Vitigni Nerello Mascalese: il principe vulcanico Coltivato anche oltre i 1.200 metri sul livello del mare, ha conquistato un posto di rilievo nei mercati mondiali di Giancarlo Lo Sicco L a terra, alle pendici del vulcano più grande d’Europa, nonostante le frequenti e dannose eruzioni, non è mai stata abbandonata dall’uomo. Da Giarre e da Riposto, da dove partivano le navi cisterne piene di vino, inizia un percorso che ha nel paesaggio qualcosa di unico. Un cammino fatto di terrazzamenti e muri a secco. Ma anche di solidi casolari di contadini (qualcuno irrimediabilmente distrutto dalla lava), case padronali di struggente bellezza, palmenti d’alta quota ben conservati e nel contesto di paesaggi mozzafiato. Un percorso che attraversa piccoli comuni, ricchi di storia e tutti belli da vedere; dove si concentrano stili architettonici molto piacevoli. Terre coltivate a vigneto e frutteto, investite più volte dalle colate del vulcano e non per que- 40 sto mai considerate perdute. Terre le cui radici assorbono i sali minerali presenti in grande concentrazione. Il fascino che trasmette il vulcano o “a muntagna” (come la chiamano da queste parti), con la sua mole impressionante dà suggestioni che pochi posti riescono a trasmettere. Come può non suscitare sorpresa e ammirazione proprio la coltivazione della vite, estrema e in alcuni casi impossibile, ma da sempre sostenuta dalla serenità e soprattutto dall’ottimismo di chi la coltiva? È qui, in questi piccoli appezzamenti, che si alleva il “Nerello Mascalese”, principe degli autoctoni etnei, ma anche il Nerello Cappuccio o “mantiddatu”, che troviamo quasi sempre insieme nelle composizioni dei vini rossi dell’Etna. Ma sono anche lì i vigneti di Minnella e di Carricante: vitigni a bacca bianca che si coltivano, con successo, all’ombra del grande vulcano. Vitigni e pertanto vini, che oggi hanno una grande diffusione. Tra gli autoctoni, il Nerello Mascalese si colloca tra i primi vini nobili della regione dopo il Nero d’Avola. Tutti vitigni da cui si ottengono vini che entusiasmano critici, opinionisti e soprattutto il mercato. Quest’ultimo è stato lento e difficile da conquistare e ha negli ultimissimi anni acquistato sicurezza e stabilità. Merito di questi risultati va a chi, per primo tra i produttori, ha creduto nel territorio. Ma anche a chi, non più di dieci anni addietro, sperimentava, provava e magari non soddisfatto del risultato raggiunto, riutilizzava il vino ottenuto vendendolo tra gli sfusi. Parlare dei vini dell’Etna significa anche descrivere e soffermarsi su prodotti che hanno struttura e piacevolezza; vini che durano nel tempo, ma soprattutto parlare di una produzione che, in tempi di omologazione, si differenzia dagli altri. Ma significa anche soffermarsi sull’altitudine dei vigneti che in qualche caso supera anche i 1.200 metri e su un clima da valori minimi e massimi (forti escursioni termiche tra il giorno e la notte e temperature che scendono vertiginosamente non soltanto nei mesi più rigidi) con la neve presente in gennaio e febbraio. La presenza nel terreno di azoto, fosforo e potassio, un regalo che le vigne ricevono, si riflette nella piacevole componente olfattiva dei vini. Alla struttura di quest’ultimo, però, pensano anche i sali minerali, di cui i terreni sono ricchi. Nel cuore di Edomé Le viti vengono allevate ad alberello classico etneo e