“NEL PROBLEMA C’ E’ LA SOLUZIONE:continuita’ assistenziale ospedale – territorio 3 Dicembre 2007 Professionisti della Sanità e l’arte della collaborazione nella dimissione ospedaliera I Danila Davoli-Orietta Vecchi I mutamenti demografici e sociali e la necessità di presa in carico del cittadino durante l’intero arco della vita pongono il tema dell’integrazione e della continuità assistenziale al centro delle politiche sanitarie dei paesi a sviluppo economico avanzato. Per capire Di cosa stiamo parlando Per capire Di cosa stiamo parlando Figure 1. Population pyramids: age and sex distribution, 2000 and 2050 Source: The Sex and Age Distribution of the World Populations: 1998 Revision, Volume II: Sex and Age (United Nations publication, Sales No. E.99.XIII.8), medium variant projections. United Nations : Department of Economic and Social Affairs –Population Division – Population Ageing 2006 United Nations : Department of Economic and Social Affairs –Population Division – Population Ageing 2006 Tavola: Anziani per un bambino - Italia (dettaglio regionale) - Censimento 2001. REGIONI Anziani per un bambino Piemonte 4,37 Valle d'Aosta 3,52 Lombardia 3,36 Trentino-Alto Adige 2,56 Veneto Friuli-Venezia Giulia Tavola: Anziani per un bambino - EmiliaRomagna (dettaglio provinciale) - Censimento 2001. PROVINCE Anziani per un bambino 3,3 4,59 Liguria 6,13 Emilia-Romagna 4,63 Toscana 4,83 Umbria 4,81 Marche Piacenza 5,4 Parma 4,99 Reggio nell'Emilia 3,69 Modena 3,85 4,32 Bologna 4,91 Lazio 3,36 Ferrara 6,68 Abruzzo 3,98 Ravenna 5,37 Molise 4,15 Forlì-Cesena 4,51 Campania 2,06 Puglia 2,57 Rimini 3,69 Basilicata 3,31 Emilia-Romagna 4,63 Calabria 2,9 Sicilia 2,73 Sardegna 3,26 Italia 3,39 • L’integrazione funzionale in rete dei servizi socio sanitari e’ particolarmente importante per la popolazione anziana fragile . In ambito Geriatrico vi sono numerose esperienze in tal senso. PIANO SANITARIO NAZIONALE 2003-2005 Obiettivo Prioritario Elevato livello di integrazione tra i diversi servizi sanitari e sociali; Unitarietà tra prestazioni Sanitarie e Sociali; Continuità tra azioni di cura e riabilitazione; Percorsi assistenziali integrati ; Intersettorialità degli interventi. PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-2008 propone Efficace continuità assistenziale e presa in carico dei pazienti Attivazione di percorsi assistenziali Più efficace integrazione socio-sanitaria La integrazione interdisciplinare e interprofessionale rappresenta sempre più principio/valore condiviso Continuità delle cure all’interno di un sistema a rete appare sempre più indispensabile per dare RISPOSTE ADEGUATE A BISOGNI COMPLESSI Continuità di cure Pazienti con malattie croniche e invalidanti; Disabili; Anziani non autosufficienti ; Malati terminali. OBIETTIVI Stabilizzazione delle patologie in atto; Qualità della vita dei pazienti; Meno spesso la completa guarigione. CHE FARE? Assistenza basata su approccio multidisciplinare; Integrazione tra prestazioni sociali e sanitarie; Nuove professionalita’? Perchè la continuità delle cure sia garantita e’ necessario che i servizi e le istituzioni divengano nodi di una rete per integrare servizi sociali e sanitari e offrire le prestazioni necessarie con continuità nei passaggi da un nodo all’altro. • PROBLEMA: Controllare le interfacce tra i diversi nodi del sistema con l’obiettivo di diminuire /abolire “l’ABBANDONO” del paziente a sè stesso e alla famiglia. DISEASE MANAGEMENT governo dei processi assistenziali Strumento sistemico per la gestione integrata e coordinata delle patologie da parte di tutti gli attori del sistema e dei diversi regimi assistenziali ( domiciliare, ambulatoriale, residenziale, ospedaliero) prendendo in carico i bisogni del paziente nelle diverse fasi di evoluzione della storia naturale della malattia. DISEASE MANAGEMENT Spostamento del centro di attenzione verso i bisogni complessi del paziente (anche con interventi educativi individuali e famigliari, pianificazione del postdimissione) Quali