Provincia di Brescia
V ARIANTE DI ADEGUAMENTO DEL PTCP
ALLA
LR 12 / 2005
D OCUMENTO P RELIMINARE
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
Alberto Cavalli
Francesco Mazzoli
Presidente
Assessore
Assetto Territoriale
Gruppo di lavoro per la variante di adeguamento del PTCP alla L.R. 12/05
e per la redazione del documento preliminare
Lorenzo Camarda
Segretario – Direttore Generale
Riccardo Maria Davini
Responsabile PEG per il raccordo delle funzioni di sviluppo
territoriale
Cesare Bertocchi
Direttore del Settore
Assetto Territoriale, Parchi e V.I.A.
Fabio Gavazzi
Paola Zordan
Anna Benedetti
Fabio Fenaroli
Anna Gozzi
Isidoro Marco Iadema
Elena Tironi
Antonella Zambarda
Paola Zancanato
Ufficio di Piano
Assetto Territoriale, Parchi e V.I.A.
Marco Pompilio
Consulente per il Coordinamento
della variante del PTCP
Roberto Busi
Michela Tiboni
Università degli Studi di Brescia
Anna Croera
Segreteria
Fotografie di copertina tratte dal sito Googlemaps e dal volume “Il Paesaggio Bresciano”
autori Bams – Basilio e Matteo Rodella e Mauro Pini.
1
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
INDICE
Introduzione
3
Scheda di orientamento per la lettura del documento
5
Premessa
7
1
Riferimenti normativi
10
1.1 Introduzione ai principi di governo del territorio
1.2 Contenuti del PTCP
10
14
Finalità e priorità
20
2.1 Aspetti prescrittivi e di orientamento nel PTCP
2.2 Le principali componenti dell’adeguamento
20
22
Principali contenuti
26
3.1 Aggiornamento della normativa
3.2 Definizione degli ambiti agricoli
3.3 Altre novità nei contenuti del PTCP
26
28
34
Percorso di valutazione ambientale strategica (VAS)
38
4.1 Integrazione e circolarità nei processi decisionali
4.2 Appunti sul quadro normativo di riferimento
4.3 Indicatori e monitoraggio
4.4 Forme di collaborazione sugli strumenti di pianificazione
38
39
43
46
5
Percorso di partecipazione
49
6
Attuazione PTCP e sportello per i comuni
54
6.1 Strumenti per il governo dei processi decisionali
6.2 Sviluppo del SIT
6.3 Prime riflessioni per uno sportello territoriale per i comuni
54
56
57
Allegato A. Quadro di sintesi delle attività di adeguamento del PTCP
60
2
3
4
2
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
INTRODUZIONE
DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI BRESCIA E DELL’ASSESSORE
TERRITORIALE, PARCHI E V.I.A. DELLA PROVINCIA DI BRESCIA
ALL’ASSETTO
Le novità introdotte dalla legge regionale sul governo del territorio n. 12/2005 richiedono di avviare
un percorso di adeguamento del vigente Piano territoriale di coordinamento provinciale. Non si
tratta di una variante generale: i principi della pianificazione provinciale, introdotti fin dalla legge
regionale n. 1/2000, sono infatti confermati e il Piano approvato nel 2004 rappresenta tuttora un
valido riferimento. Se il sistema di obiettivi del PTCP può, dunque, rimanere sostanzialmente
invariato, alcune modifiche sono tuttavia necessarie per tener conto delle novità introdotte dal
legislatore, soprattutto nella pianificazione comunale. I piani comunali infatti sono il principale
strumento per conseguire gli obiettivi del PTCP e la scelta di abbandonare il Piano Regolatore
Generale introducendo i nuovi Piani di Governo del Territorio comporta una revisione di alcuni
contenuti regolativi della pianificazione provinciale. Con l’occasione, dobbiamo anche riflettere su
questi primi anni di gestione della pianificazione territoriale per migliorarne l’efficacia e
approfondire alcuni temi che già erano stati tracciati nel piano vigente.
Si pensi alla difesa idrogeologica, che ha recepito studi e piani sovraprovinciali ma che ora deve
essere perfezionata d’intesa con Regione e Autorità di bacino. Anche l’obiettivo di contenere il
consumo di suolo necessita di strumenti più mirati. Infatti, l’espansione insediativa, la creazione di
insediamenti logistici e commerciali portano, lungo la fascia a cavallo dell’autostrada A4 e delle
principali arterie stradali, ad una progressiva conurbazione con la perdita di riconoscibilità dei
caratteri tipici degli areali e del paesaggio. È sempre più evidente che va evitato l’innescarsi nel
territorio bresciano di un meccanismo di progressiva perdita d’identità e di sempre maggiore
congestione, così come già avvenuto in parte dell’area metropolitana milanese.
Si pensi, ancora, al tema dell’attuazione che è essenziale per un piano di coordinamento, che non si
attua prevalentemente attraverso azioni dirette, ma attraverso la pianificazione comunale e di
settore. Le esperienze condotte in questi primi anni hanno mostrato l’importanza, per l’attuazione
degli obiettivi di area vasta, dei tavoli di lavoro sui temi territoriali di interesse sovracomunale. É
necessario, dunque, dedicare specifica attenzione alla messa a punto di strumenti che aiutino il
confronto e gli accordi in tema, ad esempio, di perequazione territoriale per ripartire equamente i
benefici, ma anche le criticità generate dalla realizzazione di grandi infrastrutture a rete o puntuali.
Le Comunità montane o i Parchi potranno svolgere un lavoro prezioso nella composizione degli
interessi nei diversi Comuni.
L’adeguamento del PTCP dovrà ovviamente tener conto anche di nuove competenze provinciali e
in particolare della definizione degli ambiti agricoli che, per la loro stretta interazione con le
dinamiche territoriali di livello urbano, non possono che derivare da una stretta collaborazione tra
Provincia e Comuni. La tutela delle aree agricole è stata nel passato assegnata alla pianificazione
comunale, dove sono presenti le informazioni di maggiore dettaglio necessarie. Considerare tale
tema nel piano provinciale richiede lo sforzo di valorizzare al massimo grado il carattere
multifunzionale che viene sempre più riconosciuto alle aree agricole, nella convinzione che
promuovere lo sviluppo dell’agricoltura significa guardare alla salute di un comparto produttivo
fondamentale, ma anche agli aspetti paesaggistici e di equilibrio ecologico che all’attività primaria
sono strettamente collegati. Con la nuova legge regionale gli enti locali appaiono sempre più
responsabili sia nella pianificazione che nella gestione del territorio, ma i principi di sussidiarietà ed
autonomia comportano la necessità di costruire quadri organici d’area vasta che non siano la
sommatoria di piani comunali. Il compito di dare organicità al governo del territorio appare affidato
proprio alla pianificazione provinciale e con la riforma il PTCP potrà finalmente sviluppare, in tutte
le sue potenzialità, il ruolo di coordinamento.
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Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
La collaborazione tra Provincia e Comuni diventa dunque un aspetto centrale del percorso di
adeguamento. Per raggiungere tale fine sarà prezioso l’apporto della Valutazione Ambientale
Strategica che affianca agli strumenti tradizionali del pianificatore i nuovi e largamente partecipati
strumenti del valutatore. La collaborazione tra pianificazione provinciale e comunale passerà anche
attraverso la definizione dei contenuti minimi sovracomunali dei tre atti del PGT. Si tratta di un
compito assegnato al PTCP e che può diventare occasione per differenziare i contenuti dei PGT in
funzione delle caratteristiche locali, delle dimensioni dei Comuni e della loro effettiva capacità
gestionale e di spesa. Le norme regionali prevedono contenuti molto dettagliati e articolati per i tre
atti del PGT, ma non forniscono criteri per differenziare i contenuti dei piani di Comuni grandi e
piccoli. Arricchire di contenuti e potenziare il Documento di Piano può avere senso quando nel
Comune vi siano temi di interesse sovracomunale, che necessitano di un inquadramento di area
vasta. Ma nei casi di PGT di piccoli Comuni, o comunque dove non vi siano temi con significative
ricadute sovracomunali, si può pensare a un piano comunale semplificato, più snello, mirato sugli
aspetti essenziali, con costi di elaborazione e impegno più contenuti e proporzionati alla effettiva
dimensione dei temi in gioco.
Infine, il ruolo di coordinamento della Provincia richiede anche un potenziamento del servizio che
l’ente offre ai Comuni. Per questo abbiamo voluto introdurre in questo documento alcune idee per
uno sportello di supporto ai Comuni. I cittadini chiedono al proprio Comune di svolgere una azione
sempre più decisiva e concreta nel rispondere ai bisogni e nel realizzare i progetti che emergono
dalla comunità e non sempre i Comuni, specie quelli più piccoli, stretti nella contraddizione tra
nuove competenze e vincoli di bilancio, sono messi in condizione di dare risposte adeguate. La
Provincia ha anche il compito di costituire il primo sostegno alla operatività dei Comuni mettendo a
disposizione competenze tecniche e amministrative, strumenti adeguati, banche dati, un sistema a
rete di gestione territoriale, promuovendo iniziative congiunte di marketing territoriale a beneficio
del sistema bresciano.
Con questa disposizione a collaborare, Comuni e Provincia riusciranno nell’intento di governare
insieme con lungimiranza ed efficacia una terra grande e ricca di diversità, così bella ma anche
complessa com’è quella bresciana.
Francesco Mazzoli
Assessore
Assetto Territoriale, Parchi e V.I.A.
Alberto Cavalli
Presidente della Provincia
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SCHEDA DI ORIENTAMENTO PER LA LETTURA DEL DOCUMENTO
Questa scheda posta all’inizio del documento ha il duplice scopo di fornire informazioni di sintesi
sui principali contenuti e di costituire orientamento per un rapido accesso ai temi di interesse.
Ulteriori schede di sintesi si trovano nei box collocati al termine di ciascun capitolo.
Temi
Novità LR
12/2005
Novità per
pianificazione
comunale
Ruolo di
coordinamento
della provincia
Documento di
Piano
Aspetti
prescrittivi e di
orientamento
Cinque finalità
per l’adeguamento
Contenuti minimi
sovracomunali
del PGT
Aggiornamento
della normativa
del PTCP
Ambiti agricoli
5
Principali argomenti in sintesi
Riferimenti
La legge sul governo del territorio attua a livello regionale i principi della
riforma Costituzionale del Titolo V, introducendo rilevanti novità per la
pianificazione comunale, ma sostanzialmente confermando l’impostazione
data alla pianificazione provinciale dalla precedente LR 1/2000
L’adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 non si configura come una variante
generale, ma è necessario per sviluppare i nuovi contenuti previsti dalla legge
(principalmente gli ambiti agricoli) e soprattutto per tenere conto delle novità
introdotte nella pianificazione comunale.
“Il governo del territorio si attua mediante una pluralità di piani, fra loro
coordinati e differenziati, i quali, nel loro insieme, costituiscono la
pianificazione del territorio stesso” (LR 12/2005, art 2, c.1). Il ruolo di
coordinamento della provincia diventa sempre più strategico per individuare
strumenti che aiutino la costituzione di quadri di coerenza sui temi di area
vasta.
Il Documento di Piano del PGT deve essere valorizzato nelle sue funzioni
strategiche di: 1) cerniera di collegamento tra pianificazione comunale e
contesto di area vasta, 2) cabina di regia della pianificazione comunale.
Tra gli aspetti prescrittivi di cui all’art 18 c.2 e gli aspetti di orientamento
generico esistono tutta una molteplicità di gradi diversi di incidenza delle
disposizioni del PTCP. Tra gli aspetti più significativi, dove le indicazioni del
PTCP possono assumere valore che va oltre il mero orientamento generico, vi
sono quelli collegati con i temi di sostenibilità.
Si è ipotizzato di articolare l’adeguamento in 5 componenti fondamentali,
ponendo al centro di queste lo sviluppo di strumenti che migliorino l’interazione
tra i diversi livelli di pianificazione territoriale e di settore. Con l’adeguamento
alla LR 12/2005 non si sviluppa un nuovo piano, con nuovi obiettivi, ma si
potenziano gli strumenti per attuare gli obiettivi, valorizzando l’originaria
funzione di coordinamento della pianificazione territoriale provinciale.
Le indicazioni per i contenuti minimi dei PGT sugli aspetti sovracomunali
devono essere articolate e differenziate in funzione delle dimensioni e delle
altre caratteristiche dei diversi comuni, con particolare attenzione alle effettive
dotazioni di competenze e risorse dei comuni di minori dimensioni. Tali
indicazioni assumono forza ed efficacia non tanto a seguito della loro natura
prescrittiva, che tra l’altro è sempre più circoscritta dalle leggi, quanto per la
capacità di fare interagire tra loro in modo virtuoso i diversi livelli di
pianificazione.
Primi indirizzi per il lavoro di aggiornamento della normativa del PTCP, che
sarà soprattutto orientato a definire il grado di efficacia delle disposizioni del
piano territoriale, e a definire strumenti che rendano più efficace l’attuazione
delle strategie di piano attraverso una stretta collaborazione con la
pianificazione comunale e con la pianificazione di settore.
Prime indicazioni per la definizione degli ambiti agricoli. Il tema della tutela del
territorio agricolo deve essere affrontato attraverso la valorizzazione della
pluralità di funzioni connesse con la produzione agricola, integrando quindi
aspetto produttivi con aspetti paesaggistici e di riequilibrio ecologico. E’
necessario impostare una stretta collaborazione tra provincia e comuni per
individuare una prima proposta di ambiti agricoli, mettendo assieme
competenze e conoscenze di entrambi gli enti. Agli ambiti agricoli individuati
1.1
1.1
1.1
1.2
1.2
2.1
2.2
2.2
3.1
3.2
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
Altri contenuti
del PTCP
VAS integrata
Normativa in
materia di VAS
Programma di
monitoraggio
VAS del PTCP e
del PGT
Partecipazione
Nuovi strumenti
per gestire la
complessità
Evoluzione dei
SIT
Sportello
territoriale di
servizio per i
comuni
sulle carte si dovranno affiancare una serie di regole in normativa che
consentano ai comuni di individuare le aree agricole e di proporre in futuro
eventuali modifiche che tengano conto che il territorio è una realtà non statica,
ma in continua evoluzione.
Altri contenuti dell’adeguamento del PTCP riguardano: l’aggiornamento del
quadro conoscitivo e della programmazione delle infrastrutture, lo sviluppo
degli approfondimenti sulla difesa del suolo previa formulazione delle intese
con regione e autorità di bacino, il completamento della rete ecologica,
l’adeguamento al PTR degli aspetti paesaggistici, la costruzione di un quadro
di riferimento di area vasta sul tema dei servizi e l’individuazione dei comuni
con funzione di polo attrattore, le indicazioni per gli insediamenti commerciali
Il percorso di valutazione ambientale strategica deve essere strettamente
integrato con il percorso di pianificazione, e tale integrazione, per essere
efficace ed incisiva, deve essere estesa all’intero ciclo di vita del piano, a
partire dalle prime fasi di scelta sulle strategie fino a comprendere le fasi di
attuazione, gestione e monitoraggio.
Quadro normativo di riferimento relativo alla VAS di livello europeo, nazionale
e regionale. Le principali indicazioni che emergono dal documento “Indirizzi
generali per la valutazione ambientale di piani e programmi”, approvato dal
Consiglio Regionale nel marzo 2007
Il programma di monitoraggio sarà basato su una serie di indicatori di
prestazione, per verificare l’efficacia delle scelte di piano, e una serie di
indicatori di stato, per tenere sotto controllo l’evoluzione delle componenti
ambientali. Il monitoraggio è anche occasione per coinvolgere le risorse
presenti sul territorio nell’attuazione del piano e nel suo aggiornamento.
La provincia può svolgere un servizio di supporto anche mettendo a
disposizione dei comuni, soprattutto di quelli di dimensioni più contenute,
strumenti, competenze e informazioni per lo sviluppo dei percorsi di
valutazione ambientale strategica. Nel fare questo si deve tuttavia tenere
presente che in Lombardia i percorsi di VAS sono di competenza esclusiva
dell’ente che approva il piano, e che l’autonomia dei singoli percorsi deve
essere rispettata. Le banche dati ambientali e territoriali potrebbero essere
organizzate per ambiti, e si potrebbero organizzare ed incoraggiare tavoli di
collaborazione tra più comuni al fine di affrontare i temi di sostenibilità in un
contesto di area vasta.
Il percorso di partecipazione alle scelte di piano dovrebbe essere attivato nelle
prime fasi di elaborazione e continuare fino a comprendere le fasi di attuazione
e monitoraggio, e l’intero ciclo di pianificazione. Il coinvolgimento nella
predisposizione degli elaborati del piano viene articolato in tre percorsi
paralleli, anche se strettamente interconnessi, che coinvolgono: il lavoro con
l’Ufficio di Presidenza della Conferenza dei Comuni, delle Comunità Montane
e delle Aree Regionali Protette; il forum per la partecipazione allargata alle
rappresentanze economiche e sociali; la Conferenza di Valutazione del
percorso di VAS.
Principi di sussidiarietà e maggiore autonomia nelle scelte sul territorio hanno
portato ad una sempre maggiore articolazione e complessità dei processi
decisionali, che passano sempre più spesso attraverso tavoli negoziali. Per
gestire tali tavoli in modo efficace è necessario che gli enti si dotino di
competenze e strumenti adeguati e innovativi.
Grande importanza assumono gli strumenti per la trattazione di grandi quantità
di dati, quali i SIT (sistemi informativi territoriali), che dovranno essere capaci
non solo di gestire i dati, ma anche di comunicarli, restituendo ai decisori
pubblici informazioni sintetiche e mirate.
Il ruolo di coordinamento della provincia è da intendere soprattutto come un
servizio nei confronti dei comuni, ed in tale logica il PTCP e la provincia si
doteranno di uno sportello territoriale in grado di supportare i comuni
nell’attuazione delle nuove competenze territoriali attribuite agli enti locali dalle
normative nazionali e regionali.
3.3
Allegato A
4.1
4.2
4.3
4.4
5
6.1
6.2
6.3
6
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
PREMESSA
Il presente documento introduce informazioni e prime considerazioni sull’adeguamento del PTCP
alla LR 12/2005, da utilizzare come base per avviare il dibattito con i Comuni e gli altri enti con
competenze territoriali, con le parti economico sociali, gli interessi organizzati, e con il pubblico in
generale.
La legge regionale sul governo del territorio (LR 12/2005) non ha modificato in modo sostanziale,
come verrà più in dettaglio argomentato nei successivi capitoli, la struttura del PTCP disegnata
dalla precedente LR 1/2000. Si assume qui pertanto che il sistema degli obiettivi del piano vigente,
approvato nel 2004, possa continuare a costituire nei prossimi anni riferimento per la pianificazione
territoriale provinciale.
L’adeguamento è tuttavia necessario per tenere conto di principi introdotti nella norma regionale a
seguito della riforma costituzionale del Titolo V, che incidono profondamente sulla pianificazione
comunale e sulle modalità di relazione tra i piani ai diversi livelli.
Si tratta di novità che influenzano in modo significativo la funzione di coordinamento, che è
centrale nella pianificazione territoriale provinciale. I PTCP possono infatti includere azioni
direttamente attuative e conformative su un numero limitato di argomenti, ma presentano
generalmente un’ampia gamma di azioni regolative, di coordinamento, che si attuano in via
indiretta attraverso la pianificazione comunale o di settore.
Ne consegue che l’adeguamento in oggetto, non incidendo in modo sostanziale sul sistema di
obiettivi e di scelte del piano vigente, non si configura come variante generale. Costituisce tuttavia
variante significativa, che porterà ad una revisione delle regole incluse nella normativa, con il fine
di rendere più incisiva la funzione di coordinamento del piano provinciale, utilizzando gli spunti
conseguenti all’introduzione dei principi di governo del territorio, tenendo conto delle modifiche
introdotte nella pianificazione comunale, e valorizzando l’esperienza attuativa maturata in questi
anni sul piano vigente.
Gli aspetti prioritari, da prendere in considerazione nella variante di adeguamento, possono in prima
battuta così essere sintetizzati, e saranno in modo più esteso trattati nei successivi capitoli:
−
Potenziamento nella normativa del PTCP delle modalità per favorire la collaborazione tra i
diversi livelli di pianificazione, tenendo conto che il concetto di governo del territorio richiama
la necessità di una visione organica e coordinata non solo nello sviluppo dei piani dei diversi
enti locali, ma anche nella loro attuazione.
−
Definizione dei contenuti sugli aspetti sovracomunali dei tre atti del PGT come occasione per
mettere a punto un modello di pianificazione comunale che meglio risponda alle caratteristiche
di questo territorio, e soprattutto definizione delle priorità e del grado di dettaglio nei contenuti
del PGT in funzione delle dimensioni dei comuni, della complessità degli aspetti locali, e delle
risorse attivabili da parte degli enti locali.
−
Definizione delle modalità per avviare uno sportello territoriale, con una serie di attività e
servizi di supporto ai comuni, soprattutto a quelli di piccole dimensioni, per l’attuazione delle
numerose competenze territoriali attribuite agli enti locali negli ultimi anni dalle normative
nazionale e regionale. Uno sportello dedicato anche a promuovere attività di marketing
territoriale per la promozione del sistema Bresciano in contesto nazionale e internazionale.
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Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
−
Integrazione dei contenuti del PTCP secondo quanto previsto dalla legge, con particolare
riferimento agli ambiti agricoli, e tenendo conto della molteplicità di funzioni che questi
possono assumere, per il mondo produttivo, per la tutela e valorizzazione paesaggistica, e per il
riequilibrio ecologico-ambientale tra spazi aperti e spazi urbanizzati. Gli ambiti agricoli
dovranno necessariamente derivare da un lavoro di collaborazione tra comuni e provincia,
mettendo assieme le conoscenze e le competenze complementari dei due livelli territoriali. Un
impegno esclusivamente provinciale su tale tema rischierebbe infatti di portare a soluzioni
astratte, se non è accompagnato da una contemporanea verifica con le informazioni dettagliate e
aggiornate che solo i comuni possiedono.
−
Particolare attenzione ai temi ambientali e di sostenibilità, che spesso possono trovare una
soluzione solamente se opportunamente inquadrati in un ragionamento di area vasta, nel quale
coordinare le strategie dei diversi comuni e degli altri enti territoriali e di settore competenti.
Ambiente e sostenibilità sono temi portanti già nel piano territoriale vigente, ma oggi
l’introduzione del percorso di VAS (valutazione ambientale strategica) fornisce nuovi strumenti
per rafforzare i meccanismi attuativi del PTCP e per una maggiore collaborazione su questi
temi tra pianificazione provinciale e comunale.
I capitoli successivi svilupperanno i concetti qui sinteticamente introdotti, ed in particolare:
−
Nel capitolo 1, analisi dei riferimenti normativi al fine di inquadrare il significato, le
potenzialità e i limiti della variante di adeguamento. Verrà qui sviluppato un confronto tra
quanto previsto per la pianificazione provinciale dalla LR 12/2005 e dalla precedente LR
1/2000. Alcuni accenni introduttivi saranno inoltre sviluppati in merito ai principi di governo
del territorio e ai nuovi strumenti della pianificazione comunale.
−
Nel capitolo 2, viene disegnato il quadro delle finalità e delle priorità che si propongono come
base di lavoro per la variante. Vengono definite cinque componenti fondamentali, mettendo al
centro la necessità di sviluppare strumenti che potenzino le interazioni tra i diversi livelli di
pianificazione, quale base per l’attuazione dei principi di governo del territorio e per la
valorizzazione del ruolo di coordinamento della provincia.
−
Nel capitolo 3, vengono riassunti i contenuti proposti sui temi principali della variante, con un
maggiore approfondimento sul tema degli ambiti agricoli, mentre un quadro sistematico dei
contenuti di aggiornamento e integrazione rispetto alla LR 12/2005 è stato sviluppato nella
tabella di cui all’allegato A.
−
Nel capitolo 4, viene definito il percorso di valutazione ambientale strategica, nei suoi passaggi
principali, e il programma di monitoraggio per le fasi di attuazione e gestione. Vengono
riassunti i principi e i riferimenti normativi europeo, nazionale e regionale, e vengono
sviluppate alcune prime considerazioni sull’integrazione degli strumenti di valutazione con gli
strumenti tradizionali del pianificatore, per realizzare un migliore, e soprattutto più concreto,
supporto ai processi decisionali. Vengono infine avanzate alcune ipotesi preliminari su come
raccordare, o almeno rendere sinergici, i percorsi di valutazione ambientale ai livelli provinciale
e comunale.
−
Nel capitolo 5, viene definita una proposta di percorso di lavoro per lo sviluppo del dibattito
sulla variante con le istituzioni e gli attori competenti sul territorio, e con il pubblico in
generale. Vengono in tale senso considerati centrali i tavoli di lavoro relativi a: Ufficio di
Presidenza della Conferenza dei Comuni, delle Comunità Montane e delle Aree Regionale
Protette; il forum di partecipazione pubblica, e la Conferenza di Valutazione del percorso di
VAS.
8
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
−
9
Nel capitolo 6, vengono sviluppate alcune considerazioni sugli strumenti che potranno
accompagnare e supportare la provincia durante la fase di attuazione e gestione del PTCP.
Vengono inoltre definite prime proposte per uno sportello di supporto tecnico ai comuni
nell’attuazione delle nuove competenze territoriali. Il ruolo di coordinamento della provincia
nei temi di governo del territorio ha nel PTCP il suo punto di partenza, ma può esplicitarsi e
consolidarsi solo attraverso un paziente lavoro di assistenza, di servizio ai comuni nella
gestione dei temi territoriali. Si tratta infatti di un ruolo che è basato più sull’autorevolezza che
l’ente riesce ad assumere gestendo efficacemente i tavoli negoziali, che su un’autorità
gerarchica che, con il prevalere dei principi di sussidiarietà, viene sempre più ristretta a campi
di azione specifici e delimitati in modo preciso.
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
1.
RIFERIMENTI NORMATIVI
1.1
Introduzione ai principi di governo del territorio
La LR 12/2005 attua a livello regionale i principi introdotti dalla riforma del Titolo V della
Costituzione del 2001. Alcuni di questi principi, alla base del governo del territorio, erano in realtà
già stati anticipati negli anni novanta nella normativa nazionale.
Si pensi ad esempio al passaggio dalla conformità alla compatibilità, introdotto dalla ex-L 142/1990
proprio negli articoli dedicati alla pianificazione territoriale provinciale (oggi tali articoli sono
inclusi nel d.lgs 267/2000).
Si pensi anche al concetto di intese, introdotto dall’art 57 del d.lgs 112/1998 quale base di
riferimento per regolare i rapporti tra pianificazione territoriale e di settore, e diventato, con lo
sviluppo applicativo dei principi di sussidiarietà, base fondativa dei rapporti tra i diversi livelli di
pianificazione.
La LR 1/2000, introducendo in Lombardia la pianificazione territoriale di coordinamento
provinciale, aveva recepito e attuato queste anticipazioni, disegnando un PTCP che era di fatto già
coerente con i principi che erano in quel momento in elaborazione nel testo di riforma
costituzionale.
La LR 12/2005, successiva alla riforma, ha applicato tali principi al complesso della pianificazione,
incidendo in modo particolare sulla pianificazione comunale, che era ancora regolata dalla legge
regionale n.51 del 1975, e sostanzialmente confermando invece l’impostazione anticipatrice che del
PTCP era stata data con la LR 1/2000.
Ne consegue che i PTCP oggi vigenti mantengono la loro efficacia, come peraltro sottolineato
dall’art 25 c.4 della norma regionale. E’ invece significativo notare come lo stesso articolo preveda
un limite temporale massimo per l’adeguamento della pianificazione comunale, per il passaggio da
PRG a PGT, a sottolineare la differenza e la discontinuità tra i due strumenti di pianificazione.
Novità collegate con i principi di “governo del territorio”
•
•
•
•
•
•
•
Approccio sempre più integrato ed interdisciplinare
La pianificazione si deve occupare anche delle fasi di attuazione e gestione, fino a
comprendere l’intero ciclo di vita del piano
Passaggio dal concetto di conformità a quello di compatibilità, quale base per la verifica di
coerenza tra i piani ai diversi livelli
Autoapprovazione dei piani e autonomia degli enti locali nelle decisioni sul governo del
territorio, e piena responsabilità sull’attuazione di tali decisioni
Atteggiamento proattivo, di promozione del territorio, e non solo di tutela
Negoziazione ed intese sostituiscono gli atti autoritativi unilaterali nei rapporti tra i diversi
enti per il governo del territorio
La pianificazione piramidale, a cascata, viene sostituita da un insieme di piani tra loro
coordinati, che si rapportano per competenze e non più per via gerarchica
10
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
Tuttavia, anche se il modello di PTCP precedente continua ad avere valore, la ristrutturazione
complessiva della pianificazione introdotta con la LR 12/2005 comporta novità che devono essere
incluse nella pianificazione territoriale provinciale, sintetizzabili nei seguenti tre punti:
−
−
−
L’introduzione di principi e meccanismi per favorire il raccordo organico, principalmente
attraverso modalità negoziali, tra i piani territoriali e di settore ai diversi livelli.
Il radicale cambiamento nella pianificazione comunale, che comunque incide sulla
pianificazione provinciale, visto che i piani comunali costituiscono spesso veicolo principale
per l’attuazione delle strategie di coordinamento di area vasta del piano provinciale.
L’introduzione della VAS, sul PTCP e sul Documento di Piano del PGT, che permette di
affrontare in modo più sistematico i temi ambientali e di sostenibilità, e che mette a
disposizione strumenti utili per migliorare la capacità di gestione dei processi decisionali.
I tre punti hanno tutti rilevanza strategica, ma in questo documento si ipotizza che il primo di essi
assuma importanza centrale per la variante di adeguamento. Con la precedente LR 1/2000 i principi
di base del governo del territorio erano stati anticipati nella pianificazione provinciale, ma solo ora,
con l’estensione di tali principi all’intero sistema di pianificazione, a tutti i livelli, si creano le
condizioni per attuare in modo completo ed esaustivo le potenzialità di coordinamento assegnate
alla pianificazione territoriale provinciale. L’art 2 c.1 della legge regionale è in tale senso molto
chiaro:
“Il governo del territorio si attua mediante una pluralità di piani, fra loro
coordinati e differenziati, i quali, nel loro insieme, costituiscono la pianificazione
del territorio stesso”.
Gli enti locali sono ora più autonomi, in conseguenza dell’applicazione dei principi di sussidiarietà,
nello sviluppo e nell’approvazione degli strumenti di pianificazione. Ne consegue che assume
rilevanza sempre più strategica la creazione di quadri di coerenza sui temi di area vasta. Il territorio
è infatti costituito da un insieme tale di relazioni e interazioni da non potere essere governato
attraverso la semplice sommatoria dei piani comunali. Il ruolo di coordinamento della
pianificazione provinciale assume in questa situazione sempre maggiore rilievo, diventando
presupposto indispensabile per il governo del territorio stesso.
LR 1 / 2000
Altri piani
L 142 / 90
Compatibilità
Intese
Coordinamento
LR 12 / 2005
Principi di
governo del
PTR e altri piani
Principi di
PTCP
territorio
governo del
PTCP
territorio
d.lgs 112/98
PRG
PGT
PIANIFICAZIONE
TERRITORIALE
11
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
I principi di sussidiarietà, e il decentramento e l’autonomia che ne conseguono, comportano che i
quadri di coerenza debbano essere raggiunti soprattutto attraverso accordi negoziali, unica modalità
di interazione che permetta allo stesso tempo di esercitare un’attività di coordinamento e di
rispettare le autonomie locali.
In una situazione nella quale l’efficacia del governo del territorio dipende sempre più dalla capacità
di gestire e finalizzare i processi negoziali, la pianificazione territoriale provinciale assume rilievo
sempre più strategico. I tavoli negoziali richiedono, per giungere a decisioni efficaci e tempestive,
lo sviluppo di strumenti e meccanismi di supporto. Richiedono anche la preventiva definizione di
regole del gioco chiare e condivise. Il PTCP costituisce l’ambito nel quale i comuni e la provincia
possono definire le regole, utilizzando la funzione di coordinamento territoriale assegnata alla
provincia. Regole che saranno poi applicate nei tavoli di collaborazione interistituzionale e nelle
istruttorie di compatibilità.
Per fare questo si dovrà definire con precisione il valore da assegnare alle disposizioni contenute
nella normativa del PTCP, tenendo conto che tra il mero orientamento generico e la prescrizione
prevalente esistono numerosi livelli intermedi che, anche se non hanno valore giuridico di
prevalenza, possono tuttavia essere portatori di diversi livelli di efficacia. L’art 2 comma 4 dice che
le indicazioni della pianificazione territoriale provinciale hanno valore di orientamento e indirizzo,
fatti salvi i temi sui quali la legge prevede espressamente il valore prescrittivo. Tuttavia, se si vuole
che il ruolo di coordinamento della provincia sia incisivo si dovrà trovare il modo di rafforzare le
disposizioni non prescrittive del PTCP, almeno quelle di maggiore interesse strategico e
sovracomunale, affinché assumano un valore che non sia semplicemente quello dell’orientamento
generico.
MAGGIORE
COMPLESSITA’
NEI PERCORSI
DECISIONALI
QUADRI
ORGANICI
DI AREA
VASTA
RELAZIONI
NEGOZIALI
SUSSIDIARIETA’
AUTONOMIA
DECISIONALE
SVILUPPO DI
STRUMENTI PIU’ :
snelli
flessibili
essenziali
comunicativi
PER IL GOVERNO
DEL TERRITORIO
Schema di risposta all’aumento di complessità nei percorsi decisionali
12
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
Si deve naturalmente tenere presente che tali disposizioni possono assumere valore e forza sulla
base del grado di condivisione negoziale che è stato possibile raggiungere con i comuni nella fase di
predisposizione del piano. La forza di coordinamento della pianificazione provinciale è, per la
natura stessa del PTCP, basata più su criteri di autorevolezza che di autorità.
Un lavoro di questo tipo era già stato avviato, in collaborazione con i comuni, in occasione della
costruzione del PTCP attualmente vigente, ed esplicitato nell’art 7 comma 3 della normativa, dove
le disposizioni sono organizzate in un sistema articolato di livelli. Oggi, l’estensione dei principi di
governo del territorio anche agli altri strumenti di pianificazione territoriale costituisce, come già
sopra sottolineato, occasione per estendere e completare questo lavoro.
Nel perseguire questo obiettivo si dovrà tenere conto che i processi decisionali negli ultimi anni, a
seguito del graduale passaggio da un sistema gerarchico a modalità di composizione negoziale delle
incoerenze, sono diventati sempre più articolati e complessi. Nello sviluppo di un piano assume
dunque sempre maggiore rilievo lo studio dei meccanismi decisionali, per comprenderli ed
elaborare strumenti innovativi che ne permettano la gestione.
Strumenti che, per gestire la complessità, dovranno essere molto mirati, selettivi e comunicativi.
Come argomentato in maggiore dettaglio al capitolo 6, spesso si tende a reagire alla complessità
proponendo analisi e metodi ancora più sofisticati, nel tentativo di mantenere una lettura
omnicomprensiva. Ma questo comporta un rilevante dispendio di energie, di risorse economiche e
soprattutto di tempo, e spesso finisce per rendere il processo decisionale ancora più pesante e
difficile da gestire.
I processi decisionali richiedono oggi metodi flessibili, capaci di adattarsi alle imprevedibilità del
processo stesso, e mirati, per reagire alla crescente complessità selezionando gli aspetti prioritari e
concentrando su questi le risorse, le energie e l’attenzione degli attori coinvolti al tavolo negoziale.
13
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
1.2
Contenuti del PTCP
La legge regionale prevede all’art 15 un elenco dei contenuti del PTCP, e all’art 18 elenca le
disposizioni del PTCP che possono assumere valore prescrittivo per la pianificazione comunale.
Contenuti e valore dispositivo sono definiti in modo più puntuale che nella LR 1/2000. Vengono
previsti contenuti ulteriori, anche di rilievo, come nel caso degli ambiti agricoli, anche se rimane
nella sostanza confermata l’impostazione sui contenuti di fondo data dalla precedente legge.
Più precise di prima sono le indicazioni sugli aspetti prescrittivi. La nuova legge fornisce un elenco
definito e non emendabile degli aspetti prescrittivi1, mentre la LR 1/2000 forniva in tale senso
indicazioni più generiche, che potevano essere dettagliate, ed eventualmente integrate, in accordo
con la Conferenza dei comuni e delle comunità montane.
Modifiche a normativa ed elaborati dovranno essere previste per tenere conto delle indicazioni su
contenuti e aspetti prescrittivi, ma soprattutto per introdurre strumenti e modalità che favoriscano
una più efficace collaborazione tra i piani ai diversi livelli. In questo documento si avanza la
proposta di considerare l’adeguamento alla LR 12/2005 soprattutto come occasione per sviluppare
una riflessione su quali modalità e strumenti sviluppare per ottenere quadri territoriali di area vasta
più organici, e in senso più ampio per innescare processi virtuosi che portino a migliorare
l’efficienza e la capacità d’incidere dei processi decisionali.
L’art 15 c.2 lett. c) prevede che il PTCP definisca i contenuti minimi del PGT sui temi di rilevanza
sovracomunale, e questo può costituire occasione per potenziare la collaborazione tra pianificazione
comunale e provinciale.
Il PGT è articolato in un sistema di tre atti pianificatori (Documento di Piano, Piano delle Regole e
Piano dei Servizi), che devono essere coordinati nelle strategie e nei contenuti, ma che possono
essere relativamente indipendenti nelle procedure di attuazione, integrazione e aggiornamento.
All’interno di una visione che si deve mantenere il più possibile unitaria e d’insieme si individuano
quindi tre strumenti con finalità specializzate e con proprie procedure approvative. Si cerca in
questo modo di separare la trattazione degli aspetti di dettaglio operativo e conformativo per dare
maggiore respiro alla discussione sulle strategie e sul futuro della città. Nel PRG era invece
frequente la tendenza a mescolare aspetti strategici e di dettaglio, ed in qualche caso anche ad
anteporre la trattazione di questi ultimi.
1
Si veda a tale proposito l’art 2 c.4 della legge e le considerazioni svolte nel successivo paragrafo 2.1.
14
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
Art. 15 - LR 12/2005
(Contenuti del piano territoriale di coordinamento provinciale)
15
1.
Con il piano territoriale di coordinamento provinciale, di seguito denominato PTCP, la provincia definisce, ai
sensi e con gli effetti di cui all’articolo 2, comma 4, gli obiettivi generali relativi all’assetto e alla tutela del
proprio territorio connessi ad interessi di rango provinciale o sovracomunale o costituenti attuazione della
pianificazione regionale; sono interessi di rango provinciale e sovracomunale quelli riguardanti l’intero
territorio provinciale o comunque quello di più comuni. Il PTCP è atto di indirizzo della programmazione
socio-economica della provincia ed ha efficacia paesaggistico–ambientale per i contenuti e nei termini di cui
ai commi seguenti.
2.
Il PTCP, per la parte di carattere programmatorio:
a.
definisce, avvalendosi degli strumenti di cui all’articolo 3, il quadro conoscitivo del proprio territorio
come risultante dalle trasformazioni avvenute;
b.
indica gli obiettivi di sviluppo economico-sociale a scala provinciale, a tal fine raccordando le
previsioni dei piani di settore la cui approvazione è demandata per legge alla provincia e
approfondendo i contenuti della programmazione regionale, nonché, eventualmente, proponendo
le modifiche o integrazioni della programmazione regionale ritenute necessarie;
c.
indica elementi qualitativi a scala provinciale o sovracomunale, sia orientativi che prevalenti,
secondo le qualificazioni della presente legge, per la pianificazione comunale e dispone i contenuti
minimi sui temi di interesse sovracomunale che devono essere previsti nel documento di piano,
nel piano delle regole e nel piano dei servizi;
d.
definisce criteri per l’organizzazione, il dimensionamento, la realizzazione e l’inserimento
ambientale e paesaggistico delle infrastrutture riguardanti il sistema della mobilità ed il relativo
coordinamento tra tali criteri e le previsioni della pianificazione comunale;
e.
stabilisce, in coerenza con la programmazione regionale e con i criteri di cui alla lettera d), il
programma generale delle maggiori infrastrutture riguardanti il sistema della mobilità e le principali
linee di comunicazione, di cui definisce la relativa localizzazione sul territorio, avente valore
indicativo, fatti salvi i casi di prevalenza di cui all’articolo 18;
f.
individua i corridoi tecnologici ove realizzare le infrastrutture di rete di interesse sovracomunale,
definendone i criteri per l’inserimento ambientale e paesaggistico;
g.
prevede indicazioni puntuali per la realizzazione di insediamenti di portata sovracomunale, se
definiti come tali dai PGT dei comuni;
h.
indica modalità per favorire il coordinamento tra le pianificazioni dei comuni, prevedendo anche
forme
compensative
o
finanziarie,
eventualmente
finalizzate
all’incentivazione
dell’associazionismo tra i comuni.
3.
In ordine alla tutela ambientale, all’assetto idrogeologico e alla difesa del suolo, il PTCP definisce l’assetto
idrogeologico del territorio secondo quanto disposto dall’articolo 56.
4.
Il PTCP definisce gli ambiti destinati all’attività agricola analizzando le caratteristiche, le risorse naturali e le
funzioni e dettando i criteri e le modalità per individuare a scala comunale le aree agricole, nonché specifiche
norme di valorizzazione, di uso e di tutela, in rapporto con strumenti di pianificazione e programmazione
regionali, ove esistenti.
5.
Tale individuazione ha efficacia prevalente ai sensi dell'articolo 18, nei limiti della facoltà dei comuni di
apportarvi, in sede di redazione del piano delle regole, rettifiche, precisazioni e miglioramenti derivanti da
oggettive risultanze riferite alla scala comunale. In tal caso per l’approvazione di detto piano si applicano
anche i commi 5 e 7 dell’articolo 13.
6.
Per la parte inerente alla tutela paesaggistica, il PTCP dispone quanto previsto dall’articolo 77, individua le
previsioni atte a raggiungere gli obiettivi del piano territoriale regionale e può inoltre individuare gli ambiti
territoriali in cui risulti opportuna l’istituzione di parchi locali di interesse sovracomunale.
7.
Relativamente alle aree comprese nel territorio di aree regionali protette, per le quali la gestione e le funzioni
di natura paesaggistico-ambientale spettano ai competenti enti preposti secondo specifiche leggi e
provvedimenti regionali, il PTCP recepisce gli strumenti di pianificazione approvati o adottati che
costituiscono il sistema delle aree regionali protette, attenendosi, nei casi di piano di parco adottati, alle
misure di salvaguardia previste in conformità alla legislazione in materia; la provincia coordina con i rispettivi
enti gestori la definizione delle indicazioni territoriali di cui ai precedenti commi, qualora incidenti su aree
comprese nel territorio delle aree regionali protette, fermi restando i casi di prevalenza del PTCP, di cui
all’art. 18.
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
Art. 18 – LR 12/2005
(Effetti del piano territoriale di coordinamento provinciale)
1.
Le valutazioni di compatibilità rispetto al PTCP, sia per gli atti della stessa provincia sia per quelli degli enti
locali o di altri enti, concernono l’accertamento dell’idoneità dell’atto, oggetto della valutazione, ad
assicurare il conseguimento degli obiettivi fissati nel piano, salvaguardandone i limiti di sostenibilità previsti.
2.
Hanno efficacia prescrittiva e prevalente sugli atti del PGT le seguenti previsioni del PTCP:
3.
a.
le previsioni in materia di tutela dei beni ambientali e paesaggistici in attuazione dell’articolo 77;
b.
l’indicazione della localizzazione delle infrastrutture riguardanti il sistema della mobilità, qualora detta
localizzazione sia sufficientemente puntuale, alla scala della pianificazione provinciale, in rapporto a
previsioni della pianificazione o programmazione regionale, programmazioni di altri enti competenti,
stato d’avanzamento delle relative procedure di approvazione, previa definizione di atti d’intesa,
conferenze di servizi, programmazioni negoziate. Il piano individua espressamente le previsioni
localizzative aventi tale efficacia. In caso di attribuzione di efficacia localizzativa, la previsione del
piano, oltre che prescrittiva nei confronti della pianificazione comunale, costituisce disciplina del
territorio immediatamente vigente, ad ogni conseguente effetto quale vincolo conformativo della
proprietà. Detta efficacia, e il connesso vincolo, decade qualora, entro cinque anni dalla definitiva
approvazione del piano, non sia approvato il progetto preliminare dell’opera o della struttura di cui
trattasi. In tal caso, la previsione localizzativa conserva efficacia di orientamento e di indirizzo fino al
successivo aggiornamento del piano;
c.
la individuazione degli ambiti di cui all’articolo 15, comma 4, fino alla approvazione del PGT;
d.
l’indicazione, per le aree soggette a tutela o classificate a rischio idrogeologico e sismico, delle opere
prioritarie di sistemazione e consolidamento, nei soli casi in cui la normativa e la programmazione di
settore attribuiscano alla provincia la competenza in materia con efficacia prevalente.
Le previsioni del PTCP concernenti la realizzazione, il potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture
riguardanti il sistema della mobilità, prevalgono sulle disposizioni dei piani territoriali di coordinamento dei
parchi regionali di cui alla legge regionale 30 novembre 1983, n. 86 (Piano generale delle aree regionali
protette. Norme per l’istituzione e la gestione delle riserve, dei parchi e dei monumenti naturali nonché delle
aree di particolare rilevanza naturale e ambientale), non costituenti parchi naturali o aree naturali protette
secondo la vigente legislazione, nei seguenti casi:
a.
qualora costituiscano diretta attuazione di interventi previsti come prioritari nel piano territoriale
regionale, a norma dell’articolo 20, comma 4;
b.
qualora il carattere prioritario di tali interventi sia stato riconosciuto, a seguito di proposta della
provincia, dalla Regione in sede di aggiornamento del piano territoriale regionale: in tal caso la
previsione del PTCP acquista efficacia prevalente sul piano territoriale di coordinamento del parco
regionale a seguito dell’approvazione dell’aggiornamento del piano territoriale regionale che reca il
riconoscimento di priorità;
c.
qualora sussista intesa o altra forma di accordo con l’ente gestore del parco regionale interessato e
con la Regione, anche in relazione alle misure di mitigazione e compensazione ambientale da
realizzarsi contemporaneamente alla realizzazione della suddetta infrastruttura.
16
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
Nell’ambito del PGT si individua il Documento di Piano come l’atto idoneo dove sviluppare
ragionamenti di ampio respiro, concentrandosi sugli aspetti prioritari, e lasciando gli aspetti
conformativi al Piano delle Regole, al Piano dei Servizi e alla pianificazione attuativa.
Dei tre atti del PGT è l’unico ad essere soggetto a VAS e a verifica di compatibilità con il PTCP. Al
Documento di Piano la norma assegna un ruolo strategico nella realizzazione degli obiettivi di
mandato, attraverso l’attivazione di due importanti funzioni:
− costituire il punto di riferimento, la cabina di regia, di tutta la pianificazione comunale,
delineando lo scenario futuro della città, le modalità per raggiungere gli obiettivi di mandato, e
le regole per sviluppare e controllare la rispondenza agli obiettivi degli altri atti del PGT e degli
strumenti di pianificazione attuativa
− costituire la cerniera di connessione tra pianificazione comunale e temi di area vasta,
esplicitando le modalità di relazione ed inquadramento del piano rispetto all’ambito territoriale
di riferimento
AREA VASTA
Accordi di programma
PTC Parchi
Piani di
settore
PAI
PTCP
PTR
DOCUMENTO
DI PIANO
VAS
PIANIF.
