Relazione Inail 2014 alcuni dati e considerazioni a cura dell'Ufficio SaluteSicurezzaAmbiente - Camera del Lavoro di Brescia Premessa La pubblicazione della relazione annuale dell'Inail cd. Relazione Inail 2014 ci porta a fare alcune considerazioni per quanto riguarda la realtà regionale e più da vicino la nostra provincia. Emergono per la Lombardia e in particolare per Brescia, alcuni dati che suggeriscono degli approfondimenti e delle verificare ulteriori circa la situazione rappresentata dai dati statistici Infortuni Casi di infortuni denunciati in Italia in Lombardia e Brescia: 2011 2012 2013 2014 Italia 817.779 745.542 694.902 663.149 Lombardia 144.162 133.999 125.348 121.113 19.764 17.984 16.900 16.291 2013 2014 Brescia Di cui Mortali: 2011 Italia Lombardia Brescia 1.387 2012 (895 positivi)* (851 positivi)* 1.215 (710 positivi)* (662positivi)* 182 (121 positivi)* 193 (139 positivi)* 187 (122 positivi)* 147 (92 positivi)* 30 26 26 32 1.347 1.107 (21 positivi)* (23 positivi)* (21 positivi)* (16 positivi) *conclusi con il riconoscimento Inail Come sopra evidenziato il numero degli infortuni formalmente denunciati all'Inail di cui alla Relazione INAL 2014, di recente pubblicazione, risulta in calo del 4,5% sul numero di denunce rispetto al 2013. Dei 663.149 casi di infortuni denunciati a livello nazionale sono 567 mila (85.5%) accaduti in occasione di lavoro e 96.139 pari al 14,5% in itinere (tragitto casa-lavoro). Per la Lombardia su 121.113 denunce l'83% pari a 100.559 sono accaduti in occasione di lavoro e il 17% cioè 20.554 in itinere. Nella provincia di Brescia tuttavia, riguardo ai casi di infortuni mortali non vi è accenno di diminuzione soprattutto in considerazione del forte calo di attività di alcuni settori ad alto rischio, cosi come il numero di denunce di infortuni non evidenzia significative riduzioni. Le classi di età dei lavoratori morti per infortunio, maggiormente colpite sono quelle tra i 40 e 59 anni infatti sul totale di casi mortali superano il 55%. Qualche considerazione sui settori maggiormente colpiti da infortuni mortali, si nota come sul settore artigiano al dimezzarsi del numero di infortuni riconosciuti dall'Inail non segue un dimezzamento dei casi mortali. Casi accertati positivi per settori Industria Italia Lombardia artigianato terziario 109.159 52.960 11.6272 195 mortali 161 mortali 148 mortali 24.740 8.786 23.092 35 mortali 20 mortali 24 mortali Dalla Relazione fra il numero delle denunce rilevate e quelle riconosciute dall'istituto in Lombardia solo il 66,6% circa di quelli denunciati raggiungono una definizione positiva. Nel 2014 su 121.113 denunce solo 80.754 infortuni hanno avuto un risarcimento in capitale per postumi permanenti (con attribuzione tra 6 e 15 punti) o un riconoscimento di rendita, nel caso di postumi oltre i 15 punti. Si confermano, invece, fra i settori maggiormente colpiti: l'agricoltura (per ribaltamento veicoli), le costruzioni (caduta dall'alto /schiacciamento). Anche gli infortuni in itinere (tragitto casa-lavoro) hanno un peso rilevante sul numero degli infortuni mortali accaduti, infatti come si evidenzia nella Relazione 2014, negli anni, il numero di infortuni mortali in itinere non ha subito significative riduzioni almeno per ciò che riguarda la nostra provincia e la nostra regione: Infortuni mortali ed in itinere 2011 2012 2013 2014 1.387 1.347 1.215 1.107 317 (22,8%) 293 (21,7%) 321(26,6%) 271 (24,4%) 187 147 69 (36,9%) 50 (34%) Italia Totali casi mortali di cui in itinere Lombardia Totali casi mortali di cui in itinere 182 48 (26,37%) 193 54 (27,9%) Altra valutazione utile da proporre è il numero di infortunati per sesso in Lombardia: Totale Infortuni 2011 2012 2013 2014 Femmine 47.306 45.966 44.010 42.828 Maschi 98.856 88.033 