sostenute con il tradizionale palo in castagno. Il materiale utilizzato per legarle è di origine vegetale e biodegradabile. Il concime utilizzato è esclusivamente di natura organica 41 Vitigni HOTEL SCRIVANO Via Bonaventura, 2 Randazzo (Ct) Tel. 095 921126 www.hotelscrivano.com Ideale per le escursioni e punto di partenza per i vicini Parchi dei Nebrodi e dell’Etna. Una struttura ubicata proprio al centro della splendida città medievale, che si avvale di trenta camere comode e rilassanti, comprese due Junior Suite, tutte fornite di tv, aria condizionata e frigobar. È possibile usufruire nelle vicinanze di campi da tennis e di equitazione. L’edificio, recentemente ristrutturato, ospita all’interno il ristorante “Le Delizie” con cucina locale e internazionale. È raggiungibile dall’aeroporto di Catania in 45 minuti. LA SCHEDA Buccia pruinosa e ceppi ad alberello Sono centenarie e non incerte le origini di questo vitigno. Sembra che il nome sia dovuto ai contadini della piana di Mascali. Il grappolo è grande, conico, allungato. L’acino è di tipo medio; buccia pruinosa; colore che tende al blu chiaro. Numerose le DOC siciliane in cui è presente. VENEZIANO Via Romano, 8 Catania Tel. 095 7991353 nel regno del Nerello LA SOSTA Ottima la cucina in quello che è uno storico riferimento del comprensorio. Tra una visita alla splendida cittadina e un’escursione al magnifico Parco dell’Etna, gustatevi la sapida frittatina con gli asparagi selvatici; le paste fatte in casa con i legumi; le squisite zuppe di funghi raccolti nei boschi vicini; il capretto in tegame. Ampia ed invitante la selezione di formaggi. Buona offerta di vini. Qualità e attenzione agli ingredienti. Servizio premuroso. Da 25 euro, vini esclusi 42 Nella componente dell’Etna Rosso è presente con l’80%. Non è difficile, in zone proibitive, incontrare antichi ceppi ad alberello su piccoli terrazzamenti di pietra lavica cresciute attorno al vulcano. 3.161,13 ettari La coltivazione della vite, un po’ per il sistema dei terrazzamenti o per zone impervie e difficili da raggiungere, ha di fatto rallentato lo sviluppo economico della produzione vinicola, a cominciare dal difficile accesso ed utilizzo di mezzi meccanici per la lavorazione del terreno. Molte aziende, sull’onda di un successo sempre crescente, fatto di vini di buona stoffa (in ogni caso di vini che piacciono), non riescono a soddisfare le tante richieste. Ettari destinati alla coltivazione della vite, tra macchie di noccioleti, castagni e una vegetazione spontanea di ferule, del rovo e della roverella sono immersi tra i comuni di Viagrande, Santa Venerina, Sant’Alfio, Milo, Piedimonte Etneo, Linguaglossa, Randazzo e Castiglione di Sicilia. È qui che operano, con altitudini diverse, le prestigiose aziende vinicole etnee. Vendemmia Sopra un momento della raccolta 2009 presso i vigneti della Vini Biondi, a Trecastagni. Nella pagina a fianco Alberto Graci al lavoro nella tenuta di famiglia e un dettaglio della vite della Tenuta di Fessina, azienda di proprietà della produttrice Silvia Maestrelli, di Roberto Silva e Federico Curtaz 43 Vitigni Nerello Mascalese AITNA ARCHINERI DON MICHELE ETNA ROSSO ETNA ROSSO ETNA ROSSO MUSMECI N’ANTICCHIA NERELLO MASCALESE Vendemmia 2006 2007 2007 2007 2006 2005 2007 2006 2005 Una giovane cantina, nelle contrade di Castiglione di Sicilia, Vino, dall’ottima struttura, gusto