Il mondo della vita
quotidiana
Fenomenologia della vita quotidiana
Sociologia della Comunicazione
a.a. 2010\2011
Prof. Vincenzo Romani
Per studiare questa parte…
 Utilizzeremo i seguenti testi:
 Vita quotidiana: Le cornici dell’interazione (cap. 3);
 Tempo e spazio: Le cornici dell’interazione (5)
 Cornici e forme: Le cornici dell’interazione (cap. 4),
Pragmatica della comunicazione umana;
 La comunicazione faccia a faccia: Le cornici
dell’interazione (1 e 6);
 Norme e rituali: Le cornici dell’interazione (6).
 I ruoli e le performance (a scelta Identità e performance)
Che cos’è la vita quotidiana?
“Si intende con questo termine [vita quotidiana]
semplicemente il tessuto di abitudini familiari all’interno
delle quali noi agiamo e alle quali noi pensiamo, è il nostro
habitat usuale ordinario per la maggior parte del nostro
tempo. Questo settore della esperienza è per noi il più
reale…potremo chiamare questo mondo della vita
quotidiana il <<nostro mondo>>” (Berger e Berger
1972/1985, 22-23).
Il mondo sociale preesiste
all’individuo
 Esso “esiste prima della nostra nascita e continuerà ad
esistere anche dopo la nostra morte. È un mondo alla cui
costruzione contribuiamo, seppur in modo diverso, tutti.
Quando iniziamo a fare le prime esperienze vitali, il mondo
non ci appare perciò come un insieme di oggetti disordinati
e complessi, ma come un mondo ben organizzato, ove ogni
cosa ha un suo nome ed un suo posto: abbiamo cioè un
fondo di <<conoscenza a disposizione>> (Schutz, 1969, 8)
che ci permette di comprendere a che categoria di cose
possiamo ricondurre ogni evento, essere od oggetto che ci
capiterà davanti.
La conoscenza del senso comune ha
carattere intersoggettivo
 Viviamo in un mondo che condividiamo in un sistema di
alta interconnessione con altri nostri simili. Questo mondo è
caratterizzato da un sistema di significati condivisi che
permettono la comunicazione e l’interazione fra gli
individui. Questo implica a sua volta:
 una reciprocità di prospettive;
 l’origine sociale della conoscenza;
 la distribuzione sociale della conoscenza; (schutz, ibid. 11)
La vita quotidiana è abitata da
routines
 Il concetto di routines, insieme al concetto di classificazione,
è il più importante nello studio della vita quotidiana.
 E’ stato introdotto in sociologia da Max Weber nel 1908
per indicare ciò che è ‘quotidiano’ (Alltag) e ciò che viene
fatto diventare quotidiano tramite la pratica (Veralltaglichung)
Una routine non indica un’attività
banale, ma…
 una attività che diventa significativa per alcuni individui;
 che quindi acquisisce carattere intersoggettivo e sociale;
 che diventa allora consuetudinaria;

e che in virtù di ciò si trasforma da pratica occasionale in pratica
quotidiana;
 divenendo progressivamente e lentamente una componente fissa
dell’orizzonte quotidiano degli individui;
 in quanto tale, essa non è più problematizzata e viene considerata
come attività naturale, piuttosto che socialmente costruita.
Una routine non è solo un’attività
ma è una componente cognitiva
 Una branca di studi della sociologia, detta
etnometodologia (lo studio logos, dei metodi di
senso comune ethnos attraverso cui gli uomini
rendono razionale il proprio ambiente
interazionale) spiega come le routines siano così
interiorizzate dagli individui da provocare potenti
reazioni emozionali allorché esse vengano
disconfermate agli individui.
 Per dimostrare ciò mettono in atto una serie di
breaching experiments ovvero esperimenti di rottura
dell’atteggiamento naturale (cfr. più avanti nelle
lezioni).
Ogni routine è soggettiva
La stessa situazione può apparire routinaria per chi ci lavora ed eccezionale
per chi la vive per la prima volta nella propria vita.
