Anno 2 • Numero 12 • Copia omaggio "3."/*$0--&;*0/*r#"--"/5:/&r#-"6&3r#36/&--0$6$*/&--*r$0"45r$:$-&r%0/%61r'":r'*03&/5*/*#",&3r(05*r(6/&9 )0("/r*/$05&9r*5"-*"*/%&1&/%&/5r+"$0#$0)&/r+&$,&340/r+6$$"r-"."35*/"r."630(3*'0/*r.0/$-&3r/0-*5"r1"6-4.*5) 1*/,0r10-03"-1)-"63&/r3&1&550r4&&#:$)-0°r50%4 • Maggio 2010 1JB[[BMF'JMJQQPJM.BDFEPOFr$FOUSP$PNNFSDJBMFi-F5FSSB[[Fi 3PNB$BTBMQBMPDDPr5FMrGBY 7JB%BMNB[JBr$JBNQJOP3PNB r5FMrMMHTSM!ZBIPPJUrXXXCMVrCBTJDDPN Piazza di Siena Roma diventa la Capitale del cavallo Ypsilon 1.2 8v Bz Argento con Climatizzatore, prezzo promo € 8.900 grazie a € 3.500 di ecoincentivi Lancia ed al contributo dei Concessionari aderenti. Offerta valida in caso di rottamazione fino al 30 Maggio 2010. TM is a trademark owned by Hachette Filipacchi Presse S.A. France. Gamma Lancia consumi ciclo comb. (l/100 km): Gpl da 7,1 a 8,3; ds da 4,4 a 5,7; bz da 5,9 a 7,8. Emissioni CO2 (g/km): Gpl da 115 a 134; ds da 115 a 119; bz da 140 a 185. New Ypsilon Je ne saurais vivre sans Elle. 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Castagna Alessandra Vittoria Fanelli Alessandro Mei Andrea Buratti Angelo Troiani Anna Maria Di Luca Antonella De Santis Antonella Pirolli Bruno Cantamessa Carlotta Miceli Picardi Emanuela Stigliani Enrica Muretti Enrico Tonali Fabrizio Lodi Francesco Mantica Gianluca Castaldi Laura D’Ambrosio Laura Mocci Luisa Espanet Maria Laura Perilli Marilisa Verti Matteo Lusi Monia Innocenti Paolo Brandimarte Roberto Volterri Umberto E. Masci Valentina Falcinelli Vittoria di Venosa Castello di Chaumont-sur-Loire dimore storiche praga il festival di primavera EVENTI flower power il fiore domina l’estate fashion piazza di siena - roma capitale del cavallo SPORT roma polo club audi gold cup sport l’america scopre l’italia del golf sport achir brahim arte trulli architettura 58 80 outdoor, emozioni senza tempo design 6 33 12 36 22 38 stampa Fotolito Moggio [email protected] distribuzione Clodia Service 06 95218700 [email protected] ANNO 2 - NUMERO 12 Periodicità mensile maggio 2010 Registrazione presso il Tribunale di Roma al n. 58/2009 del 25/2/2009 Iscrizione del marchio presso l’Ufficio Italiano Marchi e Brevetti è vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati da: INSIDER Srl Ricerchiamo persone o aziende di elevata professionalità, specializzate nella vendita di spazi pubblicitari I candidati interessati come Agenti o Rappresentanti sono invitati a spedire il proprio curriculum vitae inviando una e-mail a [email protected] Area di lavoro: Roma, Viterbo, Rieti, Frosinone Roma • Milano • Napoli 91 Thanks to www.vanni.it [email protected] www.palombini.it www.caffeschenardi.com Viterbo Via Cassia, 1801 (La Storta) Roma Formello Zona Industriale Olgiata Verde Shopping Plaza Via Natale del Grande, 4 Roma Insider 6 Insider Dimore storiche 7 Festival dei giardini Il tema ‘Anima e Corpo’ proposto dal Festival dei Giardini di Chaumont-sur-Loire, è l’evento-clou dell’edizione 2010 che illustra lo straordinario panorama di creazione paesaggistica, con una visione ricca di polisensorialità di Alessandra Vittoria Fanelli © H. Bouvet & M. Hermanowicz - Château de Chaumont-sur-Loire A. MacLean - Vue aerienne du Domaine © I I naugurato lo scorso 29 aprile e aperto sino al 17 ottobre 2010, il Festival dei Giardini fiorisce intorno al parco del Castello di Chaumontsur-Loire, famoso per essere stato, prima la residenza della regina Caterina de’ Medici, poi di Diana di Poitier, e nel 1819 di Madame de Staël che lo fece diventare luogo d’incontro privilegiato del nascente romanticismo francese. Il Castello, dominante la Valle della Loira e già patrimonio dell’Unesco, illustra contemporaneamente sia l’architettura difensiva dell’epoca gotica sia quella ornamentale del Rinascimento. Nel XIX secolo, i principi di Broglie, diventati nel frattempo proprietari del Castello affidano, in concorso con la Maison Hermès di Parigi, all’architetto paesaggista Henri Duchéne la creazione di un parco all’inglese di una ventina di ettari che diventa, nella Valle della Loira, l’unico aristocratico esempio d’avanguardia dell’arte ornamentale dei giardini. Il Castello, riacquistato nel 1938 da Domaine de Chaumontsur.Loire, diventa nel 1992 di proprietà della Regione del Centro della Loira che, con l’obiettivo di creare ogni anno giardini paesaggistici d’avanguardia, inaugura la prima edizione del Festival dei Giardini. Da allora, nel corso delle 18 stagioni, sono stati inaugurati circa 400 giardini e prototipi dei giardini del futuro: una miniera d’idee e vivaio di talenti finalizzati a rivalutare l’arte topiaria. L’edizione 2010 che ha come tema il giardino ‘Anima e Corpo’ presenta un sorprendente panorama di 26 giardini che con nuove finiture, idee e approcci propongono, esaltandone i sensi, soluzioni che stimolano la contemplazione e l’immaginazione: un vero paradiso terrestre! © Eric Sander - La Couleur des Elements Insider Dimore storiche 9 Eric Sander - lessive en fleur Festival di Chaumont Jannis Kounellis - ph Stephane Franzese I giardini permanenti di Chaumont.sur-Loire invece ospitano piante medicinali, ma anche unguenti, profumi, sapori… mentre i nuovi progetti della 18ª edizione del Festival dovranno evocare l’influenza positiva del giardino, esaltarne tutte le virtù terapeutiche, curative, benefiche che agiscono sul corpo, sull’anima e anche sull’ambiente circostante e, ugualmente, inventare le nuove pratiche dei giardini del futuro. Da qui sino a ottobre sarà quindi un work in progress di profumi, colori, odori di erbe aromatiche, per la salute, di piante per condimenti e un fiorir di qualità e creatività di progetti che si evolvono, proponendo al pubblico giardini sperimentali realizzati da una nuova generazione di paesaggisti, architetti, scenografi e anche da semplici giardinieri. Durante tutto l’anno invece si possono ammirare le esposizioni permanenti di arti plastiche e fotografiche, Réflexions - ph Le Scanff Mayer concerti e proiezioni cinematografiche che costituiscono il programma animato e diversificato del Festival, come ad esempio l’installazione di campane di Jannis Kounellis, noto artista di origine greca ma residente da tempo in Italia, che ha costruito all’interno del castello un’opera immensa che associa pittura, scultura e architettura, richiamandone i valori di sacralità e di mistero. Da segnalare, di fianco al Festival, sentieri selvaggi, sculture disseminate tutt’intorno e alcuni boschetti dove immergersi e trascorrere piacevoli giornate all’aperto. Di notte poi nei mesi estivi sono previsti giochi di suoni e luci e notti magiche ◆ Info: in Italia www.franceguide.com in Francia: www.domain-chaumont.fr Sposi Amo Wedding Planners - Agenzia di Roma Centro Via Nazionale, 249 - 00184 Roma {t} 3202789629 - 3398800011 {e} [email protected], {w} www.sposiamo.com Insider resort Itinerari profumati Il profumo ha una forza di persuasione più convincente delle parole, dell’apparenza, del sentimento e della volontà. Non si può rifiutare la forza di persuasione del profumo, essa penetra in noi come l’aria che respiriamo penetra nei nostri polmoni, ci riempie, ci domina totalmente, non c’è modo di opporvisi. Così scriveva Patrick Süskind nel suo bestseller “Il profumo” e queste parole sono il corollario perfetto per gli eventi che nel mese di maggio, a Firenze e a Roma, saranno dedicati agli appassionati di profumi L L a festa per l’olfatto inizia a Firenze, dove dal 1° maggio al 15 giugno il Giardino delle Rose, vicino a Piazzale Michelangelo, darà la possibilità di ammirare oltre 1.000 varietà botaniche e ben 350 specie di rose antiche. Dal 6 al 9 maggio invece si svolgerà nell’Orto e nella Serra Botanica del Giardino di Boboli - uno fra i più importanti giardini all’italiana del mondo - la quarta edizione della kermesse I Profumi di Boboli (www.profumidiboboli.it), durante la quale artigiani profumieri esporranno e venderanno profumi, saponi, candele, profuma ambienti, oli essenziali, cosmetici, estratti di erbe aromatiche, fiori e piante profumate. A sua volta il Giardino dei Semplici, che risale al 1545 e che viene annoverato tra i tre orti botanici più antichi al mondo insieme a quelli di Pisa e Padova - ci mostrerà fiori, piante medicinali ed esemplari rari e preziosi (http://www.msn. unifi.it/CMpro-l-s-12.html) fra percorsi multisensoriali, tattili e olfattivi, studiati anche per i non vedenti. Da non perdere sarà anche l’orto dei frati domenicani di Santa Maria Novella dove, nel XIV secolo, venivano coltivate le piante e i fiori utili per gli estratti, gli unguenti, le pomate e gli elisir che rifornivano l’Officina Profumo-Farmaceutica, una delle farmacie più antiche d’Europa ancora in attività. Firenze Giardino di Boboli - Limonaia Mantova Giardino dei semplici Alla Certosa di Firenze saranno in vendita i profumi e i distillati di fiori prodotti dai monaci, (http://www.cistercensi. info/certosadifirenze/) nonché i liquori profumatissimi, ricavati da erbe, fiori e radici e lavorati ancora oggi con metodi antichi. Punto di riferimento degli esperti mondiali di profumi sarà inoltre il moderno Olfattorio - Bar à parfums, situato in Via Tornabuoni 6 (www.olfattorio.it). Esso custodisce oltre duecento essenze internazionali, prevalentemente francesi e inglesi. A Roma la festa per l’olfatto proseguirà nel Roseto Comunale, situato alle pendici dell’Aventino, ospitante circa 1.100 specie di rose provenienti da tutto il mondo e visitabile da maggio a settembre, dalle 9.00 alle 19.30 (tutti i giorni, comprese le festività). Chi vorrà acquistare fiori di ogni genere, piante in vaso e piantine aromatiche potrà a sua volta recarsi al Mercato Coperto dei Fiori di Via Trionfale 45 (tel. 06 39741403), tutti i martedì dalle 10 alle 13. In Corso Rinascimento 47, vicino a Piazza Navona, sarà invece possibile comprare prodotti dell’Officina Farmaceutica di Santa Maria Novella e in Via di Ripetta 34, a due passi dall’Ara Pacis, si potrà visitare lo showroom romano dell’Olfattorio ◆ Risveglio nella natura I l cielo limpido, il canto degli uccellini, il verde intenso del parco: finalmente la bella stagione è arrivata! Godere della vita che rinasce, tornare a casa e vedere il sole che illumina la vallata, svegliarsi nel verde. Sembra un miraggio per chi vive giorno dopo giorno una quotidianità fatta di ufficio e traffico cittadino. Ma non lo è: nel parco di Veio, un residence ospita 46 appartamenti perfetti per chi ha bisogno di una sistemazione temporanea, durante un trasloco o una ristrutturazione, o per chi si trova in città solo per qualche settimana magari per lavoro, ma ideali anche per per una vacanza appena fuori porta o chi decide che, pur non volendosi allontanare completamente dalla propria rete di amicizie, impegni e abitudini, preferisce svegliarsi nella natura, tra animali, laghetti incontaminati e il fruscio degli alberi che circondano questi piccoli casali dal sapore inglese. Pensati per assicurare comfort e tecnologia con wi-fi, climatizzatore, allarme, fax, parcheggio, lavanderia, servizio di recapito posta… e un giardinetto privato davanti all’ingresso, dove godere di una dose extra di relax e serenità, che nella bella stagione si arricchisce anche di una piscina in cui si rispecchia una vegetazione rigogliosa. Sono piccoli cottage carattarizzati da una rustica eleganza, a pochissimi chilometri dalla città, collegati anche mediante una navetta che porta alla stazione che dalla Giustiniana arriva a San Pietro e assicura un trasporto lampo: solo venti minuti per arrivare in centro. Intorno agli appartamenti solo quiete e l’offerta della struttura: bisteccheria, ristorante-pizzeria, e l’eleganza del ristorante Il Picchio Rosso. Per un soggiorno indimenticabile. veio residence resort Via della Giustiniana, 906 Tel. 0630207264 - 0630361782, Fax 0630363148 [email protected] www.veioresidence.com Insider Eventi 12 13 A PRAGA CON IL FESTIVAL DI PRIMAVERA di Alessandra Vittoria Fanelli L L Municipal House - © Prague Spring - Zdenĕk Chrapek IN VIAGGIO CON L’UNESCO a magica capitale della Repubblica Ceca, adagiata tra le due sponde del fiume Vltava (Moldava) carica di fascino e di storia, come ogni anno a maggio si arricchisce di un evento che attira da tutto il mondo gli appassionati della musica sinfonica grazie al prestigioso Festival musicale internazionale Primavera di Praga. Un evento che quest’anno viene dedicato al suo illustre compositore Gustav Mahler nel suo 150° anniversario di nascita, nato nell’allora Boemia (ora Repubblica Ceca), che Praga intende omaggiare nell’ambito della 65° edizione del Festival musicale di Primavera con decine di concerti di musica classica, jazz e altri generi con la partecipazione di famosi artisti provenienti da tutto il mondo. Il Festival di Primavera di Praga (Pražské jaro - dal 12 maggio al 4 giugno 2010) si svolge presso la Casa Municipale (Obecnı̆ Dum), affascinante edificio Liberty risalente agli anni 19051911 e vedrà la performance di cantanti, orchestre sinfoniche e solisti di chiara fama, tra cui il noto pianista rumeno Radu Lupu che suonerà brani di Janáček (altro grande compositore contemporaneo boemo), di Ludwig van Beethoven e di Franz Schubert. Praga, situata nel cuore della Boemia, su una serie di alture che fiancheggiano il grande fiume deve la sua fama proprio al fiume che l’attraversa immortalato più volte sia da grandi scrittori che da compositori come il poema sinfonico ‘La Moldava’ scritto da Bedric Smetana, impegnativa composizione sinfonica con cui tutte le orchestre da camera del mondo desiderano cimentarsi. La sinfonia ‘La Moldava’ è caratterizzata da una scrittura molto libera: una prima parte dove viene narrata la nascita del fiume e il suo percorso tra i villaggi e i boschi; una seconda in cui la musica ricrea l’atmosfera incantevole della notte; infine una terza in cui il fiume arriva trionfalmente a Praga. Capitale e contemporaneamente la più grande città della Repubblica Ceca, Praga deve il suo aspetto attuale a undici Municipal House - Smetana Hall - Prague Spring - Zdenĕk Chrapek © Castello - ph CzechTourism.com Hartigovská Garden - ph CzechTourism.com secoli di storia. I primi insediamenti risalgono al IX secolo, quando si sviluppò un mercato da cui ebbe origine la Città Vecchia (Stare Mesto), a cui seguirono il Piccolo Quartiere (Mala Strana) e la Città Nuova (Nove Mesto). Dominata dall’imponente Castello, il più grande complesso del mondo, la capitale ceca raccoglie preziose architetture, dal gotico al liberty fino al modernismo, che ne fanno una delle più belle città d’Europa. Nel 1992, Praga, una delle città storiche meglio conservate in Europa, è stata dichiarata Patrimonio mondiale e posto sotto la tutela dell’UNESCO perché, miracolosamente sfuggita alle distruzioni della seconda guerra mondiale, conserva numerosi edifici di grande pregio artistico, testimonianza delle culture slava, tedesca ed ebraica. Ed è sempre il fiume che caratterizza Praga! Infatti il maestoso ponte di pietra dedicato a Carlo IV lungo oltre mezzo chilometro, divide in due Stare Mesto, la città vecchia dove a est si trova la piazza principale sottolineata dalla torre con l’orologio astronomico, mentre a ovest si raggiunge il Castello di Praga, superba costruzione del 1344 iniziata dall’architetto francese Mattia di Arras, secondo i modelli del suo paese, e la vicina Cattedrale di San Vito, perla dell’architettura gotica europea che custodisce la tomba di San Venceslao, patrono nazionale della Boemia, oltre ai gioielli d’incoronazione dei sovrani boemi. Un festival e una città che valgono, da sole, il viaggio ◆ Info: www.prague-info.cz - www.festival.cz Insider Eventi Cape Town, la Città Madre di Emanuela Stigliani e Matteo Lusi L L V&A Waterfront ’ 11 giugno si aprirà in Sud Africa la XIX Coppa del Mondo di calcio. L’Italia dovrà difendere il titolo conquistato quattro anni fa in Germania. Gli azzurri esordiranno a Cape Town contro il Paraguay e i fortunati che partiranno al loro seguito potranno conoscere da vicino quella che Forbes.com ha inserito tra le dieci città più belle del mondo. La Mother City, primo avamposto europeo nel Paese, con quattro secoli di storia e in posizione strategica sulle rotte orientali, è oggi una metropoli moderna e cosmopolita, degno biglietto da visita di un paese che uscito dell’apartheid si è dotato di una costituzione liberale, esempio anche per Paesi di più lunga tradizione democratica. La città si sviluppa tra mare e montagna, in una suggestiva cornice naturale che la rende unica al mondo, nonostante la politica di segregazione razziale abbia segnato profondamente anche la sua struttura urbanistica, oltre al suo vissuto sociale. Capita di avere la sensazione che le strade siano state costruite per dividere più che per unire, come testimonia il District Six, quartiere a cui è stato dedicato un interessante museo e che ha ispirato un recente film di fantascienza. Quel che rimane del centro originario si può ritrovare nel triangolo formato dal waterfront, dal castello e dal Parlamento. Nel vecchio porto ci si scopre a sognare bastimenti di spezie, avorio e pelli salpare verso l’Europa e l’India. Oggi, sulla banchina, quelle che dovevano essere taverne per filibustieri sono ristoranti o negozi di souvenir e i magazzini della Compagnia delle Indie Orientali sono stati trasformati in un elegante parco giochi per turisti, il famoso V&A Waterfront. Per assaporare la vera vita dei Capetonians bisogna dirigersi verso Long Street, la lunga e vivace via che collegava il porto con le terre coltivate, di cui oggi rimangono dei bei giardini. Essa ha mantenuto il suo aspetto autentico ospitando, nei colorati palazzi vittoriani, tra la moschea e l’originale bagno turco, negozi di articoli usati, pasticcerie, fabbri, antiquari, vecchie osterie, ristoranti chic, ostelli, pub, sexy shop e jazz club. Lion’s Head Mountain Vista Green Point Stadium Per apprezzare davvero la bellezza che la penisola del Capo offre bisogna uscire dal centro e immergersi nella sua natura rigogliosa. Seguendo la strada scavata nella roccia dai prigionieri di guerra italiani, la costa atlantica è un susseguirsi di suggestive scogliere a picco sull’Oceano e spiagge sabbiose dove i surfisti si esibiscono tutto l’anno. Ogni villaggio che punteggia la costa sorprende diversamente. Così, nella stessa giornata, ci si può imbattere in una colonia di pinguini, o difendere il proprio cibo dai babbuini, ormai abituati alla presenza dell’uomo. Si può osservare il gioco delle foche che attendono qualche regalo dai pescatori e, con un po’ di fortuna, avvistare le balene che non di rado si avvicinano alla costa. La città però dà il meglio di sé vista dall’alto. Dalla sommità della Table Mountain, dove lo sguardo spazia in tutte le direzioni; dalla Table Bay, sulla quale si affaccia il nuovissimo stadio di Green Point, fino quasi a intuire il profilo del famigerato capo di Buona Speranza o dalla cima di Lion’s Head. Quest’ultimo è uno speciale punto d’osservazione, che una volta al mese diventa meta di un affascinante rituale che spinge le giovani coppie e i turisti più volenterosi fino alla sua cima, per un saluto alla luna piena che sorge sopra la città, mentre in un rosso tramonto il sole si tuffa nell’Oceano ◆ Strada costruita dagli italiani Insider Tradizioni 16 17 Insider Tradizioni Un diamante, un anello, per sempre... di Roberto Volterri V V Un bellissimo abito da sposa... di un tempo che fu Narrano antiche cronache… enezia, Anno del Signore 1503. In un documento relativo al matrimonio della gentile damigella Maria di Modina, viene per la prima volta menzionato “un anello nuziale con diamante”. È la data d’inizio di una splendida, romantica tradizione che dura fino ai nostri frenetici giorni. Furono proprio i veneziani - abili commercianti e viaggiatori - a scoprire che il diamante è una delle sostanze più dure e resistenti che si conoscano e che un bel diamante incastonato in un pregevole anello d’oro poteva costituire un pegno d’amore racchiudente in sé, contemporaneamente, un valore - diciamo così - pecuniario e un ben più grande valore simbolico, legato proprio alla quasi ‘invulnerabilità’ della pietra preziosa usata per abbellirlo. Un altro storico anello di fidanzamento con un diamante nel castone fu donato ad una futura sposa la quale aveva appena… due anni! L’anello fu appositamente creato per la futura unione matrimoniale tra la principessa Mary, figlia del re di Inghilterra Enrico VIII, con il ‘delfino’ di Francia, figlio del re Francesco I, in modo da assicurare una più stretta alleanza tra le due nazioni. Ovviamente, il ‘regale ditino’ dell’ignara principessa fu adornato solo per pochissimo tempo da Foto anelli Castaldi Goielli Una donna romana, sposata, per pudore sicopre il volto con il flammeum questo anello che, per le sue dimensioni, meriterebbe un’opportuna collocazione nel “Guinness dei Primati”! In realtà, l’uso dell’anello di fidanzamento - ma senza il tradizionale diamante! - risale ad un’antichissima usanza anglosassone in cui il promesso sposo doveva rompere un oggetto di sua proprietà e di notevole valore: una metà rimaneva allo sposo, l’altra metà veniva data al padre della sposa. Un uomo ricco, ovviamente, avrebbe suddiviso un oggetto di pregio, d’oro o d’argento: appunto un anello, facilmente suddividibile in due parti uguali e ricomponibile all’atto del matrimonio. Nell’ambito della Chiesa cattolica, l’uso dell’anello di fidanzamento risale ufficialmente all’anno del Signore 860, quando il Papa Nicolò I decretò che il dono dell’anello simboleggiasse l’affermazione formale di convolare a giuste nozze. Anzi, la stessa Chiesa divenne intransigente riguardo alla serietà di una promessa di matrimonio e alle conseguenti ‘punizioni’ nel caso in cui essa non venisse mantenuta: si andava dalla scomunica per i genitori dello sposo ‘distratto’ alla reclusione in un convento per la futura sposa che… ci aveva ripensato! Ma dal fidanzamento al matrimonio il passo è brevissimo… “Vuoi tu prendere in sposa la qui presente…” Ormai conosciamo quasi a memoria la formula rituale con cui due innamorati vedono celebrato, davanti all’altare, con parenti e amici, il loro sogno di vivere una lunga vita insieme. Ormai siamo abituati a vedere addobbata con magnifici fiori, quasi tutti bianchi, la chiesa che è stata scelta per il rito nuziale e ormai non ci chiediamo più del perché l’abito della sposa sia bianco nella quasi totalità dei casi. Ma le gentili ‘pulzelle’ anticonformiste esistono da sempre e a volte vediamo un’apoteosi di colori pastello ma anche di colori ben più vivaci. “De gustibus non est disputandum” dicevano i nostri padri che parlavano latino. E forse avevano ragione loro… Ma perché l’abito è bianco? Nella Roma antica la sposa, in realtà, vestiva di giallo ed era munita anche di un velo - il flammeum - di colore giallo vivo, che le ricopriva il volto. Ma, ci chiediamo ancora, perché coprire il volto di una leggiadra fanciulla che si affacciava alla vita? Tutta colpa di noi maschietti che volevamo mantenere umili, con tale espediente, le nostre donne, sia sposate che nubili. Forse le donne, l’altra metà del cielo, il velo, da sole, non lo avrebbero mai introdotto, neppure quando esso divenne elemento di eleganza femminile, di seduzione, di riserbo e, ahimé, anche di lutto… L’usanza del velo nasce in Oriente almeno due millenni prima della nostra Era e, come vediamo ancor oggi, in vari Paesi mediorientali esso è ancora largamente usato. Nel IV secolo a.C. sia in Grecia che a Roma, durante i matrimoni, si usavano leggeri e trasparenti veli, puntati sui capelli o tenuti fermi da nastrini. Il tutto, come abbiamo accennato, di colore in prevalenza giallo. In epoca medievale si privilegiò la preziosità dei tessuti e di altri elementi decorativi, lasciando ampia libertà ala scelta del colore del velo stesso. Nel XVI secolo il colore bianco fece il suo trionfale ingresso nelle cerimonie nuziali - quale consolidato simbolo di purezza e illibatezza della sposa - e divenne tema di accesi dibattiti per almeno un secolo e mezzo. Un po’ come avvenne negli anni Sessanta con la minigonna di Mary Quant… Alla fine del XVIII secolo il bianco si era definitivamente affermato anche perché bianchi era la maggior parte degli abiti del tempo e, si sa, la moda impera sempre! Poi, quando nel 1813, l’autorevolissimo periodico di moda francese ‘Journal des Dames’, illustrò con molte pagine abiti da sposa bianchi e muniti del rituale velo, l’usanza che ancor oggi la fa da padrona dilagò e divenne abituale consuetudine per la gioiosa circostanza… ◆ per sempre... Insider Gioielli 18 19 www.castaldigioielli.it Smeraldi simboli di bellezza I “il tuo gioiello su misura” I l nome Smeraldo deriva dal Francese “esmeraude”, che a sua volta ci riporta attraverso il Latino alla radice greca “smaragdos”, che significa semplicemente “gemma verde”. Gli Smeraldi sono stati oggetto di desiderio fin dai tempi antichi. Il verde smeraldo è il colore della vita e dell’eterno ritorno della primavera. Per secoli, comunque, è stato anche il colore della bellezza e dell’amore eterno. Già nell’antica Roma era il colore dedicato a Venere, dea dell’amore e della bellezza. Puri o impuri ma quanto valgono?... Gli smeraldi sono pietre preziose di tonalità infinite di verde anche molto profondo e brillante. Spesso presentano delle inclusioni che sono consentite, in quanto se puro; cosa molto improbabile è più pregiato persino del diamante, per i quali diversamente, l’integrità è misurata usando una lente con ingrandimento standard 10x e al contrario negli smeraldi essa è misurata ad occhio nudo. Così, se uno smeraldo non ha crepe visibili ad occhio nudo, è considerato impeccabile. Pietre che non presentano in superficie delle crepe sono estremamente rare e pertanto quasi tutti gli smeraldi sono “oleati” per migliorare la loro integrità apparente. Piccole inclusioni, dopo tutto, non ne diminuiscono il valore; al contrario, uno smeraldo verde profondo con inclusioni sarà valutato più di una pietra senza inclusioni ma di colore pallido. Luoghi di provenienza La Colombia è ancora il principale paese in cui si estraggono Smeraldi. I nomi più famosi sono Muzo e Chivor.La miniera economicamente più importante è Coscuez. Gli Smeraldi colombiani sono classificati a parte rispetto agli Smeraldi di altra origine, per il loro verde design by Gianluca Castaldi particolarmente pregiato e brillante. A seconda del luogo di ritrovamento, il colore dello Smeraldo può variare. Benchè le qualità più rare e pregiate vengano dalla Colombia è errato supporre che il “luogo di nascita” di una pietra ne garantisca automaticamente la qualità. Dallo Zambia vengono esportati eccellenti cristalli di Smeraldo, di uno splendido ed intenso verde, che presentano una buona trasparenza. Il loro colore è solitamente più scuro di quello delle pietre Colombiane. Acquistare uno Smeraldo Possedere uno Smeraldo è desiderio di ogni donna, in quanto considerata, dopo il Brillante la gemma più desiderata. Acquistare uno Smeraldo non è cosa da professionisti, poichè le pietra di colore, come anche Rubini e Zaffiri, se belle ci trasmetteranno un’emozione e questo ci aiuterà nella decisione di quale pietra acquistare. Considerando scontato, che pietre brutte di emozioni è difficile che ne possano dare, è sicuro che la vostra scelta sarà quella giusta ◆ Gianluca Castaldi Insider Alta Brasilia AltaModa Moda Brasilia 21 Mabro Antichi Telai 20 Capital Fashion-week di Umberto E. Masci Federica Balestra - Fiorella Borrello Mabro Antichi Telai Renato Balestra S.E.Ambasciatore Gherardo ed Antonella La Francesca V V Renato Balestra Missoni Missoni Missoni Insider Fashion Umberto E. Masci - Valerio Festi ittorio e Ottavio jr Missoni, Federica Balestra, Antonio Di Pietrantonio, rappresentanti dei marchi Missoni, Renato Balestra e Mabro Antichi Telai hanno partecipato per la prima volta al Capital Fashion-week, svoltosi nella città di Brasilia dal 18 al 20 Marzo 2010, presso la cornice del Teatro Nacional. L’invito alla capitale della settimana della moda era partito da Umberto Masci, in collaborazione con la moglie dell’Ambasciatore d’Italia, Antonella La Francesca e dall’Istituto Italiano del Commercio Estero, che ha segnato un’anticipazione dei grandi eventi artistici e culturali di “Italia-Brasile 2011/2012” La partecipazione al Capital Fashion-week ha goduto anche del Patrocinio di Alta Roma, società creata dalla Camera di Commercio di Roma per la promozione degli stilisti e per l’organizzazione di eventi d’Alta Moda nella capitale italiana. Il 18 sera, subito dopo la sfilata Missoni, per celebrare l’apertura ufficiale della manifestazione è stato dato un ricevimento - con la collaborazione degli organizzatori del Capital Fashion-Week - presso la Residenza di Gherardo La Francesca, Ambasciatore d’Italia a Brasilia. Erano presenti Federica Balestra, figlia di Renato Balestra, Vittorio ed Ottavio jr. Missoni, rispettivamente figlio e nipote del fondatore della griffe, nonché Antonio Di Pietrantonio, Presidente di Mabro Antichi Telai, oltre a numerosissimi giornalisti, stilisti e personalità della politica, della cultura e della società brasiliana. Alle sfilate italiane ha assistito un pubblico numeroso, che ha applaudito con entusiasmo le creazioni dei nostri stilisti. La manifestazione ha avuto un amplissimo risalto sulla stampa nazionale. Il materiale è stato largamente pubblicato sul sito internet della CFW (www.cfw.com.br), il quale conta un elevato numero di accessi. L’evento ha promosso un ramo delle nostre eccellenze produttive, stimolando e mobilitando l’attenzione del popolo brasiliano verso l’Italia, con l’intento di aumentare le occasioni di business per le imprese e rafforzare le collaborazioni industriali e gli investimenti ◆ Insider Fashion Roberto Cavalli Etro Flower power stilizzato o iperrealista, sull’abito o sulla borsa, il fiore domina l’estate M moda M Krizia di Luisa Espanet inuscoli e giganteschi, sfumati e coloratissimi, tono su tono e optical, isolati e in gruppo, iperrealistici, geometrici, stilizzati, barocchi, modernisti, preraffaelliti, impressionisti, orientaleggianti: i fiori sbocciano a profusione sugli abiti dell’estate. Si stampano sulle borse, spargono i petali sulle cinture, ornano decolleté e infradito, personalizzano bikini e intimo (Yamamay), compaiono su sportivi desert boots o su bracciali in plexiglas (Chanel) e perfino sugli shorts di lui (Coast). Se le rose sparse sul miniabito con balze di Luisa Beccaria non sono una novità, i vistosi fiori stampati sul giubbotto dal taglio maschile di Y-3 sono, invece, una sorpresa. La strizzata d’occhio allo stile hippie si alterna al gusto tappezzeria inglese. Revival di romanticismo si affiancano a rivisitazioni dei tessuti dei cheomsang cinesi. Giambattista Valli 23 Gaetano Navarra 22 Blugirl Insider Fashion Etro attualizza il trend hippie, togliendo gli eccessi. Dipinge fiori a cascata sui toni del viola e del lilla nell’abito con intarsi in pizzo. Spruzza bouquet sui pantaloni con coulisse alla caviglia. Stampa coloratissime margherite sul blouson da atleta. Sono vagamente art nouveau i fiori del lungo in chiffon con ruches sul fondo. Piccoli e bianchi quelli ricamati sulla shopping bag in tela marrone. Stella McCartney sceglie il glicine per spargerlo su abiti e bluse di tutti i colori. Le cotonine a fiori di gusto vittoriano sono protagoniste da Ralph Lauren. Una pioggia di tenere roselline scende sull’abito sottoveste a fondo bianco. O sul tre pezzi da educanda (gonna-camicia-gilet) a fondo azzurro. Mazzolini misti invadono il piccolo chemisier rosso, profilato di bianco. È un fiorellino minuto anche quello dell’abito bustier di Mariella Burani. Poco più grande ma coloratissimo quello stampato, senza soluzione di continuità, sul malizioso abito sottoveste con bordi in pizzo nero di Dior. Di tutt’altro genere, perché enfatizzato, il fiore di Krizia: viole del pensiero, papaveri e tulipani sbocciano sui miniabiti in seta con taglio a trapezio o leggermente blusanti. Grandi e dal disegno naif anche le margherite rosse e blu dell’abitino strizzato in vita di Chanel. Sembrano usciti da tendaggi orientali i maxifiori dell’abito in seta con scollo squadrato di Rochas. Custo Barcelona sceglie le orchidee per l’attillato abito con gonna al polpaccio, ma le ridisegna fino a farle diventare delle figure geometriche. Riviste, ma meno pittoriche, le campanelle e le margherite stampate sulla shopping bag di tela. Neanche Roberto Cavalli esce immune dalla fiorita follia. Anzi, sostituisce l’amato maculato con varie stampe floreali, per una collezione di grande impatto e addirittura romantica. Meno inaspettata, certo, la stampa a grandi rose rosse, che ricorda le matrioske, di Antonio Marras per abito e borsa coordinata. Inediti, ma non imprevedibili, i grandi fiori viola che scendono a tralci sull’impalpabile lungo nude look di Alberta Ferretti. Con la sua smania di apparire il fiore diventa tridimensionale. Eccolo enorme con grande ricchezza di petali posato su una spalla, fino a diventare una manica, nell’immacolato minidress con gonna a volant di Gaetano Navarra. Rossi papaveri con tanto di pistillo nero invadono gli abiti e le borse delle ragazze Blugirl. Rose rosse e screziate movimentano i raffinati tubini di Giambattista Valli. Rose porpora coprono una parte del giubbino Moncler Gamme Rouge by Giambattista Valli. La rosa è ancora in primo piano da Viktor & Rolf. Disegnata in pizzo sui pantaloni e i top in seta. O tridimensionale e preponderante sulle scarpe con tacco a stiletto e sulle borse ◆ Viktor & Rolf Viktor & Rolf Insider Fashion quando la Passione va oltre il motore N N on solo ruote: due o quattro che siano, i motori sono da sempre una passione assoluta. Non è solo una questione di velocità, infatti, ma di tutto quanto un’auto o una moto rappresentano, in termine di stile. Ci sono quindi accessori, abiti sportivi, articoli da viaggio, calzature, libri, penne, gioielli che parlano di un gusto preciso, e segnano un’affinità indiscutibile con alcuni dei maggiori brand automobilistici e con il lifestyle che questi incarnano: sportivo e raffinato, elegante, lussuoso, esclusivo. Per chi sente la strada nelle vene è nato Mothoris, uno shop che riunisce quanto si muove intorno al mondo delle due e quattro ruote, selezionando abbigliamento, calzature, oggetti da regalo e da collezione e prodotti destinati a chi sceglie il bello e la qualità assoluta. Con Ferrari, Lamborghini, Porsche, Maserati, Momo Design, fino ai capi di Cavalleria Toscana e Chervò, nati per l’equitazione e per il golf, perfetti per il tempo libero, o alle penne Montegrappa, anche in tiratura limitata, passando per la pelletteria artigianale Cartujano o gli esclusivi orologi Porsche Design, fino al cachemire scozzese più esclusivo, da far realizzare anche su misura, unici in questo genere, scegliendo una delle 200 diverse tonalità di colore. Mothoris propone in un unico, esclusivo store, uno stile che riunisce storia e passione, eleganza e lusso, organizzando anche week end gastronomici e corsi di guida, holiday tours in regioni esotiche ed eventi esclusivi per chi non rinuncia a un tocco di classe, anche nel tempo libero ◆ Mothoris Olgiata Verde Shopping Plaza Via Anton Giulio Bragaglia, 7 tel. 06 30889590 - www.mothoris.com Insider Motori 26 27 Francesco e Fabio Berardi alla guida della D Type del 1971 XKR del 1998 Fabio Berardi XK 150 OTS del 1960 I I Competizione, sì, ma con divertimento motori che passione! Quelli delle macchine d’epoca ancora di più. Hanno il ruggito degli anni che furono e danno l’anima a linee sinuose ed eleganti. Se poi sono Jaguar, è veramente difficile sottrarsi al loro fascino. Oggi si espongono con orgoglio, si guidano, si amano. Le Jaguar si affacciano al mercato inglese ed internazionale nell’anteguerra e sono l’evoluzione delle prime macchine sportive create dalla S. S. Cars Ltd di Coventry nel 1931. Il successo è immediato. Come per la favolosa Roadster XK120 che per ben tre volte sedusse Clark Gable, l’attore americano ne comprò infatti tre. Ma la Jaguar incantò anche Steve Mc Queen, Humphrey Bogart e Liz Taylor, giusto per rimanere a Hollywood. Il fascino è totale, dalle sportive C Type e D Type che negli anni ’50 furono più volte regine sul mitico circuito di Le Mans, alla MK VII del 1952, alla XK 150, spider che stregò Grace Kelly. Proprio questa vettura della Principessa di Monaco è stata in mostra lo scorso Aprile a Roma a “Fuoriserie”, il salone E Type OTS del 1965 di Anna Maria Di Luca delle auto d’epoca, insieme ad altri indimenticabili modelli di casa Jaguar e ad altri marchi di prestigio come Ferrari. “Sono nato già innamorato delle Jaguar. Da bambino me ne feci regalare un modellino, poi appena ho compiuto vent’anni ho comprato la mia prima vera Jaguar, una XJ6 3.4 del ’75 - spiega Fabio Berardi, consigliere della Scuderia Italiana di Jaguar Storiche, Conservatore del Registro Storico Jaguar e autore del libro Il Balzo del Giaguaro - Vivo a Civita Castellana e la mia azienda, “Nuova Point”, crea set di tazze per i torrefattori di caffè. È un lavoro speciale, che cerca l’eleganza e la solidità del prodotto. Lavoriamo la porcellana, la cuociamo a temperature altissime ottenendo un prodotto resistente all’usura cui viene sottoposta questo tipo di porcellana per uso professionale. Quando arriva il weekend, però, per me scatta l’ora Jaguar! Partecipo ai raduni, curo le mie auto, ne ho quattro: la XK 150 OTS del 1960, la D Type del 1971, la E Type OTS del 1965 e XKR del 1998”. Queste le ammiriamo esposte al salone, sono davvero evocative. Chissà quante storie potrebbero narrare, di guida in guida, di miglia in miglia. Berardi ci racconta le sue: “Ho comprato la XK150, la macchina di Grace Kelly, nel 1987. Apparteneva a un nobile romano, ho fatto qualche ricerca, è arrivata in Italia nel 1968 dal Principato. Ho voluto verificare meglio e ho chiamato l’Automobile Club de Monaco, hanno confermato che era appartenuta a un personaggio molto in vista, ma non potevano dire di più. A me piace pensare che sia proprio quella della Principessa. L’aveva avuta da un attore Inglese che in realtà risulta essere il vero primo proprietario della mia macchina. Invece per la D Type è più semplice, l’ho scovata a Tonbridge vicino Londra nel 2006. È una replica che ha il placet della casa madre, quella originale era del 1954 e aveva vinto tre volte Le Mans. Sono andato a prenderla con un amico e l’ho portata a casa, guidando per due giorni: Londra, Dover, Calais e poi Costa Azzurra e Genova, quindi abbiamo percorso l’Aurelia fino a Roma. È stato un viaggio emozionante, d’altri tempi” ◆ La Scuderia italiana di Jaguar Storiche è stata fondata nel 2007 da 25 amici innamorati del marchio inglese. Il Presidente è Colomba Annunziata. Conta 120 soci ed un parco auto ben fornito, organizza eventi e raduni di auto d’epoca, è sostenuto da Jaguar Italia. Il prossimo importante evento, il raduno per il 75° anniversario del marchio Jaguar, sarà a Napoli dal 14 al 17 ottobre. Insider Motori Insider Limited edition 28 29 Vip Kicker Il CALCETTO BALILLA di DESIGN Brillante, scintillante e trasparente. E il lusso fa goAl! C Particolare Vip Kicker di Valentina Falcinelli C Gold Lux Football chic erto, non sono i classici calcio balilla esposti da molti in sala hobby o in giardino, questo è poco ma sicuro. Lo si capisce a colpo d’occhio, perché basta posare lo sguardo per qualche istante su queste creaturine scintillanti, per rimanere abbagliati dalla loro bellezza. Sì, perché i calcio balilla che qui vedete hanno la particolarità di essere extra lusso, tanto che per giocarci come minimo dovrete indossare guantini di finissima pelle e mantenere una certa compostezza, che al primo goal subìto potrebbe venir meno. VIP KICKER Questo modello, per esempio, è destinato già dal nome a un target davvero alto, a prova di sceicco. È infatti, semplicemente, il calcio balilla più costoso del mondo. Realizzato con ben 150.000 cristalli Swarovsky - che ne tempestano letteralmente ometti, vaschette di raccolta, palline e tutta la struttura - è stato presentato ad Harrods (Londra) al costo di 80.000 sterline, vale a dire più di 90.000 euro. Il Vip Kicker, questo il nome dell’oggetto dei desideri, è personalizzabile in tre diverse versioni: Premium, Extra o Crystal Edition, ciascuna delle quali caratterizzata dalle nuance oro, argento e cristallo. GOLD LUX FOOTBALL TABLE Meno costoso del primo, ma altrettanto di lusso, il Gold Lux Football Table è un altro modello di calcio balilla per chi, più che amare il calcio, ama farsi notare. Impossibile infatti non spalancare la bocca e rimanere senza fiato di fronte al dorato scintillio di questo pezzo di arredamento luxury del valore di 25.350 dollari. Completamente rifinito in oro, con stecche in acciaio e bordo superiore in vetro infrangibile, è personalizzabile anch’esso per quello che concerne il colore delle cornici delle gambe e del campo da gioco, ma anche per gli ometti, disponibili in 12 diverse varianti cromatiche. www.dexigner.com 11 - THE BEAUTIFUL GAME Senza dubbio una delle declinazioni più suggestive del calcio da tavolo, 11 - The Beautiful Game è un vero e proprio pezzo di design. Lo sfarzo di questo oggetto non sta tanto nei materiali usati, a differenza degli altri due modelli proposti, ma nel disegno. Mentre gli stadi, nel corso degli anni, hanno assunto un aspetto estetico oltre che funzionale, i calcio balilla hanno mantenuto il loro austero rigore. E l’idea alla base di 11 è proprio quella di rompere la monotonia, stupendo con una struttura bella a livello plastico e visivo, ottenuta grazie all’utilizzo di forme, colori, materiali e luce, il cui inserimento contribuisce a creare un effetto “drammatico” alla scena da gioco. Questo pezzo di design nasce dalla collaborazione di due compagnie olandesi, la GRO e la TIM, che hanno lavorato in sinergia per produrre una vera opera d’arte. Per avere un 11 a casa vostra, dovrete aspettare ben 3 mesi. Questo infatti è il tempo necessario per la sua realizzazione, essendo prodotto e assemblato artigianalmente ◆ Insider Insider Motori 30 31 1954 Bertone Alfa Romeo Giulietta Sprint LA GIULIETTA, MITO DEL PASSATO E DEL FUTURO Alfa Romeo Giulietta 2010 Presentata la nuova versione della vecchia e storica auto Tra un po’ di revival e molta tecnologia, la nuova sportiva dell’Alfa Romeo sarà presto sulle strade a ricordarci che le cose di una volta, che ci hanno affezionato e stupito, in fondo non scompaiono mai E di Francesco Mantica E al debutto un’architettura completamente nuova, progettata ra il lontano 1955 quando l’Alfa Romeo, al per soddisfare le attese in termini di tenuta di strada, salone dell’automobile di Torino, presentava agilità e sicurezza. Garantisce sia eccellenti performance la vettura che avrebbe dovuto segnare la dinamiche sia un elevato comfort, grazie alle raffinate sua riscossa dopo anni di difficoltà. A prima vista, all’epoca, soluzioni tecniche scelte per le sospensioni, a un sistema certo doveva fare un bell’effetto. Un’auto potente ma che sterzante di nuova generazione, alla struttura rigida e leggera consumava poco, venduta a un prezzo accessibile: era l’Alfa realizzata utilizzando materiali come l’alluminio, gli acciai Romeo Giulietta. Un nome letterario, palesemente ispirato alto resistenziali e tecnologie produttive alla famosissima tragedia shakespeariana. all’avanguardia. Quell’auto ebbe così tanto successo Gli interni si distaccano totalmente da da vendere oltre 100 mila esemplari in quanto visto finora in Alfa Romeo di soli sei anni. Nel febbraio 1961, infatti, recente produzione e si ispirano invece l’attrice Giulietta Masina (La ricorderete alle Alfa anni ‘70, abbandonando il quadro ne “La Strada” di Federico Fellini) tenne a strumenti orientato verso il guidatore e battesimo l’esemplare 100.001 della serie. privilegiando materiali quali l’alluminio, La storica Giulietta restò in produzione fino ma riprendendo lo schema tubolare, già al 1963, per poi subire successivamente visto sull’Alfa 156, per il contagiri e il numerosi “restyling”. tachimetro. Sono passati 45 anni, eppure quel nome, Questa fusione ridondante di tecnologia e che potrebbe essere di ragazza e invece è design potrebbe far pensare a una vettura proprio di una delle autovetture italiane più totalmente diversa da quella, storica, famose di tutti i tempi, è ancora decisamente 1961 Giulietta Masina madrina degli anni ‘50. E così è, in parte. Eppure attuale. Il 12 aprile, infatti, esattamente della Giulietta 100.001 c’è qualcosa che le unisce: allora come come tanto tempo prima, l’Alfa Romeo ha adesso, la Giulietta è il nome su cui la casa del biscione vuol presentato in anteprima un nuovo modello, con lo scopo di far correre il proprio futuro. Cinquant’anni fa l’operazione rilanciare il marchio in uno dei suoi segmenti più importanti, ha avuto successo. Se avverrà lo stesso, è assai probabile proprio nell’anno del suo centenario. che fra qualche decennio troveremo questo modello nei Certo, la nuova Giulietta si è data un tocco più moderno, saloni d’auto d’epoca, accanto alla vecchia, cara Giulietta adatto a un’epoca dove tutto corre più veloce. L’auto appare di una volta ◆ a prima vista decisamente bassa, assettata e grintosa. Porta SPEEDY CAR - VENDITA AUTO NUOVO E USATO Via Cassia, 2040 t 0630882400 t Via degli Olmetti, 18 (Zona Industriale Formello) t 0690400458 Massimiliano 3480628947 t Giuliano 3334465422 [email protected] "44*45&/;".&$$"/*$"r"/5*'635*4"5&--*5"3*r"650%*$035&4*"r4&37*;*0"$*r'*/"/;*".&/5**/4&%& Insider Insider 32 Laura Kraut su Cedric - Meydan Nation Cup - ph Stefano Grasso U na grande club house immersa nel verde, dove trascorrere giornate all’insegna dello sport e del relax all’aria aperta, avvolti da un panorama molto suggestivo, appena fuori dalla città. Il Circolo ippico AS.P.E.R. diretto da Freddy Arduini, si trova nella campagna a nord di Roma, di fronte al centro commerciale Le Rughe; qui una grande club house affaccia sul maneggio coperto e sul campo ostacoli principale all’aperto, mentre una piccola club house guarda sul campo pony. Il circolo, specializzato in salto ostacoli e affiliato alla Federazione Italiana Sport Equestri (FISE) fin dal 1988, comprende anche vari tondini, una giostra/piscina, 65 box in muratura e molti paddock. La massima attenzione è dedicata ai soci e ai cavalli dagli istruttori: Adriano Gigli, Luca Marziani e Davide Sardella per il settore agonistico sono anche cavalieri e partecipano a competizioni nazionali e internazionali, mentre una scuola con propri pony permette di avvicinare i più piccoli al mondo dell’equitazione, dai primi approcci fino a livello agonistico. Gli istruttori, infatti, curano personalmente l’allenamento degli affiliati, seguendo anche l’attività di gestione e partecipazione a competizioni di cavalli sportivi. Per informazioni Via Cassia bis n. 2381 - Roma (Le Rughe) 33380789914 o 3336649508 Piazza di Siena, Roma diventa la Capitale del cavallo I di Enrico Tonali I l 1792 fu un anno che ce la mise tutta per fare il bravo: a Venezia si inaugurò il Teatro della Fenice e nella lontana (allora) Danimarca si decise che il commercio degli schiavi non era proprio l’optimum per un cristiano e se ne decretò la fine. Poi qualcosa andò storto, tant’è che lo strumento di giustizia uguale per tutti - ricchi e poverelli - auspicato dal medico francese Joseph-Ignace Guillotin, la ghigliottina, cominciò a funzionare alla grande. Per fortuna a Roma la nobiltà aveva altro da fare che perdere la testa e il principe Marcantonio Borghese decise che in Piero e Raimondo D’Inzeo a Piazza di Siena quella immensa Villa di famiglia appena fuori le Mura era il caso di ricordare la città di provenienza della stirpe: Siena. Gli architetti Asprucci spianarono mezza collina, ovalizzarono il grande slargo circondandolo di cipressi e tribune in caldo peperino e consegnarono la Piazza alla storia. Dei cavalli soprattutto. Quello che fra qualche giorno ospiterà il più spettacolare Concorso Ippico del mondo è stato anche terreno di scontro olimpico nel 1960. “Il campo di gara è una tavolozza - lo descrisse il giornalista Bruno Roghi sul Corriere dello Sport il giorno delle finali - gli ostacoli (14, per 7 salti) sono fioriti e imbandierati. P iazza di Siena Per i profani, elenco gli ostacoli del percorso: siepe con barriera, barriera su muro, muro, riviera (5 metri), cancello di villa, passaggio di sentiero, doppia gabbia (pericolo n. 1), passaggio di sentiero di betulle con fosso, oxer rustico su catasta, barriera bianca e nera, gabbia con passaggio di sentiero, cancello romano, muro di villa, passaggio di sentiero con barriera e arginello. Pochi sono i cavalli che si orizzontano nel dedalo di un percorso che gli esperti qualificano tra i più difficili dei concorsi ippici di tutto il mondo. Le medaglie olimpiche le meritano e le valgono. Il cavallo d’ostacoli, oggetto di cure estremamente assidue e pazienti per salire alla cima della classe internazionale, è un cavallo letterato: deve saper leggere con gli occhi e scrivere con gli zoccoli”. “Allora - spiega Giuseppe Brunetti, presidente del Comitato Lazio Sport Equestri, che Piazza di Siena la vorrebbe “nature”, priva, durante il Concorso, di stand, ristoranti degli sponsor, tribune e gazebo - il percorso era quasi il doppio di quello attuale, oltre 800m. Lo riproporremo il 5 settembre così com’era, grazie ai disegni originali conservati in archivio, con una decina di cavalieri di oggi in campo ed il filmato dei fratelli D’Inzeo, oro e argento nella finale individuale, che scorre su un maxischermo”. Non ci sarà più l’erba su cui saltarono vincenti Posillipo e The Rock, i cavalli dei due fratelli d’Italia: dal 2007 è coperta da un manto sabbioso su gomma ammortizzante, che la Federazione Internazionale ha voluto per la sicurezza degli equini e che ora è il palcoscenico sul quale da giovedì 27 a domenica 30 maggio vedremo impegnati molti dei migliori cavalli (e cavalieri) del mondo nel 78° Concorso Internazionale di Salto Ostacoli ◆ Richard Spooner su Cristallo - Gran Premio Loro Piana Roma, 2007 ph Stefano Grasso C.O.N.I. F.I.S.E. C.I. Casale San Nicola Società Sportiva Dilettantistica a R.L. Cavalli e nuovi cavalieri A due passi dalla città, tra pioppi e pini secolari, si estende un’antica tenuta di campagna dove oggi è possibile trascorrere giornate di relax, tra riposo e attività sportiva. Casale San Nicola è un circolo ippico pensato per chi ama rilassarsi con lunghe passeggiate a cavallo e per chi si dedica all’attività agonistica. La struttura, infatti, pur mantenendo intatto il fascino antico del casale di campagna, oggi finemente ristrutturato e trasformato in un club all’inglese e senza alterare l’incanto del paesaggio circostante, ospita nei suoi 11 ettari moderne strutture e attrezzature innovative per la pratica ippica amatoriale e agonistica di grandi e piccini, con la costante presenza di istruttori qualificati; senza dimenticare palestra e piscina riservata ai soci e un nuovissimo ristorante dove fermarsi per uno spuntino veloce o gustare una cena raffinata, in un’atmosfera esclusiva e rilassante. Via del Casale di San Nicola, 232 - 00123 Roma t Tel. 06 30892884 - Tel. e Fax 06 30892990 www.casalesannicola.com - [email protected] al Roma Polo Club Torna il grande avvenimento con l’Audi Gold Cup di Enrico Tonali I I l rilancio del polo romano passa anche per il grande gioco: “Dopo quattro anni riproporremo l’Audi Gold Cup all’Acqua Acetosa - annuncia Claudio Giorgiutti, presidente del Comitato Organizzatore del prestigioso torneo internazionale - Sarà l’ultima tappa, preceduta da quella invernale disputata sulla neve di Cortina e la prossima primaverile in Costa Smeralda”. La manifestazione (15/19 giugno, concomitante con la tradizionale Coppa Duca d’Aosta) vedrà impegnate sei squadre, di cui tre romane; al circolo più antico d’Italia appartengono infatti alcuni dei migliori polo-player nazionali come i capitani Luca D’Orazio (recente vincitore della Coppa Freddo in Argentina), Rommy Gianni e Roberto Marraffa, nonchè il neo-presidente del Club, Cataldo d’Andria, che dovrebbe guidare un quartetto capitolino proprio nella grande manifestazione capitolina L’Audi Gold Cup è un circuito cui aderiscono team provenienti da Russia, Dubai, Australia, Brasile e Stati Uniti, in cui giocano professionisti dei cinque Continenti organizzati dai più validi patron internazionali. C’è da augurarsi che questo “come back” possa essere la base perché il campo capitolino ritorni ad essere una tappa annuale dell’Audi Gold Cup. D’altronde la Capitale è stata la prima nostra città a praticare questo gioco millenario asiatico che alcuni ufficiali inglesi avevano conosciuto in India e portato in Europa poco prima della breccia di Porta Pia. Un gruppetto di romani l’aveva imparato in Istria, nelle isole adriatiche di Brioni (davanti a Pola, oggi Croazia) ma ci volle l’intervento di Casa Savoia, con il Duca di Spoleto, perché nel 1930 un campo da polo venisse ricavato all’interno della pista di trotto dello scomparso Ippodromo di Villa Glori, esattamente dove adesso c’è l’Auditorium. Una decina d’anni più tardi, il neonato Gruppo Italiano Polo si trasferì oltre la Fonte dell’Acqua Acetosa, ai bordi della Campagna Romana. Un impianto divenuto col tempo affascinante, con doppi filari di alberi che mettono secoli di distanza fra gli spettatori e quella “camera a gas” che purtroppo è diventata la Via Olimpica ◆ Insider Sport 38 Tiger Woods Francesco Molinari Edoardo Molinari L’AMERICA SCOPRE L’ITALIA DEL GOLF Manassero e i fratelli Molinari hanno partecipato ai Master di Augusta, competendo con molte star di caratura mondiale. Il golf italiano può festeggiare e, soprattutto, può pensare a un futuro ricco di soddisfazioni fino a poco tempo fa insperate di Francesco Mantica G G iorno di interrogazioni. “Vediamo un po’ chi può venire alla lavagna... tu Manassero”. La vita è spesso ripetitiva per un sedicenne. Scuola, studio, magari l’interrogazione a sorpresa. E poi, di primo mattino, un volo negli Stati Uniti per giocare a golf con Tiger Woods. Matteo Manassero, del resto, non è un adolescente qualunque. È il “bambino d’oro” dei campi da golf, quello che il New York Times ha definito “il sedicenne che ha cambiato la storia del golf”. È stato infatti il più giovane golfista di sempre a passare il taglio al Master di Augusta all’età di 16 anni, 11 mesi e 22 giorni (il record era di Bobby Cole e durava da 43 anni). Dopo aver alzato la coppa riservata al miglior dilettante e chiuso al 36° posto il Master di Augusta, il baby fenomeno pesa già oro: dicono almeno un milione di dollari al primo anno da professionista. Ma non c’è solo Manassero. L’America ha da poco scoperto che in Italia ci sono talenti notevoli sul green. A fine marzo, a Orlando, i cronisti americani hanno assistito con stupore al secondo posto ottenuto da Edoardo “Dodo” Molinari all’Arnold Palmer Invitational. “È sicuro - gli hanno chiesto - di non voler rimanere a giocare qui, in America, in mezzo alle star, sullo stesso palcoscenico su cui sta per tornare Tiger Woods?” “No, grazie, mi fermo per una settimana e poi torno a casa” ha risposto Edoardo, battuto in quel torneo solo da un asso come Ernie Els, decine di vittorie in giro per il mondo e un vino che porta il suo nome in Sudafrica. Poco dopo Edoardo ha partecipato, assieme al fratello Francesco e all’enfant prodige Manassero, ai Master di Augusta, in Georgia, piazzandosi in ottime posizioni. Francesco Molinari e Matteo Manassero, in particolare, hanno chiuso rispettivamente a +3 e a +4, classificandosi tra i primi 40 giocatori del torneo. La pattuglia azzurra non ha segnato soltanto un record di numero e, nel caso di Matteo Manassero, anagrafico. Ha anche dimostrato di poter stare al livello dei più forti e di avere margini di miglioramento. Tiger attento: gli italiani stanno arrivando ◆ Matteo Manassero Insider Gioco 40 bridge di Andrea Buratti Et io per me non trovo altro piacere che, quando non ho il modo di giocare, star dirieto ad un altro per vedere Guardare chi gioca meglio di noi “Et io per me non trovo altro piacere che, quando non ho il modo di giocare, star dirieto ad un altro per vedere” Francesco Berni, poeta-letterato, a cui si deve una precisa documentazione di un gioco di carte “i trionfi” in cui per la prima volta appare la briscola, il taglio, l’atout, ci lascia nelle sue “Rime” questa delicata definizione dell’angolista (chi sta a vedere). Passatempo o agonismo Il bridge può essere considerato come passatempo o in chiave agonistica, ma a volte molti che hanno scelto la prima opzione non disdegnano sporadiche apparizioni ai tornei, con reali scarse possibilità di successo. Forse solo lo studio di una ristrutturazione tecnica dei punteggi, con l’inserimento di un handicap tipo golf, potrebbe far tornare al bridge di torneo tutti coloro che per mancanza di risultati lo hanno abbandonato, evitando così di sentirsi colpiti nell’amor proprio e nell’autostima; e non sto parlando di coloro che costantemente giustificano la sconfitta dando la colpa al compagno, alla sorte avversa o alle scorrettezze degli avversari. Ma torniamo agli amatori. Ci sono tanti giochi di carte meno impegnativi ed individuali, eppure preferite il bridge non perche sia chic o di moda, ma proprio perchè vi appassiona. Ebbene, metteteci più impegno, più attenzione, più dedizione e soprattutto parlatene con chi gioca meglio di voi, prendete qualche lezione, non di convenzioni ma di logica ed economia dichiarativa e tenete ben presente che il bridge, purtroppo o per sua fortuna, è un gioco di coppia e la coppia deve essere unita, solida, compatta... le discussioni si fanno dopo. Agonismo L’agonismo produce i migliori risultati poichè svolge un’azione catartica sulle nevrosi giornaliere accumulate ed è una rara occasione per la persona media di rispolverare qualità competitive salutari e non di rado sopite. Per fare bridge agonistico a medio, alto livello occorrono doti di resistenza e concentrazione non indifferenti, oltre ad un’idonea preparazione psicofisica, in quanto fatica e stress sono piuttosto pesanti in gare che durano alcuni giorni consecutivi e richiedono la costante presenza al tavolo per 10 ore giornaliere, con sessioni di circa 3 ore senza intervallo. Valori educativi e formativi Molto più che un gioco, il bridge può essere anche un complemento ideale durante il periodo scolare dei giovani. Lo studio del bridge sviluppa e stimola facoltà indispensabili nella loro vita di studenti e successivamente nelle loro attività professionali. Riflessioni, analisi, logica, sintesi, concentrazione, capacità decisionale, immaginazione, valutazione del rischio, memoria a breve e a lungo termine, capacità di comunicare sono aspetti fondamentali da favorire e potenziare nei ragazzi. Tutti aspetti che ritroviamo nel nostro gioco ◆ Piazza del Parlamento, 8 - 00186 Roma Tel\fax +39 0668192661 - Cell +39 3927883245 [email protected] - www.sartoria-al-corso.roma.it 43 Golf, bridge e burraco, Carte e green, che combinata! di Andrea Buratti É È nata l’Associazione Golf & Bridge, riconosciuta dalle rispettive Federazioni. Le combinate Golf e Bridge, che già da anni si svolgono presso molti Circoli di Golf, dovrebbero trovare attraverso la neonata Associazione una formula più congrua (attribuendo handicap anche nel bridge ) e trasformarsi presto in veri circuiti internazionali e in Campionati Nazionali a coppie e a squadre, con riconoscimento delle reciproche Federazioni. Ci faremo carico di ogni aspetto organizzativo, compresa la ricerca di sponsor e il nostro sito www.golfbridge.it, attualmente in costruzione, sarà disponibile per individuare disponibilità di date, calendari e risultati in tempo reale. Il 1° Circuito Nazionale partirà nei prossimi mesi e vedrà coinvolti tutti i golfisti a noi affiliati, con una classifica generale finale che, tenendo conto dei migliori 5 risultati individualmente ottenuti, porterà alla proclamazione del primo Campione Italiano di Golf & Bridge. Per quanto riguarda i Campionati Societari a squadre, dal 2011 i Circoli saranno divisi in serie, con promozioni e retrocessioni e il Golf Club vincitore della massima serie sarà nominato Campione d'Italia. Visto il crescente successo del Burraco e in attesa di un suo riconoscimento ufficiale, organizzeremo anche Combinate Golf/Burraco con l’obiettivo di rendere più coinvolgente la vita dei circoli di Golf soprattutto nelle ore serali, dando corpo a un circuito nazionale con challenge finali per le diverse categorie. Sarà anche nostra intenzione, cosa che già sta dando ottimi risultati, organizzare vacanze Golf/Bridge/Burraco con attività agonistica e didattica e in località di indiscusso fascino. Invitiamo ogni Golf Club a nominare un responsabile di Circolo per i rapporti con l’AG&B. Obiettivo - Organizzazione combinate Golf Bridge e Golf Burraco - Creazione di un circuito nazionale - Creazione di un Campionato Italiano per i Circoli di Golf - Organizzazione di vacanze-stage anche legate alle gare - Organizzazione di incontri internazionali Perché associarsi (circoli e giocatori ) - Incremento di soci golfisti tra gli appassionati di Bridge e Burraco - Organizzazione di gare combinate presso il vostro circolo inserendolo nel circuito - Maggior frequentazione e coinvolgimento nella vita di circolo - Visibilità su riviste, interviste e riprese televisive di settore - Presenza costante sul nostro sito con link - Diritto di partecipazione ai campionati nazionali - Possibilità di essere sede di vacanze - stage Il nostro sito - Programmi, gare, vacanze, stage - Calendario nazionale e risultati - Classifiche costantemente aggiornate - Elenco in tempo reale degli associati - Elenco circoli associati con link e foto - Possibilità di inserimento banner pubblicitari ◆ Insider Dott. Paolo Serafini, Medico specialista in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica La garanzia di un servizio STOP ALLE PALPEBRE PESANTI CON LA BLEFAROPLASTICA La Blefaroplastica o chirurgia estetica delle palpebre, è intervento che non richiede alcuna forma di degenza: tutto in day hospital. Curiosità, aneddoti e dettami con il Dott. Paolo Serafini. di qualità la sicurezza di un team d’eccellenza di Paolo Brandimarte Dott. Serafini, perché fare la blefaroplastica? “Con l’età si evidenzia un eccesso di pelle nella zona degli occhi, causata da una mancanza di elasticità, che provoca anche la formazione di rughe, borse e grinze perioculari. In più, è possibile che con il tempo si manifesti un certo accumulo di grasso sottocutaneo sulle palpebre. Questi fattori, abbinati a regime alimentare e stile di vita, possono far apparire occhi, palpebre e viso nel complesso, assolutamente vecchi e stanchi. In questo senso, la chirurgia estetica può restituire tonicità e freschezza alle palpebre, con il risultato di uno sguardo più giovane e vivace”. In quale periodo dell’anno è consigliabile rivolgersi ad uno specialista? “L’intervento può essere eseguito in qualsiasi periodo dell’anno, anche se i mesi più caldi, con il sole battente, sono forse meno richiesti”. Il paziente dopo l’intervento non deve necessariamente rimanere in clinica per la notte. Significa dunque, che si tratta di una procedura di minore importanza? “Assolutamente no. La tipologia d’intervento non richiede una sedazione troppo profonda, motivo per cui, non è richiesto un monitoraggio diretto durante la notte. Si tratta, soprattutto per la blefaroplastica inferiore (chirurgia delle borse palpebrali), di un intervento di estrema precisione e delicatezza, per ottenere un risultato naturale e non chirurgico”. Che tipo di risultato si osserva? “Sulla base della mia esperienza, posso affermare che un intervento eseguito è assai duraturo nel tempo, e non richiede ritocchi per molti anni. Tuttavia, anche dopo l’operazione prosegue il normale processo di invecchiamento, per cui in certi casi, è consigliabile una revisione chirurgica a lunga distanza di tempo”. Lei parla a più riprese di “risultato naturale”. È così importante? “Direi fondamentale. Un risultato troppo esasperato, connotato eccessivamente a livello chirurgico, potrà anche essere tecnicamente perfetto, ma innaturale ed artefatto. Sono convinto che un esito più morbido e bilanciato, specialmente in un volto di mezza età, sia molto più gradevole ed equilibrato”. Che tipo di miglioramento si osserva al termine di questo tipo di intervento? “Il miglioramento estetico è formidabile. Gli occhi stanchi, appesantiti, conferiscono al nostro viso un aspetto invecchiato, depresso ed assonnato. Un buon risultato ci rende più freschi, attenti, giovanili ed attraenti. In definitiva, un intervento per così dire “minore” è forse l’ideale per rinfrescare il nostro aspetto, acquisire sicurezza e porsi così in maniera diversa anche nei confronti degli altri”. I tempi di recupero sono molto lenti? “Al contrario. Bastano alcuni giorni di convalescenza ed assunzione dei farmaci indicati: il paziente può progressivamente riprendere la propria vita quotidiana, magari con l’ausilio di occhiali coprenti”. PRENOTA IL TUO CONSULTO GRATUITO 331.1829192 www.romachirurgiaestetica.it Insider Sport Lazio Roma 46 Fregene La Capitale va a vela R di Alessandro Mei R oma diventerà per una settimana la città della vela. Dal 12 al 20 giugno infatti il pontile di Ostia e la centralissima piazza Anco Marzio si trasformeranno nel grande palcoscenico della “Festa del Mare di Roma”, organizzata dall’Achab Yacht Club e promossa dalla Provincia di Roma e dal Comune di Roma-Municipio XIII. All’interno del villaggio si terranno spettacoli, eventi musicali e incontri dedicati al mare che faranno da cornice alla XV edizione della manifestazione velica “Da 100 a 1000 vele”. Prevista anche un’esposizione di disegni delle scuole elementari del Lazio dedicata alla vela e al rispetto dell’ambiente marino e realizzata dalla FIV Lazio in collaborazione con la Direzione regionale Scolastica. Il calendario degli appuntamenti si aprirà il 12 giugno con la regata “VelaEstate”, che da quest’anno è entrata a far parte del circuito nazionale di manifestazioni di vela d’altura. Le imbarcazioni partecipanti partiranno da Fiumara Grande per raggiungere l’isola di Ponza e far rientro sul litorale della Capitale. Nello stesso fine settimana l’Accademia della Sabbia realizzerà sulla spiaggia di Ostia delle impressionanti sculture di sabbia che potranno essere ammirate per tutto il periodo della Festa del mare. Sempre sabato 12 giugno saranno i piccoli catamarani della classe Hobie Cat a sfidarsi nel tratto di mare antistante la sede della Lega Navale di Ostia, in occasione della regata nazionale di classe. Presso la sede dell’Achab Yacht Club sarà poi possibile visitare l’imbarcazione “Pietro Micca”, l’ultimo rimorchiatore a vapore esistente in Italia: una barca che risale al 1892 e che, solo grazie alla passione di un’associazione locale, è riuscita a sfuggire alla demolizione. Dal lunedì al venerdì saranno i miniskipper ad animare il nostro mare con delle regate sociali ed eventi dimostrativi. Da 100 a 1000 vele Sabato 19 oltre cento imbarcazioni parteciperanno alla Coppa Gran Crociera, un modo per “riscaldare i muscoli e le barche” in vista della XV edizione della 100 Vele, ribattezzata per l’occasione “Da 100 a 1000 vele”, che potrà essere seguita in acqua dalle due imbarcazioni messe a disposizione dall’organizzazione. Contemporaneamente, un’altra sfida coinvolgerà i partecipanti alla “Recycled Boat Race”, la prima regata di imbarcazioni costruite interamente con materiali riciclati, a cui potranno partecipare squadre “estemporanee” o addirittura team aziendali. Sarà una sfida sportiva, ma che vedrà i team in gara impegnati in una prova artistica, di manualità e di rispetto dell’ambiente ◆ ULTIMI APPARTAMENTI NUOVE COSTRUZIONI VARI TAGLI 50MQ POSSIBILITÀ PAGAMENTO DILAZIONABILE CON L’IMPRESA FEDELI GROUP SRL [mobile] +39 3881677313 - [phone] +39 0690405144 - [fax] +39 0690401015 - [e-mail] [email protected] Insider Sport 48 AUTHENTIC SPORTSWEAR SLALOM SULL’ERBA S Sciare senza neve? Si può, si può... di Fabrizio Lodi S e il vostro obiettivo è quello di tenere le gambe toniche o provare un nuovo sport emozionante, lo Sci d’Erba potrebbe allora essere una divertente scoperta. Il nome segna spesso il destino del soggetto che lo porta. Lo sci d’erba non può sottrarsi dalle conseguenze di chiamarsi “sci”. A questa definizione sono infatti legate molte delle fortune e delle disgrazie che hanno segnato l’evoluzione di questo sport relativamente giovane. Esso nasce in Germania attorno ai primi anni ‘60, su progetti e studi teorici che risalgono addirittura alla fine del secolo scorso (Austria, 1883). Tra alterne vicende, legate alla continua evoluzione del mezzo tecnico, sempre più affidabile e maneggevole, trova il suo massimo livello d’espansione negli anni ‘70, raggiungendo anche l’Italia, attraverso l’Alto Adige. Deve le sue fortune iniziali proprio alla familiarità con il termine “sci”. Identificato come surrogato del cugino bianco, offre l’opportunità al pubblico di praticare, durante la stagione calda, questo sport, in alternativa alle costose strutture in ghiaccio per l’attività dello sci estivo. Al concetto di “scivolamento” tipico dello sci alpino, lo sci d’erba sostituisce quello di “rullata condotta”’. L’attrezzo per praticarlo infatti lo si può definire come un “pattino cingolato”. All’iniziale legame diretto con lo sci alpino, sia sul piano tecnico-metodologico, sia su quello applicativo e regolamentare, la disciplina ha progressivamente sostituito il proprio modello di riferimento assumendo caratteristiche specifiche. Lo sci d’erba è ora praticato a livello agonistico in 22 nazioni, tra europee ed extra europee, con un circuito internazionale di gare, un campionato del mondo junior (annuale) e uno assoluto (biennale). Inserito nei primi anni ‘80 tra le attività della Federazione Italiana Sport Invernali, fa capo a una propria direzione agonistica e Commissione consultiva nazionale. Dal punto di vista dell’attrezzatura, s’indossa sempre il casco, a cui molti aggiungono imbottiture sulle ginocchia, sulle gambe e sui gomiti perché, di solito, l’erba è molto meno… tollerante della neve! La spesa? Si aggira, per il pacchetto completo, intorno ai 350-400 euro. Dal punto di vista tecnico, naturalmente, quello che cambia è l’attrito, che è maggiore, come anche la disomogeneità del terreno, rispetto a una discesa ben battuta; ma il divertimento e i principali dettami di “guida” sono praticamente gli stessi ◆ Info Federazione Italiana Sport Invernali Via Piranesi 44/b, 20137 Milano web www.fisi.org 7JB$BTBMEFJ1JOJt$FOUSP$PNNMFi$BTBMEFJ1JOJ -F3VHIFt'PSNFMMP3. 5FM Insider Sport 50 51 RAFTING INFO Federazione Italiana Rafting Fraz. Neyran Dessus, 45 - Brissogne - 11020 Aosta AO Tel e fax 0165 762711 www.federrafting.it - [email protected] Fra le rapide alla ricerca di… adrenalina di Fabrizio Lodi S S civolare sul fiume a bordo di un gommone, acqua limpida e cristallina, natura incontaminata; all’improvviso un boato, l’acqua comincia a spumeggiare e si sente l’adrenalina che sale, sale… È il rafting, ovvero, per chi ancora non lo sapesse, una discesa su corsi d’acqua e rapide a bordo di imbarcazioni pneumatiche appositamente studiate. Nato come “sport estremo", negli ultimi anni è diventato un’attività alla portata di tutti, infatti sono previste discese di vari livelli di difficoltà. Nel Belpaese questo è stato possibile grazie all’Associazione italiana rafting (A.I. Raf), che dal 1987 ha reso le discese più sicure anche per ragazzi e bambini. Le discese sono sempre accompagnati dalle guide che, oltre a salvaguardare la sicurezza delle persone, mostrano anche i luoghi più belli. Una Guida F.I.Raft (Federazione Italiana Rafting) manovra il gommone e coordina il gruppo; in questo modo anche gli “absolute beginners” fin dalla prima volta possono affrontare le rapide più impegnative in totale sicurezza. L’equipaggio (guida esclusa) varia dalle 4 alle 7 persone, in funzione delle condizioni dell’acqua e del percorso affrontato. In base a queste variabili vengono utilizzati gommoni più o meno grandi. Volete fare rafting ma non sapete dove? Da maggio a settembre è possibile farlo in molti dei più bei fiumi della nostra penisola. Vi segnaliamo in particolare alcune location: Rafting in Val di Sole (Trento) Il fiume Noce, con i suoi 28 chilometri navigabili, è un corso d’acqua interessante, con rapide lunghe e continue, ma che presenta anche tratti facili. L’attività si svolge tutti i giorni della settimana e prima della discesa una guida effettua una lezione teorica a terra. Rafting alla cascata delle Marmore In Umbria, sotto la Cascata delle Marmore, la più alta d’Europa, c’è un posto ideale per fare rafting. Qui il fiume Nera, contornato da una vegetazione rigogliosa, scorre veloce ribollendo sulle rocce per oltre tre chilometri, formando rapide di quarto grado (le difficoltà del rafting vanno da 1 a 6). Il punto di imbarco è posto proprio sotto la cascata. Rafting nel Parco Nazionale del Pollino Pini centenari e sport non esauriscono l’attrattiva di questo spicchio di Calabria che guarda il Tirreno. A pochi chilometri l’uno dall’altro si trovano alcuni gioielli architettonici come il paesino medievale di Papasidero, la longobarda Mormanno e l’incredibile Morano Calabro, agglomerato di vecchie case e preziose chiese abbarbicate a un crinale. Tra le rocce carsiche di queste alture, le acque che scendono precipitose in autunno e in inverno hanno scavato gole e grotte spettacolari, da raggiungere a piedi, in trekking, davvero alla portata di tutti. È un’attività costosa? I prezzi sono simili per ogni centro rafting e variano dai 30 ai 50 euro secondo il tipo di discesa. Le categorie si differenziano tra loro per livello di difficoltà. Il prezzo è comprensivo di equipaggiamento (muta in neoprene, giacca d’acqua, casco, salvagente e protezione) ◆ Insider Sport ph Marinetta Saglio Insider Intervista 52 ph Marinetta Saglio Ritratto di un artista: Massimo Ranieri QUELLA VOCE DIETRO LA PORTA BLU M di Carlotta Miceli Picardi diretto da Mauro Bolognini. Mi capitò di sentire il regista, seduto ad un tavolo della Casina Valadier, che ne parlava a Claudia Cardinale e al produttore Roberto Loyola: “Massimo Ranieri ha i tratti di Jacques Charrier e l’intensità di Eduardo De Filippo. I grandi Maestri se lo contenderanno. È un interprete straordinario”. E infatti ha recitato sotto la guida di Peppino Patroni Griffi, Giorgio Strehler, Maurizio Scaparro, Claude Lelouche, passando senza sosta dal teatro al cinema e viceversa. Un interprete straordinario anche stasera, rifletto, mentre di nuovo mi arriva il suono della sua voce da dietro la porta di un camerino. Quello del Teatro Sistina però, dov’è appena terminato lo spettacolo ‘Canto perché non so nuotare... da 40 anni...’ che ha raggiunto il record di circa cinquecento repliche. Busso ed apre con il cellulare in mano e il sorriso scanzonato di sempre. M ancavano solo due settimane alla fine del ‘68. Mi arrivavano forti gli echi delle battaglie che scrivevano di giorno in giorno le pagine di una nuova storia intellettuale, politica, artistica, ma non ero abbastanza grande per viverle. Degli scontri di Valle Giulia e delle occupazioni discutevano, con i Levi’s addosso, i fratelli maggiori delle mie più care compagne di classe e... di frustrazione. Tutti, proprio tutti, si davano appuntamento per ‘contestare’. Noi vivevamo l’età ingrata del grembiule bianco con le iniziali ricamate e delle proteste che si aprivano e si chiudevano in ambito domestico nello spazio di un minuto, stroncate dal “No!” perentorio e inappellabile di mamma e papà. Finalmente, un sabato pomeriggio, accadde qualcosa da annotare sul diario. Dopo estenuanti trattative (mi sarebbero valse il plauso del miglior sindacalista), ottenni il permesso di affrontare da sola i cinquanta metri che separavano il portone di casa da un negozietto molto trendy, per ragazzi e ragazze. Anche se a rintoccare, in zona, erano le campane di San Pietro, si chiamava ‘Big Ben’. Aveva le ultime novità made in United Kingdom e la filodiffusione. Rovistavo in una cesta piena di strepitosi mini-kilt scozzesi a tinte pastello, quando una voce limpida, intonatissima, si sovrappose improvvisamente a quella degli altoparlanti che diffondevano la musica nel locale. Un attimo di silenzio... poi eccola di nuovo, perfetta sulla melodia trasmessa dalla radio. Proveniva dal camerino di prova, chiuso da una porta blu, che si spalancò di colpo insieme al sorriso sfrontato e irresistibile di un ragazzino vestito da giovane lord. Pullover bianco a collo alto, blazer con le spalle un tantino abbondanti, pantaloni di un bel grigio ‘fumo di Londra’, un libro sottobraccio. Sembrava pronto per l’ora di lettura ad Hyde Park, invece esordì: “Sto bene, accussì?”, facendo un giro su sé stesso al centro della stanza. Raccolse, insieme alla busta con i vecchi abiti, il coro di consenso dei presenti stupiti e divertiti, pagò e salutò cordialmente, spiegando di dover correre ‘a dizione’. 