Z STUDI SUL LEOPARDI. r B^ZUMBINI. STUDI PiUMO SUL PBBioito posnco. LEOPARDI. — A' FIRENZE, ». SABBERÀ, EDITORE. Compiute e le traduzione formalità sono prescritte riservati. dalla Legge, i diritti di riproduzione AI COLLEGHl MIEI FACOLTÀ DELLA NAPOLETANA DI FILOSOFIA E 155719 LETTERE. PEEFAZIONE. Io avrei non Leopardi, forse, e indotto a nostro sforzato quasi dei e nuove, per di quasi a essere quegli olocausto di delle presenti eroici di se a di avessero quei me, suo penda stu- meno di opere nando adu- egli veniva erudizione. Ci incredibili volontà, in a noscritti ma- del non quelle medesimo care certamente disegni di che nean- più vivente quali e antico zione ammira- mi dottrina sua pensieri atti mia le a sul manoscritti non anche innumerevoli ciascuna tesori sarei la immagine della suoi mi insieme così un* sovrano, mio proposito. Come mutar studi un i nuovi giovanezza, offrivano ingegno se non accrescendo studioso, altro ogni tempi, altri di saggi il resto, mia a far a ridestando e della memorie ad darne lui i vari autore, per pensato dopo in pubblicati lavoro, del più quel par che, fati- pevole consa- vantaggio dei vili PREFAZIONE. grandi fini che la vita sua delle Or che altro e quali aiuti dai Volli nuovi dunque rifare nella napoletane.Or carte antichi mi mia il ebbe Leopardi della ciò paresse che fatiche m' é parso fondato classica delF che qualche autore nel Né sullo primi concezioni che sformazioni corrispondentitra- le mie rifiutare di Bruto Minore e le dei studio adoperai per e non fermassero con- nei miei dopo dover e abbreviatura forma, ho le ne se di le nuove quel più particolarmente sulla più profondi, che Primavera, di mi diti, ine- interpretazionedelle e arte. volli ed le successive sua prometters im- scritti editi è sembrato della vita egli studi. E quelleidee generalionde, saggi,sperai chiarire poi quanti ! nuovi soltanto conferma E sé T antica doveva non vecchio suo dentro documenti i miei un all'opera? imprendere conservandone trovare arte. riaccendersi agevolezze e tutta poetica meno perchè occorreva che ecco non di riponesse mano e insieme riesce opere sentisse ammiratore fiamma belle ed proposti: ci stessa più sue s' era dottrina suoi canzoni Saffo.Anzi, poche mento, com- affetti della salvo correzioni di stincate di poter ristampare quei saggi presente volume, quali furono pubblicati la PREFAZIONE. prima E volta/ di fronte ai tanti lavori del genere stesso, fatti poi da che, pur Studiando io lavoro del singoli Iati sua onde al modo poter compiere un in le vorrei tutto della In Leopardi da sino di Zibaldone; suo questo, eh' e la il mio lo è una sostanza parte della mia In 1879 Giornale e vera e del novembre babilmente; pro- quella bella è mini ter- questo. Coi primi io del narro sino al tempo in cui il incominciato e in seguo gine propria enciclopedia,l'oridelle idee delle sue costituiscono che opere. Cosi la qualsiasistoria,fondata NapoL, i ciascuna quarto, poi, cerco svolgimento precipua * col trattando che egliaveva anno ganico: or- speranza, volume, 1818, cioè un meno oltrepassarei ad piano presente al o parti e quel vagheggiato immaginazione. più non assai mia capitoli del tre Vana sia riuscito caso, più quell'idea sovrana, non ogni studiando ri- e detto, speravo concorressero, temo delle varietà ho parti, pur animato. perchè organismo che illustrarne a nella cui propria! documenti lavoro un soggetto, maniera, lo unità i nuovi dunque far fede di vita povertà,vissero gli antichi di almeno altri, possano loro nella IX Napoli, 1880. Perrotti, prima quasi tutta fascicoli del glio lu- PREFAZIONE. sui documenti antichi, viene fondamento ad essa un fiume ero più ricca con la nel mosso ; dire intento per il punto onde al i viaggio, benché le anche assorto continuasse fino al a nelle e dei poi e si la e durante prive mente più immaginare nel un severe e a le successivi si possono le medesime non quelle cose, dico, le rivediamo, '23, tal modo vedute allora tinuo con- Così, tenendo ragionamento cose sul storico, esamino Y arte (chi saprebbe fingersi nella quanto meglio suo alla fine. Per il in sussidi, la componimenti entro entro interrotta tutto. suo composte e per il largamente Canzoni filosofica. E non noi solo nuovi sono quasi ordine seguire che, per arrivando da io ritorno dei che altre periodipoeticisino per ragone pa- d'entrare Leopardi, giovarmi OperetteMorali seguite senza quasi quel con del cose ancora le gV Idilli, è raria ripigliando V interpretazionelette- e un sempre ci par prima, precipuo suo poiché questa Zibaldone, principio per nelle il giungersi con- a mare. lo tutto ha più ampia, così, e dunque, delle può E nei nuovi. Percorso ora, che la seconda con naturalmente idee zione medita- il di primo poesia Leopardi zioni, speculapalpitare?), secondo, come PREFAZIONE. animate noi di novella affetto, parola che il nostro reiterando in del altre libro anche subito i io uno mile si- notizie quelle che pur compiuta riuscire sempre breve al la di e rimettermene, documenti già chi diversità il Viaiii,il che guardi di e ai a criteri tempi sono ad una rere ricor- tutti,di subito esser che, teso storia, ho in- la dei casi, ai molti stati pubblicatisin quanto, e tore, dell'au- senza ma presso più degli scritto necessarie biografìae ne cultori dirò possibile, nel averne nel mio soggetto ; buona lettori ; severi men sono state del quanto riguarda molti, di che altri alla vita sarebbero trattazione alla scusa, voluto interne I difetti avvertenze. stesso, per debitamente lodare a poche leopardiani.Scarsissime E di cosa degli antichi. certamente sono accennerò ne cagione ora. per sospirava e descriveva, stesso queste mio qui lavori hanno tutte qualche la coscienza sé si accorgeranno studi sorriso: e poeta Aggiungo ma mentre e quello spettacolo primaverile del mondo, a per vita XI pur con la maggiore d'intenti,hanno fatto il Mestica, TAntona-Traversi, Pellegrini, il Piergili, TAvòli, il Costa, il Benedettucci, la Teia- Leopardi,la Boghen-Conigliani,il Patrizi, il Ridella e altri,di cui forse non mi il Cesareo, ricordo Xn PREFAZIONE. in questo momento, di veramente che ciò che altri riguarda poi gli atteso i termini mi si e l'indole del E neanche a primi capitoliche più recenti lavoro stima poca delle del non sempre, dalle resto le mie hanno forse più perchè alla mia che Aggiungo insieme critici, costretto alle une mi nel Il con secondo alle parte volume. versa di- mento fonda- o o estetica. parecchi egregi annotazioni, giunte sia occorreva prova a su rare e che edizioni; né pochi accenni altre mie presente gran interpretazionestorica non dalle anzi che parola di miei nei citazioni, scarse servissero di rimandare posto altre sentirmi. con- giovanilidel cose per una che dell'operaaltrui medesime. condotto già stato e delle possibile im- avrei potevano specialmente se, trattano edizioni era quelle; loro mio di siero pen- ricordi quei autore, ho citato dalle antiche lavoro di farne e quasi largamente, come a priamente pro- scrittori interpretareil a e ristretto sono voglia imputare nostro più leopardiana, essendomi il citarli tutti voluto, mi quelli a studi questi medesimi hanno r arte e fare da nulla o poco dopo. critici di quanti che resterebbe nuovo venissero Per riconoscerà che sono avranno stato il XIII PREFAZIONE. In lavoro potesse pur culto anzi tutta degli mondo, egli è pensiero volle non noi ebbe tutti quegli meno che nostro italiano e da tempo quel un stesso culto impossibile. Portici, maggio 1902. tanto dei sia più vita prete interin e che angosce fetti, di- i suoi si siano più del e ed nelle moderno in cui che libero mai secolare, pensiero, illustri vivo, tesa in- ardimenti ogni soggezione di alto sempre della poeta grandeggia tori scritin compagna quali sperare i nostri la mente quel a poesia, tanto leggi quel sempre siderato con- da è tutti mirarono e l'arte, degna nel fra Quanti essere della bene eterna in di nazionale, supreme il mio se partecipazione il per Pochi mente vincolo Finché per le venivano. emula di secoli quelle lotte, ogni atto letteratura V arte e gliene indegno che meno. contento non Leopardi. Egli della cui la che più un cercare a da come ultimi il quanto il parer mai venga tutte sarei leopardiano di non io ultimo, la è e in degna esempi decadenza tichi. an- è Capitolo GIOVANILI STUDI I. ERUDIZIONE. DI I. Fu tale, che Leopardi, le prender tutti come la mosse storia del dal tempo cessando di mantenuti padre, Ma sguardo nei tutte quattro di lingue, storiche, altro più intendere lavori cose o cinque in conte di e di Prospero ZnvBiiri. di GIACOMO Succ. Pepoli, Le colla data : 1810 di fisiche o e ; latini; abbozzate o soggetti. Sospette- ristampa Mounier, collo dissertazioni italiani LEOPARDI, quinta una studi persino e ideate o opere Yiani, Firenze, Carlo e di al seguenti: verso, suo simo.^ mede- se intorno scienze; in e da casa insieme fatte anni un'infinità sopra Epistolario compiuta. lui goghi, peda- principii i dicenne, do- pur dei che maestro da prosa preparatore da in abbracciare le potrebbe egli, scolare teologiche, metafisiche, compiute * cui appieno letteratura componimenti al lo essere storia, occorrerebbe tanta e per in del precocità pensiero suo espressamente ebbe non la sanno, 1892, Bologna, raccolto ampliata II, 1826. 173: e nato ordie più lettera 2 CAPITOLO che remmo di in chi Ma molto lavoro, egli,per alcuna costantemente meta lui segua di dello movimento tempo, certa, ben fra le molte cui egli procedeva più spedito vie tentate, di presentimento Certo, dei futura lavori poesia,quale egli Per più essa, della forma dal quello a ad le sue e da di ideati compiuti o lescenza, dell' ado- che concepirla. poteva altra qualunque per egli passava scuola, forse proposto dal maestro, scelta ; per sua almeno o essere lo scolare essa credersi a traduzioni primissime scrittori manifesto con operosità mentale, sua per pregio appartengono allora felicemente della lavoro e il cominciar puerizia e quelli di maggior alla alcune grandezza. moltissimi il finir della tra ogni presto che, n'erano ce fatiche. amorosa avvede si spirito, avesse non di tante attenzione con dità fecon- e cui indirizzare a almeno parte una di studi ricchezza sì gran davanti avuto I. da E autore. Orazio il Min- e zoni, in latino, e poi i componimenti di data (come le Notti in * V Affrica,tutti Odi di dell' età Sanchinif libro undecimo dell'età I titoli di I casa, sono IjISOP M. che riportati ARDI, Nieraeyer, ec, sua questi recanatese, di libro si dal i molti tone Ca- altri LEOPARDI da D. G. nel- Sebastiano L. nell'anno II. innumerevoli nella in Clignoni xxxv e precettore tradotte conservano pubblicate 1878-80, I, 1810) GIACOMO Orazio, d'altri e da essendo sua, ; Odi del tre e certa Universale,il il Diluvio tradotte Orazioy decimo anno Puniche, già italiano^ in il Roberti italiani,come ciava comin- Opere sugli autografi e segg. scritti del biblioteca inedite recanatesi. netto giovidi di sua como Gia- Halle, 4 CAPITOLO là dove accennò alle la vena Ma rane/ almeno in invece la elementi effetto. del di suscitare a belle e Si deir arte, consista stile raro tradotti.^ di Anche del nella alcuno dei traduzione della ci si fa tolta parmi stanza imitati del verso netto giovi- eh' ei del cita, gareggiare a testo. Tanta Lettere e pregi più se Preliminare, dalle di anni la la cocità pre- poesia cui stanza so- Bettinelli a xv: Le battaglie dobbiam Como Pubblicati Nuovi i più chiara, ancor gua lin- degli Epigrammi parte il ma medesimo un meglio parola. dirsi quali aspira persino di il quello degli autori al Discorso confronti ; tanto vita dei predestinati abbondano non gli a ,soli 13 a può trattato talvolta di arte in pure periziadella pur simile qui genere vince * sono che (1812), parte originalie * umani, basta non una nell'arte eccellere cosa in poetico,che, pregio Qualche si cano man- riso,e ci abbonda affermare può, insomma, ad nella qui tal genere, in noi il intrinseci più età, è sempre con doti onde celia,direi, spicciola, che, mancando dello propri scarsa, costumi a delle e molto veramente fatti a sorci era altre E ricco. così travestimento e delle concezione una adatte più satirica allusioni quelle che, in battaglie dei proporzione si mostrava già le sua I. documenti Leopardi. do' sorci delle e cantar primamente dal intorno alla Firenze, Succ. rane mostrocci Le Omero. prof. Giuseppe vita e Monnier, agli Pibrgili scritti 1882, p. 265 di como Gia- e segg. STUDI Cidonia Lesbia ai Boccaccio recanatese neir maestro di Degno in anche di discorsi francesi dei e a di bocca si direbbe che afferma Eppure, in tanta bello, due ^ Saverio dello ' in * A. Befani, Questa tra eco un languido in parte fondato, era di esempio un prosa e in non inosservate. dell' abate versi Venezia, presso Adolfo XXII. coU' opera 12, 178. del Anche confrontato Egitto, tragedia pubblicata tipogr. sequela nella dedicatoria.^ ediz. seconda mente vera- Bettinelli ad quanto le con pp. e cialmente spe- alcuni 75-78 e tomo. stesso Pompeo s' passare in 8*10, particolare, va in epigrammi debbono XXI, tomo di tragedie (anche !) imitazione e ha giungeva Monaldo il Discorso Si confronti egli dava assai ma sulle cui inedite il frontespizio, Vi si sente lui a pure ondeggia tono egli stesso t. XXI MDCCCI, col 117 ed edite Bettinelli, Cesare, * non cose Opere In cui che questa gloria aspirò secondo secondo piuttostouna Metastasio, padre, suo venir dissi,a di- atti, nulla tre quello fioco, come per in del e cor an- critica, il lavoro, che il melodrammatico. e se questo lato, è Il dialoghi,il e r oratorio 1812.^ nel tragico, e agli arte. Egitto,composto, tragedia una per di gramma, epi- ed Ma nella e attenzione, per Pompeo suo francesi prossimo, come era dell' qualità delFAlamanni.* e nel!' erudizione mediocre giovane alle intorno miglioriepigrammisti del esempi il conservano si discorre là dove 5 ERUDIZIONE. DI gli Epigrammi} Ed anzi persin le parole: come sopra si talvolta esse GIOVANILI cura per di inedita di GIACOMO AvÒLI. ALESSANDRO 1884. lettera ha la data del 24 dicembre 1811. PARDI, LEO- Roma, CAPITOLO L'una è quale è dice il nobil chi consigli del alcun abbia ce vedere farci del carattere verosimile assai TAvòli, I. che fosse ritrarre lui in Teodoto perfido alcuna pericoloo T autore, voluto anche romano lui che No Moverà solo vede Romano i né vere rimuo- a Si sente Pompeo/ la è riva, madre. - soccombere saprà e altero ancor valore per Cesare contro Né d. bastano il Tebro gli eroi, del Nilo alcun Di età e : non Nascer stesso confidente, minaccia di ben come se queir suo il giovanetto dalla difesa nel Tolomeo, re anche solo: Che l'infido Fugga Sol empio sol pugnar, Come il possìara e della Cesare contro odio ec. - ^ che Pompeo di Cesare Att. I, Att. I, e amore inedite. « a babbo ed venivamo Ricordate seguita: e se. III. se. VII. egli pure " Mio entusiasmo in che soccombente, prendeva leggere Nota — con si lep:gono " glie batta- Omeriche discorso su noi peo Pom- le delle riflessioni leggendo. quantunque che imitazione — ammirasse età, accenni rappresentazioni eh' estinto prima certi da romana, a suo immoto, cadere sua fanciulli storia Simili — quello nome neUa tuttora recitato tiranno pel d' esser altri al appiè.^ anche vedere ostile sol armi squadre. far fronte me Leopardi, di e quelle di furor napoletane Carte sue insegne, ed e la turba fier tiranno Dei » vedrà me Insano, Me nelle stuolo, in faccia Duce preda lasci alle nemiche In * all'empio anco pur se » latino mio questo la sua cisione uc- facevamo ch'io dando condo se- sceglieva a Carlo ripugnanza ». il GIOVANILI STUDI Chi a versi quei sei anni nostro era ancor lui in egregi più sue sin d'allora di manifestazioni all'Italia,e l'eroe nella nel citato L'altra una delle luogo della di Ruba di nota metri. Per vicino e a minor non simile più che cui al giovane gli non fosse tocchi, nei il ponimenti com- verso garbo degli questi pregi, l'adolescente fra breve, studi con era che per si è la stessa della lingua poetica,già dimostrata l)erizia anche anteriori. Qui vediamo sciolto, trattato che prima persona Paralipomeni. delle due cose degne dei dogli splenden- vista, avrà l'ultima, poco egli stesso, spegnesse una olocausto, che volta, prima ad stesso se alla costantemente chiare canzone la per il non siffatto un dell' Italia poeta, vevano patriotta;ma già ferl'aspirazionead atti come d'immolare si affaccia poi il nato scritti ec, j" si trattava non adolescente, L' idea causa. gli ora qui di simile cosa V armi armi, qua la brama e parole qualche Certo nel non nobile L' ce dopo? ; che cosi in tali sente non ERUDIZIONE. DI altri già più ammireremo tutti gli altri attendeva. insieme II. A per data primissimi segni dell'amore tali il classicismo sin fra poco, ora e la debita quando quella mi famosa la leopardiano poesia, forse non importanza, come converrà chiarire conversione è stata dimostrerò in che letteraria sistesse con- che 8 CAPITOLO tutto il bene esser vero di altra che poi. venne Solo i disprezzasse natura, assoluta così ridurre al punto, contro interpreti.E veramente, prima ben barbarie, da sarebbe una cui, secondo mediocre Conoscenza, ciò diversa attendeva; stesso principiifossero peggio intanto, giunticol siam la concedere subito a II, 174 : pretesa si egligià nel cui dire in e tempo che tali loro medesimi, rimanere senza il di sé perdurare egli o, efiì- tempo citata al cui il Leopardi sette di opere intendimento a all'erudizione, stesso.* disciplinao lettera di Leopardi quattordicenne? maggior parte un' intera prima classicismo, discorso, vediamo notava cioè come formale a precorrere nostro coir espresso EpUL, in concepire disegni 0 ^ un senza esattamente qui di quale poi doveva nella al oserebbe potessero un sentenza, dubbio, cosa a pardi, Leo- desse, dei classici chi ma poca cacia sull'avvenire Ma si comune quella poesia che ancora, la senza da fino quel periodo conoscenza l'aveva. non che conversione colla salvato non lui per sogna bi- avvenire, dai suoi presto, all' erudizione, incominciasse che l'arte. dello stesso la sentenza suole fare studi a e pur, di non incondizionata giusto valore, suo qui, classici e esagerata poi,come doveva dico adolescente, volto il nostro che Un' affermazione certo quale principioe cagione considerare sogliamo I. anni, Ed che come eccolo ciassero abbrac- tutta un' età rica, sto- di giovare alla Pepoli. scienza *^ Astronomia, Il del immagine vivace giovinetto sublime, la quella per sopra di cui ammirazione tutto nobile Y « fenomeni giunge cedeva non ha nel di pregio se a al viver tore, giovine au- quella scienza a Iddio immediato oggetto per la Utile ».* del non di conoscere a concetto :", al come benefica discipline,sommamente più scienze straordinari più la « fisiche s' innalza.... e e quel tempo. a verso le tra uomo civile, r astronomia, che pensiero opere compiuta una porge suo medesimo, se le tutte è più dei causa ci adolescenza, sua maggiori le fra che, prima l' del- quella Storia alla vita. Così compose e della ERUDIZIONE. DI GIOVANIU STUDI le e cose divine. Due cui i sono più forte, * di MDCCCXI Giacomo secondo religione.Al della dell* Astronomia Storia tro, scienza; l'al- della Tuno egli è qui governato: assai dalla origine sua Leopardi : fino MDCCCXIII Vedi anche cit.,II» 19 e segg. Leopardi filologo. Napoli, Morano, F. sul 1891, p. 33, di pagine e Giacomo il discorso e ; neir si opuscolo, in quella onde che cui di pur Virgilio, sono Il quale, condizioni « tratta non traccia stesse s' intende Ibid., II, rare 23. e pure della di T argomento Storia; nell'opera destavano nel Né i ricordi, era suo maggiore, cuore qui dunque spirito. ma, filosofiche classici, p. es., di Omero come 46 aridissime considerazioni celesti. una nomia Astro- deW notizie qui capitolo i fatti facilmente, fugaci del di 1. n. quaderno un Abbiamo delle di poeti accompagnati, più primo commentati sono ch'esse e è tutto moderni. nel È 1814. compone e vi mancano, non immagini si di antichi di citazioni stesso Leopardi, Opere Studi Carte Dissertazione anno Moroncini, napoletane, ancora inedite, trovasi i l* origine, e primi progressi sopra le alV in inedite Tra da pensieri o piuttostogli amori del in e dì dalle Leopardi. una delle 10 CAPITOLO temendo altri non carattere dei pensiero le assai religioso,ma, è propriamente notizie di raccolta simulare da la per così attinta r autore, se di però già della e piuttostouna fonti ci dotto di poteva e cile Fa- essere. di valore che, seco intrin- vi sia talvolta poca nelle assai conoscere ci era, non o importanza. E antiche, cose le scarsamente stra mo- derne mo- dole persino quelle più corrispondenti all'in- e del lavoro. suo siffatta analisi una e giudicata,è la storia del prezioso per com' naturale, egli non era Storia dell* potrebbe pedantesca, tanto anche qualsiasimodo * che erudizione a astronomiche Questa dunque ma il difetto la stessa come autore ingegnosamente ordinate, mostrarne posticcia,0 Ma studi. storia, una organismo un sarebbe poi fette imper- o degli astronomi predetta ragione, non e allora scarse dei loro non continuamente scoperte della vita parte, direi, esterna non Poi, delle col scusa rivestito»/ mercè sentimento meno stesse, che se ne cognizioniscientifiche,il nostro sue discorre in divina per lettori. di dell' Evangelo, qualche artifizio,richiamato senza in di seguace ce cotal Sincerissimo al proposito,se suo avventuroso egli andava di cui» tuttavia, quasi meravigliarsene come possa al inopportuna cosa (( egli medesimo; sovente accenna I. Astron.^ II, 60. sembrare più sempre che ad T opera, documento Leopardi. Che riesce giusta in- essere se qui, lo sto- 12 CAPITOLO sulla Cillà Chiesa e I. editori poi corrispondeva con Giacomo, di cose per trascritta che il in dei col di da che ad dette cagioni,e lo attendere e al comuni Ma tali del deir vedremo a impulsi Perchè svolgersi non Or impero più il vario queste ultime, * ordinati In Studi da edìz. * ond' ei i fini le vano opprime- non e di che del cuore, sentire in già,come quest'opera delle condizioni storiche, da o meno prosperamente, alcun tempo, tempo PELLEGRINI Firenze, Mounier, documenti le di cui qui si Pietro 1853, p. cit.,terza stesse. ragiona. raccolti Leopardi, e ma sulle une delle condizioni GIACOMO Le PiBRGiLi, soddisfar spiritocosì PIETRO Nuovi e padre. potere al filologici poteva meglio del nostro persino da prevalere,per altre,secondo altre, quelle facoltà urgente si fanno pure lora al- gli sembrasse le attitudini air sottostanno Or ecclesiastica. aduggiavano alquanto quei immaginazione ora, cospicuo suo sforzi, se tali e tutto, certo or stessa. al e ottener eccitate come lui al maggiormente pili presto conseguire brame moti che quegli studi, a di in lui dovessero come essere aggiunga aspirando e qualche vori, la- i Frontone, si ciò affidava storia più operose, venivano dalle di e manifesto mostrarsi di sacerdozio, fuori erudizione ciò è tutto al metter A mano.* prelati,si sommi r intento traduzióne sua avviato figlio, favore lavoro di parte librai anche e copiava persino ne dalla si vede come e naldo Mo- di Damiala} arcivescovile Giordani, 120 e e conda se- segg. ediz., p. 42, n. 1. GIOVANILI STUDI fecero sì che del dei valor a e, E loro. il filosofo volte, dessero stupende Padri E medesimi. lontano loro complesso, prossimi lavori sui Saggio sopra gli quello stesso presente Storia, non nella parte dei materiali, solo idee le stesse ma buona una che sovrane governano.^ Benché dunque dicevo, le scarse, del pur degne son che cuore quasi più tracce giovane, inteso un di giamente egre- spesso popolari degliantichi (1815),^non molto più di tanto di tempo, ma viamo maggior pregio,tro- errori lo ai due larga preparazione e nel interpretate,sono, una testimonianze già quelle Chiesa, qui raccolte della Padri e T erudito Leopardi il campo, tenessero prove nel 13 ERUDIZIONE. DI alla "r a poeta; astri medesimi, dovuto della minuta cui e là obliando Per scienza. suo ei cammino, siffattamente e * Pubblicato Monnier, * per cura idee di a ViANl. 1. selva di errar che quella tali visioni scientifiche n. rico sto- cui, quasi verso talvolta PROSPERO Op. cit.,p. 34, come questa Di di avrebbe non se fino corre 1855. MORONCINI, sveglia intricate,ecco che innamorato, distinguerledalle non Si non entro gli si dilegui allo sguardo. non il dalle armonie pure lucente qualche immagine il e volgere lo sguardo loro se erudizione, c'è già splendore a anche nota; perchè dentro citazioni,in più lingue,fìtte qua queste, e come mancano, palpitar si sveglia:». dallo allora di più percosso quegli non rare, giunge e è a storiche, Firenze, Le 14 e CAPITOLO persino le commenta anch' le astri autori chiama errore, la scienza Se tanto ad un' incerta come degli vista celebri. Spesso poi, dietro abbandonare suo ai fantasmi poetici. che, quanto più s'allontana dalla scienza, più si interno; così, e del stringe al là anzi faccia par divino, che anche In sua simile qualche poi altra quella delle il cuore; del e mente vera- meditazioni. particolare diletto con quella a specie di errori cui è madre l'ignoranza delle cagioni: errori che poi precipua, anzi Così in un descrivesse unica di il felicità temeva al cielo gli Dei dando guarsero aves- i monumenti Egitto. Tunc aliquis limosa Piscator, * Storia * Ibid., II, dum nocte delVAstron.j II, 188. agitans ad oculos 126 e ad segg. flumina sidera ! umana il Fontano come non vere come quale, di notte, zodiacale, assunti considerare ogni ammira pescatore, un rapiti e fonte luogo ^ suo la luce doveva e poeta inglese stesse sue fedele una dell' infinito sentimento a zione medita- lunga ei trovava essa proposito, a una già gli riempiva tutto fermava che dove, tutt' altro Young.^ del dittatore suo interpretazionedi quel Si sovente non ricorda, è rava nar- consapevolezza del proprio correre per partenent ap- cui tratta dalla venute digressione quel esempio, del Così, meno o cose disciplinadi le vicende. più fossero se alla immaginazioni, ad avendo come esse origini e le belle I. Nili tollit. l' del- GIOVANILI STUDI Pyramidas, suis presente luogo il Leopardi, dovè mano, scrittori innanzi « obstupuit »! E pastorello,descritto Alla canto del pescatore quella a medesimo lui l'ingenuo del- piaciutoquel- simile da poi seconda di d'animo sembrare il fico, scienti- o l'inganno gli sarà la condizione gli dovè come forse ammirarvi tutto pescatore. Quanto r storico citandolo pur ricordato avevan intendimento con virorum, monumeota spoliare Irophoeis/ superos lui altri di prima referri astra super rapi veterumque iEgyplumque Se sìmul doluitque Obstupuit, 15 ERUDIZIONE. DI nel del suo Primavera: V onda tremar .... Vide, e stupì, che ne' caldi Scendea Polve L'erudito lato Così ei ricorda antichi, fé' cosi simili nel in ricco ce la un d'immagini cui altri seppe scienza poemetto secondo sopra nobile pontaniano t. IV, Opera, 3114-5. della o graziosa espressione di la pernico quale, Co- gli epiciclidegli estro astronomico, questi versi, il Leopardi non cita, occasioni, l'opera a cui appartengono; /. /. Fontani petrina, MDLVI, braccia. della cose bassa man caccia quelle in Algarotti », spirato da e Ricordando leggonsi di e « 585-589: verginee le ritrarre Fontenelle in le anche ammirava felicemente snoie e dall'immonda sanguigna giovinetto,pur proprie, * flutti,e della tergea Il niveo storia. Diva faretrata La palese al guardo non Meleororum intitolato: Basilese, ex oflicina com' ma egli essi liber, Henric- 16 CAPITOLO dato di deir piglioalla terra, Universo lungo ozio, una gran nel di parte fosse è rimasto ben che, dopo dialogo che il mai Ma la dagli astri ricordo, alla con la mente che brama sua alla dei ubbidisse o per ! idee: sue entro immagini la fin da qui principio presente affetti gli occhi che, opera, fabili gì'inef- vera più e * Storia Ginestra! deWAslron.f II, 217 e seg. blime su- trasformazioni come sino aurora, a quelle lampeggeranno, quasi lugubre tramonto, della e zione contempla- sua più più volte, da ritrasse quante ma tevole no- occasioni giorni, con la storia più certe Quante spirito!Nella suo dalle cominciare In sfogare gli suoi è giovinettovenivano avesse di nel felicemente nulla agli spazi infiniti^ei cieli si ha delle al dell' immensità fine del moti deW Astronomia direbbe vista sino canto o mondo. fatti celesti. dai e qui che tazione rappresen- copernicana. E, del impressioni che quella sorgono il vivo «graziosa vera dottrina quella, quattordici anni, appunto Storia particolarisi a Or d'intorno»/ concezione sua nella dei attribuiti Copernico,ei significòpiù delle intimi veniano semplicemente della punirla a spontaneo del proprio pensiero, certo moto un sono che piuttosto una era fantastica gliene ci e centro marcito, le addossò avea quei moti, chiama egli qui espressione», a quale corpi celesti,che che lungi dal cacciolla ingiustamente usurpato, del a' I. nel DI GIOVANILI STUDI i^ BRDDIZIONB. III. del Questi primi ardimenti un per Ani dello cedere pezzo, storico delle opere scritte poco dopo. Or in intorno nuove di : mi pensiero leopardiano parte ai stesso o io volessi del mio proposito, svolgimento dei tratti lo grandi a segnare cora an- fu la natura opere ragionareespressamente,*uscirei eh' è in o quel tempo a di cotesto se tutto filologo;tale del e poeta dovevano, dunque contenterò a chi po- generalissimicenni. Col metodo intorno testimonianze ai medesimi intorno al scarsa lavoro ^ confronto Moroncini. ' sto in ' ì lavori di tal ricordo genere Leopardi Del cogliere possibilerac- Molta, benché Del dottrine. filologo in Studi sul ha qnello già anche scrìtto Tomo e aul citato del il bene Leopardi, Forlì, 1883. della Commentario Op. ined.y I, 169 e De vita Porphyrii Commentarius OrcecSf Orceca emendata, delle la critica prof. F. COLAGROSSO Gherardi, autori. gli scritti, e Esichio, eh' é il solo in italiano,sono sopra Tra era tori.^ ai Re- e discreta, l'erudizione; ma né rara sempre la vita lavori i tre Porfirio' a s'illustrano questi aggiuntevi quante non condotti sono Milesio,* Esichio ad Di stesso Leopardi, et vita e degli scritti di Esichio Mile- segg. Plotinif Latine Ex et ordine Versione illustravit, et Latina Lihrorum ejus Ficini Marsilii emendavit Jacobus 1814. Vita quorumdam scriptis Bhetorum vixedeclinante Christum saculo Vel Qui secundo primo post Auctore JacobO LEOPARDI Tunt OpuQui et selecta Veterum scola Ad calcem 1814. illiLstravit, adjecit Et Observationibus * Commentarii ZUMBIKI. De et 2 18 CAPITOLO meglio quei volgarizzamenti Degli uomini il forse illustri in dottrina il tradusse faticoso Ma da di fosse tronca il discorso ridotta a tale di far favorevole al che tal parlo e per il Leopardi si leggono altrove a Op, ined., I, sembra 180. meglio, o, da chi, si farà me, voglia dire: Per corra. sembrare men la o ad Chi me, che scienza d'altro. maggior credeva cose parecchi appena che più, saldezza di criteri Yita di Plotino, scritta sulla vi possano dei cristiano, lascio nome le non decisa esser possa E quistione pertanto, pericolo,lo che cosa intorno * ciò con pregevole il lavoro La « in fede. della Esichio più coraggioso di o un sta, : cotesto mettere cristiano, conchiude così E correre dov'essa di sé temendo religionedi la stato, potrà esaminarla»/ che il durante in all' affermazione stato più ingegnoso, perchè poetico suo tacersi punto, quasi contrarie quegli Più quel a quello ostentare certo un riuscire prima a versi, quasi in parte, comprime indagini circa vuol sfogo costretto una quasi e già, ad sue anche s'ingegna, dall'altra, sentimento, è breve un e nopoli. patrie di Costantiluoghi di diversi lavoro. se, mostra Leopardi ch'era sentimento cose epigrammi concedere per Delle e Parecchi poeti I. importante degne illustri si trovano da di essere firio, Poranche sciute cono- contemporanei, nominati. Se la cri- 20 CAPITOLO di Frontone di accenti, oramai in e il nello studio Ce e è divisa 180 in le due due illustrare testimonianze Certo, anche molteplicidella dei ci intorno suo commento, riesce non almeno quanto ha di più intorno * lustrata San in palrum illia Carte gli elementi Fragmenta collecta scriptorum Parte II, * Parte I, 5 Ibid., mità unifor- che, volendo non di men succoso anche e proporzioni.Così, Sabiniano per grcecorum scriptis più rio, va- mentre ^ trettante al- e settanta gine pa- Alessandrino.^ è aecundi poi facile acecuìi,et testimonia intenveterum collecta et il' sinneriane. * 3 tore au- medesimi. padri coir arida citazioni eorumque V aggiunge più prezioso o Clemente innumerevoli de più alle di quel soggetto, egli, nel poche righe a Fragmenta auctorum a vi Candido,* spende oltre per Dalle di prima Chiesa, distribuisce che ciò fosse noto i precedenti. Se soltanto La e fittissimi. Intendendo sparsi,e e ^ l'altra 224, della erudizione sua lavori dar ora di Padri ordina guidarlo sui Padri opere riguardanti qui non egregie imprese. frammenti raccogliei ne e ligione re- se dovesse una alcuni sua ancora, in caratteri e nella (1814-1815). V parti: pagine grandi a le prova ecclesiastici* sugli autori che cristiana ad pensiero rettorica, parrebbe anno stimolarlo danno ne di diletto qualche per Tidea sentimento, di iscevro non benché, : romanesimo quel maggior trovasse 1. grcecorum p. 3. p. 67. p. 62. et veterum illustrata'^ in Ecclesiasticce Carte cit. historice dere Padri di greci ogni tempo e future, si cose anni appresso, Mai. Al di molto ne annotò dei paragone scarsi materie, il di ciascuna ilsolo un ma delle indice queste e fine suo dà materiali dei dottrine Di molto minor opere poco anch'essa, l'autore mole primo intese ch'ei a solo a illustrare i amendue gli le stesse fonti di subito pagine, piuta incomaverla paralleloa quel più storia oltre. Coli' uno più particolarmente ecclesiastica: scientifici, e, per erudizione. gliere racco- è la seconda Benché Padri, coli' altro stessi criteri di metà) lavoro molto di proprie; oltre le 59 avvertiamo scrittori gli lui preziosidelle nominate. potè condurre a interpreti. va un tali su dai codici quello (non avanti l' al- formare osservazioni loro e concepita come clesiastica; ec- tutta, ei fa seguire documenti dei pure di storia dovevan sempre erano e turalmente na- disprezzare.A tratte con è orizzontalmente scritte delle Padri da è lezioni spesso eh* sono che, anche parti,che supremo vesse do- questo egli si rimane, dell' opera varie gli pubblicata dal suoi^studi classici due volume primo noti; la Cronaca per queste di giovamento quando, pochi giudizio non suo i suoi chezza domesti- Eusebio, con dal farci intendere occorrenza, tutti la gran quellidi teologiae non ma in pochi germi non come d'ora i ecclesiastiche poiché qui avverta studiato avesse cose avvertiti acquistata sin riuscire E paese. abbiamo studi primi di scrittori gli e 21 ERUDIZIONE. diligenza egli quanta con DI GIOVANILI STUDI lo in più, 2f2 CAPITOLO Se ogni deir Storia nella altro considerasse quei cui e sente è d' V enfasi spesso parlando e in alla lavori personaggio e alle del E notisi « più delle che altra, stato Fragra, Patr, Ibid., II, 120. se, il possesso ec, volte, la filologia testo. Ora, del diflicilmente trattate da una delle con I, 177. le due idea del vicenda, a la debita parte, nel giovinetto lìngue maravigliosi,non dai ria sto- la e illustrantisi possibileche, gr(zc, storica quella compiuta quando hae- d' indole degli autori tempo, addirittura erano * vite darci suo Leopardi dair il ^ ; adscriptus».^ angusti termini, danno esse ampiezza. si propria dei «Execrando leopardianisono disciplinepotevano pur dei «Gallisedecus, interpretazioneletterale in così tenute tenze avver- medesimi, tutta Ireneo funestissime albo restringe mera che l'acerbezza ma, parte filologica; si da i frammenti ai Tiziano, incomincia: di resiarcharum Questi novelli che linguaggio,an- suo intorno Chiama litante, mi- malleus, Ecclesiae propugnaculum» hsereticorum e Nel illustrare e polemistiecclesiastici. alla chiesa ordinario, alle poche le testimonianze si fede, alla cui gloria della intendeva tono cattolico ardori spiritie fatiche. ristretto, com' con ascritto campioni tante consacrava teologiche e il fervente come traesse medesimi Padri che oramai che mento cristiano, qui tal senti- crudamente battagliero.Parrebbe e astronomia_ipre\aiìe sopra il sentimento piglia forme 1. 12 e T dizione eru- sarebbe, ai 14 anni, GIOVANILI STUDI oltre cognizioni,egliavesse tante a la far fatto si è sufficiente di delle quantunque e' non il dei parte strumentale del oltre suo alla anche che fisiche,pure fra sproporzione bene il frequenti, bisogna della libri dei mancanza fatto, tali disuguaglianze prima età lui, di Monaldo, efficaci su sempre più ardente, di della compiere egregia opera e tener più che gli più breve fruttasse cessari ne- brama, sua in la tifica scien- quegli studi, degli esempi, ancora per qualche fosse delle spiegar a neir molto qui morali e Esichio, di Plotino di la e, sapere; ragione che quellapiù propriamente e sono conto pensiero greci. Grande Padri vediamo addentro, da poter illustrare così sufficientemente e ora che notizia avesse disciplinestoriche ancor era non scienza; ed più esperto paragone senza volendo come, astronomia, ei tale scientifiche, e Vedemmo cenno. dell' storia acquistatepur filosofiche quelle più propriamente di cui 23 ERUDIZIONE. DI tempo onore e fortuna. IV. Fino 0 a neir ideare storica forma e nome paresse molte ad gli elementi di e varie opere il Leopardi filologica, biograficao adunati nel condurre qui dunque, qualche talvolta uomo altre della s' era a compimento di erudizione attenuto alla somiglianti.Aveva, cioè, sua dottrina illustre ; e, allontanarsene, pure per non intorno quanto al ei perdeva 24 CAPITOLO mai di vista quel personaggio : nel a cotesto della mare di genere notevole più intanto ^ ma ; r alto per è col citato popolaridegliantichi. Qui egliha allo sguardo non ancora ne pirà com- Giulio quello su ad botaggio ca- ampiezza per eglicomincia aperto mare Ritornerà scienza. precisione d* indagini,qual fricano specie di una lavori,anzi, fra poco, altro, forse un I. e Af- avventurarsi Saggio sopra gli errori solo, insieme ma secoli nei di che ciò e parecchi alla alta compierla, potè nelle raccolti molto sue Dalla valore. opere, acquistare Storia deW accenni agli errori colà fece i meglio due suiruomo e sulla di mum et lulii Africani qu"B collecta, reeognita, notia illiutrata. sui tutte natura, fanciullezza, e, dacché ^ nuovo che, col e gior mag- colarmente più parti- fatica i numerosi e se potessero intendere aupersunt il danno Padri, poi, continua quelle idee teologiche ch'ei s'era nova determina ne esame, opere svolgimento lo e tesori progressidella scienza, qui, sottoponendoli Dalle morale. gnamente de- popoli antichi; si perchè più rigoroso a qui fisici dei ricordo dei Astronomia nuova poco forze. Per sue ultime ad non venuto era anche stesse tica an- efficace di e le tutte la vita essere giovarsi trasportò nella ne impresa con venivano uso, nuovo a quale però egli si addestrando grand* uomo lati di tutta quella continuò posteriori: ardimento, più un professò sin messo a omnia versione a dalla raccogliere «/.L, nunc pri- donata, prolegomenia STUDI e GIOVANILI interpretare questi frammenti, alla più largamente Qui da visto noi religione tutto Gli errore. antichi di si stessi però a chiarirli di i della le massime si meglio che, come se morale più nel trovare gli facilmente occhi sulle con citare basta conobbe, di Clemente qaale [Clementis et illustrata Oxonii, e la loro pienezza.Or onde Leopardi per teatro dei il che Tesempio di uno Alessandrino, Alexandrini Opera Joannem Sheldoniano, Posteruvif MDCCXV; forma in- talvolta da quelligià pur git- Padri, ci possiamo simili ripetute il altro parziale quelle medesime parole vere, il cristianesimo diversi non carte in aveva Mi che tutta delle gentilesimo,procedevano E veramente, patristica. imbattere che, talvolta * in argomenti con attinti alla stessa tando quanto e primi capitolidel Saggio, e difende mondo, alla salute pura il concetto è questo appunto i dal religioneebraica, quasi una rivelare poi ragioniimperscrutabili Padri, le speculazionipiù anticipazionedi quelle verità doveva riprova una per dannosi e tutto essa, interamente falsi potesse dalla di sua pregiudizi degli considerare divina trina dot- alti. Nella più fuor e teologo, cresciuta con fini a li bandi Secondo anime. ma sempre storia. lo stesso innumerevoli avevano non alla e verità; era quella parola volle volto applicò bensì avanti; poco coir animo e scienza ricompare dunque 25 EEUD1ZI0NE. DI quasi e Padri eh* in alcune quce giandosene, pompeg- teologo giovinetto nostro dei sentenze, exfantf episcopum Cohortatio egli meglio pagine del r ecognita oxoniensem, ad gentes, 26 CAPITOLO Ma s' egli cominciava alla sempre lavoro. in lui la fede neanche il filosofo ; e in mettere della e il fuga Terrore, sentenze La quale virtù, Tuttavia, debbono di se II, p. 10 e fa col che gli r idolatria e dei la quei cit.,cap. Ibid., cap. I, 3 Ibid., XIX, cap. dell'uomo)).^ gli efifettidi libero luoghi XII, p. 9. p. 298. tuna».^ oppor- ardito, non e di p. 177 nate dagli e il quanto Saggio, dove del come e che Sainte-Beuve dalla stessi umani. Saggio cura tre punto preciso,ol- la sostanza naturali * cosa saldi,né quella fermezza superstizione fenomeni una si è avuta non il procede spesso in Credere « da rado, poi, proferisce prevenzione giusta ed una segg.) trovasi scrive recanatese * dente cre- mostrarsi estendersi criteri veramente ha : fissare dal spiritoattribuitagli cap. In religione pastore air intelletto può non o di Non queste torto scienza sola il di il si accorge dirla,e perchè esaminarla, fa però il come la air occasione come si è udito perchè una ognor analisi. sua vede primo filosofi antichi.^ dei meno (( uso, Padri, soggiacendo qualche volta agli errori più grossolani,possono di lungo suo diverse: ; il secondo montagna il della persone se procedette alle contradizioni davanti due essere Saggio con critiche, già poderose, i risultamenti e parrebbe stessi facoltà sue arrestarsi lupo il facendo veniva questo più largo, delle durante maniera stessa Perchè senza poi finiva e rigorosamente teologiche,non sentenze tra I. segg. giovane considera falsa mal pure tazione interprefetti regolati af- 28 I. CAPITOLO un dei memore cuore che favoriva invece quasi presago delle educazione una della e paura, il patiti per il sentimento future sue gli sarebbe nulla cui contro affanni tanti serie, mi- valso mai ché fuor- coraggio. Dissi che, quanto e sentimenti però credeva dominato il : sentimenti ondeggiante, contradizioni. che uno quelli da su più n'è ce e ancora di iscevro non anche dottrine, idee mostrasi generali, il Leopardi mutevole a Fra tali a valere pre- comincia cui egli era pur sentimento, si o com' cile fa- è intendere, della poesia.Ei si compiace sempre scrittori più degli classici,continuamente essi, in specie dai spesso che par la per le ridenti per fa dimentichi storico soggetto poeti; rampollare. A e, vero suo bellezza delle quelli, a proprio e zione ideale, V erudi- che immagini causa inteso tutto il cita da egli stesso numerose citazioni, il Saggio, segnatamente ampie e in ne alcune sue parti,mutasi in una specie di enciclopediapoetica. Quella grande e varia famigliadi favole leggiadre il per era Leopardi della incantate isole trattovi se per più senza le immagini presente errori dovevano opera inganno, e delle e il nostro un castelli dove, si di se medievali, descritte tempo autore o che an- ziava, deli- gloriose imprese fine di mostrare ingombrassero per quei il cavaliere quasi immemore antiche col di uno poesia romanzesca, curarsi cui erasi consacrato, Or come a stesso. nella quanti e quali lo essere spiritoumano, ben presto di argomento Così questa, che lui tanti di fin da da Degno del è meno sulla nuovi trarre e in fede benché e delle più esse come Or cagioni le se sul che traevan stesse maravigliose così poter cristianesimo, riprova di quanto una Ma all'antica. il Leopardi, all' opera mano qui a tendimen in- con mutarsi, per fini suo anche religioseche citazioni le sole tanto, di qual godimento Se i Padri mici pole- Padri, si compiace manifestamente difendere. state del opere di a cui bellezza stato l' origine? Ed mai ecco assai leva egli vo- lo dilettavano gli sarebbero non appartenevano e spiritoquelle poche sarebbe la sentenze creduto classici,ricordate delle dottrine che che pienamente Dalle ortodossi, comincia dei guaggio il lin- ogni giorno non avevano posto avesse parole dai ancora sovrastasse così come è V effetto in favore argomenti persino visto la novella discorda degli stessi pagani, ecclesiastici autori gli e considera coscienza. sua storiche e le immaginazio innegabile che di nota parola classica, per quanto filosofiche bile inesauriche vero in poeta. singolarmente intesa, faceva destato una ora qui per delle parte principioaveva filosofo cristiano quello già, l'astronomia. entri egliancor di non del più tanta poetiche. È visioni antiche errori ; pur lontano profondi, diviene moti fonte di future, in cui concezioni sue E ispirazioni. felicissime quelle, balena entro 29 ERUDIZIONE. DI GIOVANIU STUDI tutto il nostro se e di tanta ficacia ef- tille, scin- sparse il sole ! da giovane cui cer- 30 CAPITOLO quel sole, bramosamente care vista,e scaldarsi Per cominciati dalla della in di ai dunque passando dagli quella luce. di sici, clas- quei vedemmo, come fin erudizione classici,ma elementi formali di vita quella profana. e altro con « vello » in cui quella scienza, co- arte essa ; trinseci in- quelli più a arte, s'interna loro tutta sacra era più gloriosa manifestazione. la stata al culto consacra conoscere, a studi nuovi Ritorna e in quella a fanciullezza, e poi alquanto neglettiper sua i suoi bearsi e quasi immergersi e egli si tal modo I. V. famigliaa cui ella forse lo educato aveva a che tratto, ed ebbe che Proprio avrebbe (E. Costa, Parma, questa voluto scriveva », L. anzi Due che egli lettere 9 che quale voluto si non fosse di " M, lo naldo)^ Mo- d'un compì L.: in : a ogni pro- ciò Insomma lo Pietro Brighenti leopardiane, in Note infiammi Cristiano.... ruzioni inter- significare per « 1820 aprile Battei, 1886, p. 38), Cavaliere degna di un magine un'im- all'altro. Monaldo usò inedite la cavaliere inevitabili sono Giacomo il tutta quelle incertezze, tutte parola la l'Armida sempre campo passaggio riprese che e * il un come usare fu (un lo avrebbe da di o, per al caso, cristiano e passare non Se adatta più dunque innamorare apparteneva, il cavaliere indusse lui per lo fece che cara persona fu classica poesia La a ». qualche trizzi elet- pazione occu- GlOVAmU STUDI fonda impaganirsi, il ebbe vita antica traccia di quella di quel peccato ci continua insieme tutto di ciò avremo tutto, occorre s' a queir altra cui parlò stata E non Leopardi meglio modo a suo, classico scarsissimo scritto di innanzi versione con- precorre nostri alcuni suoi è terpreti. in- turale, na- le altre cose, gli errori popolaridegliantichi d'autori sarebbero state nostri ; date abbon- queste proprio e più opportune le testimonianze ricordati neanche sommi, è italiani,che, vi sarebbero Tasso dal alcune altri Ma diede, com'era le ma dì ai ad gradito alquanto più tardi, di la quel- letteraria, di che e quelle citazioni ; appena di Qui, meramente la precorse, che il Saggio sopra egli innamorato. paganesimo e guardar a e appresso. al stesso molto intenda questo principiodi che r autore anche alla luce primamente ragionare e, allora anche prima spinta.Si consideri, fra la tutta veramente, conversione, pure là dove origine. E cristianesimo argomento egli direi, notare dal eh' cagione quella vita, era idea medesima il mondo onde arte primo suo che qual- idealizzarla a quel la stessa e ritennero il nell'arte di cagione poi sempre che pare riproduca spirito.Certo, poiché sentimento della quando se la stata era 31 ERUDIZIONE. dello trasformazione la bellezza di DI in gli l'opera.Ragionando più particolarmente de- errori antichi cita dal Petrarca parvero così relativi adatti nemmeno ad a cose astronomiche, quei illustrare versi il suo che non poi gli concetto, 32 CAPITOLO quando, nella deirargomenlo Mai, toccò al canzone I. medesimo/ Ma badi si principalmente Sdggio è doveva condannare qualche scritto in quella forma giunto, com' intorno era, i gustare greci altrettanto ancora i e quanto a opere, pensato fatto. o abbiamo di ai estendevasi nel E così, anche precedette « massime studio Il 30 stesso. Io da e diede preciso in da due ne alla versione con- luoghi del scriveva ; tutti nostra lettura (canz. vede che quest'ultima cui pieno nella gran tica, poe- conversione una aprile1817 mi Quando di gli antichi notissimi i Classici ; Del forma origine tutti i versi studio esempio che traduzioni Cioè della T originalierano Omero, Dante, ^ faceva al Giordani il capo delle disprezzava,anzi calpestava,lo lingua diguazzava dere inten- a lo avessero principio aveva moderne, della che, pur letteraria. ci è indicato Leopardi : attesta resto, il tempo avvenne, poco concetti, ai sentimenti, alle più grande meramente Del e latini,egli non di Saggio ci coscienza manifesto bellezza quelli si restringeva alla ma infranciosata italiani. Né degli che e succede, le quel tempo, a il presto egli stesso, severamente esagerazioni dell'autore, disse È dunque barbara. che men e ben che critico,esagerando, come suo che questo, a il pianeta dal Nella pastor al calare scrittacci francese; disprezzava che i ov*egli volea non stagion, nido i miei ora detesto: st. ili) : raggi alberga. leggerli, chi STUDI mi ha fatto niun le 30 a: la grazia di Dio; m'ha fatto che mi erano necessarie? è in secondo luogo dello stesso andato sono un un'altra ho in pezzo dentro dato che tanto che mezzo dato le ha non sì che avendo il che che abbiamo in son e curava; questo tempo, il mi adesso e di Borea fatto succo Vonte; tutto».* rivolto Or Se luoghi bisogna saperliinterpretare. termini alla conversione a credere che generali dello letteraria; i fatti di cui tutti allo stessissimo Che quanto anzi, da essi e mi vieppiùradicarsi appartengano di anno ho d'Austro primo parlasiin anteriore un non ai rami schernir sono È non badato A tomi sette a vedute, ed altre che fatte state sono sempre poi questi due nel ella ha anni mente, profonda- avvedermene prima : dizione eru- 13 dai e sei erudite.... senza che quercia gira, Per fare la della studio da belle, che mie cose scritto cose quasi vedute, la come a io alle lettere tutte a al Giordani traccia questo a ho piccoli sopra non strada lettera, del anche anno, più pellegrinae recondita, ai 17 ma Dio».* di maggio Io lingue 33 ERUDIZIONE. Chi certamente. imparare Il DI tuono? mutar uomo grazia G10YAN1U debbonsi spiritosuccedutisi » EpiaLy I, » Ibid., I, ZuxBxiri. 56. 71. fino riferire a qui a breve a quivi è tratto si è due non di perciò cenno, tempo. visto, alcuni momenti distanza. stato dello Così, quello 34 CAPITOLO che chiama r autore scarsa aveva cominciato fevole antiche. ad Che pregiato né Saggio, dimostrò secondo, Y il anzi primo, a egli abbia altro lettere, non ancor più stesso, se notevoli qual lavorava se vivo e poesia E greca. testimonianze di per queste fatto,né, sentimento più chiara si scorge Nella si dà Prefazione principi deir complesso, ci r ammirazione che non se al predetto della qui,dalla medesimo, anno riescono ai anno e al tempo compiuti o poteva di un esattamente letterari,ideati già come lavoro. lettera, poi, la conversione incominciata come greche sentimento suo poco quanto accompagnato, anche seconda corrisponde i il consapevolezza nella dimostra ci fosse profondo grecità: tanto di delle Inscrizioni triopee (1816), la quale e sue rappresentazioneche di tutto allora,ci lasciò nel Saggio.Aggiungasi la traduzione delicato delle prima a il quanto poi quest'altro particolare,che posteriore é per operoso nella narrare al ancora valore era intorno non toglieràmai vivissima alla la potuto citate meno, già era tutta cui che, prova amore per in delle e alquanto prima, non Omero, né Dante, certamente pure, poi, al tempo già egli dell' arte innamorarsi insieme perizia della quando ancora, se piuttosto era sufficiente non durava lingua nostra, avesse disprezzo,ed o conoscenza I. seguente una la tra : primi fine lavori novella né breve uno né lavori '15 e nel loro di prova sopra stato del che, classici,fondata essere avanti, mezzo dei che quelstudio di re- 36 CAPITOLO tiche Così d/ il suo I. genitrici, egli allargò ben ebbe poi di nel adorala il effetti gli di che il indicava risalire volesse che quella la da eh' ei Dio, veramente, e, anche fatto dello * * forse è stato al allo paesi,dove dei spiritoe Epiat., I, meglio detto proposito e la leopardiano, 1901. di tutto a del Studi piovuta E il riso del ; che che e la tutto radiso; dal Pa- e leopardiani, Lo al ciò che Basta La aveva di ineffabile bellezza Giordani. dagli altri, da eh* io conversione eoolgimento Firenze, selve luce diversamente meno Mestica: 1817 di perchè, buie e la stessa marzo argomento. giovanile d lui su più godimento 21 o quale patristica,gli citare più questo scritti Cantica colla », le aspre sensi, e dove certo me, i due Dio era era la appieno grazia degli Dei entro versione con- scerà origini,ricono- credesse. non impossibile intorno in di sguardo Lettera 42. sarebbe Mi prime teologica e balenare lontani alle stesso così nota sua dall'Olimpoanzi per dell'erudizione quello chi, a intender « scesa era la per conversione, dirla vorremmo alla zione trasforma- tanta una grazia « egli spiegava più tempo lui manifestarsi a certamente letteraria.