Addetto al Servizio di Prevenzione
e Protezione ASPP

Corso di Formazione

Modulo A

Modulo B Ateco 8
Docente: Architetto Patrizia Brignolo
1
CRITERI E
STRUMENTI PER
LA VALUTAZIONE
DEI RISCHI
2
Definizioni
PERICOLO
Proprietà o qualità intrinseca di
una determinata entità(ad es.,
materiali o attrezzature di
lavoro, metodi e pratiche di
lavoro) avente il potenziale di
causare danni.
3
Definizioni
RISCHIO
Probabilità che sia raggiunto il
livello potenziale di danno nelle
condizioni di impiego e/o di
esposizione,nonché dimensioni
possibili del danno stesso
4
IL FENOMENO INFORTUNISTICO IN ITALIA:
ANDAMENTO TEMPORALE
(fonti: rapporti annuali Inail)
5
IL FENOMENO INFORTUNISTICO IN ITALIA:
ANDAMENTO TEMPORALE
(fonti: rapporti annuali Inail)
Sono stati 874.940 gli infortuni sul lavoro e 1.120 gli
incidenti mortali nel 2008.
Il 2008 si è chiuso con un bilancio infortunistico che, pur
nella drammaticità dei numeri, segna un incoraggiante
record storico: per la prima volta dal 1951, primo anno
per il quale si dispone di statistiche attendibili e
strutturate, nel nostro Paese il numero di infortuni
mortali è sceso al di sotto dei 1.200 casi l'anno.
Nel 2008, infatti, i morti del lavoro sono diminuiti del 7,2%
rispetto ai 1.207 dell'anno precedente. Il 2008 non fa che
confermare una tendenza che, con l'unica eccezione del
2006, è in corso ormai da molti anni: da un punto di vista
statistico l'andamento storico del fenomeno degli
infortuni mortali appare ridotto ad un quarto rispetto
ai primi anni Sessanta.
6
IL FENOMENO INFORTUNISTICO IN ITALIA:
ANDAMENTO TEMPORALE
(fonti: rapporti annuali Inail)
Nel giro di circa quaranta anni, infatti, si è passati dal tragico
record storico di 4.664 morti sul lavoro del 1963, apice
del boom economico, ai poco più di 1.500 di inizio
millennio.
Tale trend decrescente è poi proseguito negli anni Duemila:
tra il 2001 e il 2008 gli infortuni mortali sono diminuiti di
circa il 28% in valori assoluti e di oltre il 33% se il dato è
rapportato agli occupati, che nello stesso periodo di tempo
sono aumentati dell'8,3%. In ogni caso va detto che il calo è
stato continuo e sostenuto dal 2001 (1.546 infortuni mortali)
al 2005 (1.280 casi) per interrompersi per un improvviso
quanto imprevisto rialzo nel 2006, che ha registrato
1.341 decessi. Fortunatamente i dati 2007 (1.207) e
2008 (1.120) hanno segnato di nuovo una decisa
riduzione degli eventi mortali.
7
LE PRINCIPALI CAUSE DI
INFORTUNIO

