasca, dall’Arcivescovo di Ferrara, S. E. Mons. Luigi Negri, presidente del Comitato Amici di Rolando Rivi, consegnerà in dono al Santo Padre un reliquiario con una reliquia del Beato Rolando Rivi Martire. Pranzo libero ORE 15.30 • Conclusione del pellegrinaggio nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura, dove sarà celebrata la Santa Messa. ORE 23 circa • Rientro a Modena (Centro Famiglia di Nazareth) ORE 23.30 circa • Rientro a Reggio Emilia Informazioni tecniche: Le iscrizioni si raccolgono entro il 31 luglio 2014. Per chi parte da Modena, tel. 059.2133863 mail: [email protected]. Per chi parte da Reggio Emilia: presso l’Azione Cattolica di Reggio Emilia, tel. 0522.437773 mail: [email protected]. La quota di partecipazione è di euro 150,00 e comprende viaggio in pullman Gran Turismo, cena, pernottamento in hotel a Roma, prima colazione. La caparra, da versare entro il 31 luglio 2014, è di euro 75,00. La XIV Domenica Tempo Ordinario (Anno A) Ti lodo, perché hai rivelato queste cose ai piccoli Mai, come ai nostri giorni, vi è la tendenza a seminare errori, dubbi, addirittura, mai come oggi, si insinuano ‘cattiverie’ nel quotidiano della vita di ciascuno, nella famiglia, nella società al punto di soffocare a volte anche la voglia di vivere. Basta renderci conto di quanto, a volte, avviene in internet, al punto da dover perseguire il reato di calunnia, anche in questo ambito. Non c’è quasi modo di difendersi da tutto ciò che radio, televisione e riviste sfornano ogni giorno, spesso suadenti o sottili insinuazioni che tendono a sgretolare ogni verità e dignità. È davvero necessario, ovunque, a cominciare dall’ambiente familiare, riportare quel clima di rispetto e serenità, che davvero dilata l’anima e fa gustare la vita. È vero, non si può fare finta di niente e affermare che non c’è nulla di male: bisognerebbe essere ciechi davvero per non vedere il male che ci circonda! Ha ragione oggi Gesù, che ci chiede di diventare ‘piccoli’, nel senso di ritrovare dell’amore il bello e il buono, affinchè il Padre stesso possa ‘rivelarsi’ a noi. Commuove sentire Gesù che afferma: “Ti rendo lode, Padre, Signore del Cielo e della terra, perché hai nascoste queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo”. (Mt. 11, 25-27) E’ in queste parole di Gesù, che cogliamo il segreto delle persone ‘sante’: uomini e donne, che hanno l’animo ‘dei piccoli’, ossia tanto umili da lasciare il cuore sgombro da ogni desiderio di grandezza o di potere, di falsa superiorità, di arroganza, che sono solo il frutto della superbia. La vita non è uno scherzo. È una grande responsabilità donataci da Dio. Verrà il giorno in cui dovremo rispondere a Lui di quale posto ha avuto nella nostra esistenza o di quali cose hanno preso il Suo posto. ‘Essere piccoli’, agli occhi di Dio, è proprio la garanzia per poter dare il giusto posto a Lui nel nostro cuore e nella nostra vita. "Per essere grandi bisogna prima di tutto saper essere piccoli. L'umiltà è la base di ogni vera grandezza", ha twittato un giorno Papa Francesco. Nello stesso Vangelo di oggi c’è, subito dopo, un ‘gioiello del Cuore di Gesù’, che offre tanta serenità. ‘Venite a me, voi tutti che siete stanchi ed oppressi e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi ed imparate da me, che sono mite ed umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero’. (Mt. 11, 28-30) Un ‘gioiello’ che nuovamente si stacca dal nostro comune modo di pensare. Siamo infatti abituati, tante volte, ad avere esperienze di ‘spalle curve’ per la croce che ci accompagna nella vita, tutti, senza distinzioni. Per alcuni forse può sembrare una maledizione, che non ci si