Medicina Convenzionata, Papotto (Cisl Medici): molte zone d'ombra nell’Atto di indirizzo 17/02/2014 «A dispetto di chi si era "agitato" prima del tempo senza una giusta causa che avvantaggiasse, in qualche modo, la categoria della medicina generale, come promessoci in settembre dal Presidente della Conferenza Stato - Regioni Dott. Montaldo e ribadito più volte dalla Ministro Beatrice Lorenzin, è stato licenziato definitivamente l'Atto di indirizzo della Medicina Convenzionata che apre le porte alla trattativa alla Sisac» lo ha dichiarato Biagio Papotto Segretario Generale della Federazione Cisl Medici che ha così proseguito «da quanto se ne deduce, ad una prima sommaria lettura, ci sono molte zone d'ombra che avranno bisogno di chiarimenti di non poco conto, come per esempio i rapporti contrattuali del tutto impari oggi tra Regioni e OO.SS. locali, e poche luci. Ma soprattutto – continua Papotto - la Cisl Medici mette in chiaro da subito che a nulla varranno le trattative alla Sisac se, in un confronto leale tra parti di egual valore, nelle pieghe dell'accordo, non si troveranno le risorse adeguate per quelle migliaia di nostri medici che attendono da oltre quattro anni di veder riconosciute le rispettive fatiche e sforzi per tenersi al passo con l'informatizzazione, con la burocrazia, con le tutele legali nonchè le spese non adeguatamente rapportate all'Istat, anno dopo anno». «Non dimenticando – afferma Papotto - che ad isorisorse, come dichiarato nell'atto di indirizzo, molte altre voci stipendiali possono benissimo essere trattate in sede di accordo nazionale, senza nulla togliere allo Stato ed alle Regioni». «Le condizioni perché effettivamente le risorse vengano impegnate sul territorio piuttosto che negli ospedali è dettata non tanto dall'atto di indirizzo abbozzato, ma dalla capacità che avremo nel condizionare le rispettive posizioni al tavolo contrattuale nazionale. Soprattutto - continua il Segretario Generale della Cisl Medici - si determinerà dalla capacità che avranno tutti i nostri medici di organizzarsi, veramente, e produrre risposte di salute grazie agli strumenti che si sono conquistati con i denti nelle precedenti contrattazioni e che non possono certo essere cancellati oggi con un colpo di spugna dalle Regioni. Se il territorio, che è più vicino ai reali bisogni dei malati, soprattutto le persone anziane e fragili, sommato alla continuità dell'assistenza sanitaria ai cittadini, che solo noi medici sappiamo e possiamo dare, saprà produrre risposte adeguate alle esigenze di loro e noi stessi, sarà la medicina del territorio a dettare le prossime linee guida alla Sisac e non viceversa». «Scelte e sfide non ci spaventano ora e non ci spaventeranno in futuro – conclude Papotto - sono per noi stimolo per affrontare con rinvigorito impegno e determinazione le prossime battaglie a difesa della centralità non solo del cittadino ma anche dei medici all'interno del Sistema Sanitario Nazionale».