Capitolo 6 Fallimenti microeconomici del mercato: il potere di mercato Politica Economica 2/ed – Introduzione ai modelli fondamentali Roberto Cellini Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl L’inefficienza allocativa del monopolio • • • • Situazione: mercato nel quale un bene sia servito da una sola impresa (monopolista), che persegue la massimizzazione del suo profitto. La funzione obiettivo dell’impresa monopolista, è MASSIMIZZARE: Q P(Q) c(Q) Ottimo: RMg=c’ Dimostrazione: il profitto può essere espresso come RIC (Q) c(Q) Calcolando la derivata prima di tale funzione rispetto a Q e ponendola uguale a zero si ottiene: RIC (Q) c(Q) Q • Q Q 0 La coppia (QM, PM), cioè la scelta ottimale per l’impresa monopolista, non garantisce l’efficienza allocativa, poiché la quantità prodotta non è quella che eguaglia il prezzo al costo marginale. Politica Economica 2/ed – Introduzione ai modelli fondamentali Roberto Cellini Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl Politica Economica 2/ed – Introduzione ai modelli fondamentali Roberto Cellini Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl Inefficienza allocativa La presenza di inefficienza allocativa nel punto di ottimo per l’impresa monopolista è talvolta illustrata anche facendo notare la presenza di una perdita netta di monopolio. Infatti, il benessere sociale sarebbe maggiore in perfetta concorrenza rispetto al monopolio. L’inefficienza allocativa associata al monopolio rappresenta la base teorica di tutte le politiche economiche che tendono a contrastare il formarsi di posizioni di monopolio. Politica Economica 2/ed – Introduzione ai modelli fondamentali Roberto Cellini Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl Monopolio naturale La presenza del monopolio non è da addebitare al comportamento dell’impresa monopolista, ma alla configurazione oggettiva del mercato (cioè alla dimensione della domanda e dei costi di produzione) che rende impossibile che più di un’impresa possa ottenere profitti positivi. In modo più formale, si definisce monopolio naturale quella situazione nella quale, in corrispondenza della quantità che eguaglia il prezzo al costo marginale, il profitto d’impresa è negativo. Politica Economica 2/ed – Introduzione ai modelli fondamentali Roberto Cellini Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl Schumpeter: il monopolio può garantire una crescita economica più rapida della perfetta concorrenza • Innovazione alla base del processo di crescita. • Il finanziamento degli investimenti in ricerca è costoso e gli intermediari finanziari sono piuttosto restii a finanziare progetti il cui rendimento atteso è soggetto a grande rischio • Perciò, il principale canale di finanziamento degli investimenti in ricerca è l’auto-finanziamento. • Le imprese in monopolio conseguono profitti più elevati rispetto al caso della perfetta concorrenza, quindi possono impiegare risorse maggiori per finanziare la ricerca generando così maggiori scoperte e maggiori innovazioni e garantendo una crescita più veloce. • L’ ambizione di poter costruire un monopolio e di godere delle rendite monopolistiche spinge le imprese a fare ricerca. • La presenza di monopoli, perciò, è benefica per la crescita di lungo periodo, sia perché spinge le imprese a investire in ricerca, sia perché consente alle imprese di potere contare su adeguate risorse. Politica Economica 2/ed – Introduzione ai modelli fondamentali Roberto Cellini Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl Arrow: la concorrenza garantisce l’efficienza statica e un tasso di crescita economica più elevato rispetto a situazioni di monopolio • Chi gode di rendite monopolistiche, non ha incentivo a compiere ricerca e sviluppo (e quindi non genera crescita). • I monopoli sono tipicamente associati a situazioni nelle quali le informazioni sulla tecnologia sono protette da brevetti e quindi circolano in modo difficoltoso, rallentando il processo di crescita che invece si basa sulla possibilità di usare, conoscere e migliorare le tecnologie delle imprese presenti. Politica Economica 2/ed – Introduzione ai modelli fondamentali Roberto Cellini Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl Le possibili vie d’uscita dall’inefficienza statica di monopolio Politica Economica 2/ed – Introduzione ai modelli fondamentali Roberto Cellini Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl Il policy-maker e il monopolio • Se il policy-maker NON tollera il monopolio, si ha la liberalizzazione del mercato • Se il policy-maker tollera il monopolio, dispone di due vie per controllarlo: – statalizzare l’impresa – influenzare i comportamenti dell’impresa monopolista privata Politica Economica 2/ed – Introduzione ai modelli fondamentali Roberto Cellini Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl Statalizzare l’impresa • Se l'impresa monopolista guadagna profitti positivi, si può ritenere più giusto che questi vadano alla collettività, cioè ad un'impresa pubblica che poi li verserà al suo "azionista", lo Stato, che li utilizzerà con finalità "sociali". • Si può ritenere che la proprietà pubblica consenta all'impresa monopolista di non comportarsi in modo da rendere massimo il profitto, bensì in modo da rendere massimo il benessere sociale; se il mercato è in condizioni di monopolio naturale ciò implicherà profitti d'impresa negativi, ma la proprietà pubblica renderà possibile coprire con entrate dalla fiscalità generale le perdite operative dell'impresa monopolista che punta al massimo benessere sociale. Politica Economica 2/ed – Introduzione ai modelli fondamentali Roberto Cellini Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl Influenzare i comportamenti dell’impresa monopolista privata • Si può regolamentare la quantità. • Si può regolamentare il prezzo: – regola del price-cap o price-cap dinamico: Dpi = DP-X – limite superiore al tasso di rendimento del capitale • Si può generare una concorrenza per il monopolio (Demsetz) Politica Economica 2/ed – Introduzione ai modelli fondamentali Roberto Cellini Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl Teoria dei mercati contendibili (contestable markets) Se l’entrata e l’uscita delle imprese, su un certo mercato, sono senza costi –cioè tutte le imprese possono entrare e uscire senza sostenere costi irrecuperabili (sunkcosts)– allora anche dove vi fosse un monopolio, il monopolista non potrebbe praticare un prezzo maggiore del costo medio, perché se lo facesse, allora esisterebbero possibilità di profitto per potenziali entranti, cioè sarebbe sempre possibile per qualche impresa entrare nel mercato e vendere ad un prezzo più basso di quello praticato dal monopolista e quindi uscire dal mercato avendo avuto un profitto positivo; questo è un meccanismo di “mordi e fuggi” (“hit and run”). Politica Economica 2/ed – Introduzione ai modelli fondamentali Roberto Cellini Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl Oligopolio alla Cournot La regola di comportamento ottimale dell’oligopolista, in equilibrio, prevede che risulti soddisfatta la relazione dove si è la quota di mercato dell’impresa i e edp indica l’elasticità della domanda al prezzo). L’oligopolio alla Cournot genera un’inefficienza statica, perché il prezzo ottimo per l'impresa è diverso dal costo marginale di produzione. Politica Economica 2/ed – Introduzione ai modelli fondamentali Roberto Cellini Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl Oligopolio alla Bertrand La variabile di scelta delle imprese è il prezzo da praticare, anziché la quantità da produrre. Paradosso di Bertrand: se le imprese concorrono nei prezzi (e inoltre sono identiche e producono un bene omogeneo), allora è sufficiente che sul mercato siano presenti anche solo due sole imprese, per replicare l'allocazione di perfetta concorrenza. Politica Economica 2/ed – Introduzione ai modelli fondamentali Roberto Cellini Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl Il cartello Si configura come accordo di cartello ogni intesa tra imprese, volto a modificare l’allocazione di mercato in favore delle imprese stesse e a danno dei consumatori. Politica Economica 2/ed – Introduzione ai modelli fondamentali Roberto Cellini Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl La concorrenzialità Aumentare la sostituibilità fra prodotti rappresenta un’azione (di politica economica) pro-concorrenziale. Come? • favorendo la diffusione di standard tecnologici ampiamente utilizzati; • evitando che le imprese impongano di fatto standard tecnologici tali da eliminare l’effetto di concorrenti che non possono adottare quegli standard; • cercando di modificare i gusti dei consumatori; • riducendo i costi di trasporto, in modo da rendere efficace la concorrenza di imprese localizzate lontano dal mercato di riferimento. Politica Economica 2/ed – Introduzione ai modelli fondamentali Roberto Cellini Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl Criteri di concorrenzialità • • • • Numerosità delle imprese presenti. Grado di concentrazione. Barriere all’entrata. Valutazione della struttura dei mercati a monte e a valle. Politica Economica 2/ed – Introduzione ai modelli fondamentali Roberto Cellini Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl