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L'ARENA
Mercoledì 9 Settembre 2009
Concessionaria
Skoda
PROVINCIA
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Mario Zampedri, animatore del fronte contro i «semafori intelligenti», annuncia ricorsi anche «contro i vigili in agguato che non rispettano la circolare Maroni»
T-red, iComuni in rosso
perle multe contestate
Difficoltà di bilancio
per mancati incassi e ora c’è
l’offensiva dei consumatori
anche contro gli autovelox
Vittorio Zambaldo
L’Unione Comuni Verona Est
(Caldiero, Colognola, Illasi e
Mezzane) ha difficoltà a far
quadrare il bilancio perché
mancano i soldi delle multe
presunte per T-red mai entrate nelle casse a causa dei ricorsi dei cittadini? «C’è ben di peggio da aspettarsi, perché
l’Unione non dovrà lamentare
solo un mancato introito, ma
anche tirar fuori i soldi da restituire a quanti sono stati ingiustamente tassati da un’apparecchiatura truffaldina, come
sarà dimostrato dal processo», risponde Mario Zampedri. Zampedri ha avviato il comitatoemafori Val d’Illasi
(www.semaforivaldillasi.info)
assieme con Adiconsum, Federconsumatori, Lega consumatori e Movimento consumatori, per assistere i numerosi
automobilisti colpiti dai Tred, allargando gli interventi
anche fuori provincia (San
Giorgio di Mantova e Montagnana).
Ma per i Comuni sarà una bel-
la cifra da restituire anche solo
quella dei ricorsi persi davanti
ai giudici di pace, perché la sentenza, nel caso il ricorso non
sia presentato dal singolo cittadino, ma da un avvocato che
ne tuteli gli interessi, vincola
la parte soccombente a pagare
le spese processuali e la parcella dei professionisti. Si parla di
120 euro per ogni sentenza,
ma per il momento non è dato
di sapere quanti siano i ricorsi
presentati da avvocati: lo si leggerà sul bilancio dell’ente.
Con la pratica T-red ancora
aperta, in attesa della chiusura delle indagini disposte dalla
Procura di Verona e dell’eventuale processo, Zampedri ha allargato l’ombrello protettivo
agli automobilisti truffati anche dagli autovelox. In questi
giorni, sollecitato da alcuni cittadini e armato di fotocamera,
Zampedri ha immortalato l’auto dei vigili dell’Unione sistemata sulle strade della Val d’Illasi. Denuncia che anche i rilevi degli autovelox, come già
per i T-red, siano tutt’altro che
inappellabili e sta raccogliendo documentazione per dimo-
Icarabinieri sequestranol’impiantoT-red scattamulte aunsemaforo di Lavagno:ora iComuni pagano
strare come un non corretto bilanciamento del mezzo, il movimento degli agenti che restano in auto durante il rilievo e
possono procurare delle vibrazioni all’autovelox, rendano la
strumentazione poco affidabile e talvolta i risultati ingannevoli.
«Non ce l’ho con chi si propone di fare prevenzione e sicurezza», dice Zampedri, «ma
con chi sistema l’apparecchiatura in modo mascherato, come denuncia la circolare del
ministro Maroni, sollecitata
da una mia mozione approva-
BOSCOCHIESANUOVA. VenerdìFulvioPontiparleràdicacciaegestione
ta già lo scorso inverno dal
Consiglio provinciale. La presa di posizione del ministro è
tardiva ma sacrosanta».
Il documento ministeriale
prevede infatti che siano solo
operatori di polizia a gestire le
apparecchiature; che le postazioni di controllo siano segnalate; che le modalità di accertamento e contestazione delle
violazioni siano in mano a pubblici ufficiali, in particolare
per le foto, le riprese video e le
verbalizzazioni.