La strada è il nemico numero uno.
Ma quali sono i peggiori pericoli per i lavoratori?
Sicuramente il principale è rappresentato dalla strada,
colpevole di oltre la metà delle morti bianche.
Dei 1.120 infortuni mortali del 2008, infatti, 335
sono quelli determinati da circolazione stradale in
occasione di lavoro (autotrasportatori, commessi
viaggiatori, addetti alla circolazione stradale, ecc.)
e 276 quelli in itinere, ovvero sul percorso casa
lavoro e viceversa, accaduti prevalentemente su
strada.
8
L’ANDAMENTO TENDENZIALE DI
MEDIO PERIODO
Industria: incidenti in calo dell'8,2%.
Quanto ai rami di attività, gli infortuni sul lavoro denunciati all'INAIL nel 2008 sono stati
53.278 in Agricoltura, 367.132 nell'Industria e 454.530 nei Servizi.
In particolare il decremento di eventi infortunistici è stato più sostenuto nell'Industria (8,2%) e in Agricoltura (-6,9%), mentre resta sostanzialmente stabile nei Servizi (0,1%).
Un calo significativo si è poi registrato in due settori fondamentali dell'Industria:
Costruzioni (per un totale di 89.254 casi nel 2008 e un decremento del 12,4% rispetto
al 2007) e Metalmeccanico (79.848 casi nel 2008 pari a una riduzione del 10,6%).
Per quanto riguarda i Servizi va segnalato, invece, l'incremento del 21,7% degli
infortuni che hanno colpito il personale addetto ai servizi domestici (colf e
badanti), un settore in forte e continua crescita con una rilevante
componente di occupati di origine straniera: quasi tre infortuni su quattro
colpiscono, infatti, persone nate all'estero.
9
10
L’ANDAMENTO DELLE MALATTIE
PROFESSIONALI
MALATTIE PROFESSIONALI, IN DUE ANNI +11%
Sono quasi 30mila (per l'esattezza 29.704) le denunce di malattie professionali
pervenute all'INAIL nell'anno 2008 per il riconoscimento e l'eventuale indennizzo di una
patologia insorta durante l'attività lavorativa.
Si tratta di circa 1.000 denunce in più (3,2%) rispetto all'anno 2007 che
aveva registrato a sua volta un aumento di ben 2mila casi (+7,4%) in
confronto con il 2006.
Nel giro degli ultimi due anni, dunque, le patologie denunciate all'INAIL sono cresciute
di ben 3mila casi, vale a dire di 11 punti percentuali.
Un incremento verosimilmente dovuto all'emersione del fenomeno e alla
maggiore sensibilità verso un problema troppo spesso sottovalutato piuttosto
che a un peggioramento delle condizioni di salubrità negli ambienti di lavoro.
La maggior parte delle malattie professionali denunciate nel 2008 riguardano
l'Industria e i Servizi, gestione che da sola assomma il 93% dei casi di tecnopatia. In
particolare sono 27.539 le patologie denunciate nell'Industria e Servizi, 1.817 in
Agricoltura e 348 tra i dipendenti del conto Stato.
Nel 2008, inoltre, l'incidenza delle malattie non tabellate (ovvero quelle patologie per le
quali è richiesto al lavoratore l'onere della prova del nesso causale con l'attività
lavorativa svolta) ha raggiunto l'86% di tutte le denunce, contro il 79% del 2004.
Questa percentuale, poi, aumenta ancora per l'Agricoltura, dove si attesta al 94% del
totale delle denunce.
11
LE PATOLOGIE PIÙ DIFFUSE
L'ipoacusia e sordità si conferma come prima malattia professionale per
numero di denunce, con un'incidenza che però diminuisce di anno in anno,
passando dal 30% (circa 7.500 casi) al 20% del totale nel 2008 (circa 5.700
casi).
Sono infatti altre le patologie emergenti, in particolare quelle che colpiscono
l'apparato muscoloscheletrico: le denunce per tendiniti (oltre 4mila nel
2008) e le affezioni dei dischi invertebrali (circa 3.800) sono più che
raddoppiate negli ultimi cinque anni. Numericamente rilevanti sono poi
anche le denunce per artrosi (circa 1.900 casi) e per sindrome del
tunnel carpale (circa 1.500).
Restano inoltre ancora oggi significative l'asbestosi (circa 600 casi l'anno),
patologia che presenta periodi di latenza di anche quaranta anni e che
secondo le stime raggiungerà il picco di manifestazione intorno al 2025 e la
silicosi (quasi 300 casi nel 2008), caratterizzata da una tendenziale
contrazione nel corso del quinquennio 2004-2008.
Infine, tra i primi posti in graduatoria risultano i tumori con 2mila denunce
pervenute nel 2008: un fenomeno in crescita e non ancora pienamente
rappresentato dai numeri.
12
LE PATOLOGIE PIÙ DIFFUSE
Una particolare importanza stanno
infine assumendo i disturbi psichici
lavoro-correlati, che nell'ultimo
quinquennio
hanno
avuto
una
consistenza numerica pari a circa 500
casi l'anno, di cui larga parte
individuati come "mobbing".
13
STRESS
Folk illness o “malattia popolare” molto
diffusa nella società moderna.
Più di un lavoratore su quattro nell'Unione
Europea soffre di stress legato all'attività
lavorativa.
(European Agency for Safety and Health at Work, 2002)
La patologia da stress non appare più come
fenomeno isolato, occasionale nel tempo e
nello spazio, ma risulta essere il risultato
di un malessere ampiamente diffuso ed
intrinseco alla attività lavorativa

