Considerazioni sulle modificazioni climatiche e ambientali nel periodo storico e nel prossimo futuro 1 2 S. Pagliuca , F. Ortolani 1Istituto per i Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo, CNR, Ercolano, Napoli di Pianificazione e Scienza del Territorio, Università di Napoli Federico II, Napoli, Italia [email protected] 2Dipartimento SOMMARIO: I risultati conseguiti con gli studi geoarcheologici nell’Area Mediterranea (Ortolani e Pagliuca, 1994) evidenziano che durante il periodo storico (ultimi 3000 anni) sono prevalse condizioni ambientali simili alle attuali in cui l'uomo controllava l'ambiente fisico, favorevoli alle attività antropiche e allo sviluppo socio-economico (es. tra il 350 a.C. e il 100-150 d.C. circa). Queste condizioni ambientali sono state interrotte da importanti modificazioni climatiche naturali (di tipo caldo-arido e di tipo freddo-umido) che ciclicamente e drasticamente hanno interessato la superficie terrestre condizionando le attività umane. Le ricerche effettuate sui sedimenti olocenici evidenziano che la ciclicità, con cui si sono alternate diverse condizioni climatico-ambientali nell'area mediterranea con periodo di circa 1000 anni, è persistita almeno negli ultimi 8000-9000 anni (Allocca et al., 2000). La correlazione dei risultati acquisiti con le ricerche geoarcheologiche con quelli relativi alle variazioni climatiche globali ha consentito di precisare quantitativamente l'entità e la durata delle variazioni climatiche e di acquisire elementi di concreta valutazione e previsione delle prossime modificazioni ambientali sulle risorse naturali. 1 IL PROBLEMA SCIENTIFICO L'Area Mediterranea compresa tra 45° N e 31°N circa di latitudine è caratterizzata da precipitazioni piovose prevalentemente nel periodo autunno-primavera ed in particolare a nord da clima umido (da circa 500 a circa 2000 mm) e superficie ricoperta da suolo e a sud da clima subdesertico e desertico (da circa 100 a circa 250 mm) con superficie priva di suolo. L’Area Mediterranea è caratterizzata dalla presenza continua dell'uomo per molti millenni e rappresenta una zona molto sensibile alle variazioni climatico-ambientali (Ortolani e Pagliuca, 2003); infatti, spostamenti di pochi gradi di latitudine delle fasce climatiche verso nord o verso sud possono determinare drastici sconvolgimenti della superficie del suolo. Per questi motivi essa costituisce un archivio di eccezionale importanza per i dati quantitativi relativi alle modificazioni ambientali e al rapporto uomo-ambiente. L'obiettivo delle ricerche finora svolte è costituito dalla ricostruzione delle modificazioni geoambien- tali degli ultimi millenni e dalla previsione dell'impatto del progressivo Incremento dell’Effetto Serra sull'ambiente naturale e antropizzato nei prossimi decenni. 2 ATTIVITÀ DI RICERCA La ricerca è stata svolta in maniera multidisciplinare ed è stata articolata nelle seguenti fasi: - individuazione dei più significativi archivi naturali presenti nell'Area Mediterranea ubicati in zone a latitudine diversa e con differenti condizioni climatiche (Ortolani e Pagliuca, 1994); - ricostruzione delle colonne stratigrafiche geoarcheologiche (Ortolani et al., 1991; Ortolani e Pagliuca, 1995); - analisi morfologica dei siti; - analisi sedimentologica e mineralogica dei sedimenti e loro datazione con metodi radiometrici e archeologici (Pagliuca, 1997); - ricostruzione delle condizioni morfologiche e climaticoambientali in cui attualmente si accumulano sedimenti simili a quelli rinvenuti nelle colonne stratigrafiche geoarcheologiche (Allocca et al., 2000); 217 Clima e cambiamenti climatici: le attività di ricerca del CNR ricostruzione delle modificazioni geoambientali attuali e di quelle avvenute negli ultimi secoli in relazione alle variazioni climatiche testimoniate da dati strumentali (Ortolani e Pagliuca, 1996); - ricostruzione paleoambientale e paleoclimatica e analisi dei dati archeologici e storici relativi ai periodi in cui si sono accumulati i diversi sedimenti; - correlazione dei dati geoarcheologici con quelli relativi alle variazioni climatiche globali, ottenuti con diverse metodologie in siti ubicati a varie latitudini e in differenti condizioni climatico-ambientali. 3 RISULTATI RILEVANTI Lo studio ha permesso di ricostruire il significato paleoclimatico di colonne stratigrafiche geoarcheologiche relative ai sedimenti accumulatisi in Italia negli ultimi 3000 anni. Nella figura 1, con i simboli Se1, Se2, Se3 sono rappresentate, rispettivamente le sabbie eoliche depositatesi nel periodo arcaico, romano, medievale e con i simboli Al1, Al2, Al3 sono stati rappresentati, rispettivamente, i sedimenti alluvionali depostisi durante il periodo freddo-umido arcaico, altomedievale e nella Piccola Età Glaciale. Con il simbolo Sa sono indicate le coperture superficiali antropizzate, caratterizzate da stabilità ambientale e da condizioni favorevoli alle attività umane. Figura 1: Colonne stratigrafiche geoarcheologicoambientali ricostruite nelle pianure alluvionali dell’Italia meridionale (A) e dell’Italia settentrionale (B) e nelle dune costiere del Salento, Sicilia sudoccidentale ed Egitto Settentrionale (C). 