Anno IV - Numero 162 - Venerdì 10 luglio 2015 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Politica Economia Attualità Poco... onorevoli: tolti diciotto vitalizi Troppi senza lavoro altro che ripresa Lo strano crocifisso regalato al Papa a pag. 2 MAFIA CAPITALE, IMBARAZZO DOPO LE NOTIZIE SULL’ULTERIORE APPALTO a pag. 3 Di Giorgi a pag. 4 PASSA IL DDL BUONA SCUOLA, MA ALLA CAMERA È BAGARRE E ALTRI 25 PD RINNEGANO RENZI Ammutoliti Pisana, sinistra in fuga sulla nuova gara Cup l silenzio che fa rumore. La giunta Zingaretti tace, pietrificata, ammutolita. Le notizie dalla clandestinità sulla gara Cup - la seconda, perché la prima era stata revocata dopo il sequestro delle carte per Mafia capitale da parte degli uomini di Pignatone - hanno sorpreso il palazzo di via Cristoforo Colombo. Ma il tentativo di non parlarne più, di agire di soppiatto, alla chetichella - piuttosto volgare, diciamolo - è andato male: l’opposizione c’è e ieri alla Regione Lazio si è stati costretti a parlarne. Non solo La Destra, ma alla nostra battaglia si sono uniti anche i colleghi del gruppo Cinque stelle e Pietro Sbardella nel centrodestra. Trasparenza, è quello che pretendiamo dalla maggioranza di centrosinistra. Martedì, forse, speriamo, dicono, la responsabile della centrale acquisti, Elisabetta Longo, dovrà venire in commissione bilancio a spiegare cosa ha combinato tra il primo e secondo appalto che è toccato a noi del Giornale d’Italia rendere pubblico; mercoledì sarà Zingaretti a dover venire a rispondere in consiglio regionale all’interrogazione a risposta immediata che deposito oggi. È bene che si sia chiari, perché altrimenti questa volta alla magistratura dovremo rivolgerci noi. Tirate fuori la corrispondenza con l’autorità anticorruzione; spiegateci com’è possibile che se aumentano le aziende sanitarie servite dalla nuova gara rispetto alla prima, il valore dell’appalto diminuisca anziché crescere; quale criterio guida la possibilità di partecipazione alla gara di adesso rispetto a quella di prima se si abbassa la percentuale precedente di fatturato delle aziende concorrenti; perché aumentano vertiginosamente i criteri per determinare la qualità dell’offerta. E, non per ultimo, che fine fa il personale che nei Cup lavora adesso. E, domanda delle domande, che logica ha che di questo appalto continui ad occuparsi la dirigente che è stata indagata nell’ambito dell’inchiesta sulla prima gara. Per ora, il centrosinistra à vergognosamente silente. Come ogni volta che si parla degli interessi delle cooperative. Francesco Storace Ma non può più permetterselo. I BATTAGLIA ATTORNO A BENGASI L'Isis avanza anche in Libia Vignola a pag. 6 DIETRO LA LAVAGNA Proteste in Aula e davanti a Montecitorio. La Giannini minimizza ma già arrivano anche i primi dubbi sulla costituzionalità di Igor Traboni atteo Renzi, proprio come uno scolaretto all’ultimo giorno di lezioni, non sta nella pelle e definisce l’approvazione del ddl sulla scuola “il più grande sforzo riformatore”. Ma probabilmente un altro grande, grandissimo sforzo servirà al premier-segretario per tenere incollati i cocci del mosaico del Pd, che ieri di pezzi ne ha persi altre due dozzine. La Camera ha infatti sì approvato la riforma della scuola, che dunque diventa legge ma, come previsto ma non in queste dimensioni semiapocalittiche, per Renzi e la sua maggioranza non si è trattato di una passeggiata. Hanno infatti votato a favore 277 deputati, 173 contro. In quattro si sono astenuti. Anche tra i Pd ‘ufficiali’ ci sono stati voti contrari, almeno cinque (D'Attorre, M Capodicasa, Folino, Galli e Zappulla). Non hanno neppure votato Bersani, Cuperlo, Speranza, la Bindi e altri 20 deputati dem. Protesta con cartelli della Lega durante le dichiarazioni di voto: "Giù le mani dai bambini". La seduta è stata sospesa e il capogruppo Fedriga è stato espulso dall'Aula. Durante il voto, si è svolto anche un presidio di protesta di insegnanti e sindacalisti davanti Montecitorio, con altri cartelli contro Renzi e il suo governo e il grido “Vergogna, vergogna”. Molti i passaggi contestati della riforma griffata Renzi, a cominciare dalle assunzioni: saranno 100mila i nuovi professori, oppure no? E comunque il piano assunzioni prevede diverse fasi, vedremo se a partire da settembre. Particolarmente contestato, soprattutto da parte dei sindacati di sinistra, il ruolo (o super-ruolo) dei dirigenti scolastici. Ma Renzi, come detto, gongola: "Grazie al lavoro di una maggioranza straordinaria, l'Italia prosegue nel più grande sforzo di riforme strutturali della storia repubblicana", mentre il ministro Giannini (in secondo piano nell’elaborazione della riforma, che l’ex rottamatore ha avocato a sé) ha tarpato le ali alla protesta: “E’ sempre organizzata – ha detto - il consenso invece è sempre individuale e silenzio". Ma intanto da parte sindacale, ad iniziare dallo Snals, si sollevano perfino dubbi sulla costituzionalità della legge, con l’invito a Mattarella a non firmarla: "E' una vergogna che governo e Parlamento abbiano dato vita a questa legge ignorando la voce della vera e unica buona scuola, quella che, tra mille difficoltà, ha finora salvaguardato l'istruzione e la formazione nel nostro paese", ha detto il segretario generale dello Snals-Confsal, Marco Paolo Nigi. IL DRAMMA ALLA FERMATA FURIO CAMILLO. IL PICCOLO È CADUTO NEL VANO ASCENSORE Tragedia nella Metro di Roma: bimbo precipita e muore n bambino di quattro anni è morto ieri pomeriggio cadendo nel vano ascensore della fermata Furio Camillo, sulla linea della metro A di Roma. Il piccolo è deceduto sul colpo, dopo avere fatto un volo di diversi metri. Il tutto davanti agli occhi della mamma, impotente. La povera donna non ha potuto far altro che accompagnare le urla di disperazione del piccolo, prima del tonfo, e ascoltare impietrita le sirene spiegate dei vigili del fuoco e del 118 arrivare sul luogo della tragedia. Vigili e medici si sono subito calati nel vano ascensore e i sanitari hanno tentato di rianimare, purtroppo inutilmente: il cuore del piccolo aveva già cessato di battere. Il personale del 118 ha poi dovuto soccorrere sia la donna che un operatore dell’ascensore, entrambi rimasti sotto choc. Secondo le prime ricostruzioni, la mamma e suo figlio erano rimasti bloccati nell’ascen- U sore. Per farli uscire, è stato affiancato un altro ascensore a quello fuori servizio. Quindi si è proceduti al passaggio dei due passeggeri. In questo momento, però, qualcosa non sarebbe andato per il verso giusto. Il bambino, per cause ancora da chiarire, è precipitato nel vuoto della tromba dell’ascensore. “La dinamica è strana. Sicuramente c’è stato un errore umano, da parte dell’agente della stazione che ha posto in essere una procedura che non doveva, forse perché c’erano condizioni di difficoltà, e alla fine c’è stata la tragedia”, ha spiegato Guido Improta, assessore comunale alla Mobilità, che ha aggiunto: “L’ascensore bloccato è stato affiancato da un altro ascensore e si è cercato di fare un trasbordo delle persone attraverso una botola. Una procedura non codificata. E’ un errore umano ma aspettiamo chi è preposto a fare i rilievi”. Sono ora in corso le indagini della Procura di Roma, che ha già richiesto l’acquisizione dei video delle telecamere per appurare e chiarire la dinamica. L’Atac ha invece nominato una commissione speciale. Sul posto anche il sindaco Marino, che è stato aggredito verbalmente da alcuni Giuseppe Sarra cittadini. 2 Venerdì 10 luglio 2015 ATTUALITA’ SI TRATTA DI DEPUTATI E SENATORI CONDANNATI A PIÙ DI DUE ANNI PER SPECIFICI REATI Tolti i vitalizi a 18 ex parlamentari Resta da chiarire, e quindi è stata lasciata in sospeso, la norma per i politici ultra-ottantenni li uffici di presidenza della Camera e del Senato hanno approvato ieri la cessazione dell’erogazione del vitalizio, rispettivamente per 10 ex deputati e 8 ex senatori condannati in via definitiva. Decisioni che hanno subito dato la stura ad una bagarre politica, oltre che normativa, riguardo cioè l‘applicazione o meno agli ultraottantenni. Partiamo dalla decisione dell’ufficio della Camera che, all'unanimità dei presenti, con la non partecipazione al voto di Gregorio Fontana (Fi) e Raffaello Vignali (Ap), ha deciso la cessazione dell''erogazione del vitalizio per 10 ex deputati condannati in via definitiva ad oltre due anni per reati di particolare gravità (mafia, terrorismo, contro la Pubblica amministrazione). Si tratta di: Massimo Abbatangelo, Giancarlo Cito, Robinio Costi, Massimo De Carolis, Francesco De Lorenzo, Giulio Di Donato, Pietro Longo, Raffaele Mastrantuono, Gianstefano Milani, Gianmario Pellizzari. Durante la riunione è stato G MA IL PD PUÒ PERDERE OTTO CONSIGLIERI Firme false in Piemonte: il Tar salva Chiamparino l Tar del Piemonte ha respinto gran parte dei ricorsi presentati da Patrizia Borgarello, ex consigliera della Lega, contro le firme false o irregolari a corredo delle liste del centrosinistra alle ultime regionali. Il ricorso è stato inammissibile dai giudici amministrativi per quanto riguarda il listino regionale, la lista eletta direttamente con la vittoria del candidato presidente e la lista Chiamparino per il Piemonte a Torino. Le altre liste - Chiamparino compreso - restano in piedi. Il dubbio riguarda a questo punto solo la maggioranza con cui Chiamparino potrà governare, se il Pd torinese dovesse I spiegato che esiste il problema degli ultraottantenni, per i quali la legge prevede di cancellare i nomi dal casellario giudiziario. Per gli ex onorevoli che hanno superato gli 80 anni non è stato quindi possibile individuare chi, condannato, non ha più diritto al vitalizio. Per questo, i presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso hanno inviato due lettere, una per il rispettivo ramo del parlamento, alla Corte di Cassazione per cercare di capire chi ha ricevuto condanne e provvedere in seguito allo stop del vitalizio. Gli ultraottantenni su cui sono in corso le verifiche sono invece 346. In tutto gli ex deputati a cui va il vitalizio sono 1548: togliendo chi ha superato gli 80 anni, la platea esaminata da cui sono emerse le 10 cessazioni è stata di 1.202 persone. Dopo la Camera, come detto, anche il Consiglio di presidenza del Senato, a maggioranza, ha deciso la cessazione dell''erogazione dei vitalizi per gli ex senatori condannati in via definitiva. Si tratta di Silvio Berlusconi, Marcello Dell'Utri,Vittorio Cecchi Gori, Pasquale Squitieri, Antonio Franco Girfatti, Vincenzo Inzerillo e Franco Righetti. Forza Italia per protesta per i criteri della delibera che è stata adottata non ha partecipato al voto. La Lega e M5s si sono astenuti. Hanno votato per lo stop al vitalizio Pd, Ap e Sel Anche al Senato rimane sospesa la questione degli ultra-ottantenni. Si tratta di più di 200 ex senatori, tra i quali anche Cesare Previti e Giuseppe Ciarrapico. La condanna di Silvio Berlusconi è quella per frode fiscale nel processo sui diritti Mediaset. Lucio Malan (Fi) che essere eliminato con i suoi otto consiglieri. Gli otto seggi a quel punto dovrebbero andare suddivisi tra gli altri partiti rimasti in piedi e la maggioranza di governo sarebbe certamente più risicata. Chiamparino, poi, perderebbe, tra gli altri, un assessore, il capogruppo dei democratici e il presidente del Consiglio regionale. Ma i tempi sono tuttaltro che brevi: lo stesso Tar ha infatti fissato al 29 ottobre prossimo la prima udienza per verificare la proposizione della querela di falso, per poi sospendere il giudizio in attesa di un pronunciamento sulla falsità delle firme a R.V. sostegno della lista. non ha partecipato al voto, ha poi commentato: "Tra le cose assurde c''e'' che Pasquale Squitieri è stato graziato... Vale la riabilitazione ma non la grazia". IL GIORNALISTA QUERELÒ GASPARRI: LA SUPREMA CORTE BOCCIA L’INSINDACABILITÀ DELLE DICHIARAZIONI DEL PARLAMENTARE Ecco un “aiutino” della Consulta a Travaglio on è il caso di essere sorpresi: ma la Corte Costituzionale si è prontamente precipitata in soccorso di Marco Travaglio e de Il Fatto Quotidiano. La decisione non è nuova, ma le motivazioni sono state rese note e nel conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sorto a seguito della deliberazione del Senato della Repubblica del 20 dicembre 2012, relativa alla insindacabilità delle opinioni espresse dall’esponente azzurro Maurizio Gasparri nei confronti del giornalista, promosso dal Tribunale N ordinario di Roma, la Corte costituzionale ha stabilito che “non spettava al Senato della Repubblica affermare che le dichiarazioni rese dal senatore Maurizio Gasparri, per le quali pende il procedimento civile davanti al Tribunale ordinario di Roma, costituiscono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell’esercizio delle sue funzioni”. Di qui l’annullamento della deliberazione di insindacabilità “adottata dal Senato della Repubblica, nella seduta del 20 dicembre 2012”. E dunque il procedi- mento civile per diffamazione può andare avanti. Si tratta di una storia che va avanti dal 2009, quando Maurizio Gasparri in più occasioni accusò Travaglio di essersi recato in vacanza a spese di un ex maresciallo della Guardia di Finanza, poi condannato per reati di mafia. Cosa che non è mai andata giù alla permalosissima penna de Il Fatto Quotidiano, uno che sulla “questione morale” ha edificato la sua intera carriera. Per questo si arrivò dapprima alla querela per diffama- zione al tribunale di Roma, poi alla votazione in Senato che sollevava l’insindacabilità delle affermazioni rese da un parlamentare, come da prassi. Ma la decisione di ammissibilità del conflitto fu presa proprio dalla Consulta con un’ordinanza firmata da Sergio Mattarella, all’epoca dei fatti (dicembre 2013) giudice della Corte. E si arriva ai giorni nostri, con la Consulta ad osservare che “per l’esistenza di un nesso funzionale tra le dichiarazioni rese extra moenia da un parlamentare e l’espletamento delle sue funzioni di membro del Parlamento è necessario che tali dichiarazioni possano essere identificate come espressione dell’esercizio di attività parlamentare”, mentre “nella relazione della Giunta per le autorizzazioni manca qualsiasi riferimento a specifici atti parlamentari del senatore Gasparri cui le esternazioni in discussione sarebbero collegate”. Una decisione che ha ben pochi precedenti e che schiude le porte ad una tempesta giudiziaria: se le dichiarazioni che non hanno a che fare con “atti parlamentari” possono essere oggetto di querele, per i giudici è assicurato lavoro almeno per un altro R.V. secolo… RESI NOTI I PRIMI DATI, ANCHE SE QUEST’ANNO LA PARTECIPAZIONE È STATA MOLTO PIÙ BASSA Prove invalsi, ancora tante differenze Nord-Sud e differenze di apprendimento tra le diverse aree del paese, ovvero Nord e Sud, tendono ad aumentare col crescere dei livelli scolastici. È questo il dato che emerge dalla prima rilevazione dei risultati delle prove Invalsi 2015 presentati al ministero dell'Istruzione. Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna sono le regioni che hanno raggiunto sia in italiano che in matematica i risultati peggiori mentre i risultati più alti si registrano al nord e nelle Marche, regione che negli ultimi mesi ha mostrato un grande miglioramento degno di nota. Questi risultati sono una prima rilevazione effettuata su un campione significativo di scuole, i dati completi verranno resi noti a settembre. Un fenomeno da non sottovalutare è la partecipazione più bassa rispetto al passato soprattutto in alcune aree del L Paese: in Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna la partecipazione alla rilevazione, in alcune prove, è inferiore al 75% delle classi campione. Non far partecipare gli studenti alla valutazione - ha detto Anna Maria Ajello, presidente Invalsi, riferendosi ai docenti che hanno suggerito ai genitori di non portare i figli a scuola il giorno delle prove - "significa sottrarsi ad una propria responsabilità, mostrare che si possono aggirare gli obblighi" un messaggio negativo che "parte proprio da chi dovrebbe essere esempio di rispetto della legalità. Certo - ammette Ajello - le prove vanno migliorate ma sono necessarie" per offrire un quadro sulla qualità generale del sistema d'istruzione nazionale ma anche per il miglioramento delle singole scuole. Le rilevazioni che hanno coinvolto circa 2.250.000 allievi della scuola primaria (classi II e V), della scuola secondaria di primo grado (classe III) e di secondo grado (classe II) nei due ambiti di competenza italiano e matematica - confermano comunque i trend già registrati in passato. Il dato preoccupante rispetto al divario tra nord e sud d'Italia riguarda il fatto che nel meridione si registra una variabilità tra scuole e classi, a partire dal primo ciclo di istruzione, che apre un interrogativo sull'equità del sistema educativo. A livello nazionale gli alunni riescono a rispondere positivamente alle domande fondamentali e alcune competenze di base acquisite nel ciclo primario sembrano rimanere solide negli anni. Per quanto riguarda l'italiano le difficoltà maggiori emergono nell'affrontare testi espositivi, argomentativi e discontinui mentre in matematica la maggiore difficoltà la trovano nelle domande relative all'argomentazione e rappresentazione di strategie risolutive. Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 3 Venerdì 10 luglio 2015 ATTUALITA’ L’OCSE LANCIA L’ALLARME ANCHE SUI POCHISSIMI INVESTIMENTI DEL GOVERNO PER LE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO Disoccupazione: boom tra i giovani, vittime del precariato permanente L’Italia (42,3%) ancora sul podio d’Europa: peggio di noi solo la Spagna e la Grecia di Giuseppe Sarra a disoccupazione giovanile in Italia è aumentata di 2,7 punti percentuali rispetto al 2013, toccando il 42,3%. Uno scenario “inquietante”. Basti pensare, che la soglia dei senza lavoro tra i giovani era ferma al 20,4% nel 2007. Insomma, la disoccupazione giovanile è raddoppiata nello Stivale, confermandosi sul podio d’Europa anche nel 2014: peggio di noi solo la Spagna (51,8%) e la Grecia (50,1%). Un allarme lanciato dall’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che ha analizzato il dramma della disoccupazione dell’Eurozona soffermandosi sui Paesi più in difficoltà, tra i quali c’è anche l’Italia. Preoccupante anche il “forte aumento” dei Neet, i giovani che non sono impegnati in un percorso di istruzione o formazione, non hanno un impiego né lo cercano. “Più di una persona su 4 di età uguale o inferiore ai 29 anni in Italia non è né occupata né cerca lavoro”, percentuale che “si è impennata del 40% dall’inizio della crisi, aprendo un ampio divario con la media Ocse”, si legge ancora nel rapporto. Il timore è “che le prospettive lavorative di molti giovani usciti da poco L Renzi e Padoan ostentano ottimismo, ma i dati li condannano dal sistema scolastico siano compromesse in modo permanente”. In questo quadro, l’Italia continua a spendere troppo poco per le politiche attive del lavoro, frenando così l’inserimento delle nuove leve. L’“investimento” italiano riguarda solo lo 0,41% del Pil, “parecchio sotto alla media Ocse (0,53%) e a quella di molti Paesi dell’Europa continentale”. La situazione dei giovani non è positiva nemmeno per quelli che un’occupazione ce l’hanno. Nella penisola, fa notare l’Ocse, continua infatti a crescere la percentuale di lavoratori under 25 con contratti precari, passata dal 52,7% del 2013 al 56% nel 2014 e aumentata di quasi 14 punti percentuali dal 2007 (42,2%) e di quasi 30 punti dal 2000 (26,6%). Molto spesso inoltre, rileva ancora l’organizzazione, questa condizione di precariato diventa permanente: “Solo il 55% delle persone che entrano nel mercato del lavoro cominciando con un lavoro tempora- neo hanno un contratto permanente dieci anni dopo in Italia, uno dei dati più bassi nell’Ocse”. “Il mix occupazionale - rileva quindi l’Ocse - si è spostato verso più lavoro part time e lontano dai posti di lavoro in manifattura e costruzioni, cosa che può rendere più difficile per alcuni trovare lavoro, tanto che la disoccupazione di lungo termine “rimane inaccettabilmente alta”. I dati sui senza lavoro continuano a essere davvero preoccupanti. Se la disoccupazione generale si attesta al 13%, il tasso ha raggiunto un picco del 12,7% nel 2014, ben oltre 6 punti percentuali in più rispetto ai livelli pre-crisi (6,1%). L’Ocse, però, prevede un leggero calo solo nel quarto trimestre del 2016. Tra più di un anno, infatti, la soglia dovrebbe passare al di sotto del 12%. Al di là delle previsioni, l’unica nota positiva è l’aumento della partecipazione alla forza lavoro, che si attesta al 64,9%, con un più 0,6% in confronto al 2013, e che riguarda la fascia d’età 55-64 anni. Ma il futuro non è roseo, almeno nell’immediato.“La crescita dell’Italia resterà timida per un po’ di tempo”, con un Pil in aumento dello 0,6% nel 2015 e dell’1,5% nel 2016, “entrambi al di sotto della crescita prevista per l'eurozona e l’insieme dell’Ocse”. E-COMMERCE E LIBERALIZZAZIONI: COSÌ SI AFFOSSA UNO DEI POCHI SETTORI IN CRESCITA Abbassare le serrande, anche quelle digitali Numerose le critiche sul ddl approvato dalla Camera e attualmente in discussione al Senato na speranza per l’economia in gravissima crisi (tutt’altro che risolta) del nostro Paese potevano senz’alto essere le imprese impegnate nell’e-commerce, ovvero la compravendita di merci e servizi di ogni tipo attraverso internet e la rete. Uno dei pochi settori che, per quanto toccato dalla difficoltà generale, risultava comunque in crescita. E che, invece di essere valorizzato e magari utilizzato come spinta e traino per gli altri, è stato anzi penalizzato da un governo come quello attuale, che appare una volta ancora distante dalla realtà del tessuto economico e sociale della Penisola. Abbassare le serrande digitali: è questo uno dei possibili effetti del ddl già approvato a Montecitorio ed attualmente in discussione al Senato, che prevede una stretta sulla liberalizzazione degli orari dei U negozi. Tra le attività escluse dal giro di vite pare non ci siano i distributori automatici e le imprese dedite al commercio elettronico. Bisognerebbe dunque, nei giorni di chiusura, spegnere il sito internet. E per le macchinette? “I problemi - fa notare la Bussola quotidiana - potrebbero anche essere più complessi. Stoppare i siti, se davvero succedesse, potrebbe avere l’effetto di penalizzare gli imprenditori italiani, perché i clienti a caccia di acquisti online finirebbero per puntare sui concorrenti stranieri non soggetti alla normativa nazionale. E magari metterebbe in difficoltà anche i campioni dell’e-commerce made in Italy”. La posizione dell’Antitrust in proposito è chiara: la normativa in discussione è “un passo indietro nel già difficoltoso processo di liberalizzazione e di ammodernamento del settore”. Sulla stessa linea Fe- derdistribuzione, secondo cui “una restrizione della liberalizzazione sugli orari di apertura avrebbe effetti negativi, che peggiorerebbero il servizio offerto ai consumatori. Inoltre meno giornate di apertura significano meno ore lavorate e quindi meno salari distribuiti e minor bisogno di collaboratori da parte dei punti vendita”. Schierata contro la liberalizzazione è invece la Confesercenti, secondo cui gli effetti della stessa sono stati disastrosi: “ha creato un regime di concorrenza insostenibile per i piccoli esercizi di vicinato (che hanno chiuso a migliaia) e da cui non hanno tratto vantaggio neanche i giganti della grande distribuzione, oggi in sofferenza”. Ed anche Confcommercio ha espresso parere favorevole al ddl: “Le nuove disposizioni lasciano intatta la libertà degli esercenti di restare aperti anche 24 ore al giorno. Quello che verrebbe introdotto è soltanto l’obbligo di chiusura nelle 12 festività nazionali 6 delle quali potrebbero tuttavia essere sostituite dagli esercenti con altrettanti giorni a loro libera scelta. Ci sembra una regolamentazione minima”. Cristina Di Giorgi RADIO CITTÀ FUTURA È IN SCIOPERO Rischia di chiudere un altro totem informativo della sinistra rischio un altro dei totem dell’informazione di sinistra: si tratta di Radio Città Futura, l’emittente nata a metà degli anni ’70 nell’area del Pdup e Autonomia operaia e oggi considerata vicina al Pd, i cui redattori ieri hanno scioperato per denunciare il grave stato di difficoltà in cui versa la radio e che presto potrebbe portare all’interruzione delle trasmissioni. A “Da quasi cinque mesi - sottolinea in un comunicato diffuso ieri il comitato di redazione di Radio