81.338 78.285 Totale 146.156 133.999 125.348 121.113 Come si può notare dai numeri esposti in tabella il numero di infortuni del 2014 occorsi alle donne sono il 35% con un calo del 4% circa rispetto all'anno 2013, mentre il calo per gli uomini è stato inferiore di circa il 2% Il numero di lavoratori stranieri extra europei che hanno fatto denuncia di infortunio a livello nazionale sono circa il 14% mentre la percentuale aumenta al 15,5% in Lombardia. Con esito mortale i lavoratori stranieri sono stati 93 rispetto ai 1.107 riconosciuti a livello nazionale. E per la nostra regione 17 sono i lavoratori stranieri su 92 casi riconosciuti in totale dall'Inail. Malattie professionali Malattie Professionali Denunciate 2011 2012 2013 2014 Italia 47.311 46.283 51.839 57.391 Lombardia 3.238 3.077 3.308 3.373 Brescia 514 445 553 489 Bergamo 1.024 1.030 1.037 1.005 Analizzando i dati sulle Malattie professionali pubblicati da Inail per il 2014 si conferma a livello nazionale il trend in aumento delle denunce di malattie dovute al lavoro. (Il numero di lavoratori lombardi che si sono ammalati ed hanno presentato denuncia di Malattia professionale sono stati 2.809 e di questi 1.145 hanno ottenuto un riconoscimento) Non si registra nel trend di denunce un grande incremento dal 2011 al 2014 ne a livello regionale ne a livello provinciale. Per Brescia, le malattie professionali denunciate nel 2014 rimangono sotto i 500 casi, ben 60 casi in meno rispetto al 2013. Per la Lombardia è sempre Bergamo la provincia con il maggior numero di casi denunciati, come evidenzia la tabella, ed il 50% delle denunce vengono riconosciute come Malattie Professionali da parte dell'Inail. 2014 Riconosciute Non riconosciute in lavorazione Totale 20.177 36.092 1.122 57.391 Lombardia 1288 2050 35 3.373 Brescia 154 335 0 489 Bergamo 551 446 8 1.005 Italia La media nazionale di MP riconosciute si aggira intorno al 35%. Per la provincia di Brescia siamo sotto, cioè 154 riconoscimenti su 489 denunce il 31%. Cifre davvero irrisorie sia di denunce che di riconoscimenti se consideriamo l'alta concentrazione produttiva tipica della nostra provincia. Considerazione che vale anche a livello lombardo con 3.373 denunce ben al disotto di Toscana ed Emilia che superano le 7.000 denunce . I lavoratori deceduti per malattia professionale sono stati 1.488 a livello nazionale mentrre per la Lombardia 209, erano stati 227 nel 2013. Malattie Asbesto correlate 2014 Riconosciute Esito mortale Totale 1.313 414 1.736 Lombardia 113 86 202 Brescia 12 9 23 Italia Costante anche per il 2014 il numero di patologie asbesto correlate riconosciute sia a livello nazionale che regionale rispetto al 2012-2013. Sul totale di casi in Lombardia ben 128 (63%) sono stati mesoteliomi pleurici, 30 tumori maligni dei bronchi e del polmone e 28 placche pleuriche. Per la nostra provincia 10 sono stati i casi di Mesoteliomi della pleura. Per quanto riguarda le classi di età con il maggior numero di lavoratori deceduti è quella dei 74 anni in poi con 86 lavoratori deceduti nel 2014 in Lombardia e 9 in provincia di Brescia. I settori dove maggiormente si sono verificate le maggiori patologie asbesto correlate sono l'industria con 158 casi in totale di cui 59 nel settore metallurgia/metalmeccanica e 44 nel settore costruzioni. Nel settore Artigianato su 31 casi di malattie asbesto correlate, ben 19 si sono verificate nelle costruzioni. Le maggiori patologie denunciate 2014 Italia TUMORI Malattie Sistema nervoso Malattie dell'orecchio Malattie sistema respiratorio Malattie Osteomuscolari 2.999 6.744 5.059 3.486 35.355 11,7% 8,8% 6 61,6% 5,2% Lombardia 386 268 491 156 1.659 11,4% 7,9% 14,5% 4,6% 49,1% Brescia Le maggiori patologie riconosciute 2014 Italia TUMORI Malattie Sistema nervoso