REAL ESTATE
BIMESTRALE ITALIANO DI
ECONOMIA E FINANZA IMMOBILIARE
o//Giug
ugno 20015
15E ro
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5 N
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mero 117177- Eu
Nuovo Codice appalti:
sarà l’alba
di una nuova era?
Italia................................................
Riqualificazioni a Milano
Dossier............................................
Logistica - Scenari Immobiliari
Portfolio...........................................
Speciale EXPO 2015
Re-retail……....................................
Land of Opportunity?
Go inside
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............................................................................................... l’ Editoriale
di Fabio Pandolfini
Italia in ripresa,
tra promozione e iatture
É
vero, quello dello 0.3%, seppur modesto, è sempre un segnale di crescita.
Ma come non poteva essere così, visto che da
un trimestre circa, conosciamo una concomitanza di fattori macroeconomici di assoluto
favore?
Ce l’hanno insegnato all’università che tassi di
interesse ai minimi, basso costo del petrolio,
cambio favorevole alle esportazioni e misure
espansive di politica monetaria, quantitative
easing nel caso di specie, sono tutti fattori in
grado di generare crescita.
C’è quindi da stupirsi che anche l’Italia abbia
accennato timidi tentativi di ripresa?
Ci verrebbe da dire proprio di no.
E anzi, rincarando cainamente la dose, potremmo affermare che la mera sufficienza a fine
anno, è tempo di pagelle lo sappiamo, forse
è anche un po’ pochino: “Il ragazzo ha le doti
necessarie ma non si applica, potrebbe fare di
più, si limita allo stretto necessario”.
E di fronte a una pagella non certo da primi
della classe, il genitore apprensivo per le sorti
del figlio si lascia anche andare a toni fin troppo entusiastici: “Il dato sul Pil è superiore alle
nostre aspettative”, è stato il commento infatti
del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan.
“E’ presto per cantare vittoria, ma questo dato
è il segnale della svolta impressa all’economia dalle politiche del governo”. Secondo il
Tesoro, a questo punto è “a portata di mano”
il raggiungimento del +0,7% per l’intero 2015.
Mah…vedremo.
Intanto come ogni
promozione che si
rispetti, arriva il
tempo del regalo
per le immani fatiche intellettuali che
lo studente un po’
svogliato ha messo
in atto per meritarsi l’agognata vacanza, senza obbligo di riparazione a settembre.
E anche il nostro governo, in realtà adesso
intento a contare le ferite dopo la vulgata
elettorale, è pronto a ricevere il giusto premio da Bruxelles, o almeno questo è ciò cui
spera.
La Merkel intanto si limita a una pacca sulla
spalla, per la verità poi non troppo festosa,
com’è nelle corde di una mamma allegra ma
non troppo , sapendo che questioni ben più
gravi minacciano gli equilibri familiari.
E tornando agli affari di casa nostra, non
a tutti sarà sfuggito il monito, per la verità
un po’ troppo mefistofelico, di un presunto
rischio bolla avanzato dal presidente della
Consob Giuseppe Vegas, che nelle ottime
condizioni congiunturali ci vede pure premonitori segnali per un nuova fase speculativa.
Noi intanto in questi casi procediamo alla
più partenopea tra le procedure anti iatture,
lasciando invece al singolo lettore libera
facoltà di scelta.
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
1
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Bimestrale italiano
di economia e finanza immobiliare
MAGGIO - GIUGNO 2015 IN QUESTO NUMERO
L’EDITORIALE
Italia in ripresa, tra promozione e iatture ..............................................1
LA COPERTINA
Nuovo Codice appalti: sarà l’alba di una nuova era?...........................8
18
ITALIA
Sorgente Group ......................................................................................18
Riqualificazioni a Milano ........................................................................20
DOSSIER
Rapporto Logistica- Scenari Immobiliari .............................................22
BIBLIOTECA IMMOBILIARE
Property Finance – Morri, Mazza, Scarso............................................26
DALLE AZIENDE
21
Gruppo Basso..........................................................................................28
Engel & Völkers ......................................................................................30
PORTFOLIO
Speciale Expo 2015 ................................................................................32
32
- Maggio
- Giugno2014
2015 3 3
RE RE
110117
- Gennaio
- Febbraio
Real Estate Pagina:Layout 1 04/06/15 14:29 Pagina 1
REAL ESTATE
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The Executive Network
RE – Start
RealEstate
Milano 2 dicembre 2015
RE - Real Estate e Business International in collaborazione con
Assoimmobiliare organizzano a Milano il 2 dicembre 2015 il convegno
“RE – Start Real Estate: gli indici attuali e le prospettive per il 2016”.
Key Topics
- Come leggere gli attuali trend di mercato: è tempo di essere prudenti
o aggressivi?
- Attrattività dell’immobiliare italiano per gli investitori istituzionali,
nazionali ed esteri
- Armonizzazione delle politiche territoriali regionali (Legge Quadro
Urbanistica): evoluzione in atto
- La finanza immobiliare tra Italia ed Europa alla luce dell’evoluzione della
normativa e della fiscalità sugli strumenti tradizionali e alternativi
- Appalti: novità normative, offerte economicamente più vantaggiose, quali
standard e ricadute sul settore
- Riqualificazione sostenibile delle città (“renovatio urbis”) e del patrimonio
della PA: quali opportunità?
- Modernizzazione dei servizi immobiliari: trend e prospettive
- Efficienza energetica: trend, driver, modalità di finanziamento e
valutazione dell’impatto sul valore dell’immobile
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REAL ESTATE
Bimestrale italiano
di economia e finanza immobiliare
MAGGIO - GIUGNO 2015 IN QUESTO NUMERO
49
RUBRICHE
Profumo di business ...............................................................................16
Chiacchiere e mattoni ............................................................................46
Smart estate .............................................................................................48
Yield a 5 stelle .........................................................................................50
Congiuntura .............................................................................................52
OZIOGRAFIA
Per Ricucci è ancora profondo rosso ...................................................56
RE-RETAIL
Editoriale ..................................................................................................59
Land of Opportunity? ..............................................................................60
Prassi virtuose .........................................................................................64
50
Progetti in itinere ....................................................................................65
Focus ........................................................................................................66
Tendenze .................................................................................................70
In evidenza ..............................................................................................79
65
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
5
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..................................................................................... in questo numero
NOME
PAGINA
NOME
PAGINA
NOME
PAGINA
Assoimmobiliare ............................ 52
Garibello Claudia .......................... 22
Pirola Pennuto Zei & Associati ...... 16
Bandirali Fabio ............................... 60
Gazeley ........................................... 22
Piva Marco ..................................... 50
Biggi Antonio .................................. 61
Google ............................................ 17
Pria SpA........................................... 20
Cantone Raffaele ............................ 12
Gruppo Basso................................. 28
Ricucci Stefano ............................... 56
CBRE................................................ 17
IGD Siiq ........................................... 16
Rossetti Mauro ................................ 73
Cogliati Alberto .............................. 30
Jones Lang LaSalle ...................16, 17
Scarso Alessandro P. ..................... 26
Condò Giovannella ........................ 66
Laurita Giuliana .............................. 70
Scenari Immobiliari ....................... 22
Cordea Savills ................................ 17
Marchetti Roberto .......................... 65
Silipo Andrea .................................. 74
Crisafi Paolo ................................... 52
Marchi Flaviana .............................. 17
Sorgente Group ............................. 18
Dalmiglio Davide ........................... 16
Matteoli Altero ................................ 13
Trivigno Maria Grazia ................... 66
Della Fontana Jacopo ..................... 50
Mazza Antonio ................................ 26
UBS Real Estate............................... 16
Di Terlizzi Marco............................ 16
Momesso Anna............................... 72
UnipolSai ......................................... 21
Eneray ............................................. 48
Moretti Massimo ............................ 64
World Capital ................................. 16
Engel & Völkers ............................. 30
Morri Giacomo ............................... 26
Zingaretti Nicola ............................. 47
Fintel ................................................ 48
Piano Matteo ................................... 63
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LA FRASE
“
“Io avevo garantito due cose:
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che avremmo finito e che
ϮϬϬĞdžƉĞƌƚƐ
sarebbe stata un’Expo per
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ĚĞĚŝĐĂƚĞĚƚŽ
le famiglie. E poi abbiamo
LJŽƵƌƉƌŽũĞĐƚƐ
venduto 11 milioni di
ŝŶ/ƚĂůLJ͘
biglietti, il 40 per cento deiENGINEERING
24 milioni che ci servono per
il pareggio di bilancio”
CONSULTANCY, AUDITS, TRAINING
EPC, TURNKEY, EPCM
Giuseppe Sala a proposito
dell’inaugurazione di Expo 2015
“
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
7
i
Il nuovo codice, ecco cosa cambia
Appalti: l’alba di una
nuova era?
a cura della redazione
Il testo di modifica porterà a una profonda rielaborazione delle
procedure in tema di appalti. Il nu
nuovo
uovo quadro
quadro normativo
normativo si basa su
alcuni
a
lcuni importanti
importantti pilastri
piilastri che, da un lato renderanno più snelle le
procedure
p
oce e mentre
e e dall’altro
o richiederanno
c e e
o il rispetto
p
pe o di importanti
p
po
parametri
p
arametri reputazionali
reputazionali
8
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
COPERTINA
n coro di sì sul disegno di legge
delega che promette di rivoluzionare il settore degli appalti.
Il testo in discussione sta infatti incontrando il plauso di gran parte degli
operatori. Si punta a snellire quanto più
possibile, per un massimo identificato
nella quota di 250 articoli complessivi
del nuovo codice degli appalti. Sarà
l’Anac il fulcro del nuovo sistema degli
appalti: all’Autorità guidata da Raffaele
Cantone verrà affidata ampia funzion
funzione
one
e
vigilanza,
di vig
igil
ilan
anza
za, con
con poteri di controllo e
raccomandazione, oltre alla possibilità
concreta di adottare sanzioni. In aggiunta, l’ente potrà avanzare linee guida,
contratti e bandi tipo, anche con “efficacia vincolante”, indica il testo. E non
è tutto: Anac potrà anche monitorare un
sistema di accreditamento
accrediita
tame
ment
nto
o delle
dell
de
lle
e stazioni
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st
azio
io
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appaltanti
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palt
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base a criteri e specifici di
sarà
efficienza. Il nuovo regolamento sa
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valido per tutte e tre le direttive, comm
pubbliche
conprensivo di appalti
ap
ppa
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gare
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ubbl
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oncessioni. Viene postulata come prioritapriorittadegli
documentali
ria la “riduzione
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one
e de
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glii onerii document
tali
a carico dei soggetti partecipanti e la
ssemplificazione
se
mplificazione delle procedure di veriverifiic da parte delle stazioni appaltanti”.
fica
appaltantti”.
Ma vediamo più da vicino cosa prevede
Ma
preve
ede
riforma.
la rif
ifor
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o ma.
or
Anac
L’Autorità
CanL’Autori
rità
tà anticorruzione di Raffaele Ca
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sar
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à il centro del nuovo sistema
sistem
ma
d appalti.
di
appaltii. Emerge
Emerge chiaramente questo
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mettendo
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me
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fila gli interventi allo studio
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la riforma del settore. TutTu
utt ruota
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ruo
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al soft law, il sistema di
di
gestione
del
mercato
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n ssolo:
ollo:
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’A
Ana
nacc è destinat
ta a me
et-
U
“
tere mano in tutti gli snodi fondamentali
del nuovo Codice.
Appalto integrato
Si tratta di una forma di appalto nella
quale la progettazione viene affidata insieme all’esecuzione dei lavori. In teoria,
è possibile addirittura mandare in gara
un semplice preliminare. Questo sistema
secondo la commissione Lavori pubblici
del Senato va limitato, perché svaluta il
perché
ruolo del progettista ma anche
anc
nche
he p
erch
er
ché
é lili
mita
mi
ta lle
e possibilità di scelta della pubblica
amministrazione in fase di progettazione
dell’opera.
Criteri della delega
La versione originaria della delega, licenziata dal Governo in estate, era troppo
ampia: di fatto, lasciava campo libero
a chi avrebbe
avre
av
rebb
bbe
e scritto
s ritto il nuovo Codice.
sc
Ill lavoro
lavoro del
del Senato,
Sena
nato
t , sin dal primo momoallora
mento, si è allo
m
ora ispirato a un principio:
aggiungere criteri
a
crit
iterii più
ù stringenti
str
trin
i ge
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nti per indiindirrizzare il lavoro
lav
avor
oro
o dell’esecutivo
dell
de
ll’’esecu
cuti
tivo in fase di
decreti
delegati.
paletti,
sscrittura dei decret
ti d
elega
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ti.. I pa
ti
pale
lett
le
tti,
tt
i in
in
sostanza,
diventeranno
sost
sso
stan
anza
za, aumenteranno
aumenteranno
o e d
iven
iv
ente
teranno
più precisi.
p
Criteri reputazionali
C
in-Ill sistema di qualificazione delle Soa va in
riforma
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tegrato.
e
Tra i punti fermi della rif
for
orma a
llo
ll
o
sstudio in Senato c’è, senza dubbio,
dub
du
bbio, l’insel’inse
eappalti
rrimento nel nuovo Codice
ce a
ppalti di cr
criteri
mercato
differenti
per l’accesso al mer
p
rca
catto different
ntii rispetto
Non bisogna,
a quelli adottati finora.
fin
bisogna, cioè,
guardare
aspetti
ssolo guardar
are
e agli asp
pet
ettti formali, come
i livelli di fatturato,
fatturato,, ma
ma anche ad alcune
questioni
sostanziali,
ques
q
sti
tio
oni sostan
nziali, come la capacità di
termine
portare a term
po
p
rmine i lavori nei tempi rrichieichi
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equesti,
parole
ssta dai co
committenti. Sono questi
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reputazionali
pove
p
verre, i criteri reputazional
alii che
che saranno
tra
tr
r i perni della riforma.
riform
ma. A gestirli sarà
l’Autorità anticorruzione, che avrà così in
mano le chiavi di uno dei sistemi di regolazione amministrativa più efficaci per
tenere sotto controllo il mercato.
Débat public
Il dibattito pubblico alla francese è una
procedura che prevede il coinvolgimento delle comunità locali già in fase di
programmazione e progettazione delle
grandi infrastrutture
infrastru
utt
ttur
ure
e strategiche.
stra
st
rate
tegiiche.
h L’idea
è quella di concertare le opere quando
vengono concepite, per evitare problemi
nelle fasi
si successive.
suc
uccessive. Il débat public è
apparto
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rto
o nella
nell
ne
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a prima
prrim
ima versione del Ddl
uscirne
poco
delega per poii u
scirrne p
oco
oc
o do
dopo. Nel testo licenziato dal Senato
o rientrerà,
rientrerà, salvo
sorprese.
Deroghe
Il vecchio Codice è stato utilizzato solo
solo
valore.
per gli appalti di scarso valore
re.. Con
Con
settimana
questa battuta, qualche se
ett
ttimana fa,
fa
Raffaele
Raff
Ra
ffae
aele
le Cantone
Canto
one ha fotografato
fotogr
grafato un fefe evidente:
deroghe,
nomeno e
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nte:
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eroghe, commiser
ssari
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p ro
rocedure speciali
speciali sono state la
normalità
norm
rmalità nel vecchio
vecchio sistema. Questa
andrà
tendenza a
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ndrà interrotta: l’idea allo
studio è individuare a monte i casi,
molto
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o lt
lto limitati, nei quali usare proced u re speciali e urgenti. Ci saranno
dure
certamente
cert
ce
rtam
amen
ente le calamità naturali e gli
interventi
dii Protezione civile.
inte
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terv
rven
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Finanza
Finanz
nza di progetto
pro
rogetto
Il nuovo
vo Codice
Cod
odice conterrà anche la riforma
del
sistema
de
el si
sist
stem
e a di project financing, ancora poco
sviluppato
svil
sv
ilu
uppato nel nostro paese. Regole nuove e
più semplici dovranno incentivare l’intervento dei capitali privati nelle opere pubbliche.
Gold plating
È la locuzione con la quale si sintetizza
sinte
eti
tizza
delega
un concetto presente nella del
elega sin
I nuovo
Il
nuuovo rregolamento
egolam
mento sarà valido per tutte e
ttre
re le
le direttive,
direttiive, comprensivo di appalti, gare
ppubbliche
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b he e concessioni
“
RE 117 - Maggio - Giugno 2015 9
I
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P
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“
o
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f
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“
Le procedure della
legge obiettivo,
allora, andranno
mandate in
pensione, a partire
dal sistema del
contraente generale
“
10
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
dalla prima ora: le nuove regole non potranno essere più pesanti dei livelli minimi
di regolazione richiesti dall’Unione europea.
In altre parole, bisogna adottare un Codice
leggero, senza appesantimenti non richiesti.
Legge obiettivo
La riforma appalti deve segnare la fine della stagione della legge obiettivo.
Le procedure speciali immaginate dalla
riforma del 2001 non hanno funzionato
e, anzi, hanno aperto spazi a fenomeni
di corruzione. Le procedure della legge
obiettivo, allora, andranno mandate in
pensione, a partire dal sistema del contraente generale: la direzione lavori affidata direttamente all’impresa non farà
parte del nuovo Codice.
Massimo ribasso
Anche nel caso del criterio del massimo
ribasso bisogna portare correzioni. Il
suo utilizzo indiscriminato porta problemi che la delega cerca di risolvere. L’idea
è portare limiti all’utilizzo del massimo
ribasso per le gare di appalto per servizi
ad alta intensità di lavoro, come le gare di
progettazione. In questo modo si evita di
incentivare la concorrenza al ribasso sul
costo del lavoro.
Semplificazione
Altro tema di cui si parla da anni. Il problema è che il Codice appalti, nella sua
versione attuale, ha 257 articoli mentre
il Regolamento appalti ne ha 359: in
totale ci sono 616 norme che, tra l’altro,
sono state colpite da centinaia di modifiche negli ultimi anni. La parola d’ordine
è tagliare, scendendo a 250 articoli al
massimo. Qualcuno vorrebbe inserire,
addirittura, un tetto massimo di articolo
nella delega: si tratterà, ovviamente, di
un’indicazione non cogente che, però,
vuole dare un segnale a chi dovrà scrivere il nuovo Codice.
Offerta economicamente più vantaggiosa
Le commissioni giudicatrici andranno
messe nel mirino della riforma. Il problema da risolvere, in questo caso, è
che il sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa viene da molti
giudicato troppo discrezionale e, quindi,
affida troppo potere ai commissari. Per
limitare questo potere, l’idea è quella di
creare presso l’Anac un albo nazionale
dei commissari, dal quale prendere ogni
volta una lista di nove nomi su cui fare
COPERTINA
il sorteggio. In questo modo, i fenomeni
corruttivi sarebbero drasticamente abbattuti.
Performance bond
La garanzia globale di esecuzione è
un istituto di matrice anglosassone
usato molto negli Stati Uniti.
Prevede che, in caso di fallimento o
inadempimento del titolare dell’appalto ci siano almeno due sostituti
in possesso dei requisiti previsti dal
bando, pronti a scendere in campo e
terminare i lavori. Dal primo luglio
2014, al termine di una lunga sequela
di rinvii, la garanzia è obbligatoria
per gli appalti integrati oltre i 75
milioni e per le opere (ormai una
rarità) affidate a general contractor.
Mentre è facoltativa per i lavori di
sola esecuzione oltre 100 milioni. Lo
scopo è chiaro: garantire la stazione appaltante che l’opera arriverà
al traguardo qualunque cosa accada
in cantiere, fallimento dell’impresa
appaltatrice incluso. Con il nuovo
Codice questo strumento, che non ha
mai davvero convinto, sarà fortemente limitato.
“
Soa
Le società di attestazione non saranno
cancellate. E questa è già un’acquisizione molto importante, dopo le polemiche
e gli scandali che le hanno travolte nei
mesi scorsi. Sul punto, la stessa Anac
di Raffaele Cantone ha mutato il suo
orientamento. Le Soa, però, subiranno certamente una riforma. Nel nuovo
Codice saranno inseriti dei criteri che
cercheranno di rendere il sistema di qualificazione delle società più improntato a
criteri oggettivi.
Soft law
Sarà il criterio ispiratore più importante
della riforma in arrivo. L’idea è di sostituire le leggi e i regolamenti con sistemi di
regolazione amministrativa più flessibili,
in grado di intervenire con immediatezza
sul mercato: bandi tipo, circolari interpretative, precontenzioso, linee guida.
E’ quello che il presidente dell’Anac Raffaele Cantone chiama “soft law”: farà
dell’Autorità il centro del nuovo sistema
di gestione degli appalti.
Stazioni appaltanti
Le stazioni appaltanti italiane sono poco
qualificate. Altro punto fermo della rifor-
ma è il basso livello di conoscenza che
molte amministrazioni hanno delle regole e delle procedure in materia di appalti.
Un piccolo Comune, in parole povere,
non è in grado di maneggiare un sistema
complesso come quello italiano. Allora,
anche su questo fronte bisogna agire per
fare selezione: stazioni appaltanti più
qualificate sono garanzia di un mercato
più ordinato. Sarà l’Anac di Raffaele Cantone a tenere sotto controllo le Pa, giudicando il loro livello di organizzazione
e la capacità di gestire appalti complessi
secondo criteri di buona amministrazione. Un tema collegato a filo doppio con
il numero di stazioni appaltanti, da tutti
considerato troppo alto (sono almeno
30mila). Impossibile scendere a 35, come si era ipotizzato con la nascita dei
soggetti aggregatori, ma nella riforma ci
saranno dei sistemi che incentiveranno
gli accorpamenti.
Trasparenza
E’ un’altra delle linee guida della riforma.
Con il nuovo Codice saranno potenziati i
sistemi di tracciabilità dei pagamenti.
Allo stesso modo, saranno dati più poteri
all’Anac, dando anche un ruolo primario
L’idea è portare limiti all’utilizzo del massimo ribasso
per le gare di appalto per servizi ad alta intensità di
lavoro, come le gare di progettazione
“
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
11
“
L’Anac esercita
oggi funzioni
sempre più
incisive e centrali,
destinate,
peraltro, ad
aumentare
ancora dopo il
varo del nuovo
codice
“
ai rating di legalità delle imprese. Inoltre, i criteri di trasparenza applicati sopra la soglia comunitaria saranno estesi
anche sotto soglia.
L’opinione di Raffaele Cantone
Da un lato il giudizio positivo sul disegno di legge delega che porterà al
nuovo codice degli appalti, dall’altro
Raffaele Cantone
12
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
la risposta, a tratti molto dura, a chi
nelle ultime settimane lo ha sollecitato e criticato. Ospite recentemente
di un convegno organizzato dal Partito
Democratico sul tema delle opere pubbliche, il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone,
ha fatto il punto sulla situazione del
settore, senza sottrarsi alle polemiche
che investono i super poteri attribuiti
all’Authority da lui guidata.
Cantone ha riconosciuto come l’Anac
eserciti oggi funzioni sempre più incisive e centrali, destinate, peraltro, ad
aumentare ancora dopo il varo del nuovo codice. Ha ammesso che sul tema è
giusto interrogarsi ed aprire un dibattito. Ma ha risposto con forza a chi, più
o meno velatamente, accusa l’Autorità
Anticorruzione di restringere la concorrenza. “C`è qualcuno che pensa che noi
dell`Anac siamo cattivi, alcuni credono
anche che io possa mordere o mangiare
i bambini. Ma noi non mangiamo bambini e non limitiamo la concorrenza”. Il
riferimento è ad alcuni interventi degli
ultimi giorni, come, ad esempio, la lettera inviata al Foglio lo scorso 24 aprile
dal presidente dell’Acer (Associazione Costruttori Edili di Roma), Edoardo
Bianchi, dal titolo “Un’anticorruzione
giustizialista soffoca la ripresa”. E a
S
e
p
in
p
“
chi sostiene che l’Autorità responsabile
in materia di lavori pubblici non possa
chiamarsi Anticorruzione, ha lanciato
un messaggio chiaro: “Se invece della
sostanza vogliamo guardare la forma,
evidentemente non andremo da nessuna parte”.
Come lo stesso Cantone ha evidenziato,
il testo del disegno di legge delega per
il nuovo codice degli appalti, attualmente in discussione in Commissione
Lavori Pubblici del Senato, accresce
notevolmente i compiti dell’Anac. Tra
gli altri, poteri di controllo, di sanzione
ma anche di adottare atti di indirizzo
con efficacia vincolante. E poi, ancora,
un ruolo centrale nel nuovo sistema
di qualificazione delle pubbliche amministrazioni appaltanti e l’incarico di
creare e gestire l’albo nazionale dei
commissari di gara che sarà istituito
con il nuovo codice. C’è un altro punto
su cui Cantone ha invocato un definitivo cambio di passo, in sintonia con le
indicazioni del governo e del relatore
del provvedimento in Commissione al
Senato, Stefano Esposito (pd). Si tratta
della questione delle deroghe alla disciplina ordinaria degli appalti, di cui
negli ultimi anni si è spesso abusato.
