Anno IV - Numero 162 - Venerdì 10 luglio 2015
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
Politica
Economia
Attualità
Poco... onorevoli:
tolti diciotto vitalizi
Troppi senza lavoro
altro che ripresa
Lo strano crocifisso
regalato al Papa
a pag. 2
MAFIA CAPITALE, IMBARAZZO
DOPO LE NOTIZIE SULL’ULTERIORE APPALTO
a pag. 3
Di Giorgi a pag. 4
PASSA IL DDL BUONA SCUOLA, MA ALLA CAMERA È BAGARRE E ALTRI 25 PD RINNEGANO RENZI
Ammutoliti
Pisana, sinistra in fuga
sulla nuova gara Cup
l silenzio che fa rumore. La giunta Zingaretti tace, pietrificata, ammutolita. Le notizie dalla clandestinità sulla
gara Cup - la seconda, perché la prima era stata
revocata dopo il sequestro delle carte per Mafia capitale
da parte degli uomini di Pignatone - hanno sorpreso il
palazzo di via Cristoforo Colombo.
Ma il tentativo di non parlarne più, di agire di soppiatto,
alla chetichella - piuttosto volgare, diciamolo - è andato
male: l’opposizione c’è e ieri alla Regione Lazio si è stati
costretti a parlarne. Non solo La Destra, ma alla nostra
battaglia si sono uniti anche i colleghi del gruppo Cinque
stelle e Pietro Sbardella nel centrodestra. Trasparenza, è
quello che pretendiamo dalla maggioranza di centrosinistra.
Martedì, forse, speriamo, dicono, la responsabile della
centrale acquisti, Elisabetta Longo, dovrà venire in commissione bilancio a spiegare cosa ha combinato tra il
primo e secondo appalto che è toccato a noi del Giornale
d’Italia rendere pubblico; mercoledì sarà Zingaretti a
dover venire a rispondere in consiglio regionale all’interrogazione a risposta immediata che deposito oggi. È bene
che si sia chiari, perché altrimenti questa volta alla magistratura dovremo rivolgerci noi.
Tirate fuori la corrispondenza con l’autorità anticorruzione;
spiegateci com’è possibile che se aumentano le aziende
sanitarie servite dalla nuova gara rispetto alla prima, il
valore dell’appalto diminuisca anziché crescere; quale
criterio guida la possibilità di partecipazione alla gara di
adesso rispetto a quella di prima se si abbassa la percentuale precedente di fatturato delle aziende concorrenti;
perché aumentano vertiginosamente i criteri per determinare la qualità dell’offerta. E, non per ultimo, che fine fa
il personale che nei Cup lavora adesso.
E, domanda delle domande, che logica ha che di questo
appalto continui ad occuparsi la dirigente che è stata indagata nell’ambito dell’inchiesta sulla prima gara.
Per ora, il centrosinistra à vergognosamente silente. Come
ogni volta che si parla degli interessi delle cooperative.
Francesco Storace
Ma non può più permetterselo.
I
BATTAGLIA ATTORNO A BENGASI
L'Isis avanza
anche in Libia
Vignola a pag. 6
DIETRO LA LAVAGNA
Proteste in Aula e davanti a Montecitorio. La Giannini minimizza
ma già arrivano anche i primi dubbi sulla costituzionalità
di Igor Traboni
atteo Renzi, proprio come
uno scolaretto all’ultimo giorno di lezioni, non sta nella
pelle e definisce l’approvazione del ddl sulla scuola
“il più grande sforzo riformatore”. Ma probabilmente un altro grande, grandissimo
sforzo servirà al premier-segretario per
tenere incollati i cocci del mosaico del Pd,
che ieri di pezzi ne ha persi altre due dozzine. La Camera ha infatti sì approvato la
riforma della scuola, che dunque diventa
legge ma, come previsto ma non in queste
dimensioni semiapocalittiche, per Renzi e
la sua maggioranza non si è trattato di una
passeggiata. Hanno infatti votato a favore
277 deputati, 173 contro. In quattro si sono
astenuti. Anche tra i Pd ‘ufficiali’ ci sono
stati voti contrari, almeno cinque (D'Attorre,
M
Capodicasa, Folino, Galli e Zappulla).
Non hanno neppure votato Bersani, Cuperlo,
Speranza, la Bindi e altri 20 deputati dem.
Protesta con cartelli della Lega durante le
dichiarazioni di voto: "Giù le mani dai bambini". La seduta è stata sospesa e il capogruppo Fedriga è stato espulso dall'Aula.
Durante il voto, si è svolto anche un presidio
di protesta di insegnanti e sindacalisti
davanti Montecitorio, con altri cartelli contro
Renzi e il suo governo e il grido “Vergogna,
vergogna”.
Molti i passaggi contestati della riforma
griffata Renzi, a cominciare dalle assunzioni:
saranno 100mila i nuovi professori, oppure
no? E comunque il piano assunzioni prevede diverse fasi, vedremo se a partire da
settembre. Particolarmente contestato, soprattutto da parte dei sindacati di sinistra,
il ruolo (o super-ruolo) dei dirigenti scolastici. Ma Renzi, come detto, gongola: "Grazie
al lavoro di una maggioranza straordinaria,
l'Italia prosegue nel più grande sforzo di
riforme strutturali della storia repubblicana",
mentre il ministro Giannini (in secondo
piano nell’elaborazione della riforma, che
l’ex rottamatore ha avocato a sé) ha tarpato
le ali alla protesta: “E’ sempre organizzata
– ha detto - il consenso invece è sempre
individuale e silenzio".
Ma intanto da parte sindacale, ad iniziare
dallo Snals, si sollevano perfino dubbi sulla
costituzionalità della legge, con l’invito a
Mattarella a non firmarla:
"E' una vergogna che governo e Parlamento abbiano dato vita a questa legge
ignorando la voce della vera e unica
buona scuola, quella che, tra mille difficoltà,
ha finora salvaguardato l'istruzione e la
formazione nel nostro paese", ha detto il
segretario generale dello Snals-Confsal,
Marco Paolo Nigi.
IL DRAMMA ALLA FERMATA FURIO CAMILLO. IL PICCOLO È CADUTO NEL VANO ASCENSORE
Tragedia nella Metro di Roma: bimbo precipita e muore
n bambino di quattro anni è morto
ieri pomeriggio cadendo nel vano
ascensore della fermata Furio Camillo,
sulla linea della metro A di Roma. Il piccolo
è deceduto sul colpo, dopo avere fatto un
volo di diversi metri.
Il tutto davanti agli occhi della mamma, impotente. La povera donna non ha potuto far
altro che accompagnare le urla di disperazione
del piccolo, prima del tonfo, e ascoltare impietrita le sirene spiegate dei vigili del fuoco
e del 118 arrivare sul luogo della tragedia.
Vigili e medici si sono subito calati nel vano
ascensore e i sanitari hanno tentato di rianimare, purtroppo inutilmente: il cuore del
piccolo aveva già cessato di battere. Il personale del 118 ha poi dovuto soccorrere sia
la donna che un operatore dell’ascensore,
entrambi rimasti sotto choc.
Secondo le prime ricostruzioni, la mamma
e suo figlio erano rimasti bloccati nell’ascen-
U
sore. Per farli uscire, è stato affiancato un
altro ascensore a quello fuori servizio. Quindi
si è proceduti al passaggio dei due passeggeri.
In questo momento, però, qualcosa non sarebbe andato per il verso giusto. Il bambino,
per cause ancora da chiarire, è precipitato
nel vuoto della tromba dell’ascensore.
“La dinamica è strana. Sicuramente c’è stato
un errore umano, da parte dell’agente della
stazione che ha posto in essere una procedura
che non doveva, forse perché c’erano condizioni di difficoltà, e alla fine c’è stata la
tragedia”, ha spiegato Guido Improta, assessore comunale alla Mobilità, che ha aggiunto: “L’ascensore bloccato è stato affiancato da un altro ascensore e si è cercato
di fare un trasbordo delle persone attraverso
una botola. Una procedura non codificata.
E’ un errore umano ma aspettiamo chi è
preposto a fare i rilievi”.
Sono ora in corso le indagini della Procura
di Roma, che ha già richiesto l’acquisizione
dei video delle telecamere per appurare e
chiarire la dinamica.
L’Atac ha invece nominato una commissione
speciale. Sul posto anche il sindaco Marino,
che è stato aggredito verbalmente da alcuni
Giuseppe Sarra
cittadini.
2
Venerdì 10 luglio 2015
ATTUALITA’
SI TRATTA DI DEPUTATI E SENATORI CONDANNATI A PIÙ DI DUE ANNI PER SPECIFICI REATI
Tolti i vitalizi a 18 ex parlamentari
Resta da chiarire, e quindi è stata lasciata in sospeso, la norma per i politici ultra-ottantenni
li uffici di presidenza della Camera e del Senato
hanno approvato
ieri la cessazione
dell’erogazione del vitalizio,
rispettivamente per 10 ex deputati e 8 ex senatori condannati in via definitiva. Decisioni che hanno subito dato
la stura ad una bagarre politica, oltre che normativa, riguardo cioè l‘applicazione o
meno agli ultraottantenni.
Partiamo dalla decisione dell’ufficio della Camera che,
all'unanimità dei presenti,
con la non partecipazione
al voto di Gregorio Fontana
(Fi) e Raffaello Vignali (Ap),
ha deciso la cessazione dell''erogazione del vitalizio per
10 ex deputati condannati
in via definitiva ad oltre due
anni per reati di particolare
gravità (mafia, terrorismo,
contro la Pubblica amministrazione). Si tratta di: Massimo Abbatangelo, Giancarlo
Cito, Robinio Costi, Massimo
De Carolis, Francesco De
Lorenzo, Giulio Di Donato,
Pietro Longo, Raffaele Mastrantuono, Gianstefano Milani, Gianmario Pellizzari.
Durante la riunione è stato
G
MA IL PD PUÒ PERDERE OTTO CONSIGLIERI
Firme false in Piemonte:
il Tar salva Chiamparino
l Tar del Piemonte ha respinto gran parte dei ricorsi
presentati da Patrizia Borgarello, ex consigliera della
Lega, contro le firme false o irregolari a corredo delle liste
del centrosinistra alle ultime
regionali. Il ricorso è stato inammissibile dai giudici amministrativi per quanto riguarda il
listino regionale, la lista eletta
direttamente con la vittoria del
candidato presidente e la lista
Chiamparino per il Piemonte a
Torino. Le altre liste - Chiamparino compreso - restano in
piedi. Il dubbio riguarda a questo
punto solo la maggioranza con
cui Chiamparino potrà governare, se il Pd torinese dovesse
I
spiegato che esiste il problema degli ultraottantenni,
per i quali la legge prevede
di cancellare i nomi dal casellario giudiziario.
Per gli ex onorevoli che hanno superato gli 80 anni non
è stato quindi possibile individuare chi, condannato,
non ha più diritto al vitalizio.
Per questo, i presidenti di
Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso hanno
inviato due lettere, una per
il rispettivo ramo del parlamento, alla Corte di Cassazione per cercare di capire
chi ha ricevuto condanne e
provvedere in seguito allo
stop del vitalizio.
Gli ultraottantenni su cui sono
in corso le verifiche sono invece 346. In tutto gli ex deputati a cui va il vitalizio sono
1548: togliendo chi ha superato gli 80 anni, la platea esaminata da cui sono emerse
le 10 cessazioni è stata di
1.202 persone.
Dopo la Camera, come detto,
anche il Consiglio di presidenza del Senato, a maggioranza, ha deciso la cessazione
dell''erogazione dei vitalizi
per gli ex senatori condannati
in via definitiva. Si tratta di
Silvio Berlusconi, Marcello
Dell'Utri,Vittorio Cecchi Gori,
Pasquale Squitieri, Antonio
Franco Girfatti, Vincenzo Inzerillo e Franco Righetti. Forza
Italia per protesta per i criteri
della delibera che è stata
adottata non ha partecipato
al voto. La Lega e M5s si sono
astenuti. Hanno votato per lo
stop al vitalizio Pd, Ap e Sel
Anche al Senato rimane sospesa la questione degli ultra-ottantenni. Si tratta di più
di 200 ex senatori, tra i quali
anche Cesare Previti e Giuseppe Ciarrapico. La condanna di Silvio Berlusconi
è quella per frode fiscale
nel processo sui diritti Mediaset. Lucio Malan (Fi) che
essere eliminato con i suoi otto
consiglieri. Gli otto seggi a quel
punto dovrebbero andare suddivisi tra gli altri partiti rimasti
in piedi e la maggioranza di
governo sarebbe certamente
più risicata. Chiamparino, poi,
perderebbe, tra gli altri, un assessore, il capogruppo dei democratici e il presidente del
Consiglio regionale.
Ma i tempi sono tuttaltro che
brevi: lo stesso Tar ha infatti
fissato al 29 ottobre prossimo
la prima udienza per verificare
la proposizione della querela di
falso, per poi sospendere il giudizio in attesa di un pronunciamento sulla falsità delle firme a
R.V.
sostegno della lista.
non ha partecipato al voto,
ha poi commentato: "Tra le
cose assurde c''e'' che Pasquale Squitieri è stato graziato... Vale la riabilitazione
ma non la grazia".
IL GIORNALISTA QUERELÒ GASPARRI: LA SUPREMA CORTE BOCCIA L’INSINDACABILITÀ DELLE DICHIARAZIONI DEL PARLAMENTARE
Ecco un “aiutino” della Consulta a Travaglio
on è il caso di essere sorpresi:
ma la Corte Costituzionale si è
prontamente precipitata in soccorso di Marco Travaglio e de Il Fatto
Quotidiano. La decisione non è nuova,
ma le motivazioni sono state rese
note e nel conflitto di attribuzione tra
poteri dello Stato sorto a seguito
della deliberazione del Senato della
Repubblica del 20 dicembre 2012,
relativa alla insindacabilità delle opinioni espresse dall’esponente azzurro
Maurizio Gasparri nei confronti del
giornalista, promosso dal Tribunale
N
ordinario di Roma, la Corte costituzionale ha stabilito che “non spettava
al Senato della Repubblica affermare
che le dichiarazioni rese dal senatore
Maurizio Gasparri, per le quali pende
il procedimento civile davanti al Tribunale ordinario di Roma, costituiscono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell’esercizio
delle sue funzioni”. Di qui l’annullamento della deliberazione di insindacabilità “adottata dal Senato della
Repubblica, nella seduta del 20 dicembre 2012”. E dunque il procedi-
mento civile per diffamazione può
andare avanti.