COMUNALE
Ambiti di
trasformazione
Piano
delle
Regole
Piano
dei
Servizi
P I A N I F I C A Z I O N E
17
A T T U A T I V A
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
I contenuti del Documento di Piano dovranno essere particolarmente curati per potere svolgere al
meglio queste importanti funzioni strategiche. Gli aspetti prioritari possono così essere sintetizzati:
−
Secondo le indicazioni fornite dall’art 8 della LR 12/2005 2 deve individuare gli obiettivi della
pianificazione comunale, deve esplicitare e motivare i dimensionamenti e le principali scelte di
piano e deve definire i limiti e le condizioni per garantire la sostenibilità ambientale di tali
dimensionamenti.
−
Deve creare le condizioni per potere sviluppare ipotesi alternative sugli scenari futuri della città
secondo una visione comprensiva e interdisciplinare di tutti i temi strategici.
−
Deve anticipare i temi di competenza del Piano delle Regole e del Piano dei Servizi, che
presentano potenziale rilevanza sovracomunale (es: aspetti paesaggistici, difesa del suolo,
ambiti agricoli, servizi sovracomunali, ecc.), almeno per quanto riguarda le principali scelte
strategiche al fine di permetterne un confronto con gli obiettivi del PTCP.
−
Deve includere regole e riferimenti, anche di natura normativa, per potere in futuro verificare la
coerenza di piani e progetti attuativi con gli obiettivi strategici del documento stesso.
−
Ultimo ma non meno importante, si dovrà curare l’aspetto comunicativo del documento,
affinché possa costituire riferimento per il dibattito sul futuro della città, selezionando e
mirando i contenuti sugli aspetti prioritari, evitando un approccio omnicomprensivo e di inutile
dettaglio.
L’articolazione in tre atti può generare un aumento di complessità, ed un aggravamento dei costi,
specialmente per i comuni di piccole dimensioni, che costituiscono numericamente in Lombardia la
grande maggioranza dei comuni. Si dovranno identificare gli aspetti di trattazione prioritaria per
favorire lo sviluppo di strumenti di pianificazione che siano snelli, ed approfonditi in proporzione
alle reali necessità locali.
La legge regionale e i suoi criteri attuativi non forniscono in tale senso un aiuto concreto, in quanto
definiscono un quadro molto dettagliato e articolato di contenuti per ciascuno dei tre atti del PGT,
sostanzialmente pensato per i grandi comuni capoluogo, ma che rischia di essere in molti casi
eccessivamente ridondante, e gravoso da sviluppare, per i comuni che non presentino situazioni
eccezionali.
Il progetto di revisione della legge sul Governo del territorio che è attualmente in discussione
sembra andare verso una semplificazione, nel momento in cui prevede che per comuni piccoli si
possano riunire i tre atti del PGT in un unico documento. Tuttavia a questo andrebbe accompagnato
anche un ragionamento di semplificazione dei contenuti richiesti al piano.
La definizione dei contenuti minimi sovracomunali del PGT è occasione per valorizzare i nuovi
strumenti di pianificazione comunale, e soprattutto il Documento di Piano, ma deve anche
rappresentare un’opportunità per avviare con il PTCP una differenziazione dei contenuti nella
2
Riferimento nell’art 8 c.2:
•
“[il Documento di Piano ] individua gli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione che abbiano valore
strategico per la politica territoriale, indicando i limiti e le condizioni in ragione dei quali siano ambientalmente
sostenibili e coerenti con le previsioni ad efficacia prevalente di livello sovracomunale;
•
determina gli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo del PGT; nella definizione di tali obiettivi il documento di
piano tiene conto della riqualificazione del territorio, della minimizzazione del consumo del suolo in coerenza con
l’utilizzazione ottimale delle risorse territoriali, della definizione dell’assetto viabilistico e della mobilità, nonché della
possibilità di utilizzazione e miglioramento dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale, anche a livello
sovracomunale.”
18
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
pianificazione comunale, prevedendo forme più snelle per i comuni di minori dimensioni. Si
sottolinea che questo non implica necessariamente di fare sconti sui temi da trattare, ma di mirare
maggiormente le poche risorse a disposizione sugli aspetti realmente critici o prioritari. A supporto
di questa tendenza si potrà inoltre associare lo sviluppo di banche dati e strumenti da parte della
provincia, che i piccoli comuni potranno utilizzare realizzando significative economie di scala nei
costi di sviluppo e gestione dei piani. Di questo si tratterà più specificamente nel capitolo 6.
Dalle considerazioni sviluppate in questo capitolo sui riferimenti normativi discende che la variante
di adeguamento di cui stiamo trattando si configura come una variante significativa del PTCP
vigente, ma non come una variante generale.
La struttura del PTCP delineata dalla LR 1/2000 non viene modificata nella sua sostanza dalla legge
sul governo del territorio, e questo anche se vengono introdotte modifiche significative in merito ai
contenuti del piano, quali per esempio gli ambiti agricoli, e in merito alla natura delle disposizioni.
Il sistema di obiettivi e contenuti, così come il quadro conoscitivo, del piano approvato nel 2004
rimane attuale e viene assunto come riferimento guida per la variante di adeguamento. Integrazioni
e aggiornamenti saranno introdotti in risposta alle indicazioni dell’art 15 e dell’art 18, e la
normativa verrà rivista per meglio rapportare il PTCP con i nuovi strumenti di pianificazione
comunale.
Sintesi: gli aspetti di rilievo per la variante di adeguamento
−
−
−
−
−
−
19
La LR 12/2005 attua i principi previsti dalla riforma del Titolo V della Costituzione
Alcuni di questi principi erano stati anticipati dalle normative nazionali degli anni novanta e la LR.1/2000
li aveva già anticipati in Lombardia per la pianificazione provinciale
La LR 12/2005 introduce alcune novità sui contenuti del PTCP, ma non ne modifica la struttura di fondo
che era stata disegnata dalla precedente LR 1/2000
“Il governo del territorio si attua mediante una pluralità di piani, fra loro coordinati e differenziati, i quali,
nel loro insieme, costituiscono la pianificazione del territorio stesso” (art 2 c.1 della LR 12/2005)
Novità fondamentali, da tenerne in considerazione in questa variante del PTCP, riguardano:
− gli atti negoziali, che sostituiscono l’impostazione gerarchica e piramidale nei rapporti tra i piani ai
diversi livelli
− la pianificazione comunale, che costituisce veicolo principale di attuazione degli obiettivi di
coordinamento del PTCP, si rinnova in modo profondo
− il percorso di VAS, che introduce strumenti nuovi per trattare in modo più sistematico i temi
ambientali e di sostenibilità, e più in generale per migliorare il supporto tecnico ai processi
decisionali
La variante del PTCP si configura coma una variante significativa, ma non come una variante generale
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
2.
FINALITÀ E PRIORITÀ
La pianificazione territoriale di coordinamento provinciale, introdotta a livello nazionale nel 1990,
è ormai estesa alla maggioranza del territorio italiano, e in Lombardia tutte le province hanno oggi
un piano approvato o adottato.
Tuttavia, i piani oggi vigenti utilizzano solo in parte le potenzialità che la ex-L.142/1990 (poi
confluite nel d.lgs 267/2000) aveva al tempo inserito nel ruolo di “coordinamento” assegnato alla
pianificazione territoriale provinciale.
Un ruolo di coordinamento che dovrebbe essere basato più sull’autorevolezza che sull’autorità, più
sulla capacità di sviluppare strumenti e metodi per gestire e finalizzare i tavoli negoziali che su
poteri sovraordinati che, seguendo una logica di sussidiarietà, sono nei fatti sempre più circoscritti.
Un ruolo che, nello spirito originario della legge istitutiva dovrebbe essere inteso come “servizio”
nei confronti dei comuni, per sviluppare una visione organica di area vasta, che vada oltre la mera
sommatoria dei piani comunali, e che permetta di governare in modo più efficace il territorio.
2.1
Aspetti prescrittivi e di orientamento nel PTCP
La LR 12/2005 elenca all’art 18 c.2 le disposizioni che assumono valore prescrittivo nel piano
territoriale provinciale, mentre la precedente LR 1/2000 forniva in tale senso indicazioni più
generiche, sostanzialmente riprendendo i contenuti della ex-L 142/1990, e rinviando per una
definizione più precisa ai tavoli negoziali tra provincia e comuni, ed in particolare alla Conferenza
dei Comuni e delle Comunità Montane3.
Aspetti prescrittivi PTCP secondo art 3 LR 1/2000
- Difesa del suolo e aspetti paesaggistici, come da vincoli
statali e regionali vigenti
- Ulteriori contenuti sui temi di cui sopra, previa intese exart 57 d.lgs 112/98 con gli enti di settore competente
- Ulteriori contenuti ai sensi del comma 27, previa intesa
tra provincia e comuni interessati
Aspetti prescrittivi PTCP secondo art 18 LR 12/2005
- Tutela beni ambientali e paesaggistici
- Individuazione delle infrastrutture a cui è attribuita
efficacia localizzativa
- Individuazione degli ambiti agricoli
- Opere prioritarie di sistemazione e consolidamento per
le aree a rischio idrogeologico e sismico, solo se
competenza e prevalenza sono assegnate alla provincia
nella normativa e programmazione di settore
Dalla lettura del complesso della legge emerge che tale elenco è definito e chiuso, e che non
possano essere previsti nel PTCP ulteriori elementi prescrittivi che non siano compresi in tale
elenco. Si veda a tale proposito l’art 2 c.4:
“il piano territoriale regionale e i piani territoriali di coordinamento provinciali hanno
efficacia di orientamento ed indirizzo, fatte salve le previsioni che, ai sensi della
presente legge, abbiano efficacia prevalente e vincolante”.
3
La Conferenza dei Comuni e delle Comunità Montane, introdotta dalla LR 1/2000, viene ampliata con la LR 12/2005
alla partecipazione degli enti gestori delle Aree Regionali Protette.
20
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
Tutte le indicazioni dispositive che non rientrano in questo elenco hanno efficacia di orientamento e
di indirizzo. Questo non significa tuttavia che venga meno per la provincia la possibilità di svolgere
il ruolo di coordinamento che le è proprio.
D’altra parte l’inserimento nell’elenco è condizione necessaria ma non sufficiente per una effettiva
efficacia prescrittiva. Sui diversi argomenti di cui all’art 18 la provincia possiede infatti strumenti di
controllo differenziati.
Come enunciato all’inizio di questo capitolo le disposizioni del PTCP assumono efficacia non tanto
in forza del loro carattere prescrittivo quanto per la capacità di fare interagire tra loro in modo
virtuoso i diversi livelli di pianificazione.
Le norme regionali lombarde si sono mosse nella direzione di sottolineare la natura di “servizio”
della funzione di coordinamento, in coerenza con l’impostazione data originariamente dalla
normativa nazionale con la ex-L142/1990. La recente LR 12/2005 si spinge anche a suggerire
strumenti che favoriscano il coordinamento interistituzionale tra i piani. Utilizzando le indicazioni
presenti nella legge si possono prevedere nel PTCP disposizioni che assumono gradi di efficacia
intermedi tra il mero indirizzo generico e la prescrizione prevalente.
Grande importanza viene per esempio assegnata nella norma a sostenibilità e compatibilità
ambientale, considerati tra gli aspetti dove un approccio di area vasta e un coordinamento tra i piani
dei diversi enti è indispensabile.
All’art 18 c.1 si sottolinea come i limiti di sostenibilità fissati dal PTCP siano da considerare quale
elemento strategico dell’istruttoria di compatibilità.5 La pianificazione provinciale ha su questi
aspetti competenza che va oltre il mero orientamento. I temi ambientali, il consumo di risorse
limitate, come il suolo e il territorio, riguardano un patrimonio che appartiene al complesso della
comunità provinciale, e che non può essere trattato in modo esauriente limitando il ragionamento
all’interno dei confini comunali. Una competenza che era peraltro già chiaramente delineata nella
ex-L.142/1990, e che si è andata rafforzando negli anni con l’attribuzione di una serie di deleghe nel
settore ambientale alla provincia.
Il tema della sostenibilità è presente anche in altri passaggi della LR 12/2005. Lo ritroviamo tra i
principi ispiratori della norma, all’art 1 c.2, e tra i criteri fondativi della pianificazione, all’art 2 c.36.
Con l’art 47 viene introdotta la valutazione ambientale strategica, e i contenuti di sostenibilità sono
tra gli aspetti principali del Documento di Piano, all’art 8 c.2, e del PTCP, all’art 15, oltre che all’art
18 c.1.
Nei criteri attuativi dell’art 7 il tema della sostenibilità viene più volte richiamato e viene
sottolineata l’opportunità di integrare VAS e Documento di Piano, al fine di verificare limiti e
condizioni di sostenibilità e di rapportarsi con le indicazioni sui temi di sostenibilità che emergono
dalla pianificazione provinciale. Anche per la fase di gestione del piano, ogni PGT avrà un sistema
proprio e differenziato di indicatori, funzionale a monitorare l’attuazione dei propri obiettivi
prioritari, ma che potrebbe anche, sempre secondo i criteri di cui sopra, essere in qualche modo
comparabile con i principali indicatori di sostenibilità provinciali.
4
Vedere documento “Modalità per la pianificazione comunale”, approvato con DGR 8/1681 del 29.12.2005
5
Art 18 c.1: “Le valutazioni di compatibilità rispetto al PTCP, sia per gli atti della stessa provincia sia per quelli degli enti
locali o di altri enti, concernono l’accertamento dell’idoneità dell’atto, oggetto della valutazione, ad assicurare il
conseguimento degli obiettivi fissati nel piano, salvaguardandone i limiti di sostenibilità previsti.”
6
All’art 2 c.3 “i piani si uniformano al criterio di sostenibilità, intesa come la garanzia di uguale possibilità di crescita del
benessere dei cittadini e di salvaguardia dei diritti delle future generazioni”
7
All’art 4 la legge introduce la valutazione ambientale strategica obbligatoria per il PTR, il PTCP e il Documento di
Piano “al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile ed assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente”. Per
tali piani “la valutazione evidenzia la congruità delle scelte rispetto agli obiettivi di sostenibilità del piano e le possibili
sinergie con gli altri strumenti di pianificazione e programmazione
21
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
2.2
Le principali componenti dell’adeguamento
Partendo dalle considerazioni sviluppate nei precedenti capitoli e paragrafi vengono di seguito
avanzate prime proposte su come articolare e strutturare l’adeguamento alla LR 12/2005 sul
governo del territorio. Volendo procedere in modo schematico, ai fini di una più immediata
comprensione, si è immaginato che la variante sia costituita da cinque componenti principali:
− I nuovi contenuti del PTCP previsti all’art 15, e in misura minore in altri articoli della norma.
La novità maggiore è costituita dalla previsione degli ambiti agricoli. Un quadro sistematico
degli aggiornamenti e delle integrazioni necessarie è riportato all’allegato A del presente
documento. Una breve descrizione sugli elementi di novità più rilevanti è riportata al capitolo
che segue.
− La revisione degli aspetti prescrittivi e di orientamento secondo le nuove indicazioni date
dall’art 18 della legge, con la verifica e messa a punto della normativa e la definizione di una
serie di disposizioni, con gradi di efficacia intermedi tra la prescrizione e l’orientamento
generico, al fine di rafforzare il ruolo di coordinamento del PTCP.
− Lo sviluppo di un percorso di VAS che sia strettamente integrato con il percorso di elaborazione
e approvazione del piano, nell’ipotesi che gli strumenti di valutazione ambientale possano
concorrere con i più tradizionali strumenti dell’urbanistica a migliorare la capacità di gestione
dei processi decisionali.
− La definizione dei contenuti minimi del PGT sugli aspetti sovracomunali come occasione per
definire modelli di piani comunali che possano meglio rispondere alle caratteristiche del
territorio Bresciano, e che siano differenziati in funzione delle reali necessità dei diversi
comuni, tenendo conto delle loro dimensioni, della loro effettiva capacità di spesa e di gestione,
e della significatività dei temi territoriali locali.
− Lo sviluppo di strumenti e modalità per migliorare l’interazione tra i diversi livelli di
pianificazione territoriale e di settore, e per costruire quadri organici di riferimento per il
governo del territorio.
22
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
CONTENUTI
SOVRACOMUNALI
DEI PGT
PERCORSO
DI VAS
STRUMENTI PER COORDINARE
E COERENZIARE I DIVERSI
STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE
NUOVI
CONTENUTI
PTCP - Art 15
ASPETTI
PRESCRITTIVI
Art 18
Le cinque componenti principali per l’adeguamento del PTCP
Delle prime tre si è già accennato nelle pagine precedenti, e saranno oggetto di approfondimento nei
capitoli seguenti.
Per quanto riguarda la quarta, deriva dalla constatazione che le indicazioni della legge devono
essere articolate per tenere conto delle diversità territoriali che si riscontrano nelle province e nei
comuni della Lombardia.
I piani provinciali sviluppati in questi anni sulla base della LR 1/2000 presentano impostazioni e
contenuti molto differenziati da provincia a provincia. La norma ha dato poche e generiche
indicazioni sui contenuti dei PTCP, rinviando alla concertazione con la Conferenza dei Comuni e
delle Comunità Montane. Ne sono derivati piani provinciali diversi, non solo in conseguenza dei
caratteri geografici, ma anche delle specificità assunte localmente dal rapporto tra Conferenza e
provincia.
Il tavolo di lavoro con la Conferenza potrebbe ora, sulla base della LR 12/2005, individuare modelli
di PGT differenziati. La legge prevede una serie di contenuti minimi per i tre atti del PGT, agli artt.
8-9-10, successivamente approfonditi nel documento attuativo dell’art 7. Prevede anche
l’emanazione di specifici criteri di semplificazione per i contenuti dei PGT dei comuni con
popolazione inferiore ai 15.000 abitanti.
Le indicazioni contenute nella legge e nei documenti attuativi costituiscono un utile riferimento, ma
hanno il difetto di proporre un modello di piano unico per tutti gli oltre 1500 comuni Lombardi. La
regione sta cercando ora di recuperare un discorso di differenziazione, per ambiti territoriali
omogenei, nell’ambito del lavoro di sviluppo del PTR (Piano territoriale regionale), ma non ha
ancora affrontato il tema della semplificazione dei contenuti per i piani dei comuni di minori
dimensioni.
In realtà il tavolo di lavoro tra provincia e Conferenza costituisce il luogo più appropriato per fare
emergere gli aspetti sovracomunali prioritari, e anche per articolare e differenziare tali aspetti in
23
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
funzione dei diversi ambiti all’interno del territorio provinciale. Così facendo non si terrà solo conto
delle dimensioni dei comuni, ma anche dei caratteri orografici, economici, culturali, ambientali, e
delle tradizioni che i processi decisionali assumono localmente, e non ultimo della reale capacità di
spesa dei comuni, spesso abbastanza direttamente correlata con la loro dimensione demografica.
Quanto emergerà potrà quindi essere tradotto in indicazioni normative utilizzando la possibilità,
data dall’art 15 c.2 lett.c), di fissare nel PTCP i contenuti minimi sovracomunali per i tre atti del
PGT.
L’ultima componente non è in realtà separabile dalle altre, e i suoi contenuti derivano dai contenuti
delle altre quattro. Possiede un’importanza strategica che la colloca, come mostrato nel diagramma
illustrativo, al centro dell’attenzione.
Dopo la riforma costituzionale del Titolo V l’introduzione del concetto di governo del territorio ha
portato a spostare l’attenzione dai contenuti degli elaborati alle modalità con cui fare funzionare i
piani, e raggiungere gli obiettivi in essi contenuti.
Questo significa concentrare l’attenzione sulla normativa del PTCP, lavorando sui contenuti minimi
del PGT, e più in generale sul coordinamento dei piani comunali e sulla collaborazione tra
pianificazione provinciale e comunale.
A tale fine non si utilizzeranno solo le indicazioni della LR 12/2005. La variante di adeguamento
costituirà occasione per rileggere la normativa sulla base dell’esperienza applicativa di questi primi
anni, a seguito dell’entrata in vigore del PTCP approvato nel 2004.
In definitiva, per la pianificazione provinciale l’adeguamento alla nuova legge non implica lo
sviluppo di un nuovo piano, con nuovi obiettivi e strategie, ma il potenziamento di strumenti e
meccanismi per attuare tali obiettivi, valorizzando l’originaria funzione di coordinamento dei
PTCP. La LR 12/2005 ha esteso i principi di governo del territorio a tutti i livelli della
pianificazione territoriale, realizzando quindi le condizioni ottimali per esplicitare il ruolo di
coordinamento provinciale in tutta la sua potenzialità.
Gli strumenti di natura normativa non sono tuttavia sufficienti per esplicitare in pieno tale ruolo.
Parallelamente si dovranno programmare attività per il potenziamento di strumenti tecnici di
supporto all’attuazione e gestione del piano: i sistemi informativi territoriali (SIT), gli indicatori, i
modelli previsionali, e tutti gli altri strumenti che possono concorrere a formare un sistema tecnico
di supporto ai processi decisionali. Nel perseguire questo scopo si potranno tenere presenti i
seguenti principi:
−
Il ruolo della provincia come “servizio di coordinamento” nel governo del territorio si basa
principalmente sulla capacità di instaurare un clima di efficace cooperazione con i comuni. La
provincia può costituire utile e pratico riferimento tecnico dei comuni, soprattutto per quelli di
minore dimensione, fornendo assistenza tecnica sulle numerose nuove competenze territoriali
attribuite agli enti locali dalle norme nazionali e regionali. Tra le più recenti vi è la VAS, che ha
grande potenzialità ma che i comuni fanno fatica ad attivare per mancanza di competenze
tecniche, di dati, oltre che di risorse economiche.
−
Tutti gli strumenti tecnici che vengono sviluppati devono essere gestibili con semplicità, e
senza significativi costi aggiuntivi, dagli uffici della provincia. Lo sviluppo di strumenti dovrà
avvenire con gradualità, tenendo conto delle ristrettezze economiche degli enti locali, partendo
dai dati esistenti all’interno dell’ente e da quanto può essere sviluppato prevalentemente con le
competenze interne.
−
Quanto prodotto con tali strumenti dovrà avere un taglio sintetico e comunicativo, evitando i
tecnicismi, in modo da favorire la diffusione delle conoscenze e delle informazioni tra i
decisori, che includono i soggetti istituzionali e tutti gli altri soggetti che operano sul territorio,
e che spesso non sono addetti ai lavori.
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Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
Sintesi: gli aspetti di rilievo per la variante di adeguamento
−
−
−
−
−
−
25
La norma prevede all’art 18 c.2 un elenco definito di temi sui quali il PTCP può prevedere disposizioni
prescrittive. Al di fuori di questo elenco possono essere previste solo disposizioni di orientamento.
Le disposizioni del PTCP assumono efficacia non tanto in forza del loro carattere prescrittivo quanto
per la capacità di fare interagire tra loro in modo virtuoso i diversi livelli di pianificazione.
La LR 12/2005 prevede strumenti per favorire l’interazione sugli aspetti ambientali e di sostenibilità, e
su tali aspetti il PTCP sembra potere assumere un’efficacia che va oltre il mero orientamento generico.
Viene proposto per la variante del PTCP di adeguamento alla LR 12/2005 uno schema di lavoro basato
su cinque componenti principali:
− I nuovi contenuti previsti dall’art 15, dove gli ambiti agricoli sono quelli di maggiore rilievo
− La distinzione tra aspetti prescrittivi e di orientamento, e la previsione di una serie di disposizioni
intermedie tra la prescrizione prevalente e l’orientamento generico
− Un percorso di VAS strettamente integrato con quello di pianificazione, che aiuti a migliorare la
capacità di gestione dei processi decisionali
− La definizione dei contenuti minimi del PGT sugli aspetti sovracomunali, prevedendo diversi
modelli di piano comunale in funzione delle caratteristiche dei diversi ambiti territoriali, e delle
dimensioni e capacità di spesa dei comuni
− Lo sviluppo di strumenti e modalità per migliorare l’interazione tra i diversi livelli di pianificazione
L’ultima componente dell’elenco assume valore strategico e pone la normativa al centro del lavoro da
sviluppare nella variante.
