21 L'ARENA Mercoledì 9 Settembre 2009 Concessionaria Skoda PROVINCIA Via Ferrari, 2 (Fronte Bauli) - Verona - Z.A.I. [email protected] | Telefono 045.8094.899 Fax 045.800.5894 Mario Zampedri, animatore del fronte contro i «semafori intelligenti», annuncia ricorsi anche «contro i vigili in agguato che non rispettano la circolare Maroni» T-red, iComuni in rosso perle multe contestate Difficoltà di bilancio per mancati incassi e ora c’è l’offensiva dei consumatori anche contro gli autovelox Vittorio Zambaldo L’Unione Comuni Verona Est (Caldiero, Colognola, Illasi e Mezzane) ha difficoltà a far quadrare il bilancio perché mancano i soldi delle multe presunte per T-red mai entrate nelle casse a causa dei ricorsi dei cittadini? «C’è ben di peggio da aspettarsi, perché l’Unione non dovrà lamentare solo un mancato introito, ma anche tirar fuori i soldi da restituire a quanti sono stati ingiustamente tassati da un’apparecchiatura truffaldina, come sarà dimostrato dal processo», risponde Mario Zampedri. Zampedri ha avviato il comitatoemafori Val d’Illasi (www.semaforivaldillasi.info) assieme con Adiconsum, Federconsumatori, Lega consumatori e Movimento consumatori, per assistere i numerosi automobilisti colpiti dai Tred, allargando gli interventi anche fuori provincia (San Giorgio di Mantova e Montagnana). Ma per i Comuni sarà una bel- la cifra da restituire anche solo quella dei ricorsi persi davanti ai giudici di pace, perché la sentenza, nel caso il ricorso non sia presentato dal singolo cittadino, ma da un avvocato che ne tuteli gli interessi, vincola la parte soccombente a pagare le spese processuali e la parcella dei professionisti. Si parla di 120 euro per ogni sentenza, ma per il momento non è dato di sapere quanti siano i ricorsi presentati da avvocati: lo si leggerà sul bilancio dell’ente. Con la pratica T-red ancora aperta, in attesa della chiusura delle indagini disposte dalla Procura di Verona e dell’eventuale processo, Zampedri ha allargato l’ombrello protettivo agli automobilisti truffati anche dagli autovelox. In questi giorni, sollecitato da alcuni cittadini e armato di fotocamera, Zampedri ha immortalato l’auto dei vigili dell’Unione sistemata sulle strade della Val d’Illasi. Denuncia che anche i rilevi degli autovelox, come già per i T-red, siano tutt’altro che inappellabili e sta raccogliendo documentazione per dimo- Icarabinieri sequestranol’impiantoT-red scattamulte aunsemaforo di Lavagno:ora iComuni pagano strare come un non corretto bilanciamento del mezzo, il movimento degli agenti che restano in auto durante il rilievo e possono procurare delle vibrazioni all’autovelox, rendano la strumentazione poco affidabile e talvolta i risultati ingannevoli. «Non ce l’ho con chi si propone di fare prevenzione e sicurezza», dice Zampedri, «ma con chi sistema l’apparecchiatura in modo mascherato, come denuncia la circolare del ministro Maroni, sollecitata da una mia mozione approva- BOSCOCHIESANUOVA. VenerdìFulvioPontiparleràdicacciaegestione ta già lo scorso inverno dal Consiglio provinciale. La presa di posizione del ministro è tardiva ma sacrosanta». Il documento ministeriale prevede infatti che siano solo operatori di polizia a gestire le apparecchiature; che le postazioni di controllo siano segnalate; che le modalità di accertamento e contestazione delle violazioni siano in mano a pubblici ufficiali, in particolare per le foto, le riprese video e le verbalizzazioni. «È immorale che ci siano ditte private che patteggiano con le pubbliche amministrazioni l’affitto o la vendita di queste apparecchiature per spennare i cittadini», tuona Zampedri, deciso a chiedere al più presto un incontro con i nuovi sindaci di Illasi e Lavagno che erano all’opposizione quando scoppiò la vicenda T-red, «per proporre loro una soluzione transattiva che restituisca i soldi ai cittadini multati senza ulteriori carichi per le casse pubbliche le quali dal tribunale potrebbero essere costrette a rifondere anche i danni morali», conclude. f BELFIORE. Locali presi in affitto dal Comune L’assessore regionale Chisso:«Peril“giallo” tresecondisonopochi Cenevoglionootto» Dall’assessore regionale alle politiche per la mobilità Renato Chisso arriva un netto dissenso al test effettuato dalla rivista Quattroruote secondo il quale basterebbe un «giallo» della durata di 3 secondi, al massimo 5 per i semafori posizionati negli incroci più complessi. «Rimango convinto che la regolazione dei semafori debba rispondere per prima cosa a esigenze di sicurezza e non possa essere uno strumento per fare cassa», ha ribadito Chisso, che prestando ascolto ai tanti comitati e associazioni che lui stesso aveva riunito