LE MALATTIE PROFESSIONALI Dottor Fabio Filippi UNIONE INDUSTRIALE 18/02/2010 LE MALATTIE PROFESSIONALI PARTE PRIMA RICONOSCIBILITA’ della NATURA PROFESSIONALE LA MEDICINA DEL LAVORO • • • • LA MEDICINA DEL LAVORO HA COME SUO COMPITO ESSENZIALE LA PROMOZIONE E LA CONSERVAZIONE DEL COMPLETO BENESSERE FISICO E PSICHICO DEI LAVORATORI. Le malattie professionali rappresentano uno dei temi prioritari per la promozione e tutela della salute nei luoghi di lavoro. L’evoluzione storica della medicina del lavoro è strettamente collegata con l’evoluzione tecnologica. Già gli antichi autori (Ippocrate,Plinio, Galeno) segnalavano forme morbose che si manifestavano con particolare frequenza in determinate categorie di artigiani. DE RERUM NATURA Tito Lucrezio nel “De Rerun Natura” (I secolo a.c.) ha tracciato un quadro poeticamente drammatico delle condizioni di lavoro degli schiavi nelle miniere. Nella terra profonda sulfurei vapori si spandano e cresce fra odori corrotti il nero bitume. Tu pensa che là discendono uomini e scrutano il ferro nascosto, l’oro e le vene d’argento, scavano in chiusi abissi la roccia compatta nell’umida ombra e respirano aria maligna, il fiato cattivo dell’oro nel suolo, come nelle putrescenti miniere di Scaptènsula. Tu non puoi senza dolore guardare nel viso di quegli uomini quando salgono un poco alla luce: se non li hai visti ancora, avrai certo sentito anche tu parlarne, come rapidamente periscono e quanta parte di vita essi perdono ogni giorno dentro la terra in quella fatica sepolta, dove la dura miseria li spinge. (Traduzione di Enzo Cetrangolo) IL PROGRESSO DELLE CONOSCENZE MEDICHE • • • • Ricordiamo inoltre Georgius Agricola che nel XVI secolo scrisse l’opera “De re metallica” trattando i vari aspetti del lavoro nelle minire di metallo dell’Europa Centrale con accenni generici alle malattie dei minatori e dei fonditori di metalli. Tuttavia spetta a Bernardo Ramazzini di Carpi il merito di aver per primo indagato i rapporti esistenti fra le varie attività lavorative ed alcune malattie dei lavoratori (“De morbis artificum diatriba” 1700-1713). Solo alla fine del 1800 il progresso delle conoscenze mediche consente di mettere in luce i gravi pericoli per la salute insiti in molte lavorazioni industriali. In quest’epoca l’acquisizione del concetto di “patologia da lavoro” determina in tutti i paesi una serie di iniziative legislative che conducono all’istituzione delle assicurazioni obbligatorie contro gli infortuni e le malattie professionali. I.N.A.I.L. • In Italia i provvedimenti legislativi si susseguono a partire dal 1898 (primi provvedimenti contro gli infortuni nell’industria) fino a demandare la gestione di tutta la materia assicurativa nel 1933 all’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (I.N.A.I.L.). La vecchia sede di Prato LA MALATTIA PROFESSIONALE Non esiste una definizione ufficiale di malattia professionale ma questa può essere dedotta dalla norma assicurativa: art. 3 D.P.R. 1124/65: l’assicurazione è altresì obbligatoria per le malattie professionali indicate nella tabella allegato n. 4 le quali siano contratte nell’esercizio e a causa Art. 10 punto 4 comma c) D.Lgs. 38/2000: fermo restando che sono considerate malattie professionali anche quelle non comprese nelle tabelle delle quali il lavoratore dimostri l’origine professionale Sulla GAZZETTAUFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie generale n. 169 del 21-7-2008 è stata pubblicata la nuova Tabella delle MALATTIE PROFESSIONALI NELL’INDUSTRIA di cui all’art. 3 del D.P.R. 1124/1965 e successive modificazioni ed integrazioni (allegato N. 4 al D.P.R. 1124/1965) NESSO DI CAUSALITA’ - 1 Sentenza della