Gruppo Geode
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I fogli del Geode
Anno II n.1 - Giugno 2014
ARGOMENTI
LO SPAZIO RELAZIONALE
L’INTERVENTO PSICOLOGICO: UN INTERVENTO TERAPEUTICO
L’intervento psicologico
Dal punto di vista dell’equipe interdisciplinare e multidimensionale
Dal punto di vista della famiglia e del paziente
APPUNTI SUL LUTTO
Working Progress del Gruppo Geode
IL LUTTO IN CURE PALLIATIVE
Il lavoro nel tempo del lutto e l’organizzazione personale
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I fogli del Geode
Anno II n.1 - Giugno 2014
Che cosa sono I fogli del Geode
Le nostre idee. E il desiderio di condividere i pensieri tra psicologi e operatori in cure palliative. Attraverso
questi fogli leggeri e informali desideriamo raccontare l’evoluzione di un pensiero che tra teoria e pratica
descrive la progressiva strutturazione di un modo di lavorare. Il contesto della malattia inguaribile, della
presa in carico globale e del tempo del morire interrogano la psicologia, rendendosi sfide per un intervento
capace di essere utile ai fini di un possibile cambiamento.
LO SPAZIO RELAZIONALE
Riprendiamo (I fogli del Geode I,1) la definizione di spazio relazionale.
Che cos’è lo spazio relazionale e perché ne parliamo?
Intendiamo con spazio relazionale l’insieme di quelle abilità relazionali che il contesto delle cure palliative
richiede a tutta l’equipe.
Ciascun operatore è chiamato ad essere competente nel riconoscere, vivere e gestire le dinamiche
relazionali della famiglia che accede ai Servizi. Abilità e competenze da acquisire e che hanno come
obiettivo quello di costruire, attraverso una comunicazione efficace, la fiducia e l’alleanza tra servizio e
famiglia. È quel psychological support di cui parla l’EAPC, che rende capace gli operatori, qualsiasi sia la
professione, di osservare e riportare in equipe le dinamiche della famiglia in ordine alla malattia e
all’assistenza.
Le abilità e le competenze dell’equipe all’interno dello spazio relazionale sono il primo livello su cui lo
psicologo palliativista è chiamato ad interrogarsi. Il lavoro dello psicologo, figura professionale riconosciuta
come parte dell’equipe, comincia dalla capacità di integrare il sapere psico-relazionale nella vita quotidiana
del reparto, nel tempo dell’assistenza e della presa in carico del Servizio. Insieme a questo è competenza
specifica dello psicologo palliativista, quella di rendere l’equipe esperta nel riconoscere le storie familiari e
le diverse posizioni professionali.
L’INTERVENTO PSICOLOGICO: UN INTERVENTO TERAPEUTICO
Lo psicologo palliativista deve saper lavorare a fianco di altri professionisti, integrando la propria
professione con lo specifico di discipline diverse.
L’intervento psicologico
Le dinamiche relazionali del tempo della presa in carico non sono competenza specifica ed esclusiva dello
psicologo palliativista. Ma da qui parte l’intervento psicologico. Da quello che l’equipe vede, riconosce,
segnala. Con intervento psicologico definiamo il lavoro dello psicologo che con modalità che gli sono
proprie, insieme a strumenti e tecniche specifiche, costruisce i significati familiari entro cui interpretare il
tempo della malattia, avviando con la famiglia, là dove necessario, una rilettura e un cambiamento del
sistema familiare.
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Anno II n.1 - Giugno 2014
Dal punto di vista dell’equipe interdisciplinare e multidimensionale
Attraverso l’intervento dello psicologo si rilegge la storia relazionale e familiare, la storia diagnostica, di
malattia, passando attraverso il complesso intreccio di tutto questo con la vita relazionale.
Obiettivo dell’intervento sarà l’analisi e la costruzione dei significati: personali, familiari, prima e dopo la
prognosi. Il fine quello di costruire nuovi punti prospettici con cui guardare il tempo della presa in carico.
Nuove prospettive e diverse visioni per osservare nel tempo dell’assistenza, quello che si pensa di vedere.
Dal punto di vista della famiglia e del paziente
La malattia inguaribile è punto di partenza e cornice contestuale di ogni colloquio. Con la morte di un
familiare cambiano i giochi e le posizioni relazionali dei diversi componenti, facendo emergere fragilità o
punti di forza fino a quel momento silenti o inimmaginabili. Questo implica una riorganizzazione di Sé e
della propria vita alla luce di un evento che sta capitando. Un evento -quello del morire- che di per sé è
normale, naturale e non patologico. Eppure nel passaggio dalla malattia al dolore c’è un complesso soffrire
per il quale può diventare necessaria una presa in carico da parte dello psicologo palliativista.
APPUNTI SUL LUTTO.
Spunti non esaustivi, ma di riflessione.
Working progress del Gruppo Geode: il lavoro nel lutto in cure palliative
Definizione del lutto
Processo e forma di ridefinizione di sé, delle relazioni e del contesto che coinvolge il vissuto relazionale e
l’elaborazione emotivo-cognitiva nei confronti del morire e della morte di una persona.