Accanto agli strumenti normativi si dovranno mettere in campo strumenti tecnici, che accompagnino e
supportino le fasi di attuazione e gestione del piano.
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
3.
PRINCIPALI CONTENUTI
In questo capitolo vengono riassunti alcuni dei contenuti principali della variante.
Si parte dalla definizione di prime considerazioni per l’integrazione della normativa, e per lo
sviluppo dei contenuti minimi dei PGT sugli aspetti sovracomunali, vista la centralità tale lavoro
assume nella variante, come discusso al precedente capitolo.
Successivamente viene fornita un’informativa sintetica sulle principali novità nei contenuti della
variante, con un’attenzione di maggiore dettaglio al tema degli ambiti agricoli. Un quadro più
sistematico su aggiornamenti e integrazioni nella variante viene fornito nell’allegato A al presente
documento.
3.1
Aggiornamento della normativa
A seguito delle considerazioni svolte nel capitolo precedente si propone, per il lavoro di
aggiornamento della normativa, di approfondire i seguenti contenuti:
− Ridefinizione del grado di efficacia delle disposizioni in funzione delle indicazioni sulle parti
prescrittive contenute nell’art 18.
− Ridefinizione delle modalità di aggiornamento e variazione del piano per meglio gestire
l’evoluzione del quadro pianificatorio provinciale e comunale (vedasi ad esempio il tema della
localizzazione delle infrastrutture di mobilità).
− Definizione di una serie di indicazioni per la pianificazione comunale, collegate principalmente
con gli aspetti e i limiti di sostenibilità di scala provinciale.
− Definizione delle interazioni con i piani dei parchi regionali, con particolare riferimento alle
novità introdotte all’art 15 c.7 della legge sul governo del territorio
− Coordinamento con le normative e i contenuti dei piani di settore in corso di redazione, ed in
particolare del Piano d’indirizzo forestale.
− Definizione di modalità per la verifica degli interventi insediativi con rilevanti ricadute
sovracomunali, che non siano già assoggettati a parere provinciale nelle procedure previste dalle
normative.
− Criteri per il dimensionamento e la localizzazione degli insediamenti di rilevanza
sovracomunale, curando l’inserimento paesaggistico-ambientale e il rapporto con la rete di
mobilità.
− Approfondimento sugli strumenti per attuare e integrare il PTCP attraverso tavoli e accordi
negoziali tra più comuni (accordi di programma, piani d’area, documenti e progetti strategici,
ecc.). Introduzione di meccanismi per favorire l’associazionismo tra comuni, quali i criteri di
perequazione territoriale basati sulla fiscalità urbana, o gli incentivi collegati con il risparmio
energetico o altre iniziative di sostenibilità.
− Introduzione delle conferenze preliminari di scoping, eventualmente coordinate con le
conferenze di valutazione della procedura di VAS, per l’individuazione dei temi di area vasta
prioritari fin dalle prime fasi della redazione del Documento di Piano.
− Potenziamento graduale del SIT e degli altri strumenti di supporto per l’attuazione e gestione
del PTCP. Sviluppo degli strumenti necessari per l’attivazione del programma di monitoraggio
del piano.
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Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
Per quanto riguarda la parte di normativa relativa alla definizione dei contenuti minimi dei tre atti
del PGT sui temi di interesse sovracomunale, si potrà fare riferimento alle seguenti considerazioni,
tenendo comunque conto che la definizione vera e propria dei contenuti minimi non potrà che
avvenire nell’ambito del tavolo di lavoro con la Conferenza dei comuni, delle comunità montane e
degli enti gestori delle aree regionali protette:
−
I temi di rilevanza sovracomunale, che assumono importanza strategica secondo gli obiettivi del
PTCP o nel rapporto con l’area vasta di riferimento, dovranno in linea di massima essere trattati
nel Documento di Piano. Nel caso di contenuti che la legge assegna agli altri atti del PGT, ma
che siano di rilevante importanza per il PTCP (per esempio i temi del paesaggio, della difesa
del suolo, della rete ecologica, ecc.) gli aspetti strategici e di indirizzo per la pianificazione
comunale saranno anticipati nel Documento di Piano, al fine di permetterne una verifica in sede
di istruttoria di compatibilità. Si tratta di indicazione questa che è peraltro già stata anticipata
nei criteri regionali attuativi dell’art 7.
−
Il Documento di Piano conterrà anche indicazioni e modalità, da utilizzare per verificare in sede
di pianificazione attuativa la coerenza con le strategie relative ai temi di rilevanza
sovracomunale contenute nel Documento di Piano stesso, e definirà i limiti da rispettare nella
pianificazione attuativa, oltre i quali si configuri una variante al Documento di Piano.
−
Nel Documento di Piano si prevederà un apposito capitolo per dare riscontro in modo esplicito
delle modalità di recepimento e attuazione delle indicazioni della programmazione di area
vasta. Nello stesso capitolo emergeranno eventuali proposte dei comuni da portare
all’attenzione della pianificazione provinciale.
−
Sui temi di sostenibilità il PTCP potrà fornire indicazioni di orientamento ad uso dei comuni
per la definizione dei “limiti e condizioni”, di cui all’art 8 c.2, ai fini della verifica di
sostenibilità degli obiettivi e dei dimensionamenti di piano.
−
Nei PGT si dovrà dedicare particolare attenzione alla trattazione degli insediamenti che
possiedono potenziali effetti sovracomunali. In tale senso il piano territoriale potrà fornire
indicazioni utili a valutarne la significatività sovracomunale, a quantificarne i relativi effetti, e a
sviluppare ipotesi di misure mitigative e compensative.
−
Analogamente dovranno essere previste indicazioni nel Documento di Piano per caratterizzare
gli ambiti di trasformazione, quando questi presentino potenziali effetti sovracomunali.
Per i concetti già sviluppati nei capitoli precedenti, obiettivo del piano territoriale è quello di
definire contenuti minimi che siano il più aderenti possibile alle effettive caratteristiche dei singoli
comuni.
Dei tre atti del PGT particolare importanza è assunta dal Documento di Piano che, come già visto in
precedenza, costituisce cabina di regia per il complesso della pianificazione comunale, nonché
elemento di cerniera tra pianificazione attuativa comunale e area vasta.
Di seguito vengono fornite prime indicazioni sui contenuti da prevedere nel Documento di Piano al
fine di valorizzarne il ruolo strategico nella pianificazione comunale. Si sottolinea che si tratta di
indicazioni generali, relative ai contenuti sovracomunali che la legge regionale sembra avere
assegnato al documento. Non avrà senso quindi applicarle nei casi di piani comunali che non
presentino tematiche sovracomunali di rilievo. Tali indicazioni dovranno inoltre quindi declinate in
funzione delle esigenze che emergono dai comuni di ciascuna provincia, e all’interno di questa
andranno differenziate in funzione delle caratteristiche dei diversi ambiti territoriali. Il Documento
di Piano conterrà:
27
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
− Un quadro conoscitivo multidisciplinare e integrato del territorio, collocato nel contesto
territoriale di riferimento e nella programmazione di area vasta. Sarà basato su dati esistenti
presso l’ente o facilmente reperibili, fatte salve problematiche specifiche e particolarmente
critiche, In generale, dovrà essere privilegiato un approccio di sintesi, mirato a fare emergere i
temi prioritari e le interazioni reciproche tra le diverse tematiche ambientali, sociali ed
economiche.
− Un sistema di obiettivi generali e di obiettivi specifici che prefiguri l’evoluzione futura della
città, nel lungo periodo e nel breve-medio termine di validità del Documento di Piano. Nel
Rapporto Ambientale del percorso di VAS potranno essere definiti indicatori, associati agli
obiettivi generali e agli obiettivi specifici, da utilizzare durante il monitoraggio per verificarne
lo stato di attuazione e l’efficacia.
− Il dimensionamento degli obiettivi, per il lungo termine e per il breve-medio periodo, e dei
consumi energetici e delle risorse connessi, accompagnati dalle ragioni per tali
dimensionamenti, dal rapporto con le indicazioni dimensionali di scala provinciale o di area
vasta, e dalla definizione dei limiti e delle condizioni per valutarne la sostenibilità.
− Un sistema di regole per assicurare la coerenza con gli obiettivi del Documento di Piano durante
la redazione degli altri atti del PGT, dei piani attuativi e di settore e dei progetti infrastrutturali e
insediativi.
Chiaramente i ragionamenti sviluppati sopra valgono per i comuni di rilevanti dimensioni, dove ha
maggiormente senso l’articolazione del PGT in tre atti, e dove un discorso preliminare nel
Documento di Piano sulle strategie e sugli scenari futuri per la città è essenziale per la successiva
impostazione del complesso della pianificazione comunale.
Lo sviluppo di un’articolazione concettuale come quella sopra illustrata ha senso nei casi in cui si
debba cercare una coerenza con i comuni confinanti e con il contesto di area vasta, ossia nei casi in
cui venga coinvolta una competenza provinciale. La maggiore parte dei comuni sono di piccole
dimensioni ed in generale un ragionamento semplificato sarà sufficiente per trattare piani comunali
che non presentino temi di rilievo sovracomunale. La variante del PTCP si dovrà quindi occupare di
definire modalità semplificate di sviluppo, e di valutazione, per quei piani comunali che non
presentino aspetti sovracomunali di rilievo.
3.2
Definizione degli ambiti agricoli
La norma regionale prevede all’art 15 commi 4 e 5 l’individuazione nel PTCP degli ambiti destinati
all’agricoltura, assegnando a tale individuazione efficacia prevalente nei confronti della
pianificazione comunale. I comuni procedono quindi (art 10 c.1), sulla base delle indicazioni del
piano provinciale, a individuare le aree agricole.
Prima di trattare il tema si dovrà indagare e chiarire la differenza tra ambiti agricoli e aree agricole
nel caso specifico del territorio della Provincia di Brescia. In prima battuta si possono svolgere
alcune considerazioni che potranno essere di aiuto durante l’elaborazione del piano per mettere a
fuoco il significato da dare ai due termini.
In generale si può affermare che alla scala provinciale si possono individuare le zone destinate
all’agricoltura che assumono valore strategico, mentre una compiuta definizione delle aree agricole
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Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
può essere raggiunta solo con le conoscenze di dettaglio disponibili alla scala comunale. Alla base
di questa affermazione si possono svolgere alcune considerazioni:
− Gli ambiti agricoli, per essere trattati nel PTCP, devono rientrare o fare riferimento a temi di
competenza sovracomunale o di area vasta (per estensione, unicità, valore strategico, ecc …),
altrimenti saremmo in presenza di una sovrapposizione con le competenze comunali.
− Gli ambiti agricoli non possono che essere basati sulle banche dati disponibili alla scala
provinciale, e necessitano, per essere validati, di un approfondimento alla scala comunale, dove
sono disponibili dati più dettagliati e generalmente più aggiornati.
− Gli ambiti agricoli non possono essere trattati con riferimento unicamente alla funzionalità
produttiva agricola e al valore agronomico del suolo. Trattandosi di componenti fondamentali
del territorio devono essere trattati con approccio multidisciplinare, e in modo integrato con le
altre componenti del territorio.
Volendo cercare una sintesi, che per essere semplice ed efficace è necessariamente in parte riduttiva
della complessità del tema agricolo, si potrebbero individuare i seguenti caratteri distintivi:
− Gli ambiti agricoli hanno a che fare con due proprietà, la “continuità” e la “contiguità”, che
possono essere comprese e trattate solo alla scala di area vasta. Dal punto di vista del piano
comunale il territorio agricolo è visto come corona rispetto al centro della carta occupato dal
capoluogo. Inserirlo nel PTCP significa spostare il centro dell’attenzione proprio su questa
corona, sugli spazi aperti a cavallo dei confini di più comuni. Significa guardare il territorio
della pianura irrigua come un continuo, senza fermarsi ai confini comunali. La pianificazione
provinciale, nel definire gli ambiti agricoli, si occupa di questa continuità, prevedendo le misure
necessarie a garantire la contiguità tra gli usi agricoli lungo i confini comunali.
− Le aree agricole vengono sviluppate alla scala di maggiore dettaglio comunale, a partire dagli
ambiti individuati dalle province ed introducendo le conoscenze dirette e di maggiore dettaglio
che solo il comune può possedere sulle aziende agricole locali e sulle prospettive di sviluppo
urbano. Con le aree agricole comunali si completa l’operazione di tutela e valorizzazione del
territorio agricolo avviata con il lavoro nel PTCP sugli ambiti agricoli. Non si tratta solo di
correggere errori, scendendo alla scala di maggiore dettaglio, così come sembra emergere da
una prima lettura della legge. Si tratta di approfondire gli ambiti agricoli nelle zone periurbane,
dove le decisioni sull’assetto del territorio comportano la ridefinizione del margine urbano, in
termini di equilibrio tra edificato e spazi aperti e di valorizzazione paesaggistica del rapporto tra
città e campagna. Il comune ha informazioni di prima mano sulle dinamiche urbane locali, e
sullo stato di efficienza delle aziende agricole. Conosce quali aziende siano impegnate in
progetti di potenziamento e diversificazione, anche in attività di tipo agrituristico, e quali stanno
invece contraendo le proprie attività o siano in fase di dismissione. Soprattutto, le scelte
sull’equilibrio da scegliere tra le istanze di sviluppo e di tutela sono scelte di competenza
dell’Amministrazione comunale. Spetta al comune avanzare le proposte di organizzazione del
territorio, soprattutto di quello urbano e periurbano, anche se spetta poi alla provincia valutare
se tali scelte siano coerenti con i limiti di sostenibilità di area vasta, sui temi che sono di
interesse del complesso della comunità provinciale.
Valorizzare l’agricoltura significa occuparsi della sua funzione come comparto produttivo, ma
anche della sua funzione paesaggistica e di identità territoriale e della sua funzione di presidio e
riequilibrio ambientale. In generale, il livello di informazione disponibile alla scala provinciale
renderà più agevole trattare gli aspetti paesaggistici e ambientali, mentre il tema produttivo richiede
le conoscenze di maggiore dettaglio disponibili alla scala comunale, relative allo stato dei luoghi,
alla consistenza delle aziende, e soprattutto alle prospettive di sviluppo della comunità locale.
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Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
La trattazione del tema agricolo potrebbe essere immaginata nel PTCP come un percorso di
progressivo approfondimento e messa a fuoco, da compiersi in modo strettamente integrato con i
comuni e con la Conferenza che li rappresenta. Un percorso che può essere sommariamente
descritto come articolato in tre fasi:
− Strategie di area vasta. In questa prima fase si individuano i dati e i temi di area vasta, ed una
griglia di criteri riferiti ai temi di competenza sovracomunale, che saranno successivamente
utilizzati dai comuni per una prima proposta di ambiti agricoli nel rispetto delle principali
vocazioni del territorio agricolo: produttiva, di tutela paesistica, di tutela o salvaguardia
ambientale e di identità territoriale. Si potranno elaborare cartografie conoscitive relative per
esempio al valore agroforestale (secondo la metodologia prevista dall’ERSAL), o relative ai
valori paesaggistici e ambientali. Il progetto di rete ecologica, allegato al PTCP vigente, potrà
essere utilizzato per individuare le zone e i corridoi di maggiore importanza per la realizzazione
delle funzioni naturalistiche.
− Equilibrio tra sviluppo e tutela. Questa seconda fase riguarda le aree più vicine ai centri urbani,
dove assume importanza centrale l’individuazione di un equilibrio tra le due apparentemente
opposte esigenze di tutela delle funzioni produttive agricole e di sviluppo delle funzioni urbane.
In questa fase saranno molto importanti i dati dei comuni relativi allo stato delle aziende
agricole, oltre che ovviamente le informazioni relative alle previsioni di espansione urbana
futura. Andranno quindi individuati i dati relativi alle aree periurbane degradate o dimesse, e più
in generale alle condizioni dei margini urbani.
− Regole per la gestione. La normativa del PTCP conterrà i criteri per l’approfondimento delle
aree agricole nella pianificazione comunale nonché specifiche norme per la loro valorizzazione
e tutela e per il loro uso. Conterrà inoltre le regole necessarie per valutare nelle istruttorie di
compatibilità future proposte di rettifica, precisazione e miglioramento derivanti da oggettive
risultanze riferite alla scala comunale.
Da questi ragionamenti si può fare emergere un obiettivo di fondo per la trattazione degli ambiti
agricoli nel PTCP. In una logica di governo del territorio gli ambiti non possono essere individuati
con riferimento semplicemente al valore agroforestale, ma devono essere rapportati e armonizzati in
modo dinamico agli altri temi territoriali interrelati. Ragionando in questo modo si passa da una
visione di semplice tutela ad immaginare gli ambiti come occasione per valorizzare il complesso
delle funzioni afferenti all’agricoltura, e non solo quella produttiva.
Significa ragionare sull’equilibrio tra sviluppo e tutela, e sul ruolo dei margini urbani come
elementi del paesaggio, per regolare il rapporto tra città e campagna, per mantenere la
riconoscibilità dei caratteri e dell’identità visiva dei singoli abitati, per evitare lo svilupparsi di
situazioni di indistinta conurbazione. Un pericolo che è presente nei territori comunali a ridosso del
corridoio della A4, lungo la fascia pedecollinare alpina e nei corridoi di fondovalle e nelle zone
costiere dei laghi e relativo entroterra collinare, e che è già in atto nella porzione di corridoio che
attraversa l’area milanese. Gli ambiti agricoli così intesi superano la mera indicazione di tutela, e
sviluppano un obiettivo strategico di elevato profilo, che è coerente con quanto già previsto nel
PTCP vigente che nella tavola 2 e nell’articolo 83 della NdA individua gli “ambiti delle
trasformazioni condizionate”.
Per realizzare questi obiettivi si dovrà lavorare in modo molto attento sulla definizione delle
cartografie e della normativa. Si dovrà uscire dal tradizionale schema logico gerarchico,
immaginando attraverso la normativa che le indicazioni provinciali trovino compimento nella
verifica a livello comunale e nella successiva istruttoria di compatibilità. Le norme sulle aree
individuate come ambiti agricoli nelle tavole del PTCP dovranno riguardare esclusivamente i temi
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di area vasta, di competenza provinciale, lasciando alla definizione della pianificazione comunale i
temi di carattere locale.
Da un punto di vista operativo il lavoro sugli ambiti agricoli potrebbe essere organizzato secondo
una serie di passaggi, come dallo schema preliminare di seguito riportato (da discutere comunque
con i Comuni, le Comunità Montane, i Parchi e le associazioni di categoria del mondo agricolo).
Fermo restando il supporto dell’amministrazione provinciale si chiederà ai comuni di sviluppare
una prima proposta di ambiti agricoli,, utilizzando una griglia di riferimento metodologica e linee
guida concordate tra provincia e comuni. La provincia metterà a tale fine a disposizione anche
alcune basi cartografiche e informazioni che sintetizzano gli aspetti produttivi (es: carta valore
agroforestale secondo linee guida regionali), e gli aspetti ecologici e paesaggistici presenti nel
PTCP vigente.
La proposta viene verificata utilizzando la griglia di criteri preventivamente definita assieme ai
comuni, e nei casi dove necessario vengono attivati tavoli di collaborazione e approfondimento con
il comune, in modo da arrivare ad una definizione condivisa sui temi connessi con l’agricoltura. I
criteri potranno contenere sia aspetti qualitativi, riferiti ai temi paesaggistici, ambientali e di
produzione agricola, sia aspetti più quantitativi, legati per esempio al consumo di suolo per le
trasformazioni urbane.
Da queste proposte e confronti viene elaborata la tavola degli ambiti agricoli, alla quale verranno
associate specifiche indicazioni normative, per regolare eventuali proposte future di modifica agli
ambiti, durante la fase di gestione del piano, tenendo conto dell’evoluzione delle dinamiche
territoriali.
Quanto qui sviluppato ha soprattutto a che fare con la trattazione degli ambiti agricoli nelle zone di
pianura irrigua, mentre il tema si presenta in modo molto diverso nella fascia a urbanizzazione più
densa lungo la A4, nelle zone di collina, di lago e di montagna.
Nel caso delle aree a carattere tendenzialmente metropolitano lungo la A4 le aree agricole si
presentano maggiormente frastagliate, intercluse e isolate tra loro rispetto ad una matrice diffusa
prevalente di carattere urbano. I principi sopra esposti potranno essere ancora applicati ma in questo
caso la considerazione integrata delle funzioni produttiva, paesaggistica e ambientale assume valore
strategico per la conservazione e valorizzazione delle aree agricole rimanenti, ad evitarne il
riassorbimento nell’area urbanizzata e la perdita della funzione di riequilibrio ecologico ambientale.
A tale fine si dovrà lavorare su tutte le funzioni in modo da mettere in rete e dare un respiro ed un
significato sistemico e di area vasta alle aree agricole rimanenti, che sarebbe altrimenti destinate a
scomparire se considerate singolarmente.
Nel caso delle aree di montagna, collinari, costiere e di fondovalle si presentano situazioni diverse
da quelle della pianura irrigua. Gli ambiti agricoli dovranno in questo caso rafforzare le tutele già
esistenti e già riconosciute dai comuni (es. aree DOC e DOCG), e in parte già presenti nel PTCP
vigente, per garantire continuità ad ambiti di elevata qualità paesaggistica e ambientale.
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BANCHE DATI DI RIFERIMENTO
FUNZIONE
PAESAGGISTICA
FUNZIONE
RIEQUILIBRIO
ECOLOGICO
FUNZIONE
PRODUTTIVA
LINEE GUIDA
PER LA DEFINIZIONE
DEGLI AMBITI AGRICOLI
(GRIGLIA DI CRITERI)
SVILUPPO
PRIMA PROPOSTA
AMBITI AGRICOLI
VERIFICA RISPETTO
A GRIGLIA DI CRITERI
CONFRONTO
E MESSA A PUNTO
DELLA PROPOSTA
ELABORATI
PTCP
TAVOLA CON PERIMETRI AMBITI
AGRICOLI
NORMATIVA CON INDICAZIONI
ATTUATIVE
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3.3
Altre novità nei contenuti del PTCP
Di seguito si sottolineano alcuni dei contenuti principali che saranno oggetto della variante di
adeguamento, in aggiunta al tema degli ambiti agricoli al quale si è dedicato specifico paragrafo.
All’allegato A è sviluppato un quadro più sistematico delle novità presenti nella normativa e dei
conseguenti aggiornamenti e integrazioni.
Quadro conoscitivo. Sarà aggiornato solo per le parti per cui risultino oggi disponibili banche dati
più recenti o per tenere in conto di nuovi strumenti di programmazione approvati o in corso di
redazione. Il quadro conoscitivo è stato sviluppato da pochi anni e non si ritiene pertanto necessario
in questa variante di adeguamento un aggiornamento generale. Si inseriranno i dati più recenti tratti
dal Misurc (mosaico informatizzato degli strumenti urbanistici comunali), e in generale dalla
pianificazione comunale e dalle banche dati regionali.
Il quadro conoscitivo relativo agli strumenti di programmazione sarà aggiornato per tenere conto
delle evoluzioni più recenti della pianificazione di settore della provincia, e di quanto sta
emergendo dal PTR in via di formazione.
Infrastrutture. Il sistema delle infrastrutture per la mobilità stradale ed il trasporto pubblico viene
aggiornato tenendo conto delle indicazioni più recenti della pianificazione di settore della provincia
(vedi al riguardo anche la DCP n.27 del 24/09/07) e della regione.
La legge sul governo del territorio introduce in modo esplicito all’art 18 la localizzazione delle
infrastrutture nell’elenco dei temi prescrittivi del PTCP, a condizione che tale localizzazione sia
sufficientemente puntuale alla scala della pianificazione provinciale. Il quadro delle infrastrutture
che saranno previste nel PTCP diventa quindi riferimento programmatorio per tutti gli enti con
competenza territoriale.
