BEN ARRIVATI! COME VI SENTITE ? 1 2 5 3 6 4 7 2 SVUOTARSI Un maestro giapponese ricevette la visita di un professore, che voleva delle spiegazioni sullo Zen. Il maestro gli servì il tè: una volta riempita la tazza, continuò a versare. Il professore, stupito, dopo un po’, gli disse: “Si fermi, la tazza è ricolma!”. E il maestro rispose: “Tu sei come la tazza: sei pieno di opinioni. Come posso illustrarti lo Zen se non vuoti la tua tazza?” Quanto sei disposto a vuotare la tazza per cambiare ? 3 Un po’ di storia sul bullismo IL BULLISMO è …. IL BULLISMO è …. Bullying Mobbing Ijime Faits de Violence Violenca na escola Bullismo Prepotenza Victimisation IL BULLISMO è …. IL BULLISMO è …. IL BULLISMO è …. IL BULLISMO è …. Nei primi anni 1970, il dottor Dan Olweus avviato la prima sistematica ricerca del mondo bullismo. I risultati dei suoi studi sono stati pubblicati in un libro svedese nel 1973 e negli Stati Uniti nel 1978 sotto il titolo L'aggressività nelle scuole: bulli e capri espiatori. Dan Olweus IL BULLISMO è …. IL BULLISMO è …. Nel 2006 alcuni studenti filmarono l'aggressione ad un disabile durante le lezioni e inserirono il filmato su IL BULLISMO è …. Costituzione Commissione Nazionale sul bullismo Roma, 5 febbraio 2007 Linee di indirizzo generali ed azioni a livello nazionale per la prevenzione e la lotta al bullismo Teoria Che cos’è il bullismo? BULLISMO? DEFINIZIONE DI BULLISMO UNO STUDENTE È OGGETTO DI AZIONI DI BULLISMO, OVVERO È: PREVARICATO O VITTIMIZZATO, QUANDO VIENE ESPOSTO, RIPETUTAMENTE NEL CORSO DEL TEMPO, ALLE AZIONI OFFENSIVE MESSE IN ATTO DA PARTE DI UNO O PIÙ COMPAGNI. OLWEUS BULLISMO: LA DEFINIZIONE SCIENTIFICA Il bullismo è un abuso di potere. Perché una relazione tra soggetti possa prendere questo nome devono essere soddisfatte 4 condizioni: 1 - Si verificano comportamenti di prevaricazione diretta o indiretta 2 - Queste azioni sono reiterate nel tempo 3 - Sono coinvolti sempre gli stessi soggetti, di cui uno/alcuni sempre in posizione dominante (bulli) ed uno/alcuni più deboli e incapaci di difendersi (vittime). 4. avvengono frequentemente alla presenza di altri compagni, spettatori o complici, che possono assumere un ruolo di rinforzo del comportamento o semplicemente sostenerlo e legittimarlo TIPOLOGIE DI BULLISMO La prima distinzione importante operata da Olweus, è quella tra: - il bullismo diretto: attacchi rivolti alla vittima, quali aggressioni fisiche, insulti, gesti, smorfie e minacce. Si suddivide in due sottocategorie: 1.bullismo fisico: commesso usando la forza fisica per colpire con calci e pugni la vittima, per spingerla, rovinarle o rubarle oggetti personali, estorcerle soldi o la merenda, 2.bullismo verbale: si esplica attraverso l’uso di delle parole, per esempio insultare, deridere, prendere in giro ripetutamente, inventare dei nomignoli; -il bullismo indiretto: consiste nell’isolamento sociale: esclusione dal gruppo e dai giochi, diffusione di pettegolezzi, rifiuto di esaudire le richieste del compagno. Sono presenti altre sottocategorie quali: -il bullismo digitale: azioni ripetute di molestia nei confronti della vittima tramite l’uso di strumenti elettronici; -il bullismo omofobico: persecuzione e molestia verso soggetti ritenuti omosessuali; -il bullismo razziale e/o razzista: rivolto a persone provenienti da paesi stranieri; -il bullismo verso i diversamente abili: rivolto a persone disabili, con handicap fisico o mentale o che hanno difficoltà di apprendimento; - il bullismo a sfondo sessuale: riscontrato soprattutto tra adolescenti e preadolescenti, avviene attraverso molestie sessuali, cioè attenzioni sessuali (di natura verbale, psicologica e fisica) non desiderate dal soggetto. TIPOLOGIE DI BULLISMO FUNZIONE ESEMPIO Di inclusione 1 Riti di iniziazione ai “primini” “battesimo”) Di