itinerari: Umbria
Da Orvieto
a Spoleto
T
erra antica, cuore dell’Italia, patria di Santi, di vini
e di ottima cucina, l’Umbria racchiude nel suo breve
territorio uno scrigno di tesori
da scoprire. Una regione ricca
di corsi d’acqua – il principale
è il Tevere – e di dolci colline
punteggiate di borghi antichi e
disegnate ai fianchi da olivi e
vigneti. Verdi colline rigogliose
che in questa stagione si tingono di magnifiche sfumature
che spaziano dal giallo al rosso,
illuminate dalla malinconica e
ancora tiepida luce autunnale.
Insomma, è proprio pensando
all’ancora piacevole clima ottobrino che vi proponiamo un itinerario attraverso l’Umbria, da
ovest a est. Il punto di partenza,
appena usciti dall’Autostrada
del Sole, è la cittadina di Orvieto che, arroccata in cima a una
collina, conserva un patrimonio
artistico che annovera gli affreschi di Luca Signorelli sulle
PERUGIA
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Castello della Sala
Colleciocco
Scacciadiavoli
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pareti del Duomo. Da qui, si
può fare una piccola deviazione
per andare a esplorare il Parco
Fluviale del Tevere e il suo patrimonio naturalistico, per poi
Cantine
 Dove dormire
 Dove mangiare
tornare sulla strada di Orvieto
e, seguendo la statale, fare tappa un po’ più a nord a Ficulle.
Il borgo, piccolissimo - conta
meno di duemila abitanti – ha
Colle Uncinano
origini piuttosto antiche e conserva, nel suo centro storico, la
bella chiesa medievale dedicata
a Santa Maria Vecchia.
La fermata successiva è più a
Le cantine e i vini da non perdere
Terra di santi, l’Umbria è anche regione vitivinicola di
pregio. Tutta collinare, con il clima influenzato dai laghi
Trasimeno e Bolsena – quest’ultimo è nel Lazio, è vero,
ma vicinissimo al confine – e dalla dorsale appenninica,
l’Umbria ha fatto dei suoi vini un punto di grande forza,
con aree a denominazione d’origine che si sono fatte una
certa notorietà in Italia e all’estero. L’area più conosciuta,
Montefalco, si trova nel nord est della regione ed è la patria
Castello della Sala – Antinori
località Sala
05016 Ficulle (Tr)
Tel. 0763.86051
www.antinori.it
Colleciocco
Via Benozzo Gozzoli
06036 Montefalco (Pg)
tel. 0742.379859 fax 0742.379859
www.colleciocco.it
Il castello sorge in cima a una collina a
18 chilometri da Orvieto ed è al centro
della tenuta di 500 ettari di proprietà
della famiglia Antinori, storici produttori
del Chianti. Ai vigneti sono dedicati
160 ettari dove trovano posto sia uve
autoctone, come procanico e grechetto,
sia internazionali, come chardonnay,
sauvignon e pinot nero. I vini si possono
acquistare in azienda e noi vi consigliamo
il “Muffato della Sala”, un bianco dolce, e lo Chardonnay
“Bramito del Cervo” rispettivamente a 29 e 14 euro.
Nel 1935 Settimio Spacchetti fondò
l’azienda agricola di famiglia, dedicata alla
produzione di vino e olio d’oliva. Dopo di
lui, e ancora oggi, a seguire l’azienda sono i
suoi figli Lamberto ed Eliseo che si occupano
direttamente degli 8 ettari vitati a sagrantino,
sangiovese, merlot, grechetto, trebbiano
e viognier. Da queste uve nascono vini di
carattere e personalità, come i due che vi
consigliamo il Bianco Igt “Tempestivo”, a base
di trebbiano, e il Montefalco Rosso, venduti in
enoteca, rispettivamente, a 11 e 12 euro.
40 Il mio vino ottobre 2012
est, dopo una quarantina di chilometri in mezzo alle colline.
