IL SISTEMA DELL’ORGANISMO EDILIZIO Materiale di base Elemento costruttivo base Elemento costruttivo funzionale Elemento di fabbrica “argilla” “Laterizio mattone/blocco” “Struttura verticale in laterizio (muro)” “muratura” (portante/di tamponamento) I LATERIZI: CARATTERISTICHE FUNZIONALI I laterizi sono materiali artificiali da costruzione (UNI EN 771-1 “Termini e definizioni” definizioni”), di prestabilite dimensioni, ricavati dalla cottura di argille con qualità variabili di sabbia, ossido di ferro, carbonato di calcio. Composizione chimica dell’argilla per laterizi Fe2 O3 4-7% Ca O 10% Al2 O3 15-20% Si O2 45-60% Comprendono una vasta gamma di prodotti, che può essere suddivisa in tre categorie: 1) Materiali laterizi pieni: pieni: principalmente il mattone ordinario, i mattoni pressati, le pianelle da pavimentazione etc. 2) Materiali laterizi forati: forati: mattoni forati, tavelle, tavelloni, forme speciali per solai etc. 3) Materiali laterizi da copertura: copertura: tegoli piani, coppi e pezzi speciali di varia forma etc. L’industria considera per l’l’argilla, due caratteristiche: la plasticità e la refrattarietà. refrattarietà. La plasticità dipende dal modo in cui sono ripartiti i costituenti dell’ dell’argilla. Può essere modificata cambiando le proporzioni della composizione che si vuol ottenere. La refrattarietà si determina tramite prove di laboratorio per stabilire la capacità delle argille di supportare varie temperature, senza rammollire, fenomeno che deve avvenire al di sotto dei 1200 °C. Le argille fusibili, con temperature di cottura sui 900-1000°C, sono le più comuni, le più colorate, e servono per la produzione dei laterizi, Il colore dei mattoni risulta più o meno rossastro tendente all’ all’ocra in funzione della quantità di ossidi di ferro presenti nell’ nell’impasto. Tuttavia non influisce sulla resistenza meccanica dell’ dell’elemento. I laterizi, così pratici per la loro leggerezza, resistenza, facilità di lavorazione, ed anche costo modesto, sono ancora oggi alla base di molti sistemi costruttivi. IL CICLO PRODUTTIVO FORMATURA DIRETTA: DIRETTA: costruzione del modulo di base mediante plasmatura a mano ed essiccazione al sole (mattone (mattone crudo) crudo) FORMATURA INDIRETTA: INDIRETTA: costruzione del modulo utilizzando casseri e stampi La produzione dei laterizi è stata facilitata dall’ dall’abbondanza di materia prima, l’l’argilla, argilla, e dalla facilità della sua lavorazione, essendo perfettamente plasmabile anche a mano. Per la formatura degli elementi si è quindi passati dagli stampi di legno riempiti a mano, alle presse meccaniche e poi alle filiere, con estrusione della pasta. Tutt’ Tutt’ora sono prodotti elementi di laterizio in pasta e in polvere (mattoni, tegole, etc.) manualmente, con le argille più pregiate (laterizi pressati) e laterizi estrusi, con pasta normale e/o massa alveolata. Sotto il profilo della produzione, la difficoltà maggiore è la fase di cottura, che deve avvenire a temperatura oscillante tra gli 850°C ed i 1100°C (in relazione ai vari tipi di argilla), temperature non certo facili da ottenere nei primitivi forni a legna e soprattutto non facili da mantenere costanti per tutta la durata del processo. Il problema della cottura è stato risolto solo con l’l’invenzione del forno Hoffmann (1856), dove, oltre al controllo della temperatura in fase di cottura del prodotto, è stato possibile anche recuperare il calore disperso, con grande risparmio di combustibile (carbone). Solo però con l’l’introduzione dei recenti forni a tunnel e a nastro, con l’l’impiego di combustibile gassoso o ad oli minerali, e grazie al controllo elettronico delle temperature, con cicli di