riesce a levar di dosso, pur cercando le più svariate vie per eliminarla: la via degli stupefacenti, che con il tempo si rivelano l’onda alta della morte, la via larga del divertimento a tutti i costi, che ci lascia solo svuotati nel cuore! Per altri, al contrario, la croce è il segno inconfondibile del prezzo che si versa per entrare nel clima dell’amore, che in quanto tale non può mai essere ‘egoistico’, ma, per sua natura divina, è dono di sé fino al sacrificio. Gesù, per tutto il tempo che visse tra noi, traversando così le vie della storia, vedendo l’uomo suo contemporaneo oppresso dalla nostra stessa ‘passione’- anche se questa cambia molte volte i nostri ruoli: carnefici o vittime – aveva sempre l’occhio e il cuore attento alle folle che Lo seguivano. Esse vedevano in Lui l’ultima sponda della speranza e, quindi, della felicità. Davanti a questa umanità in ricerca, tante volte ha espresso la Sua compassione profonda: una compassione mai superficiale sentimento, che lascia tutto come prima, ma totale condivisione! Anzi Gesù fa della passione dell’uomo la Sua stessa passione e morte, perché ognuno di noi, pur portando la necessaria croce, che è componente naturale di ogni vita che si affaccia su questa terra, faccia esperienza che sotto la sua croce, spalla a spalla, c’è Lui a portarla con noi. Ha scritto Papa Francesco: “Chi segue Cristo, riceve la vera pace, quella che solo Lui, e non il mondo, ci può dare. La pace passata attraverso l’amore più grande, quello della Croce. E’ la pace che Gesù Risorto donò ai discepoli quando apparve in mezzo a loro. Non è un sentimento sdolcinato. La pace di Cristo la trova chi “prende su di sé” il suo “giogo”, cioè il suo comandamento: Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato (cfr Gv 13,34; 15,12). E questo giogo non si può portare con arroganza, con presunzione, con superbia, ma solo si può portare con mitezza e umiltà di cuore.” Sorge in noi il profondo desiderio di dire. ‘GRAZIE!’, non per la croce in sé, che fa sempre male, ma perché, portata insieme, ci fa conoscere dal vero quanto Dio si prenda cura di noi e ci voglia bene. Così la croce che grava sulle nostre spalle diventa un modo di dire ‘sì’ a Chi ama senza limiti, sempre, Gesù, riscoperto anche nell’amore ai fratelli. Ricordiamo sempre che si vive qui una sola volta, che, ripeto, è una preparazione per lasciarsi salvare, diventando davvero figli del Padre. È là che dobbiamo indirizzare pensieri, affetti, azioni e fatti. Che Dio doni a tutti di ‘essere piccoli’, così da poter un giorno pronunciare le parole di Madre Teresa: “Quando le cose finite si dissolveranno e tutto sarà chiaro, che io possa essere stato il debole, ma costante riflesso del Tuo amore”. Antonio Riboldi – Vescovo Lotta al cancro, Papa Francesco ha scritto al professor Cavalieri: ecco la lettera di Pierluigi Ghiggini REGGIO EMILIA (2 LUGLIO 2014) - Quasi non ci sperava più, il professor Ercole Cavalieri, nella risposta di Papa Francesco. Invece è arrivata il 3 maggio dalla Segreteria di Stato vaticana, la risposta alla lettera che in gennaio lo scienziato originario di Campagnola Emilia e la sua collaboratrice storica, dottoressa Eleanor Rogan, avevano indirizzato al Santo Padre da Omaha, Nebraska, per denunciare “l’affare cancro” che muove una quantità sterminata di miliardi in tutto il mondo, e per invocare un sostegno alle loro ricerche in atto da decenni e che già hanno condotto a una certezza: le forme più diffuse di cancro trovano il più delle volte la medesima origine nel malfunzionamento del metabolismo degli ormoni estrogeni, ed esistono sostanze a basso costo, di cui tutti potrebbero beneficiare, per