La sosta che vi consigliamo,
infatti, è a Marsciano, città del
laterizio che, ancora oggi, è fonte di ricchezza. All’interno del
borgo, infatti, si può visitare il
Museo Dinamico del Laterizio
e delle Terrecotte, sede centrale
nel Palazzo Pietromarchi e le
appendici di Spina e Compignano dove sono state riportate
alla luce le antiche fornaci.
Continuando ancora verso
oriente, quindi, si arriva a Montefalco, terrazza dell’Umbria,
terra madre di Santa Chiara e
Città del Vino – siamo nella
patria del Sagrantino – ma anche borgo medievale di rara e
suggestiva bellezza che conserva un bel centro storico duecentesco. Da vedere, anche, gli
affreschi di Benozzo Gozzoli
sulle pareti della chiesa di San
Francesco. Tappa ultima di questo nostro itinerario, infine, è
la cittadina di Spoleto, qualche
chilometro più a sud. Antica
sede ducale, conserva nel suo
territorio numerosi monumenti
come la Rocca albornoziana,
la grande fortezza trecentesca
che dall’alto del colle Sant’Elia
domina la cittadina, e il Ponte
delle Torri. Simbolo della città,
si tratta di un acquedotto lungo
230 metri e alto 82, celebrato
persino da Goethe nel suo Viag❦
gio in Italia.
Mangiare e dormire
Il B&B CasaSèlita si trova proprio sotto le mura di Orvieto, immerso in un bellissimo giardino
e con camere molto confortevoli. Ambiente accogliente e grande cortesia e gentilezza dei
titolari. Tel. 0763.344218, www.casaselita.com
In centro a Orvieto, l’Osteria Numero Uno propone cucina locale, con il menù esposto
su una lavagna come nei locali di una volta. Da provare il tagliere di formaggi caprini
accompagnati da miele, sciroppo al rosmarino e marmellata, gli umbrichelli al tartufo e
i primi di pasta fresca fatta in casa, il cinghiale in umido speziato. Tel. 0763.341845, www.
osterianumerouno.eu
La Trattoria Rosatelli, a Marsciano, propone una ottima cucina locale in cui il tartufo trionfa.
Da provare gli strangozzi con tartufo, ricotta e salsiccia e il pecorino al forno, in coccio.
Ottimi anche gli umbrichelli ai carciofi e i dolci, come la crostata di fichi e noci.
Tel. 075.8742026, www.ristoranterosatelli.it
La Corte del Daino, a Marsciano, è un bel B&B immerso nel verde e in una posizione ideale
per visitare le città d’arte umbre. Ambienti di carattere rustico, accoglienti e puliti,
colazione ricca e gustosa, grande calore e cordialità dei proprietari. Tel. 075.8783362,
www.lacortedeldaino.it
Affacciata sulla piazza di Montefalco, l’enoteca L’Alchimista propone cucina umbra di
tradizione che comprende grandi classici, come torta al testo e strangozzi, e piatti meno
noti come la barbazza o il padellaccio. Ottimi vini del posto e grande cortesia del personale.
Tel. 0742.378558, www.montefalcowines.com
Il ristorante La Torretta a Spoleto prende il nome dall’antica torre medievale che lo
fiancheggia. Buona la cucina, il locale è accogliente e di classe. Tel. 0743.44954,
www.trattorialatorretta.com
Di nome e di fatto, Il Tempio del Gusto di Spoleto propone un menù originale di piatti
innovativi e fantasiosi, ben realizzati e fatti solo con ingredienti di prima qualità, presentati
con grande cura. Servizio impeccabile e di grande cordialità. Tel. 0743.47121,
www.iltempiodelgusto.com
Un’oasi nelle colline gestito da svedesi da tempo trapiantati in Italia, La Casella, a Ficulle,
è un Eco Resort che mette insieme il lusso di un ambiente immerso nel verde e nella
tranquillità con una struttura accogliente costituita da un corpo centrale e da casette
separate più lontane dove si trovano le camere. Piscina all’aperto e centro benessere e spa
coperto, con piscina idromassaggio. La struttura comprende un centro ippico, un campo
da tennis e l’accesso ai sentieri per il trekking e le passeggiate in mountain bike.