53 Complimenti per lo show! Pieno di energia, di passione... “La passione arriva al cuore, vero? Si trasmette come una bella notizia. Se colora i racconti, li imprime nella memoria della gente”. Il proprietario della boutique ci informò, con una punta d’orgoglio: ”È Massimo Ranieri, un cantante napoletano. Non ha neppure diciotto anni. Sta in un appartamentino a due passi da qui, dietro piazza Pio XI”. Lo rividi in tv a Sanremo, in coppia con Orietta Berti e di nuovo al ‘Big Ben’ alla vigilia della partenza per il Cantagiro, nel 1969. Sceglieva alcune camicie con Enrico Polito, il musicista che gli aveva offerto un contratto discografico con la CGD. Intanto discuteva con un altro cliente partenopeo sull’importanza della ‘buona sorte’. Mi era simpatico e decisi di sostenerne la causa, regalandogli il portafortuna che tenevo nell’astuccio: un omino preistorico, con i capelli lunghi. Premendolo sulla pancia, faceva la linguaccia. Giurai che con le interrogazioni aveva sempre funzionato. Ne fu commosso e se lo mise in tasca, dicendomi: ”Allora, lo porterò con me”. Vinse con il brano ‘Rose rosse’ e mi piace pensare che anche il pupazzetto abbia avuto un piccolo ruolo... Massimo diventò popolarissimo tra il pubblico di mezzo mondo per il suo talento. (io tra le amiche, per averlo conosciuto ndr) Quindi esordì nel cinema, conquistando il David di Donatello e il ‘Premio Internazionale della Critica’ con il film ‘Metello’, ... Tu, alla gente, ti accosti da sempre in modo particolare. Con umiltà, con sincero interesse. “Credo che ognuno possa aggiungere un dettaglio alla mia conoscenza delle persone e delle cose. E ognuno può arricchirmi: la partecipazione e la curiosità via, via si fanno ‘cultura’”. Al tuo successo contribuisce certamente una volontà d’acciaio. Hai preso lezioni di pianoforte, di ballo, di pugilato e perfino di equilibrismo..! (però niente nuoto, a quanto pare) - scherzo - Il segreto per non accusare neppure un attimo di stanchezza? “La voglia di mettermi alla prova. Di capire dove riesco ad arrivare, contando sulle mie capacità e sull’impegno. Lavoro e canto dal primo vagito. Sono passato dalla fame alla fama, che non significa esattamente cambiare soltanto una vocale, attraversando una quantità di mestieri. La fatica non mi spaventa. E poi sono del Toro: ‘teng pacienza e capa tosta’!” Il 3 maggio, infatti, è la tua festa: come si dice a Napoli compleanno? “‘A nascita’! Se te la giochi al lotto, per ‘la Smorfia’ è il 24“ - ride Dammi un suggerimento per un regalo speciale. - torna serio - “Una donazione per ‘il Respiro’, un progetto importante, che sostengo con Giorgia, Mario Monicelli, Gianni Morandi, Luca Zingaretti... Si tratta di un’organizzazione, con portale su internet, per la salvaguardia del patrimonio naturale urbano ed extraurbano Uscire a prendere ‘una boccata d’aria’ è normale, ma... a trovarla, l’aria! Un’atmosfera pulita, gli alberi, i corsi di acqua incontaminata, sono la speranza di un futuro. Avere una coscienza ambientale significa scegliere le vita, che è un dono meraviglioso anche nelle giornate meno significative”. Elencami tre cose belle di una giornata qualunque. “Una tazza di latte e caffè, una buona idea... un’emozione”. E tre di una giornata indimenticabile? “Una tazza di latte e caffè, una buona idea, un’emozione: trasferiscile in ogni contesto, sentimentale o professionale che sia e funzionano comunque. L’emozione, poi...” Immagino che, dalle corse per i vicoli a quelle dal palcoscenico al set, le emozioni non siano certo mancate. Una che ti coglie ancora alla sprovvista? “Il nodo alla gola di quando il pubblico parte con me sulla prima nota di ‘Perdere l’amore’. Mi coglie impreparato da un paio di decenni. Ma anche l’apertura e la chiusura del sipario: prima l’incertezza... dopo, la consapevolezza di una buona o di una cattiva prova. I muscoli tesi che si rilassano di colpo al momento dell’applauso...” Più tardi, a luci spente? “Me ne vado con una nuova valigia da aggiungere al mio bagaglio”. E come ti senti? “Come uno che ama un sacco viaggiare e che ha avuto la possibilità di prendere al volo tanti treni in stazione. Felice”. Le nostre strade, nel tempo, si sono incrociate in varie occasioni. Nella memoria ho conservato una scatola virtuale di diapositive, con un’etichetta sul coperchio: ‘Giovanni Calone’, in arte ‘Massimo Ranieri’. Dentro, l’immagine di una corsa verso il gol, sul campo di calcio del Don Orione; l’inquadratura del cofano di un Maggiolone, con sopra la busta col latte e il caffè ‘che non devono mancare mai’ davanti a un bar di via Giulia. E ancora, alcuni libri d’arte moderna vicino al long-playing del ‘77 di Pino Daniele con due titoli cerchiati in rosso: ‘Napul’è’, ‘Terra mia’, sintesi delle origini di entrambi, sul piano di un tavolo. Fino all’istantanea dell’inchino insieme a Charles Aznavour sulla scena dell’Olympia di Parigi, nel febbraio scorso. L’ennesimo trionfo. E adesso, che ormai le luci del Sistina si stanno spegnendo davvero e si infila la giacca, mi aspetto che faccia un giro su sé stesso, chiedendo: ”Sto bene, accussì?” ◆ Insider Intervista Sabato 12 giugno dalle 10 alle 20.30 Domenica 13 giugno dalle 10 alle 21 Dal film Giulia - ph Claudio Iannone saprei fare altro, ci metto tanta energia e mi diverto”. Ci viene incontro con un sorriso che la illumina, i capelli in una coda, ballerine ai piedi, jeans e camicia bianca. Sul set di Radio West, nel 2003, conobbe Pietro Taricone, concorrente del primo Grande Fratello, suo attuale compagno e padre di Sophie. Vivono insieme fuori Roma ed hanno undici cavalli. Come si è trovata a lavorare con John Travolta e Johnatan Rhys-Meyers? Abbiamo girato a Parigi, ma l’organizzazione era di tipo americano, blindata ed efficiente. John Travolta stava molto bene con quel look, rasato a zero. Io spiavo il suo modo di lavorare. Ho imparato tanto. Lavora e si diverte, ha cambiato il suo personaggio (Charlie Wax) rendendolo molto più dinamico e divertente. Jonhatan Rhys Meyers, invece, è un gran generoso, mi dava le battute in modo da concedermi spazio e mettermi in primo piano. Ho lavorato bene anche con il film che sta per uscire, Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio, una pellicola interessante che parla dei condomini di uno stabile di piazza Vittorio a Roma, paradigma di ciò che succede oggi nell’Italia multietnica. Al centro del racconto l’ascensore e poi una morte improvvisa. Non dico di più. io Kasia, kamikaze per amore D di Anna Maria Di Luca D a un mese è nelle sale con From Paris with Love, il film di produzione francese (Luc Besson) che l’ha portata ad un palcoscenico internazionale. Il 14 Maggio arriva ancora nelle sale con “Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio”, un film tutto italiano, opera prima della regista Isotta Toso. È Kasia Smutniak, polacca, figlia di un generale dell’aviazione. Ha 30 anni e cambia pelle senza problemi. In From Paris with Love è al fianco di John Travolta e Johnatan Rhys Meyers (Mission Impossible) ed è Carolina, donna Kamikaze che fa il doppio gioco per portare a termine il suo folle progetto. Nel film in uscita, invece, è Giulia, fotografa alla ricerca continua di fonti d’ispirazione. Al suo fianco c’è Daniele Liotti. Kasia ha un corpo sottile e un volto che difficilmente si dimentica. Da piccola si è mossa tra moda e cinema, tv e pubblicità. Anni fa, in Italia, fu apprezzata dal grande pubblico in uno spot per Tim. “Questo è il mio lavoro, non Dal film From Paris with love Il suo compagno, Pietro Taricone, non era geloso delle sue frequentazioni hollywoodiane? Sa, mi chiamava ogni sera a Parigi per sapere curiosità su John Travolta… Rifarebbe un film con il suo compagno? Lo conosco troppo bene, non riuscirei a lavorarci, mi verrebbe da ridere e forse non sarei più capace di rapportarmi a lui come se fosse solo un attore. Quando ci siamo conosciuti sul set di Radio West pensava più a corteggiarmi che a girare. È nata in Polonia, un paese molto religioso. Lei lo è? Ho avuto un’educazione rigida. Papà è un militare e io figlia unica, ma in quanto a religione, no. Non mi sento cattolica, né di altra fede. In From Paris with Love ha scelto la sua fede e per essa dà la vita… Sono innamorata di un uomo e ne sposo la fede. È solo un ritratto di una donna che cerca qualcosa in cui credere. Non è un documento sulle donne kamikaze, è una storia di terrorismo di oggi ◆ All’Auditorium Parco della Musica il 12 e 13 giugno il cibo diventerà elemento di conoscenza e scambio d’identità. Si svolgerà infatti “I Sapori di Roma”, una grande festa per divertirsi e imparare attraverso il gusto. La manifestazione, prodotta dalla Fondazione Musica per Roma in collaborazione con Slow Food Roma e Lazio e Campagna Amica, è un omaggio al patrimonio gastronomico della capitale arricchitosi, nel corso degli anni, delle tradizioni e dei segreti culinari delle comunità di migranti. Il Mercato di Slow Food Roma e Lazio e Coldiretti ospiterà circa quaranta espositori che presenteranno il meglio della produzione agroalimentare del Lazio, secondo i parametri di stagionalità, filiera corta, culture biologiche. Sui banchi del mercato saranno presenti anche i prodotti dei Presìdi dell’Italia Centrale di Slow Food. Sarà presente inoltre Extraslow, una sezione interamente dedicata all’extravergine del Lazio. Oltre alle tradizionali ricette della comunità ebraica e delle Comunità del Cibo di Terra Madre del Lazio e di Roma, il festival ospiterà le specialità delle comunità del Bangladesh, dell’Egitto, del Libano, delle Filippine, dell’Ecuador, del Perù e della Romania. Dieci grandi chef della capitale offriranno al pubblico un assaggio di fine arte culinaria e si potranno assaporare tanti gusti di gelato biologico. Una grande Enoteca offrirà il meglio dell’enologia del Lazio. Nel giardini pensili dell’Auditorium un ampio Orto didattico sarà il teatro di laboratori per famiglie. Chi vorrà potrà chiedere consigli per imparare a coltivare un piccolo orto in terrazzo all’Emporio delle Sementi. Nella Sala Ospiti Slow Food organizzerà sei Laboratori del Gusto e nella Libreria dei saperi gastronomici sarà possibile acquistare libri del settore. La musica dell’OPI - Orchestra Popolare Italiana diretta da Ambrogio Sparagna chiuderà le giornate del festival. Due concerti che evidenzieranno il legame tra le antiche tradizioni musicali e i prodotti della terra. Info 0680241281 - www.auditorium.com Ufficio stampa Musica per Roma Tel. 0680241574-231-228-261 [email protected] A uditorium appuntamenti Giardini Pensili Insider Cinema 56 57 Robin Hood Prince of Persia UN’ESTATE IN SALA NONOSTANTE IL CALDO E I MONDIALI ALLE PORTE, DISTRIBUTORI ED ESERCENTI PUNTANO SUL PROLUNGAMENTO DELLA STAGIONE CINEMATOGRAFICA. TANTI I TITOLI ATTESI TRA MAGGIO E LUGLIO, CON UN ‘APRIPISTA’ D’ECCEZIONE: L’ATTESO “ROBIN HOOD” CON RUSSELL CROWE F di Alberto M. Castagna F ino a pochissimi anni fa, con i primi caldi le sale cinematografiche italiane si svuotavano e la stagione veniva considerata conclusa. Al netto delle sale che chiudevano addirittura i battenti fino ai primi giorni di settembre, ve ne erano alcune che si limitavano a riprogrammare i successi dell’inverno o, nella maggior parte dei casi, ‘montavano’ titoli di modesto o scarso interesse, la cui uscita si giustificava solo per ottenere i diritti d’antenna da parte dei distributori (le televisioni acquistano perlopiù film transitati, anche se per poco, nelle sale) o per precedere l’uscita nel formato homevideo. Per vedere le ultime novità provenienti da oltreoceano, ai veri cinefili non restava quindi che varcare la frontiera verso la Francia, la Germania o l’Inghilterra, ove la stagione cinematografica durava (e dura ancora) 12 mesi l’anno. Poi qualcosa è cambiato: timidamente si sono affacciati tra maggio e luglio uno o più ‘blockbuster’ e si è scoperto che anche gli italiani sono disposti ad andare al cinema d’estate, se la proposta è di qualità, magari godendosi anche il conforto dell’aria condizionata. E così distributori, esercenti e pubblico si sono allineati a quella che all’estero è una consuetudine: si pensi che negli Stati Uniti, il mese di luglio è considerato uno dei più appetibili per il cinema, come lo è da noi il periodo delle festività! Il 2010 non farà eccezione: nonostante i Mondiali di calcio (dall’11 giugno all’11 luglio), la programmazione estiva riserva un ricco carnet di titoli, già a partire da maggio. Il 14, ad esempio, arriverà sugli schermi l’attesissimo “Robin Hood” di Ridley Scott con Russell Crowe, la coppia vincente di “Il gladiatore”. E appena una settimana dopo, lo spettacolo si rinnova con un’anteprima mondiale, quella di “Prince of Persia - Le sabbie del tempo”, tratto da un celebre videogioco, regia di Mike Newell (già autore di uno dei migliori episodi della serie di Harry Potter) e con Jake Gyllenhall protagonista. Giugno si aprirà invece con “Sex and the City 2”, che ripropone l’amato cast televisivo capitanato da Sarah Jessica Parker e arricchito per l’occasione dalla prestigiosa presenza di Liza Minnelli. E sempre per restare in tema di serie tv, c’è molta curiosità attorno alla versione cinematografica del mitico “A-Team”, che spopolò sul piccolo schermo negli anni ‘80. Pur nella fase finale dei mondiali di calcio, tra una partita e l’altra, molti ragazzi (e ragazze) non mancheranno di affollare le sale dove programmeranno la terza puntata della tormentata storia d’amore tra il bel vampiro Edward e la sua Bella in “Twilight: Eclipse” (30 giugno) e i bambini non vorranno certo perdersi “Toy Story 3”, in arrivo il 7 luglio. E gli italiani? Ce n’è pure per loro, naturalmente. A partire da “La nostra vita” di Daniele Luchetti, con Elio Germano, Isabella Aragonese e Raoul Bova, atteso subito dopo la sua presentazione al Festival di Cannes dove è l’unico film ammesso al concorso, fino a “La bella società” di Gianpaolo Cugno, sempre con Raoul Bova, affiancato però qui da Maria Grazia Cucinotta, Giancarlo Giannini ed Enrico Lo Verso. Caldo o meno, che lo spettacolo cominci! ◆ Sex and the City 2 Home video, addio? La più celebre catena di videonoleggio, Blockbuster, sta chiudendo molti punti vendita a Roma, così come nel resto d’Italia e così com’era già accaduto in diversi paesi. Ma a parte il colosso americano, sono sempre di più i negozi di videonoleggio che lamentano cali di introiti negli ultimi mesi e che sono quindi a rischio chiusura. Colpa della pirateria? Solo in parte. Sono sempre di più, infatti, gli utenti che preferiscono fare le proprie scelte comodamente a casa, per mezzo del ‘video on demand’: lo scegli su Internet, lo paghi (ad una cifra inferiore a quella del noleggio tradizionale) e in pochi minuti è già disponibile, da vedere sul pc o, con una semplice procedura, sul televisore di casa. Dispiace: tanto per i dipendenti di Blockbuster quanto per quei tanti amanti del cinema che hanno amorevolmente e spesso sapientemente orientato le nostre scelte nella videoteca sotto casa. Insider Cinema Insider 58 59 ACHIR BRAHIM di Maria Laura Perilli Tutto il mio vento 2009 - olio su tela cm 100x80 A A Mi smuove il tuo silenzio 2010 - olio su tela cm 100x70 arte Arte chir Brahim è artista algerino, o meglio maghrebino. Un artista che ci offre una vasta gamma di citazioni, parlando una lingua internazionale che spazia dalla pittura di Piero della Francesca, colta nella rotonda volumetria dei volti femminili, sino a quella di Balthus. Egli ha vissuto l’esperienza dell’appartenenza, della sottolineatura della sua identità culturale per poi riuscire a disappartenere e proiettarsi verso la cultura internazionale, senza venir mai meno ai fondamenti della sua origine. Achir ha ben appreso la lezione dei grandi maestri della pittura maghrebina, a partire da quel Khadda che tanto fece perché i giovani artisti del Maghreb si riappropriassero della loro ‘preistoria’, depositata nei tempi della memoria, per poi proiettarsi sul palcoscenico della quotidiana esistenza internazionale. I personaggi che vivono le sue tele popolano antiche città carovaniere, falansteri dimenticati, preda della sabbia sahariana dopo l’abbandono determinato da nuovi percorsi economici. Donne e uomini raffigurati hanno sguardi persi verso orizzonti infiniti; la loro fissità rimanda ad una matrice aliena, quasi a volere confermare quelle teorie per le quali la nostra terra, in tempi passati, è stata oggetto di visita da parte di popoli provenienti da spazi lontani. Gli stessi spazi urbani che Achir propone sono strutturati in modo da richiamare Papessa 2006 - olio su tela cm 100x160 alcune scenografie cinematografiche, dove fantascienza, storia antica ed attualità tecnologica si incrociano. Achir annulla così, in pittura, con lo stesso metodo cinematografico, il diacronico scorrere del tempo. Le sue ‘città mare’, ‘città di scavi’ sono sospese come lo sguardo fermo dei suoi personaggi: tutto è avvolto in un fermo immagine senza tempo che filtra storia, tecnologia e nostalgia. Ocra e blu sono dominanti nella pittura di questo artista. Segnano in modo naturale, genetico, l’ocra del deserto ed il manto blu degli Amazigh, che nell’antica lingua nord africana Tifinagh significa ‘uomo libero’ e cancella, come dice Fatema Mernissi, la parola berbero così carica di xenofobia. Il colore è dato sempre con forte matericità, per strati lenti e sovrapposti, formando grumi che contribuiscono a plasticizzare il ‘rappresentato’. Le figure di donne dal collo lungo, così frequenti nelle iconografie di Achir, sembrano richiamare insistentemente il ritratto di Lucrezia Panciatichi del Bronzino. In posizione fortemente verticale contrastano l’orizzontalità dei piani di fondo. Ogni immagine è inquadrata ‘in composizioni rigorose e statiche, linearmente semplificate e cromaticamente equilibrate di sublime malinconica freddezza’, che tanto ricordano la lezione di Felice Casorati nel ritratto di Silvana Cenni del 1922 ◆ Insider Arte Mostre 60 DE CHIRICO A PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI ROMA, palazzo delle esposizioni Fino al 11 luglio 2010 Giorgio De Chirico, noto a tutti per la capacità di rendere il senso di sospensione della realtà, raramente viene indagato per il suo rapporto con la natura, argomento invece scelto dal curatore della mostra di Palazzo delle Esposizioni. Partito da studi classici in terra ellenica, sull’artista ebbero profonda influenza, durante un soggiorno a Monaco, l’arte simbolista, la pittura di Böcklin, la lettura di Nietzsche e Schopenhauer, elementi che lo portarono a definire quella che sarebbe stata l’arte metafisica, un’arte dedicata a evidenziare l’enigma del quotidiano, l’incertezza della percezione della realtà. La serie delle Piazze d’Italia, i manichini, i tardi sviluppi neometafisici, tutta la sua produzione riflette un particolare rapporto con la natura illustrato, in mostra, da sette sezioni: Natura del mito, dove personaggi esemplari di diversa origine sembrano, con il loro carisma, dominare l’apparente disordine naturale; Natura dell’ombra, intesa come spazio dell’assenza; Natura da camera, ovvero la capacità di immaginare, di sognare, trasfigurando immagini visive; Anti-Natura, o natura non-natura, dove gli oggetti assemblati danno vita a tipologie umane capaci di evidenziare l’ibrido che è in ognuno di noi; Natura delle cose, oggetti giustapposti che divengono punti di riferimento; Natura aperta, ovvero capacità di estraniamento da tutte le logiche e, infine, Natura viva, intesa come vita silente degli oggetti che inseriti nel paesaggio divengono punto di contatto tra realtà e irrealtà. La mostra, curata da Achille Bonito Oliva, raccoglie circa 140 dipinti provenienti dalle più importanti collezioni pubbliche e private. MOSTRE di Laura M o c ci PICASSO AL METROPOLITAN MUSEUM OF ART New York, Metropolitan Museum of Art Fino al 1 agosto 2010 Quando nel 1947 Geltrud Stein, collezionista d’arte tra le prime estimatrici di Picasso, donò al Metropolitan Museum di New York il ritratto che il maestro catalano le aveva fatto nel 1906, gettò il primo seme di quello che sarebbe diventato il nucleo picassiano del museo newyorkese. La raccolta, composta da 250 opere tra dipinti, disegni, stampe, sculture e ceramiche viene esposta, per la prima volta nelle sua interezza, fino al 1 agosto 2010 al Met di New York: opere di altissimo valore del periodo cubista, seguono gli arlecchini dei periodi blu e rosa, i bagnati del periodo classicista e i grandi nudi degli anni Trenta. IL ROCOCò DI SEBASTIANO RICCI Venezia, Fondazione Cini Fino all’11 luglio 2010 L’anniversario della nascita di Sebastiano Ricci è l’occasione, per