Si tratta di una storia che va avanti dal
2009, quando Maurizio Gasparri in
più occasioni accusò Travaglio di essersi recato in vacanza a spese di un
ex maresciallo della Guardia di Finanza, poi condannato per reati di
mafia. Cosa che non è mai andata
giù alla permalosissima penna de Il
Fatto Quotidiano, uno che sulla “questione morale” ha edificato la sua
intera carriera. Per questo si arrivò
dapprima alla querela per diffama-
zione al tribunale di Roma, poi alla
votazione in Senato che sollevava l’insindacabilità delle affermazioni rese
da un parlamentare, come da prassi.
Ma la decisione di ammissibilità del
conflitto fu presa proprio dalla Consulta
con un’ordinanza firmata da Sergio
Mattarella, all’epoca dei fatti (dicembre
2013) giudice della Corte.
E si arriva ai giorni nostri, con la Consulta ad osservare che “per l’esistenza
di un nesso funzionale tra le dichiarazioni rese extra moenia da un parlamentare e l’espletamento delle sue
funzioni di membro del Parlamento
è necessario che tali dichiarazioni
possano essere identificate come
espressione dell’esercizio di attività
parlamentare”, mentre “nella relazione
della Giunta per le autorizzazioni
manca qualsiasi riferimento a specifici
atti parlamentari del senatore Gasparri
cui le esternazioni in discussione sarebbero collegate”.
Una decisione che ha ben pochi precedenti e che schiude le porte ad
una tempesta giudiziaria: se le dichiarazioni che non hanno a che fare
con “atti parlamentari” possono essere
oggetto di querele, per i giudici è assicurato lavoro almeno per un altro
R.V.
secolo…
RESI NOTI I PRIMI DATI, ANCHE SE QUEST’ANNO LA PARTECIPAZIONE È STATA MOLTO PIÙ BASSA
Prove invalsi, ancora tante differenze Nord-Sud
e differenze di apprendimento tra
le diverse aree del paese, ovvero
Nord e Sud, tendono ad aumentare col crescere dei livelli scolastici. È
questo il dato che emerge dalla prima
rilevazione dei risultati delle prove Invalsi
2015 presentati al ministero dell'Istruzione. Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna sono le regioni che hanno raggiunto sia in italiano che in matematica
i risultati peggiori mentre i risultati più
alti si registrano al nord e nelle Marche,
regione che negli ultimi mesi ha mostrato
un grande miglioramento degno di
nota. Questi risultati sono una prima rilevazione effettuata su un campione significativo di scuole, i dati completi verranno resi noti a settembre.
Un fenomeno da non sottovalutare è la
partecipazione più bassa rispetto al
passato soprattutto in alcune aree del
L
Paese: in Campania, Puglia, Sicilia e
Sardegna la partecipazione alla rilevazione, in alcune prove, è inferiore al
75% delle classi campione.
Non far partecipare gli studenti alla valutazione - ha detto Anna Maria Ajello,
presidente Invalsi, riferendosi ai docenti
che hanno suggerito ai genitori di non
portare i figli a scuola il giorno delle
prove - "significa sottrarsi ad una propria
responsabilità, mostrare che si possono
aggirare gli obblighi" un messaggio
negativo che "parte proprio da chi dovrebbe essere esempio di rispetto della
legalità. Certo - ammette Ajello - le
prove vanno migliorate ma sono necessarie" per offrire un quadro sulla
qualità generale del sistema d'istruzione
nazionale ma anche per il miglioramento
delle singole scuole. Le rilevazioni che hanno coinvolto circa 2.250.000 allievi della scuola primaria (classi II e
V), della scuola secondaria di primo
grado (classe III) e di secondo grado
(classe II) nei due ambiti di competenza
italiano e matematica - confermano comunque i trend già registrati in passato.
Il dato preoccupante rispetto al divario
tra nord e sud d'Italia riguarda il fatto
che nel meridione si registra una variabilità tra scuole e classi, a partire dal
primo ciclo di istruzione, che apre un
interrogativo sull'equità del sistema educativo.
A livello nazionale gli alunni riescono a
rispondere positivamente alle domande
fondamentali e alcune competenze di
base acquisite nel ciclo primario sembrano rimanere solide negli anni. Per
quanto riguarda l'italiano le difficoltà
maggiori emergono nell'affrontare testi
espositivi, argomentativi e discontinui
mentre in matematica la maggiore difficoltà la trovano nelle domande relative
all'argomentazione e rappresentazione
di strategie risolutive.
Via Giovanni Paisiello n.40
00198 Roma
Tel. 06 85357599 - 06 84082003
Fax 06 85357556
email: [email protected]
Direttore responsabile
Francesco Storace
Amministratore
Roberto Buonasorte
Capo Redattore
Igor Traboni
Progetto grafico
Raffaele Di Cintio
Società editrice
Amici del Giornale d’Italia
Sito web
www.ilgiornaleditalia.org
Per la pubblicità
Responsabile Marketing
Daniele Belli
tel. 335 6466624 - 06 37517187
mail: [email protected]
-----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma
n° 286 del 19-10-2012
3
Venerdì 10 luglio 2015
ATTUALITA’
L’OCSE LANCIA L’ALLARME ANCHE SUI POCHISSIMI INVESTIMENTI DEL GOVERNO PER LE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO
Disoccupazione: boom tra i giovani,
vittime del precariato permanente
L’Italia (42,3%) ancora sul podio d’Europa: peggio di noi solo la Spagna e la Grecia
di Giuseppe Sarra
a disoccupazione giovanile in Italia è aumentata
di 2,7 punti percentuali
rispetto al 2013, toccando
il 42,3%. Uno scenario
“inquietante”. Basti pensare, che
la soglia dei senza lavoro tra i giovani era ferma al 20,4% nel 2007.
Insomma, la disoccupazione giovanile è raddoppiata nello Stivale,
confermandosi sul podio d’Europa
anche nel 2014: peggio di noi solo
la Spagna (51,8%) e la Grecia
(50,1%).
Un allarme lanciato dall’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione
e lo sviluppo economico, che ha
analizzato il dramma della disoccupazione dell’Eurozona soffermandosi sui Paesi più in difficoltà, tra i
quali c’è anche l’Italia.
Preoccupante anche il “forte aumento” dei Neet, i giovani che non
sono impegnati in un percorso di
istruzione o formazione, non hanno
un impiego né lo cercano.
“Più di una persona su 4 di età
uguale o inferiore ai 29 anni in Italia
non è né occupata né cerca lavoro”,
percentuale che “si è impennata
del 40% dall’inizio della crisi, aprendo un ampio divario con la media
Ocse”, si legge ancora nel rapporto.
Il timore è “che le prospettive lavorative di molti giovani usciti da poco
L
Renzi e Padoan ostentano ottimismo, ma i dati li condannano
dal sistema scolastico siano compromesse in modo permanente”.
In questo quadro, l’Italia continua a
spendere troppo poco per le politiche attive del lavoro, frenando così
l’inserimento delle nuove leve.
L’“investimento” italiano riguarda
solo lo 0,41% del Pil, “parecchio
sotto alla media Ocse (0,53%) e a
quella di molti Paesi dell’Europa
continentale”.
La situazione dei giovani non è positiva nemmeno per quelli che un’occupazione ce l’hanno. Nella penisola,
fa notare l’Ocse, continua infatti a
crescere la percentuale di lavoratori
under 25 con contratti precari, passata dal 52,7% del 2013 al 56% nel
2014 e aumentata di quasi 14 punti
percentuali dal 2007 (42,2%) e di
quasi 30 punti dal 2000 (26,6%).
Molto spesso inoltre, rileva ancora
l’organizzazione, questa condizione
di precariato diventa permanente:
“Solo il 55% delle persone che entrano nel mercato del lavoro cominciando con un lavoro tempora-
neo hanno un contratto permanente
dieci anni dopo in Italia, uno dei
dati più bassi nell’Ocse”.
“Il mix occupazionale - rileva quindi
l’Ocse - si è spostato verso più
lavoro part time e lontano dai posti
di lavoro in manifattura e costruzioni,
cosa che può rendere più difficile
per alcuni trovare lavoro, tanto che
la disoccupazione di lungo termine
“rimane inaccettabilmente alta”.
I dati sui senza lavoro continuano a
essere davvero preoccupanti. Se la
disoccupazione generale si attesta
al 13%, il tasso ha raggiunto un
picco del 12,7% nel 2014, ben oltre
6 punti percentuali in più rispetto
ai livelli pre-crisi (6,1%).
L’Ocse, però, prevede un leggero
calo solo nel quarto trimestre del
2016. Tra più di un anno, infatti, la
soglia dovrebbe passare al di sotto
del 12%. Al di là delle previsioni,
l’unica nota positiva è l’aumento
della partecipazione alla forza lavoro, che si attesta al 64,9%, con
un più 0,6% in confronto al 2013, e
che riguarda la fascia d’età 55-64
anni.
Ma il futuro non è roseo, almeno
nell’immediato.“La crescita dell’Italia
resterà timida per un po’ di tempo”,
con un Pil in aumento dello 0,6%
nel 2015 e dell’1,5% nel 2016, “entrambi al di sotto della crescita prevista per l'eurozona e l’insieme
dell’Ocse”.
E-COMMERCE E LIBERALIZZAZIONI: COSÌ SI AFFOSSA UNO DEI POCHI SETTORI IN CRESCITA
Abbassare le serrande,
anche quelle digitali
Numerose le critiche sul ddl approvato dalla Camera
e attualmente in discussione al Senato
na speranza per l’economia in gravissima crisi (tutt’altro che risolta)
del nostro Paese potevano
senz’alto essere le imprese
impegnate nell’e-commerce,
ovvero la compravendita di
merci e servizi di ogni tipo
attraverso internet e la rete.
Uno dei pochi settori che,
per quanto toccato dalla difficoltà generale, risultava comunque in crescita. E che,
invece di essere valorizzato
e magari utilizzato come spinta e traino per gli altri, è stato
anzi penalizzato da un governo come quello attuale,
che appare una volta ancora
distante dalla realtà del tessuto economico e sociale della Penisola.
Abbassare le serrande digitali:
è questo uno dei possibili
effetti del ddl già approvato a
Montecitorio ed attualmente
in discussione al Senato, che
prevede una stretta sulla liberalizzazione degli orari dei
U
negozi. Tra le attività escluse
dal giro di vite pare non ci
siano i distributori automatici
e le imprese dedite al commercio elettronico. Bisognerebbe dunque, nei giorni di
chiusura, spegnere il sito internet. E per le macchinette?
“I problemi - fa notare la Bussola quotidiana - potrebbero
anche essere più complessi.
Stoppare i siti, se davvero succedesse, potrebbe avere l’effetto di penalizzare gli imprenditori italiani, perché i clienti
a caccia di acquisti online finirebbero per puntare sui concorrenti stranieri non soggetti
alla normativa nazionale. E
magari metterebbe in difficoltà
anche i campioni dell’e-commerce made in Italy”.
La posizione dell’Antitrust in
proposito è chiara: la normativa in discussione è “un passo
indietro nel già difficoltoso
processo di liberalizzazione
e di ammodernamento del
settore”. Sulla stessa linea Fe-
derdistribuzione, secondo cui
“una restrizione della liberalizzazione sugli orari di
apertura avrebbe effetti negativi, che peggiorerebbero
il servizio offerto ai consumatori. Inoltre meno giornate
di apertura significano meno
ore lavorate e quindi meno
salari distribuiti e minor bisogno di collaboratori da parte dei punti vendita”. Schierata contro la liberalizzazione
è invece la Confesercenti, secondo cui gli effetti della stessa sono stati disastrosi: “ha
creato un regime di concorrenza insostenibile per i piccoli esercizi di vicinato (che
hanno chiuso a migliaia) e da
cui non hanno tratto vantaggio
neanche i giganti della grande
distribuzione, oggi in sofferenza”. Ed anche Confcommercio ha espresso parere
favorevole al ddl: “Le nuove
disposizioni lasciano intatta la
libertà degli esercenti di restare aperti anche 24 ore al
giorno. Quello che verrebbe
introdotto è soltanto l’obbligo
di chiusura nelle 12 festività
nazionali 6 delle quali potrebbero tuttavia essere sostituite
dagli esercenti con altrettanti
giorni a loro libera scelta. Ci
sembra una regolamentazione
minima”. Cristina Di Giorgi
RADIO CITTÀ FUTURA È IN SCIOPERO
Rischia di chiudere un altro
totem informativo della sinistra
rischio un altro dei totem
dell’informazione di sinistra: si tratta di Radio
Città Futura, l’emittente nata a
metà degli anni ’70 nell’area
del Pdup e Autonomia operaia
e oggi considerata vicina al
Pd, i cui redattori ieri hanno
scioperato per denunciare il
grave stato di difficoltà in cui
versa la radio e che presto potrebbe portare all’interruzione
delle trasmissioni.
A
“Da quasi cinque mesi - sottolinea in un comunicato diffuso
ieri il comitato di redazione di
Radio Città Futura - tutti i lavoratori della testata prestano servizio senza percepire alcuno stipendio. Una situazione di profonda sofferenza causata anche
dalla progressiva riduzione del
fondo per l’editoria. Una storia
che troppo spesso in questi ultimi anni si ripete, con importanti
testate locali e nazionali costrette
alla chiusura, in alcuni casi definitiva. Contro questa prospettiva sempre più concreta anche
per noi, richiamiamo l’attenzione
di tutti e sollecitiamo una volta
di più l’azienda ad intraprendere
ogni iniziativa utile, ammortizzatori sociali compresi, ad alleviare il grave stato di sofferenza dei lavoratori. Perché anche la voce di Radio Città Futura
rischia di spegnersi”, conclude
la nota.
