Z
STUDI
SUL
LEOPARDI.
r
B^ZUMBINI.
STUDI
PiUMO
SUL
PBBioito
posnco.
LEOPARDI.
—
A'
FIRENZE,
».
SABBERÀ,
EDITORE.
Compiute
e
le
traduzione
formalità
sono
prescritte
riservati.
dalla
Legge,
i
diritti
di
riproduzione
AI
COLLEGHl
MIEI
FACOLTÀ
DELLA
NAPOLETANA
DI
FILOSOFIA
E
155719
LETTERE.
PEEFAZIONE.
Io
avrei
non
Leopardi,
forse,
e
indotto
a
nostro
sforzato
quasi
dei
e
nuove,
per
di
quasi
a
essere
quegli
olocausto
di
delle
presenti
eroici
di
se
a
di
avessero
quei
me,
suo
penda
stu-
meno
di
opere
nando
adu-
egli veniva
erudizione.
Ci
incredibili
volontà,
in
a
noscritti
ma-
del
non
quelle
medesimo
care
certamente
disegni
di
che
nean-
più
vivente
quali
e
antico
zione
ammira-
mi
dottrina
sua
pensieri
atti
mia
le
a
sul
manoscritti
non
anche
innumerevoli
ciascuna
tesori
sarei
la
immagine
della
suoi
mi
insieme
così
un*
sovrano,
mio
proposito. Come
mutar
studi
un
i nuovi
giovanezza,
offrivano
ingegno
se
non
accrescendo
studioso,
altro
ogni
tempi,
altri
di
saggi
il resto,
mia
a
far
a
ridestando
e
della
memorie
ad
darne
lui
i
vari
autore,
per
pensato
dopo
in
pubblicati
lavoro,
del
più
quel
par
che,
fati-
pevole
consa-
vantaggio
dei
vili
PREFAZIONE.
grandi
fini che
la
vita
sua
delle
Or
che
altro
e
quali aiuti
dai
Volli
nuovi
dunque
rifare
nella
napoletane.Or
carte
antichi
mi
mia
il
ebbe
Leopardi
della
ciò
paresse
che
fatiche
m' é
parso
fondato
classica
delF
che
qualche
autore
nel
Né
sullo
primi
concezioni
che
sformazioni
corrispondentitra-
le mie
rifiutare
di Bruto
Minore
e
le
dei
studio
adoperai
per
e
non
fermassero
con-
nei miei
dopo
dover
e
abbreviatura
forma, ho
le
ne
se
di
le
nuove
quel
più particolarmente sulla
più profondi, che
Primavera,
di
mi
diti,
ine-
interpretazionedelle
e
arte.
volli
ed
le successive
sua
prometters
im-
scritti editi
è sembrato
della vita
egli
studi. E
quelleidee generalionde,
saggi,sperai chiarire
poi quanti
!
nuovi
soltanto
conferma
E
sé T antica
doveva
non
vecchio
suo
dentro
documenti
i miei
un
all'opera?
imprendere
conservandone
trovare
arte.
riaccendersi
agevolezze
e
tutta
poetica
meno
perchè
occorreva
che
ecco
non
di
riponesse mano
e
insieme
riesce
opere
sentisse
ammiratore
fiamma
belle
ed
proposti:
ci
stessa
più
sue
s' era
dottrina
suoi
canzoni
Saffo.Anzi,
poche
mento,
com-
affetti
della
salvo
correzioni
di
stincate di poter ristampare quei saggi
presente volume,
quali
furono
pubblicati la
PREFAZIONE.
prima
E
volta/
di fronte ai tanti lavori del genere
stesso, fatti poi da
che, pur
Studiando
io
lavoro
del
singoli Iati
sua
onde
al modo
poter compiere
un
in
le
vorrei
tutto
della
In
Leopardi
da
sino
di
Zibaldone;
suo
questo, eh'
e
la
il mio
lo
è
una
sostanza
parte della mia
In
1879
Giornale
e
vera
e
del
novembre
babilmente;
pro-
quella bella
è
mini
ter-
questo. Coi primi
io
del
narro
sino al tempo
in cui
il
incominciato
e
in
seguo
gine
propria enciclopedia,l'oridelle idee
delle
sue
costituiscono
che
opere.
Cosi la
qualsiasistoria,fondata
NapoL,
i
ciascuna
quarto, poi, cerco
svolgimento
precipua
*
col
trattando
che
egliaveva
anno
ganico:
or-
speranza,
volume,
1818, cioè
un
meno
oltrepassarei
ad
piano
presente
al
o
parti e quel vagheggiato
immaginazione.
più
non
assai
mia
capitoli del
tre
Vana
sia riuscito
caso,
più
quell'idea sovrana,
non
ogni
studiando
ri-
e
detto, speravo
concorressero,
temo
delle
varietà
ho
parti, pur
animato.
perchè
organismo
che
illustrarne
a
nella
cui
propria!
documenti
lavoro
un
soggetto,
maniera,
lo
unità
i nuovi
dunque
far fede
di vita
povertà,vissero
gli antichi
di
almeno
altri, possano
loro
nella
IX
Napoli,
1880.
Perrotti,
prima
quasi tutta
fascicoli
del
glio
lu-
PREFAZIONE.
sui
documenti
antichi, viene
fondamento
ad
essa
un
fiume
ero
più
ricca
con
la
nel
mosso
;
dire
intento
per
il
punto onde
al
i
viaggio, benché
le
anche
assorto
continuasse
fino
al
a
nelle
e
dei
poi
e
si
la
e
durante
prive
mente
più
immaginare
nel
un
severe
e
a
le
successivi
si possono
le medesime
non
quelle cose, dico, le rivediamo,
'23,
tal modo
vedute
allora
tinuo
con-
Così, tenendo
ragionamento
cose
sul
storico, esamino
Y arte
(chi saprebbe fingersi nella
quanto
meglio
suo
alla fine. Per
il
in
sussidi, la
componimenti
entro
entro
interrotta
tutto.
suo
composte
e
per
il
largamente
Canzoni
filosofica. E
non
noi
solo
nuovi
sono
quasi
ordine
seguire
che, per
arrivando
da
io ritorno
dei
che
altre
periodipoeticisino
per
ragone
pa-
d'entrare
Leopardi,
giovarmi
OperetteMorali
seguite
senza
quasi
quel
con
del
cose
ancora
le
gV Idilli,
è
raria
ripigliando V interpretazionelette-
e
un
sempre
ci par
prima,
precipuo
suo
poiché questa
Zibaldone,
principio per
nelle
il
giungersi
con-
a
mare.
lo
tutto
ha
più ampia, così,
e
dunque,
delle
può
E
nei nuovi.
Percorso
ora,
che
la seconda
con
naturalmente
idee
zione
medita-
il
di
primo
poesia
Leopardi
zioni,
speculapalpitare?),
secondo,
come
PREFAZIONE.
animate
noi
di
novella
affetto, parola
che
il nostro
reiterando
in
del
altre
libro
anche
subito
i
io
uno
mile
si-
notizie
quelle
che
pur
compiuta
riuscire
sempre
breve
al
la
di
e
rimettermene,
documenti
già
chi
diversità
il Viaiii,il
che
guardi
di
e
ai
a
criteri
tempi
sono
ad
una
rere
ricor-
tutti,di
subito
esser
che,
teso
storia, ho in-
la
dei
casi, ai molti
stati
pubblicatisin
quanto,
e
tore,
dell'au-
senza
ma
presso
più
degli
scritto
necessarie
biografìae
ne
cultori
dirò
possibile,
nel
averne
nel mio
soggetto ;
buona
lettori ;
severi
men
sono
state
del
quanto riguarda
molti, di che
altri
alla vita
sarebbero
trattazione
alla scusa,
voluto
interne
I difetti
avvertenze.
stesso, per
debitamente
lodare
a
poche
leopardiani.Scarsissime
E
di
cosa
degli antichi.
certamente
sono
accennerò
ne
cagione
ora.
per
sospirava e descriveva,
stesso
queste
mio
qui
lavori
hanno
tutte
qualche
la coscienza
sé
si accorgeranno
studi
sorriso:
e
poeta
Aggiungo
ma
mentre
e
quello spettacolo primaverile del mondo,
a
per
vita
XI
pur
con
la maggiore
d'intenti,hanno
fatto
il Mestica, TAntona-Traversi,
Pellegrini,
il Piergili,
TAvòli, il
Costa, il Benedettucci, la Teia-
Leopardi,la Boghen-Conigliani,il Patrizi,
il Ridella
e
altri,di cui forse
non
mi
il Cesareo,
ricordo
Xn
PREFAZIONE.
in
questo momento,
di
veramente
che
ciò
che
altri
riguarda poi gli
atteso
i termini
mi
si
e
l'indole
del
E
neanche
a
primi capitoliche
più
recenti
lavoro
stima
poca
delle
del
non
sempre,
dalle
resto
le mie
hanno
forse
più perchè
alla mia
che
Aggiungo
insieme
critici,
costretto
alle
une
mi
nel
Il
con
secondo
alle
parte
volume.
versa
di-
mento
fonda-
o
o
estetica.
parecchi egregi
annotazioni,
giunte
sia
occorreva
prova
a
su
rare
e
che
edizioni; né
pochi accenni
altre mie
presente
gran
interpretazionestorica
non
dalle
anzi che
parola
di
miei
nei
citazioni, scarse
servissero
di rimandare
posto
altre
sentirmi.
con-
giovanilidel
cose
per
una
che
dell'operaaltrui
medesime.
condotto
già
stato
e
delle
possibile
im-
avrei
potevano
specialmente
se,
trattano
edizioni
era
quelle;
loro
mio
di
siero
pen-
ricordi
quei
autore, ho citato dalle antiche
lavoro
di
farne
e
quasi
largamente, come
a
priamente
pro-
scrittori
interpretareil
a
e
ristretto
sono
voglia imputare
nostro
più
leopardiana, essendomi
il citarli tutti
voluto, mi
quelli
a
studi
questi medesimi
hanno
r arte
e
fare
da
nulla
o
poco
dopo.
critici di
quanti
che
resterebbe
nuovo
venissero
Per
riconoscerà
che
sono
avranno
stato
il
XIII
PREFAZIONE.
In
lavoro
potesse
pur
culto
anzi
tutta
degli
mondo,
egli è
pensiero
volle
non
noi
ebbe
tutti
quegli
meno
che
nostro
italiano
e
da
tempo
quel
un
stesso
culto
impossibile.
Portici, maggio
1902.
tanto
dei
sia
più
vita
prete
interin
e
che
angosce
fetti,
di-
i suoi
si siano
più
del
e
ed
nelle
moderno
in cui
che
libero
mai
secolare,
pensiero,
illustri
vivo,
tesa
in-
ardimenti
ogni soggezione
di
alto
sempre
della
poeta
grandeggia
tori
scritin
compagna
quali
sperare
i nostri
la mente
quel
a
poesia,
tanto
leggi
quel
sempre
siderato
con-
da
è
tutti
mirarono
e
l'arte, degna
nel
fra
Quanti
essere
della
bene
eterna
in
di
nazionale,
supreme
il mio
se
partecipazione
il
per
Pochi
mente
vincolo
Finché
per
le
venivano.
emula
di
secoli
quelle lotte,
ogni
atto
letteratura
V arte
e
gliene
indegno
che
meno.
contento
non
Leopardi. Egli
della
cui
la
che
più
un
cercare
a
da
come
ultimi
il
quanto
il
parer
mai
venga
tutte
sarei
leopardiano
di
non
io
ultimo,
la
è
e
in
degna
esempi
decadenza
tichi.
an-
è
Capitolo
GIOVANILI
STUDI
I.
ERUDIZIONE.
DI
I.
Fu
tale,
che
Leopardi,
le
prender
tutti
come
la
mosse
storia
del
dal
tempo
cessando
di
mantenuti
padre,
Ma
sguardo
nei
tutte
quattro
di
lingue,
storiche,
altro
più
intendere
lavori
cose
o
cinque
in
conte
di
e
di
Prospero
ZnvBiiri.
di
GIACOMO
Succ.
Pepoli,
Le
colla
data
:
1810
di
fisiche
o
e
;
latini;
abbozzate
o
soggetti. Sospette-
ristampa
Mounier,
collo
dissertazioni
italiani
LEOPARDI,
quinta
una
studi
persino
e
ideate
o
opere
Yiani,
Firenze,
Carlo
e
di
al
seguenti:
verso,
suo
simo.^
mede-
se
intorno
scienze;
in
e
da
casa
insieme
fatte
anni
un'infinità
sopra
Epistolario
compiuta.
lui
goghi,
peda-
principii
i
dicenne,
do-
pur
dei
che
maestro
da
prosa
preparatore
da
in
abbracciare
le
potrebbe
egli,
scolare
teologiche, metafisiche,
compiute
*
cui
appieno
letteratura
componimenti
al
lo
essere
storia, occorrerebbe
tanta
e
per
in
del
precocità
pensiero
suo
espressamente
ebbe
non
la
sanno,
1892,
Bologna,
raccolto
ampliata
II,
1826.
173:
e
nato
ordie
più
lettera
2
CAPITOLO
che
remmo
di
in
chi
Ma
molto
lavoro, egli,per
alcuna
costantemente
meta
lui segua
di
dello
movimento
tempo,
certa,
ben
fra
le molte
cui
egli procedeva più spedito
vie
tentate,
di
presentimento
Certo, dei
futura
lavori
poesia,quale egli
Per
più
essa,
della
forma
dal
quello
a
ad
le
sue
e
da
di
ideati
compiuti
o
lescenza,
dell' ado-
che
concepirla.
poteva
altra
qualunque
per
egli
passava
scuola, forse proposto dal maestro,
scelta ; per
sua
almeno
o
essere
lo scolare
essa
credersi
a
traduzioni
primissime
scrittori
manifesto
con
operosità mentale,
sua
per
pregio appartengono
allora
felicemente
della
lavoro
e
il cominciar
puerizia e
quelli di maggior
alla
alcune
grandezza.
moltissimi
il finir della
tra
ogni
presto che,
n'erano
ce
fatiche.
amorosa
avvede
si
spirito,
avesse
non
di tante
attenzione
con
dità
fecon-
e
cui indirizzare
a
almeno
parte
una
di studi
ricchezza
sì gran
davanti
avuto
I.
da
E
autore.
Orazio
il Min-
e
zoni, in latino, e poi i componimenti di data
(come
le Notti
in
*
V
Affrica,tutti
Odi
di
dell' età
Sanchinif
libro
undecimo
dell'età
I
titoli
di
I
casa,
sono
IjISOP
M.
che
riportati
ARDI,
Nieraeyer,
ec,
sua
questi
recanatese,
di
libro
si
dal
i molti
tone
Ca-
altri
LEOPARDI
da
D.
G.
nel-
Sebastiano
L.
nell'anno
II.
innumerevoli
nella
in
Clignoni
xxxv
e
precettore
tradotte
conservano
pubblicate
1878-80, I,
1810)
GIACOMO
Orazio,
d'altri
e
da
essendo
sua,
; Odi
del
tre
e
certa
Universale,il
il Diluvio
tradotte
Orazioy
decimo
anno
Puniche,
già
italiano^
in
il Roberti
italiani,come
ciava
comin-
Opere
sugli autografi
e
segg.
scritti
del
biblioteca
inedite
recanatesi.
netto
giovidi
di
sua
como
Gia-
Halle,
4
CAPITOLO
là dove
accennò
alle
la
vena
Ma
rane/
almeno
in
invece
la
elementi
effetto.
del
di
suscitare
a
belle
e
Si
deir arte,
consista
stile
raro
tradotti.^
di
Anche
del
nella
alcuno
dei
traduzione
della
ci si fa
tolta
parmi
stanza
imitati
del
verso
netto
giovi-
eh' ei
del
cita,
gareggiare
a
testo. Tanta
Lettere
e
pregi più
se
Preliminare,
dalle
di
anni
la
la
cocità
pre-
poesia
cui
stanza
so-
Bettinelli
a
xv:
Le
battaglie
dobbiam
Como
Pubblicati
Nuovi
i
più chiara,
ancor
gua
lin-
degli Epigrammi
parte
il
ma
medesimo
un
meglio
parola.
dirsi
quali aspira persino
di
il
quello degli autori
al Discorso
confronti
;
tanto
vita dei predestinati
abbondano
non
gli
a
,soli 13
a
può
trattato
talvolta
di arte
in
pure
periziadella
pur
simile
qui
genere
vince
*
sono
che
(1812), parte originalie
*
umani,
basta
non
una
nell'arte
eccellere
cosa
in
poetico,che,
pregio
Qualche
si
cano
man-
riso,e ci abbonda
affermare
può, insomma,
ad
nella
qui
tal genere,
in noi il
intrinseci
più
età, è sempre
con
doti onde
celia,direi, spicciola,
che, mancando
dello
propri
scarsa,
costumi
a
delle
e
molto
veramente
fatti
a
sorci
era
altre
E
ricco.
così
travestimento
e
delle
concezione
una
adatte
più
satirica
allusioni
quelle
che, in
battaglie dei
proporzione
si mostrava
già
le
sua
I.
documenti
Leopardi.
do' sorci
delle
e
cantar
primamente
dal
intorno
alla
Firenze,
Succ.
rane
mostrocci
Le
Omero.
prof. Giuseppe
vita
e
Monnier,
agli
Pibrgili
scritti
1882,
p. 265
di
como
Gia-
e
segg.
STUDI
Cidonia
Lesbia
ai
Boccaccio
recanatese
neir
maestro
di
Degno
in
anche
di discorsi
francesi
dei
e
a
di
bocca
si direbbe
che
afferma
Eppure,
in tanta
bello, due
^
Saverio
dello
'
in
*
A.
Befani,
Questa
tra
eco
un
languido
in
parte
fondato,
era
di
esempio
un
prosa
e
in
non
inosservate.
dell' abate
versi
Venezia,
presso
Adolfo
XXII.
coU'
opera
12, 178.
del
Anche
confrontato
Egitto, tragedia
pubblicata
tipogr.
sequela
nella dedicatoria.^
ediz.
seconda
mente
vera-
Bettinelli
ad
quanto
le
con
pp.
e
cialmente
spe-
alcuni
75-78
e
tomo.
stesso
Pompeo
s'
passare
in
8*10,
particolare, va
in
epigrammi
debbono
XXI,
tomo
di
tragedie (anche
!)
imitazione
e
ha
giungeva
Monaldo
il Discorso
Si confronti
egli dava
assai
ma
sulle cui
inedite
il frontespizio,
Vi si sente
lui
a
pure
ondeggia
tono
egli stesso
t. XXI
MDCCCI,
col
117
ed
edite
Bettinelli,
Cesare,
*
non
cose
Opere
In
cui
che
questa gloria aspirò
secondo
secondo
piuttostouna
Metastasio,
padre,
suo
venir
dissi,a di-
atti, nulla
tre
quello
fioco, come
per
in
del
e
cor
an-
critica, il
lavoro, che
il melodrammatico.
e
se
questo lato, è
Il
dialoghi,il
e
r oratorio
1812.^
nel
tragico, e
agli
arte.
Egitto,composto,
tragedia
una
per
di
gramma,
epi-
ed
Ma
nella
e
attenzione, per
Pompeo
suo
francesi
prossimo, come
era
dell'
qualità
delFAlamanni.*
e
nel!' erudizione
mediocre
giovane
alle
intorno
miglioriepigrammisti
del
esempi
il
conservano
si discorre
là dove
5
ERUDIZIONE.
DI
gli Epigrammi} Ed anzi
persin le parole: come
sopra
si
talvolta
esse
GIOVANILI
cura
per
di
inedita
di
GIACOMO
AvÒLI.
ALESSANDRO
1884.
lettera
ha
la
data
del
24
dicembre
1811.
PARDI,
LEO-
Roma,
CAPITOLO
L'una
è
quale
è
dice
il nobil
chi
consigli del
alcun
abbia
ce
vedere
farci
del
carattere
verosimile
assai
TAvòli,
I.
che
fosse
ritrarre
lui
in
Teodoto
perfido
alcuna
pericoloo
T autore,
voluto
anche
romano
lui
che
No
Moverà
solo
vede
Romano
i
né
vere
rimuo-
a
Si sente
Pompeo/
la
è
riva,
madre.
-
soccombere
saprà
e
altero
ancor
valore
per
Cesare
contro
Né
d.
bastano
il Tebro
gli eroi, del Nilo
alcun
Di
età
e
:
non
Nascer
stesso
confidente,
minaccia
di
ben
come
se
queir
suo
il giovanetto dalla difesa
nel
Tolomeo,
re
anche
solo:
Che
l'infido
Fugga
Sol
empio
sol
pugnar,
Come
il
possìara
e
della
Cesare
contro
odio
ec.
-
^
che
Pompeo
di
Cesare
Att.
I,
Att.
I,
e
amore
inedite.
«
a
babbo
ed
venivamo
Ricordate
seguita:
e
se.
III.
se.
VII.
egli
pure
"
Mio
entusiasmo
in
che
soccombente,
prendeva
leggere
Nota
—
con
si
lep:gono
"
glie
batta-
Omeriche
discorso
su
noi
peo
Pom-
le
delle
riflessioni
leggendo.
quantunque
che
imitazione
—
ammirasse
età,
accenni
rappresentazioni
eh'
estinto
prima
certi
da
romana,
a
suo
immoto,
cadere
sua
fanciulli
storia
Simili
—
quello
nome
neUa
tuttora
recitato
tiranno
pel
d' esser
altri
al
appiè.^
anche
vedere
ostile
sol
armi
squadre.
far fronte
me
Leopardi,
di
e
quelle
di
furor
napoletane
Carte
sue
insegne, ed
e
la turba
fier tiranno
Dei
»
vedrà
me
Insano,
Me
nelle
stuolo,
in faccia
Duce
preda lasci alle nemiche
In
*
all'empio
anco
pur
se
»
latino
mio
questo
la
sua
cisione
uc-
facevamo
ch'io
dando
condo
se-
sceglieva
a
Carlo
ripugnanza
».
il
GIOVANILI
STUDI
Chi
a
versi
quei
sei anni
nostro
era
ancor
lui
in
egregi
più
sue
sin
d'allora
di
manifestazioni
all'Italia,e
l'eroe
nella
nel citato
L'altra
una
delle
luogo
della
di Ruba
di nota
metri.
Per
vicino
e
a
minor
non
simile
più
che
cui
al
giovane
gli
non
fosse
tocchi,
nei
il
ponimenti
com-
verso
garbo degli
questi pregi, l'adolescente
fra breve,
studi
con
era
che
per
si
è la stessa
della lingua poetica,già dimostrata
l)erizia
anche
anteriori.
Qui vediamo
sciolto, trattato
che
prima
persona
Paralipomeni.
delle due cose
degne
dei
dogli
splenden-
vista, avrà
l'ultima, poco
egli stesso,
spegnesse
una
olocausto, che
volta,
prima
ad
stesso
se
alla
costantemente
chiare
canzone
la
per
il
non
siffatto
un
dell' Italia
poeta,
vevano
patriotta;ma già ferl'aspirazionead atti
come
d'immolare
si affaccia
poi
il
nato
scritti
ec,
j"
si trattava
non
adolescente,
L' idea
causa.
gli
ora
qui
di simile
cosa
V armi
armi, qua
la brama
e
parole qualche
Certo
nel
non
nobile
L'
ce
dopo?
; che
cosi
in tali
sente
non
ERUDIZIONE.
DI
altri
già più
ammireremo
tutti
gli
altri
attendeva.
insieme
II.
A
per
data
primissimi segni dell'amore
tali
il classicismo
sin
fra poco,
ora
e
la debita
quando
quella
mi
famosa
la
leopardiano
poesia, forse
non
importanza, come
converrà
chiarire
conversione
è
stata
dimostrerò
in che
letteraria
sistesse
con-
che
8
CAPITOLO
tutto
il bene
esser
vero
di
altra
che
poi.
venne
Solo
i
disprezzasse
natura,
assoluta
così
ridurre
al
punto,
contro
interpreti.E veramente,
prima
ben
barbarie, da
sarebbe
una
cui, secondo
mediocre
Conoscenza,
ciò
diversa
attendeva;
stesso
principiifossero
peggio
intanto,
giunticol
siam
la
concedere
subito
a
II,
174
:
pretesa
si
egligià
nel
cui
dire
in
e
tempo
che
tali
loro
medesimi,
rimanere
senza
il
di
sé
perdurare
egli
o,
efiì-
tempo
citata
al
cui
il Leopardi
sette
di opere
intendimento
a
all'erudizione,
stesso.*
disciplinao
lettera
di
Leopardi quattordicenne?
maggior parte
un' intera
prima
classicismo,
discorso, vediamo
notava
cioè
come
formale
a
precorrere
nostro
coir espresso
EpUL,
in
concepire disegni
0
^
un
senza
esattamente
qui
di
quale poi doveva
nella
al
oserebbe
potessero
un
sentenza,
dubbio,
cosa
a
pardi,
Leo-
desse,
dei classici
chi
ma
poca
cacia sull'avvenire
Ma
si
comune
quella poesia
che
ancora,
la
senza
da
fino
quel periodo
conoscenza
l'aveva.
non
che
conversione
colla
salvato
non
lui
per
sogna
bi-
avvenire, dai suoi
presto, all' erudizione,
incominciasse
che
l'arte.
dello stesso
la sentenza
suole
fare
studi
a
e
pur,
di
non
incondizionata
giusto valore,
suo
qui,
classici
e
esagerata poi,come
doveva
dico
adolescente, volto
il nostro
che
Un' affermazione
certo
quale principioe cagione
considerare
sogliamo
I.
anni,
Ed
che
come
eccolo
ciassero
abbrac-
tutta
un' età
rica,
sto-
di
giovare
alla
Pepoli.
scienza
*^
Astronomia,
Il
del
immagine
vivace
giovinetto
sublime, la
quella
per
sopra
di
cui
ammirazione
tutto
nobile
Y
«
fenomeni
giunge
cedeva
non
ha
nel
di
pregio se
a
al viver
tore,
giovine au-
quella scienza
a
Iddio
immediato
oggetto
per
la
Utile
».*
del
non
di
conoscere
a
concetto
:",
al
come
benefica
discipline,sommamente
più
scienze
straordinari
più
la
«
fisiche
s' innalza....
e
e
quel tempo.
a
verso
le
tra
uomo
civile, r astronomia,
che
pensiero
opere
compiuta
una
porge
suo
medesimo,
se
le
tutte
è
più
dei
causa
ci
adolescenza,
sua
maggiori
le
fra
che, prima
l'
del-
quella Storia
alla vita. Così compose
e
della
ERUDIZIONE.
DI
GIOVANIU
STUDI
le
e
cose
divine.
Due
cui
i
sono
più forte,
*
di
MDCCCXI
Giacomo
secondo
religione.Al
della
dell* Astronomia
Storia
tro,
scienza; l'al-
della
Tuno
egli è qui governato:
assai
dalla
origine
sua
Leopardi
:
fino
MDCCCXIII
Vedi
anche
cit.,II» 19 e segg.
Leopardi
filologo. Napoli, Morano,
F.
sul
1891, p. 33,
di
pagine
e
Giacomo
il discorso
e
;
neir
si
opuscolo,
in quella
onde
che
cui
di
pur
Virgilio, sono
Il
quale,
condizioni
«
tratta
non
traccia
stesse
s' intende
Ibid., II,
rare
23.
e
pure
della
di
T argomento
Storia;
nell'opera
destavano
nel
Né
i
ricordi,
era
suo
maggiore,
cuore
qui dunque
spirito.
ma,
filosofiche
classici, p. es., di Omero
come
46
aridissime
considerazioni
celesti.
una
nomia
Astro-
deW
notizie
qui
capitolo
i fatti
facilmente,
fugaci del
di
1.
n.
quaderno
un
Abbiamo
delle
di poeti
accompagnati,
più
primo
commentati
sono
ch'esse
e
è
tutto
moderni.
nel
È
1814.
compone
e
vi mancano,
non
immagini
si
di antichi
di citazioni
stesso
Leopardi,
Opere
Studi
Carte
Dissertazione
anno
Moroncini,
napoletane, ancora
inedite, trovasi
i
l* origine, e
primi progressi
sopra
le
alV
in
inedite
Tra
da
pensieri o piuttostogli amori
del
in
e
dì
dalle
Leopardi.
una
delle
10
CAPITOLO
temendo
altri
non
carattere
dei
pensiero
le
assai
religioso,ma,
è
propriamente
notizie
di
raccolta
simulare
da
la
per
così
attinta
r autore,
se
di
però
già
della
e
piuttostouna
fonti
ci
dotto
di
poteva
e
cile
Fa-
essere.
di valore
che,
seco
intrin-
vi sia talvolta
poca
nelle
assai
conoscere
ci era,
non
o
importanza. E
antiche,
cose
le
scarsamente
stra
mo-
derne
mo-
dole
persino quelle più corrispondenti all'in-
e
del
lavoro.
suo
siffatta analisi
una
e
giudicata,è
la storia
del
prezioso
per
com'
naturale, egli non
era
Storia
dell*
potrebbe
pedantesca, tanto
anche
qualsiasimodo
*
che
erudizione
a
astronomiche
Questa dunque
ma
il difetto
la stessa
come
autore
ingegnosamente ordinate,
mostrarne
posticcia,0
Ma
studi.
storia,
una
organismo
un
sarebbe
poi
fette
imper-
o
degli astronomi
predetta ragione, non
e
allora
scarse
dei loro
non
continuamente
scoperte
della vita
parte, direi, esterna
non
Poi,
delle
col
scusa
rivestito»/
mercè
sentimento
meno
stesse, che
se
ne
cognizioniscientifiche,il nostro
sue
discorre
in
divina
per
lettori.
di
dell' Evangelo,
qualche artifizio,richiamato
senza
in
di seguace
ce
cotal
Sincerissimo
al
proposito,se
suo
avventuroso
egli andava
di cui»
tuttavia, quasi
meravigliarsene come
possa
al
inopportuna
cosa
((
egli medesimo;
sovente
accenna
I.
Astron.^ II,
60.
sembrare
più
sempre
che
ad
T opera,
documento
Leopardi. Che
riesce
giusta
in-
essere
se
qui,
lo sto-
12
CAPITOLO
sulla
Cillà
Chiesa
e
I.
editori
poi corrispondeva con
Giacomo,
di
cose
per
trascritta
che
il
in
dei
col
di
da
che
ad
dette
cagioni,e
lo attendere
e
al
comuni
Ma
tali
del
deir
vedremo
a
impulsi
Perchè
svolgersi non
Or
impero
più
il vario
queste ultime,
*
ordinati
In
Studi
da
edìz.
*
ond' ei
i fini
le
vano
opprime-
non
e
di
che
del cuore,
sentire
in
già,come
quest'opera
delle condizioni
storiche, da
o
meno
prosperamente,
alcun
tempo,
tempo
PELLEGRINI
Firenze,
Mounier,
documenti
le
di cui
qui
si
Pietro
1853,
p.
cit.,terza
stesse.
ragiona.
raccolti
Leopardi,
e
ma
sulle
une
delle condizioni
GIACOMO
Le
PiBRGiLi,
soddisfar
spiritocosì
PIETRO
Nuovi
e
padre.
potere
al
filologici
poteva meglio
del nostro
persino da prevalere,per
altre,secondo
altre, quelle facoltà
urgente
si fanno
pure
lora
al-
gli sembrasse
le attitudini
air
sottostanno
Or
ecclesiastica.
aduggiavano alquanto quei
immaginazione
ora,
cospicuo
suo
sforzi, se
tali
e
tutto, certo
or
stessa.
al
e
ottener
eccitate
come
lui
al
maggiormente
pili presto conseguire
brame
moti
che
quegli studi,
a
di
in lui dovessero
come
essere
aggiunga
aspirando
e
qualche
vori,
la-
i
Frontone,
si
ciò
affidava
storia
più
operose,
venivano
dalle
di
e
manifesto
mostrarsi
di
sacerdozio,
fuori
erudizione
ciò è
tutto
al
metter
A
mano.*
prelati,si
sommi
r intento
traduzióne
sua
avviato
figlio,
favore
lavoro
di
parte
librai anche
e
copiava persino
ne
dalla
si vede
come
e
naldo
Mo-
di Damiala}
arcivescovile
Giordani,
120
e
e
conda
se-
segg.
ediz.,
p. 42,
n.
1.
GIOVANILI
STUDI
fecero
sì che
del
dei
valor
a
e,
E
loro.
il filosofo
volte, dessero
stupende
Padri
E
medesimi.
lontano
loro
complesso,
prossimi lavori
sui
Saggio sopra gli
quello stesso
presente Storia, non
nella
parte dei
materiali,
solo
idee
le stesse
ma
buona
una
che
sovrane
governano.^
Benché
dunque
dicevo, le
scarse,
del
pur
degne
son
che
cuore
quasi
più
tracce
giovane, inteso
un
di
giamente
egre-
spesso
popolari degliantichi (1815),^non molto più
di tanto
di tempo, ma
viamo
maggior pregio,tro-
errori
lo
ai due
larga preparazione
e
nel
interpretate,sono,
una
testimonianze
già quelle
Chiesa, qui raccolte
della
Padri
e
T erudito
Leopardi
il campo,
tenessero
prove
nel
13
ERUDIZIONE.
DI
alla
"r
a
poeta;
astri
medesimi,
dovuto
della
minuta
cui
e
là
obliando
Per
scienza.
suo
ei
cammino,
siffattamente
e
*
Pubblicato
Monnier,
*
per
cura
idee
di
a
ViANl.
1.
selva
di
errar
che
quella
tali visioni
scientifiche
n.
rico
sto-
cui, quasi
verso
talvolta
PROSPERO
Op. cit.,p. 34,
come
questa
Di
di
avrebbe
non
se
fino
corre
1855.
MORONCINI,
sveglia
intricate,ecco
che
innamorato,
distinguerledalle
non
Si
non
entro
gli si dilegui allo sguardo.
non
il
dalle armonie
pure
lucente
qualche immagine
il
e
volgere lo sguardo
loro
se
erudizione, c'è già
splendore
a
anche
nota; perchè dentro
citazioni,in più lingue,fìtte
qua
queste,
e
come
mancano,
palpitar si sveglia:».
dallo
allora
di
più
percosso
quegli
non
rare,
giunge
e
è
a
storiche,
Firenze,
Le
14
e
CAPITOLO
persino
le commenta
anch'
le
astri
autori
chiama
errore,
la scienza
Se
tanto
ad
un' incerta
come
degli
vista
celebri.
Spesso poi,
dietro
abbandonare
suo
ai fantasmi
poetici.
che, quanto più s'allontana
dalla scienza,
più
si
interno; così,
e
del
stringe al
là
anzi
faccia
par
divino, che
anche
In
sua
simile
qualche
poi
altra
quella
delle
il cuore;
del
e
mente
vera-
meditazioni.
particolare diletto
con
quella
a
specie di
errori
cui è madre
l'ignoranza delle
cagioni:
errori
che
poi
precipua, anzi
Così
in
un
descrivesse
unica
di
il
felicità
temeva
al
cielo
gli Dei
dando
guarsero
aves-
i monumenti
Egitto.
Tunc
aliquis limosa
Piscator,
*
Storia
*
Ibid., II,
dum
nocte
delVAstron.j II,
188.
agitans ad
oculos
126
e
ad
segg.
flumina
sidera
!
umana
il Fontano
come
non
vere
come
quale, di notte,
zodiacale,
assunti
considerare
ogni
ammira
pescatore,
un
rapiti e
fonte
luogo ^
suo
la luce
doveva
e
poeta inglese
stesse
sue
fedele
una
dell' infinito
sentimento
a
zione
medita-
lunga
ei trovava
essa
proposito,
a
una
già gli riempiva
tutto
fermava
che
dove, tutt' altro
Young.^
del
dittatore
suo
interpretazionedi quel
Si
sovente
non
ricorda,
è
rava
nar-
consapevolezza del proprio
correre
per
partenent
ap-
cui
tratta
dalla
venute
digressione quel
esempio,
del
Così,
meno
o
cose
disciplinadi
le vicende.
più
fossero
se
alla
immaginazioni,
ad
avendo
come
esse
origini e
le belle
I.
Nili
tollit.
l'
del-
GIOVANILI
STUDI
Pyramidas,
suis
presente luogo
il
Leopardi,
dovè
mano,
scrittori
innanzi
«
obstupuit »!
E
pastorello,descritto
Alla
canto
del pescatore
quella
a
medesimo
lui
l'ingenuo
del-
piaciutoquel-
simile
da
poi
seconda
di
d'animo
sembrare
il
fico,
scienti-
o
l'inganno
gli sarà
la condizione
gli dovè
come
forse
ammirarvi
tutto
pescatore. Quanto
r
storico
citandolo
pur
ricordato
avevan
intendimento
con
virorum,
monumeota
spoliare Irophoeis/
superos
lui altri
di
prima
referri
astra
super
rapi
veterumque
iEgyplumque
Se
sìmul
doluitque
Obstupuit,
15
ERUDIZIONE.
DI
nel
del
suo
Primavera:
V onda
tremar
....
Vide,
e
stupì, che
ne' caldi
Scendea
Polve
L'erudito
lato
Così
ei ricorda
antichi,
fé'
cosi
simili
nel
in
ricco
ce
la
un
d'immagini
cui altri seppe
scienza
poemetto
secondo
sopra
nobile
pontaniano
t.
IV,
Opera,
3114-5.
della
o
graziosa espressione di
la
pernico
quale, Co-
gli epiciclidegli
estro
astronomico,
questi versi, il Leopardi
non
cita,
occasioni, l'opera a cui appartengono;
/. /. Fontani
petrina, MDLVI,
braccia.
della
cose
bassa
man
caccia
quelle in
Algarotti »,
spirato da
e
Ricordando
leggonsi
di
e
«
585-589:
verginee
le
ritrarre
Fontenelle
in
le
anche
ammirava
felicemente
snoie
e
dall'immonda
sanguigna
giovinetto,pur
proprie,
*
flutti,e
della
tergea
Il niveo
storia.
Diva
faretrata
La
palese al guardo
non
Meleororum
intitolato:
Basilese,
ex
oflicina
com'
ma
egli
essi
liber,
Henric-
16
CAPITOLO
dato
di
deir
piglioalla terra,
Universo
lungo ozio,
una
gran
nel
di
parte
fosse
è
rimasto
ben
che, dopo
dialogo
che
il
mai
Ma
la
dagli astri
ricordo,
alla
con
la mente
che
brama
sua
alla
dei
ubbidisse
o
per
!
idee:
sue
entro
immagini
la
fin da
qui principio
presente
affetti
gli occhi
che,
opera,
fabili
gì'inef-
vera
più
e
*
Storia
Ginestra!
deWAslron.f
II,
217
e
seg.
blime
su-
trasformazioni
come
sino
aurora,
a
quelle
lampeggeranno, quasi lugubre tramonto,
della
e
zione
contempla-
sua
più
più
volte, da
ritrasse
quante
ma
tevole
no-
occasioni
giorni, con
la storia
più
certe
Quante
spirito!Nella
suo
dalle
cominciare
In
sfogare gli
suoi
è
giovinettovenivano
avesse
di
nel
felicemente
nulla
agli spazi infiniti^ei
cieli si ha
delle
al
dell' immensità
fine
del
moti
deW Astronomia
direbbe
vista
sino
canto
o
mondo.
fatti celesti.
dai
e
qui
che
tazione
rappresen-
copernicana. E,
del
impressioni che
quella
sorgono
il
vivo
«graziosa
vera
dottrina
quella,
quattordici anni, appunto
Storia
particolarisi
a
Or
d'intorno»/
concezione
sua
nella
dei
attribuiti
Copernico,ei significòpiù
delle
intimi
veniano
semplicemente
della
punirla
a
spontaneo del proprio pensiero, certo
moto
un
sono
che
piuttosto una
era
fantastica
gliene
ci
e
centro
marcito, le addossò
avea
quei moti,
chiama
egli qui
espressione»,
a
quale
corpi celesti,che
che
lungi dal
cacciolla
ingiustamente usurpato,
del
a'
I.
nel
DI
GIOVANILI
STUDI
i^
BRDDIZIONB.
III.
del
Questi primi ardimenti
un
per
Ani
dello
cedere
pezzo,
storico
delle
opere
scritte
poco
dopo. Or
in
intorno
nuove
di
: mi
pensiero leopardiano
parte
ai
stesso
o
io volessi
del mio
proposito,
svolgimento dei
tratti lo
grandi
a
segnare
cora
an-
fu la natura
opere
ragionareespressamente,*uscirei
eh' è
in
o
quel tempo
a
di cotesto
se
tutto
filologo;tale
del
e
poeta dovevano,
dunque
contenterò
a
chi
po-
generalissimicenni.
Col
metodo
intorno
testimonianze
ai medesimi
intorno
al
scarsa
lavoro
^
confronto
Moroncini.
'
sto
in
'
ì lavori
di
tal
ricordo
genere
Leopardi
Del
cogliere
possibilerac-
Molta, benché
Del
dottrine.
filologo
in Studi
sul
ha
qnello già
anche
scrìtto
Tomo
e
aul
citato
del
il
bene
Leopardi,
Forlì,
1883.
della
Commentario
Op. ined.y I, 169 e
De
vita
Porphyrii
Commentarius
OrcecSf
Orceca
emendata,
delle
la critica
prof. F. COLAGROSSO
Gherardi,
autori.
gli scritti,
e
Esichio, eh' é il solo in italiano,sono
sopra
Tra
era
tori.^
ai Re-
e
discreta, l'erudizione; ma
né
rara
sempre
la vita
lavori
i tre
Porfirio'
a
s'illustrano
questi
aggiuntevi quante
non
condotti
sono
Milesio,*
Esichio
ad
Di
stesso
Leopardi,
et
vita
e
degli
scritti di
Esichio
Mile-
segg.
Plotinif
Latine
Ex
et
ordine
Versione
illustravit, et Latina
Lihrorum
ejus
Ficini
Marsilii
emendavit
Jacobus
1814.
Vita
quorumdam
scriptis Bhetorum
vixedeclinante
Christum
saculo
Vel
Qui secundo
primo
post
Auctore
JacobO
LEOPARDI
Tunt
OpuQui et selecta Veterum
scola
Ad
calcem
1814.
illiLstravit,
adjecit Et Observationibus
*
Commentarii
ZUMBIKI.
De
et
2
18
CAPITOLO
meglio quei volgarizzamenti Degli uomini
il
forse
illustri in dottrina
il
tradusse
faticoso
Ma
da
di
fosse
tronca
il discorso
ridotta
a
tale
di
far
favorevole
al
che
tal
parlo
e
per
il
Leopardi
si
leggono
altrove
a
Op, ined., I,
sembra
180.
meglio,
o,
da
chi,
si farà
me,
voglia dire:
Per
corra.
sembrare
men
la
o
ad
Chi
me,
che
scienza
d'altro.
maggior
credeva
cose
parecchi
appena
che
più,
saldezza
di criteri
Yita di Plotino, scritta
sulla
vi
possano
dei
cristiano, lascio
nome
le
non
decisa
esser
possa
E
quistione pertanto,
pericolo,lo
che
cosa
intorno
*
ciò
con
pregevole
il lavoro
La
«
in
fede.
della
Esichio
più coraggioso di
o
un
sta,
:
cotesto
mettere
cristiano, conchiude
così
E
correre
dov'essa
di
sé
temendo
religionedi
la
stato, potrà
esaminarla»/
che
il
durante
in
all' affermazione
stato
più ingegnoso,
perchè
poetico
suo
tacersi
punto, quasi
contrarie
quegli
Più
quel
a
quello
ostentare
certo
un
riuscire
prima
a
versi, quasi
in
parte, comprime
indagini circa
vuol
sfogo
costretto
una
quasi
e
già, ad
sue
anche
s'ingegna, dall'altra,
sentimento,
è
breve
un
e
nopoli.
patrie di Costantiluoghi di diversi
lavoro.
se,
mostra
Leopardi
ch'era
sentimento
cose
epigrammi
concedere
per
Delle
e
Parecchi
poeti
I.
importante
degne
illustri
si trovano
da
di
essere
firio,
Poranche
sciute
cono-
contemporanei,
nominati.
Se
la cri-
20
CAPITOLO
di
Frontone
di
accenti, oramai
in
e
il
nello
studio
Ce
e
è
divisa
180
in
le due
due
illustrare
testimonianze
Certo,
anche
molteplicidella
dei
ci
intorno
suo
commento,
riesce
non
almeno
quanto
ha
di
più
intorno
*
lustrata
San
in
palrum
illia
Carte
gli elementi
Fragmenta
collecta
scriptorum
Parte
II,
*
Parte
I,
5
Ibid.,
mità
unifor-
che, volendo
non
di
men
succoso
anche
e
proporzioni.Così,
Sabiniano
per
grcecorum
scriptis
più
rio,
va-
mentre
^
trettante
al-
e
settanta
gine
pa-
Alessandrino.^
è
aecundi
poi facile
acecuìi,et
testimonia
intenveterum
collecta
et
il'
sinneriane.
*
3
tore
au-
medesimi.
padri
coir arida
citazioni
eorumque
V
aggiunge
più prezioso o
Clemente
innumerevoli
de
più
alle
di
quel soggetto, egli, nel
poche righe
a
Fragmenta
auctorum
a
vi
Candido,* spende oltre
per
Dalle
di
prima
Chiesa,
distribuisce
che
ciò
fosse
noto
i
precedenti. Se
soltanto
La
e
fittissimi. Intendendo
sparsi,e
e
^
l'altra
224,
della
erudizione
sua
lavori
dar
ora
di
Padri
ordina
guidarlo
sui Padri
opere
riguardanti
qui
non
egregie imprese.
frammenti
raccogliei
ne
e
ligione
re-
se
dovesse
una
alcuni
sua
ancora,
in caratteri
e
nella
(1814-1815).
V
parti:
pagine grandi
a
le
prova
ecclesiastici*
sugli autori
che
cristiana
ad
pensiero
rettorica, parrebbe
anno
stimolarlo
danno
ne
di
diletto
qualche
per
Tidea
sentimento,
di
iscevro
non
benché,
:
romanesimo
quel
maggior
trovasse
1.
grcecorum
p. 3.
p. 67.
p. 62.
et
veterum
illustrata'^ in
Ecclesiasticce
Carte
cit.
historice
dere
Padri
di
greci
ogni tempo
e
future, si
cose
anni
appresso,
Mai.
Al
di
molto
ne
annotò
dei
paragone
scarsi
materie, il
di
ciascuna
ilsolo
un
ma
delle
indice
queste
e
fine
suo
dà
materiali
dei
dottrine
Di
molto
minor
opere
poco
anch'essa,
l'autore
mole
primo
intese
ch'ei
a
solo
a
illustrare
i
amendue
gli
le stesse
fonti
di
subito
pagine,
piuta
incomaverla
paralleloa quel
più
storia
oltre. Coli' uno
più particolarmente
ecclesiastica:
scientifici,
e, per
erudizione.
gliere
racco-
è la seconda
Benché
Padri, coli' altro
stessi criteri
di
metà)
lavoro
molto
di
proprie;
oltre le 59
avvertiamo
scrittori
gli
lui
preziosidelle
nominate.
potè condurre
a
interpreti.
va
un
tali
su
dai codici
quello
(non
avanti
l'
al-
formare
osservazioni
loro
e
concepita come
clesiastica;
ec-
tutta, ei fa seguire
documenti
dei
pure
di storia
dovevan
sempre
erano
e
turalmente
na-
disprezzare.A
tratte
con
è
orizzontalmente
scritte
delle
Padri
da
è
lezioni
spesso
eh*
sono
che, anche
parti,che
supremo
vesse
do-
questo egli si rimane,
dell' opera
varie
gli
pubblicata dal
suoi^studi classici
due
volume
primo
noti;
la Cronaca
per
queste
di
giovamento quando, pochi
giudizio non
suo
i suoi
chezza
domesti-
Eusebio,
con
dal farci intendere
occorrenza,
tutti
la gran
quellidi teologiae
non
ma
in
pochi germi
non
come
d'ora
i
ecclesiastiche
poiché
qui
avverta
studiato
avesse
cose
avvertiti
acquistata sin
riuscire
E
paese.
abbiamo
studi
primi
di
scrittori
gli
e
21
ERUDIZIONE.
diligenza egli
quanta
con
DI
GIOVANILI
STUDI
lo
in
più,
2f2
CAPITOLO
Se
ogni
deir
Storia
nella
altro
considerasse
quei
cui
e
sente
è d'
V enfasi
spesso
parlando
e
in
alla
lavori
personaggio e
alle
del
E
notisi
«
più
delle
che
altra,
stato
Fragra,
Patr,
Ibid., II,
120.
se,
il possesso
ec,
volte, la
filologia
testo. Ora,
del
diflicilmente
trattate
da
una
delle
con
I,
177.
le due
idea
del
vicenda,
a
la debita
parte, nel giovinetto
lìngue
maravigliosi,non
dai
ria
sto-
la
e
illustrantisi
possibileche,
gr(zc,
storica
quella compiuta
quando
hae-
d' indole
degli autori
tempo,
addirittura
erano
*
vite
darci
suo
Leopardi
dair
il
^
;
adscriptus».^
angusti termini,
danno
esse
ampiezza.
si
propria dei
«Execrando
leopardianisono
disciplinepotevano
pur
dei
«Gallisedecus,
interpretazioneletterale
in così
tenute
tenze
avver-
medesimi,
tutta
Ireneo
funestissime
albo
restringe
mera
che
l'acerbezza
ma,
parte filologica;
si
da
i frammenti
ai
Tiziano, incomincia:
di
resiarcharum
Questi
novelli
che
linguaggio,an-
suo
intorno
Chiama
litante,
mi-
malleus, Ecclesiae propugnaculum»
hsereticorum
e
Nel
illustrare
e
polemistiecclesiastici.
alla chiesa
ordinario, alle poche
le testimonianze
si
fede, alla cui gloria
della
intendeva
tono
cattolico
ardori
spiritie
fatiche.
ristretto, com'
con
ascritto
campioni
tante
consacrava
teologiche e
il fervente
come
traesse
medesimi
Padri
che
oramai
che
mento
cristiano, qui tal senti-
crudamente
battagliero.Parrebbe
e
astronomia_ipre\aiìe
sopra
il sentimento
piglia forme
1.
12
e
T
dizione
eru-
sarebbe,
ai 14
anni,
GIOVANILI
STUDI
oltre
cognizioni,egliavesse
tante
a
la
far
fatto
si è
sufficiente
di
delle
quantunque
e'
non
il
dei
parte
strumentale
del
oltre
suo
alla
anche
che
fisiche,pure
fra
sproporzione
bene
il
frequenti, bisogna
della
libri
dei
mancanza
fatto,
tali disuguaglianze
prima
età
lui, di
Monaldo,
efficaci
su
sempre
più ardente,
di
della
compiere
egregia
opera
e
tener
più
che
gli
più
breve
fruttasse
cessari
ne-
brama,
sua
in
la
tifica
scien-
quegli studi, degli esempi, ancora
per
qualche
fosse
delle
spiegar
a
neir
molto
qui
morali
e
Esichio, di Plotino
di
la
e,
sapere;
ragione
che
quellapiù propriamente
e
sono
conto
pensiero
greci. Grande
Padri
vediamo
addentro, da poter illustrare
così
sufficientemente
e
ora
che
notizia
avesse
disciplinestoriche
ancor
era
non
scienza; ed
più esperto
paragone
senza
volendo
come,
astronomia, ei
tale
scientifiche,
e
Vedemmo
cenno.
dell'
storia
acquistatepur
filosofiche
quelle più propriamente
di cui
23
ERUDIZIONE.
DI
tempo
onore
e
fortuna.
IV.
Fino
0
a
neir ideare
storica
forma
e
nome
paresse
molte
ad
gli elementi
di
e
varie
opere
il Leopardi
filologica,
biograficao
adunati
nel condurre
qui dunque,
qualche
talvolta
uomo
altre
della
s' era
a
compimento
di
erudizione
attenuto
alla
somiglianti.Aveva, cioè,
sua
dottrina
illustre ; e,
allontanarsene, pure
per
non
intorno
quanto
al
ei
perdeva
24
CAPITOLO
mai
di
vista
quel personaggio :
nel
a
cotesto
della
mare
di
genere
notevole
più
intanto
^
ma
;
r alto
per
è
col
citato
popolaridegliantichi.
Qui egliha allo sguardo non
ancora
ne
pirà
com-
Giulio
quello su
ad
botaggio
ca-
ampiezza
per
eglicomincia
aperto
mare
Ritornerà
scienza.
precisione d* indagini,qual
fricano
specie di
una
lavori,anzi, fra poco,
altro, forse
un
I.
e
Af-
avventurarsi
Saggio sopra gli
errori
solo,
insieme
ma
secoli
nei
di
che
ciò
e
parecchi
alla
alta
compierla, potè
nelle
raccolti
molto
sue
Dalla
valore.
opere,
acquistare
Storia deW
accenni
agli errori
colà
fece
i
meglio
due
suiruomo
e
sulla
di
mum
et
lulii
Africani
qu"B
collecta, reeognita,
notia
illiutrata.
sui
tutte
natura,
fanciullezza, e, dacché
^
nuovo
che, col
e
gior
mag-
colarmente
più parti-
fatica
i numerosi
e
se
potessero intendere
aupersunt
il danno
Padri, poi, continua
quelle idee teologiche
ch'ei
s'era
nova
determina
ne
esame,
opere
svolgimento
lo
e
tesori
progressidella scienza, qui, sottoponendoli
Dalle
morale.
gnamente
de-
popoli antichi;
si
perchè
più rigoroso
a
qui
fisici dei
ricordo
dei
Astronomia
nuova
poco
forze. Per
sue
ultime
ad
non
venuto
era
anche
stesse
tica
an-
efficace
di
e
le
tutte
la vita
essere
giovarsi
trasportò nella
ne
impresa
con
venivano
uso,
nuovo
a
quale però egli si
addestrando
grand* uomo
lati di tutta
quella continuò
posteriori:
ardimento,
più un
professò sin
messo
a
omnia
versione
a
dalla
raccogliere
«/.L,
nunc
pri-
donata, prolegomenia
STUDI
e
GIOVANILI
interpretare questi frammenti,
alla
più largamente
Qui
da
visto
noi
religione tutto
Gli
errore.
antichi
di
si
stessi
però
a
chiarirli
di
i
della
le massime
si
meglio
che,
come
se
morale
più
nel
trovare
gli
facilmente
occhi
sulle
con
citare
basta
conobbe, di Clemente
qaale [Clementis
et
illustrata
Oxonii,
e
la loro
pienezza.Or
onde
Leopardi
per
teatro
dei
il
che
Tesempio
di
uno
Alessandrino,
Alexandrini
Opera
Joannem
Sheldoniano,
Posteruvif
MDCCXV;
forma
in-
talvolta
da
quelligià
pur
git-
Padri, ci possiamo
simili
ripetute il
altro
parziale
quelle medesime
parole
vere,
il cristianesimo
diversi
non
carte
in
aveva
Mi
che
tutta
delle
gentilesimo,procedevano
E veramente,
patristica.
imbattere
che, talvolta
*
in
argomenti
con
attinti alla stessa
tando
quanto
e
primi capitolidel Saggio, e
difende
mondo,
alla salute
pura
il concetto
è
questo appunto
i
dal
religioneebraica, quasi una
rivelare
poi
ragioniimperscrutabili
Padri, le speculazionipiù
anticipazionedi quelle verità
doveva
riprova
una
per
dannosi
e
tutto
essa,
interamente
falsi
potesse
dalla
di
sua
pregiudizi degli
considerare
divina
trina
dot-
alti. Nella
più
fuor
e
teologo,
cresciuta
con
fini
a
li bandi
Secondo
anime.
ma
sempre
storia.
lo stesso
innumerevoli
avevano
non
alla
e
verità;
era
quella parola
volle
volto
applicò
bensì
avanti;
poco
coir animo
e
scienza
ricompare
dunque
25
EEUD1ZI0NE.
DI
quasi
e
Padri
eh*
in alcune
quce
giandosene,
pompeg-
teologo giovinetto
nostro
dei
sentenze,
exfantf
episcopum
Cohortatio
egli meglio
pagine del
r
ecognita
oxoniensem,
ad
gentes,
26
CAPITOLO
Ma
s' egli cominciava
alla
sempre
lavoro.
in
lui
la fede
neanche
il filosofo ;
e
in
mettere
della
e
il
fuga Terrore,
sentenze
La
quale
virtù,
Tuttavia,
debbono
di
se
II,
p.
10
e
fa col
che
gli
r idolatria
e
dei
la
quei
cit.,cap.
Ibid., cap.
I,
3
Ibid.,
XIX,
cap.
dell'uomo)).^
gli efifettidi
libero
luoghi
XII,
p. 9.
p. 298.
tuna».^
oppor-
ardito, non
e
di
p.
177
nate
dagli
e
il
quanto
Saggio, dove
del
come
e
che
Sainte-Beuve
dalla
stessi
umani.
Saggio
cura
tre
punto preciso,ol-
la sostanza
naturali
*
cosa
saldi,né quella fermezza
superstizione
fenomeni
una
si è avuta
non
il
procede
spesso
in
Credere
«
da
rado, poi, proferisce
prevenzione giusta ed
una
segg.) trovasi
scrive
recanatese
*
dente
cre-
mostrarsi
estendersi
criteri veramente
ha
:
fissare
dal
spiritoattribuitagli
cap.
In
religione
pastore
air intelletto
può
non
o
di
Non
queste
torto
scienza
sola
il
di
il
si accorge
dirla,e perchè
esaminarla, fa
però
il
come
la
air occasione
come
si è udito
perchè
una
ognor
analisi.
sua
vede
primo
filosofi antichi.^
dei
meno
((
uso,
Padri, soggiacendo qualche volta agli errori
più grossolani,possono
di
lungo
suo
diverse:
; il secondo
montagna
il
della
persone
se
procedette
alle contradizioni
davanti
due
essere
Saggio con
critiche, già poderose,
i risultamenti
e
parrebbe
stessi
facoltà
sue
arrestarsi
lupo
il
facendo
veniva
questo
più largo, delle
durante
maniera
stessa
Perchè
senza
poi finiva
e
rigorosamente teologiche,non
sentenze
tra
I.
segg.
giovane
considera
falsa
mal
pure
tazione
interprefetti
regolati af-
28
I.
CAPITOLO
un
dei
memore
cuore
che
favoriva
invece
quasi
presago
delle
educazione
una
della
e
paura,
il
patiti per
il sentimento
future
sue
gli sarebbe
nulla
cui
contro
affanni
tanti
serie,
mi-
valso
mai
ché
fuor-
coraggio.
Dissi
che, quanto
e
sentimenti
però
credeva
dominato
il
:
sentimenti
ondeggiante,
contradizioni.
che
uno
quelli da
su
più
n'è
ce
e
ancora
di
iscevro
non
anche
dottrine, idee
mostrasi
generali, il Leopardi
mutevole
a
Fra
tali
a
valere
pre-
comincia
cui
egli era
pur
sentimento,
si
o
com'
cile
fa-
è
intendere, della poesia.Ei si compiace sempre
scrittori
più degli
classici,continuamente
essi, in specie dai
spesso
che
par
la
per
le ridenti
per
fa
dimentichi
storico
soggetto
poeti;
rampollare. A
e,
vero
suo
bellezza
delle
quelli,
a
proprio
e
zione
ideale, V erudi-
che
immagini
causa
inteso
tutto
il
cita da
egli stesso
numerose
citazioni, il Saggio, segnatamente
ampie
e
in
ne
alcune
sue
parti,mutasi in una specie di enciclopediapoetica.
Quella grande e varia famigliadi favole leggiadre
il
per
era
Leopardi
della
incantate
isole
trattovi
se
per
più
senza
le
immagini
presente
errori
dovevano
opera
inganno,
e
delle
e
il nostro
un
castelli
dove,
si
di
se
medievali, descritte
tempo
autore
o
che
an-
ziava,
deli-
gloriose imprese
fine di mostrare
ingombrassero
per
quei
il cavaliere
quasi immemore
antiche
col
di
uno
poesia romanzesca,
curarsi
cui erasi consacrato,
Or
come
a
stesso.
nella
quanti e quali
lo
essere
spiritoumano,
ben
presto
di
argomento
Così questa, che
lui tanti
di
fin da
da
Degno
del
è
meno
sulla
nuovi
trarre
e
in
fede
benché
e
delle
più
esse
come
Or
cagioni le
se
sul
che
traevan
stesse
maravigliose
così
poter
cristianesimo,
riprova di quanto
una
Ma
all'antica.
il Leopardi,
all' opera
mano
qui
a
tendimen
in-
con
mutarsi,
per fini
suo
anche
religioseche
citazioni
le sole
tanto, di qual godimento
Se
i Padri
mici
pole-
Padri, si compiace manifestamente
difendere.
state
del
opere
di
a
cui
bellezza
stato
l' origine? Ed
mai
ecco
assai
leva
egli vo-
lo dilettavano
gli sarebbero
non
appartenevano
e
spiritoquelle poche
sarebbe
la
sentenze
creduto
classici,ricordate
delle dottrine
che
che
pienamente
Dalle
ortodossi, comincia
dei
guaggio
il lin-
ogni giorno
non
avevano
posto
avesse
parole
dai
ancora
sovrastasse
così
come
è V effetto
in favore
argomenti
persino visto
la novella
discorda
degli stessi pagani,
ecclesiastici
autori
gli
e
considera
coscienza.
sua
storiche
e
le immaginazio
innegabile che
di nota
parola classica, per quanto
filosofiche
bile
inesauriche
vero
in
poeta.
singolarmente
intesa, faceva
destato
una
ora
qui
per
delle
parte
principioaveva
filosofo cristiano
quello
già,
l'astronomia.
entri
egliancor
di
non
del
più
tanta
poetiche. È
visioni
antiche
errori ; pur
lontano
profondi, diviene
moti
fonte
di
future, in cui
concezioni
sue
E
ispirazioni.
felicissime
quelle, balena
entro
29
ERUDIZIONE.
DI
GIOVANIU
STUDI
tutto
il nostro
se
e
di tanta
ficacia
ef-
tille,
scin-
sparse
il sole
!
da
giovane
cui
cer-
30
CAPITOLO
quel sole,
bramosamente
care
vista,e scaldarsi
Per
cominciati
dalla
della
in
di
ai
dunque
passando dagli
quella luce.
di
sici,
clas-
quei
vedemmo,
come
fin
erudizione
classici,ma
elementi
formali
di
vita
quella
profana.
e
altro
con
«
vello
»
in
cui
quella
scienza,
co-
arte
essa
;
trinseci
in-
quelli più
a
arte, s'interna
loro
tutta
sacra
era
più gloriosa manifestazione.
la
stata
al culto
consacra
conoscere,
a
studi
nuovi
Ritorna
e
in
quella
a
fanciullezza, e poi alquanto neglettiper
sua
i suoi
bearsi
e
quasi immergersi
e
egli si
tal modo
I.
V.
famigliaa
cui ella
forse
lo
educato
aveva
a
che
tratto, ed
ebbe
che
Proprio
avrebbe
(E. Costa,
Parma,
questa
voluto
scriveva
»,
L.
anzi
Due
che
egli
lettere
9
che
quale
voluto
si
non
fosse
di
"
M,
lo
naldo)^
Mo-
d'un
compì
L.:
in
:
a
ogni
pro-
ciò
Insomma
lo
Pietro
Brighenti
leopardiane,
in Note
infiammi
Cristiano....
ruzioni
inter-
significare
per
«
1820
aprile
Battei, 1886, p. 38),
Cavaliere
degna di un
magine
un'im-
all'altro.
Monaldo
usò
inedite
la
cavaliere
inevitabili
sono
Giacomo
il
tutta
quelle incertezze,
tutte
parola
la
l'Armida
sempre
campo
passaggio
riprese che
e
*
il
un
come
usare
fu
(un
lo avrebbe
da
di
o, per
al caso,
cristiano
e
passare
non
Se
adatta
più
dunque
innamorare
apparteneva,
il cavaliere
indusse
lui
per
lo fece
che
cara
persona
fu
classica
poesia
La
a
».
qualche
trizzi
elet-
pazione
occu-
GlOVAmU
STUDI
fonda
impaganirsi, il
ebbe
vita
antica
traccia
di
quella
di
quel peccato
ci
continua
insieme
tutto
di ciò
avremo
tutto,
occorre
s'
a
queir altra
cui
parlò
stata
E
non
Leopardi meglio
modo
a
suo,
classico
scarsissimo
scritto
di
innanzi
versione
con-
precorre
nostri
alcuni
suoi
è
terpreti.
in-
turale,
na-
le altre cose,
gli errori popolaridegliantichi
d'autori
sarebbero
state
nostri
;
date
abbon-
queste proprio
e
più opportune
le testimonianze
ricordati
neanche
sommi,
è
italiani,che,
vi sarebbero
Tasso
dal
alcune
altri
Ma
diede, com'era
le
ma
dì
ai
ad
gradito
alquanto più tardi,
di
la
quel-
letteraria, di
che
e
quelle citazioni
; appena
di
Qui,
meramente
la precorse,
che il Saggio sopra
egli
innamorato.
paganesimo
e
guardar
a
e
appresso.
al
stesso
molto
intenda
questo principiodi
che
r autore
anche
alla luce
primamente
ragionare
e,
allora
anche
prima spinta.Si consideri, fra
la
tutta
veramente,
conversione,
pure
là dove
origine. E
cristianesimo
argomento
egli
direi,
notare
dal
eh'
cagione
quella vita,
era
idea
medesima
il mondo
onde
arte
primo
suo
che
qual-
idealizzarla
a
quel
la stessa
e
ritennero
il
nell'arte
di
cagione
poi sempre
che
pare
riproduca
spirito.Certo, poiché
sentimento
della
quando
se
la
stata
era
31
ERUDIZIONE.
dello
trasformazione
la bellezza
di
DI
in
gli
l'opera.Ragionando più particolarmente de-
errori
antichi
cita dal
Petrarca
parvero
così
relativi
adatti
nemmeno
ad
a
cose
astronomiche,
quei
illustrare
versi
il
suo
che
non
poi gli
concetto,
32
CAPITOLO
quando,
nella
deirargomenlo
Mai, toccò
al
canzone
I.
medesimo/
Ma
badi
si
principalmente
Sdggio
è
doveva
condannare
qualche
scritto
in
quella
forma
giunto, com'
intorno
era,
i
gustare
greci
altrettanto
ancora
i
e
quanto
a
opere,
pensato
fatto.
o
abbiamo
di
ai
estendevasi
nel
E
così, anche
precedette
«
massime
studio
Il 30
stesso.
Io
da
e
diede
preciso in
da
due
ne
alla
versione
con-
luoghi del
scriveva
; tutti
nostra
lettura
(canz.
vede
che
quest'ultima
cui
pieno
nella
gran
tica,
poe-
conversione
una
aprile1817
mi
Quando
di
gli antichi
notissimi
i Classici ;
Del
forma
origine
tutti
i versi
studio
esempio
che
traduzioni
Cioè
della
T
originalierano
Omero, Dante,
^
faceva
al Giordani
il capo
delle
disprezzava,anzi calpestava,lo
lingua
diguazzava
dere
inten-
a
lo
avessero
principio aveva
moderne,
della
che, pur
letteraria.
ci è indicato
Leopardi
:
attesta
resto, il tempo
avvenne,
poco
concetti, ai sentimenti, alle
più grande
meramente
Del
e
latini,egli non
di
Saggio ci
coscienza
manifesto
bellezza
quelli si restringeva alla
ma
infranciosata
italiani. Né
degli
che
e
succede, le
quel tempo,
a
il
presto
egli stesso,
severamente
esagerazioni dell'autore, disse
È dunque
barbara.
che
men
e
ben
che
critico,esagerando, come
suo
che
questo,
a
il
pianeta
dal
Nella
pastor
al
calare
scrittacci
francese; disprezzava
che
i
ov*egli
volea
non
stagion,
nido
i miei
ora
detesto:
st. ili) :
raggi
alberga.
leggerli,
chi
STUDI
mi
ha
fatto
niun
le
30
a:
la
grazia di Dio;
m'ha
fatto
che
mi
erano
necessarie?
è
in
secondo
luogo
dello
stesso
andato
sono
un
un'altra
ho
in
pezzo
dentro
dato
che
tanto
che
mezzo
dato
le
ha
non
sì che
avendo
il che
che
abbiamo
in
son
e
curava;
questo tempo,
il
mi
adesso
e
di Borea
fatto
succo
Vonte;
tutto».*
rivolto
Or
Se
luoghi bisogna saperliinterpretare.
termini
alla conversione
a
credere
che
generali dello
letteraria;
i fatti di cui
tutti allo stessissimo
Che
quanto
anzi, da
essi
e
mi
vieppiùradicarsi
appartengano
di
anno
ho
d'Austro
primo parlasiin
anteriore
un
non
ai rami
schernir
sono
È
non
badato
A
tomi
sette
a
vedute, ed altre che
fatte
state
sono
sempre
poi
questi due
nel
ella ha
anni
mente,
profonda-
avvedermene
prima
:
dizione
eru-
13
dai
e
sei
erudite....
senza
che
quercia
gira, Per
fare
la
della
studio
da
belle, che
mie
cose
scritto
cose
quasi
vedute,
la
come
a
io
alle lettere
tutte
a
al Giordani
traccia
questo
a
ho
piccoli sopra
non
strada
lettera, del
anche
anno,
più pellegrinae recondita,
ai 17
ma
Dio».*
di
maggio
Io
lingue
33
ERUDIZIONE.
Chi
certamente.
imparare
Il
DI
tuono?
mutar
uomo
grazia
G10YAN1U
debbonsi
spiritosuccedutisi
»
EpiaLy I,
»
Ibid., I,
ZuxBxiri.
56.
