LO STANDARD INTERNAZIONALE “NON TESTATO SU ANIMALI” Le associazioni della Coalizione Europea contro la Vivisezione riconosceranno i prodotti definiti come “Non testati su animali” nel caso in cui le Società che li producono o li vendono: 1. Non conducano, commissionano e non abbiano parte in alcun test su animali ne’ ora ne’ in futuro 2. Non acquistino singoli ingredienti, formulazioni o prodotti da fornitori che hanno condotto, commissionato o avuto parte in test su animali dopo la data in cui è entrata in vigore la relativa politica della Società. Questo Standard comprende tutti i test per uso cosmetico con alcune ulteriori restrizioni (1). La Coalizione Europea contro la Vivisezione evidenzia che: - il 1° Gennaio 1998 era stato scelto come data limite nella Direttiva 93/35 dell’Unione Europea per vietare la vendita di cosmetici testati su animali. - la Commissione Europea ha posticipato la data al 30 giugno 2000 nonostante l’alto numero di Società che hanno approvato la praticità del termine del 1998 rifiutando i test su animali. - la data viene ulteriormente rimandata al giugno 2002 nonostante la validazione di tre test in vitro da poter utilizzare come alternativa agli animali, viene cancellato il divieto di commercializzazione ed introdotto quello di testare su animali il prodotto finito. - Nell’aprile 2001 il Parlamento si fa proponente di condizioni più garantiste nei confronti degli animali. - Il Consiglio dei Ministri, nel febbraio 2002, rigetta questa ipotesi. - Conclusione: bando di vendita entro sei anni dall’adozione della nuova direttiva di prodotti o sostanze se esistono metodi validati; bando dei test entro sei anni dall’adozione della nuova direttiva, eccetto alcune deroghe. La Coalizione Europea contro la Vivisezione invita tutte le Società cosmetiche ad adottare volontariamente il nostro Standard “Non testato su animali”. (1) La restrizione è derogata soltanto se l’ingrediente in questione è esplicitamente testato in base a requisiti di legge come la Direttiva Europea sulle sostanze pericolose, i test non sono condotti per valutare l’idoneità per prodotti cosmetici, e seguendo questi test l’ingrediente deve essere usato per altri scopi prima di essere usato in cosmetica. Comunque se l’ingrediente è testato per altri fini di legge oltre che cosmetici, ma è principalmente usato (50 % o più) dall’industria cosmetica non potrà essere riconosciuto da questo Standard. La regola del 50% è una specifica industriale considerata come una linea-guida. L’informazione sull’utilizzazione principale è ottenibile dal fornitore e da quanti direttamente coinvolti nella formulazione del prodotto. L’obiettivo è poter conoscere responsabilità di una Società quando ha il controllo o quando è coinvolta in test o ri – test su animali. DEFINIZIONI PER LO STANDARD “NON TESTATO SU ANIMALI” COSMETICO: Usiamo le definizioni della Direttiva 93/35: per “prodotto cosmetico” si intende “la sostanza o la preparazione destinata ad essere applicata sulle superfici esterne del corpo umano (epidermide, sistema pilifero e capelli, unghie, labbra, organi genitali esterni) oppure sui denti e sulle mucose della bocca allo scopo esclusivamente o prevalentemente di pulirli, profumarli, modificarne l’aspetto e/o correggere gli odori corporei e/o proteggerli o mantenerli in buono stato”. INGREDIENTE COSMETICO: Una singola sostanza o una combinazione di sostanze per un uso nel cosmetico, come appare o appaiono nella lista degli ingredienti. FORNITORI: Ogni produttore che fornisce qualsiasi ingrediente o combinazione di ingredienti, usati nella formulazione di prodotti cosmetici, in modo diretto o tramite agenti o altri produttori. TERZI: Qualsiasi azienda produca prodotti per conto di altre Società. ANIMALE: Come definito dalle leggi in maniera insufficiente, es: Direttiva CEE 86/609: Tutti i vertebrati viventi (diversi dall’uomo) ed Octopus vulgaris: 1. Mammiferi, uccelli e rettili, superato metà del periodo fra gestazione e periodo di incubazione. 