4
Venerdì 10 luglio 2015
ATTUALITA’
PROSEGUE IL VIAGGIO DI PAPA FRANCESCO IN SUD AMERICA, TRA NON POCHE SORPRESE…
Il Santo Padre e quell’anomalo crocifisso
Il dono del presidente socialista Morales incorpora una falce e martello nel simbolo più sacro della cristianità
di Cristina Di Giorgi
IL SEGRETARIO DELLA CEI CONTRO IL GOVERNO
l viaggio di papa Bergoglio in Sud America
si arricchisce, in queste ore, di una scena
che, immortalata dagli
scatti dei fotografi, sta facendo il giro del mondo.
Giunto a Santa Cruz, terza
tappa della visita in Bolivia,
sua Santità è stato accolto,
tra gli altri, dal presidente
Evo Morales. Che durante
la cerimonia di accoglienza
all’aeroporto, ha consegnato
al pontefice una chumpa, il
tradizionale contenitore di
lana usato dalla gente del
posto per il trasporto di foglie di coca. Indossato dal
papa per gran parte della
manifestazione.
Ma non è stato questo l’unico
oggetto quantomeno particolare (per non dire di dubbio gusto) che il pontefice ha ricevuto: lo stesso Morales, durante
il tradizionale scambio dei doni
nel palazzo presidenziale di La
Paz, ha infatti offerto al pontefice
un crocifisso in cui l’asse verticale
della croce è un martello mentre
quella orizzontale è una falce. Un
simbolo riprodotto anche in una
medaglia che Morales ha messo
direttamente al collo del papa.
Che, dopo essersela tolta quasi
subito, ha contraccambiato con
una assai più consona riproduzione
dell’icona Salus Popui Romani e
alcune copie in spagnolo dell’enciclica Laudato sì e dell’Esortazione
apostolica Evangelii gaudium.
I
E Galantino sbotta: “Si sbraita,
la Cirinnà non conta niente”
i spiace che il Governo stia
dando grande attenzione a realtà
che la meritano senza però
mettere la stessa passione e attenzione
verso le famiglie composte da padre,
madre e figli. Vorrei che la stessa attenzione fosse posta sull’attuazione
delle politiche familiari. Io non sento
questa passione ma forse mi sono distratto. Così il segretario generale della
Cei, monsignor Nunzio Galantino, è
tornato sul tema della famiglia alla luce
dei contenuti del decreto “Cirinnà”. “Se
dovessi essere io a fare la legge non
prenderei per nulla in considerazione
questo decreto. Il Governo e la Cirinnà
devono fare i conti con quello che sta
loro di fronte - ha aggiunto Galantino,
di recente criticato per la sua visione
della materia giudicata troppo ‘progressita’ -. La famiglia è la realtà sulla
quale si fonda la società. Il Papa ce lo
ha ricordato: la famiglia è il primo
ospedale da campo, è il primo luogo
dove si accolgono gli anziani, è dove si
va quando si è in difficoltà. Vogliamo
smontare anche questa realtà?”.
M
“Accogliamo con le braccia e il
cuore aperto il Papa dei poveri”
ha detto il presidente boliviano.
“Come ospite e pellegrino vengo
per confermare la fede dei credenti
in Gesù” ha risposto il pontefice.
Che ha poi proseguito affermando
che la Bolivia “è una terra benedetta nelle sue genti con la varietà
culturale”. Una terra che, come
molte altre, ha vissuto pagine di
storia drammatiche: una su tutte
quella di cui è stato protagonista
il gesuita Luis Espinal, giornalista,
cineasta e difensore dei minatori,
rapito ed ucciso nel 1980 dai miliziani dell’allora dittatore Garcia
Meza. Un simbolo, Espinal, al quale
il papa ha reso omaggio con una
sentita preghiera. Un simbolo di
fede ed impegno nella diffusione
del Vangelo, che contrasta decisamente con quella falce e martello
che il presidente socialista Morales
ha regalato al pontefice.
E sono in molti a ritenere il dono
più che blasfemo: sotto la falce e
martello “è stata consumata la più
immane strage di cristiani della
storia” scrive Antonio Socci sulla
sua pagina facebook. E aggiunge:
“Sono in attesa che papa Bergoglio
tuoni, in quel paese, contro la coltivazione della coca, che rappresenta una delle maggiori industria
boliviane”. Magari senza indossare
a chumpa che gli è stata regalata.
Interessi e politica da un lato e religione dall’altro dunque. Speriamo
che il santo Padre, di fronte ad un
contrasto tanto evidente, possa e
voglia prendere posizione. E che,
anche con una battuta a posteriori,
Quindi, l’ulteriore bacchettata al governo
Renzi – per molti versi inattesa, vista la
recente piega che la Cei stava prendendo
per bocca di suoi autorevoli esponenti
– con Galantino che ha aggiunto: “Difendere la famiglia non è un fatto religioso, ridurlo a ciò è troppo poco. È
una realtà che interessa il bene comune,
di tutti, anche di quelli che stanno
sbraitando per certe realtà che vanno
contro la famiglia. Questi paradossalmente devono sapere che stiamo lavorando per loro. Stiamo cercando di
non fargli mancare ciò di cui hanno
bisogno”.
sottolinei chiaramente che la figura
di Cristo non può e non deve essere associata a quella falce e a
quel martello che, nel corso dei
secoli, hanno contribuito a piantare
sempre più in fondo i chiodi del
martirio di tanti fedeli.
LA SOCIETÀ MILANESE CHE VENDE SOFTWARE-SPIA IN TUTTO IL MONDO INCAPACE DI REAGIRE ALL’ATTACCO HACKER
Hacking Team, sotto scacco, dichiara la resa
“Non abbiamo più il controllo della nostra tecnologia. Terroristi ed estorsori possono violarla”
ouston, abbiamo un
problema. La colossale
fuga di dati che ha permesso ad hacker ignoti di
mettere le mani su oltre 400
gigabyte di documenti riservati dell’azienda privata specializzata in spionaggio informatico (Hacking Team),
avrebbe consentito pure di
sottrarre il codice dei trojan
commercializzati della società
milanese. Con le tecnologie
di spionaggio che ora potrebbero essere utilizzate da
tutti. Stiamo parlando di un
malware, il Da Vinci, che permette di compromettere la
sicurezza di qualsiasi dispositivo. E di aggirare i sistemi
di crittografia che proteggono
le comunicazioni sui software.
Entrando magari nel sistema
per spiare i computer già
compromessi e tenuti sotto
sorveglianza tra gli altri, da
Fba, Nasa, servizi segreti italiani e Interpol.
Una tragedia. Con il colosso
dello spionaggio - colpito e
affondato da un attacco hacker
– costretto ad alzare bandiera
H
bianca in segno di resa: “Abbiamo perso la capacità – l’allarme lanciato – di controllare
chi utilizza la nostra tecnologia. Terroristi, estorsori ed
altri possono implementarla
a loro volontà. Crediamo sia
una situazione estremamente
pericolosa, è ormai evidente
che esiste una grave minaccia”.
Hacking Team dichiara dunque di non essere più in grado
di controllare la tecnologia di
spionaggio in suo possesso.
Prova a contenere i danni, ma
la frittata adesso è servita. Altro che grande fratello. I nostri
dati potrebbero essere in
mani pericolose. Col pensiero
che va immediatamente alla
minaccia terroristica. Le cronache recenti, insegnano.
La procura di Milano ha aperto un fascicolo e l’ipotesi di
reato, per il momento, è quella
di accesso abusivo a sistema
informatico. Ma da un’indagine così delicata, possiamo
aspettarci di tutto.
L’azienda meneghina ha invitato tutti i suoi clienti a so-
spendere l’utilizzo di sistema
di sorveglianza basati sulla
loro tecnologia. Un atto dovuto,
arrivato forse in ritardo.
La società italiana che vende
software-spia ai governi mondiali è sotto scacco. Non riesce più a garantire sicurezza
e privacy. “Vittima” di hacker
sconosciuti che ora possono
disporre di dati a dir poco
sensibili.
Hacker che hackerano hacker. Un paradosso. Con i primi
che hanno messo completamente in ginocchio un’intera
impresa. Per un furto che rischia di avere gravi conseguenze per la sicurezza informatica, con milioni di dati
contenuti nei database, trafugati.
Marco Zappa
BATTUTA LA MULTINAZIONALE DI SAN FRANCISCO
Vittoria dei tassisti: confermato
il blocco della app di UberPop
a sezione imprese del Tribunale
civile di Milano ha confermato lo
stop, che così diventa definitivo, di
UberPop, la app di Uber che permette a
chiunque di ‘diventare’ tassista anche
se non in possesso della dovuta licenza.
L
Il blocco del servizio era stato già disposto
il 26 maggio scorso con un provvedimento "cautelare e urgente" preso dal
giudice monocratico Claudio Marangoni.
E’ stato quindi respinto il ricorso presentato dalla multinazionale di San Fran-
cisco, che potrà comunque avviare una
nuova causa davanti ad un Tribunale
Civile.
Il servizio UberPop resta pertanto bloccato
su tutto il territorio nazionale.
Soddisfazione è stata espressa dal pool
di legali che rappresentano la categoria
dei tassisti: "E' la terza volta nell'arco di
meno di tre mesi – hanno dichiarato gli
avvocati Marco Giustiniani, Nico Moravia,
Giovanni Gigliotti dello Studio Legale
Pavia e Ansaldo, e l'avvocato Alessandro
Fabbi - che un tribunale ha emesso provvedimenti finalizzati a bloccare la App.
Ora non ci sono davvero più alibi: il servizio non può essere riattivato. Il Tribunale
ha infatti confermato che il servizio UberPop opera in concorrenza sleale nel settore taxi e per questo ha confermato il
blocco del servizio su tutto il territorio
italiano ed estendendo l'inibizione anche
nei confronti del singolo driver".
5
Venerdì 10 luglio 2015
ESTERI
IL FMI TENDE LA MANO ALLA GRECIA, MA LA BCE CONTINUA A INVIARE MESSAGGI PESSIMISTICI
Tsipras ora rischia la sua maggioranza
Riforme per dodici miliardi, aumento dell’Iva e taglio delle pensioni, prestiti richiesti per 50:
può aprirsi un dibattito parlamentare pericoloso per la coalizione che sostiene il governo ellenico
di Robert Vignola
iliardi da tagliare, miliardi da farsi prestare.
Indubbiamente non
si può dire che la proposta della Grecia
all’Eurogruppo sia all’insegna della
discontinuità. Perché l’austerità continua ad essere la stella polare degli
interventi (le cosiddette “riforme”,
quelle che piacciono a Renzi e che
inibiscono la crescita, quando hanno
su di essa un qualsiasi effetto), mentre il lacciolo che la lega ai creditori
resterà: soltanto, un po’ più lungo.
Il pacchetto di riforme da 12 miliardi
di euro da realizzare in due anni
sarà al vaglio di Bruxelles nelle
prossime ore, con il solito tira e
molla che già si profila all’orizzonte:
eppure si tratta di un piano del
50% maggiore di quello precedente. Meno male che in mezzo
c’è stato il referendum… La crescita
ulteriore dell’Iva, il taglio alle pensioni e altre misure hanno in effetti
raffreddato gli entusiasmi nel Paese
ellenico, e sorprese parlamentari
potrebbero essere dietro l’angolo,
se verranno confermati alcuni dei
provvedimenti invisi a parte dell’attuale maggioranza. Ma Tsipras
si difende portando calcoli catastrofici, visto che il Pil di quest’anno,
invece che crescere dello 0,5% in
M
base ad alcune ottimistiche previsioni sulle quali si erano costruiti i
numeri iniziali, si deprimerà di un
disastroso 3%. Anche per questo
gli aiuti richiesti al fondo salvaStati raggiungeranno la cifra iper-
bolica di cinquanta miliardi.
In tutto questo, chi ha gettato la
maschera è Mario Draghi, che
dopo aver stretto il cordone attorno
alle banche greche negando un
aumento dei fondi straordinari Ela
per immettere liquidità in un sistema che non ne ha più, ieri ha
inviato messaggi pessimistici. Proprio quello della liquidità potrebbe
essere un serio problema, già dai
prossimi giorni.“Le banche greche
I BRICS HANNO LANCIATO LA LORO BANCA ALTERNATIVA. SOLDI FRESCHI PER IL MONDO
Arriva la Ndb: cambia la musica
cchio al nuovo attore in campo. È
la Nuova Banca di Sviluppo (Ndb),
la Banca dei Brics ormai ufficialmente operativa. Con circa 50 miliardi
di dollari di capitale da investire in infrastrutture pubbliche, si presenta come
una istituzione alternativa alla Banca
Mondiale e al Fondo Monetario Internazionale. La nuova banca fornirà fondi
per progetti infrastrutturali e di sviluppo
nei paesi Brics. Ogni nazione avrà pari
voce nella gestione della banca, indipendentemente dalle dimensioni del
Pil. E già in questo di vede quanto possa
essere un’alternativa al Fmi e alle sue
politiche monetarie particolarmente rigide. E chissà che la nascita di questo
nuovo concorrente non abbia giocato
un ruolo determinante nelle “mani tese”
alla Grecia…
Tant’è: ora Brasile, Russia, India, Cina e
O
Sud Africa prendono le distanze dal Fondo
monetario internazionale e dalla Banca
Mondiale, istituzioni nate 70 anni fa nell’orbita del dipartimento del Tesoro degli
Stati Uniti d’America. Nell’ultima riunione
di Mosca sono state rese note le nomine,
a confermare l’entrata nella fase operativa:
il presidente è Kundapur Vaman Kamath
e la Ndb dovrebbe lanciare il primo progetto alla fine di quest’anno o all’inizio del
prossimo anno.
