Rivista dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario
di Montelupo Fiorentino
Gennaio - Giugno 2015 - Anno 16° - n. 69-70
Disegno di Matteo Bonelli
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Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
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Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
Rivista dell’Ospedale Psichiatrico
Giudiziario di Montelupo Fiorentino
Registrazione:
Tribunale di Firenze
n°5020 del 21/12/00
Anno 16° Numero 69-70
Gennaio - Giugno 2015
Direttore:
Charlotte Hats
Direttore Responsabile:
Riccardo Gatteschi
Segretario di redazione:
Simone Silla
Grafica e impaginazione:
Andrea Grassi
31 marzo 2015: chiudono gli OPG
di Saverio Migliori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 4
Una gita fuori porta (seconda parte)
di D’A. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 6
L’ultimo internato di Montelupo
di Carlo Carpi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 8
Presentazione libro “La Gabbia...”
La Redazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 10
Tenerezza - Il silenzio
di Alessandro Flocco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 11
R.E.M.S.
di Bruno De Petris . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 12
COMITATO DI REDAZIONE
Charlotte Hats
Alessandro Manca
Matteo Bonelli
Carlo Carpi
HANNO COLLABORATO
Alessandro Manca
Matteo Bonelli
Bruno De Petris
Antonio Dolceamore
D’A.
Corrado Pane
Nazareno Mancini
Saverio Migliori
Carlo Carpi
Alessandro Flocco
Francesco Letteri
Vicente Ie Sainte
Emiliano Proietto
Francesco Loi
A. d. T.
Luciano
Mauro Bianchi
Mirko Sellero
Massimo Bianciardi
Romano
DISEGNI
Matteo Bonelli
M. La Cava
Abdulalay
FOTO
Giorgio Bechelli
Tutti i colori del buio
di Francesco Letteri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 13
Sole - Dedicata a Loris
di Corrado Pane . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 14
A Guido Gozzano-El mar-El poema - Y de amor-Mas amor
di Vicente Ie Sainte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 15
I “Camorfisti”
di Anonimo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 16
Un incontro-Una donna-Viaggio-Il bene-Nella vita
di Antonio Dolceamore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 17
Una coccinella a Sollicciano
di Emiliano Proietto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 18
Il Fumatore
di Francesco Loi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 20
La solitudine…senza Mary
di A.d.T. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 21
Ordinaria follia-I miei sogni-Qualcosa da ricordare
di Luciano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.22
Le coincidenze del millennio
di Alessandro Manca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 24
La grande profezia
di Mauro Bianchi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 25
Una notte in OPG-L’alluvione-I giorni che passano-Il mio angelo
di Mirko Sellero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 26
Conflitto-Stella alpina
di Bonellino della Versilia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 28
La libertà
di Bruno de Petris . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 29
Lo spiraglio-Il vento
di Massimo Bianciardi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 30
Così va il mondo
di Romano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 31
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Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
31 marzo 2015:
chiudono gli OPG
Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
complessi; per gli stessi familiari,
sovente lasciati soli ad affrontare
problematiche insormontabili; per
la politica, rassicurata dal permanere
di strutture che, pur ampiamente
superate ed erosive della dignità
della persona, concorrevano – forse
– ad annientare il “rischio” rappresentato da queste persone.
Alla scadenza molte Regioni risultano ancora impreparate: la gran
parte delle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza
detentiva (REMS-D) – strutture
che avranno il compito di ospitare
numeri ristretti di persone ritenute
ancora pericolose e per le quali risulta prematura
una dimissione verso il territorio – debbono ancora
essere predisposte, se non addirittura concepite; il
processo di rientro degli internati verso le Regioni di
residenza richiederà ancora tempo; le dimissioni degli
internati verso i Dipartimenti di salute mentale, con
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inalmente gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari
hanno cessato di esistere. Dopo un percorso
estenuante che per ben due volte ha rinviato
la loro definitiva chiusura, dal primo aprile 2015 ha
preso avvio una storia diversa, nuova e non del tutto
chiarita, che ha il pregio di ricollocare le difficili vicende umane, sanitarie e giudiziarie di tante persone
nel solco aperto dalla Riforma Basaglia, quella stessa
riforma – certamente degna ancor oggi di questo
nome – che in modo assolutamente coraggioso nel
1978 aveva tracciato una via nuova per affrontare
la malattia mentale ed aveva posto “fuori legge” gli
ospedali psichiatrici civili, introducendo nel sistema
sanitario e psichiatrico italiano approcci e metodi
alla malattia mentale non segreganti, non totalizzanti e, soprattutto, finalizzati alla promozione di
un’inclusione sociale piena ed efficace della persona.
A questa rivoluzione, di non facile e rapida applicazione, erano sopravvissuti i dinosauri degli Ospedali
psichiatrici giudiziari, luoghi destinati a internare i
cosiddetti prosciolti, quelle persone cioè autrici di
reati e dichiarate totalmente incapaci di intendere e
di volere (o semi-inferme di mente) che mantenessero una qualche pericolosità sociale. Rimanevano in
piedi strutture di fatto già chiuse, ma che risultavano
strumentali a un problema estremamente complesso
e difficile da gestire.
Per oltre trentacinque anni sono stati dunque tollerati
luoghi ambigui, a metà tra l’istituzione giudiziaria
e l’istituzione carceraria, ancora segreganti e totalizzanti, e certamente solo in minima parte capaci
di generare percorsi di reale inclusione sociale. Le
responsabilità degli insuccessi registrati nella fase di
reinserimento sociale delle persone internate hanno
paternità diverse, non è sufficiente imputarle all’Amministrazione penitenziaria e al sistema sanitario tout
court, tuttavia quel tipo di struttura costituiva un alibi
per molti: per coloro che invocavano solo sicurezza;
per quanti sul territorio avrebbe dovuto farsi carico
di percorsi terapeutici e di reinserimento certamente
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la predisposizione dei programmi terapeutici individuali e l’eventuale inserimento in strutture sanitarie
intermedie per quanto già avviato per molte situazioni, richiederà ancora molto lavoro; talune Regioni
inadempienti potrebbero essere, così come prevede
la legge, commissariate; la stessa Magistratura di
sorveglianza dovrà procedere a valutazioni e decisioni
diverse da quanto abituata a fare, in base alle nuove
possibilità di risposta previste dal legislatore per le
persone in esecuzione di una misura di sicurezza.
E tuttavia, nonostante tutte le incertezze, gli Ospedali
psichiatrici giudiziari hanno concluso la loro corsa.
Si volta pagina!
Saverio Migliori
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Una gita fuori porta
(2ª parte)
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assa qualche settimana, poi un mese e ci si
accinge ad affrontare un nuovo viaggio. In
famiglia si era deciso di andare a trovare papà
una volta al mese data la distanza fra Trapani e questa Cerinola, posto desolato e lontano. Nel secondo
viaggio, in treno, riconosce un ragazzino calabrese
che aveva incontrato nel viaggio precedente e che
lo aveva poi rincontrato alla portineria del carcere
mentre erano in attesa di entrare durante le verifiche
di riconoscimento.
