Rivista dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo Fiorentino Gennaio - Giugno 2015 - Anno 16° - n. 69-70 Disegno di Matteo Bonelli 2 Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 3 Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 Rivista dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo Fiorentino Registrazione: Tribunale di Firenze n°5020 del 21/12/00 Anno 16° Numero 69-70 Gennaio - Giugno 2015 Direttore: Charlotte Hats Direttore Responsabile: Riccardo Gatteschi Segretario di redazione: Simone Silla Grafica e impaginazione: Andrea Grassi 31 marzo 2015: chiudono gli OPG di Saverio Migliori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 4 Una gita fuori porta (seconda parte) di D’A. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 6 L’ultimo internato di Montelupo di Carlo Carpi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 8 Presentazione libro “La Gabbia...” La Redazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 10 Tenerezza - Il silenzio di Alessandro Flocco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 11 R.E.M.S. di Bruno De Petris . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 12 COMITATO DI REDAZIONE Charlotte Hats Alessandro Manca Matteo Bonelli Carlo Carpi HANNO COLLABORATO Alessandro Manca Matteo Bonelli Bruno De Petris Antonio Dolceamore D’A. Corrado Pane Nazareno Mancini Saverio Migliori Carlo Carpi Alessandro Flocco Francesco Letteri Vicente Ie Sainte Emiliano Proietto Francesco Loi A. d. T. Luciano Mauro Bianchi Mirko Sellero Massimo Bianciardi Romano DISEGNI Matteo Bonelli M. La Cava Abdulalay FOTO Giorgio Bechelli Tutti i colori del buio di Francesco Letteri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 13 Sole - Dedicata a Loris di Corrado Pane . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 14 A Guido Gozzano-El mar-El poema - Y de amor-Mas amor di Vicente Ie Sainte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 15 I “Camorfisti” di Anonimo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 16 Un incontro-Una donna-Viaggio-Il bene-Nella vita di Antonio Dolceamore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 17 Una coccinella a Sollicciano di Emiliano Proietto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 18 Il Fumatore di Francesco Loi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 20 La solitudine…senza Mary di A.d.T. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 21 Ordinaria follia-I miei sogni-Qualcosa da ricordare di Luciano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.22 Le coincidenze del millennio di Alessandro Manca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 24 La grande profezia di Mauro Bianchi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 25 Una notte in OPG-L’alluvione-I giorni che passano-Il mio angelo di Mirko Sellero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 26 Conflitto-Stella alpina di Bonellino della Versilia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 28 La libertà di Bruno de Petris . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 29 Lo spiraglio-Il vento di Massimo Bianciardi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 30 Così va il mondo di Romano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 31 4 Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 31 marzo 2015: chiudono gli OPG Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 complessi; per gli stessi familiari, sovente lasciati soli ad affrontare problematiche insormontabili; per la politica, rassicurata dal permanere di strutture che, pur ampiamente superate ed erosive della dignità della persona, concorrevano – forse – ad annientare il “rischio” rappresentato da queste persone. Alla scadenza molte Regioni risultano ancora impreparate: la gran parte delle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza detentiva (REMS-D) – strutture che avranno il compito di ospitare numeri ristretti di persone ritenute ancora pericolose e per le quali risulta prematura una dimissione verso il territorio – debbono ancora essere predisposte, se non addirittura concepite; il processo di rientro degli internati verso le Regioni di residenza richiederà ancora tempo; le dimissioni degli internati verso i Dipartimenti di salute mentale, con F inalmente gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari hanno cessato di esistere. Dopo un percorso estenuante che per ben due volte ha rinviato la loro definitiva chiusura, dal primo aprile 2015 ha preso avvio una storia diversa, nuova e non del tutto chiarita, che ha il pregio di ricollocare le difficili vicende umane, sanitarie e giudiziarie di tante persone nel solco aperto dalla Riforma Basaglia, quella stessa riforma – certamente degna ancor oggi di questo nome – che in modo assolutamente coraggioso nel 1978 aveva tracciato una via nuova per affrontare la malattia mentale ed aveva posto “fuori legge” gli ospedali psichiatrici civili, introducendo nel sistema sanitario e psichiatrico italiano approcci e metodi alla malattia mentale non segreganti, non totalizzanti e, soprattutto, finalizzati alla promozione di un’inclusione sociale piena ed efficace della persona. A questa rivoluzione, di non facile e rapida applicazione, erano sopravvissuti i dinosauri degli Ospedali psichiatrici giudiziari, luoghi destinati a internare i cosiddetti prosciolti, quelle persone cioè autrici di reati e dichiarate totalmente incapaci di intendere e di volere (o semi-inferme di mente) che mantenessero una qualche pericolosità sociale. Rimanevano in piedi strutture di fatto già chiuse, ma che risultavano strumentali a un problema estremamente complesso e difficile da gestire. Per oltre trentacinque anni sono stati dunque tollerati luoghi ambigui, a metà tra l’istituzione giudiziaria e l’istituzione carceraria, ancora segreganti e totalizzanti, e certamente solo in minima parte capaci di generare percorsi di reale inclusione sociale. Le responsabilità degli insuccessi registrati nella fase di reinserimento sociale delle persone internate hanno paternità diverse, non è sufficiente imputarle all’Amministrazione penitenziaria e al sistema sanitario tout court, tuttavia quel tipo di struttura costituiva un alibi per molti: per coloro che invocavano solo sicurezza; per quanti sul territorio avrebbe dovuto farsi carico di percorsi terapeutici e di reinserimento certamente 5 la predisposizione dei programmi terapeutici individuali e l’eventuale inserimento in strutture sanitarie intermedie per quanto già avviato per molte situazioni, richiederà ancora molto lavoro; talune Regioni inadempienti potrebbero essere, così come prevede la legge, commissariate; la stessa Magistratura di sorveglianza dovrà procedere a valutazioni e decisioni diverse da quanto abituata a fare, in base alle nuove possibilità di risposta previste dal legislatore per le persone in esecuzione di una misura di sicurezza. E tuttavia, nonostante tutte le incertezze, gli Ospedali psichiatrici giudiziari hanno concluso la loro corsa. Si volta pagina! Saverio Migliori 6 Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 Una gita fuori porta (2ª parte) P assa qualche settimana, poi un mese e ci si accinge ad affrontare un nuovo viaggio. In famiglia si era deciso di andare a trovare papà una volta al mese data la distanza fra Trapani e questa Cerinola, posto desolato e lontano. Nel secondo viaggio, in treno, riconosce un ragazzino calabrese che aveva incontrato nel viaggio precedente e che lo aveva poi rincontrato alla portineria del carcere mentre erano in attesa di entrare durante le verifiche di riconoscimento. Gli sguardi si erano incrociati, le mamme si erano salutate e avevano fatto conoscenza; in questo secondo viaggio le mamme si scambiarono un po’ di argomenti comuni e si tenevano compagnia e così a loro volta anche i ragazzini. Giovannino e il nuovo conoscente si scambiarono un po’ d’amicizia anche se con qualche riserva da parte di Giovannino e lo stesso anche da parte del ragazzino calabrese, il quale non faceva altro che dire a Giovannino che la Calabria era il posto più bello del mondo quasi fosse l’ombelico del mondo, e anche con parecchia presunzione; come la stessa Trapani era per Giovannino con un crescendo di campanilismo infantile. Mentre le mamme continuavano a parlare di “peso pacco” e di cose consentite o meno da poter portare ai loro congiunti in carcere. Passa qualche settimana e mamma ha notizia che il papà è stato trasferito in un altro carcere più a nord, a Velletri, un posto mai sentito nominare da Giovannino e che a stento compare sulle carte geografiche. Un’altra odissea; è un posto poco più a sud di Roma ma lo stesso parecchio distante dai collegamenti diretti dalle maggiori città. In questo caso papà ci aveva messo del suo in questo trasferimento. In carcere, prima aveva litigato con un altro detenuto e poi con gli agenti penitenziari; e così, come da prassi, era stato trasferito. Tutto ciò a scapito della famiglia in quanto per lui un carcere vale un altro mentre per la famiglia che deve stargli dietro diventa un grande sacrificio. Una distanza più lunga, un nuovo luogo dove recarsi, più disagi, più spese. Per andare a Velletri aveva dovuto anche pernottare; così Giovannino ci era andato sì in albergo, ma lo aveva visto soltanto di striscio perché vi avevano trascorso solo il tempo necessario per dormire e poi ripartire in tutta fretta. Passarono quasi due anni dall’arresto di papà e tra il “ora esce” e le promesse non mantenute degli avvocati, arriva una condanna abbastanza pesante per il papà di Giovannino e con essa una nuova condizione penitenziaria: il papà viene sottoposto alla normativa del 41-bis (condizione penitenziaria aggravata che prevede un’ora al mese di colloquio, poter dialogare con in parenti solo attraverso un vetro divisorio e per i minori di 10 anni solo 10 minuti di contatto diretto con il proprio genitore); per questo motivo il papà di Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 Giovannino viene trasferito in un nuovo carcere nel nord Italia, in un altro paese fuori dal mondo, Tolmezzo. Per arrivarci da Trapani ci vogliono minimo due giorni; non vi è un collegamento diretto né in aereo né in treno. Queste esperienze di viaggio per la famiglia non sono per niente usuali e chiare fin quando non le affrontano di persona; ma per Giovannino è soltanto un’altra esperienza. A Giovannino viene detto che per arrivare da papà dovranno prendere l’aereo, poi prendere un auto a noleggio per arrivare a questa Tolmezzo. Il fatto di prendere l’aereo fa sentire importante Giovannino e questa cosa la esterna anche ai compagni di scuola e si sente un superman. Cavolo, prenderà l’aereo! Arrivato il giorno della partenza da Trapani, solita trafila in treno fino a Palermo; da Palermo in aereo fino a Venezia e da Venezia a Tolmezzo in auto presa a nolo. Notte in albergo e l’indomani si va al carcere. E poi: boom! Un impatto tremendo con una realtà del tutto sconosciuta (se non vissuta). La famiglia vede il capofamiglia attraverso un vetro spesso dieci centimetri e per poterci parlare lo devono fare attraverso un microfono in una stanzetta piccolissima e possono dialogare quasi solo a gesti o ad alta voce sotto l’occhio vigile di una telecamera e poi, quasi alla fine dell’ora, solo la sorellina di Giovannino può salutare il papà abbracciandolo e lo deve fare attraverso una buca praticata nel vetro divisorio a mo’ di finestrella che viene aperta dagli agenti e che solo la piccola può attraversare. La piccola si rifiuta, ha paura di andare da sola con gli agenti e attraversare quel buco e non riesce a staccarsi dalla mamma la quale non può accedere in quella saletta con la finestrella aperta. La famiglia rinuncia a quei dieci minuti perché sarebbero vissuti in modo molto drammatico e traumatico dalla sorella di Giovannino. Ma tanti padri non fanno rinunciare i loro figli e in modo egoistico fanno fare questa esperienza ai piccoli, inconsapevoli del danno che possono provocare. Il vero colpevole di tutto questo soffrire è il papà che egoisticamente impone alla famiglia di vedere i piccoli e pretende che ciò sia una cosa normale e che il debole è il piccolo. Ma il vero debole è l’adulto che costringe i piccoli a tutta questa sofferenza nel far fare tutti questi viaggi massacranti e non potersi godere nessuna affettività. Giovannino cresce in fretta con queste esperienze, 7 crolla il bambino e diventa ometto e lo diventa più forte di altri perché ha avuto delle esperienze di sofferenza e poi ha imparato la geografia dell’Italia in modo diretto anche se lo ha fatto praticando turismo penitenziario, vedendo nuovi posti ma senza visitarne alcuno; ha imparato a leggere gli orari ferroviari e aerei, le segnaletiche stradali attraverso i vari taxi che ha preso, ha imparato a distinguere le tute da lavoro dalle divise e che i carceri sono tutti uguali, fatti di ferro e cemento. Giovannino non va più da papà, non si interessa più di geografia sulla cartina d’Italia dell’aula di scuola; ormai quella la sa a memoria. Giovannino è stato in così tanti posti, ne ha visitati venti di carceri. Papà ha il fine pena mai. Giovannino adesso ne ha più di venti di anni, è diventato adulto e non ha più voglia di visitare quei luoghi; anche la mamma e la sorellina sono stanche di correre dietro a quest’uomo. Ormai i colloqui sono ridotti a due all’anno, solo a Natale e a Pasqua. Giovannino ormai conosce tutta l’Italia ma non conosce il Colosseo, né Pompei e nemmeno il duomo di Milano; come non conosce Rimini o Riccione d’estate; ma riconosce le donnine dai facili costumi che non sono bagnanti che vanno al mare. Giovannino è ormai Giovanni per tutti e si racconta lasciandosi andare ai ricordi di questi viaggi fatti per turismo penitenziario. Giovanni ha imparato a distinguere i ragazzini che viaggiano per divertimento da quelli che viaggiano per necessità penitenziaria. D’A. 8 F Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 