BEN ARRIVATI! COME VI SENTITE ?
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SVUOTARSI
Un maestro giapponese ricevette la
visita di un professore, che voleva delle
spiegazioni sullo Zen.
Il maestro gli servì il tè: una volta
riempita la tazza, continuò a versare.
Il professore, stupito, dopo un po’, gli
disse: “Si fermi, la tazza è ricolma!”.
E il maestro rispose: “Tu sei come la
tazza: sei pieno di opinioni. Come
posso illustrarti lo Zen se non vuoti la
tua tazza?”
Quanto sei disposto a vuotare la tazza
per cambiare ?
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Un po’ di storia sul
bullismo
IL BULLISMO è ….
IL BULLISMO è ….
Bullying
Mobbing
Ijime
Faits de
Violence
Violenca na
escola
Bullismo
Prepotenza
Victimisation
IL BULLISMO è ….
IL BULLISMO è ….
IL BULLISMO è ….
IL BULLISMO è ….
Nei primi anni 1970, il dottor Dan Olweus
avviato la prima sistematica ricerca del mondo
bullismo. I risultati dei suoi studi sono stati
pubblicati in un libro svedese nel 1973 e negli
Stati Uniti nel 1978 sotto il titolo L'aggressività
nelle scuole: bulli e capri espiatori.
Dan Olweus
IL BULLISMO è ….
IL BULLISMO è ….
Nel 2006 alcuni studenti filmarono
l'aggressione ad un disabile durante le
lezioni e inserirono il filmato su
IL BULLISMO è ….
Costituzione
Commissione Nazionale
sul bullismo
Roma, 5 febbraio 2007
Linee di indirizzo generali ed azioni a
livello nazionale per la prevenzione
e la lotta al bullismo
Teoria
Che cos’è il bullismo?
BULLISMO?
DEFINIZIONE DI BULLISMO
UNO STUDENTE È OGGETTO DI AZIONI DI
BULLISMO, OVVERO È:
PREVARICATO O VITTIMIZZATO,
QUANDO VIENE ESPOSTO,
RIPETUTAMENTE NEL CORSO DEL TEMPO,
ALLE AZIONI OFFENSIVE MESSE IN ATTO
DA PARTE DI UNO O PIÙ COMPAGNI.
OLWEUS
BULLISMO: LA DEFINIZIONE SCIENTIFICA
Il bullismo è un abuso di potere.
Perché una relazione tra soggetti
possa prendere questo nome
devono essere soddisfatte 4
condizioni:
1 - Si verificano comportamenti di
prevaricazione diretta o indiretta
2 - Queste azioni sono reiterate
nel tempo
3 - Sono coinvolti sempre gli stessi soggetti, di cui
uno/alcuni sempre in posizione dominante (bulli) ed
uno/alcuni più deboli e incapaci di difendersi (vittime).
4. avvengono frequentemente alla presenza di altri
compagni, spettatori o complici, che possono assumere
un ruolo di rinforzo del comportamento o semplicemente
sostenerlo e legittimarlo
TIPOLOGIE DI BULLISMO
La prima distinzione importante operata da Olweus, è quella tra:
- il bullismo diretto: attacchi rivolti alla vittima, quali aggressioni fisiche,
insulti, gesti, smorfie e minacce. Si suddivide in due sottocategorie:
1.bullismo fisico: commesso usando la forza fisica per colpire con calci e
pugni la vittima, per spingerla, rovinarle o rubarle oggetti personali, estorcerle
soldi o la merenda,
2.bullismo verbale: si esplica attraverso l’uso di delle parole, per esempio
insultare, deridere, prendere in giro ripetutamente, inventare dei nomignoli;
-il bullismo indiretto: consiste nell’isolamento sociale: esclusione dal
gruppo e dai giochi, diffusione di pettegolezzi, rifiuto di esaudire le richieste
del compagno.
Sono presenti altre sottocategorie quali:
-il bullismo digitale: azioni ripetute di molestia nei confronti della vittima
tramite l’uso di strumenti elettronici;
-il bullismo omofobico: persecuzione e molestia verso soggetti ritenuti
omosessuali;
-il bullismo razziale e/o razzista: rivolto a persone provenienti da paesi
stranieri;
-il bullismo verso i diversamente abili: rivolto a persone disabili, con
handicap fisico o mentale o che hanno difficoltà di apprendimento;
- il bullismo a sfondo sessuale: riscontrato soprattutto tra adolescenti e
preadolescenti, avviene attraverso molestie sessuali, cioè attenzioni sessuali
(di natura verbale, psicologica e fisica) non desiderate dal soggetto.