Lutto e separazione
La rottura di un legame accomuna questi due concetti per i quali il cambiamento del contesto relazionale è
l’esito. Ciò che maggiormente differenzia queste due realtà è che il lutto ha come presupposto la perdita,
che produce un cambiamento per il quale nessun componente delle parti lavora.
La perdita accade, attesa o improvvisa, ma ineliminabile e definitiva.
Il lutto invece si costruisce. Il lutto non è solo una separazione, ma presuppone una assenza, una mancanza
e un vuoto che rendono inaccessibile l’altro.
Il lutto implica fatiche a tre livelli: emotivo, cognitivo e relazionale.
L’assistenza cp è teatro e scenario di quella possibile empasse relazionale che la famiglia vive. Si è di fronte
ad un cambiamento delle posizioni relazionali che si modificano. Il lavoro nel tempo del lutto ha a che fare
con la ridefinizione delle relazioni. È da ridefinire la posizione personale nei confronti del malato. È da
ridefinire la posizione personale nei confronti del contesto.
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Anno II n.1 - Giugno 2014
Teorie e clinica in riferimento al lutto
Pensiamo al lutto in una maniera multimensionale (Gilliland e Fleming, 1998; Rando, 1986) definendolo
come un processo che comincia prima della morte. Il tempo della degenza, dell’assistenza, della presa in
carico è già il tempo del lutto. Consideriamo il lutto come un evento naturale all'interno del ciclo di vita
familiare. La morte è un evento normale, naturale e ineluttabile, la nostra attenzione va al vissuto nel
tempo del morire.
La ricerca bibliografica sull’argomento ci pone di fronte ad un ampio panorama di lavori scientifici, sia di
impostazione teorica sia orientati alla clinica. Dalla revisione della letteratura sull'argomento cominciamo
ad avviare la nostra riflessione partendo dal rianalizzare quattro modelli principali:
- psicodinamico (S. Freud, M. Klein)
- teoria dell'attaccamento (J. Bowlby)
- modello sistemico-relazionale (M. Bowen)
- teorie cognitive (M. Stroebe e H. Schut)
Ciascuna cornice teorica prevede al suo interno sotto modelli che declinano il lutto da punti di vista
differenti, mantenendo tuttavia la stessa matrice concettuale. Il lavoro psicologico può essere con i pazienti
o con i familiari. Da qui in avanti ci riferiamo al lavoro con i familiari.
IL LUTTO IN CURE PALLIATIVE
Il tempo del lutto, dell’assistenza in cure palliative: via d’accesso all’organizzazione personale
1. Fase valutativa
L’assenza può rendere instabili o comunque mettere in discussione gli equilibri raggiunti.
Obiettivo dell’intervento è attraverso il lutto giungere all’organizzazione personale
Nella fase valutativa si considerano quattro livelli per definire l’organizzazione personale di significato:
a) il livello emotivo-cognitivo
b) il livello del reale
c) il livello della perdita
d) il livello delle relazioni
Dalle fasi del lutto all’organizzazione personale.
Questa riteniamo che sia la premessa per impostare il lavoro nel tempo del lutto. Il lavoro nel tempo
dell’assenza può esserci come chiusura di discorsi già avviati o come rilettura del lutto e della perdita
avvenuta.
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Anno II n.1 - Giugno 2014
1. RIDEFINIZIONE DEL LUTTO NELLA VITA
Il paziente integra il lutto nella vita coniugando e modulando lo stato emotivo e cognitivo (Livello I).
Discorso e linguaggio coerente tra aspettative e realtà (Livello II). Vive il tempo della perdita come un
disequilibrio integrabile nella propria semantica (Livello III). Si percepisce che il paziente ha una nuova
posizione relazionale da assumere (Livello IV).
La semantica del ricordo
Il ricordo che sosterrà dopo l’evento puntuale della morte: ricordo condiviso col paziente malato e portato
in terapia.
2. LUTTO E ASSENZA EVENTI PUNTUALI E NON PROCESSI
Non c’è coerenza ma disconnessione e disgregazione tra il livello emotivo e il livello cognitivo (Livello I).
Memoria e linguaggio non sono adeguati al reale: la narrazione è incoerente (Livello II)
Vive il tempo del lutto e della perdita dell’altro come perdita di sé (Livello III). Confusione relazionale e
mancanza di confini (Livello IV).
Il lavoro sul tempo presente
Cornice temporale e cornice spazio-temporale devono essere riedificate attraverso la narrazione puntuale
di episodi. Genogramma, sociogramma, fotogrammi per recuperare la storia delle relazioni. Diario
dell’assistenza.
3. INACCESSIBILITÀ EMOTIVA
Prevale il livello cognitivo che è coerente. Il livello emotivo è evitato o comunque non raggiungibile,
accessibile o non considerato (Livello I). Il livello reale è considerato con distacco e con una sempre positiva
normalizzazione degli eventi (Livello II). La perdita è un evento organizzativo (Livello III). Le relazioni sono
caratterizzate da un aspetto funzionale e formale (Livello IV).