«È immorale che ci siano ditte private che patteggiano con
le pubbliche amministrazioni
l’affitto o la vendita di queste
apparecchiature per spennare
i cittadini», tuona Zampedri,
deciso a chiedere al più presto
un incontro con i nuovi sindaci di Illasi e Lavagno che erano
all’opposizione quando scoppiò la vicenda T-red, «per proporre loro una soluzione transattiva che restituisca i soldi ai
cittadini multati senza ulteriori carichi per le casse pubbliche le quali dal tribunale potrebbero essere costrette a rifondere anche i danni morali», conclude. f
BELFIORE. Locali presi in affitto dal Comune
L’assessore regionale
Chisso:«Peril“giallo”
tresecondisonopochi
Cenevoglionootto»
Dall’assessore regionale alle
politiche per la mobilità
Renato Chisso arriva un netto
dissenso al test effettuato
dalla rivista Quattroruote
secondo il quale basterebbe
un «giallo» della durata di 3
secondi, al massimo 5 per i
semafori posizionati negli
incroci più complessi.
«Rimango convinto che la
regolazione dei semafori
debba rispondere per prima
cosa a esigenze di sicurezza e
non possa essere uno
strumento per fare cassa»,
ha ribadito Chisso, che
prestando ascolto ai tanti
comitati e associazioni che
lui stesso aveva riunito
attorno a un tavolo tecnico,
aveva nei mesi scorsi
emanato una nota di indirizzo
a tutti i Comuni Veneti nella
quale si suggeriva di adottare
durate del giallo «adeguate a
criteri oggettivi di sicurezza
e comunque non inferiori a 8
secondi». Con quella nota,
spiega Chisso, «abbiamo a un
tempo voluto chiarire una
incertezza normativa sulla
durata del giallo, attualmente
non determinata; evitare la
possibilità di inganni sulle
cosiddette multe differite;
dare maggiore sicurezza a
situazioni di incroci a raso. Gli
otto secondi non sono un
numero a caso, ma
determinato sulla base di
analisi effettuate dai nostri
uffici tecnici e quelli di
Veneto Strade per stabilire
un tempo che non lasci adito
L’assessore Renato Chisso
a dubbi di alcun genere. Tre
secondi sono parsi davvero
pochi nella generalità dei casi di
semafori posti all’incrocio di
grandi direttrici, specie in casi di
svolta che porta al formarsi di
code il cui esaurimento richiede
più tempo della durata del giallo
stesso. Cinque era il minimo.
Otto è prudenziale, almeno per i
semafori, quasi tutti, che non
segnalano il tempo di durata dei
diversi colori, e che stanno
dimostrando la loro validità.
Come amministratore io devo
tenere conto di tutte le
evenienze e soprattutto
puntare a limitare il numero e
l’entità degli incidenti. Lo faccio
migliorando le infrastrutture
stradali, con campagne di
persuasione alla guida
consapevole e anche con
semafori che non creino dubbi
dell’ultimo momento. E se le
multe sono doverose, non è il
caso di creare occasioni di
infrazione pensando alle casse
locali». V.Z.
ARCOLE. Denominazionedioriginecontrollata
Lostudiosodellafauna Siaprel’asilonido Vinodelle sabbie
dadieci anni
sulletraccedeicaprioli inviaRoma
Sabato all’alba escursione
per vedere i camosci
e nel pomeriggio l’analisi
delle impronte
Venerdì e sabato in sala Olimpica, al teatro Vittoria, ci sarà
l’occasione per i cacciatori, ma
anche per quanti sono appassionati a vario titolo di fauna
alpina, di ascoltare Fulvio Ponti, triestino, che 40 anni fa ha
introdotto in Italia il principio
della gestione della fauna, dopo essersi specializzato e formato professionalmente all’estero (dall’Austria alla Slovenia fino alla Siberia, al Canada
e agli Usa) in diverse unità operative e strutture tecniche di
formazione specifica. Ha pubblicato una dozzina di volumi,
otto monografie e quattro volumi con altri autori sulla gestione degli ungulati, la tecnica venatoria e i cani da traccia, collaborando anche alla stesura di
tre enciclopedie venatorie e cinofile.
