Financial illiteracy “ ed esperienza italiana Il tema dell’educazione finanziaria, come processo di divulgazione delle informazioni per ridurre il livello di analfabetismo finanziario della popolazione, è stato fortemente promosso dall’OCSE e dalla Commissione Europea nell’ultimo decennio. Queste istituzioni, in particolare, hanno sottolineato l’importanza della scuola per promuovere programmi formativi per i giovani. In Italia, numerose iniziative sono state organizzate da enti pubblici e privati, cercando di coprire tutto il territorio nazionale e coinvolgendo per lo più scuole medie e superiori. Tra di essi, l’Osservatorio sul Credito propone agli istituti superiori il programma Financial Education ” Marina Azzola*, Marco Bracaglia**, Alessandro Danovi* 1. Il tema dell’educazione finanziaria Nell’ultimo decennio, come conseguenza alla sofisticazione dell’offerta dei mercati finanziari, l’analfabetismo in ambito finanziario è aumentato. Indagini condotte a livello internazionale (OECD, 2005b; Jappelli, 2010), comunitario (Habschick, Seidl e Evers, 2007) e nazionale (Farsagli, 2010) hanno dimostrato che è diffusa una limitata conoscenza delle questioni finanziarie e dei fondamenti dell’economia. In particolare, i cittadini spesso so* Università degli Studi di Bergamo. ** LUMSA - Libera Università Maria Santissima Assunta. vrastimano la loro capacità di comprensione ed analisi dei prodotti e dei servizi finanziari o non riescono ad individuare il giusto strumento per soddisfare i propri bisogni (Commissione europea, 2007). Per contrastare la financial illiteracy, alcune autorità internazionali, quali l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) e l’Unione Europea, hanno sentito il bisogno di proporre dei principi educativi e raccomandare ai governi nazionali l’avvio di programmi utili ad educare i cittadini. I temi formativi suggeriti sono quelli legati alla gestione del reddito, del risparmio e degli investimenti per essere in grado, ad esempio, di programmare un piano pensionistico, evitare di cadere vittime del sovra indebitamento ed eludere proposte finanziarie non del tutto chiare e con possibili intenti fraudo- lenti (Habschick, Seidl e Evers, 2007; Cavazzuti, 2011; OECD, 2012). In particolare, OCSE e UE propongono che la formazione coinvolga principalmente i giovani, perché in futuro si interfacceranno con un mondo finanziario più complesso: dovranno affrontare con maggiore responsabilità sfide finanziarie più rischiose e diverse rispetto ai loro genitori e pianificare anticipatamente piani di investimento e di risparmio previdenziale per tutelare il loro patrimonio (OECD, 2012). L’educazione finanziaria si presenta quindi come un processo di divulgazione delle informazioni e delle conoscenze (financial literacy), attraverso il quale i cittadini incrementano la capacità di comprensione dei prodotti, dei concetti e dei rischi a livello finanziario ed economico (OECD, 2005a). Mediante l’alfabetizzazione finanziaria, infatti, - 31 - IR TOP - Journal of Investor Relations diventano in grado di fare scelte maggiormente consapevoli (financial empowerment), che migliorano il benessere economico-finanziario individuale e collettivo. 2. Il coinvolgimento delle scuole nell’educare i giovani Le raccomandazioni dell’OCSE e della Commissione europea suggeriscono che la scuola è lo strumento più opportuno per diffondere l’educazione finanziaria. Secondo Argentin (2010), gli istituti scolastici rappresentano l’ambiente ideale per raggiungere il più alto numero di partecipanti: gli enti promotori prendono contatti solo con gli istituti e, in questo modo, gli studenti sono coinvolti in maniera indiretta e si riducono i costi di un processo di selezione degli interessati. Il programma di formazione, inoltre, è facilmente replicabile da una struttura all’altra, perché scolasticamente identiche sul piano nazionale. Secondo Mundy (2009) e Lusardi, Mitchell e Curto (2010), attraverso il coinvolgimento degli istituti scolastici si superano le differenti conoscenze economico-finanziarie dei giovani legate ai diversi background familiari. Vi sono famiglie dove i genitori non sanno gestire efficacemente il denaro e non si preoccupano del loro futuro finanziario; di conseguenza, non hanno le competenze per educare i propri figli in merito a risparmio, investimento e pianificazione finanziaria. Vi sono però anche famiglie che dispongono di maggiore capacità reddituale e che utilizzano più