UNITA’ OPERATIVA
NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
Responsabile dott.ssa M. Rita Mascellino
DISTRETTO N. 9
MISILMERI
Via SCARPELLO, 53 - MISILMERI
Tel. 091.871.0283/84 Fax 091.871.028
IL BULLISMO
A cura di: Maria Rita Mascellino e Irene Di Fede
CHE COS’ È IL BULLISMO?
Con il termine “bullismo” (traduzione
dell'inglese “bulling”) si intende la
molestia e la violenza messa in atto
intenzionalmente e ripetutamente da
parte di un singolo individuo o da parte di
un gruppo a danno di altri.
Nella scuola questi atteggiamenti si
traducono in disprezzo per il sapere, in
scarsa considerazione per gli insegnanti,
nel rifiuto di regole e di ordini.
DEFINIZIONE
D. Olweus 1996
"Uno studente è oggetto di azioni di
bullismo,
ovvero
è
prevaricato
o
vittimizzato,
quando
viene
esposto,
ripetutamente nel corso del tempo, alle
azioni offensive messe in atto da parte di
uno o di più compagni."
DEFINIZIONE 2
AZIONE CHE MIRA DELIBERATAMENTE A FAR DEL MALE
O A DANNEGGIARE
Spesso è persistente
 Talvolta duratura nel tempo
 È difficile difendersi per le vittime

ALLA BASE DEL COMPORTAMENTO
 Un abuso di potere
 Un desiderio di intimidire
 Un desiderio di dominare
(Sarp e Smith, 1995)
BULLISMO MANIFESTAZIONI

Bullismo diretto:
Picchiare, spingere,fare cadere, mordere

Bullismo fisico: Viene utilizzata la forza fisica,
il bullo colpisce la vittima con colpi, calci o spintoni,
o la molesta sessualmente

Bullismo verbale :
Viene utilizzata la parola
offese, prese in giro reiterate, minacce

Bullismo indiretto: (più tipicamente femminile)
Comportamenti non rivolti alla vittima in modo diretto ma
tendenti a danneggiarla psicologicamente o nelle relazioni
con gli altri.

Bullismo psicologico: Il bullo ignora o esclude la vittima
completamente dal suo gruppo o mette in giro false voci
sul suo conto;

cyberbullying o bullismo elettronico: il bullo invia
messaggi molesti alla vittima tramite sms o in chat o la
fotografa/filma in momenti in cui non desidera essere
ripreso e poi invia le sue immagini ad altri per diffamarlo,
per minacciarlo o dargli fastidio;
FIGURE COINVOLTE NEL BULLISMO





Bulli attivi : Chi prende attivamente l’iniziativa
Aiutante: chi agisce come “seguace” del bullo
Vittima: chi subisce più spesso le prepotenze
Difensori delle vittime: chi prende le difese della vittima
Spettatori: chi non fa niente
ed evita il coinvolgimento
CHI È IL BULLO?
INDICATORI DEL POSSIBILE BULLO:


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

Prende in giro ripetutamente;
Rimprovera, intimidisce, minaccia, beffeggia;
Ha un forte bisogno di dominare;
Mette in ridicolo gli altri;
Prende a pugni, a calci, strattona;
Danneggia le cose che appartengono ad altri;
Si inquieta facilmente ed è poco tollerante;
È oppositivo, insolente, aggressivo;
Prende parte ad altri comportamenti antisociali.
Fisicamente forte
È “abile” nel tirarsi fuori da situazioni difficili.
CHI È LA VITTIMA?

