GLI IMPRENDITORI DEL MESE
Il successo?
Come bere
un bicchier d’acqua
A patto che a realizzarlo sia un fuoriclasse del
made in Italy come Alberto Bertone, piemontese doc, titolare dell’acqua minerale Sant’Anna. Un fatturato da 120milioni di euro e un
sistema di produzione all’avanguardia che fa
invidia alle multinazionali straniere
Cristina Marina
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ma lavorare, è sempre disponibile – il suo cellulare
non è mai spento – e risponde a tutti, persino agli
scocciatori, perché, dice «i problemi non si risolvono rimandandoli».
Alberto Bertone, 41 anni, sposato e
papà di Filippo, un bellissimo
bambino di tre anni, è l’uomo che
sta dietro un successo tutto nostrano: l’acqua minerale Sant’Anna, la
più bevuta nel Paese, l’unica ad
appartenere al 100% a una famiglia
italiana, con un fatturato nel 2006
di 120milioni di euro e 500 milioni
di bottiglie vendute. Persino colossi dell’imprenditoria internazionale
come Coca Cola e Heineken hanno voluto visitare lo stabilimento di
Vinadio, nella Valle Stura in provincia di Cuneo, un vero gioiello
hi tech realizzato nel pieno rispetto
dell’ambiente, per prendere ispirazione.
E pensare che Alberto Bertone a
scuola raggiungeva a malapena la
sufficienza, anche se nel suo curriculum vitae si legge che ha una
laurea in Scienze Politiche con indirizzo economico e un Mba nel
settore immobiliare. Abbiamo incontrato questo eccellente esempio
di genialità imprenditoriale per farci raccontare la sua storia.
Lei è nato il 16 agosto 1966, sotto il segno del leone. Si riconosce nelle caratteristiche del suo
segno?
«Mi riconosco al 100%. Sono leone
ascendente leone e quindi intraprendente, caparbio, determinato e
anche un po’ primadonna. Voglio
sempre avere l’ultima parola».
Quando ha deciso che avrebbe
fondato un’azienda tutta sua?
«Il talento imprenditoriale è nel
mio dna, vengo da una famiglia di
costruttori, ma l’acqua è un’idea
tutta mia. Dieci anni fa, nel trattare
l’acquisto di un terreno residenziale a Vinadio ho scoperto che qui
A
c’era una sorgente molto buona. E
mi sono buttato anche se non conoscevo nulla del settore. Questa è
stata la mia grande sfida da imprenditore: se domani dovessi lanciare un’altra acqua minerale, lo farei da industriale, con tutte le competenze necessarie, ma, dieci anni
fa, è stato un vero e proprio salto
nel buio».
Cosa rende la Sant’Anna diversa
dalle altre?
«La qualità dell’acqua di sorgente,
deducibile dall’analisi chimico fisica riportata sull’etichetta, e un uso
avanzato delle tecnologie: abbiamo
il più grande impianto produttivo
del mondo interamente automatizzato e una grande attenzione per
l’ambiente: a fine anno usciremo
con bottiglie biodegradabili realizzate esclusivamente con mais e
barbabietole da zucchero che conservano l’acqua anche per anni e,
In apertura, Alberto
Bertone con il suo cane Guglielmo. Sopra,
una delle fasi di lavorazione: nello stabilimento di Vinadio vengono prodotte 257mila
bottiglie ogni ora
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Sopra, da sin. Giuseppe e Alberto Bertone ritirano il Brands Award
2007, il premio che
ogni anno mette a confronto le migliori minerali del mercato italiano. Nel 2007 Sant’Anna
ha contribuito alla realizzazione di pozzi per
l’approvvigionamento
di acqua potabile in
Ciad, una delle regioni
più povere del mondo
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una volta eliminate, si decompongono in 80 giorni senza lasciare alcun residuo».
La lezione più importante appresa da suo padre?
«La serietà, innanzitutto nei pagamenti. Mio padre mi ha sempre
detto: non si guadagna sull’interesse – noi non siamo banchieri – ma
sulla vendita del prodotto. E poi se
paghi regolarmente, puoi spuntare
dai fornitori prezzi unitari più bassi. Un’altra lezione che ho imparato è che le idee semplici sono
quelle che funzionano meglio. Per
esempio, per farci conoscere non
abbiamo avuto bisogno di Miss Italia, passerotti e calciatori, ci è bastato mettere a confronto le proprietà della nostra acqua con quelle delle altre, in particolare paragonare durezza, residuo fisso, temperatura, presenza di nitrati e ossidabilità. La nostra acqua è l’unica ad
avere l’autorizzazione dal Ministero
della Salute per la preparazione
degli alimenti per neonati».
