Uscita ufficiale FazerPuglia 2 Novembre 2008 La Certosa di Padula Vogliamo stupirvi con effetti speciali Ecco a voi alcuni numeri: La certosa di San Lorenzo a Padula - si estende in un’area pianeggiante per una superficie di oltre 50.000 mq; - La sua costruzione si è protratta per cinque lunghi secoli, dal XIV al XIX secolo; - È composta da 320 camere, 13 cortili, 500 porte, 51 scale, 41 fontane, 70 camini, 550 finestre, più di un chilometro di portici e di logge sostenuti da 300 archi e altrettanti pilastri. La Certosa di San Lorenzo a Padula si può quindi considerare uno dei più grandiosi monumenti dell’Italia meridionale. Sorta a partire dal 1306 per volere di Tommaso Sanseverino, conte di Marsico e signore dei Vallo di Diano, ha avuto vari rimaneggiamenti nel corso dei secoli, tanto che non è quasi più visibile niente dell’aspetto originario dietro le forme barocche che oggi presenta il complesso. Divenuta un centro di cultura, vide l’inizio della decadenza con l’occupazione francese di fine ‘700 inizi ‘800, che ne sancì la soppressione e la spoliazione di gran parte del patrimonio artistico. Soppressa quindi nel 1866, venne adibita, nel corso della seconda guerra mondiale, a campo di prigionia e poi abbandonata fino agli anni ’80, quando finalmente i restauri, iniziati nel 1982, la riportarono all’antico splendore. Alcune curiosità: - Che significa “certosa”? Deriva da “certosini”, un ordine di francese di monaci, la cui casa generalizia, fondata nel 1084 da San Brunone, era a Grenoble e non poteva che essere graditissimo al sovrano angioino di cui il Sanseverino era un fedelissimo. - Perché Tommaso Sanseverino l’ha voluta? Per una spiccata pietà religiosa e devozionale? Forse, ma bisogna anche sapere che il termine “padula” indica un territorio con acque stagnanti, quindi sicuramente non salutari in un’epoca contrassegnata da pestilenze. Bonificare le terre incolte e paludose era, nel medioevo, un servizio reso dalle grandi organizzazioni monastiche. - Alcuni sostengono che la pianta è a forma di una graticola per ricordare la morte del martire Lorenzo. In effetti nel medioevo (e non solo), era molto comune il ricorso alla simbologia nella definizione degli spazi architettonici, per questo non c’è da meravigliarsi. Oltre a ragioni simboliche, gli spazi dove si svolgeva la vita nelle epoche passate erano in strettissima relazione con la funzione che essi avevano. Per questo, come nelle altre Certose, anche a Padula la successione degli spazi corrisponde alla sua organizzazione religiosa e amministrativa, derivante dalla rigida applicazione della regola monastica. Gli ambienti delle certose si dividono in "casa bassa" e "casa alta": nella prima rientrano i luoghi di lavoro (depositi, granai, stalle, lavanderie, ecc.), la seconda, invece, è la zona di residenza dei padri, il regno dei silenzio e della più stretta clausura. Planimetria del complesso n.b: i numeri individuano opere descritte di seguito. Il portale d’ingresso immette attraverso un passaggio voltato a botte in una grande corte (1) delimitata da quattro corpi di fabbrica, i quali ospitavano buona parte delle attività produttive, utili per la sussistenza stessa della comunità. Da questa corte esterna si giunge alla vera e propria facciata (2), di impostazione tardo manierista. Fu realizzata in pietra locale e presenta una scansione dettata da colonne binate di ordine dorico; questa struttura fu in seguito arricchita in epoca barocca da statue e pinnacoli. Varcata la facciata d’ingresso si giunge nel chiostro (3), da dove, sul lato destro, si aveva accesso alla chiesa (4). Questa, di struttura trecentesca, conserva ancora un pregevole esempio di portone in legno di cedro dei Libano lavorato a formelle inserite in cornici molto aggettanti, inquadrato da un portale di ingresso rinascimentale in pietra. Entrando si possono ammirare gli altari dalle decorazioni policrome e i cori intarsiati di inizio ‘500. Nella restrostante sagrestia (5) si può ammirare un pregevole ciborio in bronzo del sec. XVI. Tra gli ambienti che si dispongono attorno al cimitero antico (6), trasformato in chiostro nel sec. XVIII, una cappella (7) accoglie la tomba cinquecentesca del fondatore della Certosa, mentre le cucine (8) conservano ancora parte dell’arredo settecentesco e brani di affreschi del più antico refettorio. L’ingresso della chiesa (4) La facciata (2) Foto tratte da: http://www.globopix.net Sulla sinistra del chiostro su cui si affaccia la chiesa si apre il seicentesco chiostro dei procuratori (9), circondato da ambienti in parte occupati dal museo archeologico della Lucania occidentale. Lasciata a sinistra una scala in pietra che sale alla biblioteca (10; che presenta bei pavimenti in maioliche e un soffitto ligneo settecentesco), si giunge finalmente al chiostro grande (11), ampio ben 12.000 mq. Fu iniziato nel ‘600 e ultimato alla fine del secolo successivo e accoglie al suo interno, circondato da una balaustra in marmo, il cimitero dei monaci (12). I corpi di fabbrica che racchiudono questo grande chiostro ospitano i quartieri dei certosini (13), dove sono ospitate le celle, costituite tutte da un corridoio posto all’entrata, da due stanze, da un portichetto, da una loggia coperta e da un giardinetto con fontana da cui si accede al parco comune. Conclude il complesso uno scenografico scalone ellittico a doppia rampa (14), ricavato nel sec. XVIII da una torre ottagona preesistente e che permette l'accesso alla passeggiata coperta da dove si può godere di una superba vista sul paesaggio circostante. Lo scalone monumentale (14) Il chiostro grande (11) Foto tratte da: http://www.globopix.net Grazie per l’attenzione! (spero non vi siate annoiati e siate riusciti ad arrivare fino a questo punto!)