PROGETTAZIONE INTEGRATA IN SARDEGNA analisi e valutazione del processo avviato Rapporto Giugno 2006 Economia Applicata anno 2007 di Fois Maria Antonietta LA FILIERA DELLA CONOSCENZA La nuova politica di sviluppo avviata dalla Regione Sardegna punta decisamente sul sapere e sulla conoscenza. La più importante sfida è superare la mancata valorizzazione del capitale umano, fattore di debolezza strutturale che colloca la nostra Isola agli ultimi posti tra i Paesi europei. LA PROGETTAZIONE INTEGRATA AL PRIMO GIRO DI BOA La Progettazione Integrata in Sardegna giunge al suo primo giro di boa e dà inizio ad un ciclo di incontri nelle otto Province – i Forum Territoriali – che rappresentano da un lato l’occasione per condividere con le parti istituzionali, sociali ed economiche, gli esiti della prima fase dei lavori Questa ricerca viene affidata alla società Studiare Sviluppo del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo ,attualmente inserito nel Ministero per lo Sviluppo Economico che a giugno 2006 presenta un primo rapporto La Progettazione Integrata non scaturisce da esigenze nate dal “basso”,bensì nasce per volontà della Amministrazione regionale già nel 2001 la Giunta regionale aveva avviato una ricerca valutativa sulla progettazione integrata Dalla profonda insoddisfazione(della nuova Giunta) per il modo in cui era stato attuato il primo ciclo di P.I.,nasce il “nuovo percorso” Questo nuovo percorso è caratterizzato da metodi e procedure differenti da quelle che avevano caratterizzato la precedente Si tende ad una maggiore responsabilizzazione delle amministrazioni provinciali e locali,nonché delle rappresentanze di interessi i progetti integrati I Progetti Integrati rappresentano il momento decisivo del nuovo percorso della progettazione integrata che ha preso il via lo scorso anno e che si è articolato in diverse fasi. Numerosi incontri promossi dai laboratori di progettazione hanno portato alla definizione e approvazione del Quadro Unitario della Progettazione Integrata, nell’ambito del quale si individuano Progetti Integrati di Sviluppo Regionale, Progetti Integrati di Sviluppo Territoriale e le Azioni di Sistema. I progetti integrati sono uno strumento operativo di attuazione della strategia regionale che, partendo dalle specificità del territorio, sono capaci di valorizzare le risorse locali e creare sviluppo in termini economici, sociali, ambientali e culturali. Le fasi della progettazione integrata Fase 1 :presentazione delle domande di partecipazione ai partenariati di progetto Fase 2 :costituzione dei Partenariati di progetto Fase 3 :presentazione dei progetti integrati da parte dei Partenariati di progetto Per mettere in pratica questi orientamenti la regione ha fatto tre scelte importanti: a) la creazione di inediti “Laboratori di progettazione” cioè dei luoghi tecnici decentrati,dedicati a promuovere l’identificazione e la formazione dei progetti integrati in stretta interazione con il territorio b) sollecitare il contributo strategico del partenariato economico-sociale ed ampliare la partecipazione c) la terza scelta forte della regione è la creazione,a livello regionale, di Gruppi tecnici settoriali, a supporto della validità tecnico-economica dei progetti integrati Ha inizio durante la riprogrammazione intermedia del POR Sardegna 2000-2006 e si articola in 4 fasi: Fase A Individuazione del quadro logico di riferimento per la successiva definizione dei Progetti Integrati (obiettivi,strategie,azioni prioritarie) ►inizia a gennaio 2005 con la predisposizione,da parte della Regione col supporto di FORMEZ (task force del Progetto SPRINT) degli orientamenti ed indirizzi del nuovo percorso ►si conclude ad aprile 2006 con la costituzione dei Gruppi Tecnici Regionali che hanno il compito di rendere più omogenee tra loro tutte le proposte contenute nei vari rapporti,individuando quelli che possono avere una valenza strategica per l’intera regione Fase B Attuata nel marzo 2006 Delibere di Giunta Regionale per il finanziamento delle operazioni inserite nei Progetti Integrati a valere su fonti finanziarie diverse dal POR Viene attuata a marzo 2006 quando la giunta Regionale delibera le risorse finanziarie disponibili per la progettazione integrata : oltre 693 milioni di euro Fase C Presentazione,valutazione e approvazione dei progetti Integrati inizia a maggio 2006 ed è tuttora in corso,con la pubblicazione,da parte della regione,del Quadro unitario per la Programmazione Integrata mediante l’emanazione dell’Avviso pubblico per la presentazione di Progetti Integrati di sviluppo L’Avviso indica gli ambiti settoriali e tematici cui si devono riferire le proposte dei Progetti Integrati di Sviluppo presentate dai Partenariati di Progetto Fase D pubblicazione dei bandi di gara per la selezione delle operazioni da ammettere al finanziamento,inserite nei Progetti Integrati di Sviluppo approvati Obiettivi e mezzi implicati Per realizzare il percorso brevemente riassunto,la Regione ha individuato alcuni obiettivi che sono rimasti inalterati lungo tutto il processo: Obiettivi:Conseguire il massimo valore aggiunto dagli investimenti sinora realizzati Finalizzare strategicamente le risorse del POR e degli altri strumenti non ancora programmate Creare le condizioni per usare,con efficacia,le risorse finanziarie che saranno disponibili nel 2007-2013 Sostenere e rafforzare i processi di cooperazione tra gli attori di sviluppo locale mezzi Per poter raggiungere questi obiettivi occorre avere a disposizione 4 