TIPOLOGIE DI BULLISMO
FUNZIONE
ESEMPIO
Di inclusione 1
Riti di iniziazione ai “primini”
“battesimo”)
Di inclusione 2
Scambio di “attenzioni” tra bullo
e vittima provocatrice
Di esclusione 1
di tipo espressivo
Di esclusione 2
di tipo utilitaristico
(il
Meccanismo del capro
espiatorio (il rapporto è tra il/i
bullo/i e la vittima passiva
percepita come debole e
diversa dagli altri).
Furti ripetuti, estorsioni, ricatti
sui compiti da copiare…
Al compimento dei 14 anni il minore è punibile
Si suggerisce di:
- monitorare lo scherzo per prevenirne gli eccessi;
- individuare i limiti di rispetto per impedire che lo scherzo si trasformi in umiliazione/prepotenza;
- individuare quei limiti che consentano di chiarire come l’umiliazione e la prepotenza contengono
in sé caratteristiche che possono configurarsi facilmente come reati per i quali si entra nel circuito
penale.
scherzo
da monitorare
eccesso
limite
Umiliazione
Bullismo
prepotenza
reato
illegalità
limite
da denunciare
ALCUNI FATTORI DI RISCHIO …
RICONDUCIBILI ALLE CARATTERISTICHE PERSONALI
le caratteristiche individuali
la diversa capacità dei soggetti di riconoscere le emozioni degli altri (empatia)
la consapevolezza di riconoscere gli atti subiti e agiti
RICONDUCIBILI AL CONTESTO FAMILIARE
la qualità dell’interazione familiare
lo stile educativo dei genitori
il clima familiare
il sistema dei valori della famiglia
il contesto familiare come sistema comunicativo-relazionali
(affettiva,comunicativa,educativa ed organizzativa)
RICONDUCIBILI ALL’AMBIENTE SCOLASTICO
lo stile di conduzione della classe
i valori educativi della scuola
lo stress del gruppo
la struttura fisica e organizzativa
RICONDUCIBILI ALLA DIMENSIONE SOCIO-AMBIENTALE
il modello generale e specifico di socializzazione a cui si è esposti
il grado di aggressività/conflittualità del gruppo scolastico il livello di anomia dell’ambiente scolastico
E COINVOLGE TUTTO IL SISTEMA CLASSE E SCUOLA
FAMIGLIE
ALUNNI
FAMIGLIE
ALUNNI
FAMIGLIE
ALUNNNI
FAMIGLIE
ALUNNI
GRUPPO CLASSE


VITTIME
BULLO

 
ASTANTI
ALTRI ALUNNI

CONSIGLIO DI
CLASSE
DOCENTI


DIRIGENTE
SCOLASTICO
COLLEGIO DOCENTI

PERSONALE
NON DOCENTE
Dati del fenomeno
in Italia
IL BULLISMO ..
CAMPIONE NAZIONALE
Indice di presenza reale
Primarie
Secondarie di primo grado
Secondarie di secondo grado
VITTIME
VITTIME
VITTIME
40%
26%
19%
BULLI
BULLI
BULLI
27%
20%
17%
Nativo digitale e
immigrato digitale
Nativo digitale è una espressione
che viene applicata ad una persona
che è cresciuta con le tecnologie
digitali come i computer, Internet,
telefoni cellulari e MP3.
Per contro un immigrato digitale si
applica ad una persona che è
cresciuta prima delle tecnologie
digitali e le ha adottate in un
Commodore 64.
Quasi 30 anni fa venne commercializzato il
primo computer.