(Commissione Europea, 1999)
14
Lo stress come esperienza soggettiva
15
Lo stress come causa di disagio
psichico in ambiente di lavoro
“Lo stress legato all'attività lavorativa si
manifesta quando le richieste dell'ambiente
di lavoro superano la capacità del
lavoratore di affrontarle (o controllarle).
Lo stress non è una malattia, ma può
causare problemi di salute mentale e fisica
(come ad esempio depressione,
esaurimento nervoso e cardiopatie) se si
manifesta con intensità per periodi
prolungati”

(Agenzia Europea per la Sicurezza e Salute sul Lavoro, 2000)
16
Una definizione storica di
stress
“Degenerazione arteriosa derivante
dalle
preoccupazioni
e
dalla
pressione della vita moderna, con la
conseguenza di far lavorare la
macchina biologica al massimo delle
capacità”

(Sir William Osler, 1897)
17
Altre definizioni di stress lavorativo
“Lo stress è ogni interferenza che disturba il
funzionamento dell’organismo a qualsiasi livello e
produce una situazione che in condizioni normale
l’organismo eviterebbe”
(Hinsie e Campbell, Dizionario di Psichiatria, 1979)
“Insieme di reazioni fisiche ed emotive dannose che si
manifesta quando le richieste poste dal lavoro non
sono commisurate alle capacità, risorse, esigenze del
lavoratore. Lo stress connesso al lavoro può influire
negativamente sulle condizioni di salute e provocare
perfino infortuni”
(NIOSH, 1999)
18
Stress e disagio come fenomeni
percettivi
Lo stress è un fenomeno percettivo
individuale, legato alla percezione
del singolo individuo
(Cox e Mackay, 1976)
Non esistono situazioni stressogene,
ma solo “situazioni potenzialmente
stressogene per una certa
popolazione/target/individuo”
(stato soggettivo + ambiente)
19
Stress e disagio come fenomeni
percettivi
Lo stress deriva da una situazione
percepita come minacciosa, a causa
di una richiesta dell’ambiente
percepita come eccessiva, rispetto
alla percezione della propria
capacità di fronteggiarla
20
Effetti a lungo termine dello
stress e disagio lavorativo






MODIFICAZIONE DELLA PERFORMANCE
LAVORATIVA
ATTEGGIAMENTO DI FUGA DAL LAVORO
MODIFICAZIONI SUL PIANO COGNITIVO
MANIFESTAZIONI
PSICOLOGICHE/EMOTIVE
MODIFICAZIONI COMPORTAMENTALI
MANIFESTAZIONI PATOLOGICHE
21
Situazioni organizzative “critiche”:







Troppo o troppo poco da fare
Estrema rigidità e/o ambiguità dei compiti
Assenza o esasperazione dei conflitti di ruolo
Responsabilità nulla o eccessiva, specialmente
verso terzi
Ripetitività e monotonia nelle attività
Necessità di elevato livello di vigilanza
Elevato carico psicofisiologico (turni, rumore,
sforzo fisico, pericolo..)