71.
fino
riferire
a
qui
a
breve
a
quivi è
tratto
si è
due
non
di
perciò
cenno,
tempo.
visto, alcuni
momenti
distanza.
stato
dello
Così, quello
34
CAPITOLO
che
chiama
r autore
scarsa
aveva
cominciato
fevole
antiche.
ad
Che
pregiato
né
Saggio, dimostrò
secondo, Y
il
anzi
primo,
a
egli abbia
altro
lettere, non
ancor
più
stesso,
se
notevoli
qual
lavorava
se
vivo
e
poesia
E
greca.
testimonianze
di
per
queste
fatto,né,
sentimento
più
chiara
si scorge
Nella
si dà
Prefazione
principi deir
complesso, ci
r ammirazione
che
non
se
al
predetto
della
qui,dalla
medesimo,
anno
riescono
ai
anno
e
al tempo
compiuti
o
poteva
di
un
esattamente
letterari,ideati
già
come
lavoro.
lettera, poi, la conversione
incominciata
come
greche
sentimento
suo
poco
quanto
accompagnato, anche
seconda
corrisponde
i
il
consapevolezza
nella
dimostra
ci
fosse
profondo
grecità:
tanto
di
delle Inscrizioni
triopee (1816), la quale
e
sue
rappresentazioneche di tutto
allora,ci lasciò nel Saggio.Aggiungasi
la traduzione
delicato
delle
prima
a
il
quanto
poi quest'altro particolare,che
posteriore é
per
operoso
nella
narrare
al
ancora
valore
era
intorno
non
toglieràmai
vivissima
alla
la
potuto
citate
meno,
già
era
tutta
cui
che,
prova
amore
per
in
delle
e
alquanto prima, non
Omero, né Dante, certamente
pure,
poi, al tempo
già egli
dell' arte
innamorarsi
insieme
perizia della
quando
ancora,
se
piuttosto
era
sufficiente
non
durava
lingua nostra,
avesse
disprezzo,ed
o
conoscenza
I.
seguente
una
la
tra
:
primi
fine
lavori
novella
né
breve
uno
né
lavori
'15
e
nel loro
di
prova
sopra
stato
del
che,
classici,fondata
essere
avanti,
mezzo
dei
che
quelstudio
di
re-
36
CAPITOLO
tiche
Così
d/
il
suo
I.
genitrici,
egli allargò ben
ebbe
poi
di
nel
adorala
il
effetti
gli
di
che
il
indicava
risalire
volesse
che
quella
la
da
eh' ei
Dio,
veramente,
e,
anche
fatto
dello
*
*
forse
è stato
al
allo
paesi,dove
dei
spiritoe
Epiat., I,
meglio
detto
proposito
e
la
leopardiano,
1901.
di
tutto
a
del
Studi
piovuta
E
il riso
del
;
che
che
e
la
tutto
radiso;
dal Pa-
e
leopardiani,
Lo
al
ciò
che
Basta
La
aveva
di
ineffabile
bellezza
Giordani.
dagli altri,
da
eh* io
conversione
eoolgimento
Firenze,
selve
luce
diversamente
meno
Mestica:
1817
di
perchè,
buie
e
la stessa
marzo
argomento.
giovanile
d
lui
su
più
godimento
21
o
quale
patristica,gli
citare
più
questo
scritti
Cantica
colla
»,
le aspre
sensi, e dove
certo
me,
i due
Dio
era
era
la
appieno
grazia degli Dei
entro
versione
con-
scerà
origini,ricono-
credesse.
non
impossibile
intorno
in
di
sguardo
Lettera
42.
sarebbe
Mi
prime
teologica e
balenare
lontani
alle
stesso
così nota
sua
dall'Olimpoanzi
per
dell'erudizione
quello
chi, a intender
«
scesa
era
la
per
conversione,
dirla
vorremmo
alla
zione
trasforma-
tanta
una
grazia
«
egli spiegava
più tempo
lui
manifestarsi
a
certamente
letteraria.* Ma
cosa,
di
coscienza, fu
Leopardi
in
narsi.
cristiano, protestava d' inchi-
notevoli
più
fette
per-
feconda
più
e
cose
trinità, ma
nuova
in cui cominciarono
tempo
di
quell'altra davanti
non
filosofo
quale, come
Or
segreto
suo
intimi, che
moti
una
due
ed
figliuola,
in conto
tre
e
le
per
alla
presto
inseparabili:quasi
e
più
tutte
sempre
forte
già
amore,
Succ.
del
Le
me
ricordi
teraria
let-
genio
nier,
Mou-
STUDI
dall'
creata
alto
Uno
ingegno
cui
grado
dei
primi
La
del
decembre
dentro
del
«
spesso,
e
non
bocca
di
più
per
lui
la
avevano
tanta
alla
testimoni
ingoiated
in
In
ogni modo,
se
scoperta, egli aveva
nel
tale
due
una
di
alla
tenze
avver-
dallo stesso
fatte
sue,
partecipe
precorso
pensiero
le
la
tica,
fa-
del danno.
gloria
il fortunato
rinfrescar
anni
nuova
parte, lo compensi
non
Sentirne
dalla stessa
frontoniani
le
suoi
di oblio ricomparisse
poiché
subito
prima, egli imprenderà
che, almeno
E
nei
pur
antichi, ma
viva!
prima,
parlarne
sole ! '
del
luce
come
anni
da
notte
scitato
su-
Vedere
due
trasporto »
agli scritti
«
1816.
pubblicifogli
innamorato
con
parola
premesse
Mai
dai
indicibile.
cosi
tratto
un
principidel
lui commentato
sempre
cotesta
nel secondo
lo vediamo
ai
di
antecedente, gli aveva
familiari,dopo
d'
ora,
da
s'era
quale
discorsi
segni
tumulto
un
quel Frontone,
e
chiari
Mai, annunciata
anno
più
potesse aspirare.
compiuto
dell'
al
questo
natura
di coscienza
scoverta
nel
più
Frontone/
su
inalzava
umano
e
37
ERUDIZIONE.
DI
la nostra
trasformazione
lavoro
GIOVANIU
della
tore
scopridi
memoria
Frontone.
Anch'
che
più grande
figliod'Italia.
vero
*?
in
di
Op,
'
ined.t I, 323
e
premesso
e
allor
di
M,
era
tentare
un
che
spira
il sentimento
opere
darno,
in-
non
dell' antico, eh'
potesse
Ecco
delle
Volgarizzamento
Discorso
adoperava,
resurrezione
quella
a
ciò
si
egli dunque
Cornelio
Frontone,
segg,
al
citato
Volgarizzamento,
p. 329.
38
CAPITOLO
dalle
I.
parole,
sue
che
quello
Quanta
di
Leopardi
che
suoi
il
studi;
il
dei
quella
E
religione.
per
sentirla
per
a
cui
Padri
intanto
e
ei
nel
lui
più
poneva
civili
gue
distin-
si
lunga
gran
stessi
letteraria
mano?
tore
au-
larmente
partico-
non
come
d'indole
e
dei
virtù
potente
erudizione,
suo
argomento
di
gli
per
fa
illustrato
essere
che
cosi
quelli
anni
ad
supera
sentiamo
di
due
incomparabili
che
tone
Fron-
a
in
ammirazione
studi
entro
le
e
i
tolti
ammira
;
la
se
gli
entro
già
e
per
d'
poesia.
intorno
vedeva
di
prosa
nella
soli
degno
secondo
romano
avuta
di
primo
meno
dall'amore
più
Il
famosi
antichi
nostri
!
non
dotti
altri
gli
Leopardi
oggi
dotto
molto
non
discorrere
nel
il
nella
fervide
fra
tra
ERUDIZIONE.
DI
meno
non
differenza,
un
GtOYAmLI
saranno
stesso,
il
STUDI
—
eroi
e
della
operosa
avremo
a
e
tica,
poe-
Capitolo
II.
LETTERARI.
GIOVANILI
STUDI
I.
Tali
studi
critiche
traduzioni,
tutte
rinnovellano
si
ora
di
versioni
Y Odissea
'
le
AeìY
e
Da
Garte
Discorso
le
erasi
cui
ricordo
le
dei-
benché
quali,
condotte
evidentemente
le
1726
",
i
che
frutti
trovasi
fra
date:
seguenti
Mosco,
sopra
che
ma
a
prima,
Febbraio
25
prendo
napoletane,
1816.
«
autore,
in
lavoro
Batracomiomachia,
sono
del
di
culto
della
Eneide,^
indice
nostro
della
mutevoli,
an
forme
nuovo
toccare
Mosco,
criteri
con
nel
Per
consacrato.
il
per
divisi
come
imitazioni:
e
antiche
tre
e
considerare
possiamo
tore,
Spetta-
nello
pubblicato
1816;
ivi,
1815.
Poesie
1815.
Discorso
1816
e
tradotte,
la
sopra
Traduzione
parte
a
Milano,
1816.
nello
1816.
in
Mosco,
pubblicate
ivi,
Batracomiomachia,
1816
;
pubblicato
;
1815.
ivi,
di
in
1822,
Milano,
e
Traduzione
Spettatore,
Traduzione
Milano,
1817.
Batracomiomachia,
della
nel
del
1816,
Cafè
primo
e
di
nel
pubblicata
Florilegio
Petronio.
canto
ùelV
di
poeti
venti.
vi-
Bologna,
1825;
Odissea,
cato
pubbli-
1816;
del
secondo
libro
àeìVEneide,
cato
pubbli-
40
di
II.
CAPITOLO
stesso
uno
parole:
la Eneide
Letta
ce
del
andava
pace
mie,
guisa, quelle
divine
infinchè
non
ebbi
non
mi
e
del
far
di
maniere
continuo
il
tocco; sì che
in
infocandomi
lagrima
vampa
di
queir
consapevolezza
effetti
E
amore
il
le
il
come,
al diletto
secondo
sente
che
scaldò
é
in
punto
un
desimo,
me-
Libro
il si
lo
convenia,
mandando
fuori
qui
una
come
i nostri
sti
umanitutta
con
se
medesimo
di
molta
gli
il
provato
suo
nella
crudelmente
gli eran
Studi
Discorso
filoL, 190.
^éiVEneide
del
testimonianze
quasi sentendo
tanza
impor-
poeta moderno,
nostro
padre gli bruciasse
proprie carni,
*
non
il paragone,
confermano
così
me
Petrarca, il quale
del
storia
fra le mille
e
con
ebbi
avvedermene,
quando
descrisse
poiché questo
come
mai
stupendi ?
nella
che
né
al secondo
talvolta
y"^ Chi
ne
:
quale più degli altri m'avea
forse
segnatamente
e
cando
cer-
e
cuna
potesse in al-
patteggiato
leggerlo,senza
e
alcuna
si
ove
sue
pre
sem-
spasimando,
bellezze
recitava, cangiando tuono
e
le
veramente,
par
fui avventato
poema,
sommo
che
(sìcome
mi
soglio,letta qualcosa è, o
bella),io
mente
fedel-
potrebbe più
del traduttore
V animo
renderci
medesime
Nulla
amore.
quella
i suoi
poeta antico,
dov' ei
narra
sici,
prediletticlas-
divorare
strazio
corderò,
ri-
da
quel
fuoco
fosse pari soltanto
lettura
tolti.
premesso
(Cfr. Epist,, I, 61).
degli
autori
che
Questi egli aveva
alla
traduzione
del
anche
amati
della
ineffabile
loro
nihil
quidem aetate,
verborum
ut
dulcedo
quidquid
mihi
cum
vel
altri riscontri
che
V
riguarda
ciò
sue
prime impressioni
sulla
forti,sul
cuore,
toccherò
appresso
fatto,noto
felici dell'
l brevi
saggi
diede appresso,
bastano
a
a
lodate
e,
*
in
rate,
lavo-
di
meno
classica,
dal greco,
prosa
molto
che
pregio, non
una
qualche
gran
molte
sue
traduzione
egli
certo, per
tradurre.
E
Senili, XV, I,
MDLIIII,
p. 1046.
in
Opera
cose
di
già i presenti
omnia
F,
pure
letterarie
criteri
bito
Du-
anche
attitudini, avesse
scriveva
bontà
mente
vera-
antico.
poema
appartengono
quanto giovanili,
cui
hanno
ne
all' arte
Leopardi
grado quella del
in
altri
manifestazioni
le
compiere
di
che, fra le
tempo
che
alle traduzioni,
rebbe
persuasi che, continuando, eglisa-
farci
insigne
saggi,per
le
più
diligentemente
quantunque
riuscito
in alto
poeti
la vita ! Ne
tutta
su
quanto
versione
di
fra i due
gli effetti,sempre
e
T analisi
del
rau-
origine di queir amore,
sembrano
amore
me
Molti
d.*
intanto, ritornando
; e
rifare
mi
sola
audirem,
notare
illa
detinebat,
videretur
mente,
che, per
esse
vel
legerem,
per
senza
et sonoritas
potrebbero
si
Et
incubui....
dissonum
longeque
ipsa
Prospero inhiant,
aut
intelligerepoteram,
qusedam
aliud
ab
Siquidem
"r
Ciceronis
libris
iEsopo, ego
aut
parola:
caeteri omnes,
pueritia,
quando
la dolcezza
intenderli, sol per
d'
prima
41
LETTERARI.
GIOVANILI
STUDI
e
al
assai
sentimento
PetrarchoB.
Basilea),
42
di
arte,
Ma
inferiori
non
il voltar
diversa
sia
gran
poeta
pur
grande
che
è
il fatto
ma
sufficiente
Chi
ha
insigne, così
altro
minore.
Ne
nella
e
traduttor
che
nel
il
deir
opera
suo
è,
poeta
un
fu
in
versione
montiana
? Per
di presso,
delle
quale (salvo che
fare
critico; non
e
non
Ma
primo,
né
poeta
né
in
ciò
dar
qualche
vita
fu maggiore
il secondo:
aveva
già
così
quasi
fa ciò
ritrae
ritratto
una
nuova
è
cosa
il traduttore
:
caso) non
né
deir
interpretarlistoricamente
invece
miriamo.
am-
drammatico
poeta,
ai fantasmi
cose
al confronto
rarissimo
fa il
che
ginale
ori-
questo
insomma,
Y attore
come
moso
fa-
prescindendo
da Omero
me,
del
poeta
tale notizia
anche
un
le letterature;
quello
né
che
an-
in
in tutte
che
la
facoltà particolare
Leopardi, né
; eppure,
saggio di
un
a
saprebbe
il
Monti
medesima
benissimo
citare
Foscolo
stesso
dimostrato
proporzioni dei rispettivilavori, che
mai
il
a
la notizia
tutta
Nello
difetto
Iliade,il quale
il
ha
poeta
appieno
una
esempi
come
altro
se
di
basti
nostra
deìV
ebbe
classiche
dalle
abbiamo
un
un
rendere
trovarsi
può
profondo
e
far
è ben
tradurre
a
sia per
bisogno
può
come
che
sempre
grandezza
traduce
che,
non
ranei
contempo-
un' altra
necessario
interpretare e
a
in
detto
spesso
suoi
studi.
lingua
dirittura
a
di
e
una
seconda
questa
prima.
;
età
da
Si
cosa.
quelle dei
a
di
maturi
più
il
II.
CAPITOLO
ciò
che
nazione,
immagied
ticamente.
este-
che, di solito, né
nell'azione
nella
l'idea
il
che
parola, aggiungendole
forma
sensibile,per
44
II.
CAPITOLO
alla
grandemente
piena intelligenzadelle
opere
d' arte/
Nuove
diede
breve
nel
di
capace
che
greca,
r arte
italiana.
latina
insieme
r
di
né
Ma
incominci
come
i
forse
la
sacro
terribile
cosa
abbia
vita
dovuto
del
latine
moderna
italiani ;
valore
accenno,
che
gere
legche
nomina
e
piena
tica.
an-
che
an-
Dante,
del
conoscenza
storico
non
stra
mo-
intimamente
conoscere
suo
che
dell' arte
godimento
a
»
di
e
concepire nulla
sa
non
zionali,
conna-
in confronto
Omero.
Non
isfugge poi
dei
e
suoi
la
e
in
felicità
nuova
«
prima volta, con
e
poema
di
il greco,
più insigni autori
per
dei
cuore
qualche rapido
con
nel-
quella poesia
il
gentile nella
già,pur
trasfondere
nuovamente
par
dal
mostrasi
mettere
)).^ Quasi
accompagnato
della
Qui
quelle traduzionacce
in
«
allora
alto
fosse
di
Gli
dopo (1817),
frammento
tutta
cagione
sapendo
Omero
correvano
e
egli
più ripostequalità la
che
immaginazione
l'Ariosto, non
di
nelle
Vorrebbe
grandezza.
anni
quel
vorrebbe
loro
valore
suo
Titanomachia.
potessero
esser
nuova
di due
di
gustare
poesia
moto
discorso
chiamò
Teogonia che
del
prove
alla versione
premesso
già
belle
più
e
del
*
'
'
Ancor
Titanom.
filol, 31 e 80.
di Esiodo,
Ibid.,
175
e
nessuno
giudizi sulle
suoi
Davanzati.*
Studi
a
seg.
più
in
Studi
la novità
traduzioni
notevoli
174.
filai.,
e
V ardimento
del
Caro
quelleprime
GIOVANILI
STUDI
osservazioni
eh'
i fini dell' arte
su
egli continuerà
di criteri
e
con
spiegar filosoficamente
ad
innanzi
va
altri
sostiene
dato di
ogni
sorta
«
pregio;
suo
tutto è
il
prezioso
Da
questo
da
e
si
giunto
che
che
due
Per
anni.
molto
sezza
bas-
tracomioma
Ba-
il
eh'
del
nulla
dappertutto, e
dal
y"^
genio
che
trei
po-
il 1815
egli,tra
e
profondità di giudizi
e
quel
deliberato
suo
filosofia,
come
tal modo
prima
La
esempi
esser
precorre
alla
egli
sia
perdere
numerosi
libertà
una
darsi
farle
è consacrato
altri
degnamente
propositodi
a
ad
far
e
all'arte
soggetti."r
manifesta
addurre, è manifesto
il '17,
come
di
può
non
ciò
poesia
(dicea proposito della
»
genio
della
insieme
già chiari contemporanei,
suoi
argomento
poter
quelle osservazioni
dove
dell'
di
l'indole
specialmente là
trattare
ideale,
maggior profondità
bramoso
poetiche perfette.Con
cose
sul bello
e
sempre
più
sempre
45
LETTERARI.
pensatore
da
fece
poi
si faceva
egli si volgesse con
lì
vertire
av-
piena
le leggi del pensiero.
consapevolezzaa meditare
Infatti,non
giungere
pochi di questi giudizisi possono con-
parecchie
a
nelle
pur
prime pagine
si traccia
cui
i
in
Sistema
un
mancano
a
delle
primi germi
breve
si volse
belle
di
quel
arti^
Sistema
tutte
con
si
leggono
Zibaldone, dove
dello
di
che
cose
le
e
dove
già
non
dell'uomo,
forze
dello
spirito.
*
Discorso
'
Pensieri
Firenze,
Succ.
cit.,p.
di
Le
varia
74.
filosofiae
Monnier,
di
bella
1898-1900, I,
letteratura,
82.
voi. VII.
46
CAPITOLO
li.
IL
Venendo
alla
gli antichi,
di
riprodurne
V
Nethino.^
Amore
al
le Muse
dove
Bellezza ; ^
e
quell'altradove
ospite,si gloriacon lui
suo
Non
spiritualee più
di
tenera
famiglia di
della
invece
ode
la seconda
della
Dio, ferito il
propria potenza.^
della
stessa
Luna.
Alla
questo
è
Mosco
sul
Aggiungo poi che
stata
essere
tagu
Studi
*
Anacrbontb,
filol,149
MDCCCLXXVI,
^
Ibid.,
NeUa
e
più particolarmente
p.
sua
nella
e
22,
n.
33
stessa
tra
quella
d' immagini.
e
poeta italiano
non
quell'ode della
egli stesso,
dicendola
deve
Mon«
ge-
170.
Carmina,
p.
32,
fiìohf69) abbiamo
imitandolo
eh'
Luna,
Alla
»
8
efficacia
senza
più
sentimento, la diremmo
£ip^ro:^ certo
somiglianza di affetti
gran
stampa
Molto
sorella dell'idillio
e
alla
più lontanamente,
lo stesso
egualmente segnata
sembra
mi
Amore
consegnano
di
la fine
Difatti,coi primi
principiodell' anacreontica
cogli ultimi, benché
e
di
stampa
particolare,due fra
di Teo.
il
legano
coli' Inno
è veramente
poeta
ci fa rammentare
versi
l'arte nelle
adespotee
arieggia,in
; anzi
verso
Leopardi s'ingegnasse
Odi
colle
Ad
attribuite
le odi
culto
suo
possibileil pensiero e
tentò
ode
anacreontica
il
come
al
che
imitazioni
a
noto
del
forma
terza
edizione
V.
BOSB.
Lipsia,
19.
n.
(31).
traduzione
qualche
supposta
segno
di
della
anacreontìoa.
questo
maniera
idiUio
eh* ei
{Studi
tenne
STUDI
mella
rotti r
alla
del
i"
idillio
di
mio
assai
coli' Alga-
ammirandone
e
greco
riporta nelle
j,
giudizio,V
Inno
Nettuno.
a
confronto
Certo
inni
degli
chi
r artifizio
quanto gli fosse
avvicinarsi
Avvertirebbe
reminiscenze
stessa
ogni modo, aduggiano
poesia.Direi,
di Corinna
detto
col
seminasse
giudiziodeir
antica
da biasimare
in
noi
sarebbe
anzi
non
"
in
ogni
condotta
ciò
poeta
Studi
moderno?
un
severità
se
ne
di
vi
meno,
filoLy70. È
Thoiif Silver
*
Plutarco,
461-462.
Deity
Moralia.
che
of
secret
Lipsia,
peggio
e
Leopardi
dell'opera
di
come
fino alla
comincia
in
dicarla
giu-
il
prima
è da notare
era
cresciuto
i difetti
perdurasse
r ode
e
dove
ancor
Piuttosto
E se, per
inutile
critico
in
Leopardi
dovremmo
Ma
accorse
e,
tal maniera
nato
apertamente
termine.
a
di
il
colla mano.'
pur
dere
nascon-
moso
proposito il fa-
poetessa, una
un
riconobbe
e
sua,
mio
quelle tradizioni, come
a
stesso
che
di
glieffetti della
Pindaro, che
a
anzi
sacco
al
per
plari.
esem-
celebrato,
nascere
adattare
per
finiscono col
e
mai,
queir eccesso
dell' eroe
in sul
che
tali
possibilea
mitologiche,che
lesse
vo-
poeta italiano
segnatamente
la sembianza
mezzo
del
gli sforzi
e
è,
omerici
Callimaco, avvertirebbe, più facilmente
tutto
note
storica
più grande importanza
giudicarlo in
di
47
LETTERARI.
di Mosco/
versione
sua
per
citato
atteggiamento
"£
Ma
GIOVAinU
averla
egli,
fine,per
:
Night.
MDCCCLXXXIX,
II,
48
CAPITOLO
deliziarsi
quasi
E
in
ogni
dominato.
in
e
dell'
amenità
Che
Quel
cielo
e
!
Monti, valli
meno
intrecciate
alle
pure
tutta
^
poi
che
per
in
che
offrire
dell'eroe
o
gener
arte
cose
belle,
morte
ne
intendesse
stro
no-
ciulle
fan-
agliuomini
!E
leggiadre,
dell'eroina
incomparabil
tante
la
vezzose
favole
e
lui parvero
a
ogni loro parte,
popolati di
tradizioni
vane
«
gli inni greci!
entro
viventi
e
le dipinture
quelle
errori
rici
ome-
entro
per
e
gli uni
Leggendo
agli Dei
azioni
un
in
cui
per
per
ranno
dure-
sempre
vita I
Dunque,
sua,
di
stessa
eterne
negli inni
meglio potesse
mari
care
infinità
della
e
lui
co-
pardi
Leo-
del
corrispondenza col
amorosa
poi queir
nella
di
che
quella terra,
e
non
virtù
dilettosi
in
appieno quanti
come
ineffabili visioni
in
sempre
quei
ciò
sempre
vita.
intime
Ariosto, perdevasi in
in
»,
mente,
sua
se
farsi
sappia
trovare
Callimaco.
quelli di
gli altri, la
chi
intenderà
ei dovesse
quali godimenti
era
non
necessità
condizioni
quel tempo,
a
cessità
ne-
classica;il quale,come
Solo
delle
concetto
stretta
ce
copiare»*
invitto,par veramente
n'è
giusto
di
e
canto.
suo
ei chiama
dell'arte
stesso
amore
che
nel
meglio
o
antiche
immaginazioni
quella eh'
imitare,
l'amore
non
rivivere
veramente
d'
felici
quelle
farle
per
li.
benché
il
Leopardi aspirò
a
quell'arte;perchè, come
Epist.y I,
71.
Lettera
del
30
maggio
le difficoltà
preme,
su-
riprodurre nella
già dissi,nello
1817
al
Giordani.
STUDI
tentativo
stesso
e
sentiva
vi si obliava
come
Ed
uomo.
nel
egli saluta
di
circondava
Dio
del
bearono
davanti
:
Nettuno,
a
antico.
Con
fanciulle
che
il mondo
loro
ancor
gini
più leggiadre imma-
ricorda
singolare compiacenza
quel
poeta, ma
come
le
eroe
voglie,
sue
che, neìY Inno
ecco
suo
lo
cui
quietare tutte
soltanto
non
49
LETTERARI.
GIOVANILI
le
Eccocele
amore.
sare
pas-
chiomi-bella, Mena-
Anfitrite, Libia
lippe alto-succinta, Alope, la leggiadra Alcione,
Ippoloe,Mecionice, Etra occhi-nera, Chione, Olbia,
Canace, Toosa
r Bolide
ciascuna
bella
in
accennate
pure
alla
sacri;
e
per
si
appena,
vari
farne
più glorioso il
quasi
non
cercandole
ricordano,
Nettuno.*
Così
suo
eroe
alla
propria
Va
dei
una
e
di
nessuno
di
fantasia
fortuna,
un'altra
poi singolarmente
Studi
ZuxBim.
filol, 160.
ciulle
alle fan-
rosee
gerne
aggiun-
guance
che
dice
però
una
»,
l'amasse
di concedere
al
gloria,e
nuova
fuggitivabellezza.
notato
Padri, ch'egli cita qui, sonavano
*
E,
tori
Teti, la quale,se molti scrit-
facendo, gli parve
nuova
per
del mare!
numero,
"c
fani
pro-
come
scrittori volle
un'altra, cioè Calliroe
dell'Oceano
figlia
Dio
desime
me-
mente
diligente-
qui
del
tanto
un
antichi
da
se
intendimenti, autori
trionfo
di
contento
grazie,
fanciulle
stesse
le raccolse
ogni dove,
nominate
Delle
il nostro,
ma
loro
le
e
dispiegano per
fantasia.
nostra
Passano,
piede....
vago
maniera;
sua
parlato,con
avevan
dal
che
le
nei
sentenze
loro
li-
50
bri
delle divinità
scherno
come
Alessandrino
S. Clemente
Nettuno
qua
potoe, Chione,
enim
Numquid
schiera
«
lui,
E Arnobio:
».
maris, Am-
arguitur rex
Menalippas, Al-
cupiditatisardorem,
E
virginitateprivasse?».
niae
da
violata
innumerevoli
nobis
a
furiosae
per
mami
«Chia-
scritto:
phitritas,Hippothoas, Amymonas,
cyonas,
pio,
esem-
Alope, Menalippe, Alcione, Ip-
le altre
e
Per
pagane.
aveva
la
e
Anfitrite,Amimene,
"r
li.
CAPITOLO
castimo-
Giulio
Firmino:
quis Alopen, quis Melanippen,
Quis Amymonem,
Deus
quisChionem Hippothoenque corrupit?Nempe
fecisse
haec
vester
ricordava
sentenze
più
a
delle
Ciò
dell'eroe.
qui
di
dei
voce
palpita per
la
era
il
coscienza,
un
divino
Studi
filol, 159-60.
nostro
autore
concetto
Non
si è
quella
sentiva
il
cuore
di
lavoro
quei palpiti,chi,
vettiva,
in-
cagione
intenderà
il faticoso
come
era
di
sembrò
del divino.
artifizio,confessato,
*
Prima
che
imprese
cristiani
mi
che, nel
monianza
testi-
a
quali par
l'opposto: il
traverso
senta
autori,
interpretato anche
Padri
Leopardi chi, a
loro
le altre
inno.
che
effetti, il
profanazione
non
air
in
Ora, invece, accade
suo.
scrittori
negli
si trasforma
mirabili
tanti
nella
che
che
meno
non
trettali
al-
mento
intendi-
con
bensì
le
avventure,
amorose
di
conversione
Leopardi
quello dei
a
ed
queste
vituperiodi Nettuno,
lodare
intendesse
il
contrario
del tutto
cioè, non
».* Or
memoratur
cuor
gli
quelli,
mai
d' imitazione,
fermandosi
visto, dal poeta
52
CAPITOLO
SUO
a
gran
di
visibili; il
dai
Padri
amore
sull'esempio dei
che
avrebbe
E,
da
suoi
essi
di
e
dell' altro
mo,
vedem-
come
vita
quella
per
delle
di luce
bello
più
medesimi.
di
tutto
accese
cose
maniera
pagane
mondo
un
era
più nelle
non
alla
sentenze
incomparabilmente
lodato
si
nelle
delle
la bellezza
ammirate
fini col trovare
combattute,
tanto
pregio
per
tempo
un
Petrarca, bensì
armonie,
il
giovane recanatese, invece,
sentenze,
del
più
sempre
occasioni
nuove
leggendoli,gli
se,
lui dimenticate
invisibili,da
loro
medesimo,
se
d' intendere
parso
trovato
aveva
precursore
dolersi
II.
punto,
ap-
nità
divi-
maestri
in
così
presto
abborrire!
dovuto
III.
Queir
però
amore
divenne
non
padrone assoluto; perchè
talvolta
a
lunghe
lotte
glieffetti
armonie
interne.
suscitati
vita, quando par che
da
quelle
Il
un
a
idee
in
religiose,da
nelle
tutto
tal vista, lo
che
suo
e
esso
certi
tico
an-
le
mai
ispecie
moti
del
dalla preghiera,
canti, da
calamità
ci si oscuri
della
all' intorno.
spiritobrama
già gliene erano
in
sciva
riu-
gliarsi
oblio, risve-
molto
grandi
come
compiano
passato
tempo
sogliono,dopo
specialmente
Sgomentato
si
spiritonon
solennità
dalle
certe
del
parte
una
dell'infanzia,gli antichi
le reminiscenze
cuore,
religionenativa
naturale, chi consideri
dello
trasformazioni
senza
riprendere
Fatto
impero.
la
suo
state
conforto
così lar-
STUDI
ghe
GIOVANILI
Allo
tempo.
un
r
da
lui per
belli alla
fantasia,
infortuni
si senta
E
di
questo,
tempo
a
caso
da
Un
già gravi
nei
ma
del
a
pezzo,
misteriosa
mondo
un
eccolo
che
cosa
lo
per
affezionando
Non
mai
così
dolce
ne
innanzi,
di
stato
tuno.
di
Composti
tempo,
*
queste
a
i due
Pubblicata
Volta,
nel
era
con
Milano,
uno
zio
stra-
s'era
della vita
nuto
ve-
pagana.
allora che
guardo.
occhi
brava
sem-
Unica
solazione
con-
rena,**
patria ter-
dell'infelice
un'altra
bella.
animo
nacque
come
del-
la cantica
da
fuori
venuto
1816,
lavori
più
come
V Appressamento della Morte ^
contrarie
un
occorreva
che, di là dalla
fede
maginazio
im-
stessa
in tanto
come
la terra
apriva agli
tale
che
quella religione sempre
a
incomparabilmente più
Da
;
lo reggesse
fuggirgli dal
quella
parvegli
grande
alle memorie
dovesse
la fine dei
della
i termini
ritornare
più negletta
lo
cosi
punto
imminente
L'angoscia era
; ed
fisici,
riso,e dal quale s' imprometteva
tutto
aiuto, qualche
mali
I suoi
certo
un
tratto
strappasse crudelmente
lo
felicità eccedente
una
breve
un
condizione
siffatta
cosi
sopraggiunti
per
per
Leopardi.
In
ad
legrino
pel-
smarrito.
dipresso,fu
suoi
mano
quali
come
farglitemere
una
al
bandonato
soggiorno, ab-
nativo
suo
strinsero, da
giorni.
sorride
quei paesi lontani, già
poi
un
il
modo
stesso
del
immagine
53
LETTERARI.
disposizioni
Vlnno
Net-
a
vicinissimi, in ogni
caso,
significanol'avvicendarsi
studio
Hoepli,
illustrativo
1880.
daW
avv»
di
NINO
ZAN-
54
più
forze
opposte
così
parere
r inno
ho
come
che
poetica
fede
E
cui
egli era
gli
far-
antica;
tro,
l'al-
nato,
che,
soccorrerlo
a
e
in
tanto
deìV
il concetto
Né
veramente
quella gioia che
di
la
forma
hanno
pieno,
nostri
robusta
molte
anzi
erranti
dell'
le
sono
davanti
prime
umane
le idee
invece
traccia
tiva,
na-
ostante
le
che
i concetti
rizia,
dell'Ava-
sensibile
loro
la
per
dalla
esattamente
tutto
nel
men
il poeta
c^passa
nostro
per
buona
e
mere
rappresentazione,
parola
l'autore
rito.
spi-
significato;
ché
perdiretta.
men
Così
tuivano
costi-
certamente
maggior pregio della concezione,
la parte
anche
generali rimangono
persino nel
morali, che
fantasmi
; fantasmi
sé
come
selva
immaginava
di
preso
qui
non
più
ec.
cui
presentazi
rap-
stato
alla verde
impero. Perciò
lasciar
divenuto
il
su
avessero
senza
definito
ch'era
agricoltore.Non
astrazioni, oscure
né
vera
una
terreno,
nuovo
né
petrarchesche
dell'Amore,
personificazioni
di anime
Anche
di
Guerra, dell' Errore
della
le turbe
nel
o
si riaffaccia
ci
eterna.
componimento,
ciò
pianta che, strappata
cure
le
del
ed
vera
dantesche
sommi,
inaridisca
è
il valore
d'arte;
quei
sola
generale
particolariimmagini
ond'é
che
a
Appressamento
da una
visione
è significato
o
piuttosto da
serie di visioni sovrannaturali, per cui il giovane
la morte
come
cipio
prinpoeta doveva considerar
una
da
la vita
tutta
in
V inno
era
incominciato
aveva
detto, ritornava
affanno.
le
alla
quellospirito.L'uno
in
quel paganesimo
a
né
II.
CAPITOLO
ne
sono
dilettevole.
Il
quella specie
in
e
in
quasi perduta
il poeta
se
Dal
quella storia.
vita celeste
:
bramare:
di
vere
già
è
dai
padri
latini
Dio
da
tasmi
fan-
suoi
dal proprio
comporre
brama
le
e
bramava
di
e
sforza-
quasi
violenza
stesse
se
per
gioie della
effettivamente,
affetti terreni,
ed
ai
maggiori
molta
con
il
ancora
e
mente
egualil loro
per
suo
fantasmi
vita
della
ora
questi cominciano
a
sua
mirevole
Am-
concezione.
conoscere,
a
ai
gli elementi
linguaggio poetico.Dai
imparato
aveva
la
tutta
dar
a
evidenza
i poeti italiani;
ed
figli,
i
derivate
anche
greci
come
dai
le bellezze
pigliarsembianze
leopardiane.Dopo quella dei padri della
veramente
Monti:
ora
psicologicidi
e
a
ardente
sua
riuscendo
non
ritraeva
storici
nostra
la
spontaneità
astratti
mente,
Dante
su
contrasto.
Così, pur
concetti
sideri
con-
gloria,i presentimenti della
poetiche
e
angoscioso
e
dagli
si
attingendo, egli ritraeva
gioie che
ritentato
vasi
gli occorresse
vicina, l'aspirazionea
morte
ora,
non
dì
e
difle-
sul Petrarca
Paradiso)e
attingeva poi se
cuore
scienza, di poesia
visioni
sue
quenti
fre-
e
della
dei
perspicuità
tutta
con
E
dipintura
ciò che
tutto
ampie
cosi
ragione, dove
dal
nella
non
allegorici),
intima, sparsa
esterne.
foggiava le
(in particolar modo
direi, confessioni,
sue,
storia
alle
cose
(specialmente ritraendo
cuore
di
benissimo
ci rendiamo
che
quelle
mezzo
di
descrizioni
renza
in
consiste
meglio, invece,
55
LETTERARI.
GIOVANILI
STUDI
poesia, innegabile
cosa
forse
non
è
avvertita
su
lui
T efficacia
da coloro
che
del
dissero
56
CAPITOLO
il
avere
Leopardi,diversamente
incominciato
è
la classicità
nella
sua
degli
italiani
maggior
quale, fra
vecchia
dimenticar
da
lì
altri
a
quel
doveva
poco,
allora
visione.
così
Son
Ardo
vate:
Petrarca, che,
più
di tutti
col
Tacer
Sento
morir
Che
Pure,
mi
gli
eh' ad
non
'1
'ndarno
dica
imprese
si levava
mentre
che
e
a
tanta
mi
fama
riva.
il
chiama.
mi
cor
sono
brama.*
non
altezza
di speranze,
allo sguardo l'idea della
affacciarglisi
fine. È un
momento
sublime, in
sua
riassume
morte,
tutto
questo
negli
affanni
riesce
per
Cantica
cit.,V,
che
noi
43-51.
:
scriva
mia
eterno
eternità
core
esclama
talento.
vedrò
nato,
son
Io
con
lo ciel m'avvento,
'nver
la morta
alte
e
la viva
non
e
da
corpo
giovane
'1 sopruman
e
'1 mondo,
e
e
sento
fia che
valore,
suo
il nostro
salgo
d'Apollo
Grande
Italia
i'
desio
fremo
Fiamma
A
del
ormai
all' avvenire,
sguardo
*
da
nostri.
Consapevole
ecco
punto
l'ap-
per
avvicina
lui
su
vivesse, il
della
medesimo
poter
modernità
aveva
forma
Leopardi gli si
esso
per
invece,
me,
colla
che
sommi,
contemperare
benemerenze,
sue
il
già, spesso,
antichi
poeta
ringiovanito la
E
Per
ei volle
arte
nostro
le altre
da altri pur
alcuno.
imitare
senza
che
certo
del
li.
sima
proscui
si
martirio.
Il
stendo
quale, consi-
induceva
il
pensiero della
d'indicibile
effetto
in
un
STUDI
il cui
uomo,
suonare
lui,
della
quello
concezione
so
sia
se
Ciò
portante,' ch'essa
è
che
poetico
essendo
non
r Inno
luogo, né
dello
stesso
l'ultima
in
dal
forza
tanta
prossimi
poetico pel
altro
di
congiungono
0
cui
insieme
di cui
in
li
ora
passo
im-
il
e
primo
ponimento
com-
stiano,
cri-
dimostrerò
a
suo
rimane
essa
il
poi
contrario
non
averlo
cederanno
mai
accresciuti
noi
autore.
il
La
quelli
a
ad
anzi
dover
ci si
poeta
cominciato
vero
vedere
(come
parlerò appresso)
e
di
nei
primo
Cantica
componimento
riodo
pe-
che
qual-
Le
membranze
Ri-
dividono
e
zione
questo periodo dell'imitase
si
quel primo,
a
l'ultimo
dirsi veramente
esprimono,
preparazione,o,
spontaneità,da
rici
sto-
più
avevano
nostro
breve
più
la
certamente
ancor
mostreranno
che
canti
compiuti
o
ogni modo,
bellezza, da
e
i
il fatto,
arte, in cui
qui
Si
il campo.
tutti
non
sentimento
s' é visto,
da
vita,
ma
possa
In
di
dominato
come
colla
Patriarchi, né glialtri abbozzi
genere.
balìa, e che
più
ai
sarà
tutti;
a
tali, come
concezione
mostri
che,
pure
è V idea
di elementi
ricca
evidente
è
morte.
Fra
è
tir
sen-
presto
non
Cantica
più
e
avvertito
stato
ben
originali,tentati
più ampia
estetici.
ed
alla
bramata.
la
a
martirio
se
sempre
quel tempo,
a
breve
e
cessare
meno
0
inno
allora; ma
non
morte
lavori, più
intorno
primo
un
da
martirio,
un
avvezzi
eravamo
aspirazione ed
abborrita
morte,
57
LETTERARI.
stesso
nome
come
Così, per
della
GIOVANILI
discorrere.
voglia,della
veramente
11
minore
originale,
principio
della
58
CAPITOLO
IL
originalità
vera
in
cui
e
larga
dirsi
che
quel
fede
ma
cuore,
tempo
I
religiosa.
riprender
spesso
manifestazione
al
corrisponda
la
poterono
dentro
LETTERARI.
neirarte
alquanto
così
una
timenti
sen-
espressa
ottennero
non
mai.
più
L'
bensì
ottennero
immediatamente
e
GIOVANILI
mancare
a
cristiani
forza
STUDI
può
comincia
di
—
di
bello
di
e
Siam
arte,
più
forte,
avrà
questa
potenza
mirabilmente
che
civili
essi,
ad
Ma
se
di
a
un'idea
poetici,
così
illustrare.
dominati,
fa
sé
ora,
nobile
così
di
la
in
zione
rivendica-
nella
una
miglia
faluce
potenza
religione:
affatto
signoreggiante
pur
e
risplendere
più
sarà
arte.
zione
immagina-
reiterare
quella
vivo
più
a
il dominio
sentire
non
d'
quelli
nelF
e
compiuta
una
prossimi
a
di
è
storia
disposta
diritti.
profani,
esuberante
così
così
universale,
e
quanto
esempi,
affetti,
la
un'idea
da
nella
vedere,
suoi
di
dell'
afifetti,
per
dei
invece
afletti
natura,
vita,
antichi
gl'illustri
vita,
nella
giovane
come
gli
suscitati
più
Quella
tutti
sarà
di
contraria,
la
storia
concorreranno
e
la
60
CAPITOLO
bello
più
mai
che
mai;
di
capace
ond'
Pur
colle
veniva
che
la
più
di
forma
una
n'era
e
più
calde
tal genere,
in
fra
primo
vero
famoso
suo
tutti sanno,
nella
giorno
Cassi:
Geltrude
e
a
idea
nuova
quella
voler
la stessa
storia
^
in
ad
cosa.
e
per
cominciava
a
saggi
le due
Vedansì
23, 27, 31, 38,
più
45.
se
a
che
non
lui
andar
sono
i
il
gere.
sopraggiun1817,
ospite per qualche
la'
parente
sua
ardore,
nuovo
un
quel
Veramente
cuore
insieme,
sempre
bile
memora-
leopardiana è quell'anno per
di affetti
espresso
*
s'indirizzarono
cui
sempre
già
là fare
che
avvezzi
ricchezza
Tali
a
ebbe
dirsi
potrebbe
tardò
paterna,
casa
mente
nella
che
di
possediamo
nella fine dello stesso
anzi
più
in Italia. L' affetto
che
non
festazione,
mani-
familiari
ne
Leopardi ;
amore
poeta conobbe,
il nostro
una
del
amore
primo
Come
altre
è così ardente
belle
cuore,
le lettere
quante
simile
immediata
più
con
in vari
e
un
dal
così abbondante
pur
al Giordani
il
forse
son
anche
sempre
la
1817
stesso,
se
lungo
a
prorompenti
che
nel
potuto
si proponeva
quelle
vere
avrebbe
non
d'idee
Piene
fine.
Giordani
al
rappresentazionedi
una
cui
grandi pensieri
spirito.
suo
di un'anima, ideata
in
ma
il
i
che
più
stesso
se
atto
scritte
vera
quella Storia
modi,
ad
cose
fare tale
a
credette
e
recare
popolato
era
III,
primi saggi di
tanta
un'arte
immortalmente.
significarli
discorso
più in
Elegie.Dovendo
dell' amore
nel Leopardi,
particolarmente
[EpisL,
I) le lettere
17,
PRIMO
toccherò
qui
di
col
la
a
cui
mio
di sentimenti
togliequeir evidente
nulla
qualche particolarestorico, eh'
nella
poesia amorosa,
oltre
che
anche
da
ragioni
verità
poetica. Così,
r autore
che
«
Se
esagerato,
dove
allo
è
si
che
io
realtà,
ragionerò
e
quest'è
nel
sé
gliezza
sotti-
medesime
Diario:
suo
».^
so....
Inoltre,
immaginario,
tutto
insuperabile
suo
pre
sem-
amor,
credere
non
del
cosa
era
queste
Soc.
nel
amore
dalle
citazioni
articolo
Alighieri, 1898,
delle
composizione
Elegie,
il
Il primo
p. 7.
Chiarini
stesso
amore
il Mestica
leopardiani,
e
nel
le
di
capitolo
suo
p. 55
Elegie
neir
e
segg.
:
avea.
proprio
stesso
suo
rivolgea,
cui
per
allo
D.
io
creduto
andata
parole
il Chiarini
studi
vani
desir
allusione
con
Prendo
fatte
ai noti
altro
ogni
la
perchè,
detto
per
quelli m'apparian
Eppure,
alla
occhi
gli
Vano
Koma,
la
studio, parrebbe quell'altroaccenno:
E
ha
Se
ce
solo
del
conto
indotto,
intera
potremmo
non
pure
tenga
Né
*
amore,
se
ciò
proprio quelle
scriveva
questo
a
fatto, onde
parole:
artificio,sono
o
è
poeta
di
che
di
quasi immancabile
è
affetti è sempre
le
travaglia»,
com'ei
alterazione
personali.Qui dunque,
del tutto
degli
giore
mag-
di situazioni,
e
d' idealizzare
bisogno
le inesattezze
nonostante
poi, la
il
dove
solito
ha
ciò che
per
presente proposito. Noto
perfettaverità
dal
61
POETICO.
soltanto
esse
attinenza
dunque
PERIODO
si
:
—
L*
Oli
che
di
nel
amore
legga
poi
che
ciò
citato
Boma,
amori
quel
modo
;
fatto, egli scri-
Intorno
articolo
(?. L.
a
di
G,
Leopardi.
al
tempo
ne
neir
e
Soc.
diario
esso
D.
e
hanno
altro:
A., 1900, e
L.y in Studi
62
CAPITOLO
al Giordani:
veva
del
non
non
curante
Fra
tanta
la
di
delle
rumor
ben
che
voce
sì gran
tutta
negli
cosi
forti che
la
fra
nembi,
i
In
siam
La
abbiamo
negli ultimi tempi, era
dei nostri
segnatamente.
*
La
cioè
canati
;
Leopardi
e
di
è
del
soli
8
scrittori
Nessun'
sul
efficace
lettera
scatenò
22
cuore,
dicembre
giorni
anche
questo
è
scrisse
il diario
alla
il tempo
citato.
del
scrizione
desul
quasi
lui; effetti
su
a
ec.)
figurarci di
minea,
fem-
perplessa
e
sole
come
giovane
namorato.
in-
insigne esempio
un
Italia
tanto
si
gli affanni
in
mai
espressa
incerta
quella poesia personale che,
opera
letto
maravigliosa bellezza
entro
pitare,
pal-
a
nel
fece
di
per
muove
ogni
costretti
quanto
quest'Elegia
patrio
dipintura consiste
quasi
una
per
y".^
si fa sentire,
gli
la Cassi
per
e
il dubbioso
particolari,ci sorrida,
forme
sue
cui
per
effetti che
quale,
nelle
si
finalmente
solo manchi
tempesta.
medesimi
noi
per
ingannato
donna
della
il
sotto
percuotono
lei che
che
incapace
solitudine
ruote, il rannicchiarsi
notevole
capo
cavalli
che
plebee
cuore
gione
ca-
particolari(ilvegliare nelle
scalpitar dei
il
mia
questa
prima
giorni,per
dell'animo,
in
di
la
per
alcuni
ma
degli studi
lo
orecchio,
accaduto
essere
corpo
ostello, le voci
è
di
evidenza
tenebre,
il
«M'ò
vita
mia
in
volta
111.
sempre
venuta
più
risorgendo
del Foscolo
più moderni,
altra
poesia fu
né
1817
partenza
(14-23
scarsa
né
sarà
duratura
tanto
(Epist.^ I, 115),
della
Gassi
dicembre)
da
in
steriore
poKe-
cui
il
PRIMO
nella
Per
il sentimento
quanto
più
di
altro
Dove
inferiore
il
accorgersene
soleva
onde
giudicar
soltanto
del
alla
fate
or
di
care
«
moti
nella
pur
forse
per
sempre
^
mi
Qaì
r efficacia
1901,
O,
*
È
leggiere
"
Io
il
sulle
di
e
che
al
».
parsa
alla
col
con
zione
significamolto
trarrà
ri-
Saffo.
La
di
a
rergli
pa-
riso. Da
nel
tutti
in
sempre
E
sole, e
non
bocca
per
in odio.
ricordare
libro
suo
modificazioni
qui vagando
fra
alla
La
gli
le beUe
della
:
coscienza,
un'arte
osservazioni
poesia
si
rappresenterà
sua
gli splendori di
vicende
p. 149
luogo
che
congiunta
entro
nel
Paris
STON
et
e
preluda
il
volgersi
ri-
più l'amerà, quando più
di averla
piace
»
timento
sen-
procella;
o
nembi
o
servò
con-
un
collera, incominciava
sua
allora
indivisibilmente
ne
sublime
suo
crudo
vagheggerà
immaginato
era
il
già gli era
la
colla severità
prorompi,
«
interni
come
innanzi
aspetti;e
e
pienezza
tutta
bella,
qui
le nubi
Dovette
»
espresso
sommergermi,
d
certi
con
natura,
dov'è
Or
«
Elegia:
proprie,
cose
simili, par che
altri accenti
di
quando,
tempesta:
prova
chiamar
stesso
nuovo,'' cioè
tutto
e
particolare.^
m'addolora?
quel luogo
siasi
qual-
concreto,
che
delle
in
è la seconda
pregio
ceve
ri-
d' infonderle;
che
diviene
nel
fui?
poeta
all' uomo
felicemente
più
di
dove
son?
dato
è
s'immedesima
l'universale
personale Tarte
l'astratto
modo,
Molto
verità
esso,
per
63
POETICO.
storia.
e
«
PERIODO
personale
Frangois
Villon,
al
frammento
ha
Paris,
e
eterna.
che
fatte
sul6a-
Hachette
segg.
corrisponde
fra
i Canti
limitare
sotto
intorno
".
il numero
allogato
XXXVII:
con
64
III.
CAPITOLO
La
prima parola poetica del Leopardi
la
la seconda
Morte;
Amore
divisi
Morte, nei
e
congiunti, ma
or
conformi
pensiero, Potrebbero
che
la
ascetico
che,
a
nel
trionfano
tempo
intanto, si noti
che
an-
sul sentimento
di
al terribile
dinanzi
aver
anelante
della
l'arte
nel nostro
come
classica
quel
sentimento
patrio così
ammirazione,
facile
s' immerse
pensiero
nuovi
e
tutto
e
di
in
antica,
famoso
in
già grande
intendere
Virgilio,di
di
l'ammirazione
verso
vita
a
con
poco
parti della
le altre
ripreso
detto
rapidamente allargando
tutte
è
meno
si andasse
a
tale
fetti
af-
essi, notevolissimo,
tra
e
patria. Ho
poeta
altri
venir
parsi
Appressamento:
l'amore
avanti
quegli
stesso
anche
ch'erano
generosi
studio
nata
gior-
grandi.
cose
E
Or
montano
tra-
incerta
conquistato quello spiritocosi gagliardo e
a
suo
non
punto, sembrava
certo
un
ed
dell'Amore
volta il trionfo
una
del
che
astri
or
gini
imma-
entro
svolgimenti
Ma,
sue
il campo,
per
due
nanzi,
in-
qui
nelle
e
di tenere
quella breve
vita.
sua
da
e,
versi
sempre
dirsi
durante
fu
suoi
successivi
ai
mai
Amore;
mai
cesseranno
non
prose,
T
fu dunque
qual
e
stesso
ispecie
mondo.
lui per
T addietro,
quando,
intendimenti
lo
degli altri latini,
quella gloriosa
affetti. Lo
in
nel
diventasse
più profondi
Cicerone
e
classicità
gli avvenne
di
anche
PRIMO
PERIODO
allora,passando dalla bassa
Omero.
Ma
antichi
della
loro
arte;
le loro
amate
e
un
e
amare
e
essi medesimi
le
dirsi
colla loro
di
st' ordine
come
lo
accesero
notai,
di arte
stesso, di morire
casa,
dal
e
era
a
certi
spetti,
ri-
cote-
simile
ciò
a
tervenuto
in-
lui stesso
letteratura.
Grecia
di
e
dore
ar-
un
avuto per
figli
avevano
brama
di spendere tutto
per
Y alma
terra
mortalarsi
nativa, d' im-
Certo, persino in quella
mondo,
potevano
non
gli
loro
morendo.
prigione remota
liano;
ita-
che
in
V Italia moderna
per
così
Gli accadeva
qualcosa di
pari a quelloche i
medesime; di una
esse
figlia,
per
e
Grecia.
avanti
fatto
stato
patrie antiche
le due
sentimenti
poco
in
Roma
avevano
grandezza ispirato
eguale amore
della
anche
prima
ancor
l'Italia,figliadi Roma
che,
care
glorifi-
il Leopardi essere
romano
piuttosto,che
0,
sua
ad
raro
glorificate.
patriota greco
se
meno
patrie,com'
dunque
per
gli
ne-
come
patriottismonon
giungesse
e
Potrebbe
avessero
osservare
ad
e
generale,e specialmentenei
scrittori in
latini,egli sentisse
Mosco
grecità a
da
è
tutto
sopra
65
POETICO.
non
che,
essere
come
dissi,era
la
penetratenotizie
contemporanee;
patriotiche
aspirazioni
ma
queste allora soltanto giunsero a conquistar
tutto il suo
parole immortali,
e a suggerirgli
spirito
e
voci delle
quando già in
E, anche
reazionarie
campo
a
e
esso
non
cattoliche
quelledel
ZUVBINI.
tico.
dell'anpieno il sentimento
prima di tale pienezza,le idee
era
nuovo
cominciarono
liberalismo
a
cedere
; di che
5
il
pos-
66
GAPITOIX)
siamo
intera
certezza
avere
dei
politici
due
hanno
del
le
già notato
poesie
Piceno.^
è
si avvicini
però
dei
Ma
è bene
si metta
che
cosa
in
Divisa
forse
in
quella che
:
corti
al nostro
Fummo
le guerre,
'
razione
Piceno
e
di
l'amor
di contumelie
Murat, egli soggiunse:
a
offre
agliocchi
dono
ren-
dello straniero.
consolarci
grandezza può
al Caucaso
sino
nostro
nome
e
al
si sottomise
valore,
per
noi
e
questo
le vittorie
fummo
grandi
nel
maggio
di
G.
delle nostre
impero,
nostro
fummo
i
felici? Le
L.
1816, in
non
in
tutto
signori del
discordie
vili,
ci-
ci lasciavano
occasione
Opere
lonne
co-
stendemmo
noi
il terrore
stesse
lo
tali
capi-
numerose
brillanti,che
e
sì bello
che
qual-
più,voglio
circa
sfogo
uno
floride
AgV Italiani, Orazione
del
conda
se-
rigettammo que' Galli.... Dalle
Ercole
Tutto
mondo.
e
prime
evidenza
perdemmo. Si, noi
noi
noi
gloria del
cede
;
berali
aspirazionili-
piccoliregni, l'Italia
Questa specie
armi.
anni
nella
e
assai
importa
Dopo
suolo
il nostro
la
alle
lusinghiero di
e
da
animate
di
prime
maggiore
Napoleone
a
spettacolovario
volta
di due
opinione del Leopardi
Francesi,
e
una
nelle
se
le
tra
lati lo stesso, nelle sole
patrio degli antichi.
di
dissomiglianze
corrono
politico,
maggiormente
la mutata
ai
critici
contemporanei.
altra
dire
alcuni
per
le
anteriore
quel sentimento,
come
Orazione
Autorevoli
somiglianze e
V Orazione
e
quellidell'
a
che, rispettoal sentimento
due
i concetti
paragonando
canti
primi
la liberazione
per
m.
della
ined,, II, 1
e
libesegg.
68
CAPITOLO
I
criteri
sul
morali, il sentimento
il mondo
del Bossuet.
Lasciò
antico
E
insieme.
poetiche
poiché
origine dalla
avuto
altrimenti
potevamo
che
ciò
a
del
cioè
Si badi
anche
importanza:
la
la
parve
effetti. Il
^
ben
Fra
suo
amor
mutati,
Pensieri,
r
il solo
di
cui
Giacomo
poi sempre,
alla
grande
e
incominciò
i più
che
ho
vero
suprema
di
esempi
mi
egregi
in lui
il
cetto
con-
egli scrisse
Parrebbe,
anzi, che,
i
è
quali " non
per
"
direttamente
e
universale
ignorava
patrio
amor
che
sopra,
eh*
ciò
cristiano
d'allora
di
dimostrano
detto
1820).
Becanati,
sin
alti
di
versi
di-
del rinasciment
tanti altri
», alludesse
dell'amor
nativa
dei
e norme
ispirazioni
spiriti piccoli
«
antica,
autori
paganesimo,
patria, leggasi
nazione
quale, pieno
ristretto
che
(4 luglio
257-58
della
amore
il
quello
I,
della
seguenza
con-
molto
non
i nostri
Leopardi,
senso
quivi degli
discorrendo
fatto
nel
cora
an-
quella trasformazione
al
del
luoghi
non
ragione
tenuta
patrio trasse
il sentimento
e
nei
e
civiltà
una
alla storia
propriaragione di
vera
i molti
presto
in
conversione
o
della
patriottismo,dunque,
suo
radice
prima
coscienza
il
più
e
risorgimento
questo punto
a
certe
questa
lui sentimenti
quelliprodotti su
le eterne
guardando
stati. Era
in
tempi, produsse
ebbe
che
ammirazione
sua
non
decadenza,
nostra
classicismo, che,
suo
da
il nostro
rialzarci
eravamo
della
più
restaurazione
latina, così, dopo l'ultima
forza
dei Padri
per
gli parvero
primi
loro
cogli occhi
i
e
andare,
il sovrannaturale
leggi della storia, che
avea
breve
spirito;^ond'egli, a
suo
dai
e
della
perdevano ogni giorno più
guardò più
e
cristiano
trasfusi in lui dalla educazione
concetti
studi
m.
ad
o
naldo;
Mo-
a
e
piuttosto
di
sprezzava
di-
quello appunto,
e
ammirare,
mirò
am-
:
dell'antichità
classica.
r
PRIMO
dalle stesse
PERIODO
69
POETICO.
di rado
gli
quellodela patria
umanisti, giunse quasi a confondere
coli'antica. Talvolta
fu in essi perfino
moderna
maggiore lo studio e più vivo T affetto del passato
che del presente, e, se larga e salda la notizia
dell'uno, incompiuta o incerta ancora
quella del
fonti;e,
non
come
secondo.
III.
Leopardial
dipresso,la condizione morale del
tempo delle due prime canzoni.^ Quasi
ci sarebbe
difficile il dire
Tale,
a
un
sulla recentissima
quello che
a
del
^
tra
dirò
ovvero
liberalismo. Parrebbe
nuovo
Non
V Orazione,
di
nulla
sentimento
suo
storia d'Italia fosse
dettò
cercato
avesse
il
se
più conforme
a
tro
quell'alch'egli non
propositoqualifossero
delle
che
tracce
di
esse
le
nuove
si conservano
i Manoscritti
napoletani ancora
inediti,avendone
già parlato
(Le tre canzoni patriotiche di G» L., in Degli
chelli,
spiriti e delle forme nella poesia di G, L. Bologna, Zanisarebbe
in
neanche
1898). E non
che
questi
opportuno
miei brevi cenni io facessi particolar discorso di quanto sul valore
storico ed estetico
della canzone
All'Italia,è stato detto
dallo stesso Carducci
nel suo
citato lavoro, dal De
Sànctis
di G, L,, in Nuova
{La prima
canzone
Antologia, agosto 1869,
edizioni
ristampata nelle successive
dei Nuom
saggi critici,
Napoli, Morano, 1872 e 1879), dal Cesareo
{L'Italia nel canto
il Carducci
di
G.
L,
e
1899),
le persone
e
segg.)
stesso
possa
la mia
ne* canti
dallo
colte
e
da
de* poeti
SCHERILLO
e
per
quanti
Il
le scuole
altri
anteriori, in N. Antol., l® agosto
(/ Canti di G. L, illustrati per
ec.
Milano, Hoepli, 1900, p.
avessero
meglio che a me
meno
dispiacere ai lettori,
si
qualsiasi opinione.
argomento.
221
scritto di proposito sullo
resti
a
è di dire
fare
con
e
che, credo,
tutta
brevità
70
CAPITOLO
nazionali, persuaso
speranze
danno
solo
dal
rinnovato
Con
la salute.
tornar
altre
da
Certo
contemporanea?
esercitata
che
donde
incerto
il nuovo,
nella
quale
soggetto
quella mente
come
che
unica
sua
questi potesse
e
e
stesso
se
idee; ma
è pure
si fosse
quanto
lui
in
all' antico.
ancor
era
ad
che,
e
vago,
L'antico
appressi,tutto
splendida
vita
l'efficacia
fiamma
le si
sieme
in-
impedito
e
negare
può
nuove
sempre
materia
nuova
si
non
venisse, si rimaneva
e
dentro
di
interpretazione della
lui dalle
su
che
evidente
culto
tale certezza,
all'
il
tutto
degli esempi antichi,
difficoltà,
quanta parte di
concedere
poteva
com'era, che
dall'oblio
procedesse
che
e
HI.
ogni
converta
forma.
qualità più proprie di questa prima
rettorico, nulla
poesia leopardiana.Nulla di men
ciò
Da
più sincero,
anzi
di
quel
forte
che
ciò
le
persino
e
corrisponde
ad
verissimo
un
personale,per quanto questo
eccessivo
In tale
cose.
ai fini
dei
sentimenti, bensì
Or
non
r
è
ingegno
e
presso
lui
certo
e
disforme
V
non
nell'
questo
è mai
non
ed
parere
quanto
sempre
ingegno
il
caso
che
a
rettorica,
in
in
cagione,
nelle
più
che
an-
realtà delle
sta
ba-
gli
tal
qualità
del poeta.
stesso
presente, perchè
ispirazioneabbondavano
quanto
più
che
sentimento
dalla
scarsi, la
cercarsi
da
sarebbe
storico
esigenze dell'arte;sicché, dove
fossero
effetti ottenuti
caso,
o
possa
corrispondenza e' è
alle
e
più
patrio.Rettorico
sentimento
essere
di
non
propositodi
è
nel
a
pardi;
Leo-
parlarne
altri sommi
ita-
PERIODO
PRIMO
liani
del
e
fisso alle
di
Petrarca
passato
il
e
L'immenso
loro
fra
presente,
in
rinnovarla
tutto
intervallo
la storia
loro
quel
Certo
alla
siffatto
moderna
vita
belle
che
tutte
son
le
stato
origine
sua
nei
del
L'amore
dal
il
nostri
da
sue:
costoro
da
Bicordo
fra
reminiscenza
stessi
della
sostanza
Costituzione
di
in
6. Carducci.
Firenze,
Fis
Le
I
Barbèra,
trionfo
ruggito
migiiaia
di
trecento
£
restaron
Sopra
mucchi
eh* è
quella
la
leopardiana
G»
M,,
ordinate
cipua
pre-
(La
da
noi,
per
:
fuggirò,
Sparta
coi
scaldò
p. lU):
sospiro
Persia
pure
appunto
poesia,
di
1879,
1* estremo
di
cito
canzone
moHe
la
la
di classicismo.^
e
Poesie
in
e
poetici
e
quello che
famosa
prima
XIII,
frequenza
maggiori classicisti,
Rossetti,
sua
una
stessa
Napoli,
Fia
il
cose
distingue non
da
nostri
questi
storica
trasse
altre
storici
si
anche
quello
la
ricchi
men
ma
amore,
di
essenziale
tante
e
ciò
Leopardi però
petto degli
^
autori
quel
antiche.
cose
sempre
spontaneità dei gloriosiricordi
anche
fra
che, almeno
come
italiana, che
parte della
tanta
è
amore
opere
il sogno
e
amore
solo, poteva dirsi grande
esso
ad
parte, nulla toglievaalle
in
o
a
e
speranze
avi, anelavano
nostri
pari grandezza.
l'occhio
quali,con
stesso, i
gesto dei
71
POETICO.
restar!
brandi
ne*
pugni
di
corpi svenati,
E
gelati,
que' pugni, quantunque
Bassembrayan
disposti a ferir.
Anche
dMmpeti
un
da
e
medesimo
dì
questi
;
e
in
quanta
rossettiana
e
rappresentazione
d' immagini
r ira » risplende
e
particolare.
intendiamo
versi
destati
accenti
amore
pochi
due
in
generosi
ispecie
quella
pur
ne
dove
greche
la
differenza
cuori
italiani da
corra
tra
«la
ed
questa
virtù
omeriche
greca
in
72
CAPITOLO
quali, ad
della
Or
calda
ammirazione,
nelle
anche
il
valore
quel
antica
storia
Leopardi
è
glielo fece
un
in
a
e
e
come
sorelle
ria
sto-
mopile
delle TerSi-
n' ebbe
che
il
entro
per
quella Beatrice
tante
ad
favole
ora
e
piuttosto la
della
canzone
sua
e
è
alV
luce.
in
passato
La poesia
tradizioni
così
autore
della
trio
pa-
gloriose nelle
grandi
e
misere
nella
moderna.
Inno
neir
significata
Italia,che, del
della
parti della
vita
il sentimento
Grecia.
loro
età
storia:
sto,
re-
cia
Gre-
Ma
innanzi
poesia,eglivagheggia qui
le
tutte
prima
il nostro
Italia,vagheggiate da qualche tempo
sorelle nella
non
storia, pur
una
ammira
Canzone
nella
se
che
del
che
sguardo, quando Tarte,
Callimaco
doppia ammirazione
Nettuno
è
Con
Simonide
con
la
la
di beatitudine
regno
rischiara
stessa.
se
ammirato
;
poesia.
vediamo
visione
allo
tutta
apre
aggiunge grandezza
;
dalla
lui
in
Ogni grandezza
quasi dall'alto,la
greca
strare
mo-
cioè
godere appieno
da
conoscere.
gli si
aveva
di
essere
poesia: gli eroi
mai
sa
non
quando accompagnato
grande
zionale.
poesia na-
direi, quellapassione
quella morte,
e
di
canto.
stesso
allora
e,
la stessa
entro
per
La
la
chi
e
tentai
lavoro,
presenti canzoni
attraverso
sempre
monide;
mio
della
che
ciò
antica, cominciata
vita
suo
parti del
altre
in
storia
solo
ricorderò
Qui
Foscolo;
rebbe
cagioni e gli effetti,fa-
alla
utile
il
e
le
cercasse
molto
cosa
quella
il Monti
esempio,
tali differenze
III.
come
mente
egual-
antiche, egualmente
PRIMO
E
la
poesia
ciò che
il
di
piove
più
recenti
dal
padre
ritratto
da
la morte
ci riesce
della
eglieccita
insieme
il nostro
dell'antico
tenti d'
indurlo
difendere
ancor
parlare
a
volta
una
canto; brama
che
nostri
egliriesce
a
sommi
da
durava
secoli, ed
proprio
della
era,
nostra
verso
massimo
la
nostra
metà
del
splendore
i
tempi
nipoti,
patria comune.
Tevere, il Po
XIX,
come
E
com'è
di
veramente
di tanta
sarà
vita nazionale.
l'Arno
avevano
degli
e
T altissimo
e
degna
coscienza
più particolarmente proprio
della
per
poeti antichi.
nella
i
per
anche
ritrarre, in maniera
tradizione, ciò che
cendersi
riac-
a
di continuarne
del secolo
parlinoa lui, poeta
parlatoai
il
piedistallo
direbbe, anzi, ch'ei
la
soprattutto eglibrama
Ma
tutto
si
sdegno;
che
ora
padre
gran
mai
quel modo,
a
interpretarneil pensiero anche
presenti,d'
a
Scolpendola
quel-
tragica
mai
sul
scolpendo
luce
che
Russia,
in
dando
guar-
Se
sublime
che
più
degl'Italiani
come
non
alla
nostra.
più
anche
dantesca.
statua
italiane
poesia
ci appar
il Leopardi la viene
canzone,
seguente,
sventure
Simonide,
per
corrispondenza con
canzone
della
greco
prima
certa
una
sfortunato
Teroismo
nella
fa nella
poeta
le
che
dell'eroismo
greca
nemmeno
manca
73
POETICO.
r ammirazione
poi
entro
PERIODO
Italiani
sempre,
Era
anzi
quel glorioso periodo
letteratura,che, incominciando
secolo
col
XVIII,
Manzoni
e
giunse
col
al
suo
Leopardi. In
periodo più frequenti che mai queir ardenaffetto ai padri della poesia italiana,quel
tissimo
tale
74
collegarealle
loro
appunto perchè
ispecie TAlfieri
calde
tante
di
e
preghiere
invocazioni
tante
n'è
pensiero
dei
«
del
queste
e
ghiere
pre-
questa
ligione
re-
settecentisti,in
fra
sol
nuova
loro per tanti
ciò
che
li fa
Eppure
cuore.
tra
quei padri antichi,
a
figlidolorosi
che, per l'amore
una
di
sommi
un
della nostra
essi culto
quella trovino
in
destini,
quelleche suggerisce
diversi
così
; e,
che
rispetti,par
sol
i nostri
tutti
sono
le speranze
nuovi
parte
per
religioso.Pieni
il sentimento
un
Si ebbero
dissimili da
molto
e
auspicidei
stati tanta
erano
grandezza passata.
non
le brame
memorie
presenti,queir invocarli
di
III.
CAPITOLO
e
T
per
giovine Leopardi
al
forse
»
tra
non
ce
,
affanno, pareggi
di
maggiore
essi.
IV.
Ma
si
non
l'età
aggiungendo
dolori
e
le
pur
maturo;
uomini
di
vita
e
neanche
che
delle
nuovi
fu
sua:
queste, il nostro
dei
intendo
di
escluso
quelle speranze
non
maggior
occorsa
colari
parti-
che
era
vagliavano
tra-
A
prendere
comancor
conoscenza
maggior partecipazionealla
cose,
non
poeta
moti
venuta
era
particolarisperanze
gli sarebbe
e
dei
lo stesso
presentigenerazioni italiane.
pratica, che
domestiche
dire
patrio di ogni tempo
al sentimento
che
di
può
le
gli
che,
e
sue
condizioni
consentivano.
come
di
accennai
quei
dolori
personali
Certo
poco
non
e
è
prima,
egli potesse
76
CAPITOLO
del
Monti
dei
buono
Leopardi
al
e
che
III.
della
buono
men
ai sommi
non
dei
forse
in
nostri
altro
un
concezioni
quale
V
più insigni.Anche
scaldando
sua,
partecipava
delle
accolse
il
i
il
qui dunque
nelle
però
non
tutto
Termopile
che
sentì
fece
egli
onde
cuore
alla
quella degli
a
caratteri
eh'
intensamente
meno
cosi
Leopardi
quel
con
sue
viva, dalla
suoi
montiana,
arte
tare
no-
a
Monti, che
venuti
eran
squisitezza dell'
la
quanta
suno
Nes-
ebbi
quella preziosa materia
tempo
un
^
primo,
del secondo.
(come
lavoro)
storia
tanta
all' arte
ridiede
moderni
mio
del
pregi
efficacissimi anch' essi suir animo
canzone
dia
trage-
Italiani
in
Russia.
Un
l'abbiamo
Monti
il suolo
simile
»,
Sopra
in
vetta, che
una
la valle.... Salia
nella
a
convito
i"
Bardo
:
«
Sulle
Le
e
Venian
».
Parca
de'
siccome
stata
per
a
essi
«
poesie
di
Vincenzo
Monnier, 1894,
p. 277.
o
a
Monti,
e
splendido
carola
breve
del
»
;
e
la
affanno.
La
greco,
terza
non
concetto
perigli sono
Poi, gli eroi del vate
Inoltre,
danza
quel
un
reggia
Signo-
»....
a
nuzial
a
i
eh'
e
che
nera,
d' Ulma
e
vostri,
corrisponde
tripudio; che
un
degli eroi
Sqcc.
ciò
essere
pugna
*
e
;
:
la marina
e
raccolto
tutto
sul colle
«
della Selva
d'Albecco
Ciascun
andasse
morte
Anzi
si dice
canzone
che
l'etra
Bardo
al
dell'efficacia del
Simonide
quel
salia. Guardando
d'Antela....
«
determinato
esempio più
ediz.
danza
t^ioè del
Firenze,
PRIMO
Leopardi,
bocca
di
UUino, paragona
illustre
Ferite
ferite simili
Che
le Laconie
sul
col
del
diverso
ai
vostro
da
sangue;
d'Albecco,
di col
Che
degli
C'è, insomma,
Ma
su
ciò
l'eflicacia della
pardesche
leopardiano
fossa,
eroi
tien
Tossa.
esempi poeticiuna
che
della stessa
già toccai
più
dì
può sfuggire ad
non
di
montiana
soggetto
zionale
na-
queste prime ispirazionileo-
su
somiglianza
ancor
e
glianza
somi-
insisto,parendomi evidente
non
poesia
storico
e
DeUa
la
drammatiche,
situazioni
^
il postero
colpito
i due
tra
dito
sentimenti, d' immagini
di
alcuno/
e
orror
Ricercherà
fatto Taltro:
aveva
i tremoli
T'insegneranno;
santo
parvoli le belle
quelloche
Vegliardi un
Di
!
mostrando
qua
le madri
Orme
Valle
spose
dire:
Verran
augurio
lui cantati:
splendide
allo stretto
e
fa
da
Monti, per
largo petto
trecento
primo
oh
il
generose,
Baciar
il
cui
gli eroi
pugna!
Alle
Dei
77
POBnGO.
appunto quellia
sono
Oh
Né
PSRIODO
tra
nel
natura.
del
rullino
citato
mio
Monti
libro,
pp.
e
il Simonìde
279-80.
78
CAPITOLO
Con
le
il Monti
tempo
e,
canzoni
prime
gli altri
e
III.
il
nostri
alquanto dopo,
e
continuando
periodi.Fervidissimo
fra
ai
che,
dai
suoi
francesi
delle
e
inneggiava
diverso
dall'antico!
