Protiro ad arcone con volta a botte. Poco studiati sono gli spazi posti davanti alle chiese; anche i prospetti d’ingresso aspettano approfondimenti. Mi sono interessato dei prospetti delle chiese rupestri cappadocesi1 ove, tra l’altro, viene confutata l’ipotesi che vede le chiese rupestri scavate per nascondersi: al contrario, proprio la spettacolarità dei prospetti visibili anche a grande distanze testimoniano di essere stati realizzati come fari in modo da essere ben visibili da chiunque. Una particolarità dei prospetti di alcune chiese rupestri è la presenza di un arcone con volta a botte posta all’esterno dell’ingresso. In questo modo si arretra la facciata e l’arcone voltato a botte delimita lo spazio esterno davanti all’ingresso. Nell’insediamento di Selime in Cappadocia2 si può osservare l’evoluzione dell’arcone voltato a botte. Gli elementi decorativi come quelli che contornano la finestra posta in asse sopra la porta d’ingresso e decorazioni degli architravi sono di gusto siro-mesopotamiche e databili al VI secolo3. 1 F. DELL’AQUILA, B. POLIMENI, Facades of Cappadocian Churches: Morphological analysis and excavation techniques, in The rupestrian settlements in the Circum-Mediteranean area, Firenze 2012,pp. 179-188. 2 THIERRY N., Nouvelles églises, 31; THIERRY N., E’tudes cappadociennes. Région du Hasan Dagi, complements pour 1974, Cah Arch 24 (1975), pp. 183-90, at 184-5; J. LAFONTAINE-DOSOGNE, Nouvelles notes cappadociennes, Byzantion 33 (1963), pp. 121-183, at 174-6; idem, La Kale Kilisesi de Selime et sa representation des donateurs, Zetesis (Album Amicorum E. de Strijcker) (Antwerp/Utrecht, 1973), pp. 741-753; M. YANAGI, Kappadokya, Hohlenkloster in der Turkei (Tokyo, 1966), pls 32-9; KOSTOF, Caves of God, 59; ROTT, Denkmaler, pp. 263-4; L. RODLEY, Cave monasteries of Byzantine Cappadocia, Cambridge 1985, pp. 63-85; V. KALAS, The 2004 Survey of the Byzantine Settlement at SelimeYaprakhisar in the Peristrema Valley. Cappadocia, in Dumbarton Oaks Papers, vol. 60 (2006), pp 271-293. 3 W. BALL, Some rock-cut monuments in Southern Iran, in Iran, XXIV, 1986, pp. 95-115. Nello stesso insediamento è presente un'altra chiesa con davanti l’ingresso un altro arcone con volta a botte con alla base una tomba con iscrizione datata intorno al 950. Questa volta l’arcone ha uno sviluppo più ridotto rispetto al precedente esempio e la verticale è più accentuata rispetto alla larghezza. Ai due lati dell’ingresso erano sistemate delle tombe. Monastero di Ossios Loukas in Focide (Grecia). Fu fondato nel X secolo da San Luca lo Stiriota ove morì nel 953. Notare l’arcone a volta a botte d’ingresso. In Italia. In Italia ritroviamo questa forma architettonica, ad esempio, posta all’ingresso della chiesa di S. Sabina a Silanus, Cagliari, d’epoca altomedievale. Questi dati sono utili per comprendere il periodo cronologico dei similari casi posti in Puglia e conservati nelle chiese rupestri con la variante, rispetto al costruito, di essere incassato nella parete rocciosa e non sporgente del costruito. E’ bene ricordare che questo particolare architettonico è presente nell’architettura del costruito pugliese unicamente nella chiesa di Fasano detta Seppannibale, ingresso laterale, datato al IX secolo. Testimonianze rupestri. Bari via Martinez. La facciata d’ingresso è caratterizzata da tre arconi a volta a botte allineati e contigui, purtroppo ingombra da terreno e pietre che ne impedisce la piena visione. La profondità degli arconi è di circa un metro. L’arcone di destra, quello più grande, contiene l’ingresso della chiesa, gli altri due hanno delle finestre utili ad illuminarne l’interno. La soluzione del prospetto esterno e le scelte architettoniche interne rendono unica questa antica chiesa nel panorama multiforme delle chiese rupestri non solo pugliesi ma dell’intera Italia. Questa chiesa è databile al IX-X secolo. Mottola, Pestruscio chiesa dei Polacchi. L’arcone a botte è largo 260 cm, con una profondità di 120-130 cm ed alto 275cm. Nella parete di fondo il profondo ingresso con uno spessore di ben 190 cm immette nell’interno della chiesa non completata. Databile alla fine X primi decenni XI secolo. Mottola, Petruscio chiesa del Greppo est. Ancora più profondo è l’arcone a botte di questa chiesa con 180-185cm e largo 275. Databile al X secolo. Massafra Panareddozza I°. Alla fine dell’XI secolo è da datare questa chiesa che presenta un arcone d’ingresso profondo circa 100 cm. Fasano Lama d’Antico porta secondaria. Alla destra del monumentale ingresso principale è posto un arcone con volta a botte in cui è inserito l’ingresso secondario che permetteva un passaggio diretto dal presbiterio della chiesa alla zona funeraria. Databile al X secolo. Mottola Cristo alle Grotte. Databile alla metà dell’XI secolo. Mottola Casalrotto chiesa di S. Cesario. Secondo quarto dell’XI secolo. Mottola Casalrotto chiesa di S. Apollonia. Fine XI secolo. Ginosa S. Barbara. Fine XI secolo. Ginosa S. Vito Vecchio. Monopoli, chiesa rupestre di S. Giorgio. Inizio XII secolo. Ginosa S. Marco. Databile inizio XII secolo. Conclusioni. Nelle chiese rupestri ritroviamo questo particolare architettonico in via Martinez a Bari, Cristo alle Grotte, Mottola, Chiesa dei Polacchi a Petruscio, Mottola, S. Cesario di Casalrotto a Mottola, S. Apollonia di Casalrotto a Mottola, Bufalo-Petruscio a Mottola, Laino I° a Mottola, Madonna del Buon Consiglio a Mottola,Tamburrello a Mottola, Petruscio Greppo est a Mottola, Panaredozza I° a Massafra, S. Barbara a Ginosa, S. Marco a Ginosa, S. Vito vecchio a Ginosa, S. Maria dell’Arco a Matera e S. Giorgio a Monopoli. Da notare che sul totale di 16 presenze ben 10 sono nella diocesi di Mottola. Questo tipo di protiro lo si ritrova, nel costruito, davanti all’ingresso laterale del “Tempietto di Seppanibale” a Fasano datato al IX-X secolo. Con il romanico il protiro si sintetizza con la trasformazione delle pareti laterali con snelle colonne spesso poste sopra un piedistallo a forma di animale rendendola più accattivante nella visione globale della facciata. Risalta la presenza 11 esempi nella diocesi di Mottola; 1 a Monopoli, 2 a Ginosa e 1 a Bari. Una ulteriore dimostrazione della vitalità culturale del territorio mottolese specie nel periodo del XI-XII secolo che, unito alla varietà sperimentale delle forme architettoniche, testimoniano l’elevato grado di fervore religioso con profonde ed aggiornate conoscenze teologiche. Proprio quelle conoscenze hanno permesso la lasciarci le monumentali forme architettoniche religiose. Franco dell’Aquila