A volte certi adulti assomigliano a questo PC
Nuovo ipad
I ragazzi di oggi nascono con la tecnologia
In mano
Dalla cultura della PAROLA
Logos
Alla cultura dell’IMMAGINE
Immigranti e nativi digitali
Digital immigrants
Codice alfabetico
Apprendimento lineare
Stile comunicativo uno a molti
Apprendimento per
assorbimento
Internalizzazione riflessione
Autorità del testo
Primo leggere
29
Digital native
Codice digitale
Apprendimento
Multitasking(multiprocessualità)
Condividere e creare la conoscenza
(Mp3 Wikipedia)
Apprendere ricercando giocando
esplorando
Esternalizzazione dell’apprendimento
Comunicazione versus riflessione
No autorità del testo multicodicalità
(l'uso simultaneo di molti modi per «
codificare»)
Connettersi navigare ed esplorare
I consumatori, tra i quali chiaramente si annoverano i minori,
avvertono dunque determinati bisogni psicologici e sociali,
riassumibili secondo Capecchi (2004) in cinque categorie:
1. bisogni cognitivi, di conoscenza e apprendimento;
2. bisogni affettivi-estetici, come il rafforzamento della sfera
emotiva e la ricerca di appagamento estetico;
3. bisogni integrativi a livello di personalità (che combinano
aspetti cognitivi ed affettivi), come rafforzare la propria
credibilità, lo status, la fiducia in se stessi e la stabilità emotiva;
4. bisogni integrativi a livello sociale, come il rafforzamento dei
contatti familiari, amicali e sociali;
5. bisogni di evasione, di allentamento delle tensioni.
Opportunità , rischi e bisogni
dell’innovazione digitale
DOVE NAVIGANO I RAGAZZI DI OGGI?
QUALI RISCHI DELLA RETE ?
Siti più visti
1………………………
2………………………
3………………………
4………………………
5………………………
Chat più frequentate
1………………………
2………………………
3………………………
4………………………
5………………………
Siti più pericolosi
1………………………
2………………………
3………………………
4………………………
5………………………
Rischi della rete
1………………………
2………………………
3………………………
4………………………
5………………………
In famiglia
1__________________
2__________________
3__________________
Con il motorino
1__________________
2__________________
3__________________
Nei rapporti affettivi
1__________________
2__________________
3__________________
A scuola
1__________________
2__________________
3__________________
Su internet
1__________________
2__________________
3__________________
Per strada
1__________________
2__________________
3__________________
RISCHI
OPPORTUNITA’
Classificazione di opportunità e rischi per bambini online. Fonte EU Kids Online: Livingstone – Haddon (2009)
Educazione e cultura
digitale
Contenuti:
bambino/ragazzo come
ricevente/destinatario
Risorse educative
Partecipazione e
impegno civico
Creatività e
espressione
Identità e
connessione sociale
Informazione globale
Sfruttamento
commerciale
Pubblicità, spam,
sponsorizzazione
Violenza / aggressività
Contenuti violenti e
incitamento all’odio
Sessualità
Contenuti sessuali
Pornografici e indesiderati
Razzismo, informazioni
distorte (ad esempio:
droghe)
Valori
Varietà di risorse
Consigli (personali/
salute/sessuali, etc)
Contatti:
Comportamenti:
bambino/ragazzo come bambino/ragazzo come
partecipante
protagonista
Contatto con altri che
Processo di
condividono gli stessi
apprendimento
interessi
autonomo
o collaborativo
Scambio tra gruppi
Forme concrete di
impegno civico
Essere invitato/ ispirato Creazione di contenuti
a creare o partecipare
Relazioni sociali,
Espressione d’identità
condividere esperienze
con altri
Monitoraggio / raccolta Gioco d'azzardo,
dati personali
download illegale,
pirateria
Vittima di bullismo,
Compiere atti di
molestie o stalking
bullismo o molestie
verso altri
Incontrare sconosciuti e Creare / caricare online
adescamento
materiale pornografico
Autolesionismo, plagio
Fornire consigli dannosi
(ad esempio suicidio /
proanoressia)
Sfruttamento commerciale
Contenuti inadeguati
Violenza
Fanatismo
Pornografia
ecc
Contatti con malintenzionati
Il sexting, divenuto una vera e propria
moda fra i giovani, consiste principalmente
nello scambio di messaggi sessualmente
espliciti e di foto e video a sfondo
sessuale, spesso realizzate con il telefono
cellulare, o nella pubblicazione tramite via
telematica,
come
chat,
social
network e internet in generale, oppure
nell'invio di semplici MMS. Tali immagini,
anche se inviate a una stretta cerchia di
persone, spesso si diffondono in modo
incontrollabile e possono creare seri
problemi alla persona ritratta nei supporti
foto e video.
Quanto è diffuso il fenomeno
del sexting in Italia?