* Ma cosa, di coscienza, fu Leopardi in narsi. cristiano, protestava d' inchi- notevoli più fette per- feconda più e cose trinità, ma nuova in cui cominciarono tempo di quell'altra davanti non filosofo quale, come Or segreto suo intimi, che moti una due ed figliuola, in conto tre e le per alla presto inseparabili:quasi e più tutte sempre forte già amore, Succ. del Le me ricordi teraria let- genio nier, Mou- STUDI dall' creata alto Uno ingegno cui grado dei primi La del decembre dentro del « spesso, e non bocca di più per lui la avevano tanta alla testimoni ingoiated in In ogni modo, se scoperta, egli aveva nel tale due una di alla tenze avver- dallo stesso fatte sue, partecipe precorso pensiero le la tica, fa- del danno. gloria il fortunato rinfrescar anni nuova parte, lo compensi non Sentirne dalla stessa frontoniani le suoi di oblio ricomparisse poiché subito prima, egli imprenderà che, almeno E nei pur antichi, ma viva! prima, parlarne sole ! ' del luce come anni da notte scitato su- Vedere due trasporto » agli scritti « 1816. pubblicifogli innamorato con parola premesse Mai dai indicibile. cosi tratto un principidel lui commentato sempre cotesta nel secondo lo vediamo ai di antecedente, gli aveva familiari,dopo d' ora, da s'era quale discorsi segni tumulto un quel Frontone, e chiari Mai, annunciata anno più potesse aspirare. compiuto dell' al questo natura di coscienza scoverta nel più Frontone/ su inalzava umano e 37 ERUDIZIONE. DI la nostra trasformazione lavoro GIOVANIU della tore scopridi memoria Frontone. Anch' che più grande figliod'Italia. vero *? in di Op, ' ined.t I, 323 e premesso e allor di M, era tentare un che spira il sentimento opere darno, in- non dell' antico, eh' potesse Ecco delle Volgarizzamento Discorso adoperava, resurrezione quella a ciò si egli dunque Cornelio Frontone, segg, al citato Volgarizzamento, p. 329. 38 CAPITOLO dalle I. parole, sue che quello Quanta di Leopardi che suoi il studi; il dei quella E religione. per sentirla per a cui Padri intanto e ei nel lui più poneva civili gue distin- si lunga gran stessi letteraria mano? tore au- larmente partico- non come d'indole e dei virtù potente erudizione, suo argomento di gli per fa illustrato essere che cosi quelli anni ad supera sentiamo di due incomparabili che tone Fron- a in ammirazione studi entro le e i tolti ammira ; la se gli entro già e per d' poesia. intorno vedeva di prosa nella soli degno secondo romano avuta di primo meno dall'amore più Il famosi antichi nostri ! non dotti altri gli Leopardi oggi dotto molto non discorrere nel il nella fervide fra tra ERUDIZIONE. DI meno non differenza, un GtOYAmLI saranno stesso, il STUDI — eroi e della operosa avremo a e tica, poe- Capitolo II. LETTERARI. GIOVANILI STUDI I. Tali studi critiche traduzioni, tutte rinnovellano si ora di versioni Y Odissea ' le AeìY e Da Garte Discorso le erasi cui ricordo le dei- benché quali, condotte evidentemente le 1726 ", i che frutti trovasi fra date: seguenti Mosco, sopra che ma a prima, Febbraio 25 prendo napoletane, 1816. « autore, in lavoro Batracomiomachia, sono del di culto della Eneide,^ indice nostro della mutevoli, an forme nuovo toccare Mosco, criteri con nel Per consacrato. il per divisi come imitazioni: e antiche tre e considerare possiamo tore, Spetta- nello pubblicato 1816; ivi, 1815. Poesie 1815. Discorso 1816 e tradotte, la sopra Traduzione parte a Milano, 1816. nello 1816. in Mosco, pubblicate ivi, Batracomiomachia, 1816 ; pubblicato ; 1815. ivi, di in 1822, Milano, e Traduzione Spettatore, Traduzione Milano, 1817. Batracomiomachia, della nel del 1816, Cafè primo e di nel pubblicata Florilegio Petronio. canto ùelV di poeti venti. vi- Bologna, 1825; Odissea, cato pubbli- 1816; del secondo libro àeìVEneide, cato pubbli- 40 di II. CAPITOLO stesso uno parole: la Eneide Letta ce del andava pace mie, guisa, quelle divine infinchè non ebbi non mi e del far di maniere continuo il tocco; sì che in infocandomi lagrima vampa di queir consapevolezza effetti E amore il le il come, al diletto secondo sente che scaldò é in punto un desimo, me- Libro il si lo convenia, mandando fuori qui una come i nostri sti umanitutta con se medesimo di molta gli il provato suo nella crudelmente gli eran Studi Discorso filoL, 190. ^éiVEneide del testimonianze quasi sentendo tanza impor- poeta moderno, nostro padre gli bruciasse proprie carni, * non il paragone, confermano così me Petrarca, il quale del storia fra le mille e con ebbi avvedermene, quando descrisse poiché questo come mai stupendi ? nella che né al secondo talvolta y"^ Chi ne : quale più degli altri m'avea forse segnatamente e cando cer- e cuna potesse in al- patteggiato leggerlo,senza e alcuna si ove sue pre sem- spasimando, bellezze recitava, cangiando tuono e le veramente, par fui avventato poema, sommo che (sìcome mi soglio,letta qualcosa è, o bella),io mente fedel- potrebbe più del traduttore V animo renderci medesime Nulla amore. quella i suoi poeta antico, dov' ei narra sici, prediletticlas- divorare strazio corderò, ri- da quel fuoco fosse pari soltanto lettura tolti. premesso (Cfr. Epist,, I, 61). degli autori che Questi egli aveva alla traduzione del anche amati della ineffabile loro nihil quidem aetate, verborum ut dulcedo quidquid mihi cum vel altri riscontri che V riguarda ciò sue prime impressioni sulla forti,sul cuore, toccherò appresso fatto,noto felici dell' l brevi saggi diede appresso, bastano a a lodate e, * in rate, lavo- di meno classica, dal greco, prosa molto che pregio, non una qualche gran molte sue traduzione egli certo, per tradurre. E Senili, XV, I, MDLIIII, p. 1046. in Opera cose di già i presenti omnia F, pure letterarie criteri bito Du- anche attitudini, avesse scriveva bontà mente vera- antico. poema appartengono quanto giovanili, cui hanno ne all' arte Leopardi grado quella del in altri manifestazioni le compiere di che, fra le tempo che alle traduzioni, rebbe persuasi che, continuando, eglisa- farci insigne saggi,per le più diligentemente quantunque riuscito in alto poeti la vita ! Ne tutta su quanto versione di fra i due gli effetti,sempre e T analisi del rau- origine di queir amore, sembrano amore me Molti d.* intanto, ritornando ; e rifare mi sola audirem, notare illa detinebat, videretur mente, che, per esse vel legerem, per senza et sonoritas potrebbero si Et incubui.... dissonum longeque ipsa Prospero inhiant, aut intelligerepoteram, qusedam aliud ab Siquidem "r Ciceronis libris iEsopo, ego aut parola: caeteri omnes, pueritia, quando la dolcezza intenderli, sol per d' prima 41 LETTERARI. GIOVANILI STUDI e al assai sentimento PetrarchoB. Basilea), 42 di arte, Ma inferiori non il voltar diversa sia gran poeta pur grande che è il fatto ma sufficiente Chi ha insigne, così altro minore. Ne nella e traduttor che nel il deir opera suo è, poeta un fu in versione montiana ? Per di presso, delle quale (salvo che fare critico; non e non Ma primo, né poeta né in ciò dar qualche vita fu maggiore il secondo: aveva già così quasi fa ciò ritrae ritratto una nuova è cosa il traduttore : caso) non né deir interpretarlistoricamente invece miriamo. am- drammatico poeta, ai fantasmi cose al confronto rarissimo fa il che ginale ori- questo insomma, Y attore come moso fa- prescindendo da Omero me, del poeta tale notizia anche un le letterature; quello né che an- in in tutte che la facoltà particolare Leopardi, né ; eppure, saggio di un a saprebbe il Monti medesima benissimo citare Foscolo stesso dimostrato proporzioni dei rispettivilavori, che mai il a la notizia tutta Nello difetto Iliade,il quale il ha poeta appieno una esempi come altro se di basti nostra deìV ebbe classiche dalle abbiamo un un rendere trovarsi può profondo e far è ben tradurre a sia per bisogno può come che sempre grandezza traduce che, non ranei contempo- un' altra necessario interpretare e a in detto spesso suoi studi. lingua dirittura a di e una seconda questa prima. ; età da Si cosa. quelle dei a di maturi più il II. CAPITOLO ciò che nazione, immagied ticamente. este- che, di solito, né nell'azione nella l'idea il che parola, aggiungendole forma sensibile,per 44 II. CAPITOLO alla grandemente piena intelligenzadelle opere d' arte/ Nuove diede breve nel di capace che greca, r arte italiana. latina insieme r di né Ma incominci come i forse la sacro terribile cosa abbia vita dovuto del latine moderna italiani ; valore accenno, che gere legche nomina e piena tica. an- che an- Dante, del conoscenza storico non stra mo- intimamente conoscere suo che dell' arte godimento a » di e concepire nulla sa non zionali, conna- in confronto Omero. Non isfugge poi dei e suoi la e in felicità nuova « prima volta, con e poema di il greco, più insigni autori per dei cuore qualche rapido con nel- quella poesia il gentile nella già,pur trasfondere nuovamente par dal mostrasi mettere )).^ Quasi accompagnato della Qui quelle traduzionacce in « allora alto fosse di Gli dopo (1817), frammento tutta cagione sapendo Omero correvano e egli più ripostequalità la che immaginazione l'Ariosto, non di nelle Vorrebbe grandezza. anni quel vorrebbe loro valore suo Titanomachia. potessero esser nuova di due di gustare poesia moto discorso chiamò Teogonia che del prove alla versione premesso già belle più e del * ' ' Ancor Titanom. filol, 31 e 80. di Esiodo, Ibid., 175 e nessuno giudizi sulle suoi Davanzati.* Studi a seg. più in Studi la novità traduzioni notevoli 174. filai., e V ardimento del Caro quelleprime GIOVANILI STUDI osservazioni eh' i fini dell' arte su egli continuerà di criteri e con spiegar filosoficamente ad innanzi va altri sostiene dato di ogni sorta « pregio; suo tutto è il prezioso Da questo da e si giunto che che due Per anni. molto sezza bas- tracomioma Ba- il eh' del nulla dappertutto, e dal y"^ genio che trei po- il 1815 egli,tra e profondità di giudizi e quel deliberato suo filosofia, come tal modo prima La esempi esser precorre alla egli sia perdere numerosi libertà una darsi farle è consacrato altri degnamente propositodi a ad far e all'arte soggetti."r manifesta addurre, è manifesto il '17, come di può non ciò poesia (dicea proposito della » genio della insieme già chiari contemporanei, suoi argomento poter quelle osservazioni dove dell' di l'indole specialmente là trattare ideale, maggior profondità bramoso poetiche perfette.Con cose sul bello e sempre più sempre 45 LETTERARI. pensatore da fece poi si faceva egli si volgesse con lì vertire av- piena le leggi del pensiero. consapevolezzaa meditare Infatti,non giungere pochi di questi giudizisi possono con- parecchie a nelle pur prime pagine si traccia cui i in Sistema un mancano a delle primi germi breve si volse belle di quel arti^ Sistema tutte con si leggono Zibaldone, dove dello di che cose le e dove già non dell'uomo, forze dello spirito. * Discorso ' Pensieri Firenze, Succ. cit.,p. di Le varia 74. filosofiae Monnier, di bella 1898-1900, I, letteratura, 82. voi. VII. 46 CAPITOLO li. IL Venendo alla gli antichi, di riprodurne V Nethino.^ Amore al le Muse dove Bellezza ; ^ e quell'altradove ospite,si gloriacon lui suo Non spiritualee più di tenera famiglia di della invece ode la seconda della Dio, ferito il propria potenza.^ della stessa Luna. Alla questo è Mosco sul Aggiungo poi che stata essere tagu Studi * Anacrbontb, filol,149 MDCCCLXXVI, ^ Ibid., NeUa e più particolarmente p. sua nella e 22, n. 33 stessa tra quella d' immagini. e poeta italiano non quell'ode della egli stesso, dicendola deve Mon« ge- 170. Carmina, p. 32, fiìohf69) abbiamo imitandolo eh' Luna, Alla » 8 efficacia senza più sentimento, la diremmo £ip^ro:^ certo somiglianza di affetti gran stampa Molto sorella dell'idillio e alla più lontanamente, lo stesso egualmente segnata sembra mi Amore consegnano di la fine Difatti,coi primi principiodell' anacreontica cogli ultimi, benché e di stampa particolare,due fra di Teo. il legano coli' Inno è veramente poeta ci fa rammentare versi l'arte nelle adespotee arieggia,in ; anzi verso Leopardi s'ingegnasse Odi colle Ad attribuite le odi culto suo possibileil pensiero e tentò ode anacreontica il come al che imitazioni a noto del forma terza edizione V. BOSB. Lipsia, 19. n. (31). traduzione qualche supposta segno di della anacreontìoa. questo maniera idiUio eh* ei {Studi tenne STUDI mella rotti r alla del i" idillio di mio assai coli' Alga- ammirandone e greco riporta nelle j, giudizio,V Inno Nettuno. a confronto Certo inni degli chi r artifizio quanto gli fosse avvicinarsi Avvertirebbe reminiscenze stessa ogni modo, aduggiano poesia.Direi, di Corinna detto col seminasse giudiziodeir antica da biasimare in noi sarebbe anzi non " in ogni condotta ciò poeta Studi moderno? un severità se ne di vi meno, filoLy70. È Thoiif Silver * Plutarco, 461-462. Deity Moralia. che of secret Lipsia, peggio e Leopardi dell'opera di come fino alla comincia in dicarla giu- il prima è da notare era cresciuto i difetti perdurasse r ode e dove ancor Piuttosto E se, per inutile critico in Leopardi dovremmo Ma accorse e, tal maniera nato apertamente termine. a di il colla mano.' pur dere nascon- moso proposito il fa- poetessa, una un riconobbe e sua, mio quelle tradizioni, come a stesso che di glieffetti della Pindaro, che a anzi sacco al per plari. esem- celebrato, nascere adattare per finiscono col e mai, queir eccesso dell' eroe in sul che tali possibilea mitologiche,che lesse vo- poeta italiano segnatamente la sembianza mezzo del gli sforzi e è, omerici Callimaco, avvertirebbe, più facilmente tutto note storica più grande importanza giudicarlo in di 47 LETTERARI. di Mosco/ versione sua per citato atteggiamento "£ Ma GIOVAinU averla egli, fine,per : Night. MDCCCLXXXIX, II, 48 CAPITOLO deliziarsi quasi E in ogni dominato. in e dell' amenità Che Quel cielo e ! Monti, valli meno intrecciate alle pure tutta ^ poi che per in che offrire dell'eroe o gener arte cose belle, morte ne intendesse stro no- ciulle fan- agliuomini !E leggiadre, dell'eroina incomparabil tante la vezzose favole e lui parvero a ogni loro parte, popolati di tradizioni vane « gli inni greci! entro viventi e le dipinture quelle errori rici ome- entro per e gli uni Leggendo agli Dei azioni un in cui per per ranno dure- sempre vita I Dunque, sua, di stessa eterne negli inni meglio potesse mari care infinità della e lui co- pardi Leo- del corrispondenza col amorosa poi queir nella di che quella terra, e non virtù dilettosi in appieno quanti come ineffabili visioni in sempre quei ciò sempre vita. intime Ariosto, perdevasi in in », mente, sua se farsi sappia trovare Callimaco. quelli di gli altri, la chi intenderà ei dovesse quali godimenti era non necessità condizioni quel tempo, a cessità ne- classica;il quale,come Solo delle concetto stretta ce copiare»* invitto,par veramente n'è giusto di e canto. suo ei chiama dell'arte stesso amore che nel meglio o antiche immaginazioni quella eh' imitare, l'amore non rivivere veramente d' felici quelle farle per li. benché il Leopardi aspirò a quell'arte;perchè, come Epist.y I, 71. Lettera del 30 maggio le difficoltà preme, su- riprodurre nella già dissi,nello 1817 al Giordani. STUDI tentativo stesso e sentiva vi si obliava come Ed uomo. nel egli saluta di circondava Dio del bearono davanti : Nettuno, a antico. Con fanciulle che il mondo loro ancor gini più leggiadre imma- ricorda singolare compiacenza quel poeta, ma come le eroe voglie, sue che, neìY Inno ecco suo lo cui quietare tutte soltanto non 49 LETTERARI. GIOVANILI le Eccocele amore. sare pas- chiomi-bella, Mena- Anfitrite, Libia lippe alto-succinta, Alope, la leggiadra Alcione, Ippoloe,Mecionice, Etra occhi-nera, Chione, Olbia, Canace, Toosa r Bolide ciascuna bella in accennate pure alla sacri; e per si appena, vari farne più glorioso il quasi non cercandole ricordano, Nettuno.* Così suo eroe alla propria Va dei una e di nessuno di fantasia fortuna, un'altra poi singolarmente Studi ZuxBim. filol, 160. ciulle alle fan- rosee gerne aggiun- guance che dice però una », l'amasse di concedere al gloria,e nuova fuggitivabellezza. notato Padri, ch'egli cita qui, sonavano * E, tori Teti, la quale,se molti scrit- facendo, gli parve nuova per del mare! numero, "c fani pro- come scrittori volle un'altra, cioè Calliroe dell'Oceano figlia Dio desime me- mente diligente- qui del tanto un antichi da se intendimenti, autori trionfo di contento grazie, fanciulle stesse le raccolse ogni dove, nominate Delle il nostro, ma loro le e dispiegano per fantasia. nostra Passano, piede.... vago maniera; sua parlato,con avevan dal che le nei sentenze loro li- 50 bri delle divinità scherno come Alessandrino S. Clemente Nettuno qua potoe, Chione, enim Numquid schiera « lui, E Arnobio: ». maris, Am- arguitur rex Menalippas, Al- cupiditatisardorem, E virginitateprivasse?». niae da violata innumerevoli nobis a furiosae per mami «Chia- scritto: phitritas,Hippothoas, Amymonas, cyonas, pio, esem- Alope, Menalippe, Alcione, Ip- le altre e Per pagane. aveva la e Anfitrite,Amimene, "r li. CAPITOLO castimo- Giulio Firmino: quis Alopen, quis Melanippen, Quis Amymonem, Deus quisChionem Hippothoenque corrupit?Nempe fecisse haec vester ricordava sentenze più a delle Ciò dell'eroe. qui di dei voce palpita per la era il coscienza, un divino Studi filol, 159-60. nostro autore concetto Non si è quella sentiva il cuore di lavoro quei palpiti,chi, vettiva, in- cagione intenderà il faticoso come era di sembrò del divino. artifizio,confessato, * Prima che imprese cristiani mi che, nel monianza testi- a quali par l'opposto: il traverso senta autori, interpretato anche Padri Leopardi chi, a loro le altre inno. che effetti, il profanazione non air in Ora, invece, accade suo. scrittori negli si trasforma mirabili tanti nella che che meno non trettali al- mento intendi- con bensì le avventure, amorose di conversione Leopardi quello dei a ed queste vituperiodi Nettuno, lodare intendesse il contrario del tutto cioè, non ».* Or memoratur cuor gli quelli, mai d' imitazione, fermandosi visto, dal poeta 52 CAPITOLO SUO a gran di visibili; il dai Padri amore sull'esempio dei che avrebbe E, da suoi essi di e dell' altro mo, vedem- come vita quella per delle di luce bello più medesimi. di tutto accese cose maniera pagane mondo un era più nelle non alla sentenze incomparabilmente lodato si nelle delle la bellezza ammirate fini col trovare combattute, tanto pregio per tempo un Petrarca, bensì armonie, il giovane recanatese, invece, sentenze, del più sempre occasioni nuove leggendoli,gli se, lui dimenticate invisibili,da loro medesimo, se d' intendere parso trovato aveva precursore dolersi II. punto, ap- nità divi- maestri in così presto abborrire! dovuto III. Queir però amore divenne non padrone assoluto; perchè talvolta a lunghe lotte glieffetti armonie interne. suscitati vita, quando par che da quelle Il un a idee in religiose,da nelle tutto tal vista, lo che suo e esso certi tico an- le mai ispecie moti del dalla preghiera, canti, da calamità ci si oscuri della all' intorno. spiritobrama già gliene erano in sciva riu- gliarsi oblio, risve- molto grandi come compiano passato tempo sogliono,dopo specialmente Sgomentato si spiritonon solennità dalle certe del parte una dell'infanzia,gli antichi le reminiscenze cuore, religionenativa naturale, chi consideri dello trasformazioni senza riprendere Fatto impero. la suo state conforto così lar- STUDI ghe GIOVANILI Allo tempo. un r da lui per belli alla fantasia, infortuni si senta E di questo, tempo a caso da Un già gravi nei ma del a pezzo, misteriosa mondo un eccolo che cosa lo per affezionando Non mai così dolce ne innanzi, di stato tuno. di Composti tempo, * queste a i due Pubblicata Volta, nel era con Milano, uno zio stra- s'era della vita nuto ve- pagana. allora che guardo. occhi brava sem- Unica solazione con- rena,** patria ter- dell'infelice un'altra bella. animo nacque come del- la cantica da fuori venuto 1816, lavori più come V Appressamento della Morte ^ contrarie un occorreva che, di là dalla fede maginazio im- stessa in tanto come la terra apriva agli tale che quella religione sempre a incomparabilmente più Da ; lo reggesse fuggirgli dal quella parvegli grande alle memorie dovesse la fine dei della i termini ritornare più negletta lo cosi punto imminente L'angoscia era ; ed fisici, riso,e dal quale s' imprometteva tutto aiuto, qualche mali I suoi certo un tratto strappasse crudelmente lo felicità eccedente una breve un condizione siffatta cosi sopraggiunti per per Leopardi. In ad legrino pel- smarrito. dipresso,fu suoi mano quali come farglitemere una al bandonato soggiorno, ab- nativo suo strinsero, da giorni. sorride quei paesi lontani, già poi un il modo stesso del immagine 53 LETTERARI. disposizioni Vlnno Net- a vicinissimi, in ogni caso, significanol'avvicendarsi studio Hoepli, illustrativo 1880. daW avv» di NINO ZAN- 54 più forze opposte così parere r inno ho come che poetica fede E cui egli era gli far- antica; tro, l'al- nato, che, soccorrerlo a e in tanto deìV il concetto Né veramente quella gioia che di la forma hanno pieno, nostri robusta molte anzi erranti dell' le sono davanti prime umane le idee invece traccia tiva, na- ostante le che i concetti rizia, dell'Ava- sensibile loro la per dalla esattamente tutto nel men il poeta c^passa nostro per buona e mere rappresentazione, parola l'autore rito. spi- significato; ché perdiretta. men Così tuivano costi- certamente maggior pregio della concezione, la parte anche generali rimangono persino nel morali, che fantasmi ; fantasmi sé come selva immaginava di preso qui non più ec. cui presentazi rap- stato alla verde impero. Perciò lasciar divenuto il su avessero senza definito ch'era agricoltore.Non astrazioni, oscure né vera una terreno, nuovo né petrarchesche dell'Amore, personificazioni di anime Anche di Guerra, dell' Errore della le turbe nel o si riaffaccia ci eterna. componimento, ciò pianta che, strappata cure le del ed vera dantesche sommi, inaridisca è il valore d'arte; quei sola generale particolariimmagini ond'é che a Appressamento da una visione è significato o piuttosto da serie di visioni sovrannaturali, per cui il giovane la morte come cipio prinpoeta doveva considerar una da la vita tutta in V inno era incominciato aveva detto, ritornava affanno. le alla quellospirito.L'uno in quel paganesimo a né II. CAPITOLO ne sono dilettevole. Il quella specie in e in quasi perduta il poeta se Dal quella storia. vita celeste : bramare: di vere già è dai padri latini Dio da tasmi fan- suoi dal proprio comporre brama le e bramava di e sforza- quasi violenza stesse se per gioie della effettivamente, affetti terreni, ed ai maggiori molta con il ancora e mente egualil loro per suo fantasmi vita della ora questi cominciano a sua mirevole Am- concezione. conoscere, a ai gli elementi linguaggio poetico.Dai imparato aveva la tutta dar a evidenza i poeti italiani; ed figli, i derivate anche greci come dai le bellezze pigliarsembianze leopardiane.Dopo quella dei padri della veramente Monti: ora psicologicidi e a ardente sua riuscendo non ritraeva storici nostra la spontaneità astratti mente, Dante su contrasto. Così, pur concetti sideri con- gloria,i presentimenti della poetiche e angoscioso e dagli si attingendo, egli ritraeva gioie che ritentato vasi gli occorresse vicina, l'aspirazionea morte ora, non dì e difle- sul Petrarca Paradiso)e attingeva poi se cuore scienza, di poesia visioni sue quenti fre- e della dei perspicuità tutta con E dipintura ciò che tutto ampie cosi ragione, dove dal nella non allegorici), intima, sparsa esterne. foggiava le (in particolar modo direi, confessioni, sue, storia alle cose (specialmente ritraendo cuore di benissimo ci rendiamo che quelle mezzo di descrizioni renza in consiste meglio, invece, 55 LETTERARI. GIOVANILI STUDI poesia, innegabile cosa forse non è avvertita su lui T efficacia da coloro che del dissero 56 CAPITOLO il avere Leopardi,diversamente incominciato è la classicità nella sua degli italiani maggior quale, fra vecchia dimenticar da lì altri a quel doveva poco, allora visione. così Son Ardo vate: Petrarca, che, più di tutti col Tacer Sento morir Che Pure, mi gli eh' ad non '1 'ndarno dica imprese si levava mentre che e a tanta mi fama riva. il chiama. mi cor sono brama.* non altezza di speranze, allo sguardo l'idea della affacciarglisi fine. È un momento sublime, in sua riassume morte, tutto questo negli affanni riesce per Cantica cit.,V, che noi 43-51. : scriva mia eterno eternità core esclama talento. vedrò nato, son Io con lo ciel m'avvento, 'nver la morta alte e la viva non e da corpo giovane '1 sopruman e '1 mondo, e e sento fia che valore, suo il nostro salgo d'Apollo Grande Italia i' desio fremo Fiamma A del ormai all' avvenire, sguardo * da nostri. Consapevole ecco punto l'ap- per avvicina lui su vivesse, il della medesimo poter modernità aveva forma Leopardi gli si esso per invece, me, colla che sommi, contemperare benemerenze, sue il già, spesso, antichi poeta ringiovanito la E Per ei volle arte nostro le altre da altri pur alcuno. imitare senza che certo del li. sima proscui si martirio. Il stendo quale, consi- induceva il pensiero della d'indicibile effetto in un STUDI il cui uomo, suonare lui, della quello concezione so sia se Ciò portante,' ch'essa è che poetico essendo non r Inno luogo, né dello stesso l'ultima in dal forza tanta prossimi poetico pel altro di congiungono 0 cui insieme di cui in li ora passo im- il e primo ponimento com- stiano, cri- dimostrerò a suo rimane essa il poi contrario non averlo cederanno mai accresciuti noi autore. il La quelli a ad anzi dover ci si poeta cominciato vero vedere (come parlerò appresso) e di nei primo Cantica componimento riodo pe- che qual- Le membranze Ri- dividono e zione questo periodo dell'imitase si quel primo, a l'ultimo dirsi veramente esprimono, preparazione,o, spontaneità,da rici sto- più avevano nostro breve più la certamente ancor mostreranno che canti compiuti o ogni modo, bellezza, da e i il fatto, arte, in cui qui Si il campo. tutti non sentimento s' é visto, da vita, ma possa In di dominato come colla Patriarchi, né glialtri abbozzi genere. balìa, e che più ai sarà tutti; a tali, come concezione mostri che, pure è V idea di elementi ricca evidente è morte. Fra è tir sen- presto non Cantica più e avvertito stato ben originali,tentati più ampia estetici. ed alla bramata. la a martirio se sempre quel tempo, a breve e cessare meno 0 inno allora; ma non morte lavori, più intorno primo un da martirio, un avvezzi eravamo aspirazione ed abborrita morte, 57 LETTERARI. stesso nome come Così, per della GIOVANILI discorrere. voglia,della veramente 11 minore originale, principio della 58 CAPITOLO IL originalità vera in cui e larga dirsi che quel fede ma cuore, tempo I religiosa. riprender spesso manifestazione al corrisponda la poterono dentro LETTERARI. neirarte alquanto così una timenti sen- espressa ottennero non mai. più L' bensì ottennero immediatamente e GIOVANILI mancare a cristiani forza STUDI può comincia di — di bello di e Siam arte, più forte, avrà questa potenza mirabilmente che civili essi, ad Ma se di a un'idea poetici, così illustrare. dominati, fa sé ora, nobile così di la in zione rivendica- nella una miglia faluce potenza religione: affatto signoreggiante pur e risplendere più sarà arte. zione immagina- reiterare quella vivo più a il dominio sentire non d' quelli nelF e compiuta una prossimi a di è storia disposta diritti. profani, esuberante così così universale, e quanto esempi, affetti, la un'idea da nella vedere, suoi di dell' afifetti, per dei invece afletti natura, vita, antichi gl'illustri vita, nella giovane come gli suscitati più Quella tutti sarà di contraria, la storia concorreranno e la 60 CAPITOLO bello più mai che mai; di capace ond' Pur colle veniva che la più di forma una n'era e più calde tal genere, in fra primo vero famoso suo tutti sanno, nella giorno Cassi: Geltrude e a idea nuova quella voler la stessa storia ^ in ad cosa. e per cominciava a saggi le due Vedansì 23, 27, 31, 38, più 45. se a che non lui andar sono i il gere. sopraggiun1817, ospite per qualche la' parente sua ardore, nuovo un quel Veramente cuore insieme, sempre bile memora- leopardiana è quell'anno per di affetti espresso * s'indirizzarono cui sempre già là fare che avvezzi ricchezza Tali a ebbe dirsi potrebbe tardò paterna, casa mente nella che di possediamo nella fine dello stesso anzi più in Italia. L' affetto che non festazione, mani- familiari ne Leopardi ; amore poeta conobbe, il nostro una del amore primo Come altre è così ardente belle cuore, le lettere quante simile immediata più con in vari e un dal così abbondante pur al Giordani il forse son anche sempre la 1817 stesso, se lungo a prorompenti che nel potuto si proponeva quelle vere avrebbe non d'idee Piene fine. Giordani al rappresentazionedi una cui grandi pensieri spirito. suo di un'anima, ideata in ma il i che più stesso se atto scritte vera quella Storia modi, ad cose fare tale a credette e recare popolato era III, primi saggi di tanta un'arte immortalmente. significarli discorso più in Elegie.Dovendo dell' amore nel Leopardi, particolarmente [EpisL, I) le lettere 17, PRIMO toccherò qui di col la a cui mio di sentimenti togliequeir evidente nulla qualche particolarestorico, eh' nella poesia amorosa, oltre che anche da ragioni verità poetica. Così, r autore che « Se esagerato, dove allo è si che io realtà, ragionerò e quest'è nel sé gliezza sotti- medesime Diario: suo ».^ so.... Inoltre, immaginario, tutto insuperabile suo pre sem- amor, credere non del cosa era queste Soc. nel amore dalle citazioni articolo Alighieri, 1898, delle composizione Elegie, il Il primo p. 7. Chiarini stesso amore il Mestica leopardiani, e nel le di capitolo suo p. 55 Elegie neir e segg. : avea. proprio stesso suo rivolgea, cui per allo D. io creduto andata parole il Chiarini studi vani desir allusione con Prendo fatte ai noti altro ogni la perchè, detto per quelli m'apparian Eppure, alla occhi gli Vano Koma, la studio, parrebbe quell'altroaccenno: E ha Se ce solo del conto indotto, intera potremmo non pure tenga Né * amore, se ciò proprio quelle scriveva questo a fatto, onde parole: artificio,sono o è poeta di che di quasi immancabile è affetti è sempre le travaglia», com'ei alterazione personali.Qui dunque, del tutto degli giore mag- di situazioni, e d' idealizzare bisogno le inesattezze nonostante poi, la il dove solito ha ciò che per presente proposito. Noto perfettaverità dal 61 POETICO. soltanto esse attinenza dunque PERIODO si : — L* Oli che di nel amore legga poi che ciò citato Boma, amori quel modo ; fatto, egli scri- Intorno articolo (?. L. a di G, Leopardi. al tempo ne neir e Soc. diario esso D. e hanno altro: A., 1900, e L.y in Studi 62 CAPITOLO al Giordani: veva del non non curante Fra tanta la di delle rumor ben che voce sì gran tutta negli cosi forti che la fra nembi, i In siam La abbiamo negli ultimi tempi, era dei nostri segnatamente. * La cioè canati ; Leopardi e di è del soli 8 scrittori Nessun' sul efficace lettera scatenò 22 cuore, dicembre giorni anche questo è scrisse il diario alla il tempo citato. del scrizione desul quasi lui; effetti su a ec.) figurarci di minea, fem- perplessa e sole come giovane namorato. in- insigne esempio un Italia tanto si gli affanni in mai espressa incerta quella poesia personale che, opera letto maravigliosa bellezza entro pitare, pal- a nel fece di per muove ogni costretti quanto quest'Elegia patrio dipintura consiste quasi una per y".^ si fa sentire, gli la Cassi per e il dubbioso particolari,ci sorrida, forme sue cui per effetti che quale, nelle si finalmente solo manchi tempesta. medesimi noi per ingannato donna della il sotto percuotono lei che che incapace solitudine ruote, il rannicchiarsi notevole capo cavalli che plebee cuore gione ca- particolari(ilvegliare nelle scalpitar dei il mia questa prima giorni,per dell'animo, in di la per alcuni ma degli studi lo orecchio, accaduto essere corpo ostello, le voci è di evidenza tenebre, il «M'ò vita mia in volta 111. sempre venuta più risorgendo del Foscolo più moderni, altra poesia fu né 1817 partenza (14-23 scarsa né sarà duratura tanto (Epist.^ I, 115), della Gassi dicembre) da in steriore poKe- cui il PRIMO nella Per il sentimento quanto più di altro Dove inferiore il accorgersene soleva onde giudicar soltanto del alla fate or di care « moti nella pur forse per sempre ^ mi Qaì r efficacia 1901, O, * È leggiere " Io il sulle di e che al ». parsa alla col con zione significamolto trarrà ri- Saffo. La di a rergli pa- riso. Da nel tutti in sempre E sole, e non bocca per in odio. ricordare libro suo modificazioni qui vagando fra alla La gli le beUe della : coscienza, un'arte osservazioni poesia si rappresenterà sua gli splendori di vicende p. 149 luogo che congiunta entro nel Paris STON et e preluda il volgersi ri- più l'amerà, quando più di averla piace » timento sen- procella; o nembi o servò con- un collera, incominciava sua allora indivisibilmente ne sublime suo crudo vagheggerà immaginato era il già gli era la colla severità prorompi, « interni come innanzi aspetti;e e pienezza tutta bella, qui le nubi Dovette » espresso sommergermi, d certi con natura, dov'è Or « Elegia: proprie, cose simili, par che altri accenti di quando, tempesta: prova chiamar stesso nuovo,'' cioè tutto e particolare.^ m'addolora? quel luogo siasi qual- concreto, che delle in è la seconda pregio ceve ri- d' infonderle; che diviene nel fui? poeta all' uomo felicemente più di dove son? dato è s'immedesima l'universale personale Tarte l'astratto modo, Molto verità esso, per 63 POETICO. storia. e « PERIODO personale Frangois Villon, al frammento ha Paris, e eterna. che fatte sul6a- Hachette segg. corrisponde fra i Canti limitare sotto intorno ". il numero allogato XXXVII: con 64 III. CAPITOLO La prima parola poetica del Leopardi la la seconda Morte; Amore divisi Morte, nei e congiunti, ma or conformi pensiero, Potrebbero che la ascetico che, a nel trionfano tempo intanto, si noti che an- sul sentimento di al terribile dinanzi aver anelante della l'arte nel nostro come classica quel sentimento patrio così ammirazione, facile s' immerse pensiero nuovi e tutto e di in antica, famoso in già grande intendere Virgilio,di di l'ammirazione verso vita a con poco parti della le altre ripreso detto rapidamente allargando tutte è meno si andasse a tale fetti af- essi, notevolissimo, tra e patria. Ho poeta altri venir parsi Appressamento: l'amore avanti quegli stesso anche ch'erano generosi studio nata gior- grandi. cose E Or montano tra- incerta conquistato quello spiritocosi gagliardo e a suo non punto, sembrava certo un ed dell'Amore volta il trionfo una del che astri or gini imma- entro svolgimenti Ma, sue il campo, per due nanzi, in- qui nelle e di tenere quella breve vita. sua da e, versi sempre dirsi durante fu suoi successivi ai mai Amore; mai cesseranno non prose, T fu dunque qual e stesso ispecie mondo. lui per T addietro, quando, intendimenti lo degli altri latini, quella gloriosa affetti. Lo in nel diventasse più profondi Cicerone e classicità gli avvenne di anche PRIMO PERIODO allora,passando dalla bassa Omero. Ma antichi della loro arte; le loro amate e un e amare e essi medesimi le dirsi colla loro di st' ordine come lo accesero notai, di arte stesso, di morire casa, dal e era a certi spetti, ri- cote- simile ciò a tervenuto in- lui stesso letteratura. Grecia di e dore ar- un avuto per figli avevano brama di spendere tutto per Y alma terra mortalarsi nativa, d' im- Certo, persino in quella mondo, potevano non gli loro morendo. prigione remota liano; ita- che in V Italia moderna per così Gli accadeva qualcosa di pari a quelloche i medesime; di una esse figlia, per e Grecia. avanti fatto stato patrie antiche le due sentimenti poco in Roma avevano grandezza ispirato eguale amore della anche prima ancor l'Italia,figliadi Roma che, care glorifi- il Leopardi essere romano piuttosto,che 0, sua ad raro glorificate. patriota greco se meno patrie,com' dunque per gli ne- come patriottismonon giungesse e Potrebbe avessero osservare ad e generale,e specialmentenei scrittori in latini,egli sentisse Mosco grecità a da è tutto sopra 65 POETICO. non che, essere come dissi,era la penetratenotizie contemporanee; patriotiche aspirazioni ma queste allora soltanto giunsero a conquistar tutto il suo parole immortali, e a suggerirgli spirito e voci delle quando già in E, anche reazionarie campo a e esso non cattoliche quelledel ZUVBINI. tico. dell'anpieno il sentimento prima di tale pienezza,le idee era nuovo cominciarono liberalismo a cedere ; di che 5 il pos- 66 GAPITOIX) siamo intera certezza avere dei politici due hanno del le già notato poesie Piceno.^ è si avvicini però dei Ma è bene si metta che cosa in Divisa forse in quella che : corti al nostro Fummo le guerre, ' razione Piceno e di l'amor di contumelie Murat, egli soggiunse: a offre agliocchi dono ren- dello straniero. consolarci grandezza può al Caucaso sino nostro nome e al si sottomise valore, per noi e questo le vittorie fummo grandi nel maggio di G. delle nostre impero, nostro fummo i felici? Le L. 1816, in non in tutto signori del discordie vili, ci- ci lasciavano occasione Opere lonne co- stendemmo noi il terrore stesse lo tali capi- numerose brillanti,che e sì bello che qual- più,voglio circa sfogo uno floride AgV Italiani, Orazione del conda se- rigettammo que' Galli.... Dalle Ercole Tutto mondo. e prime evidenza perdemmo. Si, noi noi noi gloria del cede ; berali aspirazionili- piccoliregni, l'Italia Questa specie armi. anni nella e assai importa Dopo suolo il nostro la alle lusinghiero di e da animate di prime maggiore Napoleone a spettacolovario volta di due opinione del Leopardi Francesi, e una nelle se le tra lati lo stesso, nelle sole patrio degli antichi. di dissomiglianze corrono politico, maggiormente la mutata ai critici contemporanei. altra dire alcuni per le anteriore quel sentimento, come Orazione Autorevoli somiglianze e V Orazione e quellidell' a che, rispettoal sentimento due i concetti paragonando canti primi la liberazione per m. della ined,, II, 1 e libesegg. 68 CAPITOLO I criteri sul morali, il sentimento il mondo del Bossuet. Lasciò antico E insieme. poetiche poiché origine dalla avuto altrimenti potevamo che ciò a del cioè Si badi anche importanza: la la parve effetti. Il ^ ben Fra suo amor mutati, Pensieri, r il solo di cui Giacomo poi sempre, alla grande e incominciò i più che ho vero suprema di esempi mi egregi in lui il cetto con- egli scrisse Parrebbe, anzi, che, i è quali " non per " direttamente e universale ignorava patrio amor che sopra, eh* ciò cristiano d'allora di dimostrano detto 1820). Becanati, sin alti di versi di- del rinasciment tanti altri », alludesse dell'amor nativa dei e norme ispirazioni spiriti piccoli « antica, autori paganesimo, patria, leggasi nazione quale, pieno ristretto che (4 luglio 257-58 della amore il quello I, della seguenza con- molto non i nostri Leopardi, senso quivi degli discorrendo fatto nel cora an- quella trasformazione al del luoghi non ragione tenuta patrio trasse il sentimento e nei e civiltà una alla storia propriaragione di vera i molti presto in conversione o della patriottismo,dunque, suo radice prima coscienza il più e risorgimento questo punto a certe questa lui sentimenti quelliprodotti su le eterne guardando stati. Era in tempi, produsse ebbe che ammirazione sua non decadenza, nostra classicismo, che, suo da il nostro rialzarci eravamo della più restaurazione latina, così, dopo l'ultima forza dei Padri per gli parvero primi loro cogli occhi i e andare, il sovrannaturale leggi della storia, che avea breve spirito;^ond'egli, a suo dai e della perdevano ogni giorno più guardò più e cristiano trasfusi in lui dalla educazione concetti studi m. ad o naldo; Mo- a e piuttosto di sprezzava di- quello appunto, e ammirare, mirò am- : dell'antichità classica. r PRIMO dalle stesse PERIODO 69 POETICO. di rado gli quellodela patria umanisti, giunse quasi a confondere coli'antica. Talvolta fu in essi perfino moderna maggiore lo studio e più vivo T affetto del passato che del presente, e, se larga e salda la notizia dell'uno, incompiuta o incerta ancora quella del fonti;e, non come secondo. III. Leopardial dipresso,la condizione morale del tempo delle due prime canzoni.^ Quasi ci sarebbe difficile il dire Tale, a un sulla recentissima quello che a del ^ tra dirò ovvero liberalismo. Parrebbe nuovo Non V Orazione, di nulla sentimento suo storia d'Italia fosse dettò cercato avesse il se più conforme a tro quell'alch'egli non propositoqualifossero delle che tracce di esse le nuove si conservano i Manoscritti napoletani ancora inediti,avendone già parlato (Le tre canzoni patriotiche di G» L., in Degli chelli, spiriti e delle forme nella poesia di G, L. Bologna, Zanisarebbe in neanche 1898). E non che questi opportuno miei brevi cenni io facessi particolar discorso di quanto sul valore storico ed estetico della canzone All'Italia,è stato detto dallo stesso Carducci nel suo citato lavoro, dal De Sànctis di G, L,, in Nuova {La prima canzone Antologia, agosto 1869, edizioni ristampata nelle successive dei Nuom saggi critici, Napoli, Morano, 1872 e 1879), dal Cesareo {L'Italia nel canto il Carducci di G. L, e 1899), le persone e segg.) stesso possa la mia ne* canti dallo colte e da de* poeti SCHERILLO e per quanti Il le scuole altri anteriori, in N. Antol., l® agosto (/ Canti di G. L, illustrati per ec. Milano, Hoepli, 1900, p. avessero meglio che a me meno dispiacere ai lettori, si qualsiasi opinione. argomento. 221 scritto di proposito sullo resti a è di dire fare con e che, credo, tutta brevità 70 CAPITOLO nazionali, persuaso speranze danno solo dal rinnovato Con la salute. tornar altre da Certo contemporanea? esercitata che donde incerto il nuovo, nella quale soggetto quella mente come che unica sua questi potesse e e stesso se idee; ma è pure si fosse quanto lui in all' antico. ancor era ad che, e vago, L'antico appressi,tutto splendida vita l'efficacia fiamma le si sieme in- impedito e negare può nuove sempre materia nuova si non venisse, si rimaneva e dentro di interpretazione della lui dalle su che evidente culto tale certezza, all' il tutto degli esempi antichi, difficoltà, quanta parte di concedere poteva com'era, che dall'oblio procedesse che e HI. ogni converta forma. qualità più proprie di questa prima rettorico, nulla poesia leopardiana.Nulla di men ciò Da più sincero, anzi di quel forte che ciò le persino e corrisponde ad verissimo un personale,per quanto questo eccessivo In tale cose. ai fini dei sentimenti, bensì Or non r è ingegno e presso lui certo e disforme V non nell' questo è mai non ed parere quanto sempre ingegno il caso che a rettorica, in in cagione, nelle più che an- realtà delle sta ba- gli tal qualità del poeta. stesso presente, perchè ispirazioneabbondavano quanto più che sentimento dalla scarsi, la cercarsi da sarebbe storico esigenze dell'arte;sicché, dove fossero effetti ottenuti caso, o possa corrispondenza e' è alle e più patrio.Rettorico sentimento essere di non propositodi è nel a pardi; Leo- parlarne altri sommi ita- PERIODO PRIMO liani del e fisso alle di Petrarca passato il e L'immenso loro fra presente, in rinnovarla tutto intervallo la storia loro quel Certo alla siffatto moderna vita belle che tutte son le stato origine sua nei del L'amore dal il nostri da sue: costoro da Bicordo fra reminiscenza stessi della sostanza Costituzione di in 6. Carducci. Firenze, Fis Le I Barbèra, trionfo ruggito migiiaia di trecento £ restaron Sopra mucchi eh* è quella la leopardiana G» M,, ordinate cipua pre- (La da noi, per : fuggirò, Sparta coi scaldò p. lU): sospiro Persia pure appunto poesia, di 1879, 1* estremo di cito canzone moHe la la di classicismo.^ e Poesie in e poetici e quello che famosa prima XIII, frequenza maggiori classicisti, Rossetti, sua una stessa Napoli, Fia il cose distingue non da nostri questi storica trasse altre storici si anche quello la ricchi men ma amore, di essenziale tante e ciò Leopardi però petto degli ^ autori quel antiche. cose sempre spontaneità dei gloriosiricordi anche fra che, almeno come italiana, che parte della tanta è amore opere il sogno e amore solo, poteva dirsi grande esso ad parte, nulla toglievaalle in o a e speranze avi, anelavano nostri pari grandezza. l'occhio quali,con stesso, i gesto dei 71 POETICO. restar! brandi ne* pugni di corpi svenati, E gelati, que' pugni, quantunque Bassembrayan disposti a ferir. Anche dMmpeti un da e medesimo dì questi ; e in quanta rossettiana e rappresentazione d' immagini r ira » risplende e particolare. intendiamo versi destati accenti amore pochi due in generosi ispecie quella pur ne dove greche la differenza cuori italiani da corra tra «la ed questa virtù omeriche greca in 72 CAPITOLO quali, ad della Or calda ammirazione, nelle anche il valore quel antica storia Leopardi è glielo fece un in a e e come sorelle ria sto- mopile delle TerSi- n' ebbe che il entro per quella Beatrice tante ad favole ora e piuttosto la della canzone sua e è alV luce. in passato La poesia tradizioni così autore della trio pa- gloriose nelle grandi e misere nella moderna. Inno neir significata Italia,che, del della parti della vita il sentimento Grecia. loro età storia: sto, re- cia Gre- Ma innanzi poesia,eglivagheggia qui le tutte prima il nostro Italia,vagheggiate da qualche tempo sorelle nella non storia, pur una ammira Canzone nella se che del che sguardo, quando Tarte, Callimaco doppia ammirazione Nettuno è Con Simonide con la la di beatitudine regno rischiara stessa. se ammirato ; poesia. vediamo visione allo tutta apre aggiunge grandezza ; dalla lui in Ogni grandezza quasi dall'alto,la greca strare mo- cioè godere appieno da conoscere. gli si aveva di essere poesia: gli eroi mai sa non quando accompagnato grande zionale. poesia na- direi, quellapassione quella morte, e di canto. stesso allora e, la stessa entro per La la chi e tentai lavoro, presenti canzoni attraverso sempre monide; mio della che ciò antica, cominciata vita suo parti del altre in storia solo ricorderò Qui Foscolo; rebbe cagioni e gli effetti,fa- alla utile il e le cercasse molto cosa quella il Monti esempio, tali differenze III. come mente egual- antiche, egualmente PRIMO E la poesia ciò che il di piove più recenti dal padre ritratto da la morte ci riesce della eglieccita insieme il nostro dell'antico tenti d' indurlo difendere ancor parlare a volta una canto; brama che nostri egliriesce a sommi da durava secoli, ed proprio della era, nostra verso massimo la nostra metà del splendore i tempi nipoti, patria comune. Tevere, il Po XIX, come E com'è di veramente di tanta sarà vita nazionale. l'Arno avevano degli e T altissimo e degna coscienza più particolarmente proprio della per poeti antichi. nella i per anche ritrarre, in maniera tradizione, ciò che cendersi riac- a di continuarne del secolo parlinoa lui, poeta parlatoai il piedistallo direbbe, anzi, ch'ei la soprattutto eglibrama Ma tutto si sdegno; che ora padre gran mai quel modo, a interpretarneil pensiero anche presenti,d' a Scolpendola quel- tragica mai sul scolpendo luce che Russia, in dando guar- Se sublime che più degl'Italiani come non alla nostra. più anche dantesca. statua italiane poesia ci appar il Leopardi la viene canzone, seguente, sventure Simonide, per corrispondenza con canzone della greco prima certa una sfortunato Teroismo nella fa nella poeta le che dell'eroismo greca nemmeno manca 73 POETICO. r ammirazione poi entro PERIODO Italiani sempre, Era anzi quel glorioso periodo letteratura,che, incominciando secolo col XVIII, Manzoni e giunse col al suo Leopardi. In periodo più frequenti che mai queir ardenaffetto ai padri della poesia italiana,quel tissimo tale 74 collegarealle loro appunto perchè ispecie TAlfieri calde tante di e preghiere invocazioni tante n'è pensiero dei « del queste e ghiere pre- questa ligione re- settecentisti,in fra sol nuova loro per tanti ciò che li fa Eppure cuore. tra quei padri antichi, a figlidolorosi che, per l'amore una di sommi un della nostra essi culto quella trovino in destini, quelleche suggerisce diversi così ; e, che rispetti,par sol i nostri tutti sono le speranze nuovi parte per religioso.Pieni il sentimento un Si ebbero dissimili da molto e auspicidei stati tanta erano grandezza passata. non le brame memorie presenti,queir invocarli di III. CAPITOLO e T per giovine Leopardi al forse » tra non ce , affanno, pareggi di maggiore essi. IV. Ma si non l'età aggiungendo dolori e le pur maturo; uomini di vita e neanche che delle nuovi fu sua: queste, il nostro dei intendo di escluso quelle speranze non maggior occorsa colari parti- che era vagliavano tra- A prendere comancor conoscenza maggior partecipazionealla cose, non poeta moti venuta era particolarisperanze gli sarebbe e dei lo stesso presentigenerazioni italiane. pratica, che domestiche dire patrio di ogni tempo al sentimento che di può le gli che, e sue condizioni consentivano. come di accennai quei dolori personali Certo poco non e è prima, egli potesse 76 CAPITOLO del Monti dei buono Leopardi al e che III. della buono men ai sommi non dei forse in nostri altro un concezioni quale V più insigni.Anche scaldando sua, partecipava delle accolse il i il qui dunque nelle però non tutto Termopile che sentì fece egli onde cuore alla quella degli a caratteri eh' intensamente meno cosi Leopardi quel con sue viva, dalla suoi montiana, arte tare no- a Monti, che venuti eran squisitezza dell' la quanta suno Nes- ebbi quella preziosa materia tempo un ^ primo, del secondo. (come lavoro) storia tanta all' arte ridiede moderni mio del pregi efficacissimi anch' essi suir animo canzone dia trage- Italiani in Russia. Un l'abbiamo Monti il suolo simile », Sopra in vetta, che una la valle.... Salia nella a convito i" Bardo : « Sulle Le e Venian ». Parca de' siccome stata per a essi « poesie di Vincenzo Monnier, 1894, p. 277. o a Monti, e splendido carola breve del » ; e la affanno. La greco, terza non concetto perigli sono Poi, gli eroi del vate Inoltre, danza quel un reggia Signo- ».... a nuzial a i eh' e che nera, d' Ulma e vostri, corrisponde tripudio; che un degli eroi Sqcc. ciò essere pugna * e ; : la marina e raccolto tutto sul colle « della Selva d'Albecco Ciascun andasse morte Anzi si dice canzone che l'etra Bardo al dell'efficacia del Simonide quel salia. Guardando d'Antela.... « determinato esempio più ediz. danza t^ioè del Firenze, PRIMO Leopardi, bocca di UUino, paragona illustre Ferite ferite simili Che le Laconie sul col del diverso ai vostro da sangue; d'Albecco, di col Che degli C'è, insomma, Ma su ciò l'eflicacia della pardesche leopardiano fossa, eroi tien Tossa. esempi poeticiuna che della stessa già toccai più dì può sfuggire ad non di montiana soggetto zionale na- queste prime ispirazionileo- su somiglianza ancor e glianza somi- insisto,parendomi evidente non poesia storico e DeUa la drammatiche, situazioni ^ il postero colpito i due tra dito sentimenti, d' immagini di alcuno/ e orror Ricercherà fatto Taltro: aveva i tremoli T'insegneranno; santo parvoli le belle quelloche Vegliardi un Di ! mostrando qua le madri Orme Valle spose dire: Verran augurio lui cantati: splendide allo stretto e fa da Monti, per largo petto trecento primo oh il generose, Baciar il cui gli eroi pugna! Alle Dei 77 POBnGO. appunto quellia sono Oh Né PSRIODO tra nel natura. del rullino citato mio Monti libro, pp. e il Simonìde 279-80. 