bloccare sul nascere il meccanismo di attivazione di questi tumori. Una lettera dai toni analoghi era stata indirizzata al presidente Barack Obama, ma questa non ha ancora ottenuto risposta. Si può dunque immaginare la gioia di Cavalieri e Rogan quando hanno aperto la busta su carta intestata della Segreteria di Stato e hanno letto la missiva con cui il Sostituto arcivescovo Angelo Becciu ha trasmesso l’incoraggiamento, l’interessamento e soprattutto le preghiere di Francesco. Il testo della lettera è pubblicato sul Giornale di Reggio in edicola questa settimana. «Sua Santità Papa Francesco – scrive il Sostituto - mi ha chiesto di ringraziarvi per la vostra lettera del 22 gennaio scorso che, insieme alla documentazione di accompagnamento, gli è stata trasmessa attraverso il Nunzio apostolico negli Stati Uniti. Sua Santità vi è grata per avere condiviso la vostra ricerca con lui e ha apprezzato la preoccupazione con cui gli avete scritto… Ho l’onore di trasmettervi le preghiere del Santo Padre con i migliori auguri per il vostro importante lavoro nel campo della ricerca e della prevenzione del cancro, e per i vostri sforzi nei confronti dei fratelli e delle sorelle bisognosi». Intanto la monografia scientifica su The Molecular Etiology and Prevention of Estrogen-Initiated Cancers, l’ultima firmata da Cavalieri e Rogan a coronamento di decenni di ricerche, saggi e conferenze scientifiche, è stata trasmessa al Pontificio Consiglio degli Operatori Sanitari per le “debite considerazioni”. In gennaio, mentre la monografia veniva pubblicata nella collana scientifica Molecular aspects of Medicine, Cavalieri e Rogan hanno scritto il loro appello al Pontefice, sintetizzando le loro scoperte nel campo della prevenzione dei tumori, in primis il cancro al seno, all’utero, alla prostata e il linfoma non-Hodgkin, ma denunciando nel contempo il taglio dei fondi alla ricerca sulla prevenzione. «A ogni livello ci sono persone di potere che non vogliono vedere ridimensionato l’affare cancro. Queste forze hanno ridotto le nostre possibilità di continuare questa ricerca vitale e d’implementare la prevenzione a basso costo per le popolazioni di tutto il mondo… Siamo riusciti a dimostrare fermamente che l’attivazione metabolica degli estrogeni può portare a derivati che reagiscono il Dna. Abbiamo dimostrato anche che il danno arrecato al Dna gioca un ruolo critico nell’iniziazione di molti tipi prevalenti di cancro… La prevenzione potrà essere realizzata usando specifici integratori che nel prossimo futuro saranno aggiunti al cibo». Da qui l’appello a Francesco perché “un gruppo di persone speciali” possano lavorare “con noi per implementare la prevenzione del cancro in tutto il mondo”. Ciò che si può dire oggi, è che il tema è più che mai all’ordine del giorno nella comunità medica e scientifica, come nelle grandi istituzioni internazionali. Gli studi pionieristici di Cavalieri, cominciati negli anni ‘60 quando il ricercatore partito da Campagnola scrisse al Nobel Kelvin Klein, che lo volle con sé a New York, hanno dato l’avvio a una mole impressionante di ricerche in tutto il mondo, specialmente in questi anni e soprattutto da quando Cavalieri e Rogan hanno individuato nel resveratrolo, molecola ricavata dall’uva e da altre piante, un agente decisivo nella prevenzione del cancro. I report scientifici ormai si contano a migliaia e proprio di recente hanno imboccato con decisione la strada indicata dallo scienziato italiano. Fra le più recenti va segnalata la pubblicazione dei risultati di una ricerca condotta da università e ospedali di Taiwan sul cancro al seno: un gruppo di undici ricercatori è giunto