Gli sguardi si erano incrociati, le mamme si erano
salutate e avevano fatto conoscenza; in questo secondo viaggio le mamme si scambiarono un po’ di
argomenti comuni e si tenevano compagnia e così a
loro volta anche i ragazzini. Giovannino e il nuovo
conoscente si scambiarono un po’ d’amicizia anche se
con qualche riserva da parte di Giovannino e lo stesso
anche da parte del ragazzino calabrese, il quale non
faceva altro che dire a Giovannino che la Calabria era
il posto più bello del mondo quasi fosse l’ombelico del
mondo, e anche con parecchia presunzione; come la
stessa Trapani era per Giovannino con un crescendo
di campanilismo infantile. Mentre le mamme continuavano a parlare di “peso pacco” e di cose consentite
o meno da poter portare ai loro congiunti in carcere.
Passa qualche settimana e mamma ha notizia che il
papà è stato trasferito in un altro carcere più a nord,
a Velletri, un posto mai sentito nominare da Giovannino e che a stento compare sulle carte geografiche.
Un’altra odissea; è un posto poco più a sud di Roma
ma lo stesso parecchio distante dai collegamenti
diretti dalle maggiori città. In questo caso papà ci
aveva messo del suo in questo trasferimento. In
carcere, prima aveva litigato con un altro detenuto e
poi con gli agenti penitenziari; e così, come da prassi,
era stato trasferito. Tutto ciò a scapito della famiglia
in quanto per lui un carcere vale un altro mentre per
la famiglia che deve stargli dietro diventa un grande
sacrificio. Una distanza più lunga, un nuovo luogo
dove recarsi, più disagi, più spese. Per andare a Velletri
aveva dovuto anche pernottare; così Giovannino ci
era andato sì in albergo, ma lo aveva visto soltanto
di striscio perché vi avevano trascorso solo il tempo
necessario per dormire e poi ripartire in tutta fretta.
Passarono quasi due anni dall’arresto di papà e tra il
“ora esce” e le promesse non mantenute degli avvocati, arriva una condanna abbastanza pesante per il
papà di Giovannino e con essa una nuova condizione
penitenziaria: il papà viene sottoposto alla normativa
del 41-bis (condizione penitenziaria aggravata che
prevede un’ora al mese di colloquio, poter dialogare
con in parenti solo attraverso un vetro divisorio e per
i minori di 10 anni solo 10 minuti di contatto diretto
con il proprio genitore); per questo motivo il papà di
Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
Giovannino viene trasferito in un nuovo carcere nel
nord Italia, in un altro paese fuori dal mondo, Tolmezzo. Per arrivarci da Trapani ci vogliono minimo
due giorni; non vi è un collegamento diretto né in
aereo né in treno.
Queste esperienze di viaggio per la famiglia non sono
per niente usuali e chiare fin quando non le affrontano
di persona; ma per Giovannino è soltanto un’altra
esperienza. A Giovannino viene detto che per arrivare
da papà dovranno prendere l’aereo, poi prendere un
auto a noleggio per arrivare a questa Tolmezzo.
Il fatto di prendere l’aereo fa sentire importante Giovannino e questa cosa la esterna anche ai compagni
di scuola e si sente un superman. Cavolo, prenderà
l’aereo! Arrivato il giorno della partenza da Trapani,
solita trafila in treno fino a Palermo; da Palermo in
aereo fino a Venezia e da Venezia a Tolmezzo in auto
presa a nolo. Notte in albergo e l’indomani si va al
carcere. E poi: boom! Un impatto tremendo con una
realtà del tutto sconosciuta (se non vissuta). La famiglia vede il capofamiglia attraverso un vetro spesso
dieci centimetri e per poterci parlare lo devono fare
attraverso un microfono in una stanzetta piccolissima
e possono dialogare quasi solo a gesti o ad alta voce
sotto l’occhio vigile di una telecamera e poi, quasi
alla fine dell’ora, solo la sorellina di Giovannino può
salutare il papà abbracciandolo e lo deve fare attraverso una buca praticata nel vetro divisorio a mo’ di
finestrella che viene aperta dagli agenti e che solo la
piccola può attraversare.
La piccola si rifiuta, ha paura di andare da sola con
gli agenti e attraversare quel buco e non riesce a
staccarsi dalla mamma la quale non può accedere in
quella saletta con la finestrella aperta. La famiglia
rinuncia a quei dieci minuti perché sarebbero vissuti
in modo molto drammatico e traumatico dalla sorella
di Giovannino. Ma tanti padri non fanno rinunciare
i loro figli e in modo egoistico fanno fare questa
esperienza ai piccoli, inconsapevoli del danno che
possono provocare. Il vero colpevole di tutto questo
soffrire è il papà che egoisticamente impone alla famiglia di vedere i piccoli e pretende che ciò sia una
cosa normale e che il debole è il piccolo.
Ma il vero debole è l’adulto che costringe i piccoli a
tutta questa sofferenza nel far fare tutti questi viaggi
massacranti e non potersi godere nessuna affettività.
Giovannino cresce in fretta con queste esperienze,
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crolla il bambino e diventa ometto e lo diventa più
forte di altri perché ha avuto delle esperienze di sofferenza e poi ha imparato la geografia dell’Italia in
modo diretto anche se lo ha fatto praticando turismo
penitenziario, vedendo nuovi posti ma senza visitarne
alcuno; ha imparato a leggere gli orari ferroviari e
aerei, le segnaletiche stradali attraverso i vari taxi che
ha preso, ha imparato a distinguere le tute da lavoro
dalle divise e che i carceri sono tutti uguali, fatti di
ferro e cemento. Giovannino non va più da papà,
non si interessa più di geografia sulla cartina d’Italia
dell’aula di scuola; ormai quella la sa a memoria.
Giovannino è stato in così tanti posti, ne ha visitati
venti di carceri. Papà ha il fine pena mai. Giovannino
adesso ne ha più di venti di anni, è diventato adulto
e non ha più voglia di visitare quei luoghi; anche la
mamma e la sorellina sono stanche di correre dietro
a quest’uomo.
Ormai i colloqui sono ridotti a due all’anno, solo a
Natale e a Pasqua. Giovannino ormai conosce tutta
l’Italia ma non conosce il Colosseo, né Pompei e
nemmeno il duomo di Milano; come non conosce
Rimini o Riccione d’estate; ma riconosce le donnine
dai facili costumi che non sono bagnanti che vanno
al mare.
Giovannino è ormai Giovanni per tutti e si racconta
lasciandosi andare ai ricordi di questi viaggi fatti per
turismo penitenziario. Giovanni ha imparato a distinguere i ragazzini che viaggiano per divertimento
da quelli che viaggiano per necessità penitenziaria.
D’A.
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F
Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
L'ultimo internato
di Montelupo
in dai tempi dell'università ho
letto molto, incuriosito degli
spunti colti dagli studi liceali.
Certamente c'è una vasta platea di
illustri scrittori e intellettuali che nei
secoli e in particolar modo nei regimi
totalitari hanno passato anni tra confini, prigioni e manicomi. Forse i più
conosciuti posssono essere Voltaire,
Dostoevskij, Diderot, Curzio Malaparte, Carlo Levi, per non citare i
politici di quasi tutti gli schieramenti
ed epoche sia antiche, Cicerone e Seneca su tutti, e moderne, Napoleone per antonomasia;
e contemporanee da Hitler a Stalin, Lenin e Trockij,
Fidel Castro, Ghandi e in particolar modo quelli italiani: Gramsci e Pertini prima, e con il ribaltamento
dei ruoli, Galeazzo Ciano e Benito Mussolini, con
tanto di fucilazioni più o meno sommarie, giuste o
ingiuste che siano state.