Ad esempio, durante il convegno è stato ricordato che solo sull’Expo ci sono
Il testo del disegno di
legge delega per il nuovo
codice degli appalti,
attualmente in discussione
in Commissione Lavori
Pubblici del Senato,
accresce notevolmente i
compiti dell’Anac
“
Altero Matteoli
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
13
“
La Commissione,
ha tenuto conto
soprattutto dei
criteri oggettivi
reputazionali
“
14
volute più di 60 deroghe per procedere. Un sistema che, secondo Cantone,
evidentemente non ha funzionato. “Se
avessimo utilizzato un sistema di laissez
faire e avessimo fatto i lavori, forse cinicamente potremmo dire va bene così.
Abbiamo avuto le deroghe, abbiamo avuto la corruzione ma non abbiamo avuto
lle
e opere. Il che significa che il sistema
delle deroghe ad personam o ad appald
ttum non ha affatto funzionato”.
IIll parere di Inarcassa
““Accogliamo con grande piacere il nuovvo testo base adottato dalla Commisssione Lavori Pubblici del Senato per
lla riforma del codice degli appalti. Un
documento che sintetizza in maniera
d
iill lungo lavoro svolto dal presidente,
Altero Matteoli, e dal relatore, nonché
vice presidente, Stefano Esposito”. Con
queste parole, Fondazione Inarcassa,
l’istituto di previdenza di ingegneri e
architetti, descrive l’attività svolta nei
giorni scorsi dall’8° Commissione permanente a Palazzo Madama. “Nel testo
base sono state accolte alcune delle
osservazioni formulate in occasione
della nostra Audizione in Commissione”, afferma il presidente Andrea Tomasi, la Commissione, ha tenuto conto
soprattutto dei criteri oggettivi “reputazionali”, con i quali deve avvenire la
qualificazione nel processo realizzativo
delle opere pubbliche. Infatti, è importante che la validità di tali criteri
sia legata alla storia individuale degli
operatori economici e dei professionisti. Un altro tema di enorme rilevanza,
anch’esso evidenziato in audizione, riguarda l’ipotesi di prevedere una disciplina specifica per l’appalto di servizi”.
Tuttavia, la Fondazione ritiene che, su
determinati passaggi, “sia necessario
ancora un ulteriore passo in avanti,
che si auspica possa essere fatto già
prima che il testo approdi all’esame
dell’assemblea di Palazzo Madama”. In
particolare, la Fondazione si riferisce
“alla promozione della qualità tecnica
in fase progettuale (quella architettonica, seppur fondamentale, da sola
non basta) e soprattutto all’appalto
integrato. In questo caso specifico si
rende essenziale l’opportunità di farne
ricorso solo esclusivamente per quelle
opere che, previa palese dimostrazione, per complessità e particolarità
tecnica, necessitino, già nella fase di
progettazione, dell’apporto del knowhow dell’impresa, vietandolo in ogni
altro caso”.
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
E
l C
i
i
IIll valore
valore e
economico
conomico della
della llegalità
egalità
Di economia e legalità si è parlato nel corso del Focus PMI 2015 organizzato dall’Istituto Guglielmo Tagliacarne a Milano
qualche settimana fa. E’ stata l’occasione per la presentazione dei dati risultanti da una ricerca condotta dallo Studio LS Lexjus
Sinacta sulle relazioni tra legalità e sviluppo economico. Dallo studio è emerso come parlando di economia illegale inoltre occorra ricordare come la stessa non si identifichi solo con le attività illecite e come non necessariamente l’illegalità sia riconducibile
unicamente alla criminalità organizzata.
L’illegalità economica è infatti costituita da un insieme di elementi quali usura e racket, corruzione,
contraffazione, riciclaggio, sommerso lavorativo, ecc. che alterano il corretto funzionamento del mercato, impattando sulla competitività del sistema imprenditoriale “sano”.
La severa e strutturata crisi economica ha provocato non solo un deciso rallentamento nei consumi e negli investimenti, ma soprattutto il deterioramento della fiducia delle imprese e delle aspettative delle famiglie: è cresciuto il ricorso ad espedienti ed illeciti
e, di conseguenza, anche il maggior rischio di “slittamento” dentro l’economia illegale.
In tale ottica la ricerca ha operato un’analisi dell’illegalità economica a livello territoriale provando a verificare quanto un
territorio risulti “permeabile” alla stessa. Dapprima si è considerata la “vulnerabilità economica”, analizzando la vulnerabilità
delle regioni italiane rispetto a una serie di
indicatori strutturali dell’economia che impediscono uno sviluppo del territorio in termini di competitività/attrattività. La vulnerabilità è stata calcolata attraverso la costruzione di indici di sintesi ottenuti utilizzando opportune metodologie statistiche. Si è
operata poi una graduazione del territorio rispetto ad un indice di illegalità economica, ossia attraverso la costruzione un indice di
sintesi che tiene conto delle componenti dell’illegalità legata alla criminalità, all’illegalità finanziaria ed ambientale. Dall’indagine
condotta su un campione di 1.150 imprese, i valori principalmente accostati al concetto di legalità siano essenzialmente due: il
rispetto delle leggi e dell’ordine pubblico (31,8% dei casi) e la trasparenza amministrativa (29,5%), due aspetti che rimandano,
il primo, a valori che possono interessare la vita di tutti gli individui e, il secondo, ad un problema di rapporti amministrativo.
e di fiducia nei confronti del sistema politico. Questi due aspetti risultano prioritari su tutto il territorio nazionale, registrando,
tuttavia, picchi più alti al Sud, ossia laddove storicamente il territorio risulta più esposto all’illegalità economica. Segue la libertà
nell’agire, un valore indicato da quasi una impresa su cinque (il 18,3%) e che trova maggiori consensi al Nord e al Sud rispetto
al Centro, seguita, con scarti più ampi, dalla sicurezza del mercato (9,6%) e dallo sviluppo sociale ed economico (7,3%) che,
diversamente dalla libertà di agire, registrano proprio nell’area centrale del Paese maggiori indicazioni.
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
15
JLL/1
un ulteriore riconoscimento conferito al nuovo
combinazione tra location di primissimo piano
SI LAVORA PER LA VENDITA DI VIA VIT-
team Office Capital Markets di JLL che è riu-
nel centro storico di Bologna e tenant di prima-
TOR PISANI 20
scito in breve tempo a posizionarsi come punto
ria rilevanza internazionale. Il mercato italiano
E’ stato affidato a JLL il mandato in esclusiva
di riferimento del mercato”.
high street conferma la sua dinamicità anche al
di fuori delle destinazioni tradizionali (Milano
per la vendita dell’immobile sito in Via Vittor
Pisani 20, di proprietà del “Fondo Pensione per
JLL/2
e Roma); si tratta inoltre di una transazione tra
il personale delle Aziende del Gruppo UniCre-
INSIEME A UBS PER L’ACQUISIZIONE DI
soggetti istituzionali e questo rappresenta un
dit”. L’Immobile, situato a pochi passi da Piazza
VIA RIZZOLI A BOLOGNA
segnale positivo verso una maggiore trasparenza
Duca D’Aosta e quindi dalla Stazione Centrale
UBS Real Estate GmbH ha completato l’acqui-
anche in un segmento ancora caratterizzato da
di Milano, si sviluppa su nove piani fuori terra e
sizione di un complesso immobiliare ubicato a
una generalizzata carenza di informazioni”.
tre piani interrati, per una superficie lorda com-
Bologna in via Rizzoli, una delle vie commerciali
plessiva di 10.988 mq . L’edifico è interamente
più prestigiose del capoluogo emiliano, per un
DIREZIONALE
affittato allo Studio Pirola Pennuto Zei & Asso-
valore di circa 29 milioni di euro. JLL ha agito
WORLD CAPITAL: CHIUSO UN DEAL
ciati fino ad Agosto 2021
per conto dell’acquirente in qualità di advisor
CON MULTINAZIONALE TELEFONICA
La procedura competitiva ha già attirato l’inte-
commerciale lungo tutto il processo di acqui-
Nuova chiusura di deal a Milano per World
resse di diversi investitori nazionali ed internazio-
sizione dell’immobile, la cui superficie lorda
Capital, società di consulenza e intermediazione
profumo
di business
nali dato che l’immobile rappresenta una delle
opportunità di investimento sul mercato più
importanti, grazie anche alla sua posizione, nel
cuore del Central Business District di Milano.
Commenta Davide Dalmiglio, Head of Capital
Markets di JLL Italia: “Siamo orgogliosi di aver
Milano, Vittor Pisani
ricevuto questo mandato dal Fondo Pensione
per il personale delle aziende del Gruppo UniCredit. La missione di JLL è sempre quella
affittabile è di circa 2.350 mq occupati da Apple
immobiliare, che loca un ufficio di alta rappre-
di fornire al nostro cliente una servizio di
Retail e da un retailer di standing internazionale
sentanza di circa 400 mq con vari posti auto,
consulenza strategica volta alla valorizzazione
che aprirà il proprio negozio entro la fine del
proprietà di un fondo gestito da CBRE Global
dell’immobile, integrando tutte le nostre linee
2015. Il venditore è IGD Siiq, proprietario
Investors, a un’importante compagnia inter-
di business e garantendo soprattutto l’accesso a
dell’immobile dal 2011.
nazionale di telefonia. L’immobile, openspace
tutte le forme di capitali nazionali ed internazio-
Commenta Marco Di Terlizzi, Retail Capital
personalizzabile con finiture di pregio, si situa
nali core che un asset prestigioso come quello in
Markets JLL Italia: “Si tratta di un’acquisizione
nella zona est della città all’interno di un edificio
questione merita. Questo incarico rappresenta
di assoluto rilievo da parte di UBS grazie alla
direzionale di recente costruzione.
16 RE 117 - Maggio - Giugno 2015
“Tra le società selezionate per la commercializzazione dell’immobile - afferma Flaviana Marchi,
Responsabile Dipartimento Office di World
Capital –, abbiamo per primi condotto a fine la
ricerca, soddisfando le aspettative del conduttore
e individuando l’immobile più adeguato. I
nostri impegno, professionalità e know-know
ci premiano, ponendoci ancora una volta riferimento nel settore”.
MILANO
PARTITA LA VENDITA IN PIAZZA AFFARI 2
CBRE e JLL hanno ricevuto da Cordea Savills,
in qualità di gestore del fondo C3 Investment
Fund, l’incarico per la commercializzazione in
co-agency di un immobile in Piazza Affari 2 a
Milano, Piazza Affari 2
Sede Google Mountai
Jill, uffici
n View
Milano, a due passi da Piazza Cordusio e Piazza
Ferretti, Head of Office Agency di CBRE Italia.
mercato del real estate. Infatti secondo i
del Duomo. Lo storico edificio, di grande pre-
Conclude Guido Ferraresi, Head of Office
dati diffusi dalla stessa azienda americana,
stigio ed elevata rappresentanza, si sviluppa su
Agency di JLL Italia: “Piazza Affari 2, a seguito
avrebbe speso 500 milioni di dollari in 10
7.500 mq distribuiti su 8 livelli, con magnifici
del completamento del progetto di riqualifica-
anni (tra il 2004 e il 2014) per ristrutturare
terrazzi che offrono una vista privilegiata sullo
zione che lo vede coinvolto, grazie all’unicità
e ampliare la sua sede a Mountain View,
skyline milanese. L’immobile è attualmente og-
della sua location e alla dimensione e confor-
California. Dei suoi 53.600 impiegati,
getto di un intervento di ristrutturazione parziale
mazione delle piante di piano, diverrà uno degli
20.000 lavorano a Mountain View, il 25%
delle parti comuni, con particolare focus sulla
immobili di maggiore appeal sul mercato delle
della popolazione della cittadina in cui ha
hall e sulla valorizzazione degli spazi ai piani.
locazioni dell’intero centro storico milanese e in
sede il gruppo. Ma Google non ha rivelato i
“Piazza Affari 2 si colloca in posizione centra-
linea con i desiderata qualitativi delle principali
dati su quanti suoi dipendenti abitino ora a
lissima, nel cuore del distretto finanziario della
società nazionali ed internazionali”.
Mountain View. E questo ha influita anche
sulle dinamiche dei prezzi di locazione. Negli
città. In tale contesto l’immobile risulta essere la
prossima grande opportunità anche nell’ottica
DA INTERNET AL MATTONE
ultimi due anni la media per affittare un
della riqualificazione della vicina Piazza Cor-
GOOGLE INVESTE 500 NEL REAL ESTATE
appartamento con due camere da letto e due
dusio, oggetto del crescente interesse di primari
Google non solo controlla internet, ma sta
bagni è passata da 2.250 dollari al mese a
investitori internazionali” – commenta Corrado
anche diventando un attore importante nel
2.981 dollari.
RE 117 - Maggio - Giugno 2015 17
Numeri e fatti
Sorgente Group: tra servizi
immobiliari e Borsa.
Ecco le opportunità
Dopo essersi aggiudicata la gara dell’Agenzia del Demanio come advisor per la valorizzazione di
immobili pubblici nel Comune di Bologna, continuano gli impegni per Sorgente REM. La società
negli anni ha realizzato interventi di risanamento conservativo per le facciate dell’immobile di
Lungotevere Raffaello Sanzio a Roma, la riqualificazione funzionale ed architettonica dell’Hotel
Bellevue Suites & SPA con particolare cura agli aspetti di interior design
a cura della redazione
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REM da
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da oltre
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e
dieci anni offre servizi di gestione
tecnico-amministrativa e di valorizzazione
di patrimoni sia sugli immobili del Gruppo
(logica “captive”), sia per il mercato esterno.
Il fatturato complessivo del 2014 è di oltre
10 milioni di euro, per servizi prestati ai
patrimoni immobiliari in gestione dal valore
complessivo superiore ai 2 miliardi di euro.
I servizi offerti dalla società, che conta su
uno staff di oltre 200 risorse, vanno dall’asset, property, facility e project management
alla consulenza specialistica (due diligence,
ricerche e studi di fattibilità, consulenza
N
18
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
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vero anche l’intermediazione immobiliare,
attraverso la società di agency controllata
Tiberia. Il patrimonio in gestione si articola
in oltre 165 immobili dislocati in tutta Italia e
5 progetti di sviluppo su Roma e Milano. Gli
immobili, a prevalente destinazione commerciale e direzionale, hanno una superficie
superiore ai 600 mila mq che genera oltre
80 milioni di euro di canoni annui. Ai progetti di sviluppo fa riferimento una potenzialità
edificatoria di circa 300 mila mq, di cui 80
mila localizzati su Roma e 220 mila su Milano. Offre anche servizi di gestione nell’am-
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20 MegaWatt,
Meg
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tt,
e nelle gestioni alberghiere, dove Sorgente
REM offre servizi di consulenza specialistica e gestione diretta. In particolare, opera
sull’Hotel Bellevue Suites & Spa di Cortina
d’Ampezzo e sui due Chateaux francesi e
sui castelli di Codignat e Mirambeau. Fra i
servizi anche la gestione e valorizzazione
attraverso opere di recupero e restauro di
edifici storici. Nel portafoglio del patrimonio gestito rientrano pezzi unici del calibro
della Galleria Alberto Sordi, la Rinascente
di Monza e di Roma, il palazzo di Piazza Cordusio a Milano, il Palazzo del Tritone a Roma.
ITALIA
Andreas Kipar
Sorgente Res diventa Siiq e vola verso Piazza Affari
Si riaccende l’interesse degli investitori esteri per l’Italia e
con Piazza Affari che ha guadagnato oltre il 20% da inizio
anno, si è creato il terreno fertile per nuove quotazioni. Sorgente Res, società che fa capo al gruppo Sorgente guidato
da Valter Mainetti, ha deciso di cogliere questo momento
favorevole per riprendere il cammino verso la borsa. Il 23
aprile, infatti, è stata presentata domanda di ammissione e
depositato il prospetto informativo in Consob con l’obettivo
di sbarcare sul listino entro l’estate. La novità più importante
è che Sorgente Res si quoterà in Borsa come Siiq, e quindi
come società d’investimento immobiliare, che come tale
accede a un regime fiscale agevolato a patto che il suo
modello di business sia focalizzato su immobili a reddito. In
base alla normativa sulle Siiq, di recente modificata e resa
più flessibile attraverso il Ddl Sblocca Italia, l’80% dei ricavi,
infatti, deve derivare da attività di locazione. Un requisito che
ha suggerito alla Siiq di Sorgente, che sarà la prima società
immobiliare a quotarsi in Italia dopo la riforma, un ritocco
del perimetro patrimoniale. Del portafoglio, infatti, non fa
più parte la partecipazione nel progetto di sviluppo di Sesto
san Giovanni, in provincia di Milano. Ci saranno, invece, tanti
immobili trophy, iconici e di elevata qualità distribuiti nelle
principali città italiane e diversificati per destinazione d’uso,
oltre a una quota nel Flatiron Building di New York. Da indiscrezioni, sembrerebbe confermata anche la presenza del
Lingotto di Torino, asset prestigioso conferito dalla società Ipi
che diventa così un importante partner strategico.Sorgente
Res sarà dunque la prima Siiq degli immobili di elevato
pregio alla cui crescita contribuisce una gestione tutta interna
e collaudata sul pieno dell’efficienza e dell’economicità. Del
portafoglio della Siiq, infatti, farà parte il 100% di Sorgente
Rem, la società di servizi immobiliari attiva nella gestione
anche conto terzi in un settore in grande espansione (oltre
2 miliardi di euro di immobili gestiti per circa 1,5 milioni di
metri quadrati di superficie).
L’obiettivo di raccolta dell’offerta pubblica non dovrebbe
discostarsi molto da quello già annunciato lo scorso autunno
(5-600 milioni) e la dimensione della società, al termine del
periodo delle acquisizioni che saranno realizzate grazie alle
risorse incassate con l’ipo, dovrebbe a regime sfiorare 1,5
miliardi di euro in termini di patrimonio.
Obiettivo e strategia
Scopo principale della quotazione è quello di proporre un
titolo quotato “liquido”, legato a investimenti e alla gestione
di immobili di alta qualità in Italia (modello di business unico
nel panorama attuale). La filosofia d’investimento di Sorgente Res Siiq si basa sugli stessi criteri che hanno caratterizzato il
Gruppo Sorgente sin dalle origini e che ne ha determinato la
crescita di valore, cioè un’attenta selezione di asset irripetibili
sul territorio nazionale, con focus su Milano e Roma, cogliendo anche eventuali opportunità all’estero. Sorgente Res
Siiq gestirà il proprio patrimonio con l’obiettivo di generare
prevalentemente redditi da locazione, di incrementare il valore degli immobili attraverso mirate azioni di valorizzazione
e ottenere ritorni finanziari anche dalla vendita degli asset.
RE 117 - Maggio - Giugno 2015 19
Riqualificazioni a Milano/1
Pria inaugura nuovo
edificio in via Torino
L’edificio sorge in un’area abbandonata da oltre 70 anni e
rinasce con un importante intervento di riqualificazione
tornato a nuova vita l’edificio
situato tra via Torino, via della
Palla e via Lupetta, dopo un
importante intervento di riqualificazione
durato tre anni da parte di PRIA S.p.A.,
società privata di investimento e sviluppo
immobiliare. Il nuovo palazzo occupa una
superficie di oltre 6.000 metri quadrati ed
ospiterà negozi, uffici, abitazioni private
e box.
In questo progetto di sviluppo immobiliare, firmato dall’architetto Paolo Asti insieme allo studio di ingegneria BMS Progetti,
PRIA è stata affiancata da 15 primarie
famiglie italiane, dando vita ad un club
deal unico nel nostro mercato, con l’obiettivo di valorizzare un’area in centro a
Milano che era abbandonata da oltre settant’anni, e che comprendeva un rudere
settecentesco e un’area per anni adibita
a parcheggio.
L’attività commerciale, che occuperà quattro piani dell’edificio per 3.700 metri qua-
E’
20
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
dri di superficie, sarà gestita dal Gruppo
Teddy. Nel mese di giugno è infatti prevista l’apertura dei flagship store dei marchi
Terranova e Calliope, con un contratto
d’affitto della durata di 18 anni.
Circa 2.000 mq al terzo e quarto piano
sono destinati ad uffici e sono stati ceduti
al Comune di Milano quali standard urbanistici e opere di urbanizzazione. I tre
piani di garage sotterranei conterranno 90
box, mentre su via Lupetta sono previsti tre
appartamenti da circa 100 mq ciascuno.
Nel realizzare il nuovo edificio, PRIA, sotto
il controllo della Soprintendenza ai Monumenti, ha conservato porzioni dell’antico
palazzo che sorgeva nell’area, mantenendone muri, arcate e pavimentazioni. Sono
state ricreate su due livelli le antiche corti,
una delle quali si trova all’interno del
negozio Terranova. Nella facciata su via
Torino è stato aperto un cannocchiale prospettico che collega le chiese di Sant’Alessandro e San Sebastiano.
“Siamo molto soddisfatti del risultato
della riqualificazione di quest’area sia
per il valore architettonico dell’edificio
coinvolto, sia per l’interesse che l’operazione ha suscitato tra gli investitori anche
a livello internazionale. A marzo è stata
definita la cessione della porzione commerciale a M&G Real Estate, il braccio di
gestione dei fondi immobiliari di M&G
Investments”, ha commentato Andrea
Haupt, Presidente di Pria. “Da un’area
abbandonata, abbiamo restituito alla città
un immobile moderno e funzionale, con
un valore superiore ai 100 milioni di euro.
Molte sono state le difficoltà incontrate,
ma è stato possibile superarle grazie
ai grandi professionisti ed alle imprese
coinvolte che ci hanno affiancato in questa sfida. Un particolare ringraziamento
va al Comune di Milano che, con grande
spirito di collaborazione, ha permesso di
risolvere i problemi burocratici con concretezza ed efficacia”.
ITALIA
Riqualificazioni a Milano/2
Comune e UnipolSai
presentano il restyling
di Torre GalFa
Si è concluso l’iter autorizzativo. I lavori
inizieranno nel gennaio 2016 e saranno ultimati a
fine 2017. L’investimento complessivo da parte di
UnipolSai è di circa 100 milioni di euro
i alza il sipario sul progetto di
riqualificazione che farà rinascere la Torre GalFa, il grattacielo di
103 metri costruito nel 1959 su progetto
dell'architetto Melchiorre Bega.
L’obiettivo di UnipolSai, condiviso fin
dall’inizio con il Comune di Milano, è
stato quello di recuperare e valorizzare
una delle più importanti icone dell’architettura moderna che, dopo anni di abbandono, tornerà ad essere nuovamente un
elemento di eccellenza della città.
Concluso dunque l’iter autorizzativo del
progetto, i lavori inizieranno nel gennaio
2016 e saranno ultimati a fine 2017, per
un investimento complessivo da parte
di UnipolSai di circa 100 milioni di euro.
“Questo progetto rappresenta un altro
importante obiettivo raggiunto dall’amministrazione comunale nell’ambito della
politica di rigenerazione del patrimonio
esistente inutilizzato. È emblematico che
si tratti proprio della Torre GalFa, per la
cui riqualificazione avevamo promesso
la presentazione di un progetto in tempi
brevi”, ha sottolineato il vicesindaco e
assessore all’Urbanistica e Edilizia privata del Comune di Milano, Ada Lucia
De Cesaris.
“Dopo 16 anni di inutilizzo - ha dichiarato Gian Luca Santi Direttore Generale
Immobiliare e Società Diversificate di
UnipolSai - Torre GalFa tornerà ad essere
uno dei simboli della città. L’incuria e
S
l’abbandono ne avevano deturpato l’immagine snaturandone il suo alto valore
architettonico. Grazie all’intervento di
Unipol, si è provveduto alla riqualificazione di questo storico edificio che sarà
caratterizzato da destinazioni funzionali
miste con criteri all’avanguardia di ottimizzazione degli spazi”.
La torre GalFa, che ha una superficie
lorda complessiva di 27.000 mq, avrà una
destinazione ricettivo/alberghiera (superficie di 12.000 mq estesa dal piano -1
al 12° piano dove ci sarà un nuovo hotel
del gruppo Melià) e residenziale (superficie di 13.000 mq dal 13° al 31° piano)
con servizi dedicati (autorimessa, box
auto, sale meeting e convegni, ristorante
e area fitness) e ingressi separati.
I cardini del progetto sono riassumibili
nel desiderio di conservare l’eleganza
della struttura, di dotare l’edificio di un
involucro ad alta efficienza energetica e
nella volontà di restituire alla collettività
lo spazio a livello del piano stradale,
offrendo un’occasione importante di riqualificazione di tutto l’isolato.
L’area esterna antistante ospiterà il volume del cubo di cristallo che racchiude
l’ascensore per l’accesso “senza barriere” al livello -1 della scala elicoidale. Lo
slargo dove si trova il cubo è stato pensato come luogo di passaggio e di incontro,
punto di riferimento per le attività della
zona.
Torre GalFa, la storia
Progettata dall’architetto Melchiorre
Bega, la Torre GalFa viene realizzata
dal 1956 al 1959 per ospitare gli uffici
milanesi della società petrolifera Sarom.
L’edificio, che da subito riscuote l’apprezzamento di importanti progettisti,
è alto 103 metri ed è composto da 31
piani, ai quali sono da aggiungere 2
piani sotterranei. Il nome GalFa è da
ricondurre alla sua collocazione: l’edificio si trova infatti all’incrocio tra via
Galvani e via Fara (Galvani + Fara),
nel cuore del centro direzionale fra il
grattacielo Pirelli e il recente Palazzo
Lombardia, entrambe sedi della Regione Lombardia.