Rispetto ai contenuti previsti dall’art 15 della legge si dovranno approfondire gli aspetti di
inserimento paesaggistico e ambientale delle infrastrutture e si dovrà sviluppare il tema delle reti
tecnologiche. In particolare verrà data priorità alla previsione di indicazioni per la razionalizzazione
dei tracciati e l’inserimento ambientale e territoriale degli elettrodotti. Dall’incrocio dei tracciati
esistenti e programmati con le carte che evidenziano le sensibilità sui temi insediativi, ambientali e
paesaggistici, emergeranno le situazioni di criticità e quindi indicazioni per la loro progressiva
riqualificazione. Ulteriori indicazioni potranno riguardare le misure di mitigazione da adottare in
fase di progettazione per l’inserimento ambientale e paesaggistico dei manufatti tecnologici.
Difesa del suolo. Tra le novità per il PTCP introdotte dalla legge sul governo del territorio vi è la
previsione delle opere specifiche di sistemazione e consolidamento. Il PTCP vigente contiene già
gli elementi previsti dal cosiddetto “livello 1” di approfondimento di cui alle linee guida attuative
della LR 1/2000. In sintesi si tratta del recepimento delle indicazioni del Piano di Assetto
Idrogeologico dell’Autorità di Bacino (fasce fluviali e normativa) e del censimento dei dissesti
ricavato dalla carte inventario della regione.
Per procedere con un ulteriore livello di approfondimento (denominato “livello 2” nelle linee guida
della LR 1/2000), con la finalità per il PTCP di assumere il valore di piano di settore su tali
tematiche, si dovranno prima verificare con Regione e Autorità di Bacino le modalità per
sottoscrivere le intese di cui all’art 57 del D.lgs 112/1998. Una volta fissato il percorso per le intese
si potranno programmare le attività, che riguarderanno in generale:
− l’approfondimento delle fasce fluviali sulla base degli studi elaborati o in corso da parte di
Autorità di Bacino e della regione;
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−
il completamento degli inventari sulle aree a rischio di frana e lo sviluppo di uno studio sul
rischio connesso per la definizione della carta di pericolosità, e quindi la previsione delle opere
di sistemazione e consolidamento;
Il programma di realizzazione di tali attività dipenderà dagli accordi per il percorso di intese di cui
all’art 57 del D.lgs 112/1998 che saranno discussi nei prossimi mesi con Regione e Autorità di
Bacino. In linea generale lo sviluppo degli argomenti necessari per il raggiungimento delle intese
per la valenza del PTCP come piano di settore sui temi di difesa del suolo richiederà tempi lunghi.
Si può pertanto immaginare di procedere attraverso intese stralcio, che progressivamente diano
valore a quanto si va completando durante lo sviluppo del lavoro. La variante di adeguamento alla
LR 12/2005 conterrà quanto sviluppato e concordato con gli altri due enti coerentemente con il
programma di adozione e approvazione della variante.
A parte le considerazioni sopra riportate sullo sviluppo del livello 2 e sulle intese con gli enti
competenti, gli attuali elaborati del PTCP saranno modificati al fine essenzialmente di riportare gli
approfondimenti sulle fasce fluviali e sulle zone a rischio idrogeologico sviluppati in questi anni dai
comuni tenuto conto anche delle carte inventario dei dissesti della Regione Lombardia.
Verrà inoltre attivato uno studio pilota sulla microzonazione sismica, da allegare al piano in fase di
adozione, in considerazione della rilevanza che il tema assume in questa provincia. Lo studio è
finalizzato a fornire base tecnica di supporto ai comuni, in modo da facilitarli negli approfondimenti
locali di competenza, anche in termini di contenimento delle risorse economiche impiegate.
Rete ecologica. Il progetto di rete che accompagna il PTCP vigente sarà sviluppato anche nella
parte riguardante le modalità attuative. Per realizzare il progetto è infatti necessario il
coinvolgimento della pianificazione di settore e della pianificazione comunale. Nella normativa del
PTCP verranno affrontati gli aspetti attuativi, anche attraverso forme di mitigazione e
compensazione da specificare ulteriormente nella pianificazione comunale e di settore, e nelle
istruttorie di valutazione dei progetti infrastrutturali e insediativi.
Risparmio energetico. Il tema del contenimento del consumo energetico e dell’utilizzo di fonti
alternative o rinnovabili sta assumendo valore sempre più strategico nelle politiche territoriali, oltre
che rilevanza sovracomunale per gli effetti che può determinare nel contenimento delle emissioni in
atmosfera. Il piano fornirà indicazioni generali, o linee guida, cui i comuni potranno fare
riferimento per l’assunzione di specifiche di risparmio energetico nello sviluppo dei loro piani. Tali
indicazioni potranno essere applicate a partire dagli edifici pubblici, in particolare quelli di
rilevanza sovracomunale, al fine di costituire casistiche applicative che diventino esperienze pilota
di riferimento da estendere al complesso dell’edilizia civile.
Aspetti paesaggistici. Il PTCP vigente ha valore di quadro paesaggistico di maggiore definizione
rispetto al PTPR vigente. Nell’adeguamento del piano territoriale si procederà all’aggiornamento
delle banche dati dove esistono nuove informazioni di riferimento. Il D.lgs 42/2004, cosiddetto
Codice Urbani, introduce alcune novità di rilievo, assegnando alla regione il compito di svilupparle
in apposito strumento di pianificazione. Prima di procedere all’adeguamento del PTCP alle
indicazioni del codice si dovranno tuttavia attendere le indicazioni che saranno fornite dalla regione
agli enti locali nell’ambito del PTR in via di formazione.8
Servizi. La legge sul governo del territorio prevede che le province individuino nei PTCP i comuni
con caratteristiche di polo attrattore per i servizi, ai sensi dell’art 9 c.5. In parte questa
individuazione è già presente nel PTCP vigente con l’individuazione dei centri ordinatori. Il PTCP
dovrà quindi contenere per questi poli le indicazioni in merito ai criteri di individuazione dei flussi
8
La Regione Lombardia ha deciso di sviluppare la componente paesaggistica nel Piano territoriale regionale previsto
dalla LR 12/2005, al fine di meglio integrarla con gli aspetti territoriali
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per lavoro, studio, funzione di servizi, e turismo, e ai criteri per l’individuazione, la localizzazione e
il dimensionamento dei servizi necessari.
La variante di adeguamento sarà anche occasione per costruire un primo quadro conoscitivo di area
vasta sul tema dei servizi, che possa costituire riferimento per i comuni nello sviluppo del Piano dei
Servizi. Individuati i servizi di rilevanza sovracomunale e i relativi bacini, e verificate le situazioni
di carenza (anche rispetto a temi quali l’accessibilità o l’inserimento ambientale), si potranno
sviluppare indicazioni per meglio rapportare tra loro i servizi alle scale locale e sovralocale. Le
indicazioni del PTCP potranno anche riguardare l’eventuale sviluppo di uno specifico piano
attuativo settoriale.
Anche se la normativa non assegna alla provincia competenze ulteriori oltre a quella di individuare i
poli attrattori, il tema dei servizi presenta aspetti di interesse sovracomunale, e riguarda quindi il
ruolo di coordinamento del PTCP. Questo è in particolare evidente in un’area a densa
urbanizzazione come quella Lombarda dove numerose tipologie di servizi presentano bacini di
riferimento per l'utenza che travalicano i confini comunali. In tali situazioni il livello provinciale
potrebbe costituire il livello amministrativo più adatto per coordinare le azioni dei diversi soggetti
coinvolti.
La Provincia potrebbe in tale senso svolgere un ruolo utile di supporto ai comuni nello sviluppo di
nuove competenze sui servizi, nella razionalizzazione delle scelte in relazione ai contesti territoriali
di area vasta, nel contenimento delle disfunzioni nei processi decisionali relativi alla localizzazione
e gestione dei servizi. Un’assistenza tecnica che potrebbe essere ancora più utile proprio ora che i
comuni devono sviluppare il Piano dei Servizi, diventato componente strutturale del PGT e
specifico strumento di governo della città pubblica.
Il tema dei servizi potrebbe essere sviluppato in parte già nella presente variante di adeguamento, e
quindi successivamente, in fase attuativa, con uno specifico piano di settore da costruire in stretta
sinergia con i lavori che i comuni stanno sviluppando sui piani dei servizi. Possibili argomenti da
sviluppare potrebbero riguardare:
−
Aggiornamento delle banche dati e del quadro delle conoscenze in tema di servizi per l'intero
territorio provinciale, anche al fine di fornire ai comuni un quadro conoscitivo di carattere
sovralocale, utile riferimento per la redazione dei piani dei servizi (ad esempio sulle categorie:
istruzione superiore e universitaria, impianti sportivi, biblioteche, sedi istituzionali, sanità e
assistenza, strutture per anziani, organizzazioni di volontariato, cultura e intrattenimento,
produzione energia, trattamento rifiuti, verde con funzioni ecologiche, ecc.).
−
Definizione di linee guida per la localizzazione di alcune tipologie di servizi di livello
sovralocale, ed individuazione dei relativi bacini di utenza, sulla base anche dei dati di cui al
punto precedente, da utilizzare come riferimento per la redazione di un piano di settore dei
servizi provinciale e per individuare prime ipotesi di aggregazioni tra comuni per lo sviluppo e
la gestione di servizi. La definizione dei bacini di utenza è difficilmente affrontabile dagli uffici
della provincia senza il supporto dei comuni. Uno studio sui bacini d’utenza, che sia più
credibile e vicino alle esigenze dei comuni, potrà più opportunamente essere sviluppato alla
scala dei tavoli interistuzionali degli ambiti territoriali (ad esempio le SUS).
−
Definizione di indicazioni per valutare la localizzazione delle strutture utilizzando gruppi di
parametri relativi ad accessibilità, al contesto ambientale e paesaggistico, e alle potenziali
sinergie con altre significative strutture di servizi.
−
Definizione di un sistema di indicatori di performance che possa essere di riferimento per i
comuni per avviare il passaggio dagli standard quantitativi ai parametri qualitativi, che
costituisce una delle più significative e innovative previsioni introdotte dalla ex-LR 1/2001.
−
Viene affrontato, da un punto di vista prevalentemente metodologico, il tema della definizione
di parametri per valutare la qualità dei servizi, che possano costituire riferimento anche per
un’attività di benchmarking tra comuni, per evidenziare le situazioni di eccellenza e di criticità.
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Anche in questo caso il tema può essere affrontato in modo compiuto solo a livello di tavolo
interistituzionale.
−
Sviluppo di parametri di riferimento per la valutazione dei servizi immateriali, anche quale
aiuto alla redazione dei piani di servizi comunali, cercando di introdurre elementi per prendere
in considerazioni tipologie di servizi, che sono oggi sempre più diffuse anche grazie alle reti
informatiche, e che non si riescono a fare rientrare nella definizione degli standard urbanistici
per la difficoltà di ricondurli e quantificarli in termine di superficie. Si tratta in definitiva di
fornire ai comuni indicazioni e suggerimenti per convertire un servizio immateriale in standard
urbanistico e poterne quindi tenere conto nel bilancio del piano dei servizi.
−
Verifica sulla possibilità di utilizzare il tema dei servizi nella definizione di criteri di
perequazione territoriale nei percorsi di approvazione e attuazione dei grandi interventi
insediativi, quale parametro di compensazione rispetto alle ricadute generate dai grandi
insediamenti sui comuni confinanti.
Il tema è in realtà complesso e nell’orizzonte temporale della variante di adeguamento si potranno
realisticamente sviluppare il quadro conoscitivo e i presupposti metodologici e gli obiettivi per un
futuro piano di settore. A tale fine, e soprattutto per comprendere bene la complessità della
situazione, potrebbe essere opportuno avviare un’esperienze pilota con un gruppo di comuni,
interessati alla sperimentazione, possibilmente coincidenti con una delle SUS, o comunque con un
ambito territoriale significativo.
Commercio e insediamenti di rilevanza sovracomunale. Nella variante di adeguamento verranno
sviluppate in normativa le indicazioni per una più precisa caratterizzazione delle istruttorie di
compatibilità sui PGT, applicando a tale fine le indicazioni contenute nella Delibera di Consiglio
Regionale del 13.3.2007 “Indirizzi generali per la programmazione urbanistica del settore
commerciale”, attuativa dell’art. 3 c.1 della L.R. 14/1999. Le indicazioni riguarderanno temi quali:
− criteri per le strutture di vendita relativi a inserimento paesaggistico e ambientale, raccordo con
il sistema della mobilità, condizioni di accessibilità;
− elementi di valutazione preventiva che devono essere assicurati nella pianificazione comunale
per la localizzazione di nuovi insediamenti;
− indicazioni per i tre atti del PGT, per la realizzazione nei programmi commerciali, di obiettivi di
riqualificazione dei centri storici, delle aree dismesse e degradate, e delle aree urbane
interessate;
− indirizzi per il rafforzamento dell’offerta delle strutture di vicinato, per la corretta distribuzione
delle attività commerciali, anche in funzione dei servizi collegati, e per il riequilibrio
dell’offerta nelle zone di montagna.
Dare priorità al recupero delle aree industriali dimesse costituisce occasione importante sia per la
riqualificazione delle aree abitate che per il contenimento del consumo di territorio, ed è quindi
obiettivo da perseguire, come peraltro incentivato anche dalle più recenti norme regionali (vedi art 7
della LR 1/2007). Tuttavia anche per il recupero delle aree dimesse si devono fornire indicazioni
che permettano di contenere eventuali effetti di congestionamento, quando le aree dimesse siano
interne ai centri abitati, o impatti sulle componenti ambientali.
Più in generale verranno rafforzate le indicazioni, già in parte presenti nel PTCP vigente, per le
strutture insediative (residenziali, produttive, commercio, logistica, servizi, sportive, ricreative, …)
che presentano possibili ricadute di livello sovracomunale. In generale si tratta di mettere a sistema
indicazioni già esistenti nella normativa di piano e nelle normative e linee guida regionali territoriali
e di settore.
E’ infatti evidente come l’individuazione, il dimensionamento e la progettazione degli insediamenti
debba essere coerente con tutte le indicazioni di settore contenute nel PTCP.
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Si potrà eventualmente prevedere uno specifico allegato che presenti in modo organico, anche in
forma di liste di controllo, i criteri da utilizzare per i grandi insediamenti, con riferimento a
− indicazioni generali per tutte le tipologie di insediamenti, con particolare riferimento
all’accessibilità e alla forma urbana;
− indicazioni specifiche relative alle destinazioni funzionali a più elevato rischio di impatto, come
il commercio, la logistica e il produttivo.
In una logica che ha sostituito il concetto di “conformità” con quello di “compatibilità” la
localizzazione degli insediamenti non è più soggetta al mero rispetto di zonizzazioni date a priori e
atemporali, bensì al rispetto di regole di corretta pianificazione territoriale, ed è valutata sulla base
della rispondenza a criteri di sostenibilità e agli obiettivi di piano.
Nel caso della localizzazione degli insediamenti, vista l’infinita casistica di interazioni possibili tra
progetto e contesto, sarebbe impossibile fornire una serie di criteri che si adattino a tutte le
situazioni specifiche. Si potrebbe più efficacemente definire un quadro di criteri generali, nello
spirito del manuale di riferimento, che possano essere utili in prima battuta per gli uffici comunali, i
quali potranno usarli per valutare le localizzazioni delle proposte insediative, di volta in volta
calando, e adattando, i criteri alla specifica situazione di contesto.
Sportello di supporto ai comuni. La variante di adeguamento costituirà occasione per avviare una
serie di attività e servizi di supporto agli uffici comunali sulle nuove competenze assegnate agli enti
locali dalle norme nazionali e regionali. Questo potrebbe riguardare il potenziamento dei sistemi
informativi territoriali, con la prospettiva di creare una rete SIT di riferimento per lo scambio e
l’aggiornamento delle banche dati territoriali, così come più in generale lo sviluppo di un sistema di
strumenti di supporto ai processi decisionali o la disponibilità ad assistere i comuni, specie quelli di
minori dimensioni, con le competenze tecniche specialistiche presenti negli uffici della provincia.
Una trattazione più approfondita del tema è contenuta al capitolo 6 al quale si rinvia.
Sintesi: gli aspetti di rilievo per la variante di adeguamento
−
−
37
Vengono delineate prime indicazioni sui contenuti del lavoro per la variante del PTCP, con particolare
riferimento all’evoluzione della normativa, all’individuazione dei contenuti minimi sovracomunali per i tre
atti del PGT e al percorso per l’individuazione degli ambiti agricoli.
Indicazioni vengono fornite anche sui seguenti temi: quadro conoscitivo, infrastrutture, difesa del suolo,
rete ecologica, aspetti paesaggistici, servizi, sportello di supporto ai comuni. Un quadro sintetico e
sistematico degli aggiornamenti e delle integrazioni è fornito nella tabella all’allegato A.
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4.
PERCORSO DI VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
4.1
Integrazione e ciclicità nei processi decisionali di governo del territorio
Il concetto di governo del territorio e l’introduzione della valutazione ambientale strategica (VAS)
portano ad un approccio alla pianificazione sempre più multidisciplinare e integrato, che non
riguarda solo le fasi di formazione del piano, ma che si estende a comprendere l’intero ciclo di vita
del piano stesso, quindi anche le fasi di attuazione e gestione successive all’approvazione.
La normativa sulla VAS deriva dalla Direttiva Europea 42/2001/CE, che nei suoi principi di base
afferma la necessità di intendere il percorso di valutazione come strettamente integrato con il
processo decisionale di formazione e approvazione del piano: “le condizioni stabilite dalla presente
direttiva sono integrate nelle procedure in vigore negli Stati membri per l’adozione dei piani e dei
programmi o nelle procedure definite per conformarsi alla presente direttiva” (art 4 c.2 della
Direttiva).
Un’integrazione che deve, in un logica di efficienza e semplificazione, tendere a non duplicare i
processi, ma anzi deve cercare di unire gli strumenti di valutazione con i tradizionali strumenti di
pianificazione al fine di migliorare l’efficacia dei processi decisionali sul territorio. Affinché
l’integrazione sia reale e incisiva la valutazione deve essere estesa a tutti i momenti di preparazione,
attuazione e gestione del piano. Si devono dunque superare le logiche delle norme urbanistiche
tradizionali che prevedono in generale il coinvolgimento formale delle forze sul territorio solo
successivamente all’adozione della proposta di piano, ossia quando l’organo consigliare dell’ente si
è già espresso e le scelte principali sono già state assunte.
Le norme regionali più recenti prevedono forme di partecipazione allargate anche nelle fasi di
costruzione del piano, prima dell’adozione. La normativa della VAS porta all’estremo questi
concetti, prevedendo che l’integrazione debba “…essere effettuata durante la fase preparatoria del
piano…” (art 4c.1) e debba essere estesa all’intero ciclo di pianificazione, compreso il controllo
degli effetti ambientali significativi conseguenti all’attuazione del piano (art 10).
Gli strumenti di valutazione non dovranno dunque essere limitati all’accompagnamento del
percorso di adozione e approvazione della variante, ma dovranno essere sviluppati anche come
supporto all’attuazione e gestione, per garantire la coerenza di piani e azioni attuative rispetto agli
obiettivi di sostenibilità contenuti nel PTCP, per monitorare l’attuazione e l’efficacia di tali
obiettivi e quindi intervenire tempestivamente con azioni integrative o correttive, fino a fornire
spunti utili per l’avvio, sulla base dell’esperienza maturata, del successivo percorso di
aggiornamento del piano.
Un percorso ciclico continuo dunque, dove gli strumenti di valutazione contribuiscano a innescare
un processo virtuoso di miglioramento progressivo, attraverso i successivi cicli di pianificazione,
del processo decisionale e della pianificazione locale in generale, non solo nei termini di tenere
meglio in conto i temi di sostenibilità, ma anche nel senso più generale di rendere maggiormente
efficace il processo decisionale.
Un sistema di strumenti che potrebbe anche essere messo a disposizione della pianificazione di
settore della provincia, così come della pianificazione comunale. I comuni devono sviluppare la
VAS del Documento di Piano, ed in questo caso la VAS può diventare occasione per rafforzare i
ruoli di cabina di regia e di cerniera con la pianificazione di area vasta, visti al precedente capitolo
2, e quindi per rafforzare la rilevanza strategica del Documento di Piano.
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Il documento regionale attuativo dell’art 7 sottolinea l’utilità della VAS quale strumento per
identificare i limiti e le condizioni e per verificare la sostenibilità degli obiettivi e dei
dimensionamenti di piano.
In analogia si può pensare che la VAS sia utile per verificare i dimensionamenti della pianificazione
provinciale e per identificare nel PTCP le condizioni di sostenibilità, previste all’art 18 c.1, quale
base dell’istruttoria di compatibilità.
Alcuni degli strumenti sviluppati nell’ambito della VAS del PTCP, relativi per esempio al quadro
conoscitivo, agli indicatori, o alla metodologia di approccio, possono essere messi a disposizione
della pianificazione comunale. Si deve tuttavia tenere presente che il percorso di VAS è specifico di
ciascun processo decisionale locale, e la responsabilità di scelta delle modalità di conduzione del
percorso di VAS è posta in capo all’ente che sviluppa il piano, questo almeno nell’impostazione
data dalla legge regionale lombarda.
Si deve evitare l’errore di pensare per esempio a un unico sistema di indicatori da imporre sia per il
PTCP che per tutti i piani comunali. Gli indicatori per essere efficaci devono essere strettamente
collegati con gli obiettivi strategici di ciascun piano e con le scelte della singola amministrazione.
Ogni comune avrà il proprio sistema specifico di indicatori e il proprio metodo di lavoro. Tuttavia
su alcuni temi ambientali che assumono specifica rilevanza sovracomunale si potrebbero impostare
forme di interazione tra indicatori del livello provinciale e indicatori del livello comunale per
rendere tra loro confrontabili i valori, e costruire una base comune di gestione dei temi.
4.2
Appunti sul quadro normativo di riferimento
La Direttiva 2001/42/CE concernente la Valutazione degli effetti di determinati piani e programmi
sull’ambiente nasce a seguito di un lungo periodo di gestazione avviato a livello europeo già negli
anni settanta. Si propone l’obiettivo generale di “…garantire un elevato livello di protezione
dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto
dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo
sostenibile, ... assicurando che ... venga effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e
programmi che possono avere effetti significativi sull’ambiente” (art 1).
La valutazione ambientale comprende una insieme di documenti e azioni: “per «valutazione
ambientale» s’intende l’elaborazione di un rapporto di impatto ambientale, lo svolgimento delle
consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni nell’iter
decisionale e la messa a disposizione delle informazioni sulla decisione...”.
All’allegato I la Direttiva fornisce un elenco dettagliato dei contenuti da prevedere nel rapporto
ambientale, ossia del documento “... in cui siano individuati, descritti e valutati gli effetti
significativi che l’attuazione del piano o programma potrebbe avere sull’ambiente nonché le
ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano o programma”.
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Contenuti del Rapporto Ambientale secondo l’allegato I della direttiva :
a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con
altri pertinenti piani o programmi;
b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l’attuazione
del piano o del programma;
c) caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate;
d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma;
e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati
membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è
tenuto conto di detti obiettivi ed di ogni considerazione ambientale;
f) possibili effetti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione,
la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l’aria, i fattori climatici, i beni materiali, il
patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i
suddetti fattori;
g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli
eventuali effetti negativi significativi sull’ambiente dell’attuazione del piano o del programma;
h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata
effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche
o mancanza di know-how) nella raccolta delle informazioni richieste;
i) descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio;
j) sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti.
Si sottolineano alcuni degli aspetti salienti della Direttiva, ripresi anche dalla LR 12/2005, nell’art 4
e nel documento d’indirizzo approvato dal Consiglio Regionale Lombardo il 13 marzo 2007.
− La procedura formale di VAS deve essere avviata contemporaneamente all’avvio del lavoro sul
piano, deve accompagnare la fase preparatoria del piano e concludersi entro la fase di adozione
del piano.
− La procedura di VAS deve integrarsi nelle procedure di pianificazione in vigore negli stati
membri, affiancandole e rafforzandole nella trattazione dei temi ambientali e di sostenibilità, ed
evitando di creare duplicazioni di passaggi nei percorso di adozione e approvazione dei piani.