frequentemente gli strumenti finanziari; in questi casi, i temi economico-finanziari sono regolarmente discussi tra genitori e figli. Il coinvolgimento delle scuole nelle attività di educazione finanziaria ha quindi i suoi vantaggi dal punto di vista partecipativo e di diffusione delle conoscenze su larga scala, ma vi sono anche altri benefici che rendono i giovani il target ideale dei programmi. Come specifica Mundy (2009), gli studenti vantano una migliore capacità recettiva delle spiegazioni rispetto agli adulti; inoltre, sempre più spesso, si trovano a maneggiare il denaro e, ad esempio, a riflettere se la paghetta dei genitori o il guadagno di un lavoro occasionale dovrebbero essere destinati agli acquisti o al risparmio; infine, diventano consapevoli delle conseguenze che portano le loro scelte finanziarie, con riflessi sulla riduzione dei rischi di insolvenza e sul miglioramento della qualità e dell’efficienza dei mercati finanziari (Commissione europea, 2007). A livello internazionale, i paesi che si dimostrano più attivi nel promuovere l’educazione in ambito scolastico sono quelli di matrice anglosassone, quali gli Stati Uniti, il Canada, la Nuova Zelanda e l’Australia. Al loro interno, infatti, l’educazione finanziaria è materia d’obbligo nella formazione scolastica dei giovani e viene presa in carico da organizzazioni direttamente coordinate dal governo (Mundy, 2009). A livello europeo, invece, nel 2007 sono state rilevate 180 iniziative formative1 di carattere nazionale e regionale, che coinvolgevano per lo più bambini e ragazzi (Habschick, Seidl e Evers, 2007); fra i paesi maggiormente coinvolti, il Regno Unito, la Germania, l’Austria, i Paesi Bassi e l’Italia (Commissione Europea, 2007). Secondo indagini condotte dal consorzio PattiChiari e dalla Banca d’Italia, la maggior parte degli italiani si sente impreparata e spesso poco informata sui prodotti finanziari esistenti, trovando numerose difficoltà nel prendere decisioni finanziarie (Farsagli, 2010). Ciò pone l’Italia al 44° posto nella classifica mondiale2 per la diffusione di educazione finanziaria (Garis e Riva Governanda, 2011, p. 10). Le prime iniziative educative sono partite nel 2003, ma è a seguito della comunicazione della Commissione europea nel 2007 e del dossier del servizio studi del Senato nel 2009 che i progetti negli istituti scolastici si sono moltiplicati. Oggi sono attivi soggetti pubblici, quali la Banca d’Italia e il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (MIUR), ma anche privati, come l’Associazione Nazionale Promotori Finanziari (ANASF), il Consorzio PattiChiari, le Fon- dazioni bancarie e delle Casse di Risparmio, il Forum ANIA-Consumatori, Junior Achievement, l’Osservatorio sul Credito, l’Osservatorio Permanente Giovani-Editori con Intesa SanPaolo, l’Università Cattolica di Milano e UniCredit Banca (Farsagli, 2011; Castrovilli, 2011). Da una breve analisi dei programmi educativi più rilevanti sul piano nazionale (tabella1), emerge che le iniziative sono per lo più indirizzate agli studenti delle scuole medie e superiori. In generale, tutto il territorio nazionale è coperto dalle attività. L’obiettivo formativo è quello di incrementare le conoscenze nelle logiche di gestione del denaro relativamente a risparmio, investimenti e pianificazione; vi sono poi alcuni programmi che si estendono anche ai temi dell’impresa, delle assicurazioni e della prevenzione. Le iniziative coinvolgono i docenti degli istituiti, ma spesso le lezioni frontali sono tenute direttamente dai formatori degli enti, che mettono a disposizione materiale cartaceo, integrato da attività online. Questa ricchezza di programmi educativi e la proattività nel promuovere l’educazione finanziaria mostrano chiaramente che l’Italia intende aumentare il livello di f inancial literacy partendo proprio dai giovani. Nonostante ciò, permangono alcune criticità 3: i) i docenti sottolineano che i programmi di formazione dovrebbero diventare parte integrante della programmazione scolastica, specialmente nelle scuole superiori, perché la consapevolezza dell’esistenza di queste iniziative e l’interesse dei docenti stanno crescendo, ma spesso sono ancora gli enti promotori a prendere contatto con gli istituti per portare avanti i progetti; ii) gli studenti dichiarano di sentirsi molto partecipi nelle attività, ma poiché le famiglie non sono coinvolte nei programmi educativi, le conoscenze acquisiste non sono utilizzate per risolvere questioni economico-finanziarie quotidiane. 