La Torre GalFa viene ceduta nel 1980
alla Banca Popolare di Milano che la
abbandona nel 2001, anno dal quale
la torre è completamente sfitta, per poi
venderla nel 2006 a Fondiaria-SAI,
oggi UnipolSai, attuale proprietaria
dell’edificio.
Il Gruppo Unipol, che ha acquisito
Fondiaria-Sai nel corso del 2012, appena entrato nella disponibilità dell’edificio ha avviato, insieme al Comune
di Milano, lo studio del progetto di
riqualificazione e valorizzazione dello
stesso oltre che dell’ambito urbano.
RE 117 Maggio - Giugno 2015
21
DOSSIER
Scenari immobiliari - Rapporto logistica
Logistica: in Italia
il fatturato sale a 4 miliardi
I principali operatori a confronto sulle prospettive del settore in un
convegno organizzato da Scenari Immobiliari in collaborazione con Idi
Gazeley Brookfield Logistics Properties
a crisi del mercato immobiliare,
iniziata nel 2008, è finita. Tra
i settori a maggiore potenziale di crescita c’è la logistica, anche
grazie alla diffusione esponenziale
dell’e-commerce. Si tratta di uno dei
comparti più interessanti per gli sviluppatori.
L
22
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
Sul futuro del settore si sono confrontati questa mattina a Milano operatori italiani e stranieri, nell’ambito
del convegno “Il futuro dell’immobiliare logistico in Italia: la parola ai
protagonisti”, organizzato da Scenari
Immobiliari in collaborazione con Idi
Gazeley Brookfield Logistics Proper-
ties. In apertura, Clara Garibello (Scenari Immobiliari) ha fornito alcune
anticipazioni sul “Rapporto 2015 sul
mercato immobiliare della logistica”
di prossima pubblicazione, mettendo
in luce come il 2014 sia stato per il
mercato immobiliare della logistica un
anno di vero e proprio cambio di passo.
“
Protagonisti
del mercato,
gli investitori
istituzionali in
primis
“
La quantità di superficie scambiata è
stata di poco superiore ai due milioni
di mq, contro appena poco più di 1,8
milioni di mq del 2013. Protagonisti
del mercato, gli investitori istituzionali in primis. I dati presentati da
Scenari Immobiliari hanno puntato i
riflettori sulle caratteristiche della
domanda di settore, che è ormai
prevalentemente di sostituzione, in
funzione dell’aumentato fabbisogno
di metrature a seguito dell’ampliamento dell’attività. Aumentano anche le dimensioni medie richieste,
che ormai oscillano fra i 15mila e i
20mila mq (a fronte dei 3.500-7.500
del passato). L’esplosione dell’ecommerce ha giocato un importante
ruolo nell’aumento delle esigenze
di superfici più ampie da parte degli
operatori: gli immobili non sono più
meramente spazi di stoccaggio, ma
si stanno progressivamente trasformando in spazi di vendita. Quindi non
semplicemente più ampie superfici,
ma spazi di livello qualitativo maggiore, più versatili e meglio posizionati lungo le principali direttrici
di collegamento sia all’interno del
Paese che verso l’Europa.
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
23
“
È in Lombardia
che si concentra
la quota più
elevata di
spazi ad uso
logistica in Italia,
con oltre 4,6
milioni di mq di
superficie
“
In questo quadro, sebbene l’aumento
della quantità di metri quadrati scambiati nel 2014 sia stato significativo
(più 13,7 per cento), l’assorbimento
è leggermente diminuito, dovuto al
forte incremento dell’offerta (più 19
per cento). Proprio l’offerta abbondante costituisce il maggior disequilibrio
del mercato. È in Lombardia che si
concentra la quota più elevata di spazi
ad uso logistica in Italia, con oltre 4,6
milioni di mq di superficie messa sul
24
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
mercato, in vendita o in locazione.
L’interesse per il comparto fa ben
sperare nel mantenimento del trend
positivo. Tuttavia, l’offerta abbondante e inadeguata costituisce un freno
allo sviluppo del mercato. Il rischio è
quello di assistere ad una forte polarizzazione, sia in termini di qualità che
di quotazioni di mercato.
Le previsioni per il biennio in corso
sono positive, ma prudenti: il fatturato
dovrebbe aumentare del 2,5 per cento
nel 2015 e del 3,7 nel 2016. Anche le
quotazioni dovrebbero concludere il
lungo ciclo di discesa, per iniziare una
lenta risalita. Tra le zone a maggior
potenziale di crescita dei prezzi medi
di vendita Verona, che guida la classifica seguita da Milano e Genova.
In generale, il mercato immobiliare
della logistica rimarrà rafforzato dalle
dinamiche positive dei servizi svolti
al suo interno, che sono in costante
evoluzione.
dossier SCENARI IMMOBILIARI - RAPPORTO 2015
Questi i driver a fine ciclo
e quelli ancora attivi
Sicuramente hanno concluso il proprio ciclo driver quali:
le politiche di espansione, ricollocamento e ammodernamento delle
aziende a seguito di acquisizioni, fusioni, ecc.
le ampie attese di incremento dei consumi derivanti dall’ingresso
nell’Unione europea di nuovi Paesi, con conseguente aumento di
domanda di servizi logistici
la richiesta di posizionamento lungo le direttrici di collegamento più importanti
verso i mercati di sbocco (corridoi europei). Negli ultimi dieci anni sono stati
protagonisti del mercato anche la scelta fra immobile in affitto o in proprietà e lo
sviluppo speculativo.
Ancora fanno sentire i loro effetti:
preferenza per centri strutturati
preferenza per un unico interlocutore/gestore
omanda per posizionamento in prossimità di importanti snodi di collegamento
(porti, aeroporti, autostrade).
Stanno tuttavia emergendo nuovi driver, e fra questi:
affidabilità del conduttore
ocalizzazione del capannone nelle vicinanze dei mercati di scopo
driver differenziati per tipo di attore, investitori opportunistici, investitori di lunga
durata, privati/utilizzatori
razionalizzazione e concentrazione delle propria rete in un numero di capannoni
inferiore ma di maggior superficie
isparmio energetico e contenimento dei costi
ricerca dell’azzeramento delle emissioni di Co2
impiego di materiali ecologici
utilizzo di tecnologie e sistemi di sicurezza all’avanguardia
oibentazioni più efficienti.
“
In generale, il
mercato immobiliare
della logistica
rimarrà rafforzato
dalle dinamiche
positive dei servizi
svolti al suo interno,
che sono in costante
evoluzione
“
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
25
Il volume è rivolto a investitori, finanziatori e studenti universitari
Finanziamenti immobiliari strutturati:
pubblicato il nuovo libro
di Giacomo Morri e Antonio Mazza
iley, editore internazionale
specializzato in testi accademici e scientifici, ha recentemente pubblicato “Property Finance – An International Approach”, il nuovo
libro di Giacomo Morri e Antonio Mazza,
con la curatela di Alessandro P. Scarso relativamente ai profili giuridici dei finanziamenti immobiliari strutturati in alcuni
tra i principali ordinamenti stranieri.
Il libro, in lingua inglese, a quanto consta
è l’unico testo nel panorama internazionale che affronta in modo puntuale i profili economici e legali inerenti ai finanziamenti immobiliari strutturati. L’opera,
divisa in due parti, coniuga un solido
approfondimento teorico alla illustrazione dei profili “operativi” della finanza immobiliare, incluso il commento critico di
alcuni templates relativi a singoli contratti
di finanziamento “tipici” nonché l’illustrazione di taluni modelli finanziari.
Il target del volume sono gli operatori
del settore, in primis investitori e finanziatori, e gli studenti di corsi universitari
e master interessati all’apprendimento e
a una maggiore conoscenza delle diverse
tipologie dei finanziamenti immobiliari.
La Parte Prima illustra le technicalities
diffuse in ambito internazionale ormai
patrimonio comune degli operatori del
settore indipendentemente dal contesto
giuridico. Vengono sinteticamente delineate le peculiarità del finanziamento
W
26
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
immobiliare strutturato, evidenziando
le differenze rispetto al finanziamento
aziendale (approccio project finance vs
corporate finance). Particolare attenzione
viene dedicata a delineare il ruolo e la
funzione delle banche finanziatrici, inclusi i profili a contenuto primariamente
giuridico, con un approfondimento delle
più diffuse forme contrattuali e delle garanzie che usualmente assistono i finanziamenti immobiliari strutturati. Accanto
al finanziamento squisitamente bancario, oggetto di approfondimento sono
altresì le varie forme di finanziamento
ibrido, segnatamente sub specie di debito mezzanino e di equity privilegiata:
avvalendosi della illustrazione critica di
casi concreti, gli autori esaminano i profili
finanziari e le problematiche legali di tali
forme di finanziamento, a metà strada tra
il capitale proprio e il debito. La Parte Prima si conclude con un approfondimento
degli Accordi di Basilea e del loro impatto sul costo e la disponibilità di credito
nel settore immobiliare.
Nella Parte Seconda, affidata ad esponenti della professione legale di indiscussa
esperienza e standing nei rispettivi ordinamenti, vengono delineate le peculiarità dei finanziamenti immobiliari in Cina,
Francia, Germania, Inghilterra & Galles,
India, Italia e Spagna. Al lettore viene offerta una prospettiva privilegiata dei profili problematici – e delle soluzioni adottate – in ciascun ordinamento giuridico,
la cui comprensione e comparazione è
agevolata da una trattazione uniforme per
ciascun paese.
In linea con il “taglio” del libro prescelto
dagli autori, all’insegna dell’approfondimento teorico corredato dall’illustrazione
dei risvolti operativi, vengono presentati,
illustrati e commentati una pluralità di
casi - semplificati per facilitarne una immediata comprensione - tratti dalla vita
economica dei protagonisti della finanza
immobiliare, privilegiando le operazioni di finanziamento più ricorrenti, quali
BIBLIOTECA IMMOBILIARE
Gli autori
Giacomo Morri, Phd in finanza aziendale e RICS Member, è Senior Professor SDA
Bocconi School of Management e lecturer all’Università Bocconi. Da quindici anni
si occupa di docenza e ricerca su tematiche di finanza immobiliare. Oltre all’attività
accademica è consulente per diverse SGR specializzate in fondi immobiliari e per altri
operatori del settore. È past president e board member della European Real Estate Society
ed è autore di numerosi scritti scientifici su tematiche di finanza immobiliare.
Antonio Mazza, EMBA e RICS Member, è General Manager di “Aareal Bank AG”
in Italia. Oltre all’attività manageriale, da molti anni è Teaching Fellow nei corsi di
finanza immobiliare presso SDA Bocconi School of Management.
Alessandro P. Scarso è laureato in Economia politica presso l’Università Bocconi e in
Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Milano. Ha svolto studi di perfezionamento presso il Max-Planck-Institut für ausländisches- und internationales Privatrecht
di Amburgo e presso l’Università di Heidelberg. È professore di ruolo di “Diritto privato”
presso l’Università Bocconi, iscritto all’Albo degli Avvocati di Milano e di Francoforte
sul Meno, Dottore Commercialista e Revisore Contabile. Autore di numerosi scritti in
materia di Diritto dei contratti, Diritto privato europeo, Diritto fallimentare, Diritto
commerciale e Responsabilità civile.
Giacomo Morri
Antonio Mazza
l’investimento in un immobile a reddito, il
frazionamento di un portafoglio immobiliare, un’operazione di sviluppo residenziale nonché il finanziamento di un centro
commerciale.
Nella medesima prospettiva, sia pure –
evidentemente - con focus sui risvolti
aventi primariamente contenuto giuridico, vengono esaminate e commentate
alcune tra le più diffuse clausole nei
contratti di finanziamento immobiliare
(a mero titolo di esempio, clausole relativa alla determinazione dell’importo
del finanziamento, dei tassi di interesse,
delle modalità di copertura dei rischi di
tasso; clausole disciplinanti le modalità di
rimborso del finanziamento; covenants la
cui violazione legittima la risoluzione del
contratto di finanziamento, etc.), nonché
Alessandro P. Scarso
le garanzie tipicamente richieste, negli
ordinamenti considerati, dall’ente finanziatore (quali - senza alcuna pretesa di
completezza - ipoteca, cessione dei canoni derivanti dai contratti di affitto/locazione dell’immobile finanziato, pegno delle
partecipazioni nel soggetto finanziato/
nel veicolo, etc.).
Come per le precedenti pubblicazioni
degli autori, ulteriori contenuti volti a
stimolare e agevolare l’approfondimento
sono liberamente disponibili online (sul
sito internet dedicato: www.morri-mazza.
com), tra cui assume un ruolo di assoluto
rilievo (se non altro, per la novità che tale
integrazione telematica riveste nel nostro paese) il libero accesso a numerose
slides, intese ad agevolare la didattica,
nonché una pluralità di tabelle Excel
“
Il libro, in lingua
inglese, a quanto
consta è l’unico
testo nel panorama
internazionale
che affronta in
modo puntuale i
profili economici
e legali inerenti
ai finanziamenti
immobiliari
strutturati
A
“
«interattive», con possibilità di inserire
dati numerici al fine di «simulare» operazioni di finanziamento immobiliare. La
finalità è facilitare i docenti e discenti che
intendessero avvalersi del testo in corsi
istituzionali o master, ora facilitando la
trasmissione del sapere, ora agevolando
la sua acquisizione e sedimentazione,
oltre che l’approfondimento di tematiche di finanza immobiliare e notizie sui
principali eventi del settore (anch’essi
accessibili online).
La struttura del libro è riflesso dell’ampia esperienza professionale e didattica
degli autori e del curatore della Parte Seconda, coniugata in modo particolarmente felice in considerazione delle peculiarità dei singoli percorsi professionali e
accademici.
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
27
dalle Aziende
Lombardia e Veneto
tra cantieri ultimati e nuove infrastrutture
Gruppo Basso: EXPOriflessioni
Il 2015 è, per Milano e per l’Italia, l’anno in cui dimostrare al
Mondo quali sono le potenzialità del nostro Paese, da troppo
tempo incapace di dare rilievo alle leadership culturali ed
economiche che, innegabilmente, sono parte fondante del suo
DNA. Si è aperta nel capoluogo lombardo Expo, manifestazione che guarda al Mondo ma che, soprattutto, attira a sé gli
sguardi di operatori economici ma anche della gente comune,
ponendosi perfettamente come sintesi di valori e tradizioni del
nostro Paese, ma anche di tenacia e capacità di affrontare in
modo innovativo le sfide del futuro.
Le adesioni sono arrivate da oltre 130 Paesi, che saranno
impegnati nell’opera di sensibilizzazione del pubblico, attorno
al Tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita, cruciale per le
generazioni future.
Ma quali sono i risvolti positivi per il mercato immobiliare,
indotti più o meno indirettamente da Expo 2015?
Sicuramente a livello locale, Milano è stata la area metropolita-
Parco Tecnologico “S. Marco” di Peschiera Borromeo (MI)
28
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
na a manifestare i primi segnali di ripresa, confermandosi così
come città che anticipa le tendenze, passando però attraverso
un anno (lo scorso) che ha visto i valori immobiliari ribassarsi
del 5,5%; questo ha contribuito alla ripresa delle compravendite. L’indotto realizzato dall’Expo, si è da subito palesato,
dando spazio alle compravendite di immobili da affittare nel
corso della fiera. Ad essere interessate sono state soprattutto
le zone centrali e quelle periferiche servite, protagoniste della
mutazione del volto urbanistico e delle dinamiche del mercato
di Milano, indotte dall’Expo.
Gruppo Basso - Lefim, società immobiliare veneta, presente da
decenni nel territorio lombardo, in questo senso sta godendo
anch’essa dei benifici avuti in anni di preparazione di un territorio che attendeva da tempo un’occasione simile.
E’ stata inaugurata pochi giorni fa la TEEM, la Tangenziale
Esterna e che “sfiderà” la storicaTangenziale Est di Milano,
opera ritenuta dall’Unione Europea di importanza strategica,
come testimonia il suo l’inserimento
nell’elenco delle opere Trans European Network-Transport (TEN-T).
L’infrastruttura è stata ultimata rispettando le tempistiche dettate all’avvio
dei lavori – 11 luglio 2012 - e che la
volevano attiva proprio per l’Expo.
A trarne i maggiori vantaggi da questo
nuovo tratto ad alto scorrimento, saranno tutte le attività che vedranno
razionalizzata la mobilità del quadrante
Est-Sud dell’asse costituito dalle Province di Milano, Lodi e Brianza, classificato, peraltro, dall’OCSE fra i primi
40 territori del mondo ad alta rilevanza
industriale e finanziaria.
Sono stati realizzati 32 chilometri di
tracciato principale da Melegnano (Autostrada A1 Milano-Bologna-Roma-Napoli) ad Agrate Brianza (Autostrada A4
Torino-Milano-Venezia-Trieste), connesso pure con l’Autostrada BresciaBergamo-Milano (BreBeMi); si è vista,
inoltre, la costruzione ex novo di 38
chilometri di arterie ordinarie, la riqualificazione di 15 chilometri di strade
dalle Aziende
esistenti ed il completamento di 30 chilometri di piste ciclabili. Questo nuovo
tracciato, dunque, fungerà da collettore
tra le principali zone ubicate ai confini
del capoluogo lombardo.
Uno dei fulcri operativi della nuova Tangenziale, è stato il Parco Tecnologico
“Manzoni” di Caponago (MB), complesso
realizzato dall’azienda Trevigiana e che
è stato scelto come quartier generale fin dall’inizio dei lavori - dal Consorzio
Norte, gruppo di cooperative coinvolto
nella realizzazione della TEEM.
Il Parco, riqualificazione di un intervento
industriale costituito da sei fabbricati ed
effettuata dalla controllata Costruzioni
Generali Basso Cav. Angelo S.p.A., sorge nei pressi del casello
di Agrate e si affaccia sull’autostrada A4 Milano-Venezia,
posizione baricentrica dati i collegamenti con la rete viaria
interurbana milanese e la Tangenziale che collegherà Agrate
Brianza con Melegano.
Il 2015 vedrà, inoltre, l’utlimazione di un altro intervento immobiliare firmato Gruppo basso – Lefim, ubicato a Peschiera
Borromeo (MI), lungo la SS415 “Paullese” all’angolo con Via Liguria, nelle immediate vicinanze dell’idroscalo e dell’areoporto
di Linate.
L’intervento è direttamente collegato con le principali arterie
stradali, in particolare, si raggiungono facilmente sia la tangenziale Est di Milano (a circa 3 Km) che tutti i raccordi autostradali Milano-Bologna, Milano-Venezia, Milano-Genova, oltre
alla stessa TEEM, a circa 10 Km. L’azienda inaugurerà quello
che ha denominato Parco Tecnologico “S. Marco”, a dicembre
2015 ed ora si dice in fase di piena commercializzazione; ad
oggi sono stati assegnati parte dei locali a primarie aziende di
caratura nazionale ed internazionale.
Ad oggi rimangono alcune disponibilità per aziende interes-
sate alla realizzazione dei propri uffici,
magazzini o negozi, in una posizione strategicamente ottimale.
Ottime notizie, dunque, per Gruppo Basso,
il quale sta godendo, dei forti sforzi voluti
dagli Enti locali, per garantire al settore
produttivo tutte le infrastrutture idonee al
rilancio del tessuto economico lombardo.
Quella veneta è una realtà che da 85 anni
opera in tutto il centro nord Italia, sviluppando e commercializzando immobili per
l’impresa.
La produzione industrializzata di manufatti in calcestruzzo, è affidata alla già
citata Costruzioni Generali Basso Cav.
Angelo S.p.A., mentre lo sviluppo e la
commercializzazione degli assets, sono “marchiati” Lefim.
Un’altra componente di spicco del Gruppo, è la Sogeicom Srl,
società di Property e Facility Management, che si occupa della
gestione degli assets e si rivolge agli operatori immobiliari terzi
e ad investitori privati, proponendosi come società di gestione
e consulenza per la tutela del patrimonio.
Più recente è la Basso Hotels and Resorts S.r.l., società del
Gruppo che, dal 2008, gestisce il Best Western Premier BHR
Treviso Hotel, struttura alberghiera costituita da 133 camere,
un centro congressi in grado di accogliere oltre 1000 persone
ed una food court.
Attualmente il Gruppo sta sviluppando, nel centro nord Italia,
alcune nuove iniziative immobiliari per la quale ha già ottenuto
le autorizzazioni edilizie.
La certezza che in questo periodo di tensioni economiche, solo
gli sforzi messi in atto per dar vita a sinergie tra diverse realtà
possano dar via ad un rilancio produttivo, ha spinto l’azienda
a potenziare la commercializzazione, finalizzata alla ricerca
di nuovi partners nazionali ed internazionali, interessati ad
investire in progetti di sicuro interesse. www.gruppobasso.it
Parco Tecnologico “Manzoni” di Caponago (MB)
RE 117 - Maggio - Giugno 2015 29
dalle Aziende
Intervista ad Alberto Cogliati - Group Sales Manager Italia
Engel & Völkers: un respiro internazionale
per il Real Estate di fascia alta
Nasce ad Amburgo nel 1977 e nel 1998 avvia il francising in
Germania. Oggi il network Engel & Völkers è presente in 39
Paesi del mondo. Nel 2014 ha aumentato i ricavi globali da
commissioni del 10,1%, raggiugendo i 300,3 milioni di euro. La
Società ha così segnato un nuovo record: il più elevato livello
di fatturato nei suoi oltre 35 anni di storia.
Il Gruppo è presente in tutti e 5 i continenti con diverse linee di
business. Fanno parte del mondo Engel & Völkers: la divisione
yachting che si occupa di commercializzazione di yacht pregiati,
di servizi di charter, di consulenza e supporto per la costruzione e ristrutturazione degli stessi; una società di consulenza
finanziaria indipendente che può attingere alla rete globale,
all’estesa conoscenza del mercato e all’esperienza nel mondo
immobiliare del Gruppo; una divisione specializzata nella
realizzazione di strategie di marketing, nella vendita a livello
europeo e nei servizi di consulenza individuale, per resort e
strutture ricettive di lusso; la casa editrice aziendale Grund
Genug che, dal 1988 pubblica GG, rivista di fama mondiale
dedicata all’architettura e al lifestyle.
L’ultima nata è Aviation, la società posizionata nel segmento
30
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
dell’aviazione business con un servizio esclusivo e su misura
dedicato ai clienti premium del network immobiliare.
Engel & Völkers poco ha risentito della stretta finanziaria e
della generale flessione del mercato immobiliare. In Italia il
network Real Estate è in forte crescita.
Abbiamo chiesto ad Alberto Cogliati, Group Sales Manager
Italia, di aiutarci a costruire la fotografica del Gruppo, e comprendere le ragioni del suo apprezzamento e del crescente
posizionamento anche nel nostro Paese.
Qual è stata la formula che vi ha consentito di crescere esponenzialmente anche in Italia?
“Sono pochi ma essenziali gli elementi che ci hanno consentito
di distinguerci sul nostro mercato: l’elevato standard della
consulenza e dei servizi proposti al cliente finale, il pregio
degli asset intermediati, l’innovativo sistema di franchising, un
modello di business diverso rispetto ai competitors. Il Gruppo
si è ricavato all’interno del segmento di pregio, una nicchia di
mercato esclusiva e soprattutto internazionale. Engel & Völkers è diventato in pochissimi anni il punto di riferimento per
dalle Aziende
la clientela estera che desidera investire in Italia, nelle nostre
splendide città d’arte e nelle più rinomate località di vacanza.”
Può l’instabilità del mercato e l’indebolimento dell’euro
stimolare la domanda delle proprietà di lusso?
“Certamente, l’instabilità del mercato può essere un fattore
stimolante per la domanda di immobili di lusso. In contesti di
incertezza economica sia gli investitori privati che istituzionali
sono più propensi ad investire in tale segmento.”
Parliamo di Real Estate al di fuori dello specifico bacino di
lusso: secondo recenti dati dell’Istat, dopo
sette anni di calo, il mercato immobiliare è
finalmente in ripresa. Il 2014 si chiude ufficialmente con una crescita delle compravendite dell’1,6%. Tale scenario che prospettiva
riserva al “Sistema Franchising”?
“Ritengo che il Sistema Franchising sia un’ottima formula per
innescare il volano del business. In generale, e in particolare
in Engel & Völkers, si configura come una relazione produttiva,
un rapporto alla pari tra due imprese, il franchisor e i license
partner, entrambe interessate a produrre utile.
Che profilo devono avere i vostri partner?
“ Ci rivolgiamo ad un target selezionato, costituito in prevalenza
da imprenditori e professionisti di diversi settori (non solo di
matrice Real Estate), interessati a diversificare le proprie attività; figure riconosciute per il background nell’organizzazione,
gestione e sviluppo d’impresa.”
Qual è il differenziale del franchising Engel & Völkers rispetto
agli altri operatori del settore?
“Il nostro modello di franchising garantisce un reale ed elevato
ritorno d’investimento. Tutto ciò è dimostrato dalla rapida
crescita degli ultimi tre anni con un incremento del 29,5%
rispetto all’anno precedente - nell’apertura di nuovi negozi.