La politica non ha mai scherzato, ma mai, dico mai,
mi sarei immaginato di
essere a mia volta prima
confinato, poi carcerato e infine internato.
Certamente do consapevolmente fastidio a
delle associazioni per
delinquere che vogliono
"governare" il paese così
come la loro esistenza mi
reca disturbo. Io non ho
paura di fare la guerra;
bisogna capire solo quali strumenti debbano essere
utilizzati. In fondo anche nei duelli si poteva scegliere
l’arma da quella più primordiale a mani nude a quella
più raffinata con pistola e fioretto.
Il galateo moderno imporrebbe il diritto e il codice
penale; peccato che se il tuo sfidante è un giudice puoi
stare certo che i padrini sono tutti
dalla sua parte, mentre il pubblico
è tutto dalla tua. Ed è così che denunciando una giudice che avevo
frequentato per divertimento nel
2006 mi sono ritrovato in un percorso che come dice qualcuno o
mi porterà alla morte e ad anni di
sofferenze o alla Presidenza della
Repubblica. Tutto dipende dagli
eventi che però sono dalla mia
parte in quanto il sistema che ha
voluto nuocere è destinato come
sta già facendo ad implodere economicamente e tutti
questi cari burocrati a essere bollati dalla storia come
meritano o meglio più esplicitamente dei ladri, dei
drogati, degli spacciatori, degli assassini, delle puttane, mentre io, figlio dell'Italia che lavora, a vivere
nella gloria dei secoli e a essere esempio per le nuove
generazioni.
Ma tornando ai fatti posso solo dire che durante questa
liason ho capito che questa donna dalla doppia vita si
divideva tra aule di tribunale a giudicare poveri cristi
perchè solo quelli oggi in Italia sono in carcere, giusto per ricordare alla cittadinanza che qualcuno vive
dietro le sbarre, e festini a base di cocaina con tanto
di cubi e luci insieme ad avvocati e ufficiali dell'arma,
che fin dai tempi dei film
di De Sica non hanno mai
trascurato il gentil sesso
ma nel tempo perdendo
sempre più classe.
Non volendo essere coinvolto in tali passatempi,
mi sono trovato a essere
pesantemente minacciato
in virtù del suo ruolo di
magistrato rivestito. E
allora? Io lo Stato sono
Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
abituato a guardarlo dall'alto visti anche i trascorsi dei miei avi che si sono
imposti su tutti dai nobili con la rivoluzione industriale, ai nazisti, durante la
seconda guerra mondiale. Dopo essermi
confrontato con Mario Sossi, persona
esemplare oltre che eroe nazionale,
presentai una querela alla Procura il cui
capo osò deridermi in un incontro informale e preliminare che avevo intrattenuto con lui qualche giorno
prima. Peccato che immediatamente la mia denuncia
viene illegalmente trattata come " atto non costituente
reato" e anzi fotocopiata e consegnata alla donna che
mi controdenuncia, su suggerimento dei colleghi, con
l'intento di farmi ritirare quanto avevo presentato e
intaccare la mia credibilità, che per definizione presso
l'opinione pubblica è inossidabile. Nasce così un percorso di tortura giudiziaria alla quale vengo sottoposto
con ben venti provvedimenti rivolti alla mia persona e
di quanti siano vicini a me, tra i quali quattro perizie
psichiatriche, un domicilio coatto a Sestri Levante
a mie spese, revocato grazie all'intervento di Giulio
Andreotti, accerrtamenti fiscali, comitati provinciali
di sicurezza, perquisizioni domiciliari, radiazione
dall'albo degli avvocati del dott. Sossi mio legale
difensore, quattro mesi di carcere e infine il manicomio criminale a Montelupo, nel momento in cui
deve chiudere. Certamente la mia ambizione o il mio
progetto politico di candidarmi alle elezioni regionali in Liguria ha allarmato il sistema che ha reagito
cercando di bloccarmi, sottoponendomi a una quarta
perizia psichiatrica in assenza di qualsiasi giustificazione visto che anche l'esito delle prime tre mi hanno
dichiarato perfettamente capace e in buona fede, che
mi ha diagnosticato un "grave disturbo complesso di
personalità" che non esiste in psichiatria, che a detta di
un CTU -non iscritto all'albo dei periti del tribunalemi renderebbe semi infermo e pericoloso socialmente
e inattendibile dal punto di vista giudiziario.
È inutile sottolineare che questa tesi è stata smentita nero su bianco sia dagli psichiatri del carcere di
Marassi che da quelli dell'ospedale psichiatrico che
non mi hanno mai prescritto nemmeno una goccia di
calmante. Durante la mia prigionia ho ricevuto molto
affetto e vicinanza da tutti, sia da dentro che da fuori
delle sbarre in quanto non mancano mai interessamenti, lettere e tante iniziative sia giudiziali che extra,
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come una pagina di facebook “Liberate
Carlo Carpi” interventi TV, giornalisti e
manifestazioni.
Per legge l’OPG dovrebbe chiudere, per
mia fortuna, e vedremo cosa succederà,
visto che adesso abbiamo le prove documentali che a quei festini, ritratti in
diverse fotografie inequivocabili, erano
presenti anche dei pregiudicati per spaccio di cocaina
e di tutto questo i magistrati ne erano consapevoli
fin dall’inizio, così come
sapevano molto bene che
anche terze persone a me
ignote presentarono le
stesse querele per gli stessi motivi contro le stesse
persone che stranamente
venivano sempre insabbiate così come lo sono
state tutte le indagini su
cocainomani assassinati in
Liguria da 10 anni a questa parte; proprio da quando
la contessa Vacca Augusta venne ripescata in Costa
Azzurra dopo un volo di oltre 40 metri dalla terrazza
della villa Altachiara a Portofino.
Carlo Carpi
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Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
RICCARDO GATTESCHI
Le Poesie
Riccardo Gatteschi
LA GABBIA DEI MATTI CATTIVI
la gabbia
dei matti
cattivi
Storie di vita e di persone in
Vent’anni di volontariato
all’Ospedale Psichiatrico Giudiziario
di Montelupo Fiorentino
vero, il carcere, l’OPG
sono posti in cui non
è possibile chiudere gli occhi,
e Riccardo Gatteschi, senza
fronzoli o falsi pietismi,
ci insegna, con il suo
quotidiano esempio di
volontario, che non solo non
si possono chiudere gli occhi,
ma che dobbiamo aprire
anche i nostri cuori e la
nostra mente, perché un’altra
possibilità sia comunque
sempre da cercare anche
per “i matti cattivi”.
Dalla prefazione di
Tenerezza
Più che guardarti
cerco di spiare se sulle labbra
torna quel sorriso,
se quello sguardo è ancora illuminato
dal velo nero di tristezze antiche
che sollevammo quando al primo sole
raccoglievamo soli nel profumo
su steli assurdi e fini di speranza
fiori di nubi.
Se ti guardo….. quanta tenerezza.
NARDINI EDITORE
Sempre più lontano
svanisce l’eco delle nostre voci.
