L’ITALIA DEL BAROCCO E DELLA SCIENZA LA DECADENZA DELL’ITALIA la dominazione spagnola fu la prova della decadenza politica ed economica dell’italia Nel 1599 la pace di Cateau Cambrésis assegnò alla Spagna il Ducato di Milano, il Regno di Napoli e lo Stato dei Presìdi. La pace segnò l’inizio della denominazione spagnola in Italia che durò per più di un secolo fino all’ 1713. Il seicento fu per l’Italia un periodo molto difficile, ci furono numerose carestie e epidemie. Tra queste è famosissima la pestilenza milanese del 1630 descritta da Alessandro Manzoni nel romanzo I PROMESSI SPOSI. Alla fine del seicento l’Italia aveva 13 milioni di abitanti, quanti ne aveva alla fine del cinquecento. L’ ATLANTIZZAZIONE: cioè lo spostamento delle principali rotte commerciali del Mediterraneo all’Atlantico, privò i porti italiani della loro tradizionale importanza. Ma la ragione più profonda della crisi dell’economia italiana fu il fatto che gli Italiani non riuscirono a fronteggiare la concorrenza dei Paesi atlantici. La crisi del commercio fu particolarmente evidente a Venezia. Nel corso del seicento, la Repubblica di Venezia spostò i suoi interessi verso l’agricoltura, ma ciò segnò l’inizio del suo inarrestabile declino. La Spagna era uno stato potente, ma attraversava gravi difficoltà economiche, per questo si preoccupò solo di ricavare dai domini italiani quante più tasse aveva. La rivolta più grave esplose a Napoli nel luglio 1647. A capo della rivolta si pose un giovane pescivendolo, Tommaso Aniello, detto Masaniello. Il rappresentante del governo spagnolo a Napoli, il vicerè, nominò Masaniello Capitano Generale del fedelissimo popolo ma pochi giorni dopo fu assassinato. I baroni, i signori locali, approfittarono della situazione, per ricavare denaro mise in vendita molti privilegi che consentivano di riscuotere le tasse e amministrare la giustizia. Nel seicento iniziò ad affermarsi uno stato che aveva avuto poca importanza per l’Italia: il Ducato di Savoia. Con il duca Emanuele Filiberto le cose cambiarono, egli si rese conto che non avrebbe potuto espandersi in Francia perché il potere dei re francesi era troppo grande, invece sperava di conquistare i nuovi territori verso al Pianura Padana. Per tutto il seicento i Savoia si allenarono con la Spagna e con la Francia, così riuscirono ad allargare i loro domini. Nel 1601 ottennero il Marchesato di Saluzzo; Nel 1714 il Monferrato; Nel 1720 la Sardegna e il titolo di re. Dal 1720 lo Stato dei Savoia prese il nome Regno di Sardegna. Nel 1700 morì il re di Spagna Carlo II, poiché non aveva avuto figli, con lui terminò la dinastia degli Asburgo di Spagna. Gli altri stati credevano che la Francia si rafforzasse troppo così scoppiò la guerra di successione spagnola che durò fino al 1713. Il nipote del sovrano francese divenne re di Spagna con il nome di Filippo V, ma dovette rinunciare: Alla prospettiva di unire in futuro il trono spagnolo a quello francese; A tutti i domini in Italia. Nel 1713 dunque terminò la dominazione spagnola in Italia. Nel 1748 ci fu la pace di Aquisgrana, stabilì che: Il Regno di Napoli andava a Carlo di Borbone; La Lombardia passava sotto il dominio degli Asburgo d’Austria: un ramo di questa famiglia controllava anche il Granducato di Toscana, dove dal 1737 si era estinta la dinastia dei Medici. Il seicento fu un periodo di grande sviluppo culturale: il Barocco. Il Barocco visse un movimento culturale, forse prese il nome dal termine portoghese barroco, che indicava una perla da una forma irregolare infatti le forme barocche sono strane e originali. Il più importante poeta italiano del seicento, Giambattista Marino scrisse in una poesia: <<È dal poeta il fin la meraviglia Chi non sa far stupir, vada a la striglia.>> Cioè: se un poeta non sa stupire un lettore, è meglio che badi ai cavalli! Oltre al poeta Marino, vi furono gli architetti Bernini e Borromini, il musicista Monteverdi. Pittori famosissimi furono: Murillo, El Greco e Velasquez. In Olanda fu molto importante la pittura di Rembrant e Vermeer. In Francia fu grande il teatro con le commedie di Molière e le tragedie di Racine. In epoca greca l’astronomo Tolomeo e il filosofo Aristotele avevano affermato che la Terra è al centro dell’universo e che tutti i pianeti compreso il sole le girano intorno. Le cose cambiarono con il Rinascimento così iniziò l’epoca della rivoluzione scientifica, l’epoca in cui nacque la nostra scienza. Il polacco Nicolò Copernico dimostrò attraverso gli astri, il movimento della Terra attorno al Sole. La Chiesa ben presto condannò la nuova teoria perché sembrava in contrasto con la Bibbia. Fu L’italiano Galileo Galilei (1564-1642) l’esattezza del sistema copernicano, per farlo gli servì il cannocchiale, uno strumento inventato dagli Olandesi e da lui perfezionato. Per dimostrare una teoria, lo scienziato, deve studiare la natura attraverso gli esperimenti. Galileo proponeva un nuovo modo di fare scienza, lo scienziato non è colui che studia ciò che altri prima di lui hanno affermato senza dimostrarlo. La Chiesa però non accettò questa idea, perciò Galileo fu processato dal Tribunale dell’Inquisizione e costretto ad abiurare cioè a dichiarare sbagliato tutto ciò che aveva primo affermato.