I soldi, come fa capire la presenza di veri
e propri giganti dell’economia mondiale,
non mancano. La banca ha un capitale iniziale autorizzato di 100 miliardi. Il suo capitale sottoscritto iniziale di 50 miliardi di
dollari verrà equamente ripartito tra i soci
fondatori.
Come concordato dai cinque paesi, il
primo presidente del consiglio di amministrazione è stato nominato dalla Russia,
il primo presidente del consiglio di amministrazione da parte del Brasile, e il
primo presidente da parte dell’India. Un
centro regionale africano della banca avrà
sede a Johannesburg, Sudafrica.
I governatori delle banche centrali dei
Paesi del blocco Brics hanno anche firmato un accordo operativo che disciplina
il funzionamento del pool di riserve in
valuta degli Stati membri. L’importo della
riserva è stato stabilito a 100 miliardi di
dollari. L’obiettivo di questo fondo comune
sarà concedere prestiti ai paesi partecipanti in caso di problemi di liquidità in
dollari. Il fondo di riserva monetaria chiamato Accordo sui Fondi di Riserva (Contingent Reserve Arrangement, Cra) entrerà in vigore il 30 luglio, ha detto dopo
l’incontro di pochi giorni fa a Mosca il
Capo della Banca centrale russa Elvira
R.V.
Nabiullina.
hanno sufficiente liquidità nei bancomat fino a lunedì”, ha ammesso
Louka Katseli, presidente dell’associazione bancaria greca. Quindi
se la Grecia non raggiunge un accordo con i suoi creditori e se
l’Ela della Bce non sarà aumentato,
sarà improbabile che già da lunedì
i greci potranno ritirare anche il
limite di 60 euro al giorno fissato
per ogni conto bancario presso
gli sportelli automatici.
A tenere una mano ad Alexis Tsipras è intanto il Fondo Monetario
Internazionale, favorevole a una
ristrutturazione del debito greco,
come chiede il governo di Atene.
“Una ristrutturazione del debito è
secondo noi necessaria nel caso
della Grecia, perché abbia un debito sostenibile”, ha ribadito il direttore generale del Fmi. Malgrado
la Grecia sia entrata ufficialmente
in default nei confronti del fondo,
Lagarde ha assicurato che la soluzione al problema ellenico è comunque nella sua agenda. “Noi
non abbiamo cambiato posizione
sulla Grecia. Abbiamo sempre detto che il programma deve poggiare
su due gambe: riforme e ristrutturazione del debito. La nostra posizione non è cambiata”, ha affermato Christine Lagarde. Un avvertimento di stampo Usa al partito
dei falchi europei?
DAL MONDO
FINLANDIA
PICCOLI HACKER CRESCONO
Un diciassettenne finlandese, noto
con lo pseudonimo di Zeekill (il
suo vero nome è Julius Kivimaki)
e componente di spicco del gruppo
di hacker Lizard Squad, ha recentemente subito dalla magistratura
del suo Paese una mega condanna:
i reati informatici a lui imputati
sono infatti oltre 50 mila. Tra essi
furto di dati, frode nei pagamenti
e interruzione delle telecomunicazioni. Al giovane “pirata” è stata
comminata una pena pari a due
anni di carcere con la condizionale,
a cui è stato aggiunto l’obbligo di
restituire circa 6500 euro.
ETIOPIA
SCARCERATI GIORNALISTI
ACCUSATI DI TERRORISMO
Detenuti da oltre un anno, sono
stati scarcerati in queste ore
cinque operatori etiopi dell’informazione. Secondo l’agenzia Afp
e l’Internazionale, “i giornalisti
Asmamaw Hailegiorgis, Edom
Kassaye e Tesfalem Waldyes da
oggi sono liberi, così come Mahlet
Fantahun e Zelalem Kibret di Zone
9, un blog che racconta le questioni
politiche e sociali del paese spesso
con tono critico.
Altri quattro membri di Zone9
sono ancora in carcere. Un quinto
è riuscito a fuggire e ora è ricercato”. Erano stati arrestati con
l’accusa di terrorismo, in quanto
si riteneva stessero pianificando
alcuni attacchi con l’appoggio di
un gruppo di opposizione in esilio
negli Usa (che il governo etiope
considera terrorista).
CALIFORNIA: I LATINOS
SUPERANO I BIANCHI
I dati del censimento parlano chiaro: la California non è più uno
stato “Wasp” (White Anglo-Saxon
Protestant, cioè bianco di origine
anglosassone e di religione protestante). Secondo quanto illustrato
nei report recentemente diffusi
infatti, alla data del 1 luglio 2014 i
cosiddetti “latinos” (messicani,
portoricani e immigrati dal Centro
e Sud America) residenti nello
Stato erano 15 milioni contro i
14,9 milioni di bianchi. Non solo:
la California, tra i 49 Stati dell’Unione, è quello con il più alto
numero di asiatici (circa 6,3 milioni). Una tendenza, si legge sul
Los Angeles Times, che è in corso
da quasi una generazione.
LONDRA: TRASPORTI NEL CAOS
PER SCIOPERO DEI LAVORATORI
DELLA METROPOLITANA
Il trasporto pubblico della capitale
britannica è nel caos per lo sciopero
indetto dai lavoratori della metropolitana, che hanno proclamato
un’agitazione dopo il fallimento
delle trattative sugli stipendi e su
un nuovo servizio notturno nei finesettimana che dovrebbe partire
a settembre. I sindacati hanno allestito picchetti fuori dalle stazioni.
E’ la prima volta, negli ultimi 13
anni, che la metro di Londra viene
chiusa per uno sciopero. Transport
for London (azienda governativa
locale) ha dichiarato che “farà affidamento su bus supplementari
e bici a noleggio ed ha pubblicato
sul suo sito internet mappe per i
CdG
percorsi pedonali”.
6
Venerdì 10 luglio 2015
ESTERI
SEMPRE PIÙ PERICOLOSA LA SITUAZIONE SULL’ALTRA SPONDA DEL MEDITERRANEO
Caos in Libia, ne approfitta l’Isis
Su Sirte, ex roccaforte di Gheddafi, sventola la bandiera dei tagliagole
Pesanti scontri a fuoco a Bengasi tra le forze armate dei due governi
di Robert Vignola
o Stato Islamico ha la sua
“capitale” libica. Ed è la
storica città di Sirte, la roccaforte di Gheddafi, il luogo dove lo stesso colonnello è nato ed ha rinforzato il suo
pluridecennale potere ed in cui è
morto nel 2011. Alla fine, nelle ultime
ore, pare che i miliziani del Califfato
siano riusciti a prendere definitivamente il controllo della strategica
città, obiettivo che inseguivano da
almeno sei mesi e che avevano solo
in parte, e per brevi periodi, centrato.
La bandiera nera è sventolata già
ieri sera sul punto più alto della
città, mentre le frammentarie notizie
che arrivano dal posto informano
di posti di blocco piazzati ai principali
ingressi, con uomini armati che fermano chiunque si avvicini chiedendo
le generalità e le tribù di appartenenza a chiunque.
L’Isis ha in questa misura approfittato
del caos che resta l’unico sovrano
accertato del Paese. Non è un caso
se la “conquista” di Sirte, avvenuta
senza scontri a fuoco, sia stata perfezionata proprio durante una furibonda battaglia tra i due governi a
L
Bengasi. I combattimenti sono stati
violenti, vi sono rimaste uccise 14
persone e ferite decine di persone.
Protagoniste le forze fedeli al governo libico riconosciuto dalla co-
munità internazionale e i gruppi armati di Bengasi. Il principale gruppo
islamista a Bengasi è il "Consiglio
della shura delle forze rivoluzionarie", alleato alla coalizione "Fajr Libia"
(Dall'arabo, "Alba libica") che ha
conquistato la capitale Tripoli nell'agosto del 2014. A Bengasi operano
anche i radicali di Ansar Al Sharia
(Partigiani della Legge Islamica)
così come gruppi affiliati allo Stato
islamico (Isis). Un mix esplosivo, con
il serio rischio di vedere saldare
delle alleanze tattiche sul campo tra
gli islamisti di Tripoli e quelli filo
Isis, che pure altrove si sono combattute.
È l’ennesimo, gravissimo campanello di allarme che arriva dall’altra
sponda del Mediterraneo. Sirte,
oltre che città simbolo dell’ordine
libico ormai andato in frantumi, è
anche e soprattutto un centro strategico per la sua posizione centrale
rispetto all’omonimo golfo ed è un
porto di primaria importanza. Considerate anche le recentissime minacce a Roma da parte dei tagliagole, rappresenta anche un avamposto che potrebbe essere potenzialmente letale per la sicurezza
nazionale italiana. A maggior ragione dopo che la Tunisia ha innalzato le sue barriere, anche fisiche,
verso quel coacervo di violenza
che è diventato il suo grande vicino
nordafricano, per evitare quelle infiltrazioni sul suo territorio che invece restano un pericolo per lo Stivale, in presenza dell’incessante
flusso di clandestini che giunge coi
barconi sulle coste del Sud.
LE PRESSIONI OCCIDENTALI PER ROVESCIARE ASSAD HANNO CREATO UN DISASTRO
Senza fine la catastrofe umanitaria siriana
Superata la cifra di quattro milioni di rifugiati scappati dal Paese
nere del califfato. La Siria è
diventata la meta per tutti fondamentalisti islamici impegnati
nella “guerra santa” contro gli
infedeli e sempre contro Damasco si sono concentrati e
nemici della laicità e della civiltà.
Inoltre è bene ricordate, soprattutto a quegli occidentali
che oggi chiamano allo scontro
contro l’Isis (a questo punto
forse inevitabile), che furono
proprio Washington e gli atlantici a finanziare, sostenere ed
armare l’opposizione jihadista
contro il governo socialistanazionale di Assad.
ontinua la guerra in Siria e la conseguente
emergenza umanitaria.
Ad oggi il numero di
rifugiati in fuga dal conflitto e
giunti nei paesi vicini ha superato la soglia dei quattro
milioni, lo ha affermato l'Alto
commissariato delle Nazioni
Unite per i rifugiati (Unhcr). A
questo ritmo attuale, l'Unhcr
prevede che il numero potrebbe salire a circa 4,27 milioni entro la fine del 2015.
Queste le parole dell’Alto
Commissario delle Nazioni
Unite per i rifugiati Antonio
Guterres: “Si tratta della più
grande popolazione di rifugiati
proveniente da un unico conflitto in una generazione. Una
popolazione che ha bisogno
C
del sostegno del resto del
mondo, ma che invece vive in
condizioni terribili e sprofonda
nella povertà”. In particolar
modo sono gli ultimi dati sui
nuovi arrivi in Turchia e sui
profughi già presenti in questo
paese ad aver portato il totale
di rifugiati siriani nei paesi limitrofi a superare la soglia dei
quattro milioni (4.013.000) appena dieci mesi dopo che era
stato raggiunto il totale di tre
milioni.
Quasi la metà dei quattro milioni di siriani sono giunti in
Turchia, paese che ospita oltre
1,8 milioni di rifugiati; circa
249.000 sono in Iraq, più di
629.000 in Giordania, 132.000
in Egitto, quasi 1,2 milioni in
Libano e circa 24.000 in altre
parti del Nord Africa. Non è
incluso il dato delle oltre
270.000 richieste d’asilo presentate da siriani in Europa,
né quello di altre migliaia di
siriani residenti altrove. Ai rifugiati fuggiti nei Paesi vicini,
si sommano inoltre almeno
7,6 milioni di persone sfollate
all’interno della Siria stessa,
molte in circostanze e luoghi
difficili da raggiungere.
L'Unhcr ha ricevuto solo il 24%
dei 5,5 miliardi dollari richiesti
insieme ai partner per sostenere i rifugiati siriani nel 2015.
Eppure la nazione di Assad
dovrebbe essere la più sostenuta, in quanto da anni baluardo contro l’Isis. Proprio
contro il leader siriano si sono
costruite la jihad e le bandiere
E’ doveroso rammentare che
senza l’intervento, duro e deciso, di Putin, gli americani
avrebbero bombardato ed invaso la Siria, ripercorrendo la
strategia irachena, dove la caduta di Saddam ha consegnato
Bagdad nelle mani dell’Isis.
Obama aveva iniziato il suo
secondo mandato nel segno
della guerra contro Assad,
oggi si ritrova a rinegoziare
con il leader siriano per fronteggiare, o meglio far finta di
fronteggiare, l’offensiva, inesorabile, dei “tagliagole”.
Sostenere Assad ed il suo popolo può significare quindi ri-
durre questi fenomeni migratori e quindi difendere le nostre
coste dall’invasione, ma non
dimenticando mai che i fautori
di questo “caos” sono Washington, la Nato e gli occidentali, che hanno “attaccato”
i governi laici di Saddam e
Gheddafi, volevano far fare la
stessa fine ad Assad ed hanno
scatenato le “primavere arabe”. Il popolo siriano in primis
e tutti noi oggi stiamo “raccogliendo la tempesta” di chi
ieri “ha seminato vento”. Difendere la Siria ed i siriani,
sostenere i suoi profughi vuol
dire difenderci dall’offensiva
jihadista.
Forse proprio per questo l’opinione pubblica mondiale e
chi chiamato a mandare fondi
non si stanno impegnando
poi tanto.
Tatiana Ovidi
LA MINACCIA
Tunisia, sventato un attentato a Djerba
ontinua lo stato d’emergenza in Tunisia, dove
le autorità hanno sventato un probabile attentato. Il bersaglio era Djerba, altra località
turistica del Paese nordafricano, dove le forze di sicurezza locali hanno arrestato tre persone appartenenti
a un gruppo islamista. Nella tradizionale meta di
turisti, sarebbe così stato sventato un “grande attentato terroristico contro una struttura vitale e
sensibile che aveva l’obbiettivo di distruggere la
stagione turistica e colpire a l’economia nazionale”,
secondo quanto riportano fonti tunisine, secondo
le quali la settimana scorsa sono state arrestate tre
persone, tra cui una donna.