Malattie dell'orecchio Malattie sistema respiratorio Malattie Osteomuscolari 1.112 3.093 1.877 1.264 12.393 15,3 9,3 6,2 61,4% 5,5% Lombardia Brescia 192 121 226 63 631 14,9% 9,3% 17,5% 4,8% 49% 22 13 20 14 70 I tumori riconosciuti, in Lombardia arrivano al 15% del totale di Mp su 386 denunce 192 sono stati i casi di accoglimento da parte dell'Inail, superando il peso che gli stessi hanno a livello nazionale 1.112 circa il 5,5%. La maggior parte dei 192 casi di riconoscimento riguardano i mesoteliomi della pleura e tumore dei bronchi e del polmone seguono poi con 5 riconoscimenti il mesotelioma del peritoneo e 5 casi di tumore maligno alla vescica causati maggiormente da esposizione a agenti chimici composti organi e idrocarburi . 4 sono i casi riconosciuti per i tumori maligni della cavità nasale e 4 quelli di tumore dei seni paranasali, registrati per la nostra regione nel settore artigiano in particolare nella lavorazione del legno. Le malattie denunciate e riconosciute con maggiore frequenza sono state ancora una volta le patologie del sistema osteo articolari e muscolo tendinee, (dovute prevalentemente a sovraccarico biomeccanico). Proprio questo tipo di malattie professionali presentano un andamento crescente sia nel numero di denunce sia nei riconoscimenti e sul totale delle patologie riconosciute nel 2014 a livello nazionale il 61.42% è costituito da malattie osteomuscolari in Lombardia su 1.659 denunce 631 sono stati i casi di riconoscimento. Segno questo che una regione come la Lombardia ed in particolare una provincia come la nostra meritano un approfondimento da parte di tutti gli enti preposti alla salute dei lavoratori. In conclusione Si conferma in generale il trend in diminuzione per gli infortuni nell'ultimo quiquennio; diminuzione che non si ripropone nella stessa percentuale per gli infortuni mortali qund'anche sia statisticamente confermata la riduzione di ore lavorate nei settori più esposti, come ad esempio l'edilizia. Ciò conferma oltre alla illegalità diffusa un andamento preoccupante delle situazioni di rischio che permangono a livelli diversi nei settori produttivi. D'altro canto nell'aumentata oppressione che preme sui luoghi di lavoro per effetto della crisi aumenta l'area di mancate denunce che impedisce alla realtà degli infortuni ( troppo spesso tradotti come malattie) di emergere completamente e crea distorsione sui conti dell'Inps. Le malattie professionali hanno fatto registrare un incremento negli anni, andamento che assume una valenza ancora più importante perchè fa emergere il malessere del quale è investito il mondo del lavoro riproponendoci dimensioni di rischio mutati senza che i nuovi non sostituiscono completamente quelli vecchi e il loro riattualizzarsi più pesante come ad esempio quelli che investono l'apparato muscolo-scheletrico. L'aumentata emersione delle malattie professionali va anche ricondotta ad una maggiore consapevolezza da parte dei lavoratori; dimensione che va particolarmente accompagnata e sostenuta soprattutto a Brescia (leggi anche in rapporto con Bergamo) dove l'esiguità dei numeri in rapporto alla realtà produttiva e ai rischi legati al lavoro e all'inquinamento ambientale conferma una responsabile “distrazione” da parte delle Direzioni bresciane degli enti preposti alla vigilanza e al controllo e la troppa indifferenza di fronte al ridimensionamento programmato degli organici preposti, oltre che talune rigidità sull'accoglimento delle domande di riconoscimento da parte dell'Inail. Una realtà che conferma la necessità di un maggiore impegno coordinato e iniziativa da parte nostra e, in primis, di tutti gli organismi e comitati investiti in materia di Salute e Sicurezza - e ambiente - sui luoghi di lavoro, previsti dalla Legge 81/2008.