Città Futura - tutti i lavoratori della testata prestano servizio senza percepire alcuno stipendio. Una situazione di profonda sofferenza causata anche dalla progressiva riduzione del fondo per l’editoria. Una storia che troppo spesso in questi ultimi anni si ripete, con importanti testate locali e nazionali costrette alla chiusura, in alcuni casi definitiva. Contro questa prospettiva sempre più concreta anche per noi, richiamiamo l’attenzione di tutti e sollecitiamo una volta di più l’azienda ad intraprendere ogni iniziativa utile, ammortizzatori sociali compresi, ad alleviare il grave stato di sofferenza dei lavoratori. Perché anche la voce di Radio Città Futura rischia di spegnersi”, conclude la nota. 4 Venerdì 10 luglio 2015 ATTUALITA’ PROSEGUE IL VIAGGIO DI PAPA FRANCESCO IN SUD AMERICA, TRA NON POCHE SORPRESE… Il Santo Padre e quell’anomalo crocifisso Il dono del presidente socialista Morales incorpora una falce e martello nel simbolo più sacro della cristianità di Cristina Di Giorgi IL SEGRETARIO DELLA CEI CONTRO IL GOVERNO l viaggio di papa Bergoglio in Sud America si arricchisce, in queste ore, di una scena che, immortalata dagli scatti dei fotografi, sta facendo il giro del mondo. Giunto a Santa Cruz, terza tappa della visita in Bolivia, sua Santità è stato accolto, tra gli altri, dal presidente Evo Morales. Che durante la cerimonia di accoglienza all’aeroporto, ha consegnato al pontefice una chumpa, il tradizionale contenitore di lana usato dalla gente del posto per il trasporto di foglie di coca. Indossato dal papa per gran parte della manifestazione. Ma non è stato questo l’unico oggetto quantomeno particolare (per non dire di dubbio gusto) che il pontefice ha ricevuto: lo stesso Morales, durante il tradizionale scambio dei doni nel palazzo presidenziale di La Paz, ha infatti offerto al pontefice un crocifisso in cui l’asse verticale della croce è un martello mentre quella orizzontale è una falce. Un simbolo riprodotto anche in una medaglia che Morales ha messo direttamente al collo del papa. Che, dopo essersela tolta quasi subito, ha contraccambiato con una assai più consona riproduzione dell’icona Salus Popui Romani e alcune copie in spagnolo dell’enciclica Laudato sì e dell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium. I E Galantino sbotta: “Si sbraita, la Cirinnà non conta niente” i spiace che il Governo stia dando grande attenzione a realtà che la meritano senza però mettere la stessa passione e attenzione verso le famiglie composte da padre, madre e figli. Vorrei che la stessa attenzione fosse posta sull’attuazione delle politiche familiari. Io non sento questa passione ma forse mi sono distratto. Così il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, è tornato sul tema della famiglia alla luce dei contenuti del decreto “Cirinnà”. “Se dovessi essere io a fare la legge non prenderei per nulla in considerazione questo decreto. Il Governo e la Cirinnà devono fare i conti con quello che sta loro di fronte - ha aggiunto Galantino, di recente criticato per la sua visione della materia giudicata troppo ‘progressita’ -. La famiglia è la realtà sulla quale si fonda la società. Il Papa ce lo ha ricordato: la famiglia è il primo ospedale da campo, è il primo luogo dove si accolgono gli anziani, è dove si va quando si è in difficoltà. Vogliamo smontare anche questa realtà?”. M “Accogliamo con le braccia e il cuore aperto il Papa dei poveri” ha detto il presidente boliviano. “Come ospite e pellegrino vengo per confermare la fede dei credenti in Gesù” ha risposto il pontefice. Che ha poi proseguito affermando che la Bolivia “è una terra benedetta nelle sue genti con la varietà culturale”. Una terra che, come molte altre, ha vissuto pagine di storia drammatiche: una su tutte quella di cui è stato protagonista il gesuita Luis Espinal, giornalista, cineasta e difensore dei minatori, rapito ed ucciso nel 1980 dai miliziani dell’allora dittatore Garcia Meza. Un simbolo, Espinal, al quale il papa ha reso omaggio con una sentita preghiera. Un simbolo di fede ed impegno nella diffusione del Vangelo, che contrasta decisamente con quella falce e martello che il presidente socialista Morales ha regalato al pontefice. E sono in molti a ritenere il dono più che blasfemo: sotto la falce e martello “è stata consumata la più immane strage di cristiani della storia” scrive Antonio Socci sulla sua pagina facebook. E aggiunge: “Sono in attesa che papa Bergoglio tuoni, in quel paese, contro la coltivazione della coca, che rappresenta una delle maggiori industria boliviane”. Magari senza indossare a chumpa che gli è stata regalata. Interessi e politica da un lato e religione dall’altro dunque. Speriamo che il santo Padre, di fronte ad un contrasto tanto evidente, possa e voglia prendere posizione. E che, anche con una battuta a posteriori, Quindi, l’ulteriore bacchettata al governo Renzi – per molti versi inattesa, vista la recente piega che la Cei stava prendendo per bocca di suoi autorevoli esponenti – con Galantino che ha aggiunto: “Difendere la famiglia non è un fatto religioso, ridurlo a ciò è troppo poco. È una realtà che interessa il bene comune, di tutti, anche di quelli che stanno sbraitando per certe realtà che vanno contro la famiglia. Questi paradossalmente devono sapere che stiamo lavorando per loro. Stiamo cercando di non fargli mancare ciò di cui hanno bisogno”. sottolinei chiaramente che la figura di Cristo non può e non deve essere associata a quella falce e a quel martello che, nel corso dei secoli, hanno contribuito a piantare sempre più in fondo i chiodi del martirio di tanti fedeli. LA SOCIETÀ MILANESE CHE VENDE SOFTWARE-SPIA IN TUTTO IL MONDO INCAPACE DI REAGIRE ALL’ATTACCO HACKER Hacking Team, sotto scacco, dichiara la resa “Non abbiamo più il controllo della nostra tecnologia. Terroristi ed estorsori possono violarla” ouston, abbiamo un problema. La colossale fuga di dati che ha permesso ad hacker ignoti di mettere le mani su oltre 400 gigabyte di documenti riservati dell’azienda privata specializzata in spionaggio informatico (Hacking Team), avrebbe consentito pure di sottrarre il codice dei trojan commercializzati della società milanese. Con le tecnologie di spionaggio che ora potrebbero essere utilizzate da tutti. Stiamo parlando di un malware, il Da Vinci, che permette di compromettere la sicurezza di qualsiasi dispositivo. E di aggirare i sistemi di crittografia che proteggono le comunicazioni sui software. Entrando magari nel sistema per spiare i computer già compromessi e tenuti sotto sorveglianza tra gli altri, da Fba, Nasa, servizi segreti italiani e Interpol. Una tragedia. Con il colosso dello spionaggio - colpito e affondato da un attacco hacker – costretto ad alzare bandiera H bianca in segno di resa: “Abbiamo perso la capacità – l’allarme lanciato – di controllare chi utilizza la nostra tecnologia. Terroristi, estorsori ed altri possono implementarla a loro volontà. Crediamo sia una situazione estremamente pericolosa, è ormai evidente che esiste una grave minaccia”. Hacking Team dichiara dunque di non essere più in grado di controllare la tecnologia di spionaggio in suo possesso. Prova a contenere i danni, ma la frittata adesso è servita. Altro che grande fratello. I nostri dati potrebbero essere in mani pericolose. Col pensiero che va immediatamente alla minaccia terroristica. Le cronache recenti, insegnano. La procura di Milano ha aperto un fascicolo e l’ipotesi di reato, per il momento, è quella di accesso abusivo a sistema informatico. Ma da un’indagine così delicata, possiamo aspettarci di tutto. L’azienda meneghina ha invitato tutti i suoi clienti a so- spendere l’utilizzo di sistema di sorveglianza basati sulla loro tecnologia. Un atto dovuto, arrivato forse in ritardo. La società italiana che vende software-spia ai governi mondiali è sotto scacco. Non riesce più a garantire sicurezza e privacy. “Vittima” di hacker sconosciuti che ora possono disporre di dati a dir poco sensibili. Hacker che hackerano hacker. Un paradosso. Con i primi che hanno messo completamente in ginocchio un’intera impresa. Per un furto che rischia di avere gravi conseguenze per la sicurezza informatica, con milioni di dati contenuti nei database, trafugati. Marco Zappa BATTUTA LA MULTINAZIONALE DI SAN FRANCISCO Vittoria dei tassisti: confermato il blocco della app di UberPop a sezione imprese del Tribunale civile di Milano ha confermato lo stop, che così diventa definitivo, di UberPop, la app di Uber che permette a chiunque di ‘diventare’ tassista anche se non in possesso della dovuta licenza. L Il blocco del servizio era stato già disposto il 26 maggio scorso con un provvedimento "cautelare e urgente" preso dal giudice monocratico Claudio Marangoni. E’ stato quindi respinto il ricorso presentato dalla multinazionale di San Fran- cisco, che potrà comunque avviare una nuova causa davanti ad un Tribunale Civile. Il servizio UberPop resta pertanto bloccato su tutto il territorio nazionale. Soddisfazione è stata espressa dal pool di legali che rappresentano la categoria dei tassisti: "E' la terza volta nell'arco di meno di tre mesi – hanno dichiarato gli avvocati Marco Giustiniani, Nico Moravia, Giovanni Gigliotti dello Studio Legale Pavia e Ansaldo, e l'avvocato Alessandro Fabbi - che un tribunale ha emesso provvedimenti finalizzati a bloccare la App. Ora non ci sono davvero più alibi: il servizio non può essere riattivato. Il Tribunale ha infatti confermato che il servizio UberPop opera in concorrenza sleale nel settore taxi e per questo ha confermato il blocco del servizio su tutto il territorio italiano ed estendendo l'inibizione anche nei confronti del singolo driver". 5 Venerdì 10 luglio 2015 ESTERI IL FMI TENDE LA MANO ALLA GRECIA, MA LA BCE CONTINUA A INVIARE MESSAGGI PESSIMISTICI Tsipras ora rischia la sua maggioranza Riforme per dodici miliardi, aumento dell’Iva e taglio delle pensioni, prestiti richiesti per 50: può aprirsi un dibattito parlamentare pericoloso per la coalizione che sostiene il governo ellenico di Robert Vignola iliardi da tagliare, miliardi da farsi prestare. Indubbiamente non si può dire che la proposta della Grecia all’Eurogruppo sia all’insegna della discontinuità. Perché l’austerità continua ad essere la stella polare degli interventi (le cosiddette “riforme”, quelle che piacciono a Renzi e che inibiscono la crescita, quando hanno su di essa un qualsiasi effetto), mentre il lacciolo che la lega ai creditori resterà: soltanto, un po’ più lungo. Il pacchetto di riforme da 12 miliardi di euro da realizzare in due anni sarà al vaglio di Bruxelles nelle prossime ore, con il solito tira e molla che già si profila all’orizzonte: eppure si tratta di un piano del 50% maggiore di quello precedente. Meno male che in mezzo c’è stato il referendum… La crescita ulteriore dell’Iva, il taglio alle pensioni e altre misure hanno in effetti raffreddato gli entusiasmi nel Paese ellenico, e sorprese parlamentari potrebbero essere dietro l’angolo, se verranno confermati alcuni dei provvedimenti invisi a parte dell’attuale maggioranza. Ma Tsipras si difende portando calcoli catastrofici, visto che il Pil di quest’anno, invece che crescere dello 0,5% in M base ad alcune ottimistiche previsioni sulle quali si erano costruiti i numeri iniziali, si deprimerà di un disastroso 3%. Anche per questo gli aiuti richiesti al fondo salvaStati raggiungeranno la cifra iper- bolica di cinquanta miliardi. In tutto questo, chi ha gettato la maschera è Mario Draghi, che dopo aver stretto il cordone attorno alle banche greche negando un aumento dei fondi straordinari Ela per immettere liquidità in un sistema che non ne ha più, ieri ha inviato messaggi pessimistici. Proprio quello della liquidità potrebbe essere un serio problema, già dai prossimi giorni.