Vero
è
che
quella
dei
con
d
al
quanto
egli
si
mava
confor-
più,
espresse
in
anche
in prosa
di
oh
dai
e
timi
negli ul-
faccia
partecipate allora
versi
gliori
mi-
scotimenti
cuore
questo punto
su
altrove,
mutavano
alla pace,
timento
sen-
miseria
gran
sublimi
«
il
liriche
sue
alle idee
da
e
vente
so-
tori
scrit-
prividi pregio.Ne allegheròalcuni esempi,
non
da
prendendoli
dove
In
dalle
battaglieche
mondo,
i due
arrendevolezze
e
poemi napoleonici.Ma
tempi, egli, il poeta
rendo
precor-
dissi
d'animo
anni, durante
suoi
anche
come
invitto
potenti,prorompe
e
Monti
nel
stato
era
patrie;
cose
distingue insieme
e
tanti mutamenti
e
di
fra
allo stesso
che, intorno
cantarono
questi,congiunge
pur
si colloca
più rispettiquello
per
italiano
Leopardi
quel
fu
un' ode
pubblicato il
pel
I, Davide
medesimo
^
lano,^
Mi-
Ritorno
d*Asirea.
imperatore
sco
France-
suo
dell'
natalizio
Bertolotti
Spettatoredi
esclamava
:
inclita Pace,
Odi
Sacro
rinno
al
giocondo,
Signor,
per
G. D. Cervelli, in
Anche
*
Anno
*
T.
cui
un
reddisti
Carme
al mondo.
alla
Pace,^ de-
1816.
V, parte
ital., p. 131.
^
i^ì^.,
159.
PERIODO
PRIMO
scritti
gli
accenti
:
orrori
Sinché
in
E
i
A
noi
la
prischi a
ti
mondi
costumi,
dai
che
luoghi
felicità
neir
che
imperatore
la felicità
:
nei
suoi
ricordanza
ahi!
Accordarsi
quella non
non
ai
fu
dell* armi
al
da
pieno
E
r inno
Divinità
^
T.
*
T.
anche
VI, parte
VII, parte
l'Italia
alsua
I V d'Esle
inteso
aonio
ec.
la pace,
plettro
temuto.
suon
particolareal Monti,
far pensare
non
a
qualsiasielogio
in
vista
o
lui,che,
biasimo
dalla
propria
fuori della
novella.
poesia echeggiava
lusione
Così, in una sua Pro-
agli studii dell' t. r. Università
nella
grand' aula dal sig.cav.
detta
di fede
conservare
Francesco
messo
sempre
grandezza.
alla
saputo
un'allusione
poteva però
di altri, era
vasi
rallegramentiper
troppo
era
s' impromettevano
amara:
resto, più che
del
si vede
Infine, F. Cocchi, nella
nuova.
*
Troppo,
certo
avrebbe
stali, mesce,
qualche
Se
dalla guerra
ingressodi
Pel solenne
ode
scrisse
Come
Deciani.
grandezza,mostra
e
Pace
il poeta,
riporta lo Spettatore,^
ne
quelliche
biasimando
Dea.
o
La
poemetto intitolato addirittura
Udine, il 1816, Francesco
rea,
men
scendesti,
tu
e
rese
questi
numi,
santi
stirpe a far
ridonar
in
usciva
guerra,
pietà dei
uomini
Degli
Un
della
Talta
79
POETICO.
ital., p.
63
ital.,p. 197
e
segg.
e
segg.
di
Mabil
Padova
ec.
il
80
CAPITOLO
dicembre
giorno 7
«Vedo
l'arbore
Ora
ordine
di
Pace
tutti. Ei
nel
s'inchina
disarmato,
questa, vedendo
dalle
la
Ritorno
citato
suo
fece
ne
come
nuove
notevole
Dea
Arti
della
Marte,
giustizia,e
Pace
la
dalle altre
e
si
tura
dipin-
d'Astrea,^dove
alla
dalle
cotesto
sempre,
più
sopraggiungere
Muse,
in
pure
suggeritidalle
politiche,il Monti,
su
d.
accorgersi che,
sentimenti, spesso
condizioni
levava
della
santo
incominciava:
T oratore
1815^
facile
è
m.
duta
prece-
divinità,
esclama:
La
del
Vita
mondo
verace
ed
mio, la
amor
!
Pace
Vieni, vieni, supremo
viventi
De'
Tutti
la
il Dio
poi, compreso
Eroina, per
nuova
cui
della
migliore
una
l'Italia,specialmente col ritorno
che
ciò
le
ancor
gloriosa Divinità
di
avanza
vincitrice
salutano
guerra,
età
da
fiera, terminata
così
quella
a
sorella.'
desio, dolce
cede
suc-
poco
d'Augusto,
vita
e
dello
;
e
deve
alla
grandezza
Marte.*
stesso
V.
Or,
con
parole
del
C.
1
T.
'
Ibid.,
B.
Teatro
e
Ibid.,
e
in
ital.,p.
segg.
alla
particolare, ma
in
scena
Milano,
delle
presenza
Re, l'Imperatrice
VI.
drammatica
Azione
—
alle
certo
non
a
siffatto
165.
Scala
della
MDCCCXVI,
'
Monti
V, parte
53
allusione,
manifesta
e
*
la
LL.
eseguitasi
del
sera
MM.
II. RR.
Regina.
Ibid.,
ultimi
versi.
6
nel
naio
gen-
V Imperatore
ordine
canzone:
Perchè
le nostre
ali
le bianche
sotto
Non
fìen
Deir
antico
S*ai
patriiesempi
da' lacci sciolte
Pitale
sopor
si
questa
della
medesimi
Tera
tempo
un
invece
patria; occorreva
rivolgesseai
stava
ba-
non
gli
de-
esempi
tanta
venuta
dezza.
gran-
all'opinionedi quanti
governi della restaurazione, il
le antiche e più nobili ispirazioni
poeta ripigliava
del Monti
Ne
stesso.
dori
quegli arripigliava
nostro
guerreschi
nuove
Così
più
il vecchio
0
di
meno
di soli due
tener
di
anni
cioè
che
E
un
ZUHBINX.
i
conto
appena
Manzoni,
ad
e
nuovo
nel
suo
canto,
consapevolezza,qualche
brame
petti italiani.
stesso
memorie
antiche
insieme
facendo, ritraeva
determinate
Rimini,
gliori,
mi-
tempi
speranze.
tempi più recenti,
senza
in
poeta,
inneggiato alle
aveva
essenzialmente
concetti
quei
e
onde
ghibellini,
nei
rivolga.
ai nuovi
aderivano
dei
prisca etade
si
non
Così, contradicendo
con
menti
della
fatai
terra
salute
avi, onde
alle
raccolga,
quanto sospiratae dolce, quellapace
alla
che
genti
Pace
Questa
Per
la
sentimenti, il Leopardi cominciava
di
seconda
81
POETICO.
PERIODO
PRIMO
si
già le
del
Marzo
gli uni
e
più
precedono
Rossetti, e,
II Proclama
frammento
ch'erano
e
accendendo
canzoni
canti
tre, l'ode
e
quellenuove
andavano
due
bei
più
del
di
cosa
di
dello
1821
l'altra
il
luto
sa-
insperatorisorgimento. Oh
6
82
CAPITOLO
come
il
scarso,
quasi soffocato
e
della
grido
da
III.
gioia in
Dante
la nostra
tutta
Petrarca
dal
e
tempii Quel grido risorgeva
notevole
nella
come,
sembrata
non
molto
Una
larva
Qui
sen
col
Ella
Le
E
tanti
avanti
poco
fossi
era
nome
tu
stessa,
di te.
fra
gl'inni usurpati
fallace,
qual
quella stessa
per
che
di luce
catene
nuova
tale
pur
è
alla promessa;
con
mentre
sparve
tuo
santo
la larva
Sfavillava
della
ed
prima:
Noi, credendo
Ma, nel
zionale,
na-
agli ultimi
Rossetti;
che
quella
a
venne
Adorammo
fino
nel
sorto
era
poesia
esultanza
stessa
libertà, si maledicesse
dolore,
dal
fugace.
sogno
lasciandoci
al
libertà
cui il
di
rispettidal
ricordato
pie.
Leopardi, così
abruzzese,
vate
verso
di-
avea
la
nefanda
....
che
Voce
schernia
ne
....
il
Tra
Odiati
erano
antichi,
impromessa
patria.Pure
intenso
verso
in
prevaleva
libertà
ad
e
delle
suon
di
ottenersi
non
catene
e
flagelli.
i Francesi
dagli amici
non
da
ma
invano
meno
una
nuova
all'odio, sentito
i
de'
degli
quanti
n'eran
se
resurrezione
da
molti
dini
or-
della
anche
più
Tedeschi, oppressori più recenti,
quei
fervidi
giorni
un'indipendenza
per
virtù
più
per
la
ottenute
degli stessi
gioia
o
di
una
prossime
Italiani,combattenti
gli oppressori, ma
per
la
84
III.
CAPITOLO
efficaci i modi
ed
numerosi
adoperati a
a
quello. La
quasi
e
potuto
avessero
a
per
ultimi
quanto gl'infelici
ciò
indurla, continuò
gli spiritidegl'Italianie
di
cagioni
storia
con
tal
che
un
in
profondità d'idee
pari esempio non
qui
quella
erasi
desima
me-
interpretando
di
tenerezza
e
affetti,
dal Petrarca
visto
come
a
ciò
In
quei
dei
epica
poi, nella
e
si offrono
immediatamente
danni
che
le età
cori
c'è
vittoriose
pettiitaliani,
nei
i fratelli »,
ucciso
spettacolocontrario
»
italiane
che
grande impresa.
E
nel
ce
Conte
già
si
I fratelli
di
bili
inenarradi
mancanza
finalmente
i"
che
«
hanno
Carmagnola, è
«
accingevano
«
non
manifestati
gF
sembrate
quello delle
a
il
eran
gessero,
spin-
la rappresentazione
come
dalla
cagionati appunto
nel '21
lo
trascorse
alla vista
che
presente,
rappresentazione, ci
stessa
quelle virtù,
scordie
di-
i secoli passati
questo
su
le
e
il secolo
sentimenti
neirOrf^;
innanzi
inganni
sì che
accumulati
compiere
saputo.
avevan
fatali
grido per
un
dolori
i tanti
risuscitando
padri, faceva
loro
avessero
più particolarmente
Manzoni,
degl'Italianii
dei
che
il
dove
cori
quei
si ricorderà
ognuno
agli occhi
e
veniva
essa
nuove
poi.
E
di
eh'
nostra
da
vigorire
rin-
a
trarre
a
forza
nuova
e
speranze
consacrala
si abbandonò
poesia, in ispecie,non
dolore; anzi,
all'antico
casi
volta
intensamente
più
ognor
nazionale
la cultura
fine; la scienza, l'arte, tutta
sì grap
un
fraterne
concordi
volgo disperso »,
che
uno
trade
con-
alla
nel-
PRIMO
Y Adelchi
PERIODO
Intende
«
dei
raffiguravauno
ricordo, in
T
L'apparir
di
sdegno
ritemprati
di
vince
in
gloria e
degli errori
riusciva
non
non
XIX
del secolo
in
dolore
l'opera;
alcaci
effi-
meno
Erano
amore.
e
sca,
petrarche-
sentimento, che
nuovo
una
di
storia
e
figlimeno
conforto
dantesca
natura
di
ai
caloroso
parola
quel
meditazione
I
mar
manzoniana
accesa
Italiano
grande
gerito
sug-
sguardo
la rampogna
e
in
lo
duplice
qualunque più
rancori
e
aveva
stendardo!
intendesti
padri
ogni più
sdegni
dalla
amico
un
del
dei
contese
di
i",
il cui
momenti,
esultanza,
nuova
rappresentazione
lo
un
di
deserti
Ne'
eloquente
la testa
sull'Alpe spiasti
volte
Quante
delle
dolorosi
tanti
volte
Quante
la
solleva
versi:
quei
Ma
orecchio,
alla
mezzo
85
POETICO.
ad
venire
potevan
patria, la quale
quella
di
ogni
altra
moderna.
nazione
?
Mi
indugiato
sono
r occasione
ricordare
di
non
il
paresse
differenza
parte, ad
delle
della
un
condizioni
pur
non
consentire;
principioinsieme
di
quella poesia
forse
Manzoni,
sul
e
argomento
i
ma
nuovo
e
più insigniesempi
nazionale, che,
ai secoli
determinato
delle speranze
lasciando
avi, signori del
e
di
mondo,
meno
evocare
che
voleva
io
leopardiana, s'informava,
più
più
da
a
una
sentimento
patrie,e,
tra,
dall'al-
le memorie
gli
de-
guardava più particolarmente
remoti, da cui gl'Italiani
86
in.
CAPITOLO
moderni
avevano
i
efficaci. Per
più
ancor
evo,
si
non
si fosse
anche
nuovi
tempi
fatto
mai
delle
allora.
fin
Tirteo
sole
intitolata
Quante
dedica
le altre,
la
governa
la guerra
Così
crociata.
Es
ist kein
Es
ist ein
L'Arndt,
del
Un
moderni,
dem
die
's ist ein
biblico
i
volle
il
tal
con
ancor
ravano
quali conside-
come
una
vera
diceva:
Kronen
wissen;
heil' ger
forse
ancor
Krieg
più
!
*
sto
robu-
addirittura, quando, dopo
in
Wercke
KÒRNERS
è quello Gehet
sentimento
insieme
sono
zwei
Leipzig,
religioso dà
preghiera
der
wahrend
Bdnden.
Schlacht
Vater,
ich
umwolkt
Spruhend
umzucken
der
Vater
nife
mich
dich
Dampf
rasselnde
mich
Schlachten,
da, fQhre
!
der
ich
mich!
rufe
der
GeschQtze,
Blitze.
dichl
forma
e
inni
volta
taldì
(ibid.,p.25)
comincia:
Lenker
della
religiosoche
Kòrner
von
Band,
BrQlIend
nuovo
poesia patrioticae
p. 18. Il
che
componimenti
tale
meno
Lipsia,scriveva:
in
ester
non
nome
sentimento
popolare, ma
di
Aufruff
quel
Kreuzzeug,
primo, era
la vittoria
cui
parse
ci fa ricordare
il medesimo
men
ste
que-
soldato
e
d'indipendenza
Krieg,
in
che
Ode.
sua
Tedeschi
più quella dei
al
9,
stessa
sua
poeta
«
egli non
cose
! Fra
la
Simonide.
da
quel
appunto
era
Manzoni
che
del medio
ch'eran
antiche, ed eroi
età
indipendenza germanica
guerra:
tandosi
interpre-
Anche
virtù
gloriosidi quellicelebrati
a
modo,
collo studio
ammirare
potevano
proprie
Knaur,
tal
menti
ammaestra-
giovava alle generazionipresentimeglio
si
*
ed
esempi
trarre
a
PRIMO
Wem
ward
der
Sieg
Wem
ward
der
Preis
87
P(»nGO.
PERIODO
mit
Streit?
harten
in dem
EisenhaDd?
der
Die
Welschea
bat
Gott
wie
Die
Welschen
hai
Gott
verweht
die
Spreu
wie
zerstreut,
Sand.*
den
•
E
anche
biblico
allo
Tedeschi
che
nella
Dio, par che
stesso
v* ha
Chi
Saria
che
detto
sordo
disse
non
è
arato
che
alla
in
eromperà
Carmagnola :
ad
! Basta
del Berchet,
Die
Mann
poesie
parecchie
alcune
sono
religiosi
cristiano
forza
sua
poi, quante
Schlacht
a.
dì
sentimento
sublimato
anzi
fratelli1 1»
e
d.
e
nel
da
un
più
forme
con-
coro
forme
nuove
del
tinuò
con-
sentimento
ricordare
del Giusti:
l'opera
autori
1813, in Gedichte
S., O. Hendel, p. 132.
questa specie,
tempi,
ec.
il nostro
intento
del Niccolini
Halle
antico
von
Sono
cer-
ERNST
molte
ad
esempio, quelle
ist
Trost, Wer
(ìbid., 113, 128, 163, 229) : Deutscher
Lied
f, Da$
Siegerich, Ihr K"nige, geht acht !
vom
sne
intitolate
Anche
la
al mio
Leipsiger
Arndt.
le altre
lo stesso
nell'arte
assumere
nazionale
Moritz
do.
filantropiadegli ultimi
tutta
in
:
hai ;
non
T Italia U
Siam
d'allora
Ma
^
€
vermiglia....
giammai
più propriamente
insieme
pnr
neironda
temperato,
come
sentimento
ein
che
nel poeta italiano
biblico
cavano
invo-
ne
v' udì ?
al Germano
Spiega PugDe;
Pure
quei
a
lamenti
ai nostri
che
raccogli ove
Va,
fede
di
Dio
quel
Sì, quel Dio,
Che
risponda
pellandos
ap-
l'assistenza:
attestavano
o
arder
tanto
con
il Manzoni,
ode,
sua
e
di
quelle
delle
patriotici
scritte
come,
negli
anni
posteriori, come
gli stessi caratteri
citate, conservano
prime e più famose.
delle
88
CAPITOLO
tamente
letti
men
addietro;
anni
ad
di tutte
cose
vita. Perchè
se
mai
muore
la storia
dei
sorti
che
è
dalla
va
del
fine
di
ricchezza
stesso
di
nel
in
genere
poesia
alla
ed
le
tutte
non
quando
complesso,
suo
nazionale
del
metà
abbondanza
efficacia
pareggiata da
essere
sulla
gli eflfettisulle
che, per
forme
sto,
pre-
stessa
morire
XVIII
credo
non
civile, possa
dello
secolo
men
avviene
se
per
potrebbe
dunque
o
poterono
quella nostra
tutta
anzi
e
molto
già di
come
Presa
seguente;
esempi,
che
parecchi
a
come
di ricordarne
cessa
popoli?
ammirevole
amore,
la bellezza
del tutto,
non
con
belle
le
sino
non
torneranno, più
cercati
essere
che
oggi
che
ma
m.
morale
alcuna
altre
poesia
letterature
moderne.
Or
il
il
Leopardi
periodo
mi
anteriore
di
stare
parve
alla restaurazione
politicadel
1815, rappresentato principalmente dal
quello posteriore.E già, rinnovando
belle
del
ei dava
primo,
dei
sentimenti
lui
a
ed
di
prevalere
imperato
affanni
sul
informare
amor
tutto
patrio
non
ad
tanta
ogni
di
se
per
terpretaz
alla in-
incerta,
per
forza
altra
un
afifetti cominciò
che
medesimi.
ciò
ed
sin allora
di
lui
e
in
aveva
quei pensieri
non
nuovi,
quistarono
ac-
consapevolezza,
aspirazionee
sua
e
più
secondo, quando
spirito.Intendo
breve
le forme
vaga
di
ciò
tutto
su
che, quantunque
sovrapporsi
del
pensieri e
suo
in
da
ancor
più propri
ordine
nuovo
Monti,
principio insieme
quanto
per
fra
mezzo
da
Certo, quel primo
si spense
nel
suo
cuore;
PERIODO
PRIMO
Io
sentiamo, anzi,
al Mai
qualche
in
e
quanto
per
la formidabil
d'
In
ho
di
malattia
di
del
canzoni
che
le
:
delle
brevità
lunga
e
che
rappresentazioni
pare
stam-
che
coir
andar
molto
quel
diocri
me-
capolavoro,
mesi
dopo,
il monumento
; inferiori
dicembre
1817.
mezzo
degli
del
farle
Sopra
eh' è
ed
mano
sono
a
donna
una
potè
dieci
anno
del
essenzialmente
pregi più
preso
donna
esse
e
circa
profondità
sempre
della
pare
zoni,
can-
inferma
per
non
appena
All'Italia
i
morte
di
solo
non
scritta
all'altra
donna
che
Certo,
conto.
una
pardi,
Leo-
due
pardiani
leo-
affetti,il calore
suo
soggetto
più ami;
particolari,
e
non
onde
tutto
meno
quella
manca
la
nostra
le avverrebbe
di
fantasmi
più che non
popola
più lunghe e più splendide. Anzi, per
rappresentazioni
delle
due
che riguarda
quest'ultimo punto, nella seconda
si
mente
la dipintura
riesce
Ciò
vita
e
che
dello
persino
le
due
strazio
della
donna,
prosaica.
alquanto
poesie
leopardiano
su
quel morir
dalla
gnificat
si-
mare
chia-
del
delle
corruttore
stesso,
Mai, non
Elegia,
cuore
un
dal
prima
e
che
fortemente
e
di
r intensità
di
ria
sto-
italiano,
originale
Per
Nella
precedono
stessa
all'una
Mancano
al
gran
canzone,
alla
proprio
più
di
due
Dante,
persino
poeta
predetta
altre
alle
ma
di
la
Il
tenesse
inferiori
ed
eh* è
dolore
discorso
1819:
portato
quella
con
ne
del
suo
chirurgo.
tempo
tutta
parola e
con
periodo
espresso
mortale,
e
col
insieme
primo
tenere
marzo
lunga
un
sentire
e, dal
umano,
dissi
nel
trucidare
fatta
arte
che
creduto
composte
rito,
spi-
suo
mondo.*
questo,
non
del
leopardiano,potremmo
tutto
del
dolore
innanzi
qui
Leopardi, dalla
quella che,
del genere
storia
^
Così il
in
Italia, entra
da
farne
a
canzone
Paralipomeni;
nei
signore
nuovo
possanza.
nella
derà
seguenti; splen-
luce
persino
anche
nel
delle
vivo, sarà
del
concorrerà
e
altra
ognor
forte
men
sempre
fervido
meno
di un'ultima
poi come
ma,
non
89
POETICO.
ragione
ci
in
giovane,
e
dal
certi
eh'
cuore.
è
concetti
considerato
Pure,
tutto
ciò
zoni
can-
troppi particolari,
di veramente
porgono
consiste
per
per
e
mente
intima-
generali
così
ciò
sulla
mente
diversasi rimane
90
CAPITOLO
in
qui
davvero
che
qai
efficaci
e
moderno.
da
perfetta
Certo
gli
quelli,
nostro
loro
effetti
la
cui
che
in
di
ritraenti
critica
le
nostro
qualsiasi
togliere
colla
in
fu
tanto
propria
direbbe
lui
ed
più
diminuiti
sono
di
altre
simili.
alle
stante
co-
scrittore
nostro
canzoni
dolori
a
operose
altro
due
e
Si
poeta.
congiunzione
queste
sentimenti,
egualmente
non
concetti
seconde
di
tepore
maggiori,
potrebbe
stesse
POETICO.
e
col
o
incomparabilmente
autore
di
tolgon
facoltà,
più
idee
avvezzi
disunite
mostrino
quelle
d'
eravamo
non
si
PBRIOIK)
—PRIMO
astrattezza
certa
una
coi
in.
poesie
del
Nessuna
prime,
bellezza.
verità
se-
quanto
92
CAPITOLO
primitiva.Spettacoloche
r unità
eflfetto: che
di
vicende
origine, le
Zibaldone
Lo
è
documenti
Tarte
del
possa
avere
che
tanta
del
dei
suoi
ogni
giorno,
da
passo
lui
suo
cogliere Y
dare
di
poetiche.E
i suoi
ricordi
moto
di
simpatia
fatiche,
morali.
e
a
in
ogni
per
cui
Or
potrebbe
conviviamo
gli stessi
di
quelle tutte
caso,
accenni
con
a
tre
Ol-
qui
cose
vendo
scri-
volte
lì
in
ogni
vita:
acquisto
e
di
un
per
nel
forme
così,
in
di
coir ingegno
penetrare
susciti
non
e
T intendimento
possibile,e,
tempo
lucenti
e' è
non
noi
e
uno
qualche
cessanti
partecipazione a quelle in-
quegli
a
che
versò
della
nuovo
pensiero
che
e
egli
cammino
senza
fosse
suo
per
suo.
lì per
fatto sempre
fra
esser
segnarvi
delle cose,
avendo
e
queste pagine, scritte
mai
al
coir
più
e
un
in
gli
ziosi
pre-
ciò, insomma,
anche
sul
come
notò
dove
sin
stesso,
la dottrina
sapere,
a
Anche
intimo
di
più segreti affetti;e
venne
fu
passo
solo, nulla
sé
suo
stampato
dolore.
nuovo
inesauribile
tutto
ogni giorno
esso
mai
gloria.
tanta
e
vita, per
per
che
meglio
qualsiasiattinenza
parte
solo
la
i tesori
giunta,
ricon-
particolariragioni onde
fonte
una
Leopardi,
in
un
le
e
per
ogni
tissimo
questo importan-
intendere
bellezza
tanta
vennero
intenerisce
quella famìglia,così
possiamo oggi
le
anche
gentile,e produce
cuore
r
IV.
incredibili
quanto
corre
tormenti
da
proprie dell* arte?
averne
una
più
tellettua
in-
tali impressioni
E
Tarte,
felici di
queste
grande
anima?
Poi,
personali,così importanti
ATTRAYERSO
la
per
da
storia,
sua
cui
gli valgono
afiìsi pure
nella
prima,
le
Tutto
tende
angoscia,
del
filosofo
poeta
del
e
sue
quasi
sempre
gruppo
di
qualche
dal
dall'indicazione
ad
«
esempio
sabato
della
che
aggiunti
credenze
ci ricordi
*
:
di
«
Pem,,
1827).
è
alle
i modi
dei Santi
codesti
VII,
113
e
storia
del
di siffatta
curiosi
molto
apposte,
due
187
più
solennità
Filippoe
si
caso
»,
spesso,
«
»,
vigilia
Singolare
vedano
talvolta
avversi
la data
molto
(6 IngUo
da
Giovanni
», ecc.
tempi
o
religiose:
santo
pensieri più
segg.,
astratte
accompagnate
di Loreto
ma
uno,
dine;
solitu-
sua
date
delle
lunedì
accenni
dei
alla
più
talvolta
a
nacemente
te-
poi, ad ogni pensiero o
in
»,
siero;
pen-
come
dalla
mai
religiose;nel qual
non
legge
del
speculazionipiù
delle ricorrenti
date
tato
no-
dell'autore, alla
e
particolare,o,
Festa
la
o
cime
persona
quello
1820
della Casa
di
le
Fra
Passione
venuta
alcuni
e
pensieri; e
ricordo
ha
ciò che
cose
speranze
martire.
congiunzione,
3".^ Si
monofagia
stesso, resta
si dividono
non
esempio quella
supreme
alla
la scienza
così
naliere,
gior-
cherà
più piccolo,egli cer-
più
alle
alle
spesso
insieme.
attaccato
sua
ad
alla
tutto, nel tempo
ma
punto
abitudini
sue
cogliere Tidea
per
stringe
qui
le
ci sia di
altre
in
tosto
il
come
filosofica;e
ricordare
quanto
93
».
Leopardi
inclinazione
"c
a
ben
persino
basti
cui
chiama
tutte
al
sono
ciò
a
tra
che
ZIBALBOl»
€
T osservazione
muove
ch'ei
LO
par
alle
che
diversi
1826,
27
:
braio
feb-
94
CAPITOLO
.
quello in
cui
di
lor
quello
tali credenze
più
morie
il calendario
anni
a
al
padre
contrasto
fatiche
onora
sembri
quel
Il titolo
lavoro.
qui
di
persone
a
noi
Manoscritto
dei
Oltre
le
riprova
ogni
altra
sorta.
come
E
ai
meglio
quelliche
sovente
un
che
scienze
come
trattato
il ricordo
alla
sieri
i Pen-
letteratura,per
parte
una
così
di
dell' immenso
larghe
di
filologia,
terie,
ma-
ria,
sto-
politichee sociali;
fisiche, chiamate
i
pensieri seguono
fiumane
come
o
e
un
turalmente,
na-
speculazionie indagini
svolte
seguono,
noi
corrisponde
scienze
le idee
abbondanza,
in
care.
bella
dalla
coir allontanarsi
crescano
0
di
ampiamente
delle
non
produrlo, pure
come
quelle,pur
a
più abbondanti,
siffatta
tali
quellionde
sorge
non
sono
stesse
a
fanno
non
archeologia,di
ognor
anche
elementi; perchè
e
filosofia
spesso
in
suoi
si tratta
mancano
più
calendari
cuore
numerosi,
di
ricordava
di
di
Tintenzione
stringe il
ricchezza
quanto
somma,
in-
quasi
ora
religiosa.Benché
ci
del
di varia
né
credenza
dei due
patimenti
sublime
meno
ch'egliabbia
contrasto
gran
Giacomo
e
tanti
per
qui
messo
onde
È,
recente!
meno
propriopensiero.E
non
una
e
dei
del
martirio
un
si
più
vive,
ancor
rassomigliano,per qualche rispetto,agli
si
atti d'
o
e
figlio,
quello
fatiche
erano
ecclesiastico,comune
al
e
con
le eroiche
IV.
espresse
che
di
pensieri,
sempre
sorgente.
Per
nei
scono
rie-
primi
più largamente applicate
gli uni
e
gli altri
insieme
ampio discorso, e persino
compiuto
suir argomento.
ATTUA
Talvolta,
Leopardi
VERSO
quella
con
da
muove
allora
in
punto che
un
consentendo
r
o
dallo
suoi
letta
moderno;
o
finisce
di
cosa
lo innanzi
per
sentenza
antico
Zibaldone, meglio
dagli altri
s' era
una
contradicendo,
aggiungervi qualche
poi
da
autore
un
infaticabile,il
mente
sua
prefisso; tal altra,
allora
95
«ZIBALDONE».
LO
accorgiamo
che
ancora
col-
sempre
Ci
suo.
e, o
scritti,com*egli, pur
fino
oggi
a
maturo,
tinuasse
con-
in
devamo
quella molteplicitàdi studi che crepiù propria della sua
prima giovinezza,
e
che,
segnatamente in quella filologia
testimonianze,
avremmo
d'allora.
sin
chiare
disegnidi
quali,oltre
anche
vita
0
che
ricca
nuova
spargere
e
di vario
opere
Per
del mondo.
chiaramente
men
spazio
una
qui
dei
suoi
di
e
non
tempo
luce sulle
sue
ciascuna
di
che
in
molto
molti
attendeva.
cento
delle
concezioni
della
quelle opere, più
ei
veniva
e
gliendo
racco-
letteraria,pure
a
spesso
poi espressamente
di
più
e
potesse; e per quelle
filosofica
esagerarne
neanche
bandonata
ab-
ciascuna
quantitàprodigiosa.Tutto
grandi propositi,e tutto ci
segnatamente
stesso
nuove
sue
pregi particolari,
potesse
materiali
si rimanesse
toccasse
che
men
egli meditasse
pochi giorni,riusci
scrivendone
come,
per
argomento,
di
particolared' indole
nello
Anche
disegnate,
quanti più
in
poco
com'
intendiamo
prove
detto
le
per
ci
numero
in
più
dal
altri
studi
casioni
oc-
al Colletta,
tanza,
l'impor-
o
di qua
parla
dimostra
qualche lettera
il
dunarne
ra-
vero,
a
e
cui
non
nel
96
CAPITOLO
Zibaldone
Lo
innanzi
è
di materiale
della
parola,ma
tutta
quella
del
carte
chiaramente
delle idee,
ancor
allo
modo
trasformazioni
ad
sempre
che
di un' arte
moti.
fiumi
che
Così
come
uscirne
E
arte.
e
dopo
le
averle
perfetta,il Leopardi,
figura
aver
per
pace,
rapidi,fragorosied
torna
loro
imprimer
e
tranquillie rispecchiantiil cielo,tornano
a
più
la trasformazione
rendon
ci
esse
entrati,
veder
irrequietezzadi mente,
eterna
di
altre
i movimenti
agitarle, incalzarle
nuovi
in
divenissero
intendiamo
ne
forma
quella sua
con
genesi e
prima
le poesie
alcune
determinate
posteriori,
perchè, anche
nella
fissate
la
di
se
qui possiamo
autore,
mai
pertorio
re-
piìilargo
senso
composte
sono
più
tracce
che
stesso
nel
leopardiane. Che
nostro
immenso
un
più particolarmentequasi
onde
sostanza
si hanno
queste
tutto
scientifico
contiene
le prose
e
IV.
anelanti
di
quei
in
laghi
ben
sto
pre-
a
nuova
carriera.
Alle
leopardiane qui par
quella stessa erudizione,
da
cui, talvolta,diremmo
tra
di
bellezza
nuova
venga
immagini
consuete
sole
fra
«
la tacita
è, anzi,
:
«
Palazzo
al passar
Era
Tutto
del
che
selva
la
come
bello.
y".
Una
Pens.f I,
Cane
nel
cortile,
illuminava,
75.
magini
di sifiFatte im-
prima parola dello
di notte
e
un
dal
discendea
un
done
Zibal-
casolare,
lato
Sopra il contiguo lato obliquo
*
raggi
come
viandante.
la luna
ne
sorgano
raggio».*
ATTRAYBRSO
E
di voci
lontani, cosi
tra
pezzo
un
sul
altro
un
quelle visioni notturne,
rumori
0
Poi,
e
di
proprio una
di
Monti, si
di
letto
future
di
fanciullo
battere
Anche
tale
un
come
di
estive
nelle
dal
torre.
camera
la paura
e
banderuole
poche parole in
accenna
tocco
di
tutta
pennello o
dentro
che
la loro
—
in
o
siffatte
a
parte
menoma
«Stridore
il vento
prosa
di
il coraggio
pienezza. Eccone
e
di
a
due
risuonar
canto
pardi
il Leocome
un
musicale, ritraente
nota
una
casi, le
cui
impressioni,sono
sto
quedelle
simili
con
verso,
quei paesaggi
del
membranze
Ri-
oscura,
notturno
».* In
lui continuavano
Senlìa
mio
visione, in cui lo
una
e
cenno:
traendo
gomento
ar-
sendo
quali,es-
spiritosi riposidalle indagini scientifiche,è
brevissimo
una
orologio».^
suono
un
Celso
a
Sento
ispirazioni:«
persiane,tra
stro.
no-
vita, che glisarà
lasciato in letto in
e
le sole
sentiva
di
quelle notti
poeta
rapidamente
tocca
echi
con
intorno
(battere)l'orologiodella
suonare
chiuse
al
care
critica
particolarecondizione
sua
97
«ZIBALDONE».
LO
nie
quelle armo-
dispiegarsiin
altri
esempi
:
le valli
D'agricoltori.'*
—
Non
Vedendo
viaggiar la luna.*
altro nel verso;
segue
le altre
meco
cose
intenderà
rimaste
facilmente
nelle
chi
*
Pena., I 131.
•
»
Ibid., 78.
*
ZUMBIHI.
ma
qualie quante
profondità del
ricordi
i
siano
cuore,
componimenti
Ibid., 160.
Ibid., 108.
7
98
CAPITOLO
leopardiani dove
lasciaron
di
quelle immagini, qui fuggitive,
sé
Talvolta
le voci di fuori
in
popolariche
di
cui
alla
che
Decco
porta
Che
Or
nel
stesso
'nnamorati.*
altri simili
tali ed
come
Talor
nella
di
E
si
me
D'in
di
d, e
e
»
quale
le sudate
mio
primo
spendea
la
gessero
giuni
tra
e
si descrisse
egli
gli orecchi
del
«
della
suon
di
leggiadri»
studi
più
tormenti
Pena., I,
119.
che
di
mai
ostello
paterno
al
quei versi,
carte,
miglior parte,
e
tua
voce....
nella nostra
qual
risplendere,sentendoci
quegli
carte
stanzetta
sua
immagine, già antica
sua
virtù
e
i veroni
su
Popgea
vediamo
accenti
Silvia:
lasciando
il tempo
Ove
per
A
uva....
gli studi leggiadri
Io
Codesta
:
fatto Tocchi,
t'ha
fatti tanto
canto
carte
sue
tua,
dell*
libri,ci par di vederlo
suoi
a
chi
lui, chiuso
a
Recanati,
a
pieno d'ova
pampane
benedico
pensando
altre
lo ragazzo
canestreilo
l'ha
in
canzonette
finestra,Luciola,
colle
te
tempo
suo
anche
passa
un
Mantato
Io
al
ricordo
Facciate
tamente,
egliriproduce qui esat-
proposito di quelle
si cantavano
fece
E
immortali.
tracce
come
e
IV.
nuova
più
a
mente
luce
vicini
quelle
or
che
«
mai
sudate
partecipiagi*ineflfabili
quello spirito!
la
letti
di-
100
assistendo
quando,
nella
drammatica,
anni
una
condizione
a
Or
di tutto
la
passato.
di
colga
ac-
quanto
quegli ultimi anni,
in
mediocremente
pur
^
questa enciclopedia?
in
di
analisi
compiuta
esatta
quella molteplice
dottrina, potrebbe tentar
una
moti, degliardimenti, dei travaglitutti di
sintesi dei
dei suoi
quello spiritoe
Non
il germe
anche
un'idea
crescente
ognor
naggi
perso-
dell'autore, si
almeno
o
dare
una
dei
il loro
tutto
morte
ciò che si contiene
Chi, dopo
presente
luogo.
suo
come
rappresentazione
Manoscritto, il quale finisce
egli componesse
vedremo
e
forte
avanti
la sostanza
altro
ad
nello stesso
poi
cinque
IV.
quasi rivivere
vediamo
Che
CAPITOLO
io certamente,
necessari
tanta
a
far altro che
più
povero,
come
impresa;
se
di
felici successi?
men
o
giovarmi
sono,
degli studi
che
non
dei nuovi
io
tendo
in-
non
documenti
l'interpretazionedella poesia leopardiana.
per
II.
Come
meglio,
da
da
altri
il
mio
corno
Già
sin
varia
questa
"
svariati
campi
può
derivarne
leopardiana.
l'uso
Leopardi
da
collega
Leopardi
(Roma,
anteriori, così,
questi primi Pensieri
nel
*
scritti
fu
ne
quando
Chiappelli,
e
la
Soc.
e
D.
"
p. 54
sorgente
e
alla
interpretazione
gran
della
minciato
inco-
filosofia,a cui
il
suo
natura,
Alighieri, 1900,
cultura
V
della
nel
della
copiosissima
della
per
poesia
vediamo
pubblicato
A.
anche
e
in
e
di
primo volume,
bel
saggio : CHatando
e mediLeggendo
segg.), accennò
pensieri nei
luce
mente
che
e
la
a
più
critica
dell' opera
ATTRAyERSO
si volse
poi
di
Fanno
Oltre
vita.
sua
lettera
Carlo
a
pregio, che,
Nella
i miei
principio il
alla
riguardo
alle cose,
a
favor
e
io
cercava
Non
della
noi
vita
ci debba
ci
esser
Sono
d' allora
mi
ragione, ma
ad
una
che
m'impedissero
la
Ben
mi
^
è
di
è
vero
e
per
che
Epist,, II, 174.
Bologna
1826.
La
sempre
erano
lume,
bar-
un
nel
solita illusione
mondo
un'eccezione
sventurato,
piene
(non
pareva
di vita
ma
e
mi
veramente
immaginazione)
felicità,della quale gli altri
Insomma
tutto
anche
stringevano
che
che
sia
poe-
intorno
quella
saldissima
godessero.
tutto
meditato
sempre
stato
bilissimo
sensi-
esprimerliin
con
mie
profittare
bensì
era
facciamo, cioè
alla
in
e
delle
e
di
avea
non
grande,
che
che
Io
ancora
filosofia
disperavano, perchè
allora
verò
trascri-
fantasia,
la
era
sempre
aveva
in
questo
sventure
credea
forte
mio
ma
agli aflfetti,
nostro.
le mie
nota
di tanto
luogo
un
lunghezza,
sua
immaginazione.
sapeva.
nella
qui
nella
pieni d'immagini,
erano
anche
e
ha
la
disse
ne
storia
poetica il mio spiritoha percorso
in gestadio che lo spiritoumano
nerale.
versi
e
quanto
a
nonostante
poetiche
non
nella
carriera
Da
letture
101
».
più importante
Pepoli/ ci
lo stesso
e
ZIBALDONE
intero:
per
"r
«
quel 1819, ch'egli considerò
in
tutto
come
sempre
LO
e
mi
come
il mio
stato
era
quello degli antichi.
allora,quando le
ture
sven-
travagliavano assai,
data, mancante
del giorno
e
io
del mese,
102
CAPITOLO
diveniva
anche
capace
nell'ultimo
come
La
:»
al
cioè nei
anno,
della
e
della
moderno,
riflettere
e
mezzo,
alla
e
ad
di
certa
del
anche
per
avvicinava
j"
in
di
stato
r
anno
un
tutto
sopra
pensieri passati,
filosofo
di
felicità
l'in-
sentire
conoscerla;
dagli antichi
allontanava
in
immaginazione
anzi
0
sentimentali.
mi
immagini
era
poesia, cioè
ec,
fu
me
e
mi
e
in
quasi cominciasse,
verteva
appunto
sopra
E
affari
s'io mi
venivano
quasi disseccata
nella
come
pietra);bensì
di prosa
metteva
a
quei
o
a
venzione
dell'in-
mente,
grande-
me
cipalment
però prinpoesie
sopra
fare
versi, le
stento,
sommo
anzi
(anche astraendo
contemplazione
ora
mente
somma-
la facoltà
crescesse
allora
una
pio
dop-
languore corporale,
infiacchita, e quantunque
naturali,
in
era), a
luogo
cose
il
divenir
a
letteratura),
ranza,
spe-
le
anno
un
dei
ch'io
assai
la
sopra
minciai
co-
ai moderni.
Allora
fantasia
modo
un
scritto
differenza
uno
lettura,
appartenenti
mondo
mi
più
tanto
in
avea
professione (di poeta
questo
che
a
di
tutti
della
un
della vista
uso
abbandonar
scritto
materie
natura,
quasi
dire dentro
può
profondamente
quello che
sopra
nostra
si
infelicità in
(in questi pensieri ho
di
il passaggio dallo
e
distrazione
la mia
poesia,
Cantica.
seguì
cominciai
più tenebroso,
quasi
affetti in
1819, dove, privato dell'
sentire
a
certi
totale in me,
continua
a
di
canto
mutazione
antico
stato
lY.
ch'io
dalla
delle belle
ci resto
scene
duro
versi traboccavano
la
come
di
sen-
ATTRAVERSO
timento
in
«
di
antichi, e
termini, poeti
sono
non
ora
i moderni
e
sentimentale,
se
insensibile
ragione
e
erano
volendo
vari
è
la debita
soggetto,
è
Io
mia
per
anche
natura
nella
avendo
si possono
^
le scrivo
»
più
poco
era
;
di
spinto da
e
un
*
Pen8.f I,
249-51.
*
Ibid., I,
94.
al
più
dubbio
che
chè
per-
l'analisi,
opinioni più
qui:
bio
dub-
dal
indubitabili,però
quei ragionamenti
a
mia
fare, per
praticata fin
Fin
filologica.
sente
pre-
Leopardi
1819;
lontano
sono
Ma,
dipendenz
fatti,e V in-
di
le
verso
debbono
cotal
del
sorta
chi
quelle che
del
risposte che
verità
alla
delle altre
si attiene
adolescente, attendeva
che
storica
vasi
le
e
dedito
di filosofia è
credute
cose
mente
fantasia,
Quello ch'egliafferma
non
le
sopra
la
di ammirazione
giudizio pur
ricevute.
comunemente
divenni
ricordati.
prima
sottoposta ogni
di
«
scritte
cose
non
nome
notizia
accenno
y"
appaiono degne
esse
cui
V
barlume
ce
dalle
giustificato
a
che
noterò
antico
suo
che
ciò
a
vanetti,
gio-
o
questo luogo,
periodi qui
restringermi
gli
non
non
tutto
e
che,
filosofo ».^
insomma
ai
si riferiscono
in
questo
leopardiane,e segnatamente
cose
un
se
io infatti
natura
sappia interpretarlocon
dire
i fanciulli
hanno
Importantissimo, dunque,
a
ben
può
quando, perduta
alla
vero,
103
".
non
se
che
non
divenni
al
non
filosofi. Ed
che
altro
URALDONE
Così Si
{V luglio1820).
rigor
sono
LO
a
d'allora
abituale
da
quiete
quando,
studi
di
dizione
eru-
egli mostraa
nuove
in-
104
CAPITOLO
dagini
assai
e
che
più
ragionamenti, di
nuovi
a
IV.
d'
ogni
altro
criterio
Soprattutto ammirabile
fatti
delicati
cui si appagava
la
di
facoltà
certezza.
di
scrutare
di
scendere, quantp
È già
più si potesse, negli abissi della coscienza.
i
più
delle
alcune
e
psicologici
osservazioni
sue
sentenze
e
nel
sparse
gli errori popolari degliantichi,non
di parecchie altre della
perderebbero al paragone
Saggio
indole,appartenentiaglianni più maturi.
stessa
i
sopra
pensieri di
ogni tempo,
comincia.
quelliche
sono
il
periodo
Ma
la
meglio
più
strettamente
coli' altro
anteriore
differenza
vera
coltivato
fra
giungono
con-
che
i due
in
ora
consiste
ciò, che, col secondo, la disposizionea filosofare,
in
durante
già esercitata
di
l'autore
è
da lui
tal genere,
Così
assegna
il primo, acquistaintera
L'anno
medesima.
se
il
del
sovrana
prossime e grandi
onde
il criterio
ch'ei
tenne
suo
fermò
nell' assegnare
ad
già piena e
feconda
di
per
la
consueta
che
gli
faceva
quelle che
nel
data
di
sorgente
Probabilmente
è
il medesimo
quando
tempo
rosità
ope-
sua
essa
versione
conera
e ciò, io credo,
egregi efletti;
severità
pregevoli
di
prezioso l'accenno
in
cose
ricordo
se
stesse
proprie,
soltanto
e
pendenteme
indi-
giovanile.
sua
luogo
le
verso
degne
dall' età
Poi, sempre
anche
l'originedella
un
parer
fossero
diventa
essa
di arte.
quella
meditazione,
sua
cui
spiritoe
concezioni
letteraria
sua
1819, al quale
principiodella
dunque piuttostoquello in
sapevolezza
con-
di
alle
sopra
sue
citato,è
sventure
mente
vera-
par-
LO
ATTRAYBRSO
ticolari
che, oltre
mÌDciava
dei
considerare
a
fatto
avesse
sin
si rischiara
noi
di
di
quelli?
del
suo
d'
lo
natura
queir uso,
non
ingegno;
ma
ci fu
di
una
e
con
i
e
spezzò
Per
e
il
sue
tremmo
po-
famose
di
e
che
cagione
una
di
mero
nu-
cessante
ed in-
solo
un
in
quella
e
gnatamente
se-
sentimento, onde
dotato,
V uomo,
uso,
onde
e
altre
forze
Hugo,
dolori
stesso.*
se
opprimerla
rare
adope-
per
e
in
fece.
egli ritrasse
danni
da
a
ture
sven-
intellettive
facoltà
maggiori
sulle
con
comparabi
in-
della
Quelle
ed operose,
sando
pe-
rono
della vita, fini-
tutta.
E
con
un
l'anima
diremmo:
corpo.^
la stessa
di
sorgenti
tale
poeta, Victor
gran
le
cagione consistette
più gagliarde
più
breve
in
in
converse
consuma
facoltà, sempre
ognora
altro
continuamente
quelleimmagini
vita, si brucia
critico,
straordinario, eh' egli ne
meno
tali doni
che
straordinariamente
aveva
non
lampi,
altro
grandi
immaginazione
co-
guardar questa
meno
di
che
come
non
grandezza
smisurata
altro
che
Certamente
Essa
martirio.
sue
meglio
d'intensità, le
e
sono
leopardiana.E
che, accrescendole
sovrana
Con
Questi
oramai
particolari,e
le opere
diversa
dell'opera di ogni
la storia
far
più gravi, egli
in maniera
allora.
che
quali, più
traverso
sentirle
a
103
€ZIBALDONB".
cagione,
fortuna
di
dolore.
le
sue
si convertirono
Quella
*
Epist., I,
87.
*
Fantómes
{Orientales
casa
XXXIII),
di
condizioni
in
tura
na-
altrettante
paterna
da
cui,
106
CAPITOLO
studiando
schiuse
della
meditando
e
vie
tante
fatto
più
tanto
a
col
ardentemente
modo
ben
scienza, divenne
sto
pre-
sequestrarlo dal mondo,
gloria,la grandezza
la
suo
viaggio pei regni
tanto
della
prigione,che,
gì'impediva
fine, Io spiritos' era
senza
e
speculazionee
una
IV.
felicità,
la
e
ginate
desiderate, quanto immaalcuna
senza
e
di
peranze
quelle tem-
che, negli stessi ingegni più fervidi, suole
il contatto
indurre
l'operadi
già mostrai,
Monaldo
immenso
e
maggiori
in gran
allo
fece
tutto
realtà
stata
era
dei
uno
Consigli,aiuti, libri
amore
la
con
quanto
fu
non
in
giovasse
di intendere
ch'ella
ciò
sempre
dei
suoi
allo
a
:
d'infermità, che
sue
certo
sventure,
una
fu
ben
ebbe
delle
Le
sue
più
fra
breve
di
due
padre
iscienza,
le idee
La
sta
que-
i
il
dell'
natura,
uno
con
intimamente
giungere.
con-
piuttostoquel
o
presto
la
cumulo
maggiore
non
la
nella
sua
se
operosità di
e
condizioni
come
di
cagione
in
precipue cagioni
origine così misere,
un
svolgimento
il figlio;
e in
anch'essa,
prodigiosa potenza
di
doni, disgiungeva per
suole
Inoltre, la infermità,
vita.
sua
padre glidiede,
l'oppostodi quelle dell'altro.
sproporzione
di
l'intervallo
più rapidamente
caso
il
religione,in politica,in tutto,
furono
la
più al
principio,come
beni
studio, tutto
grandezza medesima,
ognor
da
che
An-
cose.
copia, l'esempio
quel grandissimo ingegno. Ma,
crebbe
delle
fisiche
non
generalmente
delle
prima,
sima
mede-
forze
furono
tellettua
inin
si crede:
108
CAPITOLO
di
prima parte
potrei fare
luogo
al
dello
Fra
essa.
mia
uso
e
di
sì
occhi
quella
in
cupidamente
Qui
l'autore
eccellenti
giuochi
e
gli
qualche
un
fisiche
seguì
alcuni
possiamo, per
da
più
quanto
lui
allora
del
netto?
giovi-
autorevoli
in
stimonian
te-
breve;
ma
considerare
rispetti,
avvenne
fatto
che
an-
dunque
dovevano
le
l'animo
sul-
liberi
verissimo
non
che
rovina
ì"^
di
effetto
sono
Se
come
studi
stesso; ninno
condizioni
al lavoro
mente
navano
cagio-
continuamente
sempre
presenti a
come
mi
abituali
se
a
abbondano
qui
vita....
qualche tempo
per
sinceri.
le
noi stessi ci
porre
come
qui ricordato,
della
già
i
co' miei
non
più
Anche
che
andava
di fare
altrui, onde
essere
cui
cerca
quegli intendimenti
il fatto
di
parlava
gli uomini
della mia
corporali.Quella specie
ecclissava
piccola gloria
seguente
dov'entrasse
fratelli,
miei
forze
di
al
contenterò
emulazione
pigliavaco'
che
citazioni
prima gioventù
paragone
a' miei
e
io
molte
Memorie
"r
ed
Piacere, entusiasmo
spassi eh*
le
proposito,mi
Zibaldone:
nella
IV.
nella
:
basta
sola
sua
prima giovinezza.
Di
al
quel
'17, cioè
di
anno
ne
e
nelle
volesse
*
sua
lavoro
dal
va,
a
dipresso,dal
un
notizia
stampe
e
nei
piena
Pen8,t VII,
1812
quattordicesimo al diciannovesimo
vita, i più parlano per fama; ben
hanno
con
che
362
personale
ed
di
manoscritti
sincerità
(30 novembre
e
intera.
Ma
chi
po-
chi,
quel periodo,
diligenza esaminar
1828).
ATTRAVERSO
I
gli
tutto:
e
in varie
materiali
raccolti
quella delle
e
le tracce
non
considerasse
talvolta in
come,
fosse
raziocinio
r immensità
valerle
i mesi
; e
in
mai
all' ultimo,
di
avrebbe
robusto
È
da
anzi
fossero
più
E
nel
1819,
il
pensare;
a
smettere
più
lo
quando,
mal
suo
in
colui,
dersi
ren-
per
altro
danno
tante
che
a
narrò
occhi
più
offese?
effetti
non
quel giovane,
peggio
di
egli stesso,
ogni lettura, si
credendo
studio, si profondò in
e
avuto
là
tristi
e
quando, cioè,
faticosi
vaglio
tra-
dell'organismo,
a
sì
come
di
tanto
qual corpo
resistere
più pronti;
e
tregua;
ogni
veramente,
che
vessero
do-
ore
avessero
di
né
di
attesa
giorni quanto
sforzi
non
molto
potuto
ancor
impedendogli
quanto
riposo
i
e
distrutto, potesse ricominciare
prima
a
tanti
età
maravigliare
stati
mezzo
diede
giorni
e
vinetta
gio-
come,
lavoro, le
suo
seguire, e
questo congiunto.
che
an-
poesia, tutta
rovina
dell'irreparabile
dovette
ne
i
come
cercherebbe
conto
minciate
inco-
o
intervalli
tutta
e
del
tenera
momento
un
dico, non
che
quanto
quella
ideate
o
giorno, quella mente
intensità
e
di
componimenti
immaginazione;
tutta
delle
e
argomenti,
brevissimi
a
bile
sci-
che, ciò facendo,
scienza
tutta
e
di
colui
medesimo
un
mille
e
moltepliciopere
compiute;
0
dello
minutissime
numerose
le
verso
infinite,la
ogni parte
mille
sopra
meno
genere,
in
in
e
di letture
osservazioni
meditazioni
lunghe
in prosa
scrivere
lingue,gli estratti
copia dei
ogni
di
esercizi
109
«ZIBALDONE».
LO
dolorosi, quali erano
di
avere
studi, oh!
appunto
410
CAPITOLO
quelle
meditazioni
Ora
da
preparate
alla
scienza
più certi;
la
e
larghissima
di
volessero
di
Così lo
alla
mente
quelle
alle
violenze
^
pologico, alle
in proposito
fattori
felici
non
del
che
condizioni
sociale.
Napoli,
centenarie
Vincenzo
p.9
e
a
Neil*
segg.
arte
organiche
—
e
nella
vita.
A.
la
soluzione
chiaro
:
fatte
agfli altri
alla
La
ed
D'Ancona,
giugno
e
state
quel
pure
G. Z/., XXIX
altro
intorno
dell'individuo
Vedi
terribili
psico-antrosono
discorso
suo
glia
risve-
natura.
concorrere
nel
cause
nessun
ne
specialmente
cose
1901.
di
quelle
sensatissime
Leopardi
Morello,
gica, in
e
le
metodo
che
applicazioni
è il prof. G. Paladino
alle
rapporto
del
ne
vigore
o
rovine
vita, che
debbono
detto
da
pretese
Leopardi,
quistioni, ha
tragedia
se
mentale
stesse
certe
dunque,
necessariamente
che
tali
per
se
mai
ipotetiche.^
meno
di
eccessive
alle
Intorno
evidenti
qualsiasiforza
della
forze
che
di
una
cause,
ch'essa.
an-
tazione
interpre-
un'operosità
spettacolodi
tutta
scienza
meno
ed
più o
di
giovinezza,gridano
leopardiani
nella
fatti;e
altre
i termini
trascese
Da
di
immediate
cagioni
avanti
poco
sui fatti
avuto
le testimonianze
qui
che
la
potrà togliere la parte
sempre
contrapporre
del danno.
di
ha
di tutta
intesa, è
le
quella specie
alle
quando
Ciò
storia, così
che
largamente
e
olocausto
fondata
nessuno
pensiero,
sero
filosofiche,fos-
parecchi anni
all'arte.
e
Certo
che
di
volontario
quel
del
meditazioni
detto, è storia
ho
Ma
angosce
precedute
state
vita
le
origine nelle
parte
avanti.
poco
come
tanta
sono
incominciato
chiaro
è
ch'ebbero
ne
che
filosofiche,
Zibaldone,
dello
IV.
ziato
scien-
mente
alV
in
biente
am-
ranze
Ono-
MDCCCXCVIII,
critica
psico^antropolo-
Milano-Palermo,
e
Sandron, 1890,
ATTRAVERSO
avrebbe
fatte
LO
in
ebbero
naturalmente,
triste efficacia
ch'esse
sul
lievi,quando,
scienza
a
ad
di
e
badi
non
che
urti
delle
eflfetto di
di
loro
ma
non
volta
colpi
di
ogni
ardore
chi
come
che
dei
a
mise
corra
rite
fe-
Le
tal
una
di
vincere,
nemici.
quale
giovane: le
nostro
quell'obliodi
se
une
nel
stesso
fine, eh' è la condizione
alto
un
più
molto
eran
giovanetto si
anelando
ai
la
si dimentichi
o
si mise
non
ste,
Que-
sue.
indicibile
mirabile
sciagure del
4)roseguimento
assoluta
alla
toccasse, renderebbero
costui
le altre
e
le infermità
un
vi
impresa:
agli
immagine
e
da
acceso
battaglia,e,
una
rono
stesso, deriva-
se
esistevano
non
gloria,il
tanta
una
morale;
ancor
a
parte
gran
Ili
ZIBALDONE».
impunemente
almeno
mai
€
eroismo.
III.
Or
darsi
dice
al
egli stesso,
come
assai
suo
umana
tenebroso:
quali poterono
alle
esse
in
un
propria quella degli altri:
dal
le
quel passaggio? Quali
proprie sventure
come
dagli effetti,incominciò
leggi
essere
infelicità
sua
col
questo significache,
anche
passare
e
la
sentire
neir infelicità
significail
Leopardi,
filosofiche,incominciò,
subito
vediamo
sentire
storia
più
a
il
dove
punto
meditazioni
alle
modo
a
torniamo
le
proprio
che
la
individuo
assunsero
cominciarono
Ma
governano.
cagioni più
nuove
alla
immediate
sembianze
agli occhi
allora
che
suoi?
ad
di
le
babilmente
Pro-
apparirgli
112
CAPITOLO
effetto necessario
come
Quella grandezza, da
generati
i suoi
alla
coscienza
sua
il limite
il
e
di
di
quel pensiero
che
egualmente
alla
giunto
era
La
veva
vita, gli do-
sua
causa
sottrarsi
consapevolezza
divorar
a
trascendeva
perchè
stessa, appunto
una
tutto
per
il dolore.
tutto
per
tali effetti nella
Come
lungo sfuggire
a
cagione, da
essa
per
presto scoprire
straordinaria.
principalmente
poteva
non
grandezza.
stessa
sua
cui vedemmo
contrasto; da
straordinarietà
ben
della
mali,
:
lY.
la
vita
i limiti
sueti
con-
?
Mi
dunque
par
della Natura
grandi
ragione
un
infelici
e
di
e
In
cuore.
il
insieme
e
doveva
avere
la
la
tutte
avevano
ad
sventure
avremo
a
*
d'allora
o
di
Natura
di
letta
trovò
non
la
in
in
dalle
non
particolaridel
vedere, anche
Pens., II, 113 (12
febbraio
il
mini
ter-
la sintesi
da
un
pezzo
Quella,
medesimo.
prime parole
ritraendo
del
solo,
come
Leopardi,
quelle cose
1821); IV, 226
nel
il mondo.
governa
meditazioni;
nuove
argomento
quei
come
breve,
che
legge
e
terribili,l'accompagnarono
meno
seguirono
se
delle
una
Siate
sonargli dentro
anche
D'Alembert,^
prima
complesso
Yenivan
le
sin
altre,
la
0
loro
Dialogo della
esperimentato in
fu
tenza
sen-
argomenti
spiegazionedi quanto già
dolore:
gran
poi con
nel
sentenza,
essa
presso
dunque,
fatto
quella
: a:
privilegiate
illustrata
»,
che
certo
sulle anime
dovette
Anima,
quasi
di
le
quali
si è
visto,
ma,
cui
(2 maggrio
come
s'era
1822).
ATTRAVERSO
sin
occupato
Dopo
coir
allora
averle
erudizione,
cagioni
vita. Per
attinenze
nuovo
idea
delle
andava
cui
i cui
mare,
Dicevo
che
dolori
che
poco
avanti
più
già noti, dallo
Zibaldone
ci si
pato
occu-
qualche
in
che
quel
mai
la coscienza
in
affetti
e
di
trasto
con-
la lotta
filosofica;
stesso
se
di
il moderno,
e
cagione
stato
per
con
speculazione
se
gliscritti leopardiani
ne
ha
Qui
dispiegaalla
sembianze,
intorno
capace.
rappresentazioneimmediata.
forze contrarie
antico
tempo
egli riproduce
manifesto
era
si
meditate, dovette
chiaramente
spiritofosse
suo
di ciò
Ora
ispirazioni.
il
ZUHBIKI.
dalla
modo
vario
gli era
onde
nuove
per
ignoto
propri,
anche
il
fra
quella profondità di
sotto
mettersi
due
ar-
meditazioni
così
poetica e
lotta
ciò
in
ecco
tutta
Se
più
sublimati
nuove
aveanó
contrasto
tra la coscienza
codesta
delle
un
tutti
di tali cose,
ei scorge
e
quel
dalle
dell'immenso
e
intenti
di sublimi
e
come
le
spirito.Ed
suo
quel
Così, in
campi
pericolierano
come
con
cose
esempio. Una
essere
più spaziava il
incontro.
esercitassero,
il
fu
tempeste
dunque
alle stesse
nei
ciò
le
giovane, mosso
nostro
entrò
speculazioni;e
a
coi
il dolore.
1819, il
illustrate
e
poste
più riproblemi della
ognor
cresceva
ziato.
scien-
e
qui innanzi
quellemeditazioni
anno
stessa
nell'arte
da
cerca
cagioni accennate,
un
storico, poeta
come
le
113
«ZIBALDONE».
ritratte
ne
e
pensiero, e più
famoso
LO
ma
oggi
come
una
la lotta delle due
vista tutti i
sempre
con
la
giorni
stessa
8
114
CAPITOLO
intensità
sia
del
ferocia
e
il
ei pone
.mondo,
cuore
difendendo
nel
spesso
anima,
il
da
opposta;
che
vita
contrarie
quanto più
trina
dot-
e,
numerevol
inpur
mirabilmente
vere
descri-
che, sorgendo
non
deserto
poeta, quel
una
poetica
di vederlo
se
tore
au-
degli effetti
chiarire
a
pauroso;
filosofo
animato
come
d'ingegno, di
questa. Parrebbe
di
deserto
un
ha
visione
quella,viene
la possanza
la visione
ricerca
operati dalla
V
per
quanto
d'esperienza nella
e
Benché
di combattimento.
tutto
con
IV.
è per
noi
l'
più parla al-
tanto
le
state
erano
prime
impressioni.
In
tempo
un
molto
non
giudicatoarmonioso
Ora
è
formata
lui
è
«
la
la
grande,
meno
sarà
più
la
dalla
di dare
Uno
razionale.
accenni
ai suoi
considerata
aver
del
sistema
della
dell'
ragione
*
Pena., I,
«
Ibid., I,
e
dei
e
al
la
della
Cfr.
132-3,
tanto
cui
».
106-7,
un
tre,
ol-
mento
fonda-
più espressamente
metodo, è quello
suo
e
e
226-7.
ai moderni
posta
Con
177.
93.
natura
uomo
idee
nemicizia
natura
Per
grande, quanto
sue
luoghi in
definita
uomo
».^
natura; la
sarà
queste
fini
e
che
ragione i".^Procedendo
a
ria.
sto-
de'quali
umana
ai filosofi antichi
rimprovera
nella
fortemente
un
piccola;...
difficilmente
più
dominato
non
è
e
deglielementi
della
nemica
ragione
eglicerca
dove
è
più
condizione
presente
tanto
o
assoluta
ragione
mondo
nel
sentire
a
«la discordanza
mai
bello
e
incomincia
lontano, tutto egliaveva
nelle
«
il
basi
scambievole
quella inimi-
116
CAPITOLO
accordare
vano
professava
fosse
fedele
sempre
di
e
la
anche
tempi, cosi
qualità
e
educazione
i
Ora
persuasione di
qualche
quello
e
specialmente
Padri
autore,
si
loro
lari
particofu data
intolleranza
di assoluta
età, egli
certa
una
destinato
essere
secondando
a
dai
vede
dal
e
stato,
era
suoi
Saggio
lavori
sopra
Chiesa.
a
cristianesimo:
Diede
martire
Cantica),fece
tutto
Ma
a
se
fede, quando
morte
al Dio
poi,quanto
antica, la
del
sua
più
come
intorno
ai
glierrori
polari
po-
lo storico
di Santa
campione
suo
delle
che
mutato
amore
fede,
non
al temuto
«
(come sappiamo
»
olocausto
stesso
cagione
vero
nella
perfinol'esempiodi atteggiarsiquasi
della
della
un
stiana.
cri-
il voler
degliantichi,il teologo,Y apologistae
del
piere
com-
fede
insieme
Monaldo,
di
della Chiesa
assumeva
adolescente, si esercitò
eloquenza, e,
proprio
religione
egregia a gloriadella
opera
Chierichetto
sacra
egli
rono
religiosa;né gli manca-
Poi, sino ad
in siffatta materia.
la
tra
tutti sanno,
lui,come
a
strettamente
colla
ne
più gentilispiritidei
nel nostro
precettie gliesempi
crebbe
mai
se
questo punto
corrispondenti alle
forme
condizioni.
è
il conflitto
in tutti i
filosofìa,come
nostri
si
l'accordo?
perchè
storia ;
sua
cui
avrebbe
particolareattenzione
di
E
seguace?
altri, come
in
potuto dimostrarne
Degno
di
quel cristianesimo,
con
il dubbio
sorto
rv.
sue
samento
appres-
dalla
speranze
sua
e
di
gliela mandava!
da
quello!
ognor
più
certo
vinta
Primamente
forte
d'un
alla vita
tratto.
dovette
pure
al
prima,
ribellarsi
onde
sentiva
considerasse
della
a
come
dei suoi
mano
lui
che
s'
da
anche
di
e
sentir
molti
ed
ammiratori
suoi
dal
fede, gli riuscì
suoi
anni, quando
e
negli ultimi
sia
stato
il secolo
poi
così
davvero
fra
se
altro
così
di arte, di scienza
ogni
e
che, quando
e
trae
spesso,
deir animo
segreto
e
suo,
nostro.
ei
delle
con
a
sé
noi
rivela
i
parvegli
difesa
a
animo
e
a
ne
che,
ragioni
per
ad
e
ofiesa ;
in
ogni più
Così
avviene
parola
sua
condizioni
palpiti del
intenti
ce
altro
un
ragioni,la
intime
egli
principio,e
neirodio;
ne
più
ancor
cristianesimo
pensiero.
suo
come
segno
spirito;si
e
nubio
con-
lui, ed
da
alla fine ;
di vita ;
del
momento
è sempre
cristiano
disposizionedi
sua
nuovo
insultando.
parlato del
dubbio
nel
e
col
amici
i ribelli moderni
sino
Leopardi, abbia
neir amore,
vivace
insultato
anticristiano
il
cose
insorgesse contro
finire
un
zia
gra-
le idee
biasimate
della
so
in
quel biasimo, partecipato
scienza
dovuto
egli
in
sempre
della
che
siero,
pen-
tortura
grandi
Non
in
proprio
impromettevano
avesse
come
il
ed estranea,
religionemedesima
tardi,
Più
tiranni.
e
domestica
strumento
uno
care;
più amaro
quasi
la
religione,doveva
più
tempo
che
cor
an-
Poi, cominciando
anche
oppresso
naturale
era
tirannia
se
e
più bella, come
fantasia.
doppia
alla
lui ;
su
ragione, non
alla
e
cuore
meno
sempre
alla
innanzi
vera
a
poter
117
«ZIBALDONE».
LO
ATTRAVERSO
dello
cuore
fondo;
pro-
scoprire il segreto
improvvisamente
anche
il
118
CAPITOLO
Premesso
alla
questo
IV.
generale,torniamo
cenno
interrogazione fatta
il
Leopardi
cristianesimo?
col
della
siamo
sua
ancora
esso
in
la
sua
della
cizia
di
vido
fer-
Greci
credeva
«La
che
sola, proponendo
Dio,
ec.
la
e
ha
T
beni
terreni, dai
della
air
tutto
cose
nimiè
non
invisibili,di
cose
nella
premio
vita
armonia
tura,
fu-
la grandezza,
In
di
Dio, al dovere,
ha
Come
che
se
questo
parenti, dalla patria,ec,
il sacrifizio
amor
trovare
*
quelle
religione,la qual
morte,
armonia
tenta
delle
«è
generosità,sublimità, apparente pazzia delle
(come son quelle dei martiri, il distacco dai
azioni
può
di
ispira.Questa
mirabile
con
alla verità
nemica
delle
di
in
aveva
egli diceva,
dalla
amore
conciliato
luce
madri
non
simo,
pagane-
che
crescer
piccola e
speranza
suo
naturalismo
gran
se
quel
natura»,
è
due
Latini, pur
che
la natura
accordata
stata
dei
e
sincerità
ragione
queste
che, al tempo
già
fonte, potesse
la
filosofìa
sua
storia, egli,quantunque
ispeciequel
azioni
grandi
badi
la
que
dun-
cui
religione:
grande,
conciliare
Come
:
in
tutta
con
e
Si
dei
alunno
di
cercò
avanti
poco
ora
non
brano
largamente
si
fuor
a
c'è
della
Pens., I, 132-133.
piaceri
ec.)
colla
religione non
e
di
gione:
ra-
si
y".^
parole....
in germe
svolto
in
un'idea
molti
vede, ingegnoso è
fra le due
de'
sprezzo
il di-
grandi nemiche,
che
altri suoi
l'accordo
coli'opera
tore
l'aughi.
luoch'ei
della
ATTRAVEaSO
Ma
religione.
potrà air
Certamente,
sublimi
pazzie;
per
idee
altre
che
e
cristianesimo
La
si
quelle cose
belle alla
non
includervele
dalla
vere
ad
modo
«
8
così
dei trecento
egualissima
Pens,^ I, 133.
Ibid., I, 157.
Ibid., I,
146.
a
seguenza,
con-
nulla
altri, era
eh' elle
come,
la
«
come
dienti
ingre-
sono
d.^
umana
per alcun
sua
per
tempo,
filosofia col
giudicasse,per esempio,
alle
conda
se-
illusioni. Ma
della natura
conciliare
quelle
della
le illusioni considerava
di
meno
al-
o
prima specie erano
mere
per
stiani,
cri-
parte.^Per
aveva
essere
benissimo
avvisasse
e
tale
in
reale, stante
dunque
cristianesimo,
*
ciliazione
con-
giudicar
ragione, quelle
del sistema
essenziali
anzi
facendo
e
non
grande
filosofo che
in certo
costanza
punto
ap-
la bramata
operando
le idee della
disparità,se
egli si
di
metteva
incondizionatamente,
quali essa
del
amor
accordo,
continuavano
S' intende
gli eroi
includere
poteva
riconosciute
cosa
delle
dispregio.
in
avute
presi
dei martiri
mentre
il nostro
che
Leopardi
nemiche
le due
nelle
tali idee
stati
ragione le apparenti follie
non
tale
il
fede, dunque, pure
fra
ispiravaella
disprezzati,dell'
che
essere
lo stesso
dire
poteva
altri sentimenti
esempio,
tra
che
di lei sarebbero
avevano
patria,per
to?
soddisfat-
religione dovevano
senza
degli
e
rimanerne
quegli affetti
e
non
ma
119
«ZIBALDONE».
ultimo
la
per
quelle idee
medesima,
LO
«
la
similissima
Termopile....
quella dei
martiri
».^
120
CAPITOLO
IV.