− Viene prevista la consultazione delle autorità con competenza ambientale, degli altri enti
competenti, delle associazioni non governative, e del pubblico in generale, sulla base della
documentazione di piano e del rapporto ambientale, e secondo modalità definite dai singoli stati
membri.
− Le decisioni assunte sul piano devono inoltre essere rese di dominio pubblico attraverso canali
informativi adeguati, mettendo a disposizione oltre al rapporto ambientale e agli elaborati del
piano anche “una dichiarazione di sintesi in cui si illustra in che modo le considerazioni
ambientali sono state integrate nel piano o programma e come si è tenuto conto ... del rapporto
ambientale redatto .., dei pareri espressi ... Regole le ragioni per le quali è stato scelto il piano
o programma adottato, alla luce delle alternative possibili che erano state individuate,
− All’art 10 introduce il monitoraggio stabilendo che occorre controllare: “... gli effetti ambientali
significativi ... al fine ... di individuare tempestivamente gli effetti negativi imprevisti e essere in
grado di adottare le misure correttive ... opportune”. Si sottolinea inoltre che il monitoraggio
dovrà per quanto possibile essere basato su dati e strumenti esistenti, evitando duplicazioni
onerose di attività già previste nell’ente.
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Il recepimento a livello nazionale della Direttiva Europea è stato previsto con il Decreto Legislativo
152/2006, attuativo della Legge delega sull’ambiente9. La parte seconda di tale norma, relativa a
VAS, VIA e IPPC, è entrata in vigore il primo agosto 2007, tuttavia il nuovo Governo ha recente
approvato una proposta di revisione del testo del decreto, da sottoporre alla discussione con le parti
interessate prima di procedere alla definitiva approvazione.
La Regione Lombardia ha nel frattempo prodotto, sulla base dell’art 4 della LR 12/2005, il
documento “Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi”, che è stato
deliberato dalla Giunta Regionale nella seduta del 21.12.2005, e approvato, con alcune modifiche,
dal Consiglio Regionale in data 13 marzo 2007.
L’art 4 della legge regionale fornisce alcune indicazioni, da utilizzare nel periodo di transizione, in
attesa dell’entrata in vigore delle indicazioni di maggiore dettaglio contenute nel documento
approvato dal Consiglio Regionale.
− Il comma 2 prevede che la VAS si applichi al solo Documento di Piano, dei tre atti che
compongono il PGT, e che sia sviluppata durante la fase di preparazione del piano, nelle fasi
precedenti all’adozione.
− Il comma 3 fissa alcuni contenuti di base: “… la valutazione evidenzia la congruità delle scelte
rispetto agli obiettivi di sostenibilità del piano e le possibili sinergie con gli altri strumenti di
pianificazione e programmazione…” e “…individua le alternative assunte nella elaborazione del
piano o programma, gli impatti potenziali, nonché le misure di mitigazione e compensazione,
anche agroambientali, che devono essere recepite nel piano stesso”.
− Il comma 4 afferma che nella fase di transizione, fino all’emanazione del provvedimento di
Giunta regionale attuativo degli indirizzi approvati dal Consiglio, “l’ente competente ad
approvare il piano territoriale o il documento di piano, nonché i piani attuativi che comportino
variante, ne valuta la sostenibilità ambientale secondo criteri evidenziati nel piano stesso.
Tra i principi affermati nel documento “Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e
programmi”, approvato dal Consiglio Regionale in data 13 marzo 2007, si sottolinea:
− lo sviluppo nel dettaglio del concetto della Direttiva di integrazione tra percorso di
pianificazione e percorso di VAS, con la previsione a tale fine di un articolato insieme di
momenti e strumenti di coordinamento
− la continuità del percorso di VAS, con la sua estensione alle fasi di attuazione e gestione,
successive al momento di approvazione
− l’anticipazione della VAS alle fasi di scelta strategica; la VAS deve “essere effettuata il più a
monte possibile, durante la fase preparatoria del P/P [piano/programma] e anteriormente alla sua
adozione o all’avvio della relativa procedura legislativa”
− la VAS deve essere avviata mediante apposito atto, reso pubblico, individuando l’autorità
competente, gli enti territorialmente interessati e le autorità ambientali, l’indizione della
conferenza di valutazione e le modalità di informazione e di partecipazione del pubblico
− la valutazione sul piano viene espressa dall’autorità competente per la VAS prima dell’adozione
del piano stesso, con riferimento agli esiti della conferenza di valutazione e della consultazione
pubblica
9
il Decreto Legislativo recante “Norme in materia ambientale” - D.lvo 152 del 3 aprile 2006 - è stato pubblicato sulla GU
n° 88 del 14 aprile 2006, suppl. ord. n° 96
41
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
Particolare importanza nel documento d’indirizzo regionale viene assegnata alla partecipazione,
riprendendo le indicazioni date a livello europeo dall’art 6 della Direttiva 2001/42/CE e dalle
Direttive 2003/4/CE e 2003/35/CE.
Al punto 6 del documento regionale vengono sviluppate indicazioni di dettaglio per lo sviluppo
della partecipazione nel percorso di pianificazione. Vengono in particolare previste le seguenti
attività per “…arrivare ad accordi e soluzioni per ciascuna fase, in maniera che i soggetti
partecipanti vedano riflesse le loro opinioni in tutto il processo e possano constatare la qualità che il
loro sforzo conferisce al piano/programma” :
•
selezione del pubblico e delle autorità da consultare
•
informazione e comunicazione ai partecipanti
•
fase di contributi / osservazioni dei cittadini
•
divulgazione delle informazioni sulle integrazioni delle osservazioni dei partecipanti al processo
Tra le raccomandazione del punto 6 figura la previsione di momenti di partecipazione nelle seguenti
fasi del percorso di formazione del piano:
•
fase di orientamento e impostazione
•
eventuale verifica di esclusione (screening) del piano
•
fase di elaborazione del piano
•
prima della fase di adozione
•
al momento della pubblicazione del piano adottato
Il percorso metodologico per lo sviluppo del Rapporto Ambientale comprenderà i seguenti
passaggi:
− Valutazione di coerenza ex-post sul piano vigente, mediante individuazione degli obiettivi
generali, specifici e delle azioni che lo caratterizzano, ed incrocio con un elenco di criteri di
compatibilità ambientale ricavato dai principali riferimenti europei, evidenziando le situazioni
critiche o di carenza, e le proposte di correzione.
− Individuazione degli obiettivi e delle azioni che vengono proposti con la variante di
adeguamento, e valutazione di coerenza rispetto ai principali elenchi di obiettivi di sostenibilità
europei (es: fondi strutturali, Barcellona 2002, sesto programma d’azione), nazionali (es: criteri
CIPE 2002), e regionali (principalmente il PTR in via di formazione). Sugli incroci
potenzialmente saranno sviluppati approfondimenti, in generale di carattere qualitativo, e dove
la disponibilità di dati lo consente anche di carattere quantitativo, al fine di stimare gli effetti e
individuare le risposte, in termini di misure mitigative e compensative da prevedere negli
elaborati del PTCP o da applicare nelle fasi attuative.
− Per i nuovi interventi proposti dal PTCP si procederà all’individuazione del quadro delle
pressioni attuali ed attese, e all’associazione del quadro delle sensibilità per individuare le
principali situazioni o aree di criticità locali, e quindi a definire le azioni correttive prevedibli
nel PTCP.
− Nel caso della pianificazione provinciale interventi e azioni dirette sono generalmente in
numero limitato, essendo il PTCP un piano di coordinamento, dove prevalgono le azioni
regolative nei confronti degli altri piani, ed in particolare della pianificazione comunale.
Pressioni ed effetti potranno essere stimati secondo un approccio per tipologie e questo, quale
riferimento per l’individuazione dei contenuti minimi sovracomunali da prevedere per il PGT.
42
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
I passaggi della valutazione ambientale strategica del PTCP di Brescia
Sulla base delle indicazioni fornite al punto 5 dei criteri regionali attuativi dell’art 4 della LR 12/2005 si può prevedere la
seguente serie di passaggi per la VAS della variante di adeguamento:
•
•
•
•
•
•
4.3
Pubblicazione sul BURL e su almeno un quotidiano locale di apposito atto dell’autorità procedente (la provincia per
il PTCP) relativo a:
− individuazione dell’autorità competente
− individuazione degli enti territorialmente interessati e dei soggetti competenti in materia ambientale da invitare
alla conferenza di valutazione
− convocazione della Conferenza di Valutazione, fissando modalità e data di svolgimento della seduta di
apertura, del lavoro di approfondimento e della seduta finale di valutazione
− individuazione dei singoli settori della pubblica amministrazione interessati dall’iter decisionale
− definizione delle modalità di informazione e partecipazione del pubblico, di diffusione e pubblicizzazione delle
informazioni, e delle conseguenti iniziative
Analisi delle principali criticità ambientali e dell’efficacia degli obiettivi e dei contenuti del PTCP vigente (operando
una sorta di valutazione ambientale strategica sintetica ex-post dell’attuale piano)
− Ai fini dello svolgimento della seduta di apertura della Conferenza di Valutazione l’autorità procedente
provvede a mettere a disposizione dei partecipanti un documento preliminare per la variante di adeguamento
del PTCP e una relazione di valutazione di sostenibilità degli obiettivi e contenuti del piano vigente
− presentare il documento e il programma di lavoro per lo sviluppo del piano e del rapporto ambientale al
pubblico e alle autorità con competenza sui temi ambientali
− raccogliere suggerimenti e proposte al fine di individuare i temi prioritari su cui concentrare il lavoro per lo
sviluppo del rapporto ambientale
Ai fini della convocazione della seduta finale della Conferenza di valutazione l’autorità procedente provvede a
raccogliere le osservazioni sugli elaborati del piano e del rapporto ambientale messi a disposizione attraverso il
forum e il sito internet
L’autorità competente, prima dell’adozione, esprime un parere motivato sulla proposta di piano sulla base del
verbale della Conferenza di Valutazione, delle osservazioni e degli apporti inviati da parte dei soggetti con
competenze ambientali e del pubblico.
L’autorità procedente nella fase di adozione, e successivamente in quella di approvazione:
− predispone la Dichiarazione di Sintesi
− adotta /approva il piano tenendo conto del parere motivato
− mette a disposizione del pubblico il piano adottato, corredato di rapporto ambientale e parere motivato,
comprese le motivazioni dell’eventuale esclusione dalla valutazione ambientale
− deposita la sintesi non tecnica presso gli uffici tecnici degli enti territoriali interessati dal piano o programma
La partecipazione verrà svolta principalmente con riferimento all’attivazione di un forum aperto alle parti sociali ed
economiche e a tutti gli interessi organizzati, e alla predisposizione di pagine dedicate sul sito internet della
provincia. I principali momenti di partecipazione sono fissati nel seguenti passaggi, traendo spunto da quanto
previsto peraltro al punto 6 dei criteri attuativi regionali
− nella fase iniziale, sulla base del documento preliminare per la variante
− durante la fase di elaborazione, per la verifica delle scelte strategiche prima della definizione dei contenuti
degli elaborati del piano e del rapporto ambientale
− prima dell’adozione e dello svolgimento della seduta finale della Conferenza di Valutazione
− dopo l’adozione, con la pubblicazione del piano adottato e dei documenti della VAS
Indicatori e monitoraggio
Il monitoraggio rappresenta una delle novità e delle occasioni più rilevanti introdotte dalla Direttiva
europea sulla VAS. L’attivazione di un programma di monitoraggio costituisce un importante
momento di maturazione nel passaggio da una VAS considerata come episodio saltuario, che si
applica nella fase di preparazione di un piano o di una sua variante, ad un sistema di supporto che
accompagna l’intero processo decisionale, anche attraverso le fasi attuative e gestionali, fino
all’avvio del successivo percorso di aggiornamento generale del piano.
Il programma di monitoraggio deve essere previsto all’interno del rapporto ambientale e viene
quindi approvato contestualmente all’adozione del piano.
43
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
Il monitoraggio ha come scopo principale di tenere sotto controllo l’attuazione degli obiettivi
prioritari, per verificarne l’efficacia e permettere l’adozione tempestiva di azioni correttive sugli
aspetti critici. Il monitoraggio costituisce strumento fondamentale per passare da una visione di
pianificazione ad una di governo del territorio, ossia per sviluppare piani che siano in grado di
guidare le dinamiche evolutive del territorio, anticipandole con azioni appropriate piuttosto che
adeguarvisi a posteriori. Rispetto a questo obiettivo di fondo il programma di monitoraggio
persegue tre finalità principali:
−
Fornire informazioni sull’evoluzione dello stato del territorio
−
Tenere sotto controllo il grado di attuazione degli obiettivi rispetto ai traguardi prefissati
−
Verificare l’efficacia degli obiettivi e delle strategie di piano
Al monitoraggio possono anche essere assegnate altre finalità in funzione delle esigenze dello
specifico percorso decisionale, quali, a titolo esemplificativo:
−
−
−
−
−
Verificare la rispondenza rispetto ai limiti di sostenibilità o ad altri specifici parametri di
riferimento
Verificare i dimensionamenti del piano rispetto al mutare nel tempo dei fabbisogni
Confrontare tra loro i differenti ambiti territoriali che costituiscono la provincia raffrontandone
le dinamiche evolutive
Costituire riferimento per fissare traguardi complementari agli obiettivi di piano, permettendo
una messa a punto degli obiettivi senza necessariamente ricorrere ad un più lungo e complesso
percorso di variante al piano
Definire una base di riferimento per coinvolgere un pubblico più ampio, anche di non addetti ai
lavori, nell’attuazione e nell’aggiornamento del piano
Il monitoraggio presenta rilevanti potenzialità come strumento di coinvolgimento e di
partecipazione delle risorse presenti sul territorio ai processi decisionali. Se le informazioni
vengono opportunamente organizzate e comunicate può costituire molto più che uno strumento da
addetti ai lavori. Si può pensare per esempio alla produzione di rapporti periodici di monitoraggio,
strutturato in forma discorsiva e facilmente comprensibile, e basato su indicatori.
Nell’ambito di un adeguato piano di comunicazione il monitoraggio diventa occasione per una
riflessione sul percorso svolto e per raccogliere suggerimenti al fine di integrare e aggiornare il
piano.
Affinché sia efficace in tale senso il monitoraggio non deve costituire strumento fine a se stesso,
autoreferenziale, ma deve essere agganciato ad un percorso di diffusione dei risultati che non sia
saltuario e occasionale, ma continuo e consistente nel tempo. Si potrebbe costituire ad esempio un
forum permanente, composto dagli attori sul territorio, che sulla base delle risultanze presentate nei
rapporti di monitoraggio, proponga idee per l’integrazione del piano. Il forum potrebbe anche
diventare elemento di congiunzione tra la fase di attuazione del piano e l’avvio di un nuovo
percorso di aggiornamento del piano, contribuendo alla chiusura del ciclo di pianificazione. In tale
senso i rapporti di monitoraggio potrebbero anche diventare documentazione da allegare
all’annuncio di avvio del procedimento per la variante di aggiornamento, riempiendo di contenuti
un momento che oggi è trattato principalmente in termini di mera formalità.
Il programma di monitoraggio sarà basato essenzialmente su indicatori espressi con valori numerici,
o nei casi dove sia opportuno o non vi siano dati sufficienti, anche mediante indicatori di carattere
qualitativo. Nella scelta di un sistema di indicatori si dovrà fare riferimento ai seguenti principi
operativi:
−
il sistema dovrà essere facilmente gestibile con le competenze e i dati presenti all’interno
dell’ente, aggiornabile in tempi brevi e senza comportare significativi oneri economici
aggiuntivi per l’ente
44
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
−
gli indicatori dovranno essere comunicativi e di semplice comprensione, anche per i decisori o
il pubblico dei non addetti ai lavori
−
il numero degli indicatori dovrà essere contenuto, orientativamente tra i 20 e i 30 indicatori, per
essere gestibile con costi contenuti, ed anche al fine di aiutare la focalizzazione dei processi
decisionali sugli aspetti prioritari
−
un numero più elevato di indicatori fornisce maggiori dati, ma non è necessariamente più
informativo, tenuto conto che nell’incertezza dei processi decisionali poche informazioni
sintetiche e mirate sono generalmente molto più efficaci di analisi voluminose e articolate
Il sistema di indicatori potrebbe contenere un gruppo di indicatori di stato, per monitorare
l’evoluzione delle componenti ambientali più significative, e un gruppo di indicatori di prestazione,
per misurare il grado di attuazione e l’efficacia delle principali strategie del piano.
I fenomeni ambientali da considerare possono essere innumerevoli, come infatti dimostrano gli
elenchi corposi di indicatori che si trovano nei rapporti sullo stato dell’ambiente. Tuttavia
l’aggiornamento frequente di un numero molto elevato, talvolta anche centinaia, di indicatori
sarebbe troppo oneroso, e probabilmente di scarsa efficacia comunicativa. Prima di scegliere gli
indicatori si dovrà pertanto svolgere un’analisi accurata su quali siano nel territorio in questione i
temi ambientali più critici, ed i parametri che meglio, ed in modo comunicativo, riescano a
controllare tali criticità.
Per gli indicatori di prestazione si potrà procedere ad affiancare un indicatore di riferimento a
ciascuno degli obiettivi prioritari. Eventualmente si potranno prevedere alcuni indicatori ausiliari da
utilizzare per approfondimenti su temi o ambiti territoriali specifici. Anche in questo caso, prima di
individuare gli indicatori sarà necessario un accurato lavoro di definizione degli obiettivi prioritari
per l’Amministrazione, sui quali concentrare le risorse e quindi il controllo durante lo sviluppo del
mandato elettivo.
Criteri di scelta degli indicatori
45
−
rappresentatività rispetto alle problematiche e alle azioni con ricadute territoriali
−
misurabilità e disaggregabilità, in modo da poterli dettagliare anche per subambiti del
territorio
−
trasversalità, in quanto gli obiettivi di pianificazione sono spesso relativi a più
tematiche
−
comunicabilità, nel senso che devono essere comprensibili facilmente anche ad un
pubblico di non specialisti
−
coerenza con obiettivi di piano e criteri di sostenibilità
−
convenienza rispetto alla disponibilità dei dati, e alla loro aggiornabilità senza eccessivi
oneri finanziari per l’ente
−
omogeneità con eventuali indicatori utilizzati dal piano, per esempio nella normativa
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
4.4
Forme di collaborazione sugli strumenti di valutazione
I temi ambientali e di sostenibilità hanno in questi anni assunto gradualmente un ruolo strategico
nelle norme sulla pianificazione territoriale. I piani provinciali sviluppati sulla base della LR 1/2000
li pongono già oggi al centro delle politiche territoriali. Tuttavia con la LR 12/2005 viene fatto un
passo decisivo nell’includere in modo sistematico la sostenibilità tra gli elementi fondativi del
governo del territorio. Non ci si riferisce qui unicamente all’introduzione con l’art 4 della
valutazione ambientale strategica per i principali strumenti di pianificazione. La legge include
indicazioni specifiche sulla sostenibilità sia nei criteri generali che nelle indicazioni relative ai
diversi piani, configurando un approccio al tema della sostenibilità che va oltre i meri obblighi
dettati dalla Direttiva Europea e si spinge a integrarlo il più possibile nelle modalità quotidiane
operative della pianificazione.
Per la pianificazione comunale l’art 8 c.2 let. b) prevede che nel Documento di Piano si esplicitino
gli obiettivi e i dimensionamenti della pianificazione comunale, e che si definiscano “limiti e
condizioni” per valutarne la sostenibilità ambientale.
Analogamente per la pianificazione provinciale l’art 18 c.1 prevede che nell’istruttoria di
compatibilità gli altri atti di pianificazione della provincia e degli enti locali siano verificati rispetto
ai limiti di sostenibilità previsti nel PTCP.
Il documento regionale attuativo dell’art 7 della LR 12/2005 raccomanda l’uso degli strumenti di
VAS per verificare la sostenibilità dei dimensionamenti di piano. La regione fa in questo caso
riferimento alla pianificazione comunale, ma un discorso analogo potrebbe anche essere applicato al
livello della pianificazione provinciale.
Molti dei temi ambientali e di sostenibilità possono essere affrontati in modo razionale e compiuto
solamente in una logica di area vasta, nell’ambito di un coordinamento tra piano provinciale e
pianificazione comunale. In tale logica diventa sempre più importante impostare modalità di
interazione tra gli strumenti dei percorsi di valutazione dei diversi piani.
In altri contesti territoriali si stanno sperimentando sistemi di indicatori di riferimento da utilizzare
nella VAS del PTCP e nella VAS del Documento di Piano. Gli indicatori non costituiscono l’unico
strumento di VAS, anche se si stanno diffondendo rapidamente. Possono costituire un primo passo
significativo, ma a patto che si tenga presente che i sistemi di indicatori della provincia e dei
comuni devono rimanere indipendenti, in quanto autonomi sono i rispettivi percorsi di VAS. Ogni
ente ha piani e percorsi decisionali diversi, secondo le caratteristiche e le tradizioni locali, e il
sistema di indicatori, se deve essere di supporto al processo decisionale cui è applicato, dovrà avere
indicatori specificamente tarati.
A questo si deve aggiungere la constatazione che i dati significativi a livello di pianificazione
comunale non corrispondono a quelli della pianificazione provinciale, sia nei contenuti che anche
nel livello di dettaglio, e questo comporta necessariamente la scelta di indicatori diversi.
Più che pensare di imporre a livello locale gli indicatori utilizzati per il PTCP avrebbe più senso
individuare i temi ambientali più critici e su questi sviluppare modalità che permettano di fare
interagire i sistemi ai due livelli comunale e provinciale, e di renderli tra loro comparabili. Si deve
in sostanza evitare di proporre sistemi indifferenziati, che nascono dalla mera riproposizione di
quelli provinciali e che sono spesso difficilmente utilizzabili alla scala locale, perché scarsamente
significativi, per mancanza di competenze (soprattutto nei comuni piccoli), o per mancanza di grado
di dettaglio delle banche dati.
La centralità del tema della sostenibilità nella nuova legge, sia nei piani ai diversi livelli, sia anche
nel regolare i rapporti tra i livelli, implica come immediata conseguenza che sia opportuno pensare
a forme di cooperazione su tali temi tra i livelli comunale, provinciale e regionale. Pur mantenendo
46
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
fermo il presupposto, chiaramente stabilito nell’articolato della LR 12/2005, che i percorsi di
pianificazione, e quindi i processi di VAS connessi, sono di responsabilità dell’ente titolare del
piano, si possono immaginare forme di collaborazione per la costruzione di strumenti, da mettere a
patrimonio comune di conoscenze, e che ciascun ente potrà usare come supporto al proprio
processo di VAS nelle modalità che riterrà opportune.
Tenendo presenti queste premesse di seguito viene fornito un elenco, a mero titolo esemplificativo,
di iniziative che potrebbero essere messe in campo per la creazione di strumenti comuni di supporto
ai percorsi di VAS. Alcune di queste proposte sono anche riprese e trattate al capitolo 6. Si
sottolinea la portata esemplificativa di tali proposte che per assumere forma concreta dovranno
comunque essere sviluppate dal punto di vista tecnico e sottoposte a verifica di fattibilità
nell’ambito dei tavoli di collaborazione con i comuni.
− La gestione delle banche dati necessarie per alimentare gli strumenti di valutazione e di
monitoraggio comporta spesso un notevole impegno di risorse umane ed economiche. In una
logica di economia di scala si possono cercare forme di collaborazione per mettere in comune e
sistematizzare i dati in possesso dei diversi enti territoriali, delle agenzie (ARPA) e di altri enti e
associazioni.
− I comuni, specie i più piccoli, dovrebbero essere in grado di sviluppare la VAS del PGT con
costi molto contenuti. La disponibilità di banche dati scaricabili dal sito della provincia può
evidentemente essere di grande aiuto in tale senso. Analogamente potrebbe essere utile disporre
di semplici metodologie VAS, da utilizzare nelle casistiche più ricorrenti di pianificazione.