inclusione 2 Scambio di “attenzioni” tra bullo e vittima provocatrice Di esclusione 1 di tipo espressivo Di esclusione 2 di tipo utilitaristico (il Meccanismo del capro espiatorio (il rapporto è tra il/i bullo/i e la vittima passiva percepita come debole e diversa dagli altri). Furti ripetuti, estorsioni, ricatti sui compiti da copiare… Al compimento dei 14 anni il minore è punibile Si suggerisce di: - monitorare lo scherzo per prevenirne gli eccessi; - individuare i limiti di rispetto per impedire che lo scherzo si trasformi in umiliazione/prepotenza; - individuare quei limiti che consentano di chiarire come l’umiliazione e la prepotenza contengono in sé caratteristiche che possono configurarsi facilmente come reati per i quali si entra nel circuito penale. scherzo da monitorare eccesso limite Umiliazione Bullismo prepotenza reato illegalità limite da denunciare ALCUNI FATTORI DI RISCHIO … RICONDUCIBILI ALLE CARATTERISTICHE PERSONALI le caratteristiche individuali la diversa capacità dei soggetti di riconoscere le emozioni degli altri (empatia) la consapevolezza di riconoscere gli atti subiti e agiti RICONDUCIBILI AL CONTESTO FAMILIARE la qualità dell’interazione familiare lo stile educativo dei genitori il clima familiare il sistema dei valori della famiglia il contesto familiare come sistema comunicativo-relazionali (affettiva,comunicativa,educativa ed organizzativa) RICONDUCIBILI ALL’AMBIENTE SCOLASTICO lo stile di conduzione della classe i valori educativi della scuola lo stress del gruppo la struttura fisica e organizzativa RICONDUCIBILI ALLA DIMENSIONE SOCIO-AMBIENTALE il modello generale e specifico di socializzazione a cui si è esposti il grado di aggressività/conflittualità del gruppo scolastico il livello di anomia dell’ambiente scolastico E COINVOLGE TUTTO IL SISTEMA CLASSE E SCUOLA FAMIGLIE ALUNNI FAMIGLIE ALUNNI FAMIGLIE ALUNNNI FAMIGLIE ALUNNI GRUPPO CLASSE VITTIME BULLO ASTANTI ALTRI ALUNNI CONSIGLIO DI CLASSE DOCENTI DIRIGENTE SCOLASTICO COLLEGIO DOCENTI PERSONALE NON DOCENTE Dati del fenomeno in Italia IL BULLISMO .. CAMPIONE NAZIONALE Indice di presenza reale Primarie Secondarie di primo grado Secondarie di secondo grado VITTIME VITTIME VITTIME 40% 26% 19% BULLI BULLI BULLI 27% 20% 17% Nativo digitale e immigrato digitale Nativo digitale è una espressione che viene applicata ad una persona che è cresciuta con le tecnologie digitali come i computer, Internet, telefoni cellulari e MP3. Per contro un immigrato digitale si applica ad una persona che è cresciuta prima delle tecnologie digitali e le ha adottate in un Commodore 64. Quasi 30 anni fa venne commercializzato il primo computer. A volte certi adulti assomigliano a questo PC Nuovo ipad I ragazzi di oggi nascono con la tecnologia In mano Dalla cultura della PAROLA Logos Alla cultura dell’IMMAGINE Immigranti e nativi digitali Digital immigrants Codice alfabetico Apprendimento lineare Stile comunicativo uno a molti Apprendimento per assorbimento Internalizzazione riflessione Autorità del testo Primo leggere 29 Digital native Codice digitale Apprendimento Multitasking(multiprocessualità) Condividere e creare la conoscenza (Mp3 Wikipedia) Apprendere ricercando giocando esplorando Esternalizzazione dell’apprendimento Comunicazione versus riflessione No autorità del testo multicodicalità (l'uso simultaneo di molti modi per « codificare») Connettersi navigare ed esplorare I consumatori, tra i quali chiaramente si annoverano i minori, avvertono dunque determinati bisogni psicologici e sociali, riassumibili secondo Capecchi (2004) in cinque categorie: 1. bisogni cognitivi, di conoscenza e apprendimento; 2. bisogni affettivi-estetici, come il rafforzamento della sfera emotiva e la ricerca di appagamento estetico; 3. bisogni integrativi a livello