CARATTERISTICHE ED EVOLUZIONE DELL’OCCUPAZIONE FEMMINILE A PIACENZA Premessa Nella presente pubblicazione si tenterà di analizzare il mercato del lavoro provinciale, evidenziando le principali caratteristiche ed evoluzioni che si sono delineate nel versante dell’occupazione femminile nel corso dell’ultimo decennio. I dati utilizzati derivano dall’indagine Istat sulle forze di lavoro: si tratta di un’indagine campionaria, dalla quale vengono costruite le stime ufficiali dell’occupazione e disoccupazione nel nostro Paese. Occorre tenere presente che i dati relativi ad ambiti territoriali ristretti quali le province presentano un errore campionario piuttosto elevato e, pertanto, devono essere letti ed utilizzati con cautela. Nel corso degli anni, inoltre, l’indagine Istat ha subìto importanti modifiche a livello metodologico e nella definizione dei principali aggregati. Per questo motivo a partire dal 2004 i dati non sono più confrontabili con le serie storiche precedenti, a causa appunto delle importanti modifiche intervenute. Le principali tendenze dell’occupazione femminile Il mercato del lavoro provinciale ha conosciuto, a partire dalla fine degli anni Novanta, un andamento particolarmente favorevole, caratterizzato da una fase di crescita dello stock di lavoratori occupati. All’interno di questo scenario la componente femminile si è dimostrata molto dinamica, e ha visto aumentare i propri livelli occupazionali di circa 8mila unità. Provincia di Piacenza: Popolazione residente occupata, maschi e femmine – dati in migliaia. Serie storica 1998/2007 (1) (2) OCCUPATI 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Maschi 70 66 66 66 67 67 68 70 71 74 Femmine 41 44 41 45 44 48 44 45 48 49 Totale 112 110 107 110 111 115 112 115 119 122 Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro. (1) Le somme possono non coincidere con i totali a causa degli arrotondamenti. (2) Nel 2004 l’Istat ha modificato le modalità di rilevazione dell’indagine di rilevazione. Di conseguenza a partire da quell’anno i dati non sono comparabili con quelli precedenti. La crescita del numero di occupati è stata particolarmente forte negli ultimi anni, ed ha comportato un incremento significativo dei tassi di occupazione (+4,4 punti percentuali nel periodo 2004/2007), più marcato per la componente maschile. 1 Provincia di Piacenza: Variazione dei tassi di occupazione tra il 2004 e il 2007 TASSO DI OCCUPAZIONE (15-64 anni) 2004 2007 variazione Maschile 74,9 79,4 +4,5 Femminile 51,8 56,0 +4,2 Totale 63,5 67,9 +4,4 Fonte: Elaborazione Osservatorio mercato del lavoro su dati Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro. Osservando i livelli occupazionali della popolazione maschile e di quella femminile emergono notevoli differenze di genere: risulta occupato quasi l’80% degli uomini in età lavorativa, contro solo il 56% delle donne. Nella nostra provincia il differenziale nei livelli occupazionali tra uomini e donne è pari a 23 punti percentuali. Per quanto si debba rimarcare il persistere di un significativo squilibrio occupazionale a sfavore delle donne, va comunque evidenziato come i tassi di occupazione femminili (dati dal rapporto tra le donne occupate e la popolazione femminile residente di età compresa tra 15 e 64 anni) siano cresciuti notevolmente nel corso degli anni, arrivando nel 2007 al 56%. Provincia di Piacenza: Tasso di occupazione, maschi e femmine – 1998/2007 (1) (2) TASSO DI OCCUPAZIONE 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Maschile 60,9 57,9 58,4 57,9 74,6 72,7 74,9 75,2 76,5 Femminile 33,1 34,9 33,1 36,6 52,4 55,2 51,8 52,4 55,9 Totale 46,9 45,8 45,1 46,4 63,7 64,0 63,5 64,0 66,4 2007 79,4 56,0 67,9 Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro. (1) Le composizioni percentuali sono calcolate sulla popolazione di età superiore ai 15 anni fino al 2001, a partire dal 2002 sulla popolazione di età 15-64 anni: se