Perso nel vento che spazza la memoria,
da tanto tempo più non ci parliamo
con la franchezza che usavamo allora,
quando la sabbia intenta ad ascoltare
sempre più lieve intorno a noi
zittiva nastri di spuma.
Se ti sento…. quanta tenerezza.
NARDINI EDITORE
abato 20 giugno in un salone del Museo della Ceramica di Montelupo è avvenuta la presentazione
ufficiale della terza edizione del volume “La gabbia dei matti cattivi”. Il lavoro di Riccardo Gatteschi
è stato pubblicato una prima volta nel 2010, l’anno successivo ha avuto una seconda edizione ed
ecco adesso la terza, riveduta, ampliata e arricchita da una trentina di immagini eseguite dagli internati
dell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo.
In quell’Istituto, da quasi 20 anni, si realizza la rivista che avete in mano; è il periodico più longevo fra quelli
che si pubblicano nell’universo carcerario italiano. Chi desiderasse aiutare la redazione di Spiragli a rimanere
attiva anche dopo la chiusura dell’OPG (perché i malati - con la scomparsa dell’Istituto - non guariranno
miracolosamente, ne tantomeno scompariranno), può farlo con contributi e donazioni indirizzati a:
C.R. FIRENZE - AGENZIA 26 - IBAN: IT72M0616002826000012433C00
di Alessandro Flocco
È
Antonella Tuoni
S
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Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
Di nuovo solo in mezzo alla natura
ribelle al giorno, amico della notte
resto a contemplare il vuoto del mio petto.
Scintille d’oro tiepide di luna
bisbigliano frementi sopra un’onda
per un istante.
Poi con gli occhi chiusi
diventano gabbiani addormentati.
Tu pure stai sognando nel tuo mondo
che solo a me solevi raccontare.
E nel tuo respiro…. quanta tenerezza.
Il silenzio
Qui, adesso pesa il silenzio;
pesa come roccia sulla terra
come neve addormentata sui rami.
Il silenzio spesso amato
cercato fra i rumori del giorno
o nel sicuro arrivare della notte.
Adesso ha sete il silenzio
come pianta inaridita
che aspetta la pioggia
costretta al dominio del vento.
Rimane aggrappato all’attesa
il silenzio.
Vorrebbe sentirsi toccare
e stanare parole dalla tua bocca
incolpevole… assente.
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I
Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
R.E.M.S.
l mese di marzo è già passato, in merito alla chiusura degli OPG; chissà se i loro signori di ogni
singola regione avranno provveduto a costruire
le nuove accoglienze che prenderanno gli ospiti provenienti dagli OPG.
Dopo aver avuto proroghe per costruirli, attualmente
non ce n’è uno costruito per ogni singola regione.
Io mi domando: le ASL o il Servizio Sanitario Nazionale, vogliono sempre euri per provvedere alle
esigenze che si prospettano (o carenze), ma come
mai non rispettano le leggi prendendola con comodo?
Tanto loro sono in poltrona!
E né chiedono per costruire nuovi ospedali che attualmente funzionino come tutti sappiamo (facciamo
delle eccezioni), e abbandonino strutture fatiscenti;
ma almeno le vendessero per risanare le casse e destinarli per altri scopi più utili piuttosto che tenerli lì
per fare delle macerie con l’incuria del tempo. Poi ci
sono delle strutture già costruite (nuove), lasciate in
abbandono per esigenze logistiche e necessarie alla
popolazione e mai finite.
Ricordatevi che sono soldi pubblici che vi permettono
di fare quello che volete, peraltro senza concludere
niente a favore della gente che ha necessità.
Il Ministro della Sanità, i sottosegretari e tutti gli
esperti che lavorano al Ministero: qui a Montelupo
c’è una sezione che si chiama Ambrogiana disponibile per trasferire il Ministero della Sanità, dotata di
ogni confort, auto blu per andare a Firenze a vedere
la bellissima città d’arte o, come preferite, si può andare a vedere la bellissima Toscana. Poi avete anche
la possibilità di soggiornare nel complesso mediceo.
Ah, dimenticavo: c’è un giardino uguale a quello della
Reggia di Caserta per fare passeggiate e meditare.
Ormai Roma la conoscete bene ed è giusto cambiare
per rendervi conto che piuttosto che non fare niente
è giusto vedere le bellezze d’Italia. Vedrete che nella
nuova sede vi troverete bene, è molto accogliente e
ospitale. Vedrete che nella nuova sede vi viene voglia
di risolvere i problemi della Sanità, che c’è moltissimo
da fare; bisogna pure incominciare da qualche parte.
Qui l’ispirazione vi viene, come è venuta a molti
artisti.
Poi qui vicino c’è la città di Renzi, un altro buono
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Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
re (dipendente ASL) di
nome Giada che è capace
ed è da promuovere come
capo nel settore delle attività professionali, nei nuovi
REMS; senza indugio!
Poi devono fare una legge per gli strizzacervelli.
Perché ogni relazione che
fanno o i loro scritti che
fanno nelle cartelle cliniche non hanno nessun tipo
di controllo. E sappiate
che chi ha a che fare con
la Giustizia si ritrova delle
sorprese che si ripercuotono in sentenze penali o
proroghe senza che l’interessato ne sia a conoscenza.
Ogni singola relazione degli strizzacervelli deve
essere sottoposta a verifica da un esperto (al di fuori
del circuito) per accertare la veridicità! Primari e
gente compiacente, provateci voi, che fate costruire
T
gli ospedali nuovi. Che attualmente la gente affolla le
corse addirittura con le barelle delle ambulanze. Ma
rendetevi conto a che punto siamo arrivati!
La vita bisogna viverla anche se è difficile; bisogna
avere forza per andare avanti.
Tutti i colori del buio
Bruno de Petris
utti i colori del buio è la vicenda di un ragazzino di 8/9 anni che commette
un errore madornale. Uccidere con la fionda un cardellino. Essendomi accorto
di aver ucciso un animale sacro, ho pianto….
(che vi farà da Cicerone), che promette e prende in
giro la gente; per esempio l’aumento di 80 euro alle
pensioni minime eccetera, eccetera. Basta con i vitalizi
e gli stipendi e le varie spese. Destinate quei soldi per
altri scopi, siamo in recessione. Voi dovreste essere i
primi a dare l’esempio non prendendo euri da tutte
le parti per mantenere un sistema che va riformato
in tutti i settori.
In questo mondo di ladri…. Cantava Venditti.
Le REMS, come prevede la legge, devono avere
personale specializzato e buono, non fannulloni con
attività che distraggono il paziente, non quelle futili!
Mi raccomando, che non si faccia vegetare la gente
come attualmente accade nel settore psichiatrico che
fanno niente! Bisogna recuperare il “malato” per una
nuova vita.
Vi segnalo una brava ragazza che opera nel setto-
Viene la notte, la notte nera…
con ali di corvo vola leggera…
Viene la notte, la notte scura
e viene l’uomo che fa paura,
viene viene con passi furtivi
per i bambini che fanno i cattivi
quanto è nera non si può dire
viene dal buio, non lascia dormire.
Ma chi è che ti corre dietro
in questo buio orrido e tetro?
Chissà? Non importa, pensa a scappare.
Corri più in fretta, non inciampare
perché se cadi per te è finita:
viene la morte fugge la vita.
Francesco Letteri
14
Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
Le Poesie
di Corrado Pane
Sole
Sole, radioso e coraggioso
all'ombra dei miei silenzi,
fondimi da questa vita ribelle.