IV.
i molti
Lasciando
dirò
s' era
il
che
di
Leopardi
tenta
viene
fare
a
Ecco
come
un
alcuni
dei
alla natura,
alla
ragione, tanto
esalto
predico
e
queste
ed
nel
che,
la
e
«
j".^ Ma
colla
natura,
poteva
antico
e
del
creatore
di
così
e
del
*
e
un
Pens.,
I,
Ibid., I,
441
441.
quasi
o
massima
Dio
essere
che
mai
Testamento,
padrone,
Derivato
sotto
dicembre
fosse
come
da
ben
di
loro
co-
alla
facoltà
Dio
l'
del-
quello stesso
di averlo
ben
altre
altri
assumendo
1820).
sere
es-
tutt'uno
lo stesso
biblici, rimaneva,
(9-15
di
principal
dalle
cioè
più
d.^ Con
tutto
e
universale
leopardiano,pur
nomi
Dio
religionepiù
la
e
svolgendosi
naturalismo
*
mondo,
annientarlo?
venuto
forme
nuovo
Quanto
più
tanto
tutto
umano
creatura
quanto più tolgo
creatura.
della
dipendere
della
Dio:
a
La
«
sco
attribui-
più
sentenze, ei s' immagina
amico
parte dell'ordine
sull* argomento.
trattato
Quanto
;
di pensieri,
serie
:
punti principali
natura,
attribuendo
ragione, fanno
breve
alla
più
attrettali
vero,
più
tanto
lunga
una
Dio.
che
lo stesso
è
natura
mondo,
religioneebraico-cristiana
allegatein
le prove
e, con
al
e
che
particolareconcordanza
una
della
namenti,
ragio-
d'idee
alla vita
intorno
ora
tutti i dommi
di simili
esempi
quel complesso
facendo
venuto
con
altri
nella
fatto,
fonti,
influssi, il
qua
e
là
sostanza,
LO
ATTRAVERSO
fedele alle
contrario
E
origini, e
sue
quelle
a
di
accordarlo.
ne
abbiamo
seguitando,scrive:
della
dall'abuso
i- mezzi
della corruzione
sia
non
infusa
anche
di
abbisognano;
anche
convenuta
stato;
a
a
all'uomo
alle
conviene
come
di fede
quella che
Dio
scienza
che
biano
n'ab-
quella tal
quella
volle
che
gio,
linguag-
un
a
che
primitivo,
in
ancora
indicare,
cietà
so-
sarebbe
stato
sono
ginale
ori-
credo
verosimile
che
cietà,
so-
causa
non
subito
nello
bestie
la
provi la
bestie, per servire
le
cui
Io
è ben
ed
stimare
può
peccato.
ragion
dalla
e
cagioni secondarie
che
S'egli ebbe
Adamo.
in
si
soda
e
vera
nessuna
il
stato
fa
fu corrotto
sapere
le
o
dallo
appunto
l'uomo
tolgono
non
e
sostengo, la
decadimento
dal
ragione,
questi sono
anzi
suo
che
dico
che,
in ciò
prova
di felicità;
come
S'io
il cristianesimo.
il
e
primitivo, stato
stato
chiara
Io ammetto,
dell'uomo
corruzione
mava
bra-
cui l'autore
con
più
«
essenzialmente
quindi
credenze
una
121
«ZIBALDONE».
e
non
esso
tro,
al-
hominem
esse
quando disse: Non est bonum
solum:
faciamus ex adiutorium simile sibi {Genesi,
mente
II, 18); a quella della quale ho detto bastantealtrove.
E
»
infusa
con
e
Genesi
dalla
riguardo
ad
qualunque
che
non
hanno
risulta
niente
ciò le bestie
tutto
non
anzi
Adamo,
cosa
della
scienza
il solo
comando
si
che
bene
Dio
di
il contrario.
voglia intendere
del
scienza
e
del
diede
per
male, è
all' uomo
sto,
queché,
Giacl'albero
certo
dopo
1
122
CAPITOLO
IV.
{Genesi,II,
paradisovoluptatis
scieniiw boni
fu: De Ugno autem
8, 15, 23, 24),...
di averlo
et mali
deris
è
in
posto
ex
questo
interdir
un
voler
un
all'uomo
chiaramente
soprattutte le
porre
come-
{Genesi,II, 17).
morieris
morie
eo,
die
enim
in quocumque
comedas:
ne
Non
il sapere?
altre
cose
o
divieto)un
(giacchéquesto fu il solo comando
ostacolo agli incrementi
della ragione...?
»
*
Or,
se
avanti
poco
colla stessa
natura, qui Tuomo
si
fondeva
con-
cessa
di
la creatura
il sovrano
di tutti
privilegiata,
m' indugerò a mostrare
viventi. Non
cortosi
accome,
di questa implicitaconseevidentemente
essere
i
della Bibbia
il Dio
conciliabile
non
seguenza,
della Sacra
Scrittura, T
V espressa
con
sentenza
nuarne
s'ingegni di atter effetto con
qualcuna di quellegiunte oni pensieri
d' eglisoleva compiere o correggere
cedenti.^
preDirò piuttosto
che ragionandodell'origine
delle umane
trine
cognizioni,
egli si fonda sulle dotdi quegli stessi « moderni
a
ideologisti
»,
cui anche
dottrine che, se ora
:
qui accenna
gli
autore
^
alla conciliazione
servono
saranno
che
Italia,era
ancora
»
'
la
sislema
le premesse
seguivano in
solita di vivere
cristiane. Qui
*
fra poco
suo
col cristianesimo,
di ben
tre
al-
Del resto, quellaideologia,
presso
conseguenze.
i molti
del
però comincia
in pace
a
Pena,, I, 441-442.
Vedi
ad esempio:
ibid.,I, 468
311
Ibid., I,
; e 472 : € Moderni
Francia
in
colle credenze
discordarne
e
e
segg.
ideologi».
manife-
124
CAPITOLO
essenzialmente
pone
che
non
di
la natura
ed
coir
immaginazione
Se
T infelicità
infinitamente
favorisce
la
danni
dico
vita antica:
idea
allora
solo in
vicina
o
è
cui il
La
vita
che
natura
le
tutte
vita
assai
mai
fede.
molto
minor
insomma
erano
nel presente
tiche
religionian-
dubbio
quello che
parte
davano
antiche,
nel
non
gior
magrali,
natu-
più profonda
vicino
conformi
possa
un
credenze
e
alla
allo
stato
alla natura
ragione j".^ Qui,
tutte
con
le
«
della
Ibid.,I, 460.
frontando
con-
religioni
esclusa, 1' ebraica, il Leopardi
primo periodo
Pena., 1, 449.
più
alla
il cristianesimo
di
cava
cer-
religionemede-
sua
3
a
minciata
inco-
quella
Le
di
più
cui da
più prossima
estesa
l'uomo
ignoranza, tenevano
naturale:
più
a
ritorna.
Notevolissime
più
una
tuirla.
sosti-
a
altre, quella da
esserle
più importante
sopra
pagana
bilmente
incompara-
cristianesimo; perchè, contenendo
è
parte
perir della
costantemente
stata
nuova
y".^
sce
noti, l'idea che qui fini-
senza
fondate
*
solo in
veniva
pertanto....conferivano
numero
e
che
ce
il
fare
ben
era
temporale
infinito,ec.
dal
soggetto queste parole :
felicità
stra
no-
spegnersi, era
potesse
colla
la
felicità della
remoto,
o
antica
non
appaga
primamente partito,ed
era
vicino
»/
parte, perchè quelle virtù,
prevalere su
Leopardi
ogni punto,
a
questa,chi
col
sempre
dell'
dell'altra
maggiore
Ed
vita
«
cagionati loro
quelle illusioni,quella
spenta
questa
religioneristorò
nuova
dei
gli uomini
IV.
jbid., i, 459-60.
ATTRAVERSO
sima
dovea
tradizioni
tal
le
loro
stato
uno
Per
che
T
r altro
fosse
parte,
Qui
il
e
sarebbe
codeste
tra
teologicamente:
fossero
o
Patriarchi
ciò
che
abbozzati
di
quella
gli
si
ogni
altro
il
derar
consinel
paragone,
dalla
religione
nità
affi-
insieme, da
esse
cercare
cui
se
fine
e
più importa
intendere
appieno
appartengono
Vlnno
stesso
ideati
genere,
sostanzialmente
moderno,
quanto
e
storicamente
potrà
altri dello
poesia
:
tutt'
al mio
esse
con
e
sente.
pre-
maggiore
erronee
quella specie di poesia a
ai
di
un
lui, era
inopportuno
soltanto
nianza
testimo-
cristianesimo, dall'altra.
opinioni
è, che
di
rappresentato
non
quelle
costituenti
dei termini
quelleche
essa
dal
temeva
come
cristiana; perchè, secondo
una
facessero
diversissimo
umano
uno
onde
quanto
vera,
religioni antiche
tra
rivelate
rispettoegli non
complesso
cui
fede
immaginazioni
e
di
in
Tunica
parergli
125
«ZIBALDONE».
verità
quelle
tanto
non
LO
alla
diversa
da
quale parrebbe
più potersi rassomigliare.
Da
intendere
facile
con
quali
col
sistema
come
ciò
tutto
il
teologo
della
come
dunque
in
si è
che
tentasse
la
che
un
consistere,
e
non
del
argomentava
della
sua
sue
fede;
bensì
idee
cerchi
religione,considerata
grande
maniera
è
fatti della scienza
riprova delle
stessa
lo innanzi
per
la conciliazione
Ei
nei
riprova
la
detto
egli facesse
cristianesimo.
il filosofo che
cose
in
criteri
veda
storia
che
fatto storico.
contraria
a
e
già
della
come
nelle
mente
principal-
Procedeva
quella
suo
tenuta
egli
da
126
CAPITOLO
altri moderni
e
dell' accordo
promotori
fede, ai quali suole
la
interamente
felicemente
hanno
non
morta;
la
avvertito
fede
sua
non
anzi,
spesso,
essergliispiratricedi
ad
la scienza
tra
non
Certo,
differenza.
quell'enorme
ancor
essere
che
critici
dai
paragonato
era
IV.
nava
tor-
pensieri e parole
sublimi.
E
anche
difesa
gli suggeriva ingegnosi argomenti
dei
dommi.
suoi
degli
uomini
dell'anima,^
«
la filosofia
venendo
e
altro
prettamente
discorso
si
quella
brevi
*
per
che
opposta,
aHa
è
non
doppio
stato
basso
di
soltanto
il
e
nervi.
badare
^
Pens.,
«
Ibid., 1,235
I. 138
e
un
affatto
a
altri
da
1820).
o
men
Ma
tali
intento
se
stimonian
te-
stituire
so-
propria;
visto
altro
a
che
giusto
nel
loro
un
alto
sarebbe
relativo, la forza
segg.
steriori,
po-
come
più
filosofia tutta
giusto,anzi
nello
quelle d' indole
Leopardi
non
tenze
sen-
e
sconfitte.
l'aver
ordine
(16 giugno
alle
in
stanza,
so-
scelle-
dimostrare
soltanto
il valore
cercarne
e
intervalli
prescindere
Più
della
ricorrono
toccate
erroneo
contrario
e
religione,in
che
ad
religioneuna
meno
altri onde
dottrina
facilmente
ci danno
quegli
esaminato
sopra
delle
il
l' immortalità
dalla
cristiane
perdurasse, o
errore
inferiva
poi, giungendo
e
;
molto
rifacesse
si
sarebbe
di
può
fede
a
la
che
raggine ragionata »
stesso
bruti
indipendente
è
non
dei
e
quei primissimi
zione
quali dall'opposta condi-
coi
argomenti,
da
Incominciando
a
sem-
ATTRAYERSO
delle
minore
pre
delle
seconde,
idee
mentali
procedendo,
prende
vasi
idee
sopra
dair
solamente
storiche
ed
inattivo
per
da
né
di
0
la stessa
loda
terra
di
patria situata
della
anzi
qual
credente
*
tirannia?
mai
uno,
Perw., I, 191.
Ibid., I, 344-5
esilio
un
non
».^ Or
di
alla
ha
mondo,
quale
revole
favo-
di
batterla
comseguenza
con-
per
considera
cura
se
che
porta
gì'im-
di cotesti
potrebbe
non
un
difetti,
vero
gliene
religione?L'ascriver-
sua
sarebbe
settembre
esser
....
vieta
l'uomo
non
sorta
«
(29
e
se
nell'altro
difetto
attribuire
pur
»
come
né
impedirla) ma
materiale; perché,
questa
ad
principio(perchè il
per
d'
religioneha
[essaè]
la tirannia
fuggirla o
e
mescolata
invece
conseguenza
;
proveniva
non
questa
ridottolo
e
dispotismo, non
cristianesimo
^
»
vilmente
e
tempi
ignoranza, ma
contemplativo, e
al
torto, ha per
oscura
de' bassi
il
stianesimo
il cri-
«
peggiorato gli uomini
religioncristiana»;^ Che
l'uomo
ficacia
ef-
che,
filosofi-
e
queste : Che
come
cupa
crudele
stranamente
una
lore
va-
sempre
perciòfarglinessun
la barbarie
reso
abiti
e
religiososul Leopardi;
effettivamente
verso
alla
con
la decrescente
considerazioni
sue
senza
«
cui
s' intenderà
sentimento
nelle
fonda
«Che
criteri
le
il resto.
del
un
da
poi
sentenze
quei
con
crescente
confrontar
contradittorie
pur
generali e
tutto
quale,
quella ognor
e
soprattutto, il
e,
più costanti,
Così
127
«ZIBALDONE».
prime
sia
particolarie
quelle
LO
già negarle l'origine
Ibid., I,
1820).
240.
128
CAPITOLO
divina ? E
quello stesso
le si apponeva
nel
di per
del
filosofo ad
opposta
e
peggioramento
dei
primo
basterebbe
nostro
IV.
sé solo
la
condizione
una
preferenza
civile
introdótta
quella
a
luoghi citati, non
mostrarci
a
che
umano,
nella
riore
ante-
vita
dal
cristianesimo?
Ma
già, da qualche
avanti, egli aveva
anno
quella somiglianza o parentela
cristiane
alla
le illusioni naturali, ch'era
e
conciliazione
tentata
Aveva
detto:
maggior parte
illusione,non
fantasia,
come
di
ce
non
sarebbe
non
addirittura
era
esempi,
come,
ancor
il
avesse
*
che
Or
della
scarsi
che
ciò
delle
qui
aveva
dovevano
prime, perchè
quell'inganno
vera
gione,
ra-
ispiratedalla
le seconde
da
da
filosofo, e
un
giorni tanto
»/
la
non
inganno
della
felicità dello
impossibile.Questi
ed
rito
spi-
altri
merosi
nu-
qui potrei allegare,provano
zione,
prima d'imprendere quella concilia-
Leopardi, pur
incominciato
Pena., I,
che
cui la
ragione, senza
se
tempo moderno,
imperfette
meno
di
delle illusioni
seguiva
sofia.
filo-
sua
l'inganno della
gli antichi
affermato
che
T
quello
scompagnate
meno
stessa
provenire
delle illusioni del
religione;di
colla
grandi azioni, che
si richiede
presso
avanti
non
le
le illusioni de' nostri
come
essere
Per
idee
certe
fondamento
fede
ordinariamente
grandi fatti,ma
poco
della
possono
basta
come
sono
affermava
tra
gata
ne-
216
(26
senza
a
marzo
volerlo
sottoporre
1820).
espressamente,
ad
analisi
tutti
VERSO
ATTRA
i fatti della
vita
poi
fece
cui
risultato
se
della
della
e
storia.
fede
stessa
mi
ZIBALDONE
«
è parso
119
»«
In
tentativo
quel
religiosaun
agli effetti
contrario
Ciò
vivo,
della
che
certo
e
virtù
delle
quella
a
le
inteso
tutto
era
a
segreti della natura, ammirata
principalmente in quegliesempi medesimi.
all' impaganirsi del
quanto
confrontato
innanzi
umanisti, ben
si
il
loro contradizioni
continuando
dai
in essi
cui
autore
la
fede,
se
non
si
;
morta
con
e
discorre,
e
al filosofo
tale
continuò
per
sempre,
con
naturalismo
cui sempre
egli trovava
ZuMBori.
E
ché,
poi-
sommi
quelle
a
ad
ritornavano
i
più
Tale, al tempo
fu
tutt' altro
del
fino
a
stro
no-
che
più
ricordata
che
benevoli.
sincerità,egli,nei presenti
cui
le
al classicista,
essere
non
tutta
da
e
del campo,
la condizione
era
discorsi, la costringeva a
quel
lui
procedevano
dell'animo.
intendimenti
Intanto, pur
da
nostri
il paragone
veramente
della mente
qui
ai
reputarsipadrone
a
di fatto
quali più
forti moti
trare
pene-
intime, per cui il cristiano,pure
lo cedeva
spesso
della
ho più
spirito,
suo
Leopardi
estendere
può
sue
cime
agi'incomparabiliesempi
dell'arte antica,
e
un'efficacia
lui
su
ancor
nei
di
che
conquistate quell'uomo
aveva
che, educato
nuovo
rimasto
speculazioni.Oramai
pensiero
suo
avere
eguale
non
ardite
più
sempre
religioneglifosse
poteva più
non
grande,
di
il
esame,
imprometteva.
ne
del
LO
sue
fare testimonianza
sempre
movevano
idee. Nella
piuttostole immagini
e
a
religione
della verità che
9
130
CAPITOLO
verità effettiva. Come
la stessa
del genere
la Storia
nelle
più tardi, scrivendo
adombrò
umano,
quelle
in
Bibbia,
della
ch'egli più propriamente cerchi,
nelle
nascoste
da
fossero
i medesimi
in
di
esser
per
ch'io
dell'uomo
cose
ed
agli uomini
0
quasi
nulla
della
voluta
alla
gende
leg-
fatto
verse
di-
glia
qualsivo-
il
né
qui
benché
tutto
di
fra
non
*
Fem.,
«
Ibid., I,
V,
89
441
stema
si-
T attribuir
e
natura,
e
all'*opera
al
non
stianesimo
cri-
ancora
trionfo
sul
vantaggio
o
le
di
o
più
dicembre
la
natura
più quel
senza
cristianesimo
quali
danno
contrarie
(11 luglio 1823).
(9-18
breve
onnipotente,ella
ancora
madre.
gran
della
Il mio
«
alla
che, pur
è
vero
assolutamente,
conformi
quanto più
:
si oppone
non
religionidi ogni tempo:
sono
desimo.^
me-
sospettata, quella opposizione
vero
un
senso
ragione, ossia
creatura,
lui tutto
quasi. Ma,
della
tali
quella conciliazione
detto
alle
0
o
per
0
di
nel
ei commenta
innegabile.Certamente,
altre
lui gran
aveva
D.^ Ma
sarà
Perchè
fede,
fo tutto
pochissimo
era
le dottrine
non
:
questiPensieri
intorno
lui
ciò
diverse, per arrecarne
esempio, dalla favola di Psiche, la quale
filosofia colla
da
che
adoperate a significare
state
Incominciando
sua
sieri
pen-
dirsi che
e
siano
immaginazioni
mai
concetti
nuovo
uno
altre.
altre
quante
natura
nelle
e
une
dovevano
non
un
i suoi
leggende mitologiche,così può
li adombri
qui
lY.
1820).
e
tanto
alla
alle
porta
ri-
sulle
rono
fu-
vita,
leggi
132
CAPITOLO
felicità della vita
sulla
r efficacia
dei
degl'individuie
Ancor
hanno
che
filosofia
ci sarebbe
che
l'una
l'altro.
senza
dell'amor
dell'infinito
dell' animo
tutt'
uno
Or
vivente, desidera
cui
avendo
invitto, non
estensione,
intera
quali
in
Di
tanto
dal
che
si
dalle
cose
alla
*
*
fra
III, 299,
;
fine
e
e
che
esso
è
ogni
tro
al-
ed
a
desiderio
durata, né
per
soddisfazione
e
della
sé
vita, i
il
piacere
deriva
è
non
considerate, quanto
ingenite dell'
E
Cfr.
che
tal vanità
si
altri
sul
uomo
può giungere
tanta
moltissimi
(luglio 1820).
sola
circoscritti.
che, in
in
eh'
quel
beni
facilmente
del mondo.
144-5
per
le tendenze
conseguenza
Ibid., I, 288
e
qualità in
sue
tutte
Pena., I,
408.
sempre,
né
aver
limitati
sogliono
come
che
piaceri o
arguisce
contrasto
le
dei
tutti
vanissima
cosa
e
alcuno
mai
disposizioni
e
essenzialmente
non
limiti
può
non
sono
Se
stante,
co-
certe
meno
noti
l' uomo,
sempre
mira.
unicamente
e
quella, che
piacere, si
la felicità che
con
fondeva
gì'in-
piacere, l'amore
da
diverse
l'
al-
concepire
i filosofi
torto
a
al
quanto
di
non
affetti
altri
che
lazioni
re-
della
invitto
così
del
l'amor
cagioni
con
V uomo,
facendo
Conseguenze
tanti
umano,
spiegare
vera.'
di
e
le
per
punti
impossibilepur
proprio sono
stino
de-
indagini intorno
le
natura,
e
gli altri
dell' esistenza
amore
un
sul
e
stesse
se
tutti
leopardiana,sono
umana
popoli/
per
con
proprio. La
amor
è
notevoli
più
IV.
sino
per-
opposizione di
luoghi.
Piacere^ 1, 166; II, 90:
ATTRA
VERSO
LO
133
«ZIBALDONE».
termini, qualsivoglia piacere è
del
quasi
a
di
potendo
di
i beni
e
di
numero,
tali che
della
intervallo
sole
Pure
chi
r
tale, cioè
colla
i
sogni
dell'
o:
la
la
o
fosse
non
ha
non
dei
il concetto
attenzione
ha
la
ingannatrice, ma
che
siderasse
confondesse
con-
conoscitrice, e perciò avesse
per
reali
cose
forze
alla
più
veramente
nei
facoltà
quindi
era
273.
«
Ibid., I, 274.
e
».^ Or
destinata
primi periodi
dominatrice
la vita.
Pens., I,
anzi
naturali
ragione
ad
una
e
dal vero,
l'immaginazione
»
a
voluto
l'uomo
questo significache
tutta
pardiano,
leo-
la
superiore
umana,
che
che
sempre
storia
stanza,
so-
mortali.*
debita
voluto
la natura
della
In
dall'uomo
l'immaginario ha
fu
di
d' immenso
illusioni
quelle
dall'immaginario come
come
ceri
pia-
considerata
più, perchè
essere,
i
eh' eccedono
natura
immaginazione
è
finiti
figura in-
figura persino
ne
appieno
che
facoltà
fosse animato
nostre
di estensione
il vivere
facoltà
come
si
di
faccia
:
immaginazione
come
bello
non
sentenza
questa
possono,
esistiti
intenderà
non
le altre
ogni possibilitàumana.
far
possono
che
e
se
la nutrice
è
essa
durata
mai
sono
non
spirito,volle
immaginativa, la quale,
non
vita;
delle
irrequietezzee
quello
tendenze
disposizionio
di
sola
sé
per
facoltà
una
tavia,
dispiacere/Tut-
il nostro
oppresso
dotarci
natura
delle
compenso
ond'è
angosce
di
contrario, cioè
SUO
mente
inevitabil-
misto
»
Ibid.,I, 276.
di
134
CAPITOLO
E
la
in
veramente,
prime condizioni,
quelle sue
maraviglia
dev'essere
e
di
capace
IV.
riempirgli l'anima;^
oggi quella così stupenda facoltà,non
combattuta
anzi
r ombra
dato
e
di
dalla
illudersi, se
fino
condizioni
fugaci,non
e
del
bene
illusioni
sono
delle
stato
illusioni
dalla
venirci
in noi
il nostro
Le
non
poter
vita
punto
non
la facoltà
immaginativa
spirito,così
di
inferirne
che,
*
su
Pem.,
cessò
non
soggetto
essa
che
ogni
sua
senza
lui,come
I,
280.
per
le
che, presso
si noti
tura,
na-
quelle che
scita
su-
e
le
per
la
tra
quali
scena
quanto dilettevoli,
di
quelle altre
d'ogni consapevolezza
scevre
salde
meno
della
di arte,
al confronto
reggere
illusioni naturali,
quasi
autore,
presumiamo
immediata
a
ho
quella figurata dal poeta.
e
illusioni di tal sorta,
possono
Se
nostro
incerto
spirito ondeggia
sapevoli
con-
umane.
del
paragonare
fette
imper-
essere
moderni
noi
perfettaopera
una
della
reale
che
più
certe
sempre
cose
contemplazione
crederei
sotto
e
potendo quellinon
vero
è
non
espressamente,
punto
interpretatoil pensiero
le stesse
da
certo
un
le loro
e
;
a
più sorretta,
moderni
volendolo
non
mentre
conoscitrice, è quasi
Ai
medesima.
se
soltanto
facoltà
l'uomo
al-
ordinarissima
stata
cose
reali. A
il nostro
tanta
era
mai
di
essere
questo
autore,
parte
il
studio
poeta, e
di
come
del
suo
precipuo
indagine psicologica;e
uno
e
vorrei
deglieffetti prodotti
quegli altri ch'egli
ATTRAVERSO
stesso,
della
LO
i35
«ZIBALDONE».
filosofo,le attribuisce
come
intenderemmo
vita, non
nel
più importante
in tutti
ciò
appieno
pensiero
nell'arte
e
i fatti
eh' è di
Ma
sua.
l'immagina
intanto, qui, rappresentando gl'infiniti
pregi del-
egli viene
altro
il
inno
alla
divino
suo
Natura:
potere
scioglierecome
a
lei che
a
di
privilegiati
; a lei,animatrice
eh' è
la
più
nella
sé
vasta
ch'ella
orma
dispiegò tutto
antichi
quegli
presso
un
popoli
quel paganesimo
abbia
di
stampato
umana!
storia
SECONDA.
PARTE
I.
Cercando
e
gli
con
della
ordini
argomenti,
coi
alterna
di
in
così
che
0
tal
come
sempre
*
Pena., II,
delle
dalla
conosciamo
in
i
inferiori
53-80
(22-31
o
alla
o
tutto
altri
cati
stac-
e
1821).
uno
di governo
senza
esistenti;^ e
inteso
scienza
natura.
gennaio
in
potremmo
esistite
ragione, la
nelle
discorsi. In
forme
varie
proposito,egli è
la
anche
pensieribrevi
storia,
come
i fini
parti della
come
e,
lunghi e compiuti
diflTicoltà concepire
anche
umane,
questo,
questi egliragiona
le
tutte
manifesti
trova
società
delle
condizioni
in
natura
vita, il Leopardi li
ardore
crescente
sempre
e
Ei
a
l' arte
non
mostrare
distino
re-
cerca
136
CAPITOLO
già,
le
speculazioniintorno
sue
delle
debbano
cose
di
scienza
; ma,
la mente,
che
favore
di
questa
civili d'
politicie
luce
ministri
som-
quelle. Così,
ogni
zione
quella condi-
a
pregiudizi dei
dai
indotti, scorge
nembi
della
vantaggio
incomparabilmente più lieta,che
e
di
tempi
là dai
fulgida
come
cagioni
supreme
a
crescer
libera
se
principio,che
invece,
ordini
vari
tempo, egli sperava
contraria
alle
in
prove
dei
esame
da
riuscire
governo
novelle
coir
sembrare
potrebbe
come
IV.
e
storici
fosser
cui
aurora
dotti
e
gli
degheggia
va-
seguiti
tempeste.
e
Parallelo
dire
questo potremmo
a
altro
un
scorso,
di-
^
posteriore di
r idea
«
che
primitivo disegno
altra
più
0
vale
dire
col
quella che
una
società
0
di
mancare
vogliam
natura
dir
posta
accidentale
identità
più
prendendo
la
nata
e
sciolta
ma
lassa
larga
poco
ristretta, cioè
hanno
o
si oppongono
società
norme
»
Pens., II,
232-70
«
Ibid., II,
232-33.
è
di ciascuno
inclinazioni
venuta
(30 marzo-6
di
a
tal
dividuo
in-
tutti di comune,
ai
contrarie
mata
for-
d'interessi
durevole,
e
specie,
e
ovvero
quello che
quello che
simile
non
in altre
e
suo
ordinata
questa;
pregiudichiagli interessi
in
ha
peggia
cam-
nel
né
se
umana,
esso
può
non
che, giovando agli interessi
in
In
considerata
specie
dalla passeggera
mesi/
natura
a
meno
a
la
aver
nella
società
soli due
non
particolari
generali y".^
que,
Dun-
restringendosi
quelle prime,
aprile 1821).
«
e
più
ATTRAVERSO
il
è mancato
suo
al detto
e
ben
riesce
proprio
era
alle
allo
^
puniche
illusioni
e
»
Con
tale
quelli aver
del
V
l' odio
tempi
di
amor
vero
0
di
Pens., II,
il
233.
«
Ibid., II,
66.
3
Ibid., II,
235-6.
lo
fino
alle
di
nella
quella
storia.
Leopardi
fra
i suoi
che
la
mare
afferchi
anti-
ci parve
che
ciò
colà
precipua
stanza
so-
tichi
superioritàdegli an-
nelle
sue
gli altri, inseparabile
di
Il
primo
«Dovunque
è
trovato
straniero
menti
senti-
magnanimi
si trasformava
secondo, in odio
patria,si
che
gre-
qualità
proprio, inseparabile
fonti
nazioni.^
dovunque
*
la
remoti.
patria;
società
il
è invece
verso
erano
primo,
romana
pari
origine. Or
Così, l' amor
e
nei
amor
nel
vero
favorevolissimo
ci si dimostra
amore,
esso
il
naturalismo
suo
discorso, dove
notevoli.
dall' uomo,
in
il
tratto
su' moderni
da
direbbesi
repubbliche
hanno
quasi incidentale, qui
più
paragone
V accordo
volta
una
ideali storici ed
era
delle
intendeva
accenno
ancora
da
che
ancora
non
viduo
indi-
ampio
all'entusiasmo, e quindi capace
felicità che
gloria e
un
persiane, della
stato
;
il
principio del
Già, anche
stato
a:
e
ciascuno
stesso
ad
moderni,
alle guerre
fino
allo
dell' autore.
scopo
accenno
un
i
comune
che, questo secondo
non
presto
e
il ben
cospirazione di
informato
gli antichi
fra
cioè
fine ».^ Se
ragionamento,
primo,
la
i37
«ZIBALDONE».
scopo,
cioè
mezzo,
suo
LO
non
le altre
verso
si è
odio
trovato
dello straniero;
si odia
come
138
CAPITOLO
straniero, la patria
più
l'amor
dopo,
Nulla
di tali
ad
Leopardi
generosi affetti
incerto
non
e
*
suoi
benefici
rovine
accumulate
mortali
!
Ma
ciò
che
nel
nostro
suscitare
dalla
con
autore
e
de' suoi
1' ammirazione
egregiamente
romana.
Anzi,
70-1, 260,
388.
esempio,
questi
dei
cui
dello
della
ad
un
non
primi periodi,è
greca
II, 236.
confrontino,
non
cammino
senza
della
Si
amore
la vita fra le stesse
antiche,
Pena.,
sta
que-
ed
degeneri figli,
civiltà
^
tradizione
con-
Natura
la
più gloriose
1
po' d'
un
delle
e
a
sempre
civiltà sul
poesia
accordava
primitivo si
ai
qualche
in
riesce
qui più importa,
la
s' intenderebbe
tempi,
qui egliprocede
talvolta
ricordata
a
dagli
nosce
francese, rico-
d'ingrato oblio,
alito basta
suo
ultimi
derni,
mo-
e
diverse
negli
che
vero
ogni modo,
se
secoli
dei
avara
che
dalla
e
quale risorgimento dei più
cadere
in
ma,
anche
E
umani.
idea, che, pur
tanti
tal
un
senza
;
solo
sale
univer-
popoliantichi
Rivoluzione
esempio, nella
il
è
nute
ve-
egoismo,
cristianesimo
specialmente,così
agli altri. Tuttavia,
dopo
in
quell'amore
vita dei
principialla
alle guerre
e
come,
quelle
Molteplici,infine, le applicafilantropia.
zioni
moderna
uni
consigliatodal
ci è
cietà
so-
derivano.
ne
di
nelle
sono
trasforma
che
dannoso
poi è più
che
Ma
»/
ama
proprio si
le conseguenze
tutte
con
si
non
ristrette, come
meno
0
IV.
e,
stato
con
quella
in
ispecie,
nei
Inoghi:
suoi
di-
Pena., II,
140
CAPITOLO
del
persona
filosofo
nuovo
dare
che
un
fondamento
Notate
già
poteva
animi
Ginevrino,
cagioni onde
così
Tuttavia
le dottrine
erano
da
quelle del
nella
moderne;
fra le
une
e
di
ogni
e
le
storia.
la
0
niente
di
le condizioni
perchè
In
breve
la
dovesse
non
dissentire
e
di
ribelli alle
anche
verse
di-
gevano
invole
grandi,
al
fronto
con-
facendo
sistere
con-
felicità nelle
tal
lusioni,
il-
rispetto,
tichi,
quelle dei popoli an-
ameni
sue
di
e
leggidella
queste
dei
cosa.
di vita anteriore
distingue, per
condizione
scitando
su-
antiche
essi
per
1' unica
natura
modificò
ogni
quanto
condizione
anzi
e
dell' immaginazione,
generale,
eran
ricchi
così
appunto
in
Leopardi, invece,
maggiore,
poco
doleva,
le civiltà
altre, nulla
Il
dalle
di altri ammiratori
e
condanna
quella beata
gli
su
Recanatese,
diletti
differenze, per
le
si
pressioni
im-
leopardianealquanto
Rousseau
stessa
potente
cari sopra
primitivo.Questi,
stato
Né
abbattuto
natura
aveva
ce
quali
sul
fare
questo più
lo stesso
del
storiche
consideri
parola quei
sua
che
dello
di
primo.
testimonianza.
sempre
stato
uno
colla
fra
chi
a
componimenti
chiara
più delicati, dovesse
medesime
ad
più
e
del
meditazioni
queste
il
e
evidentissime,
resto
nei
altrimenti,
descrivendo
le
altri, è del
e
essere
il
all'amore
razionale
nuova
porgono
dell' antichità
speculazioniveniva
sue
del Rousseau
autore;
nostro
V alunno
colle
da
le tracce
sono
ne
Leopardi,
IV.
forti
madre.
gran
teoriche
rori,
er-
; e,
dicando
giu-
popoli selvaggi,parmi
in
tal
punto
dal
Gine-
lasciando
Ma,
vrino.^
un' osservazione
che, né
è
nel
massimo
fu mai
cioè, non
legata coir
sola che
visse.
la
vai
del
antichità
lui
segui
da
;
in
tanto
Da
lei, le
Regni intatta,
ella é sempre
oggi
é
non
così, da
la
che
a
ammirare
nella
dizione
con-
storia
innocenza
ogni
benefattrice
felice
era
l'
del-
illusioni dell' altra.
unica
più
poter
lei,la beata
agli antichi,
dall'altra
e
una
dir
fino
quanto
magnifiche
per
s'
quella supposta
fece
parli,come
0
Si
sempre
di
dunque,
pareva,
popoli classici.
una
classiche.
religione,anzi
vera
primitiva dell'uomo,
dei
di
quei vincoli, onde
una
autore
fine la natura,
senza
mai
disciolta;
giammai
cuor
:
le civiltà
tamento
mu-
personalitàpoetica
sua
sciolta da
il nostro
A
pregio
che
dal
fu
Non
qualsiasialtro
per
ed
proposito:
predette dottrine, egli cessò
dire
potrebbe
restringo ad
al mio
né
questo,
nelle
tenere
ciò, mi
tutto
necessaria
per
141
«ZIBALDONE».
LO
ATTRAVERSO
a:
opera
umana,
svelarsi
senza
della
d,
vita; la quale
appunto perché
disforme
l'
dal-
condizione.
II.
Di
far
questo
qui
espresso
il
pregio
in
parte
1
naturalismo
discorso, né
intrinseco:
da
leopardianoio
dirò
164-196
(25-30
pagana,
ottobre
1823).
debbo
giudicare
meno
soltanto
quella coscienza
Pens., VI,
tanto
non
che, derivato
che
il nostro
142
CAPITOLO
in
reiterava
autore
dottrine
moderne,
lui fin
esso,
ogni più
trionfare
del
scienza
e
il
Leopardi
battaglie.In
e
al
che
tempo,
più
0
consistono
altri
vigore
con
il
colla
e
r
di
una
trarre
alle
ora
alla
prove
molte
?
prove
materia, allo spazio
intervalli
da
interrotte
spesso
però
quel
V altro
pensieri
naturalismo
suo
insieme
dentemente
Evi-
metafisica
una
ligione
quella re-
con
che, per
qualche tempo
in
da
salvo
tate
trat-
sempre
crescenti.
ognor
unificare
e
nella
riagitarele grandi quistioni
coraggio
e
demmo
ve-
metafisico,
campo
Leopardi aspirava ad
cristiana
sperò
e
dunque quelle
soggetti,sono
quale potesse
poetico,e
umano
quistioniche, ripresea
brevi,
ad
intorno
nel
ec:
men
Lo
religioni,nelle
cuore
nel
in
mente,
sua
conì^ezione.
delle
farà
Dio, all' anima,
a
dominato
quasi glorioso superstitedi
consistono
intorno
notevole
da
parte
nella
assistiamo
stesso
in
e
aveva
domini
nei
governo:
lo rivedremo
Esse
come
aspirazioni del
intense
che
medesimo,
se
allora, seguitò a dominare
avvivandone
più
IV.
ancora,
procelle dello
tante
spirito.
In
di
uno
mostrar
ma
i limiti
nulla:
umana
alcuna
qualunque sforzo, una
così, dicendo
noi
la mente
non
se
che
il
ne
intende
possa,
concepire
neppure
spirito,la lingua pronuncia
ma
non
della materia, né, di là da
con
dal
discorsi metafisici
la mente
come
conoscere,
questi
non
che
cosa
tre
ol-
maginarsi
questa, imcosa
diversa
T anima
nostra
di
questa
nome
di
fa altra
idea,
è
stanza,
sose
ATTRAVERSO
eh' ella medesima
non
sia.^ In
di
può
cosa
in
tutto
ignota
è
non
di
più
tal morte
tal
una
che
la materia
può perire»
delle menomissime
0
lontana
tanto
ci
corre
E anche
e' è
forza
e
discorrere
esseri
nessun
essere
che
in
la materia
tutta
tra
essa
e
spazio infinito
si riesce
fuori
della
d.*
alla
padrone dell'esistenza,non
un
«
V
perchè
nessun
anche
e
anima,
ostante
non
immortale
;
della
modo
per
della materia
un'altra,
una
terialità,
l'imma-
potendo
non
di
natura
non
attribuire
una
maniera
composizione,
espressa
qualunque
o
possiamo concepire,e
la
sola
una
di
posto fuori
semplicità o
che
nean-
ridurre, sarà
ragionamento
possibilefondamento
che
anche
plicità
sem-
;
essere
non
una
la
se
«
immortalità,
uno
che
perchè
primo
veruna
debba
Che
perchè
e
del
essere....,
cui si possa
divario
supposta
cosa,
;
ignota
tal maniera
esistente, cioè
cosa
un
del
ragione
altra
d'
nulla, quanto
nel secondo
conclusione
volontà
dal
altra
qualunque
il nulla
parti,a
».
una
in maniera
una
di
principionecessario
è
dc
maniera
tale esistenza
una
se
«
uomo....,
inverisimile
difficile né
che
perire
che,
può perire
essa
gimento
lo svol-
come
noi del tutto
a
inconcepibile air
e
quale
e
è
sostiene
maniera
inconcepibile,anche
e
cosa
poi,eh'
questo, egli
essere
che
ignora
discorso
altro
un
143
«ZIBALDONE».
LO
noi
quegli
avendo
ad
un
proprietàpiuttosto
di
esistere, la
l' incorruttibilità
la corruttibilità ».^
*
«
Pen8.f II,
86
Ibid., II,
101-2
e
se^;. (4 febbraio
(9 febbraio
1821).
1821).
»
Ibid., II, 88.
o
144
CAPITOLO
Il criterio
IV.
qui adoperato
onde
parrai,in fondo, quello stesso
tali
giudicando
air
sola
ad
dare
la facoltà
da
sostanza,
una
di
di
sarebbe
colla
possiam concepire
pur
ci
non
dato
è
queir Essere
ci
supremo
ammettiamo
dovrebbe
sembrarci
altro
un'ipotesi,più
che
codesta
formidabile
schivasse
il
di
quel
tutto
occorso
a
fra
Nelle
sapere
tale
di
in
Qìluvres
sìir
per
piuttosto
o
senza
esso,
è forse
ma
che
riporla in
e
derà
rispon-
Essere
humain,
«
lative
re-
sempre
del bene.
questo mondo,
perchè,
Paris,
sarebbe
gli
e
se
libro
1822-1825.
dove
così
IV,
spondere
ri-
armato
potendone
non
di
un
di
vedremo,
come
?
direbbe
anco
per
coraggio
e
nell' ordine
philosophiquea,
con
qualche tempo
sentendosi
all'assoluto
Ventendement
Certo
egli medesimo
esista
bello, del giusto
idee ;
que
dun-
arbitraria, che
meno
indagini gli risultavano
ragione
Essai
che,
sue
del
di cui
?
molto.
quelle
*
o
effetto ; ma,
egli,aspirando
necessario
e
non
le idee
la
non
nep-
interrogazione si
Leopardi
quasi
che
assurdo;
tutto
drone
panella
spieghiamo
dell' esistenza
quel padrone
A
del
cotesto
nulla
possibileciò
come
scelta,
egli stesso
mente,
affermar
la
potuto
immateriali
enti
quegli
pre,
sem-
che
medesimo
esso
non
Locke,
avesse
pensare.^ In ogni modo,
dell' esistenza
condizione
Creatore
del
coltà,
diffi-
per
air idea
ricorse
umano,
bontà
e
il
questionisuperiori,forse
ingegno
volontà
la
risolvere
a
Or
var
tro-
crede
fichiamo
personinon
cap.
facesIli, § 6,
ATTRAVERSO
Simo, neppure
delle
cose
in
la
e
ridea
dell'assoluto.
nostre
idee
Iddio
quello
o
di Dio
Tidea
e
Tunica
è
di Dio ».'
prova
quelliaddotti
quali,ancor
prima, ora
più manifestamente,
filosofo lo allontanasse
colle
che
speculazioni,
e
cui
col
suo
antico
contrario
così
a
astrazioni, in cui
In
«
e
dal
suo
pagano,
quello spiritualismoe
si profondava.
ora
il nostro
paiono buoni,
Dio
benché
che
che
lo siano
quelle
a
scriveva:
degliattributi
non
la scala
quelle altezze,
a
d'animo
questa ultima disposizione
Il formare
sguardo
sentimento
costante
assurda, ma della
opinionemeno
natura, andamento, origine di quella che
tutto
umana
divinità è
umane,
*
«
s
».
figura e qualitàe
Insomma,
parimente
benché
a:
formata
diverse
e
i
buiva
attri-
tempi
puramente
d.^ Chi
Perù., Ili, 174.
Ibid.,Ili, 176 (7 agosto 1821).
Ibid.,Ili, 178-9 (8 agosto 1821).
ZiniBnn.
stessa
la moderna
sulle idee
secondo
noi
quasi del
natura
l'antica
a
mente,
relativa-
è un'
agli Dei
gli
direbbe
abbattevano
salito
faticosamente
era
tesiani,
Car-
sono
si
trovato,
che il nostro
vero
par-
argomenti
con
ultimi, questo Iddio, appena
su
strato
dimo-
o
argomenti Lockiani, quali mi
con
nuove
coldelle
prova
Ma questo Iddio, o intraveduto, o ammesso,
ora
l'idea
proviamo
idee Tunica
le nostre
e
noi
«
di Dio
coir idea
questo
sione
cattivo »/ E la conclu-
o
è, che
discorso
deir assoluto
cui
per
buono
il confine
trovato
avremmo
ragione
sia assolutamente
del
lui
145
€ZIRALDONE».
LO
10
co-
146
GAHTOLO
il
veramente
nosca
com'egli,facendo
le
assurda
meno
«
le idee
dell' altra
e
Leopardi, intenderà
in
anteponesse
anche
come
lY.
cuor
j"
puramente
«
credenza
stiana,
l'opinionecrila
suo
e
pagana;
umane
dovessero
appieno
dell'
d
lui
per
una
essere
incomparabilmente migliorinel tempo antico,
errori
quando l'immaginazione e gli ameni
eran
state
parte dell' uomo.
tanta
che
qui
le si assegna,
mai
esser
ch'ei
voleva
ogni modo,
In
la
a:
moderna
d
trebbe
po-
quella religione
d'accordo
mettere
ancor
divinità
di
divinità
la
coli' origine
colla
sua
filosofia?
Ma
si
di
di
Se,
o
fondandosi
della
e
0
e
sgomenta.
materia
idea
nulla
come
idee, né
cosi
0
Con
nuova.
una
sottile
di
che,
Noi
ed
esistente
ci
^
in
in
tutti
spieghiamo
Pens.,
Ili,
1821).
269
e
a
cose,
i modi
i suoi
ne
tutte
le
(3 settembre
apre
il
più
quindi
e
la
bilità.^
possi-
un
Dio
possibilità,
Per
possibili.
rapporti colle
sere
es-
stra
qui, dimo-
ammettere
stesso
o
via alla
eh' è forse
preesiste sempre
se
segg.
di
e
se
fatti sino
possiamo dunque
racchiudente
Dio
tratto
preesiste alle
la necessità,
neanche
come
abbia
ne
nulla
se
di essere,
ragionamento,
un
quanti
d'un
vece,
in-
forme
né
cose,
precludersi ogni
che
prefissa,ecco
meta
ragioni
così, pareva
dimostrando,
e
preesista alle
rito
spi-
avanti,
tempo
poco
innata
necessità, né
egli non
sulle idee dello
espresse
rigettando ogni
difiicoltà
altrettali
queste
un
sue
1821). Gfr. 285
tal
crea-
tembre
(7 set-
148
CAPITOLO
leggi.Egli è
e
il creatore
del cattivo
e
Come
in
pieno cartesianesimo, e,
mentre
abbiamo
convertito
prima
che
mai:
in
saldo
si
neanche
E
quelleopinioni.
riconfermarle
pareva
direbbe,
tuttavia
nel
d'un
visto,ei mostrasi,come
ramente,
ve-
modo
tratto,
da lui tenute
quelleidee platoniche
chimeriche
Anzi, loda
e
capricciose.^
colui che « scoprì,quelloeh' è
come
la nostra
opinione intorno alle cose,
a
per
Platone
infatti,che
che
di
idea, come
manifesto, il Leopardis'ingolfava
più deliberatamente
questa volta restò
ora
morale, del buono
della loro astratta
si par
nuovo
che
della
il resto 3".^
tutto
di
IV.
guarda
per assolute,che rile affermazioni e negazioni,
le tiene indubitabilmente
assolute
come
potrà mai salvarsi se non supponendo
delle immagini e delle ragionidi tutto ciò
ch'esiste,eterne, necessarie ec, e indipendenti
dallo stesso Dio, perchè altrimenti:
1°, si dovrà
la ragione di Dio, il quale se il bello, il
cercare
poteva
non
buono
il
vero
ec.
avrà
tale
0
altra
ragione che
false
e
assoluto
e
il voler
insussistenti
che
né
necessario
di Dio....
le idee
di
necessario,
interamente
Pens., Ili, 325 (16 settembre
Ibid.,I, 261, 409-410.
da
non
Ora,
avrebbe
trovate
simo
Platone, é certis-
qualunque negazione e
rovina
*
assoluto
è
nessuna
noi crediamo
«
non
ragione di essere, né di esser
tale; 2°, posto pur che l'avesse,tutto ciò
non
che
né
affermazione
soluta
as-
sé, ed è maraviglioso
1821).
ATTRAYBBSO
distrutte
abbiamo
come
di
il
e
favore
seconda
delle
idee
che
il necessario
e
vesse
do-
nione
quell'opi-
il volere
di Dio.
parole, veniva
non
Senza
mettersi
a
che, rigettando il platonismo,
coloro
le funeste
avvertivano
non
in
come,
erronea
l'assoluto
ultime
fra
stesso
né
fra
platoniche, il Leopardi
fonte
che, colle
se
contradizione
ragioni particolari
implicitamente
altra
avessero
la
delle due
cartesiana, che
da
bitar
du-
punto
precedente discorso;
ritenere
dire
quelle senza
dimostrare
occorre
ispeciecolla
in
149
«ZIBALDONE».
queste»/
Non
questo
LO
del
conseguenze
loro rifiuto.
IH.
continuo
accennati
su
sin
^
ora
sono
animo.
fra
queste
Crederei
idee
sue
anzi
di cui
che
Certo
e
cominciano
326
(16
settembre
a
ad
già quelli
dati
tentativi fonmetafisiche
ho
allegatoqualche
tali
a
e
d,
speculazioni
inclinazione
intorno
divenir
1821).
al
e
è, in ogni modo, che
esse
Pens., Ili,
fronte
contrarie
gli ultimi
disposizioneintellettiva
tempo
di
stiani
cri-
piuttostodal predetto intento
egli mosso
vera
dommi
meno
speculazioni razionali
esempio.
da
delle
coi
teologica del mondo;
egli chiamava
fosse
venisse
prevalere
concezione
ogni
sistema
suo
necessario
era
com'
del
l'accordo
Ma
sempre
a
che
di
sto
que-
più
150
CAPITOLO
rare
e
Platone, di Cartesio
di
qui
nei
entrato
Ognor più
di
a
suoi
cui
verso
del
soddisfazione
una
lo vedemmo
di
genere
psicologiadel Locke;
Voltaire, parvegli che
il
come
alla
romanzo
che
più
il
Condillac;
di Cartesio
d'Holbach,
del
profondamente,
^
da
Nel
che
colla
le
e
Leopardi,
una
giro
di
esempio:
lui
come
me
colle
derivar
le stesse
al barone
quel
rialismo
mate-
difese
pure
di
dissentirne
a
quanto
appresso,
inteso
delle
delle
far
prose
cerchi
manca,
dei
dottrine
dissi
altro, come
che
idee
la
sono
leopardiane.
di
quelle
filosofi
più
cipua
pre-
Altri,
le
vazioni
deri-
noti
al
Chi
volesse
valore.
piere
comgiudichi V intrinseco
dentro
tal fatica, potrebbe
mostrare
pur
come,
dottrine
comuni
o
a
essi, egli, consapevole
no,
ne
e
accostasse,
I
a
ho
corso
e
col
problema universale.*
non
il
poesie
attinenze
solo òhe,
ma
in
sempre
XVIII, che
del
scrìtto
che
competenza
potrei
non
presto giunse
vedremo
seguire
delle
sostanza
idee,
Paralipomeni,salvo
come
presente
principio,
ben
per
ultima
alla soluzione
al
come
faceva
sa,
le
pure
secolo
forza nei
sua
di ciò
ognun
si fermò
ateo
tutta
non
E
spirito.
e
si volse
alla seconda
stesse
Ma
storia.
quale, come
dello
facoltà
prima
dal
Locke, può dirsi egli stesse
col
sensazione
dalla
quella avuta
opportunamente. Ricorderò
qui discorrere
ancor
la
ben
sentire
forse, anche
e
tutto
così
ciò facendo, dovè
Voltaire, quando dalla metafisica
alla
a
che
spiritualisti-
ei finisce col darsi
principio.E
da
fino
era
alle concezioni
qualsivogliatempo,
sin
volto
quanto
ragionamenti.
avverso
quel sensismo,
Leibinizio
di
e
tutto
del
sparisce quasi
e
scarse;
IV.
secondo
nella
«
il
sua
i
casi, più
teorica
dell'amor
principio universale
che
all'uno
dei
all'altro.
proprio, considerato
vizi
umani
....
e
il
si
Per
da
delle
ATTRAVERSO
Fondandosi
dunque
virtù
(1, 166)
»
e
come
i
su
molteplici
delle
egli, forse, più che
tanti
Inog^hi che
ad
sentiment
lité
sibilité
de
le
menta,
c'est
désirs,
tontes
344.
conséqnent
donne
ponr
ehanger
le seul
de
mème
on
de
cotte
Taltérer.
espèce
{De
».
Vesprit, Londra,
1784,
là dove, ragionando,
come
orìgine e alto svolgimento
Anche
air
delle
in
dello
in
stesso
delle
una
«
autore
:
sintesi
frequenti
sue
eommunément
en
in cui
(diceva
»
ont
salvo
gli altri
fra
le
amane,
gli uomini,
delle
formule
o
tomo
in-
appresso,
condizioni
hommes
organisés
bien
s*élever
les
Tous
€
nos
1. 1,
1786,
facoltà
tutti
eguali
giudicò talvolta
differenze
colle diverse
le
costoro
a
spiegar
anche
essi nacquero
e crebbero,
quivi, tenne,
senti-
tous
segg.)
e
si vedrà
naturalmente
les
tons
Londra,
97
1,
1.
Timpos-
Ini devons
; nous
rhomme.
Ce
€
inséparable
et
De
:
sensibi-
la
permanence,
sa
fonte,
cui,
qnesto
de
lisi
ana-
di
Elvezio,
à tous
commnn
prenve
passions
nos
ad
conformò
De
Cfr.
quell'unico
da
noi
con
più nell*
ancor
ricorderò
al caso,
soi) est Teffet immédiat
de
et par
J'en
à l'homme.
e
derivate
altri, si
originale
coesistente
farebbero
(ramour
physique,
riuscì
spesso
(I, 439),
»
passioni
fra
più generali principi
necessariamente
€
illimitato
Decessarìamente
151
«ZIRALDONB».
quella filosofìa,
egli bene
di
e
LO
cesi,
Fran-
questo
trine)
dot-
proprie
la puissance
eux
hautes
la difféidées, et
des
diverses
d'esprit qu'on remarque
entr'eux, dépend
rence
dans
circonstances
placés et de Tédulesquelles ils se trouvent
differente
cation
qu'ils rcQoivent ». {De Vesprit, t. II, xxxii.)
de
physique
Non
si
dottrine
al
a
quello
le
circa
è che
il fisico
Quanto
diretta,
anzi,
^38
;
in
col
filosofia
Non
e
certi
pare
neanche
suoi
VII, 251), mostrò
di qualcuno
Sp^UUore.
primo,
che
ne
più
solite
colle
riserve
persuaso,
il morale
non
aspetto.
le
(ad
andarono
cose
mai
esempio
giudicarla
aveva
suo
studi
compatibili
alle
quella
competenti
di
molto
sentimento
suo
da
accenni
che
fu
degli
il
abbia
di
sempre
notizia
nell'uomo
Kantiana,
simili
princìpio del
Destutt-Tracy,
altro
un
attinta
vaghi
al
aderire
del
che
di
giudicavano
e
.
quelle e
riviste, fra cui
tempo
dovette
da
guardato
alla
diversa.
mai
Gabanis
presto
ben
col
che
che,
qualche
idee
tali
né
del
dottrine
fu
come
che
nelle
Milano,
Leopardi
cristiane;
credenze
di
e
più contrario
di coloro
giudizi
libri
Spettatore
filosofare,davano
recenti.
Sempre
...
i
nota
nei
facevano
lo
importante
di
degni
meno
plus
aux
non
discorso
in
niera
ma-
avuto
zia
notì-
interpreti
:
HI,
meno
nel
407
; ed
;
lY,
ficialmente
super-
medesimo
152
e
CAPITOLO
IV.
Quanto più sgombre da
applicazioni.
che gliparve ne impedissero
teologici
visione,tanto più le cose del mondo
vario nelle
queiivelami
la immediata
tiravano
voleva
sé T attenzione
a
veder
filosofo che
del nostro
propri occhi, penetrare in
E ciò gliveniva
la propriamente.
tutto con
fatto
meglio che mai ogni volta che ritornava a quello
studio deir uomo,
dove, come
già fu avvertito,fece
Evidente la scontentezza
sempre le sue prove più insigni.
del suo animo, quando intendeva alle speculazioni
coi
tutto
di cui abbiamo
la
in
sicurezza
sua
d' indaginisulla vita
toccato;
non
questo secondo ordine
Qui, più determinato
umana.
l'obbietto,più saldi i criteri,sempre
copiosii
risultamenti
sicuro
alla mèta
di
essere
e
prefissa;
qualche momento
più viva la fede
Continuando
le facoltà
sempre
sul cammino
conduceva
i dubbi
che
stessi
a
e
le soste
farne
e
nanzi,
in-
di
sempre
il moto.
più celere
quel modo
delle
il campo
più
a
certi
più
ottenuti. Andava
concorrevano
e
dente
evi-
meno
allargandosempre
e
osservazioni,cercava
di
spiegare
ragioni
i fatti dello
spiritocon
più vere che non gli paressero quelledei filosofi
a una
e di risalire dalla psicologia
cezione
conspiritualisti,
che
tempo
per
abbracciasse
la vita universale.
incominciato
aveva
da
neir uomo.^
e
cui
gli parve
a
che
studiar
tutto
Assai
suefazione,
quellaasprocedesse
Ogni assuefazione,ogni attitudine
abi•
*
gno
1, 470
e
segg,
1821) ; III,36
e
segg.
Fem.,
(dicembre 1820) ; II, 467
(!""laglio 1821),115, 138
e segg.
(gin.
(luglio 1821).
,
•
s
1
153
«ZIBALDONE».
LO
ATTRAYBRSO
dipendedagliorgani.Ora, degli
dell'uomo
e dei loro svolgimenti
e
ha una
perfettaimmagine....
negli
tuale della mente
organiinterni
« si
progressi,
organiesteriori....e
nella
e
nelle abilità di cui
ed
maniera
ordine
sono
cui le
con
paci
ca-
stano
acqui-
3).*
È
così
poi
vero
che
l'assuefazione,
«
che
nulla
non
c'è
si
sommo
acquistasenza
ingegno che
primissimoperiodonon si trovi appresso
a poco a livello cogliinfimi ingegni,
postiin quello
stesso periodo».* Se l'assuefazione è principio
e
condizione necessaria di ogni attività e d'ogniprogresso
nel
suo
così nell'uomo
nelle
come
però varia
queste: anzi può dirsi che
primitivaè
conformaòililà
altre
creature
di
grado da quelloa
« la maggiore o minore
la principaldifferenza
fra le diverse speciedi animali
fra
di natura
e
stessa specie^d.^E poii diversi individui di una
ché
tale conformabilità giunge al masdell' uomo
simo
grado,perciòsi trovano a: assai maggiori e
differenze fra gl'individui
umani
e
più numerose
è
viventi,essa
fra le successive
che
Pens., Ili, 157, 170
«
Ibid.,Ili, 168
*
di
uno
stesso
qualunquealtra speciedi
*
«
i
in
condizioni
(agosto 1821).
(agosto 1821).
(agosto 1821).
Ibid.,Ili, 168-169
Ibid., Ili, 238 (agosto 1821).
viduo
indi-
esseri ».^
154
lY.
CAPITOLO
IV.
alle
facoltà
varie
della
il tutto
qualità
dell'anima
della
natura;
ciò,
e
si hanno
in tutto
il loro
le
dunque
di
essere
certo
che
inabilitamento
ha
maggiore
che
di
modi
facoltà,ma
o
essi
Tutto
la nostra
affetta....
una
le facoltà
ciò
mente
minor
è
in
è
non
che
originariamente
di ricordarsi.
le
Bensì
acquista,alcune
Pena., Ili,
*
Ibid., Ili, 213, 220 (agosto 1821). Cfr.
Ibid., Ili, 229 (23 agosto 1821).
Ibid.,Ili, 228
1821).
origine non
e
in
essere
scettibilità
su-
versi
di-
propriamente
mente
eli' è
stra
no-
facoltà,
disposta
più presto, al-
(agosto 1821).
(23 agosto
guire
ese-
innegabile,
nessuna
»
202
ad
delicatezza
facilità di
Questa
d' immagini,
organi
Nella
semplice disposizione.
quella
maniera
«
organi,cioè
esiste
non
di
funzioni/
solite
che
altro
è scancellamento
non
chi consideri
*
non
l'ammirazione
pertanto
cessa
indebolimento
ma
3
che
sono
acquisite^e dipendono
qualitàumane
dagli organi,dobbiam
perciò credere che
e
in
maggiori
riguardare
a
diminuisce
verità scientifica.* Essendo
neppur
intelletto,e
stesso
dell' assuefazione
se
la
come
Poi le stesse
»/
nostra
qualità,non
esse
per
dello
effetti
piuttostoquali
considerata
sempre
nell'uomo
tali
principi
segnatamente a quella
e
assuefazione
di
quindi «
umane
eh' è
memoria,
facoltà
applicazioni di
le
Innumerevoli
259.
156
CAPITOLO
il nostro
come
intorno
molto
gli
idee.
sue
musica,
Le
r
del
Di
il
quasi
si
pensiero.L'
gran
molti
nei
la
e
tutte
una
le
e
;
gli stessi
suo
delle
fatti
arricchirsi
fine
facoltà
più
di
è
qui
così
notevoli
tutte
la
o
parte
in
variamente
di
spettiva
ri-
ogni
minata
deter-
se
fanno.
ne
modificar
largamente
data
fon-
dell'autore,
d' indole
tiva,
specula-
spirito.
criteri tenuti
nel
di prove
cui
non
E
questo
il
regno
Leopardi
confacenti
meno
veramente,
tener
gli uomini,
per
quelle forniteglidallo
umane.
cui
potrebbero
non
dottrina
lo
mina
ci s' illu-
essere
moltepliciconoscenze
appagava
con
di
anzi
che
discorsi
parla degli animali,
credeva
al
fisico
o
onde
talvolta
che, più di qualunque altra
Poi,
si
di
sostanza
ne
il
intorno
dell' assuefazione
e
ondeggiamenti
su
vimenti
mo-
insieme
generale,da
incerta
natura
morale
svolgimento
tali
i
e
osservazioni
di luce
idea
lascia
non
alquanto
della
Ma
astratto
che, nel loro complesso,
fascio
il
ridivenire
di
di ammirazione;
razionali
avvertire
sue
dire
può
un
informate,
sono
le altre
tutte
come
suo
noscenze
co-
poeta.
all'assuefazione
sono
ci fanno
cuore,
le
si tratti
il concetto
e
nari,
ordi-
alla prova
quali poi, quando
impressione, gli argomenti
e
difetto
più particolarmentedegne
sono
filosofo
studi
necessarie
perchè, contenendo
e
indagini
sue
suoi
facessero
scientifiche,credute
delle
le
dai
remote
neanche
come
e
estendesse
autore
cose
a
IV.
svolgimento
è
d' occhio
tra
le
i suoi
varie
ATTRAYBBSO
speciedi
e
viventi:
di cui
seguiti con
vantaggio
tutto
;
una
particolareattitudine
alla
Francesi
è
Evidentemente
da
della natura.
Quanto più ampie
e
più
meno
abbondanti
con
forze
agli
varie
e
gliesempi, tanto
di
quella concezione
sempre
male,
ani-
precisi,anche
o
che,
natura
una
proprie e procedendo
d' innumerevoli
il
quel-
il regno
tutto
a
clinazion
in-
e
ei sentiva
filosofia veniva
sua
certo
pur
accenni, più
più evidente
serie
del
costanza
che
le osservazioni
una
specie
quei
ma
in
in
più
animo.
regni
agendo
e
maniera
le osservazioni
con
sorta
di
di
r estendere
ogni
mai,
testimonianza
sensiste
ciò
a
ismette
non
una
alle dottrine
eh' egli ebbe
altri
d'
Era
poema.
conforme
che
più insigne
componimenti
nell'ultimo
da lui
la
157
«ZIBALDONB».
costume
abbiamo
tanti suoi
LO
per
svolgimenti,produce
la
vita universale.
Tanta
in ^odo
nel
era
questa verità,
accumulare
che
prove
giunse
parte di
su
che
idea, si noti che, oltre
nel
suo
stesso
dell' assuefazione, si
altri
punti
dovendo
luce
una
e
parer
Ad
che
indice
proposito dei più
a
all'autore
che
a
sua
potenza
la
questa
vari
i termini
ghi
luo-
categorìa
in
mille
argomenti,
potesse
che
da
colla
sta
giu-
una
moltissimi
tutto
quelle dottrine. Di modo
natura, la quale tutto fa da
buona
una
sotto
di
di
quelle
averne
nei
ragiona
mai
veramente
e
il Manoscritto.
mettere
si stancò
non
prove;
di
raccoglierequi, formano
a
tutto
citati
la brama
Leopardi
sé
e
venir
l' idea
per
di
sé, eccedendo
del nostro
pen-
158
CAPITOLO
siero,
si
esaltandolo
ma
insieme
da
regni
più,
lui
dove
ammette
forze
ritorna
persino
segue
della
nulla
Allora
di
ragione
a
di
s' inalza
gliè più
due
che
in
*
quel
venuto
volontà
314
nel
a
lettere
forza
(13 settembre
Copernico.
e
consapevole
seguente: «Che
natdra»?^
che
come
quella verità che,
più intenso
suo
nel modo
o
e
E
cosa
scriveva
maiuscole,
escludesse
che
e
rando,
congettu-
o
concezioni
a
Stratone
rendersi
dei sensi
immediato
evidente
mai
della Divinità
Perù,, ni,
delle
in
crede
essa
grado
fuorché
il mondo
altra
prese
un' infinità di fenomeni,
indovinando
essa,
parola proprio così,
ogni
Per
tutto.
del
formulava
filosofare,
nome
non
autorità
occasioni, era
entro
per
grado
soli anni
dunque
ad
o
zioni,
osserva-
imbattersi
ad
altre
quelle significatenello
dopo
quando,
riguardo
mai
ciò eh' è obbietto
della coscienza; per
Allora
simile
nativa;
o
quellalegge,cosi diligentemente e
seguita
di
fede
sottopostialle proprie
riesce
non
allora
patti;
dei
conclusioni,
alcuna, gli svolgimenti naturali
gli basta
il
noti,
fisiche,
questioni meta-
nelle
chiarisce, senza
e
amorosamente
la
ben
superiori alla natura,
teologismo col quale, in
è
che
ogni parte
ardue
più
dommi
fatti
tradizione
cose.
ai
mai
dai
le
volontà
e
gì'interviene
mosse
in
meno,
irresoluto
si mostra
o
a
poco
percorsi.
S'egli,agitando
0
quel
con
degnava mostrargliene,queir idea, chi
splende, dove
le
lY.
non
1821).
dal
fosse
come
mondo
la
sua.
ATTRAVERSO
LO
ZIRALDONE
«
159
".
V.
Or
dare
giova
occhiata
ultima
un'
religioso del Leopardi,
storia che
sin dal
come
di
tentativo
primo
considerar
questo
umano.
farne in
Pensieri
quei
agli
che
il cristianesimo
uno,
solo
non
un
altro, che
un
impero
gli
mondo
il
conciliatrice
mondo
nel
che
ecco
della
la
umana
colla
d
stato
quasi
€
di
non
meno
di
fede, creduta
Or paragonato
in
una
»
»
volta
quanto questa
che per la nostra
per
nemica
essa
un
ragione, e
sempre,
alla natura
tempo
tale
conoscere
felicità sarebbe
era
inevitabile
Pens,, III, 153 (31 loglio 1821).
Ibid., Ili, 173 (7 agosto 1821).
stato
che
da
st'ultima,
queessa,
medesima.
il cristianesimo
ci fa
tenza
po-
sulla
ragione
ricompensarciin parte dei danni prodottida
qui diventa quasi una cosa sola con
e
; Mn
superioritàgenerale
una
dalla
colla
natura
vita
In
bile,
incompati-
stabilimento
filosofìa,uno
acquistata
».* Ed
mente
immediata-
"t
fosse
fìlosofìca,un' influenza,
natura
ogni
di conciliazione.
sembrava
impero
volta
tal-
giudizio poteva
seguirono
della
e
suo
della
che
progressi della civiltà,ma
coi
del
sussistenza
diverso
tentativi
ulteriori
egli giungesse
altrimenti
non
Né
altro istituto
la propria
conciliare
filosofìa col cristianesimo,
a
compierne quella
e
importanza. Vedemmo
di tanta
ci parve
mento
senti-
al
colla
gione,
ra-
quelle cose
meglio ignorare
il nostro
au-
160
IV.
CAPITOLO
giungesse
tore
a
Y
ritenere
funesto
meno
non
uno
deir altra.
Il
qual
solitudine
non
per
peccare.
varrebbe
il
come
male,
un
il
e
presto sgravato
lo
scoperto
aveva
chiaramente
mai
si annunziava
Né
tale
di
altri che
di
Dio, nello
assoluta
non
a
di
certo
ma
»
«
»
fiera
tutte
che
Pena,, III,
ognor
più
essere
che
ane
religioneche
affanni
e
è
né
non
pur
umani
!
stanziali.
so-
dell' egoismo,
nemica
solleciti
può
essere
solo
ben
non
«l'amor
anche
il cristianesimo
che
chiama
che
di
un
proprio
e
simili».^
le altre
religioni,la
cristiana
implicitamente o esplicitamente,
o
essenza,
per
male,
un
disse
non
miseramente
medesimi;^
de' suoi
quello
possa
degli
applicatoal
stesso
se
la sola
é
noi
stato
Così, fra
«
farci
a
desiderando
di altre contradizioni
perfezione,non
di
una
cosa
si possa,
la vita sia
ragione
mostrandosi
riesce
e
che
bensì
religione manca
essa
usarne
ma
la
che
meno
essere
una
lo dimostra
consolatrice
Pur
amor
ragione ;
lo afferma
:
il
».* Che
ce
colpa,questo
una
dirà
la
ad
vita viene
di
mondo
(siseguita a dire)
usare
e
del
cose
in
mette
colpa, come
una
come
la necessità
compiangendo
ce
La
vivere.
non
le
Altrettanto
«
dannosa, di cui bisogna
esserne
fuggir
servazioni
quelle os-
che
perfezione cristiana
sulla
pregio la
in
implicitoanche
è
concetto
309-10
istituto, carattere
(13 settembre
ottobre
Ibid., Ili,
388
iV
Ibid., Ili,
421
(9 ottobre
1821).
1821).
1821).
e
spi-
LO
ATTRAVERSO
rito
SUO,
male
quello
considerare
faccia
che
contrario
in tutta
r
moderne
Tal
è, fu
^
;
del
nel nostro
cristianesimo
autore;
più
incerti
meno
0
equiparare il
valore
a
contrari,
o
quello delle
sopra citate, confonderebbe, anche
leopardiana,i
della storia
ridestantisi
lo
interamente
mai
cedevano
non
cresciuti
di
vigore,e
per
che
nelle
il
giunse
da
aver
sue
vede
(t
la
E
sua
nella
nirsene
impadro-
tirannia
stessa
arma
e
la
ardite
ed
fede ed
sua
Fens., IV,
251
«
Ibid., IV,
Epist., I,
252.
271
(4 giugno
in tanto
mente
sciolto final-
come
che
»,^
estranee
gli era
parsa
quasi
esserne
di
questo
vendetta,
fece
come
amare
1822).
Cfr.
:
culazioni,
spe-
all'obbligo,
più particolarmenteda quellesue
ZaxBiin.
che
coli'
fare di tanto
giunse all'odio; e
»
'
nar
domi-
ritornar
sottrarsi
domestiche
catene
radici
santificata.
spesso
o
per
più
pgnor
Leopardi a
quella doppia
sue
però
non
E allora si senti
essa.
dalle
cioè
transitori
finirono
di
impostoglidalla religione,
con
volesse
ne
quegli altri
se
cenni,
ac-
questa parte
sentimenti
primi
altri
sempre.
Continuando
i conti
in
spirito,con
ai
radicato
testimonianze
lunghi intervalli,senza
a
civile.*
non
ad
chi, badando
e
nazioni
già
era
il
inaudita
le altre
tutte
pre
sem-
male
sempre
qualunque popolo
presso
concetto
e
come
sarà
e
opinione stranissima,
antichità, presso
e
consideri
negli animali,
i"
161
».
e
naturalmente
bene, anche
suo
ZIBALDOIIB
«
ibìd., 256 (6 giugno 1822).
lettera
al Brighenti (28 aprile 1820).