1 Ricerca svolta nei 27 Stati membri dell’UE, finanziata dalla Commissione Europea e affidata alla Evers and Jung, società tedesca che fornisce attività di ricerca e consulenza nell’ambito di servizi finanziari. 2 Elaborata dall’International Business School IMD nel 2011 nell’ambito del World Competitiveness Index. 3 Criticità definite nell’ultima indagine della Fondazione Rosselli in partnership con PattiChiari e con il patrocinio del MIUR sulle iniziative di educazione alla cittadinanza economica nelle scuole italiane. I risultati dell’indagine saranno pubblicati nel 2014. Al momento è disponibile solo l’abstract pubblicato alla seguente pagina: http://www.fondazionerosselli.it/User.it/index. php?PAGE=Sito_it/attivita_ricerche1&rice_id=522. 3. I programmi di educazione finanziaria nelle scuole italiane - 32 - IR TOP - Journal of Investor Relations professional Tabella 1 – I principali programmi di educazione finanziaria in Italia (rielaborazione da Castrovilli, 2011) NOME PROGETTO ENTE ANNO DI PROMOTORE INTRODUZIONE 1. Our community… scopriamola insieme! Junior (elementari) Achievement 2. Io e l’economia Italia (medie) 3. Banks in Action (superiori) TEMI FORMATORI ISTITUTI MATERIALE AREA VALUTAZIONE RISULTATI 2003-04 Elementari: comunità, professioni, stato e denaro Medie: mercato del lavoro, gestione denaro, banca, pianificazione investimento, impresa, basi di economia Superiori: sistema bancario Docenti della scuola ed esperti Elementari Medie Superiori Cartaceo Tutta Italia Elementari e superiori: questionari in ingresso e in uscita Medie: certificazione delle competenze Interni all’ente Elementari Medie Superiori Online n.d. Nessuna DOLCETA (Development of On Line Consumer Education) Università Cattolica 2006-07 Spesa Risparmio Investimento Prestito Assicurazione Previdenza Educazione finanziaria. Conoscere per decidere Banca d’Italia e MIUR 2008-09 Moneta Strumenti di pagamento Docenti della scuola formati dall’ente promotore Elementari Medie Superiori Cartaceo Tutta Italia, Questionari in ingresso tranne Valle e in uscita d’Aosta Reddito Risparmio Consumo Mondo del lavoro Impresa Entrate e uscite Investimento Previdenza Assicurazione Interni all’ente Superiori Cartaceo Tutta Italia Cultura finanziaria a scuola: per prepararsi a scegliere Osservatorio permanente 2008-09 giovani-editori e Intesa SanPaolo Economic@mente. Metti in conto il ANASF tuo futuro Financial Education L’impronta economica Io&rischi Osservatorio sul Credito Consorzio PattiChiari Forum ANIAconsumatori Tutta Italia, tranne Valle d’Aosta, Liguria e Basilicata 8 regioni (Lombardia, Lazio, Liguria, EmiliaRomagna, Toscana, Campania, Sicilia, Calabria) Customer satisfaction 2009-10 Pianificazione finanziaria Strumenti di mercato Operatori e intermediari Interni all’ente Superiori Online 2009-10 Moneta Banche e politica monetaria Operatori economici Interni all’ente Indebitamento e e docenti della finanziamento scuola Mercati finanziari Finanza etica e microcredito Superiori Cartaceo e online 2010-11 Kids: denaro e guadagno, risparmio, banca e sistemi di pagamento Junior: pianificazione, risparmi e consumi, banche Interni all’ente e sistemi di pagamento, e docenti della finanza scuola Teens: rischio, previdenza e assicurazione, sovra indebitamento, sevizi bancari, impresa Elementari (Kids) Medie (Junior) Superiori (Teens) Cartaceo e online Tutta Italia, tranne Questionari in ingresso Abruzzo e e in uscita Molise Cartaceo Tutta Italia, tranne Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Basilicata 2010-11 Rischio Prevenzione Assicurazione Docenti della scuola Medie Superiori Questionari in ingresso e in uscita Questionari in ingresso e in uscita Questionari in ingresso e in uscita Certificazione delle competenze Customer satisfaction - 33 - IR TOP - Journal of Investor Relations 4. Risultati del programma Financial Education dell’Osservatorio sul Credito Tra gli enti che promuovono l’educazione finanziaria in Italia è presente l’Osservatorio sul Credito. Questa istituzione nasce nel 2008 con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani sull’importanza dell’economia e della finanza nella quotidianità. I suoi fondatori sono infatti convinti che i giovani siano il propulsore della ripresa e perciò la loro curiosità per la cultura finanziaria deve essere stimolata per favorire consapevolezza e responsabilità nelle future scelte economicofinanziarie. Il