Sole
che appari tra le onde dell'orizzonte
innalzami tra i potenti umili
per abbattere le piaghe dei poveri.
Sole
che irrompi tra le nuvole
irradia il mio cuore
regalami due raggi e imparerò anch'io ad abbracciare,
a dare e non solo a ricevere
a ridere senza più solo piangere
ad amare per smettere di odiare
a vivere senza più dover sperare...
Dedicata a Loris
…. eri da poco germogliato
senza veli o macchie d’ombra.
Sfoggiavi la prima essenza di vita.
Tutto ciò che volevi era solo seguire il corso della natura.
Sorridevi felice abbracciando i primi raggi di sole
mentre il vento espandeva nel mondo il fresco sapore della tua bellezza.
Da quel cielo immenso ti bastavano due gocce
per alimentare la tua sete di contemplare la vita.
Quel giorno però di pioggia ne cadde troppa
e l’unico fiore che poteva contenere e proteggerti dall’eccesso
aveva petali ancora troppo fragili perché non ha voluto rispettare
i tempi della natura. Senza colpa ha bagnato il tuo germoglio
rimanendo così senza ossigeno.
Piccolo germoglio, continuerai a crescere e diventerai il fiore più bello
dell’infinito giardino celeste.
Grazie germoglio Loris, riposa in pace
15
Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
Le Poesie
di Vicente Ie Sainte
El mar
Mas amor
d’Alma
El gusto personal vive
De heroes que rompen frontieras
Un grito y canto vive.
J quando la manana
J lo lunavo glicial
De vasos panuelos
Que un carmin celeste siente.
El poema
Un poema escribamos
Los desuaides clavos
Del puente de Brooklin
En la camisa blanca
Del Tamesis y asombra
Tinta y cordon de papel
Y luces del pantalon
Su white face nace,
la burbuja redonda
de un pensamiento o joya
cruce ondo de rosas
la nada y la magia.
Un poema scriviamo
I disordinati cavi
Del ponte di Brooklin
Nella camicia bianca
Del tamigi e meraviglia
Scritta e cordoni di carta
E la luce del pantralone
Su white face nasce,
la bolla rotonda
di un pensiero o gioiello
incrocio profondo di rose
il niente e la magia.
Il gusto personale vive
Di eroi che rompono le frontiere
Un grido e un canto vive.
Y de
amor
…y de amor te sigo
Sentir en el rocio
Del beso fui te
Amo
Y llevo tu carme
En el dedo de tu
Alma
Amada mia del
Alma.
El camino fresco
Y celeste del
Corazon que oye
Mi eco
Enamorado.
A Guido
Gozzano
En el mundo vendiendo huevos
Huyendo de un enemigo,
genial poeta italiano
que su cultura conoce
seriejante vida asoma
y actores sepa el corazon
Nel mondo vendendo uova
Fuggendo da un nemico
Geniale poeta italiano
Che la sua cultura conosce
Simulando la vita guardando
Gli attori che ascoltano il cuore.
16
Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
Le Poesie
I “Camorfisti”
Eravam in tanti
Giovani e aitanti
Spesso arroganti
In realtà molto ignoranti
E prepotenti
Ma perché
Ci credevam potenti
Anzi onnipotenti
Oggi dico solo deficienti.
Credevam all’onore,
uccidevam per rancore
che confondevam con l’amore.
Eravam in tanti
Giovani e prestanti
Sempre scattanti,
molto violenti.
Lottavam per mostrar
Alla sorte
Chi fosse il più forte.
Ma siamo andati tutti incontro alla morte
E chi di noi l’ha scampata
È stato fortunato ma
Da decenni vive
Murato.
Anonimo
17
Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
di Antonio Dolceamore
Viaggio
Un
incontro
Galeotto
Fu l’amor
Fugace
Ch’ella avea
In cor
E non potea
In alcun modo
Dimostrar
L’amato suo
Nascosto
Al mondo
Intero
E ad ogni costo
Con la fede
Al dito
Nel dir
D’aver
Tradito
Colore.
Il bene
Si distingue dal male
Perché non viene
Visto con gli occhi
Della mente
Ma con quelli
Del cuore.
Una
donna
Per amore
Ti può donare
Il cuore
Ed il suo corpo
Nel suo calore
Con un sorriso
Del suo umore…
Ma se le torci
Un pelo
Nel suo dolore
Resterà
Per sempre
Sua l’anima
Triste, cupa e
Grigia nel suo
colore
Con la mia mente
Che infinitamente
Sempre presente
Mi trasporta
In un mondo
Trasparente
Lontano
Concretamente
Dal mio essere
Normale
E indifferente
A questo luogo
Più che sia anormale
È indifferente.
OPG!
Nella
vita
Se ti scappa
Una lacrima
Non la sopprimere
E lasciala
Sfogare nel vivere
Senza privarti
Di sorridere
Perché dopo
Il pianto
Di ciò che non
Ti ha dato tanto
Non hai rimpianto.
18
Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
Visitatori e non…
Una coccinella a Sollicciano
O
re 14:00 spaccate. Il sole caparbio e incerto
mi becca di sguincio il viso, dopo che tutta
la mattina la mia testa è stata bagnata da
un’ acqua fresca e fina di un autunno tropicale. Il
carcere di Sollicciano. Ero là davanti a quella scritta
“ingresso” che divideva in due il mondo: visitatori
e non. Puntuale come non mai, soltanto come uno
svizzero sa fare, avevo appuntamento con i miei amici
della Comunità di Sant’Egidio per poter accedere, per
la prima volta nella mia vita, al carcere della città di
Firenze, dove vivo da sette lunghissimi anni. In effetti
avevo già visitato, in veste di Educatore Professionale
in obbligo formativo, i carceri di Roma e Bologna,
quando ad un tratto una coccinella nera e rossa,
simbolo antico di buon auspicio, sia per i colori che
per la forma, mi si poggia sulla mano destra per poi
poter intraprendere un volo disinvolto ed elegante.
Quel volo era indice di quello che stava per iniziare in
quel giorno che avrebbe segnato la mia vita: l’incontro
con Suezann Bosler, testimonial di “Cities for Life”,
campagna internazionale promossa dalla Comunità
di Sant’Egidio per l’abolizione della pena capitale e
la moratoria universale delle esecuzioni. Sant’Egidio
è entrata per la prima volta nei bracci della morte
attraverso una corrispondenza epistolare iniziata
con un detenuto nel Texas, Stati Uniti, un giovane
afroamericano, Dominique Green, per raggiungere
oggi oltre 1500 detenuti, con cui ha consolidato una
profonda solidarietà che talvolta ha consentito la loro
stessa salvezza. Recentemente anche la Chiesa Cattolica, attraverso le parole del pontefice, si è espressa
a favore di condizioni carcerarie che garantiscano il
rispetto e la dignità umana dei detenuti, in particolare
sottolineando quanto l’ergastolo rappresenti di fatto
una pena di morte coperta. Di fatto nello stato della
Città del Vaticano l’ergastolo è stato abolito.
