Gruppo Geode www.hospicediabbiategrasso.it I fogli del Geode Anno II n.1 - Giugno 2014 ARGOMENTI LO SPAZIO RELAZIONALE L’INTERVENTO PSICOLOGICO: UN INTERVENTO TERAPEUTICO L’intervento psicologico Dal punto di vista dell’equipe interdisciplinare e multidimensionale Dal punto di vista della famiglia e del paziente APPUNTI SUL LUTTO Working Progress del Gruppo Geode IL LUTTO IN CURE PALLIATIVE Il lavoro nel tempo del lutto e l’organizzazione personale 7 Sito Geode: www.hospicediabbiategrasso.it - Per info: [email protected] I fogli del Geode Anno II n.1 - Giugno 2014 Che cosa sono I fogli del Geode Le nostre idee. E il desiderio di condividere i pensieri tra psicologi e operatori in cure palliative. Attraverso questi fogli leggeri e informali desideriamo raccontare l’evoluzione di un pensiero che tra teoria e pratica descrive la progressiva strutturazione di un modo di lavorare. Il contesto della malattia inguaribile, della presa in carico globale e del tempo del morire interrogano la psicologia, rendendosi sfide per un intervento capace di essere utile ai fini di un possibile cambiamento. LO SPAZIO RELAZIONALE Riprendiamo (I fogli del Geode I,1) la definizione di spazio relazionale. Che cos’è lo spazio relazionale e perché ne parliamo? Intendiamo con spazio relazionale l’insieme di quelle abilità relazionali che il contesto delle cure palliative richiede a tutta l’equipe. Ciascun operatore è chiamato ad essere competente nel riconoscere, vivere e gestire le dinamiche relazionali della famiglia che accede ai Servizi. Abilità e competenze da acquisire e che hanno come obiettivo quello di costruire, attraverso una comunicazione efficace, la fiducia e l’alleanza tra servizio e famiglia. È quel psychological support di cui parla l’EAPC, che rende capace gli operatori, qualsiasi sia la professione, di osservare e riportare in equipe le dinamiche della famiglia in ordine alla malattia e all’assistenza. Le abilità e le competenze dell’equipe all’interno dello spazio relazionale sono il primo livello su cui lo psicologo palliativista è chiamato ad interrogarsi. Il lavoro dello psicologo, figura professionale riconosciuta come parte dell’equipe, comincia dalla capacità di integrare il sapere psico-relazionale nella vita quotidiana del reparto, nel tempo dell’assistenza e della presa in carico del Servizio. Insieme a questo è competenza specifica dello psicologo palliativista, quella di rendere l’equipe esperta nel riconoscere le storie familiari e le diverse posizioni professionali. L’INTERVENTO PSICOLOGICO: UN INTERVENTO TERAPEUTICO Lo psicologo palliativista deve saper lavorare a fianco di altri professionisti, integrando la propria professione con lo specifico di discipline diverse. L’intervento psicologico Le dinamiche relazionali del tempo della presa in carico non sono competenza specifica ed esclusiva dello psicologo palliativista. Ma da qui parte l’intervento psicologico. Da quello che l’equipe vede, riconosce, segnala. Con intervento psicologico definiamo il lavoro dello psicologo che con modalità che gli sono proprie, insieme a strumenti e tecniche specifiche, costruisce i significati familiari entro cui interpretare il tempo della malattia, avviando con la famiglia, là dove necessario, una rilettura e un cambiamento del sistema familiare. 2 Sito Geode: www.hospicediabbiategrasso.it - Per info: [email protected] I fogli del Geode Anno II n.1 - Giugno 2014 Dal punto di vista dell’equipe interdisciplinare e multidimensionale Attraverso l’intervento dello psicologo si rilegge la storia relazionale e familiare, la storia diagnostica, di malattia, passando attraverso il complesso intreccio di tutto questo con la vita relazionale. Obiettivo dell’intervento sarà l’analisi e la costruzione dei significati: personali, familiari, prima e dopo la prognosi. Il fine quello di costruire nuovi punti prospettici con cui guardare il tempo della presa in carico. Nuove prospettive e diverse visioni per osservare nel tempo dell’assistenza, quello che si pensa di vedere. Dal punto di vista della famiglia e del paziente La malattia inguaribile è punto di partenza e cornice contestuale di ogni colloquio. Con la morte di un familiare cambiano i giochi e le posizioni relazionali dei diversi componenti, facendo emergere fragilità o punti di forza fino a quel momento silenti o inimmaginabili. Questo implica una riorganizzazione di Sé e della propria vita alla luce di un evento che sta capitando. Un evento -quello del morire- che di per sé è normale, naturale e non patologico. Eppure nel passaggio dalla malattia al dolore c’è un complesso soffrire per il quale può