2. Pesci ed Anfibi dal momento in cui diventano capaci di cibarsi indipendentemente. TEST SU ANIMALI: Un esperimento è definito dalla Direttiva CEE 86/609 (D. Lgs. 116/92 in Italia) come qualsiasi uso di un animale per sperimentazioni od altri scopi “scientifici” che possono causare loro dolore, sofferenza, angoscia o danni temporanei durevoli. I test e ri – test inclusi in questo Standard sono quelli condotti su ingredienti e prodotti principalmente per l’uso nell’industria cosmetica – prodotti per la casa e quelli condotti da organismi di controllo. LO STANDARD INTERNAZIONALE ED I FORNITORI DI MATERIE PRIME In passato, le aziende definite “Cruelty free” hanno operato con differenti criteri, creando una notevole confusione su quale fosse il più “puro”. Queste differenze di opinioni sono state particolarmente problematiche per quel che riguarda l’acquisto di ingredienti, dove è essenziale essere sicuri che nessun test su animali sia stato effettuato. Le sperimentazioni sui prodotti finiti sono oggi relativamente poco comuni; la maggior parte dei test sono condotti per lo sviluppo di nuovi ingredienti. Lo standard Internazionale “Non testato su animali” ha lo scopo di ridurre a zero il numero di animali usati per esperimenti di nuovi ingredienti mettendo sotto pressione i fornitori affinché vendano prodotti per cui non hanno condotto o commissionato test su animali. Lo Standard Internazionale procura un chiaro strumento alle aziende “Cruelty free” che saranno così in grado di adottare una posizione più forte ed unita contro la sperimentazione sugli animali degli ingredienti da parte dei fornitori. Al fine di aderire allo Standard Internazionale, una Società può solo usare un ingrediente o un prodotto una volta accertato che nessuna sperimentazione animale è stata condotta o commissionata a scopo cosmetico o per prodotti per la casa dall’insieme dei propri fornitori. Se un prodotto od un ingrediente sono stati ritenuti non idonei alle linee guida dello Standard, devono essere tolti dalla lista dei prodotti usati a meno che non si trovi una fornitura alternativa (non testata su animali). Se le materie prime o i prodotti sono venduti tramite terzi od agenti, questa politica va estesa ai produttori originari degli ingredienti utilizzati. Nel caso dei profumi lo Standard è applicato solo sui fornitori diretti. Le Società potranno così applicare una delle seguenti politiche di acquisto: 1. Ottenere un’assicurazione scritta che i loro fornitori non abbiano condotto o commissionato test su animali per nessuno degli ingredienti e dei prodotti da loro venduti dalla data specificata nel questionario della azienda. 2. Comprare tutti i loro ingredienti da fornitori che siano totalmente “Cruelty free”. Tali fornitori dovranno fornire alle aziende un’assicurazione scritta che non abbiano condotto o commissionato test su animali per nessuno degli ingredienti e dei prodotti da loro venduti dalla data specificata nel questionario della azienda. 3. Agire come fornitori loro stessi, producendo le loro materie prime come nel caso di alcune Società che producono solo prodotti interamente naturali. Tuttavia deve essere ottenuta un’assicurazione per ogni ingrediente aggiunto fornito da altri produttori come oli essenziali, stabilizzatori, conservanti o altri additivi. In ogni caso dove è richiesta un’assicurazione, è sufficiente per le aziende ottenere una singola dichiarazione da ogni fornitore in cui sia specificato ogni ingrediente fornito all’azienda. Un ingrediente cosmetico è chiaramente definito come ogni singola sostanza o insieme di sostanze destinate all’uso nei prodotti cosmetici, come appare nella lista di ingredienti sul prodotto finito. Le aziende che vendono materie prime devono essere in grado di fornire un’assicurazione su ogni prodotto chimico elencato negli ingredienti come appaiono sulla confezione del prodotto. Dove uno degli ingredienti elencati fosse una combinazione di ingredienti, i fornitori devono fornire un’assicurazione scritta che ne’ l’insieme ne’ i componenti di esso siano stati testai su animali in alcun momento della produzione. *Alle Società è richiesto di ottenere assicurazioni scritte in relazione al fatto che per tutti gli ingredienti acquistati non siano stati condotti o commissionati test su animali dai loro fornitori. Ciò include qualsiasi test effettuato allo scopo di soddisfare obblighi legali per scopi cosmetici. * Quando una Società acquista prodotti o materie prime tramite agenti o terzi l’assicurazione scritta va estesa ai fornitori diretti per includere tutta la catena di fornitura. Poiché virtualmente