Osservando le abitudini dei ragazzi, ci si rende conto di
come lo scambio di immagini/video/testi a sfondo
sessuale sia divenuto nel tempo un’espressione normale
della sessualità tra i giovani - e spesso anche tra gli
adulti. Il sexting è molto diffuso in altri paesi europei solo in Inghilterra, secondo statistiche del 2013 diffuse
da Childline, 1 adolescente su 4 ha inviato immagini o
video del proprio corpo in atteggiamenti sessualmente
espliciti - e negli anni sta crescendo anche in Italia. Da
una recente indagine di Telefono Azzurro e Doxa Kids
(2014), emerge infatti che il 35,9% dei ragazzi conosce
qualcuno che ha fatto sexting.
Cyberbullying
Cyberbullismo
Cyberbullying
Questo termine coniato da Belsey si riferisce
“all’utilizzo di strumenti di comunicazione e
informazione (ICT) e specialmente al cellulare e
internet, per importunare deliberatamente
qualcun altro”. E’ un fenomeno di vasta portata
fra
bambini
e
adolescenti.
E-mail, chat, blog, MUD, IM, cellulari e
videofonini, cioè i nuovi strumenti che facilitano
la comunicazione fra più persone, sono diventati
le nuove armi nelle mani di bulli.
www.cyberbullying.ca
Cyberbullying
Cyberbullying = “danno ostinato e ripetuto inflitto per
mezzo di mezzi elettronici” (Hinduja & Patchin, 2006)
Asimmetria di potere: non fisica o sociale, ma relativa
ad ABILITA’e COMPETENZA nell’uso delle nuove
tecnologie
(internet
e
cellulari)
Caratteristiche
bullismo
elettronico:
anonimato: svincolo da restrizioni normative e sociali;
aumenta distacco tra gesto e significato;
più
doloroso
e
intrusivo;
assenza
di
supervisione;
contatto 24 su 24: possibilità di raggiungere le
persone in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo
Forme
Il termine Cyberbullismo è generico, quindi non
riferibile ad un unico comportamento, bensì a diverse
forme di prevaricazione attuata con strumenti
tecnologici: forme semplici,
come spedire in
continuazione e.mail o SMS a qualcuno che ha
chiaramente ribadito di non voler ulteriori contatti, e
complesse, come la creazione di siti web diffamatori,
che richiede maggiori abilità informatiche.
Tra i due poli del continuum è possibile collocare:
minacce, attenzioni sessuali, pubblicazione di
informazioni
personali, immagini digitali, video
compromettenti o commenti sgradevoli ed
ostracismo nel confronti di un utente in chat, MUD o
IM.
Soggetti
•Sono coinvolti in modo differente in bullismo e
cyberbullying.
Il cyberbullo può diventare tale per:
ESTENSIONE delle vittimizzazioni tradizionali: la
vittima di bullismo tradizionale è tale anche nel
cyberspazio
COMPENSAZIONE per vittimizzazioni subite: la
vittima di bullismo di tipo tradizionale sfrutta le
proprie competenze tecnologiche per diventare
bullo
nel
cyberspazio
Confronto fra bullismo e cyberbullying
Bullismo tradizionale
Cyberbullismo
I bulli di solito sono: studenti o compagni di classe
I cyberbulli sono: anonimi
(persone conosciute dalla vittima)
I testimoni delle azioni di prepotenza e di aggressività
Il “materiale” usato dai cyberbulli può essere diffuso in
sono solamente i membri di un determinato ambiente
tutto il mondo
(scuola, parco giochi) e restano circoscritte da un spazio
Si riscontra un certo tipo di disinibizione sollecitata
Qui è presente un’altro tipo di disinibizione: il bullo
dalle dinamiche di gruppo
virtuale tende a fare ciò che non avrebbe coraggio di fare nella
vita reale
Il bullo tradizionale ha bisogno di dominare le
Il cyberbullo si approfitta della presunta invisibilità (ogni
relazioni interpersonali correlate con la visibilità, ovvero,
computer lascia le “impronte” che possono essere identificate
della presenza reale del bullo
dalla polizia postale) attraverso la quale vuole ugualmente
esprimere il proprio potere e dominio
Si osserva una chiara presenza di feedback tra la
Il bullo virtuale, invece, non vede le conseguenze delle
vittima e il suo oppressore, alla quale non presta
proprie azioni, e proprio quello può ostacolare in lui la
sufficientemente attenzione (consapevolezza cognitiva ma comprensione empatica della sofferenza provata dalla vittima
non emotiva)
Si può riscontrare piuttosto facilmente la
Nel cyberbullismo si può, invece, rilevare anche i
deresponsabilizzazione, del tipo: “Non è colpa mia, stiamo processi depersonalizzazione, dove le conseguenze delle
scherzando”;
proprie azioni vanno prescritte agli avatar
Nel bullismo tradizionale, sono solo i bulli ad
Nel bullismo virtuale, anche la vittima nella vita reale o
eseguire i comportamenti aggressivi
di un basso potere sociale può diventare il cyber bullo
Nel bullismo tradizionale il pubblico è passivo
Nel caso di cyberbullismo gli spettatori possono essere
passivi e attivi (partecipare nelle prepotenze virtuali)
La diffusione del fenomeno
E’ un problema troppo spesso sottovalutato, ma che sta
assumendo proporzioni enormi tra gli adolescenti.