diventare necessaria una presa in carico da parte dello psicologo palliativista. APPUNTI SUL LUTTO. Spunti non esaustivi, ma di riflessione. Working progress del Gruppo Geode: il lavoro nel lutto in cure palliative Definizione del lutto Processo e forma di ridefinizione di sé, delle relazioni e del contesto che coinvolge il vissuto relazionale e l’elaborazione emotivo-cognitiva nei confronti del morire e della morte di una persona. Lutto e separazione La rottura di un legame accomuna questi due concetti per i quali il cambiamento del contesto relazionale è l’esito. Ciò che maggiormente differenzia queste due realtà è che il lutto ha come presupposto la perdita, che produce un cambiamento per il quale nessun componente delle parti lavora. La perdita accade, attesa o improvvisa, ma ineliminabile e definitiva. Il lutto invece si costruisce. Il lutto non è solo una separazione, ma presuppone una assenza, una mancanza e un vuoto che rendono inaccessibile l’altro. Il lutto implica fatiche a tre livelli: emotivo, cognitivo e relazionale. L’assistenza cp è teatro e scenario di quella possibile empasse relazionale che la famiglia vive. Si è di fronte ad un cambiamento delle posizioni relazionali che si modificano. Il lavoro nel tempo del lutto ha a che fare con la ridefinizione delle relazioni. È da ridefinire la posizione personale nei confronti del malato. È da ridefinire la posizione personale nei confronti del contesto. 3 Sito Geode: www.hospicediabbiategrasso.it - Per info: [email protected] I fogli del Geode Anno II n.1 - Giugno 2014 Teorie e clinica in riferimento al lutto Pensiamo al lutto in una maniera multimensionale (Gilliland e Fleming, 1998; Rando, 1986) definendolo come un processo che comincia prima della morte. Il tempo della degenza, dell’assistenza, della presa in carico è già il tempo del lutto. Consideriamo il lutto come un evento naturale all'interno del ciclo di vita familiare. La morte è un evento normale, naturale e ineluttabile, la nostra attenzione va al vissuto nel tempo del morire. La ricerca bibliografica sull’argomento ci pone di fronte ad un ampio panorama di lavori scientifici, sia di impostazione teorica sia orientati alla clinica. Dalla revisione della letteratura sull'argomento cominciamo ad avviare la nostra riflessione partendo dal rianalizzare quattro modelli principali: - psicodinamico (S. Freud, M. Klein) - teoria dell'attaccamento (J. Bowlby) - modello sistemico-relazionale (M. Bowen) - teorie cognitive (M. Stroebe e H. Schut) Ciascuna cornice teorica prevede al suo interno sotto modelli che declinano il lutto da punti di vista differenti, mantenendo tuttavia la stessa matrice concettuale. Il lavoro psicologico può essere con i pazienti o con i familiari. Da qui in avanti ci riferiamo al lavoro con i familiari. IL LUTTO IN CURE PALLIATIVE Il tempo del lutto, dell’assistenza in cure palliative: via d’accesso all’organizzazione personale 1. Fase valutativa L’assenza può rendere instabili o comunque mettere in discussione gli equilibri raggiunti. Obiettivo dell’intervento è attraverso il lutto giungere all’organizzazione personale Nella fase valutativa si considerano quattro livelli per definire l’organizzazione personale di significato: a) il livello emotivo-cognitivo b) il livello del reale c) il livello della perdita d) il livello delle relazioni Dalle fasi del lutto all’organizzazione personale. Questa riteniamo che sia la premessa per impostare il lavoro nel tempo del lutto. Il lavoro nel tempo dell’assenza può esserci come chiusura di discorsi già avviati o come rilettura del lutto e della perdita avvenuta. 4 Sito Geode: www.hospicediabbiategrasso.it - Per info: [email protected] I fogli del Geode Anno II n.1 - Giugno 2014 1. RIDEFINIZIONE DEL LUTTO NELLA VITA Il paziente integra il lutto nella vita coniugando e modulando lo stato emotivo e cognitivo (Livello I). Discorso e linguaggio coerente tra aspettative e realtà (Livello II). Vive il tempo della perdita come un disequilibrio integrabile nella propria semantica (Livello III). Si percepisce che il paziente ha una nuova posizione relazionale da assumere (Livello IV). La semantica del ricordo Il ricordo che sosterrà dopo l’evento puntuale della morte: ricordo condiviso col paziente malato e portato in terapia. 2. LUTTO E ASSENZA EVENTI PUNTUALI E NON PROCESSI Non c’è coerenza ma disconnessione e disgregazione tra il livello emotivo e il livello cognitivo (Livello I). Memoria e linguaggio non sono adeguati al reale: la narrazione è incoerente (Livello II) Vive il tempo del lutto e della perdita dell’altro come perdita di sé (Livello III). Confusione relazionale e mancanza di confini (Livello IV). Il lavoro sul tempo presente Cornice temporale e cornice spazio-temporale devono essere riedificate attraverso la narrazione puntuale di episodi. Genogramma, sociogramma, fotogrammi per recuperare la storia delle relazioni. Diario dell’assistenza. 