Diamo un calcio
alla pena di morte
Quest’anno, mi spiega uno dei responsabili di
Sant’Egidio a Firenze, quasi 2000 città di 98 paesi
del mondo hanno aderito all’iniziativa “Città per la
vita”: l’illuminazione di un monumento o l’organizzazione di un evento per ricordare nella data del 30
novembre, giorno emblematico in cui venne sospesa,
per la prima volta al mondo, la pena capitale nell’anno
1786 in Occidente, nel Granducato di Toscana. Fra
le città aderenti segnalo Montréal, Ginevra, Berlino,
Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
Atene, Riga, Manila, Lisbona, Madrid e molte altre
capitanate da Roma, che ha scelto di illuminare, per
il tredicesimo anno consecutivo, il suo monumento
per antonomasia: il Colosseo, luogo che più di 2000
anni fa era teatro di morte oggi è invece un simbolo
nuovo, di speranza e di vita.
E a Roma non poteva mancare un testimonial d’eccezione, conosciuto al mondo quasi quanto l’Anfiteatro
Flavio, la bandiera della squadra giallorossa capitolina, Francesco Totti, testimonial di uno spot che sta
dilagando su YouTube “insieme a me e alla Comunità
di Sant’Egidio diamo un calcio alla pena di morte”.
A 250 anni dai “Dei Delitti e Delle Pene”, di Cesare
Beccaria, l’uomo ha capito solo al 51% ! Sì, perché
all’ONU solo poco più della metà dei paesi ha applicato la risoluzione votata dall’assemblea generale il
18 dicembre 2007 intitolata “moratoria sull’uso della
pena di morte”.
Non c’è giustizia senza vita, chi salva una vita salva
il mondo intero, occhio per occhio rende il mondo
cieco, queste grida risuonano ovattate tra le pareti di
tutte le prigioni del mondo, servono un coro di voci,
che si facciano sentire, perché rompano il timpano
del silenzio delle sbarre vuote delle celle.
A Sollicciano la fermata
è stata soppressa
Ma torniamo a Suezann. Un’esile donna sospinta
dalla forza debole della fede, capace di riconciliarsi
con il suo aggressore nonché carnefice del padre,
ma soprattutto capace di perdonare l’Uomo sino a
saper intercedere per lui ottenendo la salvezza della
vita dell’omicida e con esso di tutto l’essere umano,
tutto questo possibile grazie alla fede e alla speranza
dell’amore che tutto può e che tutto sopporta: questo
l’insegnamento del padre, il reverendo Billy, massacrato negli Stati Uniti, in Florida a Miami alcuni
anni fa.
La sensazione che avevo mentre la polizia penitenziaria ci accreditava per poter entrare con l’Art.17 era
quella di chi aveva tutto il mondo dalla propria parte.
Un piccolo pugno di persone, per lo più composto
da donne, non più nemmeno tanto giovani, e da
uomini di religione e di buona volontà. Di fianco a
me l’Imam e il parroco ortodosso rumeno di Firenze,
alcuni rappresentanti del buddismo Soka Gakkai, il
19
cappellano e la vicedirettrice del carcere.
Attraversavamo i tratti interni del penitenziario con
fare determinato, ignari di ciò che avremmo trovato.
In questo pomeriggio tutto il mondo si è unito attorno a noi come in un abbraccio, il cielo sopra il mio
capo era uguale nel mondo intero da Est a Ovest e
da Nord a Sud, anche se, come canta Francesco Guccini, “il cielo là in prigione non è cielo ma è soltanto
qualcosa che riveste”. Nonostante tutto il mio corpo
si sentiva pesante, oppresso, quasi asfissiato da quelle
pareti lisce interminabili, da quelle grate costrittive e
gelide e da quei cancelli mobili, solo per i visitatori,
per chi è detenuto invece sono porte invalicabili,
mentre me li lasciavo scorrere alle spalle.
Dopo aver attraversato il passaggio verso la VII sezione siamo giunti alla Sala Cinema predisposta per
l’incontro. Più di 250 detenuti, del femminile e del
maschile, sono giunti per l’incontro, in maniera composta e ordinata, guidati dai loro carcerieri. Noi con
loro seduti l’uno accanto all’altro, attorno a noi solo i
poliziotti penitenziari a far da cordolo di sorveglianza.
Con un coinvolgimento all’Americana, del tipo “hey
man”, e un dolce sorriso, Suezann, attraverso poche
parole dirette e giuste è riuscita a conquistarsi uomini
e donne che sembravano rassegnati alla durezza e
all’isolamento del penitenziario.
Mentre esco, commosso, col cuore in frastuono mi
domando ma perché a Sollicciano la fermata del bus
dell’ATAF è stata soppressa?
Emiliano Proietto Educatore Professionale
per conto della Cooperativa Sociale G. Di Vittorio Onlus
c/o il Centro Affidi e Adozioni del Comune di Firenze,
è Consigliere ANEP Toscana fa parte
della Comunità di Sant’Egidio: [email protected]
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Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
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Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
Il fumatore
C'
era una volta un fumatore, che si fumava dai quattro
ai cinque pacchetti di sigarette al giorno di fila per
due anni. Se non fosse per un angelo blu e la buona
infermiera Meri ci lasciavo le penne. Le guardie hanno chiamato
subito l'ambulanza e mi hanno portato subito in ospedale. In
ospedale mi hanno trovato i polmoni intasati di nicotina e il
cuore debole. Hanno incominciato a bucarmi nei polsi, con le
punture, i prelievi del sangue, la vena (orticaria) che mi ha dato
molto fastidio. Sono stato dodici giorni ricoverato e piantonato
dagli angeli blu. Hanno avvertito anche mia madre e di corsa ha
preso l'aereo ed è rimasta fino a quando non mi hanno dimesso.
Adesso tutti mi dicono: "come hai fatto?" "con un po’ di buona
volontà". Adesso sono tre mesi che non fumo e mi da fastidio
anche l'odore del fumo o l'alito di chi ha fumato. Da quando
ho smesso di fumare sono rinato e con il passare del tempo mi
sentirò sempre meglio e con il passare del tempo sarò sempre
più forte sia di salute che di fisico. Do un consiglio ai fumatori:
smettete di fumare perchè la sigaretta è come una droga, è come
una brutta bestia. Smettete di fumare
Francesco Loi
La solitudine...
senza Mary
A volte, troppe volte, diventa atroce…..
Stasera la cella sembra più piccola…
Il soffitto, le pareti, la luce, tutto mi opprime…
Il cuore, il mio cuore, soffre, si torce, ama…
Ma non può dimostrarlo…
Una carezza, un bacio, un respiro…
Nulla di umano in questo scantinato…
Solitudine fa rima con altitudine,
eppur più in basso non si può…
Respiro affannoso, pensiero tortuoso
anima ribelle in cerca di pace
mente clemente col cuore ballante
ma tu, solitudine, ti prendi tutto lasciandomi soffrire
ma vorrei dirti che il mio tormento
non potrà mai essere la tua Felicità.
A.d.T.
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Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
Pensieri
I miei sogni
I
miei sogni sono tuttora per la vita; quando
mi sveglio sono dentro una cella di un posto disgustoso. Sai, molte volte mi capita di
guardare nel sogno e sogno di andare a letto dopo
colazione; invece quando mi sveglio, mi risveglio
in una branda e la colazione passa dopo più d’un
ora e non mi rimane che ingoiare l’amaro in bocca
anziché un dolce cruassan.
Ordinaria follia
Non è certo la mia.