Le vittime sono, per lo più, soggetti sensibili e
calmi, anche se al contempo sono ansiosi ed
insicuri. Se attaccati, reagiscono chiudendosi in se
stessi o, se si tratta di bambini piccoli, piangendo.
Talvolta soffrono anche di scarsa autostima ed
hanno un'opinione negativa di sé e della propria
situazione. Solitamente le vittime vivono a scuola
una condizione di solitudine, di isolamento e di
abbandono.
La vittima provocatrice

Esiste un' "incrocio" tra vittima e bullo: le vittime
provocatrici, sono caratterizzate da una
combinazione di modalità di reazioni ansiose e
aggressive. Possono essere iperattivi, inquieti e
offensivi. Hanno la tendenza a prevaricare i
compagni più deboli. Non è raro che il loro
comportamento provochi reazioni negative da parte
di molti compagni o di tutta la classe. Questo tipo di
vittima è meno frequente rispetto alle precedenti.
Il Triangolo del Bullismo
VITTIMA
NON RIESCE A
DIFENDERSI
E RIMANE ISOLATA
SPETTATORE
FA FINTA DI NULLA E
NON INTERVIENE
BULLO
AGGREDISCE LA VITTIMA
E OTTIENE POTERE
CONTESTO FAMILIARE
STILI EDUCATIVI

AUTORITARIO O COERCITIVO: basato su regole e norme considerati
immodificabili, stabilite a priori dai genitori e a cui il bambino deve
attenersi strettamente. Ciò genera frustazione che può generare aggressività.

PERMISSIVISMO O TOLLERANTE: si evita al bullo qualsiasi occasione di
frustazione (incontrare ostacoli, insuccessi, si cerca di soddisfare ogni richiesta
del bambino). Produce impossibilità a misurarsi con le proprie forze reali:
insicurezza aggressività.

AUTOREVOLE O DEMOCRATICO : poche regole fondati su valori stabili.
Queste regole tengono conto dei bisogni del bullo e mirano a
dargli sicurezza cosa che ostacola l'aggressività.

INCOERENTE : si oscilla, a seconda del momento e dell'umore tra
autoritarismo e permissivismo. L'incoerenza priva il bambino dei necessari punti
di riferimento, genera ansia e disorientamento insicurezza = aggressività.
QUANDO QUALCUNO FA IL PREPOTENTE CON TE E
TI FA STARE MALE, POTRESTI SENTIRTI:

Di aver bisogno d’aiuto

Triste o arrabbiato

Senza voglia di giocare o di uscire

Stanco di subire prepotenze

Solo

Impaurito/ spaventato

Senza desiderio di andare a scuola
QUANDO QUALCUNO FA IL BULLO CON TE,
COSA PUOI FARE?
Racconta quello che ti è successo ad un amico, ad un insegnante, ai
tuoi genitori o a una persona di cui ti fidi... se mantieni il segreto le
cose non cambieranno! Ricordati che chiedere aiuto non significa
essere una spia o un debole, o che non sei in grado di arrangiarti da
solo, ma è il primo passo per risolvere la situazione.
Evita di stare da solo e cerca di stare con compagni che ti possono
dare aiuto e sostegno
Spesso i bulli si divertono a far soffrire altri bambini... prova a non dare
loro ascolto, a non far vedere che sei arrabbiato e spaventato.. questo è
un modo per "sgonfiare i bulli”!
Sforzati di dire sempre quello che pensi e come ti senti, anche se non è
sempre facile
QUANDO VEDI QUALCUNO “FARE IL BULLO”
CON QUALCUN ALTRO, COSA PUOI FARE?

Rifiutati di prendere parte ai dispetti

Fai capire con le parole, con i gesti e i comportamenti che non
sei d'accordo con quello che stanno facendo i bulli

Chiedi aiuto a un adulto

Accompagna il bambino che subisce i dispetti, le prepotenze da un adulto
per raccontare quello che è successo
Invita gli altri compagni a non sostenere "il bullo" ridendo e standolo a
guardare