differenti mezzi : ► Conoscenza situata e globale :Si devono conoscere bene i Territori in cui si deve operare; Occorre avere cognizione del tipo di investimenti e dell’importo degli stessi; Occorre conoscere le condizioni di estrazione del valore aggiunto (la differenza tra il valore dei beni e servizi prodotti e il valore dei beni e servizi acquistati per essere impiegati nel processo produttivo è il valore aggiunto ) ► Consenso :È necessario,una volta definite le strategie, raggiungere un accordo collettivo ; Esso sarà dunque in funzione ad un determinato metodo di selezione di quelle iniziative più rilevanti; ;che premia mezzi ► Capacità Tecniche e Organizzative da parte delle Amministrazioni coinvolte: Di progettare Di “accompagnare” il progetto ai fini della sua attuazione Di entrare nel merito degli interventi,valutandone e sostenendone la qualità ► Incentivi :Uno dei dieci principi dell’Economia afferma che “gli individui rispondono agli incentivi”,perciò una buona informazione sugli investimenti,siano essi pubblici che privati (già realizzati o in via di realizzazione), una conoscenza sulle preferenze del pubblico (disegni perseguiti,evoluzioni auspicate e promosse) o,anche, la creazione di dispositivi e mezzi giuridici,saranno degli ottimi incentivi Strutturazione del processo Al fine di strutturare il processo organizzativo che dovrà presiedere alla nuova progettazione integrata,la Regione Sardegna prevede di costituire: 1 Tavolo di Partenariato Regionale 8 Tavoli di Partenariato Provinciali (1 per Provincia) 1 Unità Tecnica Regionale di Coordinamento Laboratori di Progettazione Regionali(settoriali e intersetto-riali) e Provinciali I TAVOLI di PARTENARIATO 1 Regionale 8 Provinciali I Tavoli di partenariato rappresentano il luogo d'incontro tra le istituzioni ed il partenariato economico e sociali e hanno lo scopo di maturare scelte più rispondenti agli interessi ed ai bisogni dei territori amministrati ►hanno il compito di “mobilitare” la conoscenza “situata”,cioè quel tipo di conoscenza che riguarda i problemi localizzati (ad un determinato territorio) e la capacità di riconoscerli,percepirli ed affrontarli in modo adeguato,nonché di fornire il consenso che è necessario per poter scegliere ed attivare delle azioni strategicamente rilevanti Tavolo di partenariato regionale L’idea iniziale era quella di creare prima i Tavoli di partenariato che avrebbero costituito i Laboratori di Progettazione Provinciali, sorvegliandone le attività e valutandone gli esiti. In realtà i Laboratori sono nati per primi,indipendentemente dai Tavoli Ne è conseguito che i Tavoli anziché promuovere l’azione dei Laboratori, ne hanno, invece, valutato il prodotto ex post. Tavolo di Partenariato regionale Composizione: La composizione di questo gruppo di lavoro prevede la partecipazione di diversi rappresentanti: ِ► il Partenariato istituzionale, composto dai rappresentanti dell'Amministrazione regionale, delle Province, degli Enti Locali, delle Comunità Montane; ► il Partenariato socio-economico, costituito dai rappresentanti imprenditoriali, sindacali e professionali; ► i centri di ricerca e formazione; ► le Associazioni no-profit e le Banche. Le decisioni vengono assunte applicando il metodo del consenso Compiti: a) contribuisce alla definizione del processo di attuazione della nuova progettazione integrata; b) promuove e coordina, in una piena prospettiva di sussidiarietà e decen-tramento, l’azione delle proprie componenti nei Tavoli di Partenariato Provinciali; c) prende atto degli obiettivi, delle strategie e delle azioni prioritarie (settoriali e territoriali) definiti nei Rapporti d’Area approvati dai Tavoli di Partenariato Provinciali Tavolo di partenariato regionale Compiti: d) contribuisce all’individuazione delle priorità territoriali e settoriali da adottare per la definizione del quadro d’insieme dei Progetti Integrati valutandone la coerenza con la programmazione regionale; e) fornisce indirizzi per la formulazione dei Progetti Integrati di Sviluppo Regionale concertandone i contenuti con i Tavoli di Partenariato Provinciali e procedendo alla loro approvazione finale; f) partecipa alla valutazione in itinere e finale dei risultati derivanti dalla attuazione dei Progetti Integrati in termini di impatto sull’economia della regione e dei suoi territori. Le decisioni vengono assunte applicando il metodo del consenso. Tavoli di partenariato provinciali Sono previsti Tavoli partenariali anche a livello locale. La prima convocazione dei Tavoli ufficiali viene fatta tra dicembre 2005 e marzo 2006 per discutere,integrare ed approvare i Rapporti d’Area. In ogni Tavolo di Partenariato Istituzionale ,sono rappresentati,in modo uniforme,Provincia,Comuni,Comunità Montane.