Poiché si tratta di un problema recente, le ricerche
sull’argomento sono ancora in fase iniziale e i dati, piuttosto
scarsi,
non
sono
sempre
coerenti
tra
loro.
Emergono difficoltà nello stimare il tasso di incidenza e si
ottengono risultati spesso contrastanti: ciò può rispecchiare la
difficoltà a raggruppare diverse categorie comportamentali in un
unico
concetto.
Sebbene i dati possano variare da una ricerca all’altra è stato
dimostrato come tale fenomeno rappresenti un’esperienza
presente
nella
vita
di
molti
ragazzi.
Incidenza del fenomeno
Gran Bretagna, il 25% degli adolescenti fra
gli 11 e i 19 anni riporta esperienze di
bullismo elettronico, solo pochi anni prima
era il 6% ad identificarsi come
cybervittima
(Thorp,
2004).
Beran e Li (2005): 2/3 del loro campione
(432 studenti) è stato testimone o conosce
persone vittime di cyberbullismo, ¼
riferisce di esserne stato vittima diverse
volte e ¼ di utilizzare queste forme di
comunicazione
per
ferire
intenzionalmente
un’altra
persona.
Incidenza del fenomeno
vittime di
cyberbullismo
100
80
Si èpassati in 6 anni da:
60
1 alunno su 14 nel 2007-08
40
26,4
30,7
18
20
7,3
1 alunni su 5 nel 2009-10
1 alunno su 4 nel 2010-11
1 alunno su 3 nel 2011-12
Vittime di cyberbullismo
0
2007-08 2009-10 2010-11 2011-12
Che cosa fare?
LAVORARE SU PIU’ LIVELLI
CON IL SINGOLO
CON IL GRUPPO CLASSE
CON LA COMUNITÀ SCOLASTICA
CON LA COMUNITÀ LOCALE
Genitori
Per.non
docente
Gruppo
classe
Comunità
Società
Alunni
Insegnanti
Dirigenti
Scuola
SCHEMA RIASSUNTIVO DIMENSIONI
PREVENZIONE RPIMARIA E SECONDARIA
Livello d’intervento
Modello
ecologico
Comunità
Scuola
Coetanei
Famiglia
Modello
Individuale
Singolo
Selezione della popolazione
Universale
Selettiva
Rischio
Il modello ecologico è più efficace
Indicata
Che cosa fare?
E’ indispensabile che la vittima riferisca ciò che le è
successo ai genitori, agli insegnanti o comunque a una
figura adulta che ha il potere di avviare il processo di
risposta.
La scuola può decidere di mettere in atto una formale
azione disciplinare (nel caso in cui il molestatore fa parte
dell’ambiente scolastico) con la cooperazione delle famiglie
delle vittime e dei ragazzi stessi che devono imparare a
sviluppare competenze nuove per prevenire ulteriori
vittimizzazioni.
Oppure la scuola può adottare opzioni risolutive informali:
lavorare con i genitori dei cyberbulli, lavorare con i genitori
delle vittime ed infine lavorare direttamente con gli
studenti.
Creare un clima di alleanza scuola-famiglia-territorio.
Come lavorare con i genitori?
•
•
•
•
•
Lasciare un certo margine di tempo e spazio per
consentire
l’elaborazione
individuale
delle
immediate reazioni negative.
Informare con materiale documentato
Elaborare una strategia congiunta per fermare il
bullismo scolastico e quello elettronico.
Allo stesso tempo, la famiglia deve essere avvertita
del pericolo di ritorsione a cui i loro figli vanno
incontro e lavorare con loro per prevenirlo.