Questa ordinaria follia.
Q
ua c’è gente che ragiona da sola, si fa
la domanda e si da anche la risposta.
C’è gente che vive per fumare o per un
goccio di caffè, gente che si vende il vestiario
per un paio di auricolari; c’è gente che vive per
ingoiare la terapia. Non sono certo io. In questo
girotondo di anime dannate ci devo convivere
e a me questo non fa vivere e neanche pensare
questa povera gente, ma mi fa pensare alla mia
vita e alla convivenza forzata e alla disperazione
che mi da il fatto di essere chiuso in un posto che
non mi merita e che per legge dovrebbe essere
chiuso. Oltre ad essere un peso per lo Stato e per
i contribuenti che pagano le tasse per un’Italia
giusta e decente. Molte volte non mi rimane che
pensare che i dementi sono i medici che non
fanno altro che somministare farmaci a dementi
peggio di loro e che lo fanno solo per prendere lo
stipendio a svantaggio di questi poveri disadattati
mentali che purtroppo dementi sono e dementi
rimangono.
di Luciano
23
Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
Qualcosa da ricordare
V
engo arrestato a Cagliari, denunciato dalla propria educatrice. Io ricordo per filo e per segno quello
che è successo: praticamente vengo portato in carcere e il mio psichiatra, collega dell’educatrice, fa
fare un ricovero coatto ingiustificato. Convivo con i carcerati molto normalmente. Infatti condivido
la cella con loro. Dopo 24 ore mi viene fatto un TSO (trattamento sanitario obbligatorio) immotivato e
vengo tenuto in SPDC (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura) per più di un mese, costretto a ingurgitare
farmaci che non fanno altro che sedarmi e rendermi incosciente. Poi vengo portato nuovamente in carcere e
poi tradotto a Serravalle Scrivia, in Piemonte, in una Comunità per dementi, gente che non vorrei nemmeno come portachiavi. Così mi lamento del fatto che mi trovo in un posto inadeguato. Io ho una misura di
sicurezza provvisoria; il Pubblico Ministero fa una conversione di pena e vengo fatto incapace di intendere
e di volere per potermi trasferire in un OPG, nell’attuale letamaio. I medici sono del tutto inadeguati, tanto
più i paramedici, senza contare gli OSS (Operatori Socio Sanitari) e le educatrici. Inizialmente non prendo
farmaci, ma questo sta male agli psichiatri che mi hanno in carico. Mi davano il carbolitium che io sputavo
regolarmente. Mentre sto giocando a carte e rido, vengo avvisato che sarò sottoposto a un TSO; una squadra
di agenti mi viene a prendere in cella. Io sto bene, ma sono costretto a fare una iniezione di Haldol da 150 mg.
Morale della favola: mi trovo in un OPG lontano dalla mia terra e impossibilitato ad avere colloqui con il
mio avvocato. Oltre a questo sto in un posto che per legge dovrebbe essere chiuso. La mia educatrice conserva il suo posto, il mio psichiatra non rovina o fa in modo che il DSM (Dipartimento di Salute Mentale)
di Cagliari ne esca indenne e lui ha la botte piena e la moglie ubriaca. Nel frattempo io faccio il processo e
mi viene confermata la misura di sicurezza per due anni dentro questo tugurio E devo convivere con della
gente che non si lava, mangia nella spazzatura, che si lamenta e intanto, grazie a un dottore, perdo il posto di
lavoro. Dopo due mesi mi viene offerto di fare il lavorante nelle celle; cosa che non farei mai dopo che l’ho
visto fare. Nell’attuale relazione di un dottore c’è scritto che devo stare lontano dalle cose taglienti. Io non
ho nessun reato per aver usato cose taglienti e in più non sono un autolesionista.
Luciano
24
Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
Le coincidenze
del millennio
U
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Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
vanno liberate e
ci sarà latte gratis
per tutti. Le torture
agli orsi cinesi, i
cani da combattimento, i maiali
uccisi in numero
di un miliardo e mezzo l’anno e gli altri animali
vanno assolutamente fermati. Il risparmio sulla
corsa agli armamenti porterà miliardi di dollari al
minuto da dedicare come priorità agli africani che
da quaranta anni muoiono di fame e non possiamo
più permetterlo.
“Chiunque faccia qualcosa contro questo piccolo
(anche animale) è come l’avesse fatto a me.” Gesù
di Nazaret.
“Tutti gli esseri viventi mobili e immobili sono
miei frammenti eterni. Chiunque torturi gli elementi grossolani del corpo, qualunque sia lo scopo,
compreso il proprio corpo, è da condannare.” Bagawagjta. Sri Krishna.
Alessandro Manca
n kalpa equivale a 4.332.000.000 (come il
sistema solare) ed è diviso in quattro ere.
L’ultima si chiama Kali Yuga,è iniziata da
5015 anni ed è contraddistinta da guerre, carestie,
mattatoi. L’Africa da sola muore di fame, le foreste
sono abbattute per far posto ai fagioli di soia per gli
animali da macello. San Francesco, patrono d’Italia, era vegetariano. Papa Francesco vive in Italia,
la Madonna di Medjugorje da 50 anni afferma:
questo tempo è per voi. Senza cercare coincidenze
evidenti, il futuro sarà vegetariano. Assisteremo
La grande profezia
- Sconvolgimento delle stagioni
- Ci saranno segni di pace ma non c’è nessuna pace
- Guai alla Terra e al mare e a tutto ciò che è dentro.
a un’epoca di luce. La priorità è il cibo per
gli africani. Save the children aiuta i bambini dietro pagamento di 9 euro. La guerra
fredda è finita; la minaccia nucleare è sotto
controllo, America e Russia sono in pace. Per
contrastare l’Isis occorrono gli sforzi di tutti
gli eserciti del mondo. Green Peace e WWF,
d’altro canto, sono contro la vivisezione, gli
zoo, le galline in gabbia per le uova; oche,
paperi, anatre, conigli, struzzi e chi più ha
più ne metta; gli allevamenti di pesci vanno
ributtati in mare; le mucche dei mattatoi
Inghilterra
Stati Uniti
Italia
Francia
Schieramenti:
Cina
Corea del Nord
Islam
Russia
I secondi saranno i vincenti.
Conseguenze:
Rovina e sofferenza della potenza anglo-americana
Distruzione del Vaticano e persecuzione del clero
Distruzione di Parigi.
Dalle sacre scritture e precisamente dal profeta Danielee da San Giovanni sull’Isola di Pantos.
Se non ci sarà un intervento armato si passerà subito ad Armageddon.
Mauro Bianchi
26
Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
Pensieri
di Mirko Sellero
Il mio angelo
I giorni
che passano
I
n quella magica stanza, inizio dall’inizio. Un
giorno vagavo per un quartiere di Cagliari e
incontrai un tipo che era strano. Al principio
ebbi un po’ di paura perché avevamo comprato
della droga e lui mi invitò a casa sua. In quella
magica stanza capii dopo che lui era il mio angelo
custode e ci divertivamo insieme anche se c’era la
droga di mezzo e tutto era magico; lui suonava
la chitarra ed ascoltavamo Radio Italia e ci stava
lo sballo e pensavamo di organizzare feste, ma
donne non ce n’erano. Era un monolocale e i
miei genitori erano preoccupati perché facevo
il fine settimana fuori a Cagliari. Beh, li ho fatti
parlare con Marcello, il mio angelo custode, senza
togliere niente agli altri angeli, ma soprattutto a
San Michele Arcangelo che mi aiuta tanto anche
lui e mi protegge con le milizie celesti. Concludo
dicendo che vivrò fino alla fine se non vado via
prima in cielo e il bene trionferà.