Le routines
Per il loro carattere culturale e stabile, le routine tendono a
essere istituzionalizzate e a diventare norma: es. i rapporti
genitori/figli nella vita quotidiana vengono regolati dal
diritto familiare (caso BSC).
La fenomenologia
 E’ lo studio di come gli individui fanno
esperienza del loro mondo.
 Si sviluppa all’inizio del secolo con le teorie di
Edmund Husserl il quale, criticando la scienza, la
vede come un mondo a sé, che ha sempre meno
relazioni con il mondo della vita (liebenswelt)
 Partendo da questa teoria e dalla teoria dei mondi
dell’esperienza, Schutz sviluppa nei Saggi sociologici
un insieme di studi su come gli individui vivano la
loro esperienza, in province finite di significato.
Ogni provincia finita di significato…
 E’ caratterizzata da:
 uno specifico stato di tensione di coscienza;
 una specifica forma di spontaneità;
 una specifica epoché, ossia forma di sospensione del dubbio;
 una specifica forma di socialità;
 una specifica prospettiva temporale e spaziale.
La vita quotidiana
 La vita quotidiana è il mondo principale, la base abitudinaria
dell’esperienza soggettiva, mondo dal quale discendono come
forme variate, tutti gli altri mondi.
 Il mondo della vita quotidiana è un mondo intersoggettivo:
“Il mondo della vita quotidiana dovrà indicare il mondo
intersoggettivo che esisteva da molto prima della nostra nascita,
percepito ed interpretato dagli Altri, i nostri predecessori, come un
mondo organizzato. Ora esso è dato alla nostra esperienza ed alla
nostra interpretazione. Ogni interpretazione di tale mondo è
basata su un insieme di previe esperienze di esso, sulle nostre
stesse esperienze e su quelle che abbiamo ereditato dai nostri
genitori ed insegnanti, le quali, nella forma di ‘conoscenza a
disposizione’ funzionano come schema di riferimento” (Schutz
1971/1979, p.183).
La vita quotidiana è caratterizzata
da:
 Uno stato di coscienza di veglia
 Una forma di spontaneità detta del lavorare;
 Una forma di epoché detta atteggiamento naturale del dato
per scontato;
 Una forma di socialità prevalente corrispondente alla
comunicazione faccia a faccia;
 Un contesto spazio-temporale legato all’hic et nunc.
L’atteggiamento che utilizziamo nella vita
quotidiana è il cosiddetto “atteggiamento
naturale”
Sua caratteristica è dare per scontato il mondo ed i suoi oggetti fino a
che una controprova non li smentiscano.
L’uomo adotta quindi una epoché ovvero una sospensione del dubbio.
Nella vita quotidiana il <<teorico pratico>> presuppone che gli
oggetti siano ciò che appaiono essere.
Per interagire con gli oggetti non si ha quindi la necessità di
conoscerne i processi interni, ma è sufficiente conoscere delle ricette
di uso.
Altri presupposti del <<teorico
pratico>>
 Assunto eccetera: le cose accadranno nello stesso modo in cui sono
avvenute in passato.
 Un’ampia parte di ciò che resta implicito nella interazione sociale
non ha bisogno di essere ulteriormente spiegato: non ci interessa
conoscere a fondo tutti i meccanismi, ma solo portare a termine i
nostri progetti. Conoscenza per ricette.
 Il modello per ricette entra in crisi quando entra un elemento che lo
turba e ne rivela il carattere relativo: mutamento sociale, straniero.
Il senso comune
 La fonte principale di riferimento per l’individuo
è quindi il senso comune.
 Il senso comune è anche la fionte della riflessività:
come afferma ancora l’etnometodologia, con il
proprio comportamento gli individui cercano
continuamente di confermare la propria adesione
al senso comune.
 Il senso comune è quindi non un’attività passiva,
ma un elemento che va di continuo riconfermato
attivamente. Lettura da Fare la persona normale di
Harvey Sacks (Armando, 2007).