possono essere gli obiettivi del nostro lavoro , nel contesto demografico visto, ed in questi pazienti ? Contrastare la malattia acuta senza creare disabilità Migliorare la qualità della vita nei soggetti già disabili e nei malati cronici. OPERANDO IN MODO APPROPRIATO (CONIUGANDO CIOE’ EFFICACIA ED EFFICIENZA) E MISURANDO L’EFFICACIA DEGLI INTERVENTI L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha promosso l’idea dell’invecchiamento attivo ,un concetto volto a favorire politiche che mantengano le persone attive quanto più a lungo possibile. “ L’invecchiamento attivo è il processo di ottimizzazione delle opportunità per sviluppare un benessere fisico , sociale e mentale lungo l’intera esistenza, allo scopo di estendere un’aspettativa di vita salubre, la produttività ed una buona qualità della vita anche all’età più avanzata. avanzata Fonte: www.onuitalia.it/calendar/conferenze/invecchiamento2 MA LA GERIATRIA ED IL GERIATRA ,CHI SONO? E COSA FANNO ? La Geriatria , intesa come disciplina specialistica di ambito medico dedicata al paziente anziano , ha sviluppato negli anni cultura , conoscenze , esperienze , metodi di lavoro che le consentono di occuparsi del paziente anziano ammalato contrastandone il declino funzionale . Questa peculiarità confermata da riscontri scientifici nel corso degli anni (3) trova continue conferme (4)(5)(6)(7) (3)Rubenstein et. al., N Engl J Med 1984 ; 311 : 1664-70 (4)Counsell SR , Holder CM…J Am Geriatr Soc 2000 Dec;48(12):1572-81 (5)Harvey Jay Cohen , M.D..N Engl J Med. 2002 Mar 21;346(12):905-12 (6)Schmader KE,Hanlon JT.. Am J Med 2004 Mar 15 ;116 (6):394-401 (7)Phibbs CS,Holty JE,.. Med Care 2006 Jan;44(1):91-5 Quindi , in questi pazienti , la collaborazione è auspicabile ……. Ma ….perchè…. PERCHE’ VI SONO EVIDENZE …. DI EFFICACIA Williams ME, Williams TF…… “ How does the team approach to outpatient geriatric evaluation compare with traditional care : a report of a randomised controlled trial.” JAGS 1987 Dec; 35(12):1071-8 Nikolaus T,Specht-Leible N.. “ A randomized trial of comprehensive geriatric assesment and intervention in the care of hospitalised patients “ Age of Ageing 1999 Oct;28 (6):543-50 Caplan GA,Williams AJ.. “ A randomized, controlled trial of comprehensive geriatric assesment and multidisciplinary intervention after discharge of elderly from the emergency department-the DEED II study “ Jags 2004 Sep ;52(9):1517-23 Mukamel DB, Temkin-Greener H....“ Team performance and risk-adjusted health outcomes in the Program of All-Inclusive Care for the Elderly (PACE)” Gerontologist 2006 Apr;46(2):227-37 PERCHE’ VI SONO EVIDENZE …. Callahan CM, BOustani MA…. “ Effectiveness of collaborative care for older adults with Alzheimer disease in primary care: a randomized controlled trial. Jama 2006 May 10 ;295 (18):2148-57 LE EVIDENZE DIMOSTRANO CHE LA COLLABORAZIONE INTERPROFESSIONALE , NEL PAZIENTE ANZIANO DETERMINA I RISULTATI MIGLIORI SOPRATTUTTO IN TERMINI DI “OUTCOMES” FUNZIONALI . La collaborazione è inoltre necessaria… anche perché: ….ce la indica la legislazione …. «La 12^ Commissione del Senato (1)……………….. osserva preliminarmente: ……….. 5) operare per una effettiva integrazione dei servizi sociali, sanitari ed assistenziali come unica risposta efficace ed efficiente ai bisogni dell'anziano; 6) configurare il distretto come sede in cui realizzare l'integrazione dei servizi; 7) favorire, ove possibile, l'integrazione dell'anziano nel suo contesto familiare, fornendo servizi e sostegni; PROGETTO OBIETTIVO ANZIANI 30 GENNAIO TUTELA DELLA SALUTE DEGLI 1992 La collaborazione è inoltre necessaria… anche perché: ….ce la indica l’organizzazione …. I servizi sanitari e socio-sanitari in favore delle persone anziane sono finalizzati a rafforzare l’autonomia individuale, a prevenire la non autosufficienza, a mantenere quanto più possibile la persona nel proprio contesto familiare, nella propria casa, assicurando – al momento del bisogno – assistenza qualificata in ospedale, in strutture