Wisława Szymborska
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Wisława Szymborska (Kórnik, 2 luglio 1923 – Cracovia, 1º febbraio 2012) è stata una poetessa e saggista
polacca.
Premiata con il Nobel nel 1996 e con numerosi altri riconoscimenti, è generalmente considerata la più
importante poetessa polacca degli ultimi anni, e una delle poetesse più amate dal pubblico della poesia e
non di tutto il mondo d'oggi. In Polonia, i suoi volumi raggiungono cifre di vendita (500.000 copie vendute
- come un bestseller) che rivaleggiano con quelle dei più notevoli autori di prosa, nonostante Szymborska
abbia ironicamente osservato, nella poesia intitolata Ad alcuni piace la poesia (Niektorzy lubią poezje), che
la poesia piace a non più di due persone su mille.
Biografia
« Sono, ma non devo esserlo, una figlia del secolo »
Nel 1931 Szymborska si trasferì con la famiglia a Cracovia, città alla quale è stata sempre legata: vi ha
studiato, vi ha lavorato e vi ha sempre soggiornato, da allora fino alla morte. Allo scoppio della Seconda
guerra mondiale nel 1939, continuò gli studi liceali sotto l'occupazione tedesca, seguendo corsi clandestini e
conseguendo il diploma nel 1941. A partire dal 1943, lavorò come dipendente delle ferrovie e riuscì a
evitare la deportazione in Germania come lavoratrice forzata. In questo periodo cominciò la sua carriera di
artista, con delle illustrazioni per un libro di testo in lingua inglese. Cominciò inoltre a scrivere storie e,
occasionalmente, poesie.
Sempre a Cracovia, Szymborska cominciò nel 1945 a seguire in un primo momento i corsi di letteratura
polacca, per poi passare a quelli di sociologia, presso l'Università Jagellonica, senza però riuscire a
terminare gli studi: nel 1948 fu costretta ad abbandonarli a causa delle sue scarse possibilità economiche.
Ben presto venne coinvolta nel locale ambiente letterario, dove incontrò Czesław Miłosz, che la influenzò
profondamente.
Nel 1948 sposò Adam Włodek, dal quale divorziò nel 1954. In quel periodo, lavorava come segretaria per
una rivista didattica bisettimanale e come illustratrice di libri. Nel 1969 si sposò con lo scrittore e poeta
Kornel Filipowicz, che morì nel 1990.
La sua prima poesia, Szukam słowa (Cerco una parola), fu pubblicata nel marzo 1945 sul quotidiano
«Dziennik Polski». Le sue poesie furono pubblicate con continuità su vari giornali e periodici per parecchi
anni; la prima raccolta Dlatego żyjemy (Per questo viviamo) venne pubblicata molto più tardi, nel 1952,
quando la poetessa aveva 29 anni.
In effetti, negli anni quaranta la pubblicazione di un suo primo volume venne rifiutata per motivi ideologici:
il libro, che avrebbe dovuto essere pubblicato nel 1949, non superò la censura in quanto «non possedeva i
requisiti socialisti». Ciò nonostante, come molti altri intellettuali della Polonia post-bellica, nella prima fase
della sua carriera Szymborska rimase fedele all'ideologia ufficiale della PRL: sottoscrisse petizioni politiche
ed elogiò Stalin, Lenin e il realismo socialista. Anche la poetessa-Szymborska cercò in seguito di adattarsi
al realismo socialista: il primo volume di poesie del 1952 contiene infatti testi dai titoli come Lenin oppure
Młodzieży budującej Nową Hutę (Per i giovani che costruiscono Nowa Huta), che parla della costruzione di
una città industriale stalinista nei pressi di Cracovia. Aderì anche al PZPR (Polska Zjednoczona Partia
Robotnicza, «partito operaio unito polacco»), del quale fu membro fino al 1960.
Tuttavia, in seguito la poetessa prese nettamente le distanze da questo «peccato di gioventù», come da lei
stesso definito, al quale è da ascrivere anche la seguente raccolta Pytania zadawane sobie (Domande poste a
me stessa) del 1954. Anche se non si distaccò dal partito fino al 1960, cominciò ben prima a instaurare
contatti con dissidenti. Successivamente Szymborska ha preso le distanze dai suoi primi due volumi di
poesie.