Ad oggi Engel & Völkers Italia conta un totale di 46 contratti
con 30 shop operativi e una presenza in diversi capoluoghi di
provincia e in location d’eccezione.”
Cosa prevede il vostro piano di sviluppo per i prossimi anni?
“Operiamo in un segmento di mercato che mantenendo stabili i
propri valori continua ad offrire importanti opportunità di business, prevediamo pertanto l’ampliamento del network nelle
altre zone in cui ancora non siamo presenti. Parallelamente
abbiamo aperto anche in Italia il Metropolitan Market Center, format già sperimentato
in atri Paesi e che in questo caso copre il
mercato dell’intera città di Roma, con un
investimento diretto da parte della Casa
Madre di 3,5 milioni di euro. Il progetto di
crescita globale prevede altresì un’importante campagna di
recruiting di consulenti di vendita qualificati. Abbiamo programmato l’inserimento di oltre 500 agenti per dare linfa agli
shop sul territorio.”
Di recente ha dichiarato che “l’ampia visione è uno dei vostri
principali punti di forza”, in cosa si sostanzia la sua affermazione?
“Con l’espressione ampia visione mi riferisco all’approccio
marcatamente internazionale al mercato dell’intermediazione
di lusso, alla capacità di generare valore sui singoli territori nazionali, grazie al network globale cementato nel corso
degli anni dai fondatori, con il supporto dei manager locali;
alla cura costante degli aspetti di comunicazione del Brand,
all’attenzione verso le più innovative soluzioni di marketing,
che - insieme alla qualità degli immobili e della consulenza - di
fatto fanno di Engel & Völkers l’unico network immobiliare di
fascia alta nel nostro Paese.”
Diffusione del network Engel & Völkers
su scala mondiale
RE 117 - Maggio - Giugno 2015 31
PORTFOLIO
Expo 2015 al via
Questa una selezione dei più scenici padiglioni presenti sul
sito espositivo.
Precisiamo a priori che la scelta non vuole essere discriminante o esaustiva di tutti i padiglioni presenti.
La fotogallery riportata nelle pagine che seguono pertanto,
è frutto di una scelta redazionale al solo scopo esemplificativo dovendo coniugare necessità di illustrazione con obblighi di foliazione.
ITALIA
32
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
2015
AFGHANISTAN
AUSTRIA
AZERBAIJAN
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
33
BELGIO
BOLIVIA
BURUNDI
34
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
PORTFOLIO
EMIRATI ARABI UNITI
ETIOPIA
CINA
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
35
FEDERAZIONE RUSSA
FRANCIA
GERMANIA
36
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
PORTFOLIO
GIAPPONE
GRECIA
IRLANDA
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
37
ISRAELE
LITUANIA
KENIA
MALAYSIA
38 RE 117 - Maggio - Giugno 2015
PORTFOLIO
MAROCCO
MESSICO
MOLDOVA
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
39
POLONIA
MONACO
OMAN
QATAR
40
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
PORTFOLIO
REGNO UNITO
REPUBBLICA CECA
SLOVACCHIA
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
41
SLOVACCHIA
SANTA SEDE
SLOVENIA
SPAGNA
42
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
PORTFOLIO
STATI UNITI
SVIZZERA
THAINLANDIA
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
43
UNGHERIA
TURCHIA
TURKMENISTAN
44
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
PORTFOLIO
URUGUAY
VANUATU
VIETNAM
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
45
Chiacchiere e Mattoni
CITTÀ METROPOLITANE
IL FESTIVAL INU A LUGLIO A REGGIO CALABRIA
S
i terrà a Reggio Calabria,
dal 16 al 18 luglio prossimi
(in diverse sedi, tra cui il Teatro comunale e il Palazzo
degli Specchi), la prima edizione del Festival delle Città
Metropolitane. Lo organizza
l’Istituto Nazionale di Urbanistica in collaborazione
con l’Ordine degli Architetti,
Pianificatori, Paesaggisti e
Conservatori di Reggio Calabria, con i contributi della
Regione Calabria, della Provincia e del Comune di Reggio Calabria, dell’Università
degli Studi Mediterranea di
Reggio Calabria e dell’Università della Calabria. Sarà
XQ·RFFDVLRQHSHUULÁHWWHUHH
approfondire, assieme agli
amministratori degli enti entrati a regime nel gennaio
scorso, delle giovani esperienze e delle potenzialità,
ancora tutte da valorizzare,
della nuova dimensione di
governo del territorio e di
pianificazione strategica.
Il Festival promuove, racconta e accompagna la
nascita delle città metropolitane italiane. Città e
cittadinanze metropolitane
hanno bisogno di un sostegno pieno e di tutta l’attenzione per le opportunità che
con esse si aprono. Il Festival
è una concreta occasione
per fare della Città Metropolitana un laboratorio sociale
attivo, per coinvolgere tutti
DEMANIO
SIGLATO CON REGIONE LAZIO IL PIANO
PER LE VALORIZZAZIONI
Il Presidente della Regione Lazio Nicola
Zingaretti e il Direttore dell’Agenzia del
'HPDQLR 5REHUWR 5HJJL KDQQR ÀUPDWR
recentemente gli accordi attuativi riJXDUGDQWLRSHUD]LRQLGLÀQDQ]DLPPRELliare e di valorizzazione del patrimonio
regionale frutto di precedenti delibere
di Giunta e risultato di un anno di intensa
collaborazione istituzionale tra la Regione
e l’Agenzia. Si tratta di un nuovo e importante passaggio formale che consente
46
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
gli attori intorno a progetti,
azioni e visioni per attivare
territori capaci, reattivi.
Quattro gli “assi” individuati
per la discussione: l’identità,
ovvero il contributo a mettere a punto un percorso,
attraverso mappe dati e
studi, che permetta ai cittadini delle nuove città metropolitane di sentirsi parte
di un territorio integrato;
la democrazia, a partire
dall’approvazione (avvenuta o imminente) degli statuti da parte dei nuovi enti,
si indagheranno le possibilità
aperte dalla nuova dimensione di governo, ancora
tutta da valorizzare, sia per
quanto concerne le mo-
GL HQWUDUH QHOOD IDVH DWWXDWLYD GL VLJQLÀcativi progetti speciali di valorizzazione e
di avvio, mediante l’apporto di numerosi
immobili regionali, del Fondo immobiliare
“i3-RegioneLazio” istituito dalla società
SGR Invimit SpA partecipata al 100% dal
Ministero dell’Economia. “L’Accordo che
abbiamo siglato – dichiarano il Presidente
Nicola Zingaretti e il Direttore Roberto
Reggi - è un esempio di come la collaborazione tra istituzioni possa produrre straordinari risultati. La Regione ha un immenso
patrimonio immobiliare e l’Agenzia del
Demanio possiede il know how in tema di
dalità amministrative che
per quelle di sviluppo del
territorio; il piano, ovvero il
contributo a comprendere
le possibilità di un nuovo liYHOOR GL SLDQLÀFD]LRQH FKH
non deve limitarsi a ricalcare l’ambito provinciale
ma assumere una dimensione strutturale e strategica; le risorse, intese da un
lato come programmi attivi
o attivabili su temi come
la prevenzione dal rischio
idrogeologico, il risparmio
energetico e la mobilità sostenibile e dall’altro come
un focus sulle competenze
necessarie per il miglioramento delle capacità amministrative.
patrimoni pubblici. Insieme abbiamo tracciato un percorso strategico che, grazie
al supporto tecnico e alle competenze
dell’Agenzia, ha permesso di ottenere in
prima battuta una mappatura di tutti gli
immobili regionali e adesso di entrare nel
YLYRGHOOHVSHFLÀFKHRSHUD]LRQLGLYDORUL]zazione con effetti virtuosi sullo sviluppo del
territorio e sul risanamento del debito”. Tra
i principali progetti si evidenzino la valorizzazione del Castello di Santa Severa attraverso una partnership pubblico-privato e
quella dell’azienda agricola di Castel di
Guido, al termine dell’iter amministrativo
di acquisizione da parte della Regione
Lazio, di concerto con il Comune di
Roma. Per quanto riguarda il Fondo immobiliare “i3-Regione Lazio” istituito dalla
INVIMIT, l’Accordo con l’Agenzia del Demanio prevede, tra le attività principali:
- l’analisi del portafoglio da indirizzare
DOO·RSHUD]LRQHGLÀQDQ]DLPPRELOLDUH
ODVWUXWWXUD]LRQHSUHOLPLQDUHHODYHULÀFD
del business plan dell’operazione;
- la raccolta informativa dei dati richiesti.
L’iter per la costituzione del fondo immobiliare è iniziato a luglio dello scorso
anno con la delibera di Giunta n. 513 del
29/07/2014 che ha individuato un primo
elenco di 52 compendi immobiliari al
ÀQHGLFRQVHQWLUHDOOD,19,0,76*56S$
O·DQDOLVL GL WDOH SRUWDIRJOLR H YHULÀFDUH
la possibilità dell’apporto al Fondo. Il 23
dicembre 2014 la INVIMIT ha costituito il
fondo a gestione diretta denominato
“i3-Regione Lazio”. Con una prossima delibera di Giunta, si procederà al primo effettivo apporto al Fondo di 8 compendi
per il valore di circa 46 milioni di euro che
saranno utilizzati per la riduzione del debito regionale.
DIMORE STORICHE
VENDUTA VILLA REALE DI MARLIA
Villa Reale di Marlia, è stata venduta
dalla Lionard Luxury Real Estate. Ad acquistarla dagli ultimi proprietari, la nobile
famiglia dei conti Pecci Blunt, una coppia residente in Svizzera che dopo averla
restaurata ad arte, sotto la tutela della
Soprintendenza, vi aprirà un hotel da
sogno che mira a diventare uno dei primi
extra lusso in Italia.
Tra le più importanti dimore storiche italiane, Villa Reale di Marlia fa parte delle
“Ville monumentali lucchesi” costruite a
partire dal XV secolo, nella campagna
nei dintorni di Lucca, da ricchi banchieri
e mercanti di seta. A renderla celebre fu Elisa Bonaparte Baciocchi, incoronata
dal fratello Napoleone principessa di Lucca e Piombino
e granduchessa di Toscana,
che nel 1806 acquistò la Villa
di Marlia e quella adiacente
del Vescovo facendone
un’unica proprietà.
La villa ha un parco di 19
ettari in stile inglese con
parti originali seicentesche,
WUDFXLLOPDJQLÀFR7HDWURGL
Verzura realizzato nel 1652:
un vero e proprio teatro
all’aperto, con pareti di siepi
di tasso e le statue in terracotta dei personaggi della Commedia dell’Arte. Gli
LQWHUQLGHJOLHGLÀFLVLHVWHQGRQRSHUXQWRtale di 18.000 mq. Tra le numerose stanze
della villa, la grande sala da ballo dove
la principessa Elisa teneva memorabili
feste, a cui partecipava anche il grande
violinista Niccolò Paganini come “direttore di orchestra”. Voci di palazzo sussurravano di una relazione amorosa tra
i due.
Villa Reale di Marlia è una delle 70 ville
e dimore storiche nel territorio lucchese
che la Lionard Luxury Real Estate ha in
SRUWIROLRWUDFXLOHPDJQLÀFKH9LOOD%UXgier e Villa San Pancrazio. Si tratta per la
maggior parte di immobili risalenti al XVI
e XVII secolo, “con un ottimo rapporto
qualità prezzo e per questo molto ricercate dalla clientela straniera”, afferma
Dimitri Corti, amministratore delegato
della Lionard Luxury Real Estate, che
proseguendo afferma: “Solo nell’ultimo
anno abbiamo venduto cinque importanti proprietà nell’area lucchese, con
un metratura media che oscilla tra i
1.000 e i 3.000 mq”.
Nicola Zingaretti
Villa Reale di Marlia
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48
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VXOO·LQVLHPH/DVXLWHVLFRPSRQHGLGXHSDUWL/·DQWLFDPHUDq
DOO·LQJUHVVRYLqXQRVSHWWDFRODUHODPSDGDULRDOWRPHWULLQYHWUR
FRPSRVWDGDXQFRUULGRLRGLDFFRJOLHQ]DÀQHPHQWHDUULFFKLWR
GL0XUDQRFUHDWRGD'H0DMRGDTXLJOLRVSLWLSRVVRQRULODVVDUVL
GDFDUWHGHFRUDWHDPDQRFRQGLVHJQLGHLSDUFKLHPRQXPHQWL
QHOOD*DOOLD/RXQJH%DUQHOODFDOGDHDFFRJOLHQWHDWPRVIHUDGL
GL0LODQR/D]RQDEDJQREHQHVVHUHqFRPSRVWDGDXQODWR
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GDOODJUDQGHYDVFDIUHHVWDQGLQJHGDOODGRFFLDFKHJXDUGD
/·([FHOVLRU+RWHO*DOOLDFRPSUHQGHOXVVXRVHFDPHUHDOOHVWLWH
FRQXQWDJOLRYHUVRODÀQHVWUDVXO'XRPRGDOO·DOWURODWRWURYLDPR
GD&DVVLQDFKHLQFOXGRQRVXLWH7UDHVVHYLqODVRQWXRVD
LOSLDQRFRQGRSSLRODYDER$OOHSDUHWLXQFRORUHURVVRLQWHQVR
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SLJUDQGLG·,WDOLDFKHVLWURYDDOVHWWLPRSLDQR3RLF·qOD*DOOLD
HXQDERLVHULHUHDOL]]DWDVXGLVHJQRGL-DFRSRGHOOD)RQWDQDGD
6XLWHFRQGXHFDPHUHGDOHWWRHFKHUDSSUHVHQWDXQDVRÀVWLFDWD
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GLPRUDSULYDWDULÀQLWDFRQGHWWDJOLGLOXVVR&LQTXHGHOOH'HVLJQ
ODYRULGLULTXDOLÀFD]LRQHGHOOHSDUWLFRPXQLGHOO·KRWHO´,OYDORUH
6XLWHVRQRGHGLFDWHDGXQDSHUVRQDOLWjPLODQHVHFKHVLqGLVWLQWD
GHOSURJHWWRKDVSLHJDWR-DFRSRGHOOD)RQWDQDqTXHOORFKH
QHOFDPSRGHOGHVLJQHGHOO·DUFKLWHWWXUD9LFR0DJLVWUHWWL$FKLOOH
FLDVFXQRGLQRLFRPHRVSLWLGHOODFDPHUDSRWUjULFRUGDUHGHO
&DVWLJOLRQL*Lz3RQWL/XLJL&DFFLD'RPLQLRQLH)UDQFR$OELQL
7KH/X[XU\&ROOHFWLRQ+RWHOV5HVRUWVKDDIIHUPDWR´(·XQ
SURSULRVRJJLRUQRHSRUWDUVLYLDFRPHXQDFDUWROLQDSHQVDQGR
D0LODQRHDOODVXLWHFKHORKDDFFROWR4XHVWRqXQYDORUHIDWWRGL
HPR]LRQLGLPHPRULDGLVHQVD]LRQLHGLEHQHVVHUHµ
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/X[XU\&ROOHFWLRQ+RWHOV5HVRUWVKDLQDXJXUDWRO·([FHOVLRU+RWHO
,PPRELOLDUH$WKHQV5()XQGKDQQRVRWWRVFULWWRFRQ8QD6S$
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50
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
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FDPHUHDSHUWHRLQIDVHGLDSHUWXUD4XHVWRqVWDWRSRVVLELOHDQFKH
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RE 117 - Maggio - Giugno 2015 51
C
O
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N
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A
Per una riforma
della legge urbanistica nazionale
a cura di Paolo Crisafi, dg Assoimmobiliare
Le criticità legate al consumo di suolo
I progetti di sviluppo-riqualificazione e
e gli enti locali versano in una situa-
degli ultimi 50 anni sono sempre più
la realizzazione di infrastrutture locali
zione di crisi finanziaria e non dispon-
evidenti e drammatiche.
hanno subito un forte arresto con la
gono di forze sufficienti per avviare un
Con l’obiettivo di contenere i costi di
conseguenza che le nostre città stanno
sistematico processo di rigenerazione
gestione del territorio, restituire alle cit-
invecchiando e non rispondono più
delle città in un contesto normativo
tà la capacità di generare e sostenere
alle esigenze della collettività.
diventato estremamente complesso e
lavoro, funzioni e servizi complessi e
L’imperativo, quindi, è “rigenerare”,
farraginoso sia per gli operatori che per
sempre più sofisticati, aumentare la
ma per fare ciò servono risorse econo-
gli enti locali.
qualità della vita degli abitanti e con-
miche perché rigenerare costa più che
Diventa, quindi, sempre più essenziale
tenere i costi ambientali dello sviluppo
consumare.
coordinare e snellire le procedure e
(consumo di suolo e consumi energeti-
Nel nostro Paese gli operatori nazionali
attrarre capitali esteri che investano
“
nel nostro territorio.
ci), diversi paesi europei hanno sviluppato un complesso di politiche urbane
che sono state capaci di riportare le
loro principali città nella competizione
globale. È, infatti, la capacità delle
città di attrarre abitanti e investimenti
per generare lavoro nei settori più
avanzati dell’economia a determinare
il posizionamento delle macro regioni
ad esse collegate nella scala globale
dei paesi avanzati (vecchi e nuovi).
La crisi economico-finanziaria iniziata
nel 2008 ha avuto forti ripercussioni sul
mercato immobiliare e, quindi, sull’uso
del territorio.
52
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
Il 2014 è stato il primo anno
in cui
molti investitori stranieri sono tornati
Diventa, quindi,
sempre più essenziale
coordinare e snellire
le procedure e attrarre
capitali esteri
“
a guardare all’Italia con interesse, ma
gli investimenti si sono concentrati
su immobili core, che rappresentano
eccellenze del nostro patrimonio immobiliare.
Investimenti esteri in progetti di sviluppo e rigenerazione, invece, sono
pressoché assenti e la causa principale
è il c.d. rischio urbanistico, ossia l’impossibilità di programmare progetti
secondo tempi e regole certe.
Le diverse proposte di legge (riforma
Titolo V, consumo di suolo, rigenerazione urbana) e i programmi di
finanziamento (Piano casa, Piano città) avviati negli ultimi anni hanno
cercato di affrontare la situazione, ma
ognuno ha sempre puntato a risolvere
uno dei temi in campo senza riuscire
ad affermare una visione completa
capace di segnare un vero punto di ripresa. Inoltre, nei dibattiti generati da
ogni proposta, si è purtroppo sempre
sviluppata una separazione di visione
tra pubblico e privato che ha impedito di definire proposte accettabili da
parte di tutti i soggetti interessati e
praticabili in periodi di risorse scarse
“
Ci si aspetta, dunque, che la riforma
urbanistica introduca definizioni chiare
Una maggiore
uniformità a livello
nazionale consentirà
di ridistribuire in
modo più equilibrato
le risorse finanziarie
e di permettere un
recupero del territorio
anche nelle zone oggi
più disagiate
come l’attuale.
L’unico modo per poter invertire la
rotta è una coraggiosa e drastica riforma della legge urbanistica nazionale
che consenta in tempi rapidi di pro-
“
e valide per tutto il territorio nazionale,
che sostituiscano una volta per tutte
le attuali varie definizioni concepite
a livello locale (es. s.l.p., s.u.l., ecc.)
.L’attuale stesura del disegno di legge
appare alle volte generica e contraddittoria. Si potrà rivedere, alla luce delle definizioni unitarie nazionali (DUN),
il testo della norma risolvendo così problemi applicativi che derivano dall’uso
di termini di dubbia interpretazione.
2) Consumo di suolo e rigenerazione
del territorio
Aspetto fondamentale della riforma
della legge urbanistica non può che
essere la tutela del territorio e, quindi,
la programmazione di uno sviluppo
sostenibile delle città.
grammare e finanziare una effettiva
senta un limite ad operare su scala
Consumo di suolo e rigenerazione sono
rigenerazione del tessuto urbano e
nazionale e ha creato una Italia a
due facce della stessa medaglia.
un ammodernamento del territorio,
diverse velocità.
Se la legge urbanistica nazionale non
nell’ottica di salvaguardare e miglio-
La legge nazionale urbanistica do-
è in grado di fornire indicazioni, criteri
rarne l’uso.
vrebbe introdurre definizioni e proce-
e limiti precisi ed efficaci per ridurre
dure che valgano indistintamente per
drasticamente il consumo di suolo,
Aspetti fondamentali ed essenziali
tutto il territorio nazionale, lasciando
sarà pressoché impossibile avviare
per programmare una vera riforma
così agli enti locali solo il potere di
un processo di rigenerazione del patri-
sull’uso del territorio
compiere le scelte veramente discre-
monio edilizio esistente (rigenerazione
Al fine di semplificare il confronto, si
zionali, senza incidere sugli strumenti
sociale e urbanistica di quartieri e città
è deciso di individuare di seguito solo
e sulle procedure.
e recupero di aree dismesse) atteso che
gli aspetti fondamentali ed essenziali
Una maggiore uniformità a livello
tali interventi sono normalmente più
che, secondo entrambe le Associazio-
nazionale consentirà di ridistribuire in
onerosi e complessi di quelli program-
ni, dovranno essere affrontati e risolti
modo più equilibrato le risorse finan-
mati sulle aree non urbanizzate.
per programmare una vera riforma
ziarie e di permettere un recupero del
Occorre, dunque, abbandonare la
sull’uso del territorio e rimettere in moto
territorio anche nelle zone oggi più
linea di una legge nazionale che tro-
l’iniziativa pubblica e privata.
disagiate.
verà attuazione solo attraverso succes-
1) Uniformità di linguaggio e di strumenti sull’intero territorio nazionale
L’esercizio della podestà legislativa
concorrente in materia di uso del
territorio si è tradotta nella creazione
di definizioni normative, termini e
procedure che differiscono da regione
a regione.
Tale disomogeneità, di fatto, rappre-
“
Tale disomogeneità, di fatto, rappresenta un
limite ad operare su scala nazionale e ha creato
una Italia a diverse velocità
“
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
53
“
3) Semplificazione e coordinamento
È, quindi, necessario definire fin da subito regole
obiettivi e indirizzi che dovranno essere osservati
anche dagli enti locali nel pianificare
’uso del proprio territorio e che permettano
una concreta riduzione del consumo
di suolo in tempi brev
“
Con la scelta di eliminare le province, viene naturale ipotizzare solo due
livelli di pianificazione: regionale e
comunale.
Il primo livello volto a programmare
scelte strategiche di interesse sovracomunale, il secondo, invece, a definire
in modo specifico l’uso del territorio di
ciascun comune.
Nell’ottica di semplificazione e di ammodernamento del sistema, gli stru-
sivi decreti attuativi ovvero attraverso
ed incentivi il ruolo degli operatori
menti di pianificazione non dovrebbe-
scelte che variano ancora da regione
privati nell’attuazione di tali rilevanti
ro più individuare ciò che è consentito
a regione, a favore di una norma im-
trasformazioni, al fine di garantire
fare, ma specificare solo i divieti e le
mediatamente efficace che definisca
l’efficienza nel governo del territorio e
effettive limitazioni che possono essere
il risparmio di suolo come principio
la realizzazione di interventi funzionali
opposte all’iniziativa economica dei
generale-cardine della gestione del
allo sviluppo; uniformando nei limiti
privati, sulla base di obiettivi strategici
territorio, il cui superamento dovrà es-
consentiti dalla Carta Costituzionale
generali (principio di indifferenza delle
sere fonte di una specifica motivazione
l’attuale sistema di premialità (incen-
funzioni insediabili). L’aggregazione
sindacabile dal Governo già in sede di
tivi per interventi di risparmio energe-
di Comuni e il ruolo delle Città Metro-
consultazione preventiva.
tico e per la qualità ed innovazione
politane debbono essere presi in con-
È, quindi, necessario definire fin da
progettuale; riduzione degli oneri; in-
siderazione dalla norma soprattutto
subito regole obiettivi e indirizzi che
crementi di edificabilità, ecc…).
perché una maggiore dimensione (sia
dovranno essere osservati anche da-
Sembra utile fare riferimento alla linea
territoriale, sia demografica) consente
gli enti locali nel pianificare l’uso del
politica seguita dalla Germania, che
un’economia di scala nella erogazione
proprio territorio e che permettano
non solo fissa obiettivi più ambiziosi
dei servizi e nella realizzazione delle
una concreta riduzione del consumo
di quelli comunitari (zero consumo di
infrastrutture.
di suolo in tempi brevi.
suolo in 20 anni anziché in 50), ma
E’ necessario definire una volta per
Una efficace politica di riduzione del
mira a raggiungere tali obiettivi anche
tutte il principio secondo cui la proprie-
consumo di suolo comporterà automa-
attraverso manovre fiscali.
tà fondiaria andrebbe svincolata dai
ticamente un incremento del valore
del patrimonio edilizio esistente con
conseguente maggior attrazione di
investimenti sui progetti di recupero,
riqualificazione e rigenerazione.
Inoltre, essendo tali progetti di recupero, riqualificazione e rigenerazione
più complessi e onerosi, sarà altresì
necessario individuare processi che
consentano un equilibrato confronto
pubblico-privato e strumenti che introducano possibili incentivi volti a
rendere economicamente sostenibili
tali progetti.