11
si
al-
162
CAPITOLO
lusioni
dolce
gente devota
alla
stolta
più
se
è
che
della
in
ciò che
ch'era
dire
di
più
meno
già guardava
gli
linguaggio manifestamente
reminiscenze,
stesse
più proprio
Certo
interna.
profonda angoscia
quelle sue
ciò
tutto
saprebbe
attosca
onde
serenità
umani, parla un
impresso
si
non
vita. In simili casi, venendogli
quella stupenda
affanni
che,
più crudele,
o
nella
è
IV.
in
come
dell'infelicissima
sua
principioe forma parecchie delle
Qui poi, nello Zibaldone
migliori concezioni.
vita, presero
se
il
non
già
la materia
arte, per
effetto
accendeva
il cuore.
al monachismo
discorso
un
la
per
che
celle
mute
tempo,
ci
a
di
fa
Giovanette
il nostro
immediato
che
si
vivere
si è
ogni
luce
dove
cuore
rebbe
paravesse
né
vedere
poco
hanno
non
che
sanno
più
sia
con
cominciat
in-
dono
vita, si chiu-
metodo,
scopo
tutti i mezzi.
disposte in
persona,
della luce, che
a
modo
costo
sono
ceva
(di-
i^
ancora
professano un
unico
anni
una
diretto
d' impedire la vita. E questo è
procaccia
e
che
esistenza, il cui
finestre
possa
quindicio
monastero,
un
di
regola
di
autore),«
a
in
di
stretta
vite
riso:
quell'inestinguibile
interrotto
"r
un'improvvisa
tante
rammentare
qualche insigne luogo rabelesiano,
che
gli
che, per l'odio
compassione
sue
innanzi
atteggiata ad
sentimento
stesso
Ecco
nelle
vi si spengono
di
dello
e
giovanili che
internamente
desimo,
me-
biamo
fatto, ab-
beli' e
componimento
sue
e
ciò
Clausura
tissima,
stret-
che
se
della
non
perdita
le sostanze
più
ne
l'aria
del-
vi-
164
CAPITOLO
Qui,
che
coloro
a
lY.
si
vanno
chiostro, il Leopardi fa dire
ch'essi
non
modo;
e
accenna
al
li muove,
di
ed
eterna, onde,
lo
Ma
così
e
qui,presso
a
d' arte, dove
conservando
pur
dovesse
si
ora
ricordato
che
colle
a
a
zioni
conce-
scena,
tali
medesimo,
finzioni,il suo
più
efficace.
e
di
a
siero
penE
chi
SaflFo,di
Torquato Tasso,
parlare?
il
avanti
cuore.
suo
Rabelais;soggiungo
odio
tempo,
al
e,
monachismo,
anzi,
di
cercava
altri
come
liarlo
conci-
dottrine, il Leopardi invece
L'uno
quegli abusi
procedeva
suo
il
cristianesimo,
del
nuove
ferirlo al
spesso
sulla
'
che,
proprie qualità stori-
Colombo
poco
grandi ingegni
pensieri.
parecchie sue
ancor
questi, nel
se
involgeva
non
le
n'erano
stessi
ricorda, in questo proposito, di
fece
gare
ne-
si appoggia.
quelliche
i suoi
in
entro
come
essa
linguaggio dell'autore
Bruto, di Cristoforo
Ho
loro
parte
riuscire
quali egli li
un'altra
lieve,è pieno
personaggio posto
che, per
pareva
non
in
il
adopra
cui
il
casi
d'ogni felicità
in
in
come
poco,
diretta,
in-
più egli medesimo,
neanche
attribuisce
anzi
che
l'aveva
non
la vedeva
non
felici ;
Fa
poiché
di
quell'aspettazioneè
il cristianesimo
alcun
dei
più
che
sacrificio
stesso
Escludere
tutto
nel
non
ciò
in maniera
queir aspettazione
a
godimento
terrena.
che
un
»
in
pensare
anche
e
sentimento
cioè
beata
vita
né
appena,
vero
espressamente
«
dire
possono
in
chiudere
a
alludeva
di autorità
l'oppressione di
con
mira
dicibile
in-
rancore
paterna,
tante
da
vite
cui
gio-
ATTRAVERSO
LO
vanili;l'altro, non
viene
alludendo
di
pieno
che
ferveva
mondo.
olocausto
della
oltraggiofatto
nelle
si
loro
del
allegra
In
alla
parole
vita, s'indugiano
gli oscuri
e
dottrine, era
del
destino
le
per
Leopardi
il dolore,
del
egli non
era
concezione
di
ancor
cioè
tanto
alla
nella
fa
rompeva,
interpresso
mitiga
più che,
giunto
ad
luce
a
mondo.
o
protagonista sarebbe
il germe
stato
di
per
un
spende
so-
dar
guarmonia
all'ar-
quel tempo,
In
al cristianesimo,
mente
e
rigorosa e
una
ferma
tanti
questo
quelloche più glimette in moto tutte
spirito.Qui, col citato monologo,
avuto
sentimento
consueto,
contrario;
pessimisticadel
avversione
giosa;
reli-
il Rabelais
presso
desiderio
giorno;
tura
na-
che,
fede
profferendolaegli senza
non
rinascente
con
doloroso
dissi, il riso
l'effetto
della
sì fervido
stessa
di
e
quellaparola di pietà profonda
vittime, che
come
il
Ma
umano.
il culto
alla
stesso
che
d' animo
culto
classica:
nell'altro, allo
dolce
silenzi del chiostro.
ingegno,
nell'uno, si soprapponeva
dele
cru-
ritrarre
a
Taer
in amendue
tuttavia
deir antichità
e
d'
diversità
tanta
quel
queir immenso
e
fra
menta
la-
bella nel
cosa
compiangendo
il contrasto
sole
ogni
giovinezza
versale
uni-
T Italiano
tempi;
di
Eppure amendue,
Francese
rinnovamento
quel
meno
modo,
il danno
tutto
Il
religione.
ai suoi
il venir
ciò in alcun
attribuire
in
speranze
invece
a
stessi della
agliinsegnamenti
era
ad
implicitamente
165
«ZIBALDONE».
tivi
mo-
è forse
le facoltà dello
sembra
romanzo,
aver
il cui
l'appunto qualche
166
CAPITOLO
gentil creatura,
0
sottratta
gioie della vita,
alle
estinta.
arti
di
concezioni
andassero
tal
di
neiretà
fra tutti, così
tipi umani,
nella
vita
il
per
e
morte
lui, sublimi
nell'arte
come
lato
popo-
del tutto
o
bellezza, gioventù, sventura
insieme:
che
natura,
prima,
storiche, mitologiche
creature
ideali, in cui
mente
volontaria-
probabile,perchè
specialmente
e
sempre,
altrui,
sepolta prima
e
molto
Ipotesi questa
spirito,disposto a
fu
le male
per
pregiudizioreligiososottrattasi
per
suo
IV.
!
VI.
considerazioni
Le
qui,
a
sono
0
che
le altre
e
parte
una
sul
notevole
breve
a
seguono
della
sua
sino
distanza
filosofia,
e, più
nelle
entrarono
copertamente,
meno
cristianesimo, fatte
Operette
sue
morali.
Sempre più larghi i termini del soggetto,
tristi gli effetti di quellacagione,
e
più numerosi
dipinti.Per essere
più foschi i colori onde sono
così
alle
favorevole
poco
del
immaginazioni
colle
esse
di
questo
sensi
da
a
di
consolar
Perchè
desidera
materiale,
questo
Tuomo
speranze
atte
mondo.
felicità
0
sue
poco
naturalmente
una
tempo
ricompensava
non
nemmeno
grandi
e
da
presentemente.... Noi
alle ineffabili
nesimo
antico, il cristiadi tanta
un'altra
una
essere
perdita,
vita, essendo
gli stessi
felicità
infelici
l'uomo
temporale,
sperimentata
animo
tal
desideriamo
di
nostro
e
la felicità che
«
è
virtù
dai
qual egli
esser
è
felici.
ATTRAYBRSO
non
si
comunque
nel
singolareidea:
la
felici secondo
voglia,ma
La
e
si
che
propria felicità;
di un'altra
esistenza, ancorch'ella
felicità
dalla
remota
in
promessa
forma
di
Anche
Fuomo,
per
la
niuna
per
il
pensieri e
ricordato
in
precedette di
Ma
in
non
mai
sarei
terrena,
e
famosa
poco
piìidi
Lorenzo
dei
loro
dal
Valla, dove
corpi, hanno
*
»
Fen%,, V,
Ibid., V,
424.
Ibid., V,
424.
423-24
la
la
stessa
essere
ragione,
desiderare
altra
intervallo
fra
più
questi
d,
che
è
li
desiderio
fiera T avversione.
s' egli avesse
paradiso, questo
dissimile
le anime
cità
feli-
!
non
sospetto che,
non
né
avanza
italiana
anni
è
rare
deside-
di
niuna
due
un
cità
feli-
nulla
beati
lasciar
una
que
è dun-
pur
il desiderio
sempre
probabilmente
mondani,
^
dei
premio
cotanto
lontano
può dire,
ma
lirica
quella
divien
s'avesse
potrebbe
ci
per
che
premio
potuto vagheggiare
stato
di
quivi
potendo egli
lui, di
alcuno, anzi
E
e:
si
mondo,
ragione può mai
questa d.* Quanto
che
quella
questa
non
la condizione
non
felicità
altro
che
esistenza
destinata!
in
mente,
que
dun-
desidera
altrui....».' Tanto
nostra
un
questa
a
desiderando
desidererebbe,
propria,ma
non
giunge
esistenza
nostra
sua
poi a tramutare,
il modo
9.^
considerazioni
quali
167
«ZIBALDORB».
infatti esistiamo
quale
Dalle
LO
umane,
da
rebbe
sa-
quello
rivestite
gli stessi più squisitigodimenti
incomparabilmente
(23 settembre
1823).
cresciuti
di
168
CAPITOLO
chi
la mia
di efficacia.^Né
pregioe
ricordi
ai nostri
come
umanisti.
il cristianesimo
a
consolare,
colla
il
anche
ad
atto
il
e
era
neanche
quelle
minacciate
più dunque
e
tanto
condotta
primi
il
figurarcila
noi
a
del
che,
col solo
degli uomini,
minore
o
due
assai,
sero
fos-
regni, non
nostra
mente,
in
spaventose,
beatitudine
pascere
avrebbe
non
qualitàconcepibilialla
di
pene
nei
che
lui certo
per
avuta,
dicava
giu-
atterrire
Purgatorio e
suo
efficacia sulla
T avrebbe
non
ei
rallegrare,a dilettare, a
Inferno
alcuna
avuto
accostasse
ogni modo,
più
«
i".^Ed
suo
In
Paradiso, la religione cristiana
suo
se
a
speranza
senza
e
o
ipotesiparrà strana,
più rispettiegli si
per
grandi
IV.
quanto
ci è del tutto
terzo
impossibile.^
Singolarmente
tardi
più
il nostro
autore
dal
vediamo
siffatto
*
al
und
le
nel
in Stvdi
Mounier, 1893,
2
Pens., V,
»
Ibid., V,
A.
Né
Le
Burbe
Monde
AU.
monachismo
ritratto
di
p. 236
429
mio
La
scritto
letterature
e
pessimistico,
anche
al cristianesimo,
allusione
o
Badia
straniere.
intento
poetiche
con
e
tra
qualsiasi al-
qualche accenno
sentimento,
Valla, toccai
di
e
fatto collo stesso
aver
Schopenhauer.*
Mahelais,
potesse, antiche
ricorresse
non
cercando
pur
del sentimento
favore
in
come
Di
poi che,
testimonianze
quante
natura,
'
è
storiche, mitologiche
moderne,
lo
notevole
di
immagini
Thélème
Firenze,
Succ.
del
Le
segg.
(23 settembre
1823).
430.
commeVolonté
Paris, 1890,
in
Paralipomena.
et
Repréaentationf
comme
t.
Ili, 316 e 392 e segg.
particolare, lo Schopenhauer
Berlin, 1862, zweiter
ragioni, e, direi, la
coscienza,
con
Anche
verità
quanto
{Parerga
Band, § 169),ne
tutta
tradnz.
e
dichiara
precisione.
ATTRAYBRSO
in
fugace
grande
LO
questo
senso
intervallo
che
basterebbe
in ciò
tedesco, il quale pure
forza
Della
dottrina.^
le
trovar
del
lui si
In
di
ogni modo,
anche
i
pochi
e
Monde
Le
che
della
antiche
suo
in
cosi
ricchezza
il
Leopardi.
sua
tesi,
Or
più antiche
del
della
della
poesia.
soggetto,
l'elogio
del
di
e
speculazione
E
Era
di
certo
filosofo
la
nessuno
a
nuova
nello
tedesco.
colui
discorso
di forma,
questi,
di
a
simili
riserbato
che
copia
Zibaldone,
di
vola
sostegno
della
testimonianze,
allo
stesso
s)
gior
mag-
valore
agli
insigne
cosi
pensieri
conferma
con
fece
come
cotanto
posto
un
penetrato
esser
averne
e
attribuire
dare
quanti giudicano
testimonianze
vita, io Schopenhauer
né
larga copia
pessimismo
contenuta
:
basta-
maggior
Leopardi,
del
da
esse
la
forse
insigni
della
anche
moderne.
Leopardi,
del
argomenti
campi
raccolto
però
filosofo
molte
ad
non
fatta
solate,
scon-
sparire
qui
a
conto
argomenti
che
É
mai
soggetto,
di
sì
cui vedremo
debito
miseria
varietà
che
sussidio!
simile
ITI, 400.
affermando
si ricordi
aveva
t.
nel
codesto
e
fede, quasi
quei premi
Allegate
sulla
discorso
addentro
tanta
tenuta
moderne
il
smo;
pessimiannoverò
la stessa
sia stata
rispetto
filosofia.
sua
e
conclude
Volante,
essere
di
non
negati sino
se
del
tale, fra le prove
un
non
che,
questo
per
dovrebb*
che
di
in
era
queste dipinture,già
effetti
comme
alle vicende
non
intento,
suo
averne
a
Vedremo
credenze.
la
facile
è
circa
quella fede
seguiranno altre,da
ne
la
e
sostenne
ancor
fornire
gli poteva
persino sdegnoso
lode
mentre
al
occorrevano
quelle che
copia
questo rispetto,affermare
per
quando, più tardi, divenne
gli
*
dissi
sofo
il filo-
e
diflferenza
che
il
religiosonel Leopardi. E
generali che,
e
che
la
l' Italiano
pessimista, accusava
tutto
fra lui
ammirò
qual
ciò
sentimento
potrebbe,
termini
in
ragioni
diminuire
a
corre
onde
degli argomenti
comune
169
«ZIBALDONE».
alto
sul
in
nei
quelli
medesimo
ampiamente
170
CAPITOLO
ad
vano
ritenerli
di
un
la
morte
e
dalle cattive
ch'essa
di
di
intenso
col
dalle
parte
Lo
Plotino
si dice
detta
tro
con-
assumerà
di
stesso,
se
terra
infinita,la pietà
in
e
tali indirette
singoiarmodo
avviene
come
nel
cielo, suscitano,
e
d'
il riso
e
più
quanto
e
;
ogni
cosa
!
umana
Mirabile
è
poi
come,
nulla
efficacia,si trasformi
i suoi
effetti
più egregi
parrebbe
che
dell' autore
perdere
alla
manchino
non
dovessero
ond'
della
contemplazione
quelle cose
popolati,terra
e
cielo
un
immenso
di
quell'immensità
e
belle, da
fantasmi.
pauroso
non
cui
dovevano
deserto:
riesce
un
rali
mo-
derli.
esclu-
eppure
le
nuova
Sgombri
tempo
render
meno
là
abbattute
state
nuovi
nascere
come
spiritualie
religiose,faceva poi da qualunque
credenze
pria
pro-
neanche
necessariamente
erano
di
volta; e
sua
le condizioni
Quel pensiero
tutte
tali trasformazioni
per
sentimenti, l'arte, senza
dove
che
ciò
più proclive a
tanto
Copernico,abbracciando
vista
di
nell' ironia
e
quelle rappresentazioni che,
colla
sarebbe.
non
solite,sfogandosi più frequentemente
celia
tempo,
più spaventosa
All'ultimo, l'odio
manifestazioni
di
assai
pene
immagini
oscure
Platone, s' intende
il cristianesimo.
nella
le
quel Dialogo di
in
tanta
la dottrina
diverse
che
naturalmente
Porfirio,dove
forme
e
fanno
segnatamente
contro
a
;
buone, tanto
così formidabili
quelle pur
supplizioeterno
vedremo
alle opere
gli uomini
basteranno
meno
a
allettar
IV.
erano
figura di
la visione
poetica
di
172
CAPITOLO
è
non
però
era
che
storica
Mostrai
natura
la
e
malefica
nella
e
nel
già
il
come
sulla
la civiltà dei
Y una,
lo
la
quanto
conciliare
a
primitivo
stato
Or, venendo
classici.
popoli
fra
inimicizia
benefica
ammirazione
doppia
sua
più
proprio.
e
poi riuscisse
come
dire
Leopardi, interpretando
ragione, tanto
l'altra; e
vero
senso
storia, si fondasse
la
così
universale
noi
doverla
da
tale
ancor
minante
do-
in lui la concezione
che
certo
men
IV.
l'
al-
argomento particolaredel presente capitolo,dirò
rica
stoche, per quanto sconsolata, quella condizione
significavadi
non
che
Fin
umano.
al
di
Leopardi
essa
l'apice del
sé
per
oltrepassava
non
dovevano
non
dolore
i
mai
mancar
mini,
tercerte
e specialmente quella di poter
grandi consolazioni
la visione
nell'arte
e
riprodurre nella coscienza
delle
se
ha
ne
dalla
voluta
per
oggi.
natura
fatto
aver
riconoscendo
madre,
medesimi,
era
cuori
forse
avesse
non
torto,
potremmo
non
della
felicità
o
potendo
non
un' idea
tempo
pietà dei
suscitatrice
Per
un
di
suoi
moti
moderno,
felice nella
duta?
per-
quellagran
primitiva, distrutta
almeno
essa
leggi,perchè mai,
sue
volendo
se
era
in
altro, l' idea che
umana
più gentili?
il
presente
anzi, cademmo
alle
fosse
più
non
del
se,
;
il nostro
poi,non
la condizione
miseria
qualsiasiparte
una
pur
la
contro
ora
ricuperare
E
Se
che
dalla visione
antiche, diversissima
cose
da
noi
figli,non
soavi
dunque,
miseria,
rifare
non
maggior dolore; potendo quelle
nei
il ricordarsi
tuiva
costi-
memorie
LO
ATTRAYERSO
?
?
??
??
—?????Pili»
M
?
?
^1
?
in
impedire
stesse
??
»^^1P^^»^^^»
??
lui
I
la
incomba
che
e
la vita
prema
A
da
idea
di
cosmica, quanti
Le
loro vicende
di lui
di
qualunque
loro
della
dunque,
*?
.
.
.
.
e
è
alla
delle
quella
resistenza
ciò
che
e
di
del
la
che
luce
fa
fa
di
la
resistenza
ricchezza
da
un
vestir
potè
se
lato
di
ogni
cosa
su
del
argomenti,
nuovo
utile
».
o
men
nulla
che,
legge
Se
le
Ma
varie
in
e
sua
adoperati
noto
sinora.
gazione
ne-
studiare
e
lasciarsi
sportare
tra-
infermi
più
nella
insigni
in
appunto
concezione
T altra
del
che
di
lore,
do-
si potrebbe
di
esse,
lunga, invece,
come
e
nata
osti-
inesauribile
quale, con
tal fine, ci si presenta
qui
; il
a
:
pessimismo,
trovano
ciascuna
splende,
filosofo
di
prove
si
32)
pre
semluì, il poeta trovò
contrarie
contemplazioni
di bellezza
cui
do-
interamente
pensamenti
rampollasse
».
dei
cercare
prima
e
o
mente
abbandonata-
consiste
non
più
e
non
nelle
appagarsi
mondo,
opinione
quel contrasto
perchè dalla
cosmica
arte
impeti.Non
poeta
fece
«
le
in tutte
perdere
ammirano
lo
non
sentimenti
«storica»,
chiamare
cevano
fa-
(op. cit., pag.
il poeta
sol delia
Io trovano
finali
di
che
note
principio una
contrastasse
e
dei
a
cercano
curioso
conchiusioni
dissi
già
ragione di
per
Carducci
che
quando
più
marsi
fer-
a
particolareinfortunio
il
la. loro
il Leopardi
che
incalzi
e
stesse, qui, nello
se
loro
dei
Leopardi
e
rapina
rovina
mente
incomparabil-
opere
di
suo
dice
egli resistesse
quanto
sue
fin da
cui il
che
Anzi
vero.
^M^^^^^
fece il Leopardi ! ^
specie,avessero
cercato
dove
^1W^i^«—
effetti,
e qualisi succedevano
male, quelli
avvertiti
siano
nel
del
non
se
nelle
spontaneità e
Egresriamente
Quelli che nel
«
^M^—^—
certezza,
non
prima che,
altra
universale, da
i^»^.^—
dispiegano allo sguardo
ancor
aver
i—
legge piuttostostorica
una
nei loro
e
—
storia
tale
una
qualisforzi
e
ci si
Zibaldone,
MI
della
testimonianza
larga
dentro
sé
intime, che
lotte
???
universale.
rimuovere
neir
^.
un' infelicità necessaria
l'età
tutte
su
?
certezza,
di
più incresciosa,
173
ZIBALDONE».
€
174
ribellò per
e
non
quando
era
le si
da
dei
un
interpretarnella
Anche
in tale
sentire
in
immaginare
e
qualche
modo
di affetti
poteva più
legge che
una
il passato, colla storia
e
col nostro
dunque
feroce
legge I
Nessuno
dei
del
all' idea
di
credo, ha riconosciuto
quanta
di
fu
ne
cercando
si fosse
natura,
mostrato
qui
concetti
e
tutto
che
di
volge contro
agli altri quel
originedel
Y
nella
sé
male
di
scontento
intento
più
saranno
ogni
coloro
ad
sua
che
idea
il
più
delle
s'
!
stesso
se
a
di
ingegnò
affanno,
nella
storia
anzi
questa
contro
chi
lei ! Mirabile
abbattere
tardi
io
sato
accu-
spesso
supremo
umano
difendendo
e
tanee
spon-
ripugnanza
simile
il mondo
più
età
nessuno,
così
quanto tempo, invece, egli non
a
le
tanta
con
quel Leopardi,
voluto
aver
risparmiare
che
in
siffatta
una
mondiale,
questo
? Guerra
spiritidell'
affannati
dolor
conosciu
ri-
avesse
l'universo
nostra, ai quali si soglionoattribuire
Per
di pensieri
alla storia fosse anteriore,
tutto
più
come
abbracciasse
presente
quanto
eterna
se
sperare,
col
mondo,
ed
intuizioni
dizione,
con-
tichi.
gli an-
come
quali consolazioni, quale gioventù
e
mile,
si-
legge
una
che, trasportandosidal presente
vivere
così
di
a
pezzo
moderni.
passato, egli potesse
Ma
all' idea
si
assoggettò così presto, nemmeno
giunto
la coscienza
allora, e
il Leopardi
significato,
lungo tempo
gli pareva
al
alto
prendere più
vesse
sua
IV.
CAPITOLO
vero
quei
e
il
derlo
ve-
medesimi
damento
proprio fon-
sconsolata.
Egli
si
supposte imperfezioni
LO
ATTRAVERSO
dell' universo
si
pur
della
furono
e
la
se
qualche
altro
che,
Hume,
se
difetti
da
credere
ci sarebbero
non
le
la poca
benevolenza
che
dei mali
da
parte,
gran
poi
nel
al
era
ancora
lo stesso
lontano
così
le
di
di
accuse
fatto per
noi.'
e
mondo,
stato
*
un
quasi
tempo
Pena., II,
77
tura
dipin-
derivò, tutti
tali
da
dal
in
o
non
un
;
discorso, egli
sentimenti, che
m'
non
per
si
inganno,
dimostrare
l'universo
fosse
che
siamo,
sappiam
(29-31 gennaio
Islandese
dalla
come
così vicino
il Leopardi
specie derivassero
presunzione
Avvezzi,
di
Leibnizio
siffatta
fece
ne
congiunto inseparabilmente
nome
imperfezionie
col nostro
ragioni simili,se
stoltissima
nostra
Natura
in cui siamo
invece
il
onde
doveva
quattro cagioni originarie,'
quelle adoperate
come
filosofo
di
confutare
noi. Alla
quella verso
Dialogo della
tempo
giovava
di
le
provar
rassomigliarsiquella che
tanto
ma
credette
cosi
opere
egli voluto
aver
stati.^
ispecie quegl'ingegnosissimi argomenti
scozzese
verna
go-
che,
poi difende
conosciuto
avesse
lo
presieduto all'opera
discorso
suo
diremmo
filosofo
a
che
sovrano
avesse
quei
ragione, come
così temerari
umana
d,
la natura,
David
anzi
ragione
natura
In
in
coli' ordine
175
».
rendersi
seppero
dovrebbe,
;
«
non
ZIRALDONE
«
a
col
credere
di sentimento
sentir
il
dolore
eh' ei
suo
del
fosse
al famoso
1821). Cfr. V, 389-90
(23 maggio
1821).
*
Naturai
Religiorif X, XI, in Pkù
conceming
loaophical Works,
Boston-Edinburgh,
1854, t. II.
'
in
(Euvrés
Théodicée,
philoaophiquea, Paris, 1866, t. II,
305
e
Dialoguea
segg.
176
CAPITOLO
ottimista,
pessimista;
che,
e
nelle assolute
ritratto
il
pensiero piuttosto
Natura, che nelle
interrogazionidell' Islandese,
amare
fra
ed
pensiero
tutto
uomo
che
alcun
in
di
cioè
quelveva
do-
affanno, in cui pure
significarese
poco
il predetto
allora
suo
della
sentenze
famoso
meno
non
scritto
avesse
se
dialogo,avrebbe
r
al
contrario
così
e
IV.
stesso
altro
suoi
dei
namente
più pie-
ancor
personaggi
!
IL
Chi
lungo tempo
^
del
storica
assai
dei
mondo
in
deir
amor
abbraccia
«
r uomo,
più
nasce
infelice
altro
verun
si deve
*
Tra
o
di
genere
in
1821); IV,
più
213-14
(12 aprile 1823) ; V, 64
(5
marzo
Ecco
universale
dimostrandolo
che
e
in
siasi
qual-
o
di
felicità che
di esseri.
3".
Pens., Ili, 435-6
1822), 373
(6 luglio 1823).
che
è e
inseparabile,,
naturale....
:
uno
alla conclusione
viventi
notevoli
queir altra,
noi
capace
dell'uomo
intendere
gli esempi
meno
sibile
pos-
concezione
sua
jd, e
propria
essenza
era
sentimento
animale, egli veniva
per
dre
Ma-
inevitabile, Ragionando
era
forte
egli, per
non
combatteva.
resistenza
tutta
chezza
ric-
la gran
scaturire
potesse
incomparabilmente più
altro
dalla
come
queir effetto
proprio, «
cui
esaltò
fervore,
tanto
più dolorosa, ch'egli
casi
che
in
si accorgesse
non
ed
difese
della
ond'
ragionamenti
ancora,
Pure, anche
idea
giusta
una
dei
varietà
e
?
dare
potrebbe
(4
marzo
Questo
Ma
(13
poìbre
otto-
1823),
376
ATTBAYERSO
che
r
è
uomo
conformabile
secolo
la forza
quindi
e
facoltà
secolo
in
così
per ordine
naturale
divien
A
più quanto
tanto
questo punto
domandasse
di per
che
da
stato
in
da
noi
E di
quellavisione
che
fu
non
essa,
prima
perpetuo
ed
r amore,
bisogno
mai
figliosempre
dal
proprio
rebbe
sa-
germe
vero
natura?
aspetto,
male, chi,
nostro
desiderio,anzi
un
eh* è tutto
cui
interamente
nuovi
seno
lungo tempo
per
Pens., IV,
(22 giugno
infuso
non
genitrice,dal
staccarsi
*
invitto
nel loro
ogni
rampolla
dalla
non
lo innanzi?
se
un
con
uno
vita?
al
della
di
causa
se
cose
la natura
non
tal
un
si
rebbe
baste-
per
pianta
mai
posto,
ci avrebbe
la nostra
Ma
infelicità
chi
.
l'uomo
sembrata
come
delle
che
giudicar
fosse
non
*
d
il Leopardi
propria, non
farci
a
quella prima,
Perchè,
germe?
infelice del
per fezionato
deir altra
questa seconda
E
forse
sola
sé
benefica
meno
umana
queir infelicità originaria,
coir opera
procurando
venne
Ma
:
minore
quanto
per
più
V uomo,
essenza
inevitabile che
era
stesso
se
a
è
prio,
pro-
più e più
che
segue
generale della natura, più
e
acquista
dell' amor
dicono, perfezionato,
è, per
come
"r
necessariamente
in secolo
infelice. Dal che
quindi più
e
il sentimento
e
di secolo
inevitabilmente
e
di
177
».
ogni altra creatura,
di
accrescendo
ZIBALDOIW
«
ricco
più
di
viene
egli e
LO
225-6
(2 maggio
argomenti
non
:
domo, suggeriva
avrebbe
stretto
1822). Cfr.
a
favore
a
saputo
quello,tutto
ibid.,270
e
1822).
ZUMBIKI.
12
segg.
178
CAPITOLO
dolcezza
era
ritornava
; fuori di
infelice per
nessuna
medesimo
se
conservarsi
gli altri
come
esseri si
gli altri
come
infelici durando
venuto
neir
ingenera
felice,o
felici
poter
a
che
confortava
suo,
quasi altro
"r
non
diverse
sono
disposizioneè
ad
ella è
La
la natura
in
e
e
essere
ebbe
lui
che
Pena., V,
a
le
poter
poter
s'era
cui
certamente
la
sua
natura
tesi
non
sizioni
dispo-
sono
Le
sizioni
dispo-
V
une
essere.
essere,
dall'altre,
Una
stessa
In
quanto
le inclinazioni
circostanze
rali,
natu-
non
qualitàdestinateglidalla
ei dev'essere, cioè
intenzione
eh' ei divenisse,
quella disposizione.In
66-66
sono
quelle ad
seguendo
da
quale
a poter
disposizione
*
e
influito
diviene
e
le medesime.
V uomo,
non
essere....
individualmente
acquista
non
natura,
ad
essere,
naturali,
pose
essere
individualmente
sono
ma
poter
a
non
Or
disposizioni.
che
altre ad
essere,
naturali
lice,
infe-
non
o
con-
i".^
stato
ragionamenti :
uomo
trebbe
po-
loro, e
così
queste bisogna distinguere.Altre
tra
uomo
gli si rispondesse non
esser
sottili
più
nel
conservano
sono
aveva
primitivo puro,
suo
più perfezionando e
sempre
di altri
stato
così
rendesse
quelledisposizioni
per
a
congenite air
sono
V
naturale
nel
contradire
uomo
Perocché
«
esseri
Poi, quasi temendo
r
lo
cosi
E
genitrice non
qualità che
:
nello
servandocisi, sarebbe
affanno.
quello,tutto
difese. Quella
alle
neiruomo
posto
IV.
essere,
l'uomo
(luglio 1823).
quale
quando
quanto
influito da
ella
è
varie
180
CAPITOLO
IV.
quelle magnifiche illusioni
le
incomparabiliciviltà
r infelicità
poiché
neanche
sin
male
del
stata
era
allora
ignota
tutto
a
stringersi
re-
V immenso
i
quelli e
umana,
tervallo
in-
moderni;
rendersi
bisognava dunque
storia
altra,
di necessità
veniva
fra
leggi della
solo colle
non
non
Neil'
romana.
sparire interamente
a
posto
del nostro
e
greca
agli antichi, cosi
0
virtù da cui nacquero
e
e
ragione
assai
e
ma,
Per
siffatto
quelle della vita universale.
concezioni, gli
ondeggiare fra le due contrarie
più, con
talvolta
sgorga
d'immagini,
di
animo
è
chi
stupenda
?
serva
figli!
di
1' altro
fra
dove
a
noi per
non
ci
nulla
un
natura,
artificiosissima
per
e
se
medesime.
la
miracolosa
l'immensa
macchina
e
mente
egualmole
verità ed in sostanza
porta
modo
in niun
dei
nulla
mai
alla
potrebbe disprezzarel'immensurabile
spettacolodell'esistenza,di quell'esistenza
arcano
cui
non
0
le
nulla
un
della
felicità dell'
alla
esistenti]
chiamare
opera
poiché
felicità. Chi
né
i suoi
profonda poesia è
una
[le cose
potrebbe
mondi, benché
di
zione,
ammira-
quella natura
verso
quel luogo
tutto
di
e
più poetiche condizioni
come
essendo
non
che
e
per
sue
veramente
nulla
Son
uomo,
e
rancore
sentimenti
legge :
((
E
e
;
delle
una
stesso
indifferente
e
considerarsi
da
si
arcana
tempo
di
e
di
vena
una
nel
misti
spavento
immensa,
Questa
come
possiamo
nemmeno
sufficientemente
ragioni, né
le
stabilire
immaginare
origini; qual
uomo
né
né
i
scere
cono-
limiti,
potrebbe,
ATTRAYBRSO
LO
la
dico, disprezzare questo per
infinito
della
misterioso
e
delle
vita
nulla
ed
noi,
a
essendo
il fine dell'
dell'
esistenza,
Se
e' è
qui
fecendo
e
niun
che
taccia
Y avversione
ancor
madre,
ci si sente
si
allontana,
dello
incerta
ad
si duole
che
più
«
parte
di
»
a
Leopardi ;
manifesta
*
di
Perù,, V,
ma
?
:»
^
non
amore,
mato
chia-
matrigna
della
tavia
tut-
:
che
voce
dizione
Con-
appressa.
Nel canto,
del
sia
che
umani.
il
ammirando
Il
di
canto
fatta
stata
cuni
al-
guardando,
mondo,
alcun
dalle
poeta
a
lui
l' immensità
conforto
non
primo lamento,
il secondo
condizioni
non
personale impulso,
88-89
noi
universale,
pensieridì significato
evidentemente
del
quindi
e
universalità
nell' UUimo
qui, invece,
agli affanni
congiunto
muove
non
quello,sente
potrà venirne
pur
;
utilità
e somigliante,per
spirito,
questa
nessuna
come
egliaveva
tardi
altro, alla bellezza
di
della
colei eh'
più sublime.
ancor
esiste ?
il consueto
rispetti,a quella ritratta
Saffo;ma
più che
nostra
eh' é la perfelicità,
fezione
qualche cosa così
di quella che si
come
?
felici
esser
fì*utto per
a
chiamerà
e
cosi
parte
senza
par
ad
quello eh'
a
vita
e
esistenza, anzi l'unica
rechi
e
giovi veramente
punto
dalla
scompagnata
noi
esistendo
esseri
l'esistenza
noi
r esistenza
che
esistenza
Y esistenza
né
valendoci
per
universale
e
benché
cose,
non
cognizione
umana
spettacolo della
quelladegli altri
nostra, né
181
cZDALDONBK
(10 luglio 1823).
conserva
e
particolari
traccia
potrebbe
esser
182
ripetutoda ogni
pari
a
IV.
CAPITOLO
che
prevalere
contemplazione.
di
prima.
Ben
ciò
non
perchè
vederne
non
dovevano
non
la seconda
sulla
sforzo
di levarsi colla mente
capace
siffatti contrasti
sempre
ogni
di
altezza
Pure
per
uomo
concezione
di
dipintura
tutti i dolorosi
E
E
quattro
e
poteva
all'evidenza.
incendio
di
tale
quella
quel che
v'era
e
vano
scritto;
piano.^
altrimenti; perchè
forte
e
più audace,
della
a
il pensiero,
invadeva
da
vita, quasi impetuoso
selva.
vastissima
concorreva
in
più chiaro
essere
entro
lo scritto
cercaDdo
pur
il campo
per
Tutto
In
rammentare
sei lesse
e
lo vedea
più
sempre
ogni parte
e
vi fosse
non
sempre
non
effetti ; ma,
ariostesca:
Quello iDfelice,
Che
col
Leopardi poteva fare
avvenisse; ben ingegnarsi
animo, eglimi fa
volte
Tre
finisse
il
infine, bisognava arrendersi
condizione
impedire
tale effetto. Anche
intorno
a
quel tempo ripigliavail Leopardi le grandi questioni
metafìsiche, lasciate in sospeso
della fede,
le risolveva
e
arbitraria
e
air
ultimo, sbandì
padrone
non
negato
*
Ori.
*
Perù,,
Fur.,
VII,
se
XXIII,
30
in
espressamente
non
prima,
in maniera
in conformità
chiarava
opposto. Di-
senso
concezione
dell' esistenza,* che
aveva
1^6).
ogni
risolute
o
spiritualistica
;
dal
mondo
come
più
o
quel
si è
visto,
meno
im-
111.
(11 luglio 1824). Gfr.
Ì3S-139
bre
(26 settem-
ATTRAYERSO
neir universo,
allora
e
di
fosse
potesse
stato
quello
e
sempre,
sarebbe
avanti
i
fettissimo
per-
verso
l'uni-
panteisti
medesimo;
futuro.
di
ovvero,
qual
non
a
nascosto
del
farci
:
meglio
apocrifodi
facendo
venuta
non
dove
che
assai
tevoli,
no-
intendere
che, ritratta due
mondo,
nel Frammento
caso
infinito. Il
ente
sensibile ».^ Parole
concorrono
Lampsaco, gli s' era
Nel
altro
un
ignoto e
concezione
quella sua
e
che
provare
lo credono
esso
sempre
palese e
perchè
già
infinito di tempo, cioè eterno,
sempre
è
r universo
unico
essere
infinito di estensione,
più bisogno
quale
certa
che
dio
essere
anco
avremmo
anni
queir
universo, essendo
r
l'universo
se
mente
più propria esclusiva-
bisognerebbe
cioè
gli spinosisti,
che
poi che,
sarebbe
non
creatore,
non
183
".
infinito, a la infinità sarebbe
veramente
del
ZIBALDOmS
«
Sostenne
indiretta.
plicitae
fosse
LO
da
Stratone
più
sempre
luminosa.*
e
III.
alla
Quanto
che
si noti
per
reità
il
della
Leopardi
natura
la certezza
quella colpa vanno
com'ei
più si riferma
di
filosofica di
*
234-235
*
si fa
cui
Pent., VII,
ho
219
(7 aprile
(18 settembre
Vedi
anehe
in
ispecie
espresso
toccato.
:
l'uomo,
verso
E
sabato
e
più
sempre
nella
così
di
le proporzioni
scendo,
cre-
concezione
anche
cresce
Passione, 1827). Cfr.
1827).
:
ibìd., VII,
ricordo
446
(16 maggio
di Stratone
da
1829), dove
Lampsaco.
184
CAPITOLO
Le contradizioni
il dolore.
da
lui
vivacità
ora
che
tanta
tervalli
in-
animo,
suo
gorosi
ri-
ragionamenti più
con
Quanto
tura,
na-
poi ad
ammésse
del
disposizioni
rilievo
in
medesimo
saldi
e
le varie
mai.
sul
con
giustificate
o
gli accusatori,
contro
egli pone
imperfezionidella
e
negate prima,
secondo
alti
IV.
scritto
aveva
F innanzi
per
soggetto, ricollegaa quei più
principifermati
nella
mente
sua
le
con
vedeva
Quel dolore, ch'egli intraspeculazioni.
in tutti gli esseri viventi (come,
di lontano
esempio, fece nel Dialogo della Terra e della
ulteriori
ad
eccolo
Luna),
che
più
evidente
qui,
ai
vicino
mai
argomenti speculativie
offre
ne
ce
tutte
penetrare
Come
già
della
un
scrivendo
una
mente
e
:
senza
lucentezza
suo
della
0
degna
^
corresse
di
Pensai
la
per
nota, colla
VII,
57-58
se
tesse
po-
insensibile.^
è
anche
da
ad
nanzi,
in-
ora
intervalli
pensiero
nuovo
dalla
percorsa
gnifica
sisua
maggior precisioned* idee
cui
stile,per
migliori di quelli che
braccia
ab-
sarebbe
natura,
molti
degli
pensieri potrebbero, senz'altro, essere
i
che
che
e
Zibaldone
distanza
dire
di
vita,
con
tore
artista, l'au-
il dominio
così
egli nello
nuova
di
stessa
pezzo,
direi,
e,
sensi; perchè,
là dov'ella
più lunghi, ogni
sempre
ragione
tocchi
con
della
anche
da
nostri
sguardo
le forme
immenso
meno
non
allo
alla
l'autore
più rigorosa
(9 aprile
:
sabato
allegatitra
medesimo
stampa. E,
ultimi
cosa
non
parò
premeno
determinazione
in
Albis, 1825).
ATTRAVERSO
delle idee, che
LO
la mente
il
esultava
cuore
:
alpinismo I
deir
cui, meglio che
ciascuna
fin di
per
al
ordinata
l'ordine
esista
cosa
male;
male;
dell' universo
il
che
quel
le
dei
è che
non
tanti
sua
per
un'
è
che
un
bruscolo
natura
ed
correre.
per-
il
è
Non
v' è
di
altro
son
non
cosa
male
un
l'andamento
Il tutto
mondi
neo,
un
è
che
che
cose
a
ciascuna
altro
male.
v'ha
cattive.
sono
cose
le
è;
non
al
da
cammino
dell' universo
sono
non
essere:
non
che
che
altro
diretti ad
male;
un
leggi,
non
zioni
emo-
quello che è, è male;
l'esistenza
il fine
lo stato, le
e
è
col
glirimaneva
Cioè tutto
più
tanto
sulle cime
dunque
d'altronde, si può
è male.
Tutto
esiste
Eccoci
alto ;
di simile alle
cosa
guardare quello che
Egli scrive:
percorso
che
più in
saliva ognora
qualche
scono
cre-
meglio
sempre
più prendeva dell'immensità,
quanto
«
diminuire,
poetici.Perchè,
i movimenti
e
doverli
parrebbe
determinandole,
185
CZIRALDONE».
e
male;
rale
natu-
male,
bene
altro
buono
che
tutte
cose:
esistente;
né
il
plesso
com-
esistono; l'universo;
in metafisica.
propria
essenza
L' esistenza,
e
nerale,
ge-
imperfezione, un' irregolarità,una
mostruosità.
ì"
Ma
cosa,
questa imperfezione
un
vero
esistono, per
sieno,
numero
quanti
essendo
non
né
infinitamente
di
perchè
neo,
sono
paragone
i
mondi
grandi
certamente
grandezza,
piccolissima
una
tutti
quanto
e
però
piccolia
è
per
di
che
che
essi
infiniti né
di
conseguenza
ciò che
l'uni-
186
CAPITOLO
potrebbe
verso
esistente
vera,
infinito ;
piccolo a
così, del
il discorso
di
sostenibile
è
tutto
che
che
altro
essere
possa
del
quello
Non
bene.
l'universo
pessimismo.
Chi
che
il fine
non
forse
più
Leibnitz, del
Pope
ec.
ar"iirei
esistente
può
interrotto
bene, sarebbe
estenderlo
però
il
è
sostituendo
possibili,
universi
della
sistema, benché
credono
il
il tutto
esistente, del
leopardiano è
idee, che
le nostre
urti
e
paragone
non
seguenti parole: « Questo
dalle
dire
dir
per
nulla :».^ Qui
che
fosse
se
infinitamente
è
infinità
essere
lY.
a
peggiore degli
cosi all'ottimismo
i lìmiti della
conoscere
il
sibilità
pos-
?
»
Si
potrebbe
qualche
in
un
filosofo
che
frammento
antico, indiano
che
Prima
sviluppare questo
e
esporre
io
ec.
surriferite
dalle
il
Leopardi
vero
e
proprio. Se
fatto
come
la cosa,
chi
il
negazione, tanto
si
trovi
espressa
del
PwM.,
E
consapevolezza
si
avere
consideri
alla
104-106.
dopo quel
siffatta
com'essa
più ampia
ch'egliabbia forse
? È da credere
pessimistico
affermazione
VII,
stato, egli avrebbe
potrebbe più
dove
sere
es-
pessimismo
un
veramente,
proprio qui, accanto
concetto
4
più
ad
tutta
con
nome.
valore
che
consenso,
fosse
consente
nega
e
così
molto
dell'importantissimo
rebbe
s'inganne-
parole arguisse non
giunto
ancor
di
i^.
che
discorso, noterò
chi
si supponesse
la citazione
compia
stema
si-
mai
ed
fatta
piuttosto
188
CAPITOLO
quella cautela, non
nonostante
e,
anni
dieci
Il
lavoro, dove avrebbe
forse
morale, sarebbe
del
le idee
in cui lo
primo,
dunque
di
protagonista e
il frutto
proibito?
sul
riserve
gli occorresse
discorsi
preambolo
un
Perchè
non
del
per
far
di
altro modo
certo
sempre
compiuta
che
dubbio
riserva
dimostrato
stessa
da
un
si
che
ne
in
suoi
forse
quanto
pensierio
vogliaspiegare il fatto,
giunto
incominciato
noi
come
male, l'autore
punto
ap-
questa supposizione,
da
a
ad
mondo.
a
citare,
dissiparqualunque
quella così
riosa
cu-
il filo.
Perchè,
V esistenza
sia per
interrompe
ogni parte
quelle
soleva
Manoscritto
idee, basterebbe
suscitato
sori,
cen-
state
pessimisticadel
del discorso
tali
che
eglioramai
essere
concezione
resta
ribadir
altri di
i
intenditori
Non
parecchi
ad
qualunque
buoni
preambolo?
del
quella
con
sarebbero
pessimismo
sembri
a
cui, proprio
toccato
supporre
Checché
ciò
in
moderni
altri autori
compiuto?
oltre
se
qui
lavoro
una
E
supposto filosofo;e perchè
un
rimane
dotti,
meno
Ancor
religioso.
Leopardi registrare in quel
in
ai
neste,
fu-
più
ancor
anche
più gradito ai
tanto
la sostanza
e
mento
compi-
ingenuità che, potendo ingannare
faceva
il
il
come
Stratone, si sarebbe
nello
maliziosa
non
dal lato fisico;e
sentimento
un
anche
non
come
sue
ogni
avuto
avremmo
stato
potute sembrare
sarebbero
ne
opposizione ad
qui
se
il mondo
guardato
guardò
perchè più evidente,
r
stampato
dopo.
nuovo
dal lato
IV,
conchiude:
«Non
gli
LO
ATTRAYERSO
ZIBALDONE
€
uomini
solamente,
sempre
infelice di necessità.
solamente,
soltanto,
Non
i
tutti
ma
le
davanti
anche
tanta
a
alle
gira
Ma
tale
in
universo
un
che
Entrate
di
istato
Là
dato
la
così
dallo
scita
su-
colo
spetta-
amore
e
dimento,
go-
poetica come
sue
Pem^,
Voi
di
sta
que-
quella
piante,d' erbe,
ridente.
voi
è
si corruga,
succhiato
VII,
senza
106
più
lo
vi troviate
individuo
offesa
più, qual
dal sole, che
gli ha
langue, appassisce. Là
crudelmente
parti più sensibili, più
api
non
di
quellafamiglia di vegetaliè
rosa
dalle
Sia nella
potete volger
non
souffrance,qual
vita;
virtuose
*
armonia,
giardino
Tutta
si fabbrica
non
dolore!
è
tutto
mai, pur
parte che
nessuna
quel giglio è
nelle
un
deiranno.
patimento.
meno.
quanto
immaginazioni
quanto volete
pur
in
sguardo
in
in
stagion
del
attribuisce
dove:
ogni
nuove
tutto
fermato
incomprensibilitàdi
e
visione
una
modo.
segue?
fiori. Sia
mite
Io
mente,
Chi
mente!
s' era
natura,
è per
per
quali
e
quella
ebbe
«
della
immensità, eternità
affanni, quante
di
e
loro
fa, attribuendo
d.^ Poco
il dolore
occhio
per
gli animali
al
insensibili; ora
cose
queste:
a
si
parte
umano
specie, i generi, i regni,
i mondi
globi, i sistemi,
Non
sarà
e
il genere
esseri
gli altri
gl'individui,ma
il dolore
Non
gli animali.
tutti
ma
fu
uinano
il genere
ma
i89
"•
da
vitali.
un'ape,
Il
dolce
industriose, pazienti,buone,
indicibili
(22 aprile 1826).
tormenti
di
quelle
190
CAPITOLO
fibre
delicatissime,
IV.
strage spietatadi
senza
fiorellini. Quell'albero è infestato da
quell'altroda bruchi,
zanzare;
questo
dair aria
o
nel
giardino
tu
di
dal
0
nelle
o
trovi
non
stracciando
foglia,una
una
Intanto
le
ramicello
con
e
uccidi. Quella donzelletta
sterpando
brano,
di
strappata
via.
spremi
ne
il sangue,
le
e
rompi,
; alcune
piante vivono
niere
giardi-
vivere
qualche
copia
di
un
soggiorno
vita è triste
e
di
di
vasto
un
cemeterio), e
Pena., VII,
altresì,possono
tempo.
se
106-107
qui
Lo
in
è che
gioia.Ma
non
tali,
mor-
durare
spettacolodi
questo giardino
questo
in
ci pare
verità
sta
que-
infelice,ogni giardino è quasi
ospitale(luogo
un
^
e
malattie
con
vita all' entrare
rallegra l'anima,
essere
di
poco
queste
le loro infermità
ancora
piante,e gli animali
le
ci
perchè
mortali, altre perchè
tanta
le
cemente
dol-
gentile va
steli. Il
o
le stritoli,
sensibili,colle unghie, col ferro.* Certamente
a
mento,
fila-
saggiamente troncando, tagliandomembra
va
sono
va
questa
passi;
sensibile
dal
o
un
co' tuoi
infrangendo
e
in istato
zeffiretto
uno
un
il
tutto
è rotto
viva
tu strazi le erbe
ammacchi,
là
peso;
parte
quella pianta, staccata
i"
cruciato
e
radici.... In
un
fiore, vola
un
scorza
sola
pianticella
una
proprio
suo
da
lumache,
penetra nella piaga ; quello
perfetta.Qua
sanità
vento
tronco
nella
formicaio,
un
da
mosche,
ferito
è
dal sole che
offeso
è
da
teneri
ben
questi
(Bologna,
più deplorabile che
esseri
19
sentono
aprile 1826".
o,
vo-
ATTRAYBBSO
gliamo dire, sentissero,
sarebbe
loro
per
assai
è
suscita
tempo
di
ogni
quella
forme
di
e
Coi
di
ci par
sentire
fin delle
più remote,
fantasia.
E
poi
che
e
leopardiana,le immagini
dalle
ci dilettano
nella
natura
consiste
e
in
della
conservano
bellezza
loro
spirito! Ah,
il
come
Leopardi
concepito
al
era
in
che
il
mondo,
sguardo
suo
e
nella
ridono
effetto
sentimento
tanta
potere
descritto,
e
mente
maggiorpiù
un
sempre
non
fanni
af-
tanti
dell' efficacia consueta
e
stessa
precipuo
esprimendo
cine
vi-
dipintura
che
e
esso
tutte,
alla
che
! E il loro
arte
ciò, che,
sconsolato,
cosi
vita,
rietà
va-
più
cose
particolaridi
nella
neir
altre
stesse
cui
cose
medesima
cose
di
spazio e
sfuggono
nella
l'idea
infinita
delle
quellidelle
sempre
ci vengono
di
meno
non
gemiti
essere
questa,dove
termine
una
non
rappresentazioni,in
si manifesta.
dolore
di
il
Tessere».^
che
meglio
eccedente
dolore
un
che
è
certo
Maravigliosaimmaginazione
di
191
€ZIBALDONB".
LO
di
parte
sul
stro
no-
poeta
un
mente
così funerea-
pur
di
cessasse
dere
risplen-
parola !
sua
IV.
Fermatosi
incolpar più
in
quella concezione, egli,non
in alcun
modo
d'
ogni
assolverlo
al
punto
nel
filosofi francesi
^
Pem.,
VII,
quale
antica
dissente
nelle
107
V uomo,
cui
(Bologna,
accusa.
apertamente
dottrine
22
doveva
trovò
aprile 1826).
che
di
Ed
cessità
ne-
eccoci
da
quei
sempre
il
492
saldo
più
fondamento
quel dissenso,
che
ney
il fine
della
di mostrare
Leopardi, con
debba
noi un' infelicità
Ma
di
codesta
oggetto primo
varie forme, s' ingegna
all'altro,e
necessariamente
come
risultare
l'
imputabile al-
certamente
non
alla volontà
o
opera
e
Vol-
Distinguendo tra
il fine particolare
contradica
no
V
del
argomenti ripetutiin
sotto
e
Tu
come
dalla contradizione
per
vita.^
di
gliesempi
confutazione
generale
altre occasioni
Fra
sue.
piacere
nostra
natura
il
il
essere
della
dell' uomo,
molte
delle
segnalata la
va
negava
immediato
e
IV.
CAPITOLO
nostra.*
opposizione ai
suoi
pur
sempre
il più insigne esempio riguarda
predilettifilosofi,
proprio quel Rousseau,
lui ho
su
scritto
:
Homme,
«
auteur
mal
que
l'un
et
l'autre
peut
étre
le
celui
Òtez
point....
reurs
et
tout
est
^
La
chap. Ili,
aur
*
'
Paris, 1808,
Pena., VII,
Penaéea, II,
1829).
La
dea
52
360.
qui
ne
general
vois
se
ótez
dans
dément
nos
più
er-
et
contrarie
a
du
citoyen fran^ait,
Méditation
{Lea Ruinea) ou
Empirea,
359,
pp.
idee
Catéchiame
Ruinea
dea
suite
je
et
progrès,
quali
ou
mal
l'ouvrage de l'homme,
ótez
Or
».'
lea Révolutiona
tion.
funestes
naturelle,
la
ordre
;
souffres, et
toi. Le
désordre,
un
vices,
bien
à
le
monde
nos
nos
loi
dans
que
mal
point d'autre
tu
que
de
viennent
te
du
systéme
ou
aveva
du
plus l'auteur
Il n'existe
fais
tu
ficacia
ef-
grandissima
Il Ginevrino
cherche
ne
que
cui
toccato.
c'est toi-méme.
cet
ne
già
della
par
le méme
nei
Citato
autenr, IV^» édi-
Pena,, VII,
52.
(6-6 aprile 1825).
200.
citazione
Citato
però
nei
non
Pena,, VII,
è
chiara;
446-47
chi
(17 maggio
volesse
ri-
ATTRAYEBSO
LO
quelleultimamente
accettate
Ed
che
ecco
r ordine
che
qui egli ribatte
è nel
è neir
ordine, che
senza
il
dal
nostro
vi
appunto
che
il male
potrebbe
non
l'esistenza
mondo
Anzi
"r
di
cepibile....
incon-
questo
fossero
star
disordini, i
slraordinariiyaccidentali; noi
r opera
della
quelledell'uomo
del
:
il veder
e
ordine
esso
nel
sarebbero
:
mondo
è
natura
imperfetta,come
diremmo
; non
remmo
di-
trice
è cattiva. L'au-
:
ci
apparirebbe una
ragione e
potenza limitata; niente maraviglia; poiché
una
il mondo
che
epiteto dare
nel
Il
vi
Ma
che
da
questo,
d' indole
»
qui
tra
sue
l'ordine
meglio:
v' è del
mani
male, do-
in
ogni
è ordinario
ulteriore
su
quella filosofia
Few.,
ZaHBiNi.
dico,
concetti
circa
coli' uomo,
e
altri Francesi
notevole
ragionamento
segua
aveva
allegato veda:
Rousseau,
Pensées.
Paris, Durat-Duverger,
447.
VII,
il passo
in
che
?
jd.^
relazioni
il Rousseau
suo
bene.
tutto
esser
essenziale?
è
alle
che
assai
opposizione di
e
potenza
fonda
psicologicae metafisica,
fondarsi
physique,
il male
Ma
parte, il Leopardi dall'altra,è
una
scontrare
tanta
vede
ne
se
bene,
il male
della natura
all'opera
quanta
in
oggi
se
quando
ove
e
varrebbe
del
essere
sperare
Eppure,
;
senso.
ogni
ordine, che
disordine
potrà
ordine
un
come
nell'
vario, mutabile
è
in
quella ragione
a
il male
male?
esso
limitato
stesso.... è
include
in
mondo,
male, rende
Se
son
difese
e
?
autore
mali
193
«ZIBALDONE».
fatto
Mal
a
sempre
sua
mordi,
1807,
fin
mal
1. 1, 31-32.
13
494
CAPITOLO
da
principio.In
onde
attinse
essa
si stancò
non
Fin
parte
cui
già
di
giunti,si può
dissi
secolo
e
XVIII, feconda
onde
nemico,
allora
e
d'
Holbach,
un
fervido
altri
inno
di
pure
XXVII
a
sua
le scuole
quella filosofia
allo
una
sguardo
filosofi
suoi
anzi
del
nuova
specialmente
e
alla natura
è
opera
».*
conformarsi
giugno
Discorso
MDCCCXCVIIL
stava
ba-
madre,
dal
barone
tutta
come
Ricorderò, fira molti
il
trine
alle cui dot-
Leopardi. Eppure,
poemetto.
il trionfo di Oromaze
Napoli.
il gran
gli
non
quella gran
a
il primo finiva il suo
Leopardi
della
cospetto dell'universo,
maggiore
così
presagire
fjìomo
di lui ciò che
insigniesempi, quello di Elvezio,
se
^
solo al
dei
essi
la cui
vedemmo
col
più presente
ribellavasi
da
non
tempo
dei,maggiori esempi di
vece,
possa vantarsi. Quando, in-
il naturalismo
lodata
cielo
ultima
il
per
dinanzi
aveva
per lui
uomo
si sentiva
più :
tanto
V
gli era
non
anche
i
ideale, ma
luce
coraggio
eh' è tra
parlando più propriamente
a
immensa
congiunta
neir
affermare
Napoli: oc Quando
teologiche,egli inalzava al
dimora
quella più
mosso
vita. Dimodoché,
sua
siamo
ne
fu
onde
trina
dot-
ultime
sue
XIX,
secolo
rituali
spi-
altra
XYIII,
al secolo
vivaci
più
alle
comincia
qui, anzi,
maggior disprezzo del
sentimenti
a
da
le idee
qualunque
e
contraria
ammirazione
espressa
col
innate
presumesse
concezioni.
gli argomenti
ancora
di combattere
mai
le idee
egli
IV.
su
Le
Bonheur,
Arimane,
commemorativo
Napoli,
letto
1898,
il
il
p. 15.
496
CAPITOLO
IV.
V.
Ma
poi
sono
di
e
a
questa
r
se
uomo
in
stessa
e
se
la fosse
e
coi
L'
di
punto,
queste due
costituiva
nel
nel
in
moti
morali
idea
van
Non
sovrana
ad
capo
però
era
all' azione
anche
e
col
nostro
dopo
del
ed
;
sino
ad
pensiero,
nuocerle,
di caratteri
sua.
sciuto,
ricono-
aver
Che
la
prima,
specie di
una
smo
duali-
vigore
accrescea
poeticamente
fosse
riuscito
estetici contrari
a
e
a
sonali
per-
quella seconda
ancor
che, col sentimento
cuore,
meno
energie
egli abbia egregiamente interpretatain
prosa
essa,
air esistenza.
proprio ingegno
autore
che
r opera
;
interrottamente, alla seconda
forze,
rivestiva
del
quanto basti
di sé
pria,
pro-
natura
intrinseche
sue
resistere
quale, non
pregio e
forza
coir opera
questa
mare.
vita, colle
illustrato
tutta
e
mette
ubbidire, sia pure
anzi
e
pensiero
tanto
conservar
; il
anche
infelicità,
impulsi invitti,potesse, almeno
certo
un
e
suoi
la
nulla. V
a
i fiumi
che
evidente
del
alla
saprei;in ogni modo,
evidenza
accrescer
sieri
pen-
ria,
quindi,infelicità necessasciva
Ogni nuova
indagine riu-
;
universale.
e
tutti
come
cose
di
germi posti dalla
dai
le
tutte
quei
detrarre
poi accresciuta
sempre
i moti
tutti
più
manca
eterna
ad
Non
concezione?
deriva
sembrano
che
non
queir ordine
tutto
sentimenti
predetta sua
dovere
interpretatia
intimi, cioè
moti
suoi
stati
coi
versi
più profondi
produrre
quellidelle
sue
effetti
stesse
ATTRAVERSO
desolanti
fu già notato,
speculazioni,
facile avvertire
così
non
ad
Or
si noti
dunque
meditare
a
all' uomo
intorno
al
di
in
mano
mano
Manuale
un
della medesima
d'allora,
sin
il
ai
di
disegno preciso
fatte
già
che, appunto
il
urgente
vita, così
Ma
di tanto
del
in
di
e
fine
da
sono
cioè
la
maggiori
massero
fortracce
scritte
ragione
dal
ritorna
della
pensiero.
al
sotto
come
più
sempre
senz' attentar
ei prosegue
pura
Si direbbe
adoperarsi a vantaggio
menomata
fine
assegnare
prove.
pensiero speculativo;
tanto
cose
questo, egli sentisse
per
oppressa
del
nelle
dell' opera
sue
bisogno
cotesto
ai diritti
le
pensieri che
consapevolezza del
tempi posteriori,quando
aveva
aggiungendo
venne
anche
la intera
ma
dalla
filosofia
pratica} Le
si trovano
tinuando
con-
speculativo
incominciato
di
serie
forza.
che, pur
Sistema
mondo,
una
seconda
essa
suo
filosofo,
come
tutto
prima giovinezza, ei gli
sua
e
di
innanzi
quel
e
sufficientemente
non
vantaggio
a
è, dei resto,
disposto. Ma
che, anche
V opera
stata
spendere
almeno
o
ed
ben
animo
ogni
avvertita,
studiata, è
volle
197
«ZIBALDONE».
LO
mai
quale, anzi,
le
bandiere
signore,e quasi per aiutarlo a nuove
tale impresa potesse avere
conquiste. Quanto una
suo
in sé
vero
di
contradittorio,
mentale
di
non
impediva
*
Ciò
ch'egli disse
Pena., VII,
175.
V operosità
lui,specialmente neir ultimo
periodo, si svolgesse appuntò
forma.
che
nel
in
siffatta
Preambolo
suo
duplice
alla
sua
198
CAPITOLO
del Manuale
traduzione
invece
era
da
dettato
parer
IV.
di
di
la sintesi
come
necessità, si fondava
la cui
che
«
modo
r
alcuno
uomo
consigliava di
porre
quello stoico;
e
al
Ma
infelice.
anche
di
come
insieme
ne
sulla
la storia
cose,
soltanto
nella
di
quella
lo Zibaldone
del
vita
sua
meditando
sua:
i movimenti
di
precetti
andava
pratica,tutta
altre
e
egli
vare
schi-
né
accennava
ricavato
eh*
é
tante
sé,
a
per
che, quivi
non
i
tezza
cer-
vita
sua
esecuzione
avea
vero
filosofìa
una
cui,
fu
il
ad
quanto
che
vantaggio
Se
infelicità »/
veniva
pregio,
conseguire la beatitudine,
né
continua
una
cui
appunto
nella
può
non
di animo,
gli
quanto
suggerendo quella ragion pratica, il
anzi
potrebbe
condizione
transitoria
una
che
EpUteto,e
ci
dà
onde
cuore
accompagnata.
le terribili verità scoperte
Dunque, ammesse
ci resta
fare perchè la
dal pensiero, che cosa
a
vita non
ne
divenga proporzionatamente infelice?
Come,
ottenere
che
quelle
nonostante
riesca, quanto più si possa, tollerabile?
ci
il
anzi,
Leopardi
nuale.
tutto
Ecco, di
dalla
quello
fu
nuove
e
tanto
dei
tanto,
del
propri
delicatissime.
Manuale
in
i benefìci
di
In
quel
comporre
una
mondo
moti
più
in
suo
idee
ecco
Marivate
de-
ispecieda
interni, che
tutte
per
lui
di osservazioni
s'insiste
effetti della
EpittetOfin Opere
o
e
sorgente inesausta
una
su
a
esperienza
studio
sempre
inteso
Ed
essa
palmente
princi-
rassegnazione
óU G» L., ediz.
cit.,II, 214.
e
della
pazienza
sulla
e
di
le
e
più particolarmentesbandire
di
viver
nostro.
Bisogna,
azione
altro
offendere.
giorno
che
ci sia
L'apice
della
al
lunque
qua-
che
qual-
Non
stesso.
sapienza
facile
dei
ad
ora
mali
quella da
a
del
piacere in
starsi
disgunessuna
per
determinata
una
r estremo
simile
quei
nocevole, sin che in lui
giorno, e quasi
come
tativa
aspet-
effettive
negligenze e
sue
futuro
un
per
l'ardente
provar
per
piacere
per
proporsi
poi
il
chiaramente
vediamo
di
che
amico
azione
sua
corre
Oc-
occupazione, cercarvi
ovvero
fine
deir
nei
speranze.
condizioni
dalle
diversi
così
ridurre
lontane; quelle visioni remote,
cose
sogni
199
necessità
i desideri
confini
stretti
più
«ZIBALDÓNE».
LO
ATTRAVERSO
contrario, di
non
volontà
sarebbe
di
quello
ottenere; vivere
vita
una
lui stesso
essere
Fuggire
ora.
per
tutta
vissuta;
sempre
terna,
incurando,
pro-
occupato
esteriormente.*
Siffatti
ad
consiglidi
intervalli
del
di
ogni
voler
far
a
cosa
ferite. Per
tal
d' idee
contrasto
*
Fens.,
1826),
200
(24
marzo
parrebbe
rapido
diversi, in alcune
VII,
175-76
dolore
che
(!« agosto
(30
ste
que-
nullità
di
delle
di
quelli
nostre
concetti
Zibaldone
1826),
1826),
marzo
di
così
c'è tanto
altra fatica sarebbe
poca
(30 dicembre
1827). 209
dello
lazioni
specu-
la
ciascuno
alternarsi
pagine
120
evidente
più
il crescente
colle
ciascuna
come
e
sempre
umana,
temperare
più brevi,
ognor
pessimismo;
volta
è
Iftlosofia pratica si avvicendano,
189
1827),
132-33
(21
(28 gennaio
218
oc-
bre
settem-
1827),
(7 aprile 1827).
200
CAPITOLO
air autore
corsa
Phlino
di
e
contrari,
meno
della
suicidio, si fonda
il
onde
desiderabile
Ma
impaurito ricorre
le sole
armi
nella nostra
quale, non
natura;
prata
di
ogni
Vedi
di
*
Dialogo
di
il
vita,
che,
ad
la
speranza,
ci
dal
ricordo
prof.
Plotino
Porfirio^
stacco
di-
alle
e
un
e
vince
il violento
amano,
497
ado-
è
che
orrore
compenso,
di
tanta
sereno
la vita
onde
supplizio; e
e
di
dolore, è insita all' umana
classica^ Vili,
Plotino
al dolore
risorgeredella
fatte
giuste osservazioni
di
Il dialogo
leopardiano
Filologia
sottrarre
immancabile
le
scritto:
Studi
a
filosofia pratica:
della
vita, segue
che
persone
riconosce, quasi
E
la
più
tenze,
quelle sen-
eglitocca!
il
è il
«
cosa
quali potesse
dell'atto
altro
quasi
lasceremmo,
suo
che
Torror
dalle
*
corde
è
essere
morte
vere
tali le
stesso
se
distruggere
a
quello
e
il certo
meno
e
le
povera
ogni procella;e
non
migliore d.*
riconoscendo
con
alla morte,
il
mali, la
agliargomenti
perdita!E quali
pur
la
e
appunto perchè
anzi
r amico
che
ai nostri
agli uomini,
Plotino, pur
parti
quelle speculazioni
su
che, dunque, la
e
valevole
rimedio
solo
appunto
si dimostrava
deir essere,
meglio
due
dendo
leopardiana/ Porfirio, difen-
filosofia
stessa
concetti
due
piuttosto le
ma
altri
in
avviene
come
non,
stesso' genere,
dello
componimenti
0
quello
interlocutori
i due
Porfirio,dove
personificanoin sé,
più
qualche dialogo perfetto:
cavarne
per
dialogo più particolarmente come
un
di
IV.
P.
e
quali
pieno
Tocco
nel
Porfirio,
segg.
in
Op.
cit.,II,
70.
in
ATTRAYERSO
di
e
Così
lagrime!
più
ancor
di
indegne
le idee
della
norme
che
è
di
quel
«
dal
filosofia
quale
ci governa
oltreché
ragione, ci
insieme
eh'
Questo
alle
individue
»
Op.
'
Canzone:
ogni
cit.,II,
con
ad
esempio,
destino
stessa
sua
tro
en-
per
par
trasto
con-
zione,
commo-
il
esempio,
petto.^
dirò
sapienza riguardano
l'intera
da
tanto
società
basso
così
poter
che
costituire
al nostro
autore
rilievo
sepolcrale.
le
e
umana;
75.
un
invece
più allargando
sempre
sociale
Sopra
menti
argo-
dicendo:
altro
come
vanno
altre, e
l'intelletto,
air intelletto
di
norme
ciò,
poeta, per quel
pietade ai più costanti
fondamento
vero
il cui
D*alta
che, anzi, si
une
come,
felice,invade
quelle
persone
egli, nella
:
Appar
lasciando
Ma
che
se
tutte
in
fatto sentire
è spesso
mirabilmente
ritrae
non
e
che
an-
vita. E
derivano
si
dimostrato
sì tristo al
e
appunto
l'uomo,
».*
qualche leggiadraimmagine
quella della « giovine morta
»,
si lieto
l'animo».
del-
senso
pratica, consiste
dell'animo,
contrasto,
di
dire, al
non
telletto;
all'in-
Porfirio, perseveri nella
senso
che
quello
Tale
tal
e:
veramente
non
suade
per-
mostrarsi
basta, perchè
tanto
discorso
ottiene, ci
ne
di
col
e,
possano
modo
principio supremo
le
che
cura;
sì, per
Ora
il
Plotino;
umane
qualche
ma
con
vince
cose
201
«ZIBALDONE».
coir effetto
le
come
LO
dalle
quel
non
202
CAPITOLO
sino
era
terribile
uomini
negli
sia
madre,
alla
V
e
citerò
La
mia
a
odio, non
chiamati
esser
0
a
de' mali
mal
ma
vero
pur
filosofi,
e
idee
somme
»
Pene.,
umore,
quel-
odio, che
tanti
vorrebbero
non
del male
tutti
che
gli altri
nella
loro
abbiano
361-2
mia
tri,
gli al-
filosofia
mini
discolpando gli uo-
e
o
se
altro
non
all' origine
il
vera
».^
filosofiche
VII,
che, giustamente
tutti
La
altri uomini.
principio più alto,
insieme
più precisa
natura
sua
misantropi,portano però
simili,sia abitualmente, sia
la natura,
cosa
de' viventi
contiene
di
ma
;
misantropia, di
quel
guarda
creduti
dagli
Insigne fra
fanno
ne
accusano
totalmente, rivolge Y odio,
lamento,
quella
a
ce
ingiustamente, essi, come
d'ogni
rea
stessa
una
chi la
a
Y
a causa
particolari,
ricevono
fa
molti
sono
a' loro
occasioni
scitar
su-
è conducente
non
parere
spegnere
non
né
cordialmente
in
solo
può
sistematico,
tanti, i quali
la
questo:
la
a
sanare,
deve
la guerra
luoghi che
i
come
esclude
natura
tende
e
Fra
filosofia,non
superficialmente,e
r
anche
comune
misantropia, come
sua
che
proco
danno, reci-
figlid'
i
tra
mente
final-
trova
il
comune
:
amore
gliopprime.
testimonianza,
«
tutti
dunque
tutti
che
Lo
trovare.
scambievole
quella benevolenza
della propria infelicità
certezza
in
crudel
di
riuscito
qui
a
IV.
è
questo luogo,perchè
pienezza e
assunto
a
cui
(2 gennaio
fino
era
1829).
nella
forma
allora, le due
giunto
il
Leo-
204
CAPITOLO
che
fondarsi
di
tali
lato, ci
fa
rammentare
La
o:
il desiderio
natura
della
dato
la
senza
che
il
in
considerato
:
l'altra
di
molta
nulla
che
significa
r
può
Y ultima
che
finisce
fraternità
volonté
comme
voilà
leur
tout
vonloir
tout
donleur
:
la
«
a
c'est
étre
c^est
non
326)
comme
prìncipe
un
la
462
douleur
la terza, che
seconda:
di
il
non
aver
».*
Manoscritto, ciò
idea
del
dolore
non
resti
spirito
; perchè queltorna
si
dice:
une
besoin,
«
ognora
a
svolge dalle
1829). Il filosofo
tedesco
(Le
Vouloir, s'efforcer,
inextinguible. Or
soif
un
*,
(16 settembre
done
Zibal-
Aggiungi
nature, nécessairement,
par
sere
es-
nulla,
saper
sole che
come
il
generalmente
universale,
cìt.,I,
:
pour
proie de
Ibìd., VII,
suo
(27 maggio
Pena., VII, 454
di
la morte
dopo
risplenderleaccanto,
monde
dalla
parola dello
uomini
l'una
solitaria del
altra, della
*
gli
quella suprema
dominatrice
siva
compren-
che
nulla.
essa
mai
più
quest*altro luogo
esser
con
se
sintesi
3).^ Ritorna
tutto
mai:
sperare
ella
di
verità
non
di che
ha
non
siede
pos-
fatto
dipendenza
a
Ma
abbia
come
crederanno
non
ha
Due
«
non
la felicità nel mondo
Leopardi
pessimismo,
sogno,
bi-
vero
questo bisogno
queir idea, nella
ancora
chi
dato
di soddisfarlo, senza
possibilità
posta
aver
bisogno;
chi
Or
penhauer:
Scho-
solamente
cibarsi. Perchè
di
è infelice,come
felicità,
nemmeno
suo
il
anche
dello
ci ha
non
cibarsi, patisce di fame.
ci ha
immagini che,
felicità,ma
quel
come
la
argomenti psicologici,
rivestita
cotesto
per
i consueti
su
la vediamo
IV.