− La creazione di una rete SIT potrebbe ovviamente essere utile supporto alla condivisione dei
dati anche ai fini della VAS. La rete potrebbe essere gestita mettendo assieme le competenze
tecniche specialistiche degli uffici provinciali sui sistemi informativi geografici e il supporto dei
comuni, che possiedono una conoscenza di prima mano della realtà locale, nell’aggiornamento
dei dati.
− Le banche dati potrebbero essere organizzate secondo ambiti territoriali omogenei, correlati con
gli ambiti di collaborazione tra comuni per lo sviluppo e l’attuazione del PTCP (es: le SUS
previste nel piano territoriale). Si potrebbe anche pensare di sviluppare accordi tra comuni e
provincia per l’elaborazione di parti della documentazione per la VAS organizzandola secondo
la suddivisione in tali ambiti. Per esempio si potrebbe pensare di sviluppare un Rapporto
Ambientale per il complesso dell’ambito, con il vantaggio di potere affrontare in una visione di
maggiore respiro i temi ambientali che sono tipicamente argomenti di area vasta che superano i
confini amministrativi dei comuni. Un Rapporto Ambientale di questo tipo potrebbe costituire
base di riferimento per gli aspetti conoscitivi sui temi ambientali-territoriali, oltre che per
l’individuazione degli aspetti più critici e di linee strategiche di intervento sui temi che
richiedono un coordinamento tra più comuni. Il singolo comune potrà, al momento di avviare il
percorso di VAS sul piano comunale, riprendere il Rapporto Ambientale di ambito, integrandolo
con dati e specificità locali. Con un approccio per ambito di questo tipo si otterrebbero
importanti vantaggi in termini: 1) economici, come contenimento delle spese per lo sviluppo del
rapporto ambientale; 2) di coinvolgimento dei comuni nell’individuare le strategie per affrontare
i problemi che non possono essere risolti nell’ambito del singolo piano comunale; 3) di
interfaccia con il rapporto ambientale e i dati della provincia, che potrebbero a loro volta essere
suddivisi e organizzati per ambiti; 4) il lavoro di organizzazione dei dati e delle conoscenze per
ambiti potrà essere utilizzato anche quale supporto per l’elaborazione di piani d’area e altre
forme di accordi di collaborazione per la pianificazione di area vasta.
47
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
Sintesi: gli aspetti di rilievo per la variante di adeguamento
−
−
−
−
−
−
−
−
−
Il percorso di valutazione si deve integrare strettamente con il percorso e gli strumenti di pianificazione,
e tale integrazione deve comprendere l’intero ciclo di pianificazione, a partire dalle fasi propedeutiche
sulle scelte strategiche fino alle fasi di attuazione e gestione, successive all’approvazione del piano.
Il percorso di VAS, unitamente alle più recenti norme di governo del territorio, può diventare occasione
per sviluppare un sistema più ampio e completo di strumenti integrati di pianificazione e valutazione,
per migliorare l’efficienza e l’efficacia dei percorsi decisionali.
Dall’analisi della normativa sulla VAS viene delineata una proposta di percorso di valutazione e
metodologico per la variante del PTCP di Brescia.
Il programma di monitoraggio persegue tre finalità principali:
− Fornire informazioni sull’evoluzione dello stato del territorio
− Tenere sotto controllo il grado di attuazione degli obiettivi rispetto ai traguardi prefissati
− Verificare l’efficacia degli obiettivi e delle strategie di piano
Altre finalità possono essere associate al monitoraggio in funzione delle esigenze dello specifico
percorso decisionale.
I risultati del monitoraggio dovranno essere comunicativi, al fine di coinvolgere decisori pubblici,
interessi organizzati e il pubblico in generale nella discussione dei risultati e nella proposizione di azioni
correttive e integrazioni al piano.
I rapporti di monitoraggio saranno basati principalmente su indicatori, che saranno scelti secondo criteri
operativi e pragmatici, quali per esempio: la rappresentatività, la misurabilità e aggregabilità, la
trasversalità, la comunicabilità, la coerenza, la convenienza e l’omogeneità.
I temi ambientali e di sostenibilità sono tra i principali argomenti da affrontare in una logica di area
vasta, coordinando gi strumenti di pianificazione ai diversi livelli. Appare dunque opportuno trovare
forme di collaborazione e di interfaccia tra la VAS del PTCP e la VAS del PGT, pur tenendo
chiaramente presente che ogni ente è pienamente autonomo e responsabile del proprio percorso di
VAS.
Vengono esemplificate alcune proposte di possibili strumenti di collaborazione sulla VAS. La messa in
rete delle banche dati presenti nei diversi enti è presupposto per realizzare economie nei costi di
gestione del monitoraggio e per la validazione dei dati stessi.
Le banche dati potrebbero essere organizzate per ambiti territoriali, seguendo per esempio la
suddivisione in tavoli di collaborazione tra comuni e provincia, formatasi quale base di consultazione
per la discussione e formazione dei contenuti del PTCP. Sulla base di questo materiale i comuni di un
ambito potrebbero anche associarsi per redigere una parte del Rapporto Ambientale e anche per
svolgere una parte dei passaggi del percorso di VAS.
48
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
5.
PERCORSO DI PARTECIPAZIONE
Nel capitolo sulla normativa sono stati sintetizzati i riferimenti normativi sulla partecipazione, che
derivano dalla Direttiva Europea 2001/42/CE (in particolare art 6) sulla VAS e da altre direttive
(2003/4/CE e 2003/35/CE).
La Direttiva sulla VAS all’art 4 raccomanda che la valutazione sia “… effettuata durante la fase
preparatoria del piano o del programma ed anteriormente alla sua adozione …”. Secondo le
indicazioni della direttiva l’efficacia del processo di partecipazione sarà tanto maggiore quanto
prima sarà attivata, al fine di incidere sulle scelte strategiche quando queste sono in discussione e
non si sono ancora consolidate.
Il documento regionale attuativo dell’art 4 della LR 12/2005 riprende in modo puntuale le
indicazioni della normativa europea e prevede una serie di momenti di verifica partecipata del piano
distribuiti durante l’intero ciclo di sviluppo dello stesso, a partire dall’avvio del procedimento di
pianificazione, fino all’adozione e alla successiva pubblicazione.
Anche gli altri articoli della legge sul governo del territorio tendono ad anticipare l’avvio della
consultazione alle fasi anteriori all’adozione, mentre nelle norme precedenti il coinvolgimento
formale del pubblico era in genere confinato al piano adottato.
All’art 13 c.3 relativo alle procedure per i PGT viene prevista la consultazione delle parti
economico sociali prima dell’adozione, e al c.1 si prevede la pubblicazione di un avviso di avvio del
procedimento per la raccolta delle proposte dei cittadini e delle associazioni sul piano.
Sui PTCP l’art 17 c.1 della legge10 elenca gli attori che devono essere coinvolti nella discussione
per la formazione del piano, e prevede che la provincia li identifichi in modo più preciso con
proprio atto.
I criteri attuativi dell’art 4 ribadiscono il concetto, prevedendo che la provincia con proprio atto di
avvio del percorso di VAS determini, tra l’altro, le modalità di partecipazione alla formazione del
piano e al percorso di valutazione. I criteri prevedono anche che con lo stesso atto vengano definite
le modalità di svolgimento e gli attori coinvolti nella Conferenza di Valutazione, finalizzata ad
emettere il parere finale del percorso di VAS.
Un processo di partecipazione nelle sue fasi mature di evoluzione dovrebbe estendersi all’intero
ciclo di pianificazione, proseguendo anche dopo l’approvazione del piano, nelle fasi di attuazione e
gestione. Si è già sottolineato nelle pagine precedenti come un forum sul piano potrebbe essere
utilizzato come modalità partecipativa non solo durante la costruzione del piano, ma anche nelle
fasi di gestione, sulla base dei risultati dei rapporti periodici di monitoraggio. Potrebbe essere utile
al fine di coinvolgere le associazioni e il pubblico nella proposta di modifiche o aggiornamenti al
piano. Potrebbe anche generare come positiva ricaduta un più ampio coinvolgimento delle forze
presenti sul territorio nell’attuare gli obiettivi del piano.
10
“ In fase di predisposizione del PTCP, la provincia assicura, anche in forme definite con proprio atto, la partecipazione
attiva dei comuni, delle comunità montane, degli enti gestori delle aree protette regionale interessati ai sensi dell’articolo
16, comma 1, degli altri enti locali, ivi comprese le altre province interessate, delle autonomie funzionali, delle parti
sociali, degli ordini professionali, delle associazioni ambientaliste o portatrici di interessi diffusi, anche mediante forme
diverse di partecipazione e persegue la coerenza degli obiettivi di piano con le esigenze e le proposte manifestate da tali
enti ed acquisite in via preventiva; a tal fine la provincia svolge consultazioni con detti enti, secondo modalità dalla stessa
determinate, che devono in ogni caso prevedere, a favore degli enti consultati, un termine congruo per inoltrare le
proprie proposte”
49
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
Le indicazioni date dalle diverse normative portano dunque a prevedere un’attività di
coinvolgimento nella predisposizione degli elaborati del piano articolata in più momenti, che può
essere schematicamente rappresentata nei tre percorsi paralleli seguenti:
− Tavolo di lavoro con l’Ufficio di Presidenza della Conferenza dei Comuni, delle Comunità
Montane e delle Aree Regionali Protette, che predisporrà quanto necessario per le sedute
plenarie di espressione della Conferenza, e con il quale verranno affrontati i temi prioritari del
piano, l’aggiornamento delle strategie del piano vigente e la verifica dei contenuti della
normativa e degli altri elaborati della variante di adeguamento del PTCP.
− Forum per la partecipazione all’elaborazione del piano degli interessi organizzati e degli attori
elencati all’art 17 c.1 della legge, e del pubblico in generale. Il forum sarà supportato anche con
apposite pagine sul sito internet, informative sullo stato dei lavori, e con modalità di
partecipazione via web, al fine di ampliare la partecipazione del pubblico anche a coloro che
non possono essere presenti alle riunioni del forum.
− Conferenza di Valutazione del percorso di VAS alla quale parteciperanno oltre alle autorità con
competenza sui temi ambientali anche la regione e le province confinanti. Con la regione sarà
inoltre previsto uno specifico percorso di lavoro per raffrontare la variante del PTCP con le
numerose norme e circolari in corso di elaborazione da parte della regione, e soprattutto con i
contenuti del PTR (Piano territoriale regionale) in via di formazione.
Si sottolinea che questa proposta di partecipazione è da intendersi come preliminare e che le ipotesi
di lavoro potranno essere modificate e messe a punto in funzione delle esigenze che emergeranno
durante lo sviluppo delle attività. Si tenga anche presente che la suddivisione nei tre percorsi
risponde ad esigenze pratiche operative, ma che comunque i tre percorsi avranno diversi momenti di
confronto e di sintesi plenaria prima dell’adozione del piano. Il diagramma riportato nelle pagine
seguenti illustra alcune di questi momenti di sintesi. Le riunioni plenarie del forum ad esempio
vedranno la partecipazione dei comuni e degli altri enti territoriali, e dei componenti della
Conferenza di Valutazione. Osservazioni e proposte del pubblico saranno portate all’attenzione
della Conferenza di Valutazione. A tale fine la consultazione del pubblico sugli elaborati da portare
in Consiglio Provinciale per l’adozione sarà programmata in modo tale da potere tenere conto di
quanto emerso nella seduta finale della Conferenza di Valutazione e quindi nel parere che sarà
emesso dall’Autorità competente per la VAS.
Più in generale l’adeguamento del PTCP alla legge sul governo del territorio può essere immaginato
come un percorso basato su più contributi,
come rappresentato in figura:
− indicazioni che emergono dalla LR 12/2005
Indicazioni da
− proposte che emergono dai comuni, dalla
PTCP
LR 12/2005
vigente
regione e da tutti gli altri enti con
Indicazioni
da VAS
competenze territoriali
− osservazioni, commenti e suggerimenti che
emergono dal forum con gli interessi
Proposte
organizzati e con il pubblico in generale
enti e forum
− indicazioni che emergono dall’esperienza
attuativa maturata dagli uffici in questi
Indicazioni da
Proposta
esperienza
variante
primi anni di applicazione del piano
attuativa
adeguamento
vigente
Il diagramma riportato di seguito riassume a grandi blocchi i passaggi dell’attività di elaborazione
del piano.
50
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
Principali passaggi del percorso di elaborazione e approvazione del piano
SVILUPPO
DOCUMENTO
PRELIMINARE
DELIBERA
AVVIO VAS
Attività propedeutiche
PRESENTAZIONE
DOCUMENTO
PRELIMINARE
PUBBLICAZIONE
AI COMUNI
RIUNIONE AVVIO
SU SITO INTERNET
AL FORUM
CDV**
Confronto su documento preliminare
RIUNIONI CON REGIONE,
AUTORITA’ DI BACINO, E
ALTRI ENTI
PERCORSO CON CDC*
Ambiti agricoli
Normativa PTCP
RIUNIONI
APPROFONDIMENTO CON
CDV**
BOZZA ELABORATI
DEL PTCP
PUBBLICAZIONE SU
SITO INTERNET
PRESENTAZIONE AL
FORUM E AUTORITA’
AMBIENTALI
- RIUNIONE FINALE CDV**
- PARERE DI COMPATIBILITA’
51
Sviluppo elaborati del PTCP
PRESENTAZIONE
ALLA CDC*
ESPRESSIONE PARERE
DELLA CDC*
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
- BOZZA DEGLI ELABORATI DEL PTCP
- DICHIARAZIONE DI SINTESI
ADOZIONE DEL PTCP
Percorso di adozione
PUBBLICAZIONE DEL
PTCP
ISTRUTTORIA PER
PARERE REGIONALE
ANALISI OSSERVAZIONI E
CONTRODEDUZIONI
EVENTUALE SEDUTA
CDV**
Consultazione su piano adottato
- PROPOSTA MODIFICA ELABORATI DEL PTCP
- AGGIORNAMENTO DICHIARAZIONE DI SINTESI
APPROVAZIONE
DEL PTCP
* CDC : Conferenza dei Comuni, delle Comunità Montane e delle Aree regionali protette
** CDV: Conferenza di Valutazione
52
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
Sintesi: gli aspetti di rilievo per la variante di adeguamento
−
−
−
−
53
La partecipazione è elemento essenziale di diverse direttive europee, e della LR 12/2005, nelle linee
guida attuative dell’art 4, e all’art 17 dove vengono elencati i soggetti da coinvolgere nel percorso di
formazione del piano.
Secondo tali normative il percorso di partecipazione deve essere anticipato alla fase di formazione del
piano, ed essere avviato già nelle prime fasi relative alle scelte strategiche. In una fase matura la
partecipazione dovrebbe essere estesa anche alla fase di gestione del piano, e basata sui risultati
diffusi attraverso i rapporti periodici di monitoraggio.
Il percorso di consultazione prevede tre percorsi paralleli, relativi a:
− Tavolo di lavoro con l’Ufficio di Presidenza della Conferenza dei Comuni, delle Comunità
Montane e delle Aree Regionali Protette, che predisporrà quanto necessario per le sedute
plenarie di espressione della Conferenza, e per il parere di competenza.
− Forum per la partecipazione all’elaborazione del piano degli interessi organizzati e degli attori
elencati all’art 17 c.1 della legge, e del pubblico in generale.
− Conferenza di Valutazione del percorso di VAS alla quale parteciperanno oltre alle autorità con
competenza sui temi ambientali anche la regione e le province confinanti.
In generale il percorso di adeguamento alla LR 12/2005 sarà basato su diversi contributi, relativi a:
− indicazioni che emergono dalla LR 12/2005
− proposte che emergono dai comuni e dagli altri enti territorialmente competenti
− osservazioni, proposte e suggerimenti che emergono dal forum pubblico
− indicazioni che emergono dall’esperienza attuativa maturata dagli uffici in questi anni
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
6.
ATTUAZIONE PTCP E SPORTELLO PER I COMUNI
6.1
Strumenti per il governo dei processi decisionali
Attuare le numerose competenze territoriali assegnate negli ultimi anni agli enti locali dalle norme
nazionali e regionali richiede sempre più di dotarsi di competenze e strumenti tecnici per gestire in
modo efficace i percorsi decisionali. L’autonomia nelle decisioni sul territorio, conseguente alla
riforma costituzionale del Titolo V, richiede una maggiore responsabilità ed un grande sforzo, ad
evitare che rimanga un principio sulla carta. Uno sforzo difficile da affrontare in un periodo di
sempre maggiore ristrettezze economiche.
Il lavoro sul PTCP approvato nel 2004 ha costituito occasione per la provincia per sviluppare gli
strumenti a disposizione degli uffici per svolgere le competenze territoriali. La LR 12/2005 e la
conseguente variante di adeguamento del PTCP diventano ora occasione per:
− continuare nello sviluppo degli strumenti provinciali
− mettere a disposizione dei comuni, soprattutto di quelli più piccoli, competenze e strumenti
sviluppati
− creare le condizioni per condividere informazioni, competenze e strumenti presenti presso
provincia, comuni, comunità montane ed aree protette
Si possono svolgere alcune considerazioni generali su come si stanno in questi anni evolvendo i
processi decisionali e su come si potrebbe fare per sviluppare un sistema di supporto alle decisioni:
− In una situazione nella quale gli enti locali diventano sempre più autonomi nelle scelte
territoriali, si rende necessario creare condizioni di coerenza di area vasta, in quanto il territorio
è costruito da relazioni articolate e complesse che non possono, con la mera sommatoria dei
piani locali, essere governate efficacemente.
− Nel rispetto delle autonomie i quadri di area vasta non possono più essere imposti per via
gerarchica, con un modello di pianificazione a cascata, ma devono essere costruiti nell’ambito
di processi negoziali che coinvolgono tutte le autonomie con competenze territoriali.
− Il concetto di governo del territorio richiama ad un’impostazione proattiva, di promozione e non
solo di tutela delle risorse territoriali, e quindi ad una partecipazione responsabile e informata di
tutti gli attori che siedono al tavolo negoziale, sia nelle scelte che nell’impegno ad attuare, per la
parte di competenza, quanto deciso negli accordi del tavolo.
− Per partecipare consapevolmente ed attivamente ad un tavolo è necessario disporre di
informazioni mirate e tempestive, condizione che non è semplice da realizzare quando, specie
con gli strumenti informatici oggi a disposizione, sono disponibili grandi quantità di dati,
tendenzialmente molto dettagliati e omnicomprensivi. Gli strumenti dei tecnici si devono
evolvere, tenendo conto che il maggiore dettaglio dei dati non è necessariamente direttamente
proporzionale alla loro capacità comunicativa e informativa.
− La capacità di gestione del processo decisionale sta diventando sempre più importante, specie in
situazioni negoziali sempre più complesse e articolate. Si potrebbe anche affermare che il centro
dell’attenzione si stia in parte spostando dai contenuti del piano allo studio dei meccanismi che
regolano il processo decisionale, e degli strumenti da utilizzare per guidarlo. I processi
54
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
decisionali sono spesso imprevedibili nei tempi, con lunghe pause di riflessione e improvvise
accelerazioni. Gli strumenti di supporto dovranno essere snelli e flessibili, per adeguarsi in
modo tempestivo, e dovranno fornire informazioni sintetiche per aiutare i decisori al tavolo a
focalizzare gli aspetti prioritari e a finalizzare il lavoro negoziale.
− In un approccio tecnico tradizionale si tende generalmente a rispondere alla complessità con
modelli più sofisticati, producendo, con approccio più analitico e omnicomprensivo, voluminosi
rapporti. Un approccio di questo tipo è ovviamente più rigido nei tempi, con maggiore difficoltà
di adattamento alle esigenze mutevoli dei processi decisionali, e rischio di arrivare in ritardo a
fornire le informazioni necessarie, quando le decisioni sono state prese. Inoltre, i rapporti
voluminosi rischiano di non riuscire a comunicare informazioni a decisori che spesso non sono
addetti al settore, e che sono sempre più oberati dagli impegni.
− L’approccio tecnico si deve rinnovare puntando a produrre rapporti mirati, sintetici, snelli,
comunicativi e tempestivi. In modo provocatorio, ma rispondente a esigenze prettamente
operative, si potrebbe affermare che tanto maggiore è la complessità e tanto più si dovranno
utilizzare strumenti mirati, concentrandosi le risorse disponibili sulle priorità, ed evitando
l’opposta tendenza analitica ed omnicomprensiva.
In sostanza l’evoluzione dei processi decisionali richiede una parallela evoluzione tecnica per
costruire un sistema di supporto alle decisioni. L’esponenziale crescita delle banche dati
informatizzate non è di per sé sufficiente per supportare i decisori a prendere decisioni più
informate. Anzi, l’eccesso di dati potrebbe paradossalmente portare ad una paralisi comunicativa.
Si pone il problema di avere strumenti che permettano di interpretare i dati, di aggregarli e di
restituirli in forme sintetiche e di semplice comprensione, anche da parte di decisori che non sono
addetti ai lavori. In alcuni enti questa tendenza comincia a manifestarsi, con la creazione di web-sit
dove le banche dati non sono solo scaricabili ma sono anche veicolate agli utenti della rete
attraverso forme strutturate di aggregazione e interpretazione.
Una simile evoluzione non può avvenire in tempi brevi, richiedendo di acquisire competenze, ma
soprattutto di maturare, sia nel mondo professionale che all’interno dell’ente, una mentalità molto
più aperta e flessibile. Anche avendo teoricamente grandi risorse economiche da impegnare non è
sufficiente acquisire professionalità attraverso consulenze per costruire un sistema di supporto alle
decisioni. E’ necessario che le strutture tecniche interne dell’ente crescano per potere guidare i
consulenti verso le finalità istituzionali. Si tratta di una presa di coscienza di ruolo, di assunzione di
responsabilità, di cambiamento di mentalità, che richiede tempo. Il supporto tecnico ai processi
decisionali non è in toto esternalizzabile, e richiede una continuità nel lungo periodo, che solo le
strutture interne possono garantire.
L’amministrazione che decide di investire nello sviluppo di strumenti di supporto alle decisioni ha
spesso processi decisionali già in corso e non può aspettare tempi lunghi per ottenere prodotti
utilizzabili. Per tale motivo si dovrà organizzare lo sviluppo di tali strumenti per fasi successive,
immaginando il sistema come una serie di moduli indipendenti, che possano essere sviluppati
autonomamente, anche in fasi successive, e diventare operativi in tempi brevi. Un approccio per
gradi consentirebbe:
− di partire basandosi all’inizio soprattutto sulle risorse già esistenti all’interno, con contenuto
impegno di risorse
− di disporre in tempi brevi di primi strumenti di lavoro, per un approccio di tipo qualitativo,
funzionali alle esigenze prioritarie
− di graduare l’investimento di risorse nel tempo, in funzione delle esigenze che si vanno
manifestando durante il percorso
− di dare tempo alle strutture interne di procedere agli assestamenti organizzativi e di fare
maturare le competenze tecniche necessarie
55
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
Non esiste un modello standardizzato di come potrebbe svilupparsi un percorso di questo tipo, ma si
dovrà studiare per ogni singolo caso una soluzione ad hoc, tenendo conto delle caratteristiche che
assume localmente il processo decisionale. Si deve in sostanza partire in ciascun caso
dall’affrontare, senza schemi mentali prefissati, lo studio dei meccanismi di funzionamento e delle
tradizioni dei processi locali.
6.2
Sviluppo del SIT
Per la costruzione di un efficace supporto alle decisioni un passaggio fondamentale è costituito
dall’evoluzione del sistema informativo territoriale (SIT), da strumento di sviluppo e gestione di
banche dati territoriali a strumento capace di analizzare, interpretare i dati, e aggregarli e restituirli
in modo tale da fornire informazioni mirate di carattere territoriale.