intenso e calibrato. Ha tutto, per avere una interessante evoluzione. Da antichi vigneti a Solicchiata a 700 mt. s.l.m, un vino dalla piacevole e intrigante aromaticità. All’esame gusto-olfattivo, ciliegia matura e mirtillo si fondono in un raffinato gioco delicato e complesso. Nel territorio di Passopisciaro a 650 mt. s.l.m un vigneto coltivato con il metodo del biologico. All’olfatto frutta rossa; al sapore, gran carattere e morbidezza insieme in elegante armonia. Tra le più antiche aziende etnee (1727). Allevamento a Guyot e Cordone speronato. Vino ottenuto da nerello mascalese e cappuccio. Sapore pieno e armonico, ha buona e piacevole struttura. La famiglia Cambria, realizza da anni un’inimitabile sequenza di vini rossi, di spessore e di interesse. Intrigano le note di spezie, la bocca calda e piena di questo vino dei vigneti del vulcano. Nel comune di Piedimonte Etneo a 800 mt s.l.m, dal 1763 la famiglia Bonaccorso coltiva la vite. Nasce un vino dalle note floreali e dalle ricche sfumature agrumate. Palato equilibrato, lungo e deciso. Etichetta dedicata al signor Musmeci, che ha coltivato le vecchie vigne ad alberello. Vino dal gusto intenso e calibrato, tannini concentrati ed equilibrati, sviluppo lineare; grande sapidità. Solo 2.600 preziose bottiglie prodotte nel 2006: n’anticchia! Antichi ceppi ad alberello, bassissime rese, sali minerali nel terreno e altitudine. Vino dal gusto setoso e di buona struttura, destinato a durare. 100% di nerello mascalese. A 750 mt. s.l.m dai vigneti nel comune di Guardiola, si ottiene un vino dall’evidenti note di pepe nero, tabacco e liquirizia. Grande equilibrio nei tannini, con bella persistenza al gusto. Azienda produttrice Cantine Edomè Azienda Agricola Pietradolce Azienda Agricola Moganazzi Barone di Villagrande Cottanera Valcerasa Bonaccorsi Tenute di Fessina Pietro Caciorgna Vinicola Benanti Gradazione 13,5° 14,5° 14° 13° 14,5° 14° 13,5° 14° 14° Allevamento Alberello Alberello/Spalliera Alberello/Biologico Guyot e Cordone Cordone speronato Alberello Alberello Alberello Alberello Vinificazione Malolattica passaggio in inox per 7 mesi Sulle bucce 14 gg Fermentazione malolattica Macerazione in buccia 24 mesi in botte Macerazione in inox per 10 giorni Con bucce 7 gg In botti per 9 mesi In rosso Macerazione sulle bucce A temperatura controllata Macerazione 10 gg In rosso, lunga Fermentazione in vasche d’acciaio macerazione sulle bucce Affinamento 12 mesi in rovere 6 in bottiglia 14 mesi in tonneaux di rovere 6 mesi in bottiglia 13 mesi in rovere 6 in bottiglia 18 mesi in bottiglia 8/10 mesi in legno 8/10 in bottiglia 15 mesi in acciaio 6 in bottiglia 6 mesi in barrique 1 anno in barrique 10 mesi in bottiglia 18 in bottiglia Età vigneti (anni) 80 60 70 70 50 40 80 100 60 Denominazione DOC DOC DOC DOC DOC DOC ETNA ROSSO DOC IGT Prezzo (da Euro) 22,00 26,00 26,00 10,00 28,00 13,00 40,00 25,00 25,00 a cura di Giancarlo Lo Sicco SCELTI PER VOI Etichetta 44 45 Vitigni OUTIS QUOTA 600 RESECA SAN LORENZO Vendemmia 2006 2006 2004 2007 Nome del vino ispirato dalla beffa di Ulisse a Polifemo. Outis, è un vino da marcate note affumicate. Ha aromaticità e incisive intense note di sapidità al gusto. L’azienda di Passopisciaro conferma, con questo vino, quanto già di buono aveva lasciato intravedere. L’amalgama di mineralità e dolcezza affascina e segnala al palato un infinito