ne sconsiglia, pertanto, il confronto. (2) Nel 2004 l’Istat ha modificato le modalità di rilevazione dell’indagine di rilevazione. Di conseguenza a partire da quell’anno i dati non sono comparabili con quelli precedenti. Concentrando l’analisi sul versante dell’occupazione femminile si osserva come la provincia di Piacenza si colloca, rispetto alla situazione nazionale, in una posizione molto favorevole: nel 2007 il tasso di occupazione femminile italiano, secondo l’indagine Istat, si attesta al 46,6%, dieci punti percentuali in meno rispetto al dato medio provinciale. Tasso di occupazione femminile (15-64 anni) - 2007 70,0 60,0 56,0 62,0 58,6 57,5 46,6 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 Piacenza EmiliaRomagna Nord-Est Italia UE 25 2 La crescita dei livelli occupazionali femminili osservati negli ultimi anni in provincia di Piacenza si è mantenuta ad un ritmo insufficiente per recuperare il gap con il dato regionale, dove la posizione delle donne nel mercato del lavoro è particolarmente positiva, al primo posto nella graduatoria nazionale: in Emilia Romagna sono occupate 62 donne su 100, con un tasso di occupazione femminile che ha già oltrepassato l’obiettivo del 60% previsto per il 2010 dagli accordi di Lisbona. Il grafico seguente mostra i tassi di occupazione femminile della popolazione in età lavorativa nelle province emiliano-romagnole. Si rilevano differenze piuttosto significative: si va da valori superiori alla media regionale e agli obiettivi europei fissati per il 2010 nelle province di Ravenna, Bologna, Parma e Modena, a valori molto più modesti per le province di Forlì-Cesena e Piacenza. La forbice tra la prima provincia (Ravenna) e l'ultima (ForlìCesena) è di 11 punti percentuali. Tassi di occupazione femminile 15-64 anni per province, 2007 Forlì-Cesena Piacenza Rimini Reggio Emilia Ferrara Emilia-Romagna Modena Parma Bologna Ravenna 50,0 52,0 54,0 56,0 58,0 60,0 62,0 64,0 66,0 68,0 Le principali determinanti della crescita occupazionale di questi anni sono da ricercarsi anzitutto nel grande flusso di lavoratori stranieri, cui si è aggiunto l’effetto dei provvedimenti di regolarizzazione, nella crescente diffusione del part-time e delle forme lavorative flessibili che hanno favorito l'inserimento occupazionale della forza lavoro, in particolare di donne e di giovani inoccupati. A questi fattori occorre aggiungerne un altro, legato al costo del lavoro: la dinamica delle retribuzioni, soprattutto per i profili bassi, ha mostrato nel corso degli ultimi anni un netto peggioramento, che ha reso più conveniente l’utilizzo del fattore lavoro da parte del sistema delle imprese. Il fatto che, soprattutto nel corso dell’ultimo anno, si sia assistito ad una crescita occupazionale in assenza di crescita dell’economia è sintomo di un rapporto mutato tra salari ed offerta di lavoro. Come riportato nel Rapporto 2008 – Il mercato del lavoro in EmiliaRomagna: “L’aumento dell’occupazione sta avvenendo in misura sensibile a causa di un importante incremento della disponibilità a lavorare a basso costo, ad orario ridotto e comunque flessibile e con rapporti di lavoro precari, da parte di un numero crescente di persone spinte dalla necessità di sostenere bilanci familiari in difficoltà. Si ha così che da un lato si verifica la divisione del lavoro che c’è fra più persone, le quali 3 appaiono tutte in tal modo ugualmente occupate, dall’altro accelera la crescita di attività economiche – specie alcuni comparti del terziario ed edilizia – a bassa produttività ed alta intensità di lavoro con un basso contributo alla crescita del PIL.” All’incremento dell’occupazione, specie sul versante femminile, ha poi contribuito il progressivo rimodellamento della struttura occupazionale piacentina verso le attività terziarie: tra il 1998 e il 2003 (ultimo anno in cui si dispone dei dati relativi agli occupati per settore di attività e