78 CAPITOLO Con le il Monti tempo e, canzoni prime gli altri e III. il nostri alquanto dopo, e continuando periodi.Fervidissimo fra ai che, dai suoi francesi delle e inneggiava diverso dall'antico! Vero è che quella dei con d al quanto egli si mava confor- più, espresse in anche in prosa di oh dai e timi negli ul- faccia partecipate allora versi gliori mi- scotimenti cuore questo punto su altrove, mutavano alla pace, timento sen- miseria gran sublimi « il liriche sue alle idee da e vente so- tori scrit- prividi pregio.Ne allegheròalcuni esempi, non da prendendoli dove In dalle battaglieche mondo, i due arrendevolezze e poemi napoleonici.Ma tempi, egli, il poeta rendo precor- dissi d'animo anni, durante suoi anche come invitto potenti,prorompe e Monti nel stato era patrie; cose distingue insieme e tanti mutamenti e di fra allo stesso che, intorno cantarono questi,congiunge pur si colloca più rispettiquello per italiano Leopardi quel fu un' ode pubblicato il pel I, Davide medesimo ^ lano,^ Mi- Ritorno d*Asirea. imperatore sco France- suo dell' natalizio Bertolotti Spettatoredi esclamava : inclita Pace, Odi Sacro rinno al giocondo, Signor, per G. D. Cervelli, in Anche * Anno * T. cui un reddisti Carme al mondo. alla Pace,^ de- 1816. V, parte ital., p. 131. ^ i^ì^., 159. PERIODO PRIMO scritti gli accenti : orrori Sinché in E i A noi la prischi a ti mondi costumi, dai che luoghi felicità neir che imperatore la felicità : nei suoi ricordanza ahi! Accordarsi quella non non ai fu dell* armi al da pieno E r inno Divinità ^ T. * T. anche VI, parte VII, parte l'Italia alsua I V d'Esle inteso aonio ec. la pace, plettro temuto. suon particolareal Monti, far pensare non a qualsiasielogio in vista o lui,che, biasimo dalla propria fuori della novella. poesia echeggiava lusione Così, in una sua Pro- agli studii dell' t. r. Università nella grand' aula dal sig.cav. detta di fede conservare Francesco messo sempre grandezza. alla saputo un'allusione poteva però di altri, era vasi rallegramentiper troppo era s' impromettevano amara: resto, più che del si vede Infine, F. Cocchi, nella nuova. * Troppo, certo avrebbe stali, mesce, qualche Se dalla guerra ingressodi Pel solenne ode scrisse Come Deciani. grandezza,mostra e Pace il poeta, riporta lo Spettatore,^ ne quelliche biasimando Dea. o La poemetto intitolato addirittura Udine, il 1816, Francesco rea, men scendesti, tu e rese questi numi, santi stirpe a far ridonar in usciva guerra, pietà dei uomini Degli Un della Talta 79 POETICO. ital., p. 63 ital.,p. 197 e segg. e segg. di Mabil Padova ec. il 80 CAPITOLO dicembre giorno 7 «Vedo l'arbore Ora ordine di Pace tutti. Ei nel s'inchina disarmato, questa, vedendo dalle la Ritorno citato suo fece ne come nuove notevole Dea Arti della Marte, giustizia,e Pace la dalle altre e si tura dipin- d'Astrea,^dove alla dalle cotesto sempre, più sopraggiungere Muse, in pure suggeritidalle politiche,il Monti, su d. accorgersi che, sentimenti, spesso condizioni levava della santo incominciava: T oratore 1815^ facile è m. duta prece- divinità, esclama: La del Vita mondo verace ed mio, la amor ! Pace Vieni, vieni, supremo viventi De' Tutti la il Dio poi, compreso Eroina, per nuova cui della migliore una l'Italia,specialmente col ritorno che ciò le ancor gloriosa Divinità di avanza vincitrice salutano guerra, età da fiera, terminata così quella a sorella.' desio, dolce cede suc- poco d'Augusto, vita e dello ; e deve alla grandezza Marte.* stesso V. Or, con parole del C. 1 T. ' Ibid., B. Teatro e Ibid., e in ital.,p. segg. alla particolare, ma in scena Milano, delle presenza Re, l'Imperatrice VI. drammatica Azione — alle certo non a siffatto 165. Scala della MDCCCXVI, ' Monti V, parte 53 allusione, manifesta e * la LL. eseguitasi del sera MM. II. RR. Regina. Ibid., ultimi versi. 6 nel naio gen- V Imperatore ordine canzone: Perchè le nostre ali le bianche sotto Non fìen Deir antico S*ai patriiesempi da' lacci sciolte Pitale sopor si questa della medesimi Tera tempo un invece patria; occorreva rivolgesseai stava ba- non gli de- esempi tanta venuta dezza. gran- all'opinionedi quanti governi della restaurazione, il le antiche e più nobili ispirazioni poeta ripigliava del Monti Ne stesso. dori quegli arripigliava nostro guerreschi nuove Così più il vecchio 0 di meno di soli due tener di anni cioè che E un ZUHBINX. i conto appena Manzoni, ad e nuovo nel suo canto, consapevolezza,qualche brame petti italiani. stesso memorie antiche insieme facendo, ritraeva determinate Rimini, gliori, mi- tempi speranze. tempi più recenti, senza in poeta, inneggiato alle aveva essenzialmente concetti quei e onde ghibellini, nei rivolga. ai nuovi aderivano dei prisca etade si non Così, contradicendo con menti della fatai terra salute avi, onde alle raccolga, quanto sospiratae dolce, quellapace alla che genti Pace Questa Per la sentimenti, il Leopardi cominciava di seconda 81 POETICO. PERIODO PRIMO si già le del Marzo gli uni e più precedono Rossetti, e, II Proclama frammento ch'erano e accendendo canzoni canti tre, l'ode e quellenuove andavano due bei più del di cosa di dello 1821 l'altra il luto sa- insperatorisorgimento. Oh 6 82 CAPITOLO come il scarso, quasi soffocato e della grido da III. gioia in Dante la nostra tutta Petrarca dal e tempii Quel grido risorgeva notevole nella come, sembrata non molto Una larva Qui sen col Ella Le E tanti avanti poco fossi era nome tu stessa, di te. fra gl'inni usurpati fallace, qual quella stessa per che di luce catene nuova tale pur è alla promessa; con mentre sparve tuo santo la larva Sfavillava della ed prima: Noi, credendo Ma, nel zionale, na- agli ultimi Rossetti; che quella a venne Adorammo fino nel sorto era poesia esultanza stessa libertà, si maledicesse dolore, dal fugace. sogno lasciandoci al libertà cui il di rispettidal ricordato pie. Leopardi, così abruzzese, vate verso di- avea la nefanda .... che Voce schernia ne .... il Tra Odiati erano antichi, impromessa patria.Pure intenso verso in prevaleva libertà ad e delle suon di ottenersi non catene e flagelli. i Francesi dagli amici non da ma invano meno una nuova all'odio, sentito i de' degli quanti n'eran se resurrezione da molti dini or- della anche più Tedeschi, oppressori più recenti, quei fervidi giorni un'indipendenza per virtù più per la ottenute degli stessi gioia o di una prossime Italiani,combattenti gli oppressori, ma per la 84 III. CAPITOLO efficaci i modi ed numerosi adoperati a a quello. La quasi e potuto avessero a per ultimi quanto gl'infelici ciò indurla, continuò gli spiritidegl'Italianie di cagioni storia con tal che un in profondità d'idee pari esempio non qui quella erasi desima me- interpretando di tenerezza e affetti, dal Petrarca visto come a ciò In quei dei epica poi, nella e si offrono immediatamente danni che le età cori c'è vittoriose pettiitaliani, nei i fratelli », ucciso spettacolocontrario » italiane che grande impresa. E nel ce Conte già si I fratelli di bili inenarradi mancanza finalmente i" che « hanno Carmagnola, è « accingevano « non manifestati gF sembrate quello delle a il eran gessero, spin- la rappresentazione come dalla cagionati appunto nel '21 lo trascorse alla vista che presente, rappresentazione, ci stessa quelle virtù, scordie di- i secoli passati questo su le e il secolo sentimenti neirOrf^; innanzi inganni sì che accumulati compiere saputo. avevan fatali grido per un dolori i tanti risuscitando padri, faceva loro avessero più particolarmente Manzoni, degl'Italianii dei che il dove cori quei si ricorderà ognuno agli occhi e veniva essa nuove poi. E di eh' nostra da vigorire rin- a trarre a forza nuova e speranze consacrala si abbandonò poesia, in ispecie,non dolore; anzi, all'antico casi volta intensamente più ognor nazionale la cultura fine; la scienza, l'arte, tutta sì grap un fraterne concordi volgo disperso », che uno trade con- alla nel- PRIMO Y Adelchi PERIODO Intende « dei raffiguravauno ricordo, in T L'apparir di sdegno ritemprati di vince in gloria e degli errori riusciva non non XIX del secolo in dolore l'opera; alcaci effi- meno Erano amore. e sca, petrarche- sentimento, che nuovo una di storia e figlimeno conforto dantesca natura di ai caloroso parola quel meditazione I mar manzoniana accesa Italiano grande gerito sug- sguardo la rampogna e in lo duplice qualunque più rancori e aveva stendardo! intendesti padri ogni più sdegni dalla amico un del dei contese di i", il cui momenti, esultanza, nuova rappresentazione lo un di deserti Ne' eloquente la testa sull'Alpe spiasti volte Quante delle dolorosi tanti volte Quante la solleva versi: quei Ma orecchio, alla mezzo 85 POETICO. ad venire potevan patria, la quale quella di ogni altra moderna. nazione ? Mi indugiato sono r occasione ricordare di non il paresse differenza parte, ad delle della un condizioni pur non consentire; principioinsieme di quella poesia forse Manzoni, sul e argomento i ma nuovo e più insigniesempi nazionale, che, ai secoli determinato delle speranze lasciando avi, signori del e di mondo, meno evocare che voleva io leopardiana, s'informava, più più da a una sentimento patrie,e, tra, dall'al- le memorie gli de- guardava più particolarmente remoti, da cui gl'Italiani 86 in. CAPITOLO moderni avevano i efficaci. Per più ancor evo, si non si fosse anche nuovi tempi fatto mai delle allora. fin Tirteo sole intitolata Quante dedica le altre, la governa la guerra Così crociata. Es ist kein Es ist ein L'Arndt, del Un moderni, dem die 's ist ein biblico i volle il tal con ancor ravano quali conside- come una vera diceva: Kronen wissen; heil' ger forse ancor Krieg più ! * sto robu- addirittura, quando, dopo in Wercke KÒRNERS è quello Gehet sentimento insieme sono zwei Leipzig, religioso dà preghiera der wahrend Bdnden. Schlacht Vater, ich umwolkt Spruhend umzucken der Vater nife mich dich Dampf rasselnde mich Schlachten, da, fQhre ! der ich mich! rufe der GeschQtze, Blitze. dichl forma e inni volta taldì (ibid.,p.25) comincia: Lenker della religiosoche Kòrner von Band, BrQlIend nuovo poesia patrioticae p. 18. Il che componimenti tale meno Lipsia,scriveva: in ester non nome sentimento popolare, ma di Aufruff quel Kreuzzeug, primo, era la vittoria cui parse ci fa ricordare il medesimo men ste que- soldato e d'indipendenza Krieg, in che Ode. sua Tedeschi più quella dei al 9, stessa sua poeta « egli non cose ! Fra la Simonide. da quel appunto era Manzoni che del medio ch'eran antiche, ed eroi età indipendenza germanica guerra: tandosi interpre- Anche virtù gloriosidi quellicelebrati a modo, collo studio ammirare potevano proprie Knaur, tal menti ammaestra- giovava alle generazionipresentimeglio si * ed esempi trarre a PRIMO Wem ward der Sieg Wem ward der Preis 87 P(»nGO. PERIODO mit Streit? harten in dem EisenhaDd? der Die Welschea bat Gott wie Die Welschen hai Gott verweht die Spreu wie zerstreut, Sand.* den • E anche biblico allo Tedeschi che nella Dio, par che stesso v* ha Chi Saria che detto sordo disse non è arato che alla in eromperà Carmagnola : ad ! Basta del Berchet, Die Mann poesie parecchie alcune sono religiosi cristiano forza sua poi, quante Schlacht a. dì sentimento sublimato anzi fratelli1 1» e d. e nel da un più forme con- coro forme nuove del tinuò con- sentimento ricordare del Giusti: l'opera autori 1813, in Gedichte S., O. Hendel, p. 132. questa specie, tempi, ec. il nostro intento del Niccolini Halle antico von Sono cer- ERNST molte ad esempio, quelle ist Trost, Wer (ìbid., 113, 128, 163, 229) : Deutscher Lied f, Da$ Siegerich, Ihr K"nige, geht acht ! vom sne intitolate Anche la al mio Leipsiger Arndt. le altre lo stesso nell'arte assumere nazionale Moritz do. filantropiadegli ultimi tutta in : hai ; non T Italia U Siam d'allora Ma ^ € vermiglia.... giammai più propriamente insieme pnr neironda temperato, come sentimento ein che nel poeta italiano biblico cavano invo- ne v' udì ? al Germano Spiega PugDe; Pure quei a lamenti ai nostri che raccogli ove Va, fede di Dio quel Sì, quel Dio, Che risponda pellandos ap- l'assistenza: attestavano o arder tanto con il Manzoni, ode, sua e di quelle delle patriotici scritte come, negli anni posteriori, come gli stessi caratteri citate, conservano prime e più famose. delle 88 CAPITOLO tamente letti men addietro; anni ad di tutte cose vita. Perchè se mai muore la storia dei sorti che è dalla va del fine di ricchezza stesso di nel in genere poesia alla ed le tutte non quando complesso, suo nazionale del metà abbondanza efficacia pareggiata da essere sulla gli eflfettisulle che, per forme sto, pre- stessa morire XVIII credo non civile, possa dello secolo men avviene se per potrebbe dunque o poterono quella nostra tutta anzi e molto già di come Presa seguente; esempi, che parecchi a come di ricordarne cessa popoli? ammirevole amore, la bellezza del tutto, non con belle le sino non torneranno, più cercati essere che oggi che ma m. morale alcuna altre poesia letterature moderne. Or il il Leopardi periodo mi anteriore di stare parve alla restaurazione politicadel 1815, rappresentato principalmente dal quello posteriore.E già, rinnovando belle del ei dava primo, dei sentimenti lui a ed di prevalere imperato affanni sul informare amor tutto patrio non ad tanta ogni di se per terpretaz alla in- incerta, per forza altra un afifetti cominciò che medesimi. ciò ed sin allora di lui e in aveva quei pensieri non nuovi, quistarono ac- consapevolezza, aspirazionee sua e più secondo, quando spirito.Intendo breve le forme vaga di ciò tutto su che, quantunque sovrapporsi del pensieri e suo in da ancor più propri ordine nuovo Monti, principio insieme quanto per fra mezzo da Certo, quel primo si spense nel suo cuore; PERIODO PRIMO Io sentiamo, anzi, al Mai qualche in e quanto per la formidabil d' In ho di malattia di del canzoni che le : delle brevità lunga e che rappresentazioni pare stam- che coir andar molto quel diocri me- capolavoro, mesi dopo, il monumento ; inferiori dicembre 1817. mezzo degli del farle Sopra eh' è ed mano sono a donna una potè dieci anno del essenzialmente pregi più preso donna esse e circa profondità sempre della pare zoni, can- inferma per non appena All'Italia i morte di solo non scritta all'altra donna che Certo, conto. una pardi, Leo- due pardiani leo- affetti,il calore suo soggetto più ami; particolari, e non onde tutto meno quella manca la nostra le avverrebbe di fantasmi più che non popola più lunghe e più splendide. Anzi, per rappresentazioni delle due che riguarda quest'ultimo punto, nella seconda si mente la dipintura riesce Ciò vita e che dello persino le due strazio della donna, prosaica. alquanto poesie leopardiano su quel morir dalla gnificat si- mare chia- del delle corruttore stesso, Mai, non Elegia, cuore un dal prima e che fortemente e di r intensità di ria sto- italiano, originale Per Nella precedono stessa all'una Mancano al gran canzone, alla proprio più di due Dante, persino poeta predetta altre alle ma di la Il tenesse inferiori ed eh* è dolore discorso 1819: portato quella con ne del suo chirurgo. tempo tutta parola e con periodo espresso mortale, e col insieme primo tenere marzo lunga un sentire e, dal umano, dissi nel trucidare fatta arte che creduto composte rito, spi- suo mondo.* questo, non del leopardiano,potremmo tutto del dolore innanzi qui Leopardi, dalla quella che, del genere storia ^ Così il in Italia, entra da farne a canzone Paralipomeni; nei signore nuovo possanza. nella derà seguenti; splen- luce persino anche nel delle vivo, sarà del concorrerà e altra ognor forte men sempre fervido meno di un'ultima poi come ma, non 89 POETICO. ragione ci in giovane, e dal certi eh' cuore. è concetti considerato Pure, tutto ciò zoni can- troppi particolari, di veramente porgono consiste per per e mente intima- generali così ciò sulla mente diversasi rimane 90 CAPITOLO in qui davvero che qai efficaci e moderno. da perfetta Certo gli quelli, nostro loro effetti la cui che in di ritraenti critica le nostro qualsiasi togliere colla in fu tanto propria direbbe lui ed più diminuiti sono di altre simili. alle stante co- scrittore nostro canzoni dolori a operose altro due e Si poeta. congiunzione queste sentimenti, egualmente non concetti seconde di tepore maggiori, potrebbe stesse POETICO. e col o incomparabilmente autore di tolgon facoltà, più idee avvezzi disunite mostrino quelle d' eravamo non si PBRIOIK) —PRIMO astrattezza certa una coi in. poesie del Nessuna prime, bellezza. verità se- quanto 92 CAPITOLO primitiva.Spettacoloche r unità eflfetto: che di vicende origine, le Zibaldone Lo è documenti Tarte del possa avere che tanta del dei suoi ogni giorno, da passo lui suo cogliere Y dare di poetiche.E i suoi ricordi moto di simpatia fatiche, morali. e a in ogni per cui Or potrebbe conviviamo gli stessi di quelle tutte caso, accenni con a tre Ol- qui cose vendo scri- volte lì in ogni vita: acquisto e di un per nel forme così, in di coir ingegno penetrare susciti non e T intendimento possibile,e, tempo lucenti e' è non noi e uno qualche cessanti partecipazione a quelle in- quegli a che versò della nuovo pensiero che e egli cammino senza fosse suo per suo. lì per fatto sempre fra esser segnarvi delle cose, avendo e queste pagine, scritte mai al coir più e un in gli ziosi pre- ciò, insomma, anche sul come notò dove sin stesso, la dottrina sapere, a Anche intimo di più segreti affetti;e venne fu passo solo, nulla sé suo stampato dolore. nuovo inesauribile tutto ogni giorno esso mai gloria. tanta e vita, per per che meglio qualsiasiattinenza parte solo la i tesori giunta, ricon- particolariragioni onde fonte una Leopardi, in un le e per ogni tissimo questo importan- intendere bellezza tanta vennero intenerisce quella famìglia,così possiamo oggi le anche gentile,e produce cuore r IV. incredibili quanto corre tormenti da proprie dell* arte? averne una più tellettua in- tali impressioni E Tarte, felici di queste grande anima? Poi, personali,così importanti ATTRAYERSO la per da storia, sua cui gli valgono afiìsi pure nella prima, le Tutto tende angoscia, del filosofo poeta del e sue quasi sempre gruppo di qualche dal dall'indicazione ad « esempio sabato della che aggiunti credenze ci ricordi * : di « Pem,, 1827). è alle i modi dei Santi codesti VII, 113 e storia del di siffatta curiosi molto apposte, due 187 più solennità Filippoe si caso », spesso, « », vigilia Singolare vedano talvolta avversi la data molto (6 IngUo da Giovanni », ecc. tempi o religiose: santo pensieri più segg., astratte accompagnate di Loreto ma uno, dine; solitu- sua date delle lunedì accenni dei alla più talvolta a nacemente te- poi, ad ogni pensiero o in », siero; pen- come dalla mai religiose;nel qual non legge del speculazionipiù delle ricorrenti date tato no- dell'autore, alla e particolare,o, Festa la o cime persona quello 1820 della Casa di le Fra Passione venuta alcuni e pensieri; e ricordo ha ciò che cose speranze martire. congiunzione, 3".^ Si monofagia stesso, resta si dividono non esempio quella supreme alla la scienza così naliere, gior- cherà più piccolo,egli cer- più alle alle spesso insieme. attaccato sua ad alla tutto, nel tempo ma punto abitudini sue cogliere Tidea per stringe qui le ci sia di altre in tosto il come filosofica;e ricordare quanto 93 ». Leopardi inclinazione "c a ben persino basti cui chiama tutte al sono ciò a tra che ZIBALBOl» € T osservazione muove ch'ei LO par alle che diversi 1826, 27 : braio feb- 94 CAPITOLO . quello in cui di lor quello tali credenze più morie il calendario anni a al padre contrasto fatiche onora sembri quel Il titolo lavoro. qui di persone a noi Manoscritto dei Oltre le riprova ogni altra sorta. come E ai meglio quelliche sovente un che scienze come trattato il ricordo alla sieri i Pen- letteratura,per parte una così di dell' immenso larghe di filologia, terie, ma- ria, sto- politichee sociali; fisiche, chiamate i pensieri seguono fiumane come o e un turalmente, na- speculazionie indagini svolte seguono, noi corrisponde scienze le idee abbondanza, in care. bella dalla coir allontanarsi crescano 0 di ampiamente delle non produrlo, pure come quelle,pur a più abbondanti, siffatta tali quellionde sorge non sono stesse a fanno non archeologia,di ognor anche elementi; perchè e filosofia spesso in suoi si tratta mancano più calendari cuore numerosi, di ricordava di di Tintenzione stringe il ricchezza quanto somma, in- quasi ora religiosa.Benché ci del di varia né credenza dei due patimenti sublime meno ch'egliabbia contrasto gran Giacomo e tanti per qui messo onde È, recente! meno propriopensiero.E non una e dei del martirio un si più vive, ancor rassomigliano,per qualche rispetto,agli si atti d' o e figlio, quello fatiche erano ecclesiastico,comune al e con le eroiche IV. espresse che di pensieri, sempre sorgente. Per nei scono rie- primi più largamente applicate gli uni e gli altri insieme ampio discorso, e persino compiuto suir argomento. ATTUA Talvolta, Leopardi VERSO quella con da muove allora in punto che un consentendo r o dallo suoi letta moderno; o finisce di cosa lo innanzi per sentenza antico Zibaldone, meglio dagli altri s' era una contradicendo, aggiungervi qualche poi da autore un infaticabile,il mente sua prefisso; tal altra, allora 95 «ZIBALDONE». LO accorgiamo che ancora col- sempre Ci suo. e, o scritti,com*egli, pur fino oggi a maturo, tinuasse con- in devamo quella molteplicitàdi studi che crepiù propria della sua prima giovinezza, e che, segnatamente in quella filologia testimonianze, avremmo d'allora. sin chiare disegnidi quali,oltre anche vita 0 che ricca nuova spargere e di vario opere Per del mondo. chiaramente men spazio una qui dei suoi di e non tempo luce sulle sue ciascuna di che in molto molti attendeva. cento delle concezioni della quelle opere, più ei veniva e gliendo racco- letteraria,pure a spesso poi espressamente di più e potesse; e per quelle filosofica esagerarne neanche bandonata ab- ciascuna quantitàprodigiosa.Tutto grandi propositi,e tutto ci segnatamente stesso nuove sue pregi particolari, potesse materiali si rimanesse toccasse che men egli meditasse pochi giorni,riusci scrivendone come, per argomento, di particolared' indole nello Anche disegnate, quanti più in poco com' intendiamo prove detto le per ci numero in più dal altri studi casioni oc- al Colletta, tanza, l'impor- o di qua parla dimostra qualche lettera il dunarne ra- vero, a e cui non nel 96 CAPITOLO Zibaldone Lo innanzi è di materiale della parola,ma tutta quella del carte chiaramente delle idee, ancor allo modo trasformazioni ad sempre che di un' arte moti. fiumi che Così come uscirne E arte. e dopo le averle perfetta,il Leopardi, figura aver per pace, rapidi,fragorosied torna loro imprimer e tranquillie rispecchiantiil cielo,tornano a più la trasformazione rendon ci esse entrati, veder irrequietezzadi mente, eterna di altre i movimenti agitarle, incalzarle nuovi in divenissero intendiamo ne forma quella sua con genesi e prima le poesie alcune determinate posteriori, perchè, anche nella fissate la di se qui possiamo autore, mai pertorio re- piìilargo senso composte sono più tracce che stesso nel leopardiane. Che nostro immenso un più particolarmentequasi onde sostanza si hanno queste tutto scientifico contiene le prose e IV. anelanti di quei in laghi ben sto pre- a nuova carriera. Alle leopardiane qui par quella stessa erudizione, da cui, talvolta,diremmo tra di bellezza nuova venga immagini consuete sole fra « la tacita è, anzi, : « Palazzo al passar Era Tutto del che selva la come bello. y". Una Pens.f I, Cane nel cortile, illuminava, 75. magini di sifiFatte im- prima parola dello di notte e un dal discendea un done Zibal- casolare, lato Sopra il contiguo lato obliquo * raggi come viandante. la luna ne sorgano raggio».* ATTRAYBRSO E di voci lontani, cosi tra pezzo un sul altro un quelle visioni notturne, rumori 0 Poi, e di proprio una di Monti, si di letto future di fanciullo battere Anche tale un come di estive nelle dal torre. camera la paura e banderuole poche parole in accenna tocco di tutta pennello o dentro che la loro — in o siffatte a parte menoma «Stridore il vento prosa di il coraggio pienezza. Eccone e di a due risuonar canto pardi il Leocome un musicale, ritraente nota una casi, le cui impressioni,sono sto quedelle simili con verso, quei paesaggi del membranze Ri- oscura, notturno ».* In lui continuavano Senlìa mio visione, in cui lo una e cenno: traendo gomento ar- sendo quali,es- spiritosi riposidalle indagini scientifiche,è brevissimo una orologio».^ suono un Celso a Sento ispirazioni:« persiane,tra stro. no- vita, che glisarà lasciato in letto in e le sole sentiva di quelle notti poeta rapidamente tocca echi con intorno (battere)l'orologiodella suonare chiuse al care critica particolarecondizione sua 97 «ZIBALDONE». LO nie quelle armo- dispiegarsiin altri esempi : le valli D'agricoltori.'* — Non Vedendo viaggiar la luna.* altro nel verso; segue le altre meco cose intenderà rimaste facilmente nelle chi * Pena., I 131. • » Ibid., 78. * ZUMBIHI. ma qualie quante profondità del ricordi i siano cuore, componimenti Ibid., 160. Ibid., 108. 7 98 CAPITOLO leopardiani dove lasciaron di quelle immagini, qui fuggitive, sé Talvolta le voci di fuori in popolariche di cui alla che Decco porta Che Or nel stesso 'nnamorati.* altri simili tali ed come Talor nella di E si me D'in di d, e e » quale le sudate mio primo spendea la gessero giuni tra e si descrisse egli gli orecchi del « della suon di leggiadri» studi più tormenti Pena., I, 119. che di mai ostello paterno al quei versi, carte, miglior parte, e tua voce.... nella nostra qual risplendere,sentendoci quegli carte stanzetta sua immagine, già antica sua virtù e i veroni su Popgea vediamo accenti Silvia: lasciando il tempo Ove per A uva.... gli studi leggiadri Io Codesta : fatto Tocchi, t'ha fatti tanto canto carte sue tua, dell* libri,ci par di vederlo suoi a chi lui, chiuso a Recanati, a pieno d'ova pampane benedico pensando altre lo ragazzo canestreilo l'ha in canzonette finestra,Luciola, colle te tempo suo anche passa un Mantato Io al ricordo Facciate tamente, egliriproduce qui esat- proposito di quelle si cantavano fece E immortali. tracce come e IV. nuova più a mente luce vicini quelle or che « mai sudate partecipiagi*ineflfabili quello spirito! la letti di- 100 assistendo quando, nella drammatica, anni una condizione a Or di tutto la passato. di colga ac- quanto quegli ultimi anni, in mediocremente pur ^ questa enciclopedia? in di analisi compiuta esatta quella molteplice dottrina, potrebbe tentar una moti, degliardimenti, dei travaglitutti di sintesi dei dei suoi quello spiritoe Non il germe anche un'idea crescente ognor naggi perso- dell'autore, si almeno o dare una dei il loro tutto morte ciò che si contiene Chi, dopo presente luogo. suo come rappresentazione Manoscritto, il quale finisce egli componesse vedremo e forte avanti la sostanza altro ad nello stesso poi cinque IV. quasi rivivere vediamo Che CAPITOLO io certamente, necessari tanta a far altro che più povero, come impresa; se di felici successi? men o giovarmi sono, degli studi che non dei nuovi io tendo in- non documenti l'interpretazionedella poesia leopardiana. per II. Come meglio, da da altri il mio corno Già sin varia questa " svariati campi può derivarne leopardiana. l'uso Leopardi da collega Leopardi (Roma, anteriori, così, questi primi Pensieri nel * scritti fu ne quando Chiappelli, e la Soc. e D. " p. 54 sorgente e alla interpretazione gran della minciato inco- filosofia,a cui il suo natura, Alighieri, 1900, cultura V della nel della copiosissima della per poesia vediamo pubblicato A. anche e in e di primo volume, bel saggio : CHatando e mediLeggendo segg.), accennò pensieri nei luce mente che e la a più critica dell' opera ATTRAyERSO si volse poi di Fanno Oltre vita. sua lettera Carlo a pregio, che, Nella i miei principio il alla riguardo alle cose, a favor e io cercava Non della noi vita ci debba ci esser Sono d' allora mi ragione, ma ad una che m'impedissero la Ben mi ^ è di è vero e per che Epist,, II, 174. Bologna 1826. La sempre erano lume, bar- un nel solita illusione mondo un'eccezione sventurato, piene (non pareva di vita ma e mi veramente immaginazione) felicità,della quale gli altri Insomma tutto anche stringevano che che sia poe- intorno quella saldissima godessero. tutto meditato sempre stato bilissimo sensi- esprimerliin con mie profittare bensì era facciamo, cioè alla in e delle e di avea non grande, che che Io ancora filosofia disperavano, perchè allora verò trascri- fantasia, la era sempre aveva in questo sventure credea forte mio ma agli aflfetti, nostro. le mie nota di tanto luogo un lunghezza, sua immaginazione. sapeva. nella qui nella pieni d'immagini, erano anche e ha la disse ne storia poetica il mio spiritoha percorso in gestadio che lo spiritoumano nerale. versi e quanto a nonostante poetiche non nella carriera Da letture 101 ». più importante Pepoli/ ci lo stesso e ZIBALDONE intero: per "r « quel 1819, ch'egli considerò in tutto come sempre LO e mi come il mio stato era quello degli antichi. allora,quando le ture sven- travagliavano assai, data, mancante del giorno e io del mese, 102 CAPITOLO diveniva anche capace nell'ultimo come La :» al cioè nei anno, della e della moderno, riflettere e mezzo, alla e ad di certa del anche per avvicinava j" in di stato r anno un tutto sopra pensieri passati, filosofo di felicità l'in- sentire conoscerla; dagli antichi allontanava in immaginazione anzi 0 sentimentali. mi immagini era poesia, cioè ec, fu me e mi e in quasi cominciasse, verteva appunto sopra E affari s'io mi venivano quasi disseccata nella come pietra);bensì di prosa metteva a quei o a venzione dell'in- mente, grande- me cipalment però prinpoesie sopra fare versi, le stento, sommo anzi (anche astraendo contemplazione ora mente somma- la facoltà crescesse allora una pio dop- languore corporale, infiacchita, e quantunque naturali, in era), a luogo cose il divenir a letteratura), ranza, spe- le anno un dei ch'io assai la sopra minciai co- ai moderni. Allora fantasia modo un scritto differenza uno lettura, appartenenti mondo mi più tanto in avea professione (di poeta questo che a di tutti della un della vista uso abbandonar scritto materie natura, quasi dire dentro può profondamente quello che sopra nostra si infelicità in (in questi pensieri ho di il passaggio dallo e distrazione la mia poesia, Cantica. seguì cominciai più tenebroso, quasi affetti in 1819, dove, privato dell' sentire a certi totale in me, continua a di canto mutazione antico stato lY. ch'io dalla delle belle ci resto scene duro versi traboccavano la come di sen- ATTRAVERSO timento in « di antichi, e termini, poeti sono non ora i moderni e sentimentale, se insensibile ragione e erano volendo vari è la debita soggetto, è Io mia per anche natura nella avendo si possono ^ le scrivo » più poco era ; di spinto da e un * Pen8.f I, 249-51. * Ibid., I, 94. al più dubbio che chè per- l'analisi, opinioni più qui: bio dub- dal indubitabili,però quei ragionamenti a mia fare, per praticata fin Fin filologica. sente pre- Leopardi 1819; lontano sono Ma, dipendenz fatti,e V in- di le verso debbono cotal del sorta chi quelle che del risposte che verità alla delle altre si attiene adolescente, attendeva che storica vasi le e dedito di filosofia è credute cose mente fantasia, Quello ch'egliafferma non le sopra la di ammirazione giudizio pur ricevute. comunemente divenni ricordati. prima sottoposta ogni di « scritte cose non nome notizia accenno y" appaiono degne esse cui V barlume ce dalle giustificato a che noterò antico suo che ciò a vanetti, gio- o questo luogo, periodi qui restringermi gli non non tutto e che, filosofo ».^ insomma ai si riferiscono in questo leopardiane,e segnatamente cose un se io infatti natura sappia interpretarlocon dire i fanciulli hanno Importantissimo, dunque, a ben può quando, perduta alla vero, 103 ". non se che non divenni al non filosofi. Ed che altro URALDONE Così Si {V luglio1820). rigor sono LO a d'allora abituale da quiete quando, studi di dizione eru- egli mostraa nuove in- 104 CAPITOLO dagini assai e che più ragionamenti, di nuovi a IV. d' ogni altro criterio Soprattutto ammirabile fatti delicati cui si appagava la di facoltà certezza. di scrutare di scendere, quantp È già più si potesse, negli abissi della coscienza. i più delle alcune e psicologici osservazioni sue sentenze e nel sparse gli errori popolari degliantichi,non di parecchie altre della perderebbero al paragone Saggio indole,appartenentiaglianni più maturi. stessa i sopra pensieri di ogni tempo, comincia. quelliche sono il periodo Ma la meglio più strettamente coli' altro anteriore differenza vera coltivato fra giungono con- che i due in ora consiste ciò, che, col secondo, la disposizionea filosofare, in durante già esercitata di l'autore è da lui tal genere, Così assegna il primo, acquistaintera L'anno medesima. se il del sovrana prossime e grandi onde il criterio ch'ei tenne suo fermò nell' assegnare ad già piena e feconda di per la consueta che gli faceva quelle che nel data di sorgente Probabilmente è il medesimo quando tempo rosità ope- sua essa versione conera e ciò, io credo, egregi efletti; severità pregevoli di prezioso l'accenno in cose ricordo se stesse proprie, soltanto e pendenteme indi- giovanile. sua luogo le verso degne dall' età Poi, sempre anche l'originedella un parer fossero diventa essa di arte. quella meditazione, sua cui spiritoe concezioni letteraria sua 1819, al quale principiodella dunque piuttostoquello in sapevolezza con- di alle sopra sue citato,è sventure mente vera- par- LO ATTRAYBRSO ticolari che, oltre mÌDciava dei considerare a fatto avesse sin si rischiara noi di di quelli? del suo d' lo natura queir uso, non ingegno; ma ci fu di una e con i e spezzò Per e il sue tremmo po- famose di e che cagione una di mero nu- cessante ed in- solo un in quella e gnatamente se- sentimento, onde dotato, V uomo, uso, onde e altre forze Hugo, dolori stesso.* se opprimerla rare adope- per e in fece. egli ritrasse danni da a ture sven- intellettive facoltà maggiori sulle con comparabi in- della Quelle ed operose, sando pe- rono della vita, fini- tutta. E con un l'anima diremmo: corpo.^ la stessa di sorgenti tale poeta, Victor gran le cagione consistette più gagliarde più breve in in converse consuma facoltà, sempre ognora altro continuamente quelleimmagini vita, si brucia critico, straordinario, eh' egli ne meno tali doni che straordinariamente aveva non lampi, altro grandi immaginazione co- guardar questa meno di che come non grandezza smisurata altro che Certamente Essa martirio. sue meglio d'intensità, le e sono leopardiana.E che, accrescendole sovrana Con Questi oramai particolari,e le opere diversa dell'opera di ogni la storia far più gravi, egli in maniera allora. che quali, più traverso sentirle a 103 €ZIBALDONB". cagione, fortuna di dolore. le sue si convertirono Quella * Epist., I, 87. * Fantómes {Orientales casa XXXIII), di condizioni in tura na- altrettante paterna da cui, 106 CAPITOLO studiando schiuse della meditando e vie tante fatto più tanto a col ardentemente modo ben scienza, divenne sto pre- sequestrarlo dal mondo, gloria,la grandezza la suo viaggio pei regni tanto della prigione,che, gì'impediva fine, Io spiritos' era senza e speculazionee una IV. felicità, la e ginate desiderate, quanto immaalcuna senza e di peranze quelle tem- che, negli stessi ingegni più fervidi, suole il contatto indurre l'operadi già mostrai, Monaldo immenso e maggiori in gran allo fece tutto realtà stata era dei uno Consigli,aiuti, libri amore la con quanto fu non in giovasse di intendere ch'ella ciò sempre dei suoi allo a : d'infermità, che sue certo sventure, una fu ben ebbe delle Le sue più fra breve di due padre iscienza, le idee La sta que- i il dell' natura, uno con intimamente giungere. con- piuttostoquel o presto la cumulo maggiore non la nella sua se operosità di e condizioni come di cagione in precipue cagioni origine così misere, un svolgimento il figlio; e in anch'essa, prodigiosa potenza di doni, disgiungeva per suole Inoltre, la infermità, vita. sua padre glidiede, l'oppostodi quelle dell'altro. sproporzione di l'intervallo più rapidamente caso il religione,in politica,in tutto, furono la più al principio,come beni studio, tutto grandezza medesima, ognor da che An- cose. copia, l'esempio quel grandissimo ingegno. Ma, crebbe delle fisiche non generalmente delle prima, sima mede- forze furono tellettua inin si crede: 108 CAPITOLO di prima parte potrei fare luogo al dello Fra essa. mia uso e di sì occhi quella in cupidamente Qui l'autore eccellenti giuochi e gli qualche un fisiche seguì alcuni possiamo, per da più quanto lui allora del netto? giovi- autorevoli in stimonian te- breve; ma considerare rispetti, avvenne fatto che an- dunque dovevano le l'animo sul- liberi verissimo non che rovina ì"^ di effetto sono Se come studi stesso; ninno condizioni al lavoro mente navano cagio- continuamente sempre presenti a come mi abituali se a abbondano qui vita.... qualche tempo per sinceri. le noi stessi ci porre come qui ricordato, della già i co' miei non più Anche che andava di fare altrui, onde essere cui cerca quegli intendimenti il fatto di parlava gli uomini della mia corporali.Quella specie ecclissava piccola gloria seguente dov'entrasse fratelli, miei forze di al contenterò emulazione pigliavaco' che citazioni prima gioventù paragone a' miei e io molte Memorie "r ed Piacere, entusiasmo spassi eh* le proposito,mi Zibaldone: nella IV. nella : basta sola sua prima giovinezza. Di al quel '17, cioè di anno ne e nelle volesse * sua lavoro dal va, a dipresso,dal un notizia stampe e nei piena Pen8,t VII, 1812 quattordicesimo al diciannovesimo vita, i più parlano per fama; ben hanno con che 362 personale ed di manoscritti sincerità (30 novembre e intera. Ma chi po- chi, quel periodo, diligenza esaminar 1828). ATTRAVERSO I gli tutto: e in varie materiali raccolti quella delle e le tracce non considerasse talvolta in come, fosse raziocinio r immensità valerle i mesi ; e in mai all' ultimo, di avrebbe robusto È da anzi fossero più E nel 1819, il pensare; a smettere più lo quando, mal suo in colui, dersi ren- per altro danno tante che a narrò occhi più offese? effetti non quel giovane, peggio di egli stesso, ogni lettura, si credendo studio, si profondò in e avuto là tristi e quando, cioè, faticosi vaglio tra- dell'organismo, a sì come di tanto qual corpo resistere più pronti; e tregua; ogni veramente, che vessero do- ore avessero di né di attesa giorni quanto sforzi non molto potuto ancor impedendogli quanto riposo i e distrutto, potesse ricominciare prima a tanti età maravigliare stati mezzo diede giorni e vinetta gio- come, lavoro, le suo seguire, e questo congiunto. che an- poesia, tutta rovina dell'irreparabile dovette ne i come cercherebbe conto minciate inco- o intervalli tutta e del tenera momento un dico, non che quanto quella ideate o giorno, quella mente intensità e di componimenti immaginazione; tutta delle e argomenti, brevissimi a bile sci- che, ciò facendo, scienza tutta e di colui medesimo un mille e moltepliciopere compiute; 0 dello minutissime numerose le verso infinite,la ogni parte mille sopra meno genere, in in e di letture osservazioni meditazioni lunghe in prosa scrivere lingue,gli estratti copia dei ogni di esercizi 109 «ZIBALDONE». LO dolorosi, quali erano di avere studi, oh! appunto 410 CAPITOLO quelle meditazioni Ora da preparate alla scienza più certi; la e larghissima di volessero di Così lo alla mente quelle alle violenze ^ pologico, alle in proposito fattori felici non del che condizioni sociale. Napoli, centenarie Vincenzo p.9 e a Neil* segg. arte organiche — e nella vita. A. la soluzione chiaro : fatte agfli altri alla La ed D'Ancona, giugno e state quel pure G. Z/., XXIX altro intorno dell'individuo Vedi terribili psico-antrosono discorso suo glia risve- natura. concorrere nel cause nessun ne specialmente cose 1901. di quelle sensatissime Leopardi Morello, gica, in e le metodo che applicazioni è il prof. G. Paladino alle rapporto del ne vigore o rovine vita, che debbono detto da pretese Leopardi, quistioni, ha tragedia se mentale stesse certe dunque, necessariamente che tali per se mai ipotetiche.^ meno di eccessive alle Intorno evidenti qualsiasiforza della forze che di una cause, ch'essa. an- tazione interpre- un'operosità spettacolodi tutta scienza meno ed più o di giovinezza,gridano leopardiani nella fatti;e altre i termini trascese Da di immediate cagioni avanti poco sui fatti avuto le testimonianze qui che la potrà togliere la parte sempre contrapporre del danno. di ha di tutta intesa, è le quella specie alle quando Ciò storia, così che largamente e olocausto fondata nessuno pensiero, sero filosofiche,fos- parecchi anni all'arte. e Certo che di volontario quel del meditazioni detto, è storia ho Ma angosce precedute state vita le origine nelle parte avanti. poco come tanta sono incominciato chiaro è ch'ebbero ne che filosofiche, Zibaldone, dello IV. ziato scien- mente alV in biente am- ranze Ono- MDCCCXCVIII, critica psico^antropolo- Milano-Palermo, e Sandron, 1890, ATTRAVERSO avrebbe fatte LO in ebbero naturalmente, triste efficacia ch'esse sul lievi,quando, scienza a ad di e badi non che urti delle eflfetto di di loro ma non volta colpi di ogni ardore chi come che dei a mise corra rite fe- Le tal una di vincere, nemici. quale giovane: le nostro quell'obliodi se une nel stesso fine, eh' è la condizione alto un più molto eran giovanetto si anelando ai la si dimentichi o si mise non ste, Que- sue. indicibile mirabile sciagure del 4)roseguimento assoluta alla toccasse, renderebbero costui le altre e le infermità un vi impresa: agli immagine e da acceso battaglia,e, una rono stesso, deriva- se esistevano non gloria,il tanta una morale; ancor a parte gran Ili ZIBALDONE». impunemente almeno mai € eroismo. III. Or darsi dice al egli stesso, come assai suo umana tenebroso: quali poterono alle esse in un propria quella degli altri: dal le quel passaggio? Quali proprie sventure come dagli effetti,incominciò leggi essere infelicità sua col questo significache, anche passare e la sentire neir infelicità significail Leopardi, filosofiche,incominciò, subito vediamo sentire storia più a il dove punto meditazioni alle modo a torniamo le proprio che la individuo assunsero cominciarono Ma governano. cagioni più nuove alla immediate sembianze agli occhi allora che suoi? ad di le babilmente Pro- apparirgli 112 CAPITOLO effetto necessario come Quella grandezza, da generati i suoi alla coscienza sua il limite il e di di quel pensiero che egualmente alla giunto era La veva vita, gli do- sua causa sottrarsi consapevolezza divorar a trascendeva perchè stessa, appunto una tutto per il dolore. tutto per tali effetti nella Come lungo sfuggire a cagione, da essa per presto scoprire straordinaria. principalmente poteva non grandezza. stessa sua cui vedemmo contrasto; da straordinarietà ben della mali, : lY. la vita i limiti sueti con- ? Mi dunque par della Natura grandi ragione un infelici e di e In cuore. il insieme e doveva avere la la tutte avevano ad sventure avremo a * d'allora o di Natura di letta trovò non la in in dalle non particolaridel vedere, anche Pens., II, 113 (12 febbraio il mini ter- la sintesi da un pezzo Quella, medesimo. prime parole ritraendo del solo, come Leopardi, quelle cose 1821); IV, 226 nel il mondo. governa meditazioni; nuove argomento quei come breve, che legge e terribili,l'accompagnarono meno seguirono se delle una Siate sonargli dentro anche D'Alembert,^ prima complesso Yenivan le sin altre, la 0 loro Dialogo della esperimentato in fu tenza sen- argomenti spiegazionedi quanto già dolore: gran poi con nel sentenza, essa presso dunque, fatto quella : a: privilegiate illustrata », che certo sulle anime dovette Anima, quasi di le quali si è visto, ma, cui (2 maggrio come s'era 1822). ATTRAVERSO sin occupato Dopo coir allora averle erudizione, cagioni vita. Per attinenze nuovo idea delle andava cui i cui mare, Dicevo che dolori che poco avanti più già noti, dallo Zibaldone ci si pato occu- qualche in che quel mai la coscienza in affetti e di trasto con- la lotta filosofica; stesso se di il moderno, e cagione stato per con speculazione se gliscritti leopardiani ne ha Qui dispiegaalla sembianze, intorno capace. rappresentazioneimmediata. forze contrarie antico tempo egli riproduce manifesto era si meditate, dovette chiaramente spiritofosse suo di ciò Ora ispirazioni. il ZUHBIKI. dalla modo vario gli era onde nuove per ignoto propri, anche il fra quella profondità di sotto mettersi due ar- meditazioni così poetica e lotta ciò in ecco tutta Se più sublimati nuove aveanó contrasto tra la coscienza codesta delle un tutti di tali cose, ei scorge e quel dalle dell'immenso e intenti di sublimi e come le spirito.Ed suo quel Così, in campi pericolierano come con cose esempio. Una essere più spaziava il incontro. esercitassero, il fu tempeste dunque alle stesse nei ciò le giovane, mosso nostro entrò speculazioni;e a coi il dolore. 1819, il illustrate e poste più riproblemi della ognor cresceva ziato. scien- e qui innanzi quellemeditazioni anno stessa nell'arte da cerca cagioni accennate, un storico, poeta come le 113 «ZIBALDONE». ritratte ne e pensiero, e più famoso LO ma oggi come una la lotta delle due vista tutti i sempre con la giorni stessa 8 114 CAPITOLO intensità sia del ferocia e il ei pone .mondo, cuore difendendo nel spesso anima, il da opposta; che vita contrarie quanto più trina dot- e, numerevol inpur mirabilmente vere descri- che, sorgendo non deserto poeta, quel una poetica di vederlo se tore au- degli effetti chiarire a pauroso; filosofo animato come d'ingegno, di questa. Parrebbe di deserto un ha visione quella,viene la possanza la visione ricerca operati dalla V per quanto d'esperienza nella e Benché di combattimento. tutto con IV. è per noi l' più parla al- tanto le state erano prime impressioni. In tempo un molto non giudicatoarmonioso Ora è formata lui è « la la grande, meno sarà più la dalla di dare Uno razionale. accenni ai suoi considerata aver del sistema della dell' ragione * Pena., I, « Ibid., I, e dei e al la della Cfr. 132-3, tanto cui ». 106-7, un tre, ol- mento fonda- più espressamente metodo, è quello suo e e 226-7. ai moderni posta Con 177. 93. natura uomo idee nemicizia natura Per grande, quanto sue luoghi in definita uomo ».^ natura; la sarà queste fini e che ragione i".^Procedendo a ria. sto- de'quali umana ai filosofi antichi rimprovera nella fortemente un piccola;... difficilmente più dominato non è e deglielementi della nemica ragione eglicerca dove è più condizione presente tanto o assoluta ragione mondo nel sentire a «la discordanza mai bello e incomincia lontano, tutto egliaveva nelle « il basi scambievole quella inimi- 116 CAPITOLO accordare vano professava fosse fedele sempre di e la anche tempi, cosi qualità e educazione i Ora persuasione di qualche quello e specialmente Padri autore, si loro lari particofu data intolleranza di assoluta età, egli certa una destinato essere secondando a dai vede dal e stato, era suoi Saggio lavori sopra Chiesa. a cristianesimo: Diede martire Cantica),fece tutto Ma a se fede, quando morte al Dio poi,quanto antica, la del sua più come intorno ai glierrori polari po- lo storico di Santa campione suo delle che mutato amore fede, non al temuto « (come sappiamo » olocausto stesso cagione vero nella perfinol'esempiodi atteggiarsiquasi della della un stiana. cri- il voler degliantichi,il teologo,Y apologistae del piere com- fede insieme Monaldo, di della Chiesa assumeva adolescente, si esercitò eloquenza, e, proprio religione egregia a gloriadella opera Chierichetto sacra egli rono religiosa;né gli manca- Poi, sino ad in siffatta materia. la tra tutti sanno, lui,come a strettamente colla ne più gentilispiritidei nel nostro precettie gliesempi crebbe mai se questo punto corrispondenti alle forme condizioni. è il conflitto in tutti i filosofìa,come nostri si l'accordo? perchè storia ; sua cui avrebbe particolareattenzione di E seguace? altri, come in potuto dimostrarne Degno di quel cristianesimo, con il dubbio sorto rv. sue samento appres- dalla speranze sua e di gliela mandava! da quello! ognor più certo vinta Primamente forte d'un alla vita tratto. dovette pure al prima, ribellarsi onde sentiva considerasse della a come dei suoi mano lui che s' da anche di e sentir molti ed ammiratori suoi dal fede, gli riuscì suoi anni, quando e negli ultimi sia stato il secolo poi così davvero fra se altro così di arte, di scienza ogni e che, quando e trae spesso, deir animo segreto e suo, nostro. ei delle con a sé noi rivela i parvegli difesa a animo e a ne che, ragioni per ad e ofiesa ; in ogni più Così avviene parola sua condizioni palpiti del intenti ce altro un ragioni,la intime egli principio,e neirodio; ne più ancor cristianesimo pensiero. suo come segno spirito;si e nubio con- lui, ed da alla fine ; di vita ; del momento è sempre cristiano disposizionedi sua nuovo insultando. parlato del dubbio nel e col amici i ribelli moderni sino Leopardi, abbia neir amore, vivace insultato anticristiano il cose insorgesse contro finire un zia gra- le idee biasimate della so in quel biasimo, partecipato scienza dovuto egli in sempre della che siero, pen- tortura grandi Non in proprio impromettevano avesse come il ed estranea, religionemedesima tardi, Più tiranni. e domestica strumento uno care; più amaro quasi la religione,doveva più tempo che cor an- Poi, cominciando anche oppresso naturale era tirannia se e più bella, come fantasia. doppia alla lui ; su ragione, non alla e cuore meno sempre alla innanzi vera a poter 117 «ZIBALDONE». LO ATTRAVERSO dello cuore fondo; pro- scoprire il segreto improvvisamente anche il 118 CAPITOLO Premesso alla questo IV. generale,torniamo cenno interrogazione fatta il Leopardi cristianesimo? col della siamo sua ancora esso in la sua della cizia di vido fer- Greci credeva «La che sola, proponendo Dio, ec. la e ha T beni terreni, dai della air tutto cose nimiè non invisibili,di cose nella premio vita armonia tura, fu- la grandezza, In di Dio, al dovere, ha Come che se questo parenti, dalla patria,ec, il sacrifizio amor trovare * quelle religione,la qual morte, armonia tenta delle «è generosità,sublimità, apparente pazzia delle (come son quelle dei martiri, il distacco dai azioni può di ispira.Questa mirabile con alla verità nemica delle di in aveva egli diceva, dalla amore conciliato luce madri non simo, pagane- che crescer piccola e speranza suo naturalismo gran se quel natura», è due Latini, pur che la natura accordata stata dei e sincerità ragione queste che, al tempo già fonte, potesse la filosofìa sua storia, egli,quantunque ispeciequel azioni grandi badi la que dun- cui religione: grande, conciliare Come : in tutta con e Si dei alunno di cercò avanti poco ora non brano largamente si fuor a c'è della Pens., I, 132-133. piaceri ec.) colla religione non e di gione: ra- si y".^ parole.... in germe svolto in un'idea molti vede, ingegnoso è fra le due de' sprezzo il di- grandi nemiche, che altri suoi l'accordo coli'opera tore l'aughi. luoch'ei della ATTRAVEaSO Ma religione. potrà air Certamente, sublimi pazzie; per idee altre che e cristianesimo La si quelle cose belle alla non includervele dalla vere ad modo « 8 così dei trecento egualissima Pens,^ I, 133. Ibid., I, 157. Ibid., I, 146. a seguenza, con- nulla altri, era eh' elle come, la « come dienti ingre- sono d.^ umana per alcun sua per tempo, filosofia col giudicasse,per esempio, alle conda se- illusioni. Ma della natura conciliare quelle della le illusioni considerava di meno al- o prima specie erano mere per stiani, cri- parte.^Per aveva essere benissimo avvisasse e tale in reale, stante dunque cristianesimo, * ciliazione con- giudicar ragione, quelle del sistema essenziali anzi facendo e non grande filosofo che in certo costanza punto ap- la bramata operando le idee della disparità,se egli si di metteva incondizionatamente, quali essa del amor accordo, continuavano S' intende gli eroi includere poteva riconosciute cosa delle dispregio. in avute presi dei martiri mentre il nostro che Leopardi nemiche le due nelle tali idee stati ragione le apparenti follie non tale il fede, dunque, pure fra ispiravaella disprezzati,dell' che essere lo stesso dire poteva altri sentimenti esempio, tra che di lei sarebbero avevano patria,per to? soddisfat- religione dovevano senza degli e rimanerne quegli affetti e non ma 119 «ZIBALDONE». ultimo la per quelle idee medesima, LO « la similissima Termopile.... quella dei martiri ».^ 120 CAPITOLO IV. IV. i molti Lasciando dirò s' era il che di Leopardi tenta viene fare a Ecco come un alcuni dei alla natura, alla ragione, tanto esalto predico e queste ed nel che, la e « j".