Note sulla coltivazione della canapa
premessa
Con queste note non abbiamo la pretesa di fornire informazioni complete ed
esaustive dal punto di vista agronomico, scientifico, tecnico o economico, ma
vorremmo dare indicazioni aggiornate e corrette sulla coltivazione della
canapa, un po’ come si usava fare tempo addietro con la pubblicazione di
manuali destinati agli agricoltori, di cui è un buon esempio “ La canapa” del
Dott. Carlo Mariani (Vallardi ed., 1951) , pubblicato in un epoca in cui la
canapa rivestiva un ruolo importante nell’economia agricola familiare e nella
industria manifatturiera.
Si rammenta spesso, anche con enfasi esagerata, che l’Italia era la seconda
produttrice di canapa al mondo, omettendo di dire che in quei tempi, non
così lontani, la produzione industriale, specie quella tessile, dipendeva ancora
in gran parte dalle produzioni agricole (cotone, lana, canapa e lino), che non
erano quindi state ancora sostituite dalle fibre sintetiche, derivate dal
petrolio. All’epoca i trasporti non facilitavano l’importazione delle cosiddette
“fibre esotiche”, juta, sisal, abaca, o della canapa cinese e russa; per di più la
politica “autarchica” esaltava le virtù italiche della canapa e della ginestra, o
si inventava il Lanital, derivato dalla caseina, per enfatizzare la resistenza
all’embargo internazionale che impediva l’importazione di lana e cotone.
Ma veniamo ad oggi. Già nel Dicembre 1998, insieme a Tommaso Madia,
agronomo ed amico, ebbi modo di far stampare - “una semplice guida per gli
agricoltori che desiderano coltivare canapa”- a cura di Assocanapa, che
avevamo da poco costituito. Adesso riprendo ed aggiorno quelle note, che
consiglio di integrare con la lettura di una bibliografia che troverete citata in
allegato, in gran parte pubblicata in lingue straniere. Per quanto possibile
nel corso del 2015 proverò quindi a tradurre passi o capitoli di alcune di
queste pubblicazioni, come pure cercheremo di mettere in rete, integralmente
i documenti che sono il risultato dei numerosi progetti di ricerca sulla canapa,
delle tesi di laurea, che sono stati realizzati in Italia ed in Europa negli ultimi
due decenni, ed i cui dati pare non siano conosciuti come merita.
I semi, le varietà
La coltivazione della canapa è annuale, cioè si effettua in un ciclo breve, di
100 – 130 giorni, che inizia con la semina in pieno campo e termina con la
falciatura, se si coltiva per la fibra, e la trebbiatura, se si vuole raccogliere
anche il seme.
Per questo la canapa è definita come un “seminativo”, al pari di grano e
cereali in genere, mais, girasole, colza, ecc..
Domandiamoci allora:
1. da dove viene il seme che andiamo a mettere in campo ?
Le sementi da riproduzione provengono da coltivazioni specializzate, che
devono garantire un alto grado di germinabilità, non inferiore all’80°, e la
conformità della maggioranza delle piante alle caratteristiche specifiche della
varietà dichiarata in etichetta. Il produttore infatti deve far controllare in
Italia le colture ed il raccolto dal Centro di sperimentazione e certificazione
delle sementi (CRA-SCS) , o da organismi analoghi all’estero, che rilasciano le
etichette da apporre sulle confezioni in vendita. Non è quindi consentito
riutilizzare le sementi ottenute da una coltivazione qualsiasi, per la semina
dell’anno successivo, sia per motivi agronomici, la rispondenza delle
coltivazioni ai caratteri genetici previsti, sia legali, come vedremo in seguito
2. che seme si può e/o si deve utilizzare ?
Si può e si deve utilizzare quindi solo semente delle varietà ammesse alla
coltivazione, quelle che sono state controllate nel tempo ed hanno un
contenuto di THC inferiore allo 0,2 %. Nella dichiarazione di semina che
ogni agricoltore consegna alle autorità di PS viene indicata la varietà coltivata
ed ogni stato della UE in cui si coltiva canapa fa effettuare controlli a
campione per monitorare la rispondenza delle varietà a questa caratteristica.