1832).
manque,
donc
quUls
doivent
une
venir
de-
ATTRAVBRSO
squarciate
nuvole.
rinasce,
appunto
agli
la
ginestra
il
deserto!
E
e' è
poi
il
palpiti;
pensiero,
205
«ZIBALDONE».
perchè
antichi
del
LO
che
cuore
e,
la
sempre
rinata,
col
cessa
non
suo
è
che
poesia
sempre
profumo
di
gliarsi
sve-
come
sola
con-
Capitolo
V.
PERIODO
SECONDO
POETICO.
IDILLI.
I.
Guardando
alle
dair
componimenti
altri
di
autore
fare,
suoi
nei
cotesto
infine,
e,
la
condizioni
alla
forma
e
dal
sorte,
flagello
comune
poetica,
il male
che
da
1'
d'arte,
e
più
il
Leopardi
il
mondo
nei
guiti.
se-
riamente
originadelle
una
felici, perchè
pensiero, neanch'essa
significare appunto
opprime
in
uomo
ceva
fa-
è
esso
;
sue
ne
primamente
forma
innocenti
del
eh'
ciò
sformare
tra-
alle
umana,
lui
ritraente
presso
di
vita
a
V idillio
corrispondenti
cotesta
più
Col
pensiero.
da
in
disegnata
come
la
pare
riap-
anche
egli trasformava
antichi,
e
che
possiamo
suo
diversissima
oggettiva
libero
del
animo
in
aveva
d' idillico
vedere
guardare
neanche
egli
di
tracce
numerose
canti,
qualità
più insigni esempi
sue
tanto
storia
di
cosa
Così,
quel
medesimo,
maniere
una
eh'
a
imprimendogli
nuove
simili
poetico
linee
se
e,
alle
ultimi
genere
grandi
stesso,
titolate
in-
primamente
cosi
poesie
sue
ad
sfuggì
ogni
quel
tutto.
altra
flagello
SBGOraK)
Avvezzi
PBBIOIH)
considerare
a
il
dell' amore
paesana
e
accennò
a
scene
nella
sua
s' immerse,
men
da
gli vivesse
d' attorno.
spirito e
lo dilettava
le
erano
dei
esempio questo
tempo,
varie
0
del
si
Per
che
cotesto
dai
scoprendo
prima
si possano
nostri
vare
tro-
di
ogni
pienezza delle più
il campo
tenevano
piii
campestri:
e
scrittori
col
studio
nell' età
nel
scarse
di cui
qui
cuore
del
quelle appunto
lato, egli,più di ogni altro italiano
di
ci fa rammentare
tali suoi
cose
sufficiente
quegli stranieri
primi anni, poterono
loro
e
stesse
sublime
allo
nella
gnamente
de-
ritrarre
dunque
che
stanti
co-
e
recanatese.
moderno,
sin
tale effetto
a
impressioni della vita, furono
manchevoli
parla, e
rari
più
quanto
così care,
più
moto
paesane
quali,pur
i
forti
tutto
giovane
cose
a
venisse
che
degli altri
storia
presso
e
ogni
ciò che
tutto
di
tanto
amorosi
addestrava
verso
detto, ciò
propriamente
nella
in
cui
le ebbe
meno
filosofare. Oltre
assiduo
suo
o
in
pure
è ch'ei
vero
poesia, fece
non
quellicoi quali si
cui
immemore
pure
di
tentativi
e
o
non
vestirle
in prosa
dello
E
il
quegli studi
ignaro
parer
esercizi
di
poesia.Ma
un'idea
quella vita
tutta
a
pose
campestri, di
di
care
intendendo
ma,
sogliamo farci
egli
quelle
spesso
le ebbe
non
eh'
dai lati onde
Leopardi
principalmente è famoso, non
giusta
S07
POETICO.
godere
moti
che
la vita
intimi
n'
notizia
eran
e
delle
dello
vamente
effetti-
campagne.
studio
cagione, ci
le tracce
sentire
che,
Or
alle
intorno
già
porgevano
degli Idilli che
di
si
leg-
3108
CAPITOLO
nelle
gono
a
Sinneriane;
carte
trovate
nei
insieme
ci danno
di
vita
di
di
sÀV Abbozzo
Galline
«
alla
loro
lontano,
che
gran
di
tosto
da
tutta
altre
forma
una
intensamente
da
tecipava,
par-
quello che,
Nelle
suo.
neriane,
Sin-
carte
accenni
altri
tornano
al
appartenenti
veduta
alquanti passi
scendendo
vista ;
altra
sera
solitario. Campagna
coperto. Passero
che
la
spontaneamente
declivio
villani
e
fatto
le
e
Telesilla,si leggono questi:
stanza
in
une
così diverso
aveva
preceduti
di
giovane
mondo
un
più importanti,
Le
immagine
il nostro
studioso,
come
V
sopraggiunte
ecco
manoscritti.
nuovi
cui
a
ma
quelle,anche
Y effetto
compiere
V.
si perdono
essa
per
in
dell' infinito
immagine
D.
Come
di
si
poetica:
erano
paesaggi
piccole non
che
voleva
ciascuna
il
suo.
Di
ma
tale
di
sentir
esse
nulla
parentela
appunto
con
che
lui stesso.
da
V
toglievaal
quella
il
si
cose
Leopardi
qualche
il loro mol-
intendessero
origine e
i fini ;
diletto immenso
delle
che
di
intanto
udire
quelle tutte
comune
dar
ineffabili;a
d' intendere
poteva ignorare
ignoranza
la
moti
ciascuna
parola affettuosa, persuaso
tiplicelinguaggio, e
grandi,
cuore
dire, da
che
Dalle
spirito.
suo
dalle
suscitarglisiin
sentiva
il
di
singole note
di
dentro
ricordi
proponeva
come
dispiegavano interi
meno
egli si
ancora
singoli tratti
armonie,
altrettanti
erano
cui
campestri, a
scene
forma
vede, questi
cose,
ciascheduna
che
rivava
de-
aveva
SECONDO
Ancor
nelle
del
disegno di
Luna
caduta
secondo
che
donna
sedente
alla
fra
frutteranno
—
taci ! che
Anche
di
diceva
e
T altra in tuono
ci ho
nella
braccia
Y
una
loro
e
donne
Dio
che
voglia
Tarte
fantastici
soggettivie oggettivi,
sogni propri; dialoghidi
e
femminette.
Ma
nella
ogni disparitàdi
condizione
comune
medesimo
non
della stessa
era
qui
che
e
Oh
—
vivi
da
avrà
menti
ele-
reali ; impressioni
elementi
dei
».^
ec.
villani
idillica ;
uno
ti
quanto
sa
complesso di
: un
zen-
vano
discorre-
particolaripiù
scene
interezza
il
flebilissimo
e
altri
con
sentii
io
sotto
Chi
—
tanto,
speso
onde
:
condo
se-
riso alla compagna
e
qui dunque,
rendere
carni
porsi le
più precisi,storie
e
le
nere
che
Luna
sogno.
seta, de' qualidue
da
loro
il mio
consigliavaper
luna
dale. Bachi
alla levata del sole.
padre. Iride
i villani fa
una
Pioggia mattutina
delle tettoie.
mio
di simili
le tracce
napoletane; eccole:
carte
Idilli. Ombra
209
POSnCO.
più importanti dissi
componimenti
dc
PEBIODO
e
di
si perdeva
e
il
poeta
componenti
famiglia campestre.
II.
Tanto
del
la
dunque
era
Leopardi
a
Y amore,
quella vita
consapevolezza colla quale
*
Carducci,
op. cit.,p.
idUlio
che
leggesì abbozzato
e
tanta
anche
(p. 48)
ZUMBIKI.
le
tracce,
47.
sopra
Vi
nelle
si
; ma
la
zione
partecipa-
non
minore
apparecchiava
si
a
riporta (p. 50) un altro
stesse
carte
napoletane,
ricordate, delle
Sinneriane.
14
210
CAPITOLO
darle
bellezza
nuova
differenze
gì'idilli
tra
anche
dovevano
anteriore
Mi
stesso.
del
basti
Sannazzaro,
la
di
burleschi
Ecco
gì'idilli
che
il
della
di
le
sostanza
non
qui espressamente
di
1
tanti
Pens., I,
166.
I
egloghe
bellissimi
bella
quanto
di
la
nella
zezza
roz-
più
sono
burlesco
hanno
e,
si
poesia pastorale,
natura,
stessa
può aggiungere,
che
di
esso
e
apparenze,
quanto
appunto
erano
pur
nella
in
non
«
poesie rusticali
Teocrito
potrebbe
non
dall' arte, per
le
né
Yarlungo ec,
distinta
quella poesia
e
luogo:
tinta :».^
Teocrito,
nome
tempi diversi,
suo
le
ma
da
fonte
sua
di
sono
non
verità, se
una
la
le
intendeva
questo
ec,
ec.
nettamente
ch'ebbe
da
citare
quelli,che
spesso
che
men
quelli di
a
mirabile
e
o
Nencia, Cecco
similissimi
molto
né
sapevolezza
con-
la forma
come
autori
idilli teocritei
veri
come
e
i suoi
e
la
e
gioni
grandi, che per rafra ogni altro esemcorrere
pio
propri componimenti del genere
quelle,più
simili
nostri
E
di
in lui
quei sentimenti,
medesima
natura
si convenisse.
loro
meglio
così
loro
nella
trovava
altra
ogni
sentimenti
cui, meditando
per
in
questa, andavano
in
spontaneità dei
la
congiunti
Come
nell' arte.
anche
impresa, così
sua
V.
essere
le
egloghe
ricordate,
altri autori
ma
nostri
il difetto
mai
emendato
del
ancor
a
ha
cui
perfetta.E
classicamente
pur
di Mosco,
non
genere
in
come
tali
Sannazzaro,
i
nimenti
compo-
cui, con
que-
212
CAPITOLO
sciamo, Le
vi
lui
seguiti,o
Dameta,
a
prendeva
nota
quei
per
farne
di
basti
e
a
dipinture di
volse, cui
dir
nulla
labbro
»;
e:
Mille
viso
smorto
Fiso
«
di moti
Se
al
di
a
esse,
cui
così
anche
componeva
^
lo
*
Op, ined., II,
*
Ibid., II, 378
O
tra queUo
'
Indice
del
Qaest'
1821,
non
25
e
377
e
e
febbraio
chi
;
descritti
dei
chio
rocMa
poi
si
non
sullo
menta
ram-
Consalvo?
altri idilli sino
lasciasse
non
vita
pestre
cam-
partecipava. Di
fatti
corrispondenti
idilli scritti in
Spaventonotturno,
e
«
note
moribondo
nel
che
credere
degli
uno
intendo
II
*
»
sonale;
per-
copria:
II rimirai,
amorosamente
ogni modo,
in
più
sue
lacrima
videva
di-
immagini
impressioni di quella
le
notare
tutto
leggere qui:
a
conservò
non
da
1819, è tuttavia
mai
nelle
gli diedi
o
spesso
la morte
delle
dischiuse
atti simili
fece
dal
opportuno.
che
alcune
dapprima
baci
e
poi non
che
non
cui
sentimento
un
luccicante
potè, più
nella
narrata
tempo
cuori
Certo,
stesso.
se
a
comparire
a
consiste
e
Filino,
uso
due
prova
presenti tornano
mi
esempio moderno,
fatti veri, di
sono
sempre,
classici,
figliosuperstite: probabilmente
suo
di
quelle angosce
per
di
morte
altro
uno
Ma
agli esempi
altro
qualche
a
della
pietosa storia
padre
simile
la sostanza, eh' è nuova,
altera
non
di
notare
Ciò che
nel 1816.^
scritto
rimembranze,
sì possa
da
V.
dove
si
l'anno:
quelun
pa-
segg.
379.
il
'21, come
potrebbe
credersi
dal
citato
1826.
Indice
però, assegnando
altera
in
sostanza
2^gVIdilli
quella,
fissata
la data
del
primamente
1819-
dal
SECONDO
store
PERIODO
all'altro
narra
fatto di
un
esperienza il poeta,
se,
di cui
è
si tratta
qui
nelle
accennato
di
e
e
caduta
Luna
proprio, il
suo
al
stesso
soggetto
discorsi
e
fa
di
queir
nere
le
loro.
Il
poeta
stesso, al
altre
ricordi
carte
si hanno
Ma
voler
o
distìngue
senza
più
che
forma
In
0
le due
valore
parte
nn
e
prime
e
di
di
di essi
forme
questo
tutte
che
e
le
in
leggono
1819
anno
bisogna
storiche, di cui
intrinseche
di
Cosi
quei
tempi
talvolta
è
ed
che
il
costruisce
facile
considerare
gV
Idilli
componimenti,
che,
al '21,appartiene
sempre,
dove
altre
proprie
abbiam
sulta
ri-
avvenga
corsi
tervalli
in-
T ultima
il poeta.
sostanza,
sua
canzoni
ponimenti
com-
argomenti
siano
poetici, quando
la prima
ispirazione e
dobbiamo
gruppo
nella
fra
data
però
qualcuno
per
complesso
loro
caso
come
giunga
lunghi
men
abbia
ogni
lavori
il
Non
ragioni
uno
fondamento.
dei
anche
naturalmente
come
medesimo
periodi ch'egli
quei
buon
anno,
si
insistere.
per
di
più
a
quei
simili
determinazioni
appartenere
accenna
del
debbo
quelle
essi,
potendo
di
detto
a
fra
indicazioni.
precise
né
di
stesso, che
in esse,
fatti
mancano,
estrinseche,
Anzi,
di
ciò, che
da
parte
accenni
genere
voglio
non
nei
cercare
critico
del
personali
ciò
molti
dai
napoletane.
persino alcune
sn
talvolta
e
anche
medesime
simili
ci si conferma
sempre
pregiudizi
a
meno
al
gno
so-
componenti
o
riferire
il
intorno
nelle
Infatti, la maggior
dovrà
evidente
dai
1819.
Così
».
contenuti
che
Luna
"r
accenni
pensieri più
effetto
quale
si
e
di
diatamente
i», sia imme-
altro:
altrettanti
come
ricordo:
quel
contadinesco
gli altri
tal natura,
famiglia
una
che
carni
discorso
e
tracce, appaiono
rioso
napoletane.Cu-
sogno
da
vedemmo
che
delle carte
il mio
avuto
aveva
certo, il sogno
il medesimo
secondo
i villani
cui
par
è
significato,
seguito
secondo
come
tracce
molto
213
POETICO.
al
tempo
composte
e
costituisce
detto
secondo
che
dal
come
diani
leoparnel
intercede
'20 in
una
periodo
si
pure
suo
fra
poi.
Ha
prima
poetico.
214
CAPITOLO
è
sogno
così
commentato
poco
credibile
poeta,
se
descrìtto
così
poi
spavento
dovessimo
di
e
insieme
Alceta
:
medesimo
in
tanto
in
ricordi
da
che
evidente
questa
obliare
in
parte
dal
avuto
dalle
ce
trac-
schiettamente
è
simili
plici
sem-
sentazioni
rappre-
riusciva
gli
pestre
cam-
dai
meno
altre
e
la vita
per
non
obbiettive, in cui
di
parrebbe
plice
quel linguaggio,sem-
pittoresco,tutto
dunque
e
quelleimpressioni di
pastorale! La simpatia dell'autore
risulta
ci
argomentarlo
maraviglia e
e
Melisso,
a
due, che
e
quello il
esser
ricordate
da
tutti
tra
non
testé
y.
talvolta
stesso.
se
III.
ciò
Tale
simpatia, come
che
di
più
di
di
differire
perchè
in
sentimenti
la coscienza
in
del
cui
suo
cuore
in
le
echi
cose
bra
omtore,
au-
italiani,
negli idilli teocritei.
differivano
generale,
Rousseau
potenti. In
campestri
V
il nostro
rusticali
profondamente
del
giungo,
sog-
dagli altri, quanto
e
quelli ritratti
moderna
ora
è pur
non
sua
quelli, doveva
come
già gli scritti
destavano
verso
vera
e
notò
come
neanche
dagli uni
tanto
essa
componenti
tutto
nella
più moderno,
che,
nei
del
manca
moti
burlesco
abbonda
Appunto
di
avanti, è
poco
notarsi
possa
più personale.In
quel
se
non
moderno
idillica. Dissi
poesia
ricordavo
non
ma
essa
dai
pur
ancora
malinconico
e
il
i
e
Werther
lui, siffatta simpatia
escludeva
certi sentimenti
SECONDO
onde
la vediamo
talvolta
alV
è
E
di
da
dominato
ne
ricordi, che
anche
quegli
a
seria
animali
il
erbe, la cui vita
le
Fra
ora.
carte
poletane
na-
cotesti
cordi,
ri-
campi,
ed
quelle piante
sentiva
Leopardi
tracce
ai soliti
e
a
e
colla
congiunta
costante.
e
in altre
leggono
ai soliti contadini
riferentisi
ed
affini;tutto, invece,
pubblicate sin
non
all' ironia,
testimonianza
si
in apparenza,
poeti moderni.
tenerezza
una
nuova
porgono
altri
sommi
altri sentimenti
ad
e
umore
ce
almeno
temperata,
rassomigli in qualsiasimodo
che
qui
215
POETICO.
alcuni
presso
pur
Nulla
PERIODO
vita
umana,
ave
Maria
così
tamente
stret-
cito
i
guenti
se-
:
Contadino
«
«
Così
sulla
ec.
lucciola
me
sulla
e
ch'io
misericordia
—
ma
posi
vedessi
in
addosso
alla
la
idillio:
guardiano
a
giovanotti
ec.
ec.
al
comparisce
quell'anno ec.
—
—
bosa
er-
none
lanterla
prima
dei
uno
io domandava
terra
fra
ad
poverella,l'esortava
colpì e gittò a
—
finestra
una
sotto
ec.
da
d.
due
—
—
come
giù
abbandonata
chiesa
si sballottavano
—
mi
».
intero
un
del
casa
scherzando
sedevano
s' alza, gli va
ec.
alla
piazzettaec.
gradinata della
ec.
due
presso
metteva
di
campo
sbattere
o
alla
volto
giovine
acerbi
ed
l'abbozzo
come
malinconichiss.
era
che
poi
suo
un
verde
bianchi
pomi
Giardino
e
io
i
albero
del
morire
verde
*1 requiem
e
tugurio,
suo
alberi
veder
messe
una
Ecco
sugli
duole
mi
segare
un
alta
poco
le
porta del
sulla
ceternam
luna
dicente
e
zarsi
al-
tornò
216
CAPITOLO
air altro
ec.
da
alzandosi
lavare
come
lume
di
ec.
tornò
fa
piede ne
e
poi ec.
fine
il
di
e
debole
guizzava
mondo,
e
gentilidei
anime
che
*
Di
Giuseppe
Colleghi
di
sanatense,
a
cortesia.
la
stessa
della
e
anche
lui, mi
di
la sorte
avuto
ec.
gente
nuova
casi ; bastando
cui
dalla
voluto
salvare
celeste,
crudeltà
del
sopravvisse
del
copia
col
gura
scia-
alla sorte
stro
no-
ancora
Quanta
vita!
miglianza
so-
quelli di
e
tempi, del Burns,
Egli stesso,
le
polvere
come
sentimenti
ho
Commissione
esaminare
egli col
oppressa
le
e
alla
nostri
tracce
Chiarini.
la
avrebbe
luce
compiangeva
queste
ed
era
simili
cui
codesti
tra
un* altra
che, quasi scintilla
istante
qualche
per
quegli se
—
fra
il
lucciola
ma
—
umana,
tenebre
le
tra
tempo.
la
lucciola, alla
come
piccola innocente
che
dopo sparisce
parla
altri
creatura
altrui. Oh
violenza
tro
den-
s' inteneriva
giovane poeta
una
quei
».*
si
della
questo
a
com'
lucida
il resto, dove
dice
buzzarona
la cancella
sopraggiunge
al mio
la
striscia
una
per
ec.
debole
già
fin che
Lascio
che
voluto
porca
:
finestra
Intanto
—
ec.
alla
poco
ec.
avrei
—
cocchiere
Se vedeste
vero.
cappello; e
la fa cadere
botta
tornare
quella finestra
accorse,
figliadel
affacciatasi
e
piove da
un
risorta
era
la
nel
piattello,
un
Nero
di
cena
Stanotte
:
ne
intanto
—
V.
ad
altre
pio,
esem-
topolino,al quale
dal
mio
ottimo
degli
consenso
mi
amico
altri
suoi
ha
coltà
fapoi data
leopardiana,
nella
Canapoletane
depositate
prenderne
appunti. A essi, e specialmente
carte
di
dichiaro
grato
quanto
più
so
e
posso
di tanta
PERIODO
SECONDO
egli stesso, arando,
di
avvezzo
in tutto
sua
la
non
forma,
sentiva
cui, allo
gli
modo,
stesso
humour
vera
e
simili
o
i moderni
tra
nulla
stessa,
di
per
novelli
vincoli
mondo.
E
già
lo
col
finisce
si
e
di
novelli
prevalere
dove
dalle
sono,
come
anteposta
a
così
arieggia
scozzese
al
legatidi
del
cose
la
altro
mai
al
sua
stessa
angosce
quella dell'uomo;
patria
conia
malinmento,
senti-
Leopardi;
prima
degli animali,
sorte
nostre
Leopardi
sono
ogni
della
sempre
parentela
quando
che
po' del
una
alle
affetti
sopra
la
il
comune
Burns,
fine
di
ogni modo,
di
o
essi tutti
quale
poesia qui citata,
è
e
patrie
la
nella
E
fragile
un
il Burns
quella
stesso
il
mesceva
In
diverse
a
sotto
sguardo.
mai.
altra
rassomiglia più
vede
si
e
la tenerezza
tra
tolgono
coscienza,
come
di
zese,
scoz-
campagne
spezzato
ma
differenze
poeta
allo
pietà si
profonda quanto
e
tali
consueto;
Nulla
quella margherita,
aveva
colla
*
dell' anima
offrisse
in
!
parte
una
native
si
persino
stelo ?^ Certo, anche
suo
come
ciò che, nelle
qualunque
del
quelle parole
sentire
a
il nido
disfatto
aveva
che
affettuoso
più
217
POETICO.
e
il
interne, è
poeta-contadino
Pastore
futuro
beri
li-
errante
dell' Asia.
'
To
Plough,
a
November
Glasgow,
^
To
Plough,
Mouse,
1802,
a
1875,
Stewart*
in
up
8
her
in
edition
Nest, tvith
the
of BuRNS'Pocm*.
p. 47-48.
mountain
Aprii
her
turning
on
1776:
Daisy,
ibid.,
on
p. 27-28.
turning
one
dovon,
vÀth
the
218
CAPITOLO
Y.
IV.
Da
tutta
questa
di fatti
sostanza
sentimenti
e
appena
accennati
nelle
venuta
fuori
specie d'idilli soggettivie
una
Tali
insieme.
i due
dire
essi
si
non
più squisitosi
del
idilli composti,
gli altri
notturno, nel '19,
il tutto
misti, in cui
sarebbero
insieme
semenzai
così
anni
da
cose
dal
e
loro
cordi
ri-
tutti
vento
Spaseguenti,
quasi
esser
quei
nimenti
compo-
della vita campestre
in
via
tracce,
Cogli occhi
termine.
a
di elementi
animarsi
cui
le stesse
osservate
cose
due
dicevo, benché
entro
condotti
mai
il medesimo
nei
e
citati
nei
poetica.Ma
le
nuovo
lo
spirito
interpretatose stesso, quei
come
per
più
largamente descritte, e
state
avrebbe
a
o
concezione
della
di
su
gettivi
sog-
contrario, in
come
parte soggettiva abbonda
la
di
Per
autore.
nostro
elementi
ammirare
possa
mente
vera-
possono
specie prevalgono
quellidella prima. E poi i medesimi
sono
non
proprio ciò che
di
presentati
rap-
ricordati, perchè in
avanti
poco
della seconda
i caratteri
leopardiane,sarebbe
carte
ponimenti,
com-
di formazione
non
furono
tali ricordi
a
Leopardi, a tali,vorrei dire,
vediamo,
poetici,
muoversi
come
quellestesse
di lontano,
immagini
di ammirarle
palpitandoegli si affissava,bramoso
dell'arte.
vive anche nelle più vaghe forme
220
CAPITOLO
invece
glispettacolie
le visioni
dell* infinito. Vi
giano
e
del
proprio
ebbi
e
Y.
poeta;
dire
a
là balena
dalla
pur
prima
tale
ciò
eh' è
volta
che
all'anno
ni'
co-
scrissi, « qua
ne
di
quel
confermato
non
dello Zibaldone
si dette
in cui l'autore
corde
(con-
Idilli,ritraggono
spirito fra
alla
filosofia,^
ma
pensierifilosofici dello
i
manoscritto, appartenenti
mondo
più notevole,
giudizio parmi
dal fatto che
dello
tutto
*)circa
quella,più antica, AdV Epistolario
con
ancora
dolore
poi un
è
testimonianza
nuova
della natura
universale
significato
un
come
d.^ Or
dolore
la
ma,
le bellezze
o
il dolor
stesso
vicini al tempo
il
veramente
primo
personale
sì
degli
ondeggiar
e
quello
del
nostro
tore,
au-
intero.
V.
Pervenuto
entro
per
di
doveva
necessità
che
affanni
storie
dunque a quel punto, il
le vagheggiate concezioni
così
che
procedenti
Saggi
realtà
un
critici.
volentieri
di
nuovo
dalle
libro
Napoli,
veramente
Epistyllyll^i
lettera
»
Pena,, I, 249,
50.
intomo
francese
1876,
al conte
al
era
che
an-
anche
prese,
meditazioni.
nuove
Morano,
*
sin allora
aveva
partecipato.E poi
come
i propri
vita, quelle
ogni altrQ sentimento,
antico, prendesse,
Di
quella
cordialmente
naturale
*
più
campestri, alle quali
scene
e
non
ritrarre
idilliche,
più
le qualità
Basterà
a
Leopardi,
in
p. 109.
Ó. Pepoli. Bologna....,1826.
SECONDO
della
Morte
negli Idilli,alcune
se
amorose
dolorose
e
degli Idilli coìTÀppresPrimo
col
e
delle
rimangono più o
T effetto
come
pensiero
tutti, il Sogno. Com'
è, del
visioni
in
del
fa, per
Trionfo della
del
immagini
tempo
alla
Morte.
Si
noti
delle
il
secondo
però
Leopardi
più antico,
far
nella sesta
capitolo
che
le
innestò
che
già
Così, quando
sue.
zone
can-
miglianze
so-
in evidenza
mettere
a
che
poeta
Che
parrebbe
lievemente
ahi, che
sulle
da
più
chiede
far altro
non
è
cosa
questa
s'addimanda?
morte
la
mutata,
che
ripetere,sotto
preghiera
del
forma
Petrarca
a
:
Deh
Eppure,
dimmi
dove
la cui
^
ponimento
com-
donna:
sua
Laura
nel
concorrono
Ahi
ei
molti, ed
ogni lettore, quel
e
saputo
aveva
da
rammentare
più rispetti,
sentimento
nuovo
fra
notevole
notato
Laura
di
morte
che
ripiegarsi del
petrarcheschedescritte
stesse
il
quelle idee
recente
ad
le stesse,
meno
in
stato
perchè,
impressioni
Esempio
era
evidente
resto,
ci
due
del
medesimo.
se
su
Amore;
antiche
altre, invece, vi si trasformano
furono
%%ì
POETICO.
il confronto
persuadercene
samenlo
PERIODO
Trionfo
se
'1 morir
è sì gran
questi parlava
idea,
della
non
Morte,
che
II,
30.
soltanto
scemare,
pena.*
di
fa
quel
più
saggio
pas-
viva
222
CAPITOLO
credente
che
mai
nel
una
beatitudine
la fede
sullo
eterno
si doveva
Qualche
donne
di
due
loro
di
affacciare
e
allo
accanto
deir
amore
che
due
sorelle, di cui
ragionando
T
Forse
venisse?
dagli
momento
ha
del
l'antica
del
di
in
In
•
St
Sogno,
confessione
«
ella
e
dal
cit.,9.
di
ad
cielo, e,
risorta
non
mai
in
mai
esistere
L,, VI,
è
tutto
non
a
sa
5.
un
stite
supersin
provata
pianto.Laura,
giorno
un
bella
*
d;
la
ma
ignuda
altro
che
]",
nella
di vita eh' ella
nell'uomo!
dire
se
sia
sopravvivere alle
Bt. vi,
tiva
pa-
per
L'infelice
tutto
forse
medesima
M,
tutta
dire donde
saprebbe
beltà.... fatta
di
il fato di chi abbia
morte
sé
di chi tanto
cuore
che
più
n
che
Sono
tempo.
un
lui, e in quella sola forma
terra,
poi
*
cezza
dol-
nulla.
del
continuerà
non
crudele
stessa
abissi
forma, sarà
fanciulla
E
poi,la
spirito ignudo »,* riprendendo
«
ebbe
ap-
crederla
presto,torna
mente
modo
potremmo
allora;poi,ben
forse
slesso
veniva
altra, chi
consolazione
ora
alle
cielo,par voglia farne piovere
una
ne
pesa
intorno
ripete in
Laura
tranquillasul
lei; ma
per
e
la seconda
sempre
la pace
dirsi
essi ebbero
prima.
che
lui medesimo
a
consolante
stessa
per
della
;
tempi
più spaventoso.
poeti, che
seggono
mistero
sempre
può
parole, la
la soavità
aspettazione di
che
e
simile
cosa
dei
paion
quel
a
spiritoumano,
poi
T
e
celeste, il poeta dei nostri
manifestamente
accenna
V.
più
pro-
prie speranze,
dal
in
una
stessa
da
arte
delle
fra
italiani
e
di
che
dolore
anzi, che, per
destino
meglio
di
fa segno
insieme
l'
del-
degli
ella
nelle
Petrarca
col
recanatese
si
quelle non
essere
della
creature
la coscienza
col
immortali, così la fanciulla
nel
qui
chi
anti-
quella del Leopardi. Perchè,
concorda
Laura
Abbiamo
famose
più
che
ma
che
efficacemente
poetica,la quale procede
fanciulla
una
dubbio
cherà
poeta signifi-
il
canzoni.
ultime
sue
intervallo
scrittori
più
e
tempo
tomba:
nella
seco
scritti
nostra,
immenso
come
suoi
nuova
bensì
spariscainnanzi
angoscioso, che
delle
una
dunque
di chi
altri
in
mai
ovvero
altro
ogni
sopra
PERIODO
recandosele
mondo,
S23
POETICO.
SECONDO
suo
amico,
consola; parrebbe,
il nostro
intenda
morta,
lui eh' è
speranze
vivo.
VL
Negli
Idilli il dolore
solo
non
se
passione
amorosa,
si
col
mesce
prima,
le bellezze
prende significato
più
congiunto,
della
sentimento
il
Leopardi
del
mondo
a
della
ritrarle
moti
Cantica ; pure,
maniera
da
colloquiocon
i suoi
la
Certo,
di
saperle
chiaro
è
soltanto
da
natura;
maggiori diletti,
le
e
che
an-
qui
in tal
sue
pingere
di-
alcuni
comincia
tutti i
Qui egli
esse.
se
di ammirar
mostrato
e
ora,
significarinsieme
da
profondi suscitatigli
continuo
trova
in
come
or
natura.
esteriore
egregiamente,
luoghi
aveva
visto, colla
vedremo
come
ma,
s'è
come
pio
am-
è
in
colloquio
più nuove
S24
CAPITOLO
Y.
Alla
chiede
natura
ispirazioni.
veri di quelli che la scienza
e
dargli;
si direbbe
e
di
tutto
la campagna,
che
quasi
e
sente
Ed
da
tali
Anche
di
tali
per
rentele,
pa-
che
mai;
della
voci
natura
sente
mistero.
impressioni,miste
di
diletto
e
tro
affanno, egli si avvicina, più che qualunque al-
quegli
italiano, a
mai
non
più
e
alla
di
luogo, già
dicendo
di
stato
da
ciò
Benché
qui
e
altri
*
Capitolo
«
Pens.,
IV
I, 250.
in
che
del
e
presente
«
mondo,
anche
per
tanto
nel citato
volume,
posito,^
pro-
del
certa
lo seguono,
altro
ciasse
cominfilosofìa,
parliespressamente
non
stesso
lissimo
notevo-
suo
lo avvicinava
fìsica,pure,
in
un
alla
languore corporale, che
condizione
più
In
gli avveniva
dagliantichi
nello
quali
più splendeva
ricordato
V infelicità
che
ciò che
datosi
i
moderni,
patirono
loro.
me
come,
sentire
soggiunge
vista
agli occhi
rideva
a
stranieri
godettero
tanto
tempo, quanto
e
nuove
l'angoscia del
crescere
fortato
Con-
fanciulla, spentasi
cara
nelle
così
tempo,
maggiormente
della
e
lontano
ispiritopiù
destino
nel
innanzi
in
sentite
o
interiori.
corrispondenze
nuove
viaggia
come
Qui vede
che, più di quelle vedute
cose
per
tutti fissi
quelle armonie.
a
novamento
rin-
eccolo
i sensi
altrove, corrispondono ai suoi moti
e
possano
aspetti un
ne
gli occhi,
la mente,
quegli splendori e
la società
medesimo.
se
a
insegnamenti più
più
ei
uno
lo allontanav
ai moderni».*
che
della sola
discorso
egli ci
p. 102.
e
cor
an-
si mostra
SECONDO
consapevolmente
ch'era
propria del
tutta
cui
molceva
Or
la
esacerbava
anche
di tali
abbiamo
0
parolacirca
notai
Al
volle
poeta
un
T amore,
congiunti
o
personaggio che,
Dirò
il Werther.
rammenta
precursori in
ritrarre
poiché
e
Goethe,
Sigismondo Chigi
in certo
ma,
così
amanti
vemi
una
Italia. Come
desse
fece
rosa,
passioneamo-
il dolore
sale;
univerdel
il romanzo
quei
due
nimenti,
compo-
la
prima
storia di
redazione
lavori montiani
due
verità
Vera
alla
che
dei
tempi
il Monti,
amorose
accompagnò
esterno,
rimase
esempio quando
di
di
molto
alla
tedesco
dipinturadelle
al
pene
mondo
quelladel
inferiore
vita
affetti,
generata.*Ora
interpretar nel
dalla
poesie di F. M,,
ZuMBnri.
l'avea
felicemente
volle
tutti, e
se
che
del
par-
di
intensità
e
sopravvivere l'opera dell'autore
aggiungo
Sulle
fu
Nei
Pensieri
teriore
primo Iacopo Ortis,an-
un
diciassette anni
quella
al sentimento
dolore
con
nei
e
la
largamente
che
infelici,
scarsa
anche
modo,
foscoliano.
romanzo
pur
dirsi che,
può
di ben
non
v'imitò
egli ci
*
della natura,
matici,
dram-
e
altrove, il Monti, sin dal 1783, negli sciolti
d'amore,
che
esterno
così misteriosi
effetti,
ai suoi
principe don
due
mondo
insieme.
nostro
ci
più rispetti,
sola
del
morale
quellaappunto,
dove
esempio negli Idilli,
divisi,fanno del
per
da
tempo:
suo
il sentimento
e
quella malattia
contemplazione
ed
il dolore
da
preso
225
POEnCO.
PERIODO
grande
suo
proprio
dell'individuo
p. 238-39.
15
il
inal-
226
CAPITOLO
zarsi
due
in
avvenivamo
Ora
che
che
Leopardi,
le
questo
minciò
co-
spontaneo
il
suo
cursore
pre-
esempio
un
proprio
condizioni
atto,
di
Ma
cuore.
natura
del
più
ancor
significarequel
e
il
del
bondava
lui, ab-
il
qualitàdell'ingegnoe deiranimo,
sue
mostrossi
che
piuttosto da
fondo
le
in
fatto
un
sentimento
derivato
per
tutte
diede
egli
rie
necessa-
in
scarso
certo
come
quel
dal
era
o
manifestarsi
aveva
per
avendo
di animo
e
Foscolo;
nel
coscienza
illustre
forte,
veramente
essere
mente
mancava
invece
della
di
delle
una
effetto.
ciò
a
V
quanto
dell'altra,non
stesso
le condizioni
tanto
a
e
in lui
angoscie potesse
sé
Per
quelladell' universo.
a
non
V.
di
Foscolo,
dolore.*
nuovo
primo saggio negli
e
Idilli che, per
tuna,
fora
tendere
in-
E
ne
questo
dopo le due citate poesie del
il terzo
come
Iacopo Ortis,considerare
lato, si possono,
Monti
e
lo
italiano.
Werlher
il
il
giovane
Intende
ora
sente
e
poiché
della
l'uomo
e
il
e
in
Le
altri
somiglianze
soggetti,
Sbsler:
diverse
ha
vedi
e
le
ora
con
Raffronti
1901.
in lui
i
fra
molta
e
da
le
rità
vesue
quello.
sieme
in-
crescono
in
compiuta
nimenti,
compo-
tutta
palpitidel
furono
relazioni
cercate
Pisa, A.Valentini,
e
poeta
con
breve,
onde
mente
tutt'uno, così troviamo
^
che
ancor
cose
brevi
e
ritrae
recanatese
intime, così
le visioni
E
questi pochi
passato,
suo
condizioni
nuove
In
cuore.
lui sempre
e
significata
1 dne
poeti, in questo
lippo
diligenza il prof. Fi-
leopardiani:
Foscolo
e
pardi,
Leo-
ns
CAPITOLO
agli abissi
tra
illuminata
dal
Ancor
è
Idilli chi
notevole
li
non
del
fanno
di
che
i loro
e
cosa;
alcuna
ad
ond'egli
guardava
E
solitaria
tutti
e
di
consta
varia
d' altra
compie
si pa
in
pigliava
nella^
differenza
di
ciascuno
la
parte, come
così
quali parti di
da
essi
%V Idilli
un'
un
Vita
ampia
sovrano
comune.
Notevolissimi, fra
gli altri, sono
deir indefinito
il
loro
Y
corrispondono piu^
dipintura, compenetrata
pensiero
intera
parecchi bozzetti,
considerarsi
possono
Nel
essenzial
disposizionemorale
il mondo.
ideale
Fautore
cui
uni]
pregio dMìì
unica, dove
titoli
da
oggetti
non
il
luce, ci rende
meditazione
direi
unità
essa
quel tempo.
a
una
ai vari
mosse,
tutta
veramente
tutto
in
nuova
poeta
in
cosa
tosto
pensieri; e
guardi
di
come
natura
questa, che
di
dei
quella
rischiarandoli
magine
mano
for-
insieme
della
visione
credo, comprendere
io
le due
e
pensiero.
più
luogo,
può,
spirito;
un'ampia
come
di
dello
V,
Leopardi
Sovra
m'assido
La
sua
Ed
erba
Ond'io
il
seguenti
solitaria
meriggio
in
tranquilla imago
o
foglia non
quelle rive
quasi
me
e
oppresso
nei
in
infinito,dai
d'un
ciel si
il Sol
si crolla
altissima
stesso
e
quasi
versi;
lago....
volve,
dipinge,
al vento....
quiete;
il mondo
menti
senti-
quali
parte,
rialto,al margine
un
Ivi, quando
Tien
sentesi
si vede
come
Talor
dell'
o
quei
obblio
volta
tal-
chilato,
anni-
SECONDO
Sedendo
immoto;
Giacciali
le
Più
le
Co'
silenzi
Il
gio
che
di
nilo,
allo
di
gesi,
nella
che
le altre
il
del
sonetto
di
ordine
^
è
Cfr.
solo
Alla
in
sentimenti,
quanto
indefinito
».
156
Vi
:
"
è
siepe
Circa
quasi
ricorda
eterno
anche
maggiore
sensazioni
citato
il
voce
tutte
eterno,
non
che, nel
»
preparazione
le
che
silenzi
e
il
brevissimo
la
del
questo. Chi
a
nulla
più profonda
Pens,, III,
dalla
vita al nulla
pur
suoi
mente
Sera, ci strinse
questo
e
scienza
dell' orizzonte, fin-
quelle
"c
tica
an-
neWInfi-
il vento,
dalla
quel
Foscolo
Ma
d'affanno?
di
ora
dalla
la
e
nell' universo,
da
anno,
vita
interminati
qui
passarono
tiene
s' è visto, ne'
come
parte
che,
pensiero
si rammenta
la
spirito. Anche
tanta
Sag-
Primavera,
Alla
d'inalzare
sullo
viveva
età che
nel
meriggio
qui, prescindendo
non
ancor
spinge
quanto
il
canzone
quella, spazi
Se
sovrumani.*
di ciò
antica
quiete all'intorno;
da
senso
che, fra qualche
e
contrario
sguardo
là
o
confonda.
cristiana,
effetti
è
spirto
solitario, vieppiù eccitata
giovane
celava
si
sciolte
popolari degliantichi, dove
moderna,
tutto
né
ritratto
nuovo
mirabili
che
par
quiete
storia, lo descrive,
dalla
più
pel
loco
intendimento
sulla
lor
aveva
r idea
lo ritrarrà
e
del
mi
mie,
e
gli errori
il campo
e
membra
229
POETICO.
già
e
commova,
poeta,
sopra
coir
PERIODO
cuore
idillio,
a
un
tal
l' effetto!
che
sopradeito
piacciono
idillio.
2130
CAPITOLO
V.
Vili.
Così intesi
essenziali
a
essi
nell'originedei
e
tutti, non
fatta
stione
la versione
Mosco/
di
avanti
per
ogni
cosa
per
ogni
nobile
gli uni
evidenti;
di
e
faccia
più
cose
del
sul
giovane
gli
venissero
Studio
ediz.,
Mi
8u
p.
di
nali.
origi-
ad
escludere
di
le
più
grande
un
rale
natu-
ingegno
ciò che
con
lazioni
re-
bia
ab-
che
Che
anche
dal
citare
Giacomo
116-18,
nel
in
e
di
di
col
Mosco
sentenze
Napoli,
Carducci,
il
e
A.
op.
e
degli
metro
parte
le contrarie
G.
veramente
essi, che
la concezione
Leopardi.
e
V idea
«
da
quinto
esempio
in che
quei componimenti greci
naturalmente
si veda
basti
idilli
modo
sostanzialmente
cercare
recanatese.
sciolti,consento
^
qualche
suoi
cosa
che
l'efficacia
r
in
dei
ardore
invitto
suo
abbia
chi
po-
d' innamorato
resto, nulla
dovremmo
consistesse
poi
quel
originalipur
e
Leopardi
dagli altri.
Piuttosto
non
dal
cuore
basta
consueto
nuove
derivato
»
suo
sono
non
e
qui-
mio, che
composizione
dagli altri
la
Evidente, al parer
impresa,
Il fatto che
comuni
relazioni
con
e
lità
qua-
loro
quel
con
bella
alla
diversa
alle
questi,compiuta
anni
conferito
sentimenti
intorno
volte
loro
difficile il risolvere
parmi
più
di
cogli idilli
nelle
questi componimenti
de
nome
la filiazione
labi
endecasil-
Sanctis
uscisse
dei
di F.
Morano,
cit.,p.
Db
;
ma
bilmente
proba-
suoi
Idilli
Sanctis,
18d4,
46.
»
seconda
SECONDO
tutti.
Quel
gli altri
sul
avuta
neir
idea
ancor
che
Ricorderò
si scorge
dei
quella
che
hanno
tutti
gli ultiiffi
volendo,
mi
restava,
Del
Sol
vederla
rho
qui
onde
io
mi
credeva
citalo, è
oltre
e
il
in
diverse
tutto
fra loro che
le movenze,
derivate
sue
pregne
occhi
ancora.
quel luogo
alla
ragione
della
le
cose
l'
del-
dal sonno;
dal
e
per
maniera
immagini
disformi
suo
gli
depro-
potrebbero
sere
es-
il citato idillio greco
da
gli atteggiamenti
Mosco
erano
non
squisitissimaforma
sua
Assai
d'
tempo
per
immagini,
gli anni,
sembrò
più sconsolata,
di
ne
la
aveva
giorno
in
le
lui
se
eh'
era
venuto
della
fatta
quale,non
tanto
e
in
più perfezionandosugliesempi
con
Sogno:
Sogno?
Ma
della
comune.
raggio
riprova
una
[wriosoggetto: perchè quali
più
e
si desta
faceva
autore
se
di
Europa
esempio,
altri, anche
in
del
negli
nell'incerto
e
dove
il nostro
idilli,e
d'angoscia
Ella
la reminiscenza
medesimo
questo
cui
disciolsi.
Pur
idillio greco,
versi
spasimando,
e
suoi
non
pianto le pupille,
mi
sonno
Evidente
piuttosto in
ciascuno
sconsolato
Dal
famiglia possano
stessa
Àllor
Di
ponimento
predetto com-
luogo particolare,che
o
soltanto
Gridar
il
anima
in
meno
della
che
Leopardi,
qualche immagine
231
POETICO.
di efficacia
tanto
e
avere
PBRIODO
più
sua
che
crescere
giorno, la
non
grazie
parte
pre
sem-
sica.
poesiaclascentezza
quella luvenir
meno
quanto
concezione
232
CAPITOLO
vita. Se
della
Werther
dal
a
certo
un
di
nulla
dire
di
altro
moderno,
infondergliuna
il
bello,diversa
di
spontanea
del
da
che
direi
dalla
essenzialmente
idea
letteratura, benché
in
nostri
E
di
quanto
opera
al
alla
Leiden,
come
zweites
nella
scienza
co-
e
mai
Bnch,
di reiterare
potrebbe
dirsi
in
parve
che
fosse
cui
per
metrica, pur
eh' essa,
GoBTHB,
sua
presente
nella
come
grande
di
e
di rinascimento,
vigore
quanto
la
e
quellidel figlio.
lasciò
qui, non
sicché
dolce
così
Diremmo
nostro.
con
bello
della
gliantichi affanni,
consuonino
ora
antichi;
continua
accresce
sé
secoli
i
più
con
significar
Leopardi, come
come
suonare,
quasi ritemprato
ora,
del padre
palpiti
linguaggio
gio,
questo linguag-
d' ineffabili moti
eccitator
fonte, eccolo
uri
tutti
mai
quellotutto proprio del tempo
Il
tegrale
in-
parte
dagl'insuperabili
ad
sentir
a
ricrescenti, per
moderna,
i
in lui forma
e
qui
sposa
avvezzi
passionato ed
di rendere
e
intrinseca, procedente
petrarchesco.Pure
ch'eravamo
sua
forma
stessa
esempi antichi,si
nostra
giunto
spirito.
suo
echi
alcun
né
concezione, anzi
sua
potuto
sarebbe
quellagià divenuta
ogni
insieme
mille
Ossian,
di sentire
maniera
Or, cotesta,
in
mai
per quanto ammirato,
a
Omero
scacciato
Né
poeta.
storia,
sua
avrebbe
simile
il nostro
sé
della
punto
avergli Ossian
scrisse
cuore/
V.
passato
escludendo
al de
12
una
si converte.
esso
non
il
nei
terament
in-
Sanctis, ab-
October,
SECONDO
bia avuta
nella
il
la
versione
poesia
del
trattarlo, dava
di
contemplativo
genere
neir
che
dare
la
ora
anche
Y
in
non
per
modo
la
drammatiche,
egli si
ciò che
andatura,
cosi
paresse
di
lui stesso.
la
e
si risolvono
delicato
che, fra le voci
dei
E
le altre
ond'è
così
orecchio
del
e
migliare
fa-
monia
un'arnote:
tra
monia
ar-
le molte
ricca
italiano
proprie,allo
nostri
già
Parini, ed
come
pure
tutte
tutte
consonanze
ramente
ve-
grazia
del
leopardesca che,
moderne,
e
elegante insieme
cui
di
arricchire
che
facilità
Caro, ci sentiam
certe
avere
l'indole
quella onde
a
d' altri che
or
poesia,ogni
potuto
quali, per
squisita elaboratezza
e
strano
situazioni
del
antiche
sarebbe
fuori, ei seppe
essenzialmente
altre
i
atteggiare cosi
e
sione
espres-
questo proposito,tutto
di
venuto
or
Monti,
famiglia
esempio negli Idilli.
in
si avverte
qui
una
principedon Sigismondo
Al
conforme
un
fosse
se
ad
una
abbiano
ciò
le
per
poesia più
pregi
nuovi
m'egli
co-
intera
più
sua
d'amore;
e
Pure, anche
gli fosse
in
pure
i versi
sentimenti
proponeva
ad
sciolto. Né
endecasillabo
i Pensieri
la
la
trovava
efiicacia
Chigi e
cosi
origine
e
anche
1816,
quale,
tinuarla,
con-
a
che, meglio che in qualunque altra
il supporre
erano
11
soggetto.
che
credere
a
del
saggio
primo
suo
specie di versi,
dei
greci, è
intendeva
di sentimenti
la loro
quella adoperata già
consigliatoa sceglierlao
il
dopo
dall'indole
idilli
degli
fosse
Leopardi
in
ragione
sua
S33
POETICO.
PERIODO
la
stra
no-
gue
distinstesso
più cari,distin-
234
CAPITOLO
quella che
guiamo
affannata
più
V,
ci suoni
delle
non
dolce,
meno
ma
altre.
IX.
Dagli
Idilli scomparve,
adombrata,
appena
che
tanto
il
amore;
al
a
di
Ma
maggior parte
naufragio, vi
Costretto
spirito.
egli di
Alla
le
con
gnificat
più, sizioni
condi-
nuove
cagione
quella realtà
a
si stette
il tutto
di
concetto
valli,ove
Del
faticoso
Ed
io seggo
Del
il
come
in
disparte.
ciò
ch'egli
mi
e
giovanile
più
che
anzi, ciò
sguardo
e
tanto
rimaste
che
ancor
a
m'abbandona.
il tutto
in
sogni
lo tirano
all' orecchio,
nuovo
lagno
error
canti, dialoghi e
non
suona
agricoltore il canto,
qui egli mira
Anche
scene,
lo
per la stessa
mira
stanza
so-
donna:
sua
Per
In
quella
rimase
divenne, possiamo farcelo da quei versi della
canzone
suo
dalle
essa
più giusto
ancor
di
per
prima,
ad
solitario,che
passero
un
fronte
vi
perstiti
soggettivi,su-
assunsero,
qualità procedenti
suo
cose,
allora
il
elementi
gli stessi
o
raccogliendo
venuto
era
parteciparepiù, come
non
suo
poeta
e
e
del
la
dunque,
a
lui
non
sé
disparte.Agricoltori,
della
come
gente
un
pestre
cam-
tempo;
giungerne
possa
riesce
che
a
e,
allo
crescere
affanno.
suo
la
vista
le stesse,
gli fa
mutamento,
sempre
di
quelle
sentire
an-
236
ammirate
più
cose
o:
V.
CAPITOLO
la
nella
gallina,Tornata
suo
verso
3),
La
«
In
campagna,
deirerba
sul
cui
d'arte
parte
egli
di
bramò
cercate
vien
«
sole, Gol
il
dalla
fascio
suo
magini,
quella famigliad'im-
onde
custodite
e
ripete
d' infondere
all'amore
pari
che
»
del
calar
via, Che
la
su
donzelletta
facevan
»,
a
in
Cosi
giovanezza.
sua
lezza
bel-
una
le
diosamente
stu-
aveva
inestimabil
come
tesoro.
Ma
se
realtà
le
congiunte
esser
la
tale
a
medesima
sua
cuore
;
vincoli
lo
strazio.
significazionedel
non
so
che
tanta
spira
da
tali visioni
Oh
di
il
sempre
di alcuni
gli
decedeva
pro-
più angosciosa
dolore,
supremo
se
in
natura,
fatta al
mezzo
la
spetto
co-
quel
a
raccolto, di casalingo,di affettuoso
ogni parte
e
era
quasi
e
degli altri
durata
quanto
pace
di
che
azioni
spezzamento
dalla
e
più potevano
non
medesime
sue
dallo
antichi
di
cose
sorte, congiunto
appunto
e
di
della
scena!
impressioni,qual
E, durando
effetto
ci fa
quel
grido :
Umana
Prole
Se
D'alcun
Ma
già
che
Canto
felice
te
beala
dolor;
d'
ogni dolor
dell'ultima
idillico si ha
quel
! assai
respirar li lice
.
Se
agli eterni
cara
notturno
altrove, scrivendone
risana !
trasformazione
uno
di
morte
un
dei
più
chiari
del
mento
senti-
esempi
pastore errante
espressamente,
in
dell'Asia,
conside-
r
SECONDO
rai
come
e
favoleggiò
e
alla cui
luce
dolore
suo
,
di
perchè
che
gli giovava
e
che
Così
l'amore
e
per
ed
altri forti
di
Ciascuno
dolore.
nel
quello;
e
ciascuno
nelle
come
che
le
*
À
Tutti
inferiore
poetica
lui alla
del
supremo
per
luce, in
maniera,
sua
in cui
e
pubblicazione
:
XXIX
Omaggio
par
che
Giugno
degli
ma
a
Appunto
di
vagheggiandole
a
sé,
canti, da
esso.
scene
di continuo
s'inalza
Leopardi,
ad
particolari onde
spirito,pur
ai
mirabilmente
varie
e
sti
que-
particolar
presso
salire
bellezze
comprende
NeUa
Giacomo
col
finisce
e
lo
medesime,
cresce
sguardo
cui
riesce
non
e
splende
più ampie
forme
dalle
nella
per
patrio e
anzi, specialmente negli ultimi
si
meno
che
al nostro
concorrono
morale
stesso
tempo
sul
mondo.
meno
universale.
sentimenti,
efficacia
maggiore
del
gli esseri
vita
ogni tempo,
non
il sentimento
entro
significazioneil Leopardi
sommi
in lui
idilliche,non
della
leggi
Del
gli apparisce necessario,
quello della natura, lampeggiano
le supreme
villani,
retate
noverar
antico
in tutti
le visioni
tra
poeta
egli interroga qui
ora
immedicabile
e
entro
luna
il
dei
stessa
il
«
quel dolore, già
nelFuomo,
fatale
luna, di cui
alla maniera
quella
d
237
POETICO.
idillio.^ Quella
un
sognò
PERIODO
natura,
si
pongono,
com-
in
loro
quell'immensità
si
perdano
tutte.
MDCCCXCVIII,
studenti
di
Recanati,
Capitolo
SECONDO
VI.
PERIODO
CANZONE
POETICO.
ANGELO
AD
MAI.
I.
Ma
quel
doveva
risolversi
non
suo
dolore
gran
spirito;
quanti segni già
parrebbe
che
il
nelle
sue
quella
che
cui
delle
volte
molto
tempo
ancora,
manifestazioni, ci si
procedeva,
che
cosmica,
più
tardi
finì col
avrebbe
quale
tenere
storica, illustrata,come
trascendeva
a
della vita
chiamarsi
fu
certamente
il campo.
dimostrai
Tale
nel
come
i termini
la concezione
Perciò
umana.
anzi
non
per
dei caratteri
mancasse
Per
del
vigore,
crescente
suo
notevoli
d'ordinario
della storia
da
del
desse
più
pardi,
Leo-
signore
un' universalità, direi, relativa,
di
mostra
unico
del
detto,
soprattutto importa,
universali.
veramente
esso,
che
più
sentimento
divenuto
ciò
e,
si è
quale, come
altro
ogni
ancor
era
nel
storica,
quella che
concezione
capitolo IV,
SECONDO
con
ebbe
239
POETICO.
maravigliosa ricchezza
una
Angelo Mai, Nelle
Paolina, A
vincitore nel
un
Primavera,
Ultimo
sieri,
di Pen-
varietà
e
interpretazionepoetica nei
Ad
AUa
PfflUODO
canti
della
nozze
sorella
pallone.Bruto
di
canto
tolati:
inti-
Minore,
Saffo, Inno
ai
Patriarchi.
Guardati
neir idea
che
sovrana
che
canti, composti nei tre anni
il
principio del
ciascuno
in
terribile
sulla
la
popoli del
alle
legge
potrebbe
mondo:
sono
e
insieme
con
e
angoscia
I
espresse
di
a
rappresentazioni
le
cagioni onde
rigore metafisico
bellezza
effetto
a
di
vita, crescenti
erano
cui
troduzione
quasi un'in-
di
fantasmi
cuore.
secolo
quella della
natura
al bene
che
di lui. A
contemplazione storica, da
ritornava
qualunque
in
dell'opera dell'uomo,
maternamente
e
con
di tutti
seguenti. Delle
prima,
incomparabile
della
la suprema
nella
essere
età della storia
ci riesce
le
ad
la storia
per
si ammirano
state
danni
più contraria
maggiori
essa
incombe
un'applicazione
alle canzoni
in quanto,
particolari,
procedono
tale
valere
cosi
più
tanto
Mai, oltre
contiene
generale
quali in
della
significazione
al
canzone
fra
concorrono,
la
della medesima
i
'22,
decadenza, che
tempo,
italiana, che
alla
sti
que-
intercedono
di continua
vita. Ma
di
del
la fine
e
maniera,
sua
legge
prima
'20
li governa,
lo
finisce
spirito,
impeto scoppi
qua
sempre
aveva
veduto
prov-
questa, eh'
cui
è
moveva
sempre
e
colo,
se-
là di
col
dere
ce-
un
lore
do-
universale, qualunque idea di un' infelicità in-
240
TI.
CAPITOLO
sita alla vita
alludo
non
È chiaro che,
umana.
già
sentenze
a
il
Cinse
e
le fasce
noi
fastidio; a noi
siede,
Immoto
quelle:
come
A
mal
nostro
degli ultimi
i
e
tempi
riferiscono
della
da
dolorosa
alla vita
stessa
Bruto
:
evidente
più
il
quei
a
innegabile,che
da
indipendentemente
tale, ad
è
esempio,
delle
questo
Turbò
cose;
abbietta
vano!
gener
nostra
le tinte
non
e
cioè
ogni
si
età
espresso
glebe.
bene:
sciagura,
le stelle
scolorò
anche
di
sovrana
che
miseria
suscitato
un'infelicità
bensì
Pronunziando
e
cetti,
con-
parte
umana
cura.
tali concetti
concorrono
a
cioè
quella contemplazione storica,
una
sti
que-
gli ululati spechi
Non
Né
oh
casi!
Siam
idea
che
poeta, fra
invece
è
pria
pro-
Minore:
Oh
Or
ghirlanda;
non
per
Allùdo
remoti.
universalità
la cui
e
fanno
tempi,
l'antitesi,così
nulla;
all'infelicità tutta
che, riferendosi
sentenze
mai
conobbe,
il
domanda
Morte
Chi
la culla
presso
la tomba,
su
dicendo, io
così
da
una
in Bruto
contrasto
non,
come
necessaria
avrebbe
di
e
somma,
in-
parrebbe,
del
essenzialmente
quelleamarissime
qual glorial'eroe
finiva
la
quel-
quel dolore,
incominciava;
originariae
un
che
grandezza
strare
illu-
gener
da
stro,
nò-
storico»
cità
sentenze, qual feli-
più potuto ammirare
SECONDO
nel
dalla
abbietta
si
nei
in
perde
Anche
quanto
mondo;
nella
antico
suo
virtù,
Roma
di
d
quel momento,
!
fra
le
le
la
lieti :»
anche
quellodella patria;il filosofo
dire
prime
V ultima
e
Bruto
ordine
neireroe.
Tidea
effetto
stesso
che
salvo
ordine
il
ritraggono
alle
prime
loro
diverse
*
Se
il
così bella
riesce
ogni
soggetto
di virtù
e
ogni
delle
età, eh' è
del
delle
una
partiche
di
vita.^ Allo
queste canzoni,
è
un
particolar
appartenentianch'esse
Tali
altro
grandi
età, per quanto
hanno
rispetto,
cose
e
il venir
in
tra
co-
della
meno
significare qui nella persona
Minore,
luoghi ne additò alcuni esempi
meno
non
insigni. Cosi [Pens.,!, 329-30) ricordò
Virgilio, col
nel Lazio
comparisse
quale gli parve
quel « sentimento
fondo
proinfelicità
della
che
dalla
«
mancanza
o
procede
dita
per»,
delle
grandi e vive illusioni »; e (Pcn*.,!, 1(37-8)Cicerone
gioventù
di
il
gloriosala
di ciascuna
d'illusioni
sotto
mancare
e
altra
del mondo.
età
di
quellevirtù, di quelleillusioni
fecero
tempo
un
di
più
la vecchiezza
giovinezza e
parole di
tutto
su
:»,
mondiale
forme, per dir così, di quellagiovinezza,un
colar
e
Eppure eglisi
! Il dolore
qui, dunque, prevale
e
amore
glianni
e
umana
putridinepoti :»
fra
egli
peggio precipitanoi tempi
condizione
una
«
contrasto
un
in
"r
anzi
prevede
dal
allori
che
rammarica
e
fede
i memorandi
oc
in
dominato
invitta
sua
241
POETICO.
passato? Eppure, anche
ricorda, sempre
e
PERIODO
nmana
Bruto
predicatore delle
sebbene
predicasse
"
una
Leopardi
in
volta
non
piche
[Pena
È degno
f
volle
suoi
illusioni
principalmente nelle Mlippiche,
indarno, perchè le magnifiche illusioni di
tal ragione
le stesse
c^ erano
Filip'
più. Per
V ultima
voce
romana
».
II, 2) « contengono
alcuni
anche
di nota
di questi Pensieri
che
partengano
ap-
allo
ZUMBINI.
altri
stesso
anno
»,
della
canzone.
16
242
CAPITOLO
il
mune
quella
più
liete
del
poeta
romani
dal
al
ricchi
meno,
di
quella felicissima
allora
potè
dalla
di
godimenti
e
godimenti,
e
le
vivere
onde
comune,
Tuomo
dalla natura
più governato
a
che
ragione.
al
tenendo
quale,pur
inteso
illustrare
a
i due
quanto
fare, per
dei
di
favole
attribuito
del
conto
l'uno
tutto
l'idea
Patriarchi, ceda
fede
dalla
lor
vita;
che
e
principalmente
eh' è
delle
ordini
di
tutti, sono
ne
nell'errore
il contrario
sulla
cui
sito
propo-
felicità derivata
una
tiva
primi-
valore
delle
favole, consista
procedono,
funesta
quella così
ecco
noscenza
co-
tanti
come
diversi
rore
er-
per
noi
il
poeta:
l'origine,l'indole, gli
effetti
simili
guardiamo
da
storicamente
fatti,così
qui
di
diversi; a
maggior
cagioni. Ed
vere
di
di altre
mitologiche,come
nell'altro,per
dalla innocenza
il
il
ch'egli
religiosa,in
all'idea
che
poeta,
anzi
sembrare
possano
che
e
primo, è specialmente
del
o
morale
loro dal
Si direbbe
siano
pagane
acquistano qui
il secondo.
esempio,
meno
sacre,
ricevuto, ne
trasformare
aspiria
tradizioni
e
significatostorico,
affatto nuovo,
altro
reali
illusioni
condizione
comunemente
religioso,
noi
era
quanto grandi, nulla tolgono
medievali, oltre
un
ultima, eh'
rinascimento; tutti,
illusioni
oggi;
Così favole, leggende
e
del
tempo
;
differenze, per
cui
infelici dell'
tempi patriarcali,
tempi greci,
:
ignoti alla gente
mente
incomparabil-
slate
essere
meno
0
medievali
e
più
di
vantaggio
VI.
o
vita; egli ne
poco
dissimili
guarda
per
innanzi
tutto
l'ef-
Hi
CA1»IT0L0
senz'avvertire; dappoi
sentono
animo
perturbato, e
mente
con
il
pura
passioni e d'affetti,a
più
dire
'1
è
dalla
Principio delle
ogni
altra
che
tali
delle sentenze
riflessione
citazione,
anche
ziocini:
ra-
al
Vero,
quelle
e
a' particolari
mi
e
principisono
critici
a
losofich
fi-
con
s' appropiano
simili
e
di
sensi
con
agli Universali;
più
certi
e
fatto
hanno
Degnità (soggiunge
formate
quanto
y"} Lascio
veri
tono
riflet-
queste più s'appressano
certe,
a
finalmente
differenza
s'innalzano
più
con
Questa
sono
si formano
onde
quanto
«
».
grande pensatore)
che
avvertiscono
commosso;
poetiche,che
sentenze
sono
VI.
stringo
rebrati
sem-
insigni,che
larghe applicazionialla
storia
ne
della
poesia.
Se
che, per
non
compararsi
canzone,
quanto
quelle
a
ricorrono
grande
un
pure
che
tali sentenze
in
gli sembrino
ciò
il
per
conferiscono
del
umano,
cagione
della
dà
scienza
il
danno
*
Degn.
LUI,
storiche
il nostro
origine ad
un
che
dove
molto
o
alla
poeta
decadere
continuo
un
storici
e
tolgono
gli uni, qualunque
civile; per
nuovo
di
il pensiero
somiglianti.Che
almeno
per
presente
divide
filosofi
quelle leggi
nulla
o
genere
Per
del tutto
di essi
più
nella
intervallo
leopardiano da quello di
possano
felicità
vece
in-
sono
del
simo.
mede-
incremento
nuovo
nuovo
progresso
Leopardi, invece,
si
di
immaginativa
ibid.
quella
I,
201-2.
facoltà
risolve
in
un
da
nel
Ma
che
ecco
devan
i moti
che
men
poco
negli
un
Mai
di
perdute
per
sempre,
sublimi.
Perchè
non
erano
grandi
esse
era
delle
ed
pareva
rialzarsi
passato. Ma
(si badi
divini,
al
a
cui
più poveri
lunga
una
di
età
ciò
di
che
può
barbarie
tempi
moderni
giando quelle
Ora
i
nuovi
In
tale
caratteri
fecondo,
dei
padri
colle loro
onde
trasformazione
originalitàe
il
di
quei
e:
tusti
ve-
svelarsi
»,
moderni, ognor
bella la vita. Come
le
oppresso
morie
me-
decadenza
la continua
venuta
era
come
resurrezione
senza
più adug-
sempre
italiani.
più gloriosifra questi
oltreché
risorgimento
tempo
aveva
degli avi latini,così
ma
il poeta, guardando
secoli
far
del
poetici.Per
e
Parlò
natura
di
è
liani
pensiero degli Ita-
parte
una
che
letterari,
e
vivace
così
cre-
scoperte
gran
il
esse
volge gli occhi, dall'altra,ai
dei
delle
e
più innanzi, giunge
sempre
si
questo
a
quella maravigliosa
se, da
pende
stu-
in tutti i cuori
ridesta
nuovo
sorti; per
compì
reva
pa-
le
antiche, che
cose
essenzialmente
nostre
quando
tempi
con
»,
scientifici
sperarsi un
a
patiti
pensiero leopardiano
pure
morali
più
ancor
ultimi
ardito
italo
«
importanza) gli eflFetti
somma
tanti danni
e
rito:
spi-
morta.
intelligenzadel
r
tanti
scoperte
più
dello
godimento
vero
dopo
secoli^essa
dei
corso
per
ogni
veramente,
e
del
deriva
soltanto
cui
245
POETICO.
PERIODO
SECONDO
ci
si
fanno
qualitàstoriche, con
poeta volle
consiste
bellezza
del
nanzi,
in-
quei
improntarli.
appunto
la
giore
mag-
pensiero leopar-
246
CAPITOLO
diano.
Eccoci
dolore
»,
e
lo
«
innanzi
cui fu
a
che,
scoprì
se
più bello, perchè
ci ricorda
quella
che
rivivere
ideale
tanto
e
fatto
avevan
poi
lieto
maggior gloria di
più
scarsa
all'ingegno onde
Leopardi
ammira
ne
sovrabbondanza
loro
sono
tali uomini
la
esse
eroi
e
i martiri
Veramente
morale
e
del
insieme
nuova
e
fantastica
del
quellevarie famigliedi
voluto
scaldarle
la stessa
con
in
cui
a
tempi
alla
mente
assai
nel
fede
tri
al-
in
steva
consi-
eh' è
sempre
tre
Ol-
degli anni.
le
lodati, il
battaglie e
anzi
meno,
loro
poemi,
dell'uomo
degli
la
Le
forse
sentando
rappre-
in lotta colla
Quelli erano
mondo.
ideali
gli
umani.
stupenda questa
condizione
Leopardi.Egli,risuscitando
liete
immaginazioni, avrebbe
proprio
onde
legge
vagheggiarle
cuore,
altri le
più felici;ma
la terribil
veder
soccombettero.
non
gioventù
e
altri,interpretato
universalmente
dolore
vecchiezza
crescente
da
che
umana,
più poetiche degli stessi
ancor
cantata
sommi
che
l'andare
gli sembrano
persone
lui
felice
gli affanni,
di
assai
il mondo.
vita
fuggitivacon
e
ne
l'Ariosto,
ancora
da
appunto nell'aver, meglio
della
quell'idealità
reale,
altro
gli amori
e
poi quel
nazioni
pieno d'immagi-
ancor
le armi
e
la terra,
E
un
e
l'età
età:
sua
nell'arte
tempi
La
due
fu
sua
ineffabili. E
sogni
e
che
mondo
nuovo
opera
sdegno
^
Laura.
di
un
tutto
suo
T inferno
»
la stessa
con
col
amico
più
amante
distrusse
che
Dante
sfortunato
Colombo
VI.
avea
ecco
della
vagheggiate
che
storia
gli balena
umana,
e
SECONDO
quei
fantasmi
dura
nella
ci
ben
per
al
prima,
pianto
che
nostri
padri,
quel
a
passioni,quando
stato, oh
il nostro
sguardo
trasto
con-
Assistevamo,
strofe.
di forti
segno
pur
allo
dei
Siffatto
guardo.
cinque
dolore
era
si para
dal
gli fuggono
247
POSHCO.
PBRIODO
quanto
più miserando!
Cinse
il
Immoto
Poi, alla
fastidio;
a
siede,
su
di
vista
una
Non
ahi,
L'etra
Al
Si
la
apre
visioni
possa
terra
più
il
e
saggio,
strofe
con
vasto
appare.
un
nuovo
svaniscono
ma
consolarsi
che
il nostro
moderno:
A
Il
vero
appena
0
caro
immaginar;
Nostra
Poter
E
mente
tuo
è
in
primo
il conforto
ria
glo-
mare
la speranza
persino
mai
assai
e
leggiadri,
Svanisce
essi.
e
il mondo
al
non
seguente
fantasmi
felicità
percuoterci quel grido:
l'alma
e
terra, la cui
accrescere
si scema,
fanciullin, che
di
anch'
sonante
il nulla.
tomba,
conosciuto
ma
culla
immensa
ecco
anzi
cresce,
la
la
presso
nuova
genere,
Ahi
noi
dovesse
scoperta parrebbe
all'uman
e
le fasce
noi
A
noi
ti vieta
giunto,
da
te
eterno;
ne
perì
s'apparta
allo
sottraggon
de'
nostri
stupendo
gli anni;
affanni.
dine
or-
tosto
di siffatte
viver
248
CAPITOLO
VI.
III.