tutti gli ingredienti cosmetici nel passato sono stati sottoposti in qualche modo a sperimentazioni su animali, e non è possibile obbligare le aziende ad usare ingredienti che non siano mai stati testati su animali, le Società non saranno considerate responsabili per sperimentazioni condotte fuori dalla loro catena di fornitura su cui quindi non hanno controllo e da dove non traggono alcun beneficio. Lo scopo dello Standard è quello di eliminare i test futuri – in attesa degli effetti della Direttiva CE 2003/15- piuttosto che penalizzare le Società per quello che è successo nel passato. LE DOMANDE PIU’ COMUNI IN MERITO ALLO STANDARD D Cos’è lo Standard Internazionale? R Lo Standard Internazionale sul Non Testato su Animali è riconosciuto a livello internazionale per definire un prodotto cosmetico “Non Testato su Animali”. Lo Standard è stato ideato nel 1997 da una Coalizione Internazionale di associazioni animaliste di tutta Europa, la LAV per l’Italia, e degli Stati Uniti. D Perché è servito uno Standard Internazionale? R Fino a ieri, associazioni animaliste e aziende cosmetiche che dichiaravano di essere “Cruelty free” hanno operato seguendo diversi criteri creando una notevole confusione nel pubblico. Molte aziende hanno scritto sulle loro etichette frasi come: “Questo prodotto non è stato testato su animali”, mentre gli ingredienti usati lo erano. Test sui prodotti finiti sono poco praticati, a differenza dei test obbligatori per la produzione di nuove materie prime. Lo Standard Internazionale “Non Testato su Animali” mira a ridurre a zero il numero di animali impiegati nei test cosmetici mettendo sotto pressione i fornitori che dovranno vendere materie prime non testate su animali. Lo Standard Internazionale fornisce una chiara struttura dalla quale le industrie Cruelty free trarranno forza ed unità contro i test sulle materie prime. Questo progresso dovrebbe attenuare le controversie in merito a quale criterio sia il migliore e ci mette nella condizione di concentrarci sulle nostre vere priorità, ovvero la campagna contro le sperimentazioni animali con il supporto delle Società cosmetiche così riconosciute a livello internazionale. D Perché abbiamo abbandonato già dal 1997 la Regola dei 5 anni? R Con la regola dei 5 anni, le Società erano autorizzate ad usare ingredienti che erano stati testati su animali dai loro fornitori a patto che le sperimentazioni fossero state effettuate almeno 5 anni prima dell’acquisto. Questa regola è stata studiata originariamente per essere un incoraggiamento per le aziende a muoversi nella giusta direzione. Se tutte le compagnie avessero adottato la regola dei 5 anni, per i fornitori di materie prime sarebbe stato controproducente inventare ingredienti che non avrebbero avuto posto sul mercato per almeno 5 anni. Sfortunatamente il riscontro non è stato positivo ne’ da parte dei fornitori ne’ da parte dei produttori. Abbiamo pensato che fosse il momento di rivedere questo argomento tenendo conto dei punti di forza della regola dei 5 anni ed eliminando le sue debolezze. D Perché non abbiamo adottato il 1976 come data massima? R Con il tradizionale criterio della data massima, le compagnie si limitavano ad usare ingredienti sviluppati prima della Direttiva del 1976 che richiedeva sperimentazione su animali per tutti i nuovi ingredienti. Comunque, per richiedere alle compagnie di aderire al criterio del 1976, non è stato dato nessun incentivo. Sarebbe stato troppo dispendioso per qualsiasi Società riformulare tutte le loro linee di prodotti in modo da incontrare le esigenze del criterio 1976. Dobbiamo ricordare che le Società non hanno controllo sulle sperimentazioni condotte in passato, ma possono avere una forte influenza sul futuro. Tutte le Società che vogliono adottare lo Standard Internazionale devono essere compagnie che hanno incrementato la domanda di materie prime che non vengono testate su animali dai fornitori. E’ importante ricordare che l’efficacia di ogni politica dipende dal monitoraggio che ogni Società svolge sui suoi fornitori. Le Società che usano vecchi ed affermati ingredienti devono essere avvertite del fatto che i fornitori potrebbero ritestare queste sostanze su animali ed è quindi vitale il loro monitoraggio. Questa parte cruciale dello Standard Internazionale non