L’intelligence tunisina sarebbe sulle tracce di un
quarto uomo della cellula terroristica, di nazionalità
algerina. Gli inquirenti ritengono che il gruppo terroristico puntava a colpire una struttura turistica
C
oppure l’aeroporto dell’isola, Djerba-Zarzis.
“Noi portiamo avanti una guerra feroce contro il
terrorismo per proteggere le strade e le proprietà,
difendere il regime repubblicano (...), lo stato civile
e le sue istituzioni”, ha dichiarato il premier Essid
di fronte al Parlamento. “Non eravamo obbligati a
decretare lo stato d’emergenza, se non fossimo
convinti che il nostro Paese fa fronte a numerosi
progetti terroristici che hanno l’obiettivo di destabilizzarlo e che le bande del terrorismo, della morte e
del crimine pianificano altre operazioni di qualità il
cui obiettivo è uccidere il massimo numero possibile
di persone, di colpire il morale e paralizzare il funzionamento dell’economia nazionale”. Il potere esecutivo si è dunque “assunto le proprie responsabilità,
ma qualunque siano i sacrifici, noi vinceremo sul
R.V.
terrorismo”, ha aggiunto il premier.
7
Venerdì 10 luglio 2015
STORIA
LA MAMMA ROSA SI AMMALA, IL GIOVANE BENITO LASCIA TUTTO E CORRE DA LEI. AL SUO RIENTRO IN SVIZZERA, ARNALDO LO SEGUE
Ritorno improvviso a Predappio
Vilfredo Pareto e “la teoria degli imponderabili”: “Ogni sistema è un errore, ogni teoria una prigione”
di Emma Moriconi
el bel mezzo della sua
avventura svizzera, Benito
viene richiamato a Predappio: "Vi era un cuore
- scrive la Sarfatti - in cui
si ripercotevano dolorosamente
quelle peripezie, indovinate più
che narrate. Il figliuolo, che non
aveva esitato a chiedere alla mamma
i suoi quattro poveri soldi per divertirsi, ora che si trattava di vera
fame, per orgoglio e punto d'onore
mai avrebbe consentito a domandarli. Ma la mamma intuisce quel
che l'assente non vuol confessare.
E si ammala, e lo chiama a sé. Riprenderà le forze, attingendole agli
intrepidi occhi, che nella lontananza
si approfondirono di tante ombre,
ma anche di luci nuove, e guardarono in faccia il destino. Guarita la
mamma, il figliuolo riparte per il
garzonato nella sua duplice incarnazione elvetica".
A pesare sul cuore di Rosa Maltoni
non è solo la sorte di Benito: c'è
stato il carcere di Alessandro, 167
giorni di prigionia non meritata.
Ci sono stati e ci sono i debiti da
pagare, con i creditori che bussano
alla porta. Al punto che è quasi costretta a vendere un possedimento
e se non lo fa è perché esso costituisce tutto ciò che potrebbe lasciare ai figli. Quindi preferisce tenerlo e lavora di più, Rosa, e riposa
di meno. E risparmia, rinuncia, si
sacrifica. Marga scrive, in merito:
"Come se le dolorose vicende della
sua vita errabonda non avessero
posto abbastanza a dura prova la
fortezza del suo spirito, gli giunge
un'altra terribile notizia: la sua buona, la sua santa mamma è gravemente ammalata. Mussolini non
esita un istante, la sua decisione è
presa. Torna in Patria, corre al letto
della sua cara inferma, la cura amorosamente, la veglia finché non si
N
ristabilisce. Ora che la sua mamma
è guarita e che è tornata sorridente
e serena alla sua umile esistenza
di maestra e di massaia, può riprendere la via dell'esilio. Le preghiere e le benedizioni di lei lo
accompagnano".
Con Benito in Svizzera, al suo ritorno, va anche Arnaldo, "anche
lui sospinto - scrive ancora Marga
- nel fiore degli anni, a cercare
pane e lavoro all'estero. In casa
Mussolini le condizioni economiche
si sono fatte sempre più tristi e
più dure. Alessandro Mussolini
deve farsi prestare trecento lire
per acquistare i biglietti di viaggio
ai due figlioli". Questo episodio lo
abbiamo già narrato ai nostri lettori,
come pure abbiamo riferito della
pronta restituzione del prestito da
parte del fabbro e dei grandi sacrifici della maestra Rosa, che all'alba, prima di andare dai suoi
alunni nella piccola aula in cui insegna, va a lavare la biancheria al
fiume, dopo una notte per buona
parte insonne a causa delle preoccupazioni.
"Dopo aver trovato un impiego al
fratello minore presso un'azienda
agricola - scrive ancora Marga Benito torna a confondersi con la
folla lacera ed affamata dei nostri
emigrati. È un grande apostolo, che
non rifiuta nessun lavoro increscioso
pur di trovarsi a contatto del popolo
e sollevarne le miserie e i dolori".
A proposito delle lezioni di Valfredo
Pareto, di cui abbiamo cominciato
ad accennare nella scorsa puntata,
ecco cosa scrivono Pini e Susmel:
"Quando gli era possibile entrava
all'Università per ascoltare, da dietro
la porta socchiusa, le lezioni (che
non gli era permesso frequentare
perché non iscritto) del marchese
ligure professor Vilfredo Pareto,
economista e sociologo di grande
fama e per trascorrere molte ore
in biblioteca. Frequentava anche
Vilfredo Pareto; in basso, un’edizione in lingua tedesca del libro di Margherita Sarfatti sul Duce
la libreria-editrice Armand Lapie
in rue de la Louvre, dove ricevette
in prestito le 'Considerazioni sulla
violenza' di Giorgio Sorel".
In effetti, la passione per la lettura
e per la conoscenza nelle più varie
discipline ha sempre caratterizzato
questo personaggio, sin dalla primissima infanzia, come abbiamo
già potuto vedere nelle puntate
precedenti del nostro percorso sto-
rico. E Margherita Sarfatti riferisce:
"Vilfredo Pareto, fra tutti i professori,
ebbe su lui più profondo e durevole
ascendente. Dal campo della economia, il discepolo trasportò al campo della politica la 'teoria degli imponderabili' che gli rimase profondamente impressa; anzi la estese a
tutta quanta la sua concezione della
vita. Il Pareto gli insegnò il suo caratteristico modo di investigare i
problemi, con indagine sperimentale alacre e desta, senza partire
da alcuna teoria, tutt'al più accogliendo qualche teoria per ipotesi,
quale provvisoria spiegazione di
una serie di fatti. Il duce del fascismo
ancor oggi apertamente si vanta
che il fascismo 'non possiede un
armamentario di dottrine teoriche,
perché ogni sistema è un errore, e
ogni teoria è una prigione'”.
IN QUESTO PERIODO LAVORA IN UN DEPOSITO IN COSTRUZIONE A RAVENS, MA CON L’INVERNO ARRIVA ANCHE LA DISOCCUPAZIONE
Dominare la materia col lavoro manuale
Riceve un’offerta di lavoro in Madagascar ma rifiuta: “Lo interessa maggiormente
il rimanere in quella fucina di uomini che è la rivoluzionaria Losanna”
ncora Pini e Susmel scrivono:
"Leggeva tutti i giornali locali
nella piccola birreria di mamma
Magognio, si attardava a discutere di
politica con gli amici.V'erano fra questi
diversi studenti e studentesse russe e
slave, che lo accoglievano pure nelle
stanze a pensione da loro abitate".
Quando arriva settembre trova lavoro
in un deposito in costruzione delle
macchine a Ravens: "Guadagnavo e
vivevo. Mi ero ormai abituato alle più
rudi fatiche. Alla domenica tenevo
conferenze nei paesi vicini" scriverà
nelle sue memorie. "Nell'arte muraria
- dicono ancora Pini e Susmel - si era
specializzato come sagomatore delle
lesene delle finestre. Si sviluppò forte
in lui quella passione del costruire e
del dominare la materia col lavoro
manuale, che gli fu propria anche
negli anni del conquistato potere. Ad
una domanda di Ludwig: 'Crede lei
in una efficacia produttiva del lavoro
A
manuale sopra il lavoro spirituale?',
vivacemente risponderà nel 1933: 'In
una enorme efficacia. Queste impressioni rimangono profonde nell'uomo
fino alla morte. Davanti al martello e
davanti al fuoco si guadagna la passione per la materia, la quale vogliamo
piegare, o dobbiamo piegare alla nostra volontà- ancor oggi, se vedo un
muratore costruire una finestra, mi
sento attratto verso di lui. Sarei ben
lieto di fare io stesso il suo lavoro'. E
quando, dalla sede del Popolo d'Italia,
in via Lovanio, assisterà alla rapida
erezione di un edificio - scrivono ancora, citando come fonte Margherita
Sarfatti, che infatti riferisce l'episodio
in "DVX" - si attarderà ad ammirare il
lavoro murario, dicendo ai redattori:
'Vedete? Quegli operai in camiciotto,
io li invidio. Quella si, è vera pietra,
vero mattone, muro, calcina, casa!
Questo che faccio io nero su bianco
è tutto lavoro di carta. E quando ho fi-
nito, devo rifarmi da capo. Loro, no:
due mesi fa non c'era niente, ora la
casa è cresciuta, esiste, mettono il
tetto: fossi ancora tra loro, per la soddisfazione dell'opera compiuta, terminata sul serio!". Prosegue poi Benito
nelle sue memorie: "Terminato il deposito delle macchine, venne l'inverno
e piombai nella disoccupazione".
"Il vecchio mantello romantico - scrive
de Begnac - è rimasto nella pianura
lontana in custodia all'amico fedele".
Il 27 ottobre 1902 Benito racimola cinque franchi, manda un vaglia e vi scrive: "Caro Ceci, ti mando questo vaglia
perché tu mi faccia avere la mia mantella, poiché a Losanna c'è l'usanza di
portarla. Credo che la somma basterà,
ma ad ogni modo se non bastasse
scrivimi e ti rimborserò. Mettila ben
piegata in una cassettina e indirizzala:
fermo stazione Losanna. Fa 'bello e
presto' perché fa freddo. Lavoro in un
magazzino di vino. Se torno a Gualtieri
ti pagherò una bottiglia. Ti saluto. Benito". Continua de
Begnac: "L'amico
spedisce, ma la
mantella non arriva.
Il freddo aumenta e
Benito replica: 'Non
ho avuto nulla e il
freddo si fa sentire.
Se hai ancora da spedire manda: Entrepot Federal'. Gli amici di Gualtieri
vogliono rivederlo presto, ma egli risponde subito: 'Tornerò a Gualtieri
quando la settimana avrà due sabati'.
Quando, ventiquattr'anni dopo, tornerà
davvero su quelle rive del Po, il popolo
avrà la sensazione di essere in festa
sin dalla lontana vigilia. Finalmente la
mantella arriva - continua - ed il rivoluzionario può allora frequentare le
adunate serali della Commissione
esecutiva socialista. Gli italiani di Losanna, circa seimila, ben presto inco-
minciano a distinguerlo nella folla
anonima".
Secondo quanto riferisce de Begnac,
"a fine ottobre riceve una proposta di
lavoro nelle sorgenti piantagioni francesi del Madagascar. Decide di imbarcarsi verso Natale a Marsiglia; dinanzi alla nuova prospettiva non tralascia la lotta cotidiana. Legge volumi
e volumi sulla grande isola dell'Oceano
Indiano: alla fine lo interessa maggiormente il rimanere in quella fucina
di uomini che è la rivoluzionaria Losanna".
[email protected]
8
Venerdì 10 luglio 2015
DA ROMA E DAL LAZIO
BOCCIATO L’EMENDAMENTO DI FDI-AN VOLTO AD ALLARGARE L’ESENZIONE AI NUCLEI AL SOTTO DEI 50MILA EURO
Irpef, guai a parlare di famiglia
a Zingaretti & compagni
Giancarlo Righini: “Appena si tocca l’argomento il centrosinistra erige i muri”
di Daniel Lestini
n perenne tiro alla fune, tra impennate delle aliquote e sforbiciate che spesso rimangono solo
di facciata. Una coperta troppo
corta, tra sconsiderati aumenti all’imposizione fiscale e tagli ‘spot’, ad uso e
consumo di talk-show e comizi elettorali.
Se la sinistra dei proclami sembra aver imparato a memoria il ritornello, salvo ritrovarsi
a mettere le mani nelle tasche dei cittadini,
c’è una destra che ha nel suo dna il mantra
della giustizia sociale, ad uso e consumo
delle classi sociali più disagiate. Con in
primo piano, sempre e comunque, i diritti
della famiglia.
Che la platea dei bisognosi si sia drammaticamente allargata è desumibile da qualsiasi
statistica, aspetto che rende imprescindibile
il ricorso a capillari politiche di sostegno.
S’inquadrano in questo filone le battaglie
che Fratelli d’Italia - Alleanza Nazionale sta
portando avanti su vasta scala, a partire da
quella regionale, come dimostrato in via
della Pisana dalla meritoria attività del capogruppo Giancarlo Righini.
Proprio lui, nella seduta di ieri, il protagonista
di una battaglia tesa ad allargare la platea
dei beneficiari del mancato aumento dell'aliquota dell'addizionale regionale Irpef.
Battaglia combattuta col sostegno di Francesco Storace e Pietro Sbardella.
Su un punto Righini s’è mosso con fervore,
sfoderando il fioretto della destra sociale:
U
“In un sistema fiscale spesso poco equo ed
efficiente - ha dichiarato - che appesantisce
i contribuenti senza garantirgli servizi ade-
guati, rappresenta un segnale di civiltà che
si sia dato il via libera al mio emendamento
che comprende nell’esclusione dall’aumento
dell’addizionale Irpef anche i contribuenti
con reddito non superiore a cinquantamila
euro, ma con uno o più figli con disabilità. Il
tutto - ha continuato Righini - propedeutico
ad una futura introduzione del quoziente
familiare, che da sempre rappresenta un
tema a noi particolarmente caro, tramite il
quale alleggerire in maniera equa il peso
fiscale alle famiglie, guardando a quelle
sacche di disagio sociale fiaccate da una
crisi che si combatte con la concretezza dei
provvedimenti e non con la vaghezza delle
promesse”.