È dunque auspicabile che la nuova
legge urbanistica nazionale fissi principi chiari in materia di partecipazione
della collettività al processo di formazione delle scelte volte alla rigenerazione urbana; ed al contempo riconosca
54
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
diritti edificatori che, originati da una
“
proprietà immobiliare, possono essere
allocati in altre porzioni di territorio ed
assumono la caratteristica codicistica
Il primo livello volto
a programmare scelte
strategiche di interesse
sovracomunale, il
secondo, invece, a
definire in modo
specifico l’uso del
territorio di ciascun
comune
“
di diritti reali, con tutte le conseguenze
in merito alla trasferibilità e idoneità
degli stessi a costituire oggetto di diritti
reali di garanzia.
Le procedure urbanistiche, infine, dovrebbero già contenere anche le norme di coordinamento con le procedure
ambientali (in particolare VAS e VIA,
tutela paesaggio, bonifiche), affinché
il completamento dell’iter urbanistico
consolidi effettivamente la possibilità
di realizzare il progetto.
Non senza trascurare l’effetto semplificativo ed acceleratorio che potrebbe conseguire all’introduzione della
Conferenza di servizi “locale e per-
manente” per la approvazione dei
poteri sostitutivi attraverso la nomina
progetti di trasformazione urbana che
di commissari ad acta, non solo per
presentano un particolare grado di
opera del giudice amministrativo, ma
complessità.
anche su impulso del Prefetto.
In particolare, il tema delle bonifiche
assume sostanziale rilevanza per il
Il documento è stato elaborato per
recupero di aree dismesse o degradate
Assoimmobiliare (l’Associazione pre-
sia per i costi, sia per la complessità
sieduta da Aldo Mazzocco e diretta
del coordinamento tra procedure ur-
da Paolo Crisafi)con il coordinamento
banistiche e procedure ambientali.
dell’Avv. Riccardo Delli Santi, e dai
Infine, sempre in un’ottica di uniformi-
membri della Governance e dagli
tà, devono essere riviste le competen-
Esperti: Matteo Cabassi, Carmine Ce-
ze tra i vari enti locali, introducendo
sarano, Alessandro Falasca, Luciano
nelle procedure urbanistiche un dia-
Manfredi, Pierluigi Toti; e per Audis
logo tra Stato e realtà locali attraverso
da: Dionisio Vianello, Federico Vanet-
le Prefetture e introducendo effettivi
ti, Marina Dragotto.
“
Il tema delle
bonifiche assume
sostanziale rilevanza
per il recupero di
aree dismesse o
degradate
REAL ESTATE
“
ZZZUHZHELW
ZZZÀHUDPLODQRPHGLDLW
BIMESTRALE ITALIANO DI
ECONOMIA E FINANZA IMMOBILIARE
Anno XII numero 117 - Maggio - Giugno 2015
Pubblicazione periodica bimestrale registrata presso il Tribunale di Milano n. 14 in data 04.01.2011
Editore Fiera Milano Media S.p.A.
Sede legale Piazzale Carlo Magno, 1 - 20149 Milano
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Fax +39 02 49976572
LQIR#ÀHUDPLODQRPHGLDLWZZZÀHUDPLODQRPHGLDLW
Sede operativa 66GHO6HPSLRQH5KR0LODQR7HO)D[ZZZÀHUDPLODQRPHGLDLW
Presidente Giampietro Omati
Amministratore Delegato Antonio Greco
Iscrizione Roc n. 11125 del 25/07/2003
Direttore responsabile$QWRQLR*UHFRDQWRQLRJUHFR#ÀHUDPLODQRLW
Coordinamento redazionale)DELR3DQGROÀQLIDELRSDQGROÀQL#ÀHUDPLODQRPHGLDLW
Collaboratori$GULDQR$OLPRQWL(QULFR%LDVL)HGHULFR&KLDYD]]D$QJHOR&LFFDUHOOL3DROR&ULVDÀ6DUD/XGRYLFL)UDQFHVFR0DU]DUL&DWKHULQH
/HJXLOORX(GRDUGR/LXQL$FKLOOH2WWDYLDQL$OHVVDQGUR3ULQR/LD4XLOLFL)XOYLR5DYDVLR(ULF5HVNDOD2OLYLHUR7URQFRQL
*UDÀFD Daniela Ghirardini 3URJHWWRJUDÀFR Diego Foschi Foto Imagoeconomica
Pubblicità e abbonamenti ,QHV+DG]LDKPHWRYLF,QHV#ÀHUDPLODQRPHGLDLW7HO
8IÀFLR7UDIÀFRNadia Zappa 1DGLD=DSSD#ÀHUDPLODQRPHGLDLW7HO
&RRUGLQDPHQWR'73Alberto Decari $OEHUWR'HFDUL#ILHUDPLODQRPHGLDLW7HO
Stampa)DHQ]D*UPVQ²)DHQ]D5DDistribuzione per l’Italia Poste Italiane Spa
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limitatamente alla fonte della notizia. Presso il titolare è disponibile l’elenco completo ed aggiornato dei responsabili.
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
55
OZIOGRAFIA
Stefano Ricuc
ci
È ancora profondo rosso
tefano Ricucci torna al suo vecchio amore, il settore immobiliare, ma perde soldi. L’immobiliarista, noto per avere coniato
l’espressione “furbetti del quartierino”, con cui si riferiva ad altri
finanzieri diventati come lui famosi a metà degli anni Duemila per
le vicende legate ad alcune tentate scalate bancarie e societarie,
da tempo ormai vive a Londra, ma ha mantenuto in Italia almeno
una parte della propria attività.
Le Lekythos srl, infatti, ha sede
a Roma, nella via Vittorio Veneto
diventata famosa grazie a “La
dolce vita” di Federico Fellini e
fa capo alla finanziaria The Emperor Trust, che non è altro che
l’ex The Stefano Ricucci Trust riconducibile per l’appunto all’ex
odontotecnico di Zagarolo.
Ebbene, la Lekythos, che nel 2012
o
ha modificato il proprio oggetto
sociale dal settore del noleggio
o
di auto senza conducente all’ac-quisto e vendita di beni immobilii
come attività principale, ha archi-viato il 2013 con una perdita di
esercizio da quasi 179mila euro,
o,
che si confronta con il rosso di
poco più di 79mila euro del 2012.
2.
Sempre nel 2013, il valore della
la
produzione è salito da poco più
iù
di 203 a quasi 408mila euro. Se i
numeri di conto economico non
on
appaiono particolarmente rilevanti,
nti,
diverso è il discorso per il debito
ito
complessivo della Lekythos, che nel
2013 è cresciuto da 3,1 a 3,8 milioni
oni
S
56
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
di euro. All’interno della voce, spicca il finanziamento da 2 milioni
dalla Magiste srl. Da ricordare che Magiste, in tutte le sue declinazioni (international, holding, spa, real estate ecc), è il nome che
deriva dalle prime sillabe del padre Matteo, della madre Gina e
di se stesso con cui Ricucci era solito chiamare i veicoli finanziari
utilizzati negli anni d’oro della sua attività, compresa la fase di
tentata scalata alla Rcs, il gruppo
ten
editoriale del Corriere della Sera.
edi
Rilevante anche la voce “crediti” di
Rile
Lekythos, pari a 3,5 milioni, 1,6 dei
Lek
quali verso la Magiste real estate
qu
property spa in liquidazione. Da nopro
tare il parco macchine della società,
tar
inserite tra le “immobilizzazioni
ins
materiali” e rappresentate da una
m
Volkswagen Passat, un’Audi S8,
Vo
un porter Piaggio e una Smart
Coupé. Il totale delle immobilizzaC
zioni materiali, che oltre alle auto
zi
comprende anche un immobile,
co
alla fine del 2013 valeva poco
a
più di 186mila euro, per un costo
p
sstorico di quasi 324mila euro. I
numeri della Lekythos sono stan
tti approvati dall’assemblea dei
ssoci, e dunque fondamentalmentte da Ricucci, che è pure amminisstratore unico della società, il 18
ffebbraio scorso. Lo stesso giorno
è stato deciso di portare a nuovo
lla perdita e di conferire all’ex
furbetto del quartierino “ampia
delega per tutti gli adempimenti
di legge connessi”.
REAL ESTATE
RE-RETAIL
Land of Opportunity?
Punti di vista ...............................................
Focus ..............................................................
Prassi virtuose ...........................................
Tendenze ......................................................
Progetti in itinere ....................................
In evidenza ..................................................
................................................................................................. Editoriale
di Enrico Biasi
“Il Fiscal compact
è nullo, il governo
lo certifichi”…
“Non esiste precedente storico di stati che, per perseguire obiettivi
di crescita, si siano rigidamente vincolati al rispetto della parità di
bilancio”: pure illegalmente (Giuseppe Guarino, Il Foglio, 11/12/2012)
l Trattato di Lisbona ha fallito: da quel patto
avrebbe dovuto nascere una Europa con il ruolo
di guida per la crescita mondiale. Invece questo
non è avvenuto. Perché il modello della sola austerità non ha
funzionato. Anzi, se diamo una immagine dell’Europa solo di
rigore e burocrazia facciamo solo un grande regalo a chi vuole
distruggerla» (…).«Il futuro dell’economia parlerà francese e italiano e non tedesco. A settembre, dopo che avremo completato
questo primo ciclo di riforme, posso assicurare che l’Italia andrà
a fare casino a Bruxelles con una determinazione che nemmeno
immaginate» (…). «Il Pd è il partito che alle ultime elezioni ha
preso più voti di tutti, battendo anche la Cdu, ma noi siamo gli
unici che non parlano male della Merkel. Ma non è lei la causa
della crisi, ma la mancanza di riforme» (…). «Mentre gli Stati
Uniti hanno puntato sulla crescita per uscire dalla crisi, l’Europa
ha imboccato la strada dell’austerità e mi sembra chiaro chi ha
avuto ragione. Ma il fiscal compact l’anno voluto tutti, anche
il Pd. Anche Brunetta che ora ci critica, ma forse non se ne è
accorto»”. Also sprach Renzi di fronte alla platea del Festival
dell’Economia di Trento, assiso a fianco dell’omologo francese
Manuel Valls; nell’imminenza di un voto regionale rivelatosi
poi impari alle aspettative (Luca Pagni, “Renzi: «Basta austerità faremo casino a Bruxelles per cambiare la politica Ue». Il
premier annuncia per settembre una offensiva contro il fiscal
compact. «No al capitalismo di relazione»”, la Repubblica, 31
maggio 2015). Accantonata la tentazione di rubricare l’ennesima
sparata di Pittibimbo (copyright Dagospia) alla voce Virna Lisi/
Candida Chedenti (ci riferiamo alla réclame televisiva d’antan
del dentifricio Chlorodont: “Con quella bocca può dire tutto ciò
che vuole”), rimarchiamo che questa dovrebbe essere “la madre di tutte le battaglie”: giacché “In una unione monetaria non
ci si può permettere di avere profonde e crescenti divergenze
strutturali tra paesi, perché queste tendono a diventare esplosive”, e “possono arrivare a minacciarne l’esistenza” (Mario
Draghi il 22 maggio, nell’ambito del Forum della Bce di Sintra;
roba da far impallidire l’epitaffio di Jacques II de Chabannes de
La Palice: “Ci-gît Monsieur de La Palice. Si il n’était pas mort,
il serait encore en vie”).
“«I
Totem e tabù
Come è noto, i dati Istat relativi al primo trimestre hanno
asseverato l’uscita del Belpaese da recessione e deflazione, ancorché sul filo dello 0 virgola. Suonino le trombe,
rullino i tamburi, dunque! “Non siamo più il malato d’Europa”; anzi, “Se ce la mettiamo tutta possiamo tornare a
guidare l’economia del vecchio continente” (Renzi). E
saremmo addirittura diventati “un buon esempio da seguire” (Padoan). Chiedersi quale sia stato l’apporto di fattori
squisitamente esogeni non è però un esercizio capzioso:
essendo di palmare evidenza che il cambio favorevole
dell’euro (+13 punti di competitività rispetto a un anno fa),
il robusto calo del prezzo del petrolio (-30%) e i tassi di
interesse ai minimi storici hanno svolto un ruolo decisivo.
In realtà, la celebrata ripresa si associa a una dinamica
del Pil e dei consumi che rimane assai debole; e richiederebbe incisivi interventi. Il Presidente di Confcommercio
Carlo Sangalli ha sottolineato quali siano le priorità: “Da
una parte, bisogna con coraggio tagliare gli sprechi della
spesa pubblica, dall’altra, ogni centesimo recuperato dal
minor costo del debito pubblico e dalla lotta all’evasione
e all’elusione deve essere immediatamente restituito ai
contribuenti in regola mediante la riduzione delle aliquote
Irpef. E poi bisogna scongiurare assolutamente l’aumento
dell’Iva. Il governo ha preso questo impegno e io voglio
ribadirlo, perché questa eventualità comporterebbe costi
pari a oltre 54 miliardi nel triennio 2016-2018 e brucerebbe qualsiasi prospettiva di sviluppo e di crescita nel nostro
Paese” (Umberto Mancini, “La ripresa dell’economia è
arrivata ma famiglie e imprese non lo sentono”, Il Messaggero, 30 maggio 2015). Ricordiamo che nelle previsioni
del Def “il rapporto tra debito e Pil crescerà nel 2015 (da
132,1 a 132,5 per cento) per poi scendere significativamente nel biennio successivo (a 130,9 e 127,4), anche
grazie al contributo delle privatizzazioni; ciò consentirà
di rispettare la regola del debito prevista dalla normativa
europea e nazionale”. E torniamo a bomba (e al Bomba).
Hic Rhodus, hic salta…
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
59
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Punti di vista - Land of Opportunity?
Fabio Bandirali - Presidente AICI e Vice Presidente Esecutivo Federimmobiliare
I fermenti manifestati dal mercato
richiedono condizioni favorevoli
La finestra di opportunità che si sta aprendo
non riporterà il Belpaese ai fasti (e nefasti) del
passato, ma può dare luogo a un nuovo ciclo
espansivo, diverso ma ricco di soddisfazioni
he l’apertura gloriosa del tanto
vituperato Expo (al netto delle
esecrabili manifestazioni di idiozia mentale e pressoché totale assenza
di attività sinaptica degna di nota dei
cosiddetti Antagonisti) possa apotropaicamente rappresentare anche il simbolo
della tanto attesa e auspicata ripartenza
del sistema immobiliare del Belpaese?
Se si osservano gli indicatori fondamentali dell’attività economica, emergono
subito, su tutti, gli effetti benefici che
sono attribuibili alla diminuzione del
costo del petrolio; a cui si è affiancata
in Europa quella politica, già da tempo
posta in atto dalla Federal Reserve, ai
più nota come Quantitative Easing: volta
a ricreare con interventi espansivi la
liquidità necessaria allo stimolo dell’economia (senza però a dire il vero riuscire
ancora a incrementarne rapidamente la
velocità di circolazione). Con precipuo
riferimento al real estate, a livello politico
è possibile finalmente rilevare un mutato
atteggiamento e una maggiore attenzione
da parte dal Governo, che ha iniziato a
comprenderne la valenza e il correlato
ruolo industriale, con quel che ne consegue. Le parole più volte pronunciate nel
corso dell’ultimo Mipim dal Viceministro
dello Sviluppo Economico Carlo Calenda,
unanimemente apprezzate dalla comunità
settoriale, hanno confermato questo nuovo mood e indicano un ulteriore e qualificante livello dei rapporti. Altro elemento
importante (che aveva già rappresentato
alla fine degli anni ‘90 il primo motore
C
60
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
della crescita del mercato domestico per
come oggi lo conosciamo) è il rinnovato
interesse da parte dei grandi investitori
internazionali. Tornando al Mipim, si è da
più parti avuta la conferma della riapertura di una finestra temporale, grazie alla
quale i capitali esteri potranno tornare
a frequentare e stimolare con efficacia i
vari segmenti del comparto tricolore. Tale
finestra non appare tuttavia sempiterna:
ed è per converso possibile indicare un
periodo massimo di disponibilità, pari
a più o meno un biennio. Cosa occorre
per poter sfruttare al meglio queste opportunità e far sì che si possa instaurare
un felice connubio con i nuovi fermenti
manifestati dal mercato (si veda a titolo
esemplificativo l’ultimo rapporto di JLL,
che non ci dilunghiamo a spiegare)?
Fattori imprescindibili
In primo luogo, bisogna osservare che
non è più possibile fare a meno di una
concreta ripresa dell’attività produttiva: e
con tale termine intendiamo l’indispensabile rilancio dello sviluppo immobiliare,
allo scopo di poter ampliare l’offerta di
prodotto qualitativamente interessante
nei confronti della potenziale domanda
in arrivo. In seconda istanza, serve una
tangibile conferma dei timidi segnali in
materia di disponibilità della leva finanziaria, anche e soprattutto per i fabbisogni
correlati alla ripresa del development.
In tale contesto, è opportuno, da un lato,
favorire e promuovere il ritorno, oltre che
degli investitori, anche dei molteplici
operatori creditizi internazionali; e dall’altro investire nella ricerca di strumenti
innovativi e complementari. Il dibattito
che si sta sviluppando intorno al concetto
di Crowdfunding può ad esempio innescare in tal senso un percorso virtuoso.
Terzo aspetto, ma non meno importante,
è la necessità di un appropriato adeguamento degli aspetti normativi: sia
a livello nazionale che locale; in primis
rispetto all’adozione di un’armonica legge quadro in materia urbanistica. Altra
condizione da non dimenticare è poi un
efficace e nel contempo efficiente completamento dell’indispensabile opera di
valorizzazione del patrimonio pubblico:
di fatto già in atto e di cui si auspica il
proficuo prosieguo. A supporto di tutte
queste iniziative, risulta poi oltremodo
importante tutta quella serie di attività
che oggi sono svolte singolarmente dalle
varie associazioni di settore (si pensi in
proposito ad Assommobiliare, al CNCC
o ad AICI); nonché a livello globale e
culturale da Federimmobiliare: il cui ruolo, ormai riconosciuto anche a livello
internazionale, può e deve costituire un
ulteriore sostegno per il settore. In tutta franchezza e in conclusione, i tempi
che verranno non potranno riportarci a
quell’Era di Saturno (Ipsae mella dabant
quercus) che avevamo apprezzato nei
primi anni del nuovo secolo. Riteniamo
però che si presentino tutte le condizioni
indispensabili per iniziare con successo
un ciclo espansivo: sicuramente diverso,
ma non privo di soddisfazioni.
RE-RETAIL
Punti di vista - Land of Opportunity?
Antonio Biggi - Amministratore Delegato LS Capital Markets
L’Italia recupera posizioni nella
shopping list dei player esteri
A dispetto delle notorie problematiche che lo
caratterizzano e delle spade di Damocle che
incombono sul piano politico ed economico,
il retail real estate offre notevoli opportunità
onostante uno scenario
economico ancora fragile
e i timori legati all’evoluzione degli eventi geopolitici mondiali, il
settore immobiliare registra un clima di
crescente ottimismo e fiducia. Dopo un
biennio 2012-2013 fortemente negativo
a livello mondiale, il 2014 ha segnato
una fase di stabilizzazione, mentre il 2015
dovrebbe essere l’anno della svolta nella
maggior parte dei Paesi (…). I cinque
principali Paesi europei hanno chiuso
il 2014 con un fatturato immobiliare in
lieve aumento rispetto all’anno precedente. La crescita è guidata dal Regno
Unito e dall’Italia”: questo si legge nel
report “Cinquanta sfumature di ripresa”
di Scenari Immobiliari (marzo 2015).
In particolare, “Il mercato immobiliare
italiano è tornato a crescere dopo sette
anni di continua contrazione. Il 2014 è
stato un anno di cambio di passo, trainato
soprattutto dall’accresciuto interesse da
parte dagli investitori, principalmente
esteri, che sono stati particolarmente
attivi sul territorio nazionale. Ora si tratta
di individuare se davvero le condizioni
attuali collochino il mercato italiano ai
“blocchi di partenza” per una risalita,
oppure se le conseguenze della crisi abbiamo trasformato a tal punto gli equilibri
interni, che le attuali condizioni favorevoli
potrebbero risultare insufficienti per una
crescita solida e duratura”. Intanto, “Le
migliori performance nel 2014 sono state
registrate nel settore commerciale; nonostante la dinamica negativa dei consumi,
“N
il comparto è la seconda più importante
asset class tra i portafogli degli investitori
istituzionali (…). Oltre venti centri commerciali sono stati oggetto di scambio.
Tra i protagonisti delle acquisizioni gli
investitori sia di breve periodo (i primi
ad attivarsi), che quelli di lunga durata
(più recente il loro interesse). Sono stati
attivi anche alcuni fondi immobiliari partecipati da enti previdenziali, che per la
prima volta si sono affacciati al comparto
commerciale”. Così è (se vi pare): ma è
fuor di dubbio che, malgrado l’influsso
di perduranti criticità d’ordine endogeno ed esogeno, che è pleonastico qui
richiamare, l’Italia è tornata ad attrarre
l’attenzione dei player cross-border.
Finestra di opportunità
Lo Stivale risulta ancora oggi sottopesato
in termini di strategie d’investimento:
non soltanto in confronto ai Paesi europei più maturi (la Spagna insegna). Le
componenti che determinano il grado di
appetibilità relativa di un investimento
immobiliare - a parità di qualità intrinseca del prodotto (sulla quale potremmo
aprire una lunga parentesi) - sono fondamentalmente tre: andamento comparativo
dell’economia, tassi di rendimento reali
(cioè al netto del rischio misurabile con
il famigerato “spread”) e competitività
del Sistema-Paese sotto il profilo amministrativo-burocratico. Ed è quest’ultimo
aspetto quello che più ci penalizza. Né
appare realistica la possibilità di intervenire sul piano strutturale in tempi
brevi per colmare il gap con le realtà
più avanzate. Siamo destinati a rimanere
un Paese per specialisti consapevoli? Il
ragionamento di molti investitori stranieri
è che non possono evitare di prenderci
in considerazione, nell’ottica di una corretta diversificazione dell’asset allocation
globale: troppo spesso, però, dopo aver
saturato le opportunità e i plafond disponibili per gli altri mercati occidentali. In
generale, la leva utilizzabile per spostare
il fuoco dell’attrattività è quindi il prezzo:
aumentando il differenziale tra i tassi di
rendimento reali italiani e quelli degli
altri Paesi. Per i prodotti prime di tipo
core il limitato stock sta comunque determinando yield in fase di compressione.
Il take up è stato sin qui sostanzialmente
in linea con i volumi del 2014; ma stanno finalmente ripartendo gli sviluppi.
Secondo la ricerca Emerging Trends
in Real Estate Europe 2015 di Pwc/ULI,
“Italy is the most obvious next target. It
is a large economy, with a big real estate
market, and there is significant financial
distress among lenders and investors”.
Il 62% degli interpellati è convinto ci
siano “good deals to be done”. E i segnali
di fiducia che raccogliamo da parte di
numerosi player (già presenti o meno)
confermano che potrebbe essere arrivato
il nostro turno. In margine: stando a uno
degli intervistati “Italy is very popular, as
long as you have eyes that can see in the
dark – it is very opaque there.” Disporre
di un buon “visore notturno”/advisor è
pertanto essenziale.
RE 117 - Maggio - Giugno 2015 61
Punti di vista – Land of Opportunity?
I Am the Secret Player
“Oggi inizia il domani dell’Italia”:
allacciate le cinture di sicurezza
La situazione odierna ci riporta alla mente una
installazione di Luciano Fabro del 2005 a Piazza
Plebiscito (Napoli), “Italia all’asta”: intesa come
palo della festa barocca o vendita all’incanto…
er gli investitori internazionali l’Italia ha rialzato
la testa: da ventesima nella
classifica 2014 dei Paesi più attrattivi al
mondo quest’anno scala otto posizioni
e si aggiudica il 12° posto. Meglio della
Svizzera, dell’Olanda e anche della dinamica Singapore. Un assist al governo
Renzi e alle sue dichiarate intenzioni
di voler riportare gli investimenti nel
Paese. E anche un ottimo biglietto dal
visita tra i padiglioni di un’Expo fresca
di inaugurazione. La buona notizia porta
la firma di A.T. Kearney, che ha appena
pubblicato la 15esima edizione del suo
Fdi Confidence Index, l’indice che misura quanto un Paese è nelle priorità
dichiarate degli investitori internazionali
per l’anno in corso. «E pensare che dal
2007 al 2013 l’Italia è stata addirittura
fuori dalla classifica dei primi 25 Paesi
mondiali», ricorda Marco Andreassi,
partner di A.T. Kearney. Invece quest’anno, in Europa, meglio di noi hanno fatto
solo la Gran Bretagna, la Germania e la
Francia. Eppure qui da noi la ripresa è
lontana, la disoccupazione elevata, la
fiducia interna ai minimi. Che cosa ci
ha resi così competitivi, agli occhi degli
stranieri? «Certamente - spiega Andreassi – beneficiamo del sentiment positivo che gli investitori mostrano verso
l’Europa in generale, grazie anche alle
politiche di stimolo della Banca centrale
europea con il Qe. Ma c’è anche attesa
per le nostre capacità di ripresa economica e per le riforme del governo». Al
“P
62
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
primo posto, tra le novità italiane viste di
buon occhio dagli investitori internazionali, Andreassi non ha dubbi a mettere il
Jobs Act: «C’è grande attesa per la flessibilità che dovrebbe arrivare dalla riforma del mercato del lavoro». Gli occhi dei
capitali stranieri sono puntati anche su
altre riforme in pista: quella della Pa, per
esempio, e quella della giustizia. Tutti
elementi essenziali che entrano in gioco
quando un investimento diventa operativo in un Paese. (…) Il premier Renzi,
dunque, ha una grande responsabilità:
se fallisce nel portare a termine tutte le
riforme promesse, le aspettative internazionali andranno presto deluse e l’Italia
scenderà nella classifica dei Paesi più
attraenti. «Diciamo che ha un bonus di
un anno: in teoria – spiega Andreassi – in
assenza di scandali gravi, una delusione
sulle aspettative generate dalle riforme
non dovrebbe ripercuotersi subito sulla
classifica 2016». Piuttosto, ci sono dei
fattori che la comunità internazionale
considera determinanti nella scelta di
un investimento, e sui quali l’Italia non
sta intervenendo affatto. «Penso al tema
della corruzione – ammette Andreassi -,
che nella graduatoria degli investitori
è il secondo fattore più importante. Ma
anche allo sviluppo dei trasporti e della
banda larga e alle politiche industriali
sugli incentivi agli investimenti». Tutti
aspetti su cui l’Italia, appunto, latita”
(Micaela Cappellini, “Capitali esteri,
l’Italia rialza la testa”, Il Sole 24 Ore, 4
maggio 2015).