Ad oggi, ad esempio, risulta che le varietà ammesse alla coltivazione in
Germania hanno subito una limitazione, proprio a causa di controlli effettuati
su una varietà polacca – Bialobrzeskie - ed una italiana – Carmagnola, che
hanno ecceduto il limite consentito per due anni consecutivi.1
A parte le limitazioni imposte dalle normative, ci sono limiti oggettivi alla
disponibilità di semente certificata che si possono attribuire per lo più ad una
o più delle cause seguenti:
 scarsa o nulla attività riproduttiva. Cioè, la varietà è stata selezionata,
esistono piccolissimi quantitativi nelle banche del seme, detti “ prebase”, che vengono mantenuti in purezza, ma nessuno produce la
cosiddetta “base” e da questa le sementi per gli agricoltori, R1 –R2.
 Difficoltà nella riproduzione di grosse quantità di sementi. Data la
conformazione stessa del seme, la raccolta viene effettuata
generalmente con un intervento molto ridotto di mezzi meccanici e la
lavorazione post raccolta viene spesso fatta manualmente.
 Difficoltà nella commercializzazione. Di fronte alla richiesta di sementi
di una data varietà, i riproduttori, che sono pochissimi in tutto il
mondo, hanno bisogno di tempi molto lunghi, almeno 3-4 anni, per
disporre dei quantitativi richiesti. Per questo i francesi, che sono da
decenni i maggiori produttori di canapa al mondo, hanno messo a
punto un sistema di programmazione agricola, gestito dal Consorzio
Nazionale dei Canapicoltori 2, in base al quale viene organizzata la
produzione delle sementi, a cura della Coop.Central Producteurs
Semences Chanvre. La difficoltà a reperire sementi delle varietà volute
nei quantitativi necessari determina dei prezzi decisamente alti, in
paragone ad altri seminativi di colture industriali.

Strategie di monopolio. Come accade troppo spesso, i costitutori e
produttori di sementi determinano la disponibilità di sementi per mantenere
alti i prezzi e governare la filiera produttiva a loro favore. In passato le
1
Bialobrzeskie
Hanfsorten die für den Anbau 2014 in Deutschland nicht gestattet sind.
Carmagnola
the Federal Office for Agriculture and Food (Bundesanstalt für Landwirtschaft und Ernährung, BLE) conducts its
operations within the scope of business of the Federal Ministry of Food and Agriculture (BMEL).
2
- Federation Nationale des Producteurs de Chanvre (FNPC) vedi video http://www.interchanvre.com/ressources.php
varietà italiane erano molto richieste, oggi si trovano perlopiù varietà
francesi, ungheresi, canadesi e ucraine. La selezione delle varietà di canapa
in Italia non è mai cessata, condotta in esclusiva dall’ Istituto del Ministero
per l’Agricoltura, ISCI (ora CRA-CIN), e ci sono alcune varietà monoiche che
aspettano solo di essere moltiplicate.
3. come faccio a scegliere la varietà che più conviene alla mia produzione
ed alle mie terre ?
Le caratteristiche che determinano la scelta varietale sono soprattutto in
funzione del tipo di produzione prevista e della qualità richiesta. Quando il
prodotto principale è la paglia, quindi la fibra ed il canapulo, allora è utile
avere un importante biomassa e/o alto contenuto in fibra; le varietà dioiche3
sono allora più adatte (quelle marcate in blu nella tabella seguente); qualora
si intenda invece produrre prevalentemente seme, sono da preferire le varietà
monoiche4 (quelle marcate in giallo nella tabella seguente), in cui tutte le
piante portano seme, mentre le dioiche hanno un’alta percentuale di maschi
improduttivi (40-45%).
Antal
Armanca
Asso
Beniko
Cannakomp
Carma *
Chamaeleon
Codimono *
CS *
Carmagnola *
Delta-Ilosa
Delta-405

3
4
KC Dora
KC Virtus
KC Zuzana
Kompolti
Kompolti hibrid TC
Lipko
Lovrin 110
Marcello
Markant
Monoica
Santhica 23
Santhica 27
Denise
Diana
Dioica 88
Epsilon 68
Fedora 17
Felina 32
Ferimon
Fibranova *
Fibrimor
Fibrol
Finola
Futura 75
Santhica 70
Secuieni Jubileu
Silvana
Szarvasi
Tiborszallasi
Tisza
Tygra
Uniko B
Uso-31
Wielkopolskie
Dacia Secuieni
Zenit
varietà italiane
Dioiche sono le varietà in cui i fiori maschile e quelli femminili si trovano su piante distinte.
Monoiche sono le varietà in cui i fiori maschile e quelli femminili si trovano sulla stessa pianta
Inoltre le varietà monoiche hanno uno sviluppo limitato in altezza, che
facilita le operazioni di trebbiatura meccanica.