cottura computerizzati, si sono finalmente risolti in maniera definitiva i problemi legati alla cottura dei mattoni e degli altri materiali argillosi, permettendo di ottenere una produzione pressochè costante per qualità e quantità. IL COLORE Il colore dipende dalla percentuale di ferro presente nell’ nell’argilla e dalla variazione della percentuale di ossigeno presente nel forno durante il processo di cottura. Nella stessa fornace, con lo stesso impasto di argilla, si possono ottenere mattoni di colore giallo, rosa, rosso, porpora, bluastro e nero. In genere in condizioni normali nella camera di cottura, e cioè con temperature intorno ai 1000°C ed una giusta ossigenazione, il cotto assume la colorazione tipica di “rosso mattone” mattone”. Al di sotto della temperatura ottimale di cottura, i mattoni assumono una colorazione giallo chiaro o marrone pallido, ma risultano essere poco resistenti e durevoli . Al di sopra dei 1000°C il colore può variare dal rosso cupo a bruno o grigio, oltre i 1200°C non si può andare perché l’l’argilla vetrifica e fonde. Il colore chiaro dei mattoni però non è sempre indice di cattiva cottura, quando nella camera di cottura l’l’afflusso di ossigeno è ridotto o impedito (atmosfera “riducente” riducente” anziché “ossidante” ossidante”) il ferro presente nell’ nell’argilla non può trasformarsi in ossido ferrico che dà la classica colorazione rossa, ma diventa ossido ferroso, che è quasi incolore. Inoltre, se nell’ nell’argilla vi è una notevole presenza di carbonato di calcio finemente suddiviso, nella cottura si ottengono silicati di calcio e ferro quasi incolori, per cui il cotto assume una colorazione giallina e rosa chiaro. Poiché l’l’argilla da zona a zona ha una composizione diversa, possiamo quindi affermare che la colorazione tipica dei mattoni è una caratteristica tipica del luogo. TIPI E DIMENSIONI IL MATTONE Con questo termine si indica un elemento a forma di parallelepipedo di larghezza circa il doppio dello spessore e di lunghezza circa il doppio della larghezza. Le norme unificate (UNI 5628/65) assegnano allo spessore 5,5cm, alla larghezza 12 cm, ed alla lunghezza 25 cm. Le misure del mattone dall’ dall’epoca romana ad oggi, hanno subito variazioni limitate. Possibili diversità si possono riscontrare confrontando le varie zone d’ d’Italia, anche se la larghezza del mattone (testa) non e mai stata superiore a cm 14. Infatti, il mattone, va murato con una mano sola, e fino a tale limite la mano dell’ dell’uomo può agevolmente afferrarlo e posarlo in posizione corretta (per il medesimo motivo il peso del mattone non deve essere superiore ai 3 Kg.). Si può affermare che il mattone è l’l’elemento perfetto nella tecnica del costruire, per le infinite possibilità di applicazione, per le misure ideali e per il giusto peso. Il mattone rappresenta il primo elemento modulare creato dall’ dall’uomo. I mattoni di laterizio, impiegati all’ all’interno dei cantieri edili quali elementi per muretti di fondazione, muri portanti, ecc., presentano diverse caratteristiche positive: • grande versatilità che permette di risolvere i problemi strutturali; • buona resistenza alla compressione; • buona coibenza termica e acustica; • qualità estetica; • costi contenuti, sia per la facilità del trasporto dal luogo di produzione sia per la rapidità di esecuzione; • buona resistenza agli agenti atmosferici; • buona resistenza agli acidi. FUNZIONI DELLE MURATURE DI MATTONI Le murature di mattoni possono assolvere essenzialmente a tre funzioni: funzione portante (mattoni o blocchi), che dipende dalla resistenza del mattone, dalla resistenza della malta e dall’ dall’accuratezza di esecuzione ; funzione estetica (mattoni a faccia vista), vista), che viene ben assolta curando la disposizione dei mattoni e l’l’esecuzione dei giunti; funzione di suddivisione degli spazi interni (per (per tamponamenti e divisori), generalmente intonacati, per i quali si richiede buona coibenza termica e/o acustica. Per la costruzione di faccia a vista si trova in commercio un’ampia gamma di diversissimi elementi in laterizio, utili nella realizzazione di rifiniture o di elementi costruttivi di dettaglio (colonne, cordonature, cimase, archi, capitelli, decorazioni, ecc.). Possiamo distinguere: Mattone Comune: Comune: per le struttura murarie da intonacare o rivestire, realizzato con materiali meno selezionati (il mattone comune si presenta non perfettamente piano, spesso con spigoli rotti); Mattone da paramento: eseguito con materiali scelti, con spigoli perfetti e buona uniformità di misure; Dal punto di vista cromatico invece abbiamo: - albasi: cioè quelli poco cotti e di colore giallo chiaro, in genere poco resistenti e porosi; - mezzani o forti: cioè quelli di cottura normale e di colore “rosso mattone” mattone”, molto resistenti e sonori; - ferraioli: cioè quelli troppo cotti, di colore scuro, pesanti, parzialmente vetrificati, deformati e poco porosi, con cattiva aderenza alla malta. DIMENSIONI E TOLLERANZE Le operazioni di formatura a mano usate nel passato hanno permesso di creare una vasta gamma di prodotti tanto che in molte zone la produzione locale di laterizi, caratteristica per misure e forme, veniva regolata da appositi bandi. I moduli campione dei tipi ricorrenti erano riportati sugli abachi dei materiali cotti infissi nei palazzi pubblici oppure, presso le autorità locali, e venivano conservati i modelli in metallo delle forme usate nella zona per la produzione dei mattoni. Abaco di Cervia utilizzato per le misure degli elementi da costruzione Pur variando le dimensioni variano da zona a zona e da regione a regione, si è sempre riscontrato un rapporto tendenzialmente multiplo fra la larghezza (testa”), lo spessore e la lunghezza dell’elemento. Nell’ottobre del 1941 l’Ente Nazionale per l’Unificazione dell’Industria (UNI) vara la norma UNI 1606 dal titolo “Mattone pieno nazionale” pubblicandone la relativa Tabella dove vengono fissate univocamente le dimensioni dei mattoni pieni in 5.5 x 12 x 25 cm. I mattoni interi possono ulteriormente suddividersi in sottomultipli, prodotti appositamente dalle industrie od ottenuti per spacco (o segatura) direttamente in cantiere: il trequarti, il mezzo o due quarti, il quarto o Bernardino, il mezzo-lungo o tozzetto. Questo perché lo sfalsamento dei giunti verticali si realizza ricorrendo a sottomultipli ottenuti per spacco o per taglio del mattone di formato base. CLASSIFICAZIONE NORME UNI La norma UNI 8942 del 1986 (“ (“Prodotti di laterizio per murature” murature”) considera la generalità dei prodotti per murature (portanti, di tamponamento, di rivestimento, di tramezzatura, tramezzatura, ecc.) sia di laterizio normale che alleggerito in pasta. La norma è strutturata in tre parti distinte: ”terminologia e sistemi di classificazione” classificazione” (UNI 8942/prima parte); ”limiti di accettazione” accettazione” (UNI 8942/seconda parte), “metodi di prova” prova” (UNI8942/terza parte). Relativamente alla terminologia, la normativa classifica i prodotti in base alla percentuale di foratura, foratura, alla giacitura di posa in opera ed alla tecnologia di produzione. produzione. Un primo criterio individua le diverse famiglie di tipi morfologici fra cui: mattoni (prodotti di laterizio con volume minore o uguale a 5500 cm3); cm3); blocchi (prodotti di laterizio con volume maggiore di 5500 cm3); cm3); mattoni