L’impossibile emotivo. Le emozioni familiari, fuori dal paziente
La circolarità emotiva: possibilità di modulare l’emotività attraverso quella del contesto relazionale.
Emotività parlabile solo in maniera circolare.
4. LUTTO VINCOLO RELAZIONALE
Prevale il livello emotivo non regolato. L’eloquio e il linguaggio manifestano una mancata integrazione del
pensiero con il vissuto (Livello I). Il reale è per lo più ingestibile ed emotivamente non sostenibile (Livello II).
La perdita è un evento emotivo (Livello III). Le relazioni sono eccessivamente coinvolgenti (Livello IV).
Il ricordo: dall’episodio alla semantica
I ricordi di un tempo “là e allora” per riuscire ad accedere ad un significato che, permanendo nel tempo,
riconnette gli episodi alla semantica. Parole e tempo, dal là e allora, al “qui e ora” passando attraverso il
lutto, come evento dirompente, che diventa possibilità e occasione per svincolarsi.
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I fogli del Geode
Anno II n.1 - Giugno 2014
TAVOLO DI LAVORO
Lo psicologo in cure palliative:
dai sintomi ai messaggi relazionali.
TAVOLO DI LAVORO
L’intervento terapeutico: il cambiamento in cure
palliative tra restituzioni e metafore.
Referente: Bert Claudia
PARTECIPANTI
Referente: Anna Porta
PARTECIPANTI
1. Aldovini Diana
2. Arvino Francesca
3. Azzetta Federica
4. Bartocetti Giada
5. Bricchi Barbara
6. Caimi Annarita
7. Chieppa Francesca
8. Fiorina Luisa
9. Macchi Anna
10. Mismetti Laura
11. Porta Anna
12. Quadraruopolo Rino
13. Sempreboni Alessia
14. Soldi Sandra
15. Toietta Patrizia
16. Valera Luigi
17. Varani Silvia
18. Vignola Valentina
1. Arvino Francesca
2. Azzetta Federica
3. Berretta Laura
4. Bert Claudia
5. Bricchi Barbara
6. Caldarola Antonella
7. Caimi Annarita
8. Danesini Claudia
9. Fiorina Luisa
10. Gasparini Ivanna
11. Macchi Anna
12. Quadraruopolo Rino
13. Sempreboni Alessia
14. Soldi Sandra
15. Varani Silvia
16. Vignola Valentina
TAVOLO DI LAVORO
Il lavoro del lutto in cure palliative
Referente: Luisa Fiorina
PARTECIPANTI
1. Aldovini Diana
2. Arvino Francesca
3. Azzetta Federica
4. Bartocetti Giada
5. Berretta Laura
6. Bert Claudia
7. Bricchi Barbara
8. Caimi Annarita
9. Chieppa Francesca
10. Corà Alice
11. Di Nuzzo Elisa
12. Fusaro Alessandro
13. Gelati Primo
14. Macchi Anna
15. Porta Anna
16. Quadraruopolo Rino
17. Ricca Francesca
18. Roncaglia Marta
19. Sempreboni Alessia
20. Soldi Sandra
21. Toietta Patrizia
22. Vignola Valentina
23. Zaccherini Michela
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Gruppo Geode
www.hospicediabbiategrasso.it
L’attività del Gruppo Geode può essere seguita in tre modi differenti
1. SITO ONLINE
Sul sito: www.hospicediabbiategrasso.it. Sezione CHI SIAMO - GRUPPO GEODE
2. TAVOLI DI LAVORO
Attraverso una collaborazione e partecipazione online mediante l’iscrizione ai tavoli di lavoro.
Ogni tavolo ha un collega, referente dei lavori, che terrà costantemente aggiornato il gruppo,
promuovendone gli obiettivi da perseguire.
REFERENTE
ARGOMENTO DEL TAVOLO DI LAVORO
Luisa Fiorina
Fondo Edo Tempia
Gattinara (BI)
Il lavoro del lutto in cure palliative
Anna Porta
Hospice L’Orsa Maggiore
Biella
L’intervento terapeutico: il cambiamento in cure palliative tra
restituzioni e metafore
Bert Claudia
Fondazione Faro
Torino
Lo psicologo in cure palliative:
dai sintomi ai messaggi relazionali
3. INCONTRI TEAM
I colleghi iscritti a uno o più tavoli di lavoro possono partecipare anche alle giornate organizzate dal Gruppo
Geode che si terranno ad Abbiategrasso dalle 10,00 alle 17,00 nelle seguenti date:
Mercoledì 24 Settembre 2014
Mercoledì 26 Novembre 2014
Mercoledì 28 Gennaio 2015
Mercoledì 25 Marzo 2015
Mercoledì 27 Maggio 2015
Per partecipare al Gruppo Geode
Per iscriversi è necessario inviare una mail a: fazzetta©hospicediabbiategrasso.it
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Anno II n° 1 Giugno 2014 - Hospice di Abbiategrasso