di personalità (che combinano aspetti cognitivi ed affettivi), come rafforzare la propria credibilità, lo status, la fiducia in se stessi e la stabilità emotiva; 4. bisogni integrativi a livello sociale, come il rafforzamento dei contatti familiari, amicali e sociali; 5. bisogni di evasione, di allentamento delle tensioni. Opportunità , rischi e bisogni dell’innovazione digitale DOVE NAVIGANO I RAGAZZI DI OGGI? QUALI RISCHI DELLA RETE ? Siti più visti 1……………………… 2……………………… 3……………………… 4……………………… 5……………………… Chat più frequentate 1……………………… 2……………………… 3……………………… 4……………………… 5……………………… Siti più pericolosi 1……………………… 2……………………… 3……………………… 4……………………… 5……………………… Rischi della rete 1……………………… 2……………………… 3……………………… 4……………………… 5……………………… In famiglia 1__________________ 2__________________ 3__________________ Con il motorino 1__________________ 2__________________ 3__________________ Nei rapporti affettivi 1__________________ 2__________________ 3__________________ A scuola 1__________________ 2__________________ 3__________________ Su internet 1__________________ 2__________________ 3__________________ Per strada 1__________________ 2__________________ 3__________________ RISCHI OPPORTUNITA’ Classificazione di opportunità e rischi per bambini online. Fonte EU Kids Online: Livingstone – Haddon (2009) Educazione e cultura digitale Contenuti: bambino/ragazzo come ricevente/destinatario Risorse educative Partecipazione e impegno civico Creatività e espressione Identità e connessione sociale Informazione globale Sfruttamento commerciale Pubblicità, spam, sponsorizzazione Violenza / aggressività Contenuti violenti e incitamento all’odio Sessualità Contenuti sessuali Pornografici e indesiderati Razzismo, informazioni distorte (ad esempio: droghe) Valori Varietà di risorse Consigli (personali/ salute/sessuali, etc) Contatti: Comportamenti: bambino/ragazzo come bambino/ragazzo come partecipante protagonista Contatto con altri che Processo di condividono gli stessi apprendimento interessi autonomo o collaborativo Scambio tra gruppi Forme concrete di impegno civico Essere invitato/ ispirato Creazione di contenuti a creare o partecipare Relazioni sociali, Espressione d’identità condividere esperienze con altri Monitoraggio / raccolta Gioco d'azzardo, dati personali download illegale, pirateria Vittima di bullismo, Compiere atti di molestie o stalking bullismo o molestie verso altri Incontrare sconosciuti e Creare / caricare online adescamento materiale pornografico Autolesionismo, plagio Fornire consigli dannosi (ad esempio suicidio / proanoressia) Sfruttamento commerciale Contenuti inadeguati Violenza Fanatismo Pornografia ecc Contatti con malintenzionati Il sexting, divenuto una vera e propria moda fra i giovani, consiste principalmente nello scambio di messaggi sessualmente espliciti e di foto e video a sfondo sessuale, spesso realizzate con il telefono cellulare, o nella pubblicazione tramite via telematica, come chat, social network e internet in generale, oppure nell'invio di semplici MMS. Tali immagini, anche se inviate a una stretta cerchia di persone, spesso si diffondono in modo incontrollabile e possono creare seri problemi alla persona ritratta nei supporti foto e video. Quanto è diffuso il fenomeno del sexting in Italia? Osservando le abitudini dei ragazzi, ci si rende conto di come lo scambio di immagini/video/testi a sfondo sessuale sia divenuto nel tempo un’espressione normale della sessualità tra i giovani - e spesso anche tra gli adulti. Il sexting è molto diffuso in altri paesi europei solo in Inghilterra, secondo statistiche del 2013 diffuse da Childline, 1 adolescente su 4 ha inviato immagini o video del proprio corpo in atteggiamenti sessualmente espliciti - e negli anni sta crescendo anche in Italia. Da una recente