Corte Costituzionale n. 179/1988: “l’assicurazione contro le malattie professionale nell’industria è obbligatoria anche per le malattie diverse da quelle comprese nelle tabelle allegate concernenti le dette malattie e da quelle causate da una lavorazione specifica o da un agente patogeno indicato nelle tabelle stesse, purchè si tratti di malattie delle quali sia comunque provata la causa di lavoro” Si potrebbe quindi definire la malattia professionale come quella patologia dovuta all’azione nociva, lenta e protratta nel tempo, di un lavoro o di materiali o di agenti o di fattori negativi presenti nell’ambiente dove si svolge l’attività lavorativa. La diagnosi di malattia professionale richiede non solo un approccio analogo a quello delle patologie comuni ma anche l’individuazione della sua causa. NESSO DI CAUSALITA’ - 2 Oggi raramente i quadri clinici sono patognomonici, cioè chiaramente riconducibili, ad una, ed una sola, causa lavorativa. Le malattie per lo più non sono tipiche e sono in genere a genesi plurifattoriale ed i diversi momenti causali, professionali ed extraprofessionali, non sono agevolmente distinguibili. Esiste il più delle volte una con-causalità nella genesi della malattia ed è a volte estremamente difficile riconoscere e determinare la prevalenza o l’equivalenza della causa lavorativa (presunzione legale dell’origine lavorativa) ai fini del riconoscimento. Pressocché scomparsa la certezza diagnostica, prevale il criterio probabilistico. La probabilità è stata definita in vari modi in varie sentenze: “seria ed apprezzabile”, “molto probabile”, “notevoli probabilità”, “... rilevante”, “probabilità marcata”, “probabilità concreta e seria”,ecc. tutti aggettivi molto soggettivi ! Va sicuramente esclusa la “mera possibilità”. NESSO DI CAUSALITA’ - 3 CIRCOLARE n. 35 del 1992 Ai fini della tutela I.N.A.I.L. .... Omissis ... L’anamnesi lavorativa deve evidenziare l’esistenza di un rischio professionale di natura, durata ed intensità tali da fare ragionevolmente considerare la sua influenza di grado superiore o quantomeno eguale a quella esercitata dai fattori eziologici extraprofessionali. CIRCOLARE n. 70 del 2001 La nozione assicurativa di malattia professionale, tabellata e non, si caratterizza per l’esistenza di una causa lavorativa adeguata a produrre l’evento, ma non esclude la concorrenza di uno o più fattori concausali extraprofessionali i quali possono anzi rappresentare, in determinate condizioni, fattori di potenziamento del rischio lavorativo ed aumentare l’efficacia lesiva. La probabilità logica “probabilità logica” deriva dall’applicazione dei criteri di valutazione del nesso causale: 1. Criterio patogenetico 2. Criterio quantitativo 3. Criterio topografico 4. Criterio cronologico 5. Criterio della continuità fenomenica 6. Criterio epidemiologico La Criterio patogenetico • Considera i possibili meccanismi con cui il danno si può sviluppare. • Mira in sostanza ad accertare la plausibilità biologica, ovvero a definire le complessive modalità attraverso le quali si è estrinsecata l’azione lesiva dell’attività lavorativa nel determinare la malattia Criterio quantitativo • È finalizzato allo studio dell’efficienza lesiva, • cioè del “quantum di energia lesiva della causa considerata, alla luce della natura e dell’entità del danno ad essa riferito. • In pratica tende a stabilire se la causa imputata della malattia possa o meno considerarsi efficace a determinarla. Criterio topografico • Serve verificare se la sede dove si è manifestato il danno sia compatibile con l’organo bersaglio della causa lavorativa Criterio cronologico • Consiste nel valutare se l’intervallo di tempo trascorso