“Le banche greche I BRICS HANNO LANCIATO LA LORO BANCA ALTERNATIVA. SOLDI FRESCHI PER IL MONDO Arriva la Ndb: cambia la musica cchio al nuovo attore in campo. È la Nuova Banca di Sviluppo (Ndb), la Banca dei Brics ormai ufficialmente operativa. Con circa 50 miliardi di dollari di capitale da investire in infrastrutture pubbliche, si presenta come una istituzione alternativa alla Banca Mondiale e al Fondo Monetario Internazionale. La nuova banca fornirà fondi per progetti infrastrutturali e di sviluppo nei paesi Brics. Ogni nazione avrà pari voce nella gestione della banca, indipendentemente dalle dimensioni del Pil. E già in questo di vede quanto possa essere un’alternativa al Fmi e alle sue politiche monetarie particolarmente rigide. E chissà che la nascita di questo nuovo concorrente non abbia giocato un ruolo determinante nelle “mani tese” alla Grecia… Tant’è: ora Brasile, Russia, India, Cina e O Sud Africa prendono le distanze dal Fondo monetario internazionale e dalla Banca Mondiale, istituzioni nate 70 anni fa nell’orbita del dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti d’America. Nell’ultima riunione di Mosca sono state rese note le nomine, a confermare l’entrata nella fase operativa: il presidente è Kundapur Vaman Kamath e la Ndb dovrebbe lanciare il primo progetto alla fine di quest’anno o all’inizio del prossimo anno. I soldi, come fa capire la presenza di veri e propri giganti dell’economia mondiale, non mancano. La banca ha un capitale iniziale autorizzato di 100 miliardi. Il suo capitale sottoscritto iniziale di 50 miliardi di dollari verrà equamente ripartito tra i soci fondatori. Come concordato dai cinque paesi, il primo presidente del consiglio di amministrazione è stato nominato dalla Russia, il primo presidente del consiglio di amministrazione da parte del Brasile, e il primo presidente da parte dell’India. Un centro regionale africano della banca avrà sede a Johannesburg, Sudafrica. I governatori delle banche centrali dei Paesi del blocco Brics hanno anche firmato un accordo operativo che disciplina il funzionamento del pool di riserve in valuta degli Stati membri. L’importo della riserva è stato stabilito a 100 miliardi di dollari. L’obiettivo di questo fondo comune sarà concedere prestiti ai paesi partecipanti in caso di problemi di liquidità in dollari. Il fondo di riserva monetaria chiamato Accordo sui Fondi di Riserva (Contingent Reserve Arrangement, Cra) entrerà in vigore il 30 luglio, ha detto dopo l’incontro di pochi giorni fa a Mosca il Capo della Banca centrale russa Elvira R.V. Nabiullina. hanno sufficiente liquidità nei bancomat fino a lunedì”, ha ammesso Louka Katseli, presidente dell’associazione bancaria greca. Quindi se la Grecia non raggiunge un accordo con i suoi creditori e se l’Ela della Bce non sarà aumentato, sarà improbabile che già da lunedì i greci potranno ritirare anche il limite di 60 euro al giorno fissato per ogni conto bancario presso gli sportelli automatici. A tenere una mano ad Alexis Tsipras è intanto il Fondo Monetario Internazionale, favorevole a una ristrutturazione del debito greco, come chiede il governo di Atene. “Una ristrutturazione del debito è secondo noi necessaria nel caso della Grecia, perché abbia un debito sostenibile”, ha ribadito il direttore generale del Fmi. Malgrado la Grecia sia entrata ufficialmente in default nei confronti del fondo, Lagarde ha assicurato che la soluzione al problema ellenico è comunque nella sua agenda. “Noi non abbiamo cambiato posizione sulla Grecia. Abbiamo sempre detto che il programma deve poggiare su due gambe: riforme e ristrutturazione del debito. La nostra posizione non è cambiata”, ha affermato Christine Lagarde. Un avvertimento di stampo Usa al partito dei falchi europei? DAL MONDO FINLANDIA PICCOLI HACKER CRESCONO Un diciassettenne finlandese, noto con lo pseudonimo di Zeekill (il suo vero nome è Julius Kivimaki) e componente di spicco del gruppo di hacker Lizard Squad, ha recentemente subito dalla magistratura del suo Paese una mega condanna: i reati informatici a lui imputati sono infatti oltre 50 mila. Tra essi furto di dati, frode nei pagamenti e interruzione delle telecomunicazioni. Al giovane “pirata” è stata comminata una pena pari a due anni di carcere con la condizionale, a cui è stato aggiunto l’obbligo di restituire circa 6500 euro. ETIOPIA SCARCERATI GIORNALISTI ACCUSATI DI TERRORISMO Detenuti da oltre un anno, sono stati scarcerati in queste ore cinque operatori etiopi dell’informazione. Secondo l’agenzia Afp e l’Internazionale, “i giornalisti Asmamaw Hailegiorgis, Edom Kassaye e Tesfalem Waldyes da oggi sono liberi, così come Mahlet Fantahun e Zelalem Kibret di Zone 9, un blog che racconta le questioni politiche e sociali del paese spesso con tono critico. Altri quattro membri di Zone9 sono ancora in carcere. Un quinto è riuscito a fuggire e ora è ricercato”. Erano stati arrestati con l’accusa di terrorismo, in quanto si riteneva stessero pianificando alcuni attacchi con l’appoggio di un gruppo di opposizione in esilio negli Usa (che il governo etiope considera terrorista). CALIFORNIA: I LATINOS SUPERANO I BIANCHI I dati del censimento parlano chiaro: la California non è più uno stato “Wasp” (White Anglo-Saxon Protestant, cioè bianco di origine anglosassone e di religione protestante). Secondo quanto illustrato nei report recentemente diffusi infatti, alla data del 1 luglio 2014 i cosiddetti “latinos” (messicani, portoricani e immigrati dal Centro e Sud America) residenti nello Stato erano 15 milioni contro i 14,9 milioni di bianchi. Non solo: la California, tra i 49 Stati dell’Unione, è quello con il più alto numero di asiatici (circa 6,3 milioni). Una tendenza, si legge sul Los Angeles Times, che è in corso da quasi una generazione. LONDRA: TRASPORTI NEL CAOS PER SCIOPERO DEI LAVORATORI DELLA METROPOLITANA Il trasporto pubblico della capitale britannica è nel caos per lo sciopero indetto dai lavoratori della metropolitana, che hanno proclamato un’agitazione dopo il fallimento delle trattative sugli stipendi e su un nuovo servizio notturno nei finesettimana che dovrebbe partire a settembre. I sindacati hanno allestito picchetti fuori dalle stazioni. E’ la prima volta, negli ultimi 13 anni, che la metro di Londra viene chiusa per uno sciopero. Transport for London (azienda governativa locale) ha dichiarato che “farà affidamento su bus supplementari e bici a noleggio ed ha pubblicato sul suo sito internet mappe per i CdG percorsi pedonali”. 6 Venerdì 10 luglio 2015 ESTERI SEMPRE PIÙ PERICOLOSA LA SITUAZIONE SULL’ALTRA SPONDA DEL MEDITERRANEO Caos in Libia, ne approfitta l’Isis Su Sirte, ex roccaforte di Gheddafi, sventola la bandiera dei tagliagole Pesanti scontri a fuoco a Bengasi tra le forze armate dei due governi di Robert Vignola o Stato Islamico ha la sua “capitale” libica. Ed è la storica città di Sirte, la roccaforte di Gheddafi, il luogo dove lo stesso colonnello è nato ed ha rinforzato il suo pluridecennale potere ed in cui è morto nel 2011. Alla fine, nelle ultime ore, pare che i miliziani del Califfato siano riusciti a prendere definitivamente il controllo della strategica città, obiettivo che inseguivano da almeno sei mesi e che avevano solo in parte, e per brevi periodi, centrato. La bandiera nera è sventolata già ieri sera sul punto più alto della città, mentre le frammentarie notizie che arrivano dal posto informano di posti di blocco piazzati ai principali ingressi, con uomini armati che fermano chiunque si avvicini chiedendo le generalità e le tribù di appartenenza a chiunque. L’Isis ha in questa misura approfittato del caos che resta l’unico sovrano accertato del Paese. Non è un caso se la “conquista” di Sirte, avvenuta senza scontri a fuoco, sia stata perfezionata proprio durante una furibonda battaglia tra i due governi a L Bengasi. I combattimenti sono stati violenti, vi sono rimaste uccise 14 persone e ferite decine di persone. Protagoniste le forze fedeli al governo libico riconosciuto dalla co- munità internazionale e i gruppi armati di Bengasi. Il principale gruppo islamista a Bengasi è il "Consiglio della shura delle forze rivoluzionarie", alleato alla coalizione "Fajr Libia" (Dall'arabo, "Alba libica") che ha conquistato la capitale Tripoli nell'agosto del 2014. A Bengasi operano anche i radicali di Ansar Al Sharia (Partigiani della Legge Islamica) così come gruppi affiliati allo Stato islamico (Isis). Un mix esplosivo, con il serio rischio di vedere saldare delle alleanze tattiche sul campo tra gli islamisti di Tripoli e quelli filo Isis, che pure altrove si sono combattute. È l’ennesimo, gravissimo campanello di allarme che arriva dall’altra sponda del Mediterraneo. Sirte, oltre che città simbolo dell’ordine libico ormai andato in frantumi, è anche e soprattutto un centro strategico per la sua posizione centrale rispetto all’omonimo golfo ed è un porto di primaria importanza. Considerate anche le recentissime minacce a Roma da parte dei tagliagole, rappresenta anche un avamposto che potrebbe essere potenzialmente letale per la sicurezza nazionale italiana. A maggior ragione dopo che la Tunisia ha innalzato le sue barriere, anche fisiche, verso quel coacervo di violenza che è diventato il suo grande vicino nordafricano, per evitare quelle infiltrazioni sul suo territorio che invece restano un pericolo per lo Stivale, in presenza dell’incessante flusso di clandestini che giunge coi barconi sulle coste del Sud. LE PRESSIONI OCCIDENTALI PER ROVESCIARE ASSAD HANNO CREATO UN DISASTRO Senza fine la catastrofe umanitaria siriana Superata la cifra di quattro milioni di rifugiati scappati dal Paese nere del califfato. La Siria è diventata la meta per tutti fondamentalisti islamici impegnati nella “guerra santa” contro gli infedeli e sempre contro Damasco si sono concentrati e nemici della laicità e della civiltà. Inoltre è bene ricordate, soprattutto a quegli occidentali che oggi chiamano allo scontro contro l’Isis (a questo punto forse inevitabile), che furono proprio Washington e gli atlantici a finanziare, sostenere ed armare l’opposizione jihadista contro il governo socialistanazionale di Assad. ontinua la guerra in Siria e la conseguente emergenza umanitaria. Ad oggi il numero di rifugiati in fuga dal conflitto e giunti nei paesi vicini ha superato la soglia dei quattro milioni, lo ha affermato l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr). A questo ritmo attuale, l'Unhcr prevede che il numero potrebbe salire a circa 4,27 milioni entro la fine del 2015. Queste le parole dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati Antonio Guterres: “Si tratta della più grande popolazione di rifugiati proveniente da un unico conflitto in una generazione. Una popolazione che ha bisogno C del sostegno del resto del mondo, ma che invece vive in condizioni terribili e sprofonda nella povertà”. In particolar modo sono gli ultimi dati sui nuovi arrivi in Turchia e sui profughi già presenti in questo paese ad aver portato il totale di rifugiati siriani nei paesi limitrofi a superare la soglia dei quattro milioni (4.013.000) appena dieci mesi dopo che era stato raggiunto il totale di tre milioni. Quasi la metà dei quattro milioni di siriani sono giunti in Turchia, paese che ospita oltre 1,8 milioni di rifugiati; circa 249.000 sono in Iraq, più di 629.000 in Giordania, 132.000 in Egitto, quasi 1,2 milioni in Libano e circa 24.000 in altre parti del Nord Africa. Non è incluso il dato delle oltre 270.000 richieste d’asilo presentate da siriani in Europa, né quello di altre migliaia di siriani residenti altrove. Ai rifugiati fuggiti nei Paesi vicini, si sommano inoltre almeno 7,6 milioni di persone sfollate all’interno della Siria stessa, molte in circostanze e luoghi difficili da raggiungere. L'Unhcr ha ricevuto solo il 24% dei 5,5 miliardi dollari richiesti insieme ai partner per sostenere i rifugiati siriani nel 2015. Eppure la nazione di Assad dovrebbe essere la più sostenuta, in quanto da anni baluardo contro l’Isis. Proprio contro il leader siriano si sono costruite la jihad e le bandiere E’ doveroso rammentare che senza l’intervento, duro e deciso, di Putin, gli americani avrebbero bombardato ed invaso la Siria, ripercorrendo la strategia irachena, dove la caduta di Saddam ha consegnato Bagdad nelle mani dell’Isis. Obama aveva iniziato il suo secondo mandato nel segno della guerra contro Assad, oggi si ritrova a rinegoziare con il leader siriano per fronteggiare, o meglio far finta di fronteggiare, l’offensiva, inesorabile, dei “tagliagole”. Sostenere Assad ed il suo popolo può significare quindi ri- durre questi fenomeni migratori e quindi difendere le nostre coste dall’invasione, ma non dimenticando mai che i fautori di questo “caos” sono