La sfida più difficile?
«Tenere sempre coesa e motivata la
squadra. Non esiste successo im-
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prenditoriale senza un team competente e affiatato. Ho sempre
pensato che la qualità del prodotto
si veda dalla stoffa di chi lo realizza. Quando sono “partito”, ai miei
collaboratori che mi davano del
pazzo, dicevo: “venite con me che
tra qualche anno diventeremo la
prima acqua minerale d’Italia”».
Il suo è un marchio che mantiene alto il made in Italy in tutto
il mondo. Ma lei è fiero di essere italiano?
«Fierissimo, tanto che sulle nostre
bottiglie abbiamo messo la coccarda del tricolore. Mi rattrista vedere
come certi italiani nutrano un senso di inferiorità nei confronti degli
stranieri. In realtà, quando vogliamo, sappiamo fare le cose molto
bene, e gli altri ce lo riconoscono
ampiamente. Basta andare in giro
per il mondo per rendersene conto: le cose più belle le abbiamo
fatte noi».
Che cosa cambierebbe dell’Italia?
«La burocrazia perché frena la crescita economica».
La soddisfazione più grande?
«Nel privato mio figlio Filippo di
tre anni e, nel lavoro, essere riuscito a fare della Sant’Anna l’ acqua
più venduta del Paese».
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Come andava a scuola?
«Ero un asino. Mi davo un gran da
fare per studiare il meno possibile,
andavo tutto il giorno in moto e i
miei erano disperati. Mi consolo
però pensando che anche tutti i
miei amici “asini” si sono fatti strada alla grande mentre i secchioni
si sono arenati».
Come se lo spiega?
«La vita non è come la scuola, dove
tutto funziona secondo uno schema
preciso: se studi sarai promosso.
Nella vita non ci sono certezze e, a
volte, bisogna anche ingegnarsi a
trovare degli escamotage».
Il ricordo dell’infanzia più bello?
«La famiglia. I miei genitori hanno
sempre creduto in me e ancora oggi sono il mio sostegno».
Il lavoro più bello del mondo?
«Il costruttore immobiliarista. Mi affascina la possibilità di acquistare
terreni per materializzare idee».
L’anima del business è...
«La costanza».
Gli imprenditori che più ammira?
«Marchionne e Polegato. Entrambi
hanno sfondato in settori che erano già parecchio inflazionati e in
crisi».
La parte più bella del suo lavoro?
«Le tante soddisfazioni».
E la meno bella?
«Avere poco tempo per stare con la
mia famiglia e per lo sport».
Il momento più gratificante della giornata?
«Quando riesco a fare quello che
mi sono prefissato senza intoppi».
Parliamo di acqua minerale. A
chi dice che sono tutte uguali
cosa risponde?
«Provate la Sant’Anna».
Meglio liscia o gasata?
«Liscia».
Che tipo di viaggiatore si considera?
«Tollerante. Mi adatto sempre con
facilità. Se in hotel mi capita una
camera brutta non me la faccio
cambiare, la volta dopo scelgo un
altro albergo. Penso che nella vita
disguidi e imprevisti poco piacevoli possano sempre capitare e non
bisogna farne un dramma...».
La compagnia ideale?
«Quella di persone socievoli. Detesto i litigiosi».
Il suo motto?
«Vivi e lascia vivere. Sempre».
La vacanza che consiglierebbe a
un amico?
«Alle Maldive».
L’albergo dei sogni?
«Nessuno».
La passione più grande?
«Gli animali. E il lavoro, di qualsiasi tipo».
Il sogno nel cassetto?
«Fare della Sant’Anna l’acqua più
bevuta d’Europa».
La domanda che non le ho fatto
e avrebbe voluto che le facessi?
«Nessuna».
❏
Alberto Bertone ha studiato la realizzazione di
una bottiglia biodegradabile al 100%, composta di acido polilattico, un derivato dalla
fermentazione del mais
e che si decompone
completamente in soli
80 giorni
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