genere) si sono generati in questo comparto 8mila posti di lavoro aggiuntivi. La caratterizzazione terziaria della provincia di Piacenza si accompagna ad una più spiccata concentrazione di manodopera femminile nel settore: su dieci donne occupate nel 2003 otto (l’81%) risultano impiegate nel settore dei servizi (al di sopra della media regionale - 72%, e nazionale - 76%). Risulta invece particolarmente bassa la concentrazione delle donne nel settore industriale: mentre a livello regionale il 25% circa delle donne risultano occupate nell’industria, in provincia di Piacenza l’accesso femminile all’attività manifatturiera risulta particolarmente difficile, con solo il 17% delle donne occupate in questo comparto. Occupati per settore di attività economica e genere, 1998/2007 (dati in migliaia) (1) (2) 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 AGRICOLTURA maschi femmine 8 6 2 7 5 3 5 4 1 5 4 2 5 4 1 4 3 1 7 - 9 - 8 - 6 - 40 32 8 41 33 9 38 32 7 40 32 8 37 31 7 39 30 8 35 - 39 - 37 - 36 - - TRASFORMAZ. IND. - maschi - femmine 29 22 7 31 23 8 28 22 6 30 23 7 26 20 6 28 20 8 27 - 30 - 30 - 30 - - COSTRUZIONI - maschi - femmine 9 8 1 8 8 1 9 8 1 9 8 1 10 9 1 9 8 1 - - - - 64 33 31 62 29 33 64 30 33 65 30 35 69 33 36 72 34 39 70 - 67 - 74 - 79 - 19 10 9 17 9 8 19 11 9 18 10 8 20 11 8 18 10 8 - - - - 112 70 41 110 66 44 107 66 41 110 66 45 111 67 44 115 67 48 112 68 44 115 70 45 119 71 48 122 74 49 INDUSTRIA maschi femmine di cui: ALTRE ATTIVITA' maschi femmine di cui: - COMMERCIO - maschi - femmine TOTALE maschi femmine Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro. (1) Le somme possono non coincidere con i totali a causa degli arrotondamenti. (2) Nel 2004 l’Istat ha modificato le modalità di rilevazione dell’indagine di rilevazione. Di conseguenza a partire da quell’anno i dati non sono comparabili con quelli precedenti. 4 Il forte aumento della domanda di lavoro osservato nel decennio 1998/2007 ha determinato una significativa riduzione dello stock di persone in cerca di occupazione: il numero dei disoccupati presenti in provincia di Piacenza è diminuito nettamente, passando da circa 7mila unità del 1998 a quasi 3mila di dieci anni più tardi. Le donne in cerca di occupazione si sono dimezzate, passando nel periodo considerato da 4mila a 2mila unità. Provincia di Piacenza: Numero di persone in cerca di lavoro, maschi e femmine – Valori in migliaia. Serie storica 1998/2007 (1) (2) (3) N° DISOCCUPATI 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Maschi 2 1 2 2 1 1 2 2 1 (1) Femmine 4 4 4 4 3 2 2 2 2 2 Totale 7 6 5 6 5 3 4 5 3 3 Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro. (1) Le somme possono non coincidere con i totali a causa degli arrotondamenti. (2) Le stime contrassegnate da ( . ) presentano un errore campionario superiore al 25%: per questo l’Istat ne sconsiglia l’utilizzo. (3) Nel 2004 l’Istat ha modificato le modalità di rilevazione dell’indagine di rilevazione. Di conseguenza a partire da quell’anno i dati non sono comparabili con quelli precedenti. La riduzione del numero di persone in cerca di lavoro ha fatto sì che il tasso di disoccupazione provinciale diminuisse in misura sensibile, passando dal 5,9% del 1998 al 2,2% del 2007. In termini di genere, la riduzione del tasso di disoccupazione interessa entrambe le componenti, ma è particolarmente interessante evidenziare il forte calo del tasso femminile, che si è dimezzato nel decennio considerato passando dall’8,7% del 1998 al 4,0% del 2007. Il tasso di disoccupazione maschile si attesta, nel 2007, a livelli inferiori alla soglia frizionale (1,1%). Tali valori estremamente contenuti fanno sì che la provincia di Piacenza si collochi al primo posto nella graduatoria nazionale per minor tasso di disoccupazione maschile e al terzo per tasso di disoccupazione complessivo. Provincia di Piacenza: Tasso di disoccupazione, maschi e femmine – 1998/2007 (1) (2) TASSO DI DISOCCUPAZIONE 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Maschile 2,8 1,5 3,0 2,9 1,5 1,9 2,2 3,3 1,7 (1,1) Femminile 8,7 8,3 8,9 8,2 6,3 4,6 5,0 5,1 3,9 4,0 Totale 5,9 5,2 4,5 5,1 4,3 3,1 3,4 4,0 2,6 2,2 Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro. (1) Le stime contrassegnate da ( . ) presentano un errore campionario superiore al 25%: per questo l’Istat ne sconsiglia l’utilizzo. (2) Nel 2004 l’Istat ha modificato le modalità di rilevazione dell’indagine di rilevazione. Di conseguenza a partire da quell’anno i dati non sono comparabili con quelli precedenti. Un altro indicatore che consente di completare l’analisi del mercato del lavoro provinciale è rappresentato dal tasso di attività, costruito rapportando le forze di lavoro (costituite da occupati e disoccupati) alla popolazione in età lavorativa, e consente di ottenere una misura della quota di popolazione attiva sul mercato del lavoro, in quanto occupata o alla ricerca attiva di un’occupazione. 5 Come già osservato per i tassi di occupazione, anche la partecipazione al mercato del lavoro, misurata dal tasso di attività, ha seguito una dinamica positiva nel decennio considerato. Dell’incremento dei tassi di attività ha beneficiato prevalentemente la componente maschile della forza lavoro, mentre quella femminile, da sempre svantaggiata nel mercato del lavoro provinciale, non è riuscita a far registrare progressi necessari a ridurre il divario con gli uomini nei livelli di partecipazione al mercato del lavoro (+22 punti a favore degli uomini). Il grado di partecipazione al mercato del lavoro da parte delle donne piacentine, inoltre, è ancora lontano rispetto all’analogo indicatore regionale, che si attesta nel 2007 al 64,6%: tale divario evidenzia la necessità di compiere ulteriori sforzi per attrarre quote maggiori di popolazione femminile nel mercato del lavoro locale. Provincia di Piacenza: Tasso di attività, maschi e femmine – 1998/2007 TASSO DI ATTIVITA’ 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Maschile 62,6 59,6 59,3 59,6 76,0 74,0 76,6 Femminile 37,1 38,1 36,3 39,8 56,6 57,3 54,5 Totale 49,4 48,3 47,3 49,4 66,5 65,7 65,8 (1) (2) 2005 2006 2007 77,8 55,3 66,7 77,9 58,2 68,2 80,3 58,4 69,5 Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro. (1) Le composizioni percentuali sono calcolate sulla popolazione di età superiore ai 15 anni fino al 2001, a partire dal 2002 sulla popolazione di età 15-64 anni: se ne sconsiglia, pertanto, il confronto. (2) Nel 2004 l’Istat ha modificato le modalità di rilevazione dell’indagine di rilevazione. Di conseguenza a partire da quell’anno i dati non sono comparabili con quelli precedenti. Lo studio dei tassi di attività, occupazione, disoccupazione e inattività ripartiti per genere e classi decennali di età consente di evidenziare il modello di partecipazione al mercato del lavoro nelle diverse fasce di età. Il tasso di attività raggiunge i livelli più elevati in corrispondenza delle età comprese tra i 25 e i 54 anni, con valori superiori all'80%, mentre agli estremi della distribuzione per età si osservano bassi livelli di popolazione appartenenti alle forze di lavoro. La presenza di giovani attivi sul mercato del lavoro risulta marginale: solo il 31,8% delle persone appartenenti alla fascia di età 15-24 anni ha un lavoro o è alla ricerca di un impiego. La bassa partecipazione al lavoro da parte dei giovani piacentini si spiega con gli alti livelli di scolarizzazione, che di fatto ne ritardano l’ingresso nel mercato del lavoro. Provincia di Piacenza: Tasso di attività per classi di età e genere – 2007 55 anni e oltre 15-24 anni 25-34 anni 35-44 anni 45-54 anni Maschi 38,4 93,2 99,4 94,6 24,5 Femmine 24,5 84,3 75,1 69,7 6,5 Totale 31,8 88,7 87,9 82,6 14,4 TOTALE 15-64 anni 80,3 58,4 69,5 Fonte: Istat, Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro Il tasso di attività è superiore per i