Washington, la Nato e gli occidentali, che hanno “attaccato” i governi laici di Saddam e Gheddafi, volevano far fare la stessa fine ad Assad ed hanno scatenato le “primavere arabe”. Il popolo siriano in primis e tutti noi oggi stiamo “raccogliendo la tempesta” di chi ieri “ha seminato vento”. Difendere la Siria ed i siriani, sostenere i suoi profughi vuol dire difenderci dall’offensiva jihadista. Forse proprio per questo l’opinione pubblica mondiale e chi chiamato a mandare fondi non si stanno impegnando poi tanto. Tatiana Ovidi LA MINACCIA Tunisia, sventato un attentato a Djerba ontinua lo stato d’emergenza in Tunisia, dove le autorità hanno sventato un probabile attentato. Il bersaglio era Djerba, altra località turistica del Paese nordafricano, dove le forze di sicurezza locali hanno arrestato tre persone appartenenti a un gruppo islamista. Nella tradizionale meta di turisti, sarebbe così stato sventato un “grande attentato terroristico contro una struttura vitale e sensibile che aveva l’obbiettivo di distruggere la stagione turistica e colpire a l’economia nazionale”, secondo quanto riportano fonti tunisine, secondo le quali la settimana scorsa sono state arrestate tre persone, tra cui una donna. L’intelligence tunisina sarebbe sulle tracce di un quarto uomo della cellula terroristica, di nazionalità algerina. Gli inquirenti ritengono che il gruppo terroristico puntava a colpire una struttura turistica C oppure l’aeroporto dell’isola, Djerba-Zarzis. “Noi portiamo avanti una guerra feroce contro il terrorismo per proteggere le strade e le proprietà, difendere il regime repubblicano (...), lo stato civile e le sue istituzioni”, ha dichiarato il premier Essid di fronte al Parlamento. “Non eravamo obbligati a decretare lo stato d’emergenza, se non fossimo convinti che il nostro Paese fa fronte a numerosi progetti terroristici che hanno l’obiettivo di destabilizzarlo e che le bande del terrorismo, della morte e del crimine pianificano altre operazioni di qualità il cui obiettivo è uccidere il massimo numero possibile di persone, di colpire il morale e paralizzare il funzionamento dell’economia nazionale”. Il potere esecutivo si è dunque “assunto le proprie responsabilità, ma qualunque siano i sacrifici, noi vinceremo sul R.V. terrorismo”, ha aggiunto il premier. 7 Venerdì 10 luglio 2015 STORIA LA MAMMA ROSA SI AMMALA, IL GIOVANE BENITO LASCIA TUTTO E CORRE DA LEI. AL SUO RIENTRO IN SVIZZERA, ARNALDO LO SEGUE Ritorno improvviso a Predappio Vilfredo Pareto e “la teoria degli imponderabili”: “Ogni sistema è un errore, ogni teoria una prigione” di Emma Moriconi el bel mezzo della sua avventura svizzera, Benito viene richiamato a Predappio: "Vi era un cuore - scrive la Sarfatti - in cui si ripercotevano dolorosamente quelle peripezie, indovinate più che narrate. Il figliuolo, che non aveva esitato a chiedere alla mamma i suoi quattro poveri soldi per divertirsi, ora che si trattava di vera fame, per orgoglio e punto d'onore mai avrebbe consentito a domandarli. Ma la mamma intuisce quel che l'assente non vuol confessare. E si ammala, e lo chiama a sé. Riprenderà le forze, attingendole agli intrepidi occhi, che nella lontananza si approfondirono di tante ombre, ma anche di luci nuove, e guardarono in faccia il destino. Guarita la mamma, il figliuolo riparte per il garzonato nella sua duplice incarnazione elvetica". A pesare sul cuore di Rosa Maltoni non è solo la sorte di Benito: c'è stato il carcere di Alessandro, 167 giorni di prigionia non meritata. Ci sono stati e ci sono i debiti da pagare, con i creditori che bussano alla porta. Al punto che è quasi costretta a vendere un possedimento e se non lo fa è perché esso costituisce tutto ciò che potrebbe lasciare ai figli. Quindi preferisce tenerlo e lavora di più, Rosa, e riposa di meno. E risparmia, rinuncia, si sacrifica. Marga scrive, in merito: "Come se le dolorose vicende della sua vita errabonda non avessero posto abbastanza a dura prova la fortezza del suo spirito, gli giunge un'altra terribile notizia: la sua buona, la sua santa mamma è gravemente ammalata. Mussolini non esita un istante, la sua decisione è presa. Torna in Patria, corre al letto della sua cara inferma, la cura amorosamente, la veglia finché non si N ristabilisce. Ora che la sua mamma è guarita e che è tornata sorridente e serena alla sua umile esistenza di maestra e di massaia, può riprendere la via dell'esilio. Le preghiere e le benedizioni di lei lo accompagnano". Con Benito in Svizzera, al suo ritorno, va anche Arnaldo, "anche lui sospinto - scrive ancora Marga - nel fiore degli anni, a cercare pane e lavoro all'estero. In casa Mussolini le condizioni economiche si sono fatte sempre più tristi e più dure. Alessandro Mussolini deve farsi prestare trecento lire per acquistare i biglietti di viaggio ai due figlioli". Questo episodio lo abbiamo già narrato ai nostri lettori, come pure abbiamo riferito della pronta restituzione del prestito da parte del fabbro e dei grandi sacrifici della maestra Rosa, che all'alba, prima di andare dai suoi alunni nella piccola aula in cui insegna, va a lavare la biancheria al fiume, dopo una notte per buona parte insonne a causa delle preoccupazioni. "Dopo aver trovato un impiego al fratello minore presso un'azienda agricola - scrive ancora Marga Benito torna a confondersi con la folla lacera ed affamata dei nostri emigrati. È un grande apostolo, che non rifiuta nessun lavoro increscioso pur di trovarsi a contatto del popolo e sollevarne le miserie e i dolori". A proposito delle lezioni di Valfredo Pareto, di cui abbiamo cominciato ad accennare nella scorsa puntata, ecco cosa scrivono Pini e Susmel: "Quando gli era possibile entrava all'Università per ascoltare, da dietro la porta socchiusa, le lezioni (che non gli era permesso frequentare perché non iscritto) del marchese ligure professor Vilfredo Pareto, economista e sociologo di grande fama e per trascorrere molte ore in biblioteca. Frequentava anche Vilfredo Pareto; in basso, un’edizione in lingua tedesca del libro di Margherita Sarfatti sul Duce la libreria-editrice Armand Lapie in rue de la Louvre, dove ricevette in prestito le 'Considerazioni sulla violenza' di Giorgio Sorel". In effetti, la passione per la lettura e per la conoscenza nelle più varie discipline ha sempre caratterizzato questo personaggio, sin dalla primissima infanzia, come abbiamo già potuto vedere nelle puntate precedenti del nostro percorso sto- rico. E Margherita Sarfatti riferisce: "Vilfredo Pareto, fra tutti i professori, ebbe su lui più profondo e durevole ascendente. Dal campo della economia, il discepolo trasportò al campo della politica la 'teoria degli imponderabili' che gli rimase profondamente impressa; anzi la estese a tutta quanta la sua concezione della vita. Il Pareto gli insegnò il suo caratteristico modo di investigare i problemi, con indagine sperimentale alacre e desta, senza partire da alcuna teoria, tutt'al più accogliendo qualche teoria per ipotesi, quale provvisoria spiegazione di una serie di fatti. Il duce del fascismo ancor oggi apertamente si vanta che il fascismo 'non possiede un armamentario di dottrine teoriche, perché ogni sistema è un errore, e ogni teoria è una prigione'”. IN QUESTO PERIODO LAVORA IN UN DEPOSITO IN COSTRUZIONE A RAVENS, MA CON L’INVERNO ARRIVA ANCHE LA DISOCCUPAZIONE Dominare la materia col lavoro manuale Riceve un’offerta di lavoro in Madagascar ma rifiuta: “Lo interessa maggiormente il rimanere in quella fucina di uomini che è la rivoluzionaria Losanna” ncora Pini e Susmel scrivono: "Leggeva tutti i giornali locali nella piccola birreria di mamma Magognio, si attardava a discutere di politica con gli amici.V'erano fra questi diversi studenti e studentesse russe e slave, che lo accoglievano pure nelle stanze a pensione da loro abitate". Quando arriva settembre trova lavoro in un deposito in costruzione delle macchine a Ravens: "Guadagnavo e vivevo. Mi ero ormai abituato alle più rudi fatiche. Alla domenica tenevo conferenze nei paesi vicini" scriverà nelle sue memorie. "Nell'arte muraria - dicono ancora Pini e Susmel - si era specializzato come sagomatore delle lesene delle finestre. Si sviluppò forte in lui quella passione del costruire e del dominare la materia col lavoro manuale, che gli fu propria anche negli anni del conquistato potere. Ad una domanda di Ludwig: 'Crede lei in una efficacia produttiva del lavoro A manuale sopra il lavoro spirituale?', vivacemente risponderà nel 1933: 'In una enorme efficacia. Queste impressioni rimangono profonde nell'uomo fino alla morte. Davanti al martello e davanti al fuoco si guadagna la passione per la materia, la quale vogliamo piegare, o dobbiamo piegare alla nostra volontà- ancor oggi, se vedo un muratore costruire una finestra, mi sento attratto verso di lui. Sarei ben lieto di fare io stesso il suo lavoro'. E quando, dalla sede del Popolo d'Italia, in via Lovanio, assisterà alla rapida erezione di un edificio - scrivono ancora, citando come fonte Margherita Sarfatti, che infatti riferisce l'episodio in "DVX" - si attarderà ad ammirare il lavoro murario, dicendo ai redattori: 'Vedete? Quegli operai in camiciotto, io li invidio. Quella si, è vera pietra, vero mattone, muro, calcina, casa! Questo che faccio io nero su bianco è tutto lavoro di carta. E quando ho fi- nito, devo rifarmi da capo. Loro, no: due mesi fa non c'era niente, ora la casa è cresciuta, esiste, mettono il tetto: fossi ancora tra loro, per la soddisfazione dell'opera compiuta, terminata sul serio!". Prosegue poi Benito nelle sue memorie: "Terminato il deposito delle macchine, venne l'inverno e piombai nella disoccupazione". "Il vecchio mantello romantico - scrive de Begnac - è rimasto nella pianura lontana in custodia all'amico fedele". Il 27 ottobre 1902 Benito racimola cinque franchi, manda un vaglia e vi scrive: "Caro Ceci, ti mando questo vaglia perché tu mi faccia avere la mia mantella, poiché a Losanna c'è l'usanza di portarla. Credo che la somma basterà, ma ad ogni modo se non bastasse scrivimi e ti rimborserò. Mettila ben piegata in una cassettina e indirizzala: fermo stazione Losanna. Fa 'bello e presto' perché fa freddo. Lavoro in un magazzino di vino. Se torno a Gualtieri ti pagherò una bottiglia. Ti saluto. Benito". Continua de Begnac: "L'amico spedisce, ma la mantella non arriva. Il freddo aumenta e Benito replica: 'Non ho avuto nulla e il freddo si fa sentire. Se hai ancora da spedire manda: Entrepot Federal'. Gli amici di Gualtieri vogliono rivederlo presto, ma egli risponde subito: 'Tornerò a Gualtieri quando la settimana avrà due sabati'. Quando, ventiquattr'anni dopo, tornerà davvero su quelle rive del Po, il popolo avrà la sensazione di essere in festa sin dalla lontana vigilia. Finalmente la mantella arriva - continua - ed il rivoluzionario può allora frequentare le adunate serali della Commissione esecutiva socialista. Gli italiani di Losanna, circa seimila, ben presto inco- minciano a distinguerlo nella folla anonima". Secondo quanto riferisce de Begnac, "a fine ottobre riceve una proposta di lavoro nelle sorgenti piantagioni francesi del Madagascar. Decide di imbarcarsi verso Natale a Marsiglia; dinanzi alla nuova prospettiva non tralascia la lotta cotidiana. Legge volumi e volumi sulla grande isola dell'Oceano Indiano: alla fine lo interessa maggiormente il rimanere in quella fucina di uomini che è la rivoluzionaria Losanna". [email protected] 8 Venerdì 10 luglio 2015 DA ROMA E DAL LAZIO BOCCIATO L’EMENDAMENTO DI FDI-AN VOLTO AD ALLARGARE L’ESENZIONE AI NUCLEI AL SOTTO DEI 50MILA EURO Irpef, guai a parlare di famiglia a Zingaretti & compagni Giancarlo Righini: “Appena si tocca l’argomento il centrosinistra erige i muri” di Daniel Lestini n perenne tiro alla fune, tra impennate delle aliquote e sforbiciate che spesso rimangono solo di facciata. Una coperta troppo corta, tra sconsiderati aumenti all’imposizione fiscale e tagli ‘spot’, ad uso e consumo di talk-show e comizi elettorali. Se la sinistra dei proclami sembra aver imparato a memoria il ritornello, salvo ritrovarsi a mettere le mani nelle tasche dei cittadini, c’è una destra che ha nel suo dna il mantra della giustizia sociale, ad uso e consumo delle classi sociali più disagiate. Con in primo piano, sempre