Venerdì alle 20.30 parlerà di
problematiche di gestione (segugi, lepri, caprioli, cinghiali).
Sabato mattina alle 6 parteciperà a un’escursione nel Parco
della Lessinia con la valutazione degli esemplari di camoscio e capriolo che si potranno
scorgere. Nel pomeriggio alle
15, parteciperà alla valutazione in classi e categorie per sesso, età, qualità, biometria, trac-
FulvioPonticon canedatraccia
ce di capriolo, cinghiale e camoscio. Alla sera alle 20.30
parlerà, sempre in sala Olimpica, di aree protette, etica venatoria, caccia di selezione e di
fauna alpina in generale.
Le due giornate sono organizzate da Manuel Leso (per informazioni 347.420.7888) e Massimo Sauro che fanno parte
della Riserva alpina di Boscochiesanuova, di cui Sauro è vicepresidente ed Elisabetta
Brunelli presidente. Affiancano la riserva nell’organizzazione l’associazione provinciale
esperti accompagnatori, il coordinamento veneto per la ge-
stione faunistico ambientale e
la conservazione della natura,
il Comune e il Parco della Lessinia.
«È un po’ insolito vederci affiancati al Parco», sottolineano Leso e Sauro, «ma in realtà
c’è una grande collaborazione
fra cacciatori e guardaparco
come anche con il Corpo forestale dello Stato, come dimostrano le escursioni che insieme organizziamo nel Parco alla scoperta della fauna selvatica. Tanti si stupiscono a vederci partecipare a queste uscite,
ma l’iniziativa ha talmente tanto successo, come dimostrano
gruppi che arrivano fino a 60
elementi, che dal prossimo anno abbiamo deciso di aggiungere una terza uscita alle tradizionali del martedì mattina e
del mercoledì sera».
«È la corretta gestione della
riserva che ci ha portato negli
ultimi cinque anni a triplicare
la popolazione di capriolo: se
nel 2006 ce n’erano solo 40
dentro la riserva, quest’anno
ne abbiamo contati 130 e si
può stimare una popolazione
presente di almeno 170 capi»,
concludono, dimostrando che
una corretta gestione della fauna soddisfa sia l’escursionista
armato solo di binocolo sia il
cacciatore chiamato alla caccia di selezione per il controllo
del corretto equilibrio del territorio in mancanza dei grandi
predatori naturali. f V.Z.
nellasedenuova conetichetta Doc
Alle scuole elementari
Dante Alighieri tapparelle
con telecomando
Mense aperte da ottobre
Apre le porte oggi l’asilo nido
Melo Fiorito nella nuova sede
di via Roma, presa in affitto
dal Comune. I 18 bambini che
frequentano l’asilo nido di Belfiore possono disporre di nuovi spazi per l’anno educativo
2009 – 2010, dopo la chiusura
del vecchio nido. Il precedente
asilo si trovava sopra la scuola
materna, anch’essa chiusa dallo scorso maggio per problemi
statici e carenze strutturali.
L’amministrazione comunale ha fatto proprie le richieste
dell’Ulss 20 da un punto di vista igienico-sanitario, dopo il
sopralluogo effettuato dai responsabili, «utile», rimarca il
sindaco Gianfranco Carbognin, «perché ha segnalato alcune esigenze alle quali l’amministrazione ha provveduto
immediatamente».
La soluzione adottata va a
vantaggio anche dei bimbi della scuola materna San Giovanni Bosco che avranno a disposizione l’intero pianoterra della
scuola media, fin tanto che i
nuovi nido e materna non saranno costruiti. Il nuovo edificio scolastico dovrebbe essere
pronto tra due anni. Ma altri
interventi sono stati condotti
nel corso dell’estate a favore
degli edifici scolastici. In particolare alla scuola elementare
Dante Alighieri, dove sono state montate 46 nuove finestre
con relative tapparelle. I nuovi
infissi sono costati 119mila euro. Le finestre hanno il doppio
vetro, il telaio in legno all’interno e in alluminio all’esterno.