maschi in tutte le classi di età, e segue un andamento differente in base al genere. Per i lavoratori di genere maschile il tasso di attività si mantiene sostanzialmente stabile a livelli superiori al 90% nelle fasce di età centrali (dai 25 ai 54 anni), tocca livelli bassi in corrispondenza della classe di età più giovane (sempre 6 più spesso impegnata nel sistema formativo) e raggiunge il livello minimo tra gli ultracinquantacinquenni (24,5%). Mentre per i lavoratori di genere maschile i tassi di attività declinano dopo i 54 anni, per le donne si ha una caduta nella partecipazione al mercato del lavoro già a partire dai 35 anni, a causa prevalentemente della rinuncia al lavoro da parte delle donne in seguito alla nascita dei figli, per problemi legati ai carichi familiari e alla conciliazione dei tempi di vita privata e professionale. L’andamento del tasso di occupazione disaggregato per classi di età e genere presenta un andamento molto simile al tasso di attività. Il mercato del lavoro provinciale si caratterizza per bassi livelli di occupazione della popolazione in età giovanile, in gran parte legati alla permanenza prolungata dei giovani nel sistema formativo. Per questo motivo i giovani tendono ad entrare nel mercato del lavoro ad un'età più avanzata, e questo vale soprattutto per le ragazze, che in misura maggiore decidono di acquisire livelli di istruzione più elevati. Il livello inferiore del tasso di occupazione si rileva nella fascia degli over 55 anni: solo il 14,4% della popolazione appartenente a questa classe di età risulta occupato. Provincia di Piacenza: Tasso di occupazione per classi di età e genere – 2007 55 anni e oltre 15-24 anni 25-34 anni 35-44 anni 45-54 anni Maschi 37,5 90,5 98,9 94,3 24,5 Femmine 21,0 81,0 73,1 66,5 6,5 Totale 29,7 85,7 86,6 80,8 14,4 TOTALE 15-64 anni 79,4 56,0 67,9 Fonte: Istat, Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro L’occupazione maschile si mantiene su livelli elevati nelle fasce centrali (dai 25 ai 54 anni), mentre si riduce drasticamente dopo i 55 anni. Diverso è il comportamento lavorativo delle donne adulte. Le lavoratrici appartenenti alla fascia 25-34 anni presentano il più alto livello di partecipazione al lavoro (81%), che scende nella classe successiva (35-44 anni) di 8 punti percentuali (73,1%), a causa dell’abbandono precoce della vita lavorativa per gli eccessivi carichi familiari. Tale riduzione segnala il perdurare di forti criticità nella conciliazione tra lavoro familiare e impegni professionali per le donne lavoratrici. I dati evidenziano bassissimi livelli di partecipazione al lavoro delle donne in età matura: il tasso di occupazione delle donne ultracinquantacinquenni è del 6,5%. Il confronto delle curve dei tassi di occupazione per classi di età e genere consente di comprendere alcune tendenze di fondo nei comportamenti lavorativi delle donne. Il divario nel tasso di occupazione tra maschi e femmine è minimo nella fascia 25-34 anni (9,5 punti percentuali), e aumenta in quelle successive (35-44 e 45-54 anni), raggiungendo i livelli massimi (26 e 28 punti). Malgrado i noti problemi legati ai carichi familiari e alla conciliazione dei tempi, tuttavia, le donne appartenenti a queste due fasce di età mostrano una maggior propensione al lavoro rispetto alle generazioni precedenti. Alla tenuta dei livelli occupazionali di queste lavoratrici contribuiscono diversi fattori, tra i quali l'investimento in istruzione compiuto, che genera una forte spinta emancipativa e la volontà di autorealizzarsi anche al di fuori delle mura domestiche. I dati riportati nel grafico seguente mostrano proprio come il tasso di occupazione femminile tenda ad innalzarsi al crescere dei livelli di scolarizzazione. 