e comunque, i diritti della famiglia. Che la platea dei bisognosi si sia drammaticamente allargata è desumibile da qualsiasi statistica, aspetto che rende imprescindibile il ricorso a capillari politiche di sostegno. S’inquadrano in questo filone le battaglie che Fratelli d’Italia - Alleanza Nazionale sta portando avanti su vasta scala, a partire da quella regionale, come dimostrato in via della Pisana dalla meritoria attività del capogruppo Giancarlo Righini. Proprio lui, nella seduta di ieri, il protagonista di una battaglia tesa ad allargare la platea dei beneficiari del mancato aumento dell'aliquota dell'addizionale regionale Irpef. Battaglia combattuta col sostegno di Francesco Storace e Pietro Sbardella. Su un punto Righini s’è mosso con fervore, sfoderando il fioretto della destra sociale: U “In un sistema fiscale spesso poco equo ed efficiente - ha dichiarato - che appesantisce i contribuenti senza garantirgli servizi ade- guati, rappresenta un segnale di civiltà che si sia dato il via libera al mio emendamento che comprende nell’esclusione dall’aumento dell’addizionale Irpef anche i contribuenti con reddito non superiore a cinquantamila euro, ma con uno o più figli con disabilità. Il tutto - ha continuato Righini - propedeutico ad una futura introduzione del quoziente familiare, che da sempre rappresenta un tema a noi particolarmente caro, tramite il quale alleggerire in maniera equa il peso fiscale alle famiglie, guardando a quelle sacche di disagio sociale fiaccate da una crisi che si combatte con la concretezza dei provvedimenti e non con la vaghezza delle promesse”. Proprio l’aver sfoderato la tematica del sostegno alla famiglia ha però tolto la maschera alla maggioranza Zingaretti, che ha bocciato l’ordine del giorno dell’opposizione, frantumando l’aspirazione di un percorso comune su un tema d’ampio respiro istituzionale. “Increscioso - ha dichiarato, furente, Giancarlo Righini - che non appena si parli di famiglia il centrosinistra eriga dei muri. Il clima di assoluta collaborazione che c’era stato su questo provvedimento fiscale, che arriva ben sessantanove giorni dopo il termine stabilito, e che proprio noi avevamo permesso si snodasse su una corsia preferenziale, si è infranto su una furberia di bassa lega, che palesa il tentativo di rifilare una fregatura in extremis a chi aveva ben compreso l’importanza di restituire 200 milioni di euro alle famiglie. Vocabolo così inviso a chi, evidentemente, della centralità della famiglia frega davvero ben poco…”. AI LAVORATORI NON VA GIÙ IL PIANO CALATO DALL’ALTO CHIESTI 9,7 MILIONI DI EURO DI RISARCIMENTO Macchinisti in sciopero: scattano le indagini Parentopoli in Atac: rischiano in sette Previsto l’aumento delle ore e l’introduzione del badge. Misure varate senza una fase di contrattazione Il pm: “La regola è stata la chiamata diretta per allocare persone legate da rapporti familiari, clientelari e politici” l caos. Il nuovo piano Atac non va giù ai macchinisti, che dallo scorso weekend hanno messo in campo una serie di “scioperi bianchi” in segno di protesta. Il tutto senza una fase di contrattazione, lamentano. Una rivoluzione calata dall’alto, che partirà dalle metro dal primo agosto. Ai lavoratori non va giù l’aumento delle ore di lavoro dalle attuali 700 annue a 950 e l’introduzione dell’obbligo del badge dell’inizio e alla fine del turno. Una protesta che ha creato non pochi disagi in questi giorni a migliaia di persone, tra passeggeri e turisti. Una mobilitazione su cui sta tentando di fare chiarezza sia il Comune di Roma che l’Atac. Ieri, però, è stato aperto un altro fascicolo di indagine sui gravi disservizi. E’ quello della questura di Rorma. Uno “sciopero bianco” che ha determinato, fanno sapere da via San Vitale, la soppressione complessiva di quasi 400 corse, in particolare nella giornata del 7 luglio. icordate la parentopoli in Atac? Nel mirino della procura della Corte dei conti sono finiti sette manager in carica tra il 2008 e il 2010 e un ex assessore comunale, che avrebbero pilotato l’assunzione nell’azienda di una quarantina di posti di lavoro fra amici e parenti sprovvisti dei necessari requisiti per accedere alle posizioni che sarebbero poi andati a ricoprire. Il pubblico ministero, Maiello Tammaro, ha infatti chiesto ai giudici del collegio della Corte dei conti, presieduta da Ivan De Musso, la condanna a pagare un risarcimento di 9,7 milioni di euro per danno erariale alla municipalizzata. Si tratta di Alberto Bertucci, ex dirigente Trambus e Atac, Antonio Di Marzia (Metroma), Tullio Tulli (Trambus), Vincenzo Tosques (Metroma), Luca Masciola (Trambus) e Marco Visconti, ex assessore. Nella sua requisitoria, il magistrato ha invece sollecitato l’estromissione dal procedi- I R Gli investigatori hanno inoltrato un’informativa all’autorità giudiziaria ritenendo che sussistano a carico dei responsabili gli estremi del reato di “interruzione” di pubblico servizio. In quelle giornate, infatti, non era stato proclamato nessuna astensione dal lavoro e solo grazie all’intervento della polizia “non ha causato pericoli ed ulteriori disagi - si legge nella nota della questura - per gli utenti concentrati nelle fermate della metro”. Sullo “sciopero bianco” sta tentando di fare chiarezza anche l’Authority sugli scioperi. “La prossima settimana convocheremo tutti i soggetti, perché è evidente che qualcosa non vada. Dobbiamo capire se, al di là delle problematiche interne alla discussione sul contratto, sia in atto qualcosa di anormale rispetto alle leggi vigenti in materia di diritto allo sciopero. Solo così potremo capire - ha spiegato Giovanni Pino, capo di gabinetto dell’Authority sugli scioperi, a Radio Roma Capitale - se ci troviamo di fronte a una azione collettiva configurabile come sciopero bianco e come danno alla collettività”. mento di Riccardo Di Luzio e Mario Marinelli, entrambi dirigenti della municipalizzata all’epoca dei fatti. I due sono stati già prosciolti da tutte le accuse in sede penale, mentre per tutti gli altri, il gup di piazzale Clodio ha disposto il rinvio a giudizio. “Quando si decide di fare dei concorsi esistono delle regole, un piano industriale e delle necessità, ma tutto questo nel caso in esame non esiste”, ha spiegato il pm nella sua requisitoria davanti ai giudici della Corte dei Conti della sezione giurisdizionale del Lazio. “La regola è stata la cosiddetta chiamata diretta. In sostanza, abbiamo l’applicazione del teorema per cui la partecipata diventa un modo non per fornire un servizio, nel caso specifico il trasporto pubblico, ma l’occasione per allocare determinate persone legate da rapporti familiari, clientelari e politici con i soggetti - ha concluso - che sono stati documentati sia nel decreto di richiesta di giudizio in ambito penale”. 9 Venerdì 10 luglio 2015 DALL’ITALIA NAPOLI - SIT-IN A GIUGLIANO DOPO L’ARRIVO DI 250 STRANIERI Ecco gli immigrati: proteste a Licola I cittadini sono stanchi: “Girano in mutande e urinano all’aperto. Sembra una giungla”. Antonio Arzillo (La Destra): “Per un clandestino diamo 900 euro al mese mentre un anziano è costretto a sopravvivere con 400” di Barbara Fruch ancora polemica sulla questione immigrazione. Mentre proseguono gli sbarchi, continua la preoccupazione per le strutture costrette ad ospitare continuamente centinaia di sedicenti profughi. L’ennesima emergenza arriva da Licola, del comune di Giugliano in Campania (Napoli), dove mercoledì pomeriggio una cinquantina di cittadini si è radunato davanti all’hotel-ristorante “Di Francia” manifestando contro l’arrivo di 250 stranieri, provenienti principalmente dall’Africa sub sahariana. E questi sarebbero solamente una parte, ne sarebbero infatti attesi altri. “Siamo stanchi – hanno dichiarato alcuni partecipanti al sit-in al sito locale ‘Il Meridiano’ – tra Licola e Varcaturo ospitiamo già circa un migliaio di immigrati. Crediamo che possa bastare, la zona già è degradata. In passato si sono registrati anche disordini e tensioni con la popolazione residente, molti di loro la sera girano all’interno dell’albergo È in mutande e urinano all’aperto. Le nostre case sono vicine ed i nostri bambini non posso assistere a queste scene, ormai sembra una giungla”. E la rabbia, inevitabilmente, esplode contro le istituzioni. “Ci aspettiamo un intervento immediato da parte delle istituzioni – hanno aggiunto– Chiediamo che questi ultimi arrivati vengano spostati e dislocati su altre zone”. A incrociare le braccia è anche il Sindaco di centrosinistra. “Siamo sempre stati solidali ma ora basta creare ghetti – ha detto il primo cittadino Antonio Poziello – Chiederò un incontro con l’ufficio immigrazione della Prefettura per chiedere uno stop”. E ad esprimere solidarietà ai cittadini sono stati il dirigente de La Destra Antonio Arzillo, candidato alle ultime comunali con la Lista di Fratelli D’Ialia e il dirigente nazionale di Fdi Emanuele Bifaro. “Questo pomeriggio (mercoledì,ndr) contattato dai cittadini di Licola sono andato ad esprimere la mia piena solidarietà e sostegno alla popolazione che protestava contro l'arrivo di altre centinaia di immigrati nell’ennesimo Centro di Accoglienza – ha spiegato Arzillo – Premesso che sono contro questa assurda e indegna gestione dell’affare immigrazione dove per un clandestino diamo circa 900 euro al mese per vivere imponendo poi ad un nostro anziano di sopravvivere con 400 di pensione. Mi devono poi spiegare perché chiedono sempre alle zone maggiormente degradate di fare da ghetto perché i centri non li fanno a fare nella bella Costiera oppure a Posillipo e poi sarebbe questi i grandi progetti di rilancio del nostro litorale programmati dalle amministrazione di sinistra del Comune – Regione”. Duro anche il commento del Dirigente Nazionale Emanule Bifaro. “È impensabile – ha detto – che una zona che dovrebbe rappresentare lo sviluppo del territorio oltre che uno sbocca lavorativo per i giovani di Giugliano venga di nuovo mortificato e sacrificato per interessi economici, in quello stesso luogo dove oggi ci sono gli immigrati il sindaco Poziello insieme al Governatore De Luca avevano promesso sviluppo e ricchezza per il litorale giuglianese, invece già sapevano che dopo poche settimane sarebbe diventato l'ennesimo ghetto per accogliere immigrati, senza servizi e senza le dovute prescrizioni sanitarie”. E la manifestazione di mercoledì pare sia solo l’inizio. Gli esponenti Arzillo e Bifaro insieme ai tanti cittadini si sono dati infatti appuntamento per oggi pomeriggio per un nuovo incontro per continuare la battaglia contro il centro di accoglienza. VENEZIA - LE FORZE DELL’ORDINE NON HANNO GLI STRUMENTI PER CONTRASTARE IL FENOMENO Estorsioni degli abusivi? Non c’è nulla da fare I sequestri non li danneggiano: la merce ha poco valore. E le contravvenzioni non le pagano ffollano la piazza, minacciano i turisti, costringendoli a consegnargli il denaro. Ma le forze dell’ordine non possono fare nulla, non hanno gli strumenti per contrastare un fenomeno di quella portata. Assurdo? Sicuramente. Ma purtroppo è la triste realtà. Quello che accade a Venezia, nella famosissima Piazza San Marco pare essere lo spaccato di un’Italia ormai alla deriva. Una nazione il cui continuo flusso di immigrazione penalizza non solo i cittadini ma anche i turisti. Al centro della questione il racket degli abusivi, denunciato alcuni giorni fa dal quotidiano locale ‘Il Gazzettino’. Ed è sempre il quo- A tidiano del nord-est a spiegare come le forze dell’ordine non riescano a mettere fine allo scempio. Gli abusivi si avvicinano ai turisti, mettono in mano il grano ai bambini (che con quella manciata di mangime possono avvicinare i piccioni) oppure i bastoni per i selfie. Poi pretendono i soldi, e non pochi spicci, ma dieci o addirittura venti euro. Vere e proprie estorsioni con tanto di minacce, arrivando talvolta anche a mettere le mani nei portafogli dei turisti. Che talvolta reagiscono e contattano le forze dell’ordine. Loro lo sanno, sono scene che si consumano anche sotto i loro occhi. “Per noi è come svuotare il mare con un catino – confida, in forma anonima, chi ha l’ingrato compito di raccogliere gli sfoghi dei turisti – In linea con il flusso turistico. Più turisti ci sono, più abusivi arrivano. E certi atteggiamenti