L'ultimo internato di Montelupo in dai tempi dell'università ho letto molto, incuriosito degli spunti colti dagli studi liceali. Certamente c'è una vasta platea di illustri scrittori e intellettuali che nei secoli e in particolar modo nei regimi totalitari hanno passato anni tra confini, prigioni e manicomi. Forse i più conosciuti posssono essere Voltaire, Dostoevskij, Diderot, Curzio Malaparte, Carlo Levi, per non citare i politici di quasi tutti gli schieramenti ed epoche sia antiche, Cicerone e Seneca su tutti, e moderne, Napoleone per antonomasia; e contemporanee da Hitler a Stalin, Lenin e Trockij, Fidel Castro, Ghandi e in particolar modo quelli italiani: Gramsci e Pertini prima, e con il ribaltamento dei ruoli, Galeazzo Ciano e Benito Mussolini, con tanto di fucilazioni più o meno sommarie, giuste o ingiuste che siano state. La politica non ha mai scherzato, ma mai, dico mai, mi sarei immaginato di essere a mia volta prima confinato, poi carcerato e infine internato. Certamente do consapevolmente fastidio a delle associazioni per delinquere che vogliono "governare" il paese così come la loro esistenza mi reca disturbo. Io non ho paura di fare la guerra; bisogna capire solo quali strumenti debbano essere utilizzati. In fondo anche nei duelli si poteva scegliere l’arma da quella più primordiale a mani nude a quella più raffinata con pistola e fioretto. Il galateo moderno imporrebbe il diritto e il codice penale; peccato che se il tuo sfidante è un giudice puoi stare certo che i padrini sono tutti dalla sua parte, mentre il pubblico è tutto dalla tua. Ed è così che denunciando una giudice che avevo frequentato per divertimento nel 2006 mi sono ritrovato in un percorso che come dice qualcuno o mi porterà alla morte e ad anni di sofferenze o alla Presidenza della Repubblica. Tutto dipende dagli eventi che però sono dalla mia parte in quanto il sistema che ha voluto nuocere è destinato come sta già facendo ad implodere economicamente e tutti questi cari burocrati a essere bollati dalla storia come meritano o meglio più esplicitamente dei ladri, dei drogati, degli spacciatori, degli assassini, delle puttane, mentre io, figlio dell'Italia che lavora, a vivere nella gloria dei secoli e a essere esempio per le nuove generazioni. Ma tornando ai fatti posso solo dire che durante questa liason ho capito che questa donna dalla doppia vita si divideva tra aule di tribunale a giudicare poveri cristi perchè solo quelli oggi in Italia sono in carcere, giusto per ricordare alla cittadinanza che qualcuno vive dietro le sbarre, e festini a base di cocaina con tanto di cubi e luci insieme ad avvocati e ufficiali dell'arma, che fin dai tempi dei film di De Sica non hanno mai trascurato il gentil sesso ma nel tempo perdendo sempre più classe. Non volendo essere coinvolto in tali passatempi, mi sono trovato a essere pesantemente minacciato in virtù del suo ruolo di magistrato rivestito. E allora? Io lo Stato sono Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 abituato a guardarlo dall'alto visti anche i trascorsi dei miei avi che si sono imposti su tutti dai nobili con la rivoluzione industriale, ai nazisti, durante la seconda guerra mondiale. Dopo essermi confrontato con Mario Sossi, persona esemplare oltre che eroe nazionale, presentai una querela alla Procura il cui capo osò deridermi in un incontro informale e preliminare che avevo intrattenuto con lui qualche giorno prima. Peccato che immediatamente la mia denuncia viene illegalmente trattata come " atto non costituente reato" e anzi fotocopiata e consegnata alla donna che mi controdenuncia, su suggerimento dei colleghi, con l'intento di farmi ritirare quanto avevo presentato e intaccare la mia credibilità, che per definizione presso l'opinione pubblica è inossidabile. Nasce così un percorso di tortura giudiziaria alla quale vengo sottoposto con ben venti provvedimenti rivolti alla mia persona e di quanti siano vicini a me, tra i quali quattro perizie psichiatriche, un domicilio coatto a Sestri Levante a mie spese, revocato grazie all'intervento di Giulio Andreotti, accerrtamenti fiscali, comitati provinciali di sicurezza, perquisizioni domiciliari, radiazione dall'albo degli avvocati del dott. Sossi mio legale difensore, quattro mesi di carcere e infine il manicomio criminale a Montelupo, nel momento in cui deve chiudere. Certamente la mia ambizione o il mio progetto politico di candidarmi alle elezioni regionali in Liguria ha allarmato il sistema che ha reagito cercando di bloccarmi, sottoponendomi a una quarta perizia psichiatrica in assenza di qualsiasi giustificazione visto che anche l'esito delle prime tre mi hanno dichiarato perfettamente capace e in buona fede, che mi ha diagnosticato un "grave disturbo complesso di personalità" che non esiste in psichiatria, che a detta di un CTU -non iscritto all'albo dei periti del tribunalemi renderebbe semi infermo e pericoloso socialmente e inattendibile dal punto di vista giudiziario. È inutile sottolineare che questa tesi è stata smentita nero su bianco sia dagli psichiatri del carcere di Marassi che da quelli dell'ospedale psichiatrico che non mi hanno mai prescritto nemmeno una goccia di calmante. Durante la mia prigionia ho ricevuto molto affetto e vicinanza da tutti, sia da dentro che da fuori delle sbarre in quanto non mancano mai interessamenti, lettere e tante iniziative sia giudiziali che extra, 9 come una pagina di facebook “Liberate Carlo Carpi” interventi TV, giornalisti e manifestazioni. Per legge l’OPG dovrebbe chiudere, per mia fortuna, e vedremo cosa succederà, visto che adesso abbiamo le prove documentali che a quei festini, ritratti in diverse fotografie inequivocabili, erano presenti anche dei pregiudicati per spaccio di cocaina e di tutto questo i magistrati ne erano consapevoli fin dall’inizio, così come sapevano molto bene che anche terze persone a me ignote presentarono le stesse querele per gli stessi motivi contro le stesse persone che stranamente venivano sempre insabbiate così come lo sono state tutte le indagini su cocainomani assassinati in Liguria da 10 anni a questa parte; proprio da quando la contessa Vacca Augusta venne ripescata in Costa Azzurra dopo un volo di oltre 40 metri dalla terrazza della villa Altachiara a Portofino. Carlo Carpi 10 Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 RICCARDO GATTESCHI Le Poesie Riccardo Gatteschi LA GABBIA DEI MATTI CATTIVI la gabbia dei matti cattivi Storie di vita e di persone in Vent’anni di volontariato all’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo Fiorentino vero, il carcere, l’OPG sono posti in cui non è possibile chiudere gli occhi, e Riccardo Gatteschi, senza fronzoli o falsi pietismi, ci insegna, con il suo quotidiano esempio di volontario, che non solo non si possono chiudere gli occhi, ma che dobbiamo aprire anche i nostri cuori e la nostra mente, perché un’altra possibilità sia comunque sempre da cercare anche per “i matti cattivi”. Dalla