Accogli il bambino che ha subito le prepotenze all'interno del tuo
gruppo di amici, per non farlo sentire solo
STRATEGIE
D’ INTERVENTO
I programmi possono essere mirati a coinvolgere:




i singoli individui
la classe
la comunità scolastica
la comunità locale
I livelli di intervento...
...con i singoli individui
Si lavora con singoli studenti (vittime o bulli) attraverso il sostegno
individuale e il supporto in classe.
...con la classe
Lavoro con il gruppo classe attraverso un potenziamento delle abilità sociali,
la promozione della cooperazione e della solidarietà (es. “l'operatore
amico”), la consulenza e la mediazione del conflitto tra i pari;
...con la comunità scolastica
Lavoro con la comunità scolastica tramite l'elaborazione di una
programmazione scolastica contro le prepotenze, in collaborazione tra
scuola e famiglia, l'attivazione di tutti i soggetti che ne fanno parte. Può
comprendere i due livelli precedenti.
...con la comunità locale
L'intervento con la comunità locale in un'ottica di psicologia di comunità che
innesca processi di ricerca-azione che approfondiscano il fenomeno in quel
contesto e ne ricerchino possibili vie risolutive, nella messa in rete di tutti gli
attori coinvolti.
COME COMBATTERE IL
BULLISMO?
Il bullismo è una delle manifestazioni – forse una delle più
eclatanti, di un più ampio disagio socio-relazionale dei
bambini e dei ragazzi.
L’obiettivo è portare gli allievi ad una migliore gestione
delle proprie emozioni e dei propri comportamenti,
rendendoli consapevoli delle proprie abilità, in modo tale
che possano così raggiungere anche risultati scolastici
soddisfacenti.
METODOLOGIE E STRATEGIE
DI INTERVENTO:
1° PERCORSO
PERCORSO DI EDUCAZIONE ALLE EMOZIONI




Autoconsapevolezza corporea delle emozioni provate;
Riconoscimento delle emozioni altrui;
Comprensione delle emozioni in base ai fattori contestuali
ed alla propria esperienza;
Autoregolazione delle emozioni.
Parole, gesti, simulazione di situazioni,
lavori di gruppo, giochi, discussioni e
collaborazione tra ragazzi e ragazze
migliorano il clima della
classe ed arricchiscono
i singoli alunni.
LA MASCHERA DELLE EMOZIONI
2° PERCORSO
IL CONTRATTO EDUCATIVO
Il contratto educativo ha la valenza di un legame tra la classe e insegnanti e
tra allievi stessi: dove vengono poste le regole, infatti, esiste un gruppo e
c’è una guida che si prende cura del gruppo.
Le finalità del contratto educativo sono:


Far assimilare alcune norme di comportamento agli allievi.
Far comprendere che le regole non sono un mezzo per esprimere
comportamenti scorretti, ma hanno una valenza positiva per l’individuo,
sia perché promuovono atteggiamenti socialmente corretti sia perché
danno accesso a gratificazioni personali.
Prima di applicare il contratto educativo è
opportuno che gli insegnanti provvedano a :





Individuare i punti critici nel comportamento degli allievi;
Definire le regole specifiche su cui lavorare con gli allievi;
Illustrare alla classe le finalità, le modalità e le regole del
contratto;
Sondare, accogliendo i suggerimenti degli allievi, quali i
premi ai quali maggiormente aspirano, puntando
soprattutto sui rinforzi dinamici, come ad esempio
svolgere attività gradite o assumere responsabilità
all’interno della classe;
Trascrivere le regole e l’elenco dei premi su un cartellone
ben visibile.
CARATTERISTICHE RELAZIONALI E
STRATEGIE D’ INTERVENTO
L’ambiente scolastico è contrassegnato da atti di prepotenza
dei ragazzi più grandi nei confronti di alunni più piccoli?
Le vittime degli atti di bullismo sono spesso alunni arrivati
recentemente a scuola?
Si riscontra una forte asimmetria relazionale tra aggressore,
appoggiato da gruppi di complici, e vittima, relativamente
isolata?
Le vittime mostrano forti componenti di inibizione e timidezza?
Le vittime manifestano difficoltà di inserimento scolastico,
soprattutto con riferimento al gruppi dei coetanei?
ATTIVAZIONE TUTORAGGIO
L’ambiente scolastico è caratterizzato da frequenti scontri
verbali e/o fisici tra gli alunni?
I conflitti fra alunni si manifestano soprattutto nei momenti
destrutturati : a ricreazione, a mensa, durante gli
spostamenti nei corridoi?
Gli alunni danno luogo a significativi conflitti per motivazioni
relativamente futili?
Si registra tra gli alunni un forte grado di competitività,
soprattutto con riguardo alla dominanza nel gruppo?
Gli alunni manifestano difficoltà generalizzate nelle abilità di
negoziazione ad esempio durante i lavori di gruppo o i giochi
di squadra?
ATTIVAZIONE MEDIATORI
Sono presenti a scuola numerosi ragazzi multiproplematici sul
piano emozionale e comportamentale?
Gli atti aggressivi si accompagnano ad altre problematiche
emozionali?
Si registrano in classe stati di malessere emotivo?
Si rivelano un elevato tasso di abbandono scolastico ad altre
difficoltà d’apprendimento?
Si manifestano svariate tipologie di fenomeni aggressivi,
spesso non riconducibili a specifici stimoli elicitanti?
ATTIVITÁ DI CONSULENZA
PRINCIPI
D’ INTERVENTO

