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il convegno
Fa tappa a Genova il terzo
‘Giro d’Italia’ delle imprenditrici
Si è parlato di passaggio generazionale in
azienda
A cura di Silvia Dorigati | Paola Mainini - Agenzia Liguria Lavoro
Il ‘Giro d’Italia’ è arrivato alla terza edizione. Il primo è partito nel 2008 e ha
come focus l’ascolto delle esigenze delle imprenditrici, l’anno successivo è stato
caratterizzato dai problemi della crisi economica. Quello di quest’anno è iniziato il 15 settembre a Cagliari, per poi proseguire, toccando tutto il territorio
nazionale.
Odone: il sostegno a innovazione e ricerca nel
passaggio generazionale
De Luise: le donne non devono abdicare al loro
modo di fare impresa
Su 5 milioni di aziende, iscritte alla Camera di Commercio, la maggioranza è costituita da piccole imprese,
molte, a carattere familiare; si assiste, infatti, ad un forte
rallentamento dei grandi imprenditori. Questa situazione
presenta limiti, ma anche vantaggi, tra cui la creatività.
È utile imparare come si può traguardare il cambio generazionale dell’impresa. I titolari delle imprese familiari,
infatti, hanno più di 60 anni per oltre il 50%, quindi,
presumibilmente, hanno, al massimo, ancora dieci anni
di attività.
Creare, oggi, una nuova impresa è più difficile. Il CLP,
già da tempo, ha messo in atto un progetto di formazione
per responsabili, esperti nel trasferimento di impresa. Il
primo passo è un check per comprendere i motivi di difficoltà e apportare, con il passaggio generazionale, miglioramenti tecnologici.
Il nostro tessuto imprenditoriale è particolare, poiché
sono molte le aziende di tradizione consolidata e ben radicate sul territorio; un’altra esperienza di rilievo è quella
dei CIV, unico esempio in Italia in questo senso. La Camera di Commercio assicurerà sempre il proprio sostegno
per far fronte all’evoluzione tecnologica e dei mercati nel
mondo che cambia.
Da quando si sono insediati i comitati per l’imprenditoria femminile, le Camere di Commercio hanno predisposto indagini per capire quali sono le differenze di genere nella gestione di impresa. Da queste ricerche si rileva
che, prima della legge 215, le imprese femminili erano
poche, successivamente è emersa sempre più la titolarità
delle donne che devono però rivendicare un loro ruolo,
senza rinunciare al proprio modo femminile di gestione
dell’attività: da qui un’elaborazione di proposte di consolidamento della loro presenza. Oggi possiamo contare su
una lettura ancora più dettagliata rispetto ai comparti. Per
favorire il ricambio generazionale, sono stati aperti sportelli, in sinergia con le associazioni, gestiti da tecnici di
front office, appositamente formati, che aiuteranno le imprenditrici nel disbrigo delle pratiche.
Abbiamo osservato che molti sono gli imprenditori anziani che chiedono aiuto per trasferire l’impresa alle figlie.
Si sta lavorando sugli strumenti di aiuto al credito, per
supportare le donne che hanno difficoltà maggiori, rispetto agli uomini, nell’accedere al prestito.
Tiziana Pompei: il ‘Giro d’Italia’ affronta il tema del trasferimento d’impresa al femminile
L’imprenditoria femminile è ancora al di sotto delle sue
potenzialità. L’imprenditore, quando deve decidere a chi
lascerà l’impresa, vive un momento di difficoltà, soprat-
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Manuela Caramanna: da parte delle donne
pragmatismo senza presunzione
La Camera di Commercio intende fornire gli strumenti necessari per sostenere il passaggio generazionale, il cui
valore si è compreso proprio negli ultimi anni. Gli sportelli dedicati si sono dimostrati utili per favorire la penetrazione nel territorio, dando anche alle associazioni di categoria l’opportunità di conoscerlo.
Scopo dei 12 sportelli, disseminati sulla Provincia, è
quello di fornire le informazioni necessarie per agevolare il passaggio. Sono stati formati esperti mediante un
corso specifico, svolto presso le sedi delle Associazioni
di categoria. Sono 372 le persone, in maggioranza uomini che, da novembre 2009 a giugno 2010, si sono rivolte agli sportelli per avere informazioni; per ora è solo l’inizio di un dialogo ma il numero è già più che soddisfacente.
L’età delle donne è in linea con il dato nazionale, si tratta di persone piuttosto giovani. 241 sono state le proposte
di cessione d’azienda, mentre 131 quelle che riguardano
l’acquisizione. Fra le donne, il 91% è propenso a rilevare
l’impresa, solo il 4% è interessato alla cessione. Preponderante è il settore del commercio, come anche il turismo e i
servizi, sia rispetto alla cessione, sia per chi vuole rilevarle.
Le domande più frequenti riguardano le modalità di finanziamento e le pratiche per ottenerlo, le facilitazioni gli
aspetti burocratici e, solo da parte degli uomini, la richiesta di incentivi per la cessione.
Altre richieste: conoscere i modelli di gestione di impresa e poter usufruire di attività formativa, potendo contare sua una figura esperta a supporto; inoltre, emerge la
domanda circa la possibilità di acquisire un’impresa con
macchinari e clientela già avviata.