prefazione di Tenerezza Più che guardarti cerco di spiare se sulle labbra torna quel sorriso, se quello sguardo è ancora illuminato dal velo nero di tristezze antiche che sollevammo quando al primo sole raccoglievamo soli nel profumo su steli assurdi e fini di speranza fiori di nubi. Se ti guardo….. quanta tenerezza. NARDINI EDITORE Sempre più lontano svanisce l’eco delle nostre voci. Perso nel vento che spazza la memoria, da tanto tempo più non ci parliamo con la franchezza che usavamo allora, quando la sabbia intenta ad ascoltare sempre più lieve intorno a noi zittiva nastri di spuma. Se ti sento…. quanta tenerezza. NARDINI EDITORE abato 20 giugno in un salone del Museo della Ceramica di Montelupo è avvenuta la presentazione ufficiale della terza edizione del volume “La gabbia dei matti cattivi”. Il lavoro di Riccardo Gatteschi è stato pubblicato una prima volta nel 2010, l’anno successivo ha avuto una seconda edizione ed ecco adesso la terza, riveduta, ampliata e arricchita da una trentina di immagini eseguite dagli internati dell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo. In quell’Istituto, da quasi 20 anni, si realizza la rivista che avete in mano; è il periodico più longevo fra quelli che si pubblicano nell’universo carcerario italiano. Chi desiderasse aiutare la redazione di Spiragli a rimanere attiva anche dopo la chiusura dell’OPG (perché i malati - con la scomparsa dell’Istituto - non guariranno miracolosamente, ne tantomeno scompariranno), può farlo con contributi e donazioni indirizzati a: C.R. FIRENZE - AGENZIA 26 - IBAN: IT72M0616002826000012433C00 di Alessandro Flocco È Antonella Tuoni S 11 Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 Di nuovo solo in mezzo alla natura ribelle al giorno, amico della notte resto a contemplare il vuoto del mio petto. Scintille d’oro tiepide di luna bisbigliano frementi sopra un’onda per un istante. Poi con gli occhi chiusi diventano gabbiani addormentati. Tu pure stai sognando nel tuo mondo che solo a me solevi raccontare. E nel tuo respiro…. quanta tenerezza. Il silenzio Qui, adesso pesa il silenzio; pesa come roccia sulla terra come neve addormentata sui rami. Il silenzio spesso amato cercato fra i rumori del giorno o nel sicuro arrivare della notte. Adesso ha sete il silenzio come pianta inaridita che aspetta la pioggia costretta al dominio del vento. Rimane aggrappato all’attesa il silenzio. Vorrebbe sentirsi toccare e stanare parole dalla tua bocca incolpevole… assente. 12 I Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 R.E.M.S. l mese di marzo è già passato, in merito alla chiusura degli OPG; chissà se i loro signori di ogni singola regione avranno provveduto a costruire le nuove accoglienze che prenderanno gli ospiti provenienti dagli OPG. Dopo aver avuto proroghe per costruirli, attualmente non ce n’è uno costruito per ogni singola regione. Io mi domando: le ASL o il Servizio Sanitario Nazionale, vogliono sempre euri per provvedere alle esigenze che si prospettano (o carenze), ma come mai non rispettano le leggi prendendola con comodo? Tanto loro sono in poltrona! E né chiedono per costruire nuovi ospedali che attualmente funzionino come tutti sappiamo (facciamo delle eccezioni), e abbandonino strutture fatiscenti; ma almeno le vendessero per risanare le casse e destinarli per altri scopi più utili piuttosto che tenerli lì per fare delle macerie con l’incuria del tempo. Poi ci sono delle strutture già costruite (nuove), lasciate in abbandono per esigenze logistiche e necessarie alla popolazione e mai finite. Ricordatevi che sono soldi pubblici che vi permettono di fare quello che volete, peraltro senza concludere niente a favore della gente che ha necessità. Il Ministro della Sanità, i sottosegretari e tutti gli esperti che lavorano al Ministero: qui a Montelupo c’è una sezione che si chiama Ambrogiana disponibile per trasferire il Ministero della Sanità, dotata di ogni confort, auto blu per andare a Firenze a vedere la bellissima città d’arte o, come preferite, si può andare a vedere la bellissima Toscana. Poi avete anche la possibilità di soggiornare nel complesso mediceo. Ah, dimenticavo: c’è un giardino uguale a quello della Reggia di Caserta per fare passeggiate e meditare. Ormai Roma la conoscete bene ed è giusto cambiare per rendervi conto che piuttosto che non fare niente è giusto vedere le bellezze d’Italia. Vedrete che nella nuova sede vi troverete bene, è molto accogliente e ospitale. Vedrete che nella nuova sede vi viene voglia di risolvere i problemi della Sanità, che c’è moltissimo da fare; bisogna pure incominciare da qualche parte. Qui l’ispirazione vi viene, come è venuta a molti artisti. Poi qui vicino c’è la città di Renzi, un altro buono 13 Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 re (dipendente ASL) di nome Giada che è capace ed è da promuovere come capo nel settore delle attività professionali, nei nuovi REMS; senza indugio! Poi devono fare una legge per gli strizzacervelli. Perché ogni relazione che fanno o i loro scritti che fanno nelle cartelle cliniche non hanno nessun tipo di controllo. E sappiate che chi ha a che fare con la Giustizia si ritrova delle sorprese che si ripercuotono in sentenze penali o proroghe senza che l’interessato ne sia a conoscenza. Ogni singola relazione degli strizzacervelli deve essere sottoposta a verifica da un esperto (al di fuori del circuito) per accertare la veridicità! Primari e gente compiacente, provateci voi, che fate costruire T gli ospedali nuovi. Che attualmente la gente affolla le corse addirittura con le barelle delle ambulanze. Ma rendetevi conto a che punto siamo arrivati! La vita bisogna viverla anche se è difficile; bisogna avere forza per andare avanti. Tutti i colori del buio Bruno de Petris utti i colori del buio è la vicenda di un ragazzino di 8/9 anni che commette un errore madornale. Uccidere con la fionda un cardellino. Essendomi accorto di aver ucciso un animale sacro, ho pianto…. (che vi farà da Cicerone), che promette e prende in giro la gente; per esempio l’aumento di 80 euro alle pensioni minime eccetera, eccetera. Basta con i vitalizi e gli stipendi e le varie spese. Destinate quei soldi per altri scopi, siamo in recessione. Voi dovreste essere i primi a dare l’esempio non prendendo euri da tutte le parti per mantenere un sistema che va riformato in tutti i settori. In questo mondo di ladri…. Cantava Venditti. Le REMS, come prevede la legge, devono avere personale specializzato e buono, non fannulloni con attività che distraggono il paziente, non quelle futili! Mi raccomando, che non si faccia vegetare la gente come attualmente accade nel settore psichiatrico che fanno niente! Bisogna recuperare il “malato” per una nuova vita. Vi segnalo una brava ragazza che opera nel setto- Viene la notte, la notte nera… con ali di corvo vola leggera… Viene la notte, la notte scura e viene l’uomo che fa paura, viene viene con passi furtivi per i bambini che fanno i cattivi quanto è nera