Vengono poi considerazioni di carattere agronomico in relazione all’epoca di
semina e quindi di raccolta presunta e dipendenti dalla latitudine, dalle
temperature medie della stagione, dalle risorse idriche del terreno.
Infine le considerazioni tecniche, relative alle attrezzature disponibili in
azienda per la semina e la raccolta, all’accesso a strutture di prima
trasformazione delle paglie e/o di condizionamento del seme.
Rotazioni agrarie5
la canapa era sempre inserita negli avvicendamenti colturali come coltura da
rinnovo, cioè come prima coltura dopo un periodo di riposo, perché è dotata
di un apparato radicale profondo ed è in grado di controllare le altre erbe
infestanti lasciando il terreno pulito per la coltura successiva. Può anche
succedere a se stessa, anche se normalmente veniva fatta precedere e/o
succedere ad un cerale autunno-vernino. Il frumento si avvantaggia infatti
della precessione a canapa come indicava il famoso agronomo Filippo Re nel
1806 ("metodo lucrosissimo e giudizioso che permette grandi recolti di grano") e
come confermano rilievi e studi condotti fino ai nostri, ma anche la canapa
sembra avvantaggiarsi dalla precessione di un cereale autunno-vernino .
Essendo la canapa particolarmente sensibile a diserbanti residuali (in
particolare utilizzati su mais o pomodoro) e potendo essere danneggiata da
parassiti quali Pythium, Sclerotinia e Piralide si deve evitare di coltivarla in
successione a colture infestate da questi parassiti.
Preparazione del letto di semina e semina
La canapa cresce in diverse tipologie di terreni ma predilige quelli di medio
impasto, profondi, freschi, non compattati, senza ristagno e ricchi di sostanza
organica. Il letto di semina dev’essere ben preparato, procedendo, in genere
alle seguenti operazioni:
 Aratura a circa 20-40 cm a seconda della natura dei terreni
 Erpicatura (facoltativa)
 Fresatura
 Diserbo pre-semina (facoltativo)
5
I paragrafi sulla semina sono tratti dal sito web del progetto HEMP-SYS, ed aggiornati dall’autore
Concimazione
La coltura della canapa veniva un tempo lautamente letamata ed ancora oggi
la concimazione organica sarebbe di gran lunga preferibile perché, oltre ad
apportare nutrienti nel suolo, migliora anche la struttura del terreno,
evitando quindi l’asfissia radicale e permettendo alla radice fittonante della
canapa di lavorare al meglio. Comunque, in termini di apporto chimico, alla
canapa occorre il seguente contenuto
 100 kg/ha di N (azoto),
 50-70 kg/ha di P2O5
 50 kg/ha di K2O.
La coltura è sensibile alla disponibilità di azoto e normalmente le colture
scarsamente dotate si presentano ingiallite, con accrescimento stentato e
disomogenee. Eccessi di azoto sono tuttavia negativi in quanto diminuiscono
la quantità di fibra prodotta, aumentano la mortalità per effetto di un più
intenso auto-diradamento ed accrescono le probabilità che la coltura si alletti
in condizioni di forte vento.
Epoca di semina
Tradizionalmente negli ambienti della pianura Padana la semina veniva
effettuata alla fine dell’inverno (19 marzo, San Giuseppe). La temperatura
minima di germinazione, 1°C, permette tuttavia di anticipare l’epoca di
semina anche alla fine del mese di febbraio. Una emergenza rapida ed
omogenea è garantita da una temperatura del terreno prossima ai 10°C.
La densità di semina è particolarmente importante per poter ottenere una
buona emergenza favorire lo sviluppo dello stelo della pianta e controllare le
infestanti. Sono sufficienti quindi 40-50 kg7ha per ottenere una buona
emergenza, steli di ottima qualità con un buon contenuto in fibra e buona
produzione di seme.
Operazioni di semina6
 Profondità:
2/3 cm
 Interfila:
15-25 cm
 Distanza del seme sulla fila: 5-8 cm
6
Dati desunti da.- Alessandro Zatta – “la coltivazione della canapa”
Dipartimento di Scienze Agrarie Università di Bologna
Vengono normalmente impiegate seminatrici meccaniche, da grano, o
seminatrici pneumatiche
Primo stadio di sviluppo
In 3-4 settimane la piantina già raggiunge i 30 cm d’altezza, copre subito
l’interfila e, sopprimendo la luce alle infestanti, ne limita lo sviluppo.
A seguire la canapa non necessita di alcuna cura colturale, ne diserbi, ne
irrigazione.
Per la maturazione ed il raccolto vedere il capitolo successivo
Autore :- Cesare Tofani
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