7 Tasso di occupazione per classi di età, Piacenza 2007 98,9 100 90,5 80 81,0 94,3 73,1 66,5 Maschi Femmine 60 40 20 37,5 21,0 24,5 6,5 0 15-24 anni 25-34 anni 35-44 anni 45-54 anni 55 anni e oltre Tasso di occupazione femminile per titolo di studio ed età, Nord Est 90,0 Lic. Media 80,0 Diploma 70,0 Laurea 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 15-24 anni 25-34 anni 35-44 anni 45-54 anni 55-64 anni La disoccupazione in provincia di Piacenza ha raggiunto negli ultimi anni livelli molto bassi, addirittura inferiori rispetto alla media regionale. I dati riferiti al tasso di disoccupazione disaggregato per classi di età mostrano il permanere di difficoltà nella fase di inserimento nel mercato del lavoro per i giovani della nostra provincia: il 6,8% dei giovani attivi sul mercato del lavoro di età compresa tra i 15 e i 24 anni, infatti, risulta in cerca di occupazione. E ad essere più colpite sono le ragazze: particolarmente alto è infatti il livello di disoccupazione delle giovani sotto i 25 anni: 14,4%. I dati Istat sembrano evidenziare come sia piuttosto critica la fase di inserimento lavorativo per i giovani della nostra provincia, specialmente se di genere femminile. 8 La disoccupazione adulta risulta invece di lieve entità, anche per la componente femminile: questo dato si discosta dalla lettura del fenomeno della disoccupazione che viene fatta attraverso i dati relativi agli iscritti disponibili ai Centri per l’Impiego della provincia di Piacenza, da cui emerge il forte peso della disoccupazione femminile adulta (oltre 4.700 donne ultratrentenni iscritte). Tasso di disoccupazione per classi di età e genere, provincia di Piacenza – 2007 15-24 anni 25 anni e oltre TOTALE Maschi 2,4 1,0 1,1 Femmine 14,4 3,4 4,0 Totale 6,8 1,9 2,2 Fonte: Istat, Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro I dati Istat mostrano come il mercato del lavoro provinciale si caratterizzi per un basso livello di partecipazione delle donne al mercato del lavoro, che ci vede ancora lontani dagli obiettivi fissati in sede europea. Nonostante i passi avanti compiuti nel periodo esaminato, i tassi di attività e di occupazione femminili restano più bassi dei corrispondenti tassi regionali. I motivi della bassa partecipazione delle donne alla vita attiva si ritrovano: − nei contenuti livelli di partecipazione alla vita lavorativa delle donne di età superiore ai 35 anni, a causa dell'abbandono precoce della vita lavorativa per il persistere di problemi di conciliazione tra vita familiare e lavoro retribuito, che ostacolano sia l'accesso che la permanenza delle donne nel mercato del lavoro; la crescita dei livelli di occupazione femminile degli ultimi anni non ha prodotto sostanziali modificazioni sulla distribuzione del lavoro di cura e dei carichi familiari, aumentando lo squilibrio esistente tra maschi e femmine; − nella scarsità di posti di lavoro “femminili”, a causa del forte peso nell'economia locale di settori produttivi prevalentemente “maschili” (industria manifatturiera, costruzioni, trasporti e logistica, ecc.). − nella bassa presenza di giovani attivi sul mercato del lavoro, in particolare ragazze che, in misura maggiore rispetto ai coetanei maschi, decidono di acquisire elevati livelli d’istruzione, rimandando l'ingresso nel mercato del lavoro ad un momento successivo; − nelle difficoltà di accesso al mercato del lavoro per le giovani donne (alti livelli di disoccupazione giovanile per le ragazze sotto i 25 anni). La principale sfida che l'Amministrazione Provinciale dovrà affrontare è senz'altro quella di trattenere tra gli occupati il maggior numero possibile di donne attraverso misure di sostegno alla conciliazione vita-lavoro delle lavoratrici. Accanto a questi interventi, anche per perseguire gli obiettivi europei della piena occupazione, occorre attrarre nuova forza lavoro femminile, aumentando i tassi di partecipazione alla vita attiva delle donne. 