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tutto quando deve prevedere un passaggio a terzi. Il ricambio generazionale al femminile è stato accettato nel
momento in cui l’impresa femminile è cresciuta, il passaggio è vissuto come critico e rischioso; i timori interessano anche la vita di tutti quelli che gravitano intorno all’impresa. Ma il passaggio può anche rappresentare un’opportunità, ad esempio, quando si tratta di nuove generazioni con maggiore scolarizzazione e inclinazione all’innovazione, visioni organizzative più moderne e avanzate.
Il sistema camerale punta su questo per realizzare servizi ad hoc. I dati sulle donne imprenditrici fanno riflettere.
Al 30 giugno 2010, le ditte individuali erano 3 milioni. Campania, Sicilia, Lazio e Piemonte sono in testa
quanto a presenza femminile. La Liguria, è, comunque,
al di sopra della media. Il commercio è il settore più scelto, ma è in discesa, come pure l’agricoltura. Emergenti sono i settori delle costruzioni e quello immobiliare.
È uscito, ad ottobre, il 2° rapporto sull’imprenditoria
femminile che analizza gli ultimi cinque anni: gli imprenditori giovani scendono mentre salgono i più anziani, le imprese, costituite da donne over 70 sono molto
numerose, anche se ben nutrita, è la fascia 30-49 anni, il
picco si concentra tra i 50 e i 70 anni. Quindi il problema del passaggio generazionale si pone con evidenza. Per
le donne il passaggio del testimone è ancora più difficile.
Il 68% ha intenzione di lasciare l’impresa ad un familiare, ma solo il 20% delle aziende sopravvive al cambio generazionale.
Le donne fanno impresa per necessità, per trovare lavoro, non tanto per scelta. Molte sono le imprese individuali e quelle delle imprenditrici straniere, sempre
più frequenti le aziende strutturate, come ad esempio le
cooperative.
Il sistema camerale ha considerato la crescita femminile come una priorità e quindi ha messo in campo interventi di analisi e formazione sul territorio. La formazione
è infatti, necessaria perché fare impresa è rischioso e perché i giovani fanno fatica a prendere in considerazione
questa opportunità.
Silvana Neri, l’ottica di genere dà opportunità
a tutti
Il trasferimento di impresa è un problema italiano. I
giovani sono bloccati da una generazione che non vuole
dare loro spazio ed è restia a lasciare l’attività. I dati sono
preoccupanti perché non esiste compensazione al cambio
generazionale.
La perdita di molte imprese è preoccupante. In Piemonte, con Unioncamere e Regione, diversi comitati
hanno unito le forze, nell’ottica di ottimizzare gli interventi e sviluppare nuove attività. È stato organizzato un
percorso formativo sulla leadership, perché molti sforzi
vengono vanificati se non si ha la forza di comunicare i
risultati. È importante far capire che l’ottica di genere dà
un’opportunità a tutti – giovani e meno giovani – e alle
imprese: per cui è utile per le donne, ma non solo per loro. Si è compreso che, se si lavora insieme, i risultati arrivano. Per attivare gli sportelli sono state coinvolte le associazioni di categoria; sono stati organizzati incontri con
gli imprenditori: infatti, il momento informativo è molto
importante anche per avere indicazioni di ritorno.
Altri strumenti che si sono dimostrati utili: il percorso
di mentoring per 15 aziende e il fondo di garanzia per il
microcredito.
I dati mostrano che il passaggio generazionale è quasi
sempre familiare, bisogna però ragionare anche su quello extrafamiliare, trovando forme di collaborazione tra
chi cede l’attività e i giovani che vogliano intraprendere
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questo percorso. C’è ancora troppa burocrazia, bisogna
lavorare sulla semplificazione. Occorrono strumenti anche per supportare l’aspetto psicologico: gli anziani sono
restii a lasciare l’attività perché temono che i giovani
non siano in grado di gestire l’azienda, quindi interventi di counseling potrebbero essere utili per amalgamare
le generazioni.
Le testimonianze
Donatella Bambini
Ha rilevato un’azienda familiare di produzione e vendita di apparecchiature elettromedicali di tipo riabilitativo. È nata nel ’78, grazie alla collaborazione di amici e conoscenti: allora era possibile partire da zero e inventarsi
un’azienda dal nulla, anche senza esperienza. Oggi, sarebbe impossibile. Il suo inserimento in azienda è avvenuto
in modo graduale con la supervisione di un collaboratore.
Ha imparato a ricoprire tutte le mansioni per capire tutti
gli aspetti del lavoro e averne una visione di insieme. L’inserimento, a pieno titolo, nelle strategie aziendali è avvenuto in un momento di crisi, anche motivazionale, dei
genitori che, invecchiando, non volevano più avere grosse
responsabilità. È nato uno scontro generazionale perché
il passaggio non è mai neutro, a seguito di ciò la società si
è trasformata. Talvolta non si è sicuri di essere sulla strada
giusta, occorre leadership, formazione e informazione da
chi ha più esperienza.