attorno a un tavolo tecnico, aveva nei mesi scorsi emanato una nota di indirizzo a tutti i Comuni Veneti nella quale si suggeriva di adottare durate del giallo «adeguate a criteri oggettivi di sicurezza e comunque non inferiori a 8 secondi». Con quella nota, spiega Chisso, «abbiamo a un tempo voluto chiarire una incertezza normativa sulla durata del giallo, attualmente non determinata; evitare la possibilità di inganni sulle cosiddette multe differite; dare maggiore sicurezza a situazioni di incroci a raso. Gli otto secondi non sono un numero a caso, ma determinato sulla base di analisi effettuate dai nostri uffici tecnici e quelli di Veneto Strade per stabilire un tempo che non lasci adito L’assessore Renato Chisso a dubbi di alcun genere. Tre secondi sono parsi davvero pochi nella generalità dei casi di semafori posti all’incrocio di grandi direttrici, specie in casi di svolta che porta al formarsi di code il cui esaurimento richiede più tempo della durata del giallo stesso. Cinque era il minimo. Otto è prudenziale, almeno per i semafori, quasi tutti, che non segnalano il tempo di durata dei diversi colori, e che stanno dimostrando la loro validità. Come amministratore io devo tenere conto di tutte le evenienze e soprattutto puntare a limitare il numero e l’entità degli incidenti. Lo faccio migliorando le infrastrutture stradali, con campagne di persuasione alla guida consapevole e anche con semafori che non creino dubbi dell’ultimo momento. E se le multe sono doverose, non è il caso di creare occasioni di infrazione pensando alle casse locali». V.Z. ARCOLE. Denominazionedioriginecontrollata Lostudiosodellafauna Siaprel’asilonido Vinodelle sabbie dadieci anni sulletraccedeicaprioli inviaRoma Sabato all’alba escursione per vedere i camosci e nel pomeriggio l’analisi delle impronte Venerdì e sabato in sala Olimpica, al teatro Vittoria, ci sarà l’occasione per i cacciatori, ma anche per quanti sono appassionati a vario titolo di fauna alpina, di ascoltare Fulvio Ponti, triestino, che 40 anni fa ha introdotto in Italia il principio della gestione della fauna, dopo essersi specializzato e formato professionalmente all’estero (dall’Austria alla Slovenia fino alla Siberia, al Canada e agli Usa) in diverse unità operative e strutture tecniche di formazione specifica. Ha pubblicato una dozzina di volumi, otto monografie e quattro volumi con altri autori sulla gestione degli ungulati, la tecnica venatoria e i cani da traccia, collaborando anche alla stesura di tre enciclopedie venatorie e cinofile. Venerdì alle 20.30 parlerà di problematiche di gestione (segugi, lepri, caprioli, cinghiali). Sabato mattina alle 6 parteciperà a un’escursione nel Parco della Lessinia con la valutazione degli esemplari di camoscio e capriolo che si potranno scorgere. Nel pomeriggio alle 15, parteciperà alla valutazione in classi e categorie per sesso, età, qualità, biometria, trac- FulvioPonticon canedatraccia ce di capriolo, cinghiale e camoscio. Alla sera alle 20.30 parlerà, sempre in sala Olimpica, di aree protette, etica venatoria, caccia di selezione e di fauna alpina in generale. Le due giornate sono organizzate da Manuel Leso (per informazioni 347.420.7888) e Massimo Sauro che fanno parte della Riserva alpina di Boscochiesanuova, di cui Sauro è vicepresidente ed Elisabetta Brunelli presidente. Affiancano la riserva nell’organizzazione l’associazione provinciale esperti accompagnatori, il coordinamento veneto per la ge- stione faunistico ambientale e la conservazione della natura, il Comune e il Parco della Lessinia. «È un po’ insolito vederci affiancati al Parco», sottolineano Leso e Sauro, «ma in realtà c’è una grande collaborazione fra cacciatori e guardaparco come anche con il Corpo forestale dello Stato, come dimostrano le escursioni che insieme organizziamo nel Parco alla scoperta della fauna selvatica. Tanti si stupiscono a vederci partecipare a queste uscite, ma l’iniziativa ha talmente tanto successo, come dimostrano gruppi che arrivano fino a 60 elementi, che dal prossimo anno abbiamo deciso di aggiungere una terza uscita alle tradizionali del martedì mattina e del mercoledì sera». «È la corretta gestione della riserva che ci ha portato negli ultimi cinque anni a triplicare la popolazione di capriolo: se nel 2006 ce n’erano solo 40 dentro la riserva, quest’anno ne abbiamo contati 130 e si può stimare una popolazione presente di almeno 170 capi», concludono, dimostrando che una corretta gestione della fauna soddisfa sia l’escursionista armato solo di binocolo sia il cacciatore chiamato alla caccia di selezione per il controllo del corretto equilibrio del territorio in mancanza dei grandi