Principi guida per lo sviluppo della rete di SIT
(da documento attuativo art 3 della LR 12/2005)
−
−
−
−
−
−
i dati vanno raccolti una sola volta e gestiti laddove ciò può essere fatto in maniera più efficiente;
deve essere possibile combinare i dati provenienti da differenti fonti e condividerli tra più utenti e applicazioni;
deve essere possibile la condivisione di informazioni raccolte a differenti livelli;
l’informazione geografica e territoriale necessaria per il buon governo deve esistere ed essere ampiamente
accessibile;
deve essere facile individuare quale informazione geografica è disponibile, valutare l’utilità per i propri scopi e le
condizioni secondo cui è possibile ottenerla e usarla;
i dati geografici devono essere facili da comprendere ed interpretare in maniera user-friendly tramite tools di
visualizzazione.
Il documento attuativo regionale punta a fornire gli elementi tecnici ed organizzativi per garantire l’interoperabilità dei
sistemi informativi territoriali di tutti gli enti, ossia “la garanzia che i sistemi, le procedure, le tecnologie e la cultura di
un’organizzazione siano gestiti in modo tale da massimizzare le possibilità di scambio e riutilizzo dell’informazione” tra i
soggetti interessati all’uso e all’aggiornamento dell’informazione.
I SIT possono svolgere un ruolo determinante di supporto ai decisori pubblici, ma per riuscirci
devono migliorare la capacità comunicativa. Diversi SIT stanno muovendo i primi passi in tale
direzione, mentre i sistemi informativi si vanno diffondendo, in molti casi anche nei piccoli comuni.
Questo sta rendendo fattibile la prospettiva di creare un sistema di SIT integrato a rete, dove i dati
dei diversi enti possano essere scambiati e interfacciati tra loro. L’obiettivo è di rendere disponibile
da ogni postazione i dati presenti nell’intera rete, con la possibilità di elaborarli localmente e di
reinserirli in rete.
Provincia e comuni potranno lavorare assieme per costruire la rete. La provincia potrà mettere a
disposizione competenze, nonché l’utilizzo di software appositamente sviluppati, a vantaggio
soprattutto dei comuni più piccoli che non riescono generalmente a disporre di competenze
specialistiche. I comuni potranno collaborare prendendo in carico l’aggiornamento dei dati locali,
con evidente risparmio di tempo e di risorse per la provincia.
Sempre più numerosi sono le banche dati geografiche che vengono rese disponibili sui siti
internet, anche se spesso presentano ancora un’impostazione tecnicistica e non sono facilmente
utilizzabili da utenti che non siano addetti ai lavori. Quando gli utilizzatori sono i decisori
pubblici, oltre ad un’esigenza di sintesi ed immediatezza di lettura, esiste il problema della scarsa
dimestichezza con l’uso di internet.
56
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
Nel futuro i SIT dovranno evolvere da semplici gestori di banche dati a gestori e creatori di
informazioni, mirate e comunicative. Per questo si dovrà puntare :
-
a semplificare l’interfaccia d’uso dei software, spesso ancora troppo tecnico, creando sequenze
preprogrammate delle procedure tipiche;
-
a sviluppare modelli che non si limitino ad elaborare i dati di base, ma anche ad interpretarli al
fine di elaborare previsioni e valutazioni.
Le strutture dei SIT interne alle province e agli enti dovranno evolvere. Per rendere più informativi i
dati non basteranno più gli specialisti in sistemi informativi geografici, ma dovranno essere formate
nuove figure intermedie, esperte nei diversi temi territoriali, ma anche in grado di utilizzare i
principali comandi dei SIT, pur non essendo tecnici esperti del settore informatico. Queste figure
avranno un ruolo determinante nel costruire algoritmi dei dati, per farne emergere le priorità e per
aiutare il decisore ad affrontarle.
6.3
Prime riflessioni per uno sportello territoriale per i comuni
Il ragionamento sullo sportello di supporto ai comuni sui temi territoriali deve essere
concettualmente inquadrato in quella che è la natura primaria e fondativa della pianificazione
territoriale provinciale. Si tratta infatti di rafforzare l’originario ruolo di coordinamento, di snodo tra
programmazione regionale e pianificazione urbanistica, tra pianificazione territoriale e di settore,
attribuito alle province dalla ex-L.142/1990. Un ruolo che per come era inteso già in quella legge,
era da intendersi soprattutto come “servizio di coordinamento” a favore dei comuni, per coordinare
i temi che necessitano un quadro di area vasta di riferimento. Un ruolo che è andato sempre più
riempiendosi di contenuti negli anni novanta, e che oggi, con la riforma costituzionale del Titolo V,
è ancora più determinante per garantire coerenza all’insieme dei piani comunali, oggi autoapprovati
(in Lombardia ed in altre regioni) da comuni che sono sempre più autonomi nelle scelte territoriali
locali.
Per sviluppare questa logica di “servizio di coordinamento” si possono in prima battuta immaginare
due filoni di attività da seguire:
−
Sviluppare modalità di supporto tecnico ai comuni nell’attuazione delle numerose competenze
territoriali delegate negli ultimi anni dalle norme nazionali e regionali.
−
Sviluppare strumenti che favoriscano la maturazione di modalità di interazione e associazione
tra comuni sui temi di area vasta.
Nell’organizzare queste attività si dovrà tenere in considerazione che le province possiedono un
bilancio piuttosto contenuto e poteri di imposizione molto limitati, e devono pertanto basare il
proprio ruolo più sull’autorevolezza che sull’autorità.
La costruzione di un sistema di strumenti di supporto alle decisioni deve avvenire per gradi,
partendo dalla razionalizzazione delle risorse attivabili internamente, per tenere conto della scarsità
di risorse economiche, ma anche per dare tempo alle competenze interne di maturare e assumere
piena padronanza nell’uso di tali strumenti. Per tale motivo i primi spunti di seguito riportati sono
stati organizzati secondo tre gradi di priorità.
57
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
Attività nel breve termine
Supporto tecnico
•
Seminari formativi per gli uffici tecnici dei comuni sui temi territoriali che richiedono
competenze tecniche specialistiche (VAS, valenza paesistica, difesa del suolo, ecc.).
•
Tavolo di lavoro per supportare la formazione dei SIT dei comuni, e per la realizzazione di una
rete tra i sistemi informativi dei diversi enti (suggerimenti tecnici, utilizzo finanziamenti
regionali, banche dati, servizi software condivisi, ecc.).
•
Diffusione delle banche dati e delle informazioni attraverso sito web interattivo, accessibile sia
dai comuni che dal pubblico in generale.
•
Definizione di strumenti di supporto ai comuni per lo sviluppo della VAS (banche dati,
metodologie semplificate, ecc.)
•
Sviluppo di cartografie di base per provincia e comuni, e modalità di aggiornamento periodico.
Strumenti di collaborazione e negoziazione
•
Organizzazione delle principali banche dati per SUS, ed organizzazione allo stesso tempo del
Rapporto di Monitoraggio per SUS, anche come base per introdurre logiche di governo e
promozione del territorio.
•
Elaborazione di regole di perequazione territoriale per la realizzazione di interventi insediativi e
infrastrutture di rilevanza sovracomunale
Attività nel medio termine
Supporto tecnico
•
Ulteriore sviluppo del sito web interattivo cercando di passare dalla banca dati allo strumento di
supporto alle decisioni, sviluppando le capacità di aggregazione dei dati e di comunicazione
delle informazioni.
•
Organizzazione banche dati di base per l’elaborazione della VAS del piano provinciale e dei
piani comunali, in collaborazione soprattutto con Regione e Arpa.
•
Sviluppo di un sistema informativo traffico-trasporti a supporto del quadro conoscitivo e
revisionale di area vasta, atto a verificare anche gli impatti generati dalle scelte locali.
Strumenti di collaborazione e negoziazione
•
Graduale sviluppo di attività di promozione territoriale, con partecipazione ad eventi nazionali e
internazionali, pubblicazioni, convegni, ed altre attività correlate.
•
Servizio a gruppi di comuni, attivabile con convenzione, per lo sviluppo del Rapporto
Ambientale sovracomunale. Eventuali sperimentazioni potrebbero essere attivate per la
redazione del Documento di Piano sovracomunale (la LR 12/2005 prevede esplicitamente
questa possibilità all’art 13 c.14).
58
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
Attività nel lungo termine
•
Estensione del sistema informativo traffico-trasporti ad includere anche moduli relativi agli
aspetti insediativi e all’inquinamento atmosferico.
Strumenti di collaborazione e negoziazione
•
Attivazione di uffici decentrati in grado di supportare le attività dei tavoli SUS nell’integrazione
a livello locale dei contenuti del PTCP. Gli uffici non devono necessariamente configurarsi
come sedi provinciali decentrate, possono anche essere virtuali o basarsi sull’ospitalità di un
comune o di altra istituzione.
Sintesi: gli aspetti di rilievo per la variante di adeguamento
−
−
−
−
59
I principi di sussidiarietà e di governo del territorio hanno portato in questi ultimi anni ad una sempre
maggiore autonomia e responsabilità degli enti locali nelle scelte di pianificazione, e hanno anche
portato ad una maggiore articolazione e complessità dei processi negoziali. Gli enti si devono
attrezzare con nuovi strumenti tecnici per affrontare questa nuova situazione e gestire con efficacia i
processi decisionali.
Si dovranno soprattutto sviluppare strumenti e metodi che siano in grado di gestire le grandi quantità di
dati oggi disponibili, al fine di supportare i processi decisionali con informazioni mirate e tempestive.
I SIT, per diventare un utile strumento di supporto alle decisioni, dovranno essere interfacciabili a rete e
dovranno migliorare la loro capacità comunicativa, semplificando i software di interfaccia anche per uso
da parte del pubblico generale e aggregando i dati mediante un lavoro di interpretazione e selezione.
Il ruolo di “servizio di coordinamento del PTCP” può essere potenziato attraverso lo sviluppo di
modalità di supporto tecnico ai comuni (es: sviluppo di competenze tecniche degli uffici comunali,
organizzazione di banche dati, messa a punto e condivisione di modelli e strumenti software, ecc.) e
attraverso strumenti che favoriscano l’interazione e l’associazione dei comuni sui temi di area vasta
(es: modalità di perequazione territoriale, banche dati organizzate per SUS o ambiti territoriali, attività di
promozione territoriale, supporto per lo sviluppo di parti del PGT e del percorso di VAS in forma
aggregata, ecc.)
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
Quadro di sintesi delle attività di adeguamento del PTCP
Legenda:
doc.1 : documento “Modalità per la pianificazione comunale”, previsto da art 7 della Lr 12/2005, e approvato con Delibera di Giunta Regionale DGR 8/1681
del 29.12.2005
− doc.2 : documento “Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica, del piano di governo del territorio, in
attuazione dell’art 57 della LR 11 marzo 2005, n.12”, approvato con DGR 8/1566 del 22.12.2005
− doc.3 : documento “Modalità di coordinamento ed integrazione delle informazioni per lo sviluppo del sistema informativo territoriale integrato”, previsto da
art 3 della LR 12/2005, e approvato con DGR 8/1562 del 22.12.2005
− doc.4 : documento “Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi”, in attuazione dell’art 4 della LR 12/2005, approvato con delibera
di Consiglio Regionale del 13.3.2007
−
Contenuti previsti
dalla LR 12/2005 e
dai documenti attuativi
Quadro conoscitivo del territorio
Obiettivi di sviluppo economico sociale
di scala provinciale
Art.
LR12/2005
Doc. attuativi
15
c.2 a)
Doc.1
p.1.2
15
c.2 b)
Piani di settore
Raccordo con previsione dei piani di
settore di competenza della provincia
15
c.2 b)
Piani regionali
Approfondimenti ed eventuali proposte
di integrazione della pianificazione
regionale
15
c.2 b)
Contenuti
Aggiornamenti
Integrazioni
PTCP vigente
Quadro conoscitivo
suddiviso per aree
sovracomunali
Aggiornamento con elementi nuovi
emersi negli ultimi tre anni
Vedere il quaderno n.2
Da ricostruire la tabella degli obiettivi
e delle azioni del piano vigente,
integrandola con gli obiettivi della
variante.
Vedere nel quaderno 2 la
sintesi della pianificazione di
settore provinciale e
regionale
Aggiornamento del quadro
programmatico di settore della
provincia, per tenere conto degli
strumenti sviluppati negli ultimi due
anni
Riferimenti e regole per il raccordo tra gli
obiettivi del PTCP e gli obiettivi della
pianificazione di settore.
Aggiornamento del quadro
programmatico sovraprovinciale,
anche con riferimento ai lavori in
corso per il nuovo PTR della regione
60
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
Contenuti previsti
dalla LR 12/2005 e
dai documenti attuativi
Indicazioni per PGT
Elementi qualitativi sugli aspetti
provinciali e sovracomunali, sia
orientativi che prevalenti, per la
pianificazione comunale
Art.
LR12/2005
Doc. attuativi
15
c.2 c)
18 c.1, 2
doc.1
p.1.2
Contenuti minimi PGT
Definizione contenuti minimi dei tre atti
del PGT sui temi sovracomunali
Contenuti
Aggiornamenti
Integrazioni
PTCP vigente
Indicazioni sui contenuti
della pianificazione
comunale, riferiti ai PRG,
agli artt 14-27-31-84, e nel
complesso della normativa
di piano
Le indicazioni riferite ai PRG sono da
verificare rispetto al nuovo modello di
piano
La valenza delle disposizioni è da
verificare rispetto alle indicazioni
(prescrizioni, orientamenti) date dalla
nuova legge
15
c.2 c)
Sviluppo, attraverso la definizione dei
contenuti minimi sovracomunali, di un
modello di PGT che sia calibrato sulle
specifiche caratteristiche dei comuni della
Provincia di Brescia
Valorizzazione della funzione del
Documento di Piano come cerniera tra
pianificazione attuativa e area vasta.
Infrastrutture criteri
Criteri per organizzazione,
dimensionamento, realizzazione e
inserimento ambientale e paesaggistico
delle infrastrutture di mobilità, e
raccordo criteri con previsioni
pianificazione comunale
15
c.2 d)
Infrastrutture
Programma generale delle maggiori
infrastrutture di mobilità e
comunicazione, in coerenza con
programmazione regionale.
Localizzazione sul territorio, con valore
indicativo, o prevalente nei casi art 18
15
c.2 e)
61
Criteri di dimensionamento,
analisi della domanda, livelli
di servizio e sviluppo grafo
di rete in allegato 3 al PTCP
– Piano Viario
Classificazione strade e
interventi viabilistici
programmati in Allegato 3 al
PTCP. Interventi ferroviari,
linee metropolitane,
aeroporto e altri interventi di
trasporto pubblico, in
Progetto Preliminare,
Criteri di inserimento paesaggistico e
ambientale delle infrastrutture, basato su
ricognizione della letteratura esistente
Estensione delle potenzialità di
interscambio delle stazioni e fermate del
trasporto pubblico attraverso la verifica di
sistema con le altre modalità di trasporto e
di spostamento e con le previsioni del
sistema insediativo
Verifica rispetto alla pianificazione di
settore provinciale. Inserimento degli
elementi programmatori più recenti
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
Contenuti previsti
dalla LR 12/2005 e
dai documenti attuativi
Art.
LR12/2005
Doc. attuativi
Contenuti
Aggiornamenti
Integrazioni
PTCP vigente
cap 5.3 del Quaderno di
Piano, e integrazioni al
Quaderno 3
Corridoi tecnologici per le
infrastrutture a rete di interesse
sovracomunale.
Definizione criteri per inserimento
ambientale e paesaggistico
15
c.2 f)
Insediamenti
Indicazioni puntuali per insediamenti
sovracomunali, se definiti come tali dal
PGT
15
c.2 g)
Verifica di congruenza tra tracciati linee
elettriche e strati informativi relativi ai temi
insediativi, ambientali e paesaggistici
Indicazioni per la razionalizzazione dei
tracciati, per la risoluzione delle criticità, e
per l’inserimento ambientale e
paesaggistico.
Indicazioni per la
localizzazione degli
insediamenti sovracomunali
nella normativa, agli articoli
130-136
Aggiornamento della Tavola di
Struttura del PTCP riportante le
tipologie insediative esistenti e
previste dagli strumenti urbanistici
comunali
Sviluppo di riferimenti e criteri per valutare
le proposte di insediamenti sovracomunali
che emergeranno nelle istruttorie di
compatibilità, nelle procedure VIA e nei
tavoli di collaborazione tra comuni.
Indicazioni sulla localizzazione e su
aspetti progettuali che incidano su temi di
rilevanza sovracomunale.
Elaborazione di indicazioni per
localizzazione, dimensionamento e
inserimento ambientale e territoriale delle
strutture di vendita.
Indicazioni per la realizzazione di
condizioni di equilibrio tra esercizi di
vicinato e grande distribuzione
Perequazione territoriale
Modalità per il coordinamento tra le
pianificazioni dei comuni, anche con
forme compensative o finanziarie.
Incentivare associazionismo dei comuni
15
c.2 h)
La normativa agli artt 12-16
presenta alcuni primi
strumenti per attuare e
modificare il PTCP
attraverso strumenti di
pianificazione intermedia.
Il territorio provinciale è
suddiviso in SUS (sistemi
Sviluppo di linee guida e strumenti per la
perequazione territoriale da utilizzare nei
tavoli di collaborazione interistituzionali su
aspetti insediativi e infrastrutturali
Eventuale avvio di applicazioni pilota per
mettere meglio a fuoco strumenti e
modalità da utilizzare
62
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
Contenuti previsti
dalla LR 12/2005 e
dai documenti attuativi
Art.
LR12/2005
Doc. attuativi
Contenuti
Aggiornamenti
Integrazioni
PTCP vigente
urbani sovracomunali) che
sono anche riferimento per
la negoziazione su
insediamenti sovracomunali
e sulla componente esogena
dei dimensionamenti di
piano
Definizione assetto idrogeologico
secondo quanto previsto ad art 56
− Aggiornamento inventario fenomeni
franosi e sviluppo carta della
pericolosità
− Approfondimento Piano di Bacino
per definizione assetto idrogeologico
del territorio, mediante studi e
monitoraggi
− Censimento ed identificazione,
anche a scala di dettaglio, delle aree
soggette a tutela o classificate a
rischio idrogeologico e sismico
− Indicazione per tali aree le linee di
intervento e le opere prioritarie di
sistemazione e consolidamento
15 c.3
e 56
Ambiti agricoli
− Definizione ambiti destinati
all’agricoltura.
− Criteri per individuare alla scala
comunale le aree agricole.
15 c.4
63
Doc.3 p.2
PTCP adeguato secondo il
livello 1: recepimento delle
fasce e della normativa del
PAI
Censimento dissesti da
carte di inventario della
regione
Da riportare le modifiche del PAI a
seguito degli studi geologici dei
comuni (sui corsi d’acqua del PAI
vigente: Oglio, Chiese, Mella), e
aggiornamento aree 267
Aggiornamento delle carte dei
dissesti, verificando il punto della
situazione dell’apposito gruppo di
lavoro regionale
Individuazione dei geositi
Mosaicatura delle classi di fattibilità
geologica, e indicazioni ai comuni per
legenda unificata studi geologici
Valorizzazione di quanto emerge dai
tavoli di lavoro in corso con comuni,
regione e Autorità di Bacino (es:
Fiume Mella, Valcamonica, …)
Indicazioni per i comuni per adeguamento
a normativa sismica. Studio per
microzonazione sismica per zone livelli 2
e 3.
Avvio di un percorso di intese sul livello 2
di approfondimento, con regione e
Autorità di Bacini, ponendo le basi per una
serie di studi e previsioni da continuare
anche successivamente alla variante di
adeguamento. In particolare sui seguenti
temi:
− Fasce fluviali, partendo da studi
esistenti del PAI sui principali corsi
d’acqua
− Studi sul rischio idrogeologico di altri
corsi d’acqua che non sono
attualmente compresi nel PAI
− Passaggio graduale da cartografia
inventario a carta della pericolosità
per i dissesti
− Conseguenti indicazioni su ambiti di
intervento prioritario e opere di
sistemazione e consolidamento
Individuazione ambiti agricoli strategici in
funzione dei valori ambientali,
paesaggistici, produttivi e di identità
territoriale.
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
Contenuti previsti
dalla LR 12/2005 e
dai documenti attuativi
−
Art.
LR12/2005
Doc. attuativi
Contenuti
Aggiornamenti
Integrazioni
PTCP vigente
Norme di valorizzazione, uso e tutela
in rapporto agli strumenti regionali.
Sviluppo nella normativa del piano di
regole e riferimenti per l’individuazione
delle aree agricole e l’eventuale messa a
punto degli ambiti agricoli in sede di
verifica di compatibilità sul piano
comunale
Paesaggio e PLIS
− Per parte paesaggistica si
individuano le previsioni atte a
raggiungere le previsioni del PTR,
secondo quanto previsto ad art 76 e
77.
− Possibilità di individuare gli ambiti
dove sia opportuna l’istituzione dei
PLIS.
15 c.6
Aree protette
Recepimento piani adottati e approvati
delle aree regionali protette.
Intese con enti gestori sulle indicazioni
territoriali
Obiettivi del PTCP e limiti di
sostenibilità
La valutazione di compatibilità concerne
la valutazione dell’idoneità degli atti
oggetto di valutazione ad assicurare il
conseguimento degli obiettivi fissati dal
piano, salvaguardandone allo stesso
tempo i limiti di sostenibilità previsti
15 c.7
Rete ecologica
Art 9 c.1
Il PTCP è atto di maggiore
definizione rispetto al PTPR.
Le indicazioni normative
sono riportate al Titolo II
della parte II, Indicazioni
specifiche sulle singole
componenti del paesaggio
sono riportate all’Allegato I
del Quaderno 3
Eventuale aggiornamento dei
tematismi sulla base di segnalazioni
di correzioni da parte dei comuni
Rapporto con piani dei
parchi regolato dall’art 22.
Sviluppata Valutazione
d’Incidenza su SIC e ZPS
Aggiornamenti Valutazione
d’Incidenza per nuovi SIC e ZPS, da
coordinare anche con il percorso di
VAS
Art 18 c.1
Procedere solo a seguito dello sviluppo
delle indicazioni da parte del PTR
Integrazione tra normativa del PTCP
sul paesaggio e normativa sugli
ambiti agricoli
Definizione di riferimenti qualitativi e
quantitativi per il conseguimento degli
obiettivi di sostenibilità del PTCP. Da
sviluppare in stretta correlazione con il
percorso di VAS.
Sviluppare indicazioni al fine di verificare
la coerenza della pianificazione comunale
con gli obiettivi di sostenibilità sovralocali
Progetto di rete ecologica
allegato al Quaderno n.3 e
agli artt 79-81 della
normativa
Maggiore integrazione del progetto di rete
ecologica nel quadro delle strategie
attuative del PTCP.
Sviluppo di riferimenti e regole per la
realizzazione della rete ecologica
attraverso la pianificazione comunale, gli
strumenti di pianificazione di area vasta e
64
Provincia di Brescia - Documento preliminare per la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 - Dicembre 2007
Contenuti previsti
dalla LR 12/2005 e
dai documenti attuativi
Art.
LR12/2005
Doc. attuativi
Contenuti
Aggiornamenti
Integrazioni
PTCP vigente
di settore, e i progetti infrastrutturali e
insediativi sottoposti a procedura VIA e ad
altre procedure sovracomunali di
approvazione.
Servizi sovracomunali
Individuazione dei comuni che hanno
caratteristiche di polo attrattore.
Individuazione dei bacini territoriali di
gravitazione e dei relativi fabbisogni di
servizi sovracomunali
9 c.5
Il piano individua i centri
ordinatori, come base per il
riequilibrio dei servizi sul
territorio
Identificazione bacini di gravitazione per le
diverse tipologie di servizi, e formazione di
un quadro conoscitivo di area vasta che
possa essere di riferimento per la
pianificazione dei servizi comunale.
Sviluppo di indicazioni per attivare il
processo di riequilibrio territoriale dei
servizi, previsto come obiettivo strategico
dal PTCP, ponendo eventualmente le
premesse per lo sviluppo di un successivo
specifico piano di settore
65
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Riccardo Maria Davini Responsabile PEG per il raccordo delle