Nuove Costituzioni crescono a misura di natura
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IL SECOLO XIX - 13 Febbraio 2009
I tempi che viviamo sono forieri di cambiamenti profondi, epocali sotto tutte le latitudini, non solo
per la nostra vita individuale, ma anche per le istituzioni che sono chiamate aprendere atto del
superamento dei modelli di riferimento,messi a dura prova dallo scorrere del tempo e dal
consolidarsi di nuove forme di aggregazione sociale.
A questo proposito, diparticolare interesse,nonsoloper gli studiosi del diritto costituzionale,
appare la proclamazione della nuova costituzione dell’Ecuador.
Dopo la Bolivia di Ev Morales e l’annunciata riforma in Paraguay, anche in questo Paese andino
assistiamo all’inizio di un nuovo corso istituzionale.
Se prima, pace, diritti umani in senso squisitamente politico, suffragio universale, libertà di
espressione erano giustamente individuati come elementi cardine delle norme primarie di molti
stati, oggi in Ecuador assistiamo al superamento di questi valori in favore di un nuovo sistema
di valori che poggia sulla natura e sulla sua ineluttabile superiorità.
La seconda parte della Costituzione ecuadoriana, si caratterizza con un riferimento preciso al
buen vivir, cioè al diritto di accesso all’acqua e alla sicurezza alimentare, come diritti inalienabili
non meno importanti di quelli espressi in termini di libertà e sociali.
Alcuni lo hanno chiamato “Diritto della Natura” e lo fanno risalire al recupero della tradizione
india che individua in Madre Natura, l’origine di ogni cosa.
Credo che questa rivoluzione risponda alla necessità di dareunsegnale inforte controtendenza
rispetto ai valori fino a oggi dominanti nel mondo, espressi dalla cultura occidentale
tradizionalmente basata sull’interazione fra il processo economico e la condizione sociale, e che
purtroppo non è riuscita a consentire un’equa distribuzione delle opportunità e delle risorse in
quelle terre.
Le popolazioni andine sembrano essersi incamminate lungo una sorta di percorso della
memoria capace di trasformarsi in una prospettiva futura per le popolazioni da troppo tempo
emarginate e ridotte alla soglia della sopravvivenza.
Se si tratta di un “sogno di una notte di mezza estate”privo di quella durata temporale
necessaria a definire questo processo in maniera stabile, è ancora presto per dirlo.
Di certo però rappresenta un precedente che suscita un nuovo interesse da parte di molti, non
solo a livello politico, ma anche sociale e ben oltre i confini dell’America
Latina.
La suggestione che evoca è molto forte proprio perché siamo inmolti ad avvertire ormai il
crescente disagio di fronte ai segnidi cedimento di un sistema che ha generato una poderosa
capacità di produzione ben superiore alla possibilitàdi assorbimento, innescando un pericoloso
processo consumistico che ci costringe a ritmi e compromessi, conlanatura e con i nostri simili.
La capacità di carico della terra ha limiti prossimi alla soglia del superamento e proprio dalle
comunità che meno hanno accesso alla tecnologia che oggi ci consente dimisurare tutto e tutti
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in tempi rapidissimi, giungono forti segnali in controtendenza.
Il presidente ecuadoriano Rafael Correa Delgado, ha inteso inaugurare un nuovo patto sociale,
partendo in una sorta di nuova fratellanza che corre lungo la Cordigliera dalla prospettiva di
considerare nella carta costituzionale non solo i diritti degli individui, ma anche quelli della
natura, del suo territorio, posti sotto una tutela senza precedenti. Correa dovrà però superare
quella malcelata ostilità antioccidentale che traspare non solo da alcune interpretazioni della
Carta costituzionale, ma anche dai toni accesi coni quali ha ispirato la campagna elettorale per
la sua adozione. Solo così potrà davvero posizionare il suo Paese e l’intera area, in quel
processo di sviluppo rivoluzionario che sembra segnare questa nostra epoca.
Basta pensare al fatto che le principali riserve mondiali di litio sitrovano proprio nelle aree
andine e cogliere la possibilità di utilizzarle insieme, da pari a pari, con le grandi
industrie dei Paesi avanzati per i processi produttivi dell’industria dei trasporti del futuro, sarà il
più grande servizio che il presidente potrà fare al suo popolo come beneficio economico diretto
e come insegnamento al resto del mondo.
Starà quindi a lui scegliere se proseguire sulla falsa riga dei toni da crociata usati finora, oppure
adottare toni concilianti in sede internazionale traendo cospicui vantaggi anche politici in
terminiemulativi, per aver varato una Costituzione senza precedenti.
Se saprà farlo potrà inaugurare un nuovo corso nella determinazione di valori, antichi e nuovi
allo stesso tempo, da tutelare nell’interesse delle future generazioni.
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