^ Ma colla natura, poteva antico e del creatore di così e del * e un Pens., I, Ibid., I, 441 441. quasi o massima Dio essere che mai Testamento, padrone, Derivato sotto dicembre fosse come da ben di loro co- alla facoltà Dio l' del- quello stesso di averlo ben altre altri assumendo 1820). sere es- tutt'uno lo stesso biblici, rimaneva, (9-15 di principal dalle cioè più d.^ Con tutto e universale leopardiano,pur nomi Dio religionepiù la e svolgendosi naturalismo * mondo, annientarlo? venuto forme nuovo Quanto più tanto tutto umano creatura quanto più tolgo creatura. della dipendere della Dio: a La « sco attribui- più sentenze, ei s' immagina amico parte dell'ordine sull* argomento. trattato Quanto ; di pensieri, serie : punti principali natura, attribuendo ragione, fanno breve alla più attrettali vero, più tanto lunga una Dio. che lo stesso è natura mondo, religioneebraico-cristiana allegatein le prove e, con al e che particolareconcordanza una della namenti, ragio- d'idee alla vita intorno ora tutti i dommi di simili esempi quel complesso facendo venuto con altri nella fatto, fonti, influssi, il qua e là sostanza, LO ATTRAVERSO fedele alle contrario E origini, e sue quelle a di accordarlo. ne abbiamo seguitando,scrive: della dall'abuso i- mezzi della corruzione sia non infusa anche di abbisognano; anche convenuta stato; a a all'uomo alle conviene come di fede quella che Dio scienza che biano n'ab- quella tal quella volle che gio, linguag- un a che primitivo, in ancora indicare, cietà so- sarebbe stato sono ginale ori- credo verosimile che cietà, so- causa non subito nello bestie la provi la bestie, per servire le cui Io è ben ed stimare può peccato. ragion dalla e cagioni secondarie che S'egli ebbe Adamo. in si soda e vera nessuna il stato fa fu corrotto sapere le o dallo appunto l'uomo tolgono non e sostengo, la decadimento dal ragione, questi sono anzi suo che dico che, in ciò prova di felicità; come S'io il cristianesimo. il e primitivo, stato stato chiara Io ammetto, dell'uomo corruzione mava bra- cui l'autore con più « essenzialmente quindi credenze una 121 «ZIBALDONE». e non esso tro, al- hominem esse quando disse: Non est bonum solum: faciamus ex adiutorium simile sibi {Genesi, mente II, 18); a quella della quale ho detto bastantealtrove. E » infusa con e Genesi dalla riguardo ad qualunque che non hanno risulta niente ciò le bestie tutto non anzi Adamo, cosa della scienza il solo comando si che bene Dio di il contrario. voglia intendere del scienza e del diede per male, è all' uomo sto, queché, Giacl'albero certo dopo 1 122 CAPITOLO IV. {Genesi,II, paradisovoluptatis scieniiw boni fu: De Ugno autem 8, 15, 23, 24),... di averlo et mali deris è in posto ex questo interdir un voler un all'uomo chiaramente soprattutte le porre come- {Genesi,II, 17). morieris morie eo, die enim in quocumque comedas: ne Non il sapere? altre cose o divieto)un (giacchéquesto fu il solo comando ostacolo agli incrementi della ragione...? » * Or, se avanti poco colla stessa natura, qui Tuomo si fondeva con- cessa di la creatura il sovrano di tutti privilegiata, m' indugerò a mostrare viventi. Non cortosi accome, di questa implicitaconseevidentemente essere i della Bibbia il Dio conciliabile non seguenza, della Sacra Scrittura, T V espressa con sentenza nuarne s'ingegni di atter effetto con qualcuna di quellegiunte oni pensieri d' eglisoleva compiere o correggere cedenti.^ preDirò piuttosto che ragionandodell'origine delle umane trine cognizioni, egli si fonda sulle dotdi quegli stessi « moderni a ideologisti », cui anche dottrine che, se ora : qui accenna gli autore ^ alla conciliazione servono saranno che Italia,era ancora » ' la sislema le premesse seguivano in solita di vivere cristiane. Qui * fra poco suo col cristianesimo, di ben tre al- Del resto, quellaideologia, presso conseguenze. i molti del però comincia in pace a Pena,, I, 441-442. Vedi ad esempio: ibid.,I, 468 311 Ibid., I, ; e 472 : € Moderni Francia in colle credenze discordarne e e segg. ideologi». manife- 124 CAPITOLO essenzialmente pone che non di la natura ed coir immaginazione Se T infelicità infinitamente favorisce la danni dico vita antica: idea allora solo in vicina o è cui il La vita che natura le tutte vita assai mai fede. molto minor insomma erano nel presente tiche religionian- dubbio quello che parte davano antiche, nel non gior magrali, natu- più profonda vicino conformi possa un credenze e alla allo stato alla natura ragione j".^ Qui, tutte con le « della Ibid.,I, 460. frontando con- religioni esclusa, 1' ebraica, il Leopardi primo periodo Pena., 1, 449. più alla il cristianesimo di cava cer- religionemede- sua 3 a minciata inco- quella Le di più cui da più prossima estesa l'uomo ignoranza, tenevano naturale: più a ritorna. Notevolissime più una tuirla. sosti- a altre, quella da esserle più importante sopra pagana bilmente incompara- cristianesimo; perchè, contenendo è parte perir della costantemente stata nuova y".^ sce noti, l'idea che qui fini- senza fondate * solo in veniva pertanto....conferivano numero e che ce il fare ben era temporale infinito,ec. dal soggetto queste parole : felicità stra no- spegnersi, era potesse colla la felicità della remoto, o antica non appaga primamente partito,ed era vicino »/ parte, perchè quelle virtù, prevalere su Leopardi ogni punto, a questa,chi col sempre dell' dell'altra maggiore Ed vita « cagionati loro quelle illusioni,quella spenta questa religioneristorò nuova dei gli uomini IV. jbid., i, 459-60. ATTRAVERSO sima dovea tradizioni tal le loro stato uno Per che T r altro fosse parte, Qui il e sarebbe codeste tra teologicamente: fossero o Patriarchi ciò che abbozzati di quella gli si ogni altro il derar consinel paragone, dalla religione nità affi- insieme, da esse cercare cui se fine e più importa intendere appieno appartengono Vlnno stesso ideati genere, sostanzialmente moderno, quanto e storicamente potrà altri dello poesia : tutt' al mio esse con e sente. pre- maggiore erronee quella specie di poesia a ai di un lui, era inopportuno soltanto nianza testimo- cristianesimo, dall'altra. opinioni è, che di rappresentato non quelle costituenti dei termini quelleche essa dal temeva come cristiana; perchè, secondo una facessero diversissimo umano uno onde quanto vera, religioni antiche tra rivelate rispettoegli non complesso cui fede immaginazioni e di in Tunica parergli 125 «ZIBALDONE». verità quelle tanto non LO alla diversa da quale parrebbe più potersi rassomigliare. Da intendere facile con quali col sistema come ciò tutto il teologo della come dunque in si è che tentasse la che un consistere, e non del argomentava della sua sue fede; bensì idee cerchi religione,considerata grande maniera è fatti della scienza riprova delle stessa lo innanzi per la conciliazione Ei nei riprova la detto egli facesse cristianesimo. il filosofo che cose in criteri veda storia che fatto storico. contraria a e già della come nelle mente principal- Procedeva quella suo tenuta egli da 126 CAPITOLO altri moderni e dell' accordo promotori fede, ai quali suole la interamente felicemente hanno non morta; la avvertito fede sua non anzi, spesso, essergliispiratricedi ad la scienza tra non Certo, differenza. quell'enorme ancor essere che critici dai paragonato era IV. nava tor- pensieri e parole sublimi. E anche difesa gli suggeriva ingegnosi argomenti dei dommi. suoi degli uomini dell'anima,^ « la filosofia venendo e altro prettamente discorso si quella brevi * per che opposta, aHa è non doppio stato basso di soltanto il e nervi. badare ^ Pens., « Ibid., 1,235 I. 138 e un affatto a altri da 1820). o men Ma tali intento se stimonian te- stituire so- propria; visto altro a che giusto nel loro un alto sarebbe relativo, la forza segg. steriori, po- come più filosofia tutta giusto,anzi nello quelle d' indole Leopardi non tenze sen- e sconfitte. l'aver ordine (16 giugno alle in stanza, so- scelle- dimostrare soltanto il valore cercarne e intervalli prescindere Più della ricorrono toccate erroneo contrario e religione,in che ad religioneuna meno altri onde dottrina facilmente ci danno quegli esaminato sopra delle il l' immortalità dalla cristiane perdurasse, o errore inferiva poi, giungendo e ; molto rifacesse si sarebbe di può fede a la che raggine ragionata » stesso bruti indipendente è non dei e quei primissimi zione quali dall'opposta condi- coi argomenti, da Incominciando a sem- ATTRAYERSO delle minore pre delle seconde, idee mentali procedendo, prende vasi idee sopra dair solamente storiche ed inattivo per da né di 0 la stessa loda terra di patria situata della anzi qual credente * tirannia? mai uno, Perw., I, 191. Ibid., I, 344-5 esilio un non ».^ Or di alla ha mondo, quale revole favo- di batterla comseguenza con- per considera cura se che porta gì'im- di cotesti potrebbe non un difetti, vero gliene religione?L'ascriver- sua sarebbe settembre esser .... vieta l'uomo non sorta « (29 e se nell'altro difetto attribuire pur » come né impedirla) ma materiale; perché, questa ad principio(perchè il per d' religioneha [essaè] la tirannia fuggirla o e mescolata invece conseguenza ; proveniva non questa ridottolo e dispotismo, non cristianesimo ^ » vilmente e tempi ignoranza, ma contemplativo, e al torto, ha per oscura de' bassi il stianesimo il cri- « peggiorato gli uomini religioncristiana»;^ Che l'uomo ficacia ef- che, filosofi- e queste : Che come cupa crudele stranamente una lore va- sempre perciòfarglinessun la barbarie reso abiti e religiososul Leopardi; effettivamente verso alla con la decrescente considerazioni sue senza « cui s' intenderà sentimento nelle fonda «Che criteri le il resto. del un da poi sentenze quei con crescente confrontar contradittorie pur generali e tutto quale, quella ognor e soprattutto, il e, più costanti, Così 127 «ZIBALDONE». prime sia particolarie quelle LO già negarle l'origine Ibid., I, 1820). 240. 128 CAPITOLO divina ? E quello stesso le si apponeva nel di per del filosofo ad opposta e peggioramento dei primo basterebbe nostro IV. sé solo la condizione una preferenza civile introdótta quella a luoghi citati, non mostrarci a che umano, nella riore ante- vita dal cristianesimo? Ma già, da qualche avanti, egli aveva anno quella somiglianza o parentela cristiane alla le illusioni naturali, ch'era e conciliazione tentata Aveva detto: maggior parte illusione,non fantasia, come di ce non sarebbe non addirittura era esempi, come, ancor il avesse * che Or della scarsi che ciò delle qui aveva dovevano prime, perchè quell'inganno vera gione, ra- ispiratedalla le seconde da da filosofo, e un giorni tanto »/ la non inganno della felicità dello impossibile.Questi ed rito spi- altri merosi nu- qui potrei allegare,provano zione, prima d'imprendere quella concilia- Leopardi, pur incominciato Pena., I, che cui la ragione, senza se tempo moderno, imperfette meno di delle illusioni seguiva sofia. filo- sua l'inganno della gli antichi affermato che T quello scompagnate meno stessa provenire delle illusioni del religione;di colla grandi azioni, che si richiede presso avanti non le le illusioni de' nostri come essere Per idee certe fondamento fede ordinariamente grandi fatti,ma poco della possono basta come sono affermava tra gata ne- 216 (26 senza a marzo volerlo sottoporre 1820). espressamente, ad analisi tutti VERSO ATTRA i fatti della vita poi fece cui risultato se della della e storia. fede stessa mi ZIBALDONE « è parso 119 »« In tentativo quel religiosaun agli effetti contrario Ciò vivo, della che certo e virtù delle quella a le inteso tutto era a segreti della natura, ammirata principalmente in quegliesempi medesimi. all' impaganirsi del quanto confrontato innanzi umanisti, ben si il loro contradizioni continuando dai in essi cui autore la fede, se non si ; morta con e discorre, e al filosofo tale continuò per sempre, con naturalismo cui sempre egli trovava ZuMBori. E ché, poi- sommi quelle a ad ritornavano i più Tale, al tempo fu tutt' altro del fino a stro no- che più ricordata che benevoli. sincerità,egli,nei presenti cui le al classicista, essere non tutta da e del campo, la condizione era discorsi, la costringeva a quel lui procedevano dell'animo. intendimenti Intanto, pur da nostri il paragone veramente della mente qui ai reputarsipadrone a di fatto quali più forti moti trare pene- intime, per cui il cristiano,pure lo cedeva spesso della ho più spirito, suo Leopardi estendere può sue cime agi'incomparabiliesempi dell'arte antica, e un'efficacia lui su ancor nei di che conquistate quell'uomo aveva che, educato nuovo rimasto speculazioni.Oramai pensiero suo avere eguale non ardite più sempre religioneglifosse poteva più non grande, di il esame, imprometteva. ne del LO sue fare testimonianza sempre movevano idee. Nella piuttostole immagini e a religione della verità che 9 130 CAPITOLO verità effettiva. Come la stessa del genere la Storia nelle più tardi, scrivendo adombrò umano, quelle in Bibbia, della ch'egli più propriamente cerchi, nelle nascoste da fossero i medesimi in di esser per ch'io dell'uomo cose ed agli uomini 0 quasi nulla della voluta alla gende leg- fatto verse di- glia qualsivo- il né qui benché tutto di fra non * Fem., « Ibid., I, V, 89 441 stema si- T attribuir e natura, e all'*opera al non stianesimo cri- ancora trionfo sul vantaggio o le di o più dicembre la natura più quel senza cristianesimo quali danno contrarie (11 luglio 1823). (9-18 breve onnipotente,ella ancora madre. gran della Il mio « alla che, pur è vero assolutamente, conformi quanto più : si oppone non religionidi ogni tempo: sono desimo.^ me- sospettata, quella opposizione vero un senso ragione, ossia creatura, lui tutto quasi. Ma, della tali quella conciliazione detto alle 0 o per 0 di nel ei commenta innegabile.Certamente, altre lui gran aveva D.^ Ma sarà Perchè fede, fo tutto pochissimo era le dottrine non : questiPensieri intorno lui ciò diverse, per arrecarne esempio, dalla favola di Psiche, la quale filosofia colla da che adoperate a significare state Incominciando sua sieri pen- dirsi che e siano immaginazioni mai concetti nuovo uno altre. altre quante natura nelle e une dovevano non un i suoi leggende mitologiche,così può li adombri qui lY. 1820). e tanto alla alle porta ri- sulle rono fu- vita, leggi 132 CAPITOLO felicità della vita sulla r efficacia dei degl'individuie Ancor hanno che filosofia ci sarebbe che l'una l'altro. senza dell'amor dell'infinito dell' animo tutt' uno Or vivente, desidera cui avendo invitto, non estensione, intera quali in Di tanto dal che si dalle cose alla * * fra III, 299, ; fine e e che esso è ogni tro al- ed a desiderio durata, né per soddisfazione e della sé vita, i il piacere deriva è non considerate, quanto ingenite dell' E Cfr. che tal vanità si altri sul uomo può giungere tanta moltissimi (luglio 1820). sola circoscritti. che, in in eh' quel beni facilmente del mondo. 144-5 per le tendenze conseguenza Ibid., I, 288 e qualità in sue tutte Pena., I, 408. sempre, né aver limitati sogliono come che piaceri o arguisce contrasto le dei tutti vanissima cosa e alcuno mai disposizioni e essenzialmente non limiti può non sono Se stante, co- certe meno noti l' uomo, sempre mira. unicamente e quella, che piacere, si la felicità che con fondeva gì'in- piacere, l'amore da diverse l' al- concepire i filosofi torto a al quanto di non affetti altri che lazioni re- della invitto così del l'amor cagioni con V uomo, facendo Conseguenze tanti umano, spiegare vera.' di e le per punti impossibilepur proprio sono stino de- indagini intorno le natura, e gli altri dell' esistenza amore un sul e stesse se tutti leopardiana,sono umana popoli/ per con proprio. La amor è notevoli più IV. sino per- opposizione di luoghi. Piacere^ 1, 166; II, 90: ATTRA VERSO LO 133 «ZIBALDONE». termini, qualsivoglia piacere è del quasi a di potendo di i beni e di numero, tali che della intervallo sole Pure chi r tale, cioè colla i sogni dell' o: la la o fosse non ha non dei il concetto attenzione ha la ingannatrice, ma che siderasse confondesse con- conoscitrice, e perciò avesse per reali cose forze alla più veramente nei facoltà quindi era 273. « Ibid., I, 274. e ».^ Or destinata primi periodi dominatrice la vita. Pens., I, anzi naturali ragione ad una e dal vero, l'immaginazione » a voluto l'uomo questo significache tutta pardiano, leo- la superiore umana, che che sempre storia stanza, so- mortali.* debita voluto la natura della In dall'uomo l'immaginario ha fu di d' immenso illusioni quelle dall'immaginario come come ceri pia- considerata più, perchè essere, i eh' eccedono natura immaginazione è finiti figura in- figura persino ne appieno che facoltà fosse animato nostre di estensione il vivere facoltà come si di faccia : immaginazione come bello non sentenza questa possono, esistiti intenderà non le altre ogni possibilitàumana. far possono che e se la nutrice è essa durata mai sono non spirito,volle immaginativa, la quale, non vita; delle irrequietezzee quello tendenze disposizionio di sola sé per facoltà una tavia, dispiacere/Tut- il nostro oppresso dotarci natura delle compenso ond'è angosce di contrario, cioè SUO mente inevitabil- misto » Ibid.,I, 276. di 134 CAPITOLO E la in veramente, prime condizioni, quelle sue maraviglia dev'essere e di capace IV. riempirgli l'anima;^ oggi quella così stupenda facoltà,non combattuta anzi r ombra dato e di dalla illudersi, se fino condizioni fugaci,non e del bene illusioni sono delle stato illusioni dalla venirci in noi il nostro Le non poter vita punto non la facoltà immaginativa spirito,così di inferirne che, * su Pem., cessò non soggetto essa che ogni sua senza lui,come I, 280. per le che, presso si noti tura, na- quelle che scita su- e le per la tra quali scena quanto dilettevoli, di quelle altre d'ogni consapevolezza scevre salde meno della di arte, al confronto reggere illusioni naturali, quasi autore, presumiamo immediata a ho quella figurata dal poeta. e illusioni di tal sorta, possono Se nostro incerto spirito ondeggia sapevoli con- umane. del paragonare fette imper- essere moderni noi perfettaopera una della reale che più certe sempre cose contemplazione crederei sotto e potendo quellinon vero è non espressamente, punto interpretatoil pensiero le stesse da certo un le loro e ; a più sorretta, moderni volendolo non mentre conoscitrice, è quasi Ai medesima. se soltanto facoltà l'uomo al- ordinarissima stata cose reali. A il nostro tanta era mai di essere questo autore, parte il studio poeta, e di come del suo precipuo indagine psicologica;e uno e vorrei deglieffetti prodotti quegli altri ch'egli ATTRAVERSO stesso, della LO i35 «ZIBALDONE». filosofo,le attribuisce come intenderemmo vita, non nel più importante in tutti ciò appieno pensiero nell'arte e i fatti eh' è di Ma sua. l'immagina intanto, qui, rappresentando gl'infiniti pregi del- egli viene altro il inno alla divino suo Natura: potere scioglierecome a lei che a di privilegiati ; a lei,animatrice eh' è la più nella sé vasta ch'ella orma dispiegò tutto antichi quegli presso un popoli quel paganesimo abbia di stampato umana! storia SECONDA. PARTE I. Cercando e gli con della ordini argomenti, coi alterna di in così che 0 tal come sempre * Pena., II, delle dalla conosciamo in i inferiori 53-80 (22-31 o alla o tutto altri cati stac- e 1821). uno di governo senza esistenti;^ e inteso scienza natura. gennaio in potremmo esistite ragione, la nelle discorsi. In forme varie proposito,egli è la anche pensieribrevi storia, come i fini parti della come e, lunghi e compiuti diflTicoltà concepire anche umane, questo, questi egliragiona le tutte manifesti trova società delle condizioni in natura vita, il Leopardi li ardore crescente sempre e Ei a l' arte non mostrare distino re- cerca 136 CAPITOLO già, le speculazioniintorno sue delle debbano cose di scienza ; ma, la mente, che favore di questa civili d' politicie luce ministri som- quelle. Così, ogni zione quella condi- a pregiudizi dei dai indotti, scorge nembi della vantaggio incomparabilmente più lieta,che e di tempi là dai fulgida come cagioni supreme a crescer libera se principio,che invece, ordini vari tempo, egli sperava contraria alle in prove dei esame da riuscire governo novelle coir sembrare potrebbe come IV. e storici fosser cui aurora dotti e gli degheggia va- seguiti tempeste. e Parallelo dire questo potremmo a altro un scorso, di- ^ posteriore di r idea « che primitivo disegno altra più 0 vale dire col quella che una società 0 di mancare vogliam natura dir posta accidentale identità più prendendo la nata e sciolta ma lassa larga poco ristretta, cioè hanno o si oppongono società norme » Pens., II, 232-70 « Ibid., II, 232-33. è di ciascuno inclinazioni venuta (30 marzo-6 di a tal dividuo in- tutti di comune, ai contrarie mata for- d'interessi durevole, e specie, e ovvero quello che quello che simile non in altre e suo ordinata questa; pregiudichiagli interessi in ha peggia cam- nel né se umana, esso può non che, giovando agli interessi in In considerata specie dalla passeggera mesi/ natura a meno a la aver nella società soli due non particolari generali y".^ que, Dun- restringendosi quelle prime, aprile 1821). « e più ATTRAVERSO il è mancato suo al detto e ben riesce proprio era alle allo ^ puniche illusioni e » Con tale quelli aver del V l' odio tempi di amor vero 0 di Pens., II, il 233. « Ibid., II, 66. 3 Ibid., II, 235-6. lo fino alle di nella quella storia. Leopardi fra i suoi che la mare afferchi anti- ci parve che ciò colà precipua stanza so- tichi superioritàdegli an- nelle sue gli altri, inseparabile di Il primo «Dovunque è trovato straniero menti senti- magnanimi si trasformava secondo, in odio patria,si che gre- qualità proprio, inseparabile fonti nazioni.^ dovunque * la remoti. patria; società il è invece verso erano primo, romana pari origine. Or Così, l' amor e nei amor nel vero favorevolissimo ci si dimostra amore, esso il naturalismo suo discorso, dove notevoli. dall' uomo, in il tratto su' moderni da direbbesi repubbliche hanno quasi incidentale, qui più paragone V accordo volta una ideali storici ed era delle intendeva accenno ancora da che ancora non viduo indi- ampio all'entusiasmo, e quindi capace felicità che gloria e un persiane, della stato ; il principio del Già, anche stato a: e ciascuno stesso ad moderni, alle guerre fino allo dell' autore. scopo accenno un i comune che, questo secondo non presto e il ben cospirazione di informato gli antichi fra cioè fine ».^ Se ragionamento, primo, la i37 «ZIBALDONE». scopo, cioè mezzo, suo LO non le altre verso si è odio trovato dello straniero; si odia come 138 CAPITOLO straniero, la patria più l'amor dopo, Nulla di tali ad Leopardi generosi affetti incerto non e * suoi benefici rovine accumulate mortali ! Ma ciò che nel nostro suscitare dalla con autore e de' suoi 1' ammirazione egregiamente romana. Anzi, 70-1, 260, 388. esempio, questi dei cui dello della ad un non primi periodi,è greca II, 236. confrontino, non cammino senza della Si amore la vita fra le stesse antiche, Pena., sta que- ed degeneri figli, civiltà ^ tradizione con- Natura la più gloriose 1 po' d' un delle e a sempre civiltà sul poesia accordava primitivo si ai qualche in riesce qui più importa, la s' intenderebbe tempi, qui egliprocede talvolta ricordata a dagli nosce francese, rico- d'ingrato oblio, alito basta suo ultimi derni, mo- e diverse negli che vero ogni modo, se secoli dei avara che dalla e quale risorgimento dei più cadere in ma, anche E umani. idea, che, pur tanti tal un senza ; solo sale univer- popoliantichi Rivoluzione esempio, nella il è nute ve- egoismo, cristianesimo specialmente,così agli altri. Tuttavia, dopo in quell'amore vita dei principialla alle guerre e come, quelle Molteplici,infine, le applicafilantropia. zioni moderna uni consigliatodal ci è cietà so- derivano. ne di nelle sono trasforma che dannoso poi è più che Ma »/ ama proprio si le conseguenze tutte con si non ristrette, come meno 0 IV. e, stato con quella in ispecie, nei Inoghi: suoi di- Pena., II, 140 CAPITOLO del persona filosofo nuovo dare che un fondamento Notate già poteva animi Ginevrino, cagioni onde così Tuttavia le dottrine erano da quelle del nella moderne; fra le une e di ogni e le storia. la 0 niente di le condizioni perchè In breve la dovesse non dissentire e di ribelli alle anche verse di- gevano invole grandi, al fronto con- facendo sistere con- felicità nelle tal lusioni, il- rispetto, tichi, quelle dei popoli an- ameni sue di e leggidella queste dei cosa. di vita anteriore distingue, per condizione scitando su- antiche essi per 1' unica natura modificò ogni quanto condizione anzi e dell' immaginazione, generale, eran ricchi così appunto in Leopardi, invece, maggiore, poco doleva, le civiltà altre, nulla Il dalle di altri ammiratori e condanna quella beata gli su Recanatese, diletti differenze, per le si pressioni im- leopardianealquanto Rousseau stessa potente cari sopra primitivo.Questi, stato Né abbattuto natura aveva ce quali sul fare questo più lo stesso del storiche consideri parola quei sua che dello di primo. testimonianza. sempre stato uno colla fra chi a componimenti chiara più delicati, dovesse medesime ad più e del meditazioni queste il e evidentissime, resto nei altrimenti, descrivendo le altri, è del e essere il all'amore razionale nuova porgono dell' antichità speculazioniveniva sue del Rousseau autore; nostro V alunno colle da le tracce sono ne Leopardi, IV. forti madre. gran teoriche rori, er- ; e, dicando giu- popoli selvaggi,parmi in tal punto dal Gine- lasciando Ma, vrino.^ un' osservazione che, né è nel massimo fu mai cioè, non legata coir sola che visse. la vai del antichità lui segui da ; in tanto Da lei, le Regni intatta, ella é sempre oggi é non così, da la che a ammirare nella dizione con- storia innocenza ogni benefattrice felice era l' del- illusioni dell' altra. unica più poter lei,la beata agli antichi, dall'altra e una dir fino quanto magnifiche per s' quella supposta fece parli,come 0 Si sempre di dunque, pareva, popoli classici. una classiche. religione,anzi vera primitiva dell'uomo, dei di quei vincoli, onde una autore fine la natura, senza mai disciolta; giammai cuor : le civiltà tamento mu- personalitàpoetica sua sciolta da il nostro A pregio che dal fu Non qualsiasialtro per ed proposito: predette dottrine, egli cessò dire potrebbe restringo ad al mio né questo, nelle tenere ciò, mi tutto necessaria per 141 «ZIBALDONE». LO ATTRAVERSO a: opera umana, svelarsi senza della d, vita; la quale appunto perché disforme l' dal- condizione. II. Di far questo qui espresso il pregio in parte 1 naturalismo discorso, né intrinseco: da leopardianoio dirò 164-196 (25-30 pagana, ottobre 1823). debbo giudicare meno soltanto quella coscienza Pens., VI, tanto non che, derivato che il nostro 142 CAPITOLO in reiterava autore dottrine moderne, lui fin esso, ogni più trionfare del scienza e il Leopardi battaglie.In e al che tempo, più 0 consistono altri vigore con il colla e r di una trarre alle ora alla prove molte ? prove materia, allo spazio intervalli da interrotte spesso però quel V altro pensieri naturalismo suo insieme dentemente Evi- metafisica una ligione quella re- con che, per qualche tempo in da salvo tate trat- sempre crescenti. ognor unificare e nella riagitarele grandi quistioni coraggio e demmo ve- metafisico, campo Leopardi aspirava ad cristiana sperò e dunque quelle soggetti,sono quale potesse poetico,e umano quistioniche, ripresea brevi, ad intorno nel ec: men Lo religioni,nelle cuore nel in mente, sua conì^ezione. delle farà Dio, all' anima, a dominato quasi glorioso superstitedi consistono intorno notevole da parte nella assistiamo stesso in e aveva domini nei governo: lo rivedremo Esse come aspirazioni del intense che medesimo, se allora, seguitò a dominare avvivandone più IV. ancora, procelle dello tante spirito. In di uno mostrar ma i limiti nulla: umana alcuna qualunque sforzo, una così, dicendo noi la mente non se che il ne intende possa, concepire neppure spirito,la lingua pronuncia ma non della materia, né, di là da con dal discorsi metafisici la mente come conoscere, questi non che cosa tre ol- maginarsi questa, imcosa diversa T anima nostra di questa nome di fa altra idea, è stanza, sose ATTRAVERSO eh' ella medesima non sia.^ In di può cosa in tutto ignota è non di più tal morte tal una che la materia può perire» delle menomissime 0 lontana tanto ci corre E anche e' è forza e discorrere esseri nessun essere che in la materia tutta tra essa e spazio infinito si riesce fuori della d.* alla padrone dell'esistenza,non un « V perchè nessun anche e anima, ostante non immortale ; della modo per della materia un'altra, una terialità, l'imma- potendo non di natura non attribuire una maniera composizione, espressa qualunque o possiamo concepire,e la sola una di posto fuori semplicità o che nean- ridurre, sarà ragionamento possibilefondamento che anche plicità sem- ; essere non una la se « immortalità, uno che perchè primo veruna debba Che perchè e del essere...., cui si possa divario supposta cosa, ; ignota tal maniera esistente, cioè cosa un del ragione altra d' nulla, quanto nel secondo conclusione volontà dal altra qualunque il nulla parti,a ». una in maniera una di principionecessario è dc maniera tale esistenza una se « uomo...., inverisimile difficile né che perire che, può perire essa gimento lo svol- come noi del tutto a inconcepibile air e quale e è sostiene maniera inconcepibile,anche e cosa poi,eh' questo, egli essere che ignora discorso altro un 143 «ZIBALDONE». LO noi quegli avendo ad un proprietàpiuttosto di esistere, la l' incorruttibilità la corruttibilità ».^ * « Pen8.f II, 86 Ibid., II, 101-2 e se^;. (4 febbraio (9 febbraio 1821). 1821). » Ibid., II, 88. o 144 CAPITOLO Il criterio IV. qui adoperato onde parrai,in fondo, quello stesso tali giudicando air sola ad dare la facoltà da sostanza, una di di sarebbe colla possiam concepire pur ci non dato è queir Essere ci supremo ammettiamo dovrebbe sembrarci altro un'ipotesi,più che codesta formidabile schivasse il di quel tutto occorso a fra Nelle sapere tale di in Qìluvres sìir per piuttosto o senza esso, è forse ma che riporla in e derà rispon- Essere humain, « lative re- sempre del bene. questo mondo, perchè, Paris, sarebbe gli e se libro 1822-1825. dove così IV, spondere ri- armato potendone non di un di vedremo, come ? direbbe anco per coraggio e nell' ordine philosophiquea, con qualche tempo sentendosi all'assoluto Ventendement Certo egli medesimo esista bello, del giusto idee ; que dun- arbitraria, che meno indagini gli risultavano ragione Essai che, sue del di cui ? molto. quelle * o effetto ; ma, egli,aspirando necessario e non le idee la non nep- interrogazione si Leopardi quasi che assurdo; tutto drone panella spieghiamo dell' esistenza quel padrone A del cotesto nulla possibileciò come scelta, egli stesso mente, affermar la potuto immateriali enti quegli pre, sem- che medesimo esso non Locke, avesse pensare.^ In ogni modo, dell' esistenza condizione Creatore del coltà, diffi- per air idea ricorse umano, bontà e il questionisuperiori,forse ingegno volontà la risolvere a Or var tro- crede fichiamo personinon cap. facesIli, § 6, ATTRAVERSO Simo, neppure delle cose in la e ridea dell'assoluto. nostre idee Iddio quello o di Dio Tidea e Tunica è di Dio ».' prova quelliaddotti quali,ancor prima, ora più manifestamente, filosofo lo allontanasse colle che speculazioni, e cui col suo antico contrario così a astrazioni, in cui In « e dal suo pagano, quello spiritualismoe si profondava. ora il nostro paiono buoni, Dio benché che che lo siano quelle a scriveva: degliattributi non la scala quelle altezze, a d'animo questa ultima disposizione Il formare sguardo sentimento costante assurda, ma della opinionemeno natura, andamento, origine di quella che tutto umana divinità è umane, * « s ». figura e qualitàe Insomma, parimente benché a: formata diverse e i buiva attri- tempi puramente d.^ Chi Perù., Ili, 174. Ibid.,Ili, 176 (7 agosto 1821). Ibid.,Ili, 178-9 (8 agosto 1821). ZiniBnn. stessa la moderna sulle idee secondo noi quasi del natura l'antica a mente, relativa- è un' agli Dei gli direbbe abbattevano salito faticosamente era tesiani, Car- sono si trovato, che il nostro vero par- argomenti con ultimi, questo Iddio, appena su strato dimo- o argomenti Lockiani, quali mi con nuove coldelle prova Ma questo Iddio, o intraveduto, o ammesso, ora l'idea proviamo idee Tunica le nostre e noi « di Dio coir idea questo sione cattivo »/ E la conclu- o è, che discorso deir assoluto cui per buono il confine trovato avremmo ragione sia assolutamente del lui 145 €ZIRALDONE». LO 10 co- 146 GAHTOLO il veramente nosca com'egli,facendo le assurda meno « le idee dell' altra e Leopardi, intenderà in anteponesse anche come lY. cuor j" puramente « credenza stiana, l'opinionecrila suo e pagana; umane dovessero appieno dell' d lui per una essere incomparabilmente migliorinel tempo antico, errori quando l'immaginazione e gli ameni eran state parte dell' uomo. tanta che qui le si assegna, mai esser ch'ei voleva ogni modo, In la a: moderna d trebbe po- quella religione d'accordo mettere ancor divinità di divinità la coli' origine colla sua filosofia? Ma si di di Se, o fondandosi della e 0 e sgomenta. materia idea nulla come idee, né cosi 0 Con nuova. una sottile di che, Noi ed esistente ci ^ in in tutti spieghiamo Pens., Ili, 1821). 269 e a cose, i modi i suoi ne tutte le (3 settembre apre il più quindi e la bilità.^ possi- un Dio possibilità, Per possibili. rapporti colle sere es- stra qui, dimo- ammettere stesso o via alla eh' è forse preesiste sempre se segg. di e se fatti sino possiamo dunque racchiudente Dio tratto preesiste alle la necessità, neanche come abbia ne nulla se di essere, ragionamento, un quanti d'un vece, in- forme né cose, precludersi ogni che prefissa,ecco meta ragioni così, pareva dimostrando, e preesista alle rito spi- avanti, tempo poco innata necessità, né egli non sulle idee dello espresse rigettando ogni difiicoltà altrettali queste un sue 1821). Gfr. 285 tal crea- tembre (7 set- 148 CAPITOLO leggi.Egli è e il creatore del cattivo e Come in pieno cartesianesimo, e, mentre abbiamo convertito prima che mai: in saldo si neanche E quelleopinioni. riconfermarle pareva direbbe, tuttavia nel d'un visto,ei mostrasi,come ramente, ve- modo tratto, da lui tenute quelleidee platoniche chimeriche Anzi, loda e capricciose.^ colui che « scoprì,quelloeh' è come la nostra opinione intorno alle cose, a per Platone infatti,che che di idea, come manifesto, il Leopardis'ingolfava più deliberatamente questa volta restò ora morale, del buono della loro astratta si par nuovo che della il resto 3".^ tutto di IV. guarda per assolute,che rile affermazioni e negazioni, le tiene indubitabilmente assolute come potrà mai salvarsi se non supponendo delle immagini e delle ragionidi tutto ciò ch'esiste,eterne, necessarie ec, e indipendenti dallo stesso Dio, perchè altrimenti: 1°, si dovrà la ragione di Dio, il quale se il bello, il cercare poteva non buono il vero ec. avrà tale 0 altra ragione che false e assoluto e il voler insussistenti che né necessario di Dio.... le idee di necessario, interamente Pens., Ili, 325 (16 settembre Ibid.,I, 261, 409-410. da non Ora, avrebbe trovate simo Platone, é certis- qualunque negazione e rovina * assoluto è nessuna noi crediamo « non ragione di essere, né di esser tale; 2°, posto pur che l'avesse,tutto ciò non che né affermazione soluta as- sé, ed è maraviglioso 1821). ATTRAYBBSO distrutte abbiamo come di il e favore seconda delle idee che il necessario e vesse do- nione quell'opi- il volere di Dio. parole, veniva non Senza mettersi a che, rigettando il platonismo, coloro le funeste avvertivano non in come, erronea l'assoluto ultime fra stesso né fra platoniche, il Leopardi fonte che, colle se contradizione ragioni particolari implicitamente altra avessero la delle due cartesiana, che da bitar du- punto precedente discorso; ritenere dire quelle senza dimostrare occorre ispeciecolla in 149 «ZIBALDONE». queste»/ Non questo LO del conseguenze loro rifiuto. IH. continuo accennati su sin ^ ora sono animo. fra queste Crederei idee sue anzi di cui che Certo e cominciano 326 (16 settembre a ad già quelli dati tentativi fonmetafisiche ho allegatoqualche tali a e d, speculazioni inclinazione intorno divenir 1821). al e è, in ogni modo, che esse Pens., Ili, fronte contrarie gli ultimi disposizioneintellettiva tempo di stiani cri- piuttostodal predetto intento egli mosso vera dommi meno speculazioni razionali esempio. da delle coi teologica del mondo; egli chiamava fosse venisse prevalere concezione ogni sistema suo necessario era com' del l'accordo Ma sempre a che di sto que- più 150 CAPITOLO rare e Platone, di Cartesio di qui nei entrato Ognor più di a suoi cui verso del soddisfazione una lo vedemmo di genere psicologiadel Locke; Voltaire, parvegli che il come alla romanzo che più il Condillac; di Cartesio d'Holbach, del profondamente, ^ da Nel che colla le e Leopardi, una giro di esempio: lui come me colle derivar le stesse al barone quel rialismo mate- difese pure di dissentirne a quanto appresso, inteso delle delle far prose cerchi manca, dei dottrine dissi altro, come che idee la sono leopardiane. di quelle filosofi più cipua pre- Altri, le vazioni deri- noti al Chi volesse valore. piere comgiudichi V intrinseco dentro tal fatica, potrebbe mostrare pur come, dottrine comuni o a essi, egli, consapevole no, ne e accostasse, I a ho corso e col problema universale.* non il poesie attinenze solo òhe, ma in sempre XVIII, che del scrìtto che competenza potrei non presto giunse vedremo seguire delle sostanza idee, Paralipomeni,salvo come presente principio, ben per ultima alla soluzione al come faceva sa, le pure secolo forza nei sua di ciò ognun si fermò ateo tutta non E spirito. e si volse alla seconda stesse Ma storia. quale, come dello facoltà prima dal Locke, può dirsi egli stesse col sensazione dalla quella avuta opportunamente. Ricorderò qui discorrere ancor la ben sentire forse, anche e tutto così ciò facendo, dovè Voltaire, quando dalla metafisica alla a che spiritualisti- ei finisce col darsi principio.E da fino era alle concezioni qualsivogliatempo, sin volto quanto ragionamenti. avverso quel sensismo, Leibinizio di e tutto del sparisce quasi e scarse; IV. secondo nella « il sua i casi, più teorica dell'amor principio universale che all'uno dei all'altro. proprio, considerato vizi umani .... e il si Per da delle ATTRAVERSO Fondandosi dunque virtù (1, 166) » e come i su molteplici delle egli, forse, più che tanti Inog^hi che ad sentiment lité sibilité de le menta, c'est désirs, tontes 344. conséqnent donne ponr ehanger le seul de mème on de cotte Taltérer. espèce {De ». Vesprit, Londra, 1784, là dove, ragionando, come orìgine e alto svolgimento Anche air delle in dello in stesso delle una « autore : sintesi frequenti sue eommunément en in cui (diceva » ont salvo gli altri fra le amane, gli uomini, delle formule o tomo in- appresso, condizioni hommes organisés bien s*élever les Tous € nos 1. 1, 1786, facoltà tutti eguali giudicò talvolta differenze colle diverse le costoro a spiegar anche essi nacquero e crebbero, quivi, tenne, senti- tous segg.) e si vedrà naturalmente les tons Londra, 97 1, 1. Timpos- Ini devons ; nous rhomme. Ce € inséparable et De : sensibi- la permanence, sa fonte, cui, qnesto de lisi ana- di Elvezio, à tous commnn prenve passions nos ad conformò De Cfr. quell'unico da noi con più nell* ancor ricorderò al caso, soi) est Teffet immédiat de et par J'en à l'homme. e derivate altri, si originale coesistente farebbero (ramour physique, riuscì spesso (I, 439), » passioni fra più generali principi necessariamente € illimitato Decessarìamente 151 «ZIRALDONB». quella filosofìa, egli bene di e LO cesi, Fran- questo trine) dot- proprie la puissance eux hautes la difféidées, et des diverses d'esprit qu'on remarque entr'eux, dépend rence dans circonstances placés et de Tédulesquelles ils se trouvent differente cation qu'ils rcQoivent ». {De Vesprit, t. II, xxxii.) de physique Non si dottrine al a quello le circa è che il fisico Quanto diretta, anzi, ^38 ; in col filosofia Non e certi pare neanche suoi VII, 251), mostrò di qualcuno Sp^UUore. primo, che ne più solite colle riserve persuaso, il morale non aspetto. le (ad andarono cose mai esempio giudicarla aveva suo studi compatibili alle quella competenti di molto sentimento suo da accenni che fu degli il abbia di sempre notizia nell'uomo Kantiana, simili princìpio del Destutt-Tracy, altro un attinta vaghi al aderire del che di giudicavano e . quelle e riviste, fra cui tempo dovette da guardato alla diversa. mai Gabanis presto ben col che che, qualche idee tali né del dottrine fu come che nelle Milano, Leopardi cristiane; credenze di e più contrario di coloro giudizi libri Spettatore filosofare,davano recenti. Sempre ... i nota nei facevano lo importante di degni meno plus aux non discorso in niera ma- avuto zia notì- interpreti : HI, meno nel 407 ; ed ; lY, ficialmente super- medesimo 152 e CAPITOLO IV. Quanto più sgombre da applicazioni. che gliparve ne impedissero teologici visione,tanto più le cose del mondo vario nelle queiivelami la immediata tiravano voleva sé T attenzione a veder filosofo che del nostro propri occhi, penetrare in E ciò gliveniva la propriamente. tutto con fatto meglio che mai ogni volta che ritornava a quello studio deir uomo, dove, come già fu avvertito,fece Evidente la scontentezza sempre le sue prove più insigni. del suo animo, quando intendeva alle speculazioni coi tutto di cui abbiamo la in sicurezza sua d' indaginisulla vita toccato; non questo secondo ordine Qui, più determinato umana. l'obbietto,più saldi i criteri,sempre copiosii risultamenti sicuro alla mèta di essere e prefissa; qualche momento più viva la fede Continuando le facoltà sempre sul cammino conduceva i dubbi che stessi a e le soste farne e nanzi, in- di sempre il moto. più celere quel modo delle il campo più a certi più ottenuti. Andava concorrevano e dente evi- meno allargandosempre e osservazioni,cercava di spiegare ragioni i fatti dello spiritocon più vere che non gli paressero quelledei filosofi a una e di risalire dalla psicologia cezione conspiritualisti, che tempo per abbracciasse la vita universale. incominciato aveva da neir uomo.^ e cui gli parve a che studiar tutto Assai suefazione, quellaasprocedesse Ogni assuefazione,ogni attitudine abi• * gno 1, 470 e segg, 1821) ; III,36 e segg. Fem., (dicembre 1820) ; II, 467 (!""laglio 1821),115, 138 e segg. (gin. (luglio 1821). , • s 1 153 «ZIBALDONE». LO ATTRAYBRSO dipendedagliorgani.Ora, degli dell'uomo e dei loro svolgimenti e ha una perfettaimmagine.... negli tuale della mente organiinterni « si progressi, organiesteriori....e nella e nelle abilità di cui ed maniera ordine sono cui le con paci ca- stano acqui- 3).* È così poi vero che l'assuefazione, « che nulla non c'è si sommo acquistasenza ingegno che primissimoperiodonon si trovi appresso a poco a livello cogliinfimi ingegni, postiin quello stesso periodo».* Se l'assuefazione è principio e condizione necessaria di ogni attività e d'ogniprogresso nel suo così nell'uomo nelle come però varia queste: anzi può dirsi che primitivaè conformaòililà altre creature di grado da quelloa « la maggiore o minore la principaldifferenza fra le diverse speciedi animali fra di natura e stessa specie^d.^E poii diversi individui di una ché tale conformabilità giunge al masdell' uomo simo grado,perciòsi trovano a: assai maggiori e differenze fra gl'individui umani e più numerose è viventi,essa fra le successive che Pens., Ili, 157, 170 « Ibid.,Ili, 168 * di uno stesso qualunquealtra speciedi * « i in condizioni (agosto 1821). (agosto 1821). (agosto 1821). Ibid.,Ili, 168-169 Ibid., Ili, 238 (agosto 1821). viduo indi- esseri ».^ 154 lY. CAPITOLO IV. alle facoltà varie della il tutto qualità dell'anima della natura; ciò, e si hanno in tutto il loro le dunque di essere certo che inabilitamento ha maggiore che di modi facoltà,ma o essi Tutto la nostra affetta.... una le facoltà ciò mente minor è in è non che originariamente di ricordarsi. le Bensì acquista,alcune Pena., Ili, * Ibid., Ili, 213, 220 (agosto 1821). Cfr. Ibid., Ili, 229 (23 agosto 1821). Ibid.,Ili, 228 1821). origine non e in essere scettibilità su- versi di- propriamente mente eli' è stra no- facoltà, disposta più presto, al- (agosto 1821). (23 agosto guire ese- innegabile, nessuna » 202 ad delicatezza facilità di Questa d' immagini, organi Nella semplice disposizione. quella maniera « organi,cioè esiste non di funzioni/ solite che altro è scancellamento non chi consideri * non l'ammirazione pertanto cessa indebolimento ma 3 che sono acquisite^e dipendono qualitàumane dagli organi,dobbiam perciò credere che e in maggiori riguardare a diminuisce verità scientifica.* Essendo neppur intelletto,e stesso dell' assuefazione se la come Poi le stesse »/ nostra qualità,non esse per dello effetti piuttostoquali considerata sempre nell'uomo tali principi segnatamente a quella e assuefazione di quindi « umane eh' è memoria, facoltà applicazioni di le Innumerevoli 259. 156 CAPITOLO il nostro come intorno molto gli idee. sue musica, Le r del Di il quasi si pensiero.L' gran molti nei la e tutte una le e ; gli stessi suo delle fatti arricchirsi fine facoltà più di è qui così notevoli tutte la o parte in variamente di spettiva ri- ogni minata deter- se fanno. ne modificar largamente data fon- dell'autore, d' indole tiva, specula- spirito. criteri tenuti nel di prove cui non E questo il regno Leopardi confacenti meno veramente, tener gli uomini, per quelle forniteglidallo umane. cui potrebbero non dottrina lo mina ci s' illu- essere moltepliciconoscenze appagava con di anzi che discorsi parla degli animali, credeva al fisico o onde talvolta che, più di qualunque altra Poi, si di sostanza ne il intorno dell' assuefazione e ondeggiamenti su vimenti mo- insieme generale,da incerta natura morale svolgimento tali i e osservazioni di luce idea lascia non alquanto della Ma astratto che, nel loro complesso, fascio il ridivenire di di ammirazione; razionali avvertire sue dire può un informate, sono le altre tutte come suo noscenze co- poeta. all'assuefazione sono ci fanno cuore, le si tratti il concetto e nari, ordi- alla prova quali poi, quando impressione, gli argomenti e difetto più particolarmentedegne sono filosofo studi necessarie perchè, contenendo e indagini sue suoi facessero scientifiche,credute delle le dai remote neanche come e estendesse autore cose a IV. svolgimento è d' occhio tra le i suoi varie ATTRAYBBSO speciedi e viventi: di cui seguiti con vantaggio tutto ; una particolareattitudine alla Francesi è Evidentemente da della natura. Quanto più ampie e più meno abbondanti con forze agli varie e gliesempi, tanto di quella concezione sempre male, ani- precisi,anche o che, natura una proprie e procedendo d' innumerevoli il quel- il regno tutto a clinazion in- e ei sentiva filosofia veniva sua certo pur accenni, più più evidente serie del costanza che le osservazioni una specie quei ma in in più animo. regni agendo e maniera le osservazioni con sorta di di r estendere ogni mai, testimonianza sensiste ciò a ismette non una alle dottrine eh' egli ebbe altri d' Era poema. conforme che più insigne componimenti nell'ultimo da lui la 157 «ZIBALDONB». costume abbiamo tanti suoi LO per svolgimenti,produce la vita universale. Tanta in ^odo nel era questa verità, accumulare che prove giunse parte di su che idea, si noti che, oltre nel suo stesso dell' assuefazione, si altri punti dovendo luce una e parer Ad che indice proposito dei più a all'autore che a sua potenza la questa vari i termini ghi luo- categorìa in mille argomenti, potesse che da colla sta giu- una moltissimi tutto quelle dottrine. Di modo natura, la quale tutto fa da buona una sotto di di quelle averne nei ragiona mai veramente e il Manoscritto. mettere si stancò non prove; di raccoglierequi, formano a tutto citati la brama Leopardi sé e venir l' idea per di sé, eccedendo del nostro pen- 158 CAPITOLO siero, si esaltandolo ma insieme da regni più, lui dove ammette forze ritorna persino segue della nulla Allora di ragione a di s' inalza gliè più due che in * quel venuto volontà 314 nel a lettere forza (13 settembre Copernico. e consapevole seguente: «Che natdra»?^ che come quella verità che, più intenso suo nel modo o e E cosa scriveva maiuscole, escludesse che e rando, congettu- o concezioni a Stratone rendersi dei sensi immediato evidente mai della Divinità Perù,, ni, delle in crede essa grado fuorché il mondo altra prese un' infinità di fenomeni, indovinando essa, parola proprio così, ogni Per tutto. del formulava filosofare, nome non autorità occasioni, era entro per grado soli anni dunque ad o zioni, osserva- imbattersi ad altre quelle significatenello dopo quando, riguardo mai ciò eh' è obbietto della coscienza; per Allora simile nativa; o quellalegge,cosi diligentemente e seguita di fede sottopostialle proprie riesce non allora patti; dei conclusioni, alcuna, gli svolgimenti naturali gli basta il noti, fisiche, questioni meta- nelle chiarisce, senza e amorosamente la ben superiori alla natura, teologismo col quale, in è che ogni parte ardue più dommi fatti tradizione cose. ai mai dai le volontà e gì'interviene mosse in meno, irresoluto si mostra o a poco percorsi. S'egli,agitando 0 quel con degnava mostrargliene,queir idea, chi splende, dove le lY. non 1821). dal fosse come mondo la sua. ATTRAVERSO LO ZIRALDONE « 159 ". V. Or dare giova occhiata ultima un' religioso del Leopardi, storia che sin dal come di tentativo primo considerar questo umano. farne in Pensieri quei agli che il cristianesimo uno, solo non un altro, che un impero gli mondo il conciliatrice mondo nel che ecco della la umana colla d stato quasi € di non meno di fede, creduta Or paragonato in una » » volta quanto questa che per la nostra per nemica essa un ragione, e sempre, alla natura tempo tale conoscere felicità sarebbe era inevitabile Pens,, III, 153 (31 loglio 1821). Ibid., Ili, 173 (7 agosto 1821). stato che da st'ultima, queessa, medesima. il cristianesimo ci fa tenza po- sulla ragione ricompensarciin parte dei danni prodottida qui diventa quasi una cosa sola con e ; Mn superioritàgenerale una dalla colla natura vita In bile, incompati- stabilimento filosofìa,uno acquistata ».* Ed mente immediata- "t fosse fìlosofìca,un' influenza, natura ogni di conciliazione. sembrava impero volta tal- giudizio poteva seguirono della e suo della che progressi della civiltà,ma coi del sussistenza diverso tentativi ulteriori egli giungesse altrimenti non Né altro istituto la propria conciliare filosofìa col cristianesimo, a compierne quella e importanza. Vedemmo di tanta ci parve mento senti- al colla gione, ra- quelle cose meglio ignorare il nostro au- 160 IV. CAPITOLO giungesse tore a Y ritenere funesto meno non uno deir altra. Il qual solitudine non per peccare. varrebbe il come male, un il e presto sgravato lo scoperto aveva chiaramente mai si annunziava Né tale di altri che di Dio, nello assoluta non a di certo ma » « » fiera tutte che Pena,, III, ognor più essere che ane religioneche affanni e è né non pur umani ! stanziali. so- dell' egoismo, nemica solleciti può essere solo ben non «l'amor anche il cristianesimo che chiama che di un proprio e simili».^ le altre religioni,la cristiana implicitamente o esplicitamente, o essenza, per male, un disse non miseramente medesimi;^ de' suoi quello possa degli applicatoal stesso se la sola é noi stato Così, fra « farci a desiderando di altre contradizioni perfezione,non di una cosa si possa, la vita sia ragione mostrandosi riesce e che bensì religione manca essa usarne ma la che meno essere una lo dimostra consolatrice Pur amor ragione ; lo afferma : il ».* Che ce colpa,questo una dirà la ad vita viene di mondo (siseguita a dire) usare e del cose in mette colpa, come una come la necessità compiangendo ce La vivere. non le Altrettanto « dannosa, di cui bisogna esserne fuggir servazioni quelle os- che perfezione cristiana sulla pregio la in implicitoanche è concetto 309-10 istituto, carattere (13 settembre ottobre Ibid., Ili, 388 iV Ibid., Ili, 421 (9 ottobre 1821). 1821). 1821). e spi- LO ATTRAVERSO rito SUO, male quello considerare faccia che contrario in tutta r moderne Tal è, fu ^ ; del nel nostro cristianesimo autore; più incerti meno 0 equiparare il valore a contrari, o quello delle sopra citate, confonderebbe, anche leopardiana,i della storia ridestantisi lo interamente mai cedevano non cresciuti di vigore,e per che nelle il giunse da aver sue vede (t la E sua nella nirsene impadro- tirannia stessa arma e la ardite ed fede ed sua Fens., IV, 251 « Ibid., IV, Epist., I, 252. 