e blocchi da rivestimento (prodotti con le caratteristiche volumetriche già specificate ma tali da poter essere posti a vista); pezzi complementari speciali o di arredo (prodotti di laterizio impiegati per la realizzazione di particolari costruttivi nelle murature o nell’ nell’arredo urbano). Un secondo criterio di classificazione dei prodotti di laterizio per muratura è operato dalla norma in base alla percentuale di foratura (“ (“si definisce percentuale di foratura ! il rapporto 100 F/A, dove A è l’ l’area della superficie dell’ dell’elemento ortogonale alla direzione dei fori e delimitata dal suo perimetro; F è la somma delle aree dei fori compresi nell’ nell’area A passanti e non passanti” passanti”). Si hanno: mattoni pieni (! < 15%) 15%) mattoni e blocchi semipieni (15% (15% < ! < 55%) 55%) mattoni e blocchi forati (! > 55%). 55%). !D.M.LL.PP. del 20/11/1987 Il D.M.LL.PP. del 20/11/1987: 20/11/1987: “Norme tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo degli edifici in muratura e per il loro consolidamento” consolidamento” distingue, tra gli elementi resistenti in laterizio, le categorie in base alla percentuale di foratura ed all'area media della sezione normale di un foro f: CATEGORIE LATERIZI PERCENTUALE AREA DEI FORI FORATURA Elementi pieni # ! 15% f ! 9 cm" Elementi semipieni 15% ! # ! 45% f ! 12 cm" Elementi forati 45% ! # ! 55% f ! 15 cm" La norma evidenzia inoltre che la distanza minima tra un foro ed il perimetro esterno non potrà essere inferiore a cm 1,0 al netto dell’ dell’eventuale rigatura, mentre la distanza fra due fori non potrà essere inferiore a cm 0,8 con una tolleranza del 10%. Per elementi da paramento la distanza fra un foro ed il perimetro esterno deve essere di almeno cm 1,5 per elementi lisci, e di cm 1,3 per elementi rigati, al netto della rigatura. Inoltre prescrive che i fori debbano essere distribuiti pressoché uniformemente sulla faccia dell'elemento. ELEMENTI PIENI ELEMENTI SEMI-PIENI ELEMENTI FORATI IL MATTONE FORATO Altrettanto utile e richiesto per la sua leggerezza è il mattone forato, impiegato in quelle strutture non portanti che hanno funzione di divisorio, di tamponamento etc… Le norme Uni stabiliscono le seguenti dimensioni espresse in cm . Mattone forato Dim. Cm 30 x 15x 8, 6 fori Mattone forato 4 fori Dim. Cm 30 x 15x 8 Esistono tuttavia in commercio e sono molto diffusi i tipi a tre e sei fori. i mattoni forati hanno fori in senso longitudinale di forma rettangolare, con spigoli arrotondati; le facce esterne sono rigate per aumentare l’aderenza alla malta. Tavella a tre fori Dim. Cm 30 x 15 x 4,5 fori Doppio forato Dim. Cm 25 x 25 x 8 BLOCCHI FORATI Sono simili ai mattoni forati salvo avere dimensioni maggiori. L’area di ciascun foro non deve essere maggiore del 10% della superficie della faccia forata. Questa categoria di laterizi ha avuto, negli ultimi anni un notevole sviluppo per far fronte alle nuove tecniche costruttive ed alle problematiche di isolamento termico ed acustico. Al blocco in laterizio si richiede maggior leggerezza, coibenza, inerzia termica, permeabilità al vapore, facilità di montaggio ed una resistenza adeguata. I blocchi in laterizio si possono distinguere: -In base alla disposizione dei fori: -Blocchi a foratura orizzontale -Blocchi a foratura verticale Blocco Dim. Cm 24 x 24 x 12 Blocco Dim. Cm 30 x 25 x 22.5 In base alla loro funzione: -Blocchi resistenti per murature ordinarie; -Blocchi leggeri per pareti non portanti; In base alla composizione della pasta: -Blocchi a pasta normale; -Blocchi a pasta alveolata. REQUISITI DEI BLOCCHI I blocchi rientrano fra gli elementi resistenti in laterizio e vengono classificati come i mattoni in: -Blocchi pieni: foratura ! 