(Documento di consenso linee guida SIMLII, 2005)
22
La presenza di una o più di
queste situazioni va
considerata come
manifestazione di una
condizione di rischio che deve
essere approfondita e indagata
nelle sue cause
23
Complessità nella misura del rischio stress

MISURE DI SITUAZIONE:
- Osservazione diretta: check-list riconosciute e standardizzate sugli
aspetti che riguardano: richiesta organizzativa, controllo, supporto
sociale, qualità rapporti interpersonali, ruoli, modalità gestione
cambiamento (Britain’s Health and Safety Commission, Health and
Safety Executive, Agenzia Europea Sicurezza e Salute sul lavoro)
- Definizione della classe socio-occupazionale

MISURE DI PERCEZIONE:
- Misure psicologico soggettive: questionari di tipo descrittivo con basso
livello di standardizzazione; scale di valutazione validate a livello
internazionale (Job Content Questionnaire di Karasek, Effort Reward
Imbalance di Siegrist, …); test psicometrici che misurano vari aspetti
della
personalità
(nervosismo,
ansia,
depressione,
focus
di
responsabilità) ponendoli in relazione con la percezione dello stress
24
Check list delle condizioni organizzative
Compiti
Si è ben compreso quali sono le mansioni e le responsabilità
affidate?
Si devono svolgere dei compiti che si ritiene non facciano parte
del proprio ambito di competenza? Capita mai di trovarsi in
situazioni
conflittuali?


Sostegno
Si può contare sul supporto del diretto superiore e dei colleghi?
Si viene apprezzati quando si fa un buon lavoro?
Si ricevono dei commenti costruttivi oppure si ha la sensazione
di
ricevere
solamente
delle
critiche?

Formazione
Si possiedono le capacità necessarie per svolgere le mansioni
affidate?
Si
è
incoraggiati
a
sviluppare
le
proprie
abilità?
25
Patologie stress-correlate
Patologie a componente autoimmune
Lupus eritematoso sistemico
Psoriasi
Patologia autoimmuni tiroidee (morbo di
Basedow, ipotiroidismo)
Patologie associate a riduzione della
risposta immunitaria
Maggiore suscettibilità a infezioni virali,
batteriche, micotiche ecc.
Maggiore suscettibilità allo sviluppo di
neoplasie
Patologie cardiovascolari
Ipertensione arteriosa transitoria o
permanente
Tachicardia transitoria o permanente
Extrasistoli
Infarto miocardico acuto e morte improvvisa
Patologie della funzione sessuale
Disturbi mestruali (sindrome dell’ovaio
policistico, oligomenorrea/amenorrea
ipotalamica)
Riduzione della fertilità
Calo della libido fino all’impotenza nell’uomo
Maggiore incidenza di aborti spontanei e di
parti prematuri
Altre patologie su base ormonale
Increzione dei livelli di cortisolo
Diabete mellito (?)
Sindrome di Cushing (?)
Patologia cutanea
Eczemi ad altre eruzioni cutanee
Acne
Patologie muscolo-scheletriche
Dolore cervico-dorso-lombare
Altre contrazioni muscolari dolorose
Patologia gastrointestinale
Dispepsia
Gastralgie, fino alla gastrite ed all’ulcera
Alterazioni dell’alvo («colite spastica» e
sindrome del colon irritabile)
Patologie oculistiche
Astenopia
Patologie psichiche
Astenia
Ansia
Depressione
Disturbi del sonno
Modificazioni del comportamento
alimentare in senso anoressico
e/o bulimico
Cefalea
26
Interventi di gestione dello stress a
livello individuale


OBIETTIVI :
rafforzare le capacità del
singolo lavoratore di
affrontare le criticità sul
posto di lavoro e gestire
lo stress;
ridurre il livello di stress
in persone che già ne
hanno i sintomi
rafforzando la capacità di
risposta individuale.