(la diversità numerica, che va dai 62 componenti di Cagliari ,ai 31 di Sassari ,è da attribuire al fatto che alcuni Comuni si sono fatti rappresentare) Anche il Partenariato Socio-Economico , composto da Sindacati e Associazioni di categoria,è stato uniformemente rappresentato nelle sue categorie principali,mentre l’assenza degli Enti Parco,degli Istituti di Credito e del Terzo Settore,degli Atenei e dei Centri R&S,hanno ridotto l’ampiezza dei Tavoli ,riducendo notevolmente la rappresentatività. Provinciali, hanno natura assembleare e operano come luogo di cooperazione, confronto e riflessione strategica sulle politiche di sviluppo del territorio Le decisioni vengono assunte applicando il metodo del consenso. Componenti Tavoli di Partenariato Provinciali P R O V I N C I A C O M U N I T À M O N T A N E C O M U N I E N T I P A R C O A L T R I I S T I T U P Z A I R O T N N A E L R I S O R G A N I S M I D A T O R I A L I O R G A N I S M I S I N D A C A L I U N I V E R A S I T A S C U O L A C E N T R I R & S A S G V E I N L Z U I P E P O D I I C S R T E I D T I U T T O I I M P R E S E M O N D O D I S O C I A L E Cagliari P 3 46 - 3 1 3 2 - - 4 - CarboniaIglesias P 1 20 - 0 0 4 1 - - 5 - Medio Campidano P 1 24 - 0 1 4 1 - - 1 - Oristano P 1 23 - 2 - 2 2 - 3 - Sassari P 1 25 - 3 2 - - - 5 - OlbiaTempio P 3 11 - 5 1 4 - - - - - Nuoro P 2 38 - 1 2 2 2 - - 5 - Ogliastra P 0 18 - 1 1 3 1 1 - 2 - L’UNITA’ TECNICA DI COORDINAMENTO Provvede a collegare il lavoro dei vari soggetti coinvolti nel processo,in particolare quello degli 8 Laboratori di Progettazione provinciali,dei Laboratori regionali,nonché delle strutture amministrative che vengono interessate dal processo (amministrazioni regionali, provinciali e locali) Col suo operato permette una complessiva coerenza e tenuta organizzativa del processo, orchestrando la connessione tra la produzione di conoscenza dei Laboratori e la produzione di consenso e di decisione dei Tavoli. I Laboratori di Progettazione REGIONali Rispetto al disegno iniziale,vi sono stati due cambiamenti importanti : ► avrebbero dovuto promuovere la definizione dei Progetti Integrati di scala regionale in parallelo a quelli di scala subregionale promossi dai Laboratori provinciali,mentre in realtà questo parallelismo non c’è stato; ► Di conseguenza,ai Laboratori provinciali, è mancato nel corso dei lavori il contributo tecnico-specialistico di quelli Regionali che,sarebbero dovuti essere preposti a “dispensare” la loro conoscenza globale Nel nuovo percorso,la Regione Sardegna, ha previsto che i Laboratori di Progettazione regionali debbano rappresentare una credibile risposta alla esigenza di fornire conoscenze e competenze globali capaci di bilanciare quella conoscenza “situata” che proviene dal “basso” del territorio I Laboratori di Progettazione REGIONali Rappresentano la risposta a 2 esigenze: Istruire la decisione del Tavolo Regionale sui Progetti Integrati che hanno rilevanza strategica sul territorio regionale Fornire la Conoscenza globale che sarà affiancata a quella “situata”, in modo tale da permettere la formazione di Progetti validi sia dal lato economico che da quello tecnico Con la nuova denominazione di Gruppi tecnici regionali, i Laboratori regionali,entrano in scena a fine 2005 – inizio 2006 per esaminare i rapporti d’Area già approvati dai Tavoli provinciali I Laboratori di Progettazione Provinciali Sono entrati in scena a fine 2005-inizio 2006 Sono collocati,fisicamente, presso le province Avrebbero dovuto promuovere la definizione dei progetti integrati di scala regionale in parallelo alla promozione di quelli di scala subregionale elaborati dai Laboratori provinciali In realtà, questo “parallelismo” non si è verificato in quanto la promozione dei progetti Integrati regionali è avvenuta avvalendosi dei Rapporti d’Area,cioè del lavoro svolto a livello provinciale Si tratta di nuove entità mai viste prima in nessuna regione Sono il luogo in cui i tecnici locali (che conoscono molto più a fondo i problemi e le esigenze di “quel “ territorio)lavorano a fianco dei tecnici regionali,raccolgono dati,conducono interviste e,infine propongono linee di intervento I laboratori di progettazione provinciali Composizione Ogni Laboratorio è composto da : 1 Coordinatore tecnico nominato dalla Regione 1 Coordinatore istituzionale di fiducia della Provincia 1 Coordinatore regionale,scelto tra i funzionari regionali (per agevolare le relazioni con gli uffici della Regione) Un gruppo di tecnici :Professionisti e consulenti selezionati dalla Regione, agenti di sviluppo,di nomina regionale,Dipendenti pubblici ,Consulenti di fiducia di Amministrazioni locali, Una segreteria tecnica (situata presso gli uffici della Provincia) Ad ogni Laboratorio collaborano tecnici dell’ERSAT I laboratori di progettazione provinciali Risorse Ogni Laboratorio ha a disposizione una serie di risorse che si differenziano da un punto di vista quantitativo determinato da : ►numero di tecnici coinvolti ►numero di ore messe a disposizione ai Laboratori ►impegno previsto e impegno effettivo dei tecnici ► tipo di competenze messe in campo (solo in due Laboratori su otto sono presenti tecnici capaci di fare un’analisi economica,indispensabile per lo svolgimento dei lavori) ►dal tipo di organizzazione ►dal tipo di gestione (alcuni Laboratori non hanno una segreteria) Per quanto riguarda le competenze relative al Settore Agricolo e Agroindustriale,l’accordo Regione – ERSAT ha garantito la presenza in ogni Laboratorio della presenza di uno o più tecnici. Output dei Laboratori provinciali A livello teorico essi avevano il compito di: ►prendere contatto con gli attori coinvolti nel Progetto integrato, ►acquisire impegni formali, per la realizzazione delle opere,dagli enti pubblici ►valutare il progetto mediante modelli di valutazione di coerenza e autovalutazione In realtà,più che “disegnare”,”costruire” e “montare”, i Laboratori hanno riordinato e sistematizzato il quadro generale Il risultato finale (output) che ne è scaturito,riversato nei rapporti d’Area,rappresenta non tanto dei Progetti,quanto una serie di sollecitazioni scaturite dall’avere fatto ordine ,proponendo “modelli” in cui racchiudere una moltitudine di idee 28 Unità di coordinamento Un’altra modificazione ,nel nuovo percorso, riguarda “l’Unità Tecnica Regionale di coordinamento della programmazione e della progettazione integrata regionale e territoriale” All’inizio del processo ad essa vengono attribuiti i compiti di : coordinare il nuovo percorso,contribuire al PRS,al DSPR e al POR2007-2013,coordinare l’attuazione dei 13 PIT del 2001 Durante il corso dei lavori viene ,invece, attuata una diversa struttura di coordinamento snella,concentrata soprattutto sul “nuovo percorso” in modo da assicurare il contatto e l’interazione fra Regione e Laboratori provinciali Il partenariato e la partecipazione Per quanto riguarda il partenariato,l’obiettivo è quello di renderlo più attivo,più propositivo e più partecipe del processo di formazione dei progetti integrati ; Il progetto rappresenta un ulteriore approfondimento e specializzazione degli obiettivi, strategie e azioni contenute negli "Elementi per la Predisposizione dei Progetti Integrati di Sviluppo". I partenariati sono aggregazioni di soggetti proponenti che hanno il compito di predisporre e presentare il progetto integrato di sviluppo regionale. Vengono convocati all’inizio del processo al fine di una condivisione univoca delle impostazioni strategiche e delle modalità di attuazione. Partecipano in modo costruttivo,collaborando con la Regione e aprendo un confronto su tutte le questioni proposte. Descrizione del processo organizzativo Il Processo organizzativo consiste nella “l’individuazione del quadro logico di riferimento per la definizione dei Progetti Integrati”,esso si distingue in 3 fasi logiche: ►progettazione del processo e allestimento delle risorse umane ed organizzative; ►indagini territoriali svolte dai Laboratori di Progettazione( in ogni provincia); ►individuazione di obiettivi,strategie ed azioni prioritarie (per la definizione dei Progetti); Interpretazione del processo Il processo che produce il quadro logico di riferimento per la definizione dei Progetti,cioè gli obiettivi,le strategie e le azioni prioritarie,prende l’avvio dalla Progettazione e allestimento delle risorse,fase in cui vengono coinvolti una serie di attori si costituiscono organismi e strutture,vengono reclutate le risorse umane e mobilitate le varie competenze professionali e,infine viene acquisito il necessario consenso per l’attuazione I compiti da svolgere sono molto complessi,pertanto la struttura organizzativa deve essere in grado di supportare ogni tipo di eterogeneità e di variabilità Interpretazione del processo Le attribuzioni operate coinvolgono: ►in fase di Pogettazione: la Regione e il FORMEZ, Inizialmente la Regione vuole costituire specifici gruppi di lavoro cui dovrebbero partecipare rappresentanti delle varie amministrazioni,Com Montane,Comuni ecc..,ma di fatto questo disegno non trova attuazione e si provvederà all’adempimento degli stessi compiti con l’apporto di tecnici specializzati ►In fase di indagine ,invece,saranno i Laboratori provinciali ad essere coinvolti ed opereranno godendo di una consistente discrezionalità nello svolgimento dei compiti che sono stati loro assegnati data la loro maggiore conoscenza del territorio è proprio attraverso l’Indagine Territoriale che viene accumulata la “conoscenza”,elemento necessario per poter identificare gli ambiti di intervento prioritari Razionalità organizzativa del nuovo processo Dal punto di vista organizzativo la scelta fatta dalla Regione è altamente razionale: ogni Laboratorio è stato creato per recepire la “variabilità”,le peculiarità dei comportamenti locali,in modo da dare risposte adeguate; in ognuno di essi vi sono 3 Coordinatori: • uno tecnico ,sempre in contatto con la Cabina di regia regionale, • uno istituzionale di fiducia dell’Amministrazione provinciale • uno regionale preposto a dare supporto e facilitare le relazioni con l’Amministrazione regionale Sono stati creati dei nuovi presidi tecnici con il compito di innovare con nuovi metodi di lavoro di campo,di analisi,di ascolto dei protagonisti locali,di discussione con le parti sociali e con le istituzioni Tuttavia il processo,benché strutturato in maniera adeguata,non è riuscito ad essere perfettamente congruente ,data la sua novità e la sua complessità Sono nate incongruenze,difficoltà,tensioni e criticità Razionalità organizzativa del nuovo processo In particolare i Laboratori,cui è stata attribuita gran parte dei compiti,si sono trovati a dover fronteggiare difficoltà derivate da: ►risorse umane insufficienti ►competenze tecniche e progettuali inadatte a svolgere i compiti assegnati in modo adeguato ►contraddizioni tra complessità di compiti e limitatezza del tempo assegnato al loro svolgimento ► presenza di contrasti e conflitti nell’ambiente politico-costituzionale di riferimento –soprattutto nei rapporti Regione-Amministrazioni provinciali ►istruzioni per lo svolgimento dei compiti assegnati inadeguate Una caratteristica importante di questo nuovo processo è che l’esperienza si è realizzata mediante continui adattamenti nel corso dello svolgimento del processo Razionalità organizzativa del nuovo processo Sarà comunque sempre la regione a guidare sui tempi e sulle scadenze da rispettare I Laboratori avranno ampia libertà di decisione sulle modalità dello svolgimento del loro lavoro: ►Scelte organizzative e operative ►funzionamenti prioritari da assicurare Di conseguenza ogni Laboratorio tende a percepire la propria identità in modo parzialmente diverso Adattamenti in itinere rapporto Tavoli – Laboratori provinciali Nel corso del processo