La salute e sicurezza sul lavoro nelle RSA
dr Carlo Grassi Azienda Usl 2 Lucca
U.F. Prevenzione Igiene Sicurezza nei Luoghi di Lavoro
Struttura Complessa Medicina del Lavoro
D.Lgs. 81/2008
L’articolo 15 del D.Lgs. 81/08 prevede che il datore di
lavoro adotti le misure generali di tutela della salute e
della sicurezza dei lavoratori che comprendono anche
“il rispetto dei principi ergonomici nell'organizzazione
del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella
scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di
lavoro e produzione, in particolare al fine di ridurre gli
effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello
ripetitivo”.
Titolo VI Movimentazione Manuale dei carichi
Allegato XXXIII Movimentazione Manuale dei carichi
Le patologie e i disturbi muscolo-scheletrici
Molte persone soffrono di mal di schiena, dolori al
collo, dolori alle braccia. La gran parte di questi
disturbi,
definiti
genericamente
”muscoloscheletrici”, derivano dall’invecchiamento ma
spesso essi sono causati da erronei movimenti e/o
posture adottati in attività sia lavorative che di vita
quotidiana.
I disturbi muscolo-scheletrici
Tali disturbi derivano spesso da affaticamento
muscolare, da infiammazione delle strutture
tendinee o da degenerazione dei dischi della
colonna vertebrale.
Il rachide (colonna vertebrale)
La struttura portante del corpo umano si
chiama RACHIDE ed è costituita da ossa
(VERTEBRE) e dischi intervertebrali. Essa
ospita al suo interno un’importante struttura
nervosa (MIDOLLO SPINALE) da cui partono
i nervi che raggiungono le diverse parti del
nostro corpo. Sulle vertebre si inseriscono
muscoli e legamenti. Fra queste strutture,
il
disco
intervertebrale
è
quella
maggiormente soggetta ad alterarsi laddove la
sua funzione è di garantire la flessibilità del
rachide nei diversi movimenti nonché
sopportare carichi notevoli.
Il rachide (colonna vertebrale)
E' composto da 33 vertebre separate
da dischi intervertebrali mantenuti
assieme da una serie di legamenti: i
legamenti gialli, molto elastici, tesi tra
una vertebra e l'altra, i legamenti
interspinosi
e
sovraspinosi,
i
legamenti longitudiani anteriore e
posteriore, che, dall'occipite al sacro
limitano principalmente l'estensione
LE DIVERSE CURVATURE (lordosi cervicale, cifosi
dorsale, lordosi lombare, cifosi sacro-coccigea)
PRESENTI NELLA COLONNA SUL PIANO
SAGITTALE HANNO L'EFFETTO DI AUMENTARE
LA RESISTENZA ALLE SOLLECITAZIONI DI
COMPRESSIONE ASSIALE
Vertebre e dischi intervertebrali
Molti studi dimostrano che il dolore lombare ha una
origine multifattoriale, e viene oggi riconosciuto
come una patologia correlata con il lavoro.
(work related disease)
Come è noto, in questo tipo di patologie ad andamento
cronico degenerativo, l’insorgenza dei disturbi è
associata alla concomitante presenza di diversi
fattori di rischio.
La sola esposizione lavorativa non sempre è un
fattore predittivo del tipo e dell’entità delle
manifestazioni cliniche (Snook, 1999)
FATTORI DI RISCHIO
Il lavoro può costituire un fattore di rischio; gli altri sono:
Età
Sesso
Sovrappeso e obesità
Sedentarietà
Fumo
Fattori
psicosociali
monotonia, depressione)
(insoddisfazione
lavorativa,
CORRELAZIONE TRA ATTIVITA' LAVORATIVA E DOLORE
VERTEBRALE (NIOSH-1997)
Movimentazione manuale carichi
Forte evidenza
Lavori pesanti
Sufficiente evidenza
Posture di lavoro statiche
Insuff. evidenza
Vibrazioni tutto il corpo
Forte evidenza
Posture incongrue
Sufficiente evidenza
I disturbi lombari sono assai diffusi tra lavoratrici
e lavoratori di molti settori produttivi:
Impiegati 34%
Fattorini 44%
Gruisti 50-60%
Lavoratori edili 59%
Personale di assistenza ai pazienti 50-60%
Addetti ai carrelli elevatori 65%
Addetti alla manutenzione 27%
Con l’avanzare dell’età il disco intervertebrale tende a
perdere la sua capacità ammortizzatrice:
la schiena diventa più soggetta a disturbi, soprattutto a livello
lombare. Tale processo è accentuato sia da sforzi eccessivi
che dalla vita sedentaria. In particolare, sul lavoro, ciò
avviene quando:
- si sollevano pesi curvando o torcendo la schiena;
- si svolgono attività di traino o di spinta.