aggressivi li abbiamo già visti”. E il problema principale infatti è proprio quello del moltiplicarsi dei “richiedenti asilo”, rispetto ai vecchi clandestini o a chi, con un permesso e un lavoro, arrotondava con queste uscite. Chiedono asilo “poi ci vorranno mesi perché abbiamo una risposta. E anche se sarà negativa, potranno sempre fare ricorso. Intanto vengono qui a vendere”. Immigrati che non hanno nulla da perdere, smerciano grano e bastoni da selfie. “Con merce da pochi soldi come questa, i sequestri non li danneggiano. Negli ultimi quindici giorni avremo sequestrato 30.000 pezzi. Ma è tutto inutile”. MENAGGIO (COMO) PASSIONE SENZA LIMITI “Premio Artelario” tra letteratura e food ue giorni tra eventi musicali, letterari e artistici, interamente dedicato al “food”. In occasione di Expo 2015, la quinta edizione del “Premio Letterario Artelario”, l’11 e il 12 luglio, a Menaggio (Como), sarà un vero e proprio viaggio attraverso il felicissimo connubio tra sapori e musica. A guidare l’iniziativa ci sarà Irene Colombo che, tra le altre cose, da quattro anni a questa parte è la conduttrice dei Pastry Events del Sigep di Rimini, ovvero il top, per quanto riguarda le competizioni tra i Maestri Pasticceri più famosi al Mondo. D Location del Festival la prestigiosa sede dell'Associazione Cuturale Italo Tedesca, Villa Vigoni. Ad aprire le “danze” sabato alle 11 saranno Ketty Magni (scrittrice) con Pierluigi Genduso (pianista). A seguire, alle 17.30, spazio a Maurizio Pratelli (scrit- E anche le contravvenzioni non servono a nulla. “Vengono elevate, per carità, ma tanto non le pagano. Il Comune ha tanti di quei verbali non riscossi”. Difficile anche incastrare gli abusivi per le minacce. “I turisti ci raccontano di questi atteggiamenti minacciosi, dei soldi prelevati dai portafogli, ma da qui a ipotizzare un reato. Anche perché gli stessi turisti non vogliono perdere tempo con le denunce, spesso hanno la nave che riparte”. La soluzione? “Serve una risposta politica, nuove leggi, ad esempio per un permesso di soggiorno a punti, e soprattutto la garanzia dell’esecutività delle sanzioni penali e amministrative. Oggi anche chi ruba non resta in galera! Per troppi anni questi fenomeni non sono stati affrontati politicamente. E questi sono i risultati”. In un Paese in cui la sicurezza sembra ormai un’utopia il rischio è anche che a pagarne le spese sia proprio il turismo, una delle poche fonti di guadagno rimaste. B.F. tore) con Stefano Barotti (cantautore) e per chiudere in bellezza la prima giornata alle 20.30 arriverà lo chef Cristina Lunardini. Domenica 12 luglio alle ore 11 è la volta di Ezio Santin (chef) con Roberto Sala e Franco Frassinetti (chitarristi). Alle 14 a deliziare gli ospiti ci penserà Iginio Massari (maestro pasticcere). Dulcis in fundo alle 20.30 prevista la serata di Gala e la premiazione con il cantautore Alberto Fortis. Fanno sesso in un cimitero: coppia denunciata a Palermo uando la passione non conosce limiti. Una coppia di Palermo è stata sorpresa a fare sesso su una lapide del cimitero di Santa Maria di Gesù. È successo martedì scorso. I due giovani, presi dalla passione e dalla voglia di amarsi in un luogo insolito, hanno scavalcato la recinzione del camposanto e si sono appartati per godersi il loro momento di intimità. Lontano da occhi indiscreti, avranno pensato. Ma non è stato così. Dalla finestra di un alloggio di Q servizio, qualcuno ha visto tutta l’appassionata scenetta, si tratta di un guardiano dei Frati minori, che risiede nella struttura limitrofa al cimitero. Il religioso ha così contattato il 113 e quando una pattuglia dell’ufficio Prevenzione generale e soccorso pubblico è giunta sul posto ai due non è rimasto altro che ammettere le proprie responsabilità e chiedere scusa ad agenti e guardiano. La coppia ha giustificato agli agenti quel gesto come un’irrefrenabile voglia di fare qualcosa di tra- sgressivo. Una giustificazione che non è bastata a evitare a un 35enne e una 24enne la denuncia di vilipendio di tombe: una condotta, non soltanto sconsiderata e inopportuna, ma anche offensiva nei confronti del sentimento religioso e della pietà dei defunti, così come previsto dal codice penale, ex articolo 408. Ch.C. 10 8 Venerdì 10 luglio 2015 DALL’ITALIA RESPINTA ALLA CAMERA LA MOZIONE PRESENTATA DA FORZA ITALIA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA Il Forteto? Non si tocca Bocciato il commissariamento della struttura dopo l’inchiesta giudiziaria che ha accertato le violenze nella cooperativa che accoglieva i minori. La rabbia del centro destra: “Sconcertante” di Barbara Fruch er anni quella in quella comunità si sono consumati atti di violenza e di maltrattamenti ai danni dei bambini. Ma non ci sarà nessun commissariamento, come deciso ieri nella seduta alla Camera dei Deputati dal Pd, unico partito a votare contro la mozione presentata dalla deputata di Forza Italia Deborah Bergamini. Al centro dello scandalo “Il Forteto”, la cooperativa, a cui il tribunale dei minori di Firenze ha affidato per molti anni i bambini in difficoltà, che è stata al centro di un’inchiesta giudiziaria con relativo processo in cui sono state condannate 15 persone, in primis al capo della comunità, il “guru” Rodolfo Fiesoli. Nessun commissariamento ma “solo” un controllo. Ad essere approvata ieri è stata infatti la mozione a prima firma Eleonora Bechis (ex M5s, ora in Alternativa libera). Il governo assumerà, si legge, “ogni iniziativa di competenza per il controllo della cooperativa affinché possa essere restituita alla destinazione originaria, accertando le responsabilità politiche al riguardo”. D’altronde, come si legge sempre nella mozione “dal processo è emerso il fatto che erano usuali e reiterati gli atti di violenza e di maltrattamenti ai danni dei bambini, garantiti dall'omertà e dal silenzio di chi conosceva i fatti, tra cui si segnalano particolarmente gli psichiatri e gli assistenti sociali, i quali hanno commesso ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo numero- P sissime disattenzioni”. La consapevolezza di ciò che avveniva dunque non manca. Ma nonostante ciò è stata respinta la mozione di Forza Italia, prima firmataria Deborah Bergamini, Lega e Fratelli d'Italia che chiedevano il commissariamento della cooperativa. “La decisione del governo di dare parere contrario sulla nostra mozione è sconcertante: non ha alcuna logica, alcuna sensibilità e alcun senso politico – ha detto alla Camera la Bergamini – E credo sia dovuta alla poca conoscenza dei fatti, perché se si conoscesse davvero quello che è accaduto in quella struttura non ci sarebbe parere contrario che tenga. Ci sono comprovate e ripetute testimonianze di abusi, fisici e psicologici, aberranti, di violenze e coercizioni su minori e persone in difficoltà affidate a questa struttura. Il Parlamento aveva il dovere di assumersi la responsabilità di fronte alle vittime di violenze e vessazioni che si sono protratte per 30 anni. Trovo – aggiunge – inaccettabile la scelta del governo e del Pd di dire no a una richiesta di chiarezza e all’eventualità di procedere al commissariamento della cooperativa agricola che, come dimostrato anche dalla sentenza del Tribunale di Firenze, era in tutto e per tutto parte del ‘sistema Forteto’, tanto da ricevere essa stessa (in alcuni casi) i bambini in affido. Ed è la cooperativa il teatro, il luogo delle violenze e anche dello sfruttamento di lavoro minorile”. A scagliarsi contro il governo anche il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Stefano Mugnai, che nella precedente legislatura ha presieduto la commissione di inchiesta proprio sul caso Forteto e sull’affidamento dei minori in Toscana. “Ancora una volta, a Roma il Pd si è dimostrato incapace di affrontare la verità dei fatti. Si tratta di un atto di codardia politica di chi non sa stare dalla parte delle vittime senza se e senza ma. Confondere le acque, da parte del Pd a Roma, finisce per intorbidire ancora di più una vicenda che già di per sé è raccapricciante e su cui vanno fatte saltare le coperture e le responsabilità politiche e istituzionali”. Una decisione che non è andata giù neppure a Fratelli d’Italia.“Il Pd non vuole far chiarezza sul caso - ha tuonato Giorgia Meloni - perché in questa vicenda c'è dentro fino al collo e ha paura che la ricerca della verità coinvolga alcuni suoi esponenti e danneggi l'immagine del partito. Durante le audizioni della commissione d'inchiesta regionale toscana, infatti, è emerso che politici del Pci prima e del Pds, Ds e Pd poi, hanno frequentato la struttura. Sarebbero gravi dunque le responsabilità della sinistra se avesse fatto finta di non vedere quello che succedeva al Forteto”. Sulla stesa linea l’intervento il capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione Giovanni Donzelli. BARI “Vergogna è l'unica parola che mi viene in mente per commentare questo schifo. Da oggi è chiaro una volta per tutte che il Pd e il governo Renzi coprono ancora oggi il sistema Forteto”. Dal canto suoi il Pd si difende. “Sul caso-Forteto noi del Pd non smetteremo mai di batterci per l’accertamento della verità, completo e senza riserve – ha detto Dario Parrini, deputato del Pd – Siamo invece contro ogni tipo di sciacallaggio politico e di strumentalizzazione propagandistica”. Il commissariamento sarebbe dunque una strumentalizzazione? CATANZARO Donna maltrattata Traffico internazionale fa arrestare il marito di stupefacenti: 44 arresti opo anni di maltrattamenti e botte è finito, finalmente, in manette. I Carabinieri della Stazione di Gravina in Puglia, provincia di Bari, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Bari, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un 34enne del luogo, per maltrattamenti in famiglia. Il provvedimento nasce dalla denuncia sporta dalla vittima che stanca di continue vessazioni ha trovato la forza di chiedere aiuto ai carabinieri. Da tempo, infatti, la donna era costretta a subire il carattere autoritario e violento del marito che in molte circostanze l’avrebbe ingiuriata e minacciata di morte ripetutamente e picchiata con calci e pugni che sferrava all’impazzata, tanto da cagionarle lesioni permanenti al volto e, in occasione di litigi, non esitava a lanciarle contro qualsiasi tipo di oggetto D eri mattina, alle prime luci dell’alba, una maxi operazione antidroga internazionale dei carabinieri del Ros ha portato all’esecuzione in diverse località italiane ed estere, di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa su richiesta della procura distrettuale antimafia di Catanzaro, nei confronti di 44 indagati per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. L'inchiesta, battezzata Overing, ha visto coinvolte una quarantina di persone indagate per traffico internazionale di droga, narcos di cocaina legati alla cosca Mancuso di Limbadi e referenti colombiani e venezuelani. Le partite di stupefacenti trattate dell'organizzazione transnazionale venivano importate dall'America latina ed erano destinate ai mercati del Nord Italia e altre piazze europee. Durante le indagini, grazie alla collaborazione con le autorità I gli capitasse tra le mani. In alcune circostanze a seguito delle percosse subite è rimasta anche ricoverata per alcuni giorni e costretta dall’uomo a riferire ai sanitari di essersi procurata le lesioni in un sinistro stradale. I motivi riconducibili al comportamento vessatorio dell’uomo, era probabilmente dovuto all’uso frequente di alcool e allo sperpero dello stipendio alle slot machines. Mentiva continuamente, rife- rendo alla moglie di aver provveduto a fare la spesa quotidiana o pagare le bollette, mentre invece la verità era tutt’altro. In seguito alle indagini i militari sono riusciti a raccogliere numerosi elementi di responsabilità che hanno consentito all’A.G. di emettere il provvedimento restrittivo. Su disposizione della Procura della Repubblica di Bari, il trentaquattrenne ora è in carcere. Chantal Capasso colombiane e spagnole e al supporto della Direzione centrale per i servizi antidroga, sono stati sequestrati oltre 600 chili di 'polvere bianca'. Le indagini, che si sono avvalse anche di agenti sotto copertura, hanno consentito di individuare i flussi intercontinentali del narcotraffico e, in collaborazione con