“Siam pronti alla vita”…
A proposito di corruzione (e dintorni),
nel Corruption Perceptions Index 2014
di Transparency International figuriamo
al 69° posto assoluto e al 28° (e ultimo) relativamente ai Paesi dell’Unione Europea
e dell’Europa Occidentale, a pari (de)merito con Bulgaria, Grecia e Romania,
totalizzando 43 punti, su una scala da 0
(massima corruzione) a 100. Sul podio
figurano invece Danimarca (92), Finlandia
(89) e Svezia (87), con la Germania (79) in
ottava posizione, la Francia (69) in quattordicesima e la Spagna (60) in diciannovesima; ma forse non è poi da questi
particolari che si giudica un giocatore.
Nel maggio 2014, per dire, l’assemblea
degli azionisti dell’ENI non ha approvato
l’introduzione nello Statuto sociale di “una
clausola di onorabilità e connesse cause di
ineleggibilità e decadenza dei componenti del Consiglio di amministrazione”, come
richiesto da Ministero dell’Economia e
Cassa Depositi e Prestiti. Non ci risulta vi
siano stati contraccolpi sul piano del business (ed è l’unica azienda internazionale
del settore ancora in grado di operare in
Libia, nonostante la guerra civile in atto).
In conclusione: i crescenti flussi crossborder in realtà denotano (troppo spesso
e purtroppo) soltanto la nostra anemia
(Alitalia docet). Nella graduatoria dei
“markets to watch” del real estate stilata
da Pwc/ULI, Atene (“an opportunity for
high-yield initiatives”) ha guadagnato
23 posizioni nel 2015, balzando al quinto
posto. Staranno festeggiando a ouzo…
RE-RETAIL
Punti di vista – Land of Opportunity?
Matteo Piano - Ceo Narroway
Il compito più difficile nella vita
è quello di cambiare se stessi
Mentre la dimensione del retail sta evolvendo a
straordinaria velocità per reggere il passo delle
sfide del presente, i centri commerciali paiono
spesso subirle, nel segno della conservazione
a festa è finita. Il mondo degli
shopping centre soffre a causa dell’uniformità e dell’omologazione che li rende estremamente
sostituibili gli uni agli altri. La crisi ha
sempre il merito di portare alla superficie
il vero, separando i forti dai deboli. Per
me, è un momento di opportunità: l’opportunità di cambiare, cosa che prima non
veniva considerata. La consapevolezza che
è necessario fare le cose diversamente è
diventata un mantra che, pur essendo vero,
può far precipitare le “buone intenzioni”
in una voragine. Evidentemente, la domanda di una ricerca intelligente genera
anche l’offerta. Però mi domando: “come
può un gestore di un centro commerciale
giudicare la validità e la pertinenza di un
tipo di studio piuttosto che di un altro”?
Fuori dell’Italia il business delle ricerche
di mercato, fattibilità o di altri studi, è
evoluto negli ultimi anni. Mi chiedo se i
gestori dei centri commerciali italiani non
rischino di adottare metodi di ricerca e
diagnosi che hanno già superato la data
di scadenza, provocando “un’indigestione
imprenditoriale”. In Belgio e in Olanda
c’è un detto che recita che nel paese dei
ciechi, quello che ha un occhio fa il re.
Cioè, in un universo dove la conoscenza è
limitata, chi ne sa poco di più viene automaticamente considerato esperto. Credo
che in Italia sia necessario investire nella
formazione e sviluppo di nuovi metodi. Se
facciamo le cose come al solito il risultato
sarà sempre lo stesso. La domanda che mi
pongo come ospite in Italia e, permette-
“L
temi, anche, come italiano espatriato è:
“quali sono gli obiettivi del mercato dei
centri commerciali? Di riguadagnare sugli
anni che sono stati persi nei confronti del
resto dell’Europa occidentale, o di fare dei
passi avanti e generare tendenza, invece
di andare dietro a tendenze ormai fuori
stagione - per utilizzare un termine legato
allo shopping?” Così mi esprimevo dopo
aver toccato con mano lo stato dell’arte,
in occasione della mia partecipazione a
un workshop organizzato nell’ambito di
EIRE 2013; svolgendo una serie di ulteriori
notazioni che mi sembra restino di stringente attualità (si veda RE-Retail 107, pag.
75). Come ho successivamente rilevato da
queste stesse colonne: “Vorrei tanto credere che abbiamo imparato qualche cosa.
La mia impressione, però, è che stiamo
semplicemente aspettando che la bufera
passi, per poi proseguire come al solito. Sì,
ci sono piccoli cambiamenti, ma il mercato
nella sua interezza non è cambiato molto”
(RE-Retail 114, pag. 65).
Rompere gli automatismi
Sono convinto da tempo che “ogni centro
commerciale costituisce in ultima analisi
un brand e presenta caratteri distintivi”.
Il marketing settoriale “deve rafforzare la
brand equity (ovvero il tasso di insostituibilità della marca) e determinare un
incremento delle vendite. I due aspetti
sono interrelati e sequenziali: giacché
un aumento della performance che non
tenga nel debito conto la prima componente è meramente circostanziale,
dipendendo esclusivamente da fattori occasionali (promozioni e quant’altro), con
le inevitabili implicazioni del caso; diventa invece sostenibile se non prescinde
dalla valorizzazione delle peculiarità
di quello specifico centro: che soltanto
sviluppando un rapporto emozionale con
gli stakeholder può ambire a rendersi
insostituibile e minimizzare l’impatto
della crescente pressione competitiva”
(RE-Retail 110, pag. 61). Ed è possibile influenzare l’intero processo di marketing
in forma scientifica, determinando risultati oggettivamente misurabili. Ne sono
così convinto da avere adottato il metodo
NCNP (No Cure No Pay) per i pacchetti
consulenziali proposti da Narroway: se
gli obiettivi condivisi a monte con i nostri interlocutori non vengono raggiunti,
nulla è dovuto. Non suoni come una provocazione: “bisogna avere il coraggio di
cambiare per poter crescere”, ma troppi
player mi ricordano una battuta di Totò:
“Il coraggio ce l’ho. E’ la paura che mi
frega.” Per parte mia, ribadisco di essere
“pronto a contribuire per generare una
consapevolezza di quali siano i criteri
di successo e gli strumenti diagnostici che compongono una buona ricerca
sul brand”; sul piano culturale, prima
ancora che su quello del business. E la
scelta di Mauro Rossetti (ceo di Network
Propaganda, con cui Narroway collabora
ormai da anni) quale Presidente della
Commissione Marketing del CNCC può
rappresentare uno stimolo per favorire
un positivo confronto tra i marketeers.
RE 117 - Maggio - Giugno 2015 63
Prassi Virtuose
Dopo l’esordio a Retail Connections
il CNCC ufficializza il ritorno in Italia
della ICSC European Conference
L’associazione presieduta da Massimo Moretti lancia
un chiaro segnale di discontinuità rispetto alla passata
gestione, puntando a valorizzare l’operatività dei soci
e il “Sistema Italia” in una prospettiva d’ampio respiro
l 25 marzo una delegazione italiana guidata dal Consiglio Nazionale dei Centri
Commerciali (comprendente Cogest
Retail, IGD SIIQ, Microlog, Promos e Studio
Conte) ha partecipato a Retail Connections,
business meeting event organizzato dall’International Council of Shopping Centers presso
il Business Design Centre di Londra per facilitare l’incontro tra proprietà, retailer e società
di commercializzazione operanti a livello paneuropeo e planetario. Un debutto in chiave
B2B allo scopo di “renderci più comprensibili
ed appetibili agli investitori internazionali, ma
anche aprire nuovi scenari ai nostri retailer,
oltre che invogliare i retailer mondiali ad entrare in Italia”; con “uno stand importante,
con nostri associati che rappresentano quasi
un centinaio di centri commerciali, proprio
per poter dire: ci siamo, e siamo importanti:
questi sono i nostri numeri”, come non ha
mancato di rilevare preventivamente il Presidente Massimo Moretti: grande sostenitore
di un progetto teso a sostanziare la volontà di
instaurare “nuovi rapporti, più funzionali, con il
network internazionale”, espressa sin dal suo
insediamento, nel giugno scorso; nel quadro
di un più ampio programma di “profondo rinnovamento dell’associazione”; in fieri su più
piani, nel contesto di un campo di forze che resta complesso. Nello specifico, ben si attaglia il
“ce n’est qu’un début”: giacché, a poco meno
di un mese di distanza dall’appuntamento
londinese, è stato ufficializzato il coronamento
di un obiettivo strategico. Come riportato dal
comunicato stampa diffuso il 23 aprile, infatti,
“Il convegno più importante del settore retail
I
64
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
torna in Italia dopo dodici anni di assenza
e per la prima volta assoluta a Milano. Lo
hanno annunciato Mike Morrissey, Executive
Vice-President & Chief Global Co-ordination
Officer di ICSC, e il Presidente CNCC Massimo Moretti durante la conferenza conclusiva
dell’edizione 2015 (Londra, 20-21 aprile). Una
notizia destinata sicuramente a dare ulteriore
spinta al “Sistema Italia”, che grazie a questa
importante manifestazione coglie l’opportunità di avvicinarsi e presentarsi con prestigio
al mercato dei player internazionali. Infatti,
per l’ICSC (International Council of Shopping
Centers) e il suo network, l’“European Conference” rappresenta l’avvenimento più significativo dell’anno, data la grande e qualificata
affluenza dei partecipanti e l’eccellenza delle
relazioni e testimonianze che hanno sempre
caratterizzato questa importante manifestazione”.
Occasione da non perdere
“Anche la 30° edizione, appena tenutasi a
Londra, si è confermata un successo, registrando la presenza di oltre 655 partecipanti
provenienti da tutto il mondo. Il CNCC (Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali) è
rappresentante unico in Italia dell’ICSC, l’organizzazione mondiale dell’industria dei Centri Commerciali, che raggruppa oltre 65.000
Soci in 100 diversi Paesi. Sul fatto di essere
riusciti a portare a Milano nel 2016 l’ICSC
European Conference, il Presidente di CNCC
e Head of Business Unit Retail di Beni Stabili
SpA SIIQ Massimo Moretti ha commentato: «E’
il più importante convegno dell’immobiliare
Massimo Moretti - Presidente CNCC
commerciale a livello europeo, in inglese, con
relatori, ma anche partecipanti, tutti di altissimo standing. Uno strumento eccezionale per
essere in touch con gli ultimissimi trends mondiali che toccano il nostro settore. La presenza a Milano di tanti principals internazionali
della nostra industria sarà anche una vetrina
eccezionale per l’Italia e per il suo mercato
dei centri commerciali: ne siamo orgogliosi
e sapremo sfruttare al meglio questa opportunità». Il convegno si articola tra workshop,
networking e round table; inoltre saranno organizzati dei property tour selezionati tra i più
significativi modelli di centri commerciali del
nostro Paese. Nel corso dell’evento verrà anche assegnato il prestigioso premio European
Shopping Centre Awards 2016”. Insomma,
mica pizza e fichi. In margine, appetto all’inane
autoreferenzialità e al deficitario piccolo cabotaggio della gestione del vecchio Conducˊtor
(nothing but a lot of talk and badge, i.e. solo
chiacchiere e distintivo, volendo essere generosi: off the record ci è capitato di sentire ben
di peggio, et pour cause; ma è ormai storia
antica), l’impulso dato dall’attuale timoniere ai
fini di un cambio di rotta appare vieppiù evidente. Quanto ai futuri approdi, dipenderanno
dall’interazione di molteplici fattori.
RE-RETAIL
Progetti in itinere
Una nuova shopping gallery
per l’ospedale San Gerardo
Dopo Niguarda (Blocco Sud e Blocco Nord)
e Sant’Anna (Como), grazie a tale iniziativa
Cogest Retail porta a quattro le consulenze
relative all’ambito delle strutture ospedaliere
ogest Retail è stata incaricata della commercializzazione e della
gestione della shopping gallery
del San Gerardo di Monza, quarto ospedale pubblico della Lombardia per dimensioni, che comprenderà 13 unità su una gla
totale di 1.850 mq e aprirà entro l’estate:
parte integrante di un ampio progetto di
ampliamento e di riqualificazione dell’intero complesso, realizzato con la formula
del project financing da Synchron Nuovo
San Gerardo S.p.A., società guidata da Manutencoop Facility Management. Inserito
in uno dei due avancorpi in costruzione
sul fronte dell’edificio principale, il mall si
rivolgerà sia al pubblico “interno”, composto da dipendenti dell’azienda ospedaliera
(circa 3.000) e degenti (vi sono 1.105 posti
letto), sia ai frequentatori del CUP (25 sportelli) e degli ambulatori inseriti nello stesso
blocco. “La tendenza a inserire complessi
commerciali organizzati all’interno di contesti ospedalieri è ormai consolidata in Italia:
non solo completa e arricchisce la gamma
dei servizi offerti agli utenti, ma produce
sinergie tra enti pubblici e operatori privati,” commenta Roberto Marchetti, direttore
commerciale e sviluppo di Cogest Retail.
“E’ quanto abbiamo riscontrato nella gestione di Niguarda Shopping Gallery, centro pioniere in questo particolare contesto,
affermatosi come una best practice a livello
internazionale. A quattro anni dall’apertura,
Niguarda resta uno dei più grandi centri
commerciali del suo tipo e ci permette di
affrontare la commercializzazione e la gestione della nuova galleria di Monza con una
base di esperienza esclusiva.” Aggiunge
Enrico Palestini, leasing manager di Cogest
Retail: “Nella definizione del mix merceologico e nella selezione delle insegne non
basta considerare i diversi tipi di target,
Roberto Marchetti, direttore commerciale e sviluppo Cogest Retail
C
per rispondere in maniera puntuale alla
domanda; si devono tenere presenti anche
modalità e tempi di consumo, che in questo
particolare contesto esulano dalla norma.
Qualità del servizio, innovazione e coerenza
rispetto alla mission del progetto San Gerardo rappresenteranno un elemento preferenziale e abbiamo già identificato alcuni
operatori che potranno portare un valore
aggiunto per la galleria.” Cogest Retail ha
maturato un‘esperienza completa nel letting
e nel management di progetti retail con tali
caratteristiche. Oltre al Nuovo San Gerardo
e alla milanese Niguarda Shopping Gallery
(2.540 mq di gla per 27 negozi in totale), la
società milanese sta attualmente ultimando
la commercializzazione della galleria del
Sant’Anna di Como (1.395 mq di gla per
5 esercizi), alla quale seguirà anche la
gestione.
Cogest Retail e Synchron Nuovo San Gerardo in pillole
Cogest Retail, www.cogestretail.com, è leader nella commercializzazione e nella gestione di
centri commerciali e complessi polivalenti. Forte dell’esperienza maturata in 20 anni, nella
gestione di 85 shopping mall, Cogest Retail ha il know-how, l’organizzazione e gli strumenti per
soddisfare le esigenze di tutti gli operatori - investitori, promotori, “tenant” - massimizzandone il
successo commerciale e valorizzando le strutture e l’investimento immobiliare.
Synchron Nuovo San Gerardo S.p.A. si occupa degli interventi di potenziamento e di riqualificazione dell’ospedale San Gerardo di Monza. E’ costituita dalle imprese che, in ATI (Associazione temporanea di imprese), si sono aggiudicate la gara per l’affidamento del contratto di
concessione. Guidata da Manutencoop Facility Management (capogruppo), società leader in
Italia nell’Integrated Facility Management, Synchron Nuovo San Gerardo vede, inoltre, la partecipazione di Eureca Consorzio Stabile, CirFood Sc, Maco S.p.A, Prima Vera S.p.A, Servizi Italia
S.p.A, Ceif Società Cooperativa, Servizi Ospedalieri S.p.A.
Fonte: Cogest Retail
RE 117 - Maggio - Giugno 2015 65
Focus
Giovannella Condò e Maria Grazia Trivigno - Studio Associato Milano Notai
Contrattazione
immobiliare 3.0:
senza notaio ci sono vantaggi?
Giovannella Condò
I provvedimenti in materia di semplificazione
adottati dall’Esecutivo paiono riflettere una
schizofrenia legislativa tipicamente italiana e
non comportano reali benefici per i cittadini
Maria Grazia Trivigno
mmaginiamo per un attimo il futuro,
un futuro neanche troppo lontano. È
un bel giorno di autunno, l’imprenditore dell’operosa Brianza, dopo un
periodo di lunghe, debite trattative, si
reca ad acquistare un capannone del
valore catastale di 95.000 euro, corrispondente a un valore di mercato ben
maggiore, ossia a un prezzo di circa
390.000 euro; e si reca … dall’avvocato. Si reca all’appuntamento dal proprio avvocato con la partecipazione
dell’avvocato di controparte, o meglio,
dell’altra parte: la semantica da contenzioso mal si sposa con le transazioni
immobiliari, o almeno così è stato sino
a oggi. L’avvocato autentica la scrittura
di vendita, registra l’atto, pagando le
imposte, cura le formalità di trascrizione e di voltura. Data una struttura perfettamente funzionante, come quella
dei pubblici registri immobiliari italiani, davvero è così facile sostituire una
figura professionale con un’altra dalla
preparazione non così affine? E’ così
facile sostituire un pubblico ufficiale
che ha superato un pubblico concorso
con un avvocato? E, soprattutto, c’è un
I
66 RE 117 - Maggio - Giugno 2015
effettivo vantaggio economico per il
consumatore? Stiamo abbandonando il
certo per l’incerto: certo, ad esempio,
è il venir meno delle ispezioni periodiche da parte del Ministero della Giustizia sugli atti autenticati dagli avvocati,
a cui sono sottoposti i notai. Incerto è
l’abbassamento dei compensi conseguente alla moltiplicazione esponenziale dell’offerta, a dispetto di quanto
spiegano gli economisti neoliberisti
del nuovo miracolo economico (immobiliare): che, peraltro, dimenticano
nella loro equazione il valore economico della certezza dei traffici giuridici
garantito da registri immobiliari tenuti
esclusivamente da pubblici ufficiali.
Consumatori penalizzati
È innegabile (e troppe poche volte ricordato) che l’abolizione delle tariffe
professionali e l’aumento del numero
dei notai ha già avuto un impatto considerevole sulla contrattazione immobiliare, accrescendo la concorrenza
tra gli stessi. Il rischio ora è quello
di vanificare i vantaggi conquistati
dai consumatori, che sostituiranno un
notaio con due avvocati, e quindi vedranno le parcelle duplicarsi. Tanto è
vero che, rispetto alla versione originaria del disegno di legge concorrenza, è stato eliminato ogni riferimento
alla gratuità dell’autentica effettuata
dall’avvocato. Per di più, l’onere economico della polizza assicurativa di
valore almeno pari all’immobile, di
cui gli avvocati dovranno necessariamente dotarsi per autenticare gli atti,
non potrà che gravare a valle, sarà
cioè scaricato sui consumatori finali.
Tutti dormivano sonni tranquilli sino
a ieri, perché i controlli, volti a verificare la provenienza ventennale e
che l’immobile sia libero da ipoteche,
erano rimessi alla cura del notaio, che
ne risponde personalmente in termini di responsabilità professionale
e deontologica. A questa garanzia si
sostituirà progressivamente una title
insurance, una assicurazione a copertura della provenienza, similmente a
quanto accade nei sistemi di common
law, nella migliore tradizione subprime: davvero siamo pronti per questo
cambiamento?
RE-RETAIL
Molteplici conseguenze
Indovinate chi ne farà le spese. Non a
caso, la riforma è contestata proprio
dalle associazioni dei consumatori:
Adusbef e Federconsumatori si sono
infatti scagliate violentemente contro
il disegno di legge concorrenza; un
po’ in contraddizione con i vantaggi per
i consumatori che sono il punto forte
dell’analisi tecnico-normativa prodotta
contestualmente al disegno di legge
medesimo. Centomila euro di valore
catastale non sono proprio una somma
insignificante, anche se la revisione del
catasto prospetta un aggiornamento
delle rendite. La semplificazione relativa al passaggio di proprietà degli
immobili a uso non abitativo, contenuta
nell’articolo 28 del disegno di legge
concorrenza, significa semplificazione
della contrattazione, nella sua accezione più ampia. Il non abitativo è comprensivo di una fetta di mercato molto
maggiore di quanto si immagini. Non
si tratta in maniera semplicistica del-
la soffitta dell’immobile milanese, o
della cantina di uno storico e cadente
immobile nel centro di Roma. Non abitativo è l’ufficio, non abitativo è il box,
il capannone, il magazzino, il loft. Non
abitativo è il negozio e il centro commerciale. La stessa relazione tecnica di
accompagnamento al disegno di legge
concorrenza parla di 110.000 transazioni annue. Spingendo lo sguardo un
po’ più lontano, si tratta di un trend più
ampio, che sta attraversando il modo
di contrattare, le garanzie da fornire, il
modo di supervisionare la correttezza
delle transazioni e degli atti che ne sanciscono le conclusioni: con un aumento
potenziale della litigiosità e del contenzioso in campo immobiliare, che andrà
a impattare su un sistema giudiziario
già al collasso. L’ennesimo esempio
della schizofrenia legislativa italiana.
Doing business e “fai-da-te”
Dovremmo ricordarci, di tanto in tanto, che il magnetismo più forte nel
campo degli investimenti è dato dalla
certezza del contesto in cui si opera:
stabilità del governo, certezza (e tollerabilità) della struttura impositiva,
certezza sui tempi di risoluzione delle controversie. Non sembra logico
dunque diminuire la certezza nelle
transazioni immobiliari. La logica realmente pericolosa e corrosiva, rispetto
alla quale sentiamo di dover destare
allerta, è quella del “fai-da-te”. Il fenomeno sta diventando dilagante, come
dimostra la disciplina del contratto di
rete; e oggi, dopo la conversione in
legge del decreto Investment Compact, anche dell’atto costitutivo di start
up innovative, tutte attività per le quali
è sufficiente oggi la firma digitale del
singolo imprenditore. Il disegno di
legge concorrenza prevede lo stesso
anche per la cessione di quote e per
la costituzione di diritti parziali sulle
stesse. Una firma digitale è reperibile per chiunque presso le Camere di
Commercio a un costo irrisorio, specie
Hotel Aleph
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
67
se paragonato a quanto costava anni
addietro fare business. Ma se i costi del
doing business su questo fronte possono essere abbattuti, resta l’onerosità di
ottenere mezzi di finanziamento; e in un
contesto di maggiore incertezza delle
transazioni e dell’identità degli operatori giuridici, tale costo difficilmente
potrà diminuire. Anche se con maggiori ostacoli pratici, la logica del “faida-te” sta prendendo piede anche in
ambito immobiliare. Addirittura, nella
prima versione circolante del disegno
di legge concorrenza si prevedeva che
le formalità (il pagamento delle imposte e la pubblicità nei registri immobiliari) fossero a carico delle parti, non
solo nel senso del loro onere economico, come accade anche oggi, ma come
espletazione delle formalità stesse. La
sicurezza dell’investimento gioca un
ruolo chiave, e affinché la tenuta di un
sistema di pubblicità immobiliare, che
le grandi economie mondiali cercano
di replicare, possa essere mantenuta,
occorre affidarsi a professionisti pubblici ufficiali qualificati. I cambiamenti
in atto sono manifestazione anche di
un’altra logica: quella secondo cui le
polizze assicurative possono sostituire
tutto. Si tratta di un processo che vede
sostituire sempre più di frequente la
tutela reale con quella obbligatoria,
processo ben visibile anche nel diritto
societario o in ambito giuslavoristico.