la Fondazione Cini di Venezia, di organizzare una mostra celebrativa dell’artista che fu tra i maggiori rappresentanti del rococò. Veneziano di nascita, Ricci lasciò la città lagunare con l’accusa di tentato omicidio. Studiò Correggio e i Carracci a Parma, Pietro da Cortona e Baciccio a Roma e finalmente, sulla scia di Veronese, realizzò tra il 1705 e il 1706 gli affreschi a Palazzo Marucelli e a Palazzo Pitti a Firenze, considerati il primo esempio di rococò. L’attività dell’artista, documentata attraverso tele e bozzetti, continuò a Londra per Lord Burlington, poi a Belluno e finalmente nella chiesa di San Sebastiano a Venezia, in diretto riferimento con il grande Paolo Veronese. Fehran XIX sec. www.teatappeti.com tappeti antichi “mille esemplari” Insider Lungotevere Flaminio, 72 - Tel. +39 063232780 - [email protected] S S INSEGUIRE UN SOGNO ognare non è una prerogativa legata esclusivamente all’infanzia. I sogni infatti governano le diverse stagioni della vita e l’intero processo evolutivo individuale è concepito in funzione della loro realizzazione. Essi possiedono la qualità di una visione, una possibilità immaginaria che genera eccitazione e vitalità e intorno alla quale il soggetto struttura la sua esistenza, attuando dei cambiamenti verso se stesso e gli altri. I sogni quindi danno un senso al vivere; ma capita spesso che ad un certo punto del nostro cammino perdiamo la capacità di credere nella loro concretizzazione. Ecco allora che l’entusiasmo cede il posto ad un senso di vuoto, di disperazione. Ci convinciamo che continuare a seguire le nostre fantasie sia inutile e che ci distolga dalla realtà del mondo. Ma “il mondo è un sogno oggettivizzato”, ci spiegano i grandi mistici e “qualsiasi cosa la nostra mente potente creda intensamente si verifica” (P. Yogananda). Dunque la realtà non è predeterminata, ma plasmabile attraverso la forza dei nostri desideri. di Laura Pagnini Ricominciare a seguire i propri sogni allora non significa regredire allo stato infantile. Riconquistare lo sguardo puerile verso le cose rappresenta al contrario una modalità superiore di essere adulti; un desiderio di rigenerazione nel presente, in funzione di un futuro alla cui manifestazione si è consapevoli di poter contribuire. “Con i nostri pensieri creiamo il mondo” (Buddha). Più le nostre credenze saranno profonde e cariche di emozione, maggiori risulteranno i cambiamenti che potremo apportare alla realtà. Contrariamente, se il nostro stato emotivo si mostrerà in contraddizione con i nostri desideri, se speriamo cioè in qualcosa pensando allo stesso tempo di non riuscire ad averla, procederemo inevitabilmente da una delusione all’altra. Continuiamo dunque a visualizzare il nostro sogno, poiché attraverso l’energia della concentrazione e la forza di volontà saremo in grado di materializzarlo. Generiamo nel nostro animo la sensazione che ciò che desideriamo sia già parte della nostra vita e non limitiamo l’orizzonte delle nostre attese: quello che ci sta più a cuore, infatti, può giungerci da qualsiasi parte e in qualsiasi momento ◆ Leggiamo in dolce relax 65 “Archeologia dell’Impossibile” Sarebbe ben arduo sperare di rintracciare in qualche Museo alcuni dei reperti descritti in questo libro. Perché? Ma è semplice: perché… non esistono o non sono mai esistiti. Almeno ‘ufficialmente’… Questo lavoro vorrebbe, quindi, colmare tale lacuna e dovrebbe essere inteso come un vero e proprio manuale di “Archeologia eretica”, indispensabile a tutti quei ricercatori dell’ignoto che vogliano affrontare uno studio sperimentale sulle “possibili tecnologie antiche”, con l’indispensabile apertura mentale necessaria ad intraprendere una strada irta di ostacoli, ma soprattutto nel pieno rispetto dell’ortodossia scientifica. Pila di Baghdad? Arca dell’Alleanza? Lumi eterni? Bussola Caduceo? Specchi ustori? Urim e Tummim? Lente di Layard? Sono degli oggetti “impossibili”... ma non per tutti e, seguendo le indicazioni fornite in questo libro, anche voi riuscirete a realizzarli facilmente! Autore: Roberto Volterri Editore: Eremon Edizioni Sopravvivere alla crisi Strategie concrete per fronteggiare la crisi, con accenni che vanno dalla macroeconomia a osservazioni più dettagliate e private. L’autore ritiene necessario comprenderne la logica e il percorso, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione per uscirne nel modo migliore. Autore: Jacques Attali Editore: Fazi La memoria e lo sguardo Il libro è una raccolta di articoli pubblicati da Federico Zeri sul quotidiano La Stampa tra il 1990 e il 1998, con l’aggiunta di quattro lezioni inedite. Una lettura assolutamente stimolante per la mente, un percorso tra arte e cultura tenuti per mano da un critico a volte pungente ma sempre assolutamente all’altezza delle aspettative. I quadri, gli amici, i ricordi, le battaglie, le passioni. Autore: Federico Zeri Editore: Longanesi & C Slow food Slow Food conta oggi oltre 100.000 sostenitori in 132 paesi. Si tratta di un fenomeno in continua espansione, che invita a riflettere sull’interesse sempre più crescente per uno stile di vita in cui si abbia tempo e voglia di scoprire gusti e profumi dimenticati, in cui la fretta sia sostituita dal prendersi cura di ciò che mangiamo e beviamo. Una tendenza che si sta diffondendo in molti settori della società. Autore: Geoff Andrews Editore: Il Mulino PUNTI VENDITA SUPERCOSE Via Cassia, 2019 - Tel. 0630884600/9 Via A. G. Bragaglia, 100 (zona Olgiata) - Tel. 0630888390/3 www.supercose.it Laura D’Ambrosio Insider Libri 67 idee per il tuo compleanno Ex libris - Fabio Visintin STORIE D’ARTE E DI MISFATTI A Sei indagini sull'archeomafia raccontate a fumetti di Laura Pagnini A Feste a tema in costume Baby Park Magia Bimbi Teatrino Burattini Truccabimbi Ballon Art Dj e Baby Dance Gruppo Musicale per bambini Ambientazioni di Eventi Noleggio Gonfiabili per interno ed esterno, macchine per POP CORN, zucchero filato e crepes, neve, fumo e bolle di sapone Il mondo dei bambini a portata di mano [email protected] Via Santa Cornelia, 5/A • Formello (zona industriale) Tel. 069075339 www.videomartin.it • [email protected] rcheomafia è la parola coniata da Legambiente all’inizio degli anni ‘90, per definire l’attività illegale della criminalità organizzata nell’ambito dei beni culturali. Grazie all’attività del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, sono stati recuperati 55.584 reperti archeologici, provenienti da scavi clandestini e 19.043 oggetti d’arte rubati. Prendendo spunto da sei indagini, relative a recuperi d’opere d’arte, sono stati realizzati altrettanti racconti a fumetti, sceneggiati da Silvano Mezzavilla e disegnati da Giancarlo Alessandrini, Sara Colaone, Marco Corona, Giuseppe Palumbo, Maurizio Ribichini e Fabio Visintin. Tali racconti verranno proposti nell’ambito della mostra “STORIE D’ARTE E DI MISFATTI, Sei indagini sull’archeomafia raccontate a fumetti”, che si terrà a Roma fino al 16 maggio, all’Istituto Nazionale per la Grafica, nelle sale della Calcografia. Nella Mostra, curata da Paolo Barcucci, con allestimenti di Cinzia Leone, verranno esposte anche le sei opere recuperate dai Carabinieri: un reperto votivo d’era precristiana, un mosaico catacombale, un volume bodoniano, dipinti autentici e falsi d’autore. I racconti a fumetti proposti sono i seguenti: L’Offerta (Sara Colaone), in cui un piccolo vaso, creato da un bimbo migliaia di anni fa, viene salvato dalla distruzione; Fiori finti (Maurizio Ribichini), ambientato a Porta Portese, tra oggetti di vero antiquariato e falsi dipinti di Giacomo Balla; Ex libris (Fabio Visintin), con protagonista un bibliofilo che alimenta il vizio del gioco rubando libri antichi; Reperti (Giancarlo Alessandrini), in cui è descritto il recupero di un mosaico romano del IV - III secolo; Colori nel buio (Marco Corona), che narra di un infermiere di un nosocomio romano, abile nel realizzare falsi di Mario Schifano; Una Sacra Famiglia (Giuseppe Palumbo), dove dipinti di anonimi pittori vengono attribuiti a grandi Maestri del passato, da critici d’arte collusi con la malavita, in modo di aumentarne immensamente il valore ◆ L'Offerta - Sara Colaone Insider Fumetti Insider Benessere 68 69 Ben-essere Risotto rose e fragole Fare attenzione che le rose siano commestibili, non trattate chimicamente. Ingredienti per due persone: 200 gr. di riso carnaroli, 1 l. di brodo vegetale, 1/2 bicchiere di vino bianco secco, 1 cipolla piccola (o 1 scalogno), 100 gr. di fragole, 2 rose rosa, parmigiano grattugiato per mantecare. Far imbiondire nell’olio la cipolla o lo scalogno tritati, aggiungere il riso e farlo tostare un po’. Versare il vino, alzare il fuoco, far evaporare e cominciare la cottura aggiungendo un po’ alla volta un mestolo di brodo. Lavare le fragole e frullarle. Sciacquare bene i petali di rosa e asciugarli con delicatezza. Dopo 15 minuti di cottura del riso aggiungere le fragole frullate, amalgamarle e far riprendere il bollore per altri 5 minuti circa. Spegnere il fuoco e aggiungere 3/4 dei petali di rosa, spezzettati con le mani. Mantecare con il parmigiano grattugiato. Portare in tavola decorando i piatti con i restanti petali. Ben-essere di Marilisa Verti Riso e Rose La Regina dei fiori È lei, la rosa, la regina dei fiori, diffusa e conosciuta nel mondo intero, con oltre 150 specie differenti. Da sempre rispecchia l’amore, in tutte le sue declinazioni, dal passionale al platonico. Ma non solo: è simbolo del segreto, delle cose da non rivelare o da trattare con la massima discrezione, ma anche della realtà in divenire, della manifestazione in fieri. Sacra a Iside in Egitto, a Ishtar in Mesopotamia, ad Afrodite in Grecia, a Venere in Roma, nel mondo cristiano la rosa bianca simboleggiò la purezza di Maria, mentre quella rossa, il sangue dei primi martiri. Note sono le sue proprietà terapeutiche: l'essenza è utilissima alla pelle, l’acqua di rose è disinfettante e tonica, specialmente per pelli secche, infiammate, invecchiate e sensibili e, in cucina, oltre all’acqua di rose eccellente per i dolci, i petali sono apprezzati per marmellate, aceti odorosi e persino per i risotti. La bella Rosina Al Bella Rosina Relais, nel parco regionale della Mandria - un polmone verde di seimila ettari nei pressi di Venaria dove un tempo vivevano re Vittorio Emanuele II e la sua sposa morganatica Rosina Vercellana, affettuosamente soprannominata dai torinesi “La Bela Rosin”, c’è anche la beauty farm PrimaRosa, con programmi e trattamenti che usano creme e prodotti creati appositamente con soli principi naturali e biodinamici certificati, non testati sugli animali. In particolare, sono da provare i trattamenti viso per differenti problemi. Alla Rosa Rubiginosa, per pelli mature, rigenerante cellulare, anti rughe, ottimo per schiarire le macchie, anti radicali, anti ossidante; alla Rosa Gallica Canina, per pelli rilassate atoniche, astringente, tonificante, levigante e alla Centifolia o Rosa Mosqueta, lenitivo, emolliente e idratante, indicato per pelli sensibili, sottili. È la Monferrina, disegnata appositamente da Emanuele Luzzati in collaborazione con Elio Carmi, il personaggio simbolo della decima edizione di Riso & Rose, la manifestazione che per tre weekend consecutivi, dal 7 al 23 maggio, animerà tutto il Monferrato. La grande kermesse, che coinvolge anche Alessandria e alcuni centri della Lomellina, è un contenitore di eventi all’insegna del riso e delle rose, sui temi della storia e delle tradizioni locali, rinnovati per l’attualità e gli stimoli culturali. Più di 30 eventi, oltre 200 appuntamenti con enogastronomia, florovivaismo, hobbistica e arte, dalla pittura di Chagall sino ai mosaici in chicchi di riso. Tante e variegate occasioni per scoprire la bellezza del Monferrato con le colline in fiore, i castelli, le ville, i parchi e i giardini. E, nelle soste, prelibatezze con il riso e le rose, degustando vini di qualità della terra monferrina. Latte alla rosa Non è il latte di asina che usava Poppea, ma per la pelle è un vero e proprio toccasana: il latte alla rosa canina della Nuova BioLeaves è una emulsione per la pulizia del viso. Si può usare sia come detergente, per donare alla pelle un substrato adatto a ricevere il trucco, sia come struccante, data la sua completa dermocompatibilità. Contiene saponaria e idrolizzato di riso, quali basi detergenti naturali, il miele come idratante, l’olio di girasole emolliente protettivo, l’estratto e gli oli essenziali dalla funzione astringente ◆ Insider Benessere Gusto 70 Frutti di maggio Il mese degli asparagi di Antonella De Santis “Non c’è alcun rapporto fra gli asparagi e l’immortalità dell’anima”. Questa la conclusione a cui giunge Achille Campanile nel libro intitolato, per l’appunto, “Asparagi e immortalità dell’anima”, in cui l’autore romano, con l’umorismo che gli è proprio, accenna anche ad alcuni modi per gustarli e alla necessità di eliminarne una parte prima di mangiarli. Infatti gli asparagi, verdura primaverile al pari di fave e piselli, ma della famiglia dell’aglio e della cipolla (oltre che del mughetto e del giglio), devono essere privati della parte chiara, quella interrata e di quella coriacea del fusto, detto turione. La pianta genera fiori minuti e bacche rosse, ma la parte edibile sono i germogli, raccolti appena spuntano dal terreno e la cui consistenza col passare del tempo diventa più legnosa. A differenza di altre verdure, sono i germogli più grossi i più teneri e polposi. Si individuano diverse varietà in base al colore, che dipende dall’esposizione alla luce. Il bianco, dal sapore delicato, germoglia interamente sotto terra; il violetto, dal sapore fruttato, è un asparago bianco la cui punta, fuoriuscita alla luce, diventa lilla; mentre il verde germoglia all’aria, portando a compimento il processo di fotosintesi clorofilliana. Esistono poi gli asparagi selvatici: sottili e tenaci, hanno un sapore più intenso, quasi amarognolo e si prestano ad essere utilizzati in diverse preparazioni, come condimento per la pasta o in frittate e zuppe dal sapore rustico. In Italia la coltura dell’asparago è molto diffusa: Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Piemonte, Lazio e Liguria ne hanno una grande produzione. Caratteristici sono gli asparagi bianchi di Cimadolmo Dop in Veneto, morbidi e succosi, i Mary Washington e l’Asparago verde di Altedo Ipg, in Emilia Romagna, Argenteuil, violetto d’Olanda, violetto di Albenga. Il sapore spesso divide: li si ama oppure no. Un po’ come per i carciofi. Per chi ne apprezza il sapore e la consistenza carnosa e succulenta, sono una vera prelibatezza da gustare soprattutto nel modo più semplice, lessati o cotti al vapore, con un filo di olio e limone; o per chi non rinuncia a una preparazione più ricca, conditi con burro e parmigiano, accompagnati da vinaigrette, salsa olandese o uova. Tanti angoli discreti dove gustare un aperitivo nell’attesa che scenda la sera D Quelli grossi sono ideali per essere lessati mentre è preferibile riservare quelli più sottili per altre preparazioni, come risotti o vellutate. Dopo un’accurata pulizia dei turioni sotto acqua corrente, come detto, bisogna eliminare la parte più dura e le foglioline con un coltellino o raschiando i gambi. Prima di cuocerli, lessi o al vapore, devono essere resi tutti della stessa lunghezza e legati; la pentola ideale è stretta e alta - ne esistono di apposite e deve essere riempita fino a lasciare scoperte le punte, che in questo modo cuociono al vapore. Per mantenere un colore brillante, è utile immergerli in acqua gelata appena cotti. A questo punto non resta che sedersi a tavola e assaporare questo piccolo e prelibato dono della terra ◆ eliziosi tavolini e comodi divanetti tra le piante rigogliose. Tanti angoli discreti dove gustare un aperitivo nell’attesa che scenda la sera. Un preludio di bellezza dove fermare il tempo, rilassarsi nell’incanto della campagna romana, immersi tra prati verdeggianti e giardini fioriti. Come fermi in un mondo incantato, dove ogni dettaglio racconta una storia di eleganza e intimità, dove una calda ospitalità si respira nei molti angoli del locale: il salottino in cui fermarsi a conversare, la sala con il camino da cui guardare i pellicani sornioni nel cortiletto, la stanza con il pianoforte, la veranda affacciata sul parco, uno spazio ricco di piante che ne fanno un giardino segreto e infine la saletta privata, riservata solo per due. Un po’ ovunque sono sparsi, con apparente casualità, lampade, foto d’epoca, oggetti antichi, ricordi e tocchi personali che circondano ogni ospite di intimità e calore, per accompagnarlo in una cena raffinata, in cui la semplicità della realizzazione sposa la qualità della materia prima e la grande tecnica artigianale: pane, dolci, grissini, carne essiccata, pasta fresca e secca, tutto viene realizzato gourmet Insider dallo chef. Un continuo omaggio alla cultura gastronomica italiana che non teme qualche spunto creativo. Si passa così dal prosciutto di cervo con blinis e mostarda di mele cotogne, alle tagliatelle con carciofi croccanti e ragout d’agnello, dal sontuoso filetto di cervo glassato con pesto di castagne e polenta croccante, alla raffinatezza del tartufo bianco, secondo stagione, senza scordare una proposta di piatti di pesce: dal plateau gran royal di frutti di mare agli stracci con amatriciana di pesce spada, dal coccio in guazzetto con frutti di mare in pasta Fata all’entrecote di tonno alla cacciatora, allettando la gola con dolci irresistibili, come il fagottino di mela verde e amaretti con riduzione di frutti di bosco. Una scelta di piatti raffinati da accompagnare a una delle 500 etichette della bella cantina, scelte da un sommelier sempre presente per consigliare e seguire ogni ospite con professionalità e discrezione, occupandosi del rito del servizio del vino fino all’uso spettacolare della sciabola, per chi preferisce il rito più suggestivo per lo champagne. Nel salotto dei distillati, la possibilità di trascorrere ancora momenti di delizioso relax. Il PICCHIO ROSSO Via Cassia Km 13, Via Italo Piccagli, 101 (provenendo dal Raccordo, uscita n. 3) - Tel. 0630366468 Ambiente Climatizzato, aperto solo la sera, chiuso la domenica. Piano bar venerdì e sabato. Si accettano tutte le carte di credito. Parcheggio custodito www.ilpicchiorosso.it, [email protected] All’interno del Parco della Maremma viene prodotto un Morellino di Scansano unico, grazie ad una terra che gode della presenza sia del mare che dei boschi B B Archivio fotografico Azienda Regionale Agricola di Alberese Parco della Maremma Cala di Forno BARBICATO: IL VINO ESPRESSIONE DELLA TERRA DI MAREMMA 73 di Monia Innocenti Scorcio dall’Azienda Reginale Agricola di Alberese arbicato: morellino cru, prodotto nel cuore della Maremma Toscana. Fino a qui, niente di strano. Ma questo vino, segnalato nelle maggiori guide italiane e dal 14 al 16 maggio presente al Maremma Wine Shire di Grosseto, è il risultato di un modello di produzione (non solo enologico) che ha saputo coniugare natura, storia, cultura, tradizione e benessere. Il produttore, l’Azienda Regionale di Alberese, è una delle maggiori aziende regionali italiane e si trova nel cuore del Parco naturale della Maremma. Gestisce un territorio di oltre 4.600 ettari tra pinete, boschi, macchia mediterranea, dune, pascoli e coltivazioni biologiche. L’attività vitivinicola rappresenta l’eccellenza aziendale con oltre 53 ettari di vigneto nell’area DOCG del Morellino di Scansano. Torre Collelungo Basso impiego di sostanze chimiche, dedizione al naturale sviluppo