Reciprocità delle aspettative
 un individuo che parla ed un altro che ascolta
considerano ambedue scontato che ognuno avrebbe
probabilmente la stessa esperienza dell’incontro di cui
sono partecipi se si scambiassero i rispettivi ruoli”
 Essi assumono anche ognuno tenderà ad interpretare il
mondo esterno senza differenze individuali, perché
sono entrambi situati nella stessa condizione.
Tempo e spazio
L’hic et nunc è il contesto naturale ove avviene la
comunicazione nella vita quotidiana:
“Il posto che il mio corpo occupa nel mondo, il mio attuale
Qui è il punto di partenza dal quale mi oriento nello spazio.
Esso è, per così dire, il punto 0 del mio sistema di
coordinate. In relazione al mio corpo io raggruppo gli
elementi del mio ambiente secondo le categorie di destra e
sinistra, avanti e indietro, sopra e sotto, vicino e lontano, e
così di seguito. E allo stesso modo il mio attuale Ora
costituisce l’origine di tutte le prospettive temporali dalle
quali organizzo gli eventi del mondo quali le categorie del
prima e del dopo, del passato e del futuro, della simultaneità
e della successione” (Schutz cit., 196).
Tempo e spazio
 Il quotidiano è il tempo della ripetizione,
dell’abitudine, del familiare
 Nelle comunicazioni faccia a faccia tempo esterno e
tempo interiore coincidono, per tutti i partecipanti alla
interazione che condividono un medesimo orizzonte
temporale.
 Lo spazio è un elemento di condivisione che rende
l’Altro oltre che un interlocutore anche un elemento
del nostro contesto.
Tempo e spazio
 Il tempo e lo spazio della azione individuale corrispondono
all’area della attività manipolatoria del soggetto.
 La realtà della vita q. è quella del mondo del nostro lavoro, dei
movimenti corporei, della manipolazione degli oggetti, delle cose
e degli uomini.
 I nostri progetti sono forme di selezione del tempo e dello spazio
Riflessività
 Per dare significato soggettivo alle nostre azioni, le dobbiamo
pensare come passate o sarebbe meglio dire come compiute:
 “il significato..[è] il risultato di un’interpretazione di un’esperienza
passata guardata dal nostro attuale <<Ora>> con un atteggiamento
riflessivo. Finchè vivo nei miei atti, diretto verso gli oggetti di questi
atti, gli atti stessi non hanno alcun significato. Essi diventano
significativi se li afferro come esperienze ben circoscritte del passato
e, pertanto, retrospettivamente” (Schutz, ibid.,184).
Riflessività
 Questo non significa che un determinato comportamento che il
soggetto dovrà compiere in futuro, per Schutz, non ha significato.
Al contrario, essa assumerà significato perché nel progettare un
azione il soggetto la penserà immaginativamente appunto come
fosse passate, immaginando a priori quali saranno le sue
conseguenze una volta compiuta:
 “Quando progetto la mia azione…io faccio le prove della mia
azione futura nell’immaginazione. Ciò significa che io anticipo il
risultato della mia futura azione. Guardo nella mia immaginazione
a questa azione anticipata come alla cosa che sarà stata fatta, l’atto
che sarà stato eseguito da me. Nel progettare io guardo al mio atto
nel tempo del futuro anteriore, penso ad esso modo futuri exacti”
(189).
