EUROPA E ITALIA NEL SEICENTO a cura della prof.ssa Maria Isaura Piredda UN SECOLO DI CRISI E TRASFORMAZIONI Il 1500 aveva rappresentato per l’Europa un periodo di grande espansione economica e di notevole incremento demografico. La situazione mutò bruscamente nei primi decenni del 1600, quando cominciarono a manifestarsi i primi segni di un profondo malessere che colpì tutta l’Europa, ma soprattutto l’area mediterranea. A partire dal 1620, infatti, in Europa: a) la popolazione si ridusse per il ripresentarsi di carestie ed epidemie (in particolare quelle di peste intorno al 1630 e al 1660) e per le devastazioni della guerra dei Trent’anni (1618-1648) b) la peste fece numerose vittime, in alcune zone il tasso di mortalità sfiorò l’80%, ispirando Alessandro Manzoni ne I promessi sposi Oltre che alla peste e alle malattie, la crisi demografica del Seicento fu dovuta: • alle annate di cattivo raccolto, • alle frequenti carestie, • a un peggioramento delle condizioni climatiche, • a un inefficace sfruttamento dei terreni con il conseguente ristagno della produzione agricola e manifatturiera. La scoperta dell’America aveva comportato uno spostamento dei traffici dal Mediterraneo all’Atlantico con il conseguente trasferimento dei più importanti fenomeni economici verso l’Europa del Nord, mentre l’area del Mediterraneo aveva perso progressivamente la sua importanza commerciale. I protagonisti di questa nuova fase economica furono soprattutto gli Inglesi e gli Olandesi che, possessori delle più grandi flotte mercantili, cantieri navali e industrie metallurgiche, costruirono dei grandi imperi coloniali e commerciali. CONFLITTI RELIGIOSI E POLITICI Il Seicento fu il secolo in cui divenne definitiva la divisione della cristianità tra i cattolici e le varie confessioni protestanti Fu anche il secolo in cui buona parte dell’Europa cristiana orientale cadde sotto il dominio dell’impero ottomano L’avvenimento storico fondamentale della prima metà del Seicento fu la guerra dei Trent’anni (1618-1648) causata da: • le tensioni tra gli stati cattolici e gli stati protestanti; • lo scontro fra l’imperatore (cattolico) e i principi tedeschi protestanti; • le rivalità politiche fra le grandi potenze. La guerra fu molto sanguinosa e produsse in tutta Europa povertà e milioni di morti Si concluse nel 1648 con la pace di Vestfalia che sancì: • l’accettazione in Europa di diverse confessioni religiose; • Il declino della Spagna; • l’ascesa della Francia; • l’affermazione dell’Olanda come potenza navale ed economica. LA DEBOLE ITALIA DEL SEICENTO Nel corso del Seicento l’Italia perse il suo ruolo centrale nell’economia europea. L’Italia appare un paese debole e in decadenza. L’economia italiana era in declino per i seguenti motivi: • la pesante tassazione imposta dagli spagnoli; • lo spostamento dei commerci verso le rotte atlantiche; • l’arretratezza generale del sistema economico; • la decadenza delle banche. Il paese era ancora pieno di cultura (medici, artisti, architetti, giuristi, ingegneri italiani erano richiestissimi dalle corti di tutta Europa), ma la gran parte del popolo viveva in condizioni difficilissime (per le difficoltà economiche e per la pestilenza che imperversava) IL DOMINIO SPAGNOLO Politicamente l’Italia era un feudo della Spagna Durante il dominio spagnolo l’Italia settentrionale venne colpita dalla peste, che si manifestò in forme gravissime tra la seconda metà del Cinquecento e la prima metà del Seicento causando moltissime vittime. La Spagna tenne sotto il proprio dominio diretto o indiretto per oltre un secolo e mezzo quasi tutta l’Italia, a eccezione della repubblica di Venezia. Si trattò di un dominio oppressivo, condotto attraverso governatori (in Lombardia) e vicerè (nell’Italia meridionale e nelle isole) incaricati di sfruttare le risorse economiche del Paese attraverso un’esosa pressione fiscale, che serviva a finanziare le guerre condotte dalla Spagna. Il ceto aristocratico e clericale in Italia aveva fatto causa comune con gli invasori, di cui condivideva la prepotenza e l’arroganza IL GRANDUCATO DI TOSCANA Pur essendo indipendente, anche il granducato di Toscana dovette subire l’influenza spagnola. Cosimo I de’ Medici, a cui il papa concesse il titolo di granduca, riuscì comunque a condurre un’accorta politica interna: risanò le finanze, sviluppò i commerci e l’agricoltura, intraprese opere di bonifica e di difesa delle coste contro i pirati e con l’aiuto spagnolo conquistò la repubblica di Siena. LO STATO PONTIFICIO Lo Stato pontificio, anch’esso condizionato dalla Spagna che faceva pesare il proprio volere nell’elezione dei papi, diventò uno dei più poveri d’Italia a causa della mancanza di attività produttive e commerciali e dell’insicurezza delle campagne, infestate dai briganti. LA REPUBBLICA DI GENOVA L’influenza esercitata dalla Spagna sulla repubblica di Genova non impedì alla città di godere di una fase di grande splendore, grazie ai prestiti concessi alla corona spagnola, i cui interessi permisero di potenziare la flotta e di intensificare i commerci con l’America. Il porto, inoltre, divenne indispensabile per gli scambi della Spagna con il ducato di Milano e la Germania. LO STATO DEI SAVOIA Emanuele Filiberto diede allo Stato sabaudo un governo accentrato, basato su un’efficiente e moderna burocrazia. Trasferì la capitale a Torino e creò un esercito formato dalla popolazione locale istituendo la leva obbligatoria. LA REPUBBLICA DI VENEZIA L’unica entità statale italiana che nel Seicento poteva dirsi indipendente era Venezia, la quale però si trovava sotto la pressione sia della Spagna e dell’Austria che la circondavano da ogni parte, sia dei Turchi che minacciavano i suoi possedimenti d’Oriente. Grazie alla sua tradizione libertaria, la repubblica veneziana riuscì a sfuggire al pesante condizionamento della Controriforma e diventò il rifugio dei liberi pensatori che in essa poterono trovare un autonomo centro di dibattito culturale e scientifico. L’ETA’ DELL’ASSOLUTISMO Nel corso del Seicento in Europa si affermò l’assolutismo Il termine deriva dal latino absolutus (che significa “sciolto, libero da legami”) Nello stato assoluto il monarca era posto al di sopra di ogni altro potere civile e religioso e non ammetteva limiti da parte di nessun’altra autorità Questa concezione era giustificata con l’idea che il re fosse tale per diritto divino Nello stato assoluto: • il potere è concentrato nella persona del monarca; • il sovrano impone il rispetto di una determinata confessione religiosa; • l’economia è gestita dallo stato; • la politica estera si basa sull’aggressività, sull’espansione territoriale. L’epoca dell’assolutismo verrà chiamata Ancien régime dai rivoluzionari francesi del 1789 Si basava sulla disuguaglianza profonda tra i ceti sociali Clero e aristocrazia godevano di molti privilegi (non pagavano le tasse, erano giudicati da tribunali composti da loro pari, etc). L’assolutismo si realizzò principalmente in Francia con Luigi XIV (il Re Sole), il quale affermava “Lo stato sono io” Ma anche in Russia, Prussia e Svezia. L’assolutismo fallì in Inghilterra