Il Divulgatore n.5/2002 “Sistemi di previsione e avvertimento” Modello A-SCAB Ticchiolatura del melo Venturia inaequalis, Spilocaea pomi Riccardo Bugiani , Paola Govoni - Servizio fitosanitario Regione Emilia-Romagna La ticchiolatura rappresenta la più grave avversità crittogamica del melo. In annate a forte pressione della malattia si può arrivare ad avere compromessa l’intera raccolta. Diffusione del patogeno Le infezioni prendono avvio all’inizio della ripresa vegetativa dalle ascospore che maturano all’interno di pseudoteci presenti sulle foglie infette dell’anno precedente e cadute a terra. Finito il processo di maturazione, le ascospore ad ogni evento piovoso vengono rilasciate nell’aria e tramite correnti d’aria e schizzi di pioggia veicolate sui tessuti verdi suscettibili di melo. Qui, se le condizioni climatiche sono favorevoli, iniziano a germinare penetrando negli spazi sottocuticolari di foglie e frutti. Dopo un periodo di incubazione, variabile in funzione della temperatura, sugli organi infetti compaiono i primi sintomi dell’infezione, seguiti dall’evasione del patogeno e dalla formazione dei conidi, che daranno origine ad altre infezioni secondarie all’interno del frutteto. Le foglie e i frutti infetti in autunno cadono a terra, costituendo un idoneo substrato per la formazione degli pseudoteci nella faseinvernale, i quali rappresenteranno l’inoculo per le infezioni primarie nell’anno successivo. Le strategie di intervento per contenere l’avversità si sono via via affinate nel tempo, partendo all’inizio con trattamenti a calendario, fino ad arrivare ai nostri giorni, in cui i trattamenti vengono cadenzati a turno biologico oppure adottando il turno fisso o allungato in funzione dell’andamento climatico e della presenza della malattia, come stabilito dai Disciplinari di produzione integrata. I trattamenti prendono avvio alla ripresa vegetativa del melo nella fase fenologica di punte verdi e, se nel frutteto non sono stati rilevati sintomi della malattia, si interrompono dopo la fase di frutto noce quando i frutti non sono più suscettibili all’infezione. Strategie di difesa Le strategie di difesa guidata hanno da sempre quindi individuato nella fase iniziale di infezione ascosporica la chiave per una razionalizzazione degli interventi chimici, mantenendo un buono stato fitosanitario del frutteto. Importante è, a questo riguardo, individuare l’inizio e la fine della fase di rischio per le infezioni primarie ascosporiche e la dinamica di emissione delle ascospore all’interno di questo intervallo di tempo. A questo scopo già da una ventina di anni si fa uso di monitoraggi del volo ascosporico, eseguiti tramite captaspore più o meno rudimentali, ma solamente da una decina di anni il monitoraggio aerobiologico di Venturia inaequalis è stato effettuato capillarmente in Emilia Romagna. L’attività aveva e ha tuttora il duplice scopo da un lato di raccogliere informazioni precise sulla dinamica di emissione delle ascospore e, dall’altro di fornire a tecnici e agricoltori informazioni sull’inizio dell’emissione ascosporica, per dare avvio ai trattamenti, e sul suo esaurimento, per terminare i trattamenti anti-ticchiolatura qualora la difesa eseguita fino a quel momento fosse risultata efficace e quindi nessun attacco di ticchiolatura fosse in corso nel frutteto. Le informazioni scaturite da questa decennale attività ha permesso di mettere a punto un modello previsionale in grado di simulare la maturazione degli pseudoteci e la dinamica di emissione delle ascospore nel periodo di infezione primaria. Il modello di simulazione A-SCAB è stato elaborato e messo a punto dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza in collaborazione con il Servizio fitosanitario della Regione Emilia-Romagna - enti che tuttora ne curano l’osservazione – ed è stato finanziato dal Crpv nell’ambito del progetto “Modelli previsionali”. Definizione del modello Il modello previsionale separa la fase di rischio di infezione ascosporica in 5 periodi a diverso rischio: assente, potenziale, reale, presente, esaurito. Questi periodi sono calcolati da due modelli matematici che hanno come variabili dei parametri meteorologici. Un primo modello stima lo sviluppo degli pseudoteci svernanti e determina successivamente quando il primo pseudotecio conterrà ascospore mature e pigmentate, in grado, cioè, di essere emesse a seguito di ogni pioggia. Tale modello è stato elaborato da James e Sutton nel 1982 e successivamente