9 Per completare il quadro del mercato del lavoro provinciale può risultare interessante analizzare i dati Istat relativi ai tassi di inattività, costruiti rapportando il numero di persone inattive (ossia le non forze di lavoro) alla corrispondente popolazione. Le non forze di lavoro sono costituite da persone che in sede di indagine Istat sulle forze di lavoro hanno dichiarato di essere in condizione non professionale, di non aver svolto alcuna attività lavorativa, né di aver cercato lavoro nel periodo di riferimento. Nel 2007 il tasso di inattività delle persone residenti in provincia di Piacenza in età lavorativa (15-64 anni) si è attestato al 30,5%, con forti differenze di genere: il tasso di inattività femminile, infatti, è il doppio di quello maschile, e raggiunge livelli particolarmente elevati, tanto che quattro donne in età lavorativa su dieci sono classificate tra le non forze di lavoro (41,6%). I dati confermano quanto già evidenziato con riferimento alla componente giovanile della forza lavoro, che presenta alti livelli di inattività a causa della scelta di impegnarsi nell'attività di studio (questo vale in particolare per le ragazze). A partire dalla fascia 25-34 anni per la componente maschile il tasso di inattività si riduce drasticamente, mostrando come la quasi totalità della popolazione di genere maschile risulti attiva sul mercato del lavoro. Questo non vale per la componente femminile, che mostra significativi livelli di inattività anche nelle fasce successive, in particolare a partire dai 35 anni. Per entrambi i generi, infine, i tassi di inattività risultano molto elevati nella popolazione di età superiore ai 55 anni, a causa del ritiro precoce dal lavoro. Tasso di inattività per classi di età e genere, provincia di Piacenza – 2007 55 anni e oltre 15-24 anni 25-34 anni 35-44 anni 45-54 anni Maschi 61,6 6,8 0,6 5,4 75,5 Femmine 75,5 15,7 24,9 30,3 93,5 Totale 68,2 11,3 12,1 17,4 85,6 TOTALE 15-64 anni 19,7 41,6 30,5 Fonte: Istat, Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro I motivi dell'inattività variano a seconda del genere, dell'età e della zona geografica di residenza. Non essendo disponibili i dati a livello provinciale, vengono considerati quelli riferiti alla ripartizione del Nord-Est, di cui la nostra provincia fa parte. Le persone in condizione non attiva sul mercato del lavoro hanno indicato tra i motivi principali dell'inattività: l'impegno nello studio (29%), la pensione (23%), gli impegni familiari (17%), la mancanza di interesse per il lavoro (16%), i problemi di salute e di inabilità (6%) e lo scoraggiamento (5%). Mentre per il 77% degli uomini inattivi il motivo dell'inattività è da attribuirsi all'impegno di studio o alla pensione, per le donne la situazione risulta più diversificata: al primo posto tra le cause dell'inattività vi sono infatti i motivi familiari (indicato dal 26% delle donne inattive), seguiti dallo studio (21%), dal disinteresse verso il lavoro (21%) e dalla pensione (15%). Circa una donna inattiva su quattro (26%) residente nel Nord Est, quindi, indica come causa della sua condizione gli impegni familiari. Tale percentuale sale al 59% tra le donne inattive di età compresa tra i 35 e i 44 anni, confermando quanto già evidenziato con riferimento ai problemi di conciliazione tra vita privata e professionale. Nella fascia di età 10 successiva (45-54 anni), accanto ai motivi familiari (indicati dal 37%) vi è una quota altrettanto importante di donne che non ha un'occupazione e non la cerca perché non più interessata alla vita lavorativa (37%). Per i motivi fin qui illustrati le donne occupate, avendo necessità di conciliare gli impegni di lavoro con quelli familiari, cercano di mettere in atto strategie conciliative. Una di queste è quella di ricorrere al lavoro part-time. Nella nostra provincia l’occupazione part-time interessa poco più di 12mila lavoratori, con una connotazione di genere molto forte: il part-time è per l’80% femminile, e la quota di lavoratori part-time sul totale è del 21,5% tra le donne e del 3,6% tra gli uomini. La diffusione del lavoro part-time tra le donne della nostra provincia, così come nei livelli regionale e nazionale, è in continua crescita, anche se rimane al di sotto della media europea. Occupati part-time in provincia di Piacenza per genere, anno 2005 - valori assoluti e percentuale per genere Uomini Donne Totale 2.482 9.730 12.212 20,3% 79,7% 100,0% Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro Occorre tenere presente che, se da un lato il ricorso al lavoro part-time può costituire un’opportunità per favorire l’ingresso e la permanenza delle lavoratrici nel mercato del lavoro, dall’altro questa modalità di lavoro può ripercuotersi negativamente nei percorsi di carriera e sulle possibilità di indipendenza economica. Considerazioni conclusive A fronte di una situazione complessivamente positiva del mercato del lavoro provinciale (in dieci anni l’occupazione femminile è aumentata di circa 8mila unità e la disoccupazione ha raggiunto livelli fisiologici) emergono però alcuni elementi di criticità che mostrano il permanere di una situazione di svantaggio per le donne. Le aree di criticità riguardano soprattutto: - le opportunità di accesso al mercato del lavoro: le principali difficoltà di inserimento incontrate dalle donne sono legate alla struttura produttiva piacentina, imperniata su settori tradizionalmente “maschili” (industria metalmeccanica, edilizia, logistica, trasporti, …) e su imprese di piccole dimensioni, poco propense ad introdurre elementi di flessibilità nella gestione del personale, in grado di favorire il lavoro delle donne; - la conciliazione tra lavoro retribuito e vita familiare: dal punto di vista dell’offerta di lavoro, le donne presentano alcune “rigidità”: pongono come condizione per entrare nel mercato del lavoro la possibilità di ottenere un’occupazione a tempo parziale o con orari flessibili, non lontana da casa, che consenta di conciliare impegni lavorativi e familiari; - le crescenti differenze retributive tra uomini e donne, che mostrano come il forte aumento dell’occupazione femminile di questi anni si é probabilmente verificato a scapito della qualità media del lavoro femminile. Osservando i dati relativi alle differenze retributive di genere si evidenzia come per la provincia di Piacenza le retribuzioni annuali 11 delle lavoratrici costituiscono solo il 63,4% di quelle maschili. In particolare, il rapporto tra retribuzioni delle donne e degli uomini nella nostra provincia è inferiore sia ai valori regionali che a quelli nazionali. Si va inoltre ampliando il divario retributivo in base all’età, a conferma che l’ampio diffondersi tra i giovani di forme lavorative flessibili/precarie ha portato ad una forte riduzione delle retribuzioni, con l’aprirsi di una distanza retributiva considerevole fra giovani e meno giovani. Retribuzioni annuali, uomini e donne e rapporto tra le retribuzioni femminili e maschili. Valori in Euro - 2004 RETRIBUZIONI NUMERI INDICE RAPPORTO ANNUALI (PIACENZA=100) RETRIBUZIONE Area territoriale DONNE/UOMINI Uomini Donne Uomini Donne Provincia di Piacenza 21.352 13.544 100,0 100,0 63,4 Emilia-Romagna 21.883 14.343 102,5 105,9 65,5 Italia 20.744 13.969 97,2 103,1 67,3 Fonte: Rapporto 2008 sul Mercato del lavoro in Emilia-Romagna, elaborazioni su dati INPS - il livello di precarizzazione del lavoro femminile molto più accentuato di quello maschile: i contratti di lavoro atipico (part-time, interinale, a progetto e co.co.co., prestazione d’opera occasionale, ecc.) hanno toccato nel 2007 il 21% delle posizioni lavorative in EmiliaRomagna, e il 34% dell’occupazione femminile (contro “solo” il 12% di quella maschile). La precarizzazione del lavoro colpisce soprattutto le donne, specialmente nella fase di ingresso nel mercato del lavoro: tra le lavoratrici nella classe di età 15-24 anni, la forma di occupazione prevalente è il lavoro atipico (oltre il 60% del totale). 12