Proprio l’aver sfoderato la tematica del sostegno alla famiglia ha però tolto la maschera alla maggioranza Zingaretti, che ha
bocciato l’ordine del giorno dell’opposizione, frantumando l’aspirazione di un percorso comune su un tema d’ampio respiro
istituzionale. “Increscioso - ha dichiarato,
furente, Giancarlo Righini - che non appena
si parli di famiglia il centrosinistra eriga
dei muri. Il clima di assoluta collaborazione
che c’era stato su questo provvedimento
fiscale, che arriva ben sessantanove giorni
dopo il termine stabilito, e che proprio noi
avevamo permesso si snodasse su una
corsia preferenziale, si è infranto su una
furberia di bassa lega, che palesa il tentativo
di rifilare una fregatura in extremis a chi
aveva ben compreso l’importanza di restituire 200 milioni di euro alle famiglie. Vocabolo così inviso a chi, evidentemente,
della centralità della famiglia frega davvero
ben poco…”.
AI LAVORATORI NON VA GIÙ IL PIANO CALATO DALL’ALTO
CHIESTI 9,7 MILIONI DI EURO DI RISARCIMENTO
Macchinisti in sciopero:
scattano le indagini
Parentopoli in Atac:
rischiano in sette
Previsto l’aumento delle ore e l’introduzione del badge.
Misure varate senza una fase di contrattazione
Il pm: “La regola è stata la chiamata diretta per allocare
persone legate da rapporti familiari, clientelari e politici”
l caos. Il nuovo piano Atac
non va giù ai macchinisti,
che dallo scorso weekend
hanno messo in campo una
serie di “scioperi bianchi” in
segno di protesta. Il tutto senza
una fase di contrattazione, lamentano. Una rivoluzione calata dall’alto, che partirà dalle
metro dal primo agosto. Ai lavoratori non va giù l’aumento
delle ore di lavoro dalle attuali
700 annue a 950 e l’introduzione dell’obbligo del badge
dell’inizio e alla fine del turno.
Una protesta che ha creato
non pochi disagi in questi giorni a migliaia di persone, tra
passeggeri e turisti.
Una mobilitazione su cui sta
tentando di fare chiarezza sia
il Comune di Roma che l’Atac.
Ieri, però, è stato aperto un
altro fascicolo di indagine sui
gravi disservizi. E’ quello della
questura di Rorma. Uno “sciopero bianco” che ha determinato, fanno sapere da via
San Vitale, la soppressione
complessiva di quasi 400 corse, in particolare nella giornata
del 7 luglio.
icordate la parentopoli
in Atac? Nel mirino della procura della Corte
dei conti sono finiti sette manager in carica tra il 2008 e il
2010 e un ex assessore comunale, che avrebbero pilotato l’assunzione nell’azienda
di una quarantina di posti di
lavoro fra amici e parenti
sprovvisti dei necessari requisiti per accedere alle posizioni che sarebbero poi andati a ricoprire.
Il pubblico ministero, Maiello
Tammaro, ha infatti chiesto ai
giudici del collegio della Corte dei conti, presieduta da
Ivan De Musso, la condanna
a pagare un risarcimento di
9,7 milioni di euro per danno
erariale alla municipalizzata.
Si tratta di Alberto Bertucci,
ex dirigente Trambus e Atac,
Antonio Di Marzia (Metroma),
Tullio Tulli (Trambus), Vincenzo Tosques (Metroma), Luca
Masciola (Trambus) e Marco
Visconti, ex assessore.
Nella sua requisitoria, il magistrato ha invece sollecitato
l’estromissione dal procedi-
I
R
Gli investigatori hanno inoltrato
un’informativa all’autorità giudiziaria ritenendo che sussistano a carico dei responsabili
gli estremi del reato di “interruzione” di pubblico servizio.
In quelle giornate, infatti, non
era stato proclamato nessuna
astensione dal lavoro e solo
grazie all’intervento della polizia “non ha causato pericoli
ed ulteriori disagi - si legge
nella nota della questura - per
gli utenti concentrati nelle fermate della metro”.
Sullo “sciopero bianco” sta
tentando di fare chiarezza anche l’Authority sugli scioperi.
“La prossima settimana convocheremo tutti i soggetti, perché è evidente che qualcosa
non vada. Dobbiamo capire
se, al di là delle problematiche
interne alla discussione sul
contratto, sia in atto qualcosa
di anormale rispetto alle leggi
vigenti in materia di diritto allo
sciopero. Solo così potremo
capire - ha spiegato Giovanni
Pino, capo di gabinetto dell’Authority sugli scioperi, a Radio Roma Capitale - se ci troviamo di fronte a una azione
collettiva configurabile come
sciopero bianco e come danno
alla collettività”.
mento di Riccardo Di Luzio e
Mario Marinelli, entrambi dirigenti della municipalizzata
all’epoca dei fatti. I due sono
stati già prosciolti da tutte le
accuse in sede penale, mentre
per tutti gli altri, il gup di piazzale Clodio ha disposto il rinvio a giudizio.
“Quando si decide di fare dei
concorsi esistono delle regole,
un piano industriale e delle
necessità, ma tutto questo nel
caso in esame non esiste”,
ha spiegato il pm nella sua
requisitoria davanti ai giudici
della Corte dei Conti della
sezione giurisdizionale del
Lazio.
“La regola è stata la cosiddetta
chiamata diretta. In sostanza,
abbiamo l’applicazione del
teorema per cui la partecipata
diventa un modo non per fornire un servizio, nel caso specifico il trasporto pubblico,
ma l’occasione per allocare
determinate persone legate
da rapporti familiari, clientelari
e politici con i soggetti - ha
concluso - che sono stati documentati sia nel decreto di
richiesta di giudizio in ambito
penale”.
9
Venerdì 10 luglio 2015
DALL’ITALIA
NAPOLI - SIT-IN A GIUGLIANO DOPO L’ARRIVO DI 250 STRANIERI
Ecco gli immigrati: proteste a Licola
I cittadini sono stanchi: “Girano in mutande e urinano all’aperto. Sembra una giungla”. Antonio Arzillo (La
Destra): “Per un clandestino diamo 900 euro al mese mentre un anziano è costretto a sopravvivere con 400”
di Barbara Fruch
ancora polemica sulla questione immigrazione. Mentre proseguono gli sbarchi,
continua la preoccupazione per le strutture costrette
ad ospitare continuamente centinaia
di sedicenti profughi.
L’ennesima emergenza arriva da Licola, del comune di Giugliano in
Campania (Napoli), dove mercoledì
pomeriggio una cinquantina di cittadini si è radunato davanti all’hotel-ristorante “Di Francia” manifestando contro l’arrivo di 250 stranieri,
provenienti principalmente dall’Africa sub sahariana. E questi sarebbero
solamente una parte, ne sarebbero
infatti attesi altri.
“Siamo stanchi – hanno dichiarato
alcuni partecipanti al sit-in al sito
locale ‘Il Meridiano’ – tra Licola e
Varcaturo ospitiamo già circa un migliaio di immigrati. Crediamo che
possa bastare, la zona già è degradata. In passato si sono registrati
anche disordini e tensioni con la
popolazione residente, molti di loro
la sera girano all’interno dell’albergo
È
in mutande e urinano all’aperto. Le
nostre case sono vicine ed i nostri
bambini non posso assistere a queste
scene, ormai sembra una giungla”.
E la rabbia, inevitabilmente, esplode
contro le istituzioni. “Ci aspettiamo
un intervento immediato da parte
delle istituzioni – hanno aggiunto–
Chiediamo che questi ultimi arrivati
vengano spostati e dislocati su altre
zone”.
A incrociare le braccia è anche il
Sindaco di centrosinistra. “Siamo
sempre stati solidali ma ora basta
creare ghetti – ha detto il primo cittadino Antonio Poziello – Chiederò
un incontro con l’ufficio immigrazione della Prefettura per chiedere
uno stop”.
E ad esprimere solidarietà ai cittadini
sono stati il dirigente de La Destra
Antonio Arzillo, candidato alle ultime
comunali con la Lista di Fratelli
D’Ialia e il dirigente nazionale di
Fdi Emanuele Bifaro. “Questo pomeriggio (mercoledì,ndr) contattato
dai cittadini di Licola sono andato
ad esprimere la mia piena solidarietà
e sostegno alla popolazione che
protestava contro l'arrivo di altre
centinaia di immigrati nell’ennesimo
Centro di Accoglienza – ha spiegato
Arzillo – Premesso che sono contro
questa assurda e indegna gestione
dell’affare immigrazione dove per
un clandestino diamo circa 900 euro
al mese per vivere imponendo poi
ad un nostro anziano di sopravvivere
con 400 di pensione. Mi devono poi
spiegare perché chiedono sempre
alle zone maggiormente degradate
di fare da ghetto perché i centri non
li fanno a fare nella bella Costiera
oppure a Posillipo e poi sarebbe
questi i grandi progetti di rilancio
del nostro litorale programmati dalle
amministrazione di sinistra del Comune – Regione”.
Duro anche il commento del Dirigente Nazionale Emanule Bifaro. “È
impensabile – ha detto – che una
zona che dovrebbe rappresentare
lo sviluppo del territorio oltre che
uno sbocca lavorativo per i giovani
di Giugliano venga di nuovo mortificato e sacrificato per interessi economici, in quello stesso luogo dove
oggi ci sono gli immigrati il sindaco
Poziello insieme al Governatore De
Luca avevano promesso sviluppo e
ricchezza per il litorale giuglianese,
invece già sapevano che dopo poche
settimane sarebbe diventato l'ennesimo ghetto per accogliere immigrati, senza servizi e senza le dovute
prescrizioni sanitarie”.
E la manifestazione di mercoledì
pare sia solo l’inizio. Gli esponenti
Arzillo e Bifaro insieme ai tanti cittadini si sono dati infatti appuntamento per oggi pomeriggio per un
nuovo incontro per continuare la
battaglia contro il centro di accoglienza.
VENEZIA - LE FORZE DELL’ORDINE NON HANNO GLI STRUMENTI PER CONTRASTARE IL FENOMENO
Estorsioni degli abusivi? Non c’è nulla da fare
I sequestri non li danneggiano: la merce ha poco valore. E le contravvenzioni non le pagano
ffollano la piazza, minacciano i turisti, costringendoli a consegnargli il denaro. Ma le forze dell’ordine non
possono fare nulla, non hanno
gli strumenti per contrastare un
fenomeno di quella portata.
Assurdo? Sicuramente. Ma purtroppo è la triste realtà.
Quello che accade a Venezia,
nella famosissima Piazza San
Marco pare essere lo spaccato
di un’Italia ormai alla deriva. Una
nazione il cui continuo flusso di
immigrazione penalizza non solo
i cittadini ma anche i turisti.
Al centro della questione il racket
degli abusivi, denunciato alcuni
giorni fa dal quotidiano locale ‘Il
Gazzettino’. Ed è sempre il quo-
A
tidiano del nord-est a spiegare
come le forze dell’ordine non riescano a mettere fine allo scempio.
Gli abusivi si avvicinano ai turisti,
mettono in mano il grano ai bambini (che con quella manciata di
mangime possono avvicinare i
piccioni) oppure i bastoni per i
selfie. Poi pretendono i soldi, e
non pochi spicci, ma dieci o addirittura venti euro. Vere e proprie
estorsioni con tanto di minacce,
arrivando talvolta anche a mettere
le mani nei portafogli dei turisti.
Che talvolta reagiscono e contattano le forze dell’ordine. Loro
lo sanno, sono scene che si consumano anche sotto i loro occhi.
“Per noi è come svuotare il mare
con un catino – confida, in forma
anonima, chi ha l’ingrato compito
di raccogliere gli sfoghi dei turisti
– In linea con il flusso turistico.
Più turisti ci sono, più abusivi
arrivano. E certi atteggiamenti
aggressivi li abbiamo già visti”.
E il problema principale infatti è
proprio quello del moltiplicarsi
dei “richiedenti asilo”, rispetto ai
vecchi clandestini o a chi, con
un permesso e un lavoro, arrotondava con queste uscite. Chiedono asilo “poi ci vorranno mesi
perché abbiamo una risposta. E
anche se sarà negativa, potranno
sempre fare ricorso. Intanto vengono qui a vendere”.
Immigrati che non hanno nulla da
perdere, smerciano grano e bastoni
da selfie. “Con merce da pochi
soldi come questa, i sequestri non
li danneggiano. Negli ultimi quindici
giorni avremo sequestrato 30.000
pezzi. Ma è tutto inutile”.
MENAGGIO (COMO)
PASSIONE SENZA LIMITI
“Premio Artelario” tra letteratura e food
ue giorni tra eventi musicali, letterari e artistici,
interamente dedicato al
“food”. In occasione di Expo
2015, la quinta edizione del
“Premio Letterario Artelario”,
l’11 e il 12 luglio, a Menaggio
(Como), sarà un vero e proprio
viaggio attraverso il felicissimo
connubio tra sapori e musica.
A guidare l’iniziativa ci sarà Irene
Colombo che, tra le altre cose,
da quattro anni a questa parte è
la conduttrice dei Pastry Events
del Sigep di Rimini, ovvero il
top, per quanto riguarda le competizioni tra i Maestri Pasticceri
più famosi al Mondo.
D
Location del Festival la prestigiosa
sede dell'Associazione Cuturale
Italo Tedesca, Villa Vigoni.
Ad aprire le “danze” sabato alle
11 saranno Ketty Magni (scrittrice) con Pierluigi Genduso
(pianista). A seguire, alle 17.30,
spazio a Maurizio Pratelli (scrit-
E anche le contravvenzioni non
servono a nulla. “Vengono elevate,
per carità, ma tanto non le pagano.
Il Comune ha tanti di quei verbali
non riscossi”.
Difficile anche incastrare gli abusivi per le minacce. “I turisti ci
raccontano di questi atteggiamenti
minacciosi, dei soldi prelevati dai
portafogli, ma da qui a ipotizzare
un reato. Anche perché gli stessi
turisti non vogliono perdere tempo
con le denunce, spesso hanno
la nave che riparte”.