Dentro al doppio vetro è stata
messa una veneziana in lamelle plastiche, che si possono
orientare, abbassare e alzare
con il telecomando che ciascuna classe avrà in dotazione.
È stato mantenuto il disegno
del vetro all’inglesina, ossia
ogni anta apribile presenta ancora sei riquadri. Nell’importo
dei lavori è stata compresa la
coibentazione del blocco dei
cassonetti delle vecchie tapparelle, in modo da non far passare spifferi. Inoltre sono stati rivestiti in legno i bancali in marmo nel lato est dell’edificio.
I profili delle nuove finestre
dispongono di una garanzia di
dieci anni, mentre i vetri isolanti di otto anni. È arrivato anche l’arredo per la stanza che
sarà adibita a mensa per gli
alunni della elementare. «La
mensa partirà giovedì primo
ottobre e proseguirà fino al 31
maggio», annuncia l’assessore
a cultura, istruzione e servizi
sociali, Massimo Burato. f Z.M.
L’anniversario è ricordato
dal consorzio di tutela
con il sostegno a una serie
di iniziative promozionali
Compie dieci anni la Denominazione di origine controllata
del vino Arcole, che estende la
sua zuona di produzione in
buona parte della media pianura
dell’Est
Veronese.
Un’idea di successo, nata alla
scuola dei francesi «vins des
sables», vini delle sabbie. L’Arcole Doc si produce ad Arcole,
San Martino Buon Albergo, Lavagno, Caldiero, Colognola,
Belfiore, San Bonifacio, Soave,
Monteforte, Zevio, Albaredo,
Veronella, Zimella, Pressana,
Cologna Veneta e nel Vicentino a Lonigo, Alonte, Serego,
Orgiano e Sossano.
Per sottolineare questo anniversario, l’Arcole Doc ha appoggiato una serie di iniziative
durante questo settembre, dalla mostra sul Medioevo a Ronco, alle letture dantesche a Belfiore, nonché la festa della mela a inizio ottobre e la manifestazione «I piaceri della carne» a Roverchiara.
L’Arcole Doc è prodotto da
1500 imprese viticole, con quasi 4000 ettari di vigneto. «È
una zona che vanta la più alta
meccanizzazione agricola»,
sottolinea il direttore del con-
sorzio di tutela dell’Arcole
Doc, Aldo Lorenzoni. «Cerchiamo di fare sinergia con tutto il territorio, sposando iniziative culturali e prodotti tipici.
Inoltre catalizziamo spunti e
proposte in stretta collaborazione con le istituzioni locali».
In questa direzione vanno le
azioni promozionali, portate
avanti dal consorzio dell’Arcole, tese alla promozione dei vini della denominazione in abbinamento a eccellenze della
gastronomia locale come la
carne, il radicchio rosso di Verona, le mele, le pere e gli asparagi.
«È evidente», sottolinea Carlo Bressan, presidente del consorzio di tutela vini Arcole
Doc, «che la denominazione
dell’Arcole è per i nostri produttori un valido strumento
per comunicare l’operosità di
un territorio sia attraverso il lavoro di filiera dalla vigna alla
bottiglia, sia quale ideale collegamento con tutte le altre produzioni tipiche di queste zone.
In questa duplice direzione si
muove l’attività promozionale
del nostro consorzio», conclude il presidente del sonsorzio
Carlo Bressan, «da un lato sposando i piatti della tradizione,
come la carne alla griglia, il radicchio, gli asparagi e le mele,
dall’altro sostenendo azioni di
recupero del passato». f Z.M.
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L`Arena art19-09-Settembre-2009