Progetti Carmen Murua Il museo Brandhorst è stato inaugurato nel 2009, dopo un concorso bandito sette anni prima.Esso si trova a Monaco di Baviera, nel quartiere Maxvorstadt, zona centrale della città sviluppatasi attorno al XIX secolo che, dopo essere stata seriamente danneggiata durante la seconda guerra mondiale,è stata in seguito ristrutturata. Al momento, si distingue per essere sede di varie ed importanti istituzioni museali come la Alte Pinakothek (progetto di Leo von Klenze), la Neue Pinakothek, la Pinakothek der Moderne,la Staatliche Graphische Sammlung e, da poco, il nuovo Brandhorst Museum, che vanta una cospicua parte delle opere sauerbruch hutton Museo Brandhorst a Monaco di Baviera, Germania Planimetria generale. Nella pagina a fianco: incrocio tra i due volumi che compongono il Museo (foto: Andreas Lechtape). d’arte moderna e contemporanea della collezione privata di Udo ed Anette Brandhorst (circa 700), tra le quali figurano pezzi di Andy Warhol, Cy Twombly, Joseph Beuys, Mario Merz, Sigmar Polke ed altri rinomati artisti. L’edificio,situato a nord-est dell’area dei musei, sull’angolo tra le vie Tuerkenstrasse e Theresienstrasse, è stato costruito su parte dei terreni un tempo appartenenti all’antica caserma reale ottocentesca Tuerkenkaserne, di cui rimane soltanto la porta dell’ingresso principale. In un ambiente contraddistinto da un’architettura importante ed austera, Matthias Sauerbruch e Louisa Hutton sono intervenuti con decisione e senza mimetismi. Hanno progettato un edificio i cui prospetti sono rivestiti da un involucro caratterizzato da una peculiare e movimentata policromia, che lo fa assomigliare ad un insieme di grandi dipinti astratti connotati dalla stessa ricchezza e vivacità di colori che contraddistinguono alcune delle opere esposte all’in- 22 CIL 134 terno del Museo. Si tratta di un rivestimento decorativo,indipendente dall’apparato murario, costituito da vari strati. Quello più esterno è formato da 36.000 listelli di ceramica colorati sui tre lati, con forte resistenza al progressivo decadimento degli effetti cromatici. Sono bacchette vuote, disposte verticalmente (4 x 4 x 110 cm) ed ancorate internamente ad una lamina metallica traforata che assorbe il rumore del traffico e offre,inoltre,uno sfondo bicolore alla successione cromatica.I colori utilizzati per dipingere i listelli sono 23, raggruppati in modo da comporre diverse campiture che, a loro volta, grazie all’accurato assemblaggio di toni, creano le tre superfici cromatiche che definiscono le facciate. L’alternanza dei colori, contrastati e fusi tra loro, accompagnata dalla sistematica stratificazione di linee orizzontali e verticali, suscita un’impressione di oscillazione delle pareti esterne che, da vicino, sembrano vibranti e tridimensionali, mentre, da lontano, si percepiscono come superfici piane e omogenee, tendenti ad uniformarsi in un unico colore neutro dalle numerose variazioni di tonalità e luminosità. La parte esternamente visibile del Museo è costituita da due volumi, uno longitudinale (98 x 18 x 17 m) lungo la Tuerkenstrasse e l’altro (34 x 17 x 23 m), avente angoli ottusi rivolti verso la città e un’altezza maggiore, la medesima del palazzo posto di fronte, progettato da Sep Ruf, architetto tedesco del dopoguerra. I due volumi sono collegati da una finestra “a nastro”che percorre tutto l’edificio, dividendolo visivamente in due piani, e che finisce nel fronte su Theresienstrasse con un’ampia apertura