Non si risolve il problema intervenendo solo sul bullo

Intervenire direttamente e solamente sulla vittima non
produce effetti risolutivi del fenomeno: la vittima non sarà
più presa di mira ma il bullo ne cercherà spesso un’altra
nello stesso contesto.

Interventi efficaci coinvolgono la classe, la scuola, la
famiglia e la comunità.
IL BULLISMO È UN FENOMENO SOCIALE
È IL RISULTATO DI UNA INTERAZIONE
SOCIALE.
Gli adulti educatori e gli spettatori possono
mantenere o modificare l’interazione stessa.
INTERVENTI A SCUOLA






Gli adulti educatori e gli spettatori svolgono un ruolo essenziale nel
mantenere o modificare il fenomeno.
La continuità dell’intervento è un requisito necessario per ottenere
cambiamenti stabili e duraturi.
La prevenzione e il contrasto del bullismo deve attivare interventi
educativi che coinvolgono l’intera istituzione scolastica e non si può
esaurire con l’intervento di un esperto esterno.
Ruolo dell’ insegnante
Gli insegnanti sono un modello di comportamento per gli studenti
Gli insegnanti possono condurre interventi educativi con continuità
Il coinvolgimento degli insegnanti permette l’adattamento dell’intervento
alla specifiche esigenze del contesto scolastico.
LAVORO SUL GRUPPO CLASSE
Prevenzione





Prevedere percorsi di accoglienza per favorire la conoscenza
reciproca tra ragazzi
Proporre modalità di lavoro interattive, in sottogruppi, in
laboratori…..
Stimolare l’assunzione di responsabilità, valorizzare ciò che
emerge di positivo da ogni ragazzo
Sviluppare percorsi per aumentare l’autostima, la capacità di
esprimere le proprie emozioni, di gestire i conflitti.
cogliere le gite di istruzione come esperienze di vita
insieme.






Quando il bullismo è già in atto si lavora con il gruppo per :
Fare emergere il problema, rompendo l’omertà, il silenzio, la
paura.
Stimolare la solidarietà dei ragazzi non immediatamente
coinvolti
Dare a chi subisce la possibilità di esprimere le proprie
emozioni in un clima protetto
Far comprendere a chi agisce prepotenza che molti ragazzi
non sono d’accordo con lui, che qualcuno in particolare sta
soffrendo per il suo comportamento
Favorire la ricerca di modalità prosociali di relazioni tra
ragazzi
TUTTO QUELLO CHE
MIGLIORA








La conoscenza reciproca tra gli allievi
L’autostima
L’apertura verso la diversità
L’affermazione che ogni persona ha il diritto di essere
rispettata
L’empatia
Il senso di partecipazione e responsabilità verso la vita
scolastica
L’affermazione di regole di convivenza condivise e
riconosciute
La possibilità di affrontare i conflitti invece di negarli.

Ricordatevi che siate
vittime o meno di un
bullo
non
sottovalutate mai il
potere delle vostre
azioni.
Con
un
piccolo gesto potete
cambiare la vostra
vita o la vita di una
persona, in meglio o
in peggio.
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