CI SONO ANGELI IN CITTA’
DR. LUIGI INTOCCIA
LE NUOVE FRONTIERE
DELL’AUTISMO, RICERCA ED
EPIDEMIOLOGIA
Dr Luigi Intoccia
Dirigente Psichiatra di Struttura Semplice
UOSM 57 Torre del Greco (NA)
San Salvo (CH) 25-05-13
AUTISMO. QUESTO
SCONOSCIUTO
Dal 1943 , anno in cui Kanner descrisse per la
prima volta l’autismo, l’attenzione degli
studiosi si è focalizzata sulle età infantili ed
adolescenziali, trascurando quasi del tutto la
sindrome nell’età adulta
SINTOMATOLOGIA
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Marcata compromissione nell’uso di comportamenti
non verbali, quali lo sguardo diretto, l’espressione
mimica, le posture corporee ed i gesti.
Mancanza di ricerca spontanea della condivisione di
gioie, interessi od obiettivi con altre persone.
Ritardo o mancanza dello sviluppo del linguaggio.
Incapacità ad iniziare o sostenere una conversazione,
per i soggetti con linguaggio adeguato.
SINTOMATOLOGIA 1
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Uso di linguaggio stereotipato e ripetitivo o eccentrico.
Dedizione assorbente ad uno o più interessi ristretti,
ripetitivi e stereotipati.
Sottomissione del tutto rigida ad inutili abitudini o
rituali specifici.
Manierismi motori stereotipati e ripetitivi ( battere le
mani, muovere il capo ecc).
Persistente ed eccessivo interesse per parti di oggetti.
DIAGNOSI DIFFERENZIALE
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Disturbo di Rett: rallentamento della crescita del
cranio (12-48 mesi), perdita delle capacità
manuali acquisite, incoordinazione motoria.
Disturbo di Asperger: mancanza della devianza
nello sviluppo del linguaggio.
EPIDEMIOLOGIA 1
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Un bambino autistico diverrà molto
probabilmente un adulto autistico.
L’acquisizione del linguaggio comunicativo
prima dei 5 anni porta ad una migliore
evoluzione.
La presenza di crisi epilettiche, QI inferiore a 70
e mancanza di linguaggio comunicativo nel
primo decennio sembra conduca ad una
prognosi di funzionamento generale peggiore.
EPIDEMIOLOGIA 2
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TASSO MEDIANO DI PREVALENZA PARI A 5
CASI SU 10000.
PREVALENZA NEL SESSO MASCHILE (5
VOLTE MAGGIORE).
IL 25% DEI PAZIENTI POSSONO PRESENTARE
CRISI EPILETTICHE ( SOPRATTUTTO IN
ADOLESCENZA).
MAGGIORE RISCHIO DI SVILUPPARE LA
MALATTIA TRA FRATELLI DEL 5%.
INIZIO DELLA MALATTIA PRIMA DEI 36 MESI.
EPIDEMIOLOGIA 3
Gli adulti autistici possono rimanere chiusi nel
loro isolamento sociale (40/50%), sviluppare
comportamenti passivi di accettazione dei
contatti sociali che non intacchino il loro mondo
routinario (20/25%) , adottare stranezze
comportamentali, condotte inadeguate per gli
standard sociali ( 20/25%).
RICERCHE SPERIMENTALI
Molti studi si sono avvalsi di
tecniche di ultima generazione
come la fRM , PET, SPECT, che
hanno evidenziato negli ultimi anni
anomalie della conformazione di
alcune aree cerebrali.
TEORIE SULL’AUTISMO
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Ipotesi dell’over arousal (Rimland 1964)
Teoria fronto-limbico-striatale (Damasio 1978)
Teoria di Watson, Valenstein,Heilman (1981)
Teoria della modulazione sensoriale (Ornitz 74)
Teoria del bilanciamento dell’attivazione
emisferica (Kinsbourne 1972)
Teoria cerebellare
TEORIA CEREBELLARE
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Lesioni del verme producono disordini del
comportamento verso l’irritabilità
Lesioni dell’emisfero cerebellare dx
compromettono il linguaggio
Lesioni dell’emisfero sx causano perdita della
melodia del linguaggio
Implicato processi attentivi, modulazione
emozionale, fluenza verbale, ragionamento
astratto, apprendimenti di procedure
TEORIA CEREBELLARE 1
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Il cervelletto contrae rapporti stretti con molte
zone cerebrali, in particolare la cortex
prefrontale, aree associative temporo-parietali e
limbiche per cui ha un ruolo primario nella
modulazione dei processi cognitivi, affettivi e
comportamentali (Schmahmann e sherman
1998).
STUDI NEUROANATOMICI
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Riduzione dei lobuli VI e VII del verme del cervelletto.
Aumento anormale dei volumi degli emisferi
cerebellari.
Circonvoluzioni fronto-occipitali abnormemente
ingrandite.
Assenza della normale asimmetria del planum
temporale per anormale riduzione della sede di sinistra.
Volume dell’amigdala aumentato in molti soggetti.