TIPOLOGIA:
Programmi di
formazione, informazione
(focus su concetto di
stress, capacità di
gestione del
cambiamento,
negoziazione e conflitto
organizzativo, …)
Piani di coaching
(affiancamento) e
counselling (colloqui
individuali con figure
professionali certificate)
27
Interventi di gestione dello stress a
livello individuale




ASPETTI POSITIVI:
Non necessaria
interruzione attività
lavorative
Risultati rapidi e
visibili
Modulabili in base alle
esigenze del singolo e
dell’organizzazione
Costo contenuto



ASPETTI NEGATIVI:
Non eliminano le
cause profonde dello
stress
Intervengono solo
sulla strategia di
coping del singolo
Risultati che si
dissolvono nel breve
periodo
28
Interventi di gestione dello stress a
livello individuale


OBIETTIVI :
Intervenire in modo
strutturale sulle cause
organizzative che
possono generare stress
e disagio;
Effettuare cambiamenti
radicali
nell’organizzazione in
ottica preventiva




TIPOLOGIA:
Programma di change
management su ruoli e
responsabilità
organizzative
Interventi ergonomici
(sull’ambiente fisico e
sugli artefatti cognitivi)
Riprogettazione
processi/attività
“critiche”(ripetitive,
pericolose, complesse,
…)
Istituzione di consultorio
interno
29
Interventi di gestione dello stress a
livello individuale



ASPETTI POSITIVI:
Risultati più significativi
e stabili nel tempo
Rimuovono le cause
(organizzative) di stress
alla radice
Fortemente coinvolgenti
e responsabilizzanti



ASPETTI NEGATIVI:
Interventi intrusivi,
costosi e di lungo periodo
Necessario forte
commitment del vertice
manageriale e grande
coinvolgimento dei
lavoratori
Spesso incontrano
diffidenza interna da
parte di lavoratori e
manager
30
Prevenzione del rischio stress
Medico del lavoro svolge un ruolo chiave nella gestione di
situazioni di disagio sul lavoro perché:



conosce il paziente e la storia clinica
ha visibilità su fenomeni più estesi che possono
riguardare il gruppo
si relaziona con il datore di lavoro e figure professionali
interne (risorse umane, relazioni industriali, ecc.) o
esterne (psicologo, ergonomo, psichiatra, ecc.)
Gli interventi di gestione dello stress in ottica preventiva possono agire su due livelli:
 INDIVIDUO
 GRUPPO/ORGANIZZAZIONE
31
Idoneità lavorativa
La necessità di valutare l’idoneità lavorativa per motivi
di stress è fenomeno relativamente raro, che fa supporre
una particolare fragilità della personalità del lavoratore
affetto



In presenza di richiesta di valutazione della idoneità
lavorativa, il medico competente deve:
identificare la malattia
verificare la plausibilità biologica della relazione tra
malattia e stress,
documentare appunto la relazione della malattia con lo
stress, ovvero con la situazione lavorativa origine di
esso.
32
Idoneità lavorativa


Il primo e il secondo passaggio non
presentano grandi difficoltà, se non
quella, variamente frequente, di dover
inquadrare
in
un’unica
sindrome
disadattativa sintomi mal definiti.
Tale difficoltà si affronta - con il terzo
passaggio più complesso - attraverso una
procedura possibilmente standardizzata:
l’esame psicodiagnostico
33
Principali problemi aperti:

Stabilire un nesso causale ben chiaro fra fattori di
ordine
psico-socio-lavorativo
e
insorgenza
dell’affaticamento, usura e della conseguente
degenerazione in malattia

Separare aspetti “stressanti” della vita privata da
quelli lavorativi

Attribuire un peso ai fattori personali del singolo
(caratteristiche di personalità) nella percezione e
dello stato di affaticamento e disagio e nella
reazione ad esso
34
Pausa caffè
35
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Terza lezione - Parte uno - istituto statale augusto monti