218 Le stratigrafie geoarcheologiche schematiche evidenziano che negli ultimi 3000 anni si sono accumulati differenti sedimenti in relazione a diverse condizioni climatiche che, ciclicamente, hanno provocato importanti modificazioni ambientali di durata plurisecolare che hanno determinato vere e proprie crisi ambientali, della durata media compresa tra 100 e 200 anni nell'Area Mediterranea. Nella figura 2, viene proposta la correlazione tra l’evoluzione stratigrafico-ambientale (schema 1), variazione nel tempo delle precipitazioni piovose e delle temperature (schema 2) e l’evoluzione morfologica delle spiagge (schema 3). Nello schema 1, le lettere A, B e C rappresentano, rispettivamente, le alluvioni della Piccola Età Glaciale Arcaica, Piccola Età Glaciale Altomedievale, Piccola Età Glaciale, mentre con le lettere E, F sono indicate, rispettivamente, le sabbie eoliche del periodo caldo romano e medievale. Con le lettere D e G sono indicati, rispettivamente, i suoli formatisi durante il periodo di transizione da clima freddo-umido a caldo-arido e i suoli del periodo di transizione da caldo-arido a freddo-umido. Nello schema 2, la ricostruzione delle paleotemperature e paleoprecipitazioni mette in evidenza che nel periodo storico di sono avuti periodi freddoumidi che hanno provocato la rapida sedimentazione di ingenti volumi di alluvioni (eventi A, B, C dello schema 1) e periodi caldo-aridi che hanno provocato l’accumulo di notevoli volumi di sabbie eoliche che hanno invaso le zone costiere del Mediterraneo fino a circa 41-42°N (eventi E, F dello schema 1); sia le alluvioni che le sabbie eoliche hanno ricoperto suoli antropizzati e aree urbane (eventi G dello schema 1). Dalla ricostruzione delle paleotemperature e paleoprecipitazioni (schema 2 di Fig. 2), si evince che nell'Area Mediterranea, durante i periodi caldo-aridi, si è registrato un incremento della temperatura media di circa 1- 2° C e una drastica riduzione delle precipitazioni fino a circa l'80% rispetto all'attuale i cui effetti sono rappresentati da desertificazione delle aree costiere fino a 41-42° N. Contemporaneamente, le spiagge con sabbia organogena sono state interessate da un ingente accumulo di gusci calcarei riforniti dalla fauna marina e quindi da progradazione mentre le spiagge con sabbie silicoclastiche, per carenza di apporti alluvionali, Ricostruzione dei climi del passato sono state interessate da erosione. Durante i periodi caldo-aridi, invece, l'Europa centro-settentrionale è stata interessata da un sensibile miglioramento delle condizioni climatiche testimoniate da numerosi dati storici (Ortolani e Pagliuca, 1996; 2003). Nello schema 3 di figura 2, è ben chiara la correlazione tra le fasi di erosione/progradazione delle spiagge con sabbia silicoclastica (a) e quelle delle spiagge con sabbia organogena (b) rispetto alle variazioni climatiche (schema 2). Durante i periodi freddo-umidi con durata plurisecolare (come il più recente periodo chiamato Piccola Età Glaciale), l'Area Mediterranea è stata interessata da precipitazioni piovose più abbondanti (circa il 2025 % in più rispetto all’attuale), distribuite durante tutte le stagioni e da una temperatura media inferiore di 1 - 2° C; questo andamento ha provocato alluvionamenti e un drastico peggioramento delle condizioni ambientali nell’Europa centro-settentrionale. Le analisi effettuate hanno evidenziato che c’è una stretta correlazione tra le modificazioni climaticoambientali e l'attività solare a scala plurisecolare (contemporaneità tra massimi prolungati di attività solare e periodi caldi come l’attuale Incremento dell’Effetto Serra e contemporaneità tra minimi ripetuti di attività solare e periodi freddi tipici delle Figura 2: Correlazione tra dati stratigrafici e geoarcheologici, precipitazioni e temperature e variazioni morfologiche delle spiagge. Piccole Età Glaciali). In particolare, è stato messo in evidenza che il periodo caldo medievale è connesso ad una intensa attività solare durata dal 1100 circa al 1270 circa; tra il 1050 e il 1090 circa è stato accertato un rapido incremento della temperatura media di circa 0,8 gradi centigradi mentre, dopo il 1270 e quindi alla fine del periodo con intensa attività solare, la temperatura media si è abbassata ritornando ai valori precedenti (Ortolani e Pagliuca, 2001). Lo studio consente di affermare che la storia dell'uomo e dell'ambiente negli ultimi millenni è stata condizionata da una ciclica modificazione climaticoambientale che si manifesta in maniera naturale e in periodi plurisecolari (Ortolani e Pagliuca, 2003); molto probabilmente ciò è dovuto a spostamenti delle fasce climatiche verso nord (durante i periodi caldi plurisecolari) e verso sud (durante i periodi freddi plurisecolari) di alcuni gradi rispetto all’attuale posizione (Ortolani e Pagliuca, 1994). 