la direzione centrale per i servizi antidroga, identificare le componenti colombiane, venezuelane e italiane del sodalizio. Una base composta da albanesi impiantata a Fiano Romano (Roma) era inserita nell’organizzazione di trafficanti internazionali di droga. Lo ha riferito il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo. «Il gruppo di albanesi - ha detto Lombardo - è stato il destinatario di una delle consistenti partite di droga gestite dall’organizzazione, che estendeva le sue ramificazioni in più parti della Calabria ed anche in varie zone d’Italia ed all’estero. Le aree di origine del traffico sono state individuate in Venezuela, Colombia e Cile, Paese quest’ultimo da dove c'è stato l’ultimo tentativo d’importazione. Destinatari del traffico sono diversi soggetti in varie zone del mondo, a conferma della transnazionalità dell’organizzazione». Ch.C. 11 Venerdì 10 luglio 2015 SOCIETA’ ESTATE 2015: FERIE PIÙ BREVI MA DEVONO GARANTIRE IL RELAX Tornano in voga le vacanze intelligenti Per Privalia Watch siamo sempre connessi e social addict, grandi lettori, amanti del buon cibo e della moda di Chantal Capasso li italiani amano le vacanze smart. Secondo un’indagine compiuta da Privalia, chiamata, appunto Privalia Watch, laboratorio di ricerche e analisi di mercato, è emerso che i connazionali nella scelta della vacanza giusta, cercano un buon compromesso tra costi e qualità in maniera sempre più intelligente. Lo studio è stato realizzato con la partecipazione dei soci italiani uomini e donne di Privalia. Nonostante la crisi gli italiani non rinunciano ad andare in vacanza. Seppur la maggior parte di loro si divida fra 7 giorni di puro svago (34% delle risposte) e le classiche due settimane (25%), lasciando a pochi fortunati la possibilità di una vacanza lunga un mese e oltre (5% del campione). Le vacanze per gli italiani sono sinonimo di relax. Il 70% degli intervistati mette al primo posto l’esigenza di rilassarsi. Circa il periodo di ferie, quello preferito rimane agosto (50% delle scelte), con una buona incidenza di luglio (28%). Gli italiani con le valigie pronte, in mano nel 2015, sono ben il 91%, contro un precedente 85% del 2014 (+6%). L’ottimismo supera l’incubo “spending review”, sce- G gliere dove andare senza sperperare ma organizzarsi in modo intelligente valutando opzioni ed offerte imperdibili. L’esigenza primaria è quella di contenere i costi prima della partenza. Il 68% del campione si affida a siti di e-commerce che propongono soluzioni a prezzi scontati. Nell’organizzazione stessa della vacanza, infine, sono diversi i canali a cui affidarsi, tutti rigorosamente online. La top 3 si divide fra: siti di recensioni e confronti (1° scelta, per oltre la metà degli intervistati), app di outlet e sconti (2°) e blog di viaggi (3°). In questo modo, i clienti intervistati stimano di spendere mediamente il 15-20% in meno rispetto alle precedenti vacanze (44%). Il 27% di essi, scrupoloso osservatore di recensioni e aggiornato sulle migliori app di outlet e sconti, metterà da parte addirittura il 30% del budget. Qual è la meta preferita degli italiani? Il Bel Paese, questa è la scelta del 75% del campione. I posti più gettonati sono le due isole maggiori, Sardegna e Sicilia, La Sardegna vince sulla Sicilia, distaccando a sua volta da Toscana, Puglia ed Emilia Romagna. Mentre quel che rimane (il 25%) preferisce l’estero dividendosi fra Spagna e Grecia. Gli italiani in vacanza sono attenti anche al cibo. Sensibili alla spesa, amanti di app e siti di recensioni, senza mai rinunciare alla qualità, valutando fra menu a chilometro zero ed eccellenze locali. Tutti rigorosamente da immortalare e condividere attraverso i social media. Altra valutazione effettuata dal laboratorio è la connessione ad in- ternet in vacanza. Ebbene gli italiani non vi rinunciano mai. È l’81% che dichiara l’eterna connessione. Nella vacanza smart degli italiani, rimane un requisito essenziale. Mentre le donne - al mare o in montagna - scelgono però un libro (36% preferenze), lasciando allo smartphone il secondo posto con il 33% delle scelte. Gli uomini ribaltano invece la classifica mettendo lo smartphone al primo posto (47%) e lasciando il libro al secondo (32%). Meno frequenti, invece, per entrambi, gli utilizzi di tablet ed e-book. La connessione è, quindi, essenziale: gli uomini accedono principalmente ai social media (seconda scelta per le donne), mentre le donne utilizzano la connessione in primis per fare shopping online. Il 60% del campione femminile, infatti, conferma che fare acquisti rimane un ottimo metodo per distrarsi e liberarsi dallo stress accumulato tutto l’anno. Entrambi poi mettono al terzo posto la lettura di quotidiani e riviste online, per rimanere sempre informati. Circa la vasta gamma di social network, è Facebook a detenere il primo posto in assoluto. Con l’80% delle scelte, svetta su Instagram (10%) e su Twitter (7%). I rimanenti social network si ripartiscono il 3%, senza incidenze significative. MUSICA E SHOPPING LE PRODUZIONI TEATRALI RIVISITANO CON MAESTRIA I CAPOLAVORI DEL GRANDE DRAMMATURGO INGLESE Tutti a Romaest per il Summer Festival In Veneto arriva Shakespeare in… musical Oggi suonerà il djset di Albertino e domani vi aspetta la notte bianca uesto weekend a Romaest arriva il Summer Festival. Appuntamento da non mancare, eventi gratuiti con i migliori cantanti, dj e cabarettisti ospitati nella terrazza esterna, all’ingresso nord, per un’estate al top anche per chi resta in città. La kermesse inizia alla grande il prossimo fine settimana venerdì 10 e sabato 11 luglio, tra musica e shopping, grazie ai saldi che da sabato 4 luglio hanno abbassato il prezzo di migliaia di articoli di ogni genere e per tutta la famiglia. Il primo appuntamento è per stasera, con il djset di Albertino dj, che dalle ore 21 farà ballare i presenti con le migliori hit del momento. Una selezione musicale d’eccezione, fatta da uno dei disc jockey e gli speaker radiofonici più amati e competenti d’Italia. Albertino, infatti, dal 2009 è al timone di 50 Songs, il programma musicale del weekend di Radio Deejay che trasmette le cinquanta canzoni più passate dall'emittente. Domani il Centro Commerciale Romaest resterà aperto fino all’una per la notte bianca dello shopping. Oltre a negozi, risto- Q La rassegna inizia oggi e si concluderà martedì 28 luglio nel vicentino con “Opera in Love Romeo & Juliet” Verona, città degli innamorati più famosi al mondo va di scena il musical, ispirato alle opere del più grande drammaturgo di tutti i tempi: Shakespeare. Il primo appuntamento sarà stasera alle ore 21 a Villa La Mattarana, in provincia di Verona, con ingresso libero. Sarà proprio la Villa, edificio del 1400 dal nome singolare che deriva da quello di una Badessa del XIII secolo chiamata "Mater Anna", a far da naturale scenografia ad un attore solo (ma con due facce) che ripercorre le tappe di Jago attraverso i monologhi di Shakespeare, diventando anche Othello per gioco, per studio, per necessità. Attorno all’attore un corpo di ballo che genera scontro, conflitto, aggressione o disgregazione nel tentativo di opporsi al piano diabolico. Uno spettacolo in cui il teatro si fonde con la danza per raccontare la parte più nera che risiede nel cuore di Jago, ma forse in fondo, anche nel cuore di tutti noi. Prima dello spettacolo, alle ore 18:30, è possibile partecipare alla visita guidata di Villa Durante la visita sarà possibile ammirare gli affreschi interni e della cappella gentilizia risalenti al 1500. Seguirà anche anche la visita alla Sala degli Imperatori il cui soffitto, affrescato con decorazioni a grottesca, è opera di Bernardino India, collaboratore di Andrea Palladio. Il musical è un’idea della Compagnia Soledarte, nata nel 2006 dall'incontro tra Varhynia Ziliotto, coreografa e insegnante A ranti, bar e cinema aperti fino a tardi, nella terrazza esterna alle ore 21 si terrà il concerto di Greta, una delle voci più amate della scorsa edizione di Amici. Nonostante la giovane età, la cantante ha già ottenuto diversi riconoscimenti, ottenendo ottimi piazzamenti nelle classifiche e un grande successo nelle tappe dei suoi concerti. Ha partecipato anche al Music Summer Festival, vincendo una delle serate. Ma il Summer Festival non finisce e proseguirà con una serata di cabaret venerdì 17 luglio, che vedrà esibirsi il trio comico composto da Paolo Migone, Sergio Sgrilli e Giovanni Cacioppo, mentre per sabato 18 luglio è previsto il concerto degli Ch.C. Zero Assoluto. di danza professionista e Solimano Pontarollo, attore e regista shakesperiano certificato Royal Academy of Dramatic Art London. In questo progetto si colloca il riallestimento di opere di repertorio dove si assiste ad una miscela tra testo teatrale, nello specificio shakesperiano, e musiche rock e pop. Sono questi le caratteristiche di Jago, l'opera che Soledarte ha prodotto con Casa Shakespeare, associazione di promozione sociale che ha per finalità la valorizzazione del Capitale Culturale, Storico e Architettonico della città di Verona e della Regione Veneto, della Nazione Italia e della Unione Europea attraverso la pratica e la promozione dell’attività e della cultura teatrale Shakespeariana. La rassegna si concluderà martedì 28 luglio quando andrà in scena a Villa Da Porto a Montorso Vicentino lo spettacolo Opera in Love Romeo & Juliet. Le parole di Shakespeare incontrano, infatti, le note dei più famosi compositori d’opera. Un affascinante concerto-spettacolo unico al mondo che unisce l’arte del melodramma all’ideale dell’amore eterno. Elvira Mami Venerdì 10 luglio 2015 12 SPORT I GIALLOROSSI, VICINISSIMI ALL’ACQUISTO DI BABA DALL’AUSBURG, STRINGONO PER DZEKO (SU CUI S’È FIONDATO IL BESIKTAS) Calciomercato, è l’ora delle romane Lazio forte su Kishna dell’Ajax, trattativa in dirittura d’arrivo. Ufficiale, Mauri lascia i biancocelesti di Federico Colosimo ilan, Inter e Juventus comprano. Il Napoli anche. Lazio e Roma, le due squadre della Capitale, restano a guardare. Almeno per il momento. Perché dopo aver assistito alle grandi manovre delle milanesi e dei campioni d’Italia, sono pronte a far la voce grossa. Roma - I giallorossi accelerano per Dzeko. Nel fine settimana potrebbe andare in scena l’incontro tra il direttore sportivo Sabatini e i dirigenti del Manchester City. Gli inglesi continuano a sparare alto: 28 milioni di euro. Una cifra ritenuta eccessiva dai capitolini, certi di riuscire a chiudere l’operazione a 22-24 bonus compresi. Per regalare a Garcia un attaccante eccezionale. Il tecnico francese, alla terza stagione sulla panchina della Roma, chiede risposte concrete alla presidenza. L’ultimo anno ha lasciato qualche strascico tra la società e il trainer, che s’è visto rivoluzionare lo staff e consegnare una rosa praticamente identica a quella che ha lasciato a giugno. Una situazione difficile da digerire. Col transalpino che adesso vuole essere accontentato. Il bosniaco è il nome fatto dall’ex allenatore del Lille, che vuole una punta di peso da affiancare agli attaccanti esterni. Letale sotto porta e abilissimo nel gioco aereo. Identikit perfetto dell’ariete dei Citizens, che ha già trovato l’accordo con Sabatini. Non sarà semplice abbassare le pretese degli inglesi, che hanno già individuato il sostituto: Higuain. Nonostante le dichiarazioni M Edin Dzeko di facciata, con il Napoli che continua a chiedere i 94 milioni della clausola rescissoria, l’affare si può chiudere con un’offerta vicina ai 60. La Roma attende sviluppi ma ha fretta di chiudere. La dirigenza sa che non può fallire il colpo e vuole lanciare l’affondo. Visto anche il prepotente inserimento del Besiktas (che in alter- nativa virerà su Gomez della Fiorentina). In attesa di fare cassa con le probabili - ma difficili - cessioni di Destro, Doumbia e Gervinho che stanno complicando i piani della società. Vicinissimo, intanto, l’acquisto di Baba dall’Ausburg. Con il terzino sinistro ghanese che non ha partecipato alla foto di gruppo con la squadra tedesca ed è ormai a un passo dalla Roma. Lazio - Indecifrabili, come sempre, le mosse del presidente Lotito. Che per l’attacco sembra aver abbandonato la pista che porta a Borini (la moglie del giocatore del Liverpool non vuole lasciare l’Inghilterra) per puntare tutