IMPIANTO IDROELETTRICO DI ROSAZZA Oggetto: DOMANDA DI CONCESSIONE DI DERIVAZIONE DI ACQUE SUPERFICIALI DAL TORRENTE CHIOBBIA Regione Piemonte – Provincia di Biella Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Documentazione di progetto: Elaborato: RIG.02 Autorizzazione per interventi di modifica e /o trasformazione del suolo in zone sottoposte a vincolo idrogeologico. RELAZIONE GEOLOGICO-TECNICA: potenziamento linea MT esiste EMISSIONE COMMESSA PRESENTAZIONE Rosazza_RIG Data Redazione Sigla REVISIONE 1 Data Settembre 2013 Verifica Controllo Timbro e firma dei professionisti responsabili: SIPEA srl REVISIONE 2 Sigla Data Sigla SOMMARIO 1 OBIETTIVI DELLA RELAZIONE ............................................................................................ 3 2 NORMATIVA DI RIFERIMENTO............................................................................................. 4 3 INQUADRAMENTO DELLE OPERE DI PROGETTO ............................................................. 5 4 DESCRIZIONE DEI MANUFATTI E ATTIVITA’ DI CANTIERE .............................................. 9 5 BILANCIO DEL MATERIALE SCAVATO ............................................................................. 14 6 QUADRO AMBIENTALE ...................................................................................................... 16 6.1 Geologia ............................................................................................................................................. 16 6.2 Pericolosità geomorfologica e classe di idoneità all’utilizzazione urbanistica ............................... 21 6.2.1 P.A.I. (Piano Stralcio per l' Assetto Idrogeologico del bacino del Po) ................................... 21 6.2.2 Piano Territoriale Provinciale (PTP).......................................................................................... 22 6.2.3 Piano Regolatore Generale Comunale (PRGC) ........................................................................ 24 6.3 Acque sotterranee ............................................................................................................................. 27 6.4 Caratterizzazione geologico-tecnica dei materiali ........................................................................... 29 7 ULTERIORI VINCOLI AMBIENTALI E DESTINAZIONE DA PRGC ..................................... 31 8 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE ....................................................................................... 33 2 Relazione Idrogeologica 1 Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca OBIETTIVI DELLA RELAZIONE Il presente documento, quale parte integrante del progetto denominato “Impianto Idroelettrico di Rosazza” nei Comuni di Rosazza e Piedicavallo (BI) per derivazione di acque del Torrente Chiobbia presentato da SIPEA s.r.l. nell’ambito dell’avvio delle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale e di Autorizzazione Unica ai sensi del D.Lgs. 387/03 ss.mm.ii., è stato redatto a supporto dell’istruttoria per il rilascio dell’autorizzazione allo svincolo idrogeologico relativamente alla realizzazione di nuova linea esercita alla tensione nominale di 15 kV in cavo cordato aereo ed in cavo sotterraneo fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca (BI) per il potenziamento della capacità della rete MT di Enel Distribuzione, in quanto parte del tracciato dell’elettrodotto di progetto insiste su aree sottoposte a vincolo ai sensi del R.D.L. 30 dicembre 1923, n.3267. Sulla base dei contenuti di cui all’art. 1 del su citato decreto-legge e del successivo regolamento di applicazione approvato con R.D.L. 16 maggio 1926, n. 1126 che sottopongono a tutela ‘le aree territoriali che per effetto di interventi quali, ad esempio, "disboscamenti o movimenti di terreno" possono, con danno pubblico subire denudazioni, perdere la stabilità o turbare il regime delle acque’ ne deriva che il vincolo, in generale, non preclude la possibilità di eseguire interventi sul territorio, ma è cogente in quanto subordina l'intervento all'ottenimento di una specifica autorizzazione da parte dell’Autorità competente che nel caso in questione, svolgendosi il progetto sul territorio di tre distinti comuni, è l’Ente Provinciale. Obiettivo della relazione sarà pertanto quello di procedere ad una disamina dettagliata del locale assetto geologico, geomorfologico, idrogeologico e idraulico al fine di valutare la compatibilità degli interventi di progetto con la stabilità complessiva dell’area e le matrici ambientali. 3 Relazione Idrogeologica 2 Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca NORMATIVA DI RIFERIMENTO Si riporta di seguito un elenco non esaustivo dei principali riferimenti normativi in materia di vincolo idrogeologico: Regio Decreto-Legge 30 dicembre 1923, n. 3267 - Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani (G. U., 17 maggio, n. 117) Regio Decreto-Legge 16 maggio 1926, n. 1126 - Approvazione del regolamento per l'applicazione del R.D.L. 30 dicembre 1923, n. 3267 concernente il riordinamento e la riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani” Legge Regionale 9 agosto 1989, n. 45 - Nuove norme per gli interventi da eseguire in terreni sottoposti a vincolo per scopi idrogeologici - Abrogazione legge regionale 12 agosto 1981, n. 27 (B.U. 23 agosto 1989, n. 34) D.G.R. del 3 ottobre 1989, n. 112-31886 L-R. 9 agosto 1989, n. 45 - “Nuove norme per gli interventi da eseguire in terreni sottoposti a vincolo per scopi idrogeologici – Abrogazione della L.R. 12 agosto 1981, n. 27. Definizione della documentazione (art. 7)” (B. U. 15 novembre 1989, n. 46) L.R. 26 aprile 2000, n. 44 – “Disposizioni normative per l'attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 'Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59 '” (B.U. 3 maggio 2000, n. 18) L.R. 10 febbraio 2009, n. 4. (Testo coordinato) – “Gestione e promozione economica delle foreste” (B.U. 12 febbraio 2009, suppl. al n. 6) modificata da L.R. 22/2009, L.R. 30/2009, L.R. 14/2010, L.R. 09/2011 L.R. 4 dicembre 2009, n. 30 – “Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2009 e disposizioni di natura finanziaria” (B.U. 7 dicembre 2009, n. 48) Circolare Regione Piemonte n. 4/AMD del 3 aprile 2012 - Legge Regionale 9 agosto 1985, n. 45 (Nuove norme per gli interventi da eseguire in terreni sottoposti a vincolo per scopi idrogeologici). Note interpretative e indicazioni procedurali. 4 Relazione Idrogeologica 3 Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca INQUADRAMENTO DELLE OPERE DI PROGETTO L’elettrodotto di progetto, realizzato per il potenziamento della capacità di rete di ENEL Distribuzione nel tratto di valle Cervo compreso fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca (BI) nell’ambito del progetto di realizzazione dell’impianto di produzione di energia da fonte rinnovabile (idraulica) che la società SIPEA s.r.l. intende attivare in destra idrografica del Torrente Cervo in comune di Rosazza (Provincia di Biella), seguirà il tracciato indicato nella planimetria di figura 1 di seguito proposta. Sarà costituito da un primo tratto in cavo sotterraneo, di lunghezza circa 36,5 m in comune di Sagliano Micca lungo il tratto in sponda sinistra del T. Cervo antistante la centrale idroelettrica a sud della frazione Bogna, e da un tratto in cavo cordato aereo (lunghezza circa 2.430 m) che si svilupperà lungo il fondovalle del T. Cervo, fra i comuni di Quittengo e San Paolo Cervo, in parallelismo con la linea aerea MT a cavi nudi esistente e la carreggiata della S.P. 100 fino alla centrale idroelettrica in loc. Mulino Pianelli a NE della frazione Driagno. Figura 1 – Corografia generale di inserimento nuovo tracciato linea MT (base topografica CTR Regione Piemonte – Sezioni 093090-093130) 5 Relazione Idrogeologica Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Nelle successive figure 2 e 3 si propone l’inserimento delle opere di progetto su planimetria di individuazione delle aree in vincolo idrogeologico estratta dal SIT della Provincia di Biella. Figura 2 – Inquadramento elettrodotto di progetto su cartografia vincolo idrogeologico (estratto SIT Provincia di Biella) (tratto compreso fra i pali di sostegno n. 26 e n. 12) 6 Relazione Idrogeologica Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Figura 3 – Inquadramento elettrodotto di progetto su cartografia vincolo idrogeologico (estratto SIT Provincia di Biella) (tratto compreso fra i pali di sostegno n. 13 e n. 1) 7 Relazione Idrogeologica Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Come emerge dall’esame delle figure 2 e 3 su citate il tracciato della linea di potenziamento prevista insiste per la quasi totalità del suo sviluppo planimetrico su aree gravate da vincolo idrogeologico; sono esclusi dal vincolo i tratti sotto indicati: I. tutto il tratto iniziale in cavo sotterraneo fra il punto di connessione alla rete MT esistente ed il palo di sostegno di progetto n. 1 a margine della carreggiata della S.P. 100 in comune di Sagliano Micca (lunghezza circa 36,5 m); II. la prima campata del tratto aereo dal palo di sostegno di progetto n. 1 alla sponda destra del T. Cervo (lunghezza circa 63,0 m); III. la campata del tratto aereo fra i pali di sostegno di progetto n. 16 e n. 17 (lunghezza circa 68,0 m); IV. la campata del tratto aereo fra i pali di sostegno di progetto n. 17 e n. 18 (lunghezza circa 58,0 m); V. il tratto finale aereo dal palo di sostegno di progetto n. 26 all’innesto sul palo esistente a monte della centrale idroelettrica in loc. Mulino Pianelli (comune di San Paolo Cervo). 8 Relazione Idrogeologica 4 Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca DESCRIZIONE DEI MANUFATTI E ATTIVITA’ DI CANTIERE Si propone di seguito una descrizione semplificata delle principali caratteristiche tecnico-costruttive dei manufatti di progetto e delle attività di cantiere prevedibili al fine di poter meglio valutare la loro compatibilità con il locale assetto geologico, geomorfologico, idrogeologico e idraulico oltre che con la stabilità generale dei siti e con le matrici ambientali. Il potenziamento della rete elettrica nazionale avverrà tramite realizzazione di nuova linea esercita alla tensione nominale di 15 kV in cavo cordato aereo ed in cavo sotterraneo secondo il tracciato identificato in figura 1. Tale soluzione prevede la realizzazione di: - linea in cavo sotterraneo Al 150 mm2 su terreno naturale/rimaneggiato: lunghezza circa 36,5 m; - linea in cavo cordato ad elica aereo Al 150 mm2, comprensiva di sostegni e relative fondazioni: lunghezza circa 2.430,0 m - installazione n. 1 dispositivo di sezionamento motorizzato da palo su linea aerea esistente. Sono altresì previsti interventi sulla rete esistente consistenti in: - MT-modifica palo di derivazione; - MT-modifica palo derivazione per potenziamento. Il sostegno della linea aerea sarà garantito dalla realizzazione di 26 nuovi pali in lamiera saldata a sezione poligonale di altezza fuori terra 12 m (con possibile impiego eccezionalmente di pali fino a 16 o 18 m) infissi nel terreno con idoneo blocco di fondazione in calcestruzzo armato. Per quanto concerne l’accessibilità alle aree di lavorazione verrà utilizzata la rete viabilistica esistente interpoderale, comunale e sovracomunale; per le operazioni di allestimento del nuovo elettrodotto non è quindi richiesto né prevedibile il supporto e la predisposizione di un’area di cantiere vera e propria. Infatti, dato che i sostegni saranno del tipo monostelo tubolare, la trasmissione dei carichi strutturali (di compressione e trazione) dal sostegno al sottosuolo e l’immorsamento del palo stesso al terreno saranno adeguatamente garantiti da fondazione a blocco unico (utilizzabile su terreni normali di buona o media consistenza) costituita da un blocco di calcestruzzo armato a base quadrata, simmetrica rispetto al proprio asse verticale, poggiante direttamente sul fondo dello scavo. All’interno della fondazione verranno posti dei tirafondi atti ad ancorare il tronco di base del sostegno tubolare. 9 Relazione Idrogeologica Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Sulla base di quanto detto appare evidente che per la formazione di ogni singolo palo di sostegno la fase cantieristica è limitata, di fatto, all’apertura del catino di scavo per l’alloggiamento del monoblocco di fondazione; durante tale fase il materiale inerte movimentato verrà depositato nei pressi dei singoli sostegni, in forme di cumuli separati per lo scotico vegetale e per il materiale inerte granulare, per il tempo strettamente necessario al montaggio della base e getto delle fondazioni. Dopo la formazione dell’impronta di scavo si procede con il montaggio delle casserature, il loro accurato livellamento, la posa dell'armatura di ferro di base e il getto del calcestruzzo. Trascorso il periodo di stagionatura del getto, che a seconda del tipo di calcestruzzo impiegato può variare tra 36 e 72 ore, si procede al disarmo delle casserature, al montaggio del sostegno (composto, oltre che dalla fondazione, da vari tronchi, dalla testa – della quale fanno parte le mensole a trave e gli armamenti, cioè l’insieme di isolatori e morsetteria che consentono di ancorare meccanicamente i conduttori al sostegno pur mantenendoli elettricamente isolati da esso - e dal cimino) e al rinterro con il materiale proveniente dagli scavi, ripristinando, a fine lavori, il preesistente andamento naturale del piano campagna. Per quanto concerne le operazioni di posa dell’elettrodotto in cavo sotterraneo (che, come anticipato avverrà in aree non in vincolo idrogeologico) sono previste operazioni di scavo secondo la sezione tipologica di figura 4 di seguito riportata. 10 Relazione Idrogeologica Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Figura 4 – Sezione tipo trincea a sezione ridotta per posa cavo in sotterraneo Le operazioni di apertura della trincea in sezione ristretta per l’alloggiamento del conduttore verranno condotte con metodologie tradizionali, cioè mediante l’utilizzo di mini escavatore cingolato che procederà al lavoro di scavo per postazioni fisse (i movimenti del braccio – rotazione, estensione o rientro – ed i movimenti della macchina – traslazione – non avverranno contemporaneamente). Lo scotico vegetale rimosso prima delle operazioni di scavo (ove presente, in quanto gran parte della posa verrà eseguita a margine di pista di servizio sterrata) ed il materiale di scavo verranno accantonati a margine della trincea in modo tale da rimanere comunque costantemente separati l’uno dall’altro; dopo posizionamento del conduttore, tesato entro tubo protettivo in PVC, si provvederà al tombamento dello scavo con il materiale precedentemente accantonato ed opportunamente costipato, quindi al ricollocamento dello scotico vegetale. Il materiale scavato, non direttamente riutilizzato per interventi di riempimento, sarà conferito a discarica o ad impianto di recupero autorizzati. Come risulta dallo schema proposto le operazioni di scavo necessarie per l’allestimento dell’elettrodotto in sotterraneo sono di dimensioni contenute ed hanno carattere di superficialità 11 Relazione Idrogeologica Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca (profondità di scavo contenuta entro 150 cm p.c.) quindi tali da non determinare rilevanti interazioni negative con lo stato attuale dei luoghi, anche in considerazione del fatto che avverranno in corrispondenza o in adiacenza a settori già parzialmente modificati dall’intervento antropico (margine della pista di servizio sterrata e porzione di banchina a margine carreggiata S.P. 100). Come detto il tratto sotteso dall’elettrodotto in cavo sotterraneo insiste su aree non in vincolo, tuttavia la tipologia di operazioni previste conferma il carattere non invasivo delle stesse a livello della stabilità globale delle aree interessate dalle lavorazioni. Considerando una altezza media fuori terra dei sostegni pari a 12,0 m (con possibile ricorso, localmente, a sostegni di 16,0 o 18,0 m), secondo le unificazioni ENEL per pali in lamiera saldata a sezione poligonale è prevedibile l’impiego di pali di tipo ‘F’ (due tronchi innestabili) (rif. Scheda ‘sostegni S.2’ e ‘scavi e fondazioni B.2’) con fondazioni di tipo ‘M1’ (fondazioni per terreni ‘asciutti’ e ‘compatti’ in cui in nessuna stagione dell’anno la falda freatica si porta a meno di 1,5-2,0 m dal piano campagna). Dai parametri della scheda B.2 delle unificazioni ENEL (figura 5) per pali di altezza fuori terra variabili fra 12,0 e 18,0 m il monoblocco, interrato, avrà lato di base variabile fra 120 e 90 cm e altezza variabile fra 160 e 210 cm (per un volume complessivo variabile fra 1,94 e 2,30 mc). 12 Relazione Idrogeologica Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Figura 5 – Dimensione scavi e fondazioni per sostegni in lamiera a sezione poligonale in tronchi innestabili In tal senso per la formazione del monoblocco di sostegno sarà prevedibile, per ogni singolo palo, uno scavo di profondità variabile fra 200 cm (per pali di 12,0 m fuori terra) e 280 cm (per sostegni da 18,0 m) e larghezza 200 cm. 13 Relazione Idrogeologica 5 Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca BILANCIO DEL MATERIALE SCAVATO La produzione di ‘terre e rocce da scavo’ sarà in questo caso correlabile alle operazioni di scavo meccanico per la formazione della trincea per l’alloggiamento del cavo in sotterraneo e dei basamenti dei pali di sostegno del cavo aereo; dal momento che il tracciato si snoda principalmente in corrispondenza o a margine del fondovalle del T. Cervo (parallelamente a linea MT esistente) il materiale movimentato sarà costituito da depositi incoerenti di natura alluvionale; localmente sarà possibile l’intercettazione di depositi di copertura morenica e del substrato roccioso nei passaggi a lato della strada provinciale (presso loc Balma). Il materiale proveniente dallo scavo per la formazione della trincea per la realizzazione del primo tratto interrato fino alla strada provinciale (lunghezza circa 36,5 m) verrà impiegato pressoché integralmente per il rinfianco dello scavo e la colmatazione della trincea di alloggiamento del cavidotto. Considerando quale tipologia standard di sostegno pali di altezza variabile fra 12,0 m e 16,0-18,0 m il monoblocco di fondazione, interrato a circa 40 cm p.c., potrà avere ragionevolmente base quadrata di lato 100 cm ed altezza 210 cm per un volume medio complessivo pari a 2,10 mc (rif. unificazioni ENEL per pali poligonali in lamiera a tronchi sovrapposti). La stima del volume di materiale in banco movimentato è indicata nella tabella 1 seguente: Opera di progetto Formazione trincea a sezione ridotta per alloggiamento cavo in sotterraneo Formazione basamenti per nuovi pali linea MT in cavo aereo TOTALE Utilizzo in Volume “Terreno” Roccia (m3) (m3) (m3) 23,5 23,5 -- 16,0 260,0 230,0 30,0 205,5 283,5 253,5 30,0 221,5 cantiere (m3) Tabella 1 – Calcolo dei volumi in banco movimentati relativi alle operazioni di formazione nuova linea MT Dalla tabella 1 si stima un volume di scavo pari a 283,5 mc ed un riutilizzo del materiale scavato per circa 221,5 mc; per l’eccedenza, pari a 62,0 mc, è previsto il conferimento ad impianto di recupero autorizzato o, in alternativa, smaltimento a discarica autorizzata come rifiuto speciale non pericoloso. 14 Relazione Idrogeologica Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca I bilanci proposti si riferiscono come precisato al volume in banco da scavare relativamente all’insieme delle opere di progetto funzionali alla realizzazione del tratto in sotterraneo e dei pali di sostegno dell’elettrodotto aereo; tuttavia, dal momento che solo parte delle opere di progetto insistono su aree sottoposte a vincolo idrogeologico, tale bilancio deve essere rivisto in conformità ai contenuti della Circolare Regione Piemonte n. 4/AMD del 3 aprile 2012 “Legge Regionale 9 agosto 1985, n. 45 (Nuove norme per gli interventi da eseguire in terreni sottoposti a vincolo per scopi idrogeologici). Note interpretative e indicazioni procedurali” in particolare a quanto stabilito ai punti 3.1 e 3.2.” Secondo i criteri espressi ne deriva: Opera/intervento di progetto Superficie coinvolta (mq) Superficie in vincolo idrogeologico (mq) Formazione nuovo elettrodotto MT 9.872,0* 9.076,0* 9.872,0 9.076,0 TOTALE (*) il valore indicato si riferisce alla superficie comprensiva della fascia di servitù di larghezza 4,0 m (rif. ‘Larghezza delle fasce da asservire in presenza di campate di lunghezza ricorrente’ ENEL Distribuzione) Tabella 2 – Confronto superficie totale interessata dai lavori e superficie in vincolo idrogeologico Conseguentemente (tabella 3) sono stimati i seguenti movimenti terra: ■ movimento terra complessivo opere di progetto: circa 283,5 mc ; ■ ‘volume di scavo’ per aree in vincolo idrogeologico ai sensi Circolare Regione Piemonte n. 4/AMD del 3 aprile 2012: 429,6 mc così suddivisi Sterro (mc) Riporto (mc) 240,0 189,6 TOTALE 240,0 189,6 Opera/intervento di progetto Formazione basamenti per nuovi pali linea MT in cavo aereo Tabella 3 – Volumi di scavo su superficie in vincolo idrogeologico Riassumendo, in conformità ai contenuti della Circolare Regione Piemonte n. 4/AMD del 3 aprile 2012 “Legge Regionale 9 agosto 1985, n. 45, sono indicati i seguenti valori: • superficie in vincolo idrogeologico interessata dalle lavorazioni (compresa fascia da asservire a servitù): 9.076,0 mq; • ‘volume di scavo’ ai sensi Circolare Regione Piemonte n. 4/AMD del 3 aprile 2012: 429,6 mc (240,0 mc di sterro e 189,6 mc di riporto). 15 Relazione Idrogeologica 6 Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca QUADRO AMBIENTALE 6.1 Geologia L’area di indagine, situata nell’alta valle del Torrente Cervo, appartiene dal punto di vista geologico-strutturale al settore delle Alpi Occidentali; più precisamente si colloca pochi Km a NE della Linea del Canavese, importante elemento tettonico a direzione media NNE-SSW che separa, con l’interposizione di una scaglia di coperture vulcaniche e vulcanoclastiche tettonizzate nota in letteratura come “Zona del Canavese”, la Zona Sesia–Lanzo (dominio Austroalpino), allungata in direzione SW-NE, dalla Zona Ivrea-Verbano (Alpi Meridionali o Sudalpino) (Biino e Compagnoni, 1989). Il tracciato della linea elettrica MT, fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca, si sviluppa nella porzione sud orientale del Plutone della Valle del Cervo (o Plutone della Balma) (rif. figura 6), dal limite fra il nucleo granitico e l’anello intermedio sienitico fino al contatto fra l’anello esterno monzonitico e l’aureola metamorfica del Complesso dei Micascisti eclogiciti che costituisce l’incassante del plutone, legato all’evoluzione tardo-collisionale delle Alpi Occidentali (magmatismo collisionale periadriatico) che si è messo in posto a livelli crostali relativamente superficiali in epoca oligocenica (30-31 M.a. da datazione Rb/Sr su biotite - Bigioggero et al., 1994 - e U/Pb su zircone Romer et al., 1996). Il plutone, che si estende grosso modo fra gli abitati di Rosazza e Bogna lungo la Valle del Cervo e fra Oropa e Alpe Piovale da SW verso NE, presenta una caratteristica struttura ad anelli sub concentrici per intrusioni successive, con un nucleo granitico-granodioritico (Complesso Granitico), una fascia mediana di sienite (Complesso Sienitico) e un anello esterno di monzonite (Complesso Monzonitico) (Fiorentini-Potenza, 1959; Bigioggero et al., 1994). L’aureola di contatto ben sviluppata è dovuta a una marcata differenza di temperatura tra magma in cristallizzazione e roccia incassante durante il magmatismo, a indicazione del fatto che l’intrusione è avvenuta a profondità relativamente basse; l’estensione piuttosto limitata al margine NW del plutone è espressione di una maggiore profondità dell’intrusione (stimabile intorno a 7-10 km dalla superficie) rispetto, ad esempio, a quanto si può riconoscere presso Passobreve (lungo la valle del Cervo in prossimità della Linea del Canavese) dove l’aureola metamorfica appare molto più sviluppata ed evidente in ragione di una profondità più ridotta dell’intrusione (4-7 Km). Al plutone sono associati innumerevoli filoni di porfiriti (daciti, andesiti, andesiti basaltiche) e diverse mineralizzazioni di origine idrotermale, a molibdeno, tungsteno, rame, piombo, argento e oro occasionalmente sfruttate in epoca preindustriale. 16 Relazione Idrogeologica Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Figura 6 – Schema geologico (da: “Itinerari geologici in Piemonte – La Valle Cervo”; ARPA Piemonte-Centro regionale per le ricerche territoriali e geologiche, gennaio 2010) (l’ovale nero individua indicativamente l’area entro cui ricade il tracciato della linea MT di progetto) Le coperture quaternarie sono costituite da depositi continentali incoerenti che ricoprono con spessori fortemente eterogenei e continuità variabile porzioni più o meno estese del territorio indagato; in particolare si può distinguere l’area di fondovalle del Torrente Cervo caratterizzata da depositi alluvionali attuali e recenti, mentre sulle aree di versante prevalgono depositi glaciali s.l. e coltri discontinue di origine gravitativa che interrompono localmente l’affioramento del substrato roccioso. Con riferimento alla specifica collocazione delle opere di progetto si riportano di seguito i principali caratteri diagnostici delle formazioni rocciose riconoscibili. FORMAZIONI DEL SUBSTRATO ROCCIOSO Graniti porfirici alcalini: graniti alcalini con grossi individui di ortoclasio roseo o biancastro (“megacristalli”) di dimensione centimetrica e scarso anfibolo e graniti biancastri e grigi a grana medio-fine, con quarzo, biotite e talora orneblenda. In genere 17 Relazione Idrogeologica Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca si presentano compatti anche se localmente, soprattutto in corrispondenza di zone molto fratturate, il granito alterato e idrolizzato produce i caratteristici “sabbioni”, con aspetto di terre pseudo-coerenti in cui spiccano i grandi cristalli prismatici di feldspato potassico (es. presso bivio per la frazione Bariola in Comune di S. Paolo Cervo o, superata Oretto, lungo la strada che scende verso Campiglia). I litotipi granitici costituenti il nucleo centrale del batolite definiscono nella loro estensione una superficie sub ellissoidale centrata lungo l’alveo del T. Cervo, da Valmosca a Quittengo in sponda sinistra e da loc. Migliacco a S. Paolo Cervo in sponda destra. Sieniti: rocce compatte, equigranulari, a grana media, prive o poverissime di quarzo, i cui componenti mineralogici essenziali sono feldspato potassico, plagioclasio sodico, anfibolo e biotite; presentano una tipica tonalità cromatica tendente al violaceo; di origine eruttiva intrusiva costituiscono l’anello intermedio nella struttura sub-concentrica del Plutone della Valle del Cervo, a diretto contatto con il nucleo centrale graniticogranodioritico. Monzoniti: rocce a grana minuta di colore grigio-violaceo prevalente i cui componenti mineralogici essenziali sono biotite, plagioclasio, feldspato potassico, anfibolo e/o pirosseno; di origine eruttiva intrusiva costituiscono l’anello esterno del Plutone della Valle del Cervo, a contatto con i termini cristallini della Zona Sesia-Lanzo attraverso l’aureola metamorfica. Micascisti eclogitici e gneiss quarzitici minuti con subordinati ortogneiss e gneiss biotitico-granatiferi a metamorfismo eoalpino in affioramenti discontinui con lenti di vere eclogiti con granato, pirosseni sodici, glaucofane, con tipici gneiss minuti a bande con alternanze di letti leucocratici, gneiss grafitici e gneiss tabulari occhialini, talora prasinitici; definiscono la roccia incassante appartenente alla Zona Sesia-Lanzo entro cui si è intruso il Plutone della Valle del Cervo. I litotipi descritti si presentano in genere compatti, solo localmente caratterizzati da marcati fenomeni di alterazione limitati generalmente alla porzione più superficiale degli ammassi rocciosi i quali, in seguito a fenomeni di alterazione chimico-fisica, presentano struttura da pseudocoerente a incoerente; generalmente da un punto di vista litologico si nota un passaggio graduale tra la roccia alterata/fratturata (cappellaccio) ed i sovrastanti terreni eluviali sabbioso-ghiaiosi; ovviamente fasce cataclasate maggiormente erodibili possono essere presenti in corrispondenza di linee di deformazione fragile (faglie). DEPOSITI CONTINENTALI QUATERNARI DI COPERTURA 18 Relazione Idrogeologica Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Depositi glaciali s.l. (età: Pleistocene superiore - Pleistocene medio): costituiscono in genere fasce piuttosto continue lungo i settori medio-bassi dei versanti, o si rinvengono in lembi isolati, generalmente stabili in virtù dell’elevato addensamento. Nel settore indagato le facies glaciali s.l. sono riferibili a depositi di morena laterale, morena di fondo o till di ablazione; dal punto di vista litologico-composizionale si presentano in genere come depositi caotici scarsamente selezionati caratterizzati di ciottoli e grossi blocchi poligenici immersi in matrice sabbioso-limosa, con intercalazioni sporadiche e irregolari di livelli metrici o sub-metrici a supporto clastico, variamente alterati in superficie o coperti da un orizzonte pedogenizzato di spessore fino a metrico o da coltri detritico-colluviali. Lo spessore è variabile anche in virtù delle locali condizioni morfologiche e di acclività; ragionevolmente, in considerazione dei limitati spaccati naturali, può essere stimato variabile fra 2-6 m e massimi dell’ordine di 10-20 m; Depositi alluvionali s.l. in genere costituiti da ciottoli poligenici eterometrici e blocchi, in matrice prevalentemente ghiaioso-sabbiosa associati a livelli più francamente ghiaiososabbiosi. Sulla base di criteri essenzialmente morfologici è possibile distinguere le alluvioni attuali da quelle recenti (talora terrazzate). I depositi alluvionali attuali (età: Olocene) occupano l’alveo attuale e come tali sono in evoluzione e soggetti ai processi ordinari e straordinari della dinamica torrentizia e fluviale; tipico di tali depositi è l’assenza di un vero e proprio strato superficiale pedogenizzato e di copertura vegetale stabile (eccezion fatta per alcune barre e isole fluviali coperte da vegetazione pioniera che suddividono l’alveo monocursale in rami attivi e riattivabili); trattasi di depositi sciolti prevalentemente grossolani costituiti da ciottoli e blocchi eterometrici, con volume anche di diversi mc, con ghiaie grossolane, raramente a matrice sabbiosa. Lo spessore è difficilmente valutabile, variabile di zona in zona a seconda della prevalenza di processi di erosione su quelli di deposizione; dalle risultanze a seguito dei sopralluoghi esperiti è ragionevole stimare valori compresi fra 0 (substrato roccioso affiorante) a 2-5 m. I depositi alluvionali recenti (localmente debolmente terrazzati) (età: Olocene inferiore) occupano le fasce perimetrali dei corsi d’acqua esternamente all’alveo attivo fino al raccordo con i versanti vallivi, ed in genere risultano interessabili solo marginalmente dai processi eccezionali legati alla dinamica torrentizia e fluviale. Sono riconoscibili lungo tutto l’alveo del T. Cervo dove individuano lembi stretti ed allungati più o meno estesi e continui. Dal punto di vista litologico prevalgono ghiaie e ciottoli subarrotondati con occorrenza di blocchi sparsi a supporto di matrice sabbiosa da media a grossolana con irregolare distribuzione di livelli decimetrici e/o tasche più francamente ghiaioso-ciottolose a supporto clastico. Indicativamente lo spessore massimo può essere stimato intorno alla decina di metri (10-15 m). 19 Relazione Idrogeologica Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca 6.2 Pericolosità geomorfologica e classe di idoneità all’utilizzazione urbanistica L’area di indagine si inquadra nell’ambito del sistema di fondovalle del Torrente Cervo e delle relative conoidi intravallive circondate sia da forme aspre e ripide del rilievo montano, in gran parte condizionate dall’assetto tettonico-strutturale, dalle condizioni di giacitura dei piani di foliazionescistosità del basamento cristallino e dalle caratteristiche litologiche delle formazioni rocciose affioranti, sia da forme relitte correlabili al glacialismo di alta montagna che da forme attive dovute a fenomeni di tipo gravitativo o all’azione modellatrice delle acque superficiali. Avendo il Proponente verificato presso i locali U.T. che il Comune di Quittengo è dotato di P.R.G.C. (approvato con D.G.R. 52/2618 del 28 gennaio 1991) e che il Comune di San Paolo Cervo è dotato di P.R.G.C. (approvato con D.G.R. 49/32977 del 2 maggio 1994) ma che tali strumenti non sono adeguati a verifica di compatibilità idrogeologica ai sensi del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) ne deriva che la cartografia di riferimento per il quadro del dissesto e della pericolosità idraulica risulta essere quella degli strumenti di pianificazione sovraordinata (PAI e PTCP). 6.2.1 P.A.I. (Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico del bacino del Po) Dalla consultazione dell’Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici - Delimitazione delle aree in dissesto foglio 093 Sez. III – Trivero scala 1:25.000 (di cui si riporta uno stralcio in figura 7) si osserva come per l’area di indagine non sono previste limitazioni. Sulla base di quanto esposto ne deriva che il tracciato dell’elettrodotto ricade in aree esterne a quelle sottoposte a vincolo PAI; il solo alveo del Rio Rialmosso viene indicato come ‘area a pericolosità molto elevata non perimetrata per esondazioni e dissesti morfologici di carattere torrentizio’. Non sono comunque prevedibili interferenze in quanto l’intersezione è con elettrodotto aereo e la posa dei sostegni è prevista a distanza non inferiore di 10 m dal ciglio di sponda in aree non interessabili da forme di dissesto. 20 Relazione Idrogeologica Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Figura 7 – Sovrapposizione del tracciato della linea MT di progetto su estratto cartografia PAI foglio 093 Sez. III – Trivero scala 1:25.000 dell’Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici - Delimitazione delle aree in dissesto 6.2.2 Piano Territoriale Provinciale (PTP) Relativamente alla tematica del dissesto è stata consultata la Carta IGT-S ‘Inventario degli elementi normativi’ (Sezione IGT-S 093SO – Camandona) (figura 8) dalla cui analisi si evince che non vi sono interferenze apprezzabili fra l’elettrodotto di progetto con dissesti o, più in generale, aree vulnerabili dal punto di vista idraulico e/o idrogeologico, dato che solo alcuni pali di sostegno 21 Relazione Idrogeologica Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca previsti insistono a margine di ‘superfici esondabili’ (art. 4.1 comma 3) per eventi di piena con periodo di ritorno duecentennale. 22 Relazione Idrogeologica Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Figura 8 – Sovrapposizione del tracciato della linea MT di progetto su estratto Carta IGT-S ‘Inventario degli elementi normativi’ (Sezione IGT-S 093SO – Camandona) 6.2.3 Piano Regolatore Generale Comunale (PRGC) P.R.G.C. Comune di Quittengo Relativamente al territorio comunale di Quittengo è stata reperita presso l’U.T. comunale la seguente documentazione di P.R.G.C. (approvato con D.G.R. 52/2618 del 28 gennaio 1991): ■ Tavola 7 ‘Caratteristiche geomorfologiche, dissesti dei corsi d’acqua e uso del suolo’ e relativa normativa geologica. Con riferimento ai contenuti dell’elaborato la formazione dei pali di 23 Relazione Idrogeologica Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca sostegno della nuova linea interessa aree in classe III ‘a vincolo geologico relativo’; localmente, fra il Rio Rialmosso e la frazione Balma, aree in classe II ‘a vincolo geologico’ o ‘aree esterne ai nuclei abitati non classificate’ in cui ‘ogni intervento antropico presuppone un esame geologico generale della zona circostante e accertamenti geognostici particolareggiati sull’area dell’intervento’. Per quanto concerne le intersezioni con i corsi d’acqua e porzioni attive dei relativi alvei ricadenti in classe I ‘aree a vincolo geologico assoluto’ non sono prevedibili interferenze essendo l’elettrodotto aereo ed i pali di sostegno sono previsti a distanza non inferiore a 10 m dal ciglio di sponda. In tal senso non sussistono elementi di incompatibilità con le classi di fattibilità geologica. In ogni caso nelle aree in vincolo assoluto ‘… non sono ammesse nuove opere o nuove edificazioni ad eccezione degli interventi di cui all’art. 31 della L.R. 56/77 e precisamente […] elettrodotti, impianti per telecomunicazioni […] comunque subordinati ad accertamenti geognostici atti a stabilire la fattibilità delle opere e gli accorgimenti tecnici da adottare’. P.R.G.C. Comune di San Paolo Cervo Relativamente al territorio comunale di San Paolo Cervo è stata reperita presso l’U.T. comunale la seguente documentazione di P.R.G.C. (approvato con D.G.R. 49/32977 del 2 maggio 1994): ■ Tavola 7 ‘Caratteristiche geomorfologiche, dissesti dei corsi d’acqua e uso del suolo’ e relativa normativa geologica. L’esame dell’elaborato mostra come, per la porzione ricadente entro il territorio comunale, vengono interessate aree in classe III ‘a vincolo geologico relativo’ e in classe I ‘aree a vincolo geologico assoluto’ oltre ad ‘aree esterne ai nuclei abitati non classificate’. Si specifica comunque che nelle N.t.A. (Elaborato P.R.G.6) all’art. 2 ‘Vincolo assoluto’ viene espressamente specificato che ‘… non sono ammesse nuove opere o nuove edificazioni ad eccezione degli interventi di cui all’art. 31 della L.R. 56/77 e precisamente […] elettrodotti, impianti per telecomunicazioni […] comunque subordinati ad accertamenti geognostici atti a stabilire la fattibilità delle opere e gli accorgimenti tecnici da adottare’. In tal senso l’opera di progetto appare coerente con le indicazioni delle N.t.A. Per quanto non determinante a livello di vincolo e pianificatorio è stato consultato anche il quadro del dissesto del progetto IFFI/SIFRAP - Sistema informativo dei fenomeni franosi in Piemonte e RERCOMF – Rete Regionale Controllo Movimenti Franosi (Servizio ARPA Piemonte - AFT Sistema Informativo Ambientale), di cui si riporta uno stralcio in figura 9, e il documento ‘Evento alluvionale del 4-6 giugno 2002 nel territorio biellese’ (a cura del Settore Studi e Ricerche Geologiche Sistema Informativo Prevenzione Rischi) 24 Relazione Idrogeologica Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Figura 9 – Sovrapposizione del tracciato della linea MT di progetto su estratto Geoportale ARPA Piemonte SIFRAP - Sistema informativo dei fenomeni franosi in Piemonte Come si evince dall’esame della figura e dalla consultazione della documentazione su citata nei territori di Quittengo e San Paolo Cervo i principali dissesti, sviluppatisi come colamenti rapidi per fluidificazione della coltre superficiale lungo i versanti e trasporto in massa su conoide nelle principali aste idriche afferenti al T. Cervo e lungo la rete idrografica minore, hanno coinvolto e danneggiato largamente soprattutto la rete viabilistica di versante di collegamento fra il fondovalle e le frazioni principali. Fra i fenomeni più rilevanti lungo il fondovalle in prossimità del tracciato dell’elettrodotto di progetto si ricorda quello in frazione La Fucina (a monte del palo di sostegno n. 13) dove la violenta attività torrentizia del Rio Rialmosso provocò un’erosione in destra idrografica con parziale distruzione di un muro di difesa e una più profonda erosione in sinistra che causò l’asportazione delle pertinenze di una casa (ex mulino), la distruzione delle difese spondali e il danneggiamento della spalla sinistra del ponte. In comune di San Paolo Cervo l’ingente apporto di materiale negli impluvi provocò più a valle violenti processi di trasporto in massa lungo l’asta e sui conoidi. In particolare alla confluenza del rio Driagno nel T. Cervo si verificò una estesa erosione 25 Relazione Idrogeologica Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca laterale destra prodotta dal T. Cervo e un ingente fenomeno di trasporto solido/colata detritica lungo la conoide del rio Driagno (presso il palo di progetto n. 25). Nel complesso la figura mostra come il tracciato scelto per la posa dell’elettrodotto non rilevi gravi interferenze con le innumerevoli frane che hanno coinvolto i comuni di Quittengo e San Paolo Cervo e con il quadro del dissesto generale. 6.3 Acque sotterranee Sotto il profilo geoidrologico il settore di indagine può essere suddiviso in linea del tutto schematica ed indicativa in due domini con caratteristiche significativamente differenti: – Complesso Superficiale (Acquiferi a permeabilità primaria), costituito da depositi di ambiente continentale (depositi alluvionali e glaciali s.l.) di età Pleistocene medio-Olocene; – Substrato cristallino alpino (Acquiferi a permeabilità secondaria), caratterizzato dalla presenza di rocce cristalline con ruolo idrostrutturale di substrato impermeabile contraddistinto dalla presenza di complessi litoidi a permeabilità primaria praticamente nulla, entro i quali possono essere ospitati circuiti idrici locali confinati alle sole zone di fratturazione la cui manifestazione in superficie è legata alla presenza di sorgenti. I depositi alluvionali costituiscono fasce nastriformi di larghezza variabile nel settore di fondovalle in fregio alle principali aste idriche attuali; trattasi di materiali incoerenti prevalentemente grossolani (essenzialmente ciottoli e blocchi con ghiaie e sabbie con possibile occorrenza di subordinate intercalazioni limoso-sabbiose) ad elevata conducibilità idraulica. Il materasso alluvionale ospita in genere falde idriche a superficie libera in condizioni di subalveo, in rapporto diretto di interdipendenza idraulica con i corsi d’acqua, con oscillazioni dovute alle variazioni stagionali di piovosità e di portata del corso d’acqua, con prevedibile massima depressione del livello piezometrico durante la stagione invernale, in corrispondenza del periodo di minimi apporti pluviometrici e idrologici ed il massimo innalzamento in primavera ed in autunno in coincidenza con notevoli apporti di infiltrazione (precipitazioni) e consistenti portate dei corsi d'acqua. L’eventuale (per quanto poco probabile) occorrenza di intercalazioni sabbioso-limose (argillose) non costituisce elemento di compartimentazione della falda che rimane unitaria. A motivo della loro tessitura prevalentemente grossolana questi depositi non possiedono alcuna protezione naturale nei confronti di apporti inquinanti, sia provenienti dall’alto, sia veicolati dai corsi d’acqua stessi. La ricarica della falda è essenzialmente legata all’infiltrazione efficace degli apporti meteorici oltre che dalle ingenti perdite di subalveo dei corsi d’acqua principali o da travasi dalle idrostrutture adiacenti in rilievo morfologico. 26 Relazione Idrogeologica Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Per quanto concerne l’insieme dei depositi morenici, fasce e coni detritici e conoidi distribuiti all’interno delle vallate alpine, in virtù delle caratteristiche di permeabilità variabili che li contraddistinguono (da scarse a discrete o buone) possono rappresentare dei piccoli serbatoi idrici locali nei quali, generalmente, è presente una falda idrica, talora temporanea; la falda può manifestarsi con sorgenti laddove questi depositi risultino incisi da qualche scarpata morfologica. I depositi morenici compresi all’interno delle vallate alpine sono, di regola, molto più grossolani e, soprattutto, caratterizzati da una frazione fine maggiormente ridotta rispetto a quelli formanti gli anfiteatri oltre lo sbocco vallivo. Anch’essi possono rappresentare dei serbatoi idrici di una certa importanza per l’economia locale in quanto pur essendo di spessore modesto (da pochi metri a poche decine di metri come regola), sono talora distribuiti su superfici notevoli. Le falde idriche impostate in questi depositi non hanno protezione nei confronti dei fenomeni di inquinamento. Con riferimento al substrato cristallino alpino è costituito da materiali litoidi praticamente insolubili, impermeabili o con locale permeabilità secondaria in gran parte legata alla presenza di sistemi di fratture e/o discontinuità di origine tettonica, alla densità di fratturazione e al grado di allentamento delle fratture stesse che consentono l’instaurarsi di una limitata circolazione idrica sotterranea resa manifesta in superficie dalla presenza di sorgenti. In prossimità della superficie topografica i sistemi di fratture possono essere rilasciati per cui si possono creare degli acquiferi limitati che possono avere comunicazioni con quelli superficiali in mezzi porosi; quando i sistemi di fratturazione sono invece associati a fasci cataclastici e/o faglie di notevole estensione longitudinale, si possono formare acquiferi a caratteristiche geometriche tali da indurre circolazione di acque su lunghe distanze. Tali acquiferi, ove sede di falda, possono alimentare sorgenti principali. Sulla base di quanto esposto si possono quindi formulare le seguenti valutazioni di carattere generale: a) le interferenze sulle acque sotterranee durante le operazioni di realizzazione del nuovo elettrodotto di connessione si possono considerare ragionevolmente nulle sia con riferimento al tratto interrato data la superficialità dello scavo (trincea di profondità non superiore a 150 cm), sia con riferimento al tratto aereo per cui sono previsti scavi puntuali di profondità massima non superiore a 280 cm per la formazione del blocco di fondazione dei pali di sostegno (infatti proprio la natura ‘puntuale’ del disturbo arrecato in fase di apertura del catino di scavo è garanzia di mancata interferenza con la circolazione subsuperficiale delle acque, impatto ulteriormente mitigato tenendo in considerazione il fatto che lo scavo verrà poi colmato con il medesimo materiale di risulta opportunamente compattato meccanicamente al fine di ripristinare lo stato di addensamento del materiale ante operam quindi, indirettamente, la conducibilità idraulica del medesimo e ricostituire l’andamento originario del profilo topografico); 27 Relazione Idrogeologica b) Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca non sono prevedibili modificazioni nemmeno in forma temporanea del rapporto fiume-falda e del regime di filtrazione delle acque nel sottosuolo (quindi del processo di alimentazione della falda o di ricarica delle zone di alimentazione di sorgenti); c) per quanto concerne l’eventuale influenza su captazioni ad uso idropotabile (sorgenti) non sono prevedibili modificazioni dei flussi sotterranei (né in termini quantitativi, quindi del regime di portata, né per quanto riguarda il chimismo delle acque) dato che, come detto al punto a) il disturbo potenziale è limitato alla sola fase di scavo per la formazione del blocco di fondazione del palo di sostegno e comunque la profondità limitata dello scavo stesso circoscrive il disturbo al solo punto di esecuzione dello scavo e alla sola porzione superficiale della copertura di versante. 6.4 Caratterizzazione geologico-tecnica dei materiali Ai fini della caratterizzazione geotecnica dei terreni di sedime vengono di seguito forniti in via preliminare i range di variabilità dei parametri rappresentativi; in considerazione dell’ubicazione prevista dei pali di sostegno dell’elettrodotto di progetto verranno interessati depositi alluvionali recenti della piana del T. Cervo, depositi detritici e di copertura morenica (con possibile occorrenza di coltri eluvio-colluviali) e substrato roccioso (presso la frazione Balma). con depositi alluvionali recenti del fondovalle ciottoli/blocchi sparsi e matrice fine limoso- del T. Cervo Ghiaie e sabbie eterometriche sabbiosa generalmente scarsa INDICE SIMBOLO VALORE U.M. γNAT 18,0-20,0 KN/m3 Angolo di resistenza al taglio (di picco) ϕ’ 34-38 ° Angolo di resistenza al taglio (valore caratteristico) ϕk 30-34 ° Coesione efficace c’ -- kPa Modulo elastico E 58,0-85,0 MPa Peso di volume naturale Classificazione USCS Ciottoli, SW-SP, GM, GW-GP blocchi/trovanti eterometriche in e abbondante ghiaie depositi di copertura morenica e detritici di matrice versante limoso-sabbiosa-argillosa 28 Relazione Idrogeologica Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca INDICE SIMBOLO VALORE U.M. γNAT 17,0-19,0 KN/m3 Angolo di resistenza al taglio (di picco) ϕ’ 30-34 ° Angolo di resistenza al taglio (valore caratteristico) ϕk 26-28 ° Coesione efficace c’ 0,0-10,0 kPa Modulo elastico E 20,0-95,0 MPa Peso di volume naturale Depositi eluviali e detritico-colluviali limi sabbiosi inglobanti ghiaie e scarsi ciottoli INDICE SIMBOLO VALORE U.M. γNAT 16,0-18,0 KN/m3 Angolo di resistenza al taglio (di picco) ϕ’ 26-28 ° Angolo di resistenza al taglio (valore caratteristico) ϕk 22-26 ° Coesione efficace c’ 5-10 kPa Modulo elastico E 6,5-10,0 MPa Peso di volume naturale Substrato roccioso INDICE Peso di volume naturale Indice Rock Mass Rating di base1 Resistenza a compressione monoassiale Gneiss e granitoidi SIMBOLO VALORE U.M. γNAT 25,0-28,0 KN/m3 RMRb 50 - 80 σc 160-190 MPa (roccia sana) 50-100 (roccia alterata) 1 secondo Bieniawski, 1989 29 Relazione Idrogeologica 7 Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca ULTERIORI VINCOLI AMBIENTALI E DESTINAZIONE DA PRGC Il P.R.G.C. del Comune di Quittengo (Piano Regolatore approvato con D.G.R. 52/2618 del 28 gennaio 1991) e di San Paolo Cervo (approvato con D.G.R. 49/32977 del 2 maggio 1994) individuano la destinazione d’uso urbanistica in “aree agricole”. Relativamente al territorio comunale di Sagliano Micca questo è interessato dal primo tratto in sotterraneo dell’elettrodotto di progetto, precisamente dall’innesto sul palo in amarro sulla sponda idrografica sinistra del T. Cervo antistante la centrale idroelettrica fino all’altezza della S.P. 100 per una lunghezza complessiva pari a circa 36,5 m e dalla posa del primo sostegno di nuova formazione in fregio alla strada provinciale, su area esterna al limite del vincolo idrogeologico. Il Comune di Sagliano Micca è dotato di Piano Regolatore vigente adottato con D.C.C. n. 18 del 29.04.2009 approvato con D.G.R. 11-425 del 02/08/2010 con le relative Norme Tecniche di Attuazione e di Variante Parziale di P.R.G.C. approvata con D.C.C. n. 16 del 22/04/2013. Di seguito si propone l’elenco della documentazione consultata. ■ Elaborato 3P1 ‘Azzonamento generale del territorio comunale’: dalla consultazione dell’elaborato emerge come il tracciato dell’elettrodotto di progetto insiste su ‘aree agricole di tutela ambientale-E2’ (art. 64 N.t.A.), mentre cade all’esterno del ‘perimetro unità di rispetto paesaggistico’ e delle ‘aree boscate’. Relativamente alle limitazioni di cui all’art. 64 ‘aree agricole di tutela ambientale – E2’ l’intervento si ritiene comunque compatibile in quanto il tratto interrato di elettrodotto sarà realizzato lungo pista di servizio esistente a fondo naturale, mentre per il tratto aereo è prevista la formazione di un solo palo di sostegno in zona di banchina a lato della S.P. 100; pertanto in alcun modo verranno modificate in via permanente le caratteristiche ambientali e naturalistiche né verrà in alcun modo interrotta la continuità delle aree stesse. ■ Elaborato 3P2 ‘Pericolosità geomorfologica e idoneità all'utilizzo urbanistico su azzonamento generale del territorio’: oltre alle indicazioni già emerse a commento nel punto precedente si osserva come le opere di progetto risultino esterne al perimetro delle ‘aree soggette al vincolo idrogeologico’ e al perimetro delle aree di ‘dinamica idrica EeA’ derivate dall’inviluppo delle fasce PTP. La classe di idoneità all’utilizzazione urbanistica è la 3A ‘pericolosità geomorfologica elevata’ comprendente le ‘aree ad elevata acclività o con condizioni predisponenti a fenomeni di instabilità. Aree in fregio a corsi d'acqua o assoggettabili ad attiva dinamica idrica’ nelle quali ‘non sono ammesse nuove edificazioni e l'utilizzo urbanistico non è consentito o legato 30 Relazione Idrogeologica Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca ad interventi di riassetto territoriale’. All’art. 41 delle N.t.A. è comunque espressamente indicato che ‘Non sono ammesse nuove edificazioni, mentre sono possibili, sulla base di indagine geologica, interventi relativi ad infrastrutture di interesse pubblico non altrimenti localizzabili’. Sulla base dei disposti del D.lgs.42/2004 Beni culturali e del paesaggio (e della Carta CTP-PAE ‘Sensibilità paesistiche e ambientali’ del Piano Territoriale Provinciale (PTP)):sussistono vincoli relativi a: • torrenti e corsi d’acqua iscritti negli elenchi di cui al r.d. n°1775/33 e relative sponde (art. 2.3 N.t.A. PTP Biella e Variante n. 1 al Piano e art. 12 N.t.A. PRGC); • territori coperti da foreste e boschi (art. 2.2 N.t.A. PTP Biella e Variante n. 1 al Piano e art. 12 N.t.A. PRGC). Sulle aree interessate dalle opere di progetto non sussistono vincoli connessi alla presenza di zone di tutela delle sorgenti e dei pozzi ad uso idropotabile né per presenza di aree protette (il Sito di Importanza Comunitaria SIC IT1130002 “Val Sessera” vincola infatti aree esterne rispetto a quella di indagine). 31 Relazione Idrogeologica 8 Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Nell’ambito della presente documentazione sono stati presi in considerazioni gli aspetti relativi al contesto geologico, litologico, geomorfologico ed idrogeologico, valutando le potenziali interferenze negative su di essi indotti dalla realizzazione del nuovo elettrodotto di potenziamento della rete MT esistente di ENEL Distribuzione. L’area d’intervento interessa prevalentemente il settore di fondovalle del T. Cervo caratterizzato da una successione di terrazzi alluvionali di vari ordine fino ai primi contrafforti collinari/pedemontani, presso i quali si riconoscono i primi affioramenti del substrato roccioso riferibili al Plutone della Valle del Cervo (o della Balma) di natura granitico-sienitica. La copertura continentale è rappresentata da depositi glaciali s.l. e di origine gravitativa postglaciali e coltri detrico-colluviali di spessore eterogeneo sul substrato roccioso. Dai rilievi in situ e dalla consultazione della cartografia tematica e di pianificazione a livello comunale e sovraordinato non sono emerse situazioni ad evoluzione regressiva in atto o potenziali tali da poter determinare rilevanti problematiche a carattere geologico e geotecnico. Con riferimento alle operazioni di posa dell’elettrodotto si ricorda che è previsto un primo tratto in cavo sotterraneo (lunghezza circa 36,5 m) con conduttore alloggiato in trincea di profondità non superiore a 150 cm p.c. realizzata in fregio a pista di servizio e in area di banchina a lato S.P. 100 esterna al vincolo idrogeologico; il rimanente tracciato dell’elettrodotto, in cavo aereo, prevede la posa di complessivi 26 nuovi sostegni per la formazione di ciascuno dei quali è previsto un ‘disturbo’ puntuale legato all’apertura di scavo (profondità non superiore a 280 cm e larghezza 200 cm) per l’alloggiamento del blocco di ancoraggio, che verrà in seguito ricoperto con il medesimo materiale di risulta opportunamente costipato per ripristinare il grado di addensamento del materiale ante operam. Pertanto non sono prevedibili incidenze negative rilevanti né sulla conducibilità idraulica dei materiali in situ, né sulle modalità di circolazione delle acque subsuperficiali, né, infine, sulla topografia del terreno dato che il monolite di fondazione risulterà completamente interrato ed il riporto del terreno movimentato in fase di scavo garantirà la ricostituzione della originaria morfologia del terreno. Inoltre considerata la massa del singolo palo e quella del blocco di fondazione sono prevedibili carichi totale di esercizio pari a 3.000 Kg/mq (eq. 0,3 Kg/cmq o 30,0 KPa) esigui anche per impianto su area di versante debolmente acclive. La prossimità a percorrenze carrabili interpoderali, comunali e sovracomunali garantisce inoltre una facile accessibilità alle aree di lavoro, non richiedendo una cantieristica di appoggio e rendendo praticamente trascurabili i disturbi indotti sulla componente geomorfologica. 32 Relazione Idrogeologica Provincia di Biella – Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Potenziamento della rete MT esistente fra i comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Sagliano Micca Ad ulteriore garanzia per un corretto inserimento delle opere di progetto nel locale assetto geologico-geomorfologico, nei terreni vincolati (e non) durante l’esecuzione di opere e movimenti di terreno: a) sarà fatto obbligo di garantire l’allontanamento delle eventuali acque provenienti dalle aree a monte o adiacenti i lavori, siano esse di corrivazione o di filtrazione legata a circolazione subsuperficiale (per quanto quest’ultima sia poco probabile), ed il loro recapito a valle secondo le linee naturali di sgrondo, senza determinare fenomeni di erosione in forma concentrata o diffusa o di ristagno anche a carattere temporaneo, specialmente se in presenza di opere e/o manufatti antropici a valle; b) le lavorazioni dovranno essere condotte secondo modalità tali da non creare ostacoli al normale deflusso delle acque meteoriche o fenomeni di deviazione o diversione delle naturali linee di drenaggio; c) durante l’esecuzione dei lavori deve essere accertata in loco la rispondenza delle previsioni di progetto delle caratteristiche dei materiali con lo stato effettivo dei terreni ed adottato di conseguenza, se necessario, ogni ulteriore accorgimento che assicuri la stabilità dei terreni stessi e la corretta regimazione delle acque; d) durante la realizzazione degli scavi non devono essere create condizioni di rischio per il verificarsi di smottamenti, franamenti od altri movimenti gravitativi del materiale eventualmente accumulato a bordo scavo e non direttamente conferito ai siti di riutilizzo; a tal fine sarà preferibile l’apertura degli scavi nei periodi in cui più basso è il rischio di precipitazioni; e) il rinfianco degli scavi dovrà avvenire esclusivamente con il medesimo materiale movimentato ed essere eseguito per strati, assicurando il graduale compattamento dei materiali granulari e terrosi (dai quali dovranno essere alienate le frazioni litoidi di maggiori dimensioni) al fine di conseguire lo stato di addensamento dei materiali ante-operam; f) a fine lavori, compatibilmente con la funzione delle opere e le caratteristiche costruttive delle medesime, dovrà essere garantita la ricostituzione del profilo topografico esistente prima dell’intervento. Sulla base delle indagini svolte si ritiene che l’area indagata sia idonea dal punto di vista geologico-tecnico, geomorfologico e idrogeologico ad ospitare le opere di progetto. Per quanto relazionato nella presente documentazione dal punto di vista geologico si esprime un giudizio di compatibilità degli interventi di progetto nel rispetto delle prescrizioni minime elencate; in ogni caso si ritiene che la realizzazione a regola d’arte dell’impianto non determinerà un peggioramento delle attuali condizioni di stabilità delle aree, così come non saranno prevedibili alterazioni significative e irreversibili delle locali caratteristiche idrogeologiche e, più in generale, delle matrici ambientali. 33