modificato da Mancini nel 1984 per adattarlo alle condizioni climatiche del Nord Italia. Lo sviluppo degli pseudoteci (ST) viene calcolato in funzione della temperatura media dell’aria, della quantità di pioggia caduta e del numero di ore di bagnatura o umidità relativa superiori all’85%. In pratica il modello descrive, a partire dal 1° febbraio, l’influenza della temperatura sullo sviluppo degli pseudoteci quando l’umidità della lettiera di foglie infette cadute a terra non limita lo sviluppo fungino e allo stesso tempo tiene conto dell’effetto limitante della siccità sullo sviluppo ontogenetico degli pseudoteci. Il secondo modello stima la proporzione di ascospore stagionali che di volta in volta maturano e diventano pronte per essere rilasciate ad ogni evento piovoso. In tale modello quindi la dinamica stagionale viene calcolata attraverso una curva matematica logistica, che descrive la relazione esistente tra la percentuale cumulata delle ascospore catturate quotidianamente (PAT e relativi intervalli di confidenza PAT1 e PAT2) e i gradi-giorno accumulati. Anche in questo caso le variabili climatiche sono rappresentate dalla temperatura e dalla bagnatura, perciò le unità termiche vengono accumulate solo quando la temperatura è superiore a 0 °C e le foglie risultano bagnate. Il “biofix”, cioè il valore soglia per iniziare l’accumulo dei gradi-giorno, è il giorno in cui il valore della stima dello sviluppo degli pseudoteci (ST) raggiunge il valore di 9.5. La Tabella di Mills perfezionata Il modello previsionale A-SCAB calcola ad ogni rilascio ascosporico la probabilità di infezione in funzione della curva di Mills, modificata da McHardy e Gadoury nel 1986 e denominata Mills a-3. La tabella originale di Mills, ormai usata da più di 40 anni, fornisce una stima del numero di ore di bagnatura fogliare necessarie per avere l’infezione in un intervallo di temperatura variabile da 5,5 °C a 25,5 °C. I parametri climatici presi in considerazione sono quindi il numero di ore di bagnatura fogliare continua e la temperatura media raggiunta nel periodo di bagnatura. In base a ciò Mills arrivò a definire 3 livelli di infezione - leggera, media, grave - tuttora utilizzati. La tavola di Mills fu successivamente modificata da Jones per ottenere valori di infezioni ascosporiche fino alla temperatura di 2,2 °C. Le nuove conoscenze epidemiologiche permettono oggi di ottenere stime di rischio infettivo più precise. La nuova curva di Mills a-3 rappresenta quindi l’ultima modifica alla curva originale, la quale sottostimava il tempo richiesto per le infezioni a tutte le temperature, specialmente nel range di temperatura di 2,5 a 7,7 °C.Al contrario, a 21 °C vi sono solo 3 ore di differenza tra la curva originale e la nuova interpretazione, denominata quindi Mills a- 3. Il nuovo algoritmo è quello oggi maggiormente utilizzato. In base alle nuove conoscenze epidemiologiche, quindi, non vi sono più le condizioni per accettare i tre livelli di gravità presenti nel criterio originale di Mills. La lunghezza del periodo di bagnatura non è più quindi il solo parametro ritenuto in grado di influenzare la gravità di una infezione di ticchiolatura, ma vanno presi in considerazione altri parametri, quali la suscettibilità dell’ospite e, ancora più importante, la disponibilità di tessuti esposti e la reale quantità di ascospore disponibili. Verifiche sperimentali Il modello di simulazione A-SCAB è stato elaborato su una base storica di dati di monitoraggio aerobiologico di 15 anni e testato con buoni risultati nelle condizioni climatiche presenti negli areali di coltivazione del melo nelle province di Bologna e Modena. Il modello è annualmente sotto osservazione da parte di tecnici esperti del Servizio fitosanitario della Regione Emilia-Romagna e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza (Rossi et al., 1999, 2000, 2001; Giosuè et al., 2000). COME SI UTILIZZA IL MODELLO A-SCAB Dati necessari per l’elaborazione • Temperatura oraria e giornaliera media (°C) • Bagnatura (h) • Pioggia (mm) Informazioni ottenute • Data di inizio rischio emissione ascospore • Percentuale di spore emesse ad ogni evento piovoso • Rischio di infezioni primarie • Durata di incubazione della malattia • Data di comparsa dei sintomi Il modello è in grado di determinare il PAT giornaliero, reso visibile dalla linea blu sul grafico, e i vari livelli di rischio di rilascio ascosporico evidenziati dagli istogrammi di diversi colori. La visualizzazione