Col
di ciascuna
principiodunque
l'aprirsidi
che
paradiso
un
colla
del
rapidissimo avvicendarsi
quello,tanto
ma
allo
ricorda
la
Ma
si
e
pari
e
al
Tasso,
Nell'ultimo
eran
Dal
nella
cui
per
alla
E
dal
col
il
di
cose
dei
peggiorar
antichi
queir abisso
in
si sarebbe
del
suo
più
forti d'
conobbe,
dovuta
di
porre
ante-
domaDda
coi
crescente
la
senza
ghirlanda.
secoli,
da
ne
con
tutto
giovanile.Come
cuor
ingegno
non
seria
quella mitorce
d'un
riposarlosull'immagine
per
contempla
ardente
e
sgomentato
poeta, come
sguardo
l'Alfleri;e
ammirando
umana.
pianto, già
caduti
era
la morte
mal
nostro
ognor
lo
silvestre,
vita:
qui
tratto
che,
voce
italiani,lo strazio
Morte
Chi
ride
sor-
finiti i diletti dell' immaginazione.
e
storia, si
nostra
miseria
dolore
eh' è
che
visione
ogni
sommi
che
presso
Gallo
storia
più crudele, perchè,
tanto
tempi,
della
manca
dei
questo,
V altro è
quella del
a
remoto,
meno
di
un
presente:
è visione
uno
dilegua;
lugubre legge
giunti
amene.
fu
sguardo
dall'alto
quasi
L'
tenebre.
e
risulla
col
passato
come
samente
improvvi-
ne
al confronto
bello
più
silenzio
tutto
e
splendido,quanto
meno
sempre
si chiude
medesima;
stanza
è
stanza
e
fine
di animo
il
sommo
ai suoi
del-
l'abbandono
gli italiani
tempi, egli,
poeta civile, ne
SECONDO
riceveva
in
esempio
di
un
Vittorio
la tua
dissi, il
Vedrò
la parte
Onde
dicesti
già
a
esercitata
nel
il
facile
giovane
da
altri
anche
^
Si
da
seguito
di
la
'
finita
ai
avanti
il 27
o
no,
ultimi
due
I soli due
Teresa
una
tanto
nelle
è
in
atti,
profezia
sangue
usato
; le
sul
suo
differenza
che,
modelli
dei
di
avver-
sonetto
stando
É
inedite.
ancora
avanti
ore
se
tempo, derivava
1817
poche
verso
peo
nel Pom-
Primo
"
sul
fin allora
napoletane
La
napoletane.
composto
in
letto, prima
finito
sola
altre, appartenenti,
consistono
in
nominati
sono
imminente
versato.
alfleriano
diversità
:
gono,^
riman-
ne
stile ci par
detto
figlia.La
sua
ce
Pur
di
leggere
».
versi
deir
T influsso
novembre
carte
personaggi
Carlotta
che
fatti col
è
ficacia
ef-
Antonietta,
precedente.
tracce
carte
avendo
deirAlfieri....
Anche
dell'anno
nello
dov^
nota
addormentarmi,
vita
le
Maria
tragedia:
dalla
e
fra
una
la notte
tutto
verso
conserva
più preciso,dell'
componimenti:
manifestamente
seguiti.Nel
addio.
dall'Astigiano,possiamo
quello
mutamenti
parte
mio,
tetto
segnatamente
e
dai
in
terra
brevi
e
recanatese
in
e
questa
avvertire
differente
COSI
il dolce
e
luglio
quelle poche
è
Alfieri
aprica
lui
comincia:
il petto,
ansante
marmo,
un
Letta la vita
esso,^ e che
storia
della
disegno
incominciata
da
da
tuo
su
tigli
quelli venu-
del 1817:
esempio, ancor
un
da
poeti pur grandi. Eccone
Alfieriscritta
Vedrò,
averlo
diversi
sonetto
suo
249
POETICO.
e
altri
chiuder
In
Ma
nuovi
impulsi
sin allora da
PERIODO
prima
scena,
ben
ricordo,
se
qualche
traccia
Maria
Antonietta
e
dovesse
finire
tragedia
vendetta
pare
di
quei
in
delitti
prosa.
Maria
e
con
del
250
CAPITOLO
tire
qualche
maniera
cosa
molti
per
tragica
rispettisimile
dal Foscolo
tenuta
air Alfieri
VI.
quasi
composta
e
che, immaginando
la
nel
alla
dicata
Tiesle,de-
alla stessa
età
il
predetta tragedia, aveva
Leopardi.
Se
che
non
questi,giudice
stesso, finì ben
se
ulteriore
però
fosse
di
mai
ed
esempi
questo
nel
tentativo
cessar
proprie
Y
canzone,
nostri
Tira
e
Teran
onde
le
l'Alfieri
così
della
Parini,
ecco,
qui,
che
Queste
il
Leopardi la
dell'idea
sua,
sommi
Incise
schiera, ei
viene
discendente
de'
Pugnale,
Lni
fra
il fero
allobrogo
tiranni
onde
Melpomene
gl'itali spirti unico
armò.
Sepolcri:
Foscolo,
Irato
Ove
a*
Amo
Desioso
patri
è
Kumi,
errava
pih deserto,
mirando.
muto
i
campi
e
a
d'una
terrìbile
col
Odiator
teggiamen
at-
e
pronta
imdesima
me-
poeti.Facendo
d'affanni
piene
nella
originalmente trasformate
l'ultimo
Note
forze
con
Bono:
li
cui
a
dell' «Allobrogo»,
tutta
nostri
loro
come
*
ferocia
di un'idea
aveva
altezze
dall'ammirazione
generosi.*Ma
immagini degli altri
qui
Ed
venuti
migliori: la
insieme
tri
alin
alfieriana, coi caratteri
immagine
i fremiti
senza
Alfieri
altrui, levossi
sublimi.
più
che
dei
soggetti: dalle
colf aiuto
voli
a
stesso
ogni
ispirazioniinsigni. Fece
altri
pervenuto
drammatico,
dallo
a
ad
rinunciare
campo
trarre
altre
in
come
col
presto
severo
sempre
il cielo
presentarl
rapfa-
252
VI.
CAPITOLO
maginazione
è
umane
montato
sé
niun
difiìcoltà,
stesse
dal
vere
ispirazioni
nuove
che
più
^11
al
risplenderanno
Milton,
fra
del
compimento
{Paradise
lost,
colla
frase
venn
trop
IX,
del
stessa
tard
"
dans
an
nostro
nn
monde
che
poeta,
trop
late
diceva
vieax
menti,
la-
bellezze
sua.
in
E
".
{Bolla,
».
rie
contra-
temeva
annoverava
too
si
quelle
persino
age
dalle
derivargli
possono
poema,
che
dirsi
a
ond'egli
storiche
il
ma
perchè
neiropera
buo
44)
è
tardi:
condizioni
le
la-
hanno
grande
talvolta
nella
"r
diversa;^
non
dolore,
e
propri
nato
sommi
supposte,
e
più
i
esser
altri
troppo
stesso
suo
di
poeta
tempo,
avviva
sorte
mondo
al
venuto
:
3"
dal
e
immaginazione
dolevasi
una
di
che
è
vero
scienza
stessa
cose
per
POETICO.
potentemente
Leopardi
Il
dell'
sia
più
e
fantasmi.
la
dove
vigoreggia
sera
dalia
vengono
quella
pur
PBUODO
SBCX)N0O
—
primo
il
Inogo
De
I)
Mnsset,
:
«
Je
snis
Capitolo
POETICO,
PERIODO
SECONDO
NOZZE
«NELLE
CANZONE
VII.
DELLA
PAOUNA".
SOEEUA
I.
Due
due
idee
due
e
Già
Roma.
continuamente
antico
opposte
:
significare
a
Paolina, la miseria
cosa
vista
(un
qualche
col
pensiero dal tempo
doveva
nobile
del
lo
felice
tutta
nel
In
sua.
alfieriani.*
Come
ispecie
Così,
:
presente
Il
alla
nuova
una
e
poi,
metteva
ne
del
presente,
più
sempre
T altro
e
canzone,
con
un'arte
il sentimento
più particolarmente caratteri
assume
la vedemmo
come
il Leopardi
nella
scritto
questa
pezzo.
riportatanel giuoco
eroico,
Tuno
l'
al-
affacciasse
sdegnoso
tempo
congiungere
dell'antichità
*
al
un
per
primavera)
spirito,sempre
anelante
sempre
della
moderno
Dante,
a
tica
dell'an-
poeta viaggiava
gli si
vittoria
una
pallone,il ritorno
moto
che
monumento
Mai,
il
anno,
continuare
bella
e
nuovo
scoperta
del
da
così
e
;
Ogni
mio
storie
qui
stanno
tempi presenti; Virginia,la grandezza
dei
in
muliebri
immagini
in
canzone
Misogallo,
alcune
deUe
fosse
in Studi
di
disegnata nella
prime
sue
alfìeriano,
Letterat,
cose
dissi
Ital.
e
già
cit.,p.
in
nel
74.
254
CAPITOLO
Mai, eragli rimasta
al
canzone
ai tiranni
guerra
che
al
ai
alcuni
hanno
concetti
anche
citare
di
dimenticata
se
pregio
da
0
i
«
simili
al
oggi, era
figlidell'
perciò, senza
essi ;
o
dal
al
servire,
senza
educargli
tradire
la
non
al servire
del
contemporanei,
Della
1810, X,
'
F.
Tirannidef
lo sventurato
Opere
di
e
se
simili
dre,
pa-
stesso,
sentenze
bocca
dei
tutti ;
sopra
Vittorio
sempre
pur
onore
e
dirgli,
tra-
senza
può
suo
e
le tristi loro
per
forse
Foscolo
in
dissimili,
frequenti sulla
ricorrevano
dell'Astigiano
:
s' educheranno
nati
Queste
».*
sommo
ma,
verità, il
che,
esempio
si possono,
al pensare;
fatto,
simi
dubbio, infelicis-
Nati
non
al pensare,
natura
in
un
riescon
padre
lui renderanno.
educare
*
Eccone
e
circostanze
è stato
avuta
pensante
uomo
l'Alfieri;
Virginiadel-
non
tempo
un
padre;
infelicissimo
la
quella Tirannide
di
gì'Italiani.
tutti
anch'
per
già
se
fra
corrispondenza
questa poesia e
qualche luogo
ciò
tragedie.
stesse
sue
la
avvertita
gioverebbe,
ma
mente
da stare
più,uomo
ancor
eroi delle
maggiori
Già molti
nella
poeta altissimo, e,
:
Leopardi importava
accanto
fissa
Allobrogo feroce», che, solo,ardì
dell' «
l'immagine
muover
VII.
*
e
Alfieri. Padova,
143.
Frammenti
di
S. Orlandini.
in Poesie
sermoni,
F.
Firenze,
Le
raccolte
Monnier, 1856,
e
ordinate
volume
da
nnico,
p. 283:
Orfano
errai;
Pietà,
Né
Io
Gfr.
delle
né
cure
di
pietà
me
di
né
Né
al
a
me
tiranno
del
30
mi
vinse;
abbracciamenti,
d'amorosa
moglie
casti
compiacqui
non
Ma
lettera
che
col
più
marzo
1* animo
mai
mio
nerbo
e
mio:
educo
sangue
nuovi
1816,
in
affanni,
schiavi.
Epistolario
raccolto
e
SECONDO
si
queste appunto
canzone
PERIODO
mìseri
fortuna
Tra
Vissuto
ad
moderno,
italiani
storia
medioevo
entrar
della
studio
Parini, del
fu
altro
sul
in
mio
non
F.
sente
pre-
quello
a
religiosa,Y
dei
uno
Si
fatti
essa
badi
a
vie
e
le
per
sempre
aveva
che
mondo
quel
più
voli
note-
deirAlfleri, del
voce
moderna,
ciò che
cantare
concittadini
lui
in
precorse
coscienza
a
Chiesa, al
della
Foscolo
suoi
S. Orlandini
«
della
è
non
patria
vita
e
gli
più
tesse
po-
che
e
glio
me-
patria infelice.
illusioni
desiderio
lui
per
lato
immortali.
la
della
invito
alla
1854, II, 213:
le
fede
del
dei
cuore
Monnier,
con
stessa
Così
e
primo
da
e
Padri
storia
nella
ordinato
dove
dei
immagini
Monti
giovasse
qualche
di tutto
impulso
il
come
sua
vita.
sua
poeti
della bellezza
alto della
più
per
è
poesia
innamora
dell' arte, eh' è
opera
ogni
; lo
cittadino
rappresentava
codesto
loro
dei
avanti, quando la poesia antica,
alla
e
quasi
per
La
il sentimento
togliendolo allo
fatto
principalmente
opera
anni
antico, il Leopardi
piena consapevolezza
con
insieme
pochi
pose
mondo
eflFetto simile
un
:
avuto
entrare
per
infonde
gr
nel
contemporanei.
e
dissidio
Immenso
costume.
fin allora
cominciava
eleggi.
Miseri
valor
e
11 corrotto
e
nella
codardi
o
Figliuoliavrai.
arte
sostanzialmente
contengono
:
0
nel
S55
POETICO.
Al
e
da
matrimonio
E.
Mayer.
ho
Firenze,
sempre,
la
fantasia, aspirato; ma
ti procacciare
figliuoli,ha
d' ammogliarmi
».
e
col
F.
Le
cuore
sentenza:
vinto
ogni
256
CAPITOLO
Ma
non
cultura
altro
questo egli s' intepidisceverso
per
classica ; anzi
continuò
gli
paresse
del
alla
nuovo
sentimento
patria,ci
quello che
di
meglio
quei
lui
severi
e
in
presenti
lui
il
vita. In
speranze
della
senso
più
ancor
di
mostrato
vivo
di
gli altri
averne
versi
le
con
Dell'
Delle
voi
da
pupille
fu
della
Or
Intendo
della
loro
danno
in
non
al dolce
il ferro
e
ben
esse
medesima
quel
vtx^
xal
scorno
raggio
il foco
luogo
(ode
diversa
SYxéwv
8è
xal
gnificaz
si-
quella che
appartengono.
e
così
2):
à7cc£vx(ov
otSigpov
TiGp y.a.X-fi
xtg
da
nulla
alla
concorrono
xfltXXog
àvx'
e
poesia anacreontica,*
vaghezza,
cui
a
questa
di
poco
dato,
V ode
da
; e
vostre
di un' idea
informava
non
progenie
umana
immagini
perdendo
gorosi
vi-
:
Domar
le stesse
più
immagini più graziose.Così,
patria aspetta
La
i concetti
contemperato
Donne,
*
della
ficazione
signi-
maggiori poeticontemporanei. Certo, nessuno
nostri
ha
alle
in
era
avevan
pure
più compiuta
dall'altra, che
mostra,
classica
perfetta arte
mai
parte, quel tipo di donna,
una
meglio corrispondeva
della
che
amorosamente
adatto
suo
la
armonie, splendori e quanto
fatti,se vagheggia, da
che
più
derivarne
a
VII.
oOoa.
perfetta
con-
SECONDO
del
temperanza
rampollare
vigore
della
e
poesia del
una
di
Per
voi
belle
che
cose
abbia
cui
il
di
D'
Siede
T alma
di
rallegrail
Scendono
i venti,
L'Olimpo,
Della
Forse
Ben
e
sul
a
cui nel
quando
chi
si
che
le
une
esultanza
ZUMBINI.
aduna
il rombo
badi
vita
e
suscita
e
l'intima
donna
nei
a
in
le
quelle del
quella della
eflfetto che
essi
mente
egregia-
più leggiadre
mondo
riore,
este-
corrispondenza dei
destano
cuori
un
sufficientemente
non
air immediato
umana
le altre
vedere
potrebbe
spirito,sentirà
nostro
quindi
e
che
petto
nembi
le montagne
po' arbitrario,o
ma
della
munica
co-
tenzone
a
la parentelafra
significata
cose
mineo,
fem-
digiuna
preparato, dalla bellezza della
fanno
essa
colui
misero
quando
questi versi
passaggio un
;
volto
procella.
in
natura
la bellezza
:
amor
cor
fiede
e
sé
più
più generosi
dei moti
quello
si
Non
anche
:
la vita. Al
è capace.
inchina,
delle
è pure
aspettidella natura,
dentro
gli avverte
non
s'
tutto
? No
suscitatrice
nostro
cuor
il mondo
sublimare
virtù
una
franta
e
giovinezza,eh'
ai vari
come
onde
la
fatta per
è
si spegne
natura?
nostra
dunque
:
santa
? attenuata
mano
Quella beltà onnipotente, a
ucciderà
nuova
gioventù dunque
vostra
Da
grazia seguita a
tutto
La
Fiamma
257
POEnCO.
PERIODO
in
noi.
gentilila
Una
moti
vera
vista del pe17
258
CAPITOLO
ricolo, 0
non
nelle
nel
qui
quelle
ad
il
un'altra
Continua
poi
disdegno gli
nel
Se
se
Dubito
ultimo
fanno
Greci
Agamennone,
contro
^
»
Anche
e
in
altri
imitata
dileggio.Ma
stessa
e
in
Iliade, II,
altre
aveva
e
in
avere
volgari,
fanciulle, amore.
omerica
appieno,
l'
del-
come
poeta. Presso
aizzar
gli
grida loro:
rabbuffo
autori
più
pur
l' idea
tra
e
del
a:
sonale
per-
Omero,
animi
Oh
acerbo
potremmo
questo luogo
dei
Achive,
di questo?
notare,
vente
so-
tal maniera
Leopardi
l' immagine
di
ci è la
? 0
non
che, parlandosiqui alle donne
inalzare
236.
ad
forma
ad
esempio antico,
dirsi invece
volendosene
*
dall'
convenienza
potrebbe
qual
:
una
immagini classiche, col
Tersite, volendo
Achei
non
di
non
del nostro
sentimento
il mordace
le donne
concordi
altre
tante
da
passato
la reminiscenza
che
non
in
core
ardea,
verso
un
medesimo.
ingenerosi
femmineo
però
è
congiunte,
incitando
uomini
uomini
D'
qui
in
esperimentate
che
bellezza, dando
o
poi
vedo
naturalissimo
impeto
divise
che
an-
Vedo, anzi,
scorto.
di animo,
di
visione
impressioni che,
volte
ci ha
con
condizioni
Non
romanticismo
quel
italiano
Leopardi,
sue
si manifesti
terribili.
più
citato
scrittore
illustre
che
forme
di sopra
luogo
pericolo sparisce
la bellezza
appena
sue
di
idea
piuttostoogni
essi,
per
VII.
al
possibilela dignità e
la
S60
CAPITOLO
titolo
diverso
per
essa
sentimento
dell'eroico
a
nostra
ammirazione.
Ma
suoi,
tragedia, essa,
ha
come
nostra
la
mano,
dei
eroica
al sacrifizio di
sin
dal
se
principio,
presentimento:
un
se
sua
meno
patria.Già,
della
prò
E
non
volontariamente
concorre
in
stessa
ne
nella
lei, la
a
di
1' uccide
storia
vittima
piuttosto una
ma
paterno:
Virginio, che
pietà;
nella
apparteneva, pure
eroina,
un'
è
non
vn.
nullo
pur
difensor
solvesse.
menarmi
qui, pria che
Svenarmi
schiava,
Carnefici, v' è forza.*
Poi, sentendo
ricordare
Lucrezia, esclama
E
è pur
Oggi
Ma
Padre,
E
sposo,
vedendo
all'ultimo,
presso
se
quasi
le
Livio
:
di
non
emularlo
:
sangue,
scorra.
eccovi
morire
sopravvive) si
altri
emula
innocente
contaminato,
ferite
di
atto
letargo Roma,
suo
che
forza
ancor
non
magnanimo
quasi vogliosa di
svegliar dal
a
se
il
il
il
petto.*
suo
Icilio
(che
da
desima,
me-
ucciderebbe
se
glieloimpedisse.^ Un' eroina,
Lucrezia:
insomma,
ecco,
la
ginia
Vir-
dell'Afleri.
Or
il sentimento
corrispondeva
Nulla
che
di
più
a
*
Atto
«
Atto
8
Atto
I,
se.
quello tutto
sublime
il volontario
alfleriano
iir, se. III.
V, 8C. IV.
per
vita
antica
proprio del Leopardi.
nel concetto
morire
II.
della
le
del nostro
grandi cause
poeta,
; nulla
di
dunque
ai
Quella
V
nel
delle
«
suo
vedere
in
Romana
sogno
colla
tenerezza
sul
fatto
del
? Ma
in
più
dolci
Sogno
moti
coi
anche
i
quelliche
produsse
Cosi
In
l' eterna
duri
ozi
Femmineo
onde
mai
di
sui
moti
qui
della
fanciulla
romana,
suo
egli fosse
cuore
capace.
l'
Livio, gli eflFettidel-
a
benché
la virtù
di
indirettamente,
Lucrezia:
Roma
sepolta
fato
frase
avviva
un'altra
adombrato
volta.
egli aveva
i due
è
Pel
Roma
»
Canto
quel
là che
malvagio
cui
fu
II,
lieta
37-39.
e
amore
suo
conto
a
voi
un'altra
tiranno
con
risorgimenti
Roma:
Appio
di
neramente
parlarglite-
nel
ìieìV Appressamento della Morte,
la medesima
finge
fanciulla
congiungono
che
più
di
e
parlato alla
robusti
scheda
si
si ricorda
aveva
si
trici
suscita-
una
quanto
non
lei paragona,
di
eroismo
lei
proposito della
pensieripiù
E avvicinandosi
a
quale
egli
non
rispetti,
dove
di
Chi
lui
a
inedite, si legge :
canzone
suo
tirio.
mar-
Roma,
stupendi.In
tuttora
:
d'Italia......
di
proprio paese,
Y ombra
tanto
presenti
del
di
e
splendente
alcuni
per
di moti
napoletane
Virginia
A
e,
sempre
cuore
carte
eroismo
memorie
dolci fanciulle
delle
meno
antiche
più
amata
aveva
questa maggiormente
tipi di
alti
più
tribuisse
Virginia at-
sua
figura femminile,
le
entro
per
alla
atti onde
pensierie
si accostasse
che
naturale
più
261
POETICO.
PERIODO
SECONDO
fé '1 dritto,
volta
afflitto.^
262
CAPITOLO
Se
vn.
che, qui, cagione del
non
la stessa
era
iniquitàdei
invece, è la virtù
Da
antiche
eroine
il
Leopardi
E
ne
tipo
il
dal
sempre
che
di
più
mondo,
quel
e
quella vigoriadi
animo
Gota
molcea
Beltade
Nella
le
potere, che
italiane.
fra
quel
immaginare,
quellagraziadi
;
forme
Eri
Roma.
il
e
dita
il folle
sogni invita,
acciar
ancora
r Èrebo
bellezza
umana,
che
natura
a
splende nel
prima
poco
Quest' inno
ti ruppe
fra la festa della
giovinetta volontariamente
È un'aurora
che
l'attende!
della
eri
petto.
contrasto
storica, come
ed
vaga,
pur
dolci
ai
alteri
degli
paterno
rozzo
Il bianchissimo
qual
la molle
si sconsolava
stagion eh'
Quando
mirabili
le
aflfetti,
sparitaper
le celesti
con
tuoi
Signor di
il riso
mai
gli aggiunse
confidente
e
onnipossente,
Disdegni
la
che
:
Virginia, a
che
Virginia.
donne
tenero
di
zone,
can-
inseparabiledella gioventù in ogni tempo
compagno
muliebri
sublimi
del loro
quella romanità
; tra
di
l'eloquente contrasto
ciò
e
; nella
e
ispirare alle
anche
eroico
E
di Lucrezia
il sentimento
e
bramava
segue
poeta
fra
tiranni
più poetico il fatto, più
ciò
doppio risorgimento
a
suo
di
traverso
l'orrore
martirio.
e
tragedia
splendere
della
colla visione
Le
e
gioventù
della
visto
Virginia finisce
effetti del
abbandona,
fosco
abbiam
vita,
ultime
cella.
pro-
dei
parole
della
tragedia
sono
il
alfieriana
del
grido
imminente.
alla
Ecco
Di
il
Lorda
queste
Terra
il
che
morte
di
insieme
la
dato
storia
una
futura
ammirare
congiunta,
altrettanta
Y
precorre
j"^
zione
insurre-
canzone:
romulea
prole
polve
di
Ecco
i
crini;
polo
ai
dell'
e
Roma
!
precipua
di
allo
di
immagine
causa
fatti
sguardo
altre
bellezza
al
umani?
cui
a
circondandola
valore,
Quante
insurrezione
fanciulla,
alla
rischiara
che
accampa
confini;
intorno
bellezza
grandezza
s*
dipintura
scoppia
di
doma
arduo
torridi
la
luce
nella
e
latino
marte
un'
come
la
petti;
cresca
par
della
invece
sono
medesima
Queste
muoia
Appio
avvampa
obbliviosi
buio
che
tiranno
Gli
Dal
popolo,
sfavilla.
iibertade
E
Appio,
(n
intorno
ira
nova
:
vaga
spoglia
Tua
263
POETICO.
PERIODO
SECONDO
suo
volte
tutta
ci
femminea,
eflFetto,
con
fu
Vili.
Capitolo
PERIODO
SECONDO
PRIMAVERA
«ALLA
CANZONE
POETICO.
FAVOLE
DELLE
0
ANTICHE».
L
I
la
dei
poeti dei
maggiori
vita
di
unità,
in
e
aliena
essere
molto
notevole
cause
e
altri
*
Con
mi
sembra
1881.
allega
Shelley,
Giom,
Il
molti
in
G.
A.
dotto
mio
luglio
di
studio
breve
esempi
ha
talvolta
che
capitolo,
1879.
:
in
Bradlby,
autore
degli
questo
napoLf
il
*
me
presente
delicatezza
e
fatto
di
la
ho
siero
pen-
avesse
ad
è
studi
;
Old
nelle
io
ciò
ed
tici
este-
in
dem
Mo-
Magazine,
simili
citati, specialmente
la
A
ricor-
mythology
Mctemillan'a
pubblicato
sue
cercherò
morali
opinioni
fatto
un
canzone,
criteri
loro
un
poetiche.
di
più competente
profondità
poetry
e
manifestazioni
sue
d' illustrare
soltanto
si
dita
per-
giche.
mitolo-
in
parrebbe
che
degno
e
poeti
per
favole
moderna,
di
della
che,
nelle
cui
coscienza
la
nelle
attenda
da
amore
un
quei
dolersi
concordia
tanta
Diversi
affetti
umana
fede
dalla
derivava
Tanta
di
nel
felicità
uno
nire
interve-
all' arte.
e
siderato
con-
come
potessero
concordi
quella gran
giudizio,
mai
lingua
mirabilmente
furono
may,
di
hanno
antiche
segnatamente
e
d'ingegno,
fede,
favole
che
danni
più gravi
alla
delle
morte
ultimi
tempi
prima
alle
mie,
dallo
volta
in
SECONDO
dando
tale effetto anche
a
stranieri, che
con
di
e
sentimento
col
in
stato
novelle
sorgenti
dai
aurore,
della
e
altri
ad
poeti
belle
più
che
gli
relazioni
età, così
r antica
e
Ricordo
che
dice
in
del
questa
non
le
di
«
Ah,
vorrei
quanto
dall'amore
in
e
talora
sentimento,
ai
novelle
tante
si dolse
alle
tanza
all'esul-
mezzo
animate
cose
mate
inanidi
non
invidiò
e
piaceri dell'
maginazio
im-
cuore.
amando
alle
e
che
più
bel
sonetto, in cui
la vita sociale
innumerevoli
son
cosa
E, offeso dall' aridità della coscienza
;
che
viventi, come
scorgere
favorevole
badano
contiene
ciò
e
allodola, del fanello
particolarequel
gli uomini,
natura,
che
ricco
laghi,
finità
un'in-
per tenerezza
quel poeta
abbastanza
essere
la
tutte
e
mondo,
del
dallo
veniva
sé
tra
trovò
esso
profonde;
Eppure,
umane.
cose
esteriore
in
dettato
stato
era
alcun
d' affetti. Dai
dell'
talvolta
adegua
sia
tramonti, dalle nuvole,
e
farfalla,del passero,
del cuculo,
che
il mondo
ispecie di piccole creature
in
che
montagne, egli ricevette
d'impressioni nuove
disse
credo
pensieri e
di
dalle
cascate,
Non
che
giunta
con-
spesso
natura,
Wordsworth,
il
mari, dalle
trova
alla
amato
tanto
l'amò
dalle
affetto
zione
l'ammira-
tempi
si
umano.
quanto
dai
nostri
antiche
cuore
abbia
moderno
parentela
d'immagini.
vivo
più
abbiano
la medesima
favole
delle
mai
quei componimenti degli
poeti inglesi dei
Nei
S65
POETICO.
PERIODO
piuttosto esser
bellezze
tutta
nostra.
moderna,
nato
che
ma
escla-
pagano
!
266
CAPITOLO
Così, stando
belle, che
uno
possibileche
è
non
che
che
dà
dei
momenti
chiudeva
antichi. Tuttavia
quel
il
fossero
immagini,
Alla
canto
questo
vive, si sentirebbe
*
il sonetto
intero
world
The
Little
We
we
bave
This
Tbe
is
Sea
And
are
It
moves
A
pagan
So
given
I, standing
sìgbt
bear
in
old
tbat
bosom
delle
alcune
di
anche
è lamentata
l'
dal-
vederle
{lessforlorn).
poetical
woold
I*d
moon;
ali
out
hours,
flowers;
of
tane
;
be
ratber
pleasant
tbis
make
rising
blow
tbe
at
!
outworn;
creed
on
:
boon
sordid
a
are
we
soon,
powers
sleeping
God!
a
and
our
ours;
to
like
now
Proteus
Triton
is
bowling
be
noi—Great
suckled
of
al
derelitti.
morte,
seUct
away,
tbing,
every
glimpses
cui
"waste
that
hearts
up-gatbered
Have
Leopardi,
orfani
; late
us
lay
ber
will
tbat
Have
Or
our
bares
that
US
might
with
we
Nature
in
tbis, for
For
d'animo
appunto
The
much
too
see
winds
il
abbandonato
spending,
and
Getting
posito,
pro-
Works,
Ecco
aonneta.
1864, 1, 365. Miscellaneous
dei più belli del poeta inglese:
che
è uno
Tauchnitz,
B.
al nostro
s'eglipotesse ancora
meno
sua
degli
oggi, privi
quasi
Wordsworth,
William
Leipzig,
per
di
Primavera,
che
Italiano,affermò
del
tesoro
un
le favole
questi
mitologiche, la
creature
dalla
condizione
stessa
uomini
gli
è
importanza, poiché
somma
fra
tone
Tri-
poetica
tale
si attiene
poeta inglese,nominando
quelle
in
che
pareva
antiche
E
lui nella
altri moderni;
tanti
quale
è di
potrei
:
questo
sé, creato
natura,
ciò che
momento
vita
invidiava
non
per
ci fa veder
in
alla
cui
per
Certo
nella
cose
il vecchio
e
»/
rari
ammirazione
immagini,
mare
corno
più
che
stupenda
di
suo
tante
rivivano
più
dal
sorge
fiato al
Wordsworth
d'
questa riva, potrei veder
su
Proteo
veder
Vili.
bis
me
from
wreatbed
lea,
less
tbe
forlorn
sea
horn.
;
;
268
CAPITOLO
senti
dai
è
questo
a
presenti,ma
quali dirai
ai
voi
amabili
di
ricorda
Baia,
di
la virtù
di
ci
ancor
La
antico, anima
cui
ceneri,
di
la morte
*
John
quel
by W.
grecian
on
a
'
shall
old
Thou
shalt
remain,
Than
ours,
a
Op.
kno"v
on
cit.,p.
Ibid.,
224
ago
is
Beauty
Ye
mondo
poetico
stesso, riposano
in
Works^
London,
E.
:
friend
this
in
to
truth, truth
earth, and
with
a
Moxon,
pp.
229-30.
258
:
Written
Miacellaneous
generation
waste,
of
other
man,
to
whom
ali
on
",—
need
ye
May
poems,
poe-
edited
midst
beauty
cantò
mirabile
un
urn:
When
e
*
Rosetti.
M.
memoir,
come
Shelley,il quale
amico
Poetical
Keats,
rispondenza
cor-
poeta inglese,le
Keats
dello
suo
al
altro
un
quelle del
italiana. Parlo
in terra
amorosa
mitologiche,tante
ebbe
di
i canti
come
della
vita.^
il Keats
che
stima
concedergli
compiacendosi
le favole
della
belle
sulle
nobili cuori, considerava
oltreché
periteper noi,
chiedendo
s' avvicinava
data, di un'
era
madre
isole di Grecia
nelF
anche
dove, pure
fra due
cose
E
la bellezza.*
là
di
vati che
quei
della
si faceva
insieme
che
anche
antico, così
tempo
un
e
:
desiderio
mesto
con
giovane Maia,
pregando
e
italiano
felicità, che
altre
bellezza
è
alla vista
come
tempo
come
poetica
poeta
del
sempre
lodavano
ne
al
Leopardi
poterla cantare
rive
degliuomini,
sulla terra,
sapete
d.^ E
alla
Ermete,
di
amica
stagione Y Inglese volgevasi alla
dolce
nella
voi
di sapere
divinità
altri dolori
ad
mezzo
è verità, verità
ciò che
occorra
il
in
sempre
Bellezza
:
tutto
primavera
le
starai
generazioni,tu
diversi
Vni.
woe
thou
that
ìs
to
know.
say'st,
ali
day,
Dedication,
criticai
Ode
SECONDO
reminiscenze
è
si
di
più leggiadro idillio
ad
Leggasi
che, pur
qualche
più gentile che
stupenda
una
la stessa
non
sieme
in-
opera
^
VArethusa
nimento
compo-
;
ovidiane,
reminiscenze
sue
fare
da
più semplice, di più
di
cosa
le
in altri
siffattamente
moderno,
e
la
attestano
antichi
esempio
con
Mosco, ed
di affetti. Anche
unità
molte
e
di
meglio
al sentimento
compiuta
una
è
che
pensieri e
congiungono
d' arte.
la tenerezza
poeticiglielementi
lavori
269
POETICO.
tutta
componimenti
grecità
suoi
ha
che
del
dei
uno
sua
^
VAdonais
metto
PERIODO
caldo
del
narrazione
e
di
poeta
latino.
Anche
improntati
di
classicismo
due
i
sono
of Apollo,Hymn of Pan,^ scritti intorno al
tempo stesso che il Leopardi scriveva il suo Inno
V Inglese per entro
Nettuno. Se non
che, dove
a
Hymn
le
antiche
immagini
V
moderna,
coscienza
che
imitazione
le
esprimeva
aspirazionidella
Italiano,volendo
sembrasse
lavoro
un
tentare
originale,soppresse
invece, per quanto potè,ogni
sentimento
può
dirsi
Poi
autore.
quel
e
:
in
tanto
quella
che
distingue
edited
Pbrcy
with
Bysshe
a
memoir,
p. 313.
*
8
Op. cit, p.
Ibid., 35-6.
32.
by
M.
Blind.
il voler
antica, e' è
Shelley
Shelley,
A
siamo,
ravvi-
ne
l'
del-
ammirazione,
comune
dagli altri poeti della
ma
*
lo
ce
contro
vita
personale
suo
ancor
ci rimanesse
piuttosto religione della
cosa
che
una
non
solo
stessa
selecHon
sua
from
o
qualche
dal
pardi,
Leo-
patria;
the poems,
Leipzig, Tauchnitz, 1872,
270
CAPITOLO
perchè
Vili.
egli credeva
sempre,
per
chiude
tìellas),
e,
mondo
il
la terra
che
il sole
come
un' altra
ricevere
può
il cielo
e
from
lascierà
tramonta,
splendore e agli uomini
suo
Atene
Choruses
de' suoi
V ultimo
leguati
di-
come
essi rinascere
poter
Sorgerà
più splendidiancora.
(così ei
gì'ideali
questi consideravano
se
al
ciò che
tutto
dare.^
può
II.
Venendo
L'
soli due.
Goethe,
forse
al
la
lingua
Goethe,
e
la
e
al classicismo
arti
si
Napoli
in
Op. cit.,p.
Gesammelte
Leben
miisste;
menheit
der
fede
Werke
Band,
beschliessen,
zu
nur
dort
bringen,
bildenden
Anche
venne
di
in
vince
dea
Grafen
essa
il
cielo
educarsi
studiare
poter
L'amicizia
produrne
ri-
come
per
credeva
cui
che
nnd
Stuttgart
1856, erster
denn
tadino,
concit-
le
i
trarre
poi onde
fece anche
più
in
certo
:
ogni errore;
330.
Banden.
za
studiò
più particolarmente per
quella
'
filnf
si
e
Ci
vi morì.
legò col Leopardi,lo
*
Verlag,
Au8
e
e
ammaestramenti.^
Di
suo
fine il riso del nostro
senza
da
figurative,
più fecondi
altro
nazionale.
poesia
Italia
in
nostre
antica
minarne
no-
che, dopo il
possibilele forme, ritemprando
egli amò
venne
qualunque
l' arte
ammirò
il Platon
è
uno
di
più
di
Tedeschi, mi contenterò
ai
ora
wenn
Eunst
Augsbnrg,
XXXV:
«
und
wenn
hoffe
ich
dieses
zìehe
AUGUST
ich
In
I. G.
Italien
ich
mich
meine
Knnst
Wort
nicht
die
Platbn
VON
grdssten
Ootta'scher
denke
icfa mein
dahin
zur
eìn
betteln
Yollkom-
Frevel
Belehrangen
ist.
".
SECONDO
la
quale, se
due
PERIODO
Dante
per
era
di
maniera
di
Con
liriche
tanta
del
abbia
Ma
al mio
antiche
da
scende
vezzi,
di
altri
più
posito
prologico
mito-
insigni poeti
è nel Platen
simile
autori,
all'antica
volge
dal
cielo
in
il sole
cit., I,
83.
p.
Keats
Unter
potenza
Wàhrend
Seìne
Tief
Die
der
an
almeno
lichten
herab
sìe
Flut,
ihn
Nncht
rings uinfangen,
hangen
die
Quelle,
Locken
bis
netzt
in
mit
sachter
Welle.
del
della
del
pardi,
Leo-
bellezza,
dei suoi
quando
ruht
Lilien
e
della
come
ricordarne
versi,
dall'aspetto
mosso
:
Jiingling
suoi
già divenuto
la
splende
divinità
stesso
anno
regina
tutta
Voglio
le
verso
Venere, scritti Y
un
vato
quello osser-
a
in alcuni
espresso
si
strettamente
notevole
animo,
in
a
mentre
Op.
episodio
altri
primavera, ispiratricedel
ei si
strofa
V
classico,anzi italiano. Anche
della
*
Endymion,^ in
(1835),quand' egliera
morte
che
soggetto,
noi
inno
vero
V
come
che
ciò
movimento
:
sica,
clas-
grazia
rispettole miglioricose
esempio
a
movimento
qui
alcune
moderni.
ritornando
attiene
tutto
tal
ispiratofelicemente
settentrionali
caldo
squisitezzae
ricorderò
quale
di Orazio.
e
vista, conseguì in
pareggiare per
ad
quella
componimenti
Pindaro, di Teocrito
leopardiane.Valga
sua
i suoi
sue
da
un
talvolta
alla
delle
Tedesco
nel
modelli
moderna,
della vita
mirabile
quei
i
cristianesimo, per
scontenti
foggiare
sugli esempi
il
era
giovani poeti,così
È
Tarte
antica.
%lì
POETICO.
la
ella
prima
2731
CAPITOLO
ad
apparve
poterono
Le
Adone.
e
bella
quell'immagine,
Tedesco
Tra
lo Schiller.
antiche
favole
del
canzone
la
poesia:
egli tolse
esempio, di
della
di
ingegnandosi
*
Op.
Die
ich
Haine
Ni
e
glànzte
einst
die
KUsten
dir
eigen
Der
schSne
il cui
di
die
Schiller,
Gott.
»
*
Buch.,
Ibid., 219.
Ibid., 227.
che
an-
canti, per
possibilei
una
caratteri
verità
Ma
logica
psicola
sua
die
zuvor!
erschienst.
sich
wieder
Dienst!
ci fa
Venere
rammentare
della
famosa
(I, 8-9):
ponti,
ceqttora
lumine
ccelum.
diffuso
Werke,
Sammtliche
1869, I,
Busse
Bild.
hernieder,
erneue
ridetti
nitet
der
du
lebeudige
a
mild:
GStzen
Adou
es
Grasse
dem
und
Sonne
dem
empor,
gSttliche
sentimento
Ubi
Già
betrete,
innig
das
Lucrezio
Placatumque
con
poesia classica,
tradizione.
immer
noeh
kommst;
Du
della
loro
ich
send'
konnten
So
quello
Gebeie
fromme
VerdrSlngen
Als
suoi
a
Kassandra,^ qualche
di
e
dar
GlSlubigen,
Der
J. G.
^
al
e
simile
:
làchelst
Du
'
alcuni
conservare
p. 124
Indem
invocazione
di
è
delle
Griechenlands.^
rispondesse alla
cit.,I,
un'ode
tanto
cosa
mitologiae
InbriìDstige
Dir, Kypria,
È
fece
Leander
originalidegli eroi,
che
ammiratori
Gòlter
und
Hero
soggetto
i moderni
materia
a
riderà
sor-
qui nominare,
Leopardi, quantp
Die
che
adoratori/
volevo
nessuno
questa
sua
che
non
mondo
dal
ogni altra,
sopra
tutti
sbandir
mai
ai suoi
eternamente
dei romantici
divinità
potranno
non
L'altro
Vffl.
62.
Stuttgart, Verlag
der
SECONDO
al mondo
ammirazione
che
efficacemente
della
Grecia, dove
fra
quelle che
loro
i due
Per
salvo
ma,
e
il
v'
era
modo
che
bello, senza
poi
ne
da
moderne,
lodò
deir Orco
così
parere
e
Né
dei
ricorrono
*
ZuMBim.
era
di
men
le
di tante
che
ciò
del Tartaro, che
ad
le
tutte
oppressionipagane
deliziosi
e
pur
desco
lieto. Il Te-
partie
col trionfare
belli
egli,
il grande
almeno
gloriadell' umano
a
stato
po' meno;
vedremo,
a
tutte
più
sempre
lamenti
Iliade, XVII,
lizzano
Essi idea-
non
ora
accennare
cielo
a
detestevoli
nella
di sentimento
e
Leopardi un
or
mostrano
di-
greche
Schiller,ne ricorda
talvolta di mestizia
velò
matrice
infor-
emancipazioni cristiane,o
Gli parvero
avversa.
II
lui cantate
finisce
che
soltanto
forse
come
gentile e
men
di tante
e
lo
si ricordò
; né
noterò
le favole
che
punto
di
stato
forme
così
le differenze
allo stesso
in ciò le
suprema
fantasia
di
lo innanzi.
per
alla
sono
felicità della vita antica.
quella vita
mai
air idea
scienza
co-
canti.
ricchezza
gioventù e
qui
la
e
lunga
gran
Molte
ma
poeti dunque
la
fatto
poeti;
si riferiscono
dei
la
i due
di
più
sugli Dei
canto
proprio pensiero
antiche.
cose
manifestò
ei
citato
prevalgono
dipintura delle
differenze
nel
il
273
POETICO.
classico
mai
moderna
e
PERIODO
di
rito
spi-
ogni
forza
gni
persinoquei re-
Omero
fatto
aveva
Achille, e il cui ricordo
il
intorno
poesia greca
gaio
canto
al destino
dallo
di Orazio.
umano,
stesso
che
Omero
443-447.
18
^
274
CAPITOLO
alcun
tenuto
E considerando
conto.
del
suprema
antiche
vaghe
che
poter questo, più
ad
anch'
degli uomini.
il cielo
la
divinità
sua
casi
nei
air
i suoi
umanata,
che
umani,
favole
alla
arte,
innanzi
antiche
specie
di
il
pei primi.
altre
parti del
era
la
T avversione
di
per
La
alla
molte
al
stata
suHa
tasia
fan-
più
in
ispecie
bello fosse
dere
acca-
ghissima
religione, lardi
e
l'
ispirazioneal-
grandi fantasie moderne,
e
lo Schiller
la loro
vano
s'inchina-
avversione
li induceva
condanna
anche
a
gere
invol-
religione poi
essa
106
alle
quella
limite, cioè il gran
IdilUf 'ETTtTccqptogBtcDvog,
celesti
felice potesse
vita
forse
il
di
stessa
cristianesimo
tutto
e
poeti,e
più
Leopardi
Ma
cuore
che
ciò
più poetica. In
da
*
a
medesima
nella
cordi
con-
eroi, i suoi martiri,
ai nostri
e
conforti
cui
a
sono
quegli interventi
e
nostra.
bastata
era
umano.
popolatodi spiritiinfiniti
Italiano, sembravano
nelle
n'
Aveva
la terra, avuto
e
nel soprannaturale,
genere
è
punta,
efficacia sul
molta
menticare
dicetto
con-
un
Eppure questa religione era
di
essa
luogo
vollero
moderni
i due
cui
certo
un
cristianesimo.
felicità del
in
cosa
fede
altra
ogni
alla
conferire
fino
il
più secoli,credesse
lui di
a
di
tengono
ora
tura
sven-
conoscenza
immaginazioni, essi
anteriore
Un' altra
la
Lucrezio, riproducendo
come
greco,
poi quale
nostro
tempo
quelleinvitte leggifisiche,che
delle
abbiano
questi poeti moderni
che
sembra
Mosco/
a
Vili.
e
segg.
che
vavano
tro-
nemico
276
CAPITOLO
di
tentai
spiegare
razionalisti
Poi,
perdita di
fede
nei
di
belle
tante
destini
veramente
eccelso
che
di
molle
tedesco,
più
o,
la
è
del
ogni
I due
verità
Die
dolci
bisogno
che
;
trici
creature, abitaallora
che
in
nulla
antico, brama
onde
obliarsi
grandeggiar
perito in quella
tempo
ci fa ricordare
credere
perdita
però
Carme
sopra
il
viva
così
era
lo prema
qualche
non
da
un
di
cosa
è nel
poeta
aspirazioni
Inoltre, lo Schiller, rimpiangendo
possiamo
lamenti
sia
non
la
per
conosce
mai, vi è soverchiato
se
antiche,
non
il
Si direbbe
di
dolore
non
acque,
umano.
amare,
severe.
favole
e
di voluttuoso
e
Italiano
quelle
valli, monti
bisogno
i maggiori
avuto
stesso
ammira
e
che
rivivere
lieto il vivere
le hanno
suo
ammirando
; e
possano
di
se
umani,
pensiero, V
fatale rovina
priva di grandi
non
antiche, ha sempre
cose
nostro
del
a
come
moderni.
Tedesco, nel
il
se
e
paese
il mondo,
verso
capitoliprecedenti,
quel riguardo che,
religione del proprio
benemerenze
dei
uno
neanche
gli ebbe
non
in
Vili.
certo
per
ragioni
che
queste,
ch'ei
meramente
come
neir autore
motivo.
egualmente persuasi
di
giovi adornarsi
der
Oriechenlands
Dichtung
noch
Durch
die
was
lieblich
um
die
Hiille,
Wahrheit
che
in lui
alla
leggiadre finzioni.^
:
zauberische
ne
tiche,
este-
altro
Gòtter
Und
Gottschall
Mitologia,così prevalgono
molto
Da
Monti; perchè,
sulla
poeti sono
Sich
col
del
le
wand,
floss da
LebensfuUe,
Schopfung
nie
wird, empfand.
empflnden
'
PERIODO
SECONDO
Per
amendue
sole, non
è
Io
più
globo
inanimato
dolore
di
di
luogo
Parecchie
il Monti
poi
nelle
esse
dolci
note
del
sulla
Riedi,
Delle
al
e
tue
Wo
vaghe
più
di
che
ci sia
dato
amore,^
Diva
;
dolce
Tamaro
Verità.
Weisen
unsre
Feuerball
è V
tuo
aureo
Portator
della
sagen,
l'Ore
Fiamme
sich
carro,
maestoso
o
luce, occhio
danzanti?
ove
dalle
spiranti
del
Mondo?
i destrieri
nari?
Ahi
misero!
immobile
inanimato,
di foco
Globo
le nuove
ti cangiar
Poetiche
dottrine, alto gridando:
Fine
ai sogni
alle fole, e regni il Vero.
e
^
immenso,
un
Dient
Die
sie
knechtisch
dem
Gesetz
der
Sohwere,
Natur.
entgdtterte
le stelle, non
piU rapite in giro
l'eterea
vòlta
Armonioso,
e
per
da dive
Carolanti,
più mosse
non
dannate
al freno
Intelligenze,
ma
Della
tira
centro
i pesi.
legge che
a
'
Il
canto
Ti
vien
Era
il
Da
re
che
lamento
tiranno
Leopardi
ombra
notturna
queta
al core,
quel bosco
di regal
donzella
indegnamente
offesa.
da
:
E
Disse
la
Musico
Or
alla
sì dolce
vieni
te
fama
augel
d* umani
eventi
esperto,
che
tra
il rinascente
chiomato
anno
bosco
cantando.
di
duole
Si
dreht,
damala
seinen
goldnen
Wagen
in stiller Majestàt.
Lenkte
In
minore
non
Leopardi.
officio, o bella
col
ragion
fantasie
tiche.*
an-
mitologiche ricorda
tua
wie
ein
Helios
Ove
il
oggi
immaginazioni
rosignuolo non
in
jetzt nur,
Ov'
ha
dell'aspra
Seelenlos
gravità,che
tenerezza
primo
sicura
Tempra
*
con
Mitologia:
riedi
Ah
parlano
pietosa storia
una
Sermone
Amendue
finzioni
una
con
per
intendere
un
belle
molte
altre
che
quella
Apollo, bensì
fisica della
quella legge
il
usurpa
fuoco/
nel
di
splendido carro
di
vedere
il dover
infortunio
un
277
POETICO.
e
dentro
278
CAPITOLO
buccia
la
Vili.
degli alberi più
palpitiil petto
non
dì
qualche gentile creatura.*
Pur
nondimeno,
Monti
nel
sembra
ci
quel
che
dottrine
che
da
fosse
le menti
fine
m
m
Del
di
un
Entro
dei
ignorasse
che
al
si
animava
tichi,
poeti an-
possibile
il danno
la-
buccia
il
palpitava
petto
Driade.
saltante
Leopardi
tempo
dilettare
poter
egli
resto
»
la
quella pianta
D'una
:
fiamma
T
esangui vene,
foglie,
palpitar segreta
doloroso
amplesso
Viva
Nel
agitar
le
Spirar
Dafne
o
e
la
mesta
Filli
già fu che, dilettando, i prischi
Tempo
archimandriti
Dell'apollineo culto
in terra
Di
in cielo
e
quanti la natura
nel
E nell'aria
e
mar
produce effetti.
Tanti
numi
celeste
La
Uno
onde
creare:
materia
spirto,
Fiamma
una
scorrea,
e
la
mente,
una
l'alma
che
tutta
per
terrestre
divina
gli
qual luogo probabilmente
724
e
(JEn.f
Virgilio
VI,
segg.):
Principio
Lucentemque
eoelum
ac
terraa
glcbum
Lunce
del
era
Il
di
i danni
?????•
^
Di
ristorare
creazione
una
tore
l'au-
sperava
quanto
Pare
umane.*
?.?.?.?
*
che
tologiche
mi-
Musogonia
venuti.
eran
quasi
dal
mossi
??
ci
persuaso
la natura
della
e
favole
romanticismo,
migliori potessero
quello
mostrava
'
eflfetto del
un
delle
la morte
Feroniade
della
cetto,
con-
gran
dolore, eh' è proprio degli altri
gran
come
•-
impiccolito quel
Considerando
moderni.
queste somiglianze,
tutte
con
fu
mondo.
ispirato
da
queiraltro
liquentes,
astra,
Titaniaque
arttia
infusa per
eatnpoaque
alit. totamque
Spiritua intus
miacet.
et magno
ae
agitai molem
eorpore
hominum
Inde
peeudumque
tHtceque
volantum.
genua
Et
aub
monatra
marmoreo
fert
pontua.
qu€B
caquore
Mena
Lo
ha
stesso
Virgilio
concetto,
nelle
espresso
Georgiche,
IV,
in
220
parte
e
con
segg.
eguali parole,
SECONDO
dunque
eh'
era
da
una
da
procedeva
mentalo
si
non
morto
audace
e
del
conto
fatto
gran
poeta superava
delle
favole
restringe
di
mondo
differenza, che
air
mostrasi
ogni
menti
movi-
egli ha
poesia.
vera
quest'altra
corre
non
accenna
samente
espres-
il Monti
vagheggia un
Leopardi invece
il
la
perchè
speranza,
cosi
singole persone,
in
volta, non
una
nezza,
giovitutta
risorge
mai.
guardare poi
Per
soltanto
noterò
della
la minore
ne
anche
presente,
tramontata
specie umana,
più
fanno
così
i
mostrai
mìei
Nei
come
Gòtter
vita
stima
pieno
*
Die
di
nelle
come
la
del
se
nei
quella leggiadra
o
poeti
e
che
di
giusta invettiva, si
non
Io Schiller
avvenire,
privo
di
e
i tre
se
migliore
tempo
la
un
di rifarle belle
riconoscere
pagano,
ultimo, fra
In
tenne
non
nell'ammirazione
arte
questa
affetto
vero
venisse
sentimento
moderna,
dobbiamo
lamentare
a
del
fantasia
neir
smettendo
luoghi dove,
ciò
quella regione appunto
e
Pure
poi
quel
i"
lui stesso
antiche
vita.*
nuova
boreale
in
fantasia
Credendo
coscienza
che
nella
rifare
cuore.
scuola
della
proprio
tutto
il
che
più profonde cagioni,e
poteva più
per
279
POETICO.
PERIODO
che
da
in
lato
questo
essi
il
moderna,
è
fede
Studi
il Monti
altre
quale contrasta
nazioni.
nei destini
sulle
x"oesie
conoscesse
Griechenlands,
e molto
umani
di
il
glesi,
gì'In-
lieto
un
che, quanto alle sorti della
poeti delle
di
anche
V. M.
canto
ammirasse
Nello
e
timento
sencon
poesia,
Shelley,
nel Words-
cit., p. 194,
dello
n.
Schiller,
quel poeta.
2,
280
Vili.
CAPITOLO
cosi
worth,
della
innamorato
zione
delle
favole
tutto
lo sconforto
mitologiche non
le
finora ; anzi
poteva
visto
indurre
cordati
poeti ri-
nei
che
anti-
più gloriosememorie
destavano
sovente
emularle
abbiamo
che
dìspari-
la
natura,
in essi
come
brama
una
di
vincerle.
e
IV.
Ma
è
alla
commenti
fanno
oramai
tempo
sola
concetti
delle
riduca
io mi
della
canzone
quei
una
che
Primavera,
bellezze
quelle
e
col
più singolari poesie
scorso
di-
e
ne
che
ne
del
secol
nostro.
Se
il
in
tutti
quasi
Leopardi guarda
colla
antica
alle
mondo
del
che
possiamo
decaduta.
r
quei
che
«
dolci
^
A
un
Negli
Mutò
la
ria
sto-
più
che
padri e quella
qui
pallone
forti
oscuri
gente
ritrae
in
nel
suo
1* insano
esca
non
nudi
gloriosi
studi.
porse,
civili,
immenso
amore
:
errori
e
i
le virtù
immaginazione
là dove
ai
ozi
;
errori
nel
e
la visione
quelli eh' egli
^
»
ameni
Costume
tra
patria, Y
dell'
inganni
vincitore
si ferma
ammira
insomma
forti errori
detti
sono
questo
i nostri
canti
carità
gloria, tutti
chiamava
della
noi, prole così miseramente
altri
incomparabile
alla
ebbero
averne
Negli
in
differenze
esteriore
presente periodo
al contrasto
sempre
moderna,
particolarmente
del
i canti
stesso
particolare
e
del
stesso
cuore
lin-
SECONDO
Errori
guaggic*
che
errori
primi,
beila
facevano
uni
gii
i
civili,gli altri in grembo
Or,
dolce
nella
il
guardando
medesima
la vita
E
di
come
che
a
coi
questi
siffatti ameni
indurre
che
nelle
menti
loro,
gentili,onde
i loro
voci
invitando
gli
uomini
cantava
vices
iam
Zefiro
decrescenti
et
a
ai
celeres
campis
caslestia
reparant
il
i celesti
sole,
stessa
lunae.^
immagine,
danni
perchè
e
avvivi, onde
V
fugala
inferme
aure
e
sparla
Patriarchi:
alle
Leggi
del
Valse
r
Pristino
0(2., IV,
maveril
pri-
ripas
secreto
.....
»
festa
:
Ristori
Inno
gramina
Leopardi, ripigliandola
Perchè
*
quale,
comse;
taraen
incomincia
il
praetereunt....
Damna
il
le
:
Arboribusque
E
sé
salutarli.
Orazio,
di
vano
danza-
in
rallegrarsidella
a
Diffugere nives, redeunt
Flumina
vita, così,
solevano
poeti
nostri.
sovrana
ridestarsi
più particolarmente
terra
V arte
specialmente a primavera
Si ricorda
Mutai
padri
spirò eterna
sente
che
immagini
nei
anche
errori
fantasmi
giovinezza,
vaghe
ricorda
ridente
natura,
nuova
per
soleva
consorzi
nei
natura.
alla
delle
secondi, salvo
vita
alla
come
si rammenta
poeta
i
la
appunto
stagione
281
POETICO.
PERIODO
7.
cielo
ameno
velo.
e
di
error,
natura
le
indatto
fraudi,
il molle
282
Delle
il petto
penetrati boschi
Ne'
bella
La
età,
del
Face
del
^n.,
^
Quasi
0
meno
si trovano
di
et
vagia
In
antico.
credere
se
17
una
sostanza,
cosilo,
:
eredita
nequiequam
locuzioni
e
latini.
Oltre
di sopra,
ventis.
reminiscenze
sono
quelle
di
Orazio,
le seguenti
notansi
flore,
VI,
che
(Yirg.,
trovare
montibua
ae
gUeba
humor
reaolvit,
nubea
reducit.
aolemque
4:
terree
ferunt
quem
aolutce.
848:
questo
non
eutn
gelidus canis
putria
zephyro
fugat
Odi, I,
Eat
apud
Frigidua.
latini.
come
:
Colleetusque
potrebbero
auaua
poeti
novo,
jEn., I, 143
in
sono
:
Vere
LUCR.,
V atra
:
citato
passo
Aut
e
moderno
queste imagini
fedeli
Oraz.,
sciagura
LXV,
dieta
tua
tutte
nel
;
sepolte
dolor
nel
poeta
pennia
Liquitur
leopardiana
15
Carmina,
Georg., I, 43-4)
Come
del
VI,
PrcepeHìms
Nee
la
cui
poeta
invito
Catul.,
*
belve
tempo?
parole
Viro.,
le sciolte
fra
consunse
ver
Innanzi
risposta air
speranza
nova
riede
menti
Umane
e
luce
diurna
commosse
alle stanche
Forse
la
e
e
alle
induca
Pruine
*
*
desìo,
d' amor
Novo
Le
inerme
augelli al vento,
Gli
s'avvalla;
ombra
la grave
nubi
Credano
più
Vin.
CAPITOLO
ho
Ammonta
così
fanum
nei
creduto
esempi
luce
fona
seguenti
notare
quasi
in
le
diurna
passi
della
locuzioni
ogni pagina
canzone
di
dei
cui
si
classici
284
da
CAPITOLO
essi, contribuiscono
della
canzone
antiche
moderno
di
che
ripete quasi
la
salutare
per
di
leguata
didi
voce
mente
più degna-
fantasmi
giadri,
leg-
paradiso fuggitivoinnanzi
come
passava
role
pa-
un'armonia
robusta
quel maraviglioso popolo
che
il resto
eifetto. Cotesto
echi
ma
sempre,
in tutto
come
medesimo
si direbbero
per
un
qui
quel
a
Vili.
sguardo.
allo
Per
qualche
da
dominato
del
Che
un'improvvisa
mondo
era
di
ogni
quella
diremmo
istante
finita ;
altra
novella
della
creatura
stagione?
poteva
Era
egli ancor
i
Di
Febo
In
sempiterno?
meno
una
*
Viro.,
ispiri e
cor,
questo
degli
anni
suoi
fior
tu, vivi, 0
vivi,
di
egli
poeta
jEn.,
I,
il
attende
domanda
che
722
V,
504
vecchiezza
suono
la
impara?
corda.
:
sidera
orecchio
accoglie?
risposta;
sconsolato
uno
:
desuetctque
amara
santa
voce
non
sono
tenti
eh'
il dissueto*
e
materna
MeL,
vista
anco,
deauetaque
OVID.,
ed
sua.
spenti
non
gelido
Natura?
il
ed
odorata,
Vivi
Ma
e
raggi al misero
Primavera
Della
capace
la natura,
ancor
Ollenebrati
Nel
palpitialla
di
la voce?
sentirne
Questo
gioventù
finita la
umana,
i suoi
? Viveva
vaghe immagini
La
speranza.
poeta
più precocemente
e,
significavanodunque
il
essere
cerno.
la
sua
era
desiderio,
SBGONDO
PBRIODO
volte
ch'egliesprìme, ripetendo tre
il quale par
285
POSnCO.
e:
l'angosciosa interrogazionedi
un
che, assistendo
allo
della
spegnersi
hanno
già detto. Poi, quasi togliendosidi
dubbio
bella
La
di
la natura,
dell'
quello
Già
il
elegìa, se
dell'
inno,
se
D' imnrjortal
Scossero
;
l'uomo.
cento
prevale l'acal
presente
albergo,
danze
piede
i ruinosi
selve
gioghi
(oggi romito
venti).
Qui
si rammenta
cantando
la festa
un* altra
volta
di Orazio
primaverile, descrisse
che,
sime
le mede-
danze:
lana
Alterno
*
choros
Cytherea
lunctseque
Nymphis
ducit
Gratise
Egloghe,
Perditus
et
II,
58-9
tu
anche
•
«
altrove.
Od.y I,
4.
imminente
decentes
:
floribuB atutrum
fontibu8
liquidis immiai
Georg., Il, 200; IV,
OVID., Met., X, 122 :
Cfr.
ed
Venus
quatiunt pede.-
terram
ViRG.,
;
specchio
e
l'ardue
e
dei
Nido
i rivi
liquidi fonti.* Arcane
i
Furo
inno
ancor
era
per
quel
passato :
ninfe
albergo
di
viva,
poeta guarda
al
di candide
Placido
che
non
gli
tratto
un
cantare
a
elegìaed
è insieme
suoi
affetto materno
e tutta
gioveritìi
voce
sua
i
pure
ritorna
tormentoso,
quando
tempo
che
ciò
non
occhi
credere
a
figlio,
madre,
voglia
al
Vivi?»,
quel :
apros.
18.
liquidi ducébaa
fontia ad
undam
luna,
286
CAPITOLO
E
Quelle
all'antico:
fortunati
;
Per
essi
i
che
nidi dei venti.
a
pensare
selve
il
danze
poeta
moderno
le vedeste
risponda
voi,
padri
o
vostri ?
potrebbero mai vederle i figli
deserti e le selve non
altro
gioghi sono
ma
Le
quello
di
stormir
parole
fronde, che
al
pianto, e
come
suona
quali ultime
del
lamento
felice
tempo
ci fanno
tra
folte
Leopardi, in quella
disposizionedi animo, poteva
sua
un
che
qui par
ancora
YH!.
sembrare
quasi
nella miseria.
V.
Tale
breve
a
visione
del
Meridiane
Margo
Le
tempo
pastorel eh'
il
incerte*
antico, che
il
d'
ed
lungo le ripe ; e
Vide, e stupì, che non
Viro.,
ne'
Egloghe,
8ive
sub
carme
tremar
V onda
palese
al
guardo
Diva*
faretrata
Scendea
al fiorilo
agresti Pani
Udì
La
all' ombre
agnelle, arguto
caldi
V,
ineertas
OviD., Met,, III,
252
flutti,e dall' immonda
5:
zephyris
motantibus
:
pharetratcB
DiatuB.
umbrcu,
una
sulla
poeta
de' fiumi.
adducea
sitibonde
Sonar
*
in
ritrarre:
e
*
com'è,
quasi leggera nuvola
parentesi, passa
ridente
chiusa,
immaginazione,
gue
se-
SECONDO
Polve
PEBIODO
della
tergea
Il niveo
lato*
e
verginee
di
perspicuitàclassica.
precisione di forme,
tanta
mezzo
velato
ombre
incerte, quelle nivee
di
e
pastorello.Qui
del
e
Belli
di
così
delle
consapevole
conforto
da
sola
una
Vissero
Aure,
Fur
Te
e
fare
mondo
i fiori
i boschi
la
Nessun
gior
mag-
sentirsi
le
veder
con
deir
per
e
Oraz.,
la litania
gente,
umana
le
dì. Conscie
lui
piaggie
e
le molli
lampa
alior
che
ignuda
i colli.
alla deserta
notte
Od., 111,27:
OVID., Met., Ili,
Hie
dea
Virgineos
niveum
Europe
et
Credidit
163-4
ailvarutn
artus
doloso
latus.
tauro
:
venatu
fessa, solehat
rore.
liquido perfundere
polate
po-
natura,
T erbe.
e
un
le nubi
Sic
«
mondo.
del
tutta
che
circondava
Ciprigna luce,
»
bellezza
della
famiglia:
Vissero
timento
sen-
Leopardi
quelle campagne
e
antico
gentilidel
e
il
bellezza
nostre.
cose
uomo
lo
quanto
belle
più
V
per
Diva,
della
diceva
come
gentili;bella
creature
quelle
sono
quelleimmaginazioni
a
altra
ogni
di
cosa
antica, sposata al
que' gioghi,que' fiumi
di
tali
principal cagione
sono
poetica, anzi
qualche
Pure
palese allo sguardo
non
vita
perplesse che,
medesimo,
e' è
membra
e
l'arte
dà
moderno,
vaghe
braccia.'
ondeggiante:
nelle acque
immergentesi
caccia
sanguigna
le
Dipinturamirabile
in
S87
POETICO.
preso
comcose
come
288
CAPITOLO
gli occhi
Gon
Te
intenti
alla
compagna
via,
più
infelice
mancati
quei
al
allora
propri simili, fosse
coi
nel
non
consorzi
fuggendo
conforti
corso
morte
cercar
assai
più
nei
dolce
le fatali
V onte,
e
al petto altri nellMme
accolse,
remoto
Viva
a
bero
sareb-
non
chi, in guerra
e
;
trovata
e
ispidi tronchi
Selve
mortali
gì*impuri
se
Cittadini
or
de*
mondo:
che
Ire
te
seguendo,
degli uomini
boschi, quivi V avrebbe
che
il viator
immaginò.
Pensosa
Anche
Vni-
agitar V esangui
fiamma
vene.
Spirar le foglie,e palpitar segreta
doloroso
Nel
Dafne'
Quel che
petto
di
riesce
caso,
Nulla
per
gentile nella
vita
forse
molto
*
OviD.,
e
nel
MeL,
Sentii
adhuc
Apollo che,
di
trepidare
ancor
adatta
poco
di Filli
antica
e
che
quei
dell'
in
stipite dextra
sub
cortiee
più
uomo
:
novo
figliedi
boschi
!
poaita
trepidare
il
al presente
delle
di
autore
consolatrici
dolore
I, 553-4
il sole.
effetto,accompagnata,
il nostro
di simili creature,
solitudine
prole
ovidiana
sente
reminiscenze
dalle
Climene.
e
pianta,
Dafne, benché
di
com'è,
immagine
la
di Climene
in Eridano
sommerse
la vaga
o
la sconsolata
credè
abbracciando
Filli
la mesta
o
Pianger
Qui
amplesso
peetus.
bello
lati
poponella
SECONDO
Già
e
da
anche
PERIODO
dagli altri
quellianteriori
289
POETICO.
di
canti
si vede
questo periodo
che
ciò
tutto
come
significavavirtù, bellezza, gioventù, congiunte
sventura
delle
eroi
Termopile, gì'Italiani
ritirata
Saffo
gli
di
nelle
innanzi
Consalvo,
grande
vita
amore
più
beltà
funesto
«
che
OVID.,
MeL,
nimium
Quas
feeit,
Eroide,
Phylìida
lìle
ZUMBINI.
ut
nella
che
ned
le
terra
magini
impolcrali.
se-
ad
umana
bile
no-
l' avesse
tra
sempre
poi
mitologiaesempi
bilmente
rispondevano miracui
a
tolse
Filli
con
parve
di
che,
der
pernon
le proprie
giovanilimembra,*
e
:
placui,
kedar,
II,
due
Leopardi.Meditando
travaglio interno,
I, 546-7
Qua
OviD.,
passioni,furono
l'innocenza;*
in
pose
le
vecchiezza
propria bellezza, e
al gran
mani
*
la
leopardiana)
vita
una
di
e
grande idea, una
che
terrene
anzi
resistendo
mosa
fa-
monumenti
tipivagheggiati.Dafne,
dono
questa
di
trovò
e
affatto
loro
una
dal
cercò
creature
ai
di
e
ammirate
questo canto,
di altre
ad
o
spenta prima
spogliatadi
cose
l'olocausto
gioventù
persino
e
scolpitesu'
Certamente
le
belli di
lui
a
Silvia, Nerina
muliebri
un
nella
poesie dei periodiseguenti
(eh'è bellezza
morte
e
caduti
ispiratoparole supremamente
avevano
passeranno
Gli
cuore.
suo
Russia, il Tasso, Virginia,Bruto,
patetiche.Anche
amore
sul
morte, potesse tanto
e
a
Tellus,
mutando
147-8
ani
hiace, vel islam,
perde figuram.
:
leto dedit, hospea
Demophoon
prceftuit : ipaa manutn.
f
amantem,
cauaam
19
290
CAPITOLO
albero, manifestava
in
convertita
col
Demofoonte,
le
fiori; e
in
mutate
il
per
affettuose
fra
r
uomo
nostro,
Né
dell'
Non
i luttuosi
latebre
Ma
vano
di
Cui
Delle
Le
Ella
desolati
e
querele al
fato
escluse
per
grotte.
albergtii.
l'alte
e
e
rotte
curvo
insegnava.'
Etra
OviDm
Met,
TI,
363-4.
in
Cortex
Inde
«
spirto.
ignote ambasce
non
Nostre
*
membra.
scogli
nudi
Per
le vostre
duro
OVID.,
novissima
verba
Met., Ili, 393-401
spreta
Protegit
Sed
silvia
latet
;
et
Vox
;
ilio
vivit
frondibus
in
erescitque
dolore
miserabile
eurce
macies
;
abit
;
vox
et
in
ora
antrie.
corpus
amor,
cutem
onmis
:
pudibundague
ex
vigiles
Adducitque
Corporis
;
aolis
hoeret
tamen
Extenuant
venit
lacrtmce.
ftuunt
aera
tantum,
repulsce
3
V.
Flacco,
At
meda
Altus
:
;
atque
ossa
ossa
Arg., V,
per
equos,
terga
curvoque
413-4
senis
diem
:
rapit
ipse nitentes
olimpo.
subtexit
:
sucus
supersunt
ferunt lapidis traxisse
figuram.
Inde
latet silvia, nulloque
videtur
in monte
;
Omnibus
auditur
: aonus
est, qui vivit in illa.
manet
che
an-
La
interprete
venti,
cui
amor,
tenere
V
accenti
misero
pur
il dolore
solinga
de'
abitò
grave
lamenti
come
mentre
Eco
error
ninfa
pene.
affanno
negletti ferir
Paurose
creature
:
umano
Rigide balze,
Voi
era
novelli
lagrime
nostre
nei suoi
la natura
e
altre
Seguono
der
rive-
che,
versar
partecipidelle
e
il genere
tutto
di
cessavano
fratello/
di
tutta
amorosissime
Eco,* esprimendo
tenera
di
pioppi,non
gioia di
la
rivestirsi
Eliadi, sorelle
perduto
più
Vili.
292
Ma
già
in
quello stesso
che
sentiva
di
non
le
di
r effetto
può
terrore:
di
fantastica
tutte
sé, da
stessi
corona
il
cose
ci si mostra
che
La
belle
in
come
bella
una
non
tutto
pur
lo
alle
così
aveva
che
di
quelle del paganesimo
di
questo
quanto
divinità
la
fanciulla
il
le
cose
solo
e
morta
esso
antiche
o
vinità
di-
di
che
accade.
somigli allo
un
bia
ab-
almeno
Non
cristiane, succedute
; nulla
cor
an-
! Il cielo
nia
mondo,
regga,
gli
quelli che
quelle
in
E
primavera
da
vole
fa-
vere.
inanimata.
diversi
privo
modo
che
di
conto
che
animavano
consapevolezza
un
risurrezione
coloro
natura
molto
sono
qualsivogliaIddio
un' allusione
poeta
partecipare in qualche
ci sembra
a
asconde.
sparisce ogni inganno
fiori onde
non
note
valle
quelle
spettacolodella
lo
fra
colpa ignudo,
ahi!».
tennero
finalmente
rida,
fanno
di
te
«Ahi,
farlo
mitologiche
rimane
e
dolcezza, provata da
air infinita
spirito,
di vita
varie
tue
la bruna
assai
lunque
qua-
al nostro
riscotendosi, manda
di
qui
:
forma,
caro
Quasi
foreste
quelle
tuo;
dello
scarso,
comunanza
cognato
non
Men
Ma
l'
del-
condizione
alcuna
delle
non
Dolor
quanto
trovar
Il gener
a
la
paragone
per
Ma
tratto
chi.
quella degli anti-
perfetta come
inganno,
il cantor
grido
che
passeggera,
giorni ; perchè mancandogli
egli non
egli
sto
piutto-
erano
ai nostri
uomo
e
illusioni
commozione
senza
fantasia
della
inganno
proprie
una
fede
una
Peggiore
sé
Vili.