predatori naturali. f V.Z. nellasedenuova conetichetta Doc Alle scuole elementari Dante Alighieri tapparelle con telecomando Mense aperte da ottobre Apre le porte oggi l’asilo nido Melo Fiorito nella nuova sede di via Roma, presa in affitto dal Comune. I 18 bambini che frequentano l’asilo nido di Belfiore possono disporre di nuovi spazi per l’anno educativo 2009 – 2010, dopo la chiusura del vecchio nido. Il precedente asilo si trovava sopra la scuola materna, anch’essa chiusa dallo scorso maggio per problemi statici e carenze strutturali. L’amministrazione comunale ha fatto proprie le richieste dell’Ulss 20 da un punto di vista igienico-sanitario, dopo il sopralluogo effettuato dai responsabili, «utile», rimarca il sindaco Gianfranco Carbognin, «perché ha segnalato alcune esigenze alle quali l’amministrazione ha provveduto immediatamente». La soluzione adottata va a vantaggio anche dei bimbi della scuola materna San Giovanni Bosco che avranno a disposizione l’intero pianoterra della scuola media, fin tanto che i nuovi nido e materna non saranno costruiti. Il nuovo edificio scolastico dovrebbe essere pronto tra due anni. Ma altri interventi sono stati condotti nel corso dell’estate a favore degli edifici scolastici. In particolare alla scuola elementare Dante Alighieri, dove sono state montate 46 nuove finestre con relative tapparelle. I nuovi infissi sono costati 119mila euro. Le finestre hanno il doppio vetro, il telaio in legno all’interno e in alluminio all’esterno. Dentro al doppio vetro è stata messa una veneziana in lamelle plastiche, che si possono orientare, abbassare e alzare con il telecomando che ciascuna classe avrà in dotazione. È stato mantenuto il disegno del vetro all’inglesina, ossia ogni anta apribile presenta ancora sei riquadri. Nell’importo dei lavori è stata compresa la coibentazione del blocco dei cassonetti delle vecchie tapparelle, in modo da non far passare spifferi. Inoltre sono stati rivestiti in legno i bancali in marmo nel lato est dell’edificio. I profili delle nuove finestre dispongono di una garanzia di dieci anni, mentre i vetri isolanti di otto anni. È arrivato anche l’arredo per la stanza che sarà adibita a mensa per gli alunni della elementare. «La mensa partirà giovedì primo ottobre e proseguirà fino al 31 maggio», annuncia l’assessore a cultura, istruzione e servizi sociali, Massimo Burato. f Z.M. L’anniversario è ricordato dal consorzio di tutela con il sostegno a una serie di iniziative promozionali Compie dieci anni la Denominazione di origine controllata del vino Arcole, che estende la sua zuona di produzione in buona parte della media pianura dell’Est Veronese. Un’idea di successo, nata alla scuola dei francesi «vins des sables», vini delle sabbie. L’Arcole Doc si produce ad Arcole, San Martino Buon Albergo, Lavagno, Caldiero, Colognola, Belfiore, San Bonifacio, Soave, Monteforte, Zevio, Albaredo, Veronella, Zimella, Pressana, Cologna Veneta e nel Vicentino a Lonigo, Alonte, Serego, Orgiano e Sossano. Per sottolineare questo anniversario, l’Arcole Doc ha appoggiato una serie di iniziative durante questo settembre, dalla mostra sul Medioevo a Ronco, alle letture dantesche a Belfiore, nonché la festa della mela a inizio ottobre e la manifestazione «I piaceri della carne» a Roverchiara. L’Arcole Doc è prodotto da 1500 imprese viticole, con quasi 4000 ettari di vigneto. «È una zona che vanta la più alta meccanizzazione agricola», sottolinea il direttore del con- sorzio di tutela dell’Arcole Doc, Aldo Lorenzoni. «Cerchiamo di fare sinergia con tutto il territorio, sposando iniziative culturali e prodotti tipici. Inoltre catalizziamo spunti e proposte in stretta collaborazione con le istituzioni locali». In questa direzione vanno le azioni promozionali, portate avanti dal consorzio dell’Arcole, tese alla promozione dei vini della denominazione in abbinamento a eccellenze della gastronomia locale come la carne, il radicchio rosso di Verona, le mele, le pere e gli asparagi. «È evidente», sottolinea Carlo Bressan, presidente del consorzio di tutela vini Arcole Doc, «che la denominazione dell’Arcole è per i nostri produttori un valido strumento per comunicare l’operosità di un territorio sia attraverso il lavoro di filiera dalla vigna alla bottiglia, sia quale ideale collegamento con tutte le altre produzioni tipiche di queste zone. In questa duplice direzione si muove l’attività promozionale del nostro consorzio», conclude il presidente del sonsorzio Carlo Bressan, «da un lato sposando i piatti della tradizione, come la carne alla griglia, il radicchio, gli asparagi e le mele, dall’altro sostenendo azioni di recupero del passato». f Z.M.