dell’ingresso principale.Gli spazi espositivi sono collocati tra i due estremi dell’edificio – l’ingresso da una parte;gli uffici e i servizi dall’altra – e organizzati su tre livelli, collegati da una bella scala ricoperta in legno proveniente dalla Danimarca. Sono di forme e dimensioni differenti e hanno un modo distinto di ricevere la luce naturale a seconda della quota che occupano.Nell’ultimo piano, Dall’alto: sezioni trasversali, sezione longitudinale, pianta del primo piano, del piano terra e del piano interrato. Qui e nella pagina a fianco: in primo piano, il corpo longitudinale suddiviso orizzontalmente in due parti cromaticamente differenti. In fondo, si alza il volume dell’ingresso distinto da una ulteriore diversa fascia cromatica (foto: Andreas Lechtape). 24 CIL 134 sale di grandi dimensioni (ricavate in 450 m2 di superficie) usufruiscono di luce omogenea; in testata, sopra l’ingresso dell’edificio, una galleria poligonale è stata progettata appositamente per esporre una serie di dodici dipinti di Cy Twombly. Al piano terra, altri ambienti più piccoli (tra 55 e 100 m2) si susseguono illuminati da una luce, filtrata da grate con lamelle, che attraversa la lunga vetrata ritagliata sul fronte longitudi- nale. Invece, nel sottosuolo, un grande spazio (460 m2) riceve la luce da un’apertura protetta inserita a filo di terreno, mentre 6 piccole stanze (fotografie e opere di carta) e una sala “buia” (video e arte elettronica) sono illuminate artificialmente. Singolare ed accattivante resta il forte contrasto che esiste tra l’interno e l’esterno del Museo Brandhorst. La particolare colorazione dell’involucro rende 25 PROGETTI l’edificio un elemento unico, conferendogli un raffinato protagonismo nell’impegnativa scena urbana in cui è inserito.Al contrario,gli spazi interni sono caratterizzati da ambienti di grande neutralità, dove l’accuratezza della luce, insieme all’eleganza dei materiali naturali e all’utilizzo di colori tenui, è rivolta a creare le condizioni ottimali per accogliere e valorizzare in modo assoluto le opere d’arte esposte. ¶ Spazi neutri, eleganti e accurati accolgono le opere d’arte esposte (foto: Annette Kisling). Nella pagina a fianco: particolare del fronte nord-ovest (foto: Annette Kisling). Scheda tecnica Progetto: Project architect: Project manager: Design team: Sauerbruch Hutton Matthias Sauerbruch, Louisa Hutton, Juan Lucas Young David Wegener Staatliches Bauamt Munich 1 Peter Apel, Rasmus Jörgensen, Mareike Lamm, Jürgen Bartenschlag, Philip Engelbrecht,Andrea Frensch, Michaela Kunze, Jörg Albeke, Britta Aumüller, Philipp Eckhoff,Angelika Fehn Krestas, Ramiro Forné, Felix Habich,Tanja KauschLöchelt,Andrew Kiel, Seamus Kowarzik, Marie Langen, Ilja Leda, Constantin von der Mülbe, Daniela McCarthy, Sandra Peters, Markus Pfeifer, Maria Saffer, Birgit Schönbrodt, Marc Schwabedissen, Kerstin Treiber,Anja Vogel Construction man.: Marcus von der Oelsnitz, Rasmus Jörgensen, Mathias Mund Strutture: Ingenieurbüro Fink, Berlin 26 CIL 134 Impianti: Ingenieurbüro Ottitsch, Munich (condizionamento); Zibell,Willner und Partner, Munich (elettrico);Arup Lighting, London (illuminazione) Paesaggio: Adelheid Gräfin Schönborn (AGS), Munich Restauro preventivo: Doerner Institute, Munich Dati dimensionali: 3.200 m2 ca. (sup. espositiva); 12.000 m2 ca. (sup. complessiva); 68.000 m3 ca. (vol. complessivo) Cronologia: 2002, concorso; 2005-08, inizio-fine lavori; 2009, apertura al pubblico 27 PROGETTI