15%; -Blocchi semipieni, foratura 15 ÷ 45%; -Blocchi forati, foratura >45% ÷ 55%. Se la superficie del blocco è superiore a 300 cmq, è ammesso un foro di presa di area non superiore a 35 cmq. cmq. Per blocchi di area maggiore di 580 cmq, i fori di presa possono essere due, ciascuno con area non superiore a 35 cmq. cmq. Blocco alveolato tipo “POROTON” Incavi per facilitare la presa TAVELLE Si indicano con questo nome i tipi di laterizio forati che hanno la lunghezza molto grande rispetto allo spessore. Le tavelle hanno uno spessore di 3 o 4 cm, la base costante di 25 cm e la lunghezza variabile, secondo la tabella che segue. TAVELLONI I tavelloni sono tavelle con dimensioni maggiorate Esistono anche per le tavelle una produzione di tipi diversi per far fronte alle diverse richieste del mercato. LATERIZI SPECIALI DA SOLAIO I tipi più usati di laterizi per solai, sono la pignatta e la volterrana, blocchi in laterizio di particolare forma e dimensione. Le facce dei blocchi devono essere leggermente rigate per migliorare l’l’aderenza con il calcestruzzo. I tipi di laterizio per solai prodotti dalle fornaci sono numerosissimi ed ognuno risponde a delle esigenze precise. Elementi in laterizio per solai ELEMENTI DI LATERIZIO PER PAVIMENTI Il cotto può essere usato sia all’ all’interno che all’ all’esterno, come testimoniano tante interessanti e stupende pavimentazioni di antichi centri storici e palazzi monumentali. La maggior parte della produzione di “cotto da pavimentazione” pavimentazione” è fatta a macchina, mediante estrusione della pasta; si ottiene in questo modo un cotto forte, forte, con notevole peso specifico e bassissima porosità e quindi grande resistenza e durata. Non mancano però produzioni ancora realizzate a mano per impieghi particolari come il restauro. ELEMENTI DI LATERIZIO PER RIVESTIMENTI Sono particolarmente adatti per pareti esterne, per la loro resistenza agli agenti atmosferici, per il colore, per la semplicità ed economia di messa in opera. Esistono tipi di varia dimensione: listelli, quadri, angolari etc. LATERIZI DA COPERTURA Comunemente chiamati TEGOLE; la loro forma varia da regione a regione, a seconda delle caratteristiche climatiche. Si possono avere: - coppi; - marsigliesi; a b c - olandesi; - portoghesi; - embrici. Elementi in laterizio per coperture a) embrice, b)portoghese, c) marsigliese, d) coppo, e) olandese, f) abbinamento embrice-coppo d e f I laterizi per coperture devono avere particolari qualità: devono essere resistenti al gelo ed impermeabili all’ all’acqua. Le condizioni climatiche del luogo, possono influenzare il tipo di laterizio da utilizzare il quale a sua volta stabilisce la pendenza delle falde. Dimensioni tegola marsigliese Dimensioni coppo ELEMENTI SPECIALI IN LATERIZIO Esistono inoltre pezzi speciali a supporto dei vari elementi della copertura. Pezzi speciali per tegole marsigliesi IL MATTONE REFRATTARIO Si chiamano MATTONI REFRATTARI quelli capaci di sopportare temperature elevate senza fondere, conservando adeguate caratteristiche di resistenza alle sollecitazioni meccaniche. I mattoni refrattari sono prodotti con particolari tipi di argille (caoliniche ), che non (caoliniche), fondono né rammolliscono sotto i 1500°C. Si possono avere mattoni refrattari di vario tipo: - refrattari argillosi e silico-argillosi, per temperature intorno ai 1500°C; - refrattari alluminosi, per temperature sui 1700°C; - refrattari silicei, - refrattari basici, formati da ossido di magnesio, i quali resistono oltre i 2000°C. I mattoni refrattari vengono generalmente usati in edilizia per il rivestimento di caldaie, per isolamento di forni, caminetti etc.