Comunicazione

Chi comunica faccia a faccia condivide l’impressione di
vivere la stessa esperienza:

“Articolando il suo pensiero, mentre parla, in fasi, chi comunica non ha
esperienza solo di ciò che effettivamente emette..” ma anche del suo mondo
interiori, fatto di ricordi e di esperienze e di sensazione; così come “io,
l’ascoltatore, faccio esperienza da parte mia delle mie azioni interpretative nel
mio vivido presente…da un lato faccio esperienza degli avvenimenti del
parlare dell’Altro nel tempo esterno; dall’altro faccio esperienza del mio
interpretare come una serie di ricordi e di anticipazioni che si verificano nel
mio tempo interiore e sono interconnessi dal mio scopo di comprendere il
pensiero dell’Altro come uniità.[..] Il mio partecipare nella simultaneità al
processo in corso del comunicare dell’Altro stabilisce dunque una nuova
dimensione del tempo. Lui e io, noi, condividiamo, mentre dura il processo, un
comune vivido presente, il nostro vivido presente che da a lui e ame la
possibilità di dire: <<Abbiamo fatto esperienza insieme di tale
Comunicazione
 Ciò è dovuto alla già accennata esperienza di condivisione
spaziotemporale. Essa permette “agli interlocutori di
apprendere le espressioni corporali dell’Altro non
meramente come eventi del mondo esterno, ma come fattori
dello stesso processo comunicativo, sebbene essi non
abbiano origine negli atti lavorativi di chi comunica. Non
solo ogni interlocutore del rapporto faccia a faccia sta
insieme con l’altro in un vivido presente; ognuno di essi con
tutte le sue manifestazioni della sua vita spontanea è anche
un elemento del contesto dell’altro” (194).
Mondo della vita quotidiana e
altri mondi
 Il mondo della vita quotidiana è soltanto un tipo di mondo, o
meglio una provincia finita di significato.
 Esistono anche altri tipi di mondo:
 Il mondo fantastico
 Il mondo dell’esperienza religiosa
 Il mondo della contemplazione scientifica
 Il mondo dei giochi
 Il mondo dei malati di mente
Altri mondi sociali
 Ognuno costituisce una variazione del mondo della vita
quotidiana a cui si accede tramite un trauma
 Tutti hanno un particolare stile cognitivo
 Tutte le esperienze interne ad un mondo sono coerenti e
compatibili in sé
 Ognuna può ricevere uno specifico accento di realtà
“nel regno
dell’immaginazione
possono essere
superate
incompatibilità
meramente fattuali,
ma non
incompatibilità
logiche”
“il Sé che fantastica
può eliminare tutti
gli elementi del
tempo comune
tranne quello della
sua irreversibilità”
Test linguistico per bambini:
Quale fra i soggetti di queste foto
parla?
Nei cartoons,
Gli elefanti volano
e i cani parlano e si
comportano come
uomini.
Il mondo della scienza
E’ un mondo che abbandona il pensiero pratico dell’atteggiamento
naturale.
Mette tra parentesi la dimensione corporea e sociale dell’individuo.
L’epoché riguarda questa volta la soggettività e gli orientamenti dei
pensatori:
“nel volgersi alla sfera del pensiero teorico, tuttavia, l’essere umano <<mette tra
parentesi>> la sua esistenza fisica e con essa anche il suo corpo e il sistema di
orientamento di cui il suo corpo è il centro e l’origine. Di conseguenza,
diversamente dall’uomo nella vita quotidiana, egli non cerca soluzioni che si
adattino ai suoi problemi pratici, personali e privati…chi pensa teoricamente ha
interesse per problemi e soluzioni validi di per se stessi per chiunque, in ogni
luogo; in ogni tempo…Il <<salto>> nella provincia del pensiero teorico
comporta la risoluzione dell’individuo di sospendere il suo punto di vista
soggettivo. “ (221-222)
Ogni mondo ha un suo proprio criterio di
classificazione
Definizione:
Una classificazione è una segmentazione spaziale,
temporale o spazio-temporale del mondo. Un “sistema
di classificazione” è un insieme di caselle
(metaforica o reali) nelle quali le cose possono
essere collocate per quindi farsi un qualche tipo di
produzione burocratico-lavorativa o di
conoscenza” (Bowker e Star 1999, 10, enfasi mia).