Le alterazioni più comuni
NERVO
I becchi artrosici (artrosi) sono piccole
protuberanze ossee che si formano sul
bordo della vertebra e possono provocare
dolore locale. Se comprimono un nervo,
determinano la comparsa di formicolii e
dolori alle braccia o alle gambe quali ad
esempio: formicolii alle mani nell’artrosi
cervicale;
lombo-sciatalgia,
ovvero
“sciatica” (infiammazione del nervo
sciatico), nell’artrosi lombare.
BECCO ARTROSICO
POSTERIORE CHE
COMPRIME IL NERVO
BECCO
ARTROSICO
ANTERIORE
La lombalgia acuta (colpo della strega)
Si manifesta con
dolore acutissimo, spesso temporaneamente immobilizzante,
causato da una reazione immediata di muscoli ed altre strutture
della schiena a movimenti scorretti o sforzi eccessivi.
Solitamente il sintomo compare nel giro di poche ore e va
considerato come infortunio se la causa è lavorativa.
L’ernia del disco
si manifesta quando la parte centrale del
disco
intervertebrale,
detta
nucleo
polposo, attraversa l’anello fibroso che lo
racchiude e fuoriesce dal disco, andando
a comprimere il nervo. Essa è spesso
conseguenza di movimentazioni manuali
sovraccaricanti che possono dare luogo a
gravi disturbi, fra cui la lombo-sciatalgia,
che si manifesta con dolore alla regione
lombare irradiato al gluteo e alla coscia.
NUCLEO
POLPOSO
ERNIA CHE
COMPRIME
IL NERVO
NERVO
ANELLO
FIBROSO
LOMBOSCIATALGIA
Forza agente sulla vertebra L3 (soggetto di 70 Kg di peso)
(da "Basi biomeccaniche nella prevenzione dei danni alla colonna
lombare durante esercizio fisico" di Zatsiorskij V.M. e Sazonov V.P. Atleticastudi n. 3-4 1988)
Pressioni sulle vertebre lombari in varie posizioni di
spostamento di un carico
(da "Anatomie et science du geste sportif" di Virhed R.-Editions Vigot 1987)
Pressioni sui dischi intervertebrali
Conseguenze del Carico sui dischi vertebrali
Carico lombare intenso (>250-650 kg)
possibili danni alle cartilagini vertebrale, degenerazione del disco;
Carico di rottura del
nucleo discale varia tra
450-800 Kg!
Sollevare peso di 10 kg con tronco flesso in avanti a 90 gradi;
Carico lombare di circa 340 kg!
BIOMECCANICA
il massimo carico tollerabile lombosacrale è compreso tra
275 e 400 kg
il punto di rottura è compreso tra
450 e 600 kg.
Tipo di manovra
Carico a livello L3-L4
Sollevamento paziente di 70 kg
Fino a 640 kg
Spostamento nel letto paz di 55 kg
Circa 350 kg
Spostamento letto/carroz paz di 65 kg
Fino 450 kg
Spostamento paziente di 95 kg
Oltre 1000 kg
Come diminuire il carico discale nel
personale delle RSA
Valutazione del rischio da movimentazione
pazienti puntuale tramite l’utilizzo del metodo
MAPO sotto la guida di personale
specificatamente formato
MAPO
Movimentazione Assistita Pazienti Ospedalizzati (reparti
degenza, case di cura, Rsa)
La metodologia di valutazione MAPO è stata proposta nel
1996 dall’Unità di ricerca EPM (Ergonomia, Postura e
Movimento della Clinica del Lavoro L.Devoto Milano)
Metodo MAPO
Il metodo MAPO (Menoni et al.1999) è uno
strumento di analisi per la valutazione del
rischio da sovraccarico biomeccanico del
rachide lombare durante la movimentazione
dei pazienti in reparti di degenza ospedalieri,
case di cura, rsa
Metodo MAPO
I fattori che caratterizzano l’esposizione a questa
tipologia di rischio sono:
-Carico assistenziale legato alla presenza di
pazienti non autosufficienti
-Tipo e grado di disabilità degli stessi
-Caratteristiche strutturali dell’ambiente di lavoro
-Le attrezzature in dotazione
-La formazione degli operatori
Metodo MAPO
Prende in esame tutti i suddetti fattori di rischio mediante la
compilazione sistematica di opportune schede di rilevazione che
consentono di analizzare tutti gli aspetti di ogni singolo fattore di
rischio
-rapporto fra pazienti non collaboranti (NC) e Operatori
presenti nei tre turni (OP)
-rapporto pazienti collaboranti/OP(si deve tener conto
anche del tipo e del grado di disabilità dei pazienti)
-sollevatori
-ausili minori
Attrezzature
-carrozzine
-ambiente (camere di degenza-bagni-bagni per wc)
-formazione
MAPO: cosa valuta ?
