Tra semplicità e complessità Un breve percorso intorno al tema della comprensibilità del mondo Seconda tappa Luca Mari, Università Cattaneo - LIUC [email protected] Il punto della situazione La scienza si può definire come l’arte della iper-semplificazione sistematica, l’arte di discernere ciò che si può proficuamente tralasciare K.R.Popper, 1982 Perché il paradigma della fisica classica funziona per i pianeti ma non per le nuvole? Quali caratteristiche rendono complesso un sistema? Di quali strumenti disponiamo per rendere comprensibili i sistemi complessi? Farfalle e temporali Il battito di ali di una farfalla a New York può essere la causa di un futuro temporale a Varese: è qualcosa di più di un paradosso? Proviamo a descrivere, nella prospettiva “classica” dell’essere intelligente di Laplace, un evento come il lancio di dadi … Una causa molto piccola, che ci sfugge, può determinare un effetto considerevole che non possiamo non vedere, e allora diciamo che tale effetto è dovuto al caso H.Poincaré 1908 … piccole variazioni delle cause producono grandi variazioni sugli effetti Il grado di dipendenza degli effetti dalle cause Caso 1 x x+Dx Caso 2 x x+Dx Gli ostacoli circolari operano come “amplificatori delle differenze”: piccole variazioni dell’angolo iniziale (la causa) possono produrre grandi variazioni sulla traiettoria (l’effetto) Un diverso modo di intendere il processo di acquisizione e organizzazione della conoscenza In questi casi il problema non è più l’identificazione delle variabili “di primo piano” (il segnale) da isolare rispetto a quelle “di sfondo” (il rumore); i fenomeni si mostrano stabili solo, ed eventualmente, “in media” e “nel lungo periodo”; localmente presentano invece una sensibile dipendenza dalle condizioni iniziali Per essere in grado di previsioni a lungo termine, l’essere intelligente laplaciano dovrebbe quindi non solo conoscere le equazioni della dinamica dei sistemi, ma anche essere in grado di misurare lo stato iniziale dei sistemi con una precisione sempre più elevata e di principio senza escludere alcuna variabile individuata Questo nuovo punto di vista è dunque opposto a quello tradizionale, che è basato sull’ipotesi di “isolabilità” delle variabili rilevanti (nonché, tipicamente, di sovrapponibilità degli eventi) Come evitare di giungere a un generico, e operativamente inutile, olismo? Una “via classica” alla complessità La termodinamica mostra che fenomeni macroscopici (come andamenti di pressione o temperatura) possono essere perfettamente prevedibili anche nel caso di sistemi costituiti in un numero assai elevato di parti costituenti e quindi, in un certo senso, complessi L’idea: cambiare la prospettiva sul sistema, incapsulandolo in un super-sistema caratterizzato da nuove variabili che forniscono un’informazione macroscopica La complessità è originata dalla molteplicità del sistema: invece di considerare tante cause piccole, si prendono in esame poche cause grandi, ottenute come dati statistici Si tratta di una complessità riducibile pragmaticamente senza perdita di informazione, dunque passibile di compressione, dunque trattabile come una complicazione Si tratta di un approccio applicabile solo se le parti di cui il sistema è costituito sono debolmente e solo localmente interagenti: non ci deve essere una struttura Come trattare la complessità strutturale? Un esempio: dinamica delle popolazioni Si studia la variazione del numero xi di individui della popolazione al variare del tempo i Prima ipotesi: xi+1 = (1+r) xi (dinamica secondo Malthus) r x0 x1 x2 x3 x4 x5 x6 x7 x8 x9 x 10 1 1 2 4 8 16 32 64 128 256 512 1024 1200 1000 800 600 400 200 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 … ma si possono rendere più realistiche le ipotesi sottostanti alla dinamica malthusiana riconoscendo che le risorse presenti nell’ambiente consentono il sostentamento di un numero massimo di individui (per convenzione scelto uguale a 1); quindi: xi+1 = (1+r)(1-xi)xi (dinamica secondo Verhulst) Come cambia in questo caso la dinamica della popolazione?