dall’inizio dell’azione lesiva fino alla comparsa delle prime manifestazioni di malattia sia compatibile con la latenza attesa. Criterio della continuità fenomenica • Consiste nel verificare l’esistenza di una successione ininterrotta fra i sintomi seguiti all’azione lesiva e quelli attuali della malattia Criterio epidemiologico • Verifica i dati forniti da ricerche di ordine statistico, divenendo particolarmente significativo quando può rifarsi a fonti indiscutibili di Agenzie Internazionali o di studiosi autorevoli. • Va sottolineato il ruolo rilevante, riconosciuto in ambito giuridico che oggi assumono questi studi statistici. La giusta comprensione delle cose e l’incomprensione delle stesse cose non si escludono del tutto FRANZ KAFKA Funzionario Istituto Assicurazioni contro gli Infortuni sul Lavoro del regno di Boemia Franz Kafka nel 1906 Flussi routinari • Referto: è un obbligo per tutti gli esercenti una professione sanitaria inviarlo all’Autorità Giudiziaria quando si trovano di fronte ad una MP certa o sospetta (art. 365 C.P.). Si assolve anche all’obbligo di denuncia all’ASL ai sensi dell’art. 139 DPR 1124/65 • (Primo) Certificato (medico) di MP: la sua compilazione mette in moto l’iter assicurativo per il riconoscimento di una sospetta o accertata MP (art. 251 e 238 DPR 1124/65). • Il datore di lavoro a cui il lavoratore trasmette il primo certificato di MP deve trasmettere la denuncia di MP all’INAIL • Denuncia ex art.139 del TU e art.10 del Dlgs 38/2000 all’ INAIL ed ASL (DM 134/2004) • Segnalazioni ex art. 71 Dlgs 626/94 all’ ISPESL OGGI DIAMO GRANDE RISALTO AGLI INFORTUNI SUL LAVORO Aumentano le malattie professionali in Italia E' un aumento percentuale a due cifre, l'11% in più nel corso dell'ultimo biennio, quello registrato dall'andamento delle malattie professionali in Italia. In controtendenza rispetto al calo ormai strutturale degli infortuni. Nel 2008 le denunce pervenute all'INAIL hanno raggiunto quota 29.704: mille in più rispetto al 2007 (+3,2%), anno che aveva già registrato a sua volta un incremento di ben duemila casi sull'anno precedente (+7,4%). E' allarme per le malattie professionali in Italia ? Un dato che non va genericamente imputato a un peggioramento delle condizioni di salubrità negli ambienti di lavoro ma ... piuttosto all‘emersione del fenomeno e alla maggiore sensibilità verso un problema in precedenza spesso sottovalutato. Tipologia delle malattie professionali in Italia • • • • • • La sordità da rumore si conferma la malattia professionale più diffusa (5.700 casi, il 20% sul totale nel 2008), pur con un'incidenza che diminuisce progressivamente. Tra le patologie emergenti si segnalano, in particolare, quelle che colpiscono l'apparato muscolo-scheletrico: le denunce per tendiniti (oltre 4 mila) e le affezioni dei dischi vertebrali (circa 3.800) sono, infatti, più che raddoppiate negli ultimi 5 anni. Numericamente rilevanti sono anche le denunce per artrosi (circa 1.900 casi) e per sindrome del tunnel carpale (circa 1.500). Particolare importanza, inoltre, stanno assumendo i disturbi psichici lavoro-correlati (nell'ultimo quinquennio hanno toccato i circa 500 casi l'anno, in larga parte individuati come "mobbing"). Un fenomeno a sé è rappresentato, infine, dall‘asbestosi (600 casi). Altra patologia emergente da non sottovalutare è quella legata ai tumori professionali. Tanti gli indennizzi per menomazioni permanenti Una differenza sostanziale (quanto naturale) contraddistingue gli infortuni sul lavoro dalle malattie professionali: • se gli indennizzi, per gli infortuni, riguardano essenzialmente inabilità temporanee (95% sul totale), • per le malattie, invece, sono relativi