vi sono stati importanti aggiustamenti La modificazione,forse più importante riguarda la relazione tavoli di Partenariato e Laboratori di Progettazione a livello provinciale. Nell’ipotesi iniziale i Tavoli di partenariato sarebbero dovuti nascere per primi e avrebbero dovuto costituire i Laboratori di Progettazione Provinciali,sorvegliarne le attività e valutarne gli esiti In realtà,invece, i Laboratori sono nati,indipendentemente dalla creazione dei Tavoli ,così che il ruolo di questi ultimi è stato quello di esaminare,integrare e validare i Rapporti d’Area presentati dai Laboratori,valutando,così, ex post il loro prodotto criticità per mezzo di interviste fatte a vari protagonisti e testimoni diretti del processo,sono emerse una serie di critiche che vengono differenziate in : ► criticità diffuse ► criticità circoscritte Criticità diffuse Contratti part-time Rapporto Regione-Province L’assenza di continuità ha influito negativamente sulla produttività Il problema è sorto a causa del tempo,inizialmente molto limitato,che non ha consentito di fare programmazioni continue a lungo termine Reclutare part-time molti tecnici è stato un limite del processo Soprattutto all’inizio,le Province non hanno accolto molto bene l’azione dei laboratori di progettazione che sono stati visti come una “sottrazione di potere” anziché come una dotazione aggiuntiva di risorse Tempi Con particolare riferimento alla fase di Indagine Territoriale,i Coordinatori tecnici dei Laboratori denunciano un inadeguato timing delle attività. Da un lato tempi troppo ristretti per poter raggiungere risultati molto complessi; Da un altro lato,invece il ricorso a frequenti proroghe Competenze tecniche e capacità di progetto I Laboratori hanno sofferto a causa delle inadeguate competenze tecniche dei Coordinatori istituzionali Carenza di competenze che ha influito ritartando lo svolgimento di attività importanti Criticità circoscritte Coordinamento Il processo viene governato e guidato con continui aggiustamenti,focalizzando via via gli aspetti da disciplinare e attorno a quali attirare l’attenzione delle risorse. In Ogliastra si parla di “navigazione a vista” nell’insieme sembra che la carenza di regole sia la causa principale cui attribuire una scarsa abilità di coordinamento Divisione del lavoro Laboratori- Regione Sassari ha lamentato che”per reagire ad urgenze dei bandi,si è cercato di usare i Laboratori per obiettivi che non sono i loro..” Si è accusata la Regione di voler riversare sui Laboratori decisioni rilevanti alle quali essi non sono in grado di dare una risposta adeguata per mancanza di capacità o di risorse umane e di Coordinamento Metodi La Regione ha indirizzato l’avvio del lavoro sul Campo,da parte dei Laboratori,con un complesso questionario per le interviste,troppo complesso ,poco adatto ad assicurare una buona conoscenza dei vari fenomeni,inoltre ,a causa di una carenza nella codificazione del questionario, molto probabilmente non sono stati scelti in modo adeguato gli attori da intervistare Partenariato Relativa inerzia da parte degli organismi privati che vengono chiamati a partecipare ,nelle sedi Provinciali. Scarsa capacità delle strutture regionali nell’assicurare una efficiente connessione con le sedi provinciali PARTECIPAZIONE Dai risultati delle interviste è stato possibile dedurre alcune cause della scarsa partecipazione: ►alcune assenze sono da attribuire alla scarsa opera di coinvolgimento preventiva alla convocazione dei Tavoli ►altre sono attribuibili alle difficoltà,di alcuni soggetti,di capire che cosa sia il Progetto e quanto sia fondamentale la partecipazione alle assemblee. ►Anche in quei territori dove alcune strutture erano già esistenti,la proposta dei nuovi Laboratori,che proponevano un nuovo modo di lavorare,ha,in un primo momento ,creato difficoltà e addirittura scontri È importante sottolineare come la costituzione delle compagini partenariali abbiano avuto tempi e modalità di attuazione diffe-renti,nonostante la loro costituzione sia avvenuta coerente-mente alle indicazioni impartite dalla Regione. PARTECIPAZIONE In particolare,in alcuni casi,l’individuazione dei componenti del Tavolo è stata vissuta in maniera problematica,soprattutto laddove la Provincia non riteneva opportuno coinvolgere de-terminati soggetti Un caso interessante è fornito dalla provincia di Nuoro: Prima di arrivare alla convocazione ufficiale del Tavolo,si sono succeduti una serie di incontri organizzati in modo molto ampio a livello provinciale Il Laboratorio ha organizzato una serie di incontri a livello di sotto aree provinciali nei quali,di volta in volta,veniva presen-tata e discussa la situazione della area di riferimento. Un caso interessante è fornito dalla provincia di Nuoro In questo modo era possibile apportare eventuali modifiche o integrazioni che venivano suggerite dai presenti Così facendo si è permesso di intervenire a quei soggetti che non sempre avevano avuto la possibilità di esprimere il loro parere sulle scelte fatte per un determinato territorio Proprio per favorire la partecipazione a livello locale,il processo è stato caratterizzato da una intensa attività di informazione sul processo stesso e sui suoi contenuti,provvedendo anche a distribuire opuscoli. La partecipazione a livello provinciale: i forum Tra luglio e settembre 2005, a conclusione della fase di analisi,nel processo di Progettazione Integrata si è avuta l’introduzione di una importante novità : In ogni provincia sono stati organizzati i