Progetti
Massimo Ferrari*
A volte la storia di un edificio segue
una precisa direzione che trascende
l’uso particolare legato alla funzione
per il quale è stato costruito; altre volte
rimane incatenato al suo esercizio, fino
alla demolizione.
Nella scuola emiliana, progettata da
Alberto Ferlenga con Alberto Gozzi
e NAoMI, è certamente vera questa
prima coincidenza tra l’idealità degli intenti della composizione e l’occasione
della loro dimostrazione meno prevista.
Il ricordo, nella nostra memoria, confronta le parole scritte da Aldo Rossi che
cristallizzano l’intenzione di generalità:
«Se la tipologia ha il ruolo che ha la fun-
alberto ferlenga
Scuola a Mirandola
Modena
Corridoi di distribuzione all’interno.
zione per i funzionalisti (accettabile) essa si
presenta anche come ideologia/idea di riferimento degli elementi. Essa non va quindi
sottovalutata nella descrizione della teoria.
Al contrario essa permette l’uso demistificato
degli elementi»1, con l’immagine nitida
dell’improvvisata sede della protezione
civile all’interno dell’edificio progettato
per i bambini, uscito meritatamente indenne all’indomani del terremoto.
Con inaspettata sorte infatti l’edificio
scolastico solido e composto con i caratteri necessari a un uso pubblico, che
pensiamo dovrebbe avere ogni edifico
collettivo, è salito alle cronache quotidiane per l’adeguata capacità ad accogliere al suo interno la sede provvisoria
della protezione civile, impegnata a fornire i primi soccorsi alla cittadinanza del
territorio emiliano, colpita dal sisma nel
2012, anno successivo alla sua costruzione. Questo perché la scuola di Miran-
The two-level school defines an open courtyard, with two wings which are
connected to each other in the Southern part. In each of them, a central corridor
gives the access to two blocks of classrooms. To the South and to the East, wide
portals, which are framed with bricks, face the territory
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dola è uno spazio della città all’interno
della città, ancora prima che un edificio
pubblico, è –superato il tema dell’efficiente uso proprio– l’idea di uno spazio
collettivo costruito per parti a definire
un luogo centrale, una corte interna,
una piazza urbana seguendo idealmente
una differente lettura sociale alla scala
più ampia. Il tema dell’analogia spiega
le scelte compositive: dalla frammentazione articolata delle singole unità e la
ricomposizione funzionale in un unico
luogo, al vuoto costruito, alla giustapposizione di brani, frammenti centripeti di
un’unica composizione.
Uno spazio aperto alla città, ai genitori, ai bambini; lo sosteneva, già nel
1971, Loris Malaguzzi, teorizzando, con
grandi riscontri a lui postumi, la centralità dell’edificio scolastico e il suo
radicamento al territorio, come appartenenza alla comunità locale dalla quale
derivavano anche le diverse «forme di
democrazia». Come un gioco per bambini i cui pezzi finiti si sommano per
definire paesaggi geometrici, tanti regoli
si allineano ordinatamente a chiarire le
forme più generali di una macchina già
bloccata nelle sue regole d’uso riconfermando una tipologia antica; forme generali che diventano, nella riduzione degli elementi, schemi compositivi capaci
di portare nella loro astrazione significati
più profondi e complessi.
L’edificio costruito sovraincide due assi
principali che regolano gli spazi interni,
la direzione della corte, della piazza
verde si allinea all’orientamento nordsud, così come il sistema delle strade,
della geometria urbana, che al confine
della città, a est di Mirandola, conferma i
tracciati preesistenti nel territorio, segni
non sempre evidenti che sottendono
nascosti ogni geometria emiliana, orientamenti antichi, distillati di orografia,
misure, venti, pendenze altrimenti illeggibili nel territorio.
Un secondo asse, ortogonale al primo,
allinea l’ingresso principale, l’atrio a
doppia altezza, la mensa a lato e conduce
direttamente al cuore dell’edificio che
ordina una chiara relazione tra i luoghi
Dettaglio del fronte sud.
Pianta piano terra.
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Ingresso e fronte principale.
collettivi della scuola –sia esterni che interni all’edificio– e gli spazi più privati
delle aule per le lezioni e i laboratori.
L’articolazione dei corpi di fabbrica
annulla la consistenza degli spazi per la
distribuzione che diventano, in negativo,
luoghi di relazione tra le parti, illuminati
dalle pause ordinate dal ritmo imposto ai
corpi di fabbrica. Ma questo aspetto così
severo è ancora una volta scomposto da
un’eccezione imprevista che costruisce
lo strabismo dell’edificio scolastico, una
ricercata asimmetria; quasi che la forza
leggera del Sarner che soffia da Ponente
avesse avuto la capacità di scombinare
tanta regola. L’asimmetria degli affacci
è il tratto più evidente dell’aspetto esteriore della scuola e del suo rapporto con
il paesaggio, grandi portali incorniciano
le facciate a est, leggere in intonaco, riparate verso ovest, aperte all’affaccio al
giardino e poi alla campagna, murature
solide in mattoni a vista segnano tutti i
muri rimanenti, che nel loro sviluppo
planimetrico indicano a partire dalla
pianta le aspirazioni tipologiche nella
relazione tra le parti.
La luce all’interno è domestica; è piacevole camminare lungo le scale, attraversare gli atrii, seguire i corridoi, tanto per
noi, quanto per i bambini. ¶
* Massimo Ferrari
Ricercatore, Politecnico di Milano
Note
1.Aldo Rossi, Quaderno Azzurro 4, 26 gennaio 1970, 30 dicembre 1970 in:Aldo Rossi, I Quaderni Azzurri 1968-1992
– a cura di Francesco Dal Co, Electa/The Getty Research
Istitute, Milano 1999).
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Scheda tecnica
Oggetto:
Scuola elementare e media
Francesco Montanari
a Mirandola
Località:
via Dorando Pietri 4,
41037 Mirandola (MO)
Committente:
Comune di Mirandola (MO)
Progetto architettonico: Alberto Ferlenga, Alberto Gozzi,
NAoMI – Con SWS Engineering spa,
Mario Berni
Collaboratori:
Claudio Conter, Filippo Orsini,
Marina Travagliati,
Gisella Becchini
Progetto strutturale:
SWS Engineering spa
Progetto impiantistico: STAIN Engineering spa
Impresa di costruzione: Atp Cooperativa di Costruzioni
Modena – ACEA Costruzioni spa
Mirandola – Coop Muratori
San Possidonio
Cronologia:
2005-2006 (progetto)
2008-2011 (realizzazione)
Superficie dell’area:
32.288 m2
Superficie del progetto: 6.500 m2
Costo complessivo:
6.338.835 €
Fotografie:
Peppe Maisto
Vista da sud est.
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Le aule e i laboratori affacciati a ovest.
Prospetto nord e sezione.
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Dettaglio del fronte ovest.
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