a menomazioni permanenti (80%). Questa peculiarità è dovuta alla natura stressa dei due eventi lesivi: un infortunio, infatti, è accidentale e traumatico (ma ha maggiori possibilità di guarigione). Una malattia professionale è più insidiosa e, la maggior parte delle volte, gravemente minante per il fisico. Non a caso l'incidenza dei casi mortali sul complesso degli indennizzati è molto più elevata tra i tecnopatici che non tra gli infortunati: al punto da fare ritenere che siano le malattie, più che gli incidenti di per sé (come già detto, ormai stabilmente in calo negli anni), la reale "piaga sociale" che affligge il mondo del lavoro. LE MALATTIE PROFESSIONALI NASCOSTE • • • • • E' sufficiente scorrere i dati della banca dati I.N.A.I.L. per capire che il fenomeno delle malattie professionali in Italia é però ancora sottostimato. Scorrendo questi dati ci si accorge che alcune patologie denunciate appaiono inverosimili come numero. Le malattie osteoarticolari tabellate trattate nel 2007 sono state 190 e indennizzate solo 90. Pensare che siano arrivate all'I.N.A.I.L. solo190 denuncie di patologie osteoarticolari appare a dir poco ridicolo. E' anche vero che probabilmente molto sono state raggruppate, nella statistica I.N.A.I.L., fra le malattie non tabellate che risultano indistinte e non raggruppate per patologia (19.000 pervenute e 3.000 indennizzate). Tuttavia le patologie osteoarticolari tabellate sono una quindicina e quindi sembra inverosimile che su tutto il territorio nazionale siano stati stilati solo meno di 200 certificati relativi a tale tipo di patologia. IL SISTEMA MAL PROF AZIONE PROGRAMMATA: LE MALATTIE PROFESSIONALI A CURA: • Regione Toscana Giunta Regionale • Direzione Generale del Diritto alla Salute e delle Politiche di Solidarietà • Settore Ricerca, Sviluppo e Tutela del Lavoro OFFRE L’ANALISI DEI DATI PERVENUTI SULLE SEGNALAZIONI DI MALATTIA PROFESSIONALE CHE PERVENGONO AI SERVIZI DI PREVENZIONE DELLA A.S.L. DISTRIBUZIONE DI FREQUENZA DELLE SEGNALAZIONIDI MALATTIA PROFESSIONALE NEGLI ANNI 2001-2007 E DEI RELATIVI TASSI PER 100.000 ABITANTI SUDDIVISI PER I DUE SESSI A PRATO POPOLAZIONE PRATESE NUMERO M.P. SEGNALATE TASSO 100.000 anno maschi femmine totale maschi femmine totale maschi femmine totale 2001 111.371 116.656 228.027 66 14 80 59.3 12.0 35.1 2002 111.371 116.656 228.027 100 15 115 89.8 12.9 50.4 2003 110.949 116.937 227.886 86 9 95 77.5 7.7 41.7 2004 110.949 116.937 227.886 69 9 78 62.2 7.7 34.2 2005 116.943 121.883 238.826 52 11 63 44.5 9.0 26.4 2006 118.997 123.5000 242.497 44 14 58 36.98 11.34 23.92 2007 101.903 107.917 209.820 40 12 52 58.7 12.5 24.8 ANNO 2007 - TOSCANA Malattie professionali più frequenti 1. 2. 3. 4. 5. 6. IPOACUSIA DA RUMORE DISTURBI DEI DISCHI INTERVERTEBRALI ENTESOPATIE PERIFERICHE SINDROME DEL TUNNEL CARPALE DERMATITI ALLERGICHE DA CONTATTO e ancora: silicosi, asbestosi, intossicazione da Pb, malattie respiratorie, altri tipi di tumore, ecc. ecc. DISCREPANZA TRA IL NUMERO DI M.P. DENUNCIATE ED IL NUMERO DI M.P. RICONOSCIUTE DALL’I.N.A.I.L. EVOLUZIONE DENUNCE MP TOSCANA (ANNI 2001-2005) 3000 2500 2000 1500 1000 500 0 2001 2002 MP TABELLATE 2003 MP NON TABELLATE 2004 2005 MP COMPLESSIVE MP non tabellate: patologie emergenti (denunce anni 2001-2005) 300 250 200 150 100 50 0 2001 2002 TENDINITI 2003 STC 2004 2005 AFF. DISCHI INTERVERTEBRALI MP non tabellate: patologie emergenti (denunce anni 2001-2005) 700 600 500 400 300 200 100 0 2001 2002 PAT. SOLLECITAZ. BIOMECCANICHE 2003 IPOACUSIE 2004 2005 APP. RESPIRATORIO Tumori denunciati negli anni 2001-2005 120 100 80 60 40 20 0 2001 2002 TUM ORI TABELLATI 2003 TUM ORI NON TABELLATI 2004 TUM ORI COM PLESSIVI 2005