armonioso sviluppo. Nel versante nord dell’Etna, nella frazione di Monte la Guardia, Nerello Mascalese in purezza ricorda al naso la frutta rossa; ha tannini fitti, che gli conferiscono carattere e morbidezza. Dopo gli studi a Lettere e al Conservatorio il produttore si dedica all’azienda di famiglia. Risultati lusinghieri! Lo conferma questo vino, dall’elegante componente fruttata, ricco e succoso al palato. Azienda produttrice Vini Biondi Graci Azienda Agricola Gulfi Girolamo Russo Gradazione 13,5° 14,5° 14° 14,5° Allevamento Alberello Alberello/Spalliera Alberello Alberello Vinificazione Macerazione in bucce Malolattica In tini troncoconici In rosso, lunga macerazione 12 gg macerazione 24 mesi in botte sulle bucce Macerazione 13 gg Fermentazione in acciaio e botte Affinamento 6 mesi in bottiglia 14 mesi in rovere 12 in bottiglia 2 anni in barrique 1 in bottiglia 20 mesi in botte 6 in bottiglia Età vigneti (anni) 40 da 6 a 60 100 70 Denominazione DOC DOC IGT DOC Prezzo (da Euro) 25,00 26,00 16,00 27,00 Agnellino di fattoria con crema bruciata al caciocavallo Ragusano Dop T agliate la carne della spalla a cubettoni, passatela in padella anti-aderente senza aggiunta di grassi facendola rosolare bene e mettete da parte. Ricavate uno spezzatino con le verdure, la carne, il concentrato, la patata, gli odori ed il brodo di carne ottenuto dalle stesse ossa dell’animale ed il mosto cotto. Tagliate la lombata a metà e farcite con 2 punte di asparago, pepate e avvolgete con il lardo passando in padella con poco burro, olio e aromi, finite in forno per 5 minuti a 170° C. Per la crema: mescolate tutti gli ingredienti ottenendo un composto ben omogeneo, disponete in alcune terrine piccole e cuocete in forno a 130° C. per 15 minuti, gratinate in salamandra oppure aiutandovi con un cannello da pasticceria. Disponete gli ingredienti nel piatto rettangolare così: nella parte destra disponete la caponata precedentemente confezionata aiutandovi con un anello da pasticceria, tagliate la lobata e disponete sulle verdure e decorate con una punta di asparago. Dall’altra parte disponete lo stracotto ed al fianco la crema bruciata che richiamerà il pensiero che sia il latte che beve l’animale. Decorate con qualche goccia di essenza di liquirizia che darà un tono di eleganza e bilancerà le due cotture il semi-crudo e lo stracotto. INGREDIENTI: • 300 gr. lombata di agnellino nostrano senza costolette • 300 gr. spalla disossata • 1 carota • 1 cipolla rossa • 1 costa sedano verde • 2 dl di mosto cotto fatto con il nerello mascalese • 1 patata media tagliata a pezzettini • 120 gr. caponata verdure miste • 6 punte asparago verde • 2 fette di lardo poco spesse • fondo di agnello ricavato dalle sue ossa • liquirizia in polvere • sale & pepe q.b. • olio di oliva extravergine q.b. • brodo di carne q.b. • odori vari PER LA CREMA BRUCIATA: • 80 gr. latte • 80 gr. panna fresca • 3 tuorli d’uovo IL CONSIGLIO DI... Piero D’Agostino chef e patron del ristorante la Capinera (Taormina) L’ABBINAMENTO IDEALE Etichetta SCELTI PER VOI 46 Vitigni 47 Vitigni I PROTAGONISTI DEL TERRITORIO 1 Vito Catania 2 Vigneti Cottanera 3 Paolo Caciorgna 4 Girolamo Russo Tasting London 5 Da sinistra Ninì Cianci e Gianclaudio Tribulato 6 Palmento Tenute Moganazzi 7 Azienda Agricola Gulfi 8 Cantine Pietradolce 9 Ciro Biondi Nerello Mascalese 2 4 7 48 3 1 5 6 8 9 49