non si può dire viene dal buio, non lascia dormire. Ma chi è che ti corre dietro in questo buio orrido e tetro? Chissà? Non importa, pensa a scappare. Corri più in fretta, non inciampare perché se cadi per te è finita: viene la morte fugge la vita. Francesco Letteri 14 Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 Le Poesie di Corrado Pane Sole Sole, radioso e coraggioso all'ombra dei miei silenzi, fondimi da questa vita ribelle. Sole che appari tra le onde dell'orizzonte innalzami tra i potenti umili per abbattere le piaghe dei poveri. Sole che irrompi tra le nuvole irradia il mio cuore regalami due raggi e imparerò anch'io ad abbracciare, a dare e non solo a ricevere a ridere senza più solo piangere ad amare per smettere di odiare a vivere senza più dover sperare... Dedicata a Loris …. eri da poco germogliato senza veli o macchie d’ombra. Sfoggiavi la prima essenza di vita. Tutto ciò che volevi era solo seguire il corso della natura. Sorridevi felice abbracciando i primi raggi di sole mentre il vento espandeva nel mondo il fresco sapore della tua bellezza. Da quel cielo immenso ti bastavano due gocce per alimentare la tua sete di contemplare la vita. Quel giorno però di pioggia ne cadde troppa e l’unico fiore che poteva contenere e proteggerti dall’eccesso aveva petali ancora troppo fragili perché non ha voluto rispettare i tempi della natura. Senza colpa ha bagnato il tuo germoglio rimanendo così senza ossigeno. Piccolo germoglio, continuerai a crescere e diventerai il fiore più bello dell’infinito giardino celeste. Grazie germoglio Loris, riposa in pace 15 Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 Le Poesie di Vicente Ie Sainte El mar Mas amor d’Alma El gusto personal vive De heroes que rompen frontieras Un grito y canto vive. J quando la manana J lo lunavo glicial De vasos panuelos Que un carmin celeste siente. El poema Un poema escribamos Los desuaides clavos Del puente de Brooklin En la camisa blanca Del Tamesis y asombra Tinta y cordon de papel Y luces del pantalon Su white face nace, la burbuja redonda de un pensamiento o joya cruce ondo de rosas la nada y la magia. Un poema scriviamo I disordinati cavi Del ponte di Brooklin Nella camicia bianca Del tamigi e meraviglia Scritta e cordoni di carta E la luce del pantralone Su white face nasce, la bolla rotonda di un pensiero o gioiello incrocio profondo di rose il niente e la magia. Il gusto personale vive Di eroi che rompono le frontiere Un grido e un canto vive. Y de amor …y de amor te sigo Sentir en el rocio Del beso fui te Amo Y llevo tu carme En el dedo de tu Alma Amada mia del Alma. El camino fresco Y celeste del Corazon que oye Mi eco Enamorado. A Guido Gozzano En el mundo vendiendo huevos Huyendo de un enemigo, genial poeta italiano que su cultura conoce seriejante vida asoma y actores sepa el corazon Nel mondo vendendo uova Fuggendo da un nemico Geniale poeta italiano Che la sua cultura conosce Simulando la vita guardando Gli attori che ascoltano il cuore. 16 Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 Le Poesie I “Camorfisti” Eravam in tanti Giovani e aitanti Spesso arroganti In realtà molto ignoranti E prepotenti Ma perché Ci credevam potenti Anzi onnipotenti Oggi dico solo deficienti. Credevam all’onore, uccidevam per rancore che confondevam con l’amore. Eravam in tanti Giovani e prestanti Sempre scattanti, molto violenti. Lottavam per mostrar Alla sorte Chi fosse il più forte. Ma siamo andati tutti incontro alla morte E chi di noi l’ha scampata È stato fortunato ma Da decenni vive Murato. Anonimo 17 Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 di Antonio Dolceamore Viaggio Un incontro Galeotto Fu l’amor Fugace Ch’ella avea In cor E non potea In alcun modo Dimostrar L’amato suo Nascosto Al mondo Intero E ad ogni costo Con la fede Al dito Nel dir D’aver Tradito Colore. Il bene Si distingue dal male Perché non viene Visto con gli occhi Della mente Ma con quelli Del cuore. Una donna Per amore Ti può donare Il cuore Ed il suo corpo Nel suo calore Con un sorriso Del suo umore… Ma se le torci Un pelo Nel suo dolore Resterà Per sempre Sua l’anima Triste, cupa e Grigia nel suo colore Con la mia mente Che infinitamente Sempre presente Mi trasporta In un mondo Trasparente Lontano Concretamente Dal mio essere Normale E indifferente A questo luogo Più che sia anormale È indifferente. OPG! Nella vita Se ti scappa Una lacrima Non la sopprimere E lasciala Sfogare nel vivere Senza privarti Di sorridere Perché dopo Il pianto Di ciò che non Ti ha dato tanto Non hai rimpianto. 18 Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 Visitatori e non… Una coccinella a Sollicciano O re 14:00 spaccate. Il sole caparbio e incerto mi becca di sguincio il viso, dopo che tutta la mattina la mia testa è stata bagnata da un’ acqua fresca e fina di un autunno tropicale. Il carcere di Sollicciano. Ero là davanti a quella scritta “ingresso” che divideva in due il mondo: visitatori e non. Puntuale come non mai, soltanto come uno svizzero sa fare, avevo appuntamento con i miei amici della Comunità di Sant’Egidio per poter accedere, per la prima volta nella mia vita, al carcere della città di Firenze, dove vivo da sette lunghissimi anni. In effetti avevo già visitato, in veste di Educatore Professionale in obbligo formativo, i carceri di Roma e Bologna, quando ad un tratto una coccinella nera e rossa, simbolo antico di buon auspicio, sia per i colori che per la forma, mi si poggia sulla mano destra per poi poter intraprendere un volo disinvolto ed elegante. Quel volo era indice di quello che stava per iniziare in quel giorno che avrebbe segnato la mia vita: l’incontro con Suezann Bosler, testimonial di “Cities for Life”, campagna internazionale promossa dalla Comunità di Sant’Egidio per l’abolizione della pena capitale e la moratoria universale delle esecuzioni. Sant’Egidio è entrata per la prima volta nei bracci della morte attraverso una corrispondenza epistolare iniziata con un detenuto nel Texas, Stati Uniti, un giovane afroamericano, Dominique Green, per raggiungere oggi oltre 1500 detenuti, con cui ha consolidato una profonda solidarietà che talvolta ha consentito la loro stessa salvezza. Recentemente anche la Chiesa Cattolica, attraverso le parole del pontefice, si è espressa a favore di condizioni carcerarie che garantiscano il rispetto e la dignità umana dei detenuti, in particolare sottolineando quanto l’ergastolo rappresenti di fatto una pena di morte coperta. Di fatto nello stato della Città del Vaticano l’ergastolo è stato abolito. Diamo un calcio alla pena di morte Quest’anno, mi spiega uno dei responsabili di Sant’Egidio a Firenze, quasi 2000 città di 98 paesi del mondo hanno aderito all’iniziativa “Città per la vita”: l’illuminazione di un monumento o l’organizzazione di un evento per ricordare nella data del 30 novembre, giorno emblematico in cui venne sospesa, per la prima volta al mondo, la pena capitale nell’anno 1786 in Occidente, nel Granducato di Toscana. Fra le città aderenti segnalo Montréal, Ginevra, Berlino, Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 Atene, Riga, Manila, Lisbona, Madrid e molte altre capitanate da Roma, che ha scelto di illuminare, per il tredicesimo anno consecutivo, il suo monumento per antonomasia: il Colosseo, luogo che più di 2000 anni fa era teatro di morte oggi è invece un simbolo nuovo, di speranza e di vita. E a Roma non poteva mancare un testimonial d’eccezione, conosciuto al mondo quasi quanto l’Anfiteatro Flavio, la bandiera della squadra giallorossa capitolina, Francesco Totti, testimonial di uno spot che sta dilagando su YouTube “insieme a me e alla Comunità di Sant’Egidio diamo un calcio alla pena di morte”. A 250 anni dai “Dei Delitti e Delle Pene”, di Cesare Beccaria, l’uomo ha capito solo al 51% ! Sì, perché all’ONU solo poco più della metà dei paesi ha applicato la risoluzione votata dall’assemblea generale il 18 dicembre 2007 intitolata “moratoria sull’uso della pena di morte”. Non c’è giustizia senza vita, chi salva una vita salva il mondo intero, occhio per occhio rende il mondo cieco, queste grida risuonano ovattate tra le pareti di tutte le prigioni del mondo, servono un coro di voci, che si facciano sentire, perché rompano il timpano del silenzio delle sbarre vuote delle celle. A Sollicciano la fermata è stata soppressa Ma torniamo a Suezann. Un’esile donna sospinta dalla forza debole della fede, capace di riconciliarsi con il suo aggressore nonché carnefice del padre, ma soprattutto capace di perdonare l’Uomo sino a saper intercedere per lui ottenendo la salvezza della vita dell’omicida e con esso di tutto l’essere umano, tutto questo possibile grazie alla fede e alla speranza dell’amore che tutto può e che tutto sopporta: questo l’insegnamento del padre, il reverendo Billy, massacrato negli Stati Uniti, in Florida a Miami alcuni anni fa. La sensazione che avevo mentre la polizia penitenziaria ci accreditava per poter entrare con l’Art.17 era quella di chi aveva tutto il mondo dalla propria parte. Un piccolo pugno di persone, per lo più composto da donne, non più nemmeno tanto giovani, e da uomini di religione e di buona volontà. Di fianco a me l’Imam e il parroco ortodosso rumeno di Firenze, alcuni rappresentanti del buddismo Soka Gakkai, il 19 cappellano e la vicedirettrice del carcere. Attraversavamo i tratti interni del penitenziario con fare determinato, ignari di ciò che avremmo trovato. In questo pomeriggio tutto il mondo si è unito attorno a noi come in un abbraccio, il cielo sopra il mio capo era uguale nel mondo intero da Est a Ovest e da Nord a Sud, anche se, come canta Francesco Guccini, “il cielo là in prigione non è cielo ma è soltanto qualcosa che riveste”. Nonostante tutto il mio corpo si sentiva pesante, oppresso, quasi asfissiato da quelle pareti lisce interminabili, da quelle grate costrittive e gelide e da quei cancelli mobili, solo per i visitatori, per chi è detenuto invece sono porte invalicabili, mentre me li lasciavo scorrere alle spalle. Dopo aver attraversato il passaggio verso la VII sezione siamo giunti alla Sala Cinema predisposta per l’incontro. Più di 250 detenuti, del femminile e del maschile, sono giunti per l’incontro, in maniera composta e ordinata, guidati dai loro carcerieri. Noi con loro seduti l’uno accanto all’altro, attorno a noi solo i poliziotti penitenziari a far da cordolo di sorveglianza. Con un coinvolgimento all’Americana, del tipo “hey man”, e un dolce sorriso, Suezann, attraverso poche parole dirette e giuste è riuscita a conquistarsi uomini e donne che sembravano rassegnati alla durezza e all’isolamento del penitenziario. Mentre esco, commosso, col cuore in frastuono mi domando ma perché a Sollicciano la fermata del bus dell’ATAF è stata soppressa? Emiliano Proietto Educatore Professionale per conto della Cooperativa Sociale G. Di Vittorio Onlus c/o il Centro Affidi e Adozioni del Comune di Firenze, è Consigliere ANEP Toscana fa parte della Comunità di Sant’Egidio: [email protected] 20 Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 21 Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 Il fumatore C' era una volta un fumatore, che si fumava dai quattro ai cinque pacchetti di sigarette al giorno di fila per due anni. Se non fosse per un angelo blu e la buona infermiera Meri ci lasciavo le penne. Le guardie hanno chiamato subito l'ambulanza e mi hanno portato subito in ospedale. In ospedale mi hanno trovato i polmoni intasati di nicotina e il cuore debole. Hanno incominciato a bucarmi nei polsi, con le punture, i prelievi del sangue, la vena (orticaria) che mi ha dato molto fastidio. Sono stato dodici giorni ricoverato e piantonato dagli angeli blu. Hanno avvertito anche mia madre e di corsa ha preso l'aereo ed è rimasta fino a quando non mi hanno dimesso. Adesso tutti mi dicono: "come hai fatto?" "con un po’ di buona volontà". Adesso sono tre mesi che non fumo e mi da fastidio anche l'odore del fumo o l'alito di chi ha fumato. Da quando ho smesso di fumare sono rinato e con il passare del tempo mi sentirò sempre meglio e con il passare del tempo sarò sempre più forte sia di salute che di fisico. Do un consiglio ai fumatori: smettete di fumare perchè la sigaretta è come una droga, è come una brutta bestia. Smettete di fumare Francesco Loi La solitudine... senza Mary A volte, troppe volte, diventa atroce….. Stasera la cella sembra più piccola… Il soffitto, le pareti, la luce, tutto mi opprime… Il cuore, il mio cuore, soffre, si torce, ama… Ma non può dimostrarlo… Una carezza, un bacio, un respiro… Nulla di umano in questo scantinato… Solitudine fa rima con altitudine, eppur più in basso non si può… Respiro affannoso, pensiero tortuoso anima ribelle in cerca di pace mente clemente col cuore ballante ma tu, solitudine, ti prendi tutto lasciandomi soffrire ma vorrei dirti che il mio tormento non potrà mai essere la tua Felicità. A.d.T. 22 Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 Pensieri I miei sogni I miei sogni sono tuttora per la vita; quando mi sveglio sono dentro una cella di un posto disgustoso. Sai, molte volte mi capita di guardare nel sogno e sogno di andare a letto dopo colazione; invece quando mi sveglio, mi risveglio in una branda e la colazione passa dopo più d’un ora e non mi rimane che ingoiare l’amaro in bocca anziché un dolce cruassan. Ordinaria follia Non è certo la mia. Questa ordinaria follia. Q ua c’è gente che ragiona da sola, si fa la domanda e si da anche la risposta. C’è gente che vive per fumare o per un goccio di caffè, gente che si vende il vestiario per un paio di auricolari; c’è gente che vive per ingoiare la terapia. Non sono certo io. In questo girotondo di anime dannate ci devo convivere e a me questo non fa vivere e neanche pensare questa povera gente, ma mi fa pensare alla mia vita e alla convivenza forzata e alla disperazione che mi da il fatto di essere chiuso in un posto che non mi merita e che per legge dovrebbe essere chiuso. Oltre