Diminuzione delle dimensioni del corpo calloso.
STUDI DI RICERCA 1
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Nell’ambito della ricerca genetica i risultati più
significativi riguardano particolari tratti dei cromosomi
2 e 7 , ma regioni potenzialmente interessanti sono
anche sui cromosomi 15,16 e 17.
In molti studi condotti negli ultimi anni i risultati sono
stati confermati ma in molti altri ciò non è avvenuto.
L’idea prevalente degli studiosi è orientata verso il
coinvolgimento di più geni contemporaneamente.
STUDI DI RICERCA 2
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Il primo studio considerevole che ha coinvolto
pazienti dall’infanzia all’età adulta risale al 2005
(Billstedt, Gillberg e Gillberg, Svezia). Reclutati
120 partecipanti.
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Risultati: confermata l’elevata predittività della
presenza del linguaggio parlato a 5-6 anni e del
QI dell’infanzia, l’epilessia non è un fattore
prognostico sfavorevole.
STUDI DI RICERCA 3
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In animali di laboratorio l’ossitocina migliora il
comportamento ripetitivo ed i deficit di
socializzazione ( Jarstfer et al. 2013).
Aumento della materia grigia del tronco
encefalico (Jou et al. 2013).
Riduzione di materia grigia bilaterale nel
cervelletto e nell’ippocampo, lobo frontale inf. ,
lobo occipitale mediale ( Riva et al 2013).
STUDI DI RICERCA 4
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Bassa connettività funzionale tra le aree deputate
al linguaggio , temporale sx, opercolo, pars
frontale mediale sx nei bambini, dato non
riscontrabile negli adulti ( Williams et al. 2013).
Scarsa connettività interemisferica e corticosottocorticale tra reti neuronali (International
Society for Autism Research 2013).
Conclusioni sugli
studi di ricerca
La maggior parte degli studi ha evidenziato
aumenti dimensionali dell’encefalo, dei lobi
parieto-temporali e degli emisferi cerebellari.
Contrastanti sono i dati sul verme
cerebellare, tronco cerebrale, gangli della
base e ventricoli. Dati incompleti
sull’aumento di volume dell’amigdala che ha
un ruolo importante sull’apprendimento delle
funzioni sociali e sulla processazione delle
emozioni umane
CONCLUSIONI SUGLI
STUDI DI RICERCA
Gli studi effettuati negli ultimi 30 anni hanno fornito spesso
conclusioni discordanti. Ciò è stato causato da inesattezze
nella comparabilità tra controlli sani e pazienti autistici. In
futuro gli studi dovranno considerare il sesso, lo stato
socioeconomico, il Q.I. le età dei soggetti ed il volume
cerebrale totale.
Cosa fare ?
Noradrenalina
Serotonina
Ruolo fisiologico nel SNC
Valutazione dello stimolo
Allarme e paura
Strategie di comportamento
Mediazione delle emozioni
Attivazione del sistema vegetativo
Attivazione endocrina e metabolica
Apprendimento e condizionamento
Ritmo sonno-veglia
Comportamento alimentare
Funzioni cognitive
Comportamento sessuale
Aggressività
Modulazione della soglia dolorifica
Temperatura corporea
TERAPIA
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SSRI(fluvoxamina, paroxetina, fluoxetina,
escitalopram, sertralina)
ANTIPSICOTICI ( risperidone, clozapina,
olanzapina, quetiapina, aripiprazolo)
ANTIEPILETTICI ( valproato, carbamazepina,
phenobarbitale, levetiracetam ecc)
Benzodiazepine
Neurolettici
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Risperidone
Olanzapina
Clozapina
Aripiprazolo
Aloperidolo
Sulpiridi
Quetiapina
Paliperidone
dose 2-4 mg
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5-10 mg
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100-300 mg
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5-10mg
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1-3mg
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100-200mg
“
100-400mg
“
6-12mg
Conclusioni
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Necessità di omologare ed uniformare gli studi
di ricerca futuri.
Pensare di studiare il cervello autistico
ricercando una visione d’insieme, non parcellare.
Impostare lavori di ricerca multicentrici per
avere una popolazione di pazienti
sufficientemente alta per avere una validità
statistica.
Conclusioni
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Creare equipe multidisciplinari per i lavori di
ricerca ( Neuropsichiatri infantili, psichiatri,
neurologi, neuroradiologi, endocrinologi ,
genetisti, riabilitatori ecc)
Acquisire informazioni neuroanatomiche da
altre branche ( autismo nella schizofrenia,
autismo nelle lesioni temporo-amigdaloidee e
cerebellari )
Ipotesi conclusive
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L’autismo è una patologia multifattoriale
(genetica, gestazionale, neurologica, psichica et
al.)
Non vi è una lesione unica del cervello
La risposta potrebbe trovarsi nelle alterazioni tra
le comunicazioni tra vari distretti cerebrali
(connessioni interemisferiche e
corticosottocorticali)
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Dott. Luigi INTOCCIA - Consorzio Cooperative Sociali SGS