delle uve autoctone, viti esposte verso il mare e vicine ai boschi: caratteristiche che contribuiscono a dare alle uve un aroma originale. I grappoli sono raccolti a mano e il Barbicato resta per 12 mesi in barriques di rovere. Il vino ottenuto non verrà filtrato, ma solo decantato e affinato in bottiglia per altri 6 mesi, per diventare un morellino unico, dal sapore pieno e gustoso, con profumi intensi che sanno di quel mare, di quel bosco, di quella terra perfetta per realizzare l’eccellenza del prodotto vinicolo toscano. L’azienda gestisce anche 80.000 piante di olivo, 600 ettari di superficie coltivabile e 500 di pascoli naturali. Ha un ricco patrimonio artistico ed architettonico (la Villa Granducale, l’Abbazia di San Rabano, la Torre di Collelungo e i Magazzini Lorenesi di Spergolaia) e tutela l’antico mestiere del buttero, data la presenza di grandi spazi e di mandrie di animali allo stato brado che rende necessario e insostituibile questo lavoro. L’azienda organizza itinerari di “degustazione ambientale” e offre soggiorni in agriturismo per trascorrere vacanze in completo relax tra campagna e mare. Nel Parco è possibile scegliere tra numerosi percorsi naturalistici, il birdwatching e le visite notturne ◆ Archivio Insider Magazine Il Barbicato e gli altri vini dell’Azienda Regionale di Alberese saranno presenti alla prima edizione del Salone dei Vini della Maremma Toscana, dal 14 al 16 maggio presso l’Area Fieristica del Madonnino di Grosseto. Tre giorni di degustazioni guidate da Luca Maroni con le migliori produzioni della Maremma Toscana. Info: 0564.430202 http://maremmawineshire.wordpress.com Vigne autunno Sovana Stollo Cuccioli e Cuccioloni Alta genealogia per Expo Allevamento: 06 9540275 - Silvia 389 4383264 - Giovanni 389 4383528 Insider Vini Quintessa, ogni ora con vista lago Uno spazio suggestivo, da godere di giorno come al calar del sole, con un’incantevole vista sul lago. Un ambiente caldo e confortevole. In tavola arrivano piatti della tradizione rivisitati in chiave moderna, con grande attenzione alle materie prime e alla stagionalità dei prodotti. Dall’abbondante scelta di antipasti, tra cui il carpaccio di baccalà con arzilla affumicata e il rotolino di salmone marinato con ricotta di bufala alle erbe e pane carasau; ai primi, come gli gnocchi ripieni di formaggio con verza a salsiccia e le pappardelle alla carbonara di salmone e limone. Tra i secondi c’è l’imbarazzo della scelta: due chicche sono il baccalà in padella con patate morbide e carciofi e lo stinco di maiale con caponata di verza e broccoli in agrodolce. Per chiudere, tortino caldo con mele caramellate e cannella e il classico e golosissimo millefoglie alla crema chantilly. Per una sosta più informale, spostandosi di pochi metri dal ristorante, uno spazio lounge, dove gustare uno dei fantasiosi cocktail accompagnati dalla musica dal vivo, dal cabaret (ogni giovedì), o dal dj set nel fine settimana. Perfetto per aperitivo e dopo cena, non mancano ghiotte proposte culinarie, un mix di tradizione e novità. Il mozzarella bar propone molte varianti, come il kebab di mozzarella di bufala e salmone marinato con insalatina e ancora la mozzarella di bufala con porchetta e crema di capperi. Tra i dolci non si può non gustare il cestino di sfoglia con gelato e frutta fresca. La Quintessa Via Spiaggia del Lago, 20 Castel Gandolfo Tel. 06.93802029 Chiuso il lunedì ed il martedì a pranzo Quintessahome - lounge&cocktail mozzarella bar. Tutti i giorni h. 16-2, sabato e domenica h. 11-3 www.laquintessa.it Maggio, arriva prepotente la voglia di una gita fuori porta, per assaporare la bellezza rigogliosa della natura appena risvegliata. Troppo presto per una passeggiata al mare, è invece il momento perfetto per scoprire l’atmosfera rilassante del lago Credenze, fiori, applique e quadri alle pareti. Un locale luminoso e fresco, dove aleggia un gusto provenzale, fatto di legno sbiancato, vetro, tende chiare e tovaglie candide; barattoli colmi di biscotti e tante piante che si affacciano davanti e dietro le finestre. Un ambiente fresco e curato nei tanti piccoli particolari, che accolgono come in una casa di campagna, con un gusto semplice e delicato, che invita alla sosta e al piacere della tavola. Una cucina genuina e fantasiosa, con frequenti piatti del giorno, che punta sulle materie prime e sulla tradizione della pasta stesa a mano, in gran parte ripiena e passa con disinvoltura tra secondi di carne, preparata in modo tradizionale e pesce di mare o, com’è naturale in un locale a un passo dal lago, anche d’acqua dolce. Millefoglie di alici e saccottini all’aceto balsamico, cannolicchi gratinati e schiacciata di patate e gamberoni, per iniziare, oltre ai classici antipasti all’italiana e all’insalata di mare. Tra i primi, cannelloni e tagliolini neri ai polipi, ravioli con ceci e patate al baccalà e linguine al granchio. Per continuare, fritture di mare, grigliate, gratin, coregone e persico, lattarini e anguilla in preparazioni più sapide: alla cacciatora, al cartoccio, alla piastra, da accompagnare con gustosi contorni di verdure. In chiusura non può mancare un momento goloso: semifreddo al torroncino, cannolo siciliano, soufflè al cioccolato o, per chi lo preferisce, un formaggio da scegliere tra quelli in carta. Rimane il gusto di una giornata piacevole, da completare con una passeggiata con vista lago. Ristorante Il Melograno Via degli Asinelli, 8c Trevignano Romano Tel. 06.9999512 Chiuso martedì, prenotazione consigliata www.ristorante-ilmelograno.com Antonella De Santis Sognando praterie lontane G randi e piccini sulla strada dei pionieri, in un giorno di primavera. Tante serate trascorse sognando la grande epopea dei cow boy e degli indiani, scoprendo, quasi per gioco, che il west è a pochi minuti da noi, nella campagna romana. Qui infatti una distesa verde, con un bosco naturale e graziosi laghetti, ospita Wild West: un angolo di quel lontano mondo dei nativi d’america e dei pionieri, di frontiera e d’avventura. Ci si arriva per un aperitivo al tramonto, si rimane per la cena, ascoltando l’ottima musica di sottofondo, affascinati dall’atmosfera da film e dalla bellezza sorprendente di questo parco a un passo dal caos della città. Un cancello segna il confine verso l’ovest, con un toro a grandezza naturale che accoglie gli ospiti in questo piccolo viaggio oltre frontiera. All’interno, la sala che ricostruisce perfettamente la scenografia dei film di cow boy: la banca wild west percorsi del buon gusto Aria di Provenza... sapori d’Italia wild west - Steak House Via della Giustiniana, 906 - Tel. 0630207222 Aperto tutti i giorni dalle 19, sabato e domenica anche a pranzo Chiuso il lunedì www.wildweststeakhouse.it e la prigione (che ospita un tavolo per piccole comitive) e ovunque selle, vecchie Colt, cinturoni, frecce, totem, targhe, tutti pezzi originali che accompagnano in questo viaggio che parte dalla buona tavola. Il menu, naturalmente, non può che cedere al richiamo della carne, con una vasta selezione italiana e straniera da cucinare sulla griglia a legna: scottona irlandese e entrecote danese, bistecca canadese e bisonte del Nebraska, galletto e hamburger. Una cucina robusta e saporita che non dimentica primi piatti, insalate, contorni gustosi come le bucce di patate fritte e le verdure grigliate, da accompagnare con vini e birre. Si chiude in dolcezza, con i tanti dolci preparati in casa, golosi e genuini, scaldati dal camino al centro dalla sala o ospitati dall’ampio spazio all’aperto, da cui osservare i tanti animali: papere, cigni, daini, maialini, che faranno la gioia dei più piccoli. Per chi non resiste al vizio del fumo, una sala riservata da cui godere della vista incantevole del parco. 77 A TAVOLA NEL RINASCIMENTO U di Enrica Muretti e Bruno Cantamessa U na delle date destinate a cambiare la storia della cucina europea è sicuramente il 1492. L’anno in cui Cristoforo Colombo scoprì il Nuovo Mondo, aprì anche le porte a una vera e propria rivoluzione alimentare, offrendo all’Europa una vasta gamma di prodotti ancora sconosciuti, che produsse una grande variazione dell’alimentazione contadina, fino a quel momento costituita da pane, verdura, zuppe, frutta e ortaggi. Giunsero il mais, il pomodoro, i fagioli, i peperoni, le patate, il cacao e le zucche; però ci volle ancora molto tempo prima che il loro consumo divenisse familiare, superando l'iniziale diffidenza delle popolazioni. Queste infatti dovettero acquisire una più approfondita conoscenza delle nuove derrate ed impararne un uso appropriato, prima di poterle gustare appieno. Tipico esempio sono state le patate: di esse venivano utilizzate solo le foglie e non il tubero, non sapendo che queste contengono una tossina velenosa. Il tubero cominciò a essere consumato in larga scala solo dopo il 1663, quando una grande carestia obbligò le persone affamate a cibarsene. Lo stesso discorso fu per il mais, che iniziò a essere apprezzato solo dopo le numerose carestie e pestilenze e che, sottoforma di polenta, divenne il re sulle tavole dei contadini. Per quanto riguarda il cacao e la bevanda da esso derivata, la cioccolata, anch’essi conobbero il massimo splendore dopo il Seicento, quando la cioccolata divenne bevanda di re e principesse. Il Rinascimento, movimento culturale e artistico sviluppatosi in Italia fra il XV e il XVI secolo, esercitò vasta e profonda influenza su tutta la civiltà europea fino al XVII secolo. Lo splendore, la perfezione, la magnificenza e il senso edonistico, caratteristici di tale movimento, coinvolsero anche l’aspetto gastronomico. Sulla tavola comparvero per la prima volta il bicchiere individuale, la forchetta, gli stuzzicadenti, il tovagliolo e vennero inventati molti utensili per usi culinari, come le rotelle tagliapasta, i setacci e gli spremiagrumi. Bruno Cantamessa La forma e la presentazione dei piatti presero il sopravvento sul contenuto e sul sapore. Comparvero le minestre preparate con brodo o latte, riso e cereali, mentre le carni più pregiate erano selvaggina e pollame. È di questo periodo l’abitudine di avvolgere le carni in croste di pane. Inoltre, alla fine del Quattrocento, fecero la loro apparizione le paste “all'italiana”: maccheroni e vermicelli conditi con uvette oppure con burro e sale e le prime paste ripiene, antenate dei tortellini. Ricetta tratta dal libro “La Cucina Storica, percorsi alimentari dal Medioevo al XX secolo” di Bruno Cantamessa Cibreo È una ricetta tipica toscana che ha molti contatti con la francese Finanzière, a sua volta ispiratrice della Finanziera piemontese. Ingredienti (per 4 persone) 500 g di fegatini di pollo e di fagioli, 1 cipolla tritata, 4 foglie di salvia, 50 g di burro 2 cucchiai d’olio extravergine di oliva, 2 tuorli d’uovo, ½ limone, brodo di pollo, farina, sale e pepe Preparazione Far imbiondire la cipolla nell’olio e nel burro, senza farla colorire. Togliere il fiele ai fegatini e tritarli con i fagioli grossolanamente, infarinarli e unirli alla cipolla con qualche foglia di salvia, sale e pepe. Lasciar cuocere a fuoco medio per 10 minuti, bagnando col brodo; togliere il tegame dal fuoco e unire i tuorli precedentemente sbattuti col succo di limone. Lasciar riposare alcuni minuti e servire l’intingolo su fette di pane toscano casereccio leggermente abbrustolite. I Convivi storici al Castello di Vasanello Per degustare le prelibatezze storiche dello Chef Bruno e per conoscere la preparazione delle preziose ricette antiche, l'appuntamento è al castello di Vasanello ◆ Info: [email protected] Insider di Angelo Troiani N umerosi studi hanno dimostrato che, in presenza di fogliami aromatici o fiori profumati, l’olfatto trasmette al cervello potenti stimoli, istantaneamente tradotti in sensazioni di benessere. Per realizzare giardini incentrati sulle fragranze, serve introdurre esemplari con forte presenza olfattiva, programmati per apparire in successione nell’arco dell’anno. La stagione fredda offre il delizioso conforto del chinonanthus praecox (calicanto), hamamelis, sarcococca, mahonia, dafne e alcuni viburnum a foglia caduca, che si accompagnano a numerose erbacee e bulbose di facile coltivazione, come primule, giacinti, narcisi e mughetti. Il rigoglio floreale della primavera si arricchisce costantemente di aromi, grazie a piante di facile coltivazione: osmanthus fragrans dal profumo intenso, myrtus comunis, viburnum tinus, philadelpus, che emana per tre/quattro settimane un aroma inebriante. Nel periodo estivo abbiamo una quantità enorme di piante da utilizzare: rampicanti, tutte le varietà di gelsomini, caprifogli, rose, agrumi, alcuni tipi di ligustrum, pittosperum tobira, heliotropium (vaniglia), syringa vulgaris e tante altre. Non dimentichiamo poi le lavande e tutte le aromatiche che, oltre a profumare il nostro giardino, lo abbeliscono con il loro fogliame dalle diverse tonalità di verde, grigio e giallo oro. La scelta delle specie non dipende solo da specifiche esigenze e dalle dimensioni del giardino, ma anche dal gusto personale. Tuttavia è importante evitare di mescolare fragranze molto diverse, soprattutto negli spazi ridotti, per non creare confusioni olfattive. È consigliabile in questi casi pianificare con cura la collocazione delle piante, in modo da non sovrapporre gli aromi, evitando fioriture coincidenti. Una strategia interessante può essere il raggruppamento in aree separate a secondo delle tipologie. Non dimentichiamo infine che il profumo si esalta con il sole, ed è a sua volta preferibile scegliere posizioni riparate per evitere che venga disperso dai venti ◆ Caprifoglio Chimonanthus praecox Cronaca di un giorno di maggio L ’ Syringa pasteur Lilac syringa vulgaris Hamamelis Japonica Viburnum plicatum inverno sembra finalmente averci abbandonato e arriva adesso la voglia di allontanarsi, almeno per un po’, dal grigiore cittadino per respirare una boccata d’aria fresca, di relax e spensieratezza. Non serve necessariamente andare lontano, a volte è sufficiente trascorrere qualche ora nel verde per fare il pieno di energia e buonumore. Occorrono pochi minuti di macchina dopo l’ufficio per giungere a destinazione e godere delle ultime ore di luce immersi nella natura. Basta dare uno sguardo al parco: otto ettari rigogliosi in ogni stagione, abitati da daini, papere, porcellini e cigni, rallegrati dal canto dei molti uccelli e dal gracidare delle rane. In un tale scenario è impossibile non ritrovare immediatamente il buonumore, confortati da sapori veri, con un menu che è un inno alla grande tradizione della cucina italiana, dove emergono con il corvo allegr N Il giardino dei profumi Il corvo allegro Seven Hills Village, Via Cassia, 1216 al km 13 - Tel. 0630362751 (provenendo dal Raccordo, uscita n. 3) La Giustiniana Domenica aperto anche a pranzo www.ilcorvoallegro.it, [email protected] forza i sapori di una materia prima scelta con cura ed elaborata con semplicità. Primi piatti e pesce freschissimo, verdure e tanta carne cotta alla griglia, senza tralasciare una bella scelta di dolci, un goloso carosello che non poteva certo dimenticare la pizza cotta nel forno a legna. Un menu che riesce a soddisfare anche i palati più capricciosi, mettendo d’accordo grandi e piccini, che troveranno qui tutto l’occorrente per trascorrere feste di compleanno in allegria, con giochi gonfiabili, animazione e intrattenimento musicale. Il Corvo Allegro, infatti, unisce alla sala con la grande veranda da cui godere una strepitosa vista sul parco, anche uno spazio disco pub, perfetta scenografia per le feste pomeridiane dei bimbi e quelle serali dei più grandi. Basta prenotare per trasformare una giornata qualsiasi in un momento di festa e di vacanza. Insider Architettura 80 di Maria Laura Perilli Masseria Pavone - Interno di un appartamento, camino - www.trullionline.com P Masseria Pavone - Cucina - www.trullionline.com P uglia, Valle d’Itria: uno dei paesaggi più antropizzati del mondo, segnato da tendopoli di pietra, i trulli, che catturano lo sguardo di qualsiasi viaggiatore, anche del più disattento e superficiale, per l’originalità delle forme, dei volumi e per la sapienza costruttiva in essi concentrata. ‘Trullus’, è così che la voce latina sottolinea generalmente una tipologia costruttiva che termina verso l’alto a cuspide. È veramente il caso di dire che l’origine di questa architettura si perde nella notte dei tempi. Gli studiosi della materia sono propensi a farla risalire all’età del bronzo e ad ipotizzarne la provenienza dall’Oriente. La tipologia e la destinazione del trullo sono varie: abbiamo ‘i trulli di Alberobello’, considerati patrimonio dell’umanità dall’Unesco, poiché rappresentano un caso decisamente unico di alta concentrazione di questa architettura, oppure quelli a ‘pareti cilindriche’ o a ‘tronco di cono, piramide o gradoni’. Molti trulli, oltre che ad abitazione, sono utilizzati come stalle o magazzini, accanto alle grandi masserie fortificate. Il materiale predominante per la loro costruzione è la pietra calcarea, dalla quale vengono ricavati blocchi tagliati rozzamente, disposti secondo uno strato doppio, in modo da costituire murature alte circa 2,3 metri, con uno spessore variabile da 80 centimetri ad oltre 2 metri. Le murature sono del tipo a ‘secco’ e normalmente le pietre più piccole mescolate a terriccio o pietrisco sono utilizzate per riempirne le fessure. Su questa base viene costruita la cupola a forma di cono. La struttura portante del cono, costruita in pietre lavorate, disposte all’interno di anelli concentrici, è detta candela; il manto di copertura e finitura è ottenuto con le chiancarelle, lastre di pietra poste a secco ed aventi uno spessore di circa 7 centimetri. Alla sommità della candela è posto un pinnacolo, una vera e propria scultura dalle forme più inconsuete. Normalmente il trullo ha piccole finestre non superiori a 50x50 centimetri che, in sinergia con le spesse murature, contribuiscono al mantenimento di una temperatura interna oltremodo costante. Una piccola scala esterna, ricavata nel corpo della struttura, permette di salire agevolmente sulle coperture ai fini della manutenzione. Le murature sono generalmente intonacate all’interno e all’esterno e tinteggiate con latte di calce bianco; in taluni casi la pietra è lasciata a vista ma tutte le fessure, interne ed esterne, vengono stuccate per evitare l’infiltrarsi di insetti. È usanza, poi, sulla parte del cono orientata a levante, tracciare segni propiziatori le cui origini sono cristiane o di natura magica. I trulli sono parte integrante del paesaggio della Valle d’Itria e con esso debbono necessariamente essere salvaguardati. Ad oggi questa Valle rischia ancora di perdere quei valori paesaggistici che l’hanno resa famosa nel mondo; l’auspicio è il varo di una legge di tutela severa che, in assonanza con quanto giustamente proposto da Vittorio Sgarbi, porti ad un censimento di tutti i trulli esistenti, dilatando quell’attenzione, che attualmente riguarda la sola Alberobello, a tutti gli innumerevoli gioielli architettonici disseminati su quel territorio ◆ Insider Architettura 82 L’ARA PACIS e Richard Meier F di Antonella Pirolli F in dal suo apparire sulla scena romana, il museo dell’Ara Pacis dell’architetto americano Richard Meier è stato messo in discussione, odiato e molto vicino a esser demolito. Ma ora, dopo la conferenza sulle grandi opere tenuta a Roma il 7 e l’8 aprile, si prepara a importanti modifiche, che saranno effettuate con il benestare del suo progettista. L’involucro moderno costruito intorno al grande altare augusteo, diventerà il polo