Se però i genitori si dimostrano consapevoli delle
attività offensive del figlio ma incapaci di bloccarle,
possono essere considerati altrettanto responsabili
sotto
forma
di
negligenza
parentale.
Lavorare con i genitori dei cyberbulli
• Spesso mancanza di consapevolezza dei genitori quindi innalzare
il livello di conoscenza
• Diverse le reazioni: ben disposti ad assumere un ruolo per
fermare il cyberbullismo e/o atteggiamento difensivo nei
confronti del figlio.
• I genitori dei cyberbulli: difficoltà legate all’aspetto emotivo
• E’ importante creare cooperazione.
• Reazioni possibili: rabbia, diretta verso i figli, ma anche verso la
scuola e le vittime. Questo sentimento può evolvere in
umiliazione, per le azioni del figlio, vergogna, che le attività
siano state scoperte, paura che per questo la considerazione
degli altri venga meno e imbarazzo perché le azioni del figlio
riflettono una mancanza di valori familiari.
• Ingenuità nell’uso di strategie.
Lavorare con i genitori delle cybervittime
• La scuola deve contattare i genitori
per informarli tempestivamente.
• Lavorare sulle reazioni dei genitori e
creare un clima che favorisca
l’elaborazione ed il contenimento
delle dinamiche emotive delle vittime
• Abbassare
il
livello
di
colpevolizzazione
ed
innalzare
l’autoefficacia
delle
vittime
utilizzando i genitori come risorsa.
• Non minimizzare o banalizzare il
fenomeno.
Lavorare con gli studenti
• Lavorare sul contesto classe e non sul singolo.
• Migliorare le competenze sociali dei ragazzi ed in
particolare le capacità empatiche e di risoluzione dei
conflitti rispettando i valori etici.
• I cyberbulli devono imparare a: accettare le differenze,
esprimere empatia, comprendere esigenze altrui ed
chiedere scusa
• Le vittime devono imparare a: crearsi una cerchia di amici,
chiedere aiuto e bloccare i pensieri negativi.
• Utilizzo di tecniche di role-playing per insegnare al bullo
ad entrare nei panni della vittima (Celi, 2002) e
comprendere le conseguenze delle proprie azioni (Bolton
& Greave, 2005).
• Evitare le colpevolizzazioni.
• Offirire un servizio di ascolto (counseling psicologico).
• Supportare la vittima e aiutarla a cercare alternative alla
comunità on line.
Cosa dovrebbero fare le vittime (Willard, 2007)
• Salvare i dati
•Identificare il cyberbullo
•Chiedere al cyberbullo di smettere: la vittima dovrebbe
inviare un messaggio chiaro, forte e senza particolari connotati
emotivi nel quale si chiede di bloccare l’invio dei messaggi,
altrimenti verranno adottate misure difensive. Non si deve
rispondere ad un’offesa con un’altra offesa: è ciò che il bullo
vuole, ossia percepire una reazione spaventata nella vittima.
•Ignorare i messaggi utilizzando strategie diverse:
bloccare o filtrare le comunicazioni provenienti da questi
individui;
evitare di visitare determinati siti o abbandonare
determinate comunità online (chat, blog IM);
creare un nuovo indirizzo e-mail, un nuovo account,
username e un nuovo numero di telefono.
Ruolo della prevenzione
PUNTI CHIAVE:
Creare alleanze educative
Rendere pubblici i risultati delle
ricerche
Rinforzare i comportamenti positivi
Rinforzare le regole
Chiarire le conseguenze
Come contrastare il fenomeno
sensibilizzare i contesti socio-educativi
sviluppare un’efficace politica scolastica
1.
sviluppare e applicare all’interno della scuola una politica
riguardo l’uso delle tecnologie
2.
accertarsi che gli insegnanti abbiano una adeguata
conoscenza e consapevolezza del fenomeno per poter
intervenire adeguatamente
3.
applicare blocchi o filtri all’uso degli strumenti per evitare
usi impropri e nocivi ai ragazzi stessi
4.
includere nel curriculum lezioni in cui si mostrano gli effetti
di un uso distorto
5.
stabilire come trattare i casi di cyberbullying
6.
sostenere i genitori nei loro compiti educativi. Il
cyberbullying avviene per lo più al di fuori del contesto
scolastico e quindi generalmente non viene considerata la
responsabilità della scuola, tuttavia la scuola dovrebbe
promuovere momenti informativi e di discussione sul
fenomeno.