Tel. 0763.86588, www.lacasella.it
di un uva a bacca rossa autoctona qual è il sagrantino –
che dà il nome alla locale Docg – ma non va dimenticata,
a ridosso di Lazio e Toscana, la zona di Orvieto. Qui l’uva
principe è il grechetto che, insieme al procanico, è la base
dei vini bianchi Orvieto Classico Doc. Non mancano, infine,
nella regione, vigneti dedicati alle varietà internazionali,
come merlot e chardonnay, che da queste parti si sono ben
adattate a climi e terreni.
Scacciadiavoli
Via Cantinone 31
06036 Montefalco (Pg)
tel. 0742.371210 fax 0742.378272
www.scacciadiavoli.it
Colle Uncinano
Vocabolo Casenove 42
06049 Spoleto (Pg)
tel. 0743.269004 fax 0743.269214
www.colleuncinano.com
Scacciadiavoli è una delle più antiche
aziende di Montefalco e prende il nome
dall’omonimo borgo di Giano dell’Umbria,
non lontano dalla cantina, anticamente
abitato, secondo la leggenda, da un abile
esorcista. Oggi di proprietà della famiglia
Pambuffetti, l’azienda si estende su
circa 130 ettari, 35 dei quali dedicati alla
coltivazione dei vigneti. Uve e vini tipici di
ottima qualità. Da provare: il Montefalco
Rosso, 12 euro, e il Grechetto in purezza, 8
euro (prezzi in enoteca).
Da oltre vent’anni la famiglia Campanella si
occupa di agricoltura ma è solo dal 2005 che
produce e imbottiglia direttamente i propri
vini con il marchio Colle Uncinano. La vigna
di proprietà, 20 ettari in collina alle pendici,
ospita varietà locali e internazionali come
grechetto, trebbiano spoletino, sangiovese
e merlot. I vini prodotti da Claudio e dalla moglie Loralla
vogliono essere la migliore espressione del territorio
spoletino rispecchiando l’eccellenza della qualità. Da
provare “Rosé”, un Sangiovese Igt vinificato in rosato che in
enoteca si trova a 9 euro.
ottobre 2012 Il mio vino
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itinerari: Umbria
Orvieto
Da qualunque parte si arrivi, percorrendo le
sinuose provinciali di collina che costeggiano
campi di girasoli, vigneti e oliveti, Orvieto mostra
sempre lo stesso suggestivo spettacolo. La città
umbra, infatti, sorge su una enorme rupe di
tufo brunastro, a oltre 300 metri sul livello del
mare. Al centro della valle in cui scorrono i fiumi
Paglia e Chiani poco prima che terminino il loro
percorso nelle acque del Tevere, Orvieto sembra
“emergere”, letteralmente. Il territorio comunale
oggi è molto esteso (è uno dei 50 comuni italiani
più grandi come superficie demaniale), ma per
molti secoli la città rimase esclusivamente quella
arroccata sulla grande piattaforma tufacea,
protetta da mura al cui interno trovarono
lavoro molti artisti medievali e rinascimentali
che contribuirono a disegnare il centro storico
orvietano come uno dei più suggestivi del
nostro paese.
La città, fondata qualche secolo prima di Cristo
dagli Etruschi, chiamati Volsinii dai Romani,
venne rasa al suolo da questi ultimi che deportarono i suoi abitanti sul lago di Bolsena fondando la città Volsinii Novi.
Successivamente, altre invasioni riportarono queste popolazioni a rifugiarsi nuovamente sulla rupe di tufo rifondando la
città che venne dunque chiamata Urbs Vetus, “città vecchia”, da cui il nome Orvieto. Nei secoli a seguire si alternarono, a
dominare Orvieto, prima i bizantini e poi i longobardi, finché non divenne comune libero, sebbene di fatto controllato dal
vicinissimo Stato Pontificio, e poi assoggettata a varie e diverse signorie.