di attrazione di un grande parco, situato tra il lungotevere e le chiese barocche adiacenti a piazza Augusto Imperatore. Il sindaco Alemanno ha illustrato il progetto che innanzitutto prevede la demolizione del muro in travertino di Tivoli, che limita la strada dal lato del fiume, per far posto ad un’ampia terrazza-belvedere, affacciata sull’Ara Pacis e sulla piazza. L’architetto Meier si è dichiarato concorde con le modifiche richieste, anche perché l’idea di un parco c’era già nel suo progetto originario. Quindi, tutti d’accordo! Sia il sindaco, che fin dal suo insediamento aveva definito il Museo dell’Ara Pacis “uno sfregio per la città”, che il progettista, il quale accetta la rivisitazione del monumento, convinto dalla soluzione proposta dalla giunta capitolina. D’altra parte il principale colpevole di tanto astio nei confronti dell’opera di un grande architetto contemporaneo come Meier è sempre stato il famigerato “muretto” dell’Ara Pacis, accusato di interrompere “il dialogo tra la città e il fiume” e di nascondere la facciata della splendida chiesa di San Rocco. Per questo in passato venne già accorciato e abbassato. Comunque anche la piazza antistante il museo, dove ogni giorno sostano migliaia di visitatori, sarà in parte modificata dall’ampliamento della fontana. In questo modo la pietra, l’acqua e la luce, elementi imprescindibili nelle opere di Distribuzione di prodotti e tecnologie per: Termica Climatizzazione Trattamento acque Energie rinnovabili: solare termico solare fotovoltaico geotermia Richard Meier - dal Getty Center di Los Angeles al Museo di Arte contemporanea di Barcellona - resteranno protagoniste indiscusse. Gli addetti ai lavori assicurano che i cantieri partiranno a breve e che saranno completati entro due anni, affiancati da un project financing per la realizzazione di un parcheggio interrato, che sarà collegato a un percorso sotterraneo, il cui progetto era già stato presentato e discusso nel 2004. Questo tunnel incanalerà il caotico traffico del lungotevere, proprio all’altezza dell’opera di Meier. Contemporaneamente si provvederà al restyling di piazza Augusto Imperatore, idealmente ed intimamente legata al mausoleo dell’Ara Pacis. Si avrà una trasformazione nel centro storico della città che dovrebbe seguire i dettami dello stesso Meier: “Valorizzare il passato sollecitandone l’interazione con il presente, offrendo servizi e infrastrutture” ◆ biomasse Il nostro campo di intervento spazia dal residenziale all’industriale Engineering Studio di fattibilità tecnica ed economica Assistenza nelle pratiche per agevolazioni fiscali Analisi energetica certificata TermoIdraulica di Quadrana Fabio & C snc Via Portuense, 2415/C - 00054 Fiumicino - Roma Tel. 06 6505252 - Fax 06 65049756 [email protected] - www.quadrana.com La sede centrale di Campari, una delle realtà più importanti nel settore beverage a livello globale, è stata ufficialmente inaugurata lo scorso marzo in occasione dell’apertura della nuova Galleria Campari con la mostra ‘Depero con Campari’, anteprima di una serie di celebrazioni red passion previste per il suo centocinquantesimo compleanno Galleria Campari - Depero con Campari RIQUALIFICATA LA SEDE DELL’AREA EX CAMPARI di Alessandra Vittoria Fanelli N N ata praticamente con l’Unità d’Italia, la società Campari, per festeggiare compiutamente questo suo anniversario, ha inaugurato la Galleria Campari ospitata nella palazzina liberty risalente al 1904. L’edificio è stato ristrutturato e ampliato dall’architetto Mario Botta con Giancarlo Marzorati dello Studio Marzorati Architetti, per dare vita agli uffici amministrativi di Campari e riqualificare la zona circostante. La ristrutturazione della ex-sede Campari è stata imponente e articolata su due corpi di fabbrica principali incernierati tra loro. L’uno denominato torre ha nove piani fuori terra e due piani interrati, mentre l’altro ha la conformazione di un ponte e ha due soli piani, il quarto e il quinto, oltre ai due interrati. I due edifici sono stati completati da ulteriori due aree: la prima, costituita dall’antico edificio industriale dell’inizio del secolo scorso (che precedentemente ospitava la produzione di Campari) è stata destinata all’ampliamento e all’organizzazione degli open space degli uffici commerciali, e la seconda, ricavata sempre dalla palazzina liberty, è stata trasformata in una grande lobby, una specie di piazza-agorà caratterizzata da un rivestimento curvilineo che digrada verso uno specchio d’acqua, realizzato in legno lamellare con copertura vegetale. La sapiente mescolanza dei materiali che caratterizza l’intero edificio rivela una grande creatività soprattutto per l'utilizzo di materiali tradizionali in modo innovativo (ad esempio, la seconda facciata in cotto che caratterizza tutto l’insieme, diventa anche un elemento funzionale). Galleria Campari Sede Campari Una scelta molto rigorosa poiché i progettisti Mario Botta e Giancarlo Marzorati hanno preferito introdurre un numero limitato di materiali per ottenere un risultato omogeneo. Nell’edificio si mescolano infatti, con grande armonia, il vetro delle facciate e delle pareti mobili, il cotto toscano del brise soleil, il granito bianco utilizzato per pavimentare gli spazi comuni (reception, lobby, scale e vani ascensori fino al piano terreno), il gres porcellanato grigio antracite per gli uffici ed il legno del controsoffitto e delle boiserie che ricopre i corpi interni dove si trovano i vani scala degli ascensori ed i locali tecnici. La Galleria Campari è invece situata nell’avancorpo che si estende su due piani, il primo dedicato all’esperienza Campari, quello superiore riservato a mostre di arte come quella aperta al pubblico lo scorso 18 marzo con la mostra temporanea dedicata a Fortunato Depero, primo grande rappresentante della comunicazione Campari. Entrare nella Galleria Campari è come entrare in un affascinante viaggio multimediale interattivo che racconta il percorso del marchio attraverso le espressioni dell’arte moderna e contemporanea dal 1860 ad oggi. Il percorso interattivo della Galleria Campari è stato realizzato da AP Consulting, con la supervisione di Armando Peres, direttore del progetto multimediale e di Marina Mojana, alla quale è stata affidata la direzione artistica: un percorso che, grazie all’uso di nuove tecnologie, ripercorre la storia di Campari e il suo connubio con l’arte anche attraverso i più innovativi linguaggi contemporanei. Un’esperienza sensoriale completa che coinvolge completamente il visitatore che percepisce il carattere red passion del marchio anche attraverso la vista, l’olfatto e l’udito. Altro evento significativo per celebrare il 150° anniversario, è l’etichetta della bottiglia che da sempre è stato l’elemento distintivo e riconoscibile di Campari. Dettaglio facciata sede Campari con logo Depero Galleria Campari - 1960 Nanni Galleria Campari - 1936 Sacchetti Tobias Rehberger - Vanessa Beecroft - Avaf Campari Limited Edition Galleria Campari - 1921 Cappiello L’azienda ha quindi invitato tre grandi artisti di arte contemporanea: avas, Tobias Rehberger e Vanessa Beecroft di re-interpretare le Art Label Campari per riaffermare il forte legame naturale di Campari con l’arte e le sue variegate espressioni. Tre opere d’arte in edizione limitata, ricche di significato, dove l’etichetta e la bottiglia diventano protagoniste del carattere dell’aperitivo italiano per eccellenza. Campari, sinonimo, nell’immagine collettiva, di red passion una passione che l’inaugurazione della Galleria, ha espresso compiutamente ◆ Insider Design 88 89 M IL POLICARBONATO IN VERSIONE “SPORTIVA” M etacrilato, plexiglas, policarbonato e vetro. Materiali che permettono di giocare con le trasparenze pure che ne connotano la natura, quasi impalpabile ma dal cuore duro, resistentissimo. Soluzioni innovative per forma e fattura, per disegno e realizzazione: ecco un breve excursus tra quelli che sono alcuni dei tanti oggetti di design che questo mese abbiamo selezionato per voi. I progettisti, stavolta, si sono dilettati a utilizzare proprio quei materiali trasparenti per creare una dialettica del tutto nuova tra oggetto di consumo e utente finale. Una dialettica fatta di libertà di espressione e leggerezza delle forme. MAGICHE TRASPARENZE Sportiva nel nome, che rimanda al cuore pulsante della Fiat (vale a dire la divisione sportiva, per l’appunto), ma anche nel disegno. È lei, la sedia Abarth, partorita dalla mente tanto geniale quanto estrosa del designer Fabio Novembre che, mai sazio di progettare sedute, dopo l’originale +13 a forma di vaso e la “curvilinea” Him&Her fa di nuovo centro con questo originalissimo modello. La Abarth è caratterizzata da forme dinamiche, come quella della seduta monoblocco in policarbonato trasparente, o delle gambe a sbalzo in alluminio. Ricercata nei volumi come pure nei dettagli, primo tra tutti il rivetto rosso che contrasta con il resto della struttura, la Abarth è una sedia performante e dalla spiccata personalità. Proprio come una macchina sportiva. L’ESPERTO SPIEGA di Emiliano Brinci Plexiglas®, perspex® o ancora, erroneamente, plexiglass o plex. Tanti nomi per parlare dello stesso prodotto: il metacrilato. I primi due menzionati altro non sono che dei marchi, forse i più noti per “anzianità”, i primi a entrare nel nostro paese. Gli altri, insieme a una innumerevole lista di nomi aggiuntivi, formano il vastissimo vocabolario dell’acrilico. Forse gli unici a riconoscere le differenze tra questi materiali siamo noi artigiani che li lavoriamo. Questione di odori nel momento del taglio e della fresatura, di durezza durante la spazzolatura o di grado di rammollimento nella termoformazione. Il polimetilmetacrilato (o PMMA) è una materia plastica formata da polimeri del metacrilato di metile. Nel linguaggio comune il termine metacrilato si riferisce generalmente proprio a questo polimero. Di norma è molto trasparente, persino più del vetro, al punto che possiede caratteristiche di comportamento assimilabili alla fibra ottica per qualità di trasparenza. Ha inoltre la proprietà di essere più o meno, in percentuali diverse, infrangibile a seconda della sua “mescola”. Per queste caratteristiche è usato nella fabbricazione di vetri di sicurezza e articoli similari, nei presidi antinfortunistici, nell’oggettistica d’arredamento o architettonica in genere. Per chi volesse approfondire l’argomento, si rimanda al blog www.designtrasparente.blogspot.com e, in particolare, alla rubrica “Le materie plastiche”. Un viaggio tra giochi ottici, materiali puri e minimalismi futuristici di Valentina Falcinelli COLLEZIONE FUNNY-TECH Tavolo Portafiori Sedie Tecnologica, con brio. Scanzonata, dinamica e colorata, ma anche rigorosa. Questa la collezione, che ci piace definire “funny-tech”, del designer franco-giapponese Emmanuelle Moreaux. Un artista che è riuscito a combinare tra di loro elementi che ci rimandano con la mente alla nostra infanzia, fatta di colori, plastilina, regoli e cannucce. La sua collezione di complementi d’arredo totalmente in metacrilato si compone di tavolo, sedie, scatole, porta fragranze e vasi per fiori. Tutto quello che serve, insomma, per creare un ambiente funny-tech anche nella più rigorosa delle abitazioni. Il tavolo Shifabu, come pure le sedie cannuccia, sono realizzati con un piano di plexiglas trasparente su cui sono state conficcate delle cannucce coloratissime, sempre in plexiglas. Il tavolo ne presenta ben 56, distribuite in maniera apparentemente casuale, ma atte a distribuire in modo uniforme il peso. Esse, conficcate in parte nello spesso ripiano, sembrano quasi immerse nell’acqua, sfidando così la crudele legge di gravità che le vorrebbe posizionate al contrario. L’effetto ottico è dato sia dalla trasparenza del materiale, sia dai giochi creati dalla luce che si rifrange sulle superfici pure e su quelle colorate. Se alla base del tavolo c’era l’idea dello shifabu o di un prato multicolor, il concetto dal quale sono nate le sedie riprende il mikado, il gioco da tavolo giapponese. Un piano di acrilico viene sorretto dalle stecche colorate disposte obliquamente. Nonostante visivamente la struttura sembri tutt’altro che stabile, in realtà lo è, anche se probabilmente l’aspetto connesso al comfort, in un oggetto di design come questo, è evidentemente lasciato in secondo piano. Abarth - Fabio Novembre -Casamania IDEE SOSPESE Le idee sono eteree, inafferrabili, voluttuose. E Idea, la creazione firmata Atelier DesignTrasparente, ne rispecchia fedelmente l’essenza. “Idea è un sogno, la voglia di dare forma e senso ai nostri pensieri. Idea è la nostra personale interpretazione dell’essere ‘transformer’ non come oggetto, ma come concetto, idee che cambiano, che evolvono, che si rafforzano, che si realizzano. Ecco allora il nostro oggetto che prende forma, diventando un giardino sospeso, un angolo di natura, di ricordi e affetti che si colloca in uno spazio abitativo sempre più compresso, negli spazi dove le funzioni si sovrappongono e si mixano l’una all’altra”. È con queste parole che i due progettisti Emiliano Brinci e Francesca Soluzioni parlano di Idea, un oggetto destinato a diventare il protagonista dello spazio “aereo” delle abitazioni moderne ◆ Insider Design PERGOTENDA - MILLENNIUM TENDE DA SOLE - ARREDI ESTERNI Via di Santa Cornelia, 5 - Zona Industriale Formello (RM) Tel. 06 90400430 - Fax 06 90405016 [email protected] - www.sunshop2.it OUTDOOR DESIGN, PER EMOZIONI SENZA TEMPO di Vittoria di Venosa Corradi - Modello Foglia rivenditore autorizzato MBM Biliardi - Biliardo esterno chiuso e aperto Corradi - Modello Intrepid Ortofabbrica Moroso linea Tropicalia Con l’arrivo dell’estate germogliano non solo i fiori ma anche le proposte di arredo per esterni per vivere in armonia il mondo sempre più glamour dell’outdoor living A A primavera inoltrata esplode la voglia di vivere sempre più en plain air e le maggiori leader del settore dell’arredamento per esterni sorprendono per la loro capacità di interpretare la vita all’aria aperta fatta di libertà, funzionalità e relax. Quindi anche gli arredi pensati per vivere l’esterno meritano di essere ‘vestiti’ con la stessa attenzione che dedichiamo all’arredo per la casa. Le nuove soluzioni e i nuovi concept per l’arredo outdoor sono stati presentati recentemente a Milano nell’ambito del Salone Internazionale del Mobile e del ‘Fuori Salone’, vivace e imperdibile kermesse che di fatto ha messo a dura prova gli addetti ai lavori nel doversi districare tra le diverse affascinanti proposte. Mobili, accessori e complimenti d’arredo funzionali, allegri, modulari e ovviamente hi-tech sono state le ultime novità dei mobili pensati per l’outdoor living (nuova magica parola che esprime compiutamente il concept dei mobili per esterno) che arrederanno i nostri giardini, piscine, terrazze, dehor privati e pubblici, di cui presto ci innamoreremo. Come infatti non innamorarsi dell’outdoor proposto da Corradi, azienda leader del settore, che ospite di SuperstudioPiù, zona vibrante di via Tortona, ha raccontato la sua filosofia progettuale Ego Paris linea Kama capace di emozionare: 500mq di total look con proposte di vivere in contatto con la natura. Luoghi tutti da inventare con arredamenti adatti per ricevere gli amici su un terrazzo attrezzato con la raffinata collezione Foglia, nuovissima serie di divani, tavoli, chaise longue contraddistinta da un pannello trasparente a forma appunto di ‘foglia’, disegnata da Gianluca Rossi, designer e direttore creativo dell’azienda, o trascorrere una serata sotto le stelle discretamente protetti dalla copertura scorrevole ad impacchettamento Pergotenda®, vela fluttuante dal segno inconfondibile declinata in differenti e inedite soluzioni in grado di rispondere ad ogni esigenza di living space in modo confortevole e piacevole. Sempre in zona Tortona, Ortofabbrica, il progetto ideato da Angelo Grassi, ha presentato in una sorta di grande serra divisa in due aree indoor/outdoor, la sua ultima collezione di arredi per esterno denominata ‘vegetale’, una serie di prodotti eco-sostenibile e ovviamente rispettosa dell’ambiente. Il giardino di Missoni, prodotto da T&J Vestor, gioca invece su un tripudio di colori, segno distintivo della nota griffe di moda. Infatti Cordula, la sua ultima collezione di divani e poltroncine per l’outdoor design, con cuscini e pouf a stampa floreale, ha la capacità di trasformare lo spazio esterno in un magico luogo incantato. Insider Design 94 Nello showroom di Moroso, azienda leader di imbottiti e protagonista del ‘made in Italy’, è andato in onda l’intrigante outdoor collection Tropicalia firmata da Patricia Urquiola. Leggera e geometrica Tropicalia, realizzata con un intreccio di fili che rievocano un prisma alla luce del sole grazie al gioco di sovrapposizioni, è frutto dell’intelligente connubio tra tecnologia e creatività: un nuovo modo allegro e divertente e per arredare con stile terrazze e giardini. Nei padiglioni del Salone del Mobile invece si è notato il design pulito ma sospeso nel tempo della collezione Kama, disegnata da Benjamin Ferriol per la casa francese Ego Paris. Una linea modulare di divani, lettini e tavoli capaci di trasformarsi e di adattarsi per ogni esigenza di vivere all’aria aperta, sia per un esclusivo tête-à-tête o per una cena conviviale e divertente tra amici. Coro modello Branch design Ilaria Marelli Oudoor design anche da Singapore Mozaic, importante collettiva di produttori provenienti da Singapore, che ha presentato Mondeo Collection, un’avvolgente chaise longue a due posti con braccioli (design Adrian Chua, Widya Yuniarti e Jonathan Tan per l’azienda Think) realizzata in Raucord, particolare intreccio sintetico che ricorda il rattan. È di ‘made in Pircher’, storica azienda altoatesina che ha saputo tradurre la tradizione locale di lavorazione del legno in un know how progettuale, la linea Take Away affascinante combinazione di materiali pregiati dal design essenziale e sofisticato per un vivere all’aria aperta che permette di reinterpretare gli spazi aperti con originalità e raffinatezza. Ancora dal profondo Nord arriva la collezione Tolda di TPL (Teakparkline) realizzata in pregiato teak che interpreta in Teakparkline modello Tolda FALEGNAMERIA Pircher modello Take Away Mondeo Collection Mozaic Singapore modo elegante il vivere all’aria aperta, come un lungo viaggio nel tempo e nello spazio quotidiano. Nel classico multistrato bianco è anche l’abbagliante proposta dell’eclettico designer americano di origini egiziane Karim Rashid, che per la casa spagnola Vondom ha progettato Vertex una linea di tavoli e sedute per esterno dal forte valore materico. Infine da Coro, altra azienda leader del mondo outdoor, troviamo Branch, una divertente collezione di tavoli e sedie per giardino disegnata da Ilaria Marelli che coniuga sapientemente il visibile con l’invisibile per assaporare con gioia la fluidità dello spazio esterno. Tante proposte eclettiche, etniche, classiche e raffinate per godere appieno l’arrivo della prossima estate con arredi outdoor adatti a tutte le esigenze di spazio e di... costi ◆ Vondom modello Vertex di Karim Rashid ARTIGIANALE elementi d’arredo francesco amoroso artigiano DI.EFFE Arredamenti Srl Via G.M. Terreni, 44 Roma trfrc 349 2852606 [email protected] www.mondoqubo.it Sacrofano ville unifamiliari su due livelli fuori terra nuova costruzione rifinitissime pt: ampio salone con camino due camere cucina abitabile doppi servizi p1: due camere bagno allarme aria condizionata terreno pianeggiante di mq 10.000