La soluzione? “Serve una risposta
politica, nuove leggi, ad esempio
per un permesso di soggiorno a
punti, e soprattutto la garanzia
dell’esecutività delle sanzioni penali e amministrative. Oggi anche
chi ruba non resta in galera! Per
troppi anni questi fenomeni non
sono stati affrontati politicamente.
E questi sono i risultati”.
In un Paese in cui la sicurezza
sembra ormai un’utopia il rischio
è anche che a pagarne le spese
sia proprio il turismo, una delle
poche fonti di guadagno rimaste.
B.F.
tore) con Stefano
Barotti (cantautore)
e per chiudere in
bellezza la prima
giornata alle 20.30
arriverà lo chef Cristina Lunardini.
Domenica 12 luglio
alle ore 11 è la volta
di Ezio Santin
(chef) con Roberto Sala e Franco
Frassinetti (chitarristi). Alle 14
a deliziare gli ospiti ci penserà
Iginio Massari (maestro pasticcere). Dulcis in fundo alle 20.30
prevista la serata di Gala e la
premiazione con il cantautore
Alberto Fortis.
Fanno sesso in un cimitero:
coppia denunciata a Palermo
uando la passione non conosce limiti. Una coppia di
Palermo è stata sorpresa a
fare sesso su una lapide del cimitero di Santa Maria di Gesù. È
successo martedì scorso. I due
giovani, presi dalla passione e
dalla voglia di amarsi in un luogo
insolito, hanno scavalcato la recinzione del camposanto e si sono
appartati per godersi il loro momento di intimità. Lontano da
occhi indiscreti, avranno pensato.
Ma non è stato così.
Dalla finestra di un alloggio di
Q
servizio, qualcuno ha visto tutta
l’appassionata scenetta, si tratta
di un guardiano dei Frati minori,
che risiede nella struttura limitrofa
al cimitero. Il religioso ha così
contattato il 113 e quando una
pattuglia dell’ufficio Prevenzione
generale e soccorso pubblico è
giunta sul posto ai due non è rimasto altro che ammettere le
proprie responsabilità e chiedere
scusa ad agenti e guardiano. La
coppia ha giustificato agli agenti
quel gesto come un’irrefrenabile
voglia di fare qualcosa di tra-
sgressivo. Una giustificazione che
non è bastata a evitare a un
35enne e una 24enne la denuncia
di vilipendio di tombe: una condotta, non soltanto sconsiderata
e inopportuna, ma anche offensiva
nei confronti del sentimento religioso e della pietà dei defunti,
così come previsto dal codice
penale, ex articolo 408. Ch.C.
10
8
Venerdì 10 luglio 2015
DALL’ITALIA
RESPINTA ALLA CAMERA LA MOZIONE PRESENTATA DA FORZA ITALIA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA
Il Forteto? Non si tocca
Bocciato il commissariamento della struttura dopo l’inchiesta giudiziaria che ha accertato le
violenze nella cooperativa che accoglieva i minori. La rabbia del centro destra: “Sconcertante”
di Barbara Fruch
er anni quella in quella
comunità si sono consumati atti di violenza e di
maltrattamenti ai danni
dei bambini. Ma non ci
sarà nessun commissariamento,
come deciso ieri nella seduta alla
Camera dei Deputati dal Pd, unico
partito a votare contro la mozione
presentata dalla deputata di Forza
Italia Deborah Bergamini.
Al centro dello scandalo “Il Forteto”,
la cooperativa, a cui il tribunale dei
minori di Firenze ha affidato per
molti anni i bambini in difficoltà,
che è stata al centro di un’inchiesta
giudiziaria con relativo processo in
cui sono state condannate 15 persone, in primis al capo della comunità, il “guru” Rodolfo Fiesoli.
Nessun commissariamento ma
“solo” un controllo. Ad essere approvata ieri è stata infatti la mozione
a prima firma Eleonora Bechis (ex
M5s, ora in Alternativa libera). Il
governo assumerà, si legge, “ogni
iniziativa di competenza per il controllo della cooperativa affinché possa essere restituita alla destinazione
originaria, accertando le responsabilità politiche al riguardo”.
D’altronde, come si legge sempre
nella mozione “dal processo è emerso il fatto che erano usuali e reiterati
gli atti di violenza e di maltrattamenti
ai danni dei bambini, garantiti dall'omertà e dal silenzio di chi conosceva i fatti, tra cui si segnalano
particolarmente gli psichiatri e gli
assistenti sociali, i quali hanno commesso ad avviso dei firmatari del
presente atto di indirizzo numero-
P
sissime disattenzioni”.
La consapevolezza di ciò che avveniva dunque non manca. Ma nonostante ciò è stata respinta la mozione
di Forza Italia, prima firmataria Deborah Bergamini, Lega e Fratelli
d'Italia che chiedevano il commissariamento della cooperativa. “La
decisione del governo di dare parere
contrario sulla nostra mozione è
sconcertante: non ha alcuna logica,
alcuna sensibilità e alcun senso politico – ha detto alla Camera la Bergamini – E credo sia dovuta alla
poca conoscenza dei fatti, perché
se si conoscesse davvero quello
che è accaduto in quella struttura
non ci sarebbe parere contrario che
tenga. Ci sono comprovate e ripetute
testimonianze di abusi, fisici e psicologici, aberranti, di violenze e coercizioni su minori e persone in difficoltà affidate a questa struttura. Il
Parlamento aveva il dovere di assumersi la responsabilità di fronte alle
vittime di violenze e vessazioni che
si sono protratte per 30 anni. Trovo
– aggiunge – inaccettabile la scelta
del governo e del Pd di dire no a
una richiesta di chiarezza e all’eventualità di procedere al commissariamento della cooperativa agricola
che, come dimostrato anche dalla
sentenza del Tribunale di Firenze,
era in tutto e per tutto parte del ‘sistema Forteto’, tanto da ricevere
essa stessa (in alcuni casi) i bambini
in affido. Ed è la cooperativa il teatro,
il luogo delle violenze e anche dello
sfruttamento di lavoro minorile”.
A scagliarsi contro il governo anche
il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Stefano Mugnai,
che nella precedente legislatura ha
presieduto la commissione di inchiesta proprio sul caso Forteto e
sull’affidamento dei minori in Toscana. “Ancora una volta, a Roma il
Pd si è dimostrato incapace di affrontare la verità dei fatti. Si tratta di
un atto di codardia politica di chi
non sa stare dalla parte delle vittime
senza se e senza ma. Confondere
le acque, da parte del Pd a Roma,
finisce per intorbidire ancora di più
una vicenda che già di per sé è
raccapricciante e su cui vanno fatte
saltare le coperture e le responsabilità politiche e istituzionali”.
Una decisione che non è andata giù
neppure a Fratelli d’Italia.“Il Pd non
vuole far chiarezza sul caso - ha
tuonato Giorgia Meloni - perché in
questa vicenda c'è dentro fino al
collo e ha paura che la ricerca della
verità coinvolga alcuni suoi esponenti e danneggi l'immagine del
partito. Durante le audizioni della
commissione d'inchiesta regionale
toscana, infatti, è emerso che politici
del Pci prima e del Pds, Ds e Pd
poi, hanno frequentato la struttura.
Sarebbero gravi dunque le responsabilità della sinistra se avesse fatto
finta di non vedere quello che succedeva al Forteto”. Sulla stesa linea
l’intervento il capogruppo di Fratelli
d'Italia in Regione Giovanni Donzelli.
BARI
“Vergogna è l'unica parola che mi
viene in mente per commentare
questo schifo. Da oggi è chiaro una
volta per tutte che il Pd e il governo
Renzi coprono ancora oggi il sistema
Forteto”.
Dal canto suoi il Pd si difende. “Sul
caso-Forteto noi del Pd non smetteremo mai di batterci per l’accertamento della verità, completo e
senza riserve – ha detto Dario Parrini, deputato del Pd –
Siamo invece contro ogni tipo di
sciacallaggio politico e di strumentalizzazione propagandistica”.
Il commissariamento sarebbe dunque una strumentalizzazione?
CATANZARO
Donna maltrattata
Traffico internazionale
fa arrestare il marito di stupefacenti: 44 arresti
opo anni di maltrattamenti e botte è finito, finalmente, in manette. I
Carabinieri della Stazione di
Gravina in Puglia, provincia di
Bari, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in
carcere emessa dal gip del
Tribunale di Bari, su richiesta
della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un
34enne del luogo, per maltrattamenti in famiglia.
Il provvedimento nasce dalla
denuncia sporta dalla vittima
che stanca di continue vessazioni ha trovato la forza di chiedere aiuto ai carabinieri. Da
tempo, infatti, la donna era
costretta a subire il carattere
autoritario e violento del marito
che in molte circostanze
l’avrebbe ingiuriata e minacciata di morte ripetutamente
e picchiata con calci e pugni
che sferrava all’impazzata, tanto da cagionarle lesioni permanenti al volto e, in occasione
di litigi, non esitava a lanciarle
contro qualsiasi tipo di oggetto
D
eri mattina, alle prime luci
dell’alba, una maxi operazione antidroga internazionale dei carabinieri del
Ros ha portato all’esecuzione
in diverse località italiane ed
estere, di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa su
richiesta della procura distrettuale antimafia di Catanzaro,
nei confronti di 44 indagati
per associazione finalizzata al
traffico di sostanze stupefacenti.
L'inchiesta, battezzata Overing,
ha visto coinvolte una quarantina di persone indagate per
traffico internazionale di droga,
narcos di cocaina legati alla
cosca Mancuso di Limbadi e
referenti colombiani e venezuelani.
Le partite di stupefacenti trattate dell'organizzazione transnazionale venivano importate
dall'America latina ed erano
destinate ai mercati del Nord
Italia e altre piazze europee.
Durante le indagini, grazie alla
collaborazione con le autorità
I
gli capitasse tra le mani. In alcune circostanze a seguito
delle percosse subite è rimasta
anche ricoverata per alcuni
giorni e costretta dall’uomo a
riferire ai sanitari di essersi
procurata le lesioni in un sinistro stradale.
I motivi riconducibili al comportamento vessatorio dell’uomo, era probabilmente dovuto all’uso frequente di alcool
e allo sperpero dello stipendio
alle slot machines.
Mentiva continuamente, rife-
rendo alla moglie di aver
provveduto a fare la spesa
quotidiana o pagare le bollette,
mentre invece la verità era tutt’altro.
In seguito alle indagini i militari
sono riusciti a raccogliere numerosi elementi di responsabilità che hanno consentito all’A.G. di emettere il provvedimento restrittivo. Su disposizione della Procura della Repubblica di Bari, il trentaquattrenne ora è in carcere.
Chantal Capasso
colombiane e spagnole e al
supporto della Direzione centrale per i servizi antidroga,
sono stati sequestrati oltre 600
chili di 'polvere bianca'.
Le indagini, che si sono avvalse
anche di agenti sotto copertura, hanno consentito di individuare i flussi intercontinentali
del narcotraffico e, in collaborazione con la direzione centrale per i servizi antidroga,
identificare le componenti colombiane, venezuelane e italiane del sodalizio.
Una base composta
da albanesi impiantata a Fiano Romano
(Roma) era inserita
nell’organizzazione di
trafficanti internazionali di droga. Lo ha
riferito il Procuratore
della Repubblica di
Catanzaro, Vincenzo
Antonio Lombardo.
«Il gruppo di albanesi
- ha detto Lombardo
- è stato il destinatario
di una delle consistenti partite di droga gestite
dall’organizzazione, che estendeva le sue ramificazioni in
più parti della Calabria ed anche in varie zone d’Italia ed
all’estero. Le aree di origine
del traffico sono state individuate in Venezuela, Colombia
e Cile, Paese quest’ultimo da
dove c'è stato l’ultimo tentativo
d’importazione. Destinatari del
traffico sono diversi soggetti
in varie zone del mondo, a
conferma della transnazionalità
dell’organizzazione». Ch.C.
11
Venerdì 10 luglio 2015
SOCIETA’
ESTATE 2015: FERIE PIÙ BREVI MA DEVONO GARANTIRE IL RELAX
Tornano in voga le vacanze intelligenti
Per Privalia Watch siamo sempre connessi e social addict, grandi lettori, amanti del buon cibo e della moda
di Chantal Capasso
li italiani amano le vacanze
smart. Secondo un’indagine compiuta da Privalia,
chiamata, appunto Privalia
Watch, laboratorio di ricerche e analisi di mercato, è emerso
che i connazionali nella scelta della
vacanza giusta, cercano un buon
compromesso tra costi e qualità in
maniera sempre più intelligente. Lo
studio è stato realizzato con la partecipazione dei soci italiani uomini
e donne di Privalia. Nonostante la
crisi gli italiani non rinunciano ad
andare in vacanza. Seppur la maggior
parte di loro si divida fra 7 giorni di
puro svago (34% delle risposte) e
le classiche due settimane (25%),
lasciando a pochi fortunati la possibilità di una vacanza lunga un mese
e oltre (5% del campione). Le vacanze per gli italiani sono sinonimo
di relax. Il 70% degli intervistati
mette al primo posto l’esigenza di
rilassarsi. Circa il periodo di ferie,
quello preferito rimane agosto (50%
delle scelte), con una buona incidenza di luglio (28%).
Gli italiani con le valigie pronte,
in mano nel 2015, sono ben il 91%,
contro un precedente 85% del
2014 (+6%). L’ottimismo supera
l’incubo “spending review”, sce-
G
gliere dove andare senza sperperare ma organizzarsi in modo intelligente valutando opzioni ed offerte imperdibili.
L’esigenza primaria è quella di contenere i costi prima della partenza.
Il 68% del campione si affida a siti
di e-commerce che propongono
soluzioni a prezzi scontati. Nell’organizzazione stessa della vacanza,
infine, sono diversi i canali a cui affidarsi, tutti rigorosamente online.