Dal 1953 al 1966 fu redattrice del settimanale letterario di Cracovia «Życie Literackie» («Vita letteraria»),
al quale ha collaborato come esterna fino al 1981. Sulle pagine di questa pubblicazione è apparsa la serie di
saggi Lektury nadobowiązkowe (Letture facoltative), che sono state successivamente pubblicate, a più
riprese, in volume.
Nel 1957 fece amicizia con Jerzy Giedroyc, editore dell'influente giornale degli emigranti polacchi
«Kultura», pubblicato a Parigi, al quale contribuì anche lei.
Il successo letterario arrivò con la terza raccolta poetica, Wołanie do Yeti (Appello allo Yeti), del 1957.
Dal 1981 al 1983, fu redattrice del mensile di Cracovia «Pismo». Negli anni ottanta intensificò le sue
attività di opposizione, collaborando al periodico samizdat Arka con lo pseudonimo «Stanczykówna» e a
«Kultura». Si impegnò per il sindacato clandestino Solidarność.
Dal 1993 pubblica recensioni sul supplemento letterario del «Gazeta Wyborcza», importante quotidiano
polacco.
Nel 1996 è stata insignita del Premio Nobel per la letteratura «per una poesia che, con ironica precisione,
permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti d'umana realtà».
Ha anche tradotto dal francese al polacco alcune opere del poeta barocco francese Théodore Agrippa
d'Aubigné.
Le sue opere sono state tradotte in numerose lingue. Pietro Marchesani ha tradotto la maggior parte delle
sue raccolte poetiche in italiano; Karl Dedecius ha diffuso le sue poesie in tedesco; il Premio Nobel
Czesław Miłosz ha tradotto vari testi in inglese, seguito poi da Joanna Maria Trzeciak e dalla coppia di
traduttori Stanislaw Baranczak e Clare Cavanagh.
La sua più recente raccolta poetica, Dwukropek (Due punti), apparsa in Polonia il 2 novembre 2005, ha
riscosso uno strepitoso successo, vendendo oltre quarantamila copie in meno di due mesi.
Dopo diversi mesi di malattia, il 1º febbraio 2012, Szymborska è scomparsa nel sonno presso la sua casa a
Cracovia.
Dopo essere stata cremata è stata sepolta nella tomba di famiglia.
La poesia
«Ascolta come mi batte forte il tuo cuore.»
Szymborska preferiva usare il verso libero nelle sue poesie. Le sue opere sono contraddistinte, dal punto di
vista linguistico, da una grande semplicità. Szymborska utilizza espedienti retorici quali l'ironia, il
paradosso, la contraddizione e la litote, per illustrare i temi filosofici e le ossessioni sottostanti. Szymborska
è una miniaturista, le cui poesie compatte spesso evocano ampi enigmi esistenziali.
Spesso mostrano il mondo in un'ottica inusuale es. "'Vista con granello di sabbia'"
Benché molte delle sue poesie siano lunghe una pagina appena, esse toccano spesso argomenti di respiro
etico che riflettono sulla condizione delle persone, sia come individui che come membri della società
umana. Lo stile di Szymborska si caratterizza per l'introspezione intellettuale, l'arguzia e la succinta ed
elegante scelta delle parole. Non mancano, d'altra parte, aperte denunce di carattere universale sullo stato
delle cose:
« Nulla è cambiato.
Il corpo trema, come tremava
prima e dopo la fondazione di Roma,
nel ventesimo secolo prima e dopo Cristo,
le torture c'erano, e ci sono, solo la terra è più piccola
e qualunque cosa accada, è come dietro la porta »
(Wisława Szymborska, Torture[2])
Il critico tedesco Marcel Reich-Ranicki ha affermato: «È la poetessa più rappresentativa della sua nazione,
la cui poesia lirica, ironica e profonda, tende verso la poesia lirica filosofica». Il traduttore italiano, Pietro
Marchesani, ha indicato nell'incanto il tratto più significativo dei suoi versi. La Szymborska stessa, è stato
ricordato, individua l'origine della poesia nel silenzio.[3]
Scarica

note biografiche