7.
Creare sinergie con il territorio, in particolare con le
strutture che devono garantire il rispetto della legalità,
poiché il cyber potrebbe favorire occasioni di devianza o
criminalità
Educazione ai media
Educazione ai media
Utilizzo responsabile
Creare senso critico
EDUCAZIONE AI MEDIA
Decodificare nuovi
linguaggi
Diritti e responsabilità
nell’utilizzo delle
tecnologie
Educazione ai media
Diritti e responsabilità
CAPIRE LE CONSEGUENZE
Corriere della sera 15 novembre 2009
Monza
Filma la prof, il video su YouTube:
ai genitori multa da 20 mila euro
Il giudice: ha offeso l'onore della sua insegnante
MONZA - Bastava accendere il computer e cliccare su YouTube. C’era la prof
di italiano.
Girata di spalle. Che scriveva alla lavagna. Ignara di quello che accadeva alle
spalle ma che poteva immaginare. I gesti osceni, le boccacce, gli sbadigli e i colpi
di sonno improvvisi. Ma quello proprio no. Che qualcuno, uno studente, riprendesse
tutto con il suo cellulare. E poi, tornato a casa, ci facesse un «film» da mettere in
Rete. Persino con i sottotitoli ironici. Una bravata che è costata ventimila
euro ai genitori del ragazzo. Il risarcimento stabilito dal giudice che ha accolto
l’istanza della docente. Lo studente è stato giudicato colpevole di aver «pubblicato
immagini lesive del decoro e della reputazione dell’insegnante », ha scritto il
giudice civile di Monza, Luisa Berti.
CAPIRE LE CONSEGUENZE
Offendere un insegnante configura il reato di
'oltraggio ad un pubblico ufficiale'.
La corte di cassazione infatti (Sentenza 15367/2014) ci ricorda
che "l'insegnante di scuola media è pubblico ufficiale" e "l'esercizio delle
sue funzioni non è circoscritto alla tenuta delle lezioni, ma si estende alle
connesse attività preparatorie, contestuali e successive, ivi compresi gli
incontri dei genitori degli allievi".
Ecco perché una banale ingiuria rivolta all'insegnante potrebbe integrare il
reato di "oltraggio ad un pubblico ufficiale".
La corte di cassazione ha così riaperto un processo a carico di una
donna che prendendo le difese della figlia, aveva insultato una
insegnante.
CAPIRE LE CONSEGUENZE
12/04/2013
Diffamata su Fb, è risarcita dal gruppo
LA STORIA. Una sedicenne vicentina era stata accusata di aver rubato una
borsa a colpi di post sul social network. I genitori avevano denunciato 11
suoi coetanei, che per evitare il processo hanno pagato mille euro a testa.
Con tanto di scuse
VICENZA. Alla festa di Natale della scuola era sparita una borsetta,
costosa, di una studentessa. A Capodanno lei aveva esibito una
borsetta simile. Le aveva chiesto spiegazioni: «Me l'hanno regalata
i miei, l'ho trovata sotto l'albero». A quella spiegazione i coetanei
non avevano creduto: e sotto ad una sua fotografia, postata su
Facebook, con quella borsetta, avevano postato una serie di
commenti uno più pesante dell'altro. Non solo pesanti, ma anche
diffamatori. I genitori della ragazza avevano denunciato tutti quei
ragazzi. Che, nei giorni scorsi, hanno deciso di risarcire la vittima
con un migliaio di euro a testa. E tanto di scuse.
Codice Civile
L’art. 2048 del codice civile, cita quanto segue:
“Responsabilità dei genitori, dei tutori, dei precettori e dei
maestri d'arte: Il padre e la madre, o il tutore, sono
responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei figli
minori non emancipati (314 e seguenti, 301, 390 e seguenti)
o delle persone soggette alla tutela (343 e seguenti, 414 e
seguenti), che abitano con essi. La stessa disposizione si
applica all'affiliante. I precettori e coloro che insegnano un
mestiere o un'arte sono responsabili del danno cagionato dal
fatto illecito dei loro allievi e apprendisti (2130 e seguenti) nel
tempo in cui sono sotto la loro vigilanza. Le persone indicate
dai commi precedenti sono liberate dalla responsabilità
soltanto se provano di non avere potuto impedire il fatto.”
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slide seminario 12 febbraio