fu inclusa nel criterio del 1976. Le associazioni animaliste sperano di promuovere le aziende “1976” come le compagnie pioniere di questa campagna che continueranno a sostenere e riconoscendo le Società che sono subentrate più tardi. D In cosa lo Standard Internazionale differisce da altri criteri? R L’uso del monitoraggio introdurrà il nuovo Standard e sarà uno dei suoi punti forza. Nonostante molte Società abbiano avuto un accordo verbale con i loro fornitori, l’introduzione di un’assicurazione annuale scritta, eserciterà una maggiore pressione sui fornitori per assicurare che lo Standard inizi ad essere rispettato. Questo verrà esteso a tutti i fornitori includendo terzi, filiali, come ai fornitori esclusivamente di materie prime. Le associazioni animaliste che si sono riunite sperano, una volta per tutte, di eliminare le controversie in merito a quale criterio sia il migliore. Prima dell’introduzione di questo Standard Internazionale le conflittuali domande delle associazioni confusero, soprattutto all’estero, i consumatori e le stesse società. Le aziende avranno messaggi più chiari in merito a quello che ci si aspetta da loro ed i consumatori avranno la certezza che il nuovo Standard è stato adottato dalle associazioni animaliste di tutto il mondo. Chiaramente una volta che il nuovo logo verrà introdotto sarà più facile ancora per i consumatori identificare i prodotti che possono essere usati con la coscienza pulita. D Le Società che adottano lo Standard Internazionale possono garantire che nessuno dei loro ingredienti non sia mai stato testato su animali? R In realtà, nessuna azienda può assicurare che nessun ingrediente non sia mai stato testato su animali, in quanto virtualmente tutti i componenti cosmetici sono stati testati in questo modo da altri qualche volta nel passato. Anche le sostanze più basilari come acqua o succo di limone hanno sostenuto il famigerato test LD50. Tuttavia noi crediamo che le aziende dovrebbero essere responsabili per sperimentazioni sulle quali possono esercitare qualche forma di controllo o dalle quali traggono chiari e diretti benefici. Una fondamentale distinzione poi esiste fra quelle Società che continuano a commissionare o prendere parte a sperimentazioni su animali e quelle che hanno adottato una chiara politica etica e non lo fanno. D Cosa dire in merito alla Società “X” che dice di non effettuare o commissionare test su animali ed il gruppo “Y” che li approva? R Pochissime aziende ammettono apertamente di sperimentare su animali, ma non danno nemmeno un’assicurazione sul fatto di aver adottato una politica basata sul non acquisto di ingredienti che i loro fornitori hanno testato. Le sperimentazioni su prodotti finiti sono oggi relativamente rare. La maggior parte dei test su animali per la cosmesi sono condotti dai fornitori nella messa a punto di nuovi ingredienti. Molte di queste sostanze saranno usate da molte aziende. Purtroppo le dichiarazioni (attentamente studiate) emesse da molte Società non trattano questo argomento e non forniscono nessuna assicurazione sul fatto che non vengono acquistati ingredienti che i loro fornitori hanno testato o hanno commissionato test. I Gruppi che non hanno adottato lo Standard Internazionale hanno usato molti criteri diversi per l’approvazione. Questi Gruppi comprendono l’Oreal, Avon ed altri fra i maggiori produttori che non seguono le Linee Guida dello Standard Internazionale; i loro criteri sulle sperimentazioni non si estendono alle materie prime, almeno fino ad oggi. D R Quanto approfonditamente deve essere svolto il monitoraggio sui fornitori? Le aziende devono monitorare tutti i fornitori che forniscono gli ingredienti elencati sull’etichetta del prodotto finito. Quando le materie prime sono vendute tramite terzi, anche loro vanno controllate. Per maggiori informazioni si prega di far riferimento ad un documento intitolato “The International Standard & Ingredient Suppliers”. E’ importante ricordare alle aziende che non è richiesto loro di garantire che nessuna delle loro materie prime non sia stata testata su animali, mai, da nessuno in nessun luogo;questa sarebbe una richiesta a cui nessuna azienda potrebbe far fronte. Le Società sono responsabili per sperimentazioni condotte dai loro fornitori, sui quali hanno qualche controllo. D R