4 PROSPETTIVE FUTURE I risultati conseguiti evidenziano che l'impatto ambientale dei periodi caldi romano e medievale è molto simile a quello che vari ricercatori prevedono Figura 3: Schema delle variazioni di latitudine delle fasce climatiche nel periodo storico. 1= zone climatiche attuali secondo la classificazione di Koppen-Geiger, modificata (E= zona polare di tundra e del gelo perenne; Df= zona sub-artica di tipo continentale e subartico continentale umido-nivale; Cf= zona temperata umida di tipo oceanico; BSk= zona semiarida fredda della steppa; Cs= zona temperata con estate asciutta di tipo mediterraneo; BSh= zona semiarida calda della steppa; BWh= zona arida calda del deserto; Af= zona equatoriale umida della foresta pluviale; Aw= zona tropicale della savana con inverno asciutto); 2= zone climatiche nei periodi freddoumidi; 3= zone climatiche nei periodi caldo-aridi. 219 Clima e cambiamenti climatici: le attività di ricerca del CNR in relazione all'accentuazione della modificazione climatica in atto; infatti, durante tali periodi caldi si sono determinate differenti condizioni ambientali, favorevoli o sfavorevoli alle attività antropiche, in relazione alla latitudine e che già si incominciano a verificare in varie parti del globo (siccità, alluvioni). In base ai dati geoarcheologici si può affermare che le modificazioni ambientali indotte dall’ "Incremento dell’Effetto Serra" sono già accadute ciclicamente e per cause naturali nell'Area Mediterranea, con una durata di circa 150-200 anni, ogni mille anni circa; il periodo attuale rappresenterebbe quindi la transizione climatica tra la Piccola Età Glaciale ed il prossimo periodo caldo che possiamo definire “Incremento dell’Effetto Serra” del Terzo Millennio e che si sta instaurando a prescindere dalla produzione di gas antropogenici. I dati climatico-ambientali e stratigrafici ottenuti, i risultati conseguiti con le ricerche sulle modificazioni geoambientali connesse alle variazioni climatiche del periodo storico ed in particolare degli ultimi secoli e i vari dati multidisciplinari ottenuti con ricerche in varie parti del mondo, rappresentano un valido strumento per valutare e quantificare le modificazioni del territorio e gli impatti sulle risorse naturali (acque, suoli) che si verificheranno differentemente alle diverse latitudini durante l’incremento dell'Effetto Serra del Terzo Millennio. Poichè le attuali modificazioni climatico-ambientali si stanno progressivamente instaurando nell’area mediterranea, esattamente secondo una ciclicità millenaria e come già avvenuto nel Periodo Caldo Medievale, si ritiene necessario sviluppare queste ricerche in maniera multidisciplinare, per valutare la possibilità di separare scientificamente gli effetti ambientali derivanti dalle cause antropogeniche da quelli derivanti dalle cause naturali. La necessità di tali studi è dettata anche dalla considerazione che i cambiamenti climatici hanno gli effetti più immediati sulle risorse naturali quali le coperture agrarie e forestali e le acque superficiali e sotterranee; per i prossimi decenni occorrerà intervenire energicamente per la gestione delle risorse idriche (già affette da salinizzazione nel sottosuolo di molte pianure alluvionali irrigue) e per la tutela dei suoli già tendenti all’aridità in molte regioni (Ortolani e Pagliuca, 2005 e 2006; Pagliuca, 1997). 220 5 BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE Allocca F., Amato V., Coppola D., Giaccio B., Ortolani F., Pagliuca S., 2000. Cyclical Climatic-Environmental Variations during the Holocene in Campania and Apulia: Geoarcheological and Paleoethnological Evidence. Mem. Soc. Geol. It., 55: 345-352. Ortolani F., Pagliuca S., Toccaceli R.M., 1991. 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Cyclical ClimaticEnvironmental Changes in the Mediterranean Area (2500 BP-Present Day). 11/1: 15-17. Ortolani F., Pagliuca S., 2003. Near-future climatic variations and water availability in Southern Italy. In “Managing water demand in agriculture through pricing” (eds. Leone A.P. e Basile A.), CNR-DAI-SMED Network Proceedings Telese Terme, 150-176. Ortolani F., Pagliuca S., 2004. Geoenvironmental analysis of the lower Volturno plain (Southern Italy) to study groundwater resources affected by salinity. 32° IGC Congress, Florence. Ortolani F., Pagliuca S., 2006. Impact of climate change on water resources in Southern Italy. ECONGEO 2006, 5th European Congress on Regional Geoscientific Cartography and Information Systems, Barcelona. Pagliuca S., 1997. Evoluzione geologica olocenica della bassa pianura del Fiume Volturno. Geoitalia I° Forum di Scienze della terra, Bellaria.