è sia grafica che tabellare. In base alle finestre di output l’utilizzatore è in grado di determinare la data di inizio e di fine dell’emissione delle ascospore di V. inaequalis e di conseguenza il momento più opportuno per dare avvio ai trattamenti crittogamici e interromperli. Inoltre il modello di simulazione fornisce indicazioni aggiornate sulla percentuale di maturazione delle ascospore durante la stagione vegetativa e, più importante ancora, sulla percentuale di ascospore che verrà rilasciata nel caso di una pioggia prevista. Questa informazione (D), visualizzata sia in forma grafica che tabellare, si ottiene dalla differenza tra il valore di PAT odierno e quello di PAT relativo all’emissione precedente. Tale valore, unito a quello previsionale di pioggia, dà la possibilità al tecnico o all’agricoltore di prevedere la presunta gravità di una infezione (infatti maggiore sarà il valore di D, più alta sarà la percentuale di spore emesse e, di conseguenza, maggiore la probabilità del rischio infettivo) e quindi di decidere anche un trattamento preventivo con principi attivi a maggiore o minore efficacia. Una seconda visualizzazione del modello A-SCAB è in grado poi di dare le informazioni classiche riguardo al numero di ore di bagnatura fogliare e alla temperatura registrata durante tale periodo, corredate con l’avviso di “infezione avvenuta” e percentuale di incubazione trascorsa giorno per giorno fino ad arrivare al 100%, momento di probabile comparsa dei sintomi in campo. Periodi di rischio ascosporico simulato dal modello A-SCAB Fase di sviluppo Le ascospore non sono ancora mature. Simulazioni del modello Rischio assente Il rischio di emissione ascosporica è assente quando ST è minore di 9.5; il modello modificato di James e Sutton viene utilizzato per determinare la data nella quale la popolazione di pseudoteci raggiunge lo stadio medio di sviluppo. Lo stadio corrispondente al valore 9.5 di ST è quello in cui, a seguito della variabilità all’interno della popolazione svernante, una piccola parte di pseudoteci (circa il 2%) contiene ascospore morfologicamente mature. Rischio potenziale Le ascospore sono mature ma non ancora pronte per essere rilasciate. Il rischio di emissione ascosporica viene ritenuto potenziale quando ST è maggiore o uguale a 9.5 e PAT è minore di 0.016 con intervallo di confidenza (PAT1) di 0.004 e (PAT2) di 0.068, corrispondente anche al valore di 80 °C gradi-giorno cumulati. Questa soglia è stata determinata sulla base di precedenti osservazioni, ben sapendo che la maturazione delle ascospore precede la maturazione degli aschi. Perciò all’inizio della stagione le ascospore morfologicamente mature non vengono rilasciate fino a che il 10–15% degli aschi non contiene ascospore mature. In pratica questo si traduce nel fatto che nelle prime fasi della stagione le ascospore non vengono rilasciate, anche se in concomitanza di eventi piovosi favorevoli. Reale: le ascospore possono essere rilasciate ogni qualvolta si verificano eventi piovosi. Il rischio diventa presente quando il valore di PAT è maggiore o uguale a 0.016; le ascospore quindi sono mature e pronte per essere rilasciate. Il rischio da presente diventa reale quando le ascospore sono eiettate dagli pseudoteci, quando cioè si verifica un evento piovoso anche se di pochi millimetri. La percentuale di ascospore rilasciate a ogni evento viene calcolata usando il valore di PAT stimato dal modello in corrispondenza dell’evento piovoso e sottraendo la percentuale del PAT accumulata al rilascio precedente. All’interno della zona di rischio reale sono stati definiti dei valori sulle curve di PAT che corrispondono a diversi livelli di rischio: basso con PAT<0.016 e >0.9 PAT1 = 0.1; intermedio con PAT1 = 0.1 e PAT = 0.9; alto con PAT1 e PAT2 = 0.5. Presente: Le ascospore diventano “air-borne”. Rischio reale e presente Livelli di rischio attribuiti in funzione dei valori di PAT, PAT1 e PAT2 e dei gradi-giorno raggiunti. Le ascospore sono state tutte rilasciate. Rischio esaurito Si entra in questa fase quando il valore di PAT è maggiore o uguale a 0.99. In pratica tutto il potenziale di inoculo del patogeno è stato rilasciato nel frutteto e non vi sono più ascospore mature in grado di dare origine ad infezioni primarie. In questo caso, se non vi sono infezioni di ticchiolatura in atto nel frutteto, non vi è alcun motivo di proteggere il frutteto e quindi i trattamenti contro questa avversità possono essere interrotti.