Neve: disastro nei frutteti Raccoglitori fermi, la Provincia chiederà l'intervento e l'aiuto dell'Unione europea A mmontano a dieci milioni di euro, secondo le prime stime, i danni ai frutteti provocati dall'improvvisa, e imprevista, nevicata che ieri ha imbiancato il Trentino anche a quote sotto i mille metri. In vai di Non, in particolare, decine di ettari di meleti sono stati devastati per il crollo delle reti antigrandine, schiacciate dal peso della neve. Il tutto in piena raccolta. L'assessore all'Agricoltura Tiziano Mellarini ha annunciato ieri che la Provincia interpellerà l'Unione europea per gli interventi straordinari a sostegno degli agricoltori danneggiati. ALLE PAGINE 11 _ 71 La coltre bianca fa crollare gii impianti antigrandine in numerosi appezzamenti della valle di Non dove gli agricoltori coinvolti sono oltre un centinaio N l l 1 1* * Colpiti 50 ettari, specie nella zona della Predaia e la Provincia ha annunciato che interpellerà l'Unione europea per ottenere sostegni ai contadini # 1* • • " 1 * 1 * ève sulle mele, dieci milioni di danni AMBULA BEUGAUra Inattesa e funesta, la neve ha imbiancato la vai di Non e i suoi meleti. La coltre candida ha regalato insolite immagini da cartolina, e provocato danni ingentissimi alle colture, stimati in otto-dieci milioni di euro. Le reti antigrandine - aperte nelle scorse settimane per difendere le Golden dai chicchi di ghiaccio - in alcuni casi hanno infatti ceduto sotto il peso della neve, ed interi impianti sono piombati a terra. Si parla di un totale di circa 50 ettari, per un centinaio di agricoltori coinvolti. E l'assessore all'Agricoltura Tiziano Mellarini annuncia che la Provincia interpellerà l'Unione europea per gli interventi straordinari a sostegno degli agricoltori danneggiati. L'area più colpita da questo insolito fenomeno è probabilmente la Predaia: nel solo paese di Tres la stima dei frutticoitori del posto è che un totale di circa dieci ettari di impianti di mele e ciliegie appartenenti a diversi proprietari dovranno essere interamente sostituiti. Non prima di aver «ripulito» i campi da pali di cemento spezzati, dai fili di ferro e dagli alberi ancora carichi di mele mature. Che invece di finire sulle tavole dei consumatori, saranno destinate alle industrie di trasformazione. E diventeranno succhi di frutta. La campagna di raccolta delle mele quest'anno continua dunque ad essere ostacolata dal maltempo. Da fine settembre il sole ha continuato a farsi desiderare. Ieri mattina, lo stop forzato alle operazioni di raccolta a causa della neve. Chi aveva coperto i frutteti con le reti antigrandine si è precipitato nei campi per tagliare gli elastici che le tengono tirate ed impedire alla neve di aumentare il carico che i pali di cemento devono sopportare. A differenza della grandine che scivola sui teli e si accumula al centro dove viene «rilasciata» a terra, la neve rimane infatti incastrata su tutta la superficie della rete. I danni non sono dunque da imputare a malfunzionamento. A Tres un agricoltore di Denno è rimasto incastrato con il proprio trattore sotto i teli colmi di neve. E a Casez Ferruccio Marinelli ha assistito a Quello che tutti - ai 780 metri di altitudine del borgo - definiscono «un disastro». L'azienda agricola che l'uomo conduce assieme al fratello Fortunato è sicuramente una delle più colpite. Gli appezzamenti situati nelle vicinanze del consorzio frutticolo, per un totale di circa due ettari, sono andati interamente distrutti. Già ieri a metà mattina il borgo anaune era affollato da visitatori e turisti per la festa di Pomaria. In tanti si sono fermati di fronte ai campi dei Marinelli. Qualcuno ha scattato fotografie con il cellulare per testimoiniare l'incredibile accaduto. Il signor Fortunato in mattinata ha preferito tenersi a distanza dal frutteto. È rimasto dietro al bancone del bar di Banco. Dove mentre serviva il caffè agli avventori ha commentato: «Abbiamo evitato il peggio. Quel campo poteva trasformarsi in una trappola mortale per i miei operai e per mio figlio Guglielmo». Erano passate le 6 del mattino da poche decine di minuti quando Guglielmo Marinelli, trentenne, ha avvisato il padre che le colture erano in pericolo a causa della neve, alta pochi centimetri, ma molto pesante. «Quando mi ha chiamato si trovava nei campi. Da solo non riusciva a tagliare gli elastici che tengono distese le reti - è il racconto del signor Fortunato -. Il tempo di tornare a casa per chiamare gli operai che in questo periodo ci stanno aiutando nella raccolta delle mele, e al suo ritorno sul posto non c'era più nulla da fare. I meli erano già tutti caduti a terra sotto il peso della neve». Il pensiero va a cosa sarebbe potuto accadere se al momento dello schianto gli stagionali si fossero trovati sotto le reti: «I filari sono lunghi 150 metri, non avrebbero fatto in tempo a scappare e sarebbero rimasti schiacciati dai pali di cemento». I danni per la sola azienda Marinelli sono ingentissimi: «Si parla di 6-7 mila meli di dieci anni, in piena produzione, e carichi di 1.400 quintali di mele. Tutti da sostituire. Anche i 3.000 pali di cemento sono tutti da cambiare per una spesa di 10 euro l'uno. È un disastro». «Ora - sospira Fortunato Marinelli - non voglio più sentir parlare di teli antigrandine. Basta». «Noi purtroppo ci siamo fidati d elle previsioni» # ii Un evento raro, rarissimo. E soprattutto inaspettato. Secondo le previsioni meteo la neve si sarebbe dovuta arrestare a quota 1.200 metri, e invece è scesa più in basso, fino a 500 metri. «Se gli agricoltori lo avessero saputo, si sarebbero attivati di conseguenza chiudendo le reti antigrandine in anticipo. E invece solo al risveglio ci si è accorti di ciò che stava accadendo, ma in alcuni casi era troppo tardi» commenta Michele Odorizzi, che ai meteorologi certo non le manda a dire. Il presidente di Melinda, consorzio che riunisce i cinquemila frutticoitori nonesi e solandri, afferma di non cercare la polemica: «Ma sapendo in anticipo della . nevicatali danno _si sarebbe potuto evitare. Io non punto il dito contro qualcuno in particolare, ma nessuno ha previsto che la neve avrebbe raggiunto anche i 500 metri di quota», afferma dai suoi campi di Rallo, dove è impegnato nella raccolta delle mele di varietà Golden. Intanto, l'assessore provinciale all'agricoltura Tiziano Mellarini, salito in Anaunia per verificare di persona la situazione, ha già espresso la sua intenzione di proclamare lo stato di calamità al fine di assicurare agli agricoltori danneggiati un aiuto straordinario. «Secondo le prime stime sarebbero circa 50 gli ettari di impianti rasi al suolo», afferma il presidente del consorzio # assicurativo Codipra Giorgio Gaiarclelli, che aggiunge: «Si è trattato di un evento eccezionale, inevitabile per chi aveva coperto gli alberi con i teli antigrandine». Per una ricognizione più precisa sui danni provocati dalla neve bisognerà attendere lunedì, quando i tecnici inizieranno il lavoro di ispezione. Il paese più colpito pare sia Tres, per un totale di 10 ettari di frutteto da realizzare nuovamente. Le aziende maggiormente danneggiate sono quelle di Vincenzo Corazzolla e Fabio Zadra, entrambi nell'area della Predaia, che ieri mattina hanno visto distruggersi tre ettari di meleti ciascuno. Tra i paesi colpiti, ci so- # no anche Romallo, Cloz, Brez, Coredo, Cles e Tuenno. «Il danno - afferma Gaiardelli potrebbe raggiungere gli 8-9 milioni di euro. Il motivo è che non è più possibile salvare nulla. È tutto da buttare, dagli alberi ai pali fino alle reti». Il solo valore dei frutti persi quest'anno, raggiungerebbe 1,5 milioni di euro. «Chi aveva assicurato le proprie mele - fa sapere il presidente del Codipra - riceverà l'indennizzo. Esisteva anche la possibilità di firmare una polizza sulla perdita dell'intero impianto, ma si trattava di un'eventualità talmente remota che quasi nessuno ha optato per una soluzione di questo tipo». An. Bg. Brutta « f r e s a La neve annunciata oltre i 1.200 metri è caduta fino ai 500 Michele Odorizzi Disagi per il bestiame al pascolo In Val di Sole allevatori .. SVeCjll a11'aIba npr nnrtarp per portare le vacche al rinarn K anche senza mezzi .. , . eli Trasporto VAL DI SOLE - Anche il bestiame ' della neve caduta pesante durante la notte tra venerdì e sabato. La prima nevicata dellas ustagione non grava, quindi, so ' ° " a frutticoltura e sulla raccolta delle mele: in alcune zone della bassa Val di Sole - a Monclassico, ad esempio -, alle difficolta del brutt0 tempo, si sono accompagnati alcuni episodi di danneggiamento ai filari e ai meleti che non hanno retto alla pressìone del manto nevoso. Nume- ba risent to rosi allevatori della valle ieri si sono svegliati di prima mattina per andare a recuperare le vacche, lasciate al pascolo per brucare l'ultima erba fresca. Dopo aver condotto a valle dall'alpeggio estivo le mandrie da metà settembre ai primi di ottobre, i fattori, infatti, sono soliti lasciare all'aperto fino ai primi di novembre quegli animali, che, denominati asciutti, non danno latte. Questa volta, causa il meteo avverso, hanno dovuto invece por- tarli al riparo velocemente. Non tanto perché le bestie risentano della neve quanto perché possono scappare dai recinti elettrificati. Il peso della neve abbassa fino a terra i fili elettrici, che delimitano i pascoli. In questo modo, per i bovini diventa facile scavalcare i nastri e circolare liberamente per il bosco. Le operazioni hanno comportato qualche difficoltà dovuta al fatto che, in alcuni casi, non si sono potuti utilizzare mezzi di trasporto. L. S.