I tre principi di un sistema ideale di
classificazione

la presenza di un unico e coerente criterio di classificazione: ad esempio distinguere le
persone a partire dalla loro origine geografica o dalla loro religione. Un esempio
contrario è rappresentato da alcuni sistemi censuari (come quello inglese) in cui sono
state introdotte categorie ambigue per collocare i diversi dichiaranti, le quali
mescolano l’origine geografica con il colore della pelle (Black Asian, ad esempio);

la presenza di categorie mutuamente esclusive: ciò significa che le categorie sono costruite
di modo che un caso non possa ricadere in più di un’unica categoria. Nella ricerca
su Agnese, un caso di ermafroditismo studiato da Garfinkel (1963 2000) presso un
centro nueropsichiatrico americano), egli spiega come il sistema di attribuzione
dell’identità sessuale, nella società americana sia un sistema di classificazione
binario e rigidamente esclusivo: la società presuppone infatti che ogni individuo
possa ricadere normativamente o nella categoria maschio o nella categoria femmina,
senza ambiguità, né transizioni fra i due status;

la completezza sistemica del sistema di categorie: ciò vuol dire che le categorie devono
essere costruite in modo da far ricadere al loro interno tutti i casi presenti
nell’universo a cui si riferiscono. Quando si descrivono le categorie sociografiche di
un campione ad esempio, bisogna costruire le fasce di età in modo che ogni
intervistato possa ricadere in una di esse.
I processi di classificazione
 Si basano su relazioni
 Istituiscono oggetti sociali
 Definiscono i confini simbolici del potere.
 Servono a rendere più stabile e prevedibile il mondo.
Es. storia tratta da Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili.
Per farsi un’idea…
 Schutz, Saggi sociologici, Utet, 1979
 Berger e Luckmann, La realtà come costruzione sociale, 1969
 Jedlowski e Leccardi, Sociologia della vita quotidiana, 2003
 Jedlowski, Storie comuni, 2000.
Studiare la sociologia della vita
quotidiana
 Oggetto: l’agire sociale nella rete dei rapporti di intersoggettività;
le regole e le pratiche che controllano le interazioni della vita
quotidiana
 La società è vista come un prodotto di queste pratiche
 Il quotidiano è studiato come un orizzonte personale e relativo
Ambiti di ricerca
 Ricerca sui consumi, su consumi e soggettività, su
consumi e sottoculture
 Come le tecnologie vengono addomesticate
 Come ci si appropria dei media
 Ricerca sulla vita quotidiana di gruppi sociali
particolari
 Ricerca sugli usi sociali di alcune tecnologie
 Ricerche sull’utilizzo degli spazi abitativi
 Ricerche sul razzismo nella vita quotidiana
 La ricezione dei mass media nei contesti della vita
quotidiana
Goffman e l’interazione sociale
L’insieme delle azioni reciproche e dirette fatte in
presenza fisica di altri individui o comunque entro il
loro campo visivo o uditivo.
Goffman studia le interazioni faccia a faccia, affermando:
“la maggior parte del lavoro del mondo viene fatto
attraverso l’interazione sociale.
Le interazioni sociali costituiscono l’incrocio fra le
istituzioni e le decisioni individuali: esse sono lo
specchio delle relazioni, del potere, dell’autorità,
dell’organizzazione.
Le <<osservanze cerimoniali>> costituiscono la forma
più antica di governo.
L’interazione sociale
Nell’interazione sociale il materiale
di studio di Goffman è
l’osservazione del comportamento,
inteso come l’insieme degli
enunciati verbali degli sguardi, gesti,
atteggiamenti con cui gli individui
affrontano una situazione.
Questi comportamenti sono guidati
da una sorta di abilità pratica
irriflessa. Gli atti, come fatti sociali,
La metafora teatrale della vita
quotidiana
 Esiste fin dall’antichità
 Torna di moda nelle scienze sociali grazie al concetto di “ruolo”
 Mauss e i seguaci di Durkheim introducono il concetto di persona
morale.