27
Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
L’alluvione
Una notte
in OPG
I
n questa triste notte maledetta lui
si ribellò al suo piccolo amor. Ma
dopo tanta confusione tutto si
aggiustò nel migliore delle cose e nelle
peggiori cose nemmeno una stella si affacciò alla finestra. Tutti vogliono tutto
e quando non lo hanno si perdono nei
pensieri e nelle trappole del tempo. Ma
ora è la fine di questo tempo ed io con
loro (i buoni) vedremo la luce divina
degli angeli e degli arcangeli. E così sia
fatto il volere di Dio Padre.
A
l di là delle belle cascate, riempiono un
fiumicello che sbocca nel mare. In mezzo
alla foresta inebriata di fruscii del vento
e di programmi della vegetazione. Adoriamo da
mattina a sera un………….. concentrato da profumi di avventure. Notte di luna, notte di paura,
con tutti quei rumori la notte è più sveglia del
giorno anche se non sembra. Perché? E’ tutto in
ordine e niente a posto.
Q
ua i giorni che passano (in
O.P.G.) sembrano tutti uguali. Ma anche se sono tutti
distinti fra loro a noi il tempo non
passa mai. Meno male che c’è qualche
laboratorio e organizzazioni che ci permettono di uscire con la mente, ma non
con il cuore perché quello resta ai nostri
cari. Io sono un semplice ragazzo che
purtroppo, grazie al malfunzionamento
delle Comunità, sono tornato qui. Ma
devo ringraziare il giorrnale Spiragli
che mi permette di buttar via, anche se
non sono buttati via, i nostri pensieri.
E ci aiuta tanto.
28
Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
Le Poesie
di Bonellino della Versilia
29
Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
La libertà
Conflitto
E’ bello avere ragione.
Le spalle di una donna
sono gli avamposti della sua mistica,
il suo collo ha tutto il mistero
di una città di confine,
di una terra di nessuno.
E’ il conflitto fra la mente e il corpo.
Stella alpina
Ciao mia stella alpina,
il tuo sole non è più caldo come prima.
Ma lo sai,
quassù ci sono io
il tuo fiocco di neve
che cadrà lentamente.
Ti ricoprirò,
e quando il sole tornerà
mi scioglierò per darti nutrimento.
La libertà non ha prezzo, costi quel che costi.
La libertà non ha l’età.
La libertà è una meta da raggiungere per la democrazia,
deve essere basata sul liberalismo e il socialismo,
dalle quali si deve giungere a tutte le libertà.
Per una democrazia che deve rispettare i diritti civili e umani,
che devono essere acquisiti.
Sulle persone che hanno combattuto per averla,
sin da quando è nata la vita.
Rispettare la Natura.
Questo appello rivolgo a quelli
che stanno distruggendo il Mondo
per lo sviluppo del progresso scientifico.
Cosa bisogna inventarsi per fare tornare la libertà
che di fatto non è di questo mondo?
Rispettare la Natura che tutti ne facciamo parte.
Governate tutti insieme per la libertà
e rispettate i modi individuali delle libertà.
E prendete a cuore tutte le libertà.
Dedicata al Commissario che fa rispettare i diritti e i doveri
Bruno de Petris
Spiragli
- Gennaio-Giugno 2015
30
Le Poesie
Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
30
di Massimo Bianciardi
Cosi va il mondo
Lo spiraglio
Il vento
31
Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
Il vento è potente,
rinfresca, ripulisce la coscienza della gente
e la rende eloquente.
Il vento è energia
Ed è simpatico essere sulla via
Ed essere sospinti da esso
Sulle scogliere
E sentirselo fischiare nelle orecchie.
Può anche ostacolarti
Se decide di sfidarti.
Diverte un bimbo che gioca
Col suo aquilone
Ma uno forte può deviare
Anche la palla di un cannone.
Il vento, il vento
Questo elemento
Che ha aiutato molti contadini
Per i loro mulini.
Buono come il pane ma anche crudele:
trasporta radiazioni nucleari.
Il vento, il vento, a me piace quello forte.
Dai vento, soffia in qualsiasi momento.
“Ma non così forte come sai tu!”
La mela marcia c’è in ogni paniere
Se bene si va a cercare.
Che ci possiamo fare?
L’unica cosa è sperare
E volere trovare
La strada da fare.
Che il dubbio mi sia di consiglio
E non di scompiglio.
Nella vita c’è sempre uno spiraglio,
il mio compito è di trovarlo.
H
o scritto veramente poco nella vita ma quel
poco ha tanto significato per vari punti di
vista. Peccato che i punti di vista sono tutti
peccaminosi e non validi per poter parlare di cose
allegre come vorrei raccontare quando scrivo; non è la
stessa cosa con la mia vita che è circondata da attimi
stupendi, attimi regalati dalla sorte di qualcuno che
mi vuole bene, forse io stesso, però tutto il resto del
mondo, problemi su problemi da raccogliere ed esaminare forse per il modo di vedere le cose in questo
paese, il mio peccato è di non aver rispettato il diritto
umano creato per poter vivere liberi dai pregiudizi
di questa società sempre più confusa e sconvolta
dall’ideologia di una parte di esempi di giudizio o di
informazione falsa ed ipocrita a decorare un paese che
si decida a realizzare progetti di protezione.
Io questi li chiamo affari legali di relazioni pubbliche,
o affari sporchi di stato; chissà quante ce ne sono
colorate con vari ingredienti, un paese che non ha
un detersivo adatto per lavare i panni così cari e di
moda. E riciclato roba scaduta sotto prezzo perché
per fare lavoro bisogna confezionare ed inscatolare,
non seccare e vendere; il prodotto fresco ha tempo di
stagionare. Io le fragole a dicembre non le mangio,
oggi vanno di moda.
Come le scarpe a gas per molleggiare come pinguini
con ginocchia malconce le caviglie falsate, e poi i gins
strappati, ora li devo comprare, non li posso strappare
io. Ma i soldi corrono via allo sbaraglio del confine
mondiale per uno che ha disegnato l’Italia così per dire
che c’è da scapparsene solo perché non ha le lamette
per farsi la barba da uomo ma per depilarsi da gay.
Con la forza che ha conquistato con i media, un mestiere che ancora non ho capito bene come funziona
e dove è nato e dove è stato scoperto o copiato. Ma
il mondo va, ma l’Italia rimane sporca e malconcia
forse per troppa religione che ne abbassa il contenuto
ed il valore pubblico. Ma rimane da pensare che c’è il
famoso sport che fa cassa di scomparsa da anni senza
limiti di provincia senza gente che si conta veramente
per cosa ama fare; è tutto uguale, quell’uomo che oggi
ha fatto la fuga ha pagato tanti di quei Km di viaggio
che non sa dove viaggiare per fuggire e deve degustarsi
un vino di annata che a mio parere non ha parole…
Ciao Riccardo.
Romano
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Spiragli - Gennaio-Giugno 2015
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Giugno 2015 - Anno 16