ad essere un peso per lo Stato e per i contribuenti che pagano le tasse per un’Italia giusta e decente. Molte volte non mi rimane che pensare che i dementi sono i medici che non fanno altro che somministare farmaci a dementi peggio di loro e che lo fanno solo per prendere lo stipendio a svantaggio di questi poveri disadattati mentali che purtroppo dementi sono e dementi rimangono. di Luciano 23 Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 Qualcosa da ricordare V engo arrestato a Cagliari, denunciato dalla propria educatrice. Io ricordo per filo e per segno quello che è successo: praticamente vengo portato in carcere e il mio psichiatra, collega dell’educatrice, fa fare un ricovero coatto ingiustificato. Convivo con i carcerati molto normalmente. Infatti condivido la cella con loro. Dopo 24 ore mi viene fatto un TSO (trattamento sanitario obbligatorio) immotivato e vengo tenuto in SPDC (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura) per più di un mese, costretto a ingurgitare farmaci che non fanno altro che sedarmi e rendermi incosciente. Poi vengo portato nuovamente in carcere e poi tradotto a Serravalle Scrivia, in Piemonte, in una Comunità per dementi, gente che non vorrei nemmeno come portachiavi. Così mi lamento del fatto che mi trovo in un posto inadeguato. Io ho una misura di sicurezza provvisoria; il Pubblico Ministero fa una conversione di pena e vengo fatto incapace di intendere e di volere per potermi trasferire in un OPG, nell’attuale letamaio. I medici sono del tutto inadeguati, tanto più i paramedici, senza contare gli OSS (Operatori Socio Sanitari) e le educatrici. Inizialmente non prendo farmaci, ma questo sta male agli psichiatri che mi hanno in carico. Mi davano il carbolitium che io sputavo regolarmente. Mentre sto giocando a carte e rido, vengo avvisato che sarò sottoposto a un TSO; una squadra di agenti mi viene a prendere in cella. Io sto bene, ma sono costretto a fare una iniezione di Haldol da 150 mg. Morale della favola: mi trovo in un OPG lontano dalla mia terra e impossibilitato ad avere colloqui con il mio avvocato. Oltre a questo sto in un posto che per legge dovrebbe essere chiuso. La mia educatrice conserva il suo posto, il mio psichiatra non rovina o fa in modo che il DSM (Dipartimento di Salute Mentale) di Cagliari ne esca indenne e lui ha la botte piena e la moglie ubriaca. Nel frattempo io faccio il processo e mi viene confermata la misura di sicurezza per due anni dentro questo tugurio E devo convivere con della gente che non si lava, mangia nella spazzatura, che si lamenta e intanto, grazie a un dottore, perdo il posto di lavoro. Dopo due mesi mi viene offerto di fare il lavorante nelle celle; cosa che non farei mai dopo che l’ho visto fare. Nell’attuale relazione di un dottore c’è scritto che devo stare lontano dalle cose taglienti. Io non ho nessun reato per aver usato cose taglienti e in più non sono un autolesionista. Luciano 24 Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 Le coincidenze del millennio U 25 Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 vanno liberate e ci sarà latte gratis per tutti. Le torture agli orsi cinesi, i cani da combattimento, i maiali uccisi in numero di un miliardo e mezzo l’anno e gli altri animali vanno assolutamente fermati. Il risparmio sulla corsa agli armamenti porterà miliardi di dollari al minuto da dedicare come priorità agli africani che da quaranta anni muoiono di fame e non possiamo più permetterlo. “Chiunque faccia qualcosa contro questo piccolo (anche animale) è come l’avesse fatto a me.” Gesù di Nazaret. “Tutti gli esseri viventi mobili e immobili sono miei frammenti eterni. Chiunque torturi gli elementi grossolani del corpo, qualunque sia lo scopo, compreso il proprio corpo, è da condannare.” Bagawagjta. Sri Krishna. Alessandro Manca n kalpa equivale a 4.332.000.000 (come il sistema solare) ed è diviso in quattro ere. L’ultima si chiama Kali Yuga,è iniziata da 5015 anni ed è contraddistinta da guerre, carestie, mattatoi. L’Africa da sola muore di fame, le foreste sono abbattute per far posto ai fagioli di soia per gli animali da macello. San Francesco, patrono d’Italia, era vegetariano. Papa Francesco vive in Italia, la Madonna di Medjugorje da 50 anni afferma: questo tempo è per voi. Senza cercare coincidenze evidenti, il futuro sarà vegetariano. Assisteremo La grande profezia - Sconvolgimento delle stagioni - Ci saranno segni di pace ma non c’è nessuna pace - Guai alla Terra e al mare e a tutto ciò che è dentro. a un’epoca di luce. La priorità è il cibo per gli africani. Save the children aiuta i bambini dietro pagamento di 9 euro. La guerra fredda è finita; la minaccia nucleare è sotto controllo, America e Russia sono in pace. Per contrastare l’Isis occorrono gli sforzi di tutti gli eserciti del mondo. Green Peace e WWF, d’altro canto, sono contro la vivisezione, gli zoo, le galline in gabbia per le uova; oche, paperi, anatre, conigli, struzzi e chi più ha più ne metta; gli allevamenti di pesci vanno ributtati in mare; le mucche dei mattatoi Inghilterra Stati Uniti Italia Francia Schieramenti: Cina Corea del Nord Islam Russia I secondi saranno i vincenti. Conseguenze: Rovina e sofferenza della potenza anglo-americana Distruzione del Vaticano e persecuzione del clero Distruzione di Parigi. Dalle sacre scritture e precisamente dal profeta Danielee da San Giovanni sull’Isola di Pantos. Se non ci sarà un intervento armato si passerà subito ad Armageddon. Mauro Bianchi 26 Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 Pensieri di Mirko Sellero Il mio angelo I giorni che passano I n quella magica stanza, inizio dall’inizio. Un giorno vagavo per un quartiere di Cagliari e incontrai un tipo che era strano. Al principio ebbi un po’ di paura perché avevamo comprato della droga e lui mi invitò a casa sua. In quella magica stanza capii dopo che lui era il mio angelo custode e ci divertivamo insieme anche se c’era la droga di mezzo e tutto era magico; lui suonava la chitarra ed ascoltavamo Radio Italia e ci stava lo sballo e pensavamo di organizzare feste, ma donne non ce n’erano. Era un monolocale e i miei genitori erano preoccupati perché facevo il fine settimana fuori a Cagliari. Beh, li ho fatti parlare con Marcello, il mio angelo custode, senza togliere niente agli altri angeli, ma soprattutto a San Michele Arcangelo che mi aiuta tanto anche lui e mi protegge con le milizie celesti. Concludo dicendo che vivrò fino alla fine se non vado via prima in cielo e il bene trionferà. 