 Goffman si basa anche sulla metafora proposta da Burke in A
grammar of motives (1945)
Fonti
“Il materiale illustrativo presentato in questo lavoro è di vario tipo:
parte è stato ricavato da ricerche scientifiche; parte da documenti
impressionisitici scritti da gente curiosa; parte sta a metà fra i due
generi. Inoltre mi sono spesso servito di un mio studio su di una
comunità di piccoli coltivatori delle isole Shetland”
Definizione della situazione
“Quando un individuo viene a trovarsi
alla presenza di altri, questi, in genere,
cercano di avere informazioni sul suo
conto o di servirsi di quanto già sanno
di lui. È probabile che il loro interesse
verta sul suo status socio-economico,
sulla concezione che egli ha di sé, sul
suo atteggiamento nei loro confronti,
sulle sue capacità, sulla sua serietà,
ecc.[…] le notizie riguardanti
Definizione della situazione:
attore attivo
Sarà interesse dell’attore controllare
la condotta altrui e il trattamento
che gli verrà usato. “Questo
controllo è soprattutto ottenuto
agendo sulla definizione della
situazione formulata dagli altri…in
modo tale da dar loro quella
impressione che li indurrà ad agire
Definizione della situazione
“I presenti possono ricavare
informazioni da diverse fonti e
molti indicatori (o <<strumenti
segnici>>) sono disponibili a questo
scopo. Se non conoscono affatto
l’individuo, gli osservatori possono
raccogliere indizi dalla sua condotta
e dalla sua apparenza, così da
potersi servire di precedenti
esperienze fatte con persone
L’espressione
“L’espressività dell’individuo (e perciò la sua
capacità di far impressione su terzi) sembra
basarsi su due tipi di attività semantica
radicalmente diversi: l’espressione assunta
intenzionalmente e quella <<lasciata
trasparire>>.
Espressione
Comunicazione
volontaria
Informazione
“lasciata
Trasparire”
Espressione
La prima comporta quei simboli
verbali, o quei loro sostituti, che
l’individuo usa deliberatamente e
soltanto per comunicare le
informazione che egli stesso e gli altri
convengono di attribuire a tali simboli
La seconda comprende una vasta
gamma di azioni che gli osservatori
possono considerare come sintomatiche
dell’attore
Definizione della situazione:
consenso operativo
“Assieme, i partecipanti
contribuiscono ad un’unica e
generale definizione della situazione
che implica non tanto un vero
accordo circa ciò che è, quanto
piuttosto una intesa circa le pretese
e gli argomenti che verranno prese
in considerazione in un determinato
momento. Esisterà anche un
accordo effettivo sulla opportunità
La definizione della situazione ha
un carattere morale e istituzionale
“La società è organizzata sul principio che qualsiasi individuo che possieda certe
caratteristiche sociali ha il diritto morale di pretendere caratteristiche sociali
ha il diritto morale di pretendere che gli altri lo valutino e lo trattino in modo
appropriato” (23).
La definizione della situazione è perciò una richiesta morale.
Persona-maschera-non persona: es. razzismo.
Goffman: il mondo della
rappresentazione
Una rappresentazione è una
richiesta implicita di fiducia nella
buonafede di ciò che si rappresenta.
Non esistono rappr. in buona o
malafede ma un continuum di
variazioni (da cinismo si può
passare a interiorizzazione).
Sono sanzionate soprattutto le
rappresentazioni di status superiori
a quello reale.
Facciata: definizione
Quella parte della rappresentazione dell’individuo che di regola
funziona in maniera fissa e generalizzata. È un equipaggiamento
espressivo standardizzato che si usa più o meno volontariamente
durante la rappresentazione.
Facciata
Facciata
personale
Ambientazione
Apparenza
Maniera
Definizioni
Ambientazione: mobilio,
ornamenti, equipaggiamento fisico:
tutti i dettagli di sfondo che
forniscono lo scenario e g li arredi
per quelle azioni che avvengono
dentro.
Facciata personale:
equipaggiamento espressivo che
Qualità teatrali
Per ogni ruolo rivestito, quando si è
in presenza di terzi, l’individuo
puntualizza tipicamente la propria
attività con segni che accentuino in
modo teatrale fatti che altrimenti
passerebbero inosservati.
Nel far ciò opera un forte controllo
sugli aspetti secondari della
rappresentazione.
Idealizzazione
Il modo in cui una rappresentazione
è <<socializzata>>, plasmata e
modificata per adattarla alla
comprensione ed alle aspettative
della società nella quale viene
presentata.