CAPITOLO
a
stra-
SECONDO
in
r Heine
che
zio
Schiller
del
e
resta
immensa.
Per
ahi, poscia che
Son
le stanze
Per
l'atre
freddo
meste
Tu
le
Tu
dei
mortali
allo
Cosa
Pietosa
VlRG.,
i fati
^n.,
*
X,
Viro.,
o
^En., IV,
264
;
^n.,
Viro.,
aprica
seno,
:
nuhihua
et
248
ignea
inania
miaeent.
murmura
;
Georg., II,
III,
29-30
atria
308-9
;
OviD., Met.^ II,
;
frigidua
horror
quatit.
MeL,
Ecce,
*
neU'
nell' equoreo
209-10
ntihi
OviD.,
vivi,
pur
spettatrice almeno.
ma
JV,
^n.,
Membra
«
indegni
tu
; se
nubibua
Cfr.
estrano
Griechenlands.
Oótter
Viro.,
e
ciel,' se
ccedque in
Terriftcant animoa,
»
poi eh'
affanni
in
no,
paro
prole ignaro*
sua
spirto mio
alberga
s'
errando,
a
; e
*
il tuono
la favilla antica
e
veruna
Terra
Die
cieco
e
ascolta.
de' nostri
se
natura
educa;
infelici
natura,
Rendi
di
anime
parrebbe
Y eterna
*
dissolve
e
che,
antidine
solitu-
una
non
le montagne
e
orror
cure
Vaga
*
nubi'
nativo,
Le
«
poeta
iniqui petti e gì'innocenti
Il suol
E
le divinità
vote
Olimpo,
d'
altre
quelli dello
ricorda
ci è che
non
delle
e
lui,altre divinità
Ahi
In
une
il nostro
per
vissute, e
GÌ'
delle
Leopardi/ Sparite
il cielo
mai
esser
fare
volle
S93
POETICO.
il cui titolo stesso
canto
un
PERIODO
-^n.,
8i
II,
496
;
LjfcaonicB prolea,
II,
qua
536
sai
ignara
parentia.
:
coelo
piataa,
qum
talia
cureL
790.
:
294
CAPITOLO
Con
«
Se
della
seconda
la
seguir
Se
Leopardi
Vivi
«
la
ripigliar
i
neir
vediamo
or
piersi
comsorsero
fantasmi
si obliò
del
eh' ella
esista.
del
deserto
presso
altri
sue
e
brama
;
sino
per-
in cui
insigni
lo
preti
inter-
mente
ardenteeh'
quelle cose
colle
natura
voglia ascoltarlo
moderna,^
distrutto
mondo,
la
Singolare condizione,
vivano
ancor
in essi. Ma
preghiera. Prega
coscienza
ha
fatto
dileguati,egli,rimasto
immenso
vediamo
che
che
vaghissimi
si furono
insieme
della
tura,
Na-
tu, vivi, o santa
statua, tutto
sua
spirito,come
al concetto
egli,stringendoselial petto, come
interrotta
eh' ella
quel:
interrogazione avrebbe
occhi
prima
dubita
ritorna
che, in quei momento,
non
i fantasmi
solo di
audacie
e
egli medesimo
colle
sue
irrequietezze.
eterne
Ciò
che
meglio distingue questa
poesie
antiche,
nostri
le
solo
altro
questo
moderno,
le
sue
più classica
Ricordo
tempi
dalle
canzone
alle
intorno
;
e
già
del
De
ebbe
immagini
notai
di
e
mano
le
in
rhétears
de
la science,
paiens, maìtres
temps
passés et réveurs
d'aujourd'hui ;
est un
cri d'espérance !...
la priere
Groyez-moì,
Si le ciel est
n'offensons
desert, nous
personne
;
Si quelqu'aa
entend, quUl nous
nous
en
pitie!
prenne
Ghrétiens
des
forme
mano
che
Musset,
forse, più di
affetto
al Leopardi
(VEspoir
:
Venez,
favole
particolariqualità estetiche.
sue
far
seppe
dell' arte
qualunque
Dieu)
en
dei
sono
poeta
*
tale
; ed
antico
poiché
Il
:
specialmente con
e
preghiera appunto
Pigmalione
altre
stanza
ai suoi
tempo
ma
il
A
».
qui.
innanzi
»,
vivi
pur
vivi?
più
otto versi
gliultimi
tu
Vili.
SECONDO
di
parecchie
del
quelle, in
tutto
della
Primavera,
altre
del
diarvisi
la
elementi.
quella
tutta
non
che
ciò
si
neir
d'
la
sobria
di
era
e
ma
pur
d'affetti,che
d' idee
altre
rappresentazioni moderne
tanto
è
e
da
Il trarre
di
poesia
proprio
Tale
eh*
poesia può
altri moderni
poeta
vero
un
per
di
ho
toccato
della
virtù
dir
sembrare
grande
intime
che
e,
al
quel
dare,
se
la
avanti,
I
più,
dal loro
sappia
hanno
così, fino all'ultima
di
gomento;
ar-
quel modo,
con
cose,
ne
dei
comune
al molto
derivare
dalle
ottiene
arte.
più
e
possa
scarsa
gli effetti che,
leggieriche
poco
più
sempre
perfetta.
queglialtri
da
cose
sentazione
rappre-
più ampie
presumano
chi
ma
delle
sogliono riuscire
non
lettori,specialmente se confrontata
che
mente
principal-
una
naturalmente
essa
dell' arte
elette,
qualsivogliamateria
una
con
più squisito.Il
farne
ricca
adorne.
forme
e
nel
rapida,
e
che,
suo
migliore riproduzione di
proprio soggetto,
a
certi
esser
cogliere le qualitàessenziali
nel
stu-
il
qui
poeta consisteva
nostro
le
tutte
il Leopardi si valse
immagini
classica
arte
del
timento
sen-
canzone
per
consiste
non
anzi
può
ancora
magistero
tolte
:
onde
Pure
ricchezza
avremmo
farsi
un
periodo: potrebbe, dico,
singoiarmaniera
merito
maggior
egli trasfuse
Or, come
per la
potrebbe
così
295
POETICO.
cui
nuovo.
medesimo
classici
dei
PERIODO
guere
distin-
collo
merle,
spre-
goccia,si
suaderà
per-
rapita e sobrietà, di
sono
poeti
direi, i termini
la forma
sommi
cui
più propria
intuiscono
naturali
delle
le
cose,
296
e
CAPITOLO
quindi
Tin.
che
più
SBGONDO
—
del
alle
favole
dicesse
che
vita,
un'
poi
delle
potrebbe
non
pur
di
del
fessione,
proreale
che
più
lo
vi
nessuno
adoprò
nostro
gentili
voci
Leopardi
antico
pianga
che,
i
cari
;
onde
si
della
estinti.
a
a
e
dire
potrebbe
rassomiglia
maravigliose
Ciasctmo
vita
quella
tutti
i
mune
co-
modo
a
quelle
come
ridestatrici
superstite
bellezza
in
ma
ginazioni
imma-
secoli.
immagini
classiche,
poeta
dei
ciò
eterne
sostanzialmente
di
rivesti
A
antiche
bellezze
corso
nella
sempre
ritrasse,
le
concetto
un
tutti,
a
nel
superate
ritraendo
che
di
Schiller
dureranno
le
prima
conto
lo
tori
can-
nell'arte.
esse
moderni
in
per
eterne
eh'
nostri
come
perirono
aggiungere,
dei
ai
ricorderò
durare
però
ancora
essi
del
realisti
supreme
occhiata
quelle
se
tennero
non
ultima
nell'arte
quella
Ma
i
e
leggi
antiche,
dovevano
si
di
POETICO.
vero.
Dando
e
veristi
i
non
ubbidiscono
e
PERIODO
forme
suo.
così
dal
adoperate
che,
antica,
dì
suoi,
uno
senzialmente
es-
fra
tante
la
voce
stesso
ricordi
e
Capitolo
SECONDO
CANZONI:
«BRUTO
IX.
PERIODO
MINORE»
POETICO.
«ULTIMO
E
CANTO
SAFFO».
DI
I.
Se
queste canzoni, composte
tutte
hanno
un
pensiero
gran
già dissi, lo significain
soggetto
del
fra le
si mira
scritto
nelle
più
Giordani:
io
sono
che
«
quasi strascinato
anni
Epi8t.y I,
Bruto
dopo,
197.
nuovi
fetti
af-
nel presente
poesie più personaliche
nelle
e
ritraggono
Bruto, ricorderò
il
Leopardi
Lettera
virtù
di malissimo
».* Ed
moribondo
al De
zoni.
susseguenti can-
di
questa medesima
con
tredici
canzone
ventenne,
Ma
la
entro
ragionerò
allora, e insieme
precedenti
alla
ha
leggi della vita, alle quali anche
dolorose
Quanto
poco
sino
e
'22,
come
; ciascuna
d' idee
due, di cui
capitolo,sono
egli abbia
ordini
nuovi
Le
poeta.
le stesse
maniera
rappresentazione propria, per
e
si scoprono
quale
ciascuna,
comune,
sua
dal '20 al
Sinner
del
26
:
«
aprile
Mes
1819.
come,
scrivesse
quante
grado
al
volte
a
stemmiar
be-
egli slesso,
sentiments
298
CAPITOLO
la destinée
envers
qui
été
ont
al
come
visioni
dei
espressa
confessione
i sentimenti
che, fra le molte
allora
far
toujours
che
virtù
da
amata
Ma
se
del
del
dalFeroe
lui,come
Minore
nel Bruto
zone
can-
aggiungerò
stesso, scelse
se
trattavasi
amore
a
era
romano,
volle innanzi
di
verso
quella
tanto
!
seguita, quanto più negata
e
questa
coraggio
suo
invitto
suo
dalle
nella
solo
di
interpretazioni
insieme
e
basti
descritti
propri. E
suoi
tera
let-
più temperata
aver
cordar
ri-
del mondo
concezione
non
testimonianza
il destino
Senza
tempi antichi, ci
di
ceux
quest'ultima
questa, probabilmente perchè
nuova
più
di
una
a
più dolorosa, perchè
poetiche
soni
Minore^}
tempo
egli fosse giunto
assai
et
Bruto
dans
j'aiexprimés
que
IX.
tutto
dicarsi
ven-
deglioltraggidella fortuna, quellidella
ritrasse
di
più particolarmente neir
Saffo. Vide
nella
cui
cuori
dove
al
con
solamente
Da
umani.
fu
Giordani, intendiamo
cagione queir
Saffo
:
«
con
in
delle
In
anni
quel tempo
PpisL, II,
eterno
rivela
478.
di
che
Lettera
regno
prime lettere,
sue
tutto
se
stesso
quanta angoscia gli fosse
che
aveva
(egliscriveva)io
somma
sette
di
infortunio
lezza
priva di quella bel-
ma
singoiar candore
creatura
una
concesso
una
canto
tata
più rispetti:do-
per
stupendo ingegno,
a
sui
donna
lui medesimo
somigliante a
di
famosa
Ultimo
tura
na-
studio
s' andava
mi
del
matto
24
maggio
comune
mi
sono
con
nato
rovi-
simo
disperatis-
e
formando
1832.
e
300
CAPITOLO
bastandogli T
il
crudele
più
fosse
animo
di
dei
un
carattere
si nella
moderna,
l'avrebbe
il
conto
per
il tuo
e
manto,
o
Ahi
Infinita
beltà
parte
nessuna
bella
lieti,avrà
Pur
nelle
genti;
Per
dotta
lira
in
versi
farsi
violenza
il
a
e
per
in
all'altra
alle
che
gli
siosi
de-
questo
:
il Padre,
eterno
regno
virili
imprese.
noti
di
quasi
finzione
e
bella
e
gli si volgessero
ammanto.
sfogare
nome
infortunio
Annotasioni
avrà
ec.
disadorno
volendo
quali accorgimenti
'
cielo,
al
il
Saffo, per
come
di
in Studi
di
pensò
non
onde
una
usare
rava
conside-
colpa.
Bruto, ognun
quali coperte
Canzoni,
segreto dolore
mondo,
quel pudico sentimento,
suo
Quanto
luce
del
schermo
volte
canto.
o
sarebbero
che
divo
sembianze
sembianze
Die
nondimeno,
plando
contem-
pensieri come
avuto
amene
non
non
di cotesta
fanciulla
Alle
Virtù
nuovo
forse
isperando più
non
ancora,
Alle
carattere
mille
natura,
terra.
una
e
indirettamente,
Certamente,
rorida
di
poesia antica
quel
Sei tu,
certamente
occhi
eroina
sua
proprio infortunio,
della
nome
suo:
Bello
E
in
confessato.
le bellezze
detto
sì nella
che
ma,
proprio
la
lo disse, benché
;
mai
nel
Che
dolori.
nuovo
adombrato
avesse
rivelare
suoi
^
egli medesimo
IX.
vie
filol.,
p.
fosse
282.
sa
ne-
SECONDO
cessitato
tenere,
a
Delle
padre.
i
quello,
dicendo
far
a
fede
idee
che
s'
oggi
usa
stata
era
sua
creduti
perciò
essere
Queste
».*
ec.
padre
nel
quasi
al
affermava
tutto
il
Di
più,
legge
:
e
più
di
vera
alla
con
virtù
slata
i suoi
».
messa
censori
Epist., II,
che
in
come
che
air
sti,
buddi-
che
che
Quella
delle
in
a
le
e
ventosa,
spa-
umanamente,
parlando
innanzi
umanamente
servirglidi passaporto
Lettera
morte
profferissein dispregio
frase
domestici
tenze
sen-
tutte
Bruto, poco
Marco
stino.
de-
umano
lacrimevole
ciò, parlando
tutto
al
nore
Mi-
Bruto
vicini
si trovi
più
voce
senza
vedemmo,
nel
Teofrasto
ed
giurava
come
intorno
credo
lì per
che,
in
mitologia
una
contenersi
di
la
Y intenzione
prosa,
Comparazione
e
non
427-28.
ora
stesso
sua
si racconta
morte,
della
nella
quella
vano
obbliga-
si fa in versi,
sentimento
dell' antichità
memorie
T
secondo
V infelicissimo
cose
Minore
Io
«
presso
Operette morali,
poesia
come
Sinner,
suo
vano
informa-
pagani, maomettani,
tempo
De
di Bruto
era
far
un'altra, ad arbitrio;
ora
si
di
«
sura
cen-
severa,
scusarsi
Monaldo
a
però seguire
e
;
delle
anche
particolare, scriveva
che
personaggi
E
loro.
più
deir arte
ragioni
i suoi
parlare
i costumi
e
anche
solito
era
le
rigori della
ortodosse
poco
scritti,
suoi
ai
quella, forse
di
301
POETICO.
sottrarsi
per
pontificiae
del
PERIODO
ed
presso
estranei.
degli
8
luglio (1831 ?).
302
CAPITOLO
IX.
II.
Checché
di
mise
autore
che, nel
non
famosa
di
rimaste.
Forse
la notte
e
i soli
pensando
poetessa
un'ora
delle
una
i moti
di
mostravasi
Il
canto
E
i versi
quali
notte,
cadente
tacita
Nunzio
del
di
Saifo
AsSuxs
la
se
lyo)
e
poetessa
selva
5è
;
e
raggio
spunti
in
tu
che
su
la
rupe.
giorno.
sono
questi
:
asXocvva
6'lpxsx' fi)pa
uapà
xaxsóda).
fióva
avrà
la gentile
ad
bellissime
a
sé
pizia
pro-
descriveva
Leopardi
in
non
quelle
gagliarde passioni
verecondo
luna
fièv à
vóxxsg,
sono
immagini
due
il
amore,
comincia:
la
d'
Safllb pregava
leopardiano
Fra
dove
dalle
da
Della
al tramonto,
via
Anche
dominata
Placida
le
della
di lei ci
frammento
per
Perchè,
da
come
sostanza
che
volgeva
misterioso
toglie nulla.
quella
pensieri e
bellezza, e neir altra
della
un
che,
Se
Saffo, egli non
di
sentenze
da
mosse
precipua
nome
stro
no-
primi versi, coi quali invoca
diversa.^
la dea
in
accennava
poco
odi, neir
la
il
medesimo.
se
i
quel
a
Saffo
derivassero
che
la luna
in
sì
sono
quelle
altri,riman
virtù, fece
parlando
alcuna
scritto
ne
pur
Ma,
ebbe
se
ad
e
di
parte
sulla
che
canzone.
Minore
primo, pigliando le
fecondo,
immagini
*
tanta
sentenza
germe
parere
possa
in Bruto
che
certo
sempre
questo
e
odi
da
SECONDO
vivissima
una
alla cui festa
tale
compiere
quasi
da
tutto
della
Visconti
dal
eroina
fece
r
che
il
sue
noti, seguitò
essendo
e
Vedi
di SalTo
per
la
sua
li
reminiscenza,
nella
canzone.
ma
differenza
questa
la
a
quinta
EpistolcBy
XV,
una
volta,
più
mai.
valendosi
cui
delle
dunque
il
43
e
segg.
che
Solo
di alcune
idealità
vera
fra
di
colei
fino
a
passionata
creatura
delicato
Y eroina
Leopardi, nello
Note
ma
la descrizione
con
di animo
sempre
pur
lizia
de-
gran
stata
una
gheggia
va-
una
reliquiepoetiche,giunte
come
fronti
con-
in cui T eroina
beata
essere
canzoni.
*
lui
poeta latino,pur
stesse
Quanta
*
a
era
saffiche,^ riuscì
sue
ardente,
diana
SalFo, voluta
fantasia
quale
di
noi, rappresentano
e
Senza
due
particolaria privar di ogni
le
nulla
o
poco
di
parte
bollente
sua
sperasse
reminiscenze
che
e
SalFo, e inopportuno il far
a
sensi, della
pare
certi
vare
deri-
tradizione.
epistoladi Ovidio,
nella
noterò
vita,
partecipare*Per
lontana
una
menoma
per
intorno
con
non
la
dunque pedantesco il ragionar qui delle
tradizioni
di
che
più
Sarebbe
dalla
e
amori,
tali
ma
entrare
fuggire
medesimo,
se
della
sogni
volgare iptorno agli amori
;
non
di
altri critici
*
d
di
distinzione
da
e
la tradizione
poetessa
i
meno
sperava
saffici,
conto
tener
venir
rappresentazione,egli doveva
frammenti
dai
«
più
non
invece
poeta vagheggia
deliberata
giovinezza,fosse già
303
POETICO.
il
speranza,
che, sentendo
SalFo
una
PERIODO
il Leopardi
e
bile.
no-
ovi-
stesso
do-
appose
alle
304
CAPITOLO
lore
di
lei, fa sentire
nostro!
In
si avvicinino
loro
aver
consola
solo
un
si
potrebbe
E
forse
scorgersi fra
lamenta
molli
che
un' altra
il
le Parche
italiana
dov'
Minore
amendue
è
poca
alle
sempre
Son
*
le tue
Epistolce, XV,
Si
mihi
Ingenio
Un
pensiero
En
ego,
31-2
»
EpisL
la virtù
Sive
ita
per
sé
giace
sog-
dice:
larve
:
negavi
natura
rependo
consolazione
(Tristium,
ipse
quce
che
nascenti
sunt
potuere,
legem dixere
fila severa
vitce
nome
nel
suo
III, VII, 45-7):
comitorque
meo
proprio
vobisque
eaream
odimi
t ;
mece.
nel
esprime
patria
eint,
data
poeta:
nebbie, i campi
cave
domoque,
mihi
;
fruorque.
cit.,81-2:
Nee
cezioni
con-
lotte
sue
Bruto
avverse.
damna
simile
tamen
due
del
animo
nelle
anzi
zone
can-
in tutt' altro
dunque
sono
che
difficilisformam
forma*
cum
troppo
scole.
della
tocca
poeta, dove
dall'
veniva
gli
ingegno
Baptaque
Ingenio
di
si
Parche.
stesse
che
forze
inquiete
lezza.
bel-
cui Saffo
sebbene
dall'idea
virtù, le
Stolta
Deir
e
cosa,
pregio
della
tessuto
rispecchianoT
informate
gno,*
inge-
vita,* e quello della
sua
Saffo
che
sorelle
altro
epistola,in
abbiano
delle
e
si
piccola somiglianza può
ella accenna,
air opera
modo,
sola
di
niun
di
prima
delF
il difetto
dell'
luogo
la
se
vanto
che
compensare
fila lo stame
Bruto
duole
SaflFo
la natura
Pure,
col
due
le
accusano
infortunio
la seconda
umano
là dove
il genere
tutto
che
pare
la bellezza.
tanto
di
quello
punto
; cioè
negata
di
IX.
aorores,
mece.
lo stesso
infortunio
r
E
Saffo
:
virili imprese,
per
Per
dotta lira
Virtù
ci
305
POETICO.
PERIODO
SECONDO
luce
non
canto
o
Le
due
fa
ricordare, per
sentenze
in disadorno
sono
ammanto.
di
valermi
danni
unica
sentenza
una
un
altro
che
detto
piantodella virtude»,^
cioè del valore, in qualunque forma
si manifesti.
Poi, i personaggidelle due canzoni ci appariscono
dotati di qualitàanche
come
superioria quelle
«i
leopardiano,
che
il
dalla tradizione
avevano
di
e
libertà
Y uno,
martiri entrambi
di
e
martire
tire
dalla storia. Mardi
Y
amore
altro,
quel pensieroche, conosciute
leggidella vita,si disamora della vita. Parrebbe
che quellostesso levarsi dei grandi spiriti
a tanta
le
altezza,facesse
loro
odioso
il vivere
e
bello
il
morire.
Per
il
pensieros' intende quelloche
ad esperimentarein se medesimo
poeta cominciò
fin dalla prima sua
Saffo e Bruto
giovinezza.
martirio
ne
diventano
nel
seno
del
straordinariamente
della civiltà greca,
sublimi
:
Y
una
Y altro della romana,
rappresentano quei magnanimi
errori onde
i due
popolifecero cose sì grandi ed hanno due storie
Se dopo Saffo quellefelici illusioni
insuperabili.
durarono
tratto di tempo, alla
ancora
un
gran
caduta
di Bruto già cominciavano
tramontare:
a
^
Canzone:
ZUMBINI.
Nelle
nozze
della
sorella
Paolina,
20
306
CAPITOLO
sembrò,
fosse
e
la
al
dunque,
IX.
che
Leopardi
il confine
la
tra
la
l'eroe
del-
morte
giovinezza del
mondo
maturità, seguita poi ai tempi nostri
vecchiezza.^
Bruto,
eroe
errori, viene
significareche
della
tutti
la
vita
martire
e
colla
di
quei
terribile
sua
dalla
nimi
magna-
sentenza
a
gioventù, lo splendore e gì'ideali
perivano
umana
sempre.*
per
III.
Simili
canzoni
neir idea
dei
Satfo
in
;
Capaneo,
del
celestiale
l' altra, benché
qualità particolari
sentenze
Bruto
In
immagini.
anima, queste
nelle
personaggi, nelle
loro
nelle
e
le
diverse
molto
poi
sono
che
suprema
e' è
1'
;
sorie
acces-
dell' infernale
arieggia
uno
Pie-
più lontanamente.
carda.
*
vicini
frasto
*
poeta
le
Fra
luogo:
scritte
pagine
la
più
Il Leopardi
r ultimo
fa
bella
Bruto
dei
alla
sopravvivere
di
ricusò
di
Minore
odierna
società,
la
terra
alle
antico,
imperterrita
trovare
un
nel
selve,
smarrito
contro
in
Minore
di
e
il
ferro
Z., Vicenza,
che
famoso
di
Teo-
nel
e
mondo
lo
T uscita
dai
mali
solazione
con-
stesso, sdegnoso
nel
quale solamente
di
vita);
la
di
dal
alla
poeta
le nostre
tuzioni.
isti-
Sofocle, piantata
chiama
lo
monio
in testi-
così
leva
percuote,
che
di
canzone
Eumenidi,
che
seguente
in
moderno,
destino
n* è
ce
ed
sopra,
le
nostro
postuma
governano
gettarvisi
il
un'altra
gettata
monologo
sole
cito
commentata,
disfida
al
1880)
questa
se
quel mondo,
Cosi
cui
di
riconobbe
della
il
intorno
tutte, da
accogliere
credenze
prima
le
,
di
vita.
e
spada,
i fiumi
scettico
la
Aiace
Come
in
morte
grido
G.
aspettativa
di
il
è
V
e
Romani,
gloriosa
e
Bruto
Zanella
di
bella
(la credenza
Bruto,
dallo
L.j Pensieri
G.
[Sopra
«
di
sentenze
morte.
a
(12), forse
una
delle
Comparazione
e
la
questo
fronte
si consola
circondano
».
308
CAPITOLO
IX.
È la prole infelice
A
templi chiedeste,
cui
al mortale
Legge
Dunque
La
Siedi, Giove,
l'aere
Il tuon
La
il nembo,
un
Bruto
il
se
la
stesso
che
Ovidio,
At
MeL,
203-4
Eury8theu8,
mihi
Bector,
et
Cfr.
Lucano,
accennando
agli
ha interrogazioni
OviD.,
^n.,
mento
mo-
quei-
sopra
cosa
la
vrebbe
Do-
medesimo;
se
dunque
era
Bruto, negata la
passata
sua
gli nomini
gran-
Cosi
malvagi.
nello
:
qui credere
aunt,
poasint
trctxit
terras,
incerto
sententia
effetti
445
della
famosa
non
diversi
dubbi
1-3:
ineaset
mortalia
Vili,
I,
mentent,
nullus
an
fluerent
Phara.,
e
Sufinum,
easu»
e
segg.,
dove
giornata
da quelli
il
di
Mei., XIII,
IV,
892
scuci
eavum
sì
:
exultantibus
sonai
undis,
208-10:
An
Nequidquam
Terrificant
te, genitor,
?
horremus
animos,
et
fulmina
eum
ccecique
inania
in
murmura
torques,
nubibtis
ignes
miscent
poeta,
Farsaglia,
che
stanza.
Osque
«
di
si fondava
In
dubiant
Superi
Curarent
*
et
Claudiano,
presso
citata
IX,
destini.
nostri
Eppure
lodati
questo
a
Deos?
Scepe
nella
dei
venuta
'
dissipatele larve,
virtù, che
era
stringi?
fino
; ma,
nullità
impuniti,
valet
Esse
E
fiamma
stata
allora?
virtù, da cui gli
non
*
quando
sacra
eroismo
suo
fino
stato
vedere,
la
era
chiamato
inganno
esulta
quando
quasi vergognarsi
ora
egli
degli empi
e
e
bugiardo
sogno
egli comprende
r
commove
rapido spingi.
di
vita
perchè,
tutela ?
a
giusti e pii
Ne'
odii
pietà? dunque
terrena
Per
insulta.
i celesti
tanto
frodolenta
e
f
leggono
PERIODO
SECONDO
nella
dezza, vagheggia
una
umano
gregge
Fato.
la lotta
Dopo
egli
romana,
la
:
del
ribellione
verso
erano
uomini,
eh'
erano
Dei
invitto
gì' infermi
Schiavi
di morte
Si consola
riparo
di
è
prode
cedere
dai
non
i
primi,
secondi,
vale
danni
è
duro
Men
dolor
il male
non
sente
fato
indegno,
nudo?
o
guerreggia,'
inesperto
*
la tiranna
e
;
destra,' allor che
Om., Iliade, II,
cessar
vincitrice
il grava,
121:
finpiQXTOv 7cóXsp.ov TZoXBiiiZet.^Yjfièp-axeoS-au
=
Graz.,
Odi, IV,
9 :
pugnavit
nan
Idomeneus
Sthenelusve
Dicendo
Graz.,
Odi, I,
Nos,
PelidcB
'
simile
Parlando
6
Agrippa,
:
heee
dicere
cedere
neacii
neque
stonuzehum
nel
ingens
solus
pratlia,
Muaia
proprio
nome,
nec
gravem
il poeta
:
La
Nel
man
mio
che
flagellando
sangae
innocente.
si
colora
usa
il
libertà
la ferrata
e
necessarii
mortale, eterna,
il
Tua
de'
ha?
non
a
se
plebeo.
speranza
Guerra
Di
il
e
:
oltraggi lor,
Teco
e
gli oppressori
con
assalire
dal
:
Necessità
Chi
Dei
gli
sconfitto
ardiva
egli
il destino
Che
diparte
un' altra
nostro;
Preme
Gli
lo
deserta,
gli oppressori della
con
gener
eh'
*
che
incomincia
ne
rimasta
mente,
eroismo
di
specie
nuova
309
POETICO.
un'
immagine
310
CAPITOLO
scrollando
Indomito
Quando
Che
lato
ferro
intride,
alle
maligno
all' eroe
infusa
il
avrebbero
che
ozio
virtù
questa
non
nelle
di
coraggio
trata
sotten-
se
menti
sione
illu-
un'
non
! Ammolliti
umane
voluttà, gli Dei
dalla
e
diletto
nuova,
poi
era
dai Celesti
dair
sorride.'
gloria e, direi, che
da
air antica
pompeggia/
ombre
nere
orgoglio, che
vengono
si
neiralto
L'amaro
E
IX.
non
gettare volontariamente
la vita:
chi
Spiace agli Dei
Nel
Tartaro.
i
I casi
acerbi
È quella
Vili, 267-9)
saglia
bellissima
stessa
in
pose
bocca
aie
nequeam
Excutere.
Viro.,
affetti
spettacol pose?'
che
sentenza
Lucano
(Phars.,
la disfatta
dopo
Pompeo,
^n.,
Questi
547
I,
martine
versi
scriveva
che
fosse
{Premier
francese
come
della
Quel
nel
di
Far-
crime
al
1819,
Umbrie,
di
rammentare
presente
11:
Médit.poétiques^Y
es
mondo
fait
avons-nous
néant
t'a-t-il
accepté
Ta-t-il
ò
Dieu
Pour
hasard
cruel,
ta
pour
bene
tutte
naìtre?
?
fallait-il
de
nos
tes
caprices
sapplices
e
le
Tètre,
! Toeuvre
felicitò?
de
anno
Il
poeta
Désespoir),
del
mériter
demandé
il La-
qualche
Le
di
il creatore
che
canzone.
trionfasse
il male
quelli
certamente
o
la
pubblicata
Ou
plutòt,
receptaa
oeeuhat
crudélihua
fanno
intorno
Sommes-nous,
cladesque
:
adhuc
ci
premuntur,
caput,
e
virtù, interrogava
L'insensible
Ou
fata
mea
elevar
r
neque
prima
a
il cielo
:
Nec
'
suoi
petti.
forse
e
gì' infelici
e
agli ozi
Ut
2
eterni
travagli nostri,
Giocondo
'
molli
ne'
Forse
irrompe
fora
Non
valor
Tanto
violento
?
la
cose
dendo
ve-
tuna
for:
SECONDO
Levatosi
così
l' immenso
Dei
gli stessi
sopra
orgoglio, Bruto
suo
311
POETICO.
PERIODO
appagato
e
può,
da
come
tezza
al-
inaccessibile, guardare i casi della vita. Alla
procella dei
solenne.
calma
Bruto
alcune
uomo
Non
fra
Ma
libera
sciagure
Ta
n*es
maggiori
sentenze
le
qa'un
insuperabile
essi
e
senza
egli
ci
par
di
di
cura
sospetto
versi
precedono
quale il Leopardi
sentenze
deir
ci
par
tanto
Ultimo
canto
al
luogo
alla
quasi
con
tera
letche
probabile
V
al
uomo
scenza
remini-
lontana
una
dolore,
fistXotat
x'
ppOTOtoiv
àxtjfiéeg eloiv.
più fondato,
immediatamente
medesimo
fatti
sono
525-6):
^sol
aOxol
sia
:
venire
per
nel
Ma
antico,
sì conviene
sorta,
loro.
classico
sommamente
{Iliade, XXIV,
•
£
destinato
aver
talvolta
fra
del
pensiero
unico.
dove
agli Dei
Omero
nostro
poco.
negare
rin-
del-
pensiero
manifestava
sempre
sul
amore
il
simili
tengono
'XÒLpéTisxXwoavxo
Ztóstv
àxvufJiévotg
fra
a
méme
tempi
si
Fato
moderno
francese,
fatta
al
o
"Q^
dal
costretto
qu*il alme,
verta
mirabilmente
canzone,
poeta
yertu
cette
ultimi
degli
le altre
e
une
suddetta
di
delle
Bruto
!
nom
Dio
a
pensiero
del
l' accusa
due
in lui tanta
destarono
di
la
pour
de
moment
immagini
e
Leopardi
Il
che
queUo
mourant
poeti
ribellione
vivendo
etade
pura
e
umana,
appunto
dernier
au
dit:
col
sorte
prescrisse,
storia
qui,
Brutas
Et
della
noi
a
e* era
Doute
abilità
a
virtù:
Un
innesti
bocca
in
colpe,
e
boschi
ne*
i fatti deUa
la
r aperta
nel
accusa
subito
metter
air altro
uno
predilettespeculazionisulla
sue
indignazione,
in
di
una
:
tra
Nei
in lui
po' troppo rapido, e
un
Natura
E
dall'
passaggio però
il desiderio
poeta
dell'
Il
forse
è
stato
primi pensierisuccede
suoi
perchè
quel luogo
disse
di
di
aver
Saffo,
come
di
questi
Omero,
tratto
una
vedremo
312
CAPITOLO
Reina
i
Sparse
Virile
alma
Riede
natura,
Leopardi
intese
dallo
passato
di
ad
Plotino
di
e
ed
innocente
Y opera
gli è
essere
cusato
ac-
si risolva
duto
propria. Perdi
modo
perciò
e
quelle prescritte
diritto
a
vivere,
con
il volontario
qual giustiziagli s' impedirebbe
da
all' infelicità che
il sottrarsi
da
il
essendo
civiltà
diverse
con
tiamo
rammen-
Y uomo,
leggi,quando
esse
morte
alquanto
Porfirio,dove
che
può
non
contro
primo
;
accusa?
leggerle,ci
a
leggi
natura,
anticiparsila
il
dardo
suo
che,
a
ora
far
addisse
leggi
primitivo alla
stato
dalla
non
dimostrare
a
conformandosi
altre
giorni
il
e
Dialogo di
del
costume,
ricusa,
fosse
non
se
terra
queste parole rimarrebbe
dì
senso
poi eli' a
Or
empio
ad
macro
gP infausti
Quando
oscuro,
Diva.
e
beati
regni
il viver
E
Il
tempo
un
IX.
rire,
mo-
quella perdita
derivata?
IV.
Bruto,
Ma
della
la
disfare
vita, per
la
ignorando, volessero
meditazione
ignorano
farebbe
di
loro
Bruto
Y
in
tanta
una
lati Y infortunio
questa
Solamente
la terra.
belve
ne
più
paragona
Le
legge
da
mostrar
specie umana,
popolano
usare
a
divieto.
è
uomo
ferocia ;
ad
A
che
di
capace
stesso
se
recarla
altre
con
la
ma
atto,
vita.
se,
non
nessuna
questo punto
acquista vigor
nuovo,
e
la
la
PERIODO
SECONDO
forma
più peregrina. L'idea
diviene
ne
prende nella canzone
qui, in proposito di
volontaria
nuove;
morte
non
si
conoscevano,
maniera
oraziana
adduce
Serena
rudi
Ne'
al
età.
tarda
La
Ma
Al
Legge
da
o
nulla
contesa
avvivò,
le morte
Soli,
soli fra tutte,
increbbe
pende,
ignavo
Giove
voi
a
contende.
Poi, allo strepitoe alla strage che
avevano
commossa
cielo, e
che
il
e
pace
più specialmente
dal
sorgeva
E
tu
Candida
E
*
insanguinata
e
la
contrappone
Graz.,
r
lo
cui
mar
notte
Od,, III,
Sive
Saxa
Crede
27
te
e
nostro
sangue
sangue
la funesta
:
rupe»
et
veloci.
leto
acuta
deleetant, age
avanti
silenzio
spettacolo della
luna, sorgi,
inquieta
poco
la terra. Bruto
profondo
irrigatodi
mare
dal
;
ripe,
miseri,
0
voi, fra quante
A
la vita
Figli di Prometeo,
il fato
sasso
;
Stirpi il cielo
Se
montano
farebbe
arcana
voi
propri! danni
la fronte
spezzar
ingegno.
A
che
qual-
previsto passo
tenebroso
0
di
avvantaggia
non
affanno
desio
misero
quella
precipitile membra,*
suadesse
Lor
sempre
che
creature
de' lor
e
se
tronchi,
al vento
Dare
immagini
belve
fortunate
Le
della morte
:
colpa ignare
Di
313
POETICO.
te
procellcB
romano
irriga,
del
luna
:
314
CAPITOLO
Air
valor
ausonio
IX.
esplori.
campagna
Cognati petti* il vincilor
i
Fremono
sì
Tu
La
dalle
poggi,
antica
Roma
mina
((
placida sei?
così che
condotta
è
dipintura
ad
figlidi
cioè
E
umana.
ad
deir
qui,
dalla
che
ciò
tutto
a
alla
Lavinia
VI,
498
*
prole,
vedesti,
E
suir
MeL,
II,
e
e
cida,
pla-
ferente
indifrazza
Bruto, seguitando,
la nascente
gli anni
e
i memorandi
e
allori;
663
raggio
:
cognataque
corpora
vertor
cognataque
pectora
aupplex.
:
VlRG., uEn., II,
verso
povera
e
effetto,già grande fino
alpe V immutato
ruit
Cfr.
la mutua
luna:
Lieti
tu
era
nate
insangui-
miseria,
nostra
V
aumentare
luna
Candida
terra.
agita questa
Tu
OVID.,
onde
antitesi, il poeta fa che
dica
*
La
guardando
stessa
tocca
non
dalle
nimo
mi-
suo
evidenza
accrescere
anche
una
ogni
la governa.
sorgendo
placida »,
«
dei
strage
anche
d,
; era
a
che
profondo pensiero
candida
vette
somme
-
;
particolareconcorra
al
calpesta,
603
quei luoghi
dello
deW
290
:
alto
a
culmine
stesso
libro
Iliade,
XIII,
'IXtog
alTCStvVj.
'IXtov
npCv y' "^^
alTCStvTjvéXéstv
—
Troia,
LUCANO,
772-3:
xaxaxxa|i£v
xxocoO-at
XV,
xs
Phars., VII,
557-8:
Tjè xax'
SxpYjg
TzoXiza^,
418
316
CAPITOLO
berta, il
santi
cuore
esulta
canto
la nullità
nostro
stesso
si scorge
anche
natura
non
e
somigliante,vive
Ecco
la fera
Del
V
e
L* alta
di
ruina
del
sassi
obblio
mondo
mattutino
le
Né
OVID.,
X,
VlRG.,
356
umana
glebe,
cura.
:
Vedi
anche
Orion
leonea,
Nee
eurat
Attt
timidoa
Theb., I,
Ibid., Ili,
parte
spechi
in
JSJn., IV, 609
Deeeritf
le tinte
agitantem
506.
V,
Noctumisque
Staz.,
le balze
! abbietta
non
le stelle
III,
;
industre,
sciagura,
scolorò
539
il tetto
belve.*
vano
e
cose;
trepidos
Cfr.
ramo
plebe
gener
nostra
Met,
agitare
retta
cervos
Graz.,
Od., II,
lyneas.
:
Heeate
iriviis
ululata
per
urbe».
328-29:
antra
Ogygiis ululata
furoribus
Baecheo
eollea.
et pinguea
sanguine
157-9
:
in sorte
tneliua, dextraque
Jugatte,
quanto
dolore
ululata
thalami,
nulloque
Quia aterilea
domum.
Lucina
Beapexit
At
vicino
il petto,
valli,e per
gli ululati*
Turbò
più
:
prima
come
minori
casi ! oh
Non
remoto
canto
Agiterà delle
delle
ci è
è
regni
le mutate
villanello
Quella r inferma
Siam
umana
nei
noi
in verde
o
e
e
:
del
Quel desterà
Oh
noi
gravido
Ignora
Rosseggerà
Ai
ignaro
che
da
che
vita
augello,
consueto
Sorti
ciò
nudi
tra
che
tutto
ancor
della
questo,
ciò
pure
diverso,
ma
da
meglio
e
E
quei
a
sempre
pur
!
nomi
Nello
della
IX.
13
;
PERIODO
SECONDO
11 nostro
noi
la
i
orgoglio
signori della
simile
a
quella onde
r
uomo
al
ritorna
in
infelice
Giove
il
fiero
ferro
Quel prode
sottrarsi
alla
Regi,
E
deir
gli Dei,
ha
invocati.
già
chiamava
per
che
qui
dice
nel
supremo
a
due
luoghi
modo,
r
nuova
bellezza
*
Ma
si
si
stata
appello.
contradizione
fra
Bruto
dove
che
noti
di
cui
gli
seconda
li
sfidarli ; mentre
rampogna
avrebbe
saputo
:
segg.
;
Se
i
interpretano a questo
contradizione
e
altre di
farne.
si risolve
poetica.
443
sé
fatta
V invocazione
un' acerba
s'
in
d' invocare
pregarli propizi a
Insomma,
canzone
questi
sdegna
nella
quasi
e
cura
non
apparente
Iliade, XVII,
i sordi
quelli della seconda,
non
della
apparecchiava
di Cocito
o
una
ischernirli
natura
si
indegna,
stanza,
e
dianzi
sorride.
che
moribondo
passo.
principioè
diversa
Olimpo
ci fosse
ultima
meditazioni
alte
dicendo:
la notte
non
i viventi.*
che
ombre
nere
la terra
0
Parrebbe
versi
vita
io d'
Non
tutti
iato
lui stesso
era
tra
sidera
con-
intride,
alle
maligno
E
Omero
proposito,accennato
neli' alto
a
più
molto
sentenza
misero
più
quella dipintura del prode
L'amaro
:
esser
siamo
ne
pur
appresso
infine, dalle
suo
persuaderci
noi, che
;
ed
come
Bruto,
vorrebbe
natura
abbietta
specie più
317
POETICO.
XXI,
461
e
segg.
in
una
318
IX.
CAPITOLO
V.
Le
ultime
Non
parole dell* eroe
[appello], dell'
te
Conscia
Placar
singulti,ornar
parole
putridi nepoti
L'
onor
d'
Le
V
Tratti
Viro.,
il
Georg.,
augello
I, 199-200
il
accoglia.-
:
omnia
fatis
ruere.
ha
il quale
Luigi Chicchero,
ediz.
napolitana
Virgilio dell'ARCANGELi,
professor
Il
alcuni
questo
conscia
quel
ci
da
sia
con
la
in
Ferie
Quo
fino
il
nome
(^n.,
fama
la
memoria.
vadia
nec
Minore,
che
Credo
Bruto
è
in
virgiliano,
vedersi
per
i venti
prega
seguirlo
in
potrebbe
dì
battaglia,
X, 678-9)
si
sentenza
luogo
non
dice
poeta.
vergogna
possano
non
Butuli,
Bruto
come
e
me
di
ma
nostro
stesso
e
di
scevisque
ratem,
neque
rabbia
campo
dove
parte
conscia
Turno,
dal
inganno
portino
né
di
»
dallo
1861, p. 591
ricordati
me
(X, 679)
del
intera
questa
Leopardi
al
fremendo
Turno,
tolto
che
aggiungere
età
(vedi
Leopardi,
argomento,
deWIineide
futura
notato
del
da
quelli
medesimo
sul
sequatur
conscìa
«
suggerita
stata
cui
fama
colla
tradurre
di
nessuno
e
scritti
altri
in
e
otto,
o
dal
virgiliani, imitati
luoghi
segg.)
più di sette
e
lo
peitts
;
la memoria
e
Sic
^
roti ;
avido
il nembo
e
nome
In
s' affida
d' intorno
me
ignota spoglia
Paura
E
doni
e
la suprema
e
A
il bruno
la fera,
Prema
*
vendetta.
penne
avello
mal
e
;
egregie menti
miseri
De'
*
tempi
A
raggio.
peggio
In
i
Precipitano
seguenti :
ultimo
morte
Sdegnoso
vii caterva?
Di
atra
età.
futura
le
sono
ne
ì
che
Kntalì,
:
intmittite
conscia
bramava
fama
Syrtis,
sequatur.
che
perisse
dì
sé
SECONDO
Bruto
gli uomini
ma
vicini
delle
V
:
del
gloria
e
e
Ma
future.
Egli
la
Saffo
desiderio
nella
gentil
e
di
Dei
miseria.
si diletta
per
quasi
Fra
notte
la tacita selva
Nunzio
del
Mentre
ignote mi
Sembianze
bensì
loro
cosa.
incomincia,
Fera
stato
ragiona
ne
del
col
felice
tempo
natura
soltanto
brama
;
e
che
prima
tu
in
gli
doni
abban-
oh
in cui
a
lei
che
spunti
dilettose
V Erinni
miei
agli occhi
ai
raggio
la rupe,
su
fur
;
e
e
già
care,
il fato,
non
scoperta
1' ebbero
la vanità
dominata,
significasseronon
il disordine
arride
disperati affetti.
le fu
disperati affetti
spettacoli che
agli
volta, di rivolgere loro
e
giorno;
Spettacol molle
e
ogni
non
verecondo
e
luna;
cadente
tempo
perstiti
su-
:
sempre
Della
pietà dei
nascondono
di
la
poi, la
spettacolidella
bacio
un
grandi
disprezzo
verrà
la
anzi
prima
come
un' ultima
Placida
Dal
che
si ricordi
molli
più
contemplarli
e
chi
cui
coscienza
ciò che
tutto
quel momento;
a
mesto
saluto
in
che
tutte
nulla
fino
caro
ha
quella
e
Bruto, maledicendo
come
cose
posterità, alla
religione delle tombe,
mite
dei
più proprio
alla
le illusioni
di
sogliono sentir bisogno,
eh' è
tempo
suo
i conforti
pure
piccolie grandi, il
uomini,
un
appello
la
non
morte
a
generazioni
gente
di
sé
persino quello
infelici
non
da
getta
319
POETICO.
PERIODO
e
la lotta
tra
già
delle
cercò
V
monia,
ar-
le miste-
320
CAPITOLO
riose
forze
perciò
e
della
Quando
E
di
r insueto
Noi
lì
Oeorg^
Viro.,
Adparet
'
a
a
della
proposito
nel
inquiete
fra
in
il carro.
Nisus.
aere
ab
che
Il
primo,
trepide, prima
di
[Georg.,
ed
Bruto;
IV,
etelum.
aere
i molti
voce.
voce
canto
Corda
bello
si volve
quando
e
aecrevit
»pi»80
di qnesta
commento
ravviva
'
trepidanti ^ ii flutto
9ìMimÌ9
esempi
tre
tutto:
per
I, 23:
liquidum
Scelgo
guerra,
404:
liquido
OVID., MeLj
Et
I,
^a
da
guerra
liquido
Noti,'
de'
lei e'
gaudio
V etra
campi
Polveroso
*
veder
allor
per
per
Dentro
natura.
branoava
IX.
è
dall'autore
citato
usata
il
poi
e
Tirgiliano
L' altro
6»-70).
addurre
si potrebbero
è
stesso
in
mutata
trepidarUia
Silio
di
Italico
(Pwn., IV, 25-6):
Haud
Pneeipitat
Il terzo
poi, di
meglio
anche
forse
lezione
è
che
altri
legge
'
In
suo
un
Ani,, agosto
Leopardi
«
voci,
per
r illustre
non
0
se
osò
di
dire
770
e
Stazio
crescere
varietà
tropi
profferendo
di
latini.
Ma
Claudiano,
sentenza
una
di
allegare
egli seguita
avvisando
fluiscono,
nei
venti
che
".
dicendo:
venti
fluunt,
uno
al
tal
e
induce
rara
nei
caboli,
vo-
lo stesso
tifizio
ar-
parrebbe
me
così
di
che
ardita, avrebbe
simi
da
questi mede-
qualche
luogo
E
via
e
il
significazioni
A
tolti appunto
esempi
invece
oscuro
insolite
e
che
notava
adoperanti
efficacia
ed
(Nuova
Leopardi
e
nove
Claudiano
o
undis.
essere
accezioni
arditissimi
che
unda»,
in
il Mamìanì
di
scansò
le
in
languet
segg.)»
e
trovare
Lucrezio
languet
Memzoni
intitolato
sempre
traslati
uomo,
poeti
:
tum
siecatis
pelagus
p.
confortarla
dovuto
taeittu
pelagus
scritto
ricordano
di
seguiamo
:
1873,
i suoi
volta
[Astron,, 111,631), corrisponderebbe
vera
leopardiano, se la sua
noi
tepidum
Et
arvi».
sentimento
al
trepidum
Et
magiater
in
trepidatur
euneta
vasti»
ae
Manilio
che
quella
segni»
timor,
per
scorrimento
Leopardi
zio
di Stapio,
d'esem-
deir
sembrò
aria
le-
SECONDO
cito
di
dei Noti
scorrimento
flutto il vorticoso
».
cita
il luogo della
canzone
leopardiana,
chiamare
qui il
quale
Mamiani
si riferisce
che
32i
POETICO.
PERIODO
nostra
questa
Lucrezio
con
Or
nota.
siamo
da
è
ancora
al
mamente,
pri-
osservare,
al tempo
£
della
aureo
latinità.
del
affatto
fti niente
Poi, il Leopardi non
più ardito
venti
solo
osò dire:
poeta
latino, il quale non
fluunt, ma, in
che
si
nelodori
dai
proposito degli
partendo
corpi
propagano
1' aria, adoperò
la voce
appunto
fluctua (De rerum
naturoy IV,
678-80)
:
Primum
E
il
dalla
Marchetti,
Crusca,
neeesae'st,
fluctus
odorum;
tnitti volgo, spargique
putandum'at.
volvat
fluere,
Nam
multtis
rea
fluens
Unde
et
autore
se
classico
così
di
dubitò
non
esse
varius
nella
tradurre
alla
forma
citato
e
quel
lettera
lato
tras-
lucreziano:
prima
E
Sappor
Onde
di
vario
Continuo
Il Mamiani
noi
il
Leopardi
odor
dire
a
novità
perchè,
della
Stazio
già
non
decadenza,
Vidi
ego
Atque
Con
stima
il
avrebbe
che
fece
pari,
forza
al
in
menti
è
da
corruzione,
traslato, scrivendo
non
italiano
altro
Claudiano, né alcun
di
stesso, parlando
Properzio
detto
(Eleg.y lY, 5) :
scrittore
una
fida
per-
collo,
conereacere
expirare
tegetea putrem
delle
critiche
dovrebbe
se
anche
essere
le
di
alcuni
pater
ruta.
letterati
lingua nazionale,
altro
è
il condannarle
sieno
e
se
sol
buone
perchè
e
filologiche.In ogni
allontanato
veramente
diremmo
che
le accezioni
conformi
o
il
nei,
contempora-
di soverchio
tassato
immagini
sommo,
della
ZUMBINI.
dicendo,
traslato;
fosse, così
novità
a
quel
che
al Mamiani,
io credo
rispetto dovuto
fatto
degli appunti di lui quella medesima
il cercare
poeta
un
:
».
quali rispose nelle sue
modo, se nei predetti luoghi si fosse
dair
esempio de' migliori scrittori, noi
lui
da
e
stimò
Annotazioni
come
Latini
o
ai
Altro
da*
se
s* affida
crescere
tuasim
rugoso
animam
tutto
Leopardi
ma
aveva
mezzana,
Del
il poeta
intendesse
o
«
fu domandato
d'egregie
che
pare
ardito
troppo
sono,
diverso
putridi nepoti
L'onor
non
:
e
mal
e
me
terra
in
flutto
animi
degli
crescere
A
A
d'uopo
cose
esala.
segue
il guastamente
è
molte
che
cattive
possano
o
un
poeta
ardimento.
nuove,
usate
air
indole
no
in sé
medesime,
più
sembrare
21
o
322
CAPITOLO
Grave
alla dubbia
Fiume
un
suono
giusto,
il
e
secondo,
di
gusto
il modo
classici.
farne
anche
uso
critica;
segnò
poi
poeta
continuamente
ch'essi
medesimi
come
della
gravi
34
e
si
luogo,
dei
di
scrittori
di
classici,
di
cotesti
cielo
a
un
oggi,
studiare
e
cordano
ri-
e
ma
dere
inten-
525
dividena
ciirrum.
Virgilio (Georg.,
stata
presente
alla
egualmente
in
nimborum
dextra:
fugere
quo
nocte,
al
I, 328-30)
nostro
fuga
contsea
motu
mcucuma
fera.
553:
victHx,
sinuataa
deapicit
undaa.
:
victricea
Neptunia
VlRG., Georg., II,
vietar
Pergama
flammee.
306-7:
Inde
ramoa
tonantes
purum
volueremque
media
XI,
Olifmputn.
Diespiter,
per
molilur
velut
Fasti, I,
Per
degli
nubila
accenna
Met,
Unda.
E
agli esempi
ampia
puristi lodano
quaties
sarà
fremii;
Terra
Urite
costringere
volesse
mostrano
che
che
Pater,
Ipse
OVID.,
metta?
:
descrizione
Fulmina
*
caso
notizia
scorno
eurru
Od., I,
tempesta,
questo
che
nostri
namque
Nella
tenere
12:
Igni eoruseo
Plérumque,
Egit equos
'
il
giudicare
questo
avere
sempre
Od., I,
ORAZ.,
si
non
sempre
ad
a
non
Tu
«
stesso
si dovrebbe.
pur
Graz.,
di
lo
è
riguardi,
oltre
critico
quel
obbligato
i
benedetti, che
classici
1
li suoi
più
conformarsi
a
in
criteri
scrittore
dire
potrebbe
ardirebbe
almeno
sarebbe
questi
(grande
un
si trattasse
quando
ruom
Certamente
di
primo
che
Ercole,
Acciocché
altissimo
si
non
Chi
Leopardi.
un
Il
verso
ma
specialmente
di
ira dell' onda.*
la vittrice
e
della
diritto
del
la vasta
noi
e
sponda
dagli esempi
remote
valli
profonde
d' alto
o
greggi sbigottiti,*
de'
Fuga
è
le
e
capo,
divide.*
aere
giova tra' nembi,
Nalar
meno
le balze
per
sul
noi
a
il tenebroso
Tonando,
Il
di Giove*
carro
Noi
IX.
perque
aeaUua
alta
[igniaj.
eacumina
regnai.
delle
poeta
belve
fa
in
:
324
CAPITOLO
Senz'
molli
s' era
conformi
non
ai suoi
Il mattutino
Il
Pur
della
albor;
colorati
De'
me
coi
bramava
sciolta
fosse
da
venti, lottare
mite, affettuosa
fuggita
da
un
uomo
e
da
salici
Lubrico
pie le flessuose*
VlRG.,
-^n., IV,
VlRG.,
all'ombra
dove
al mio
seno,
linfe
525
:
Georg., Ili,
Tarata
volueres.
14-15:
ingena
ubi
ftexihus
errai
Mincius.
8
Graz.,
Od., II,
3
:
Quid
Lympha
bella
fuga l'pdorate spiagge.'
pictcBque
«
più
sottragge,
in
fugax
eccola
Perchè
ella credesi
caro,
dispiega
rivo
preme
Ora
nembi.
cosa
Candido
Disdegnando
umano,
fragilecreatura.
e
il puro
affetto
ogni
coi
ogni
Degl' inchinati
tragedia della
una
lei così
a
parimenti fuggita
*
faggi
partecipareallo spettacolo
tornata
E
de'
non
saluta.
bramava,
mescersi
porla
il canto
non
augelli,^e
murmurc
dianzi
;
ride
non
me
fuggire,perchè
affetti:
nuovi
procella,quasi questa
natura
di
dall' eterea
e
margo,
pensiero a quei
proposto
A
L'aprico
col
ritorna
accorgersene,
spettacoliche
IX.
obliquo làborat
trepidare rivo
?
:
SECONDO
325
POETICO.
PERIODO
VI.
Ma
la
il
nelle
se
infelicità
sua
perchè,
nella
guardando
di
non
sarebbe
di
Macchioni
Il ciel mi
fosse
In
che
Di
misfatto
Di
giovanezza,^
la
Dell' indomita
Il
ferrigno
Move
che
Fuor
*
stame?
il nostro
celesti
De'
più verd' anni
Il
poeta
poi
e
Oh
ViRG.,
^n.,
I,
nel
negaro
è
tutto,
ragione
cure,
oh
proprio
mìei
i fati
giovanezza.
22;
aie
eventi
la
agli anni
2
-
Negletta prole
lamento:
La
scemo
in
grembo
speme
!
poi
Anche
ignara
voci
Incaute
dolor.
si posa.
esprimerà
vita
sì torvo
i destinati
pianto,
De'
avesse
eccesso
che
consiglio.Arcano
al
Nascemmo
allor
si volvesse
labbro:
arcano
V
cui
disfiorato,al fuso
e
Parca
il tuo
Spande
petto
il volto?
fortuna
vita, onde
mio
errori
suo
non
sì nefando
qual
peccai bambina,
è
ameni
contemplazioni della
di
e
Tuman
angosciosi,da
il natale, onde
anzi
cercarne
nel
V infortunio
se
dolorose
mi
di
di dubbi
tato
lamen-
tutto
a
accoglie ora
fallo mai,
Qual
ma
ella
aliena,
dispostaalle più
stessa,
V addietro
pensierie
stata
ha
quel problema,
a
per
sogni dorati,
ordine
un
accenna
se
a
pure
Saffo
stanze
particolare,senza
seguente
Pasciutasi
genere.
e
precedenti
volvere
Parctts,
nome
questo
simo
mede-
:
326
CAPITOLO
Come
che
in
sostanza
quello di Bruto;
crede
mani
di
contro
ben
intera
vita ; tal
r
tutto
altra
in
eh' ella
fece
soverchiata
scontenta
della
le minacce
e
tempo
dalla
l'
del-
festa
stesso
della
sé
e
pianto.
rappresentarlacome
vita. Per
non
cora
an-
la medesima
propria angoscia.Benché
vita, ella
solo
ma
pare
come
lei, al
come
le
parlasse quasi singhiozzando
spaventose
gli Dei,
nel
della
esperta
come
e
lamenta
si
dolce, tenera, passionata,ma
tutto
ragione
non
retaggio
dalla
il poeta voluto
avesse
tere,
combat-
ella
il
di
volgendo
esclusa
nato,
genere,
creatura
una
il fato
nondimeno
compiange
uman
Parrebbe
stata
che
non
Talvolta
umana.
guaggio
lin-
un
sconsolalo
T infelicità sia anche
fosse
sola
Pur
paria
meno
Bruto,
vincere
stessa.
specie
s' ella
è
non
come
e
poter
se
che
certa
principio,Saffo
da
dissi
IX.
ha
non
rampogne
assale
Bruto
onde
d' ironia
lampo
un
le
là
e
il Fato
dove,
guitando,
se-
dice:
Alle
Alle
Die
nelle
genti
Per
dotta
lira
Virtù
*
Giove.
«
tre
Nel
Viro.,
JEn., V,
Oratior
immagine
di Rinaldo,
che
et
344
pulchro
il Tasso
disse
Cbe
(Ger.
in
si
imprese,
ammanto.'
disadorno
in
nei
classici
libro
questo
delle
modo
Georgiche
di
minar
no-
se
ne
121, 328, 353.
va.
:
regno
virili
per
primo
solo
esempi
eterno
canto,
o
luce
non
; e
frequentissimo
Ricorre
trovano
sembianze
amene
*
il Padre
sembianze
:
veniens
fece
sua
in
eorpore
dove,
accennando
lib., V, 8):
bo} corpo
più
cara
virtus;
venia.
alla
virtù
SECONDO
Era
PERIODO
sottoposto le
aveva
del
proprio degno
più
spesso
cui
ella
medesima,
lamento
dopo
!*
morire
d'
morrebbe
amarezza
ricordanze
che
il
infondere
nel
persino la
tanto
Anche
alle
morte
pace
suprema
Ed
vicina.
più
r
nella
manifesta,
'
Le
fa
di
stessa
antiche
Saffo
col
soleva
scemato
giorno
fatale.^
dei
sogni
sentimento
quella
verso
terra
a
suoni
ha
che
cieco
a
tutti
ironica,
in altra
mi
della
è
padre,
stessa
dove
dairAmbrosoIi.
:
voi
qualvolta
ma
ripenso,
o
mie
speranze
antiche
....
:
Quando
sovviemmi
affetto
Acerbo
e
mi
di
preme
sconsolato
....
cotanta
speme.
par
occasione
uso
Paralipomeni,
dei
notata
Abi,
Un
sparto,
Dite,
a
del
semplice
colui
ottava
Ricordanze
Silvia
indegno
il Leopardi
volle
già
A
A
par
de' casi.
sentimento
prima
e
una
stilla
amarezza
il dolce
fallo emenderà
perchè
Come
disse
V
gli avrebbe
animo
ignudo
quella parola
simile
suo
stanco,
ella si affretta
Il velo
il crudo
probabile,
festato
solveva
ri-
:
Dispensator
Che
nel
la memoria
affanno
per
quelle improvvise
felicità del
Saffo
di
Rifuggirà
^
che
invocata
Morremo.
E
onde
fato. Ci
speranze
Leopardi, e
giovanili tempra
della
da
sue
la povera
per
legge
un' ultima
se
paga,
sogni giovanili.È
ripensare
che
anche
air ineluttabile
le venisse
dei
colui
pianto, si
dolore
un
quasi
non
una
mite
è
come
pacata rassegnazione
eh' ella
ad
tanto
aver
Saffo
lei e' è
; in
padre
gli spiritipiù gentili,e
gemevano
di
di
nome
creature
sue
327
POETICO.
tanto
niani^
parola:
l' ironia
è
328
CAPITOLO
Bruto
descrisse
la
troncata
di
sua
quella
maggior
per
fin
vanto
anco
il modo
vita;
direbbesi
sé
ferro
L'
amaro
E
maligno
Saifo dice
Pure, benché
alle
traesse
ne
cagione
di scherno
bella
d'
che
di
lamenti.
Ella
remoto,
dal
vie
sui
umano,
oramai
di
e
suo
amore
bellezza Iddio
avesse
come
porto
dato
rola
pa-
più
non
fatto
un
dell'
meditato
messo
:
ed
il
porto
lungo tempo
eterno
regno
che
gnasi
se-
sul destino
esistenza,
viaggio della mente,
per
darno,
in-
una
spiritos'era
Aveva
problemi
in
all' ultimo
benché
gli rivolge
suo
mani
deserto, il cammino
dolore.
Ignara
a
e
il
nel
la morte.
imprecò
il
in qua
faticoso
ridursi
solo
eh' essa,
sua
di tanto
più lodi, né lusinghe ;
come
con
sempre
lungo
amato,
considera
dove,
colui
nifesta
ma-
proprie
E
rendo
or-
», alla
cagione
le
con
modo.
con
pensa
indegno
stata
era
poco
di
Non
quale
le bastando
queir atto
vendicarsene.
tanto
addio.
ritrarre
«velo
V
fra
rammenta
aveva
più, non
compiere,
a
abbatterà, quasi per
si
sorride.
», e non
dal
al
eh' ella
e
ombre
nere
indugiarsicol pensiero al
prossima
persona
martirio,
lato
Morremo
«
soddisfazione
ella
e
cesse
pia-
intride,
rifugga
eh' è
é
si
ch'egli
nuova
nell' alto
r animo
un
e
avrebbe
cui
il Fato:
Ma
per
in
dipintura
atroce
per
Quando
non
IX.
dopo
e
bramava
della
vita
alla sola
nelle
quel giovanetto che fuggiva
genti,
lei ;
ma
ora
che
si avvede
329
POETICO.
PERIODO
SECONDO
potrebbe più
non
maledirlo
senza
grande ingiustizia:
E
indarno,
Amore
Visse
mortai.
nato
Del
Giove,* poi che
Della
r atra
E
questi
il nostro
autore
tra
la coscienza
tra
i
1
Om.,
*
ViRG.,
errori.
prode
e
la silente
riva.
e' è
»
VlRG.,
derivò
le
coscienza
la
e
V
e
dies
e
segg.
:
Georg., IV,
etiam
Tu
^n.,
Stygiaa
Eumenidum
VI,
467-8
:
fauees, alta ostia Ditta,
lucum.
nigra formidine
IX,
apertam
VlRG.,
cevi
mortalibus
miseris
morbi, tristiaque
fugit ; subeunt
mortis.
rapit inclementia
labor, et durce
Phara.,
Lue.,
scienza
amara
senectUB
ealigantem
filosofica,
527-30.
66
36
:
Tasnaron
374-5
inhumatus
adapiciea,
umbris.
:
aquas,
ripamve
amnemque
cui
più sublimi,
note
sue
età
prima
Georg., Ili,
Tcenaricu
Et
ingegno
queir antitesi, da
Prima
Et
l'ombra
e
tante
il
; e
versi
quceque
s' invola.
Diva,
Iliade, XXIV,
Optima
più lieto
di
Ecco
poetica
della
il sogno
e
la vecchiezza,
e
dilettosi
'
notte,
ultimi
sogni
primo
avanza
la tenaria
avaro
Ogni
età
e
m'
Il Tartaro
Han
doglio
il morbo,
Sperate palme
asperse
non
gelida morte.*
Della
strinse,
perir gì'inganni
di nostra
Soltentra
vano
e
terra
fanciullezza.
mia
Giorno
in
Me
del
licer
soave
mi
furor
felice
felice, se
Vivi
In
lunga fede,
e
implacato desio
D*
lungo
cui
tu
aeverum
itijuaaua adibia?
;
della
330
CAPITOLO
vita,
che
e
labbra
di
or
IX.
che
più
suona
che
gentil creatura
una
sparisce.Sparisce volgendo
ultimo
un
di
Ad
quegli
a
soli due.
alcuni
dei
Uno
quello
è
che
non
di
mai
così
ritrarre,
E
s'
più
amori
il
egli parla
«
tempo
Bello
»
2
ben
stesso
il tuo
Pens., I,
qualsivogliacaso
o
Ibid., II,
sue
privo della
o
(5
si
divo
marzo
dal dar
spetto
so-
leggere una
bel
un
poeta.
disgustosissimo.Molto
dell'
e
ec.^
di
possa
1820).
1821),
»
entusiasmo,
del
fare
ec,
L'altro
che, ricco
uomo
bellezza
cielo
de' suoi
sventure,
di sentimento
(21 agosto
148-49
nel
il Petrarca»
che
non
o
sé
figuriamo
al dolore
manto,
321
ci
come
commento
si proponesse
altri)di
guardare
sé, delle
di
immaginazione,
miglior
in
ancora
ci sarebbe
contrasto
lezza
la bel-
e
poeta
da
espressa
subito
noi
sfortunati,
sia al
il
feriscono
con-
portanza
dell'im-
(osservazionenuova
si deve
pensiero, riferentesi
di
discorre
egli sia brutto, perchè
poesia
quel
l'amabilità
ma
quale
poesia
che
bella
Il
«
di
genere
arte
!
ricorderò
ne
si
delicatamente
medesimo.
Saffo molto
che
e
abbandona
Pensieri:
persone
e
esperimentati
dove
in
delle
di
canto
nuovi
hanno
pur
accento
eh' ella volontaria
V Ultimo
illustrare
tempo
di desiderio
ideali eh' ella ha
quella luce
a
e
ultimo
un.
sulle
innanzi
sguardo, impressi ancora
affetto,
vani
dolorosa
mai
corpo,^ é
ai versi
Cotesto
pen-
:
332
IX.
CAPITOLO
La
notizia
di
certo
si noti ciò che
occorre
le
che
ciò
e
è
in
deve
si
grande importanza
eflFetto,
bisogna anche
della
esatto
stesso
ne
tale
a
altre
sopra
sulla
e
se
canzone:
fondarsi
dell'autore
monianze
testidel
conoscenza
cuore.
suo
Quanto
della
si possano
canzone
molto
non
una
; e
nel mio
loro
più larga
né
particolaridella
anche
più
latina
sono
da
Le
tenze
sen-
appena
a
certi
la
Ovidio
precipua
il
qui
notizia;
:
universali, né
cui
non
contraddica
più
e
vi
è
la SaflFo
è
alti
pensieri
non
avrebbe
pensieri,che
componimento,
né
come
pure,
non
ebbe
non
intendesse
affanno
cui
siffatti
a
del
sostanza
poeta
più segreto
stesso
Or
mai.
aver
nella
che
se
ogni modo,
questa italiana, i
tali che
potuto
in
certo
eflicace.
canzone,
notai, qualcuno di questi
quelle.Diversissima,
proprio
non
se
commento,
deìYEpistolacorrispondono
concetti
ci abbiano
eh' essi
accessoria
assegnai
il fondamento
come
invece
parmi
;
che
quella
ritenere
meramente
parte
una
di Ovidio
all' inesattezza, i citati versi
credo
non
a
che
men
aggiungere, perchè
il sentimento
illustri tutto
è di
essa
; pure
il
accennati
quelli del
si
non
cenna
ac-
indizio
menomo
ritrarre
sono
anche
il
suo
menti
dunque gli ele-
tutto
personali,la
congiunzione perfetta costituisce
il
pregio
vrano
so-
dell'arte.
Ma
se
la
insufficiente
come
commento
sopradetta nota, quasi
moltissimo
a
illustrare
a
della
compenso,
la mente
e
zone,
canferisce
con-
V arte
SECONDO
del
Leopardi
comune
tutte
a
si
come
detto
e
dei
e
noi
r
idea
già
di
i
di
vi
canzoni
del
terzo
è
Tutto,
cagione:
quello
tutte
per
la
per
che,
le
come
prime
le
loro
dissi
Tale
in
più
è
gono
ven-
più
luogo
remote
nostro
poetici
autore
a
V
onde
umano,
genere
quelli,
una
liete
e
ci
per
condizioni
concetto
occasioni,
leopardiane.
Fine.
dov'
implicitamente
per
più
distanza.
poesie
molto
cose
guardando
poetico,
sommamente
e
al
erano
dà
cui
a
compresa
del
periodo;
accennate
sono
tra
gioventù
idea
poesia
alla
illusioni
anche
antichi
stessi.
se
qui
dissi
paragrafo,
che
vantaggi
Certo
che
presente
ultimo
e
frapposto
quella
tempi
per
le
quelle
spazio
ma
;
quella
antichità.
particolarmente
grande
ispecie
singolari
dair
il
in
dal
scorge
333
POBTJCO.
PERIODO
pare
apV
tra
alriche
sto-
appunto
rischiara
è
INDICE.
Pàg.
Dedica
Prefazione
v
vii
Capitolo
I.
Studi
g;iovaiiilì
di
Studi
giovanili
letterari
erudizione
1
—
II.
»
III.
"
Primo
periodo
IV.
Attraverso
lo
—
V.
»
Zibaldone
«
seconda
135
Parte
terza
171
poetico.
periodo
Secondo
Idilli
206
»
Canzone
poetico.
periodo
Secondo
—
nozze
Ad
«
Mai
Secondo
238
»
periodo
poetico.—
della
sorella
periodo
Canzone
Paolina
Nelle
253
»
Alla
Canzone
poetico.
—
«
«
—
^
Primavera
»
IX.
—
—
Angelo
Vili.
«
—
—
VII.
91
—
Parte
Secondo
VI.
prima.
Parte
».
—
»
»
59
poetico
—
»
»
39
—
Secondo
o
periodo
»
e
«
Ultimo
Antiche
Favole
Canzoni
poetico.—
—
Minore
delle
canto
»...
:
di
«
264
Bruto
Saffo
»...
297
—
Scarica

- Forgotten Books