E per i filtri di protezione solare? Molte perplessità sono sorte durante le discussioni con i maggiori produttori e distributori. Prima di tutto le aziende hanno espresso il dubbio che i test per i filtri solari non siano classificati come test non cosmetici in quanto questi ingredienti proteggono i consumatori dal cancro alla pelle. Sono inclusi nello Standard in quanto sono classificati come prodotti cosmetici in base alla Direttiva europea. Noi crediamo inoltre che il valore dei nuovi filtri solari ottenuti tramite test su animali non sia più importante della sofferenza inferta agli animali usati. In secondo luogo i fornitori di UVB hanno condotto recentemente test su animali per andare incontro alle richieste della FDA americana. Ad oggi non ci sono altri fornitori di filtri UVB in Europa e ciò significa che le compagnie non possono acquistare questi ingredienti da fornitori definibili come “Cruelty free”. Apparentemente esiste un fornitore alternativo fuori Europa usato attualmente da The Body Shop. Chiaramente noi incoraggeremo le aziende a rivolgersi a questo fornitore quando i dettagli saranno definiti; ma non vorremmo dare alle maggiori Società un ingiusto vantaggio in quanto questa operazione potrebbe avere forti implicazioni di costo. Una nota potrebbe essere aggiunta alla lista, indicando una data termine per i filtri solari diversa. I consumatori saranno così informati delle eccezioni. D A proposito di nuove materie prime ecologiche? R Molte aziende vorrebbero adottare nuovi ingredienti ecologici che sono stati creati grazie a sperimentazioni su animali. Nonostante sia vero che i nuovi ingredienti avranno un minor impatto negativo sull’ambiente, noi crediamo che molti consumatori dedurranno che i prodotti etichettati come “Verdi” o “Amici dell’ambiente” non siano stati sperimentati su animali. Le aziende non dovrebbero essere autorizzate ad usare nessun nuovo ingrediente prime che i test alternativi non siano stati convalidati, indifferentemente dalle loro credenziali ambientaliste. D A proposito della potenziale minaccia all’etichettature “Cruelty free”? R Lo Standard offre alle aziende maggior credibilità grazie al fatto di essere approvate dalle associazioni animaliste di tutto il mondo. D E’ possibile partecipare anche successivamente? R Le aziende saranno incoraggiate a partecipare non appena saranno in grado di farlo. Saranno incluse nella Guida approvata appena saranno in grado di aderire allo Standard. D Perché permettete alle aziende di usare ingredienti testati su animali per altri scopi? R Sfortunatamente è in pratica impossibile controllare le sperimentazioni al di fuori dell’industria cosmetica. L’intento è prevenire un uso errato di qualsiasi richiesta di legge come scappatoia per testare ingredienti che verranno poi infine usati con intento cosmetico. Noi riteniamo le aziende responsabili sol per i test sui quali possono esercitare un controllo. D Lo Standard non è irrealizzabile? R Chiaramente, non c’è cosa migliore di un criterio perfetto, ed il nuovo Standard è, già dal 1997, molto più preciso di altri usati in precedenza. Noi crediamo che eserciti una forte pressione sui fornitori per far sì che vendano prodotti non testati su animali , procurando una pratica linea guida di aziende da evitare. Molte altre necessiteranno di molto tempo per applicare i sistemi di monitoraggio ma nessuno sarà esonerato dal farlo. Le sole aziende che non saranno in grado di aderire allo Standard sono quelle che scelgono di continuare ad usare materie prime testate, cosa che noi non vogliamo approvare. Molte aziende conosciute hanno già aderito in altri Paesi. E’ importante ricordare che i consumatori sensibili a questo argomento vogliono essere certi che i prodotti da loro comprati non siano realizzati grazie alla sperimentazione su animali. D Lo Standard non impedirà a nuovi prodotti di essere messi sul mercato? R Lo Standard Internazionale non avrà alcun effetto sull’innovazione dei prodotti, in quanto non vi è una richiesta della legge che impone i test su animali sui prodotti finiti. Le aziende possono divulgare nuovi ed innovativi prodotti usando gli 8.000 ingredienti riconosciuti sicuri nell’arco degli anni. Lo Standard inoltre stimolerà sempre più gli investimenti in metodi di sperimentazione alternativi.