residenziali, a domicilio. I servizi sono organizzati in rete per poter garantire continuità delle cure e della relazione…….. Fonte: “SALUTER” - Portale Servizio Sanitario Regionale Emilia Romagna – Home Page dedicata agli Anziani. MA … QUALE ….COLLABORAZIONE ? DOPO LE EVIDENZE DI EFFICACIA …… VEDIAMO ORA ALCUNE ESPERIENZE DESCRITTE IN LETTERATURA Baztan JJ, Gil L,.. “ The community activity of a hospital geriatrics service : a pratical example of coordination between primary and specialised care ” Aten Primaria 2000 Oct 15;26(6):37482 – Servicio de Geriatria ,Hospital Centrali Cruz Roja, Madrid Questa prima esperienza è stata sviluppata in cinque Distretti di Madrid . Schematicamente si è costituito un Team Geriatrico Ospedaliero che supporta il Medico di Medicina Generale nell’Assessment Geriatrico dei propri pazienti anziani. La collaborazione tra il Team Geriatrico Ospedaliero ed il MMG si sviluppa attraverso colloqui telefonici (865 nel triennio 1/1997 -12/1999) ed incontri effettuati nello studio del MMG (178 nel triennio) DOPO LE EVIDENZE …….. LE ESPERIENZE….. Melis RJ , van Eijken MI,… “ The design of the Dutch EASYcare study:a randomised controlled trial on the effectiveness of a problem-based community intervention model for frail elderly people ” BMC Health Serv Res 2005 Oct 5;5:65 – Department of Geriatric Medicine,Radboud University Nijmegen Medical Centre,PO box 9101,6500HB Nijmegen,The Netherlands Questa seconda esperienza è stata sviluppata in Olanda . Il MMG segnala i suoi pazienti anziani con problemi cognitivi, depressivi, motori, comportamentali, nutrizionali. Un Infermiere Geriatrico effettua un programma di intervento basato su linee guida relazionandosi sia con il MMG che con lo Specialista Geriatra. Il Programma ha inizio applicando l’Assessment che utilizza strumenti di valutazione di screening Geriatrico (IADL ecc.). Vengono monitorizzati lo stato funzionale , il benessere soggettivo ed il carico assistenziale. Vengono registrati indicatori di processo e costi. DOPO LE EVIDENZE …….. LE ESPERIENZE Mukamed DB,Temkin-Greener H,...” Team Performance and risk-adjusted health outcomes in the program of All-Inclusive Care for the Elderly (PACE)” Gerontologist. 2006 Apr ; 46(2):227-37 University of California,Irvine,111 Academy Way, Suite 22’,Irvine,CA92697,USA Il programma (PACE) si prefigge di fornire assistenza primaria , in acuto ed a lungo termine agli Anziani con deficit cognitivi e funzionali tali che li renderebbero eleggibili alle nursing-home. L’obiettivo del programma è quello di permettere loro di continuare a vivere nella comunità . La componente centrale di questo modello è il team interdisciplinare comprendente operatori professionali e non professionali. La composizione del team,regolata nella sua componente minima,può essere molto allargata,vi sono quindi team eterogenei tra loro. DOPO LE EVIDENZE …….. LE ESPERIENZE Mukamed DB,Temkin-Greener H,...” Team Performance and risk-adjusted health outcomes in the program of All-Inclusive Care for the Elderly (PACE)” Gerontologist. 2006 Apr ; 46(2):227-37 University of California,Irvine,111 Academy Way, Suite 22’,Irvine,CA92697,USA Il team si avvale di un data base che riguardanti la salute individuale, lo stato cognitivo. raccoglie informazioni stato funzionale, e lo Lo studio (multicentrico comprendente 26 centri e 3400 pazienti) si è focalizzato sull’analisi di due aspetti ritenuti determinanti per il vivere in comunità : Le ADL e L’Incontinenza Urinaria . Lo studio ha dimostrato una relazione diretta tra performance del team ed outcomes dei pazienti nel lungo termine. DOPO LE EVIDENZE …….. LE ESPERIENZE Callahan CM,Boustani MA,...” Effectiveness of collaborative care for older adults with Alzheimer disease in primary care: a randomized controlled trial.” Jama.2006 May 10;295(18):2148-57 – Indiana University Center for Aging Research, Indiana University School of Medicine, Indianapolis 46202,USA. Esperienza realizzata ad Indianapolis (USA) L’intervento consiste nell’affiancare alla famiglia ed al caregiver dell’Anziano con Alzheimer un infermiere esperto che si interfaccia (utilizzando incontri settimanali ed un supporto informatico on line) con il MMG ed il Team interdisciplinare. Il Team ( composto da un Geriatra , da uno Psichiatra e da uno Psicologo esperti in Geriatria ) si avvale di protocolli standardizzati ( volti ad identificare e monitorizzare i disturbi comportamentali ed i sintomi psicologici della demenza ) inoltre cerca il contrasto non farmacologico dei sintomi. DOPO LE EVIDENZE …….. LE ESPERIENZE Callahan CM,Boustani MA,...” Effectiveness of collaborative care for older adults with Alzheimer disease in primary care: a randomized controlled trial.” Jama.2006 May 10;295(18):2148-57 – Indiana University Center for Aging Research, Indiana University School of Medicine, Indianapolis 46202,USA. Il confronto è stato effettuato con un gruppo di controllo che riceveva un “Usual Care” da parte del MMG incrementato a piacimento rispetto agli standard normali. Lo studio ha dimostrato un significativo miglioramento della qualità assistenziale , dei disturbi del comportamento e dei sintomi psicologici della demenza nei pazienti , ed una significativa riduzione dello stress nei loro caregiver. Questi miglioramenti sono stati ottenuti senza incrementare significativamente l’uso di farmaci antipsicotici o sedativi. DOPO LE EVIDENZE …….. LE ESPERIENZE Counsell SR,Callhan CM,...” Geriatric Resources for Assessment and Care of Elders (GRACE) : a New model of primary care for lEffectiveness of collaborative care for low-income seniors.” Jags.2006 Jul;54(7):1136-41. Indiana University Center for Aging Research,Indianapolis ,Indiana 46202,USA. Esperienza sviluppata a Indianapolis (USA). Il fulcro del modello GRACE è il Team di Supporto composto da un infermiere e da un’operatore socio-assistenziale . Il Team incontra il paziente nel proprio domicilio ed effettua un primo assessment geriatrico ; successivamente si interfaccia con un Team interdisciplinare (comprendente Geriatra,Farmacista,Terapista della Riabilitazione e Assistente Sociale) al fine di stilare un piano di cura individuale che comprende l’attivazione dei protocolli GRACE e l’elenco delle priorità da realizzare in base ai suggerimenti del Team stesso DOPO LE EVIDENZE …….. LE ESPERIENZE Counsell SR,Callhan CM,...” Geriatric Resources for Assessment and Care of Elders (GRACE) : a New model of primary care for lEffectiveness of collaborative care for low-income seniors.” Jags.2006 Jul;54(7):1136-41. Indiana University Center for Aging Research,Indianapolis ,Indiana 46202,USA. Il Team di Supporto si incontra poi con il MMG per analizzare la sintesi informatica dell’assessment , i suggerimenti del team interdisciplinare e per discutere ed approvare il piano di cura individuale. In collaborazione col MMG e coerentemente con gli obiettivi fissati per il paziente, Il Team di Supporto, implementa il piano di cura e coordina l’assistenza attraverso incontri e contatti telefonici con familiari e caregivers . DOPO LE EVIDENZE …….. LE ESPERIENZE Fung CH.” Computerized condition-specific templates for improving care of geriatric syndromes in a primary care setting.” J.Gen Intern Med.2006 Sep;21(9):989-94.- Division of General Internal Medicine,David Geffen School of Medicine at Los Angeles USA Esperienza realizzata a Los Angeles (USA) come vedete di recente pubblicazione. Si tratta di un programma informatico che si affianca al MMG e lo guida ( attraverso un percorso condizionato ) nella gestione di due sindromi geriatriche (Incontinenza Urinaria e Cadute). L’utilizzo del programma ha determinato un miglioramento nella raccolta dell’anamnesi e nell’esecuzione dell’ esame obiettivo in entrambe le Sindromi. E’ un metodo promettente che necessita tuttavia di interventi di formazione prima di essere largamente diffuso. Anche a Reggio Emilia dal 2001 esiste una procedura di dimissioni protette di pazienti anziani non autosufficienti dall’A.S.M.N. che ha lo scopo di realizzare un collegamento operativo tra azienda Ospedaliera e rete dei servizi territoriali con forte coinvolgimento del servizio sociale. A.S.M.N. RE - Anno 2001 - Deg.Ord.