programma Financial Education, quindi, viene proposto alle classi quarte degli istituiti superiori attraverso alcune giornate formative tenute da studiosi, rappresentanti di istituzioni universitarie e operatori del mondo finanziario. I feedback dell’attività educativa sono raccolti attraverso un questionario di valutazione delle conoscenze, che viene compilato prima (questionario in entrata) e dopo lo svolgimento del corso (questionario in uscita) dagli studenti frequentati e da un campione di studenti non frequentanti (campione di controllo). Lo scopo del questionario è quello di comprendere se l’iniziativa ha incrementato il livello di financial literacy dei giovani coinvolti. Ad oggi hanno partecipato al programma più di 7.000 studenti, consentendo la raccolta di quasi 17.000 questionari. La provincia maggiormente coinvolta nell’iniziativa è Milano, seguita da Roma, Genova e Palermo, mentre le scuole che hanno aderito per la maggiore sono gli istituti tecnici. Prendendo come riferimento un campione di 5.840 questionari, di cui 3.820 raccolti nell’a.s. 2010-11 e 2.070 nell’a.s. 2011-12, emergono alcuni risultati interessanti sul livello di alfabetismo finanziario dei giovani italiani4. Relativamente all’interesse per l’economia, la maggior parte degli studenti è concorde nell’affermare che l’economia è un tema importante e afferma di provare a leggere gli articoli economici, ma capisce poco o niente. Questo avviene perché le nozioni economiche e finanziarie di base sono co- nosciute solo discretamente. Nei questionari in entrata raccolti nell’a.s. 2010-11, 13 domande su 27 (31%) riportano risposte errate, mentre in quelli in uscita diminuiscono a 9 (21%). Nei questionari dell’a.s. 2011-12, invece, da 12 risposte errate (29%) si passa a 6 (14%) al termine del corso. In entrambi i casi aumenta il numero di studenti che ha scelto l’opzione corretta (in media incremento del 42%), mentre diminuisce il tasso della risposta “non so”. Questi risultati dimostrano che il programma Financial Education ha incrementato il livello di conoscenze economico-finanziarie dei giovani partecipanti. Entrando nello specifico degli argomenti meglio padroneggiati, banca e mercato finanziario sono quelli più conosciuti. Il tema del rischio, invece, è poco noto e neanche attraverso la formazione è stato possibile colmare questa lacuna. Infine, relativamente alle domande su politica economica e istituzioni, se inizialmente metà delle risposte era errata, al termine del corso si è ridotta al 25%. Per quanto riguarda la percezione dell’operato delle banche e la capacità dei giovani di relazionarsi con il mondo finanziario, è opinione diffusa che gli istituti creditizi siano istituzioni poco affidabili, perché orientati ai profitti dei propri azionisti, piuttosto che agli interessi economici dei clienti. Vengono tuttavia considerati come dei luoghi dove investire il proprio denaro e ottenere finanziamenti per progetti futuri. In particolare, se nei questionari dell’a.s. 2010-11 gli studenti prediligono il conto corrente come strumento in cui investire il proprio risparmio, in quelli dell’a.s. 2011-12 inizialmente gli studenti rispondono che preferiscono il conto corrente, mentre dopo la formazione scelgono gli strumenti finanziari. Dato rilevante emerso dall’analisi è che la famiglia è il sistema che i giovani ritengono maggiormente affidabile; di conseguenza, la famiglia influenza il rapporto dei ragazzi con il denaro. Gli studenti affermano di ritenere utile seguire i suggerimenti della propria famiglia nel progettare le proprie spese: il 63% in media ha la tendenza a discutere con i genitori di temi economico-finanziari. Inoltre, 4 Nella trattazione dei risultati ci si sofferma solo sui valori che emergono dal gruppo di studenti che ha partecipato all’iniziativa. I risultati del campione di controllo non vengono citati, in quanto le analisi mostrano andamenti pressoché simili a quelli del campione di riferimento, tranne per il fatto che, non avendo seguito il corso, le risposte dei questionari in uscita sono simili a quelle dei questionari in entrata e pertanto il livello di conoscenze economico-finanziarie del gruppo di controllo è rimasto invariato. - 34 - IR TOP - Journal of Investor Relations meno del 40% dichiara di ricevere una paghetta fissa, destinata in media più agli acquisti che al risparmio. In particolare, solo il 25% degli studenti è titolare di un conto corrente e il 33% ha già utilizzato