Forum Territoriali L’obiettivo dei Forum : Creare un momento di condivisione con le part istituzionali,sociali ed economiche locali; Dare,ai Laboratori,una ulteriore opportunità di conoscere e raccogliere idee e progetti utili per lo sviluppo del territorio La partecipazione a livello provinciale: i forum L’introduzione del Forum, a lavori iniziati, serve per soddisfare tre principali esigenze: a) dare una prima risposta al territorio spiegando in che cosa consiste il lavoro del Laboratorio e che cosa lo stesso stia producendo; b) porre fine alle lamentele di alcuni amministratori locali che,non essendo stati intervistati nel primo periodo dei lavori, ritenevano di essere stati discriminati; c) porre fine alle lamentele di coloro che ritenevano non del tutto rappresentativo l’insieme dei testimoni privilegiati dai Laboratori La partecipazione a livello provinciale: i forum L’incontro si articola in tre momenti fondamentali: 1 -sessione plenaria iniziale nel corso della quale viene presentata la diagnosi del territorio nonché la strategia messa a punto dal Laboratorio; 2- sessione tematica organizzata con gruppi di lavoro; 3- sessione plenaria conclusiva che ha consentito di condividere,con tutti i presenti,gli esiti del lavoro dei gruppi; forum : Temi principali Sono 4 i temi principali che hanno interessato i Forum:► Turismo ► Servizi alla persona e imprese ► Sviluppo rurale ► Ambiente e Sistema produttivo il Forum di Nuoro ha introdotto alcune tematiche di tipo trasversale come:► Governance ► Partenariato ► Capitale umano e sociale Anche Olbia ha inserito un tema di tipo trasversale : ► Sostenibilità forum : partecipazione Per quanto riguarda la partecipazione, si è riscontrato un elevato numero di partecipanti in tutte le province; Molto significativa la presenza della Regione e soprattutto è stata una presenza importante quella del Presidente della Giunta; Forte anche la presenza della Associazioni di categoria,dei Sindacati,dell’Associazionismo,delle Banche e delle Università forum partecipazione Sassari OlbiaTempio * * SOSTENIBILIT A’ * PARTENARIA TO * GOVERNANC E * Oristano CAPITALE UMANO E SOCIALE * * RIQUALIFICA ZIONE URBANA E TERRITORIAL E SISTEMA PRODUTTIVO * * AMBIENTE * Medio Campidano SVILUPPO RURALE SERVIZI PERSONA E IMPRESE TURISMO * * * * Ogliastra * * * * * * * CarboniaIglesias * * Nuoro * * * * * Cagliari forum partecipazione ALTRI SOGGETTI * * * * * * Sassari * * * * * * * * Nuoro * * * * * * * * Ogliastra * * * * * * * * COMUNI ASSOCIAZIONI IMPRENDITORIALI E SINDACALI * * * * * * BANCHE * * * ASL e MONDO SOCIALE Oristano * * IMPRENDITORI * * * UNIVERSITA’ ED ENTI DI RICERCA * * * AGENZIE DI SVILUPPO E SOGGETTI GESTORI DI PROGRAMMA DI SVILUPPO LOCALE Carbonia -Iglesias * Cagliari forum partecipazione PROVINCE PARTECIPANTI AI FORUM Cagliari 240 Carbonia – Iglesias 211 Medio Campidano 154 Oristano 223 Sassari 285 Nuoro 133 Ogliastra 148 I laboratori di progettazione provinciali composizione risorse umane dei Laboratori La maggior parte dei coordinatori tecnici e degli agenti di sviluppo per una forma di consulenza contrattuale o a progetto che prevede ,in media, 4 gg lavorative a settimana;alcuni addirittura solo 2 giorni a settimana La partecipazione dei tecnici locali è molto differenziata Differente risulta,ovviamente,l’impegno reale ,dato ai Laboratori, che in molti casi è andato oltre gli accordi iniziali e le indicazioni date all’inizio. Sempre presente il personale delle Province. I Laboratori hanno pianificato e svolto tutte le attività relative alla prima fase di analisi e ascolto del territorio (interviste e analisi desk) Analisi territoriale Individuazione dei testimoni privilegiati da intervistare A questo proposito i Laboratori hanno goduto di un ampio margine di discrezionalità sulla scelta dei soggetti da intervistare Alcuni Laboratori si sono attenuti fedelmente alle indicazioni fornite dalla Regione Altri,invece,grazie a quella relativa autonomia nella gestione,hanno individuato i soggetti da intervistare utilizzando criteri che si discostavano da quelli regionali(ad es.Nuoro ha escluso i Sindaci,in quanto soggetti sempre sentiti, per dar voce a chi non ha occasione per esserlo) Analisi desk Viene realizzata dopo la fase delle interviste,nonstante le indicazioni fosero quelle di condurre parallelamente le due fasi Consiste nella raccolta di dati Istat;documenti di programmazione precedentemente elaborati dalle Province;dati sulla progettualità già finanziata. Supporto usato:database GRILLO Alcuni Laboratori hanno dato all’analisi una impostazione settoriale,elaborando schede per alcuni settori ritenuti importanti per il territorio Altri,invece,come Nuoro hanno sperimentato un modo diverso di lettura delle informazioni cercando di costruire,nella restituzione delle informazioni raccolte,una personale interpretazione della realtà dando così un contributo originale al lavoro già fatto a livello provinciale. composizione risorse umane dei Laboratori Laboratiro agenti di sviluppo e tecnici locali:n.di persone coinvolte Agenti di sviluppo e tecnici locali: Giorni/uomo alla settimana Agenti di sviluppo e tecnici locali:competenze specifiche rilevate Funzioni di segreteria Cagliari 10 26,5 Analisi economica Settore agricoltura-agroindustria Animazione territoriale si Carbonia Iglesias 6 13 Settore agricoltura-agroindustria Settore Turismo Animazione territoriale Medio Campidano 7 11 Settore agricoltura-agroindustria Settore Turismo Sviluppo sostenibili e ambiente Oristano 7 