Logica che prova sempre più la nostra contaminazione con i sistemi di
common law. Siamo d’accordo con la
semplificazione, ma siamo convinte che
affidarsi a chi rende un servizio celere,
efficace, efficiente e sicuro premi il
cittadino. Se così non fosse, faremmo
prima ad arrenderci al tramonto del-
“
Sempre più di
frequente la
locazione è lo
strumento su cui si fa
leva per (ri)mettere
in moto il mercato
immobiliare
“
le professioni intellettuali e di ogni
téchne. Capiamo che si voglia incentivare l’imprenditoria del saper fare, ma
nel corso della storia l’autosufficienza
si è dimostrata spesso il grande miraggio dell’autodistruzione.
Leve per la ripresa del mercato
A proposito di competitività complessiva del real estate, vale la pena svolgere
in conclusione alcune brevi considerazioni. Sempre più di frequente la locazione è lo strumento su cui si fa leva
per (ri)mettere in moto il mercato immobiliare. Ne è la prova la previsione,
contenuta nel decreto Sblocca Italia, di
un’incisiva liberalizzazione delle grandi locazioni a uso non abitativo, ossia di
quelle locazioni per le quali sia pattuito
un canone annuo superiore ai 250 mila
euro. Per tali locazioni, anche ove adi-
“
Siamo d’accordo con la semplificazione,
ma siamo convinte che affidarsi a chi rende
un servizio celere, efficace,
efficiente e sicuro premi il cittadino
68 RE 117 - Maggio - Giugno 2015
bite ad attività alberghiera, è consentito alle parti di negoziare ogni aspetto
contrattuale secondo le esigenze più
specifiche, in deroga ai vincoli di cui
alla legge 392 del 1978, che disciplina
la locazione degli immobili urbani. In
particolare, tale liberalizzazione neutralizza la previsione di nullità delle
pattuizioni volte a limitare la durata
legale del contratto o della pattuizione
che contempli un canone maggiore rispetto a quello previsto dalla legge. La
speranza è che con tale alleggerimento
della disciplina delle locazioni urbane,
tradizionalmente vincolante, le parti, finalmente libere, ricevano un maggiore
stimolo a contrarre. Anche la figura del
“
Porta Nuova
RE-RETAIL
rent to buy, introdotta nell’articolo 23
del decreto Sblocca Italia, fa leva sulla
locazione per mettere in moto l’invenduto. La disciplina di questa nuova
figura contrattuale, disciplinata normativamente solo di recente e che si può
ritenere ormai tipica, è suscettibile di
applicazione tanto agli immobili non
abitativi quanto agli immobili abitativi.
Ma ancor prima che il regime fiscale,
è la stessa disciplina civilistica che risulta disincentivante, a parere di molti,
perché troppo sbilanciata a favore del
conduttore.
Le proiezioni per il mercato immobiliare italiano per i prossimi anni sono
rosee. A farla da padrone sono però
gli investimenti dei fondi sovrani esteri
(nell’Investment Compact è contenuta
una previsione sul lending indiretto):
si pensi agli investimenti della Qatar
Investment Authority in Porta Nuova
a Milano. E proprio qualche settimana
fa, Al – Rayyan Tourism Investment
Company (ARTIC), che fa capo alla
famiglia Al Thani, avvalendosi della collaborazione del nostro studio,
ha acquisito l’Hotel Aleph Boscolo di
Roma.
Sul piano dell’investment, è indubbio
che intervenire sulle molteplici criticità esistenti aiuterebbe ad ampliare
il novero degli interlocutori potenziali.
Ma questa è un’altra storia.
“
La disciplina di
questa nuova
figura contrattuale,
disciplinata
normativamente
solo di recente e
che si può ritenere
ormai tipica, è
suscettibile di
applicazione tanto
agli immobili non
abitativi quanto agli
immobili abitativi
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
69
Tendenze
Giuliana Laurita - Digital Strategist
Inciampare nel brand, ovvero
l’e-commerce super-touchpoint
Giova proporsi come punto di contatto della
persona/consumatore con i valori del brand,
con la sua storia e la sua value proposition,
anteponendo la relazione all’atto di acquisto
i sono molti modi di imbattersi
in un brand. Per esempio, attraverso il catalogo di una nota
azienda che fa mobili, mentre siamo a
casa di un amico a bere il caffè; oppure
attraverso Tripadvisor, giacché la stessa
azienda ha aperto degli hotel. Se il primo caso rientra in un canale specifico
di comunicazione, il BTL (Below The
Line, le attività di comunicazione legate
al direct marketing, alle promozioni, al
punto vendita), il secondo sfugge alle
classificazioni. Classificazioni che sono però importanti nel momento in cui
si approccia la comunicazione, poiché
implicano specializzazioni e processi
che ottimizzano il lavoro. Normalmente
la comunicazione si progetta su canali:
ATL (la pubblicità per i grandi mezzi,
TV, radio, stampa, ecc.), BTL e Digital
sono universi che si toccano e spesso
si sovrappongono, in una logica che dovrebbe essere il più possibile di integrazione. Tuttavia raramente si tiene conto
C
del fatto che le persone non vivono sui
canali. Si muovono, ricevono ogni giorno
milioni di messaggi che filtrano in modo spietato, ritenendone alla fine solo
una piccolissima parte. Il nostro modo
di ragionare su quanto ci arriva dalla
comunicazione è “per touchpoint”, cioè
per occasioni di contatto in un tempo e
in uno spazio preciso con il messaggio:
indipendentemente dal canale. In altre
parole, noi leggiamo la realtà come un
unico testo, all’interno del quale possiamo distinguere testi più piccoli che
provengono da fonti diverse. Quindi non
possiamo ragionare per canale, ma solo per ambienti in cui vivono parti di
contenuto, destinate a essere lette in un
insieme unico.
A titolo esemplificativo
Ho provato a elencarli, questi touchpoint,
in una tabella che non vuole essere in
alcun modo esaustiva. Ne emerge un
gran numero di occasioni (che si può
espandere a piacere, fino a comprendere, come vedevamo all’inizio, un hotel in
Svezia di cui troviamo traccia in un sito di
recensioni), di momenti in cui in qualche
modo il brand sta rispondendo a una nostra esigenza, oppure semplicemente si
impone alla nostra attenzione, chissà perché. In realtà, è come se fossimo immersi
in una grande storia fatta di frammenti di
storie, alla quale noi attribuiamo un senso
in funzione di una molteplicità di varianti
basate su sistemi di valori diversi per
ciascuno di noi. Perciò la proposta di valore del brand deve incrociare la nostra
vita in qualche momento significativo, al
punto da diventare piattaforma di azione.
E questo va ben oltre le logiche di canale.
Comunicare un brand significa, in ultima
analisi, disseminare di frammenti di storia la vita del consumatore. Se riusciamo
a raccontare una storia è tutto molto più
semplice, perché ci consente di riempire
di senso il momento di incontro con le
persone.
Meet Magento
A proposito di integrazione
Questo articolo è tratto dall’intervento tenuto
nel corso del Meet Magento, evento organizzato da Magento, una delle principali piattaforme di e-commerce, svoltosi nell’edizione
italiana a Milano, il 5 e 6 marzo scorso. Le relative slide sono consultabili all’indirizzo http://
www.slideshare.net/gilaurit/mm2015-laurita.
“Quando si parla di integrazione si intende avere un’idea comune che viene sviluppata in modo appropriato per i vari strumenti, in maniera che l’effetto sia allineato e sinergico. Non necessariamente
si tratta di dire la stessa cosa, di fare passare lo stesso messaggio nello stesso modo sui vari mezzi,
spesso forzando le caratteristiche dello strumento. Non si tratta di aggiungere, per esempio il social
alla pubblicità, ma di studiare come i due strumenti possano lavorare insieme, e questo si può fare solo
se partono insieme nello sviluppo, a fronte di una base strategica comune che funzioni per entrambi”.
Fonte: Giuliana Laurita e Roberto Venturini, Strategia Digitale, Hoepli, 2014, p.68
70 RE 117 - Maggio - Giugno 2015
RE-RETAIL
Super-touchpoint
Che cosa c’entra l’e-commerce? In
questo scenario, l’e-commerce ha il
privilegio di essere un concentrato di
touchpoint, come si vede dalla tabella. E per stare nella logica dei canali,
l’e-commerce dovrebbe attrarre come
l’ATL, proporre l’approfondimento come
il BTL, consentire la piena interazione come il Digital. Insomma, essere un
super-touchpoint. In generale, invece,
soffre un po’ da questo punto di vista,
perché si pensa sempre più in termini di
transazione che di relazione, in termini
di applicazioni e di funzionalità più che
di storytelling. Ci sono tuttavia alcune
eccezioni che voglio citare, perché rap-
MEDIA
IN STORE
OFF LINE
EVENTI
SPONSORIZZAZIONI
UNCONVENTIONAL
TV
Stampa
Radio
Cinema
Aĸssione
PDV
Espositori
Packaging
VolanƟni
POS
Fiere/esposizioni
Convegni
SpeƩacoli
Rassegne
EvenƟ temaƟci
Presentazioni e convenƟon aziendali
EvenƟ
Spazi pubblici
Guerrilla
Flash mob
SITI
Blog
Community
ONLINE
SOCIAL MEDIA
Forum
Social Network
MAGAZINE
MOBILE
presentano appunto dei momenti in cui
l’e-commerce si propone come reale
punto di contatto della persona con i
valori del brand, con la sua storia, con la
sua value proposition. Anteponendo la
relazione al momento dell’acquisto: ma
sappiamo che, tranne che per le commodity, la relazione è una condizione irrinunciabile perché si arrivi all’acquisto.
H&M (www2.hm.com/it_it)
Le opzioni “Acquista per concetto” e
“Acquista per stile” rappresentano due
modalità di scelta molto più affini alla
nostra esperienza fisica di quanto non
lo sia lo scorrere una vetrina organizzata
per capi di abbigliamento (per esempio
gonne, pantaloni, e così via, in un ordine
che rispecchia le esigenze del venditore
e non quelle del compratore). Non solo:
offrire percorsi diversi significa dare
la possibilità di interpretare il brand
secondo i propri valori; e dunque aiuta
nella costruzione della storia; o della
nostra storia con H&M.
Buru buru (www.buru-buru.com)
Quello che colpisce in questo sito è
l’organizzazione dei prodotti. Dimentichiamoci i cataloghi tradizionali, le liste
di prodotti, i template tutti uguali. Qui
si parla un linguaggio umano, grazie al
quale possiamo usufruire di un’esperienza simile a quella dello shopping
fisico. Alla base di questa umanità c’è
la tematizzazione dei prodotti, che sono
raggruppati in categorie ampie e molto
simili a quelle che potremmo usare noi
in un pomeriggio di shopping.
Warby Parker (www.warbyparker.com)
Sono diverse le strategie di questo sito
Corporate
Di brand
Di prodoƩo
SiƟ evento
Aziendali
Personali
Professionali
Colleƫvi
Generaliste
Di brand/di prodoƩo
IndipendenƟ
Di testate editoriali
GeneralisƟ
Di brand/di prodoƩo
IndipendenƟ
Di testate editoriali
GeneralisƟ
Professionali
Aziendali
IndipendenƟ
Servizi collaboraƟvi
GeneralisƟ
VerƟcali
App
pp
di e-commerce, da molti riconosciuto come uno dei migliori, per creare
un’esperienza unica e ricca di senso
nell’incontro tra brand e persone. Per
dirne solo due: ricostruire l’esperienza
offline e disseminare di storie il sito.
Con un doppio vantaggio: mentre il
brand articola i suoi valori, essi diventano interpretabili proprio nella logica
del brand stesso: le persone hanno
una storia (anzi tante), il brand una
relazione.
Artimondo (www.artimondo.it)
È lo shop online de L’Artigiano in fiera, manifestazione di riferimento che si
tiene a Milano. Artimondo realizza un
piccolo miracolo, nell’universo dell’ecommerce: diventa contesto e fa vivere
al suo interno i singoli testi (negozi),
riempiendoli di valore. Dare spazio alle
singole storie all’interno di un contesto
conosciuto e riconosciuto significa facilitare l’attribuzione di reputazione e la
vendibilità del brand. Ancora una volta,
abbiamo un vantaggio per il brand e
un vantaggio per le persone che vi si
accostano.
In conclusione
Secondo la condivisibile osservazione
di Chris Risdon, per essere efficace
un touchpoint (e a maggior ragione un
super-touchpoint) dovrebbe essere:
1 - appropriato: al contesto e alla cultura;
2 - rilevante: utile, funzionale ai bisogni;
3 - significativo: in termini di importanza,
di proposta;
4 - accattivante: intelligente, divertente,
piacevole;
5 - capace di connettere tutti i momenti
dell’esperienza.
RE 117 - Maggio - Giugno 2015 71
Tendenze
Anna Momesso - Responsabile commerciale Spazio Futuro Group
La ristorazione è una componente
basilare sul piano dell’attrattività
Nel quadro della inevitabile differenziazione
dei profili dell’offerta degli shopping centre,
la valorizzazione della dimensione del food
costituisce un’opzione sempre più rilevante
a ristorazione ha giocato un
ruolo di crescente importanza
nell’ambito dell’industria tricolore dei centri commerciali, trasformandosi
da mera funzione ancillare a elemento trainante, caratterizzato e caratterizzante. La diffusione della food court, ovvero di uno spazio
improntato all’aggregazione tematica delle
specifiche funzioni, ha costituito un punto
di svolta: il concept è diventato una delle
àncore dell’offerta, con un peculiare profilo
e un’autonoma capacità attrattiva, integrando
così la cosiddetta shopping experience in
una chiave leisure, legata cioè alle opzioni di
fruizione del tempo libero in senso lato”: così
Roberto Bramati, Presidente di Spazio Futuro
Group e della Commissione Consultiva Food
& Food Court del CNCC; secondo il quale
“Nelle sue migliori interpretazioni, la food
court è un elemento chiave della dimensione
del leisure, ma la tendenza all’omologazione ne sminuisce il potenziale. E’ comunque
indubbio che, sulla scena italica, il concetto
stesso è stato declinato in modo piuttosto
banale e continua a vedere nel cinema multischermo la principale componente. In un’ottica di crescita, è però fondamentale andare
oltre la standardizzazione, accogliendo nuove
proposte” (si veda RE-Retail 110, pag. 68). A
fortiori, aggiungiamo, considerando che le
indagini campionarie e gli studi disponibili
evidenziano, quale che sia la fonte, motivazioni di frequentazione da parte della clientela
che testimoniano in modo inequivocabile
“L
72 RE 117 - Maggio - Giugno 2015
la valenza strategica del tema. Stando ad
esempio alla seconda edizione dell’Osservatorio sulle Polarità Commerciali (Tradelab), presentato il 7 maggio scorso presso
il Centro Congressi Palazzo delle Stelline a
Milano, oggi la galleria supera di gran lunga la locomotiva alimentare come attrattore;
ed esiste già una quota vicina al 36% della
popolazione che sostiene di visitare il centro
commerciale non per gli acquisti di beni, ma
per mangiare e divertirsi. Un dato che deve
far riflettere. Gettare lo sguardo oltre i confini
nazionali può consentire di individuare alcuni
trend verosimilmente destinati a riproporsi
(mutatis mutandis) anche da noi.
La “food hall” di Mall of America
Nella Patria degli shopping centre, in un contesto contrassegnato dall’omnicanalità, “Eating is the only thing you can’t do online now,”
come ha notato Maureen Bausch, Executive
Vice President of Business Development di
Mall of America (MOA), iconica realizzazione
a stelle e strisce localizzata nelle Twin Cities
(Minneapolis e Saint Paul), in Minnesota, con
520 unità su 390.000 mq di Gla, che ospita 42
milioni di visitatori l’anno. Nel quadro di un
progetto di riqualificazione ed espansione
da 325 milioni di dollari (comprensivo anche
di un JW Marriott Hotel da 342 stanze e di una
torre a uffici) MOA ha scelto di puntare su una
nuova “food hall” upscale, che sostituirà entro
l’anno la tradizionale “food court”. “You’ll eat
on real plates, use real silverware, and the
ambiance will be much different in there”,
per dirla con Bausch: per la quale le “emozioni” sono la pietra angolare di qualsiasi proposta vincente. Come ha sottolineato Federico
Rampini (si veda RE-Retail 116, pag. 72): “Sui
1.200 centri commerciali censiti negli Stati
Uniti, il 15% è a rischio di scomparsa perché
disertato dai consumatori. Sono una minoranza, certo, ma pur sempre 180 shopping mall
che potrebbero essere rasi al suolo, non più
redditizi. Le “condanne a morte” espresse
dal mercato, coincidono con una chiara ripresa nella spesa di consumo delle famiglie
americane. Dunque è il modello stesso del
centro commerciale che perde colpi (…) la
“media” non c’è più, in un popolo di consumatori a clessidra, dove si rafforzano la parte
alta e quella più bassa del potere di acquisto”: da cui la vitale esigenza di differenziarsi.
In margine, pure in Italia la rinnovata pipeline
di prodotto comprende iniziative di precipua
rilevanza: tra le quali, oltre ad Arese e a Scalo
Milano, si segnala, in prospettiva, Westfield
Milan a Segrate. E sarà interessante vedere
come Galeries Lafayette declinerà qui la
propria presenza: essendo il food uno dei
fulcri di un’offerta che incarna l’eccellenza:
si tratti del flagship parigino di boulevard
Haussmann o di Lafayette Gourmet presso
The Dubai Mall (“a total foodie paradise”).
In generale, alla luce del nostro impegno
sul campo, possiamo garantire che c’è un
notevole fermento, malgrado i chiari di luna:
e non mancheranno le sorprese.
RE-RETAIL
Tendenze
Mauro Rossetti – Ceo Network Propaganda
Nuove frontiere del marketing:
mai perdere di vista l’insieme
Le piattaforme evolute del web 2.0 rappresentano
ormai da tempo una rimarchevole opportunità per
la declinazione di piani d’azione vincenti, ma non
si deve fare astrazione da un approccio organico
e tecnologie digitali stanno
cambiando il modo di concepire il retail e anche i centri commerciali del Belpaese dovranno prendere
coscienza del fatto che presidiare il web in
chiave attiva è una poderosa leva strategica.
A titolo esemplificativo, la diffusione degli
smartphone sta incrementando il numero
di persone che si collegano a Internet prima di fare un acquisto, per cercare dati e
opinioni o per concludere una transazione.
Per alcuni brand la presenza di uno shop
on line è ormai indispensabile; ed è proprio
in virtù di queste considerazioni che gli
shopping centre dovrebbero porsi l’obiettivo di integrare la componente on line con
la frequentazione del mall. Intanto, alcune
insegne stanno valutando la possibilità di
permettere agli utenti di acquistare in rete,
per poi pagare e ritirare la merce presso il
punto vendita fisico: un’ibridazione che contempera diverse esigenze, nel segno di un
virtuoso connubio”. Questo scrivevamo su
RE-Retail 113, pag. 62, evidenziando “alcune
tendenze che stanno contribuendo alla differenziazione dei profili dell’offerta e sono
destinate a giocare un ruolo sempre più
rilevante per l’evoluzione del format e per
le sorti del sistema dei centri commerciali
tricolori”. “La logica omnichannel” era qui
menzionata in un più ampio contesto, che
comprendeva, senza alcuna pretesa di esaustività, altri tre paragrafi (“Il ritorno delle
Community Relations”, “Il centro commerciale è ancora “hypermarket- oriented”?”,
“The future of retail is all about emotions”):
“L
nella perdurante convinzione che costituisca uno dei aspetti nodali del marketing
odierno, ma non ne esaurisca affatto la necessaria complessità. Nell’ultimo periodo
“omnichannel” è divenuta una pervasiva
buzzword: con una sfasatura rispetto alle
realtà più avanzate (limitandoci all’Esagono,
ricordiamo che l’interessante studio di Bearing Point “e-Commerce et stratégie crosscanal. Nouvelle donne pour les enseignes
et les centres commerciaux - co-finanziato
dal CNCC transalpino - è stato presentato
nel novembre 2012), che però non sorprende, considerando il grado di maturità delle
rispettive filiere.
Fatti e fattoidi
Alcuni operatori nostrani, folgorati sulla via
del 2.0, sulla scorta di dati di ovvia rilevanza
(ut supra, il multiforme uso del “mobile”
da parte di un consumatore sempre più
smaliziato, confermato da tutte le indagini
disponibili; ma non solo) danno l’impressione di considerare la formidabile gamma di
strumenti digitali di cui disponiamo come
una panacea: in sé e per sé; nonché “a prescindere”. Non intendiamo certo sminuirne la valenza, anzi. Rispetto all’elemento
succitato, per dire, il colosso statunitense
Simon Property Group ha implementato
da tempo l’iniziativa “Smartphone, meet
Simon. The mobile planner for the savvy
shopper” (ovvero “the optimal personal
shopping accessory” per rendere completa la “shopping experience”): che fornisce
una miniera di utili informazioni al fruitore
(e all’azienda medesima) ed è scaricabile dall’home page del sito www.simon.
com. In vari contributi su queste colonne,
la nostra collaboratrice Silvia Sovrani ha
rilevato, da diversi angoli visuali, che “Le
strategie di marketing messe in campo dai
centri commerciali sono sempre più rivolte
alla comunicazione digitale e, in particolar modo, ai social media, con l’obiettivo
di incentivare e coinvolgere in maniera
creativa gli utenti, al fine di promuovere
un engagement vero e vantaggioso”. Per
parte sua, Matteo Piano, ceo di Narroway,
ha indicato alcuni limiti degli approcci prevalenti: “I social media hanno creato delle
nuove opportunità per i marketing manager. Purtroppo, quello che noto in Italia è
che i social media vengono visti dai centri
commerciali come uno spazio per fare
“pubblicità gratuita”. L’aspetto social peer
to peer è andato completamente perduto.
I social media sono invece uno strumento
per iniziare un rapporto e per nutrirlo. I
centri commerciali devono riuscire a creare una comunità intorno al centro, in cui
i frequentatori entrano in un dialogo con
altri frequentatori dello stesso centro. Una
volta che un centro commerciale riesce a
fare ciò, i social media cominceranno a fruttare”. Qualcuno infine rammenta la celebre
copertina di Time del 3 agosto 1998 “Kiss
Your Mall Goodbye. Online shopping is
faster, cheaper and better”? Una catastrofe!
Nel frattempo, di acqua sotto i ponti ne è
passata tanta: portandosi via anche troppi
luoghi comuni.
RE 117 - Maggio - Giugno 2015 73
Tendenze
Andrea Silipo - Amministratore Delegato ArcoEngineering, ArcotecnicaGroup
L’innovazione in chiave polifunzionale
è un’esigenza prioritaria e indifferibile
I formati di ArcotecnicaGroup si qualificano come
luoghi evoluti di vitale aggregazione, interpretando
i desiderata dei potenziali fruitori all’insegna di una
virtuosa valorizzazione della dimensione comunitaria
avide Viganò, Presidente di ArcotecnicaGroup, ha rilevato a
più riprese su queste pagine
l’“inerzia mentale” e la “propensione
al rischio men che modesta” di troppi
operatori del retail real estate, non solo
italico; al riguardo, “l’aspetto culturale
è fondamentale: si continua a ragionare pedissequamente, secondo una
tassonomia ormai superata dal corso
degli eventi. E lo stock nazionale resta
contrassegnato da una piatta omologazione, frutto della comoda prudenza e
della vocazione seriale”. Peraltro, “c’è
un Italian Style vincente, che dobbiamo
valorizzare”, e “il saper fare nel segno
dell’imprenditorialità è l’ubi consistam”.
Non possiamo che ribadirlo, rivendican-
D
do i tratti distintivi del nostro approccio,
che sostanzia tale principio sul piano
fattuale, si tratti di realizzazioni ex novo
o di rinnovamento di spazi esistenti. Ne
è un esempio emblematico l’esercizio
plurispecialistico svolto nel quadro del
bando pubblico per la valorizzazione
e la riqualificazione del padiglione 1-2
di Fieramilanocity, insistente sulle aree
già occupate dalle officine Alfa Romeo
e ora inglobate nella città consolidata,
promosso dalla Fondazione Fiera Milano, che ha richiesto di manifestare
idee per il suo riutilizzo in project finance. ArcotecnicaGroup ha elaborato
una proposta articolata di funzioni che,
reinterpretando destinazioni d’uso e tipologie già sperimentate in altri Paesi
per soddisfare le esigenze di vita, sport,
salute e tempo libero della gioventù, fornisce nel contempo idonea accoglienza
a varie attività culturali e ludiche, atte ad
agevolare il benessere fisico e mentale
e l’accrescimento umano e relazionale
dei fruitori; prevedendo un mix virtuoso
di possibilità di incontro e di aggregazione in ambienti in grado di stimolarne
gli interessi, agevoli da raggiungere e
frequentare; e capaci anche di favorire
una presa di coscienza sul piano della
crescita umana e intellettuale. Insomma:
una struttura accogliente e sicura, con
una clientela selezionata, accomunata da
interessi condivisi; in condizione di colmare un oggettivo vuoto, vista la drammatica carenza di luoghi metropolitani
siffatti.