271 (4 giugno in tanto mente sciolto final- come che »,^ estranee gli era parsa quasi esserne di questo vendetta, fece come amare 1822). Cfr. : culazioni, spe- all'obbligo, più particolarmenteda quellesue ZaxBiin. che coli' fare di tanto giunse all'odio; e » ' nar domi- ritornar sottrarsi domestiche catene radici santificata. spesso o per più pgnor Leopardi a quella doppia sue però non E allora si senti essa. dalle cioè transitori finirono di impostoglidalla religione, con volesse ne quegli altri se cenni, ac- questa parte sentimenti primi altri sempre. Continuando i conti in spirito,con ai radicato testimonianze lunghi intervalli,senza a civile.* non ad chi, badando e nazioni già era il inaudita le altre tutte pre sem- male sempre qualunque popolo presso concetto e come sarà e opinione stranissima, antichità, presso e consideri negli animali, i" 161 ». e naturalmente bene, anche suo ZIBALDOIIB « ibìd., 256 (6 giugno 1822). lettera al Brighenti (28 aprile 1820). 11 si al- 162 CAPITOLO lusioni dolce gente devota alla stolta più se è che della in ciò che ch'era dire di più meno già guardava gli linguaggio manifestamente reminiscenze, stesse più proprio Certo interna. profonda angoscia quelle sue ciò tutto saprebbe attosca onde serenità umani, parla un impresso si non vita. In simili casi, venendogli quella stupenda affanni che, più crudele, o nella è IV. in come dell'infelicissima sua principioe forma parecchie delle Qui poi, nello Zibaldone migliori concezioni. vita, presero se il non già la materia arte, per effetto accendeva il cuore. al monachismo discorso un la per che celle mute tempo, ci a di fa Giovanette il nostro immediato che si vivere si è ogni luce dove cuore rebbe paravesse né vedere poco hanno non che sanno più sia con cominciat in- dono vita, si chiu- metodo, scopo tutti i mezzi. disposte in persona, della luce, che a modo costo sono ceva (di- i^ ancora professano un unico anni una diretto d' impedire la vita. E questo è procaccia e che esistenza, il cui finestre possa quindicio monastero, un di regola di autore),« a in di stretta vite riso: quell'inestinguibile interrotto "r un'improvvisa tante rammentare qualche insigne luogo rabelesiano, che gli che, per l'odio compassione sue innanzi atteggiata ad sentimento stesso Ecco nelle vi si spengono di dello e giovanili che internamente desimo, me- biamo fatto, ab- beli' e componimento sue e ciò Clausura tissima, stret- che se della non perdita le sostanze più ne l'aria del- vi- 164 CAPITOLO Qui, che coloro a lY. si vanno chiostro, il Leopardi fa dire ch'essi non modo; e accenna al li muove, di ed eterna, onde, lo Ma così e qui,presso a d' arte, dove conservando pur dovesse si ora ricordato che colle a a zioni conce- scena, tali medesimo, finzioni,il suo più efficace. e di a siero penE chi SaflFo,di Torquato Tasso, parlare? il avanti cuore. suo Rabelais;soggiungo odio tempo, al e, monachismo, anzi, di cercava altri come liarlo conci- dottrine, il Leopardi invece L'uno quegli abusi procedeva suo il cristianesimo, del nuove ferirlo al spesso sulla ' che, proprie qualità stori- Colombo poco grandi ingegni pensieri. parecchie sue ancor questi, nel se involgeva non le n'erano stessi ricorda, in questo proposito, di fece gare ne- si appoggia. quelliche i suoi in entro come essa linguaggio dell'autore Bruto, di Cristoforo Ho loro parte riuscire quali egli li un'altra lieve,è pieno personaggio posto che, per pareva non in il adopra cui il casi d'ogni felicità in in come poco, diretta, in- più egli medesimo, neanche attribuisce anzi che l'aveva non la vedeva non felici ; Fa poiché di quell'aspettazioneè il cristianesimo alcun dei più che sacrificio stesso Escludere tutto nel non ciò in maniera queir aspettazione a godimento terrena. che un » in pensare anche e sentimento cioè beata vita né appena, vero espressamente « dire possono in chiudere a alludeva di autorità l'oppressione di con mira dicibile in- rancore paterna, tante da vite cui gio- ATTRAVERSO LO vanili;l'altro, non viene alludendo di pieno che ferveva mondo. olocausto della oltraggiofatto nelle si loro del allegra In alla parole vita, s'indugiano gli oscuri e dottrine, era del destino le per Leopardi il dolore, del egli non era concezione di ancor cioè tanto alla nella fa rompeva, interpresso mitiga più che, giunto ad luce a mondo. o protagonista sarebbe il germe stato di per un spende so- dar guarmonia all'ar- quel tempo, In al cristianesimo, mente e rigorosa e una ferma tanti questo quelloche più glimette in moto tutte spirito.Qui, col citato monologo, avuto sentimento consueto, contrario; pessimisticadel avversione giosa; reli- il Rabelais presso desiderio giorno; tura na- che, fede profferendolaegli senza non rinascente con doloroso dissi, il riso l'effetto della sì fervido stessa di e quellaparola di pietà profonda vittime, che come il Ma umano. il culto alla stesso che d' animo culto classica: nell'altro, allo dolce silenzi del chiostro. ingegno, nell'uno, si soprapponeva dele cru- ritrarre a Taer in amendue tuttavia deir antichità e d' diversità tanta quel queir immenso e fra menta la- bella nel cosa compiangendo il contrasto sole ogni giovinezza versale uni- T Italiano tempi; di Eppure amendue, Francese rinnovamento quel meno modo, il danno tutto Il religione. ai suoi il venir ciò in alcun attribuire in speranze invece a stessi della agliinsegnamenti era ad implicitamente 165 «ZIBALDONE». tivi mo- è forse le facoltà dello sembra romanzo, aver il cui l'appunto qualche 166 CAPITOLO gentil creatura, 0 sottratta gioie della vita, alle estinta. arti di concezioni andassero tal di neiretà fra tutti, così tipi umani, nella vita il per e morte lui, sublimi nell'arte come lato popo- del tutto o bellezza, gioventù, sventura insieme: che natura, prima, storiche, mitologiche creature ideali, in cui mente volontaria- probabile,perchè specialmente e sempre, altrui, sepolta prima e molto Ipotesi questa spirito,disposto a fu le male per pregiudizioreligiososottrattasi per suo IV. ! VI. considerazioni Le qui, a sono 0 che le altre e parte una sul notevole breve a seguono della sua sino distanza filosofia, e, più nelle entrarono copertamente, meno cristianesimo, fatte Operette sue morali. Sempre più larghi i termini del soggetto, tristi gli effetti di quellacagione, e più numerosi dipinti.Per essere più foschi i colori onde sono così alle favorevole poco del immaginazioni colle esse di questo sensi da a di consolar Perchè desidera materiale, questo Tuomo speranze atte mondo. felicità 0 sue poco naturalmente una tempo ricompensava non nemmeno grandi e da presentemente.... Noi alle ineffabili nesimo antico, il cristiadi tanta un'altra una essere perdita, vita, essendo gli stessi felicità infelici l'uomo temporale, sperimentata animo tal desideriamo di nostro e la felicità che « è virtù dai qual egli esser è felici. ATTRAYBRSO non si comunque nel singolareidea: la felici secondo voglia,ma La e si che propria felicità; di un'altra esistenza, ancorch'ella felicità dalla remota in promessa forma di Anche Fuomo, per la niuna per il pensieri e ricordato in precedette di Ma in non mai sarei terrena, e famosa poco piìidi Lorenzo dei loro dal Valla, dove corpi, hanno * » Fen%,, V, Ibid., V, 424. Ibid., V, 424. 423-24 la la stessa essere ragione, desiderare altra intervallo fra più questi d, che è li desiderio fiera T avversione. s' egli avesse paradiso, questo dissimile le anime cità feli- ! non sospetto che, non né avanza italiana anni è rare deside- di niuna due un cità feli- nulla beati lasciar una que è dun- pur il desiderio sempre probabilmente mondani, ^ dei premio cotanto lontano può dire, ma lirica quella divien s'avesse potrebbe ci per che premio potuto vagheggiare stato di quivi potendo egli lui, di alcuno, anzi E e: si mondo, ragione può mai questa d.* Quanto che quella questa non la condizione non felicità altro che esistenza destinata! in mente, que dun- desidera altrui....».' Tanto nostra un questa a desiderando desidererebbe, propria,ma non giunge esistenza nostra sua poi a tramutare, il modo 9.^ considerazioni quali 167 «ZIBALDORB». infatti esistiamo quale Dalle LO umane, da rebbe sa- quello rivestite gli stessi più squisitigodimenti incomparabilmente (23 settembre 1823). cresciuti di 168 CAPITOLO chi la mia di efficacia.^Né pregioe ricordi ai nostri come umanisti. il cristianesimo a consolare, colla il anche ad atto il e era neanche quelle minacciate più dunque e tanto condotta primi il figurarcila noi a del che, col solo degli uomini, minore o due assai, sero fos- regni, non nostra mente, in spaventose, beatitudine pascere avrebbe non qualitàconcepibilialla di pene nei che lui certo per avuta, dicava giu- atterrire Purgatorio e suo efficacia sulla T avrebbe non ei rallegrare,a dilettare, a Inferno alcuna avuto accostasse ogni modo, più « i".^Ed suo In Paradiso, la religione cristiana suo se a speranza senza e o ipotesiparrà strana, più rispettiegli si per grandi IV. quanto ci è del tutto terzo impossibile.^ Singolarmente tardi più il nostro autore dal vediamo siffatto * al und le nel in Stvdi Mounier, 1893, 2 Pens., V, » Ibid., V, A. Né Le Burbe Monde AU. monachismo ritratto di p. 236 429 mio La scritto letterature e pessimistico, anche al cristianesimo, allusione o Badia straniere. intento poetiche con e tra qualsiasi al- qualche accenno sentimento, Valla, toccai di e fatto collo stesso aver Schopenhauer.* Mahelais, potesse, antiche ricorresse non cercando pur del sentimento favore in come Di poi che, testimonianze quante natura, ' è storiche, mitologiche moderne, lo notevole di immagini Thélème Firenze, Succ. del Le segg. (23 settembre 1823). 430. commeVolonté Paris, 1890, in Paralipomena. et Repréaentationf comme t. Ili, 316 e 392 e segg. particolare, lo Schopenhauer Berlin, 1862, zweiter ragioni, e, direi, la coscienza, con Anche verità quanto {Parerga Band, § 169),ne tutta tradnz. e dichiara precisione. ATTRAYBRSO in fugace grande LO questo senso intervallo che basterebbe in ciò tedesco, il quale pure forza Della dottrina.^ le trovar del lui si In di ogni modo, anche i pochi e Monde Le che della antiche suo in cosi ricchezza il Leopardi. sua tesi, Or più antiche del della della poesia. soggetto, l'elogio del di e speculazione E Era di certo filosofo la nessuno a nuova nello tedesco. colui discorso di forma, questi, di a simili riserbato che copia Zibaldone, di vola sostegno della testimonianze, allo stesso s) gior mag- valore agli insigne cosi pensieri conferma con fece come cotanto posto un penetrato esser averne e attribuire dare quanti giudicano testimonianze vita, io Schopenhauer né larga copia pessimismo contenuta : basta- maggior Leopardi, del da esse la forse insigni della anche moderne. Leopardi, del argomenti campi raccolto però filosofo molte ad non fatta solate, scon- sparire qui a conto argomenti che É mai soggetto, di sì cui vedremo debito miseria varietà che sussidio! simile ITI, 400. affermando si ricordi aveva t. nel codesto e fede, quasi quei premi Allegate sulla discorso addentro tanta tenuta moderne il smo; pessimiannoverò la stessa sia stata rispetto filosofia. sua e conclude Volante, essere di non negati sino se del tale, fra le prove un non che, questo per dovrebb* che di in era queste dipinture,già effetti comme alle vicende non intento, suo averne a Vedremo credenze. la facile è circa quella fede seguiranno altre,da ne la e sostenne ancor fornire gli poteva persino sdegnoso lode mentre al occorrevano quelle che copia questo rispetto,affermare per quando, più tardi, divenne gli * dissi sofo il filo- e diflferenza che il religiosonel Leopardi. E generali che, e che la l' Italiano pessimista, accusava tutto fra lui ammirò qual ciò sentimento potrebbe, termini in ragioni diminuire a corre onde degli argomenti comune 169 «ZIBALDONE». alto sul in nei quelli medesimo ampiamente 170 CAPITOLO ad vano ritenerli di un la morte e dalle cattive ch'essa di di intenso col dalle parte Lo Plotino si dice detta tro con- assumerà di stesso, se terra infinita,la pietà in e tali indirette singoiarmodo avviene come nel cielo, suscitano, e d' il riso e più quanto e ; ogni cosa ! umana Mirabile è poi come, nulla efficacia,si trasformi i suoi effetti più egregi parrebbe che dell' autore perdere alla manchino non dovessero ond' della contemplazione quelle cose popolati,terra e cielo un immenso di quell'immensità e belle, da fantasmi. pauroso non cui dovevano deserto: riesce un rali mo- derli. esclu- eppure le nuova Sgombri tempo render meno là abbattute state nuovi nascere come spiritualie religiose,faceva poi da qualunque credenze pria pro- neanche necessariamente erano di volta; e sua le condizioni Quel pensiero tutte tali trasformazioni per sentimenti, l'arte, senza dove che ciò più proclive a tanto Copernico,abbracciando vista di nell' ironia e quelle rappresentazioni che, colla sarebbe. non solite,sfogandosi più frequentemente celia tempo, più spaventosa All'ultimo, l'odio manifestazioni di assai pene immagini oscure Platone, s' intende il cristianesimo. nella le quel Dialogo di in tanta la dottrina diverse che naturalmente Porfirio,dove forme e fanno segnatamente contro a ; buone, tanto così formidabili quelle pur supplizioeterno vedremo alle opere gli uomini basteranno meno a allettar IV. erano figura di la visione poetica di 172 CAPITOLO è non però era che storica Mostrai natura la e malefica nella e nel già il come sulla la civiltà dei Y una, lo la quanto conciliare a primitivo stato Or, venendo classici. popoli fra inimicizia benefica ammirazione doppia sua più proprio. e poi riuscisse come dire Leopardi, interpretando ragione, tanto l'altra; e vero senso storia, si fondasse la così universale noi doverla da tale ancor minante do- in lui la concezione che certo men IV. l' al- argomento particolaredel presente capitolo,dirò rica stoche, per quanto sconsolata, quella condizione significavadi non che Fin umano. al di Leopardi essa l'apice del sé per oltrepassava non dovevano non dolore i mai mancar mini, tercerte e specialmente quella di poter grandi consolazioni la visione nell'arte e riprodurre nella coscienza delle se ha ne dalla voluta per oggi. natura fatto aver riconoscendo madre, medesimi, era cuori forse avesse non torto, potremmo non della felicità o potendo non un' idea tempo pietà dei suscitatrice Per un di suoi moti moderno, felice nella duta? per- quellagran primitiva, distrutta almeno essa leggi,perchè mai, sue volendo se era in altro, l' idea che umana più gentili? il presente anzi, cademmo alle fosse più non del se, ; il nostro poi,non la condizione miseria qualsiasiparte una pur la contro ora ricuperare E Se che dalla visione antiche, diversissima cose da noi figli,non soavi dunque, miseria, rifare non maggior dolore; potendo quelle nei il ricordarsi tuiva costi- memorie LO ATTRAYERSO ? ? ?? ?? —?????Pili» M ? ? ^1 ? in impedire stesse ?? »^^1P^^»^^^» ?? lui I la incomba che e la vita prema A da idea di cosmica, quanti Le loro vicende di lui di qualunque loro della dunque, *? . . . . e è alla delle quella resistenza ciò che e di del la che luce fa fa di la resistenza ricchezza da un vestir potè se lato di ogni cosa su del argomenti, nuovo utile ». o men nulla che, legge Se le Ma varie in e sua adoperati noto sinora. gazione ne- studiare e lasciarsi sportare tra- infermi più nella insigni in appunto concezione T altra del che di lore, do- si potrebbe di esse, lunga, invece, come e nata osti- inesauribile quale, con tal fine, ci si presenta qui ; il a : pessimismo, trovano ciascuna splende, filosofo di prove si 32) pre semluì, il poeta trovò contrarie contemplazioni di bellezza cui do- interamente pensamenti rampollasse ». dei cercare prima e o mente abbandonata- consiste non più e non nelle appagarsi mondo, opinione quel contrasto perchè dalla cosmica arte impeti.Non poeta fece « le in tutte perdere ammirano lo non sentimenti «storica», chiamare cevano fa- (op. cit., pag. il poeta sol delia Io trovano finali di che note principio una contrastasse e dei a cercano curioso conchiusioni dissi già ragione di per Carducci che quando più marsi fer- a particolareinfortunio il la. loro il Leopardi che incalzi e stesse, qui, nello se loro dei Leopardi e rapina rovina mente incomparabil- opere di suo dice egli resistesse quanto sue fin da cui il che Anzi vero. ^M^^^^^ fece il Leopardi ! ^ specie,avessero cercato dove ^1W^i^«— effetti, e qualisi succedevano male, quelli avvertiti siano nel del non se nelle spontaneità e Egresriamente Quelli che nel « ^M^—^— certezza, non prima che, altra universale, da i^»^.^— dispiegano allo sguardo ancor aver i— legge piuttostostorica una nei loro e — storia tale una qualisforzi e ci si Zibaldone, MI della testimonianza larga dentro sé intime, che lotte ??? universale. rimuovere neir ^. un' infelicità necessaria l'età tutte su ? certezza, di più incresciosa, 173 ZIBALDONE». € 174 ribellò per e non quando era le si da dei un interpretarnella Anche in tale sentire in immaginare e qualche modo di affetti poteva più legge che una il passato, colla storia e col nostro dunque feroce legge I Nessuno dei del all' idea di credo, ha riconosciuto quanta di fu ne cercando si fosse natura, mostrato qui concetti e tutto che di volge contro agli altri quel originedel Y nella sé male di scontento intento più saranno ogni coloro ad sua che idea il più delle s' ! stesso se a di ingegnò affanno, nella storia anzi questa contro chi lei ! Mirabile abbattere tardi io sato accu- spesso supremo umano difendendo e tanee spon- ripugnanza simile il mondo più età nessuno, così quanto tempo, invece, egli non a le tanta con quel Leopardi, voluto aver risparmiare che in siffatta una mondiale, questo ? Guerra spiritidell' affannati dolor conosciu ri- avesse l'universo nostra, ai quali si soglionoattribuire Per di pensieri alla storia fosse anteriore, tutto più come abbracciasse presente quanto eterna se sperare, col mondo, ed intuizioni dizione, con- tichi. gli an- come quali consolazioni, quale gioventù e mile, si- legge una che, trasportandosidal presente vivere così di a pezzo moderni. passato, egli potesse Ma all' idea si assoggettò così presto, nemmeno giunto la coscienza allora, e il Leopardi significato, lungo tempo gli pareva al alto prendere più vesse sua IV. CAPITOLO vero quei e il derlo ve- medesimi damento proprio fon- sconsolata. Egli si supposte imperfezioni LO ATTRAVERSO dell' universo si pur della furono e la se qualche altro che, Hume, se difetti da credere ci sarebbero non le la poca benevolenza che dei mali da parte, gran poi nel al era ancora lo stesso lontano così le di di accuse fatto per noi.' e mondo, stato * un quasi tempo Pena., II, 77 tura dipin- derivò, tutti tali da dal in o non un ; discorso, egli sentimenti, che m' non per si inganno, dimostrare l'universo fosse che siamo, sappiam (29-31 gennaio Islandese dalla come così vicino il Leopardi specie derivassero presunzione Avvezzi, di Leibnizio siffatta fece ne congiunto inseparabilmente nome imperfezionie col nostro ragioni simili,se stoltissima nostra Natura in cui siamo invece il onde doveva quattro cagioni originarie,' quelle adoperate come filosofo di confutare noi. Alla quella verso Dialogo della tempo giovava di le provar rassomigliarsiquella che tanto ma credette cosi opere egli voluto aver stati.^ ispecie quegl'ingegnosissimi argomenti scozzese verna go- che, poi difende conosciuto avesse lo presieduto all'opera discorso suo diremmo filosofo a che sovrano avesse quei ragione, come così temerari umana d, la natura, David anzi ragione natura In in coli' ordine 175 ». rendersi seppero dovrebbe, ; « non ZIRALDONE « a col credere di sentimento sentir il dolore eh' ei suo del fosse al famoso 1821). Cfr. V, 389-90 (23 maggio 1821). * Naturai Religiorif X, XI, in Pkù conceming loaophical Works, Boston-Edinburgh, 1854, t. II. ' in (Euvrés Théodicée, philoaophiquea, Paris, 1866, t. II, 305 e Dialoguea segg. 176 CAPITOLO ottimista, pessimista; che, e nelle assolute ritratto il pensiero piuttosto Natura, che nelle interrogazionidell' Islandese, amare fra ed pensiero tutto uomo che alcun in di cioè quelveva do- affanno, in cui pure significarese poco il predetto allora suo della sentenze famoso meno non scritto avesse se dialogo,avrebbe r al contrario così e IV. stesso altro suoi dei namente più pie- ancor personaggi ! IL Chi lungo tempo ^ del storica assai dei mondo in deir amor abbraccia « r uomo, più nasce infelice altro verun si deve * Tra o di genere in 1821); IV, più 213-14 (12 aprile 1823) ; V, 64 (5 marzo Ecco universale dimostrandolo che e in siasi qual- o di felicità che di esseri. 3". Pens., Ili, 435-6 1822), 373 (6 luglio 1823). che è e inseparabile,, naturale.... : uno alla conclusione viventi notevoli queir altra, noi capace dell'uomo intendere gli esempi meno sibile pos- concezione sua jd, e propria essenza era sentimento animale, egli veniva per dre Ma- inevitabile, Ragionando era forte egli, per non combatteva. resistenza tutta chezza ric- la gran scaturire potesse incomparabilmente più altro dalla come queir effetto proprio, « cui esaltò fervore, tanto più dolorosa, ch'egli casi che in si accorgesse non ed difese della ond' ragionamenti ancora, Pure, anche idea giusta una dei varietà e ? dare potrebbe (4 marzo Questo Ma (13 poìbre otto- 1823), 376 ATTBAYERSO che r è uomo conformabile secolo la forza quindi e facoltà secolo in così per ordine naturale divien A più quanto tanto questo punto domandasse di per che da stato in da noi E di quellavisione che fu non essa, prima perpetuo ed r amore, bisogno mai figliosempre dal proprio rebbe sa- germe vero natura? aspetto, male, chi, nostro desiderio,anzi un eh* è tutto cui interamente nuovi seno lungo tempo per Pens., IV, (22 giugno infuso non genitrice,dal staccarsi * invitto nel loro ogni rampolla dalla non lo innanzi? se un con uno vita? al della di causa se cose la natura non tal un si rebbe baste- per pianta mai posto, ci avrebbe la nostra Ma infelicità chi . l'uomo sembrata come delle che giudicar fosse non * d il Leopardi propria, non farci a quella prima, Perchè, germe? infelice del per fezionato deir altra questa seconda E forse sola sé benefica meno umana queir infelicità originaria, coir opera procurando venne Ma : minore quanto per più V uomo, essenza inevitabile che era stesso se a è prio, pro- più e più che segue generale della natura, più e acquista dell' amor dicono, perfezionato, è, per come "r necessariamente in secolo infelice. Dal che quindi più e il sentimento e di secolo inevitabilmente e di 177 ». ogni altra creatura, di accrescendo ZIBALDOIW « ricco più di viene egli e LO 225-6 (2 maggio argomenti non : domo, suggeriva avrebbe stretto 1822). Cfr. a favore a saputo quello,tutto ibid.,270 e 1822). ZUMBIKI. 12 segg. 178 CAPITOLO dolcezza era ritornava ; fuori di infelice per nessuna medesimo se conservarsi gli altri come esseri si gli altri come infelici durando venuto neir ingenera felice,o felici poter a che confortava suo, quasi altro "r non diverse sono disposizioneè ad ella è La la natura in e e essere ebbe lui che Pena., V, a le poter poter s'era cui certamente la sua natura tesi non sizioni dispo- sono Le sizioni dispo- V une essere. essere, dall'altre, Una stessa In quanto le inclinazioni circostanze rali, natu- non qualitàdestinateglidalla ei dev'essere, cioè intenzione eh' ei divenisse, quella disposizione.In 66-66 sono quelle ad seguendo da quale a poter disposizione * e influito diviene e le medesime. V uomo, non essere.... individualmente acquista non natura, ad essere, naturali, pose essere individualmente sono ma poter a non Or disposizioni. che altre ad essere, naturali lice, infe- non o con- i".^ stato ragionamenti : uomo trebbe po- loro, e così queste bisogna distinguere.Altre tra uomo gli si rispondesse non esser sottili più nel conservano sono aveva primitivo puro, suo più perfezionando e sempre di altri stato così rendesse quelledisposizioni per a congenite air sono V naturale nel contradire uomo Perocché « esseri Poi, quasi temendo r lo cosi E genitrice non qualità che : nello servandocisi, sarebbe affanno. quello,tutto difese. Quella alle neiruomo posto IV. essere, l'uomo (luglio 1823). quale quando quanto influito da ella è varie 180 CAPITOLO IV. quelle magnifiche illusioni le incomparabiliciviltà r infelicità poiché neanche sin male del stata era allora ignota tutto a stringersi re- V immenso i quelli e umana, tervallo in- moderni; rendersi bisognava dunque storia altra, di necessità veniva fra leggi della solo colle non non Neil' romana. sparire interamente a posto del nostro e greca agli antichi, cosi 0 virtù da cui nacquero e e ragione assai e ma, Per siffatto quelle della vita universale. concezioni, gli ondeggiare fra le due contrarie più, con talvolta sgorga d'immagini, di animo è chi stupenda ? serva figli! di 1' altro fra dove a noi per non ci nulla un natura, artificiosissima per e se medesime. la miracolosa l'immensa macchina e mente egualmole verità ed in sostanza porta modo in niun dei nulla mai alla potrebbe disprezzarel'immensurabile spettacolodell'esistenza,di quell'esistenza arcano cui non 0 le nulla un della felicità dell' alla esistenti] chiamare opera poiché felicità. Chi né i suoi profonda poesia è una [le cose potrebbe mondi, benché di zione, ammira- quella natura verso quel luogo tutto di e più poetiche condizioni come essendo non che e per sue veramente nulla Son uomo, e rancore sentimenti legge : (( E e ; delle una stesso indifferente e considerarsi da si arcana tempo di e di vena una nel misti spavento immensa, Questa come possiamo nemmeno sufficientemente ragioni, né le stabilire immaginare origini; qual uomo né né i scere cono- limiti, potrebbe, ATTRAYBRSO LO la dico, disprezzare questo per infinito della misterioso e delle vita nulla ed noi, a essendo il fine dell' dell' esistenza, Se e' è qui fecendo e niun che taccia Y avversione ancor madre, ci si sente si allontana, dello incerta ad si duole che più « parte di » a Leopardi ; manifesta * di Perù,, V, ma ? :» ^ non amore, mato chia- matrigna della tavia tut- : che voce dizione Con- appressa. Nel canto, del sia che umani. il ammirando Il di canto fatta stata cuni al- guardando, mondo, alcun dalle poeta a lui l' immensità conforto non primo lamento, il secondo condizioni non personale impulso, 88-89 noi universale, pensieridì significato evidentemente del quindi e universalità nell' UUimo qui, invece, agli affanni congiunto muove non quello,sente potrà venirne pur ; utilità e somigliante,per spirito, questa nessuna come egliaveva tardi altro, alla bellezza di della colei eh' più sublime. ancor esiste ? il consueto rispetti,a quella ritratta Saffo;ma più che nostra eh' é la perfelicità, fezione qualche cosa così di quella che si come ? felici esser fì*utto per a chiamerà e cosi parte senza par ad quello eh' a vita e esistenza, anzi l'unica rechi e giovi veramente punto dalla scompagnata noi esistendo esseri l'esistenza noi r esistenza che esistenza Y esistenza né valendoci per universale e benché cose, non cognizione umana spettacolo della quelladegli altri nostra, né 181 cZDALDONBK (10 luglio 1823). conserva e particolari traccia potrebbe esser 182 ripetutoda ogni pari a IV. CAPITOLO che prevalere contemplazione. di prima. Ben ciò non perchè vederne non dovevano non la seconda sulla sforzo di levarsi colla mente capace siffatti contrasti sempre ogni di altezza Pure per uomo concezione di dipintura tutti i dolorosi E E quattro e poteva all'evidenza. incendio di tale quella quel che v'era e vano scritto; piano.^ altrimenti; perchè forte e più audace, della a il pensiero, invadeva da vita, quasi impetuoso selva. vastissima concorreva in più chiaro essere entro lo scritto cercaDdo pur il campo per Tutto In rammentare sei lesse e lo vedea più sempre ogni parte e vi fosse non sempre non effetti ; ma, ariostesca: Quello iDfelice, Che col Leopardi poteva fare avvenisse; ben ingegnarsi animo, eglimi fa volte Tre finisse il infine, bisognava arrendersi condizione impedire tale effetto. Anche intorno a quel tempo ripigliavail Leopardi le grandi questioni metafìsiche, lasciate in sospeso della fede, le risolveva e arbitraria e air ultimo, sbandì padrone non negato * Ori. * Perù,, Fur., VII, se XXIII, 30 in espressamente non prima, in maniera in conformità chiarava opposto. Di- senso concezione dell' esistenza,* che aveva 1^6). ogni risolute o spiritualistica ; dal mondo come più o quel si è visto, meno im- 111. (11 luglio 1824). Gfr. Ì3S-139 bre (26 settem- ATTRAYERSO neir universo, allora e di fosse potesse stato quello e sempre, sarebbe avanti i fettissimo per- verso l'uni- panteisti medesimo; futuro. di ovvero, qual non a nascosto del farci : meglio apocrifodi facendo venuta non dove che assai tevoli, no- intendere che, ritratta due mondo, nel Frammento caso infinito. Il ente sensibile ».^ Parole concorrono Lampsaco, gli s' era Nel altro un ignoto e concezione quella sua e che provare lo credono esso sempre palese e perchè già infinito di tempo, cioè eterno, sempre è r universo unico essere infinito di estensione, più bisogno quale certa che dio essere anco avremmo anni queir universo, essendo r l'universo se mente più propria esclusiva- bisognerebbe cioè gli spinosisti, che poi che, sarebbe non creatore, non 183 ". infinito, a la infinità sarebbe veramente del ZIBALDOmS « Sostenne indiretta. plicitae fosse LO da Stratone più sempre luminosa.* e III. alla Quanto che si noti per reità il della Leopardi natura la certezza quella colpa vanno com'ei più si riferma di filosofica di * 234-235 * si fa cui Pent., VII, ho 219 (7 aprile (18 settembre Vedi anehe in ispecie espresso toccato. : l'uomo, verso E sabato e più sempre nella così di le proporzioni scendo, cre- concezione anche cresce Passione, 1827). Cfr. 1827). : ibìd., VII, ricordo 446 (16 maggio di Stratone da 1829), dove Lampsaco. 184 CAPITOLO Le contradizioni il dolore. da lui vivacità ora che tanta tervalli in- animo, suo gorosi ri- ragionamenti più con Quanto tura, na- poi ad ammésse del disposizioni rilievo in medesimo saldi e le varie mai. sul con giustificate o gli accusatori, contro egli pone imperfezionidella e negate prima, secondo alti IV. scritto aveva F innanzi per soggetto, ricollegaa quei più principifermati nella mente sua le con vedeva Quel dolore, ch'egli intraspeculazioni. in tutti gli esseri viventi (come, di lontano esempio, fece nel Dialogo della Terra e della ulteriori ad eccolo Luna), che più evidente qui, ai vicino mai argomenti speculativie offre ne ce tutte penetrare Come già della un scrivendo una mente e : senza lucentezza suo della 0 degna ^ corresse di Pensai la per nota, colla VII, 57-58 se tesse po- insensibile.^ è anche da ad nanzi, in- ora intervalli pensiero nuovo dalla percorsa gnifica sisua maggior precisioned* idee cui stile,per migliori di quelli che braccia ab- sarebbe natura, molti degli pensieri potrebbero, senz'altro, essere i che che e Zibaldone distanza dire di vita, con tore artista, l'au- il dominio così egli nello nuova di stessa pezzo, direi, e, sensi; perchè, là dov'ella più lunghi, ogni sempre ragione tocchi con della anche da nostri sguardo le forme immenso meno non allo alla l'autore più rigorosa (9 aprile : sabato allegatitra medesimo stampa. E, ultimi cosa non parò premeno determinazione in Albis, 1825). ATTRAVERSO delle idee, che LO la mente il esultava cuore : alpinismo I deir cui, meglio che ciascuna fin di per al ordinata l'ordine esista cosa male; male; dell' universo il che quel le dei è che non tanti sua per un' è che un bruscolo natura ed correre. per- il è Non v' è di altro son non cosa male un l'andamento Il tutto mondi neo, un è che che cose a ciascuna altro male. v'ha cattive. sono cose le è; non al da cammino dell' universo sono non essere: non che che altro diretti ad male; un leggi, non zioni emo- quello che è, è male; l'esistenza il fine lo stato, le e è col glirimaneva Cioè tutto più tanto sulle cime dunque d'altronde, si può è male. Tutto esiste Eccoci alto ; di simile alle cosa guardare quello che Egli scrive: percorso che più in saliva ognora qualche scono cre- meglio sempre più prendeva dell'immensità, quanto « diminuire, poetici.Perchè, i movimenti e doverli parrebbe determinandole, 185 CZIRALDONE». e male; rale natu- male, bene altro buono che tutte cose: esistente; né il plesso com- esistono; l'universo; in metafisica. propria essenza L' esistenza, e nerale, ge- imperfezione, un' irregolarità,una mostruosità. ì" Ma cosa, questa imperfezione un vero esistono, per sieno, numero quanti essendo non né infinitamente di perchè neo, sono paragone i mondi grandi certamente grandezza, piccolissima una tutti quanto e però piccolia è per di che che essi infiniti né di conseguenza ciò che l'uni- 186 CAPITOLO potrebbe verso esistente vera, infinito ; piccolo a così, del il discorso di sostenibile è tutto che che altro essere possa del quello Non bene. l'universo pessimismo. Chi che il fine non forse più Leibnitz, del Pope ec. ar"iirei esistente può interrotto bene, sarebbe estenderlo però il è sostituendo possibili, universi della sistema, benché credono il il tutto esistente, del leopardiano è idee, che le nostre urti e paragone non seguenti parole: « Questo dalle dire dir per nulla :».^ Qui che fosse se infinitamente è infinità essere lY. a peggiore degli cosi all'ottimismo i lìmiti della conoscere il sibilità pos- ? » Si potrebbe qualche in un filosofo che frammento antico, indiano che Prima sviluppare questo e esporre io ec. surriferite dalle il Leopardi vero e proprio. Se fatto come la cosa, chi il negazione, tanto si trovi espressa del PwM., E consapevolezza si avere consideri alla 104-106. dopo quel siffatta com'essa più ampia ch'egliabbia forse ? È da credere pessimistico affermazione VII, stato, egli avrebbe potrebbe più dove sere es- pessimismo un veramente, proprio qui, accanto concetto 4 più ad tutta con nome. valore che consenso, fosse consente nega e così molto dell'importantissimo rebbe s'inganne- parole arguisse non giunto ancor di i^. che discorso, noterò chi si supponesse la citazione compia stema si- mai ed fatta piuttosto 188 CAPITOLO quella cautela, non nonostante e, anni dieci Il lavoro, dove avrebbe forse morale, sarebbe del le idee in cui lo primo, dunque di protagonista e il frutto proibito? sul riserve gli occorresse discorsi preambolo un Perchè non del per far di altro modo certo sempre compiuta che dubbio riserva dimostrato stessa da un si che ne in suoi forse quanto pensierio vogliaspiegare il fatto, giunto incominciato noi come male, l'autore punto ap- questa supposizione, da a ad mondo. a citare, dissiparqualunque quella così riosa cu- il filo. Perchè, V esistenza sia per interrompe ogni parte quelle soleva Manoscritto idee, basterebbe suscitato sori, cen- state pessimisticadel del discorso tali che eglioramai essere concezione resta ribadir altri di i intenditori Non parecchi ad qualunque buoni preambolo? del quella con sarebbero pessimismo sembri a cui, proprio toccato supporre Checché ciò in moderni altri autori compiuto? oltre se qui lavoro una E supposto filosofo;e perchè un rimane dotti, meno Ancor religioso. Leopardi registrare in quel in ai neste, fu- più ancor anche più gradito ai tanto la sostanza e mento compi- ingenuità che, potendo ingannare faceva il il come Stratone, si sarebbe nello maliziosa non dal lato fisico;e sentimento un anche non come sue ogni avuto avremmo stato potute sembrare sarebbero ne opposizione ad qui se il mondo guardato guardò perchè più evidente, r stampato dopo. nuovo dal lato IV, conchiude: «Non gli LO ATTRAYERSO ZIBALDONE € uomini solamente, sempre infelice di necessità. solamente, soltanto, Non i tutti ma le davanti anche tanta a alle gira Ma tale in universo un che Entrate di istato Là dato la così dallo scita su- colo spetta- amore e dimento, go- poetica come sue Pem^, Voi di sta que- quella piante,d' erbe, ridente. voi è si corruga, succhiato VII, senza 106 più lo vi troviate individuo offesa più, qual dal sole, che gli ha langue, appassisce. Là crudelmente parti più sensibili, più api non di quellafamiglia di vegetaliè rosa dalle Sia nella potete volger non souffrance,qual vita; virtuose * armonia, giardino Tutta si fabbrica non dolore! è tutto mai, pur parte che nessuna quel giglio è nelle un deiranno. patimento. meno. quanto immaginazioni quanto volete pur in sguardo in in stagion del attribuisce dove: ogni nuove tutto fermato incomprensibilitàdi e visione una modo. segue? fiori. Sia mite Io mente, Chi mente! s' era natura, è per per quali e quella ebbe « della immensità, eternità affanni, quante di e loro fa, attribuendo d.^ Poco il dolore occhio per gli animali al insensibili; ora cose queste: a si parte umano specie, i generi, i regni, i mondi globi, i sistemi, Non sarà e il genere esseri gli altri gl'individui,ma il dolore Non gli animali. tutti ma fu uinano il genere ma i89 "• da vitali. un'ape, Il dolce industriose, pazienti,buone, indicibili (22 aprile 1826). tormenti di quelle 190 CAPITOLO fibre delicatissime, IV. strage spietatadi senza fiorellini. Quell'albero è infestato da quell'altroda bruchi, zanzare; questo dair aria o nel giardino tu di dal 0 nelle o trovi non stracciando foglia,una una Intanto le ramicello con e uccidi. Quella donzelletta sterpando brano, di strappata via. spremi ne il sangue, le e rompi, ; alcune piante vivono niere giardi- vivere qualche copia di un soggiorno vita è triste e di di vasto un cemeterio), e Pena., VII, altresì,possono tempo. se 106-107 qui Lo in è che gioia.Ma non tali, mor- durare spettacolodi questo giardino questo in ci pare verità sta que- infelice,ogni giardino è quasi ospitale(luogo un ^ e malattie con vita all' entrare rallegra l'anima, essere di poco queste le loro infermità ancora piante,e gli animali le ci perchè mortali, altre perchè tanta le cemente dol- gentile va steli. Il o le stritoli, sensibili,colle unghie, col ferro.* Certamente a mento, fila- saggiamente troncando, tagliandomembra va sono va questa passi; sensibile dal o un co' tuoi infrangendo e in istato zeffiretto uno un il tutto è rotto viva tu strazi le erbe ammacchi, là peso; parte quella pianta, staccata i" cruciato e radici.... In un fiore, vola un scorza sola pianticella una proprio suo da lumache, penetra nella piaga ; quello perfetta.Qua sanità vento tronco nella formicaio, un da mosche, ferito è dal sole che offeso è da teneri ben questi (Bologna, più deplorabile che esseri 19 sentono aprile 1826". o, vo- ATTRAYBBSO gliamo dire, sentissero, sarebbe loro per assai è suscita tempo di ogni quella forme di e Coi di ci par sentire fin delle più remote, fantasia. E poi che e leopardiana,le immagini dalle ci dilettano nella natura consiste e in della conservano bellezza loro spirito! Ah, il come Leopardi concepito al era in che il mondo, sguardo suo e nella ridono effetto sentimento tanta potere descritto, e mente maggiorpiù un sempre non fanni af- tanti dell' efficacia consueta e stessa precipuo esprimendo cine vi- dipintura che e esso tutte, alla che ! E il loro arte ciò, che, sconsolato, cosi vita, rietà va- più cose particolaridi nella neir altre stesse cui cose medesima cose di spazio e sfuggono nella l'idea infinita delle quellidelle sempre ci vengono di meno non gemiti essere questa,dove termine una non rappresentazioni,in si manifesta. dolore di il Tessere».^ che meglio eccedente dolore un che è certo Maravigliosaimmaginazione di 191 €ZIBALDONB". LO di parte sul stro no- poeta un mente così funerea- pur di cessasse dere risplen- parola ! sua IV. Fermatosi incolpar più in quella concezione, egli,non in alcun modo d' ogni assolverlo al punto nel filosofi francesi ^ Pem., VII, quale antica dissente nelle 107 V uomo, cui (Bologna, accusa. apertamente dottrine 22 doveva trovò aprile 1826). che di Ed cessità ne- eccoci da quei sempre il 492 saldo più fondamento quel dissenso, che ney il fine della di mostrare Leopardi, con debba noi un' infelicità Ma di codesta oggetto primo varie forme, s' ingegna all'altro,e necessariamente come risultare l' imputabile al- certamente non alla volontà o opera e Vol- Distinguendo tra il fine particolare contradica no V del argomenti ripetutiin sotto e Tu come dalla contradizione per vita.^ di gliesempi confutazione generale altre occasioni Fra sue. piacere nostra natura il il essere della dell' uomo, molte delle segnalata la va negava immediato e IV. CAPITOLO nostra.* opposizione ai suoi pur sempre il più insigne esempio riguarda predilettifilosofi, proprio quel Rousseau, lui ho su scritto : Homme, « auteur mal que l'un et l'autre peut étre le celui Òtez point.... reurs et tout est ^ La chap. Ili, aur * ' Paris, 1808, Pena., VII, Penaéea, II, 1829). La dea 52 360. qui ne general vois se ótez dans dément nos più er- et contrarie a du citoyen fran^ait, Méditation {Lea Ruinea) ou Empirea, 359, pp. idee Catéchiame Ruinea dea suite je et progrès, quali ou mal l'ouvrage de l'homme, ótez Or ».' lea Révolutiona tion. funestes naturelle, la ordre ; souffres, et toi. Le désordre, un vices, bien à le monde nos nos loi dans que mal point d'autre tu que de viennent te du systéme ou aveva du plus l'auteur Il n'existe fais tu ficacia ef- grandissima Il Ginevrino cherche ne que cui toccato. c'est toi-méme. cet ne già della par le méme nei Citato autenr, IV^» édi- Pena,, VII, 52. (6-6 aprile 1825). 200. citazione Citato però nei non Pena,, VII, è chiara; 446-47 chi (17 maggio volesse ri- ATTRAYEBSO LO quelleultimamente accettate Ed che ecco r ordine che qui egli ribatte è nel è neir ordine, che senza il dal nostro vi appunto che il male potrebbe non l'esistenza mondo Anzi "r di cepibile.... incon- questo fossero star disordini, i slraordinariiyaccidentali; noi r opera della quelledell'uomo del : il veder e ordine esso nel sarebbero : mondo è natura imperfetta,come diremmo ; non remmo di- trice è cattiva. L'au- : ci apparirebbe una ragione e potenza limitata; niente maraviglia; poiché una il mondo che epiteto dare nel Il vi Ma che da questo, d' indole » qui tra sue l'ordine meglio: v' è del mani male, do- in ogni è ordinario ulteriore su quella filosofia Few., ZaHBiNi. dico, concetti circa coli' uomo, e altri Francesi notevole ragionamento segua aveva allegato veda: Rousseau, Pensées. Paris, Durat-Duverger, 447. VII, il passo in che ? jd.^ relazioni il Rousseau suo bene. tutto esser essenziale? è alle che assai opposizione di e potenza fonda psicologicae metafisica, fondarsi physique, il male Ma parte, il Leopardi dall'altra,è una scontrare tanta vede ne se bene, il male della natura all'opera quanta in oggi se quando ove e varrebbe del essere sperare Eppure, ; senso. ogni ordine, che disordine potrà ordine un come nell' vario, mutabile è in quella ragione a il male male? esso limitato stesso.... è include in mondo, male, rende Se son difese e ? autore mali 193 «ZIBALDONE». fatto Mal a sempre sua mordi, 1807, fin mal 1. 1, 31-32. 13 494 CAPITOLO da principio.In onde attinse essa si stancò non Fin parte cui già di giunti,si può dissi secolo e XVIII, feconda onde nemico, allora e d' Holbach, un fervido altri inno di pure XXVII a sua le scuole quella filosofia allo una sguardo filosofi suoi anzi del nuova specialmente e alla natura è opera ».* conformarsi giugno Discorso MDCCCXCVIIL stava ba- madre, dal barone tutta come Ricorderò, fira molti il trine alle cui dot- Leopardi. Eppure, poemetto. il trionfo di Oromaze Napoli. il gran gli non quella gran a il primo finiva il suo Leopardi della cospetto dell'universo, maggiore così presagire fjìomo di lui ciò che insigniesempi, quello di Elvezio, se ^ solo al dei essi la cui vedemmo col più presente ribellavasi da non tempo dei,maggiori esempi di vece, possa vantarsi. Quando, in- il naturalismo lodata cielo ultima il per dinanzi aveva per lui uomo si sentiva più : tanto V gli era non anche i ideale, ma luce coraggio eh' è tra parlando più propriamente a immensa congiunta neir affermare Napoli: oc Quando teologiche,egli inalzava al dimora quella più mosso vita. Dimodoché, sua siamo ne fu onde trina dot- ultime sue XIX, secolo rituali spi- altra XYIII, al secolo vivaci più alle comincia qui, anzi, maggior disprezzo del sentimenti a da le idee qualunque e contraria ammirazione espressa col innate presumesse concezioni. gli argomenti ancora di combattere mai le idee egli IV. su Le Bonheur, Arimane, commemorativo Napoli, letto 1898, il il p. 15. 496 CAPITOLO IV. V. Ma poi sono di e a questa r se uomo in stessa e se la fosse e coi L' di punto, queste due costituiva nel nel in moti morali idea van Non sovrana ad capo però era all' azione anche e col nostro dopo del ed ; sino ad pensiero, nuocerle, di caratteri sua. sciuto, ricono- aver Che la prima, specie di una smo duali- vigore accrescea poeticamente fosse riuscito estetici contrari a e a sonali per- quella seconda ancor che, col sentimento cuore, meno energie egli abbia egregiamente interpretatain prosa essa, air esistenza. proprio ingegno autore che r opera ; interrottamente, alla seconda forze, rivestiva del quanto basti di sé pria, pro- natura intrinseche sue resistere quale, non pregio e forza coir opera questa mare. vita, colle illustrato tutta e mette ubbidire, sia pure anzi e pensiero tanto conservar ; il anche infelicità, impulsi invitti,potesse, almeno certo un e suoi la nulla. V a i fiumi che evidente del alla saprei;in ogni modo, evidenza accrescer sieri pen- ria, quindi,infelicità necessasciva Ogni nuova indagine riu- ; universale. e tutti come cose di germi posti dalla dai le tutte quei detrarre poi accresciuta sempre i moti tutti più manca eterna ad Non concezione? deriva sembrano che non queir ordine tutto sentimenti predetta sua dovere interpretatia intimi, cioè moti suoi stati coi versi più profondi produrre quellidelle sue effetti stesse ATTRAVERSO desolanti fu già notato, speculazioni, facile avvertire così non ad Or si noti dunque meditare a all' uomo intorno al di in mano mano Manuale un della medesima d'allora, sin il ai di disegno preciso fatte già che, appunto il urgente vita, così Ma di tanto del in di e fine da sono cioè la maggiori massero fortracce scritte ragione dal ritorna della pensiero. al sotto come più sempre senz' attentar ei prosegue pura Si direbbe adoperarsi a vantaggio menomata fine assegnare prove. pensiero speculativo; tanto cose questo, egli sentisse per oppressa del nelle dell' opera sue bisogno cotesto ai diritti le pensieri che consapevolezza del tempi posteriori,quando aveva aggiungendo venne anche la intera ma dalla filosofia pratica} Le si trovano tinuando con- speculativo incominciato di serie forza. che, pur Sistema mondo, una seconda essa suo filosofo, come tutto prima giovinezza, ei gli sua e di innanzi quel e sufficientemente non vantaggio a è, dei resto, disposto. Ma che, anche V opera stata spendere almeno o ed ben animo ogni avvertita, studiata, è volle 197 «ZIBALDONE». LO mai quale, anzi, le bandiere signore,e quasi per aiutarlo a nuove tale impresa potesse avere conquiste. Quanto una suo in sé vero di contradittorio, mentale di non impediva * Ciò ch'egli disse Pena., VII, 175. V operosità lui,specialmente neir ultimo periodo, si svolgesse appuntò forma. che nel in siffatta Preambolo suo duplice alla sua 198 CAPITOLO del Manuale traduzione invece era da dettato parer IV. di di la sintesi come necessità, si fondava la cui che « modo r alcuno uomo consigliava di porre quello stoico; e al Ma infelice. anche di come insieme ne sulla la storia cose, soltanto nella di quella lo Zibaldone del vita sua meditando sua: i movimenti di precetti andava pratica,tutta altre e egli vare schi- né accennava ricavato eh* é tante sé, a per che, quivi non i tezza cer- vita sua esecuzione avea vero filosofìa una cui, fu il ad quanto che vantaggio Se infelicità »/ veniva pregio, conseguire la beatitudine, né continua una cui appunto nella può non di animo, gli quanto suggerendo quella ragion pratica, il anzi potrebbe condizione transitoria una che EpUteto,e ci dà onde cuore accompagnata. le terribili verità scoperte Dunque, ammesse ci resta fare perchè la dal pensiero, che cosa a vita non ne divenga proporzionatamente infelice? Come, ottenere che quelle nonostante riesca, quanto più si possa, tollerabile? ci il anzi, Leopardi nuale. tutto Ecco, di dalla quello fu nuove e tanto dei tanto, del propri delicatissime. Manuale in i benefìci di In quel comporre una mondo moti più in suo idee ecco Marivate de- ispecieda interni, che tutte per lui di osservazioni s'insiste effetti della EpittetOfin Opere o e sorgente inesausta una su a esperienza studio sempre inteso Ed essa palmente princi- rassegnazione óU G» L., ediz. cit.,II, 214. e della pazienza sulla e di le e più particolarmentesbandire di viver nostro. Bisogna, azione altro offendere. giorno che ci sia L'apice della al lunque qua- che qual- Non stesso. sapienza facile dei ad ora mali quella da a del piacere in starsi disgunessuna per determinata una r estremo simile quei nocevole, sin che in lui giorno, e quasi come tativa aspet- effettive negligenze e sue futuro un per l'ardente provar per piacere per proporsi poi il chiaramente vediamo di che amico azione sua corre Oc- occupazione, cercarvi ovvero fine deir nei speranze. condizioni dalle diversi così ridurre lontane; quelle visioni remote, cose sogni 199 necessità i desideri confini stretti più «ZIBALDÓNE». LO ATTRAVERSO contrario, di non volontà sarebbe di quello ottenere; vivere vita una lui stesso essere Fuggire ora. per tutta vissuta; sempre terna, incurando, pro- occupato esteriormente.* Siffatti ad consiglidi intervalli del di ogni voler far a cosa ferite. Per tal d' idee contrasto * Fens., 1826), 200 (24 marzo parrebbe rapido diversi, in alcune VII, 175-76 dolore che (!« agosto (30 ste que- nullità di delle di quelli nostre concetti Zibaldone 1826), 1826), marzo di così c'è tanto altra fatica sarebbe poca (30 dicembre 1827). 209 dello lazioni specu- la ciascuno alternarsi pagine 120 evidente più il crescente colle ciascuna come e sempre umana, temperare più brevi, ognor pessimismo; volta è Iftlosofia pratica si avvicendano, 189 1827), 132-33 (21 (28 gennaio 218 oc- bre settem- 1827), (7 aprile 1827). 200 CAPITOLO air autore corsa Phlino di e contrari, meno della suicidio, si fonda il onde desiderabile Ma impaurito ricorre le sole armi nella nostra quale, non natura; prata di ogni Vedi di * Dialogo di il vita, che, ad la speranza, ci dal ricordo prof. Plotino Porfirio^ stacco di- alle e un e vince il violento amano, 497 ado- è che orrore compenso, di tanta sereno la vita onde supplizio; e e di dolore, è insita all' umana classica^ Vili, Plotino al dolore risorgeredella fatte giuste osservazioni di Il dialogo leopardiano Filologia sottrarre immancabile le scritto: Studi a filosofia pratica: della vita, segue che persone riconosce, quasi E la più tenze, quelle sen- eglitocca! il è il « cosa quali potesse dell'atto altro quasi lasceremmo, suo che Torror dalle * corde è essere morte vere tali le stesso se distruggere a quello e il certo meno e le povera ogni procella;e non migliore d.* riconoscendo con alla morte, il mali, la agliargomenti perdita!E quali pur la e appunto perchè anzi r amico che ai nostri agli uomini, Plotino, pur parti quelle speculazioni su che, dunque, la e valevole rimedio solo appunto si dimostrava deir essere, meglio due dendo leopardiana/ Porfirio, difen- filosofia stessa concetti due piuttosto le ma altri in avviene come non, stesso' genere, dello componimenti 0 quello interlocutori i due Porfirio,dove personificanoin sé, più qualche dialogo perfetto: cavarne per dialogo più particolarmente come un di IV. P. e quali pieno Tocco nel Porfirio, segg. in Op. cit.,II, 70. in ATTRAYERSO di e Così lagrime! più ancor di indegne le idee della norme che è di quel « dal filosofia quale ci governa oltreché ragione, ci insieme eh' Questo alle individue » Op. ' Canzone: ogni cit.,II, con ad esempio, destino stessa sua tro en- per par trasto con- zione, commo- il esempio, petto.^ dirò sapienza riguardano l'intera da tanto società basso così poter che costituire al nostro autore rilievo sepolcrale. le e umana; 75. un invece più allargando sempre sociale Sopra menti argo- dicendo: altro come vanno altre, e l'intelletto, air intelletto di norme ciò, poeta, per quel pietade ai più costanti fondamento vero il cui D*alta che, anzi, si une come, felice,invade quelle persone egli, nella : Appar lasciando Ma che se tutte in fatto sentire è spesso mirabilmente ritrae non e che an- vita. E derivano si dimostrato sì tristo al e appunto l'uomo, ».