indagine di Telefono Azzurro e Doxa Kids (2014), emerge infatti che il 35,9% dei ragazzi conosce qualcuno che ha fatto sexting. Cyberbullying Cyberbullismo Cyberbullying Questo termine coniato da Belsey si riferisce “all’utilizzo di strumenti di comunicazione e informazione (ICT) e specialmente al cellulare e internet, per importunare deliberatamente qualcun altro”. E’ un fenomeno di vasta portata fra bambini e adolescenti. E-mail, chat, blog, MUD, IM, cellulari e videofonini, cioè i nuovi strumenti che facilitano la comunicazione fra più persone, sono diventati le nuove armi nelle mani di bulli. www.cyberbullying.ca Cyberbullying Cyberbullying = “danno ostinato e ripetuto inflitto per mezzo di mezzi elettronici” (Hinduja & Patchin, 2006) Asimmetria di potere: non fisica o sociale, ma relativa ad ABILITA’e COMPETENZA nell’uso delle nuove tecnologie (internet e cellulari) Caratteristiche bullismo elettronico: anonimato: svincolo da restrizioni normative e sociali; aumenta distacco tra gesto e significato; più doloroso e intrusivo; assenza di supervisione; contatto 24 su 24: possibilità di raggiungere le persone in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo Forme Il termine Cyberbullismo è generico, quindi non riferibile ad un unico comportamento, bensì a diverse forme di prevaricazione attuata con strumenti tecnologici: forme semplici, come spedire in continuazione e.mail o SMS a qualcuno che ha chiaramente ribadito di non voler ulteriori contatti, e complesse, come la creazione di siti web diffamatori, che richiede maggiori abilità informatiche. Tra i due poli del continuum è possibile collocare: minacce, attenzioni sessuali, pubblicazione di informazioni personali, immagini digitali, video compromettenti o commenti sgradevoli ed ostracismo nel confronti di un utente in chat, MUD o IM. Soggetti •Sono coinvolti in modo differente in bullismo e cyberbullying. Il cyberbullo può diventare tale per: ESTENSIONE delle vittimizzazioni tradizionali: la vittima di bullismo tradizionale è tale anche nel cyberspazio COMPENSAZIONE per vittimizzazioni subite: la vittima di bullismo di tipo tradizionale sfrutta le proprie competenze tecnologiche per diventare bullo nel cyberspazio Confronto fra bullismo e cyberbullying Bullismo tradizionale Cyberbullismo I bulli di solito sono: studenti o compagni di classe I cyberbulli sono: anonimi (persone conosciute dalla vittima) I testimoni delle azioni di prepotenza e di aggressività Il “materiale” usato dai cyberbulli può essere diffuso in sono solamente i membri di un determinato ambiente tutto il mondo (scuola, parco giochi) e restano circoscritte da un spazio Si riscontra un certo tipo di disinibizione sollecitata Qui è presente un’altro tipo di disinibizione: il bullo dalle dinamiche di gruppo virtuale tende a fare ciò che non avrebbe coraggio di fare nella vita reale Il bullo tradizionale ha bisogno di dominare le Il cyberbullo si approfitta della presunta invisibilità (ogni relazioni interpersonali correlate con la visibilità, ovvero, computer lascia le “impronte” che possono essere identificate della presenza reale del bullo dalla polizia postale) attraverso la quale vuole ugualmente esprimere il proprio potere e dominio Si osserva una chiara presenza di feedback tra la Il bullo virtuale, invece, non vede le conseguenze delle vittima e il suo oppressore, alla quale non presta proprie azioni, e proprio quello può ostacolare in lui la sufficientemente attenzione (consapevolezza cognitiva ma comprensione empatica della sofferenza provata dalla vittima non emotiva) Si può riscontrare piuttosto facilmente la Nel cyberbullismo si può, invece, rilevare anche i deresponsabilizzazione, del tipo: “Non è colpa mia, stiamo processi depersonalizzazione, dove le conseguenze delle scherzando”; proprie azioni vanno prescritte agli avatar Nel bullismo tradizionale, sono solo i bulli ad Nel bullismo virtuale, anche la vittima nella vita reale o eseguire i comportamenti aggressivi di un basso potere sociale può diventare il cyber bullo Nel bullismo tradizionale il pubblico è passivo Nel caso di cyberbullismo gli spettatori possono essere passivi e attivi (partecipare nelle prepotenze virtuali) La diffusione del fenomeno E’ un problema troppo spesso sottovalutato, ma che sta assumendo proporzioni enormi tra gli adolescenti. Poiché si tratta di un problema recente, le ricerche sull’argomento sono ancora in fase iniziale e i dati, piuttosto scarsi, non sono sempre coerenti tra loro. Emergono difficoltà nello stimare il tasso di incidenza e si ottengono risultati spesso contrastanti: ciò può rispecchiare la difficoltà a raggruppare diverse categorie comportamentali in un unico concetto. Sebbene i dati possano variare da una ricerca all’altra è stato dimostrato come tale fenomeno rappresenti un’esperienza presente nella vita di molti ragazzi. Incidenza del fenomeno Gran Bretagna, il 25% degli adolescenti fra gli 11 e i 19 anni riporta esperienze di bullismo elettronico, solo pochi anni prima era il 6% ad identificarsi come cybervittima (Thorp, 2004). Beran e Li (2005): 2/3 del loro campione (432 studenti) è stato testimone o conosce persone vittime di cyberbullismo, ¼ riferisce di esserne stato vittima diverse volte e ¼ di utilizzare queste forme di comunicazione per ferire intenzionalmente un’altra persona. Incidenza del fenomeno vittime di cyberbullismo 100 80 Si èpassati in 6 anni da: 60 1 alunno su 14 nel 2007-08 40 26,4 30,7 18 20 7,3 1 alunni su 5 nel 2009-10 1 alunno su 4 nel 2010-11 1 alunno su 3 nel 2011-12 Vittime di cyberbullismo 0 2007-08 2009-10 2010-11 2011-12 Che cosa fare? LAVORARE SU PIU’ LIVELLI CON IL SINGOLO CON IL GRUPPO CLASSE CON LA COMUNITÀ SCOLASTICA CON LA COMUNITÀ LOCALE Genitori Per.non docente Gruppo classe Comunità Società Alunni Insegnanti Dirigenti Scuola SCHEMA RIASSUNTIVO DIMENSIONI PREVENZIONE RPIMARIA E SECONDARIA Livello d’intervento Modello ecologico Comunità Scuola Coetanei Famiglia Modello Individuale Singolo Selezione della popolazione Universale Selettiva Rischio Il modello ecologico è più efficace Indicata Che cosa fare? E’ indispensabile che la vittima riferisca ciò che le è successo ai genitori, agli insegnanti o comunque a una figura adulta che ha il potere di avviare il processo di risposta. La scuola può decidere di mettere in atto una formale azione disciplinare (nel caso in cui il molestatore fa parte dell’ambiente scolastico) con la cooperazione delle famiglie delle vittime e dei ragazzi stessi che devono imparare a sviluppare competenze nuove per prevenire ulteriori vittimizzazioni. Oppure la scuola può adottare opzioni risolutive informali: lavorare con i genitori dei cyberbulli, lavorare con i genitori delle vittime ed infine lavorare direttamente con gli studenti. Creare un clima di alleanza scuola-famiglia-territorio. Come lavorare con i genitori? • • • • • Lasciare un certo margine di tempo e spazio per consentire l’elaborazione individuale delle immediate reazioni negative. Informare con materiale documentato Elaborare una strategia congiunta per fermare il bullismo scolastico e quello elettronico. Allo stesso tempo, la famiglia deve essere avvertita del pericolo di ritorsione a cui i loro figli vanno incontro e lavorare con loro per prevenirlo. Se però i genitori si dimostrano consapevoli delle attività offensive del figlio ma incapaci di bloccarle, possono essere considerati altrettanto responsabili sotto forma di negligenza parentale. Lavorare con i genitori dei cyberbulli • Spesso mancanza di consapevolezza dei genitori quindi innalzare il livello di conoscenza • Diverse le reazioni: ben disposti ad assumere un ruolo per fermare il cyberbullismo e/o atteggiamento difensivo nei confronti del figlio. • I genitori dei cyberbulli: difficoltà legate all’aspetto emotivo • E’ importante creare cooperazione. • Reazioni possibili: rabbia, diretta verso i figli, ma anche verso la scuola e le vittime. Questo sentimento può evolvere in umiliazione, per le azioni del figlio, vergogna, che le attività siano state scoperte, paura che per questo la considerazione degli altri venga meno e imbarazzo perché le azioni del figlio riflettono una mancanza di valori familiari. • Ingenuità nell’uso di strategie. Lavorare con i genitori delle cybervittime • La scuola deve contattare i genitori per informarli tempestivamente. • Lavorare sulle reazioni dei genitori e creare un clima che favorisca l’elaborazione ed il contenimento delle dinamiche emotive delle vittime • Abbassare il livello di colpevolizzazione ed innalzare l’autoefficacia delle vittime utilizzando i genitori come risorsa. • Non minimizzare o banalizzare il fenomeno. Lavorare con gli studenti • Lavorare sul contesto classe e non sul singolo. • Migliorare le competenze sociali dei ragazzi ed in particolare le capacità empatiche e di risoluzione dei conflitti rispettando i valori etici. • I cyberbulli devono imparare a: accettare le differenze, esprimere empatia, comprendere esigenze altrui ed chiedere scusa • Le vittime devono imparare a: crearsi una cerchia di amici, chiedere aiuto e bloccare i pensieri negativi. • Utilizzo di tecniche di role-playing per insegnare al bullo ad entrare nei panni della vittima (Celi, 2002) e comprendere le conseguenze delle proprie azioni (Bolton & Greave, 2005). • Evitare le colpevolizzazioni. • Offirire un servizio di ascolto (counseling psicologico). • Supportare la vittima e aiutarla a cercare alternative alla comunità on line. Cosa dovrebbero fare le vittime (Willard, 2007) • Salvare i dati •Identificare il cyberbullo •Chiedere al cyberbullo di smettere: la vittima dovrebbe inviare un messaggio chiaro, forte e senza particolari connotati emotivi nel quale si chiede di bloccare l’invio dei messaggi, altrimenti verranno adottate misure difensive. Non si deve rispondere ad un’offesa con un’altra offesa: è ciò che il bullo vuole, ossia percepire una reazione spaventata nella vittima. •Ignorare i messaggi utilizzando strategie diverse: bloccare o filtrare le comunicazioni provenienti da questi individui; evitare di visitare determinati siti o abbandonare determinate comunità online (chat, blog IM); creare un nuovo indirizzo e-mail, un nuovo account, username e un nuovo numero di telefono. Ruolo della prevenzione PUNTI CHIAVE: Creare alleanze educative Rendere pubblici i risultati delle ricerche Rinforzare i comportamenti positivi Rinforzare le regole Chiarire le conseguenze Come contrastare il fenomeno sensibilizzare i contesti socio-educativi sviluppare un’efficace politica scolastica 1. sviluppare e applicare all’interno della scuola una politica riguardo l’uso delle tecnologie 2. accertarsi che gli insegnanti abbiano una adeguata conoscenza e consapevolezza del fenomeno per poter intervenire adeguatamente 3. applicare blocchi o filtri all’uso degli strumenti per evitare usi impropri e nocivi ai ragazzi stessi 4. includere nel curriculum lezioni in cui si mostrano gli effetti di un uso distorto 5. stabilire come trattare i casi di cyberbullying 6. sostenere i genitori nei loro compiti educativi. Il cyberbullying avviene per lo più al di fuori del contesto scolastico e quindi generalmente non viene considerata la responsabilità della scuola, tuttavia la scuola dovrebbe promuovere momenti informativi e di discussione sul fenomeno. 7. Creare sinergie con il territorio, in particolare con le strutture che devono garantire il rispetto della legalità, poiché il cyber potrebbe favorire occasioni di devianza o criminalità Educazione ai media Educazione ai media Utilizzo responsabile Creare senso critico EDUCAZIONE AI MEDIA Decodificare nuovi linguaggi Diritti e responsabilità nell’utilizzo delle tecnologie Educazione ai media Diritti e responsabilità CAPIRE LE CONSEGUENZE Corriere della sera 15 novembre 2009 Monza Filma la prof, il video su YouTube: ai genitori multa da 20 mila euro Il giudice: ha offeso l'onore della sua insegnante MONZA - Bastava accendere il computer e cliccare su YouTube. C’era la prof di italiano. Girata di spalle. Che scriveva alla lavagna. Ignara di quello che accadeva alle spalle ma che poteva immaginare. I gesti osceni, le boccacce, gli sbadigli e i colpi di sonno improvvisi. Ma quello proprio no. Che qualcuno, uno studente, riprendesse tutto con il suo cellulare. E poi, tornato a casa, ci facesse un «film» da mettere in Rete. Persino con i sottotitoli ironici. Una bravata che è costata ventimila euro ai genitori del ragazzo. Il risarcimento stabilito dal giudice che ha accolto l’istanza della docente. Lo studente è stato giudicato colpevole di aver «pubblicato immagini lesive del decoro e della reputazione dell’insegnante », ha scritto il giudice civile di Monza, Luisa Berti. CAPIRE LE CONSEGUENZE Offendere un insegnante configura il reato di 'oltraggio ad un pubblico ufficiale'. La corte di cassazione infatti (Sentenza 15367/2014) ci ricorda che "l'insegnante di scuola media è pubblico ufficiale" e "l'esercizio delle sue funzioni non è circoscritto alla tenuta delle lezioni, ma si estende alle connesse attività preparatorie, contestuali e successive, ivi compresi gli incontri dei genitori degli allievi". Ecco perché una banale ingiuria rivolta all'insegnante potrebbe integrare il reato di "oltraggio ad un pubblico ufficiale". La corte di cassazione ha così riaperto un processo a carico di una donna che prendendo le difese della figlia, aveva insultato una insegnante. CAPIRE LE CONSEGUENZE 12/04/2013 Diffamata su Fb, è risarcita dal gruppo LA STORIA. Una sedicenne vicentina era stata accusata di aver rubato una borsa a colpi di post sul social network. I genitori avevano denunciato 11 suoi coetanei, che per evitare il processo hanno pagato mille euro a testa. Con tanto di scuse VICENZA. Alla festa di Natale della scuola era sparita una borsetta, costosa, di una studentessa. A Capodanno lei aveva esibito una borsetta simile. Le aveva chiesto spiegazioni: «Me l'hanno regalata i miei, l'ho trovata sotto l'albero». A quella spiegazione i coetanei non avevano creduto: e sotto ad una sua fotografia, postata su Facebook, con quella borsetta, avevano postato una serie di commenti uno più pesante dell'altro. Non solo pesanti, ma anche diffamatori. I genitori della ragazza avevano denunciato tutti quei ragazzi. Che, nei giorni scorsi, hanno deciso di risarcire la vittima con un migliaio di euro a testa. E tanto di scuse. Codice Civile L’art. 2048 del codice civile, cita quanto segue: “Responsabilità dei genitori, dei tutori, dei precettori e dei maestri d'arte: Il padre e la madre, o il tutore, sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei figli minori non emancipati (314 e seguenti, 301, 390 e seguenti) o delle persone soggette alla tutela (343 e seguenti, 414 e seguenti), che abitano con essi. La stessa disposizione si applica all'affiliante. I precettori e coloro che insegnano un mestiere o un'arte sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei loro allievi e apprendisti (2130 e seguenti) nel tempo in cui sono sotto la loro vigilanza. Le persone indicate dai commi precedenti sono liberate dalla responsabilità soltanto se provano di non avere potuto impedire il fatto.”