10 Settore agricoltura-agroindustria Animazione territoriale si Sassari 11 21 Analisi economica Settore agricoltura-agroindustria si Olbia Tempio 7 14 Settore agricoltura-agroindustria Settore Turismo Sviluppo sostenibili e ambiente Gestione aziendale Nuoro 7 26 Settore agricoltura-agroindustria Animazione territoriale Si Ogliastra 7 18 Settore agricoltura-agroindustria Sviluppo sostenibili e ambiente si I rApporTI d’ArEA Il Rapporto d’Area è il risultato del primo anno di lavoro dei Laboratori e ne conclude la prima fase Obiettivo del rapporto »»»» Partire dai documenti di programmazione esistenti e, sulla base dell’analisi di quanto già fatto,individuare le linee di intervento che valorizzano l’esistente,cioè le risorse del territorio,i progetti e i programmi Successivamente il Rapporto diventerà lo strumento di presentazione di una prima strategia di sviluppo da sottoporre all’esame del Tavolo di partenariato provinciale da cui si ricaveranno nuove idicazioni per nuove lineee di intervento e possibili azioni della nuova Progettazione Integrata. I rApporTI d’ArEA Il Rapporto non si sostituisce ai documenti di pianificazione e programmazione già esistenti, Esso deve partire dai documenti di programmazione esistenti e,sulla base di quanto già fatto e programmato,deve individuare delle linee di intervento atte a valorizzare ciò che già esisteva,cioè : risorse del territorio,progetti e programmi. La Regione ha ritenuto questo passaggio determinante per la costruzione dei progetti integrati sia per gli elementi che possono emergere dall’analisi,sia perché il metodo consente maggiore partecipazione,rendendo così il processo trasparente e visibile. I rApporTI d’ArEA Struttura e processo di redazione del Rapporto d’Area »»» Dal punto di vista strutturale rispettano in linea generale le indicazioni fornite dalla Regione Esaminando i contenuti del Rapporto risulta che: ►partono tutti dall’analisi generale del contesto socio-economico e ambientale ,in questa fase si raccolgono e si elaborano informazioni utili a ricostruire la situazione :risorse umane,aspetto demografico,struttura produttiva, contesto fisico e ambientale; ►la seconda parte del rapporto è dedicata alla progettazione in corso nel territorio; si analizzano gli strumenti progettuali per tipologia di investimento,per settori di i rapporti d’area Struttura e processo di redazione del Rapporto d’Area »»» intervento,di aree e sub-aree di specifico interesse; ►la terza fase tratta dell’ascolto del territorio :vengono analizzati i risultati delle interviste, dei Forum e dei focus settoriali di approfondimento che hanno accompagnato i lavori di stesura del Rapporto d’Area ► l’ultima parte concerne le ipotesi di Progetti integrati. Per quanto riguarda la redazione del Rapporto si può affermare che non esistevano direttive in merito,di conseguenza i Laboratori hanno avuto ampia libertà d’azione nella propria organizzazione interna,facendo i conti co le professionalità e le competenze a loro disposizione,spesso insufficienti. I rApporTI d’ArEA Presentazione del Rapporto al Tavolo di partenariato provinciale »»» Chiude formalmente la prima fase del Processo; I Tavoli sono stati convocati per la prima volta tra dicembre 2005 e febbraio 2006; Hanno la funzione di condividere l’analisi svolta da ciascun Laboratorio; approvare le linee strategiche e le proposte di Progetti integrati; Tre profili di Laboratorio Alla data del giugno 2006 non è stato ancora possibile un bilancio esaustivo sugli effetti indotti dall’operato dei Laboratori e del processo nel suo complesso,in quanto quest’ultimo non può considerarsi ancora concluso e perché per poter effettivamente vedere quali effetti ne siano scaturiti dal processo sino ad ora svolto,occorre avere a disposizione un orizzonte temporale più ampio. Tre profili di Laboratorio I potenziali impatti del lavoro dei Laboratori si possono raggruppare in 2 grandi categorie: Effetti di natura economica: Impatti strettamente connessi all’attuazione di progetti integrati di sviluppo efficaci,in grado di intercettare e valorizzare le risorse e le potenzialità esistenti Effetti di natura istituzionale: Incremento di fiducia ►nei riguardi delle istituzioni pubbliche locali:generata dal lavoro svolto dai Laboratori,soprattutto dalla maggiore trasparenza nei processi di decisione pubblica e dal rafforzamento del principio della legalità ► nei riguardi delle istituzioni private : la ripresa di un’azione forte di stimolo alla progettualità pubblica e privata,ha contribuito a creare un clima di maggior fiducia suscettibile di sostenere iniziative di cooperazione. Variabilità degli esiti e senso dei laboratori Questi effetti non sono stati raggiunti da tutti i Laboratori e non lo sono stati nemmeno con la stessa intensità,sia per quanto concerne la qualità delle proposte propedeutiche alla definizione dei progetti,sia per quanto concerne il versante istituzionale e che di quello inerente le relazioni tra i soggetti; Questa variabilità,oltre che agli aspetti già visti (competenze, giorni/uomo utilizzati,clima dei rapporti con la Provincia ecc…) va attribuita anche al grado di autonomia col quale i Laboratori hanno interpretato il grado di discrezionalità loro riservato dalla Regione Variabilità degli esiti e senso dei laboratori In seguito a questa interpretazione ,nella realtà del processo,indipendentemente dalla volontà della Regione,sono emersi tre profili diversi di Laboratori: 1°) il Laboratorio visto come sportello intelligente della