- % Ricoveri ( considerati per reparto accettante ) sul totale, suddivisi per classi d'età. 10% 15% 75% 0-75anni 75-79aa. >79aa A.S.M.N. RE -Anno 2004- Deg.Ord.- n° Ricoveri ( considerati per reparto accettante ) suddivisi per classi d'età. 16% 10% 74% 0-75anni 75-79aa. >79aa TESEO /SID CENTRO EMOSTASI CENTRO STOMIZZATI NUTRIZIONISTA PER PIANO NUTRIZIONALE PRESCRIZIONE PRESIDI SANITARI SEGNALAZIONE HOSPICE SEGNALAZIONE AL SERVIZIO SOCIALE SERVIZIO FARMACEUTICO (FARMACI OSSIGENO TERAPIA) CONCLUSIONI CONCLUSIONI L’ obiettivo del nostro lavoro , in questi pazienti è fondamentalmente : Contrastare la malattia acuta senza creare disabilità Migliorare la qualità della vita in quanti sono già disabili o affetti da malattie croniche. CON APPROPRIATEZZA (Coniugando Efficacia ed Efficienza) E MISURANDO L’EFFICACIA DEI NOSTRI INTERVENTI CONCLUSIONI La Geriatria ed il Geriatra possono e devono dare un contributo importante in quanto : • hanno sviluppato negli anni cultura , conoscenze , esperienze , metodi di lavoro che consentono loro di occuparsi del paziente impedendone il declino funzionale . • Questa peculiarità è stata confermata da riscontri scientifici nel corso degli anni e trova ulteriori continue conferme . CONCLUSIONI La collaborazione “ in rete ” tra Geriatra , Medico di Medicina Generale, Infermiere ,Operatori Sociali e Socio-Assistenziali è da perseguire perché : Ha prodotto evidenze di efficacia nel miglioramento degli outcomes funzionali E’ declinata dalla Legislazione e dall’Organizzazione Sanitaria . Nella letteratura scientifica vengono descritti numerosi modelli organizzativi che, in alcuni casi, hanno già dato prova di efficacia . CONCLUSIONI ALLORA……. DA DOVE…PARTIRE ? CONCLUSIONI I principi base della organizzazione sanitaria in Emilia Romagna prevedono una risposta modulata per intensità in un sistema di rete complessivo avente come fine la continuità assistenziale. CONCLUSIONI Si sente la necessità anche da parte dei Medici Ospedalieri di costruire percorsi più strutturati di collaborazione con i Medici di Medicina Generale e con tutti i Medici del territorio. CONCLUSIONI PER ARRIVARE…… CONCLUSIONI CONTINUARE A SPERIMENTARE NELLE REALTA’ TERRITORIALI UN MODELLO DI COLLABORAZIONE , CHE POTREBBE ESSERE RICONDUCIBILE A QUALCUNO DI QUELLI GIA’ DESCRITTI IN LETTERATURA O ANCHE DEL TUTTO ORIGINALE RACCOGLIERE NEL CONTEMPO PROVA DELLA SUA EFFICACIA CONCLUSIONI La continuità assistenziale richiede : Organizzazione centrata sui bisogni globali del paziente Piani assistenziali personalizzati Coinvolgimento dei famigliari Maggiore integrazione tra Ospedale e Medici di Medicina Generale Maggiore conoscenza reciproca tra i diversi attori della assistenza al malato CONCLUSIONI STRUMENTI PER FACILITARE LA COMUNICAZIONE (per paz. complessi) ad es. Cartella Clinica Personale, possibilmente informatizzata che accompagni il paziente nel percorso sanitario CONCLUSIONI • La speranza ( e l’impegno) è che la esperienza di TESEO in campo infermieristico “contagi” anche l’ambito medico, affinché il funzionamento coordinato dei Servizi sanitari generi un flusso di assistenza che sappia accogliere la Complessità e rispondere con concretezza e semplicità, per accompagnare i tratti più difficili della vita del paziente. CONCLUSIONI • Noi operatori della sanità dovremmo sentirci tutti attori della stessa rappresentazione : • La CONTINUITA’ DI CURA nella quale non ci sono parti per solisti, per quanto bravi! • Nessuno di noi dovrebbe sentirsi troppo stanco o troppo bravo per non partecipare alla buona riuscita dell’opera, nel lavoro coordinato con gli altri professionisti, con i quali costruire un unico gruppo, che lavori in modo integrato, con l’intento comune della “buona cura” in un ambito di accoglienza e civiltà amorevole.