27 Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 L’alluvione Una notte in OPG I n questa triste notte maledetta lui si ribellò al suo piccolo amor. Ma dopo tanta confusione tutto si aggiustò nel migliore delle cose e nelle peggiori cose nemmeno una stella si affacciò alla finestra. Tutti vogliono tutto e quando non lo hanno si perdono nei pensieri e nelle trappole del tempo. Ma ora è la fine di questo tempo ed io con loro (i buoni) vedremo la luce divina degli angeli e degli arcangeli. E così sia fatto il volere di Dio Padre. A l di là delle belle cascate, riempiono un fiumicello che sbocca nel mare. In mezzo alla foresta inebriata di fruscii del vento e di programmi della vegetazione. Adoriamo da mattina a sera un………….. concentrato da profumi di avventure. Notte di luna, notte di paura, con tutti quei rumori la notte è più sveglia del giorno anche se non sembra. Perché? E’ tutto in ordine e niente a posto. Q ua i giorni che passano (in O.P.G.) sembrano tutti uguali. Ma anche se sono tutti distinti fra loro a noi il tempo non passa mai. Meno male che c’è qualche laboratorio e organizzazioni che ci permettono di uscire con la mente, ma non con il cuore perché quello resta ai nostri cari. Io sono un semplice ragazzo che purtroppo, grazie al malfunzionamento delle Comunità, sono tornato qui. Ma devo ringraziare il giorrnale Spiragli che mi permette di buttar via, anche se non sono buttati via, i nostri pensieri. E ci aiuta tanto. 28 Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 Le Poesie di Bonellino della Versilia 29 Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 La libertà Conflitto E’ bello avere ragione. Le spalle di una donna sono gli avamposti della sua mistica, il suo collo ha tutto il mistero di una città di confine, di una terra di nessuno. E’ il conflitto fra la mente e il corpo. Stella alpina Ciao mia stella alpina, il tuo sole non è più caldo come prima. Ma lo sai, quassù ci sono io il tuo fiocco di neve che cadrà lentamente. Ti ricoprirò, e quando il sole tornerà mi scioglierò per darti nutrimento. La libertà non ha prezzo, costi quel che costi. La libertà non ha l’età. La libertà è una meta da raggiungere per la democrazia, deve essere basata sul liberalismo e il socialismo, dalle quali si deve giungere a tutte le libertà. Per una democrazia che deve rispettare i diritti civili e umani, che devono essere acquisiti. Sulle persone che hanno combattuto per averla, sin da quando è nata la vita. Rispettare la Natura. Questo appello rivolgo a quelli che stanno distruggendo il Mondo per lo sviluppo del progresso scientifico. Cosa bisogna inventarsi per fare tornare la libertà che di fatto non è di questo mondo? Rispettare la Natura che tutti ne facciamo parte. Governate tutti insieme per la libertà e rispettate i modi individuali delle libertà. E prendete a cuore tutte le libertà. Dedicata al Commissario che fa rispettare i diritti e i doveri Bruno de Petris Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 30 Le Poesie Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 30 di Massimo Bianciardi Cosi va il mondo Lo spiraglio Il vento 31 Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 Il vento è potente, rinfresca, ripulisce la coscienza della gente e la rende eloquente. Il vento è energia Ed è simpatico essere sulla via Ed essere sospinti da esso Sulle scogliere E sentirselo fischiare nelle orecchie. Può anche ostacolarti Se decide di sfidarti. Diverte un bimbo che gioca Col suo aquilone Ma uno forte può deviare Anche la palla di un cannone. Il vento, il vento Questo elemento Che ha aiutato molti contadini Per i loro mulini. Buono come il pane ma anche crudele: trasporta radiazioni nucleari. Il vento, il vento, a me piace quello forte. Dai vento, soffia in qualsiasi momento. “Ma non così forte come sai tu!” La mela marcia c’è in ogni paniere Se bene si va a cercare. Che ci possiamo fare? L’unica cosa è sperare E volere trovare La strada da fare. Che il dubbio mi sia di consiglio E non di scompiglio. Nella vita c’è sempre uno spiraglio, il mio compito è di trovarlo. H o scritto veramente poco nella vita ma quel poco ha tanto significato per vari punti di vista. Peccato che i punti di vista sono tutti peccaminosi e non validi per poter parlare di cose allegre come vorrei raccontare quando scrivo; non è la stessa cosa con la mia vita che è circondata da attimi stupendi, attimi regalati dalla sorte di qualcuno che mi vuole bene, forse io stesso, però tutto il resto del mondo, problemi su problemi da raccogliere ed esaminare forse per il modo di vedere le cose in questo paese, il mio peccato è di non aver rispettato il diritto umano creato per poter vivere liberi dai pregiudizi di questa società sempre più confusa e sconvolta dall’ideologia di una parte di esempi di giudizio o di informazione falsa ed ipocrita a decorare un paese che si decida a realizzare progetti di protezione. Io questi li chiamo affari legali di relazioni pubbliche, o affari sporchi di stato; chissà quante ce ne sono colorate con vari ingredienti, un paese che non ha un detersivo adatto per lavare i panni così cari e di moda. E riciclato roba scaduta sotto prezzo perché per fare lavoro bisogna confezionare ed inscatolare, non seccare e vendere; il prodotto fresco ha tempo di stagionare. Io le fragole a dicembre non le mangio, oggi vanno di moda. Come le scarpe a gas per molleggiare come pinguini con ginocchia malconce le caviglie falsate, e poi i gins strappati, ora li devo comprare, non li posso strappare io. Ma i soldi corrono via allo sbaraglio del confine mondiale per uno che ha disegnato l’Italia così per dire che c’è da scapparsene solo perché non ha le lamette per farsi la barba da uomo ma per depilarsi da gay. Con la forza che ha conquistato con i media, un mestiere che ancora non ho capito bene come funziona e dove è nato e dove è stato scoperto o copiato. Ma il mondo va, ma l’Italia rimane sporca e malconcia forse per troppa religione che ne abbassa il contenuto ed il valore pubblico. Ma rimane da pensare che c’è il famoso sport che fa cassa di scomparsa da anni senza limiti di provincia senza gente che si conta veramente per cosa ama fare; è tutto uguale, quell’uomo che oggi ha fatto la fuga ha pagato tanti di quei Km di viaggio che non sa dove viaggiare per fuggire e deve degustarsi un vino di annata che a mio parere non ha parole… Ciao Riccardo. Romano 32 Spiragli - Gennaio-Giugno 2015 è aperto alla collaborazione di chiunque voglia partecipare con proposte, commenti, articoli, critiche, poesie, vignette. INVIARE IL MATERIALE AL SEGUENTE INDIRIZZO: Redazione di Spiragli - Ospedale Pschiatrico Giudiziario, Viale Umberto Primo 64 - 50056 Montelupo Fiorentino (FI) Oppure contattare la redazione il martedì e il venerdì dalle ore 13.30 alle ore 15.00 presso la sala della biblioteca piano terra, 3ª sezione A.V. P. Associazione di volontariato penitenziario WWW.SPIRAGLI.IT Via delle Ruote 22 r - Firenze tel. 055.470412 Per contributi e donazioni: C.R. FIRENZE - AGENZIA 26 IBAN: IT72M0616002826000012433C00 “Sono ammessi a frequentare gli istituti penitenziari con l’autorizzazione e secondo le direttive del magistrato di sorveglianza - su parere favorevole del Direttore - tutti coloro che, avendo concreto interesse per l’opera di risocializzazione dei detenuti, dimostrino di poter utilmente promuovere lo sviluppo dei contatti tra la comunità carceraria e la società libera” Art. 17 legge 354/75