Danila Abbo
L’impresa, ereditata nel settore agricolo, è nata come
azienda artigiana di produzione di olio extravergine, scelta vincente negli anni ’70, in cui sembrava imporsi la produzione di olio di semi. Un’azienda, quindi, in controtendenza, con una produzione che era di ottimo livello.
Negli anni ’70 e ’80, si faticava a reperire materia prima di
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alta qualità. Quindi, l’azienda si è trasformata da artigianale ad agricola, con ripristino dei terreni di famiglia. Le
olive venivano prodotte in modo autonomo e, in parte,
acquistate, ma sempre con un’attenzione alla qualità e la
diversificazione è avvenuta sempre in questo ambito. Il
passaggio generazionale si è compiuto nel 2001, anche se,
in precedenza, Danila Abbo aveva già rivestito tutti i ruoli, dalla produzione alla vendita. Non è stato traumatico,
perché già il padre era sempre stato attento al futuro e lasciava che i figli sbagliassero, convinto che fosse la chiave
per comprendere meglio anche i meccanismi aziendali. Il
problema, successivamente, è stata la mancanza della figura di riferimento paterna, anche se, ormai, le competenze erano state tutte acquisite, probabilmente anche la
terza generazione si fermerà in azienda.
Lorenza Dellepiane
L’azienda familiare, nata nel 1972, a Millesimo (SV)
opera nel campo delle costruzioni. È stata fondata dal padre. A metà degli anni ’90, Lorenza è entrata nella società
con il fratello che, contrariamente a lei, possedeva una
preparazione in linea con i bisogni aziendali.
Il gruppo aziendale opera nei settori industriale, navale e civile, ha oltre 1.000 dipendenti, costruisce centrali,
quindi si tratta di un mondo solo maschile, anche perchè
la cantieristica implica frequenti spostamenti.
Ha iniziato a studiare e a conoscere i flussi aziendali; nel
’98 l’evento luttuoso della morte del fratello, provoca nel
padre un duro contraccolpo. Lorenza ha lavorato sodo e,
dopo pochi mesi, ha capito che ce la poteva fare. C’è stato
molto rispetto, da parte dei dipendenti che ne hanno compreso i meriti. Col tempo ha creato un’altra azienda, anche
a causa dello scontro generazionale con il padre.
Occorre che il ricambio avvenga a tutti i livelli bisogna,
che la nuova generazione impari a prendersi delle responsabilità; anche la scuola e la famiglia dovrebbero lavorare
in questo senso. Purtroppo, per la donna, il carico familiare è ancora pesante, per questo motivo l’azienda ha
aperto un asilo interaziendale.
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Beatrice Chiesa
È titolare di un’attività commerciale nel settore dell’abbigliamento, nata a Genova nel 1920, nella quale era coinvolta anche la madre. Negli anni ’50 è stato aperto un altro
punto vendita nel centro storico. Negli anni ’70, periodo
dell’austerity, l’azienda prende corpo e apre un negozio più
grande, diversificando gli articoli. Negli anni ’80 entra in
azienda anche la sorella, prima impegnata nella gestione
della sua famiglia. Beatrice Chiesa prosegue gli studi e si
impegna nell’associazione di categoria. Nel ’92 il padre le
propone di prendere in mano le redini dell’azienda, anche
se, di fatto, rimane ancora impegnato nell’attività.
Chiara Iotto
È a capo di un’azienda spezzina che si occupa di attrezzature per il sollevamento, nata negli anni ’70 ad opera
del padre, più commerciante che imprenditore. Pochi erano i mezzi economici e professionali a disposizione. L’azienda, oggi, conta 60 dipendenti e buone prospettive di
sviluppo. Nel 2000, dopo la laurea, entra in azienda. L’ingresso è stato visto in maniera critica dai dipendenti, per
cui lei ha dovuto dimostrare quello che sapeva. Ha apportato la sua conoscenza delle lingue, aprendo prospettive verso i mercati esteri. L’azienda si è aperta verso altri
settori, quali le costruzioni navali e l’ambito crocieristico.
Il passaggio generazionale è stato facilitato da una efficace
attività consulenziale.
Positivo è l’approccio femminile, portato alla relazione, alla concretezza, alla sensibilità; essere donna in gamba giova nei rapporti.
Il terzo giro d’Italia delle donne che fanno
impresa
Il ruolo delle Camere di commercio a sostegno del
trasferimento generazionale di impresa
Genova, 22 settembre 2010 - Salone del Bergamasco, Camera di Commercio di Genova
Saluti istituzionali
Paolo Odone, Presidente Unioncamere Liguria
Patrizia De Luise, Presidente Coordinamento Regionale
Comitati imprenditoria femminile Liguria
Il sistema camerale per le donne che fanno impresa
Tiziana Pompei, Vice Segretario Generale Unioncamere
Esperienza sul trasferimento di impresa e ricambio
generazionale
Manuela Caramanna, Funzionario CLP Agenzia Formativa Camera di Commercio Genova
Testimonianze imprenditrici liguri e piemontesi
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Fa tappa a Genova il terzo `Giro d`Italia` delle imprenditrici