una carta di credito o prepagata. I feedback del programma Financial Education mostrano che la formazione finanziaria dei giovani è notevolmente influenzata dall’approccio della famiglia nei confronti di economia e finanza, confermando quanto presentato dalla letteratura (Mundy, 2009; Lusardi, Mitchell e Curto, 2010; OECD, 2012). In particolare, considerano negativamente le banche, forse perché vedono questo sistema come in crisi. L’iniziativa ha comunque ottenuto risvolti positivi: gli studenti stessi affermano che le loro conoscenze sono aumentate, così come la loro consapevolezza in merito a come orientare le future scelte economiche. Sottolineano infatti che l’educazione finanziaria può essere considerata come un mezzo per completare il percorso studi e quindi un tema di notevole importanza per tutta la popolazione. 5. Valutazione dell’efficacia dei programmi di educazione finanziaria Il questionario di valutazione delle conoscenze economico-finanziarie degli studenti è utilizzato dall’Osservatorio sul Credito per valutare l’efficacia del programma Financial Education. Questo sistema di valutazione, come si vede dalla tabella 1, è usato spesso anche dagli altri programmi, perché permette di monitorare l’implementazione delle iniziative e misurare gli effetti sulla financial literacy dei giovani (Rinaldi, 2011). In particolare, risulta utile per studiare le variazioni dell’alfabetismo finanziario e della curva di apprendimento su un orizzonte temporale di più anni (Farsagli, 2011). A livello nazionale, la valutazione dell’efficacia dei programmi non avviene in maniera uniforme e condivisa e di conseguenza risulta complesso tracciare un quadro completo del livello di alfabetismo finanziario del paese. Essere privi di benchmark di riferimento, infatti, non permette di fare interpretazioni trasversali tra i programmi ed eleggere l’iniziativa più efficace nel migliorare le conoscenze finanziarie (O’Connell, 2009). La stessa Commissione europea (2007), in particolare, ha sottolineato la necessità di fa- professional vorire un coordinamento a livello nazionale e internazionale delle attività di valutazione per facilitare lo scambio di esperienze e pratiche valutative e l’OCSE ha sviluppato un framework per studiare il livello di alfabetismo finanziario dei giovani all’interno di PISA 2012 (Programme for International Students Assessment)5. La pubblicazione dei risultati avverrà nei prossimi mesi e se i risultati saranno positivi, i programmi di educazione finanziaria potranno utilizzare a livello condiviso il framework valutativo. Bibliografia • Argentin G., (2010), “L’educazione finanziaria per i giovani. Esperienze, evidenza empirica e proposte”, Collana Quaderni dell’Osservatorio n. 5, Fondazione Cariplo. • Castrovilli E., (a cura di), (2011), Educazione finanziaria a scuola, Guerini e associati, Milano. • C avazzuti F., (2011), “La magia nei mercati finanziari e il ruolo dell’educazione finanziaria” in C astrovilli E., (a cura di), 5 Per consultare in maniera approfondita il framework relativo alla valutazione della financial literacy si veda la seguente pubblicazione: OECD, (2013), “Financial Literacy Framework” in PISA 2012 Assessment and Analytical Framework: Mathematics, Reading, Science, Problem Solving and Financial Literacy, OECD Publishing, pp. 139-166. • • • • • • Educazione finanziaria a scuola, Guerini e associati, Milano, pp. 29-32. Commissione Europea, (2007), Educazione finanziaria, disponibile sul sito http:// eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2007:0808:FIN:IT:PDF . Farsagli S., (2010), “Educazione finanziaria in Italia: Risultati della rilevazione” in Traclò F., (a cura di), Le esperienze di educazione finanziaria. Indagine sulla realtà italiana nel contesto internazionale, Pattichiari, pp. 37-59. Farsagli S., (2011), “Capitolo III – Educazione finanziaria in Italia: Qualcosa eppur si muove” in Farsagli S., Traclò F., (a cura di), Le esperienze di educazione finanziaria. Indagine sulla realtà italiana nel contesto internazionale. Edizione 2011, Pattichiari, pp. 89-116. Garis A., R iva G overnanda M., (2011), “Capitolo I – Educazione economica e finanziaria nel mondo: nuove esperienze e conferme internazionali” in Farsagli S., Traclò F., (a cura di), Le esperienze di educazione finanziaria. Indagine sulla realtà italiana nel contesto internazionale. Edizione 2011, Pattichiari, pp. 6-17. 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