3. INACCESSIBILITÀ EMOTIVA Prevale il livello cognitivo che è coerente. Il livello emotivo è evitato o comunque non raggiungibile, accessibile o non considerato (Livello I). Il livello reale è considerato con distacco e con una sempre positiva normalizzazione degli eventi (Livello II). La perdita è un evento organizzativo (Livello III). Le relazioni sono caratterizzate da un aspetto funzionale e formale (Livello IV). L’impossibile emotivo. Le emozioni familiari, fuori dal paziente La circolarità emotiva: possibilità di modulare l’emotività attraverso quella del contesto relazionale. Emotività parlabile solo in maniera circolare. 4. LUTTO VINCOLO RELAZIONALE Prevale il livello emotivo non regolato. L’eloquio e il linguaggio manifestano una mancata integrazione del pensiero con il vissuto (Livello I). Il reale è per lo più ingestibile ed emotivamente non sostenibile (Livello II). La perdita è un evento emotivo (Livello III). Le relazioni sono eccessivamente coinvolgenti (Livello IV). Il ricordo: dall’episodio alla semantica I ricordi di un tempo “là e allora” per riuscire ad accedere ad un significato che, permanendo nel tempo, riconnette gli episodi alla semantica. Parole e tempo, dal là e allora, al “qui e ora” passando attraverso il lutto, come evento dirompente, che diventa possibilità e occasione per svincolarsi. 5 Sito Geode: www.hospicediabbiategrasso.it - Per info: [email protected] I fogli del Geode Anno II n.1 - Giugno 2014 TAVOLO DI LAVORO Lo psicologo in cure palliative: dai sintomi ai messaggi relazionali. TAVOLO DI LAVORO L’intervento terapeutico: il cambiamento in cure palliative tra restituzioni e metafore. Referente: Bert Claudia PARTECIPANTI Referente: Anna Porta PARTECIPANTI 1. Aldovini Diana 2. Arvino Francesca 3. Azzetta Federica 4. Bartocetti Giada 5. Bricchi Barbara 6. Caimi Annarita 7. Chieppa Francesca 8. Fiorina Luisa 9. Macchi Anna 10. Mismetti Laura 11. Porta Anna 12. Quadraruopolo Rino 13. Sempreboni Alessia 14. Soldi Sandra 15. Toietta Patrizia 16. Valera Luigi 17. Varani Silvia 18. Vignola Valentina 1. Arvino Francesca 2. Azzetta Federica 3. Berretta Laura 4. Bert Claudia 5. Bricchi Barbara 6. Caldarola Antonella 7. Caimi Annarita 8. Danesini Claudia 9. Fiorina Luisa 10. Gasparini Ivanna 11. Macchi Anna 12. Quadraruopolo Rino 13. Sempreboni Alessia 14. Soldi Sandra 15. Varani Silvia 16. Vignola Valentina TAVOLO DI LAVORO Il lavoro del lutto in cure palliative Referente: Luisa Fiorina PARTECIPANTI 1. Aldovini Diana 2. Arvino Francesca 3. Azzetta Federica 4. Bartocetti Giada 5. Berretta Laura 6. Bert Claudia 7. Bricchi Barbara 8. Caimi Annarita 9. Chieppa Francesca 10. Corà Alice 11. Di Nuzzo Elisa 12. Fusaro Alessandro 13. Gelati Primo 14. Macchi Anna 15. Porta Anna 16. Quadraruopolo Rino 17. Ricca Francesca 18. Roncaglia Marta 19. Sempreboni Alessia 20. Soldi Sandra 21. Toietta Patrizia 22. Vignola Valentina 23. Zaccherini Michela 6 Sito Geode: www.hospicediabbiategrasso.it - Per info: [email protected] Gruppo Geode www.hospicediabbiategrasso.it L’attività del Gruppo Geode può essere seguita in tre modi differenti 1. SITO ONLINE Sul sito: www.hospicediabbiategrasso.it. Sezione CHI SIAMO - GRUPPO GEODE 2. TAVOLI DI LAVORO Attraverso una collaborazione e partecipazione online mediante l’iscrizione ai tavoli di lavoro. Ogni tavolo ha un collega, referente dei lavori, che terrà costantemente aggiornato il gruppo, promuovendone gli obiettivi da perseguire. REFERENTE ARGOMENTO DEL TAVOLO DI LAVORO Luisa Fiorina Fondo Edo Tempia Gattinara (BI) Il lavoro del lutto in cure palliative Anna Porta Hospice L’Orsa Maggiore Biella L’intervento terapeutico: il cambiamento in cure palliative tra restituzioni e metafore Bert Claudia Fondazione Faro Torino Lo psicologo in cure palliative: dai sintomi ai messaggi relazionali 3. INCONTRI TEAM I colleghi iscritti a uno o più tavoli di lavoro possono partecipare anche alle giornate organizzate dal Gruppo Geode che si terranno ad Abbiategrasso dalle 10,00 alle 17,00 nelle seguenti date: Mercoledì 24 Settembre 2014 Mercoledì 26 Novembre 2014 Mercoledì 28 Gennaio 2015 Mercoledì 25 Marzo 2015 Mercoledì 27 Maggio 2015 Per partecipare al Gruppo Geode Per iscriversi è necessario inviare una mail a: fazzetta©hospicediabbiategrasso.it 7 Sito Geode: www.hospicediabbiategrasso.it - Per info: [email protected]