Filosofia di Portello Village
Volendo sintetizzare le caratteristiche
dell’innovativo formato che abbiamo
ideato e messo a punto, potremmo definirlo “Centro polifunzionale ricettivosportivo-ricreativo e culturale” o “Community Hub”, all’uso anglosassone; ma
anche, più semplicemente, “Luogo di
aggregazione e di socializzazione” positiva e vitale, dedicato principalmente ma non esclusivamente ai giovani
in età matura, al loro benessere fisico
e culturale e al soddisfacimento delle
loro esigenze nel tempo libero; con l’o-
74 RE 117 - Maggio - Giugno 2015
RE-RETAIL
biettivo di stimolarli sia mentalmente
che fisicamente, in modo attivo (e non
passivo). A completamento della proposta, abbiamo previsto un Budget Hotel
di circa 140 camere, ubicato all’ultimo
piano, con affaccio sul roof garden; che
si avvale della variegata offerta di servizi (ristorazione, fitness, sauna, gioco,
attività culturali ampie e diversificate)
prodotti all’interno del Community Hub,
non gravando sul costo di conduzione
dell’albergo e sulle sue tariffe. Arcotecnica ha dunque prodotto una soluzione progettuale con lo specifico intento
di far coincidere le naturali esigenze
economico-reddituali (i costi di ristrutturazione sono estremamente contenuti,
in quanto le preesistenti grandi strutture
e centrali tecnologiche, dimensionate
per l’oneroso uso espositivo, sono state
solo in minima misura intaccate) con
quelle di vita cittadina; oltretutto con un
ridotto carico urbanistico, preservando
standard di verde pubblico e parcheggi. Ipotizzando inoltre un unico Ente
gestionale, con sistema di biglietteria
e gestione centralizzati. Arcotecnica si
è altresì impegnata nella progettazione
di un complesso di attività e percorsi fra
loro coordinati, onde garantire sicurezza, facilità e durevolezza manutentiva e
sustainability.
Layout progettuale
Al primo piano di calpestio (livello
stradale) abbiamo collocato le attività
sportive indoor e cioè climbing, skateboard trampoline, wave house (con
flowrider e flowbarrel), paddle, padbol
e simulatori di Formula 1; prevedendo
l’abbassamento in alcune parti del piano medesimo, allo scopo di aumentare
l’altezza interna del locale (quanto basta
per lo svolgimento di sport particolari,
come il climbing) e per incassare le
vasche d’acqua della wave house e le
attrezzature del trampoline park. In corrispondenza dell’ingresso secondario, si
trovano la biglietteria e i locali di vigilanza e controllo. E abbiamo consolidato
al mezzanino la funzione di ingresso
principale. Sulla balconata – con il suo
ampio affaccio sul livello inferiore –
spiccano la ristorazione (la cosiddetta
food court) e alcune attività commerciali
specializzate relative alle attività proposte (pro-shops). Al piano superiore – con
l’apertura di due ampi patii necessari ad
assicurare l’illuminazione naturale degli
spazi interni – abbiamo invece previsto
un centro ricreativo e culturale molto articolato, comprendente un’area termale
e di benessere, con fitness e SPA, un centro di medicina sportiva, una biblioteca
specializzata con funzioni di workshop,
sale multiuso per scuole di musica e di
danza, adatte per studiare, per svolgervi
corsi, seminari, laboratori musicali, prove e incisioni; e, infine, locali ad hoc per
esercitare e per apprendere giochi “da
tavola” e non (scacchi, dama, biliardo,
ping pong ecc.), a livello amatoriale o
competitivo, con relativi pro-shops.
Funzioni complementari
Su un nuovo orizzontamento al piano 2°
di circa 7.200 mq – realizzato con una soletta intermedia fra quota 15,00 e quota
23,00, recuperando almeno in parte le
superfici perse con l’apertura dei patii
– abbiamo contemplato una struttura
ricettiva tipo Budget Hotel o Limited
Service, con circa 140 camere da letto,
in massima parte affacciate sui due patii:
collegata direttamente ai piani inferiori
e alla copertura (roof garden/solarium),
in modo da avvantaggiarsi di tutti i servizi offerti dal Centro e in particolare
degli spazi adibiti al fitness, alle attività
sportive e di studio, alla ristorazione e
agli spazi congressuali e fieristici attivi
nei limitrofi padiglioni della Fiera; dotando la struttura di ingresso autonomo,
esclusivo, sia pedonale che carraio (per
le merci, utilizzando le rampe esistenti).
In copertura vi sono le centrali tecnologiche (spostate in appositi volumi da
realizzare sul fronte nord dell’edificio);
e si segnala il roof garden/solarium in
copertura, a servizio dell’intero Centro
e in particolare dell’albergo, del Centro
benessere e dei servizi posti nel timpano. All’interno del timpano, ecco infine
lo spazio eventi, con sala conferenze e
musica, con cartellone aperto, nonché
il bar-ristorante panoramico affacciato
sulla nuova piazza Gino Valle.
RE 117 - Maggio - Giugno 2015 75
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Tendenze
Transazioni immobiliari commerciali
a livello mondiale in lieve aumento
Le Americhe trainano i volumi del settore, con una
crescita del 3% circa anche nell’area Asia-Pacifico,
mentre in ambito EMEA si registra un decremento
nel primo trimestre, stando ai dati prodotti da JLL
“J
LL segnala preliminarmente il
raggiungimento di volumi pari a
US$ 148 miliardi per transazioni
in investimenti immobiliari commerciali dirette, a livello globale, nel primo trimestre
del 2015, con un aumento del 4,0% rispetto
al Q1 2014. Le Americhe sono state protagoniste, con volumi superiori del 18%
rispetto allo stesso periodo dello scorso
anno. I volumi per l’area Asia-Pacifico sono
superiori di un più contenuto 3,0%, mentre
i dati relativi all’area EMEA sono inferiori
dell’11% se considerati in US$ ma rimangono superiori dell’8% in termini di valuta
locale, situazione che riflette l’attuale forza
del dollaro USA rispetto a molte altre valute.
Arthur de Haast, Lead Director, International
Capital Group di JLL ha dichiarato: «Gli Stati
Uniti sono il motore che alimenta la crescita
nella regione delle Americhe, con volumi di
investimento superiori del 26% rispetto allo
scorso anno, compensando il ribasso sia in
America Latina che in Canada. Il rafforzamento del dollaro sta influenzando l’attività
anche nella zona Euro, in Giappone e in
Australia, dove l’attività locale è aumentata
ma le valute si sono tutte indebolite durante
il corso dell’ultimo anno rispetto al dollaro
USA.» JLL prevede che i volumi totali riferiti
agli investimenti immobiliari commerciali
nel 2015 saranno compresi tra US$ 740 miliardi e US$ 760 miliardi, oltre il 4,0% dei
volumi registrati nel 2014. «L’immobiliare
a livello globale continua a beneficiare del
crescente afflusso di capitali e si prevede che un numero sempre maggiore di
grandi portafogli e single-asset vengano
transati nel corso dell’anno», ha osservato
76 RE 117 - Maggio - Giugno 2015
David Green-Morgan, Global Capital Markets Research Director di JLL. «Nonostante
la Federal Reserve degli Stati Uniti segnali
potenziali aumenti dei tassi di interesse nel
2015, i mercati dei derivati (swap) continuano a mostrare un debole movimento al
rialzo dei tassi USA entro la fine dell’anno.
Con la maggior parte delle principali economie che tengono i loro tassi di interesse
costanti per il prossimo futuro, il mercato
immobiliare dovrebbe continuare ad essere
attrattivo in confronto ad altri titoli comparabili a reddito fisso.»
Overviews regionali
Le Americhe hanno continuato a trainare la
performance a livello globale, con volumi
pari a US$ 73 miliardi nel primo trimestre,
superiori del 18% al Q1 2014. I volumi euro-
pei hanno raggiunto US$ 51 miliardi, grazie
a crescite degli investimenti per la maggior
parte dei paesi continentali. I Paesi dell’Europa Centrale ed Orientale (CEE) hanno
mostrato valori anomali, con un calo del 20%
in termini di valuta locale (Euro). Di contro,
la crescita nel Q1 è stata trainata dal Regno
Unito, anche se le cruciali elezioni ormai
all’orizzonte potrebbero avere un impatto
sulla crescita nel secondo trimestre, nel caso
si dovesse formare un governo incerto. In
Asia Pacifico i mercati hanno iniziato il 2015
in un modo simile al 2014, con un volume di
US$ 24 miliardi, con una variazione in positivo di poco meno del 3% rispetto allo stesso
periodo dell’anno precedente. Il Giappone, il più grande mercato della regione, ha
performato un 4% in più, anno-su-anno, con
transazioni per oltre US$ 12 miliardi.”
RE-RETAIL
Tendenze
Expo Real fa tappa a Roma e a Milano
e stimola la dialettica tra gli operatori
Alcuni dei maggiori player del Belpaese si sono
confrontati circa i trend degli investimenti esteri
e le realtà emergenti, enucleando le prospettive
di sviluppo di un comparto che torna a muoversi
a preso il via il 31 marzo a Roma il
road show di Expo Real, kermesse
di riferimento giunta alla sua diciottesima edizione, che riunisce a Monaco di
Baviera l’intera filiera del real estate paneuropeo e alcuni importanti operatori di Russia,
Stati Uniti e Medio Oriente (1.653 espositori
e 36.900 partecipanti nell’ultima edizione) e
si terrà quest’anno dal 5 al 7 ottobre. Il tour
italiano del salone tedesco ha beneficiato
del sostegno delle principali associazioni
di categoria (in rigoroso ordine alfabetico:
Aspesi, Assoimmobiliare, CNCC, Federimmobiliare, FIAIP); impegnate ad affiancare
gli attori domestici che vogliano avviare
business internazionali, riconoscendo nella
manifestazione fieristica bavarese un palcoscenico privilegiato per confrontarsi con le
dinamiche dei mercati paneuropei, maturi e
non. Nella tappa romana (Residenza Ripetta)
si è discusso soprattutto di valorizzazione
H
degli immobili pubblici, fondi e Sgr, partnership tra pubblico e privato: insieme a Davide
Galli (Direttore di Monacofiere Italia), Fabio
Bandirali (Vice Presidente Esecutivo di Federimmobiliare), Cristiana Zanzottera (Head of Research di JLL), Alessandra Balduzzi
(Responsabile Property Management FIV di
CDP Investimenti), Carlo Petagna (Direttore
Generale di Invimit), Raffaele Dedemo (Vice
Presidente Nazionale di FIAIP), Carlo De Vito
(Amministratore Delegato di Ferrovie dello
Stato – Sistemi Urbani) e Gualtiero Tamburini
(Presidente di IDeA Fimit Sgr). L’appuntamento del 9 aprile a Milano (Palazzo dei Giureconsulti) è stato invece incentrato sul segmento privato. Dopo i saluti di Davide Galli e
di Fabio Bandirali e la relazione di Cristiana
Zanzottera, un panel comprendente Federico Filippo Oriana (Presidente Nazionale di
Aspesi), Massimo Moretti (Presidente CNCC
e Head of Business Unit Retail di Beni Stabi-
li), Alberto Panfilo (Direttore Operational di
Europa Gestioni Immobiliari - Gruppo Poste
italiane), Massimo Caputi (Vice Presidente
Esecutivo con delega allo sviluppo di Prelios) e Massimo Diotallevi (Direttore Business
Development di IDeA FIMIT) è stato chiamato a fare il punto circa stato dell’arte e scenari
futuribili. Quali sono dunque le prospettive?
In estrema sintesi, riprendendo Zanzottera:
“L’elevata competizione globale ha accelerato la compressione dei rendimenti in
alcuni Paesi rendendo l’Italia un target di investimento particolarmente interessante per
alcuni investitori. Tale contesto dovrebbe
proseguire anche nel corso del 2015 grazie
al particolare momento storico che vede
contemporaneamente presenti bassi tassi
di interesse e bassi rendimenti dei bond
governativi che rendono il real estate una
forma di investimento particolarmente attraente anche nel nostro Paese”. Nell’ambito
del road show si è parlato inoltre di Invest in
Italy, che intende offrire ai visitatori di Expo
Real una vetrina delle opportunità tricolori
attraverso uno spazio congiunto già allestito
e dotato di tutti i servizi: si tratta insomma
di un pacchetto “chiavi in mano”, che “crea
una piattaforma di networking per progetti e
investimenti cross-border e cross-industry”.
Marco Mibelli di Mec&Partners, promotore e coordinatore della collettiva, spiega:
“A seguito del successo dello scorso anno,
siamo felici di replicare l’iniziativa Invest
in Italy anche nel 2015 con una compagine rafforzata di realtà pubbliche e private.
L’aggregazione tra territorio, finanza e progettualità è una delle componenti essenziali
per fare sistema e promozione sui mercati
internazionali”.
RE 117 - Maggio - Giugno 2015 77
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Tendenze
Ex falso sequitur quodlibet: ma le
chiacchiere stanno ormai a zero…
“L’esperienza della crescita Usa è un modello per l’Europa (…) con l’austerity
non si va da nessuna parte” (Matteo Renzi dixit al cospetto di Barack Obama)
’America deve ancora conseguire una piena ripresa dagli effetti della crisi del 2008.
Tuttavia, abbiamo recuperato buona parte
del terreno perduto, anche se non tutto.
Altrettanto non si può affermare, invece,
della zona euro, nella quale il Pil reale pro
capite è ancora oggi inferiore a quello del
2007, ed è inferiore del 10 per cento rispetto a dove si supponeva dovesse trovarsi.
Una prestazione peggiore di quella che
l’Europa ebbe negli anni Trenta. Perché
l’Europa si è comportata così? Ho ascoltato
discorsi e letto articoli nei quali si ipotizza
che il problema stia nell’inadeguatezza
dei nostri modelli economici - nel fatto
che dovremmo riformulare la teoria macroeconomica che durante la crisi non è
riuscita a offrire una guida politica. Ma è
proprio così? No. È vero: pochi economisti avevano annunciato la crisi. Tuttavia, il
piccolo segreto dell’economia è che da
allora i modelli di base spiegati nei libri di
testo hanno funzionato bene. Il guaio è che
i dirigenti politici europei hanno deciso di
respingere quei modelli di base a favore
di approcci alternativi più innovativi, più
entusiasmanti e del tutto errati. Sto rianalizzando i dibattiti di politica economica e
ciò che mi colpisce in modo evidente dal
2010 in poi è la divergenza di pensiero tra
Stati Uniti ed Europa. In America, la Casa
Bianca e la Federal Reserve sono rimaste
fedeli all’economia keynesiana tradizionale. L’Amministrazione Obama ha sprecato
tempo e fatica per perseguire una “grande
intesa” sul bilancio, pur continuando però
a credere nella tesi sostenuta nei libri di
“L
78 RE 117 - Maggio - Giugno 2015
testo, ossia che in un’economia depressa la
spesa in deficit di fatto è una cosa positiva.
La Fed ha ignorato gli ammonimenti secondo i quali stava “svalutando il dollaro”, ed
è rimasta aderente all’opinione secondo
la quale le politiche di basso tasso di interesse non avrebbero provocato inflazione,
almeno fino a quando la disoccupazione
fosse rimasta alta. In Europa, al contrario, la
leadership politica si è dimostrata disposta,
quasi con impazienza, a gettare i libri di
economia dalla finestra per prediligere
nuovi criteri. La Commissione Europea,
a Bruxelles, ha accolto con entusiasmo le
presunte prove sull’utilità della “austerità
espansiva”, respingendo le argomentazioni tradizionali a favore della spesa pubblica
in deficit, e ha preferito sposare la tesi
secondo cui tagliare le spese in un’economica depressa porterebbe alla creazione
di posti di lavoro perché alimenterebbe la
fiducia. La Bce ha preso a cuore i moniti sul
rischio di inflazione e nel 2011 ha alzato i
tassi di interesse, anche se la disoccupazione era alta. Ma mentre i politici europei
possono aver immaginato di dare prova di
apertura nei confronti di nuove idee economiche, gli economisti ai quali hanno dato
retta dicevano loro proprio ciò che volevano sentirsi dire. Cercavano giustificazioni
per le rigide politiche che erano decisi a
imporre alle nazioni debitrici; e così hanno
trattato come celebrità economisti quali Alberto Alesina, Carmen Reinhart e Kenneth
Rogoff che parevano offrire proprio quella
giustificazione. Invece, come si è scoperto, quella ricerca nuova ed entusiasmante
presentava grosse pecche. E così, mentre
le nuove idee si sono rivelate un fallimento,
la teoria economica dei vecchi tempi si
è dimostrata più forte. Furono derise le
previsioni di economisti keynesiani, me
incluso, secondo i quali i tassi di interesse
sarebbero rimasti bassi nonostante i deficit
di bilancio, l’inflazione sarebbe stata frenata nonostante gli acquisti di bond da parte
della Fed e i tagli alla spesa pubblica - lungi dall’innescare espansione alimentata da
fiducia - avrebbero provocato un ulteriore
crollo della spesa dei privati. Queste previsioni, al contrario, si sono avverate. (….) Se
volete deprimervi sul futuro dell’Europa,
leggete l’intervento di Wolfgang Schäuble,
ministro delle Finanze tedesco, mercoledì
sul New York Times. Troverete un ripudio di
ciò che sappiamo di macroeconomia, delle
intuizioni che l’esperienza europea degli
ultimi cinque anni avvalora. Nel mondo di
Schäuble l’austerità conduce alla fiducia,
la fiducia genera crescita e, nel caso in cui
per il vostro Paese ciò non funzionasse,
significa solo che lo state facendo nel
modo sbagliato. Torniamo alle nuove
idee e al loro ruolo in politica: è difficile
argomentare a sfavore delle nuove idee.
Negli ultimi anni, tuttavia, lungi dal fornire una soluzione, le idee economiche
innovative spesso sono state parte del
problema. Se avessimo continuato ad
aderire alla macroeconomia dei vecchi
tempi staremmo di gran lunga meglio.”
(Paul Krugman, The New York Times, pubblicato da la Repubblica, 20 aprile 2015).
Per Renzi “occorre una nuova stagione di
crescita e investimenti”: provate a dare
un’occhiata al Def…
RE-RETAIL
(per ulteriori notizie e approfondimenti: www.re-web.it)
Grexit, Geuro, Drachmail…
rima c’era stato, era giusto
l’aprile scorso, il «ritorno sui
mercati» della Grecia: non era proprio
vero, comunque grandi feste per Atene.
A fine 2014, poi, grandi istituzioni
e giornali parlavano di «recessione
finita» e «ritorno alla crescita» per
la Grecia. Sottotesto: Vedete? Se uno
fa i compiti a casa poi i risultati si
vedono. «La cura funziona» titolò La
Stampa a ottobre. A novembre, poi,
la Commissione europea addirittura
annunciava il miracolo: grazie alla
crescita del Pil, i conti pubblici di Atene
torneranno in attivo nel 2016 con un
avanzo di bilancio pari all’1,3% del Pil.
«La rivincita di Atene», si commosse
Il Sole 24 Ore E di quanto cresceranno
questi benedetti greci? L’anno scorso
erano accreditati di un sontuoso +0,6%
(ma l’ultimo trimestre, a sorpresa, è
stato negativo) e di lì +2,5% quest’anno
e +3,7% nel 2016 a stare al Fondo
monetario. Ma allora è tutto a posto,
dirà il lettore. Mica tanto, visto che il
responsabile del Dipartimento Europeo
del Fmi, Poul Thomsen, ieri ha messo
a verbale quanto segue: «Quelle stime
sono irrealistiche» e vanno riviste al
ribasso; «non ci aspettiamo che la
Grecia sia il Paese che cresce di più
in Eurolandia nel 2016». Seguiranno
titoloni sui giornali. O no?” (“Le bufale
del Fondo monetario e dell’Ue sul Pil
ellenico”, il Fatto Quotidiano, 18 aprile
2015). “Partiamo dai fatti: la crisi del
debito pubblico greco è una crisi del
credito privato tedesco e francese.
Lo ha ammesso il vicepresidente
della Bce (...). L’ammissione è del
2013, ma fino ad allora la Bce aveva
spalleggiato i creditori del Nord
consentendo loro di salvare con cifre
folli le loro banche incapaci (…) e
avvalorando una narrazione distorta
dei fatti, che distogliesse l’attenzione
dalla responsabilità del Nord, per
coinvolgere nel «salvataggio dello
stato greco» paesi che, come il nostro,
non c’entravano nulla, e non avevano
dovuto salvare alcuna banca a casa
propria (…)”. (Alberto Bagnai, ibidem). A
proposito di nordici e di sudici…
“P
L’ottimismo di Morgan Stanley
a sorpresa positiva dell’eurozona
sarà l’Italia. Grazie alla “tripla
spinta” di bassi tassi, euro svalutato,
energia a buon mercato, il tutto
combinato con le riforme strutturali
che finalmente sono partite, la nostra
sarà, fra le economie della moneta
unica, quella ad accelerare più
vistosamente. «Il tasso di crescita
schizzerà di 100 punti l’anno passando
dal -0,4 del 2014 al +0,7% del 2015 e
poi al +1,7% nel 2016 ma soprattutto
le prospettive sono per un’ulteriore
spinta incrementale, sempre che
le riforme proseguano, negli anni
successivi», spiega Daniele Antonucci,
capo analista per il Sud Europa della
Morgan Stanley basato a Londra, che
ha coordinato un ponderoso rapporto
sul nostro Paese in cui per la prima
volta da anni la banca d’investimenti
angloamericana esprime giudizi positivi
sul recupero italiano. Le previsioni
coincidono “incidentalmente”, spiega
l’economista, con quelle del governo (…)
«Anche se c’è ancora da fare aumentare
dell’1% la crescita anno su anno è una
performance di rispetto. Quel che è
ancora poco apprezzato dai mercati è
che l’economia italiana sta cominciando
a affrontare e risolvere importanti
problemi strutturali sorretta da un ciclo
economico finalmente favorevole».
L’Italia, si legge nel rapporto, sarà
una delle migliori economie europee
e scalerà sempre più posizioni nella
classifica della crescita per Paesi: “La
Renzinomics è l’opportunità per uscire
da due decenni di quasi stagnazione”.
(…) E la vulnerabilità a shock esterni
tipo Grecia? «Il pericolo esiste visto
l’alto debito pubblico ma l’Italia
beneficia di condizioni che dovrebbero
limitare il contagio: l’esistenza di fondi
per le emergenze, lo stesso Qe, la
minor esposizione del sistema bancario
perché c’è già stata la ristrutturazione
del debito greco, nonché lo stesso
avanzo primario e il bilancio attivo delle
partite correnti che creano, insieme al
ritorno alla crescita, un cuscinetto per
contenere eventuali difficoltà»” (Eugenio
Occorsio, la Repubblica, 23 aprile 2015).
“L
Il Def secondo Unimpresa
analisi del Centro studi
dell’associazione sul Def
appena approvato dal governo: dal
2015 al 2019 le entrate tributarie e
previdenziali in costante aumento,
fino a 881 miliardi. Pressione fiscale
sopra il 44%. Su Irpef, Ires e Iva giro
di vite da quasi 80 miliardi. Niente
spending review: la spesa della pa
salirà nel quinquennio di quasi 38
miliardi. Tesoretto spread da 7,8 miliardi
bruciato dagli sprechi. Sterilizzati gli
investimenti pubblici: le uscite in conto
capitale ferme a 60 miliardi l’anno.
(…) Una stangata fiscale da oltre 100
miliardi di euro nei prossimi 5 anni.
Dal 2015 al 2019 le entrate tributarie
dello Stato cresceranno costantemente
e arriveranno fino agli 881 miliardi del
2019. Complessivamente nel prossimo
quinquennio i contribuenti italiani
dovranno versare nelle casse pubbliche
104,1 miliardi in più rispetto allo scorso
anno (+13%). Sulle imposte dirette e
indirette – principalmente Irpef, Ires
e Iva – ci sarà una stretta da quasi 80
miliardi. E la pressione fiscale salirà
oltre il 44%. Il bilancio statale non sarà
sforbiciato: le uscite cresceranno di
quasi 38 miliardi (+4%) e sono stati
sterilizzati gli investimenti pubblici,
che resteranno stabili attorno ai 60
miliardi l’anno. Questi i dati principali di
un’analisi del Centro studi di Unimpresa
che ha preso in esame le tabelle del
Documento di economia e finanza
(Def) approvato il 10 aprile scorso dal
consiglio dei ministri”. “Di fronte a
questi numeri – commenta il presidente
di Unimpresa, Paolo Longobardi – c’è
poco da dire: come rappresentanti
delle micro, piccole e medie imprese
italiane ci sentiamo presi in giro, perché
non possiamo ignorare lo spread
esistente dagli annunci del governo ai
provvedimenti e ai numeri messi nero
su bianco dopo le sedute del consiglio
dei ministri. Sta di fatto che le tasse
aumentano e gli sprechi del bilancio
pubblico restano intatti: non è questo
il modo per salvare il nostro Paese.”
(Fonte: www.unimpresa.it). “Pure i gufi
sanno far di conto”…
“L’
RE 117 - Maggio - Giugno 2015
79
Dall’esperienza di
Da rivista a progetto integrato:
inStore è un sistema di comunicazione
che comprende la realizzazione
di pubblicazioni monotematiche
di approfondimento,un sito con
aggiornamenti quotidiani e una
newsletter settimanale in due
edizioni (italiano e inglese) inviata
su un Database unico in Italia
e all’estero.
instoremag.it
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Nuovo Codice appalti: sarà l`alba di una nuova era?