Una storia travagliata che però ha regalato al tessuto urbano monumenti di bellezza mozzafiato, come il Duomo gotico
con la sua splendida facciata decorata da una grande serie di bassorilievi, sculture e mosaici a fondo oro. All’interno
della cattedrale, sulle pareti della Cappella di San Brizio, si possono invece ammirare gli splendidi affreschi quattrocinquecenteschi di Luca Signorelli, raffiguranti scene tratte dall’Apocalisse di San Giovanni. Tra i molti monumenti e luoghi
di interesse orvietani, come i medievali Palazzo del Popolo o Palazzo Soliano e i tanti edifici rinascimentali che si affacciano
sulle strade lastricate dentro le mura, suggeriamo una visita al Pozzo di San Patrizio. Costruito nel primo Cinquecento
per volere di papa Clemente VII, reduce del Sacco di Roma, doveva servire a fornire acqua alla città in caso di assedio o
calamità naturale. La struttura si può visitare scendendo (e poi risalendo) due rampe di scale costruite a elica attorno alla
cavità del pozzo. Da una rampa, infatti, avviene la discesa, dall’altra la risalita, in modo che chi procede in una direzione
non si incontri mai con chi procede in quella opposta. Un espediente fondamentale quando le scale, anziché da turisti,
erano percorse dai muli che trasportavano l’acqua estratta.
Per informazioni: www.orvietoturismo.it
Il biondo fiume di Tiberino Silvio
Forse oggi, soprattutto per chi lo guarda scorrere all’interno della città di Roma, le acque del Tevere non appaiono più così
chiare com’erano in antichità. Nondimeno, il soprannome “biondo” è rimasto, retaggio del nome più antico che portava
il fiume, ovvero “Albula”, dal latino albus che significa bianco. Ma è alla mitologia romana che si deve il nome attuale e più
precisamente al re albano Tiberino Silvio, antenato di Romolo e Remo, che nelle acque bionde del fiume sarebbe annegato.
Il Tevere, simbolo della capitale, è il più importante fiume dell’Italia centrale, il terzo d’Italia, dopo Po e Adige, per lunghezza
del suo corso che, per diversi chilometri attraversa l’Umbria
discendendo l’Appennino e solcando l’Alta Valle Tiberina, da Città di
Castello fino alla provincia di Terni. In quest’ultima parte del corso
prima dell’ingresso nel Lazio, per un tratto di una cinquantina di
chilometri, nel 1990 è stato istituito il Parco Fluviale del Tevere
come area protetta del Wwf dove, nel cuore di una vegetazione
caratterizzata da pioppeti, lecceti e salici, si possono scorgere
magnifici esemplari di fauna tipicamente fluviale, come cigni, falchi
pescatori, aironi bianchi e cinerini, cormorani e germani reali.
Per visitare il parco il nostro consiglio è quello di intraprendere
uno dei diversi itinerari che percorrono i vari sentieri e mulattiere
che attraversano il territorio. Il più completo, La Grande Traversata
del Tevere, è un percorso escursionistico (ovvero mediamente
impegnativo che si svolge su sentieri tracciati, protetti e ben
indicati, per il quale sono richiesti calzature ed equipaggiamento
adeguati e una buona abitudine alla camminata) che si dipana da sud
a nord in sette tappe che attraversano tutto il parco, per un totale
di circa 30 ore di cammino. Ovviamente, non manca la proposta di
itinerari più brevi e facili, che ugualmente permettono di scoprire i
siti più interessanti sia dal punto di vista naturalistico, sia da quello
panoramico o storico artistico.
Per maggiori informazioni: www.parks.it/parco.fluviale.tevere
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Il Mio Vino – Ottobre 2012