* qualche leggiadraimmagine quella della « giovine morta », si lieto l'animo». del- senso pratica, consiste dell'animo, contrasto, di dire, al non telletto; all'in- Porfirio, perseveri nella senso che quello Tale tal e: veramente non suade per- mostrarsi basta, perchè tanto discorso ottiene, ci ne di col e, possano modo principio supremo le che cura; sì, per Ora il Plotino; umane qualche ma con vince cose 201 «ZIBALDONE». coir effetto le come LO dalle quel non 202 CAPITOLO sino era terribile uomini negli sia madre, alla V e citerò La mia a odio, non chiamati esser 0 a de' mali mal ma vero pur filosofi, e idee somme » Pene., umore, quel- odio, che tanti vorrebbero non del male tutti che gli altri nella loro abbiano 361-2 mia tri, gli al- filosofia mini discolpando gli uo- e o se altro non all' origine il vera ».^ filosofiche VII, che, giustamente tutti La altri uomini. principio più alto, insieme più precisa natura sua misantropi,portano però simili,sia abitualmente, sia la natura, cosa de' viventi contiene di ma ; misantropia, di quel guarda creduti dagli Insigne fra fanno ne accusano totalmente, rivolge Y odio, lamento, quella a ce ingiustamente, essi, come d'ogni rea stessa una chi la a Y a causa particolari, ricevono fa molti sono a' loro occasioni scitar su- è conducente non parere spegnere non né cordialmente in solo può sistematico, tanti, i quali la questo: la a sanare, deve la guerra luoghi che i come esclude natura tende e Fra filosofia,non superficialmente,e r anche comune misantropia, come sua che proco danno, reci- figlid' i tra mente final- trova il comune : amore gliopprime. testimonianza, « tutti dunque tutti che Lo trovare. scambievole quella benevolenza della propria infelicità certezza in crudel di riuscito qui a IV. è questo luogo,perchè pienezza e assunto a cui (2 gennaio fino era 1829). nella forma allora, le due giunto il Leo- 204 CAPITOLO che fondarsi di tali lato, ci fa rammentare La o: il desiderio natura della dato la senza che il in considerato : l'altra di molta nulla che significa r può Y ultima che finisce fraternità volonté comme voilà leur tout vonloir tout donleur : la « a c'est étre c^est non 326) comme prìncipe un la 462 douleur la terza, che seconda: di il non aver ».* Manoscritto, ciò idea del dolore non resti spirito ; perchè queltorna si dice: une besoin, « ognora a svolge dalle 1829). Il filosofo tedesco (Le Vouloir, s'efforcer, inextinguible. Or soif un *, (16 settembre done Zibal- Aggiungi nature, nécessairement, par sere es- nulla, saper sole che come il generalmente universale, cìt.,I, : pour proie de Ibìd., VII, suo (27 maggio Pena., VII, 454 di la morte dopo risplenderleaccanto, monde dalla parola dello uomini l'una solitaria del altra, della * gli quella suprema dominatrice siva compren- che nulla. essa mai più quest*altro luogo esser con se sintesi 3).^ Ritorna tutto mai: sperare ella di verità non di che ha non siede pos- fatto dipendenza a Ma abbia come crederanno non ha Due « non la felicità nel mondo Leopardi pessimismo, sogno, bi- vero questo bisogno queir idea, nella ancora chi dato di soddisfarlo, senza possibilità posta aver bisogno; chi Or penhauer: Scho- solamente cibarsi. Perchè di è infelice,come felicità, nemmeno suo il anche dello ci ha non cibarsi, patisce di fame. ci ha immagini che, felicità,ma quel come la argomenti psicologici, rivestita cotesto per i consueti su la vediamo IV. 1832). manque, donc quUls doivent une venir de- ATTRAVBRSO squarciate nuvole. rinasce, appunto agli la ginestra il deserto! E e' è poi il palpiti; pensiero, 205 «ZIBALDONE». perchè antichi del LO che cuore e, la sempre rinata, col cessa non suo è che poesia sempre profumo di gliarsi sve- come sola con- Capitolo V. PERIODO SECONDO POETICO. IDILLI. I. Guardando alle dair componimenti altri di autore fare, suoi nei cotesto infine, e, la condizioni alla forma e dal sorte, flagello comune poetica, il male che da 1' d'arte, e più il Leopardi il mondo nei guiti. se- riamente originadelle una felici, perchè pensiero, neanch'essa significare appunto opprime in uomo ceva fa- è esso ; sue ne primamente forma innocenti del eh' ciò sformare tra- alle umana, lui ritraente presso di vita a V idillio corrispondenti cotesta più Col pensiero. da in disegnata come la pare riap- anche egli trasformava antichi, e che possiamo suo diversissima oggettiva libero del animo in aveva d' idillico vedere guardare neanche egli di tracce numerose canti, qualità più insigni esempi sue tanto storia di cosa Così, quel medesimo, maniere una eh' a imprimendogli nuove simili poetico linee se e, alle ultimi genere grandi stesso, titolate in- primamente cosi poesie sue ad sfuggì ogni quel tutto. altra flagello SBGOraK) Avvezzi PBBIOIH) considerare a il dell' amore paesana e accennò a scene nella sua s' immerse, men da gli vivesse d' attorno. spirito e lo dilettava le erano dei esempio questo tempo, varie 0 del si Per che cotesto dai scoprendo prima si possano nostri vare tro- di ogni pienezza delle più il campo tenevano piii campestri: e scrittori col studio nell' età nel scarse di cui qui cuore del quelle appunto lato, egli,più di ogni altro italiano di ci fa rammentare tali suoi cose sufficiente quegli stranieri primi anni, poterono loro e stesse sublime allo nella gnamente de- ritrarre dunque che stanti co- e recanatese. moderno, sin tale effetto a impressioni della vita, furono manchevoli parla, e rari più quanto così care, più moto paesane quali,pur i forti tutto giovane cose a venisse che degli altri storia presso e ogni ciò che tutto di tanto amorosi addestrava verso detto, ciò propriamente nella in cui le ebbe meno filosofare. Oltre assiduo suo o in pure è ch'ei vero poesia, fece non quellicoi quali si cui immemore pure di tentativi e o non vestirle in prosa dello E il quegli studi ignaro parer esercizi di poesia.Ma un'idea quella vita tutta a pose campestri, di di care intendendo ma, sogliamo farci egli quelle spesso le ebbe non eh' dai lati onde Leopardi principalmente è famoso, non giusta S07 POETICO. godere moti che la vita intimi n' notizia eran e delle dello vamente effetti- campagne. studio cagione, ci le tracce sentire che, Or alle intorno già porgevano degli Idilli che di si leg- 3108 CAPITOLO nelle gono a Sinneriane; carte trovate nei insieme ci danno di vita di di sÀV Abbozzo Galline « alla loro lontano, che gran di tosto da tutta altre forma una intensamente da tecipava, par- quello che, Nelle suo. neriane, Sin- carte accenni altri tornano al appartenenti veduta alquanti passi scendendo vista ; altra sera solitario. Campagna coperto. Passero che la spontaneamente declivio villani e fatto le e Telesilla,si leggono questi: stanza in une così diverso aveva preceduti di giovane mondo un più importanti, Le immagine il nostro studioso, come V sopraggiunte ecco manoscritti. nuovi cui a ma quelle,anche Y effetto compiere V. si perdono essa per in dell' infinito immagine D. Come di si poetica: erano paesaggi piccole non che voleva ciascuna il suo. Di ma tale di sentir esse nulla parentela appunto con che lui stesso. da V toglievaal quella il si cose Leopardi qualche il loro mol- intendessero origine e i fini ; diletto immenso delle che di intanto udire quelle tutte comune dar ineffabili;a d' intendere poteva ignorare ignoranza la moti ciascuna parola affettuosa, persuaso tiplicelinguaggio, e grandi, cuore dire, da che Dalle spirito. suo dalle suscitarglisiin sentiva il di singole note di dentro ricordi proponeva come dispiegavano interi meno egli si ancora singoli tratti armonie, altrettanti erano cui campestri, a scene forma vede, questi cose, ciascheduna che rivava de- aveva SECONDO Ancor nelle del disegno di Luna caduta secondo che donna sedente alla fra frutteranno — taci ! che Anche di diceva e T altra in tuono ci ho nella braccia Y una loro e donne Dio che voglia Tarte fantastici soggettivie oggettivi, sogni propri; dialoghidi e femminette. Ma nella ogni disparitàdi condizione comune medesimo non della stessa era qui che e Oh — vivi da avrà menti ele- reali ; impressioni elementi dei ».^ ec. villani idillica ; uno ti quanto sa complesso di : un zen- vano discorre- particolaripiù scene interezza il flebilissimo e altri con sentii io sotto Chi — tanto, speso onde : condo se- riso alla compagna e qui dunque, rendere carni porsi le più precisi,storie e le nere che Luna sogno. seta, de' qualidue da loro il mio consigliavaper luna dale. Bachi alla levata del sole. padre. Iride i villani fa una Pioggia mattutina delle tettoie. mio di simili le tracce napoletane; eccole: carte Idilli. Ombra 209 POSnCO. più importanti dissi componimenti dc PEBIODO e di si perdeva e il poeta componenti famiglia campestre. II. Tanto del la dunque era Leopardi a Y amore, quella vita consapevolezza colla quale * Carducci, op. cit.,p. idUlio che leggesì abbozzato e tanta anche (p. 48) ZUMBIKI. le tracce, 47. sopra Vi nelle si ; ma la zione partecipa- non minore apparecchiava si a riporta (p. 50) un altro stesse carte napoletane, ricordate, delle Sinneriane. 14 210 CAPITOLO darle bellezza nuova differenze gì'idilli tra anche dovevano anteriore Mi stesso. del basti Sannazzaro, la di burleschi Ecco gì'idilli che il della di le sostanza non qui espressamente di 1 tanti Pens., I, 166. I egloghe bellissimi bella quanto di la nella zezza roz- più sono burlesco hanno e, si poesia pastorale, natura, stessa può aggiungere, che di esso e apparenze, quanto appunto erano pur nella in non « poesie rusticali Teocrito potrebbe non dall' arte, per le né Yarlungo ec, distinta quella poesia e luogo: tinta :».^ Teocrito, nome tempi diversi, suo le ma da fonte sua di sono non verità, se una la le intendeva questo ec, ec. nettamente ch'ebbe da citare quelli,che spesso che men quelli di a mirabile e o Nencia, Cecco similissimi molto né sapevolezza con- la forma come autori idilli teocritei veri come e i suoi e la e gioni grandi, che per rafra ogni altro esemcorrere pio propri componimenti del genere quelle,più simili nostri E di in lui quei sentimenti, medesima natura si convenisse. loro meglio così loro nella trovava altra ogni sentimenti cui, meditando per in questa, andavano in spontaneità dei la congiunti Come nell' arte. anche impresa, così sua V. essere le egloghe ricordate, altri autori ma nostri il difetto mai emendato del ancor a ha cui perfetta.E classicamente pur di Mosco, non genere in come tali Sannazzaro, i nimenti compo- cui, con que- 212 CAPITOLO sciamo, Le vi lui seguiti,o Dameta, a prendeva nota quei per farne di basti e a dipinture di volse, cui dir nulla labbro »; e: Mille viso smorto Fiso « di moti Se al di a esse, cui così anche componeva ^ lo * Op, ined., II, * Ibid., II, 378 O tra queUo ' Indice del Qaest' 1821, non 25 e 377 e e febbraio chi ; descritti dei chio rocMa poi si non sullo menta ram- Consalvo? altri idilli sino lasciasse non vita pestre cam- partecipava. Di fatti corrispondenti idilli scritti in Spaventonotturno, e « note moribondo nel che credere degli uno intendo II * » sonale; per- copria: II rimirai, amorosamente ogni modo, in più sue lacrima videva di- immagini impressioni di quella le notare tutto leggere qui: a conservò non da 1819, è tuttavia mai nelle gli diedi o spesso la morte delle dischiuse atti simili fece dal opportuno. che alcune dapprima baci e poi non che non cui sentimento un luccicante potè, più nella narrata tempo cuori Certo, stesso. se a comparire a consiste e Filino, uso due prova presenti tornano mi esempio moderno, fatti veri, di sono sempre, classici, figliosuperstite: probabilmente suo di quelle angosce per di morte altro uno Ma agli esempi altro qualche a della pietosa storia padre simile la sostanza, eh' è nuova, altera non di notare Ciò che nel 1816.^ scritto rimembranze, sì possa da V. dove si l'anno: quelun pa- segg. 379. il '21, come potrebbe credersi dal citato 1826. Indice però, assegnando altera in sostanza 2^gVIdilli quella, fissata la data del primamente 1819- dal SECONDO store PERIODO all'altro narra fatto di un esperienza il poeta, se, di cui è si tratta qui nelle accennato di e e caduta Luna proprio, il suo al stesso soggetto discorsi e fa di queir nere le loro. Il poeta stesso, al altre ricordi carte si hanno Ma voler o distìngue senza più che forma In 0 le due valore parte nn e prime e di di di essi forme questo tutte che e le in leggono 1819 anno bisogna storiche, di cui intrinseche di Cosi quei tempi talvolta è ed che il costruisce facile considerare gV Idilli componimenti, che, al '21,appartiene sempre, dove altre proprie abbiam sulta ri- avvenga corsi tervalli in- T ultima il poeta. sostanza, sua canzoni ponimenti com- argomenti siano poetici, quando la prima ispirazione e dobbiamo gruppo nella fra data però qualcuno per complesso loro caso come giunga lunghi men abbia ogni lavori il Non ragioni uno fondamento. dei anche naturalmente come medesimo periodi ch'egli quei buon anno, si insistere. per di più a quei simili determinazioni appartenere accenna del debbo quelle essi, potendo di detto a fra indicazioni. precise né di stesso, che in esse, fatti mancano, estrinseche, Anzi, di ciò, che da parte accenni genere voglio non nei cercare critico del personali ciò molti dai napoletane. persino alcune sn talvolta e anche medesime simili ci si conferma sempre pregiudizi a meno al gno so- componenti o riferire il intorno nelle Infatti, la maggior dovrà evidente dai 1819. Così ». contenuti che Luna "r accenni pensieri più effetto quale si e di diatamente i», sia imme- altro: altrettanti come ricordo: quel contadinesco gli altri tal natura, famiglia una che carni discorso e tracce, appaiono rioso napoletane.Cu- sogno da vedemmo che delle carte il mio avuto aveva certo, il sogno il medesimo secondo i villani cui par è significato, seguito secondo come tracce molto 213 POETICO. al tempo composte e costituisce detto secondo che dal come diani leoparnel intercede '20 in una periodo si pure suo fra poi. Ha prima poetico. 214 CAPITOLO è sogno così commentato poco credibile poeta, se descrìtto così poi spavento dovessimo di e insieme Alceta : medesimo in tanto in ricordi da che evidente questa obliare in parte dal avuto dalle ce trac- schiettamente è simili plici sem- sentazioni rappre- riusciva gli pestre cam- dai meno altre e la vita per non obbiettive, in cui di parrebbe plice quel linguaggio,sem- pittoresco,tutto dunque e quelleimpressioni di pastorale! La simpatia dell'autore risulta ci argomentarlo maraviglia e e Melisso, a due, che e quello il esser ricordate da tutti tra non testé y. talvolta stesso. se III. ciò Tale simpatia, come che di più di di differire perchè in sentimenti la coscienza in del cui suo cuore in le echi cose bra omtore, au- italiani, negli idilli teocritei. differivano generale, Rousseau potenti. In campestri V il nostro rusticali profondamente del giungo, sog- dagli altri, quanto e quelli ritratti moderna ora è pur non sua quelli, doveva come già gli scritti destavano verso vera e notò come neanche dagli uni tanto essa componenti tutto nella più moderno, che, nei del manca moti burlesco abbonda Appunto di avanti, è poco notarsi possa più personale.In quel se non moderno idillica. Dissi poesia ricordavo non ma essa dai pur ancora malinconico e il i e Werther lui, siffatta simpatia escludeva certi sentimenti SECONDO onde la vediamo talvolta alV è E di da dominato ne ricordi, che anche quegli a seria animali il erbe, la cui vita le Fra ora. carte poletane na- cotesti cordi, ri- campi, ed quelle piante sentiva Leopardi tracce ai soliti e a e colla congiunta costante. e in altre leggono ai soliti contadini riferentisi ed affini;tutto, invece, pubblicate sin non all' ironia, testimonianza si in apparenza, poeti moderni. tenerezza una nuova porgono altri sommi altri sentimenti ad e umore ce almeno temperata, rassomigli in qualsiasimodo che qui 215 POETICO. alcuni presso pur Nulla PERIODO vita umana, ave Maria così tamente stret- cito i guenti se- : Contadino « « Così sulla ec. lucciola me sulla e ch'io misericordia — ma posi vedessi in addosso alla la idillio: guardiano a giovanotti ec. ec. al comparisce quell'anno ec. — — bosa er- none lanterla prima dei uno io domandava terra fra ad poverella,l'esortava colpì e gittò a — finestra una sotto ec. da d. due — — come giù abbandonata chiesa si sballottavano — mi ». intero un del casa scherzando sedevano s' alza, gli va ec. alla piazzettaec. gradinata della ec. due presso metteva di campo sbattere o alla volto giovine acerbi ed l'abbozzo come malinconichiss. era che poi suo un verde bianchi pomi Giardino e io i albero del morire verde *1 requiem e tugurio, suo alberi veder messe una Ecco sugli duole mi segare un alta poco le porta del sulla ceternam luna dicente e zarsi al- tornò 216 CAPITOLO air altro ec. da alzandosi lavare come lume di ec. tornò fa piede ne e poi ec. fine il di e debole guizzava mondo, e gentilidei anime che * Di Giuseppe Colleghi di sanatense, a cortesia. la stessa della e anche lui, mi di la sorte avuto ec. gente nuova casi ; bastando cui dalla voluto salvare celeste, crudeltà del sopravvisse del copia col gura scia- alla sorte stro no- ancora Quanta vita! miglianza so- quelli di e tempi, del Burns, Egli stesso, le polvere come sentimenti ho Commissione esaminare egli col oppressa le e alla nostri tracce Chiarini. la avrebbe luce compiangeva queste ed era simili cui codesti tra un* altra che, quasi scintilla istante qualche per quegli se — fra il lucciola ma — umana, tenebre le tra tempo. la lucciola, alla come piccola innocente che dopo sparisce parla altri creatura altrui. Oh violenza tro den- s' inteneriva giovane poeta una quei ».* si della questo a com' lucida il resto, dove dice buzzarona la cancella sopraggiunge al mio la striscia una per ec. debole già fin che Lascio che voluto porca : finestra Intanto — ec. alla poco ec. avrei — cocchiere Se vedeste vero. cappello; e la fa cadere botta tornare quella finestra accorse, figliadel affacciatasi e piove da un risorta era la nel piattello, un Nero di cena Stanotte : ne intanto — V. ad altre pio, esem- topolino,al quale dal mio ottimo degli consenso mi amico altri suoi ha coltà fapoi data leopardiana, nella Canapoletane depositate prenderne appunti. A essi, e specialmente carte di dichiaro grato quanto più so e posso di tanta PERIODO SECONDO egli stesso, arando, di avvezzo in tutto sua la non forma, sentiva cui, allo gli modo, stesso humour vera e simili o i moderni tra nulla stessa, di per novelli vincoli mondo. E già lo col finisce si e di novelli prevalere dove dalle sono, come anteposta a così arieggia scozzese al legatidi del cose la altro mai al sua stessa angosce quella dell'uomo; patria conia malinmento, senti- Leopardi; prima degli animali, sorte nostre Leopardi sono ogni della sempre parentela quando che po' del una alle affetti sopra la il comune Burns, fine di ogni modo, di o essi tutti quale poesia qui citata, è e patrie la nella E fragile un il Burns quella stesso il mesceva In diverse a sotto sguardo. mai. altra rassomiglia più vede si e la tenerezza tra tolgono coscienza, come di zese, scoz- campagne spezzato ma differenze poeta allo pietà si profonda quanto e tali consueto; Nulla quella margherita, aveva colla * dell' anima offrisse in ! parte una native si persino stelo ?^ Certo, anche suo come ciò che, nelle qualunque del quelle parole sentire a il nido disfatto aveva che affettuoso più 217 POETICO. e il interne, è poeta-contadino Pastore futuro beri li- errante dell' Asia. ' To Plough, a November Glasgow, ^ To Plough, Mouse, 1802, a 1875, Stewart* in up 8 her in edition Nest, tvith the of BuRNS'Pocm*. p. 47-48. mountain Aprii her turning on 1776: Daisy, ibid., on p. 27-28. turning one dovon, vÀth the 218 CAPITOLO Y. IV. Da tutta questa di fatti sostanza sentimenti e appena accennati nelle venuta fuori specie d'idilli soggettivie una Tali insieme. i due dire essi si non più squisitosi del idilli composti, gli altri notturno, nel '19, il tutto misti, in cui sarebbero insieme semenzai così anni da cose dal e loro cordi ri- tutti vento Spaseguenti, quasi esser quei nimenti compo- della vita campestre in via tracce, Cogli occhi termine. a di elementi animarsi cui le stesse osservate cose due dicevo, benché entro condotti mai il medesimo nei e citati nei poetica.Ma le nuovo lo spirito interpretatose stesso, quei come per più largamente descritte, e state avrebbe a o concezione della di su gettivi sog- contrario, in come parte soggettiva abbonda la di Per autore. nostro elementi ammirare possa mente vera- possono specie prevalgono quellidella prima. E poi i medesimi sono non proprio ciò che di presentati rap- ricordati, perchè in avanti poco della seconda i caratteri leopardiane,sarebbe carte ponimenti, com- di formazione non furono tali ricordi a Leopardi, a tali,vorrei dire, vediamo, poetici, muoversi come quellestesse di lontano, immagini di ammirarle palpitandoegli si affissava,bramoso dell'arte. vive anche nelle più vaghe forme 220 CAPITOLO invece glispettacolie le visioni dell* infinito. Vi giano e del proprio ebbi e Y. poeta; dire a là balena dalla pur prima tale ciò eh' è volta che all'anno ni' co- scrissi, « qua ne di quel confermato non dello Zibaldone si dette in cui l'autore corde (con- Idilli,ritraggono spirito fra alla filosofia,^ ma pensierifilosofici dello i manoscritto, appartenenti mondo più notevole, giudizio parmi dal fatto che dello tutto *)circa quella,più antica, AdV Epistolario con ancora dolore poi un è testimonianza nuova della natura universale significato un come d.^ Or dolore la ma, le bellezze o il dolor stesso vicini al tempo il veramente primo personale sì degli ondeggiar e quello del nostro tore, au- intero. V. Pervenuto entro per di doveva necessità che affanni storie dunque a quel punto, il le vagheggiate concezioni così che procedenti Saggi realtà un critici. volentieri di nuovo dalle libro Napoli, veramente Epistyllyll^i lettera » Pena,, I, 249, 50. intomo francese 1876, al conte al era che an- anche prese, meditazioni. nuove Morano, * sin allora aveva partecipato.E poi come i propri vita, quelle ogni altrQ sentimento, antico, prendesse, Di quella cordialmente naturale * più campestri, alle quali scene e non ritrarre idilliche, più le qualità Basterà a Leopardi, in p. 109. Ó. Pepoli. Bologna....,1826. SECONDO della Morte negli Idilli,alcune se amorose dolorose e degli Idilli coìTÀppresPrimo col e delle rimangono più o T effetto come pensiero tutti, il Sogno. Com' è, del visioni in del fa, per Trionfo della del immagini tempo alla Morte. Si noti delle il secondo però Leopardi più antico, far nella sesta capitolo che le innestò che già Così, quando sue. zone can- miglianze so- in evidenza mettere a che poeta Che parrebbe lievemente ahi, che sulle da più chiede far altro non è cosa questa s'addimanda? morte la mutata, che ripetere,sotto preghiera del forma Petrarca a : Deh Eppure, dimmi dove la cui ^ ponimento com- donna: sua Laura nel concorrono Ahi ei molti, ed ogni lettore, quel e saputo aveva da rammentare più rispetti, sentimento nuovo fra notevole notato Laura di morte che ripiegarsi del petrarcheschedescritte stesse il quelle idee recente ad le stesse, meno in stato perchè, impressioni Esempio era evidente resto, ci due del medesimo. se su Amore; antiche altre, invece, vi si trasformano furono %%ì POETICO. il confronto persuadercene samenlo PERIODO Trionfo se '1 morir è sì gran questi parlava idea, della non Morte, che II, 30. soltanto scemare, pena.* di fa quel più saggio pas- viva 222 CAPITOLO credente che mai nel una beatitudine la fede sullo eterno si doveva Qualche donne di due loro di affacciare e allo accanto deir amore che due sorelle, di cui ragionando T Forse venisse? dagli momento ha del l'antica del di in In • St Sogno, confessione « ella e dal cit.,9. di ad cielo, e, risorta non mai in mai esistere L,, VI, è tutto non a sa 5. un stite supersin provata pianto.Laura, giorno un bella * d; la ma ignuda altro che ]", nella di vita eh' ella nell'uomo! dire se sia sopravvivere alle Bt. vi, tiva pa- per L'infelice tutto forse medesima M, tutta dire donde saprebbe beltà.... fatta di il fato di chi abbia morte sé di chi tanto cuore che più n che Sono tempo. un lui, e in quella sola forma terra, poi * cezza dol- nulla. del continuerà non crudele stessa abissi forma, sarà fanciulla E poi,la spirito ignudo »,* riprendendo « ebbe ap- crederla presto,torna mente modo potremmo allora;poi,ben forse slesso veniva altra, chi consolazione ora alle cielo,par voglia farne piovere una ne pesa intorno ripete in Laura tranquillasul lei; ma per e la seconda sempre la pace dirsi essi ebbero prima. che lui medesimo a consolante stessa per della ; tempi più spaventoso. poeti, che seggono mistero sempre può parole, la la soavità aspettazione di che e simile cosa dei paion quel a spiritoumano, poi T e celeste, il poeta dei nostri manifestamente accenna V. più pro- prie speranze, dal in una stessa da arte delle fra italiani e di che dolore anzi, che, per destino meglio di fa segno insieme l' del- degli ella nelle Petrarca col recanatese si quelle non essere della creature la coscienza col immortali, così la fanciulla nel qui chi anti- quella del Leopardi. Perchè, concorda Laura Abbiamo famose più che ma che efficacemente poetica,la quale procede fanciulla una dubbio cherà poeta signifi- il canzoni. ultime sue intervallo scrittori più e tempo tomba: nella seco scritti nostra, immenso come suoi nuova bensì spariscainnanzi angoscioso, che delle una dunque di chi altri in mai ovvero altro ogni sopra PERIODO recandosele mondo, S23 POETICO. SECONDO suo amico, consola; parrebbe, il nostro intenda morta, lui eh' è speranze vivo. VL Negli Idilli il dolore solo non se passione amorosa, si col mesce prima, le bellezze prende significato più congiunto, della sentimento il Leopardi del mondo a della ritrarle moti Cantica ; pure, maniera da colloquiocon i suoi la Certo, di saperle chiaro è soltanto da natura; maggiori diletti, le e che an- qui in tal sue pingere di- alcuni comincia tutti i Qui egli esse. se di ammirar mostrato e ora, significarinsieme da profondi suscitatigli continuo trova in come or natura. esteriore egregiamente, luoghi aveva visto, colla vedremo come ma, s'è come pio am- è in colloquio più nuove S24 CAPITOLO Y. Alla chiede natura ispirazioni. veri di quelli che la scienza e dargli; si direbbe e di tutto la campagna, che quasi e sente Ed da tali Anche di tali per rentele, pa- che mai; della voci natura sente mistero. impressioni,miste di diletto e tro affanno, egli si avvicina, più che qualunque al- quegli italiano, a mai non più e alla di luogo, già dicendo di stato da ciò Benché qui e altri * Capitolo « Pens., IV I, 250. in che del e presente « mondo, anche per tanto nel citato volume, posito,^ pro- del certa lo seguono, altro ciasse cominfilosofìa, parliespressamente non stesso lissimo notevo- suo lo avvicinava fìsica,pure, in un alla languore corporale, che condizione più In gli avveniva dagliantichi nello quali più splendeva ricordato V infelicità che ciò che datosi i moderni, patirono loro. me come, sentire soggiunge vista agli occhi rideva a stranieri godettero tanto tempo, quanto e nuove l'angoscia del crescere fortato Con- fanciulla, spentasi cara nelle così tempo, maggiormente della e lontano ispiritopiù destino nel innanzi in sentite o interiori. corrispondenze nuove viaggia come Qui vede che, più di quelle vedute cose per tutti fissi quelle armonie. a novamento rin- eccolo i sensi altrove, corrispondono ai suoi moti e possano aspetti un ne gli occhi, la mente, quegli splendori e la società medesimo. se a insegnamenti più più ei uno lo allontanav ai moderni».* che della sola discorso egli ci p. 102. e cor an- si mostra SECONDO consapevolmente ch'era propria del tutta cui molceva Or la esacerbava anche di tali abbiamo 0 parolacirca notai Al volle poeta un T amore, congiunti o personaggio che, Dirò il Werther. rammenta precursori in ritrarre poiché e Goethe, Sigismondo Chigi in certo ma, così amanti vemi una Italia. Come desse fece rosa, passioneamo- il dolore sale; univerdel il romanzo quei due nimenti, compo- la prima storia di redazione lavori montiani due verità Vera alla che dei tempi il Monti, amorose accompagnò esterno, rimase esempio quando di di molto alla tedesco dipinturadelle al pene mondo quelladel inferiore vita affetti, generata.*Ora interpretar nel dalla poesie di F. M,, ZuMBnri. l'avea felicemente volle tutti, e se che del par- di intensità e sopravvivere l'opera dell'autore aggiungo Sulle fu Nei Pensieri teriore primo Iacopo Ortis,an- un diciassette anni quella al sentimento dolore con nei e la largamente che infelici, scarsa anche modo, foscoliano. romanzo pur dirsi che, può di ben non v'imitò egli ci * della natura, matici, dram- e altrove, il Monti, sin dal 1783, negli sciolti d'amore, che esterno così misteriosi effetti, ai suoi principe don due mondo insieme. nostro ci più rispetti, sola del morale quellaappunto, dove esempio negli Idilli, divisi,fanno del per da tempo: suo il sentimento e quella malattia contemplazione ed il dolore da preso 225 POEnCO. PERIODO grande suo proprio dell'individuo p. 238-39. 15 il inal- 226 CAPITOLO zarsi due in avvenivamo Ora che che Leopardi, le questo minciò co- spontaneo il suo cursore pre- esempio un proprio condizioni atto, di Ma cuore. natura del più ancor significarequel e il del bondava lui, ab- il qualitàdell'ingegnoe deiranimo, sue mostrossi che piuttosto da fondo le in fatto un sentimento derivato per tutte diede egli rie necessa- in scarso certo come quel dal era o manifestarsi aveva per avendo di animo e Foscolo; nel coscienza illustre forte, veramente essere mente mancava invece della di delle una effetto. ciò a V quanto dell'altra,non stesso le condizioni tanto a e in lui angoscie potesse sé Per quelladell' universo. a non V. di Foscolo, dolore.* nuovo primo saggio negli e Idilli che, per tuna, fora tendere in- E ne questo dopo le due citate poesie del il terzo come Iacopo Ortis,considerare lato, si possono, Monti e lo italiano. Werlher il il giovane Intende ora sente e poiché della l'uomo e il e in Le altri somiglianze soggetti, Sbsler: diverse ha vedi e le ora con Raffronti 1901. in lui i fra molta e da le rità vesue quello. sieme in- crescono in compiuta nimenti, compo- tutta palpitidel furono relazioni cercate Pisa, A.Valentini, e poeta con breve, onde mente tutt'uno, così troviamo ^ che ancor cose brevi e ritrae recanatese intime, così le visioni E questi pochi passato, suo condizioni nuove In cuore. lui sempre e significata 1 dne poeti, in questo lippo diligenza il prof. Fi- leopardiani: Foscolo e pardi, Leo- ns CAPITOLO agli abissi tra illuminata dal Ancor è Idilli chi notevole li non del fanno di che i loro e cosa; alcuna ad ond'egli guardava E solitaria tutti e di consta varia d' altra compie si pa in pigliava nella^ differenza di ciascuno la parte, come così quali parti di da essi %V Idilli un' un Vita ampia sovrano comune. Notevolissimi, fra gli altri, sono deir indefinito il loro Y corrispondono piu^ dipintura, compenetrata pensiero intera parecchi bozzetti, considerarsi possono Nel essenzial disposizionemorale il mondo. ideale Fautore cui uni] pregio dMìì unica, dove titoli da oggetti non il luce, ci rende meditazione direi unità essa quel tempo. a una ai vari mosse, tutta veramente tutto in nuova poeta in cosa tosto pensieri; e guardi di come natura questa, che di dei quella rischiarandoli magine mano for- insieme della visione credo, comprendere io le due e pensiero. più luogo, può, spirito; un'ampia come di dello V, Leopardi Sovra m'assido La sua Ed erba Ond'io il seguenti solitaria meriggio in tranquilla imago o foglia non quelle rive quasi me e oppresso nei in infinito,dai d'un ciel si il Sol si crolla altissima stesso e quasi versi; lago.... volve, dipinge, al vento.... quiete; il mondo menti senti- quali parte, rialto,al margine un Ivi, quando Tien sentesi si vede come Talor dell' o quei obblio volta tal- chilato, anni- SECONDO Sedendo immoto; Giacciali le Più le Co' silenzi Il gio che di nilo, allo di gesi, nella che le altre il del sonetto di ordine ^ è Cfr. solo Alla in sentimenti, quanto indefinito ». 156 Vi : " è siepe Circa quasi ricorda eterno anche maggiore sensazioni citato il voce tutte eterno, non che, nel » preparazione le che silenzi e il brevissimo la del questo. Chi a nulla più profonda Pens,, III, dalla vita al nulla pur suoi mente Sera, ci strinse questo e scienza dell' orizzonte, fin- quelle "c tica an- neWInfi- il vento, dalla quel Foscolo Ma d'affanno? di ora dalla la e nell' universo, da anno, vita interminati qui passarono tiene s' è visto, ne' come parte che, pensiero si rammenta la spirito. Anche tanta Sag- Primavera, Alla d'inalzare sullo viveva età che nel meriggio qui, prescindendo non ancor spinge quanto il canzone quella, spazi Se sovrumani.* di ciò antica quiete all'intorno; da senso che, fra qualche e contrario sguardo là o confonda. cristiana, effetti è spirto solitario, vieppiù eccitata giovane celava si sciolte popolari degliantichi, dove moderna, tutto né ritratto nuovo mirabili che par quiete storia, lo descrive, dalla più pel loco intendimento sulla lor aveva r idea lo ritrarrà e del mi mie, e gli errori il campo e membra 229 POETICO. già e commova, poeta, sopra coir PERIODO cuore idillio, a un tal l' effetto! che sopradeito piacciono idillio. 2130 CAPITOLO V. Vili. Così intesi essenziali a essi nell'originedei e tutti, non fatta stione la versione Mosco/ di avanti per ogni cosa per ogni nobile gli uni evidenti; di e faccia più cose del sul giovane gli venissero Studio ediz., Mi 8u p. di nali. origi- ad escludere di le più grande un rale natu- ingegno ciò che con lazioni re- bia ab- che Che anche dal citare Giacomo 116-18, nel in e di di col Mosco sentenze Napoli, Carducci, il e A. op. e degli metro parte le contrarie G. veramente essi, che la concezione Leopardi. e V idea « da quinto esempio in che quei componimenti greci naturalmente si veda basti idilli modo sostanzialmente cercare recanatese. sciolti,consento ^ qualche suoi cosa che l'efficacia r in dei ardore invitto suo abbia chi po- d' innamorato resto, nulla dovremmo consistesse poi quel originalipur e Leopardi dagli altri. Piuttosto non dal cuore basta consueto nuove derivato » suo sono non e qui- mio, che composizione dagli altri la Evidente, al parer impresa, Il fatto che comuni relazioni con e lità qua- loro quel con bella alla diversa alle questi,compiuta anni conferito sentimenti intorno volte loro difficile il risolvere parmi più di cogli idilli nelle questi componimenti de nome la filiazione labi endecasil- Sanctis uscisse dei di F. Morano, cit.,p. Db ; ma bilmente proba- suoi Idilli Sanctis, 18d4, 46. » seconda SECONDO tutti. Quel gli altri sul avuta neir idea ancor che Ricorderò si scorge dei quella che hanno tutti gli ultiiffi volendo, mi restava, Del Sol vederla rho qui onde io mi credeva citalo, è oltre e il in diverse tutto fra loro che le movenze, derivate sue pregne occhi ancora. quel luogo alla ragione della le cose l' del- dal sonno; dal e per maniera immagini disformi suo gli depro- potrebbero sere es- il citato idillio greco da gli atteggiamenti Mosco erano non squisitissimaforma sua Assai d' tempo per immagini, gli anni, sembrò più sconsolata, di ne la aveva giorno in le lui se eh' era venuto della fatta quale,non tanto e in più perfezionandosugliesempi con Sogno: Sogno? Ma della comune. raggio riprova una [wriosoggetto: perchè quali più e si desta faceva autore se di Europa esempio, altri, anche in del negli nell'incerto e dove il nostro idilli,e d'angoscia Ella la reminiscenza medesimo questo cui disciolsi. Pur idillio greco, versi spasimando, e suoi non pianto le pupille, mi sonno Evidente piuttosto in ciascuno sconsolato Dal famiglia possano stessa Àllor Di ponimento predetto com- luogo particolare,che o soltanto Gridar il anima in meno della che Leopardi, qualche immagine 231 POETICO. di efficacia tanto e avere PBRIODO più sua che crescere giorno, la non grazie parte pre sem- sica. poesiaclascentezza quella luvenir meno quanto concezione 232 CAPITOLO vita. Se della Werther dal a certo un di nulla dire di altro moderno, infondergliuna il bello,diversa di spontanea del da che direi dalla essenzialmente idea letteratura, benché in nostri E di quanto opera al alla Leiden, come zweites nella scienza co- e mai Bnch, di reiterare potrebbe dirsi in parve che fosse cui per metrica, pur eh' essa, GoBTHB, sua presente nella come grande di e di rinascimento, vigore quanto la e quellidel figlio. lasciò qui, non sicché dolce così Diremmo nostro. con bello della gliantichi affanni, consuonino ora antichi; continua accresce sé secoli i più con significar Leopardi, come come suonare, quasi ritemprato ora, del padre palpiti linguaggio gio, questo linguag- d' ineffabili moti eccitator fonte, eccolo uri tutti mai quellotutto proprio del tempo Il tegrale in- parte dagl'insuperabili ad sentir a ricrescenti, per moderna, i in lui forma e qui sposa avvezzi passionato ed di rendere e intrinseca, procedente petrarchesco.Pure ch'eravamo sua forma stessa esempi antichi,si nostra giunto spirito. suo echi alcun né concezione, anzi sua potuto sarebbe quellagià divenuta ogni insieme mille Ossian, di sentire maniera Or, cotesta, in mai per quanto ammirato, a Omero scacciato Né poeta. storia, sua avrebbe simile il nostro sé della punto avergli Ossian scrisse cuore/ V. passato escludendo al de 12 una si converte. esso non il nei terament in- Sanctis, ab- October, SECONDO bia avuta nella il la versione poesia del trattarlo, dava di contemplativo genere neir che dare la ora anche Y in non per modo la drammatiche, egli si ciò che andatura, cosi paresse di lui stesso. la e si risolvono delicato che, fra le voci dei E le altre ond'è così orecchio del e migliare fa- monia un'arnote: tra monia ar- le molte ricca italiano proprie,allo nostri già Parini, ed come pure tutte tutte consonanze ramente ve- grazia del leopardesca che, moderne, e elegante insieme cui di arricchire che facilità Caro, ci sentiam certe avere l'indole quella onde a d' altri che or poesia,ogni potuto quali, per squisita elaboratezza e strano situazioni del antiche sarebbe fuori, ei seppe essenzialmente altre i atteggiare cosi e sione espres- questo proposito,tutto di venuto or Monti, famiglia esempio negli Idilli. in si avverte qui una principedon Sigismondo Al conforme un fosse se ad una abbiano ciò le per poesia più pregi nuovi m'egli co- intera più sua d'amore; e Pure, anche gli fosse in pure i versi sentimenti proponeva ad sciolto. Né endecasillabo i Pensieri la la trovava efiicacia Chigi e cosi origine e anche 1816, quale, tinuarla, con- a che, meglio che in qualunque altra il supporre erano 11 soggetto. che credere a del saggio primo suo specie di versi, dei greci, è intendeva di sentimenti la loro quella adoperata già consigliatoa sceglierlao il dopo dall'indole idilli degli fosse Leopardi in ragione sua S33 POETICO. PERIODO la stra no- gue distinstesso più cari,distin- 234 CAPITOLO quella che guiamo affannata più V, ci suoni delle non dolce, meno ma altre. IX. Dagli Idilli scomparve, adombrata, appena che tanto il amore; al a di Ma maggior parte naufragio, vi Costretto spirito. egli di Alla le con gnificat più, sizioni condi- nuove cagione quella realtà a si stette il tutto di concetto valli,ove Del faticoso Ed io seggo Del il come in disparte. ciò ch'egli mi e giovanile più che anzi, ciò sguardo e tanto rimaste che ancor a m'abbandona. il tutto in sogni lo tirano all' orecchio, nuovo lagno error canti, dialoghi e non suona agricoltore il canto, qui egli mira Anche scene, lo per la stessa mira stanza so- donna: sua Per In quella rimase divenne, possiamo farcelo da quei versi della canzone suo dalle essa più giusto ancor di per prima, ad solitario,che passero un fronte vi perstiti soggettivi,su- assunsero, qualità procedenti suo cose, allora il elementi gli stessi o raccogliendo venuto era parteciparepiù, come non suo poeta e e del la dunque, a lui non sé disparte.Agricoltori, della come gente un pestre cam- tempo; giungerne possa riesce che a e, allo crescere affanno. suo la vista le stesse, gli fa mutamento, sempre di quelle sentire an- 236 ammirate più cose o: V. CAPITOLO la nella gallina,Tornata suo verso 3), La « In campagna, deirerba sul cui d'arte parte egli di bramò cercate vien « sole, Gol il dalla fascio suo magini, quella famigliad'im- onde custodite e ripete d' infondere all'amore pari che » del calar via, Che la su donzelletta facevan », a in Cosi giovanezza. sua lezza bel- una le diosamente stu- aveva inestimabil come tesoro. Ma se realtà le congiunte esser la tale a medesima sua cuore ; vincoli lo strazio. significazionedel non so che tanta spira da tali visioni Oh di il sempre di alcuni gli decedeva pro- più angosciosa dolore, supremo se in natura, fatta al mezzo la spetto co- quel a raccolto, di casalingo,di affettuoso ogni parte e era quasi e degli altri durata quanto pace di che azioni spezzamento dalla e più potevano non medesime sue dallo antichi di cose sorte, congiunto appunto e di della scena! impressioni,qual E, durando effetto ci fa quel grido : Umana Prole Se D'alcun Ma già che Canto felice te beala dolor; d' ogni dolor dell'ultima idillico si ha quel ! assai respirar li lice . Se agli eterni cara notturno altrove, scrivendone risana ! trasformazione uno di morte un dei più chiari del mento senti- esempi pastore errante espressamente, in dell'Asia, conside- r SECONDO rai come e favoleggiò e alla cui luce dolore suo , di perchè che gli giovava e che Così l'amore e per ed altri forti di Ciascuno dolore. nel quello; e ciascuno nelle come che le * À Tutti inferiore poetica lui alla del supremo per luce, in maniera, sua in cui e pubblicazione : XXIX Omaggio par che Giugno degli ma a Appunto di vagheggiandole a sé, canti, da esso. scene di continuo s'inalza Leopardi, ad particolari onde spirito,pur ai mirabilmente varie e sti que- particolar presso salire bellezze comprende NeUa Giacomo col finisce e lo medesime, cresce sguardo cui riesce non e splende più ampie forme dalle nella per patrio e anzi, specialmente negli ultimi si meno che al nostro concorrono morale stesso tempo sul mondo. meno universale. sentimenti, efficacia maggiore del gli esseri vita ogni tempo, non il sentimento entro significazioneil Leopardi sommi in lui idilliche,non della leggi Del gli apparisce necessario, quello della natura, lampeggiano le supreme villani, retate noverar antico in tutti le visioni tra poeta egli interroga qui ora immedicabile e entro luna il dei stessa il « quel dolore, già nelFuomo, fatale luna, di cui alla maniera quella d 237 POETICO. idillio.^ Quella un sognò PERIODO natura, si pongono, com- in loro quell'immensità si perdano tutte. MDCCCXCVIII, studenti di Recanati, Capitolo SECONDO VI. PERIODO CANZONE POETICO. ANGELO AD MAI. I. Ma quel doveva risolversi non suo dolore gran spirito; quanti segni già parrebbe che il nelle sue quella che cui delle volte molto tempo ancora, manifestazioni, ci si procedeva, che cosmica, più tardi finì col avrebbe quale tenere storica, illustrata,come trascendeva a della vita chiamarsi fu certamente il campo. dimostrai Tale nel come i termini la concezione Perciò umana. anzi non per dei caratteri mancasse Per del vigore, crescente suo notevoli d'ordinario della storia da del desse più pardi, Leo- signore un' universalità, direi, relativa, di mostra unico del detto, soprattutto importa, universali. veramente esso, che più sentimento divenuto ciò e, si è quale, come altro ogni ancor era nel storica, quella che concezione capitolo IV, SECONDO con ebbe 239 POETICO. maravigliosa ricchezza una Angelo Mai, Nelle Paolina, A vincitore nel un Primavera, Ultimo sieri, di Pen- varietà e interpretazionepoetica nei Ad AUa PfflUODO canti della nozze sorella pallone.Bruto di canto tolati: inti- Minore, Saffo, Inno ai Patriarchi. Guardati neir idea che sovrana che canti, composti nei tre anni il principio del ciascuno in terribile sulla la popoli del alle legge potrebbe mondo: sono e insieme con e angoscia I espresse di a rappresentazioni le cagioni onde rigore metafisico bellezza effetto a di vita, crescenti erano cui troduzione quasi un'in- di fantasmi cuore. secolo quella della natura al bene che di lui. A contemplazione storica, da ritornava qualunque in dell'opera dell'uomo, maternamente e con di tutti seguenti. Delle prima, incomparabile della la suprema nella essere età della storia ci riesce le ad la storia per si ammirano state danni più contraria maggiori essa incombe un'applicazione alle canzoni in quanto, particolari, procedono tale valere cosi più tanto Mai, oltre contiene generale quali in della significazione al canzone fra concorrono, la della medesima i '22, decadenza, che tempo, italiana, che alla sti que- intercedono di continua vita. Ma di del la fine e maniera, sua legge prima '20 li governa, lo finisce spirito, impeto scoppi qua sempre aveva veduto prov- questa, eh' cui è moveva sempre e colo, se- là di col dere ce- un lore do- universale, qualunque idea di un' infelicità in- 240 TI. CAPITOLO sita alla vita alludo non È chiaro che, umana. già sentenze a il Cinse e le fasce noi fastidio; a noi siede, Immoto quelle: come A mal nostro degli ultimi i e tempi riferiscono della da dolorosa alla vita stessa Bruto : evidente più il quei a innegabile,che da indipendentemente tale, ad è esempio, delle questo Turbò cose; abbietta vano! gener nostra le tinte non e cioè ogni si età espresso glebe. bene: sciagura, le stelle scolorò anche di sovrana che miseria suscitato un'infelicità bensì Pronunziando e cetti, con- parte umana cura. tali concetti concorrono a cioè quella contemplazione storica, una sti que- gli ululati spechi Non Né oh casi! Siam idea che poeta, fra invece è pria pro- Minore: Oh Or ghirlanda; non per Allùdo remoti. universalità la cui e fanno tempi, l'antitesi,così nulla; all'infelicità tutta che, riferendosi sentenze mai conobbe, il domanda Morte Chi la culla presso la tomba, su dicendo, io così da una in Bruto contrasto non, come necessaria avrebbe di e somma, in- parrebbe, del essenzialmente quelleamarissime qual glorial'eroe finiva la quel- quel dolore, incominciava; originariae un che grandezza strare illu- gener da stro, nò- storico» cità sentenze, qual feli- più potuto ammirare SECONDO nel dalla abbietta si nei in perde Anche quanto mondo; nella antico suo virtù, Roma di d quel momento, ! fra le le la lieti :» anche quellodella patria;il filosofo dire prime V ultima e Bruto ordine neireroe. Tidea effetto stesso che salvo ordine il ritraggono alle prime loro diverse * Se il così bella riesce ogni soggetto di virtù e ogni delle età, eh' è del delle una partiche di vita.^ Allo queste canzoni, è un particolar appartenentianch'esse Tali altro grandi età, per quanto hanno rispetto, cose e il venir in tra co- della meno significare qui nella persona Minore, luoghi ne additò alcuni esempi meno non insigni. Cosi [Pens.,!, 329-30) ricordò Virgilio, col nel Lazio comparisse quale gli parve quel « sentimento fondo proinfelicità della che dalla « mancanza o procede dita per», delle grandi e vive illusioni »; e (Pcn*.,!, 1(37-8)Cicerone gioventù di il gloriosala di ciascuna d'illusioni sotto mancare e altra del mondo. età di quellevirtù, di quelleillusioni fecero tempo un di più la vecchiezza giovinezza e parole di tutto su :», mondiale forme, per dir così, di quellagiovinezza,un colar e Eppure eglisi ! Il dolore qui, dunque, prevale e amore glianni e umana putridinepoti :» fra egli peggio precipitanoi tempi condizione una « contrasto un in "r anzi prevede dal allori che rammarica e fede i memorandi oc in dominato invitta sua 241 POETICO. passato? Eppure, anche ricorda, sempre e PERIODO nmana Bruto predicatore delle sebbene predicasse " una Leopardi in volta non piche [Pena È degno f volle suoi illusioni principalmente nelle Mlippiche, indarno, perchè le magnifiche illusioni di tal ragione le stesse c^ erano Filip' più. Per V ultima voce romana ». II, 2) « contengono alcuni anche di nota di questi Pensieri che partengano ap- allo ZUMBINI. altri stesso anno », della canzone. 