La top 3 si divide fra: siti di recensioni
e confronti (1° scelta, per oltre la
metà degli intervistati), app di outlet
e sconti (2°) e blog di viaggi (3°).
In questo modo, i clienti intervistati
stimano di spendere mediamente
il 15-20% in meno rispetto alle precedenti vacanze (44%). Il 27% di
essi, scrupoloso osservatore di recensioni e aggiornato sulle migliori
app di outlet e sconti, metterà da
parte addirittura il 30% del budget.
Qual è la meta preferita degli italiani? Il Bel Paese, questa è la scelta
del 75% del campione. I posti più
gettonati sono le due isole maggiori,
Sardegna e Sicilia, La Sardegna
vince sulla Sicilia, distaccando a sua
volta da Toscana, Puglia ed Emilia
Romagna.
Mentre quel che rimane (il 25%)
preferisce l’estero dividendosi fra
Spagna e Grecia. Gli italiani in vacanza sono attenti anche al cibo.
Sensibili alla spesa, amanti di app
e siti di recensioni, senza mai rinunciare alla qualità, valutando fra
menu a chilometro zero ed eccellenze locali. Tutti rigorosamente da
immortalare e condividere attraverso
i social media.
Altra valutazione effettuata dal laboratorio è la connessione ad in-
ternet in vacanza. Ebbene gli italiani
non vi rinunciano mai. È l’81% che
dichiara l’eterna connessione. Nella
vacanza smart degli italiani, rimane
un requisito essenziale.
Mentre le donne - al mare o in montagna - scelgono però un libro (36%
preferenze), lasciando allo smartphone il secondo posto con il 33%
delle scelte. Gli uomini ribaltano invece la classifica mettendo lo smartphone al primo posto (47%) e lasciando il libro al secondo (32%).
Meno frequenti, invece, per entrambi,
gli utilizzi di tablet ed e-book. La
connessione è, quindi, essenziale:
gli uomini accedono principalmente
ai social media (seconda scelta per
le donne), mentre le donne utilizzano
la connessione in primis per fare
shopping online. Il 60% del campione femminile, infatti, conferma
che fare acquisti rimane un ottimo
metodo per distrarsi e liberarsi dallo
stress accumulato tutto l’anno. Entrambi poi mettono al terzo posto la
lettura di quotidiani e riviste online,
per rimanere sempre informati.
Circa la vasta gamma di social network, è Facebook a detenere il primo
posto in assoluto. Con l’80% delle
scelte, svetta su Instagram (10%) e
su Twitter (7%). I rimanenti social
network si ripartiscono il 3%, senza
incidenze significative.
MUSICA E SHOPPING
LE PRODUZIONI TEATRALI RIVISITANO CON MAESTRIA I CAPOLAVORI DEL GRANDE DRAMMATURGO INGLESE
Tutti a Romaest
per il Summer Festival
In Veneto arriva
Shakespeare in… musical
Oggi suonerà il djset di Albertino
e domani vi aspetta la notte bianca
uesto weekend
a Romaest arriva
il Summer Festival. Appuntamento da
non mancare, eventi
gratuiti con i migliori
cantanti, dj e cabarettisti
ospitati nella terrazza
esterna, all’ingresso
nord, per un’estate al
top anche per chi resta
in città. La kermesse
inizia alla grande il prossimo fine settimana venerdì 10 e sabato 11
luglio, tra musica e
shopping, grazie ai saldi che da
sabato 4 luglio hanno abbassato
il prezzo di migliaia di articoli di
ogni genere e per tutta la famiglia.
Il primo appuntamento è per
stasera, con il djset di Albertino
dj, che dalle ore 21 farà ballare i
presenti con le migliori hit del
momento. Una selezione musicale d’eccezione, fatta da uno
dei disc jockey e gli speaker radiofonici più amati e competenti
d’Italia. Albertino, infatti, dal 2009
è al timone di 50 Songs, il programma musicale del weekend
di Radio Deejay che trasmette
le cinquanta canzoni più passate
dall'emittente.
Domani il Centro Commerciale
Romaest resterà aperto fino all’una per la notte bianca dello
shopping. Oltre a negozi, risto-
Q
La rassegna inizia oggi e si concluderà martedì 28 luglio
nel vicentino con “Opera in Love Romeo & Juliet”
Verona, città degli innamorati più
famosi al mondo va di scena il musical, ispirato alle opere del più
grande drammaturgo di tutti i tempi: Shakespeare.
Il primo appuntamento sarà stasera alle
ore 21 a Villa La Mattarana, in provincia di
Verona, con ingresso libero.
Sarà proprio la Villa, edificio del 1400 dal
nome singolare che deriva da quello di
una Badessa del XIII secolo chiamata
"Mater Anna", a far da naturale scenografia
ad un attore solo (ma con due facce) che
ripercorre le tappe di Jago attraverso i
monologhi di Shakespeare, diventando
anche Othello per gioco, per studio, per
necessità. Attorno all’attore un corpo di
ballo che genera scontro, conflitto, aggressione o disgregazione nel tentativo di
opporsi al piano diabolico. Uno spettacolo
in cui il teatro si fonde con la danza per
raccontare la parte più nera che risiede
nel cuore di Jago, ma forse in fondo, anche
nel cuore di tutti noi.
Prima dello spettacolo, alle ore 18:30, è
possibile partecipare alla visita guidata di
Villa Durante la visita sarà possibile ammirare gli affreschi interni e della cappella
gentilizia risalenti al 1500. Seguirà anche
anche la visita alla Sala degli Imperatori il
cui soffitto, affrescato con decorazioni a
grottesca, è opera di Bernardino India,
collaboratore di Andrea Palladio.
Il musical è un’idea della Compagnia Soledarte, nata nel 2006 dall'incontro tra
Varhynia Ziliotto, coreografa e insegnante
A
ranti, bar e cinema aperti fino a
tardi, nella terrazza esterna alle
ore 21 si terrà il concerto di
Greta, una delle voci più amate
della scorsa edizione di Amici.
Nonostante la giovane età, la
cantante ha già ottenuto diversi
riconoscimenti, ottenendo ottimi
piazzamenti nelle classifiche e
un grande successo nelle tappe
dei suoi concerti. Ha partecipato
anche al Music Summer Festival,
vincendo una delle serate.
Ma il Summer Festival non finisce e proseguirà con una serata
di cabaret venerdì 17 luglio,
che vedrà esibirsi il trio comico
composto da Paolo Migone,
Sergio Sgrilli e Giovanni Cacioppo, mentre per sabato 18
luglio è previsto il concerto degli
Ch.C.
Zero Assoluto.
di danza professionista e Solimano Pontarollo, attore e regista shakesperiano
certificato Royal Academy of Dramatic
Art London.
In questo progetto si colloca il riallestimento di opere di repertorio dove si assiste ad una miscela tra testo teatrale,
nello specificio shakesperiano, e musiche
rock e pop. Sono questi le caratteristiche
di Jago, l'opera che Soledarte ha prodotto
con Casa Shakespeare, associazione di
promozione sociale che ha per finalità la
valorizzazione del Capitale Culturale, Storico e Architettonico della città di Verona
e della Regione Veneto, della Nazione
Italia e della Unione Europea attraverso
la pratica e la promozione dell’attività e
della cultura teatrale Shakespeariana.
La rassegna si concluderà martedì 28
luglio quando andrà in scena a Villa Da
Porto a Montorso Vicentino lo spettacolo
Opera in Love Romeo & Juliet. Le parole
di Shakespeare incontrano, infatti, le note
dei più famosi compositori d’opera. Un
affascinante concerto-spettacolo unico al
mondo che unisce l’arte del melodramma
all’ideale dell’amore eterno.
Elvira Mami
Venerdì 10 luglio 2015
12
SPORT
I GIALLOROSSI, VICINISSIMI ALL’ACQUISTO DI BABA DALL’AUSBURG, STRINGONO PER DZEKO (SU CUI S’È FIONDATO IL BESIKTAS)
Calciomercato, è l’ora delle romane
Lazio forte su Kishna dell’Ajax, trattativa in dirittura d’arrivo. Ufficiale, Mauri lascia i biancocelesti
di Federico Colosimo
ilan, Inter e Juventus comprano.
Il Napoli anche. Lazio e Roma,
le due squadre della Capitale,
restano a guardare. Almeno per
il momento. Perché dopo aver
assistito alle grandi manovre delle milanesi e
dei campioni d’Italia, sono pronte a far la voce
grossa.
Roma - I giallorossi accelerano per Dzeko.
Nel fine settimana potrebbe andare in scena
l’incontro tra il direttore sportivo Sabatini e i
dirigenti del Manchester City. Gli inglesi continuano a sparare alto: 28 milioni di euro. Una
cifra ritenuta eccessiva dai capitolini, certi di
riuscire a chiudere l’operazione a 22-24 bonus
compresi. Per regalare a Garcia un attaccante
eccezionale. Il tecnico francese, alla terza stagione sulla panchina della Roma, chiede risposte concrete alla presidenza. L’ultimo anno
ha lasciato qualche strascico tra la società e il
trainer, che s’è visto rivoluzionare lo staff e
consegnare una rosa praticamente identica a
quella che ha lasciato a giugno. Una situazione
difficile da digerire. Col transalpino che adesso
vuole essere accontentato. Il bosniaco è il
nome fatto dall’ex allenatore del Lille, che
vuole una punta di peso da affiancare agli attaccanti esterni. Letale sotto porta e abilissimo
nel gioco aereo. Identikit perfetto dell’ariete
dei Citizens, che ha già trovato l’accordo con
Sabatini. Non sarà semplice abbassare le pretese degli inglesi, che hanno già individuato
il sostituto: Higuain. Nonostante le dichiarazioni
M
Edin Dzeko
di facciata, con il Napoli che continua a chiedere
i 94 milioni della clausola rescissoria, l’affare
si può chiudere con un’offerta vicina ai 60. La
Roma attende sviluppi ma ha fretta di chiudere.
La dirigenza sa che non può fallire il colpo e
vuole lanciare l’affondo. Visto anche il prepotente inserimento del Besiktas (che in alter-
nativa virerà su Gomez della Fiorentina). In
attesa di fare cassa con le probabili - ma
difficili - cessioni di Destro, Doumbia e Gervinho
che stanno complicando i piani della società.
Vicinissimo, intanto, l’acquisto di Baba dall’Ausburg. Con il terzino sinistro ghanese che
non ha partecipato alla foto di gruppo con la
squadra tedesca ed è ormai a un passo dalla
Roma.
Lazio - Indecifrabili, come sempre, le mosse
del presidente Lotito. Che per l’attacco sembra
aver abbandonato la pista che porta a Borini
(la moglie del giocatore del Liverpool non
vuole lasciare l’Inghilterra) per puntare tutto
su Kishna. Gioiellino dell’Ajax, classe 1995,
mancino, attaccante esterno che può agire
pure da seconda punta, è gestito da Mino
Raiola. E’ lui il rinforzo chiesto da Pioli che
sogna pure il regista del Genk MilinkovicSavic. Che continua a fare pressione sul club
belga per liberarsi e volare subito a Roma,
sponda biancoceleste.
Trattative difficili, che potrebbero sbloccarsi
da un momento all’altro, forse già nelle prossime ore.Tutto fatto per la cessione di Cavanda
al Trabzonspor, con la Lazio che ha dato il
benservito a Mauri. L’ormai ex capitano dei
biancocelesti non ha raggiunto l’accordo per
il rinnovo del contratto (600 mila euro la proposta del club) e pertanto le strade si divideranno. Con il centrocampista brianzolo, vicino
al rinvio a giudizio nell’inchiesta cremonese
sul calcioscommesse, che ora pensa al ritiro e
ha salutato commosso i tifosi dalla sua pagina
facebook con frasi d’amore.
Da risolvere pure la questione Radu, sempre
in orbita Samp.
Dopo un periodo di attesa, Roma e Lazio sembrano pronte a far la voce grossa. Le due tifoserie attendono risposte concrete sul mercato.
Tra le “grandi”, le due squadre romane sono
le uniche a non essersi ancora rafforzate.
MAI COSÌ MALE NELLA STORIA
Ranking Fifa,
Italia al 17° posto
l periodo nerissimo della nostra Nazionale non accenna a
placarsi. L’Italia è sprofondata
al 17° posto nel ranking Fifa. Da
quando è stata istituita questa
speciale classifica (22 anni fa),
gli Azzurri non erano mai scesi
così in basso. Proprio vero, non
c’è limite al peggio.
A guardare la graduatoria diramata dalla Fifa, viene quasi da
piangere. Nel marzo scorso l’Italia
era nella Top ten, al decimo
posto. E in quattro mesi ha perso
ben sette posizioni. Superata
perfino da Cile (che ha usufruito
di un grande balzo in avanti dettato dalla vittoria in Coppa America e ora è undicesimo), Slovacchia e Austria (15° a pari
merito). E ancora, dal Galles (decimo) e dalla Romania (ottava).
A pesare, il doppio pari con la
Croazia nelle qualificazioni a
Euro2016 e la sconfitta in amichevole col Portogallo privo, pe-
I
raltro, di Cristiano Ronaldo.
Una debacle, insomma. Con la
Nazionale che adesso ha toccato
il baratro.
La vetta è dell’Argentina. Un risultato inaspettato e a dir poco
clamoroso visto che l’Albiceleste
non ha vinto i mondiali dello
scorso anno, tantomeno la Coppa
America conclusasi pochi giorni
fa. Seconda la Germania, che
avrebbe meritato lo scettro. Terzo,
il Belgio. A seguire la Colombia,
l’Olanda, il Brasile e il Portogallo.
Soltanto nona l’Inghilterra.
Così facendo rischiamo di farci
superare pure da Svizzera (18a),
Algeria (19a) e Repubblica Ceca
(20a). Un altro aggiornamento è
previsto per il prossimo sei agosto. Ma per invertire il trend, servirà tornare a vincere. Per provare
a ritornare ai livelli del 2006
quando, dopo la vittoria del mondiale, arrivammo anche a toccare
F.Co.
la prima posizione.
Scarica

Ammutoliti - Il Giornale D`Italia