Regione :il senso del Laboratorio è quello di offrire un servizio al territorio funzionando da recettore degli uffici regionali; 2°) il Laboratorio come promotore di cambiamento istituzionale ,come agente di rottura di stili e comportamenti consolidati delle Amministrazioni 3°) il Laboratorio visto come progettista ,cioè come un elaboratore di conoscenza per poter attuare proposte istituzionalmente accettabili dal sistema locale e tecnicamente realizzabili , Gruppi Tecnici Per quanto riguarda i gruppi tecnici ,sorti come Laboratori di Progettazione regionali ,sono nati per verificare quanto possano essere attuabili,le proposte dei Laboratori provinciali,considerando le caratteristiche dei mercati dal punto di vista della domanda e dell’offerta; In sintesi: rappresentano un alto livello di “competenza” e di “conoscenza specialistica”che i Laboratori provinciali non possiedono PROGETTAZIONE INTEGRATA IN SARDEGNA analisi e valutazione del processo avviato Il Rapporto “Il futuro dei Laboratori” Novembre 2006 Nel nuovo percorso,sin qui sviluppato,si è lavorato molto in modo da prendere una decisione più informata,più trasparente,più pubblica e più inclusiva Ora inizia l’approfondimento ,dedicato al futuro dei Laboratori,che prende in esame 3 processi di cambiamento: ► l’evoluzione della politica di coesione ►la riforma del ciclo di programmazione ►la riforma delle competenze amministrative (in attuazione del nuovo titolo V della Costituzione) cambiamenti di notevole portata; Sommati insieme daranno un nuovo assetto a poteri e divisione di lavoro tra enti. La politica di sviluppo La politica regionale di coesione è in evoluzione a tutti i livelli:regionale,nazionale,comunitario Le risorse destinate a politiche di sviluppo devono essere tutte finalizzate in coerenza con gli obiettivi del Consiglio Europeo di Lisbona L’evoluzione politica regionale richiede una maggiore unitarietà e integrazione e che trova il pieno appoggio della Giunta regionale decisa a imprimere una decisa svolta riformatrice La riforma amministrativaa Il DSR della Sardegna ritiene necessario un incremento della efficienza della amministrazione pubblica,in vista dei nuovi obiettivi strategici Sono stati individuati 2 piani di intervento: ►miglioramento delle capacità di attuazione con la riorganizzazione dell’apparato regionale ed un efficace decentramento di funzioni agli enti locali; ►miglioramento della governance multilivello con la collaborazione di un partenariato locale più soddisfacente e risorse umane più qualificate. La progettazione integrata Il DSR afferma che la politica di sviluppo locale verrà attuata nel periodo 2007-2013 con i metodi di coinvolgimento del partenariato nei processi di Progettazione Integrata che ha rilievo in relazione: ►ai sistemi produttivi locali,evidenziando interventi di incentivazioni alle imprese e promuovendo la competitività dei sistemi locali ►ai sistemi insediativi,evidenziando la necessità di maggiore integrazione delle azioni pubbliche sia nei centri urbani che rurali si scegli di confermare e rilanciare il metodo che ha dato rilievo al partenariato nei processi di decisione locale Cambiamenti da perseguire Rafforzamento ed estensione degli strumenti di confronto partenariale Inclusione nelle partnership territoriali di settori di avanguardia come Banche,Università,Centri di Ricerca Crescita e allargamento del confronto politico e culturale fra i partner “Allargare” relazioni utili alla progettazione locale,evitando di circoscriverle ad un dato territorio Conferma del modello organizzativo Il modello organizzativo che ha funzionato nel periodo 2004 – 2006 si fonda su tre livelli di concentrazione: 1°) Tavolo di Partenariato Regionale 2°) Tavolo di Partenariato Provinciale 3°) Laboratori Regionali e Territoriali Il modello in sostanza rimane immutato Estendere il partenariato ad attori chiave locali sarà compito dei Tavoli e dei Laboratori Futuro dei Laboratori Il DSR conferma che la progettazione integrata avrà un futuro in quanto significa essenzialmente partenariato,perciò coinvolgimento di parti economico sociali nel processo decisionale pubblico Tutti gli enti locali dovranno aderire a tale metodo La Regione è pronta a supportare tale adesione Futuro dei Laboratori Se questa progettazione integrata avrà un futuro,questo futuro esisterà anche per i Laboratori? È un interrogativo giustificato in quanto non necessa- riamente deve esistere un trade-d’union fra metodo di progettazione integrata a Laboratori La Regione potrebbe,infatti,individuare altri mezzi per la sua attuazione o trasformare i Laboratori conclusioni I Laboratori hanno spinto a decidere con maggior consapevolezza Hanno portato più voci nei processi decisionali Per evitare che il centralismo regionale possa interferire nella funzione di sistema dei Laboratori Occorre distinguere nettamente la funzione di sistema dei Laboratori dal decentramento amministrativo,scoraggiando eventuali confusioni e sovrapposizioni Occorre sviluppare sempre di più un maggior coordinamento sia all’interno della Regione che fra Regione ed enti locali conclusioni I Laboratori saranno tanto più forti quanto più saranno riconosciuti e percepiti come risorsa di sistema Per ottenere questo risultato sarebbe molto utile favorire la loro connessione mediante una rete regionale collegata ad altre reti In sintesi,occorre evitare il rischio che i Laboratori vengano assorbiti nell’amministrazione ordinaria,cessando così di svolgere la loro funzione di sistema. fine