Valuta il rischio complessivo cui è esposto il
personale di assistenza (Infermieri, Oss,
Assistenti) nella movimentazione pazienti senza
distinguere la qualifica
In questa valutazione la lente d’ingrandimento
viene posta sugli aspetti organizzativi e
strutturali delle attività lavorative di
movimentazione pazienti
MAPO: cosa non valuta ?
-Non prevede una valutazione personalizzata per
il singolo lavoratore
-Non prevede un’analisi (quali-quantitativa) delle
eventuali posture incongrue assunte
dall’operatore durante la movimentazione
pazienti
-non valuta il rischio complessivo legato ad azioni
di traino e spinta
INDICE MAPO
(NC/Op x FS + PC/Op x FA) x FC x Famb x FF
Fattore NC/Op e PC/Op: rapporto tra pazienti non
autosufficienti (non collab.- collab.) ed operatori
Fattore sollevatori (FS)
Fattore ausili minori (FA)
Fattore carrozzine (FC)
Fattore ambiente (Famb)
Fattore formazione (FF)
MAPO INDEX E S P O S I Z I ONE
0 -- 1,5 TRASCURABILE
1,51 – 5 MEDIA: piano intervento a medio /lungo
termine
DOTAZIONE DI ATTREZZATURE
SORVEGLIANZA SANITARIA
FORMAZIONE
> 5 ELEVATA: piano intervento a breve termine
DOTAZIONE DI ATTREZZATURE
SORVEGLIANZA SANITARIA
FORMAZIONE
Teli ad alto
scorrimento
Utilizzo:
spostamento del paziente
verso il bordo o la testiera del letto
Vantaggi:
lo scivolamento riduce lo sforzo e
aumenta il comfort del paziente
Telini ad elevato scorrimento
Tirare su un
paziente
Riposizionare un
paziente
Girare un paziente
telo ad alto scorrimento
facilita la rotazione
dei pazienti
facilita anche
i movimenti in
verticale di pazienti
parzialmente
autosufficienti
Tavola di
Utilizzo
trasferimento
Utilizzo:
Trasferimenti laterali tra due
superfici orizzontali anche in
presenza di dislivelli (fino a 20cm)
Vantaggi:
Sicurezza nel trasferimento
Non traumatico per l’operatore
Facile manutenzione
Svantaggi:
Ingombro peso
RULLO DI TRASFERIMENTO
Utilizzo
•Trasferimento laterale tra due
superfici orizzontali con poco
dislivello
Vantaggi
•Leggero e poco ingombrante
•Riducono lo sforzo dell’operatore
Svantaggi
•Non superano grossi dislivelli
•Alcuni ausili non sono dotati di
maniglie e sono pesanti
ASSI RIGIDE PER TRASFERIMENTI
Utilizzo
•Trasferimento dal letto alla sedia a
rotelle,da questa al WC o alla poltrona
o al sedile dell’auto
Vantaggi
•Si evita il sollevamento
•Il paziente può usarlo da solo
•Le assi con forma curva consentono
il trasferimento anche in presenza di
braccioli fissi
Svantaggi
•Non ci devono essere dislivelli
•Il paziente deve essere collaborante
e controllare il tronco
Ausili minori
“Trapezi” o
“scalette”
consentono di
alzarsi
da soli
Traverse con manici
Aiutano a
movimentare i
pazienti
Ausili minori
Cinture con maniglie
Consentono una
Buona movimentazione
di pazienti parzialmente
Non autosufficienti
xx
x
cintura ergonomica
pedana girevole
U.O. Igiene e Salute nei Luoghi di Lavoro
U.O. Riabilitazione Funzionale - zona Valle del Serchio
08 -15 Ottobre 2013 dalle ore 14 alle ore 15
Rsa Villa Grassi Landi – via delle Piane Villetta San Romano in Garfagnana
PRESENTANO
GINNASTICA PER LA SCHIENA
Programma di auto -trattamento rivolto agli operatori addetti all’assistenza
degli ospiti della Rsa: rilassare, stirare e rinforzare i muscoli per
mantenere la schiena in buona salute
U.O. Igiene e Salute nei Luoghi di Lavoro
U.O. Riabilitazione Funzionale - zona Valle del Serchio
GINNASTICA PER LA SCHIENA
Programma di auto trattamento rivolto agli operatori addetti all’assistenza
degli ospiti della Rsa: rilassare, stirare e rinforzare i muscoli per
mantenere la schiena in buona salute
Programma
Ore 14.00 - La movimentazione assistita degli ospiti della Rsa: rischi e
danni per la salute degli operatori addetti
Ore 14.15 - Illustrazione di alcuni semplici esercizi per mantenere la
schiena in buona salute da effettuarsi per 15 minuti/giorno almeno 3 volte la
settimana - Esercitazioni .
Verifiche a distanza di tempo (intermedie e a 1 anno)
GRAZIE PER L’ATTENZIONE !!!
Scarica

La salute e sicurezza sul lavoro nelle rsa