La socializzazione ci fornisce una
base per agire adeguatamente in
qualsiasi situazione ma anche una
Idealizzazione
Si realizza:
 Mostrando al mondo un aspetto migliore del sé a
livello di status (in positivo o negativo)
Adattandosi agli stereotipi: di
genere, di età, di razza
Nascondendo aspetti sconvenienti
della propria identità
Nascondendo le fasi intermedie di
un’opera
Rappresentazioni collettive
Concetto base: è limitante pensare
che l’attore reciti sempre e soltanto
per il proprio sé. Spesso si recita per
esprimere il compito svolto, in
quanto facente parte del proprio
ruolo nell’organizzazione o società
a cui si appartiene.
Gli attori recitano quindi spesso in
equipes di rappresentazione, che
richiedono la cooperazione di più
Le equipes
Definizione: “adopererò il termine <<équipe di rappresentazione>>
o più brevemente équipe, per riferirmi a un qualsiasi complesso di
individui che collaborano nell’inscenare una singola routine”.
In ogni équipe è prevista una precisa divisione di ruolo (famiglia,
lavoro, etc.).
Si può passare da una recitazione fra attori a una recitazione fra
équipe.
Équipes e interazioni
Il concetto di équipe di Goffman è una
estensione del concetto di altro
generalizzato di Mead. Così come
Mead indicava la presenza dell’altro
in ogni interazione, anche quella fra
sé e sé, così Goffman, afferma di
poter riconsiderare sotto il concetto
di interazione fra équipes ogni tipo di
interazione umana.
Fra Mead e Goffman
“L’individuo in privato può rispettare certe regole, pur non
credendovi personalmente, perché è fermamente convinto della
presenza di un pubblico invisibile capace di punire le eventuali
deviazioni di tali norme. In altre parole un individuo può
costituire il proprio pubblico o può immaginare la presenza di un
pubblico”.
Caratteristiche delle équipe
Interdipendenza reciproca: ogni
individuo può far fallire la
rappresentazione.
I membri di una equipe cooperano
alla definizione della situazione,
conservando segreti e coprendo
errori altrui e difendendo i propri
membri rispetto al pubblico.
Le equipe rappresentano una
propria presentazione idealizzata
Ruoli fondamentali
 Il regista: colui che controlla la riuscita della rappresentazione,
rimette a posto i diversi membri, scalda l’ambiente, distribuisce le
parti, è responsabile del successo o insuccesso della
rappresentazione.
 Il leader espressivo è colui che costituisce il focus della
rappresentazione.
I territori dell’interazione
 Le rappresentazioni avvengono in un territorio limitato sia a
livello spaziale che temporale.
 Il territorio è un qualsiasi spazio che sia delimitato da ostacoli alla
percezione.
Ribalta e retroscena
I territori fondamentali per una rappresentazione sono: ribalta e
retroscena.
La ribalta è il luogo ove si svolge la rappresentazione.
Il retroscena il luogo ove viene costruita la rappresentazione.
Ribalta
 Quando gli attori sono sulla ribalta trattano il pubblico seguendo
il rituale della cortesia…
 E si comportano seguendo le norme di decoro adeguate al contesto
(es. luogo sacro, posto di lavoro
Retroscena
Il luogo dove si custodiscono e
preparano gli arredi scenici, gli
equipaggiamenti della facciata
personale, ove si prepara e ripassa la
parte, dove l’attore può lasciare la
maschera ed uscire dal ruolo, dove
si prendono accordi sulla
rappresentazione.
È fondamentale per la riuscita di
una rappresentazione che il divisorio
Retroscena
Divisorio
Ribalta
Pubblico
Attori
Interagisc
ono
Spazio esterno
Repertori
 Retroscena: chiamarsi per nome, decidere, imprecare, fare
commenti a sfondo sessuale, mugugnare, fumare, vestire
trasandati, scomporsi, non considerare la presenza del prossimo,
etc.
 Ribalta: i comportamenti opposti ai precedenti.
La divisione ribalta\retroscena può essere costituita da un tempo
oltre che da uno spazio.
Ruoli incongruenti
 Compare
 Spia
 Mediatore
 Spotter
 Pubblico esperto
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