alle stesse conclusioni di Cavalieri e Rogan sul ruolo degli estrogeni nel cancro al seno, citando ampiamente i loro articoli. Ancora più di recente, parliamo di un paio di mesi fa, i ricercatori del TSRI- The Scripps Reasearch Institute dell’università della Florida hanno confermato le scoperte sul resveratrolo con uno studio rilanciato dai media di tutto il mondo. Il dottor Kendall Nettles e i suoi colleghi spiegano che il resveratrolo esercita una funzione di controllo della risposta infiammatoria del corpo “creando un legame con il recettore degli estrogeni, senza stimolare tuttavia la proliferazione cellulare estrogenica”. Ciò perchè il resveratrolo – sostiene lo studio di imminente pubblicazione su Life, pubblicazione scientifica sostenuta da Howard Huges Medical Institute, Max Planck Society e Wellcome Trust- «è un’efficace inibitore della proteina pre-infiammatoria interleuchina 6». Secondo Nettles e i sui colleghi, questa sostanza può costituire un modello per progettare nuovi farmaci, anche se si pone il problema di individuare nuove sostanze ancora più efficaci una volta assimilate dal corpo umano. Inoltre non si può trascurare la ricerca coordinata dal dottor Raffaele Frazzi, del laboratorio di Biologia Molecolare del Santa Maria Nuova, sull’efficacia del resveratrolo nel contrasto al linfoma non-Hodgkin. In realtà siamo di fronte a una vera e propria ondata di ricerche che potrebbe abbattere una volta per tutte il muro opposto alla prevenzione a basso costo. E infatti – dato che tacere e insabbiare non basta più – scattano le contromisure. Una di queste – a dimostrazione del conflitto culturale tra scienziati – è uno studio della Johns Hopkins University uscito da poco su Jama International Medicine. Esso tende a dimostrare la falsità della “leggenda” secondo cui alcuni alimenti contenti resveratrolo (in primo luogo il vino rosso) non fanno diminuire il rischio di morte e di malattie cardiache. Lo studio, compiuto fra il 1998 e il 2008 e basato su un campione di 783 persone residenti nel Chianti (dove si presume che il consumo di vino rosso sia elevato), conclude che il livello di resveratrolo non ha diminuito le probabilità di morte rispetto a chi nelle urine non aveva traccia di questa sostanza. La ricerca è stata presentata come smentita al “falso mito del resveratrolo”. Ma si è trascurato il fatto, forse volutamente, che i dosaggi del resveratrolo necessari per una risposta terapeutica, sono ben più elevati di un paio di bicchieri di “quello buono”. Per ottenerla, ciascuno di noi dovrebbe bere non meno di 140 bottiglie di vino rosso al giorno. Per contro non risulta che ai contadini del Chianti siano state date capsule di resveratrolo in dosaggi farmaceutici. Del resto, lo ha fatto notare Andrea Poli, direttore scientifico della Nutrion Foundation of Italy, sul Corriere della Sera: «La ricerca indica che il resveratrolo ai dosaggi ottenibili con un’alimentazione normale non è protettivo – ha chiarito – Andrebbe però studiato l’effetto di dosaggi farmacologici, superiori a quelli alimentari, che in vitro hanno mostrato effetti interessanti». E’ singolare tuttavia che la Johns Hopkins abbia investito le proprie risorse per una ricerca durata dieci anni sulle urine dei contadini del Chianti, mentre non si riesce ancora a trovare un finanziamento per sperimentare la sostanza sull’uomo, una volta per tutte, a dosaggi terapeutici. Intanto il resveratrolo spopola, ma a caro prezzo, nel business tutto francese della cosmetica anti-age. Ancora una volta prevale il dio denaro. E’ per questo che l’incoraggiamento e le preghiere di Papa Francesco sono, è il caso di dirlo, provvidenziali.