16 242 CAPITOLO il mune quella più liete del poeta romani dal al ricchi meno, di quella felicissima allora potè dalla di godimenti e godimenti, e le vivere onde comune, Tuomo dalla natura più governato a che ragione. al tenendo quale,pur inteso illustrare a i due quanto fare, per dei di favole attribuito del conto l'uno tutto l'idea Patriarchi, ceda fede dalla lor vita; che e principalmente eh' è delle ordini di tutti, sono ne nell'errore il contrario sulla cui sito propo- felicità derivata una tiva primi- valore delle favole, consista procedono, funesta quella così ecco noscenza co- tanti come diversi rore er- per noi il poeta: l'origine,l'indole, gli effetti simili guardiamo da storicamente fatti,così qui di diversi; a maggior cagioni. Ed vere di di altre mitologiche,come nell'altro,per dalla innocenza il il ch'egli religiosa,in all'idea che poeta, anzi sembrare possano che e primo, è specialmente del o morale loro dal Si direbbe siano pagane acquistano qui il secondo. esempio, meno sacre, ricevuto, ne trasformare aspiria tradizioni e significatostorico, affatto nuovo, altro reali illusioni condizione comunemente religioso, noi era quanto grandi, nulla tolgono medievali, oltre un ultima, eh' rinascimento; tutti, illusioni oggi; Così favole, leggende e del tempo ; differenze, per cui infelici dell' tempi patriarcali, tempi greci, : ignoti alla gente mente incomparabil- slate essere meno 0 medievali e più di vantaggio VI. o vita; egli ne poco dissimili guarda per innanzi tutto l'ef- Hi CA1»IT0L0 senz'avvertire; dappoi sentono animo perturbato, e mente con il pura passioni e d'affetti,a più dire '1 è dalla Principio delle ogni altra che tali delle sentenze riflessione citazione, anche ziocini: ra- al Vero, quelle e a' particolari mi e principisono critici a losofich fi- con s' appropiano simili e di sensi con agli Universali; più certi e fatto hanno Degnità (soggiunge formate quanto y"} Lascio veri tono riflet- queste più s'appressano certe, a finalmente differenza s'innalzano più con Questa sono si formano onde quanto « ». grande pensatore) che avvertiscono commosso; poetiche,che sentenze sono VI. stringo rebrati sem- insigni,che larghe applicazionialla storia ne della poesia. Se che, per non compararsi canzone, quanto quelle a ricorrono grande un pure che tali sentenze in gli sembrino ciò il per conferiscono del umano, cagione della dà scienza il danno * Degn. LUI, storiche il nostro origine ad un che dove molto o alla poeta decadere continuo un storici e tolgono gli uni, qualunque civile; per nuovo di il pensiero somiglianti.Che almeno per presente divide filosofi quelle leggi nulla o genere Per del tutto di essi più nella intervallo leopardiano da quello di possano felicità vece in- sono del simo. mede- incremento nuovo nuovo progresso Leopardi, invece, si di immaginativa ibid. quella I, 201-2. facoltà risolve in un da nel Ma che ecco devan i moti che men poco negli un Mai di perdute per sempre, sublimi. Perchè non erano grandi esse era delle ed pareva rialzarsi passato. Ma (si badi divini, al a cui più poveri lunga una di età ciò di che può barbarie tempi moderni giando quelle Ora i nuovi In tale caratteri fecondo, dei padri colle loro onde trasformazione originalitàe il di quei e: tusti ve- svelarsi », moderni, ognor bella la vita. Come le oppresso morie me- decadenza la continua venuta era come resurrezione senza più adug- sempre italiani. più gloriosifra questi oltreché risorgimento tempo aveva degli avi latini,così ma il poeta, guardando secoli far del poetici.Per e Parlò natura di è liani pensiero degli Ita- parte una che letterari, e vivace così cre- scoperte gran il esse volge gli occhi, dall'altra,ai dei delle e più innanzi, giunge sempre si questo a quella maravigliosa se, da pende stu- in tutti i cuori ridesta nuovo sorti; per compì reva pa- le antiche, che cose essenzialmente nostre quando tempi con », scientifici sperarsi un a patiti pensiero leopardiano pure morali più ancor ultimi ardito italo « importanza) gli eflFetti somma tanti danni e rito: spi- morta. intelligenzadel r tanti scoperte più dello godimento vero dopo secoli^essa dei corso per ogni veramente, e del deriva soltanto cui 245 POETICO. PERIODO SECONDO ci si fanno qualitàstoriche, con poeta volle consiste bellezza del nanzi, in- quei improntarli. appunto la giore mag- pensiero leopar- 246 CAPITOLO diano. Eccoci dolore », e lo « innanzi cui fu a che, scoprì se più bello, perchè ci ricorda quella che rivivere ideale tanto e fatto avevan poi lieto maggior gloria di più scarsa all'ingegno onde Leopardi ammira ne sovrabbondanza loro sono tali uomini la esse eroi e i martiri Veramente morale e del insieme nuova e fantastica del quellevarie famigliedi voluto scaldarle la stessa con in cui a tempi alla mente assai nel fede tri al- in steva consi- eh' è sempre tre Ol- degli anni. le lodati, il battaglie e anzi meno, loro poemi, dell'uomo degli la Le forse sentando rappre- in lotta colla Quelli erano mondo. ideali gli umani. stupenda questa condizione Leopardi.Egli,risuscitando liete immaginazioni, avrebbe proprio onde legge vagheggiarle cuore, altri le più felici;ma la terribil veder soccombettero. non gioventù e altri,interpretato universalmente dolore vecchiezza crescente da che umana, più poetiche degli stessi ancor cantata sommi che l'andare gli sembrano persone lui felice gli affanni, di assai il mondo. vita fuggitivacon e ne l'Ariosto, ancora da appunto nell'aver, meglio della quell'idealità reale, altro gli amori e poi quel nazioni pieno d'immagi- ancor le armi e la terra, E un e l'età età: sua nell'arte tempi La due fu sua ineffabili. E sogni e che mondo nuovo opera sdegno ^ Laura. di un tutto suo T inferno » la stessa con col amico più amante distrusse che Dante sfortunato Colombo VI. avea ecco della vagheggiate che storia gli balena umana, e SECONDO quei fantasmi dura nella ci ben per al prima, pianto che nostri padri, quel a passioni,quando stato, oh il nostro sguardo trasto con- Assistevamo, strofe. di forti segno pur allo dei Siffatto guardo. cinque dolore era si para dal gli fuggono 247 POSHCO. PBRIODO quanto più miserando! Cinse il Immoto Poi, alla fastidio; a siede, su di vista una Non ahi, L'etra Al Si la apre visioni possa terra più il e saggio, strofe con vasto appare. un nuovo svaniscono ma consolarsi che il nostro moderno: A Il vero appena 0 caro immaginar; Nostra Poter E mente tuo è in primo il conforto ria glo- mare la speranza persino mai assai e leggiadri, Svanisce essi. e il mondo al non seguente fantasmi felicità percuoterci quel grido: l'alma e terra, la cui accrescere si scema, fanciullin, che di anch' sonante il nulla. tomba, conosciuto ma culla immensa ecco anzi cresce, la la presso nuova genere, Ahi noi dovesse scoperta parrebbe all'uman e le fasce noi A noi ti vieta giunto, da te eterno; ne perì s'apparta allo sottraggon de' nostri stupendo gli anni; affanni. dine or- tosto di siffatte viver 248 CAPITOLO VI. III. Col di ciascuna principiodunque l'aprirsidi che paradiso un colla del rapidissimo avvicendarsi quello,tanto ma allo ricorda la Ma si e pari e al Tasso, Nell'ultimo eran Dal nella cui per alla E dal col il di cose dei peggiorar antichi queir abisso in si sarebbe del suo più forti d' conobbe, dovuta di porre ante- domaDda coi crescente la senza ghirlanda. secoli, da ne con tutto giovanile.Come cuor ingegno non seria quella mitorce d'un riposarlosull'immagine per contempla ardente e sgomentato poeta, come sguardo l'Alfleri;e ammirando umana. pianto, già caduti era la morte mal nostro ognor lo silvestre, vita: qui tratto che, voce italiani,lo strazio Morte Chi ride sor- finiti i diletti dell' immaginazione. e storia, si nostra miseria dolore eh' è che visione ogni sommi che presso Gallo storia più crudele, perchè, tanto tempi, della manca dei questo, V altro è quella del a remoto, meno di un presente: è visione uno dilegua; lugubre legge giunti amene. fu sguardo dall'alto quasi L' tenebre. e risulla col passato come samente improvvi- ne al confronto bello più silenzio tutto e splendido,quanto meno sempre si chiude medesima; stanza è stanza e fine di animo il sommo ai suoi del- l'abbandono gli italiani tempi, egli, poeta civile, ne SECONDO riceveva in esempio di un Vittorio la tua dissi, il Vedrò la parte Onde dicesti già a esercitata nel il facile giovane da altri anche ^ Si da seguito di la ' finita ai avanti il 27 o no, ultimi due I soli due Teresa una tanto nelle è in atti, profezia sangue usato ; le sul suo differenza che, modelli dei di avver- sonetto stando É inedite. ancora avanti ore se tempo, derivava 1817 poche verso peo nel Pom- Primo " sul fin allora napoletane La napoletane. composto in letto, prima finito sola altre, appartenenti, consistono in nominati sono imminente versato. alfleriano diversità : gono,^ riman- ne stile ci par detto figlia.La sua ce Pur di leggere ». versi deir T influsso novembre carte personaggi Carlotta che fatti col è ficacia ef- Antonietta, precedente. tracce carte avendo deirAlfieri.... Anche dell'anno nello dov^ nota addormentarmi, vita le Maria tragedia: dalla e fra una la notte tutto verso conserva più preciso,dell' componimenti: manifestamente seguiti.Nel addio. dall'Astigiano,possiamo quello mutamenti parte mio, tetto segnatamente e dai in terra brevi e recanatese in e questa avvertire differente COSI il dolce e luglio quelle poche è Alfieri aprica lui comincia: il petto, ansante marmo, un Letta la vita esso,^ e che storia della disegno incominciata da da tuo su tigli quelli venu- del 1817: esempio, ancor un da poeti pur grandi. Eccone Alfieriscritta Vedrò, averlo diversi sonetto suo 249 POETICO. e altri chiuder In Ma nuovi impulsi sin allora da PERIODO prima scena, ben ricordo, se qualche traccia Maria Antonietta e dovesse finire tragedia vendetta pare di quei in delitti prosa. Maria e con del 250 CAPITOLO tire qualche maniera cosa molti per tragica rispettisimile dal Foscolo tenuta air Alfieri VI. quasi composta e che, immaginando la nel alla dicata Tiesle,de- alla stessa età il predetta tragedia, aveva Leopardi. Se che non questi,giudice stesso, finì ben se ulteriore però fosse di mai ed esempi questo nel tentativo cessar proprie Y canzone, nostri Tira e Teran onde le l'Alfieri così della Parini, ecco, qui, che Queste il Leopardi la dell'idea sua, sommi Incise schiera, ei viene discendente de' Pugnale, Lni fra il fero allobrogo tiranni onde Melpomene gl'itali spirti unico armò. Sepolcri: Foscolo, Irato Ove a* Amo Desioso patri è Kumi, errava pih deserto, mirando. muto i campi e a d'una terrìbile col Odiator teggiamen at- e pronta imdesima me- poeti.Facendo d'affanni piene nella originalmente trasformate l'ultimo Note forze con Bono: li cui a dell' «Allobrogo», tutta nostri loro come * ferocia di un'idea aveva altezze dall'ammirazione generosi.*Ma immagini degli altri qui Ed venuti migliori: la insieme tri alin alfieriana, coi caratteri immagine i fremiti senza Alfieri altrui, levossi sublimi. più che dei soggetti: dalle colf aiuto voli a stesso ogni ispirazioniinsigni. Fece altri pervenuto drammatico, dallo a ad rinunciare campo trarre altre in come col presto severo sempre il cielo presentarl rapfa- 252 VI. CAPITOLO maginazione è umane montato sé niun difiìcoltà, stesse dal vere ispirazioni nuove che più ^11 al risplenderanno Milton, fra del compimento {Paradise lost, colla frase venn trop IX, del stessa tard " dans an nostro nn monde che poeta, trop late diceva vieax menti, la- bellezze sua. in E ". {Bolla, ». rie contra- temeva annoverava too si quelle persino age dalle derivargli possono poema, che dirsi a ond'egli storiche il ma perchè neiropera buo 44) è tardi: condizioni le la- hanno grande talvolta nella "r diversa;^ non dolore, e propri nato sommi supposte, e più i esser altri troppo stesso suo di poeta tempo, avviva sorte mondo al venuto : 3" dal e immaginazione dolevasi una di che è vero scienza stessa cose per POETICO. potentemente Leopardi Il dell' sia più e fantasmi. la dove vigoreggia sera dalia vengono quella pur PBUODO SBCX)N0O — primo il Inogo De I) Mnsset, : « Je snis Capitolo POETICO, PERIODO SECONDO NOZZE «NELLE CANZONE VII. DELLA PAOUNA". SOEEUA I. Due due idee due e Già Roma. continuamente antico opposte : significare a Paolina, la miseria cosa vista (un qualche col pensiero dal tempo doveva nobile del lo felice tutta nel In sua. alfieriani.* Come ispecie Così, : presente Il alla nuova una e poi, metteva ne del presente, più sempre T altro e canzone, con un'arte il sentimento più particolarmente caratteri assume la vedemmo come il Leopardi nella scritto questa pezzo. riportatanel giuoco eroico, Tuno l' al- affacciasse sdegnoso tempo congiungere dell'antichità * al un per primavera) spirito,sempre anelante sempre della moderno Dante, a tica dell'an- poeta viaggiava gli si vittoria una pallone,il ritorno moto che monumento Mai, il anno, continuare bella e nuovo scoperta del da così e ; Ogni mio storie qui stanno tempi presenti; Virginia,la grandezza dei in muliebri immagini in canzone Misogallo, alcune deUe fosse in Studi di disegnata nella prime sue alfìeriano, Letterat, cose dissi Ital. e già cit.,p. in nel 74. 254 CAPITOLO Mai, eragli rimasta al canzone ai tiranni guerra che al ai alcuni hanno concetti anche citare di dimenticata se pregio da 0 i « simili al oggi, era figlidell' perciò, senza essi ; o dal al servire, senza educargli tradire la non al servire del contemporanei, Della 1810, X, ' F. Tirannidef lo sventurato Opere di e se simili dre, pa- stesso, sentenze bocca dei tutti ; sopra Vittorio sempre pur onore e dirgli, tra- senza può suo e le tristi loro per forse Foscolo in dissimili, frequenti sulla ricorrevano dell'Astigiano : s' educheranno nati Queste ».* sommo ma, verità, il che, esempio si possono, al pensare; fatto, simi dubbio, infelicis- Nati non al pensare, natura in un riescon padre lui renderanno. educare * Eccone e circostanze è stato avuta pensante uomo l'Alfieri; Virginiadel- non tempo un padre; infelicissimo la quella Tirannide di gì'Italiani. tutti anch' per già se fra corrispondenza questa poesia e qualche luogo ciò tragedie. stesse sue la avvertita gioverebbe, ma mente da stare più,uomo ancor eroi delle maggiori Già molti nella poeta altissimo, e, : Leopardi importava accanto fissa Allobrogo feroce», che, solo,ardì dell' « l'immagine muover VII. * e Alfieri. Padova, 143. Frammenti di S. Orlandini. in Poesie sermoni, F. Firenze, Le raccolte Monnier, 1856, e ordinate volume da nnico, p. 283: Orfano errai; Pietà, Né Io Gfr. delle né cure di pietà me di né Né al a me tiranno del 30 mi vinse; abbracciamenti, d'amorosa moglie casti compiacqui non Ma lettera che col più marzo 1* animo mai mio nerbo e mio: educo sangue nuovi 1816, in affanni, schiavi. Epistolario raccolto e SECONDO si queste appunto canzone PERIODO mìseri fortuna Tra Vissuto ad moderno, italiani storia medioevo entrar della studio Parini, del fu altro sul in mio non F. sente pre- quello a religiosa,Y dei uno Si fatti essa badi a vie e le per sempre aveva che mondo quel più voli note- deirAlfleri, del voce moderna, ciò che cantare concittadini lui in precorse coscienza a Chiesa, al della Foscolo suoi S. Orlandini « della è non patria vita e gli più tesse po- che e glio me- patria infelice. illusioni desiderio lui per lato immortali. la della invito alla 1854, II, 213: le fede del dei cuore Monnier, con stessa Così e primo da e Padri storia nella ordinato dove dei immagini Monti giovasse qualche di tutto impulso il come sua vita. sua poeti della bellezza alto della più per è poesia innamora dell' arte, eh' è opera ogni ; lo cittadino rappresentava codesto loro dei avanti, quando la poesia antica, alla e quasi per La il sentimento togliendolo allo fatto principalmente opera anni antico, il Leopardi piena consapevolezza con insieme pochi pose mondo eflFetto simile un : avuto entrare per infonde gr nel contemporanei. e dissidio Immenso costume. fin allora cominciava eleggi. Miseri valor e 11 corrotto e nella codardi o Figliuoliavrai. arte sostanzialmente contengono : 0 nel S55 POETICO. Al e da matrimonio E. Mayer. ho Firenze, sempre, la fantasia, aspirato; ma ti procacciare figliuoli,ha d' ammogliarmi ». e col F. Le cuore sentenza: vinto ogni 256 CAPITOLO Ma non cultura altro questo egli s' intepidisceverso per classica ; anzi continuò gli paresse del alla nuovo sentimento patria,ci quello che di meglio quei lui severi e in presenti lui il vita. In speranze della senso più ancor di mostrato vivo di gli altri averne versi le con Dell' Delle voi da pupille fu della Or Intendo della loro danno in non al dolce il ferro e ben esse medesima quel vtx^ xal scorno raggio il foco luogo (ode diversa SYxéwv 8è xal gnificaz si- quella che appartengono. e così 2): à7cc£vx(ov otSigpov TiGp y.a.X-fi xtg da nulla alla concorrono xfltXXog àvx' e poesia anacreontica,* vaghezza, cui a questa di poco dato, V ode da ; e vostre di un' idea informava non progenie umana immagini perdendo gorosi vi- : Domar le stesse più immagini più graziose.Così, patria aspetta La i concetti contemperato Donne, * della ficazione signi- maggiori poeticontemporanei. Certo, nessuno nostri ha alle in era avevan pure più compiuta dall'altra, che mostra, classica perfetta arte mai parte, quel tipo di donna, una meglio corrispondeva della che amorosamente adatto suo la armonie, splendori e quanto fatti,se vagheggia, da che più derivarne a VII. oOoa. perfetta con- SECONDO del temperanza rampollare vigore della e poesia del una di Per voi belle che cose abbia cui il di D' Siede T alma di rallegrail Scendono i venti, L'Olimpo, Della Forse Ben e sul a cui nel quando chi si che le une esultanza ZUMBINI. aduna il rombo badi vita e suscita e l'intima donna nei a in le quelle del quella della eflfetto che essi mente egregia- più leggiadre mondo riore, este- corrispondenza dei destano cuori un sufficientemente non air immediato umana le altre vedere potrebbe spirito,sentirà nostro quindi e che petto nembi le montagne po' arbitrario,o ma della munica co- tenzone a la parentelafra significata cose mineo, fem- digiuna preparato, dalla bellezza della fanno essa colui misero quando questi versi passaggio un ; volto procella. in natura la bellezza : amor cor fiede e sé più più generosi dei moti quello si Non anche : la vita. Al è capace. inchina, delle è pure aspettidella natura, dentro gli avverte non s' tutto ? No suscitatrice nostro cuor il mondo sublimare virtù una franta e giovinezza,eh' ai vari come onde la fatta per è si spegne natura? nostra dunque : santa ? attenuata mano Quella beltà onnipotente, a ucciderà nuova gioventù dunque vostra Da grazia seguita a tutto La Fiamma 257 POEnCO. PERIODO in noi. gentilila Una moti vera vista del pe17 258 CAPITOLO ricolo, 0 non nelle nel qui quelle ad il un'altra Continua poi disdegno gli nel Se se Dubito ultimo fanno Greci Agamennone, contro ^ » Anche e in altri imitata dileggio.Ma stessa e in Iliade, II, altre aveva e in avere volgari, fanciulle, amore. omerica appieno, l' del- come poeta. Presso aizzar gli grida loro: rabbuffo autori più pur l' idea tra e del a: sonale per- Omero, animi Oh acerbo potremmo questo luogo dei Achive, di questo? notare, vente so- tal maniera Leopardi l' immagine di ci è la ? 0 non che, parlandosiqui alle donne inalzare 236. ad forma ad esempio antico, dirsi invece volendosene * dall' convenienza potrebbe qual : una immagini classiche, col Tersite, volendo Achei non di non del nostro sentimento il mordace le donne concordi altre tante da passato la reminiscenza che non in core ardea, verso un medesimo. ingenerosi femmineo però è congiunte, incitando uomini uomini D' qui in esperimentate che bellezza, dando o poi vedo naturalissimo impeto divise che an- Vedo, anzi, scorto. di animo, di visione impressioni che, volte ci ha con condizioni Non romanticismo quel italiano Leopardi, sue si manifesti terribili. più citato scrittore illustre che forme di sopra luogo pericolo sparisce la bellezza appena sue di idea piuttostoogni essi, per VII. al possibilela dignità e la S60 CAPITOLO titolo diverso per essa sentimento dell'eroico a nostra ammirazione. Ma suoi, tragedia, essa, ha come nostra la mano, dei eroica al sacrifizio di sin dal se principio, presentimento: un se sua meno patria.Già, della prò E non volontariamente concorre in stessa ne nella lei, la a di 1' uccide storia vittima piuttosto una ma paterno: Virginio, che pietà; nella apparteneva, pure eroina, un' è non vn. nullo pur difensor solvesse. menarmi qui, pria che Svenarmi schiava, Carnefici, v' è forza.* Poi, sentendo ricordare Lucrezia, esclama E è pur Oggi Ma Padre, E sposo, vedendo all'ultimo, presso se quasi le Livio : di non emularlo : sangue, scorra. eccovi morire sopravvive) si altri emula innocente contaminato, ferite di atto letargo Roma, suo che forza ancor non magnanimo quasi vogliosa di svegliar dal a se il il il petto.* suo Icilio (che da desima, me- ucciderebbe se glieloimpedisse.^ Un' eroina, Lucrezia: insomma, ecco, la ginia Vir- dell'Afleri. Or il sentimento corrispondeva Nulla che di più a * Atto « Atto 8 Atto I, se. quello tutto sublime il volontario alfleriano iir, se. III. V, 8C. IV. per vita antica proprio del Leopardi. nel concetto morire II. della le del nostro grandi cause poeta, ; nulla di dunque ai Quella V nel delle « suo vedere in Romana sogno colla tenerezza sul fatto del ? Ma in più dolci Sogno moti coi anche i quelliche produsse Cosi In l' eterna duri ozi Femmineo onde mai di sui moti qui della fanciulla romana, suo egli fosse cuore capace. l' Livio, gli eflFettidel- a benché la virtù di indirettamente, Lucrezia: Roma sepolta fato frase avviva un'altra adombrato volta. egli aveva i due è Pel Roma » Canto quel là che malvagio cui fu II, lieta 37-39. e amore suo conto a voi un'altra tiranno con risorgimenti Roma: Appio di neramente parlarglite- nel ìieìV Appressamento della Morte, la medesima finge fanciulla congiungono che più di e parlato alla robusti scheda si si ricorda aveva si trici suscita- una quanto non lei paragona, di eroismo lei proposito della pensieripiù E avvicinandosi a quale egli non rispetti, dove di Chi lui a inedite, si legge : canzone suo tirio. mar- Roma, stupendi.In tuttora : d'Italia...... di proprio paese, Y ombra tanto presenti del di e splendente alcuni per di moti napoletane Virginia A e, sempre cuore carte eroismo memorie dolci fanciulle delle meno antiche più amata aveva questa maggiormente tipi di alti più tribuisse Virginia at- sua figura femminile, le entro per alla atti onde pensierie si accostasse che naturale più 261 POETICO. PERIODO SECONDO fé '1 dritto, volta afflitto.^ 262 CAPITOLO Se vn. che, qui, cagione del non la stessa era iniquitàdei invece, è la virtù Da antiche eroine il Leopardi E ne tipo il dal sempre che di più mondo, quel e quella vigoriadi animo Gota molcea Beltade Nella le potere, che italiane. fra quel immaginare, quellagraziadi ; forme Eri Roma. il e dita il folle sogni invita, acciar ancora r Èrebo bellezza umana, che natura a splende nel prima poco Quest' inno ti ruppe fra la festa della giovinetta volontariamente È un'aurora che l'attende! della eri petto. contrasto storica, come ed vaga, pur dolci ai alteri degli paterno rozzo Il bianchissimo qual la molle si sconsolava stagion eh' Quando mirabili le aflfetti, sparitaper le celesti con tuoi Signor di il riso mai gli aggiunse confidente e onnipossente, Disdegni la che : Virginia, a che Virginia. donne tenero di zone, can- inseparabiledella gioventù in ogni tempo compagno muliebri sublimi del loro quella romanità ; tra di l'eloquente contrasto ciò e ; nella e ispirare alle anche eroico E di Lucrezia il sentimento e bramava segue poeta fra tiranni più poetico il fatto, più ciò doppio risorgimento a suo di traverso l'orrore martirio. e tragedia splendere della colla visione Le e gioventù della visto Virginia finisce effetti del abbandona, fosco abbiam vita, ultime cella. pro- dei parole della tragedia sono il alfieriana del grido imminente. alla Ecco Di il Lorda queste Terra il che morte di insieme la dato storia una futura ammirare congiunta, altrettanta Y precorre j"^ zione insurre- canzone: romulea prole polve di Ecco i crini; polo ai dell' e Roma ! precipua di allo di immagine causa fatti sguardo altre bellezza al umani? cui a circondandola valore, Quante insurrezione fanciulla, alla rischiara che accampa confini; intorno bellezza grandezza s* dipintura scoppia di doma arduo torridi la luce nella e latino marte un' come la petti; cresca par della invece sono medesima Queste muoia Appio avvampa obbliviosi buio che tiranno Gli Dal popolo, sfavilla. iibertade E Appio, (n intorno ira nova : vaga spoglia Tua 263 POETICO. PERIODO SECONDO suo volte tutta ci femminea, eflFetto, con fu Vili. Capitolo PERIODO SECONDO PRIMAVERA «ALLA CANZONE POETICO. FAVOLE DELLE 0 ANTICHE». L I la dei poeti dei maggiori vita di unità, in e aliena essere molto notevole cause e altri * Con mi sembra 1881. allega Shelley, Giom, Il molti in G. A. dotto mio luglio di studio breve esempi ha talvolta che capitolo, 1879. : in Bradlby, autore degli questo napoLf il * me presente delicatezza e fatto di la ho siero pen- avesse ad è studi ; Old nelle io ciò ed tici este- in dem Mo- Magazine, simili citati, specialmente la A ricor- mythology Mctemillan'a pubblicato sue cercherò morali opinioni fatto un canzone, criteri loro un poetiche. di più competente profondità poetry e manifestazioni sue d' illustrare soltanto si dita per- giche. mitolo- in parrebbe che degno e poeti per favole moderna, di della che, nelle cui coscienza la nelle attenda da amore un quei dolersi concordia tanta Diversi affetti umana fede dalla derivava Tanta di nel felicità uno nire interve- all' arte. e siderato con- come potessero concordi quella gran giudizio, mai lingua mirabilmente furono may, di hanno antiche segnatamente e d'ingegno, fede, favole che danni più gravi alla delle morte ultimi tempi prima alle mie, dallo volta in SECONDO dando tale effetto anche a stranieri, che con di e sentimento col in stato novelle sorgenti dai aurore, della e altri ad poeti belle più che gli relazioni età, così r antica e Ricordo che dice in del questa non le di « Ah, vorrei quanto dall'amore in e talora sentimento, ai novelle tante si dolse alle tanza all'esul- mezzo animate cose mate inanidi non invidiò e piaceri dell' maginazio im- cuore. amando alle e che più bel sonetto, in cui la vita sociale innumerevoli son cosa E, offeso dall' aridità della coscienza ; che viventi, come scorgere favorevole badano contiene ciò e allodola, del fanello particolarequel gli uomini, natura, che ricco laghi, finità un'in- per tenerezza quel poeta abbastanza essere la tutte e mondo, del dallo veniva sé tra trovò esso profonde; Eppure, umane. cose esteriore in dettato stato era alcun d' affetti. Dai dell' talvolta adegua sia tramonti, dalle nuvole, e farfalla,del passero, del cuculo, che il mondo ispecie di piccole creature in che montagne, egli ricevette d'impressioni nuove disse credo pensieri e di dalle cascate, Non che giunta con- spesso natura, Wordsworth, il mari, dalle trova alla amato tanto l'amò dalle affetto zione l'ammira- tempi si umano. quanto dai nostri antiche cuore abbia moderno parentela d'immagini. vivo più abbiano la medesima favole delle mai quei componimenti degli poeti inglesi dei Nei S65 POETICO. PERIODO piuttosto esser bellezze tutta nostra. moderna, nato che ma escla- pagano ! 266 CAPITOLO Così, stando belle, che uno possibileche è non che che dà dei momenti chiudeva antichi. Tuttavia quel il fossero immagini, Alla canto questo vive, si sentirebbe * il sonetto intero world The Little We we bave This Tbe is Sea And are It moves A pagan So given I, standing sìgbt bear in old tbat bosom delle alcune di anche è lamentata l' dal- vederle {lessforlorn). poetical woold I*d moon; ali out hours, flowers; of tane ; be ratber pleasant tbis make rising blow tbe at ! outworn; creed on : boon sordid a are we soon, powers sleeping God! a and our ours; to like now Proteus Triton is bowling be noi—Great suckled of al derelitti. morte, seUct away, tbing, every glimpses cui "waste that hearts up-gatbered Have Leopardi, orfani ; late us lay ber will tbat Have Or our bares that US might with we Nature in tbis, for For d'animo appunto The much too see winds il abbandonato spending, and Getting posito, pro- Works, Ecco aonneta. 1864, 1, 365. Miscellaneous dei più belli del poeta inglese: che è uno Tauchnitz, B. al nostro s'eglipotesse ancora meno sua degli oggi, privi quasi Wordsworth, William Leipzig, per di Primavera, che Italiano,affermò del tesoro un le favole questi mitologiche, la creature dalla condizione stessa uomini gli è importanza, poiché somma fra tone Tri- poetica tale si attiene poeta inglese,nominando quelle in che pareva antiche E lui nella altri moderni; tanti quale è di potrei : questo sé, creato natura, ciò che momento vita invidiava non per ci fa veder in alla cui per Certo nella cose il vecchio e »/ rari ammirazione immagini, mare corno più che stupenda di suo tante rivivano più dal sorge fiato al Wordsworth d' questa riva, potrei veder su Proteo veder Vili. bis me from wreatbed lea, less tbe forlorn sea horn. ; ; 268 CAPITOLO senti dai è questo a presenti,ma quali dirai ai voi amabili di ricorda Baia, di la virtù di ci ancor La antico, anima cui ceneri, di la morte * John quel by W. grecian on a ' shall old Thou shalt remain, Than ours, a Op. kno"v on cit.,p. Ibid., 224 ago is Beauty Ye mondo poetico stesso, riposano in Works^ London, E. : friend this in to truth, truth earth, and with a Moxon, pp. 229-30. 258 : Written Miacellaneous generation waste, of other man, to whom ali on ",— need ye May poems, poe- edited midst beauty cantò mirabile un urn: When e * Rosetti. M. memoir, come Shelley,il quale amico Poetical Keats, rispondenza cor- poeta inglese,le Keats dello suo al altro un quelle del italiana. Parlo in terra amorosa mitologiche,tante ebbe di i canti come della vita.^ il Keats che stima concedergli compiacendosi le favole della belle sulle nobili cuori, considerava oltreché periteper noi, chiedendo s' avvicinava data, di un' era madre isole di Grecia nelF anche dove, pure fra due cose E la bellezza.* là di vati che quei della si faceva insieme che anche antico, così tempo un e : desiderio mesto con giovane Maia, pregando e italiano felicità, che altre bellezza è alla vista come tempo come poetica poeta del sempre lodavano ne al Leopardi poterla cantare rive degliuomini, sulla terra, sapete d.^ E alla Ermete, di amica stagione Y Inglese volgevasi alla dolce nella voi di sapere divinità altri dolori ad mezzo è verità, verità ciò che occorra il in sempre Bellezza : tutto primavera le starai generazioni,tu diversi Vni. woe thou that ìs to know. say'st, ali day, Dedication, criticai Ode SECONDO reminiscenze è si di più leggiadro idillio ad Leggasi che, pur qualche più gentile che stupenda una la stessa non sieme in- opera ^ VArethusa nimento compo- ; ovidiane, reminiscenze sue fare da più semplice, di più di cosa le in altri siffattamente moderno, e la attestano antichi esempio con Mosco, ed di affetti. Anche unità molte e di meglio al sentimento compiuta una è che pensieri e congiungono d' arte. la tenerezza poeticiglielementi lavori 269 POETICO. tutta componimenti grecità suoi ha che del dei uno sua ^ VAdonais metto PERIODO caldo del narrazione e di poeta latino. Anche improntati di classicismo due i sono of Apollo,Hymn of Pan,^ scritti intorno al tempo stesso che il Leopardi scriveva il suo Inno V Inglese per entro Nettuno. Se non che, dove a Hymn le antiche immagini V moderna, coscienza che imitazione le esprimeva aspirazionidella Italiano,volendo sembrasse lavoro un tentare originale,soppresse invece, per quanto potè,ogni sentimento può dirsi Poi autore. quel e : in tanto quella che distingue edited Pbrcy with Bysshe a memoir, p. 313. * 8 Op. cit, p. Ibid., 35-6. 32. by M. Blind. il voler antica, e' è Shelley Shelley, A siamo, ravvi- ne l' del- ammirazione, comune dagli altri poeti della ma * lo ce contro vita personale suo ancor ci rimanesse piuttosto religione della cosa che una non solo stessa selecHon sua from o qualche dal pardi, Leo- patria; the poems, Leipzig, Tauchnitz, 1872, 270 CAPITOLO perchè Vili. egli credeva sempre, per chiude tìellas), e, mondo il la terra che il sole come un' altra ricevere può il cielo e from lascierà tramonta, splendore e agli uomini suo Atene Choruses de' suoi V ultimo leguati di- come essi rinascere poter Sorgerà più splendidiancora. (così ei gì'ideali questi consideravano se al ciò che tutto dare.^ può II. Venendo L' soli due. Goethe, forse al la lingua Goethe, e la e al classicismo arti si Napoli in Op. cit.,p. Gesammelte Leben miisste; menheit der fede Werke Band, beschliessen, zu nur dort bringen, bildenden Anche venne di in vince dea Grafen essa il cielo educarsi studiare poter L'amicizia produrne ri- come per credeva cui che nnd Stuttgart 1856, erster denn tadino, concit- le i trarre poi onde fece anche più in certo : ogni errore; 330. Banden. za studiò più particolarmente per quella ' filnf si e Ci vi morì. legò col Leopardi,lo * Verlag, Au8 e e ammaestramenti.^ Di suo fine il riso del nostro senza da figurative, più fecondi altro nazionale. poesia Italia in nostre antica minarne no- che, dopo il possibilele forme, ritemprando egli amò venne qualunque l' arte ammirò il Platon è uno di più di Tedeschi, mi contenterò ai ora wenn Eunst Augsbnrg, XXXV: « und wenn hoffe ich dieses zìehe AUGUST ich In I. G. Italien ich mich meine Knnst Wort nicht die Platbn VON grdssten Ootta'scher denke icfa mein dahin zur eìn betteln Yollkom- Frevel Belehrangen ist. ". SECONDO la quale, se due PERIODO Dante per era di maniera di Con liriche tanta del abbia Ma al mio antiche da scende vezzi, di altri più posito prologico mito- insigni poeti è nel Platen simile autori, all'antica volge dal cielo in il sole cit., I, 83. p. Keats Unter potenza Wàhrend Seìne Tief Die der an almeno lichten herab sìe Flut, ihn Nncht rings uinfangen, hangen die Quelle, Locken bis netzt in mit sachter Welle. del della del pardi, Leo- bellezza, dei suoi quando ruht Lilien e della come ricordarne versi, dall'aspetto mosso : Jiingling suoi già divenuto la splende divinità stesso anno regina tutta Voglio le verso Venere, scritti Y un vato quello osser- a in alcuni espresso si strettamente notevole animo, in a mentre Op. episodio altri primavera, ispiratricedel ei si strofa V classico,anzi italiano. Anche della * Endymion,^ in (1835),quand' egliera morte che soggetto, noi inno vero V come che ciò movimento : sica, clas- grazia rispettole miglioricose esempio a movimento qui alcune moderni. ritornando attiene tutto tal ispiratofelicemente settentrionali caldo squisitezzae ricorderò quale di Orazio. e vista, conseguì in pareggiare per ad quella componimenti Pindaro, di Teocrito leopardiane.Valga sua i suoi sue da un talvolta alla delle Tedesco nel modelli moderna, della vita mirabile quei i cristianesimo, per scontenti foggiare sugli esempi il era giovani poeti,così È Tarte antica. %lì POETICO. la ella prima 2731 CAPITOLO ad apparve poterono Le Adone. e bella quell'immagine, Tedesco Tra lo Schiller. antiche favole del canzone la poesia: egli tolse esempio, di della di ingegnandosi * Op. Die ich Haine Ni e glànzte einst die KUsten dir eigen Der schSne il cui di die Schiller, Gott. » * Buch., Ibid., 219. Ibid., 227. che an- canti, per possibilei una caratteri verità Ma logica psicola sua die zuvor! erschienst. sich wieder Dienst! ci fa Venere rammentare della famosa (I, 8-9): ponti, ceqttora lumine ccelum. diffuso Werke, Sammtliche 1869, I, Busse Bild. hernieder, erneue ridetti nitet der du lebeudige a mild: GStzen Adou es Grasse dem und Sonne dem empor, gSttliche sentimento Ubi Già betrete, innig das Lucrezio Placatumque con poesia classica, tradizione. immer noeh kommst; Du della loro ich send' konnten So quello Gebeie fromme VerdrSlngen Als suoi a Kassandra,^ qualche di e dar GlSlubigen, Der J. G. ^ al e simile : làchelst Du ' alcuni conservare p. 124 Indem invocazione di è delle Griechenlands.^ rispondesse alla cit.,I, un'ode tanto cosa mitologiae InbriìDstige Dir, Kypria, È fece Leander originalidegli eroi, che ammiratori Gòlter und Hero soggetto i moderni materia a riderà sor- qui nominare, Leopardi, quantp Die che adoratori/ volevo nessuno questa sua che non mondo dal ogni altra, sopra tutti sbandir mai ai suoi eternamente dei romantici divinità potranno non L'altro Vffl. 62. Stuttgart, Verlag der SECONDO al mondo ammirazione che efficacemente della Grecia, dove fra quelle che loro i due Per salvo ma, e il v' era modo che bello, senza poi ne da moderne, lodò deir Orco così parere e Né dei ricorrono * ZuMBim. era di men le di tante che ciò del Tartaro, che ad le tutte oppressionipagane deliziosi e pur desco lieto. Il Te- partie col trionfare belli egli, il grande almeno gloriadell' umano a stato po' meno; vedremo, a tutte più sempre lamenti Iliade, XVII, lizzano Essi idea- non ora accennare cielo a detestevoli nella di sentimento e Leopardi un or mostrano di- greche Schiller,ne ricorda talvolta di mestizia velò matrice infor- emancipazioni cristiane,o Gli parvero avversa. II lui cantate finisce che soltanto forse come gentile e men di tante e lo si ricordò ; né noterò le favole che punto di stato forme così le differenze allo stesso in ciò le suprema fantasia di lo innanzi. per alla sono felicità della vita antica. quella vita mai air idea scienza co- canti. ricchezza gioventù e qui la e lunga gran Molte ma poeti dunque la fatto poeti; si riferiscono dei la i due di più sugli Dei canto proprio pensiero antiche. cose manifestò ei citato prevalgono dipintura delle differenze nel il 273 POETICO. classico mai moderna e PERIODO di rito spi- ogni forza gni persinoquei re- Omero fatto aveva Achille, e il cui ricordo il intorno poesia greca gaio canto al destino dallo di Orazio. umano, stesso che Omero 443-447. 18 ^ 274 CAPITOLO alcun tenuto E considerando conto. del suprema antiche vaghe che poter questo, più ad anch' degli uomini. il cielo la divinità sua casi nei air i suoi umanata, che umani, favole alla arte, innanzi antiche specie di il pei primi. altre parti del era la T avversione di per La alla molte al stata suHa tasia fan- più in ispecie bello fosse dere acca- ghissima religione, lardi e l' ispirazioneal- grandi fantasie moderne, e lo Schiller la loro vano s'inchina- avversione li induceva condanna anche a gere invol- religione poi essa 106 alle quella limite, cioè il gran IdilUf 'ETTtTccqptogBtcDvog, celesti felice potesse vita forse il di stessa cristianesimo tutto e poeti,e più Leopardi Ma cuore che ciò più poetica. In da * a medesima nella cordi con- eroi, i suoi martiri, ai nostri e conforti cui a sono quegli interventi e nostra. bastata era umano. popolatodi spiritiinfiniti Italiano, sembravano nelle n' Aveva la terra, avuto e nel soprannaturale, genere è punta, efficacia sul molta menticare dicetto con- un Eppure questa religione era di essa luogo vollero moderni i due cui certo un cristianesimo. felicità del in cosa fede altra ogni alla conferire fino il più secoli,credesse lui di a di tengono ora tura sven- conoscenza immaginazioni, essi anteriore Un' altra la Lucrezio, riproducendo come greco, poi quale nostro tempo quelleinvitte leggifisiche,che delle abbiano questi poeti moderni che sembra Mosco/ a Vili. e segg. che vavano tro- nemico 276 CAPITOLO di tentai spiegare razionalisti Poi, perdita di fede nei di belle tante destini veramente eccelso che di molle tedesco, più o, la è del ogni I due verità Die dolci bisogno che ; trici creature, abitaallora che in nulla antico, brama onde obliarsi grandeggiar perito in quella tempo ci fa ricordare credere perdita però Carme sopra il viva così era lo prema qualche non da un di cosa è nel poeta aspirazioni Inoltre, lo Schiller, rimpiangendo possiamo lamenti sia non la per conosce mai, vi è soverchiato se antiche, non il Si direbbe di dolore non acque, umano. amare, severe. favole e di voluttuoso e Italiano quelle valli, monti bisogno i maggiori avuto stesso ammira e che rivivere lieto il vivere le hanno suo ammirando ; e possano di se umani, pensiero, V fatale rovina priva di grandi non antiche, ha sempre cose nostro del a come moderni. Tedesco, nel il se e paese il mondo, verso capitoliprecedenti, quel riguardo che, religione del proprio benemerenze dei uno neanche gli ebbe non in Vili. certo per ragioni che queste, ch'ei meramente come neir autore motivo. egualmente persuasi di giovi adornarsi der Oriechenlands Dichtung noch Durch die was lieblich um die Hiille, Wahrheit che in lui alla leggiadre finzioni.^ : zauberische ne tiche, este- altro Gòtter Und Gottschall Mitologia,così prevalgono molto Da Monti; perchè, sulla poeti sono Sich col del le wand, floss da LebensfuUe, Schopfung nie wird, empfand. empflnden ' PERIODO SECONDO Per amendue sole, non è Io più globo inanimato dolore di di luogo Parecchie il Monti poi nelle esse dolci note del sulla Riedi, Delle al e tue Wo vaghe più di che ci sia dato amore,^ Diva ; dolce Tamaro Verità. Weisen unsre Feuerball è V tuo aureo Portator della sagen, l'Ore Fiamme sich carro, maestoso o luce, occhio danzanti? ove dalle spiranti del Mondo? i destrieri nari? Ahi misero! immobile inanimato, di foco Globo le nuove ti cangiar Poetiche dottrine, alto gridando: Fine ai sogni alle fole, e regni il Vero. e ^ immenso, un Dient Die sie knechtisch dem Gesetz der Sohwere, Natur. entgdtterte le stelle, non piU rapite in giro l'eterea vòlta Armonioso, e per da dive Carolanti, più mosse non dannate al freno Intelligenze, ma Della tira centro i pesi. legge che a ' Il canto Ti vien Era il Da re che lamento tiranno Leopardi ombra notturna queta al core, quel bosco di regal donzella indegnamente offesa. da : E Disse la Musico Or alla sì dolce vieni te fama augel d* umani eventi esperto, che tra il rinascente chiomato anno bosco cantando. di duole Si dreht, damala seinen goldnen Wagen in stiller Majestàt. Lenkte In minore non Leopardi. officio, o bella col ragion fantasie tiche.* an- mitologiche ricorda tua wie ein Helios Ove il oggi immaginazioni rosignuolo non in jetzt nur, Ov' ha dell'aspra Seelenlos gravità,che tenerezza primo sicura Tempra * con Mitologia: riedi Ah parlano pietosa storia una Sermone Amendue finzioni una con per intendere un belle molte altre che quella Apollo, bensì fisica della quella legge il usurpa fuoco/ nel di splendido carro di vedere il dover infortunio un 277 POETICO. e dentro 278 CAPITOLO buccia la Vili. degli alberi più palpitiil petto non dì qualche gentile creatura.* Pur nondimeno, Monti nel sembra ci quel che dottrine che da fosse le menti fine m m Del di un Entro dei ignorasse che al si animava tichi, poeti an- possibile il danno la- buccia il palpitava petto Driade. saltante Leopardi tempo dilettare poter egli resto » la quella pianta D'una : fiamma T esangui vene, foglie, palpitar segreta doloroso amplesso Viva Nel agitar le Spirar Dafne o e la mesta Filli già fu che, dilettando, i prischi Tempo archimandriti Dell'apollineo culto in terra Di in cielo e quanti la natura nel E nell'aria e mar produce effetti. Tanti numi celeste La Uno onde creare: materia spirto, Fiamma una scorrea, e la mente, una l'alma che tutta per terrestre divina gli qual luogo probabilmente 724 e (JEn.f Virgilio VI, segg.): Principio Lucentemque eoelum ac terraa glcbum Lunce del era Il di i danni ?????• ^ Di ristorare creazione una tore l'au- sperava quanto Pare umane.* ?.?.?.? * che tologiche mi- Musogonia venuti. eran quasi dal mossi ?? ci persuaso la natura della e favole romanticismo, migliori potessero quello mostrava ' eflfetto del un delle la morte Feroniade della cetto, con- gran dolore, eh' è proprio degli altri gran come •- impiccolito quel Considerando moderni. queste somiglianze, tutte con fu mondo. ispirato da queiraltro liquentes, astra, Titaniaque arttia infusa per eatnpoaque alit. totamque Spiritua intus miacet. et magno ae agitai molem eorpore hominum Inde peeudumque tHtceque volantum. genua Et aub monatra marmoreo fert pontua. qu€B caquore Mena Lo ha stesso Virgilio concetto, nelle espresso Georgiche, IV, in 220 parte e con segg. eguali parole, SECONDO dunque eh' era da una da procedeva mentalo si non morto audace e del conto fatto gran poeta superava delle favole restringe di mondo differenza, che air mostrasi ogni menti movi- egli ha poesia. vera quest'altra corre non accenna samente espres- il Monti vagheggia un Leopardi invece il la perchè speranza, cosi singole persone, in volta, non una nezza, giovitutta risorge mai. guardare poi Per soltanto noterò della la minore ne anche presente, tramontata specie umana, più fanno così i mostrai mìei Nei come Gòtter vita stima pieno * Die di nelle come la del se nei quella leggiadra o poeti e che di giusta invettiva, si non Io Schiller avvenire, privo di e i tre se migliore tempo la un di rifarle belle riconoscere pagano, ultimo, fra In tenne non nell'ammirazione arte questa affetto vero venisse sentimento moderna, dobbiamo lamentare a del fantasia neir smettendo luoghi dove, ciò quella regione appunto e Pure poi quel i" lui stesso antiche vita.* nuova boreale in fantasia Credendo coscienza che nella rifare cuore. scuola della proprio tutto il che più profonde cagioni,e poteva più per 279 POETICO. PERIODO che da in lato questo essi il moderna, è fede Studi il Monti altre quale contrasta nazioni. nei destini sulle x"oesie conoscesse Griechenlands, e molto umani di il glesi, gì'In- lieto un che, quanto alle sorti della poeti delle di anche V. M. canto ammirasse Nello e timento sencon poesia, Shelley, nel Words- cit., p. 194, dello n. Schiller, quel poeta. 2, 280 Vili. CAPITOLO cosi worth, della innamorato zione delle favole tutto lo sconforto mitologiche non le finora ; anzi poteva visto indurre cordati poeti ri- nei che anti- più gloriosememorie destavano sovente emularle abbiamo che dìspari- la natura, in essi come brama una di vincerle. e IV. Ma è alla commenti fanno oramai tempo sola concetti delle riduca io mi della canzone quei una che Primavera, bellezze quelle e col più singolari poesie scorso di- e ne che ne del secol nostro. Se il in tutti quasi Leopardi guarda colla antica alle mondo del che possiamo decaduta. r quei che « dolci ^ A un Negli Mutò la ria sto- più che padri e quella qui pallone forti oscuri gente ritrae in nel suo 1* insano esca non nudi gloriosi studi. porse, civili, immenso amore : errori e i le virtù immaginazione là dove ai ozi ; errori nel e la visione quelli eh' egli ^ » ameni Costume tra patria, Y dell' inganni vincitore si ferma ammira insomma forti errori detti sono questo i nostri canti carità gloria, tutti chiamava della noi, prole così miseramente altri incomparabile alla ebbero averne Negli in differenze esteriore presente periodo al contrasto sempre moderna, particolarmente del i canti stesso particolare e del stesso cuore lin- SECONDO Errori guaggic* che errori primi, beila facevano uni gii i civili,gli altri in grembo Or, dolce nella il guardando medesima la vita E di come che a coi questi siffatti ameni indurre che nelle menti loro, gentili,onde i loro voci invitando gli uomini cantava vices iam Zefiro decrescenti et a ai celeres campis caslestia reparant il i celesti sole, stessa lunae.^ immagine, danni perchè e avvivi, onde V fugala inferme aure e sparla Patriarchi: alle Leggi del Valse r Pristino 0(2., IV, maveril pri- ripas secreto ..... » festa : Ristori Inno gramina Leopardi, ripigliandola Perchè * quale, comse; taraen incomincia il praetereunt.... Damna il le : Arboribusque E sé salutarli. Orazio, di vano danza- in rallegrarsidella a Diffugere nives, redeunt Flumina vita, così, solevano poeti nostri. sovrana ridestarsi più particolarmente terra V arte specialmente a primavera Si ricorda Mutai padri spirò eterna sente che immagini nei anche errori fantasmi giovinezza, vaghe ricorda ridente natura, nuova per soleva consorzi nei natura. alla delle secondi, salvo vita alla come si rammenta poeta i la appunto stagione 281 POETICO. PERIODO 7. cielo ameno velo. e di error, natura le indatto fraudi, il molle 282 Delle il petto penetrati boschi Ne' bella La età, del Face del ^n., ^ Quasi 0 meno si trovano di et vagia In antico. credere se 17 una sostanza, cosilo, : eredita nequiequam locuzioni e latini. Oltre di sopra, ventis. reminiscenze sono quelle di Orazio, le seguenti notansi flore, VI, che (Yirg., trovare montibua ae gUeba humor reaolvit, nubea reducit. aolemque 4: terree ferunt quem aolutce. 848: questo non eutn gelidus canis putria zephyro fugat Odi, I, Eat apud Frigidua. latini. come : Colleetusque potrebbero auaua poeti novo, jEn., I, 143 in sono : Vere LUCR., V atra : citato passo Aut e moderno queste imagini fedeli Oraz., sciagura LXV, dieta tua tutte nel ; sepolte dolor nel poeta pennia Liquitur leopardiana 15 Carmina, Georg., I, 43-4) Come del VI, PrcepeHìms Nee la cui poeta invito Catul., * belve tempo? parole Viro., le sciolte fra consunse ver Innanzi risposta air speranza nova riede menti Umane e luce diurna commosse alle stanche Forse la e e alle induca Pruine * * desìo, d' amor Novo Le inerme augelli al vento, Gli s'avvalla; ombra la grave nubi Credano più Vin. CAPITOLO ho Ammonta così fanum nei creduto esempi luce fona seguenti notare quasi in le diurna passi della locuzioni ogni pagina canzone di dei cui si classici 284 da CAPITOLO essi, contribuiscono della canzone antiche moderno di che ripete quasi la salutare per di leguata didi voce mente più degna- fantasmi giadri, leg- paradiso fuggitivoinnanzi come passava role pa- un'armonia robusta quel maraviglioso popolo che il resto eifetto. Cotesto echi ma sempre, in tutto come medesimo si direbbero per un qui quel a Vili. sguardo. allo Per qualche da dominato del Che un'improvvisa mondo era di ogni quella diremmo istante finita ; altra novella della creatura stagione? poteva Era egli ancor i Di Febo In sempiterno? meno una * Viro., ispiri e cor, questo degli anni suoi fior tu, vivi, 0 vivi, di egli poeta jEn., I, il attende domanda che 722 V, 504 vecchiezza suono la impara? corda. : sidera orecchio accoglie? risposta; sconsolato uno : desuetctque amara santa voce non sono tenti eh' il dissueto* e materna MeL, vista anco, deauetaque OVID., ed sua. spenti non gelido Natura? il ed odorata, Vivi Ma e raggi al misero Primavera Della capace la natura, ancor Ollenebrati Nel palpitialla di la voce? sentirne Questo gioventù finita la umana, i suoi ? Viveva vaghe immagini La speranza. poeta più precocemente e, significavanodunque il essere cerno. la sua era desiderio, SBGONDO PBRIODO volte ch'egliesprìme, ripetendo tre il quale par 285 POSnCO. e: l'angosciosa interrogazionedi un che, assistendo allo della spegnersi hanno già detto. Poi, quasi togliendosidi dubbio bella La di la natura, dell' quello Già il elegìa, se dell' inno, se D' imnrjortal Scossero ; l'uomo. cento prevale l'acal presente albergo, danze piede i ruinosi selve gioghi (oggi romito venti). Qui si rammenta cantando la festa un* altra volta di Orazio primaverile, descrisse che, sime le mede- danze: lana Alterno * choros Cytherea lunctseque Nymphis ducit Gratise Egloghe, Perditus et II, 58-9 tu anche • « altrove. Od.y I, 4. imminente decentes : floribuB atutrum fontibu8 liquidis immiai Georg., Il, 200; IV, OVID., Met., X, 122 : Cfr. ed Venus quatiunt pede.- terram ViRG., ; specchio e l'ardue e dei Nido i rivi liquidi fonti.* Arcane i Furo inno ancor era per quel passato : ninfe albergo di viva, poeta guarda al di candide Placido che non gli tratto un cantare a elegìaed è insieme suoi affetto materno e tutta gioveritìi voce sua i pure ritorna tormentoso, quando tempo che ciò non occhi credere a figlio, madre, voglia al Vivi?», quel : apros. 18. liquidi ducébaa fontia ad undam luna, 286 CAPITOLO E Quelle all'antico: fortunati ; Per essi i che nidi dei venti. a pensare selve il danze poeta moderno le vedeste risponda voi, padri o vostri ? potrebbero mai vederle i figli deserti e le selve non altro gioghi sono ma Le quello di stormir parole fronde, che al pianto, e come suona quali ultime del lamento felice tempo ci fanno tra folte Leopardi, in quella disposizionedi animo, poteva sua un che qui par ancora YH!. sembrare quasi nella miseria. V. Tale breve a visione del Meridiane Margo Le tempo pastorel eh' il incerte* antico, che il d' ed lungo le ripe ; e Vide, e stupì, che non Viro., ne' Egloghe, 8ive sub carme tremar V onda palese al guardo Diva* faretrata Scendea al fiorilo agresti Pani Udì La all' ombre agnelle, arguto caldi V, ineertas OviD., Met,, III, 252 flutti,e dall' immonda 5: zephyris motantibus : pharetratcB DiatuB. umbrcu, una sulla poeta de' fiumi. adducea sitibonde Sonar * in ritrarre: e * com'è, quasi leggera nuvola parentesi, passa ridente chiusa, immaginazione, gue se- SECONDO Polve PEBIODO della tergea Il niveo lato* e verginee di perspicuitàclassica. precisione di forme, tanta mezzo velato ombre incerte, quelle nivee di e pastorello.Qui del e Belli di così delle consapevole conforto da sola una Vissero Aure, Fur Te e fare mondo i fiori i boschi la Nessun gior mag- sentirsi le veder con deir per e Oraz., la litania gente, umana le dì. Conscie lui piaggie e le molli lampa alior che ignuda i colli. alla deserta notte Od., 111,27: OVID., Met., Ili, Hie dea Virgineos niveum Europe et Credidit 163-4 ailvarutn artus doloso latus. tauro : venatu fessa, solehat rore. liquido perfundere polate po- natura, T erbe. e un le nubi Sic « mondo. del tutta che circondava Ciprigna luce, » bellezza della famiglia: Vissero timento sen- Leopardi quelle campagne e antico gentilidel e il bellezza nostre. cose uomo lo quanto belle più V per Diva, della diceva come gentili;bella creature quelle sono quelleimmaginazioni a altra ogni di cosa antica, sposata al que' gioghi,que' fiumi di tali principal cagione sono poetica, anzi qualche Pure palese allo sguardo non vita perplesse che, medesimo, e' è membra e l'arte dà moderno, vaghe braccia.' ondeggiante: nelle acque immergentesi caccia sanguigna le Dipinturamirabile in S87 POETICO. preso comcose come 288 CAPITOLO gli occhi Gon Te intenti alla compagna via, più infelice mancati quei al allora propri simili, fosse coi nel non consorzi fuggendo conforti corso morte cercar assai più nei dolce le fatali V onte, e al petto altri nellMme accolse, remoto Viva a bero sareb- non chi, in guerra e ; trovata e ispidi tronchi Selve mortali gì*impuri se Cittadini or de* mondo: che Ire te seguendo, degli uomini boschi, quivi V avrebbe che il viator immaginò. Pensosa Anche Vni- agitar V esangui fiamma vene. Spirar le foglie,e palpitar segreta doloroso Nel Dafne' Quel che petto di riesce caso, Nulla per gentile nella vita forse molto * OviD., e nel MeL, Sentii adhuc Apollo che, di trepidare ancor adatta poco di Filli antica e che quei dell' in stipite dextra sub cortiee più uomo : novo figliedi boschi ! poaita trepidare il al presente delle di autore consolatrici dolore I, 553-4 il sole. effetto,accompagnata, il nostro di simili creature, solitudine prole ovidiana sente reminiscenze dalle Climene. e pianta, Dafne, benché di com'è, immagine la di Climene in Eridano sommerse la vaga o la sconsolata credè abbracciando Filli la mesta o Pianger Qui amplesso peetus. bello lati poponella SECONDO Già e da anche PERIODO dagli altri quellianteriori 289 POETICO. di canti si vede questo periodo che ciò tutto come significavavirtù, bellezza, gioventù, congiunte sventura delle eroi Termopile, gì'Italiani ritirata Saffo gli di nelle innanzi Consalvo, grande vita amore più beltà funesto « che OVID., MeL, nimium Quas feeit, Eroide, Phylìida lìle ZUMBINI. ut nella che ned le terra magini impolcrali. se- ad umana bile no- l' avesse tra sempre poi mitologiaesempi bilmente rispondevano miracui a tolse Filli con parve di che, der pernon le proprie giovanilimembra,* e : placui, kedar, II, due Leopardi.Meditando travaglio interno, I, 546-7 Qua OviD., passioni,furono l'innocenza;* in pose le vecchiezza propria bellezza, e al gran mani * la leopardiana) vita una di e grande idea, una che terrene anzi resistendo mosa fa- monumenti tipivagheggiati.Dafne, dono questa di trovò e affatto loro una dal cercò creature ai di e ammirate questo canto, di altre ad o spenta prima spogliatadi cose l'olocausto gioventù persino e scolpitesu' Certamente le belli di lui a Silvia, Nerina muliebri un nella poesie dei periodiseguenti (eh'è bellezza morte e caduti ispiratoparole supremamente avevano passeranno Gli cuore. suo Russia, il Tasso, Virginia,Bruto, patetiche.Anche amore sul morte, potesse tanto e a Tellus, mutando 147-8 ani hiace, vel islam, perde figuram. : leto dedit, hospea Demophoon prceftuit : ipaa manutn. f amantem, cauaam 19 290 CAPITOLO albero, manifestava in convertita col Demofoonte, le fiori; e in mutate il per affettuose fra r uomo nostro, Né dell' Non i luttuosi latebre Ma vano di Cui Delle Le Ella desolati e querele al fato escluse per grotte. albergtii. l'alte e e rotte curvo insegnava.' Etra OviDm Met, TI, 363-4. in Cortex Inde « spirto. ignote ambasce non Nostre * membra. scogli nudi Per le vostre duro OVID., novissima verba Met., Ili, 393-401 spreta Protegit Sed silvia latet ; et Vox ; ilio vivit frondibus in erescitque dolore miserabile eurce macies ; abit ; vox et in ora antrie. corpus amor, cutem onmis : pudibundague ex vigiles Adducitque Corporis ; aolis hoeret tamen Extenuant venit lacrtmce. ftuunt aera tantum, repulsce 3 V. Flacco, At meda Altus : ; atque ossa ossa Arg., V, per equos, terga curvoque 413-4 senis diem : rapit ipse nitentes olimpo. subtexit : sucus supersunt ferunt lapidis traxisse figuram. Inde latet silvia, nulloque videtur in monte ; Omnibus auditur : aonus est, qui vivit in illa. manet che an- La interprete venti, cui amor, tenere V accenti misero pur il dolore solinga de' abitò grave lamenti come mentre Eco error ninfa pene. affanno negletti ferir Paurose creature : umano Rigide balze, Voi era novelli lagrime nostre nei suoi la natura e altre Seguono der rive- che, versar partecipidelle e il genere tutto di cessavano fratello/ di tutta amorosissime Eco,* esprimendo tenera di pioppi,non gioia di la rivestirsi Eliadi, sorelle perduto più Vili. 292 Ma già in quello stesso che sentiva di non le di r effetto può terrore: di fantastica tutte sé, da stessi corona il cose ci si mostra che La belle in come bella una non tutto pur lo alle così aveva che di quelle del paganesimo di questo quanto divinità la fanciulla il le cose solo e morta esso antiche o vinità di- di che accade. somigli allo un bia ab- almeno Non cristiane, succedute ; nulla cor an- ! Il cielo nia mondo, regga, gli quelli che quelle in E primavera da vole fa- vere. inanimata. diversi privo modo che di conto che animavano consapevolezza un risurrezione coloro natura molto sono qualsivogliaIddio un' allusione poeta partecipare in qualche ci sembra a asconde. sparisce ogni inganno fiori onde non note valle quelle spettacolodella lo fra colpa ignudo, ahi!». tennero finalmente rida, fanno di te «Ahi, farlo mitologiche rimane e dolcezza, provata da air infinita spirito, di vita varie tue la bruna assai lunque qua- al nostro riscotendosi, manda di qui : forma, caro Quasi foreste quelle tuo; dello scarso, comunanza cognato non Men Ma l' del- condizione alcuna delle non Dolor quanto trovar Il gener a la paragone per Ma tratto chi. quella degli anti- perfetta come inganno, il cantor grido che passeggera, giorni ; perchè mancandogli egli non egli sto piutto- erano ai nostri uomo e illusioni commozione senza fantasia della inganno proprie una fede una Peggiore sé Vili. CAPITOLO a stra- SECONDO in r Heine che zio Schiller del e resta immensa. Per ahi, poscia che Son le stanze Per l'atre freddo meste Tu le Tu dei mortali allo Cosa Pietosa VlRG., i fati ^n., * X, Viro., o ^En., IV, 264 ; ^n., Viro., aprica seno, : nuhihua et 248 ignea inania miaeent. murmura ; Georg., II, III, 29-30 atria 308-9 ; OviD., Met.^ II, ; frigidua horror quatit. MeL, Ecce, * neU' nell' equoreo 209-10 ntihi OviD., vivi, pur spettatrice almeno. ma JV, ^n., Membra « indegni tu ; se nubibua Cfr. estrano Griechenlands. Oótter Viro., e ciel,' se ccedque in Terriftcant animoa, » poi eh' affanni in no, paro prole ignaro* sua spirto mio alberga s' errando, a ; e * il tuono la favilla antica e veruna Terra Die cieco e ascolta. de' nostri se natura educa; infelici natura, Rendi di anime parrebbe Y eterna * dissolve e che, antidine solitu- una non le montagne e orror cure Vaga * nubi' nativo, Le « poeta iniqui petti e gì'innocenti Il suol E le divinità vote Olimpo, d' altre quelli dello ricorda ci è che non delle e lui,altre divinità Ahi In une il nostro per vissute, e GÌ' delle Leopardi/ Sparite il cielo mai esser fare volle S93 POETICO. il cui titolo stesso canto un PERIODO -^n., 8i II, 496 ; LjfcaonicB prolea, II, qua 536 sai ignara parentia. : coelo piataa, qum talia cureL 790. : 294 CAPITOLO Con « Se della seconda la seguir Se Leopardi Vivi « la ripigliar i neir vediamo or piersi comsorsero fantasmi si obliò del eh' ella esista. del deserto presso altri sue e brama ; sino per- in cui insigni lo preti inter- mente ardenteeh' quelle cose colle natura voglia ascoltarlo moderna,^ distrutto mondo, la Singolare condizione, vivano ancor in essi. Ma preghiera. Prega coscienza ha fatto dileguati,egli,rimasto immenso vediamo che che vaghissimi si furono insieme della tura, Na- tu, vivi, o santa statua, tutto sua spirito,come al concetto egli,stringendoselial petto, come interrotta eh' ella quel: interrogazione avrebbe occhi prima dubita ritorna che, in quei momento, non i fantasmi solo di audacie e egli medesimo colle sue irrequietezze. eterne Ciò che meglio distingue questa poesie antiche, nostri le solo altro questo moderno, le sue più classica Ricordo tempi dalle canzone alle intorno ; e già del De ebbe immagini notai di e mano le in rhétears de la science, paiens, maìtres temps passés et réveurs d'aujourd'hui ; est un cri d'espérance !... la priere Groyez-moì, Si le ciel est n'offensons desert, nous personne ; Si quelqu'aa entend, quUl nous nous en pitie! prenne Ghrétiens des forme mano che Musset, forse, più di affetto al Leopardi (VEspoir : Venez, favole particolariqualità estetiche. sue far seppe dell' arte qualunque Dieu) en dei sono poeta * tale ; ed antico poiché Il : specialmente con e preghiera appunto Pigmalione altre stanza ai suoi tempo ma il A ». qui. innanzi », vivi pur vivi? più otto versi gliultimi tu Vili. SECONDO di parecchie del quelle, in tutto della Primavera, altre del diarvisi la elementi. quella tutta non che ciò si neir d' la sobria di era e ma pur d'affetti,che d' idee altre rappresentazioni moderne tanto è e da Il trarre di poesia proprio Tale eh* poesia può altri moderni poeta vero un per di ho toccato della virtù dir sembrare grande intime che e, al quel dare, se la avanti, I più, dal loro sappia hanno così, fino all'ultima di gomento; ar- quel modo, con cose, ne dei comune al molto derivare dalle ottiene arte. più e possa scarsa gli effetti che, leggieriche poco più sempre perfetta. queglialtri da cose sentazione rappre- più ampie presumano chi ma delle sogliono riuscire non lettori,specialmente se confrontata che mente principal- una naturalmente essa dell' arte elette, qualsivogliamateria una con più squisito.Il farne ricca adorne. forme e nel rapida, e che, suo migliore riproduzione di proprio soggetto, a certi esser cogliere le qualitàessenziali nel stu- il qui poeta consisteva nostro le tutte il Leopardi si valse immagini classica arte del timento sen- canzone per consiste non anzi può ancora magistero tolte : onde Pure ricchezza avremmo farsi un periodo: potrebbe, dico, singoiarmaniera merito maggior egli trasfuse Or, come per la potrebbe così 295 POETICO. cui nuovo. medesimo classici dei PERIODO guere distin- collo merle, spre- goccia,si suaderà per- rapita e sobrietà, di sono poeti direi, i termini la forma sommi cui più propria intuiscono naturali delle le cose, 296 e CAPITOLO quindi Tin. che più SBGONDO — del alle favole dicesse che vita, un' poi delle potrebbe non pur di del fessione, proreale che più lo vi nessuno adoprò nostro gentili voci Leopardi antico pianga che, i cari ; onde si della estinti. a a e dire potrebbe rassomiglia maravigliose Ciasctmo vita quella tutti i mune co- modo a quelle come ridestatrici superstite bellezza in ma ginazioni imma- secoli. immagini classiche, poeta dei ciò eterne sostanzialmente di rivesti A antiche bellezze corso nella sempre ritrasse, le concetto un tutti, a nel superate ritraendo che di Schiller dureranno le prima conto lo tori can- nell'arte. esse moderni in per eterne eh' nostri come perirono aggiungere, dei ai ricorderò durare però ancora essi del realisti supreme occhiata quelle se tennero non ultima nell'arte quella Ma i e leggi antiche, dovevano si di POETICO. vero. Dando e veristi i non ubbidiscono e PERIODO forme suo. così dal adoperate che, antica, dì suoi, uno senzialmente es- fra tante la voce stesso ricordi e Capitolo SECONDO CANZONI: «BRUTO IX. PERIODO MINORE» POETICO. «ULTIMO E CANTO SAFFO». DI I. Se queste canzoni, composte tutte hanno un pensiero gran già dissi, lo significain soggetto del fra le si mira scritto nelle più Giordani: io sono che « quasi strascinato anni Epi8t.y I, Bruto dopo, 197. nuovi fetti af- nel presente poesie più personaliche nelle e ritraggono Bruto, ricorderò il Leopardi Lettera virtù di malissimo ».* Ed moribondo al De zoni. susseguenti can- di questa medesima con tredici canzone ventenne, Ma la entro ragionerò allora, e insieme precedenti alla ha leggi della vita, alle quali anche dolorose Quanto poco sino e '22, come ; ciascuna d' idee due, di cui capitolo,sono egli abbia ordini nuovi Le poeta. le stesse maniera rappresentazione propria, per e si scoprono quale ciascuna, comune, sua dal '20 al Sinner del 26 : « aprile Mes 1819. come, scrivesse quante grado al volte a stemmiar be- egli slesso, sentiments 298 CAPITOLO la destinée envers qui été ont al come visioni dei espressa confessione i sentimenti che, fra le molte allora far toujours che virtù da amata Ma se del del dalFeroe lui,come Minore nel Bruto zone can- aggiungerò stesso, scelse se trattavasi amore a era romano, volle innanzi di verso quella tanto ! seguita, quanto più negata e questa coraggio suo invitto suo dalle nella solo di interpretazioni insieme e basti descritti propri. E suoi tera let- più temperata aver cordar ri- del mondo concezione non testimonianza il destino Senza tempi antichi, ci di ceux quest'ultima questa, probabilmente perchè nuova più di una a più dolorosa, perchè poetiche soni Minore^} tempo egli fosse giunto assai et Bruto dans j'aiexprimés que IX. tutto dicarsi ven- deglioltraggidella fortuna, quellidella ritrasse di più particolarmente neir Saffo. Vide nella cui cuori dove al con solamente Da umani. fu Giordani, intendiamo cagione queir Saffo : « con in delle In anni quel tempo PpisL, II, eterno rivela 478. di che Lettera regno prime lettere, sue tutto se stesso quanta angoscia gli fosse che aveva (egliscriveva)io somma sette di infortunio lezza priva di quella bel- ma singoiar candore creatura una concesso una canto tata più rispetti:do- per stupendo ingegno, a sui donna lui medesimo somigliante a di famosa Ultimo tura na- studio s' andava mi del matto 24 maggio comune mi sono con nato rovi- simo disperatis- e formando 1832. e 300 CAPITOLO bastandogli T il crudele più fosse animo di dei un carattere si nella moderna, l'avrebbe il conto per il tuo e manto, o Ahi Infinita beltà parte nessuna bella lieti,avrà Pur nelle genti; Per dotta lira in versi farsi violenza il a e per in all'altra alle che gli siosi de- questo : il Padre, eterno regno virili imprese. noti di quasi finzione e bella e gli si volgessero ammanto. sfogare nome infortunio Annotasioni avrà ec. disadorno volendo quali accorgimenti ' cielo, al il Saffo, per come di in Studi di pensò non onde una usare rava conside- colpa. Bruto, ognun quali coperte Canzoni, segreto dolore mondo, quel pudico sentimento, suo Quanto luce del schermo volte canto. o sarebbero che divo sembianze sembianze Die nondimeno, plando contem- pensieri come avuto amene non non di cotesta fanciulla Alle Virtù nuovo forse isperando più non ancora, Alle carattere mille natura, terra. una e indirettamente, Certamente, rorida di poesia antica quel Sei tu, certamente occhi eroina sua proprio infortunio, della nome suo: Bello E in confessato. le bellezze detto sì nella che ma, proprio la lo disse, benché ; mai nel Che dolori. nuovo adombrato avesse rivelare suoi ^ egli medesimo IX. vie filol., p. fosse 282. sa ne- SECONDO cessitato tenere, a Delle padre. i quello, dicendo far a fede idee che s' oggi usa stata era sua creduti perciò essere Queste ».* ec. padre nel quasi al affermava tutto il Di più, legge : e più di vera alla con virtù slata i suoi ». messa censori Epist., II, che in come che air sti, buddi- che che Quella delle in a le e ventosa, spa- umanamente, parlando innanzi umanamente servirglidi passaporto Lettera morte profferissein dispregio frase domestici tenze sen- tutte Bruto, poco Marco stino. de- umano lacrimevole ciò, parlando tutto al nore Mi- Bruto vicini si trovi più voce senza vedemmo, nel Teofrasto ed giurava come intorno credo lì per che, in mitologia una contenersi di la Y intenzione prosa, Comparazione e non 427-28. ora stesso sua si racconta morte, della nella quella vano obbliga- si fa in versi, sentimento dell' antichità memorie T secondo V infelicissimo cose Minore Io « presso Operette morali, poesia come Sinner, suo vano informa- pagani, maomettani, tempo De di Bruto era far un'altra, ad arbitrio; ora si di « sura cen- severa, scusarsi Monaldo a però seguire e ; delle anche particolare, scriveva che personaggi E loro. più deir arte ragioni i suoi parlare i costumi e anche solito era le rigori della ortodosse poco scritti, suoi ai quella, forse di 301 POETICO. sottrarsi per pontificiae del PERIODO ed presso estranei. degli 8 luglio (1831 ?). 302 CAPITOLO IX. II. Checché di mise autore che, nel non famosa di rimaste. Forse la notte e i soli pensando poetessa un'ora delle una i moti di mostravasi Il canto E i versi quali notte, cadente tacita Nunzio del di Saifo AsSuxs la se lyo) e poetessa selva 5è ; e raggio spunti in tu che su la rupe. giorno. sono questi : asXocvva 6'lpxsx' fi)pa uapà xaxsóda). fióva avrà la gentile ad bellissime a sé pizia pro- descriveva Leopardi in non quelle gagliarde passioni verecondo luna fièv à vóxxsg, sono immagini due il amore, comincia: la d' Safllb pregava leopardiano Fra dove dalle da Della al tramonto, via Anche dominata Placida le della di lei ci frammento per Perchè, da come sostanza che volgeva misterioso toglie nulla. quella pensieri e bellezza, e neir altra della un che, Se Saffo, egli non di sentenze da mosse precipua nome stro no- primi versi, coi quali invoca diversa.^ la dea in accennava poco odi, neir la il medesimo. se i quel a Saffo derivassero che la luna in sì sono quelle altri,riman virtù, fece parlando alcuna scritto ne pur Ma, ebbe se ad e di parte sulla che canzone. Minore primo, pigliando le fecondo, immagini * tanta sentenza germe parere possa in Bruto che certo sempre questo e odi da SECONDO vivissima una alla cui festa tale compiere quasi da tutto della Visconti dal eroina fece r che il sue noti, seguitò essendo e Vedi di SalTo per la sua li reminiscenza, nella canzone. ma differenza questa la a quinta EpistolcBy XV, una volta, più mai. valendosi cui delle dunque il 43 e segg. che Solo di alcune idealità vera fra di colei fino a passionata creatura delicato Y eroina Leopardi, nello Note ma la descrizione con di animo sempre pur lizia de- gran stata una gheggia va- una reliquiepoetiche,giunte come fronti con- in cui T eroina beata essere canzoni. * lui poeta latino,pur stesse Quanta * a era saffiche,^ riuscì sue ardente, diana SalFo, voluta fantasia quale di noi, rappresentano e Senza due particolaria privar di ogni le nulla o poco di parte bollente sua sperasse reminiscenze che e SalFo, e inopportuno il far a sensi, della pare certi vare deri- tradizione. epistoladi Ovidio, nella noterò vita, partecipare*Per lontana una menoma per intorno con non la dunque pedantesco il ragionar qui delle tradizioni di che più Sarebbe dalla e amori, tali ma entrare fuggire medesimo, se della sogni volgare iptorno agli amori ; non di altri critici * d di distinzione da e la tradizione poetessa i meno sperava saffici, conto tener venir rappresentazione,egli doveva frammenti dai « più non invece poeta vagheggia deliberata giovinezza,fosse già 303 POETICO. il speranza, che, sentendo SalFo una PERIODO il Leopardi e bile. no- ovi- stesso do- appose alle 304 CAPITOLO lore di lei, fa sentire nostro! In si avvicinino loro aver consola solo un si potrebbe E forse scorgersi fra lamenta molli che un' altra il le Parche italiana dov' Minore amendue è poca alle sempre Son * le tue Epistolce, XV, Si mihi Ingenio Un pensiero En ego, 31-2 » EpisL la virtù Sive ita per sé giace sog- dice: larve : negavi natura rependo consolazione (Tristium, ipse quce che nascenti sunt potuere, legem dixere fila severa vitce nome nel suo III, VII, 45-7): comitorque meo proprio vobisque eaream odimi t ; mece. nel esprime patria eint, data poeta: nebbie, i campi cave domoque, mihi ; fruorque. cit.,81-2: Nee cezioni con- lotte sue Bruto avverse. damna simile tamen due del animo nelle anzi zone can- in tutt' altro dunque sono che difficilisformam forma* cum troppo scole. della tocca poeta, dove dall' veniva gli ingegno Baptaque Ingenio di si Parche. stesse che forze inquiete lezza. bel- cui Saffo sebbene dall'idea virtù, le Stolta Deir e cosa, pregio della tessuto rispecchianoT informate gno,* inge- vita,* e quello della sua Saffo che sorelle altro epistola,in abbiano delle e si piccola somiglianza può ella accenna, air opera modo, sola di niun di prima delF il difetto dell' luogo la se vanto che compensare fila lo stame Bruto duole SaflFo la natura Pure, col due le accusano infortunio la seconda umano là dove il genere tutto che pare la bellezza. tanto di quello punto ; cioè negata di IX. aorores, mece. lo stesso infortunio r E Saffo : virili imprese, per Per dotta lira Virtù ci 305 POETICO. PERIODO SECONDO luce non canto o Le due fa ricordare, per sentenze in disadorno sono ammanto. di valermi danni unica sentenza una un altro che detto piantodella virtude»,^ cioè del valore, in qualunque forma si manifesti. Poi, i personaggidelle due canzoni ci appariscono dotati di qualitàanche come superioria quelle «i leopardiano, che il dalla tradizione avevano di e libertà Y uno, martiri entrambi di e martire tire dalla storia. Mardi Y amore altro, quel pensieroche, conosciute leggidella vita,si disamora della vita. Parrebbe che quellostesso levarsi dei grandi spiriti a tanta le altezza,facesse loro odioso il vivere e bello il morire. Per il pensieros' intende quelloche ad esperimentarein se medesimo poeta cominciò fin dalla prima sua Saffo e Bruto giovinezza. martirio ne diventano nel seno del straordinariamente della civiltà greca, sublimi : Y una Y altro della romana, rappresentano quei magnanimi errori onde i due popolifecero cose sì grandi ed hanno due storie Se dopo Saffo quellefelici illusioni insuperabili. durarono tratto di tempo, alla ancora un gran caduta di Bruto già cominciavano tramontare: a ^ Canzone: ZUMBINI. Nelle nozze della sorella Paolina, 20 306 CAPITOLO sembrò, fosse e la al dunque, IX. che Leopardi il confine la tra la l'eroe del- morte giovinezza del mondo maturità, seguita poi ai tempi nostri vecchiezza.^ Bruto, eroe errori, viene significareche della tutti la vita martire e colla di quei terribile sua dalla nimi magna- sentenza a gioventù, lo splendore e gì'ideali perivano umana sempre.* per III. Simili canzoni neir idea dei Satfo in ; Capaneo, del celestiale l' altra, benché qualità particolari sentenze Bruto In immagini. anima, queste nelle personaggi, nelle loro nelle e le diverse molto poi sono che suprema e' è 1' ; sorie acces- dell' infernale arieggia uno Pie- più lontanamente. carda. * vicini frasto * poeta le Fra luogo: scritte pagine la più Il Leopardi r ultimo fa bella Bruto dei alla sopravvivere di ricusò di Minore odierna società, la terra alle antico, imperterrita trovare un nel selve, smarrito contro in Minore di e il ferro Z., Vicenza, che famoso di Teo- nel e mondo lo T uscita dai mali solazione con- stesso, sdegnoso nel quale solamente di vita); la di dal alla poeta le nostre tuzioni. isti- Sofocle, piantata chiama lo monio in testi- così leva percuote, che di canzone Eumenidi, che seguente in moderno, destino n* è ce ed sopra, le nostro postuma governano gettarvisi il un'altra gettata monologo sole cito commentata, disfida al 1880) questa se quel mondo, Cosi cui di riconobbe della il intorno tutte, da accogliere credenze prima le , di vita. e spada, i fiumi scettico la Aiace Come in morte grido G. aspettativa di il è V e Romani, gloriosa e Bruto Zanella di bella (la credenza Bruto, dallo L.j Pensieri G. [Sopra « di sentenze morte. a (12), forse una delle Comparazione e la questo fronte si consola circondano ». 308 CAPITOLO IX. È la prole infelice A templi chiedeste, cui al mortale Legge Dunque La Siedi, Giove, l'aere Il tuon La il nembo, un Bruto il se la stesso che Ovidio, At MeL, 203-4 Eury8theu8, mihi Bector, et Cfr. Lucano, accennando agli ha interrogazioni OviD., ^n., mento mo- quei- sopra cosa la vrebbe Do- medesimo; se dunque era Bruto, negata la passata sua gli nomini gran- Cosi malvagi. nello : qui credere aunt, poasint trctxit terras, incerto sententia effetti 445 della famosa non diversi dubbi 1-3: ineaset mortalia Vili, I, mentent, nullus an fluerent Phara., e Sufinum, easu» e segg., dove giornata da quelli il di Mei., XIII, IV, 892 scuci eavum sì : exultantibus sonai undis, 208-10: An Nequidquam Terrificant te, genitor, ? horremus animos, et fulmina eum ccecique inania in murmura torques, nubibtis ignes miscent poeta, Farsaglia, che stanza. Osque « di si fondava In dubiant Superi Curarent * et Claudiano, presso citata IX, destini. nostri Eppure lodati questo a Deos? Scepe nella dei venuta ' dissipatele larve, virtù, che era stringi? fino ; ma, nullità impuniti, valet Esse E fiamma stata allora? virtù, da cui gli non * quando sacra eroismo suo fino stato vedere, la era chiamato inganno esulta quando quasi vergognarsi ora egli degli empi e e bugiardo sogno egli comprende r commove rapido spingi. di vita perchè, tutela ? a giusti e pii Ne' odii pietà? dunque terrena Per insulta. i celesti tanto frodolenta e f leggono PERIODO SECONDO nella dezza, vagheggia una umano gregge Fato. la lotta Dopo egli romana, la : del ribellione verso erano uomini, eh' erano Dei invitto gì' infermi Schiavi di morte Si consola riparo di è prode cedere dai non i primi, secondi, vale danni è duro Men dolor il male non sente fato indegno, nudo? o guerreggia,' inesperto * la tiranna e ; destra,' allor che Om., Iliade, II, cessar vincitrice il grava, 121: finpiQXTOv 7cóXsp.ov TZoXBiiiZet.^Yjfièp-axeoS-au = Graz., Odi, IV, 9 : pugnavit nan Idomeneus Sthenelusve Dicendo Graz., Odi, I, Nos, PelidcB ' simile Parlando 6 Agrippa, : heee dicere cedere neacii neque stonuzehum nel ingens solus pratlia, Muaia proprio nome, nec gravem il poeta : La Nel man mio che flagellando sangae innocente. si colora usa il libertà la ferrata e necessarii mortale, eterna, il Tua de' ha? non a se plebeo. speranza Guerra Di il e : oltraggi lor, Teco e gli oppressori con assalire dal : Necessità Chi Dei gli sconfitto ardiva egli il destino Che diparte un' altra nostro; Preme Gli lo deserta, gli oppressori della con gener eh' * che incomincia ne rimasta mente, eroismo di specie nuova 309 POETICO. un' immagine 310 CAPITOLO scrollando Indomito Quando Che lato ferro intride, alle maligno all' eroe infusa il avrebbero che ozio virtù questa non nelle di coraggio trata sotten- se menti sione illu- un' non ! Ammolliti umane voluttà, gli Dei dalla e diletto nuova, poi era dai Celesti dair sorride.' gloria e, direi, che da air antica pompeggia/ ombre nere orgoglio, che vengono si neiralto L'amaro E IX. non gettare volontariamente la vita: chi Spiace agli Dei Nel Tartaro. i I casi acerbi È quella Vili, 267-9) saglia bellissima stessa in pose bocca aie nequeam Excutere. Viro., affetti spettacol pose?' che sentenza Lucano (Phars., la disfatta dopo Pompeo, ^n., Questi 547 I, martine versi scriveva che fosse {Premier francese come della Quel nel di Far- crime al 1819, Umbrie, di rammentare presente 11: Médit.poétiques^Y es mondo fait avons-nous néant t'a-t-il accepté Ta-t-il ò Dieu Pour hasard cruel, ta pour bene tutte naìtre? ? fallait-il de nos tes caprices sapplices e le Tètre, ! Toeuvre felicitò? de anno Il poeta Désespoir), del mériter demandé il La- qualche Le di il creatore che canzone. trionfasse il male quelli certamente o la pubblicata Ou plutòt, receptaa oeeuhat crudélihua fanno intorno Sommes-nous, cladesque : adhuc ci premuntur, caput, e virtù, interrogava L'insensible Ou fata mea elevar r neque prima a il cielo : Nec ' suoi petti. forse e gì' infelici e agli ozi Ut 2 eterni travagli nostri, Giocondo ' molli ne' Forse irrompe fora Non valor Tanto violento ? la cose dendo ve- tuna for: SECONDO Levatosi così l' immenso Dei gli stessi sopra orgoglio, Bruto suo 311 POETICO. PERIODO appagato e può, da come tezza al- inaccessibile, guardare i casi della vita. Alla procella dei solenne. calma Bruto alcune uomo Non fra Ma libera sciagure Ta n*es maggiori sentenze le qa'un insuperabile essi e senza egli ci par di di cura sospetto versi precedono quale il Leopardi sentenze deir ci par tanto Ultimo canto al luogo alla quasi con tera letche probabile V al uomo scenza remini- lontana una dolore, fistXotat x' ppOTOtoiv àxtjfiéeg eloiv. più fondato, immediatamente medesimo fatti sono 525-6): ^sol aOxol sia : venire per nel Ma antico, sì conviene sorta, loro. classico sommamente {Iliade, XXIV, • £ destinato aver talvolta fra del pensiero unico. dove agli Dei Omero nostro poco. negare rin- del- pensiero manifestava sempre sul amore il simili tengono 'XÒLpéTisxXwoavxo Ztóstv àxvufJiévotg fra a méme tempi si Fato moderno francese, fatta al o "Q^ dal costretto qu*il alme, verta mirabilmente canzone, poeta yertu cette ultimi degli le altre e une suddetta di delle Bruto ! nom Dio a pensiero del l' accusa due in lui tanta destarono di la pour de moment immagini e Leopardi Il che queUo mourant poeti ribellione vivendo etade pura e umana, appunto dernier au dit: col sorte prescrisse, storia qui, Brutas Et della noi a e* era Doute abilità a virtù: Un innesti bocca in colpe, e boschi ne* i fatti deUa la r aperta nel accusa subito metter air altro uno predilettespeculazionisulla sue indignazione, in di una : tra Nei in lui po' troppo rapido, e un Natura E dall' passaggio però il desiderio poeta dell' Il forse è stato primi pensierisuccede suoi perchè quel luogo disse di di aver Saffo, come di questi Omero, tratto una vedremo 312 CAPITOLO Reina i Sparse Virile alma Riede natura, Leopardi intese dallo passato di ad Plotino di e ed innocente Y opera gli è essere cusato ac- si risolva duto propria. Perdi modo perciò e quelle prescritte diritto a vivere, con il volontario qual giustiziagli s' impedirebbe da all' infelicità che il sottrarsi da il essendo civiltà diverse con tiamo rammen- Y uomo, leggi,quando esse morte alquanto Porfirio,dove che può non contro primo ; accusa? leggerle,ci a leggi natura, anticiparsila il dardo suo che, a ora far addisse leggi primitivo alla stato dalla non dimostrare a conformandosi altre giorni il e Dialogo di del costume, ricusa, fosse non se terra queste parole rimarrebbe dì senso poi eli' a Or empio ad macro gP infausti Quando oscuro, Diva. e beati regni il viver E Il tempo un IX. rire, mo- quella perdita derivata? IV. Bruto, Ma della la disfare vita, per la ignorando, volessero meditazione ignorano farebbe di loro Bruto Y in tanta una lati Y infortunio questa Solamente la terra. belve ne più paragona Le legge da mostrar specie umana, popolano usare a divieto. è uomo ferocia ; ad A che di capace stesso se recarla altre con la ma atto, vita. se, non nessuna questo punto acquista vigor nuovo, e la la PERIODO SECONDO forma più peregrina. L'idea diviene ne prende nella canzone qui, in proposito di volontaria nuove; morte non si conoscevano, maniera oraziana adduce Serena rudi Ne' al età. tarda La Ma Al Legge da o nulla contesa avvivò, le morte Soli, soli fra tutte, increbbe pende, ignavo Giove voi a contende. Poi, allo strepitoe alla strage che avevano commossa cielo, e che il e pace più specialmente dal sorgeva E tu Candida E * insanguinata e la contrappone Graz., r lo cui mar notte Od,, III, Sive Saxa Crede 27 te e nostro sangue sangue la funesta : rupe» et veloci. leto acuta deleetant, age avanti silenzio spettacolo della luna, sorgi, inquieta poco la terra. Bruto profondo irrigatodi mare dal ; ripe, miseri, 0 voi, fra quante A la vita Figli di Prometeo, il fato sasso ; Stirpi il cielo Se montano farebbe arcana voi propri! danni la fronte spezzar ingegno. A che qual- previsto passo tenebroso 0 di avvantaggia non affanno desio misero quella precipitile membra,* suadesse Lor sempre che creature de' lor e se tronchi, al vento Dare immagini belve fortunate Le della morte : colpa ignare Di 313 POETICO. te procellcB romano irriga, del luna : 314 CAPITOLO Air valor ausonio IX. esplori. campagna Cognati petti* il vincilor i Fremono sì Tu La dalle poggi, antica Roma mina (( placida sei? così che condotta è dipintura ad figlidi cioè E umana. ad deir qui, dalla che ciò tutto a alla Lavinia VI, 498 * prole, vedesti, E suir MeL, II, e e cida, pla- ferente indifrazza Bruto, seguitando, la nascente gli anni e i memorandi e allori; 663 raggio : cognataque corpora vertor cognataque pectora aupplex. : VlRG., uEn., II, verso povera e effetto,già grande fino alpe V immutato ruit Cfr. la mutua luna: Lieti tu era nate insangui- miseria, nostra V aumentare luna Candida terra. agita questa Tu OVID., onde antitesi, il poeta fa che dica * La guardando stessa tocca non dalle nimo mi- suo evidenza accrescere anche una ogni la governa. sorgendo placida », « dei strage anche d, ; era a che profondo pensiero candida vette somme - ; particolareconcorra al calpesta, 603 quei luoghi dello deW 290 : alto a culmine stesso libro Iliade, XIII, 'IXtog alTCStvVj. 'IXtov npCv y' "^^ alTCStvTjvéXéstv — Troia, LUCANO, 772-3: xaxaxxa|i£v xxocoO-at XV, xs Phars., VII, 557-8: Tjè xax' SxpYjg TzoXiza^, 418 316 CAPITOLO berta, il santi cuore esulta canto la nullità nostro stesso si scorge anche natura non e somigliante,vive Ecco la fera Del V e L* alta di ruina del sassi obblio mondo mattutino le Né OVID., X, VlRG., 356 umana glebe, cura. : Vedi anche Orion leonea, Nee eurat Attt timidoa Theb., I, Ibid., Ili, parte spechi in JSJn., IV, 609 Deeeritf le tinte agitantem 506. V, Noctumisque Staz., le balze ! abbietta non le stelle III, ; industre, sciagura, scolorò 539 il tetto belve.* vano e cose; trepidos Cfr. ramo plebe gener nostra Met, agitare retta cervos Graz., Od., II, lyneas. : Heeate iriviis ululata per urbe». 328-29: antra Ogygiis ululata furoribus Baecheo eollea. et pinguea sanguine 157-9 : in sorte tneliua, dextraque Jugatte, quanto dolore ululata thalami, nulloque Quia aterilea domum. Lucina Beapexit At vicino il petto, valli,e per gli ululati* Turbò più : prima come minori casi ! oh Non remoto canto Agiterà delle delle ci è è regni le mutate villanello Quella r inferma Siam umana nei noi in verde o e e : del Quel desterà Oh noi gravido Ignora Rosseggerà Ai ignaro che da che vita augello, consueto Sorti ciò nudi tra che tutto ancor della questo, ciò pure diverso, ma da meglio e E quei a sempre pur ! nomi Nello della IX. 13 ; PERIODO SECONDO 11 nostro noi la i orgoglio signori della simile a quella onde r uomo al ritorna in infelice Giove il fiero ferro Quel prode sottrarsi alla Regi, E deir gli Dei, ha invocati. già chiamava per che qui dice nel supremo a due luoghi modo, r nuova bellezza * Ma si si stata appello. contradizione fra Bruto dove che noti di cui gli seconda li sfidarli ; mentre rampogna avrebbe saputo : segg. ; Se i interpretano a questo contradizione e altre di farne. si risolve poetica. 443 sé fatta V invocazione un' acerba s' in d' invocare pregarli propizi a Insomma, canzone questi sdegna nella quasi e cura non apparente Iliade, XVII, i sordi quelli della seconda, non della apparecchiava di Cocito o una ischernirli natura si indegna, stanza, e dianzi sorride. che moribondo passo. principioè diversa Olimpo ci fosse ultima meditazioni alte dicendo: la notte non i viventi.* che ombre nere la terra 0 Parrebbe versi vita io d' Non tutti iato lui stesso era tra sidera con- intride, alle maligno E Omero proposito,accennato neli' alto a più molto sentenza misero più quella dipintura del prode L'amaro : esser siamo ne pur appresso infine, dalle suo persuaderci noi, che ; ed come Bruto, vorrebbe natura abbietta specie più 317 POETICO. XXI, 461 e segg. in una 318 IX. CAPITOLO V. Le ultime Non parole dell* eroe [appello], dell' te Conscia Placar singulti,ornar parole putridi nepoti L' onor d' Le V Tratti Viro., il Georg., augello I, 199-200 il accoglia.- : omnia fatis ruere. ha il quale Luigi Chicchero, ediz. napolitana Virgilio dell'ARCANGELi, professor Il alcuni questo conscia quel ci da sia con la in Ferie Quo fino il nome (^n., fama la memoria. vadia nec Minore, che Credo Bruto è in virgiliano, vedersi per i venti prega seguirlo in potrebbe dì battaglia, X, 678-9) si sentenza luogo non dice poeta. vergogna possano non Butuli, Bruto come e me di ma nostro stesso e di scevisque ratem, neque rabbia campo dove parte conscia Turno, dal inganno portino né di » dallo 1861, p. 591 ricordati me (X, 679) del intera questa Leopardi al fremendo Turno, tolto che aggiungere età (vedi Leopardi, argomento, deWIineide futura notato del da quelli medesimo sul sequatur conscìa « suggerita stata cui fama colla tradurre di nessuno e scritti altri in e otto, o dal virgiliani, imitati luoghi segg.) più di sette e lo peitts ; la memoria e Sic ^ roti ; avido il nembo e nome In s' affida d' intorno me ignota spoglia Paura E doni e la suprema e A il bruno la fera, Prema * vendetta. penne avello mal e ; egregie menti miseri De' * tempi A raggio. peggio In i Precipitano seguenti : ultimo morte Sdegnoso vii caterva? Di atra età. futura le sono ne ì che Kntalì, : intmittite conscia bramava fama Syrtis, sequatur. che perisse dì sé SECONDO Bruto gli uomini ma vicini delle V : del gloria e e Ma future. Egli la Saffo desiderio nella gentil e di Dei miseria. si diletta per quasi Fra notte la tacita selva Nunzio del Mentre ignote mi Sembianze bensì loro cosa. incomincia, Fera stato ragiona ne del col felice tempo natura soltanto brama ; e che prima tu in gli doni abban- oh in cui a lei che spunti dilettose V Erinni miei agli occhi ai raggio la rupe, su fur ; e e già care, il fato, non scoperta 1' ebbero la vanità dominata, significasseronon il disordine arride disperati affetti. le fu disperati affetti spettacoli che agli volta, di rivolgere loro e giorno; Spettacol molle e ogni non verecondo e luna; cadente tempo perstiti su- : sempre Della pietà dei nascondono di la poi, la spettacolidella bacio un grandi disprezzo verrà la anzi prima come un' ultima Placida Dal che si ricordi molli più contemplarli e chi cui coscienza ciò che tutto quel momento; a mesto saluto in che tutte nulla fino caro ha quella e Bruto, maledicendo come cose posterità, alla religione delle tombe, mite dei più proprio alla le illusioni di sogliono sentir bisogno, eh' è tempo suo i conforti pure piccolie grandi, il uomini, un appello la non morte a generazioni gente di sé persino quello infelici non da getta 319 POETICO. PERIODO e la lotta tra già delle cercò V monia, ar- le miste- 320 CAPITOLO riose forze perciò e della Quando E di r insueto Noi lì Oeorg^ Viro., Adparet ' a a della proposito nel inquiete fra in il carro. Nisus. aere ab che Il primo, trepide, prima di [Georg., ed Bruto; IV, etelum. aere i molti voce. voce canto Corda bello si volve quando e aecrevit »pi»80 di qnesta commento ravviva ' trepidanti ^ ii flutto 9ìMimÌ9 esempi tre tutto: per I, 23: liquidum Scelgo guerra, 404: liquido OVID., MeLj Et I, ^a da guerra liquido Noti,' de' lei e' gaudio V etra campi Polveroso * veder allor per per Dentro natura. branoava IX. è dall'autore citato usata il poi e Tirgiliano L' altro 6»-70). addurre si potrebbero è stesso in mutata trepidarUia Silio di Italico (Pwn., IV, 25-6): Haud Pneeipitat Il terzo poi, di meglio anche forse lezione è che altri legge ' In suo un Ani,, agosto Leopardi « voci, per r illustre non 0 se osò di dire 770 e Stazio crescere varietà tropi profferendo di latini. Ma Claudiano, sentenza una di allegare egli seguita avvisando fluiscono, nei venti che ". dicendo: venti fluunt, uno al tal e induce rara nei caboli, vo- lo stesso tifizio ar- parrebbe me così di che ardita, avrebbe simi da questi mede- qualche luogo E via e il significazioni A tolti appunto esempi invece oscuro insolite e che notava adoperanti efficacia ed (Nuova Leopardi e nove Claudiano o undis. essere accezioni arditissimi che unda», in il Mamìanì di scansò le in languet segg.)» e trovare Lucrezio languet Memzoni intitolato sempre traslati uomo, poeti : tum siecatis pelagus p. confortarla dovuto taeittu pelagus scritto ricordano di seguiamo : 1873, i suoi volta [Astron,, 111,631), corrisponderebbe vera leopardiano, se la sua noi tepidum Et arvi». sentimento al trepidum Et magiater in trepidatur euneta vasti» ae Manilio che quella segni» timor, per scorrimento Leopardi zio di Stapio, d'esem- deir sembrò aria le- SECONDO cito di dei Noti scorrimento flutto il vorticoso ». cita il luogo della canzone leopardiana, chiamare qui il quale Mamiani si riferisce che 32i POETICO. PERIODO nostra questa Lucrezio con Or nota. siamo da è ancora al mamente, pri- osservare, al tempo £ della aureo latinità. del affatto fti niente Poi, il Leopardi non più ardito venti solo osò dire: poeta latino, il quale non fluunt, ma, in che si nelodori dai proposito degli partendo corpi propagano 1' aria, adoperò la voce appunto fluctua (De rerum naturoy IV, 678-80) : Primum E il dalla Marchetti, Crusca, neeesae'st, fluctus odorum; tnitti volgo, spargique putandum'at. volvat fluere, Nam multtis rea fluens Unde et autore se classico così di dubitò non esse varius nella tradurre alla forma citato e quel lettera lato tras- lucreziano: prima E Sappor Onde di vario Continuo Il Mamiani noi il Leopardi odor dire a novità perchè, della Stazio già non decadenza, Vidi ego Atque Con stima il avrebbe che fece pari, forza al in menti è da corruzione, traslato, scrivendo non italiano altro Claudiano, né alcun di stesso, parlando Properzio detto (Eleg.y lY, 5) : scrittore una fida per- collo, conereacere expirare tegetea putrem delle critiche dovrebbe se anche essere le di alcuni pater ruta. letterati lingua nazionale, altro è il condannarle sieno e se sol buone perchè e filologiche.In ogni allontanato veramente diremmo che le accezioni conformi o il nei, contempora- di soverchio tassato immagini sommo, della ZUMBINI. dicendo, traslato; fosse, così novità a quel che al Mamiani, io credo rispetto dovuto fatto degli appunti di lui quella medesima il cercare poeta un : ». quali rispose nelle sue modo, se nei predetti luoghi si fosse dair esempio de' migliori scrittori, noi lui da e stimò Annotazioni come Latini o ai Altro da* se s* affida crescere tuasim rugoso animam tutto Leopardi ma aveva mezzana, Del il poeta intendesse o « fu domandato d'egregie che pare ardito troppo sono, diverso putridi nepoti L'onor non : e mal e me terra in flutto animi degli crescere A A d'uopo cose esala. segue il guastamente è molte che cattive possano o un poeta ardimento. nuove, usate air indole no in sé medesime, più sembrare 21 o 322 CAPITOLO Grave alla dubbia Fiume un suono giusto, il e secondo, di gusto il modo classici. farne anche uso critica; segnò poi poeta continuamente ch'essi medesimi come della gravi 34 e si luogo, dei di scrittori di classici, di cotesti cielo a un oggi, studiare e cordano ri- e ma dere inten- 525 dividena ciirrum. Virgilio (Georg., stata presente alla egualmente in nimborum dextra: fugere quo nocte, al I, 328-30) nostro fuga contsea motu mcucuma fera. 553: victHx, sinuataa deapicit undaa. : victricea Neptunia VlRG., Georg., II, vietar Pergama flammee. 306-7: Inde ramoa tonantes purum volueremque media XI, Olifmputn. Diespiter, per molilur velut Fasti, I, Per degli nubila accenna Met, Unda. E agli esempi ampia puristi lodano quaties sarà fremii; Terra Urite costringere volesse mostrano che che Pater, Ipse OVID., metta? : descrizione Fulmina * caso notizia scorno eurru Od., I, tempesta, questo che nostri namque Nella tenere 12: Igni eoruseo Plérumque, Egit equos ' il giudicare questo avere sempre Od., I, ORAZ., si non sempre ad a non Tu « stesso si dovrebbe. pur Graz., di lo è riguardi, oltre critico quel obbligato i benedetti, che classici 1 li suoi più conformarsi a in criteri scrittore dire potrebbe ardirebbe almeno sarebbe questi (grande un si trattasse quando ruom Certamente di primo che Ercole, Acciocché altissimo si non Chi Leopardi. un Il verso ma specialmente di ira dell' onda.* la vittrice e della diritto del la vasta noi e sponda dagli esempi remote valli profonde d' alto o greggi sbigottiti,* de' Fuga è le e capo, divide.* aere giova tra' nembi, Nalar meno le balze per sul noi a il tenebroso Tonando, Il di Giove* carro Noi IX. perque aeaUua alta [igniaj. eacumina regnai. delle poeta belve fa in : 324 CAPITOLO Senz' molli s' era conformi non ai suoi Il mattutino Il Pur della albor; colorati De' me coi bramava sciolta fosse da venti, lottare mite, affettuosa fuggita da un uomo e da salici Lubrico pie le flessuose* VlRG., -^n., IV, VlRG., all'ombra dove al mio seno, linfe 525 : Georg., Ili, Tarata volueres. 14-15: ingena ubi ftexihus errai Mincius. 8 Graz., Od., II, 3 : Quid Lympha bella fuga l'pdorate spiagge.' pictcBque « più sottragge, in fugax eccola Perchè ella credesi caro, dispiega rivo preme Ora nembi. cosa Candido Disdegnando umano, fragilecreatura. e il puro affetto ogni coi ogni Degl' inchinati tragedia della una lei così a parimenti fuggita * faggi partecipareallo spettacolo tornata E de' non saluta. bramava, mescersi porla il canto non augelli,^e murmurc dianzi ; ride non me fuggire,perchè affetti: nuovi procella,quasi questa natura di dall' eterea e margo, pensiero a quei proposto A L'aprico col ritorna accorgersene, spettacoliche IX. obliquo làborat trepidare rivo ? : SECONDO 325 POETICO. PERIODO VI. Ma la il nelle se infelicità sua perchè, nella guardando di non sarebbe di Macchioni Il ciel mi fosse In che Di misfatto Di giovanezza,^ la Dell' indomita Il ferrigno Move che Fuor * stame? il nostro celesti De' più verd' anni Il poeta poi e Oh ViRG., ^n., I, nel negaro è tutto, ragione cure, oh proprio mìei i fati giovanezza. 22; aie eventi la agli anni 2 - Negletta prole lamento: La scemo in grembo speme ! poi Anche ignara voci Incaute dolor. si posa. esprimerà vita sì torvo i destinati pianto, De' avesse eccesso che consiglio.Arcano al Nascemmo allor si volvesse labbro: arcano V cui disfiorato,al fuso e Parca il tuo Spande petto il volto? fortuna vita, onde mio errori suo non sì nefando qual peccai bambina, è ameni contemplazioni della di e Tuman angosciosi,da il natale, onde anzi cercarne nel V infortunio se dolorose mi di di dubbi tato lamen- tutto a accoglie ora fallo mai, Qual ma ella aliena, dispostaalle più stessa, V addietro pensierie stata ha quel problema, a per sogni dorati, ordine un accenna se a pure Saffo stanze particolare,senza seguente Pasciutasi genere. e precedenti volvere Parctts, nome questo simo mede- : 326 CAPITOLO Come che in sostanza quello di Bruto; crede mani di contro ben intera vita ; tal r tutto altra in eh' ella fece soverchiata scontenta della le minacce e tempo dalla l' del- festa stesso della sé e pianto. rappresentarlacome vita. Per non cora an- la medesima propria angoscia.Benché vita, ella solo ma pare come lei, al come le parlasse quasi singhiozzando spaventose gli Dei, nel della esperta come e lamenta si dolce, tenera, passionata,ma tutto ragione non retaggio dalla il poeta voluto avesse tere, combat- ella il di volgendo esclusa nato, genere, creatura una il fato nondimeno compiange uman Parrebbe stata che non Talvolta umana. guaggio lin- un sconsolalo T infelicità sia anche fosse sola Pur paria meno Bruto, vincere stessa. specie s' ella è non come e poter se che certa principio,Saffo da dissi IX. ha non rampogne assale Bruto onde d' ironia lampo un le là e il Fato dove, guitando, se- dice: Alle Alle Die nelle genti Per dotta lira Virtù * Giove. « tre Nel Viro., JEn., V, Oratior immagine di Rinaldo, che et 344 pulchro il Tasso disse Cbe (Ger. in si imprese, ammanto.' disadorno in nei classici libro questo delle modo Georgiche di minar no- se ne 121, 328, 353. va. : regno virili per primo solo esempi eterno canto, o luce non ; e frequentissimo Ricorre trovano sembianze amene * il Padre sembianze : veniens fece sua in eorpore dove, accennando lib., V, 8): bo} corpo più cara virtus; venia. alla virtù SECONDO Era PERIODO sottoposto le aveva del proprio degno più spesso cui ella medesima, lamento dopo !* morire d' morrebbe amarezza ricordanze che il infondere nel persino la tanto Anche alle morte pace suprema Ed vicina. più r nella manifesta, ' Le fa di stessa antiche Saffo col soleva scemato giorno fatale.^ dei sogni sentimento quella verso terra a suoni ha che cieco a tutti ironica, in altra mi della è padre, stessa dove dairAmbrosoIi. : voi qualvolta ma ripenso, o mie speranze antiche .... : Quando sovviemmi affetto Acerbo e mi di preme sconsolato .... cotanta speme. par occasione uso Paralipomeni, dei notata Abi, Un sparto, Dite, a del semplice colui ottava Ricordanze Silvia indegno il Leopardi volle già A A par de' casi. sentimento prima e una stilla amarezza il dolce fallo emenderà perchè Come disse V gli avrebbe animo ignudo quella parola simile suo stanco, ella si affretta Il velo il crudo probabile, festato solveva ri- : Dispensator Che nel la memoria affanno per quelle improvvise felicità del Saffo di Rifuggirà ^ che invocata Morremo. E onde fato. Ci speranze Leopardi, e giovanili tempra della da sue la povera per legge un' ultima se paga, sogni giovanili.È ripensare che anche air ineluttabile le venisse dei colui pianto, si dolore un quasi non una mite è come pacata rassegnazione eh' ella ad tanto aver Saffo lei e' è ; in padre gli spiritipiù gentili,e gemevano di di nome creature sue 327 POETICO. tanto niani^ parola: l' ironia è 328 CAPITOLO Bruto descrisse la troncata di sua quella maggior per fin vanto anco il modo vita; direbbesi sé ferro L' amaro E maligno Saifo dice Pure, benché alle traesse ne cagione di scherno bella d' che di lamenti. Ella remoto, dal vie sui umano, oramai di e suo amore bellezza Iddio avesse come porto dato rola pa- più non fatto un dell' meditato messo : ed il porto lungo tempo eterno regno che gnasi se- sul destino esistenza, viaggio della mente, per darno, in- una spiritos'era Aveva problemi in all' ultimo benché gli rivolge suo mani deserto, il cammino dolore. Ignara a e il nel la morte. imprecò il in qua faticoso ridursi solo eh' essa, sua di tanto più lodi, né lusinghe ; come con sempre lungo amato, considera dove, colui nifesta ma- proprie E rendo or- », alla cagione le con modo. con pensa indegno stata era poco di Non quale le bastando queir atto vendicarsene. tanto addio. ritrarre «velo V fra rammenta aveva più, non compiere, a abbatterà, quasi per si sorride. », e non dal al eh' ella e ombre nere indugiarsicol pensiero al prossima persona martirio, lato Morremo « soddisfazione ella e cesse pia- intride, rifugga eh' è é si ch'egli nuova nell' alto r animo un e avrebbe cui il Fato: Ma per in dipintura atroce per Quando non IX. dopo e bramava della vita alla sola nelle quel giovanetto che fuggiva genti, lei ; ma ora che si avvede 329 POETICO. PERIODO SECONDO potrebbe più non maledirlo senza grande ingiustizia: E indarno, Amore Visse mortai. nato Del Giove,* poi che Della r atra E questi il nostro autore tra la coscienza tra i 1 Om., * ViRG., errori. prode e la silente riva. e' è » VlRG., derivò le coscienza la e V e dies e segg. : Georg., IV, etiam Tu ^n., Stygiaa Eumenidum VI, 467-8 : fauees, alta ostia Ditta, lucum. nigra formidine IX, apertam VlRG., cevi mortalibus miseris morbi, tristiaque fugit ; subeunt mortis. rapit inclementia labor, et durce Phara., Lue., scienza amara senectUB ealigantem filosofica, 527-30. 66 36 : Tasnaron 374-5 inhumatus adapiciea, umbris. : aquas, ripamve amnemque cui più sublimi, note sue età prima Georg., Ili, Tcenaricu Et ingegno queir antitesi, da Prima Et l'ombra e tante il ; e versi quceque s' invola. Diva, Iliade, XXIV, Optima più lieto di Ecco poetica della il sogno e la vecchiezza, e dilettosi ' notte, ultimi sogni primo avanza la tenaria avaro Ogni età e m' Il Tartaro Han doglio il morbo, Sperate palme asperse non gelida morte.* Della strinse, perir gì'inganni di nostra Soltentra vano e terra fanciullezza. mia Giorno in Me del licer soave mi furor felice felice, se Vivi In lunga fede, e implacato desio D* lungo cui tu aeverum itijuaaua adibia? ; della 330 CAPITOLO vita, che e labbra di or IX. che più suona che gentil creatura una sparisce.Sparisce volgendo ultimo un di Ad quegli a soli due. alcuni dei Uno quello è che non di mai così ritrarre, E s' più amori il egli parla « tempo Bello » 2 ben stesso il tuo Pens., I, qualsivogliacaso o Ibid., II, sue privo della o (5 si divo marzo dal dar spetto so- leggere una bel un poeta. disgustosissimo.Molto dell' e ec.^ di possa 1820). 1821), » entusiasmo, del fare ec, L'altro che, ricco uomo bellezza cielo de' suoi sventure, di sentimento (21 agosto 148-49 nel il Petrarca» che non o sé figuriamo al dolore manto, 321 ci come commento si proponesse altri)di guardare sé, delle di immaginazione, miglior in ancora ci sarebbe contrasto lezza la bel- e poeta da espressa subito noi sfortunati, sia al il feriscono con- portanza dell'im- (osservazionenuova si deve pensiero, riferentesi di discorre egli sia brutto, perchè poesia quel l'amabilità ma quale poesia che bella Il « di genere arte ! ricorderò ne si delicatamente medesimo. Saffo molto che e abbandona Pensieri: persone e esperimentati dove in delle di canto nuovi hanno pur accento eh' ella volontaria V Ultimo illustrare tempo di desiderio ideali eh' ella ha quella luce a e ultimo un. sulle innanzi sguardo, impressi ancora affetto, vani dolorosa mai corpo,^ é ai versi Cotesto pen- : 332 IX. CAPITOLO La notizia di certo si noti ciò che occorre le che ciò e è in deve si grande importanza eflFetto, bisogna anche della esatto stesso ne tale a altre sopra sulla e se canzone: fondarsi dell'autore monianze testidel conoscenza cuore. suo Quanto della si possano canzone molto non una ; e nel mio loro più larga né particolaridella anche più latina sono da Le tenze sen- appena a certi la Ovidio precipua il qui notizia; : universali, né cui non contraddica più e vi è la SaflFo è alti pensieri non avrebbe pensieri,che componimento, né come pure, non ebbe non intendesse affanno cui siffatti a del sostanza poeta più segreto stesso Or mai. aver nella che se ogni modo, questa italiana, i tali che potuto in certo eflicace. canzone, notai, qualcuno di questi quelle.Diversissima, proprio non se commento, deìYEpistolacorrispondono concetti ci abbiano eh' essi accessoria assegnai il fondamento come invece parmi ; che quella ritenere meramente parte una di Ovidio all' inesattezza, i citati versi credo non a che men aggiungere, perchè il sentimento illustri tutto è di essa ; pure il accennati quelli del si non cenna ac- indizio menomo ritrarre sono anche il suo menti dunque gli ele- tutto personali,la congiunzione perfetta costituisce il pregio vrano so- dell'arte. Ma se la insufficiente come commento sopradetta nota, quasi moltissimo a illustrare a della compenso, la mente e zone, canferisce con- V arte SECONDO del Leopardi comune tutte a si come detto e dei e noi r idea già di i di vi canzoni del terzo è Tutto, cagione: quello tutte per la per che, le come prime le loro dissi Tale in più è gono ven- più luogo remote nostro poetici autore a V onde umano, genere quelli, una liete e ci per condizioni concetto occasioni, leopardiane. Fine. dov' implicitamente per più distanza. poesie molto cose guardando poetico, sommamente e al erano dà cui a compresa del periodo; accennate sono tra gioventù idea poesia alla illusioni anche antichi stessi. se qui dissi paragrafo, che vantaggi Certo che presente ultimo e frapposto quella tempi per le quelle spazio ma ; quella antichità. particolarmente grande ispecie singolari dair il in dal scorge 333 POBTJCO. PERIODO pare apV tra alriche sto- appunto rischiara è INDICE. Pàg. Dedica Prefazione v vii Capitolo I. Studi g;iovaiiilì di Studi giovanili letterari erudizione 1 — II. » III. " Primo periodo IV. Attraverso lo — V. » Zibaldone « seconda 135 Parte terza 171 poetico. periodo Secondo Idilli 206 » Canzone poetico. periodo Secondo — nozze Ad « Mai Secondo 238 » periodo poetico.— della sorella periodo Canzone Paolina Nelle 253 » Alla Canzone poetico. — « « — ^ Primavera » IX. — — Angelo Vili. « — — VII. 91 — Parte Secondo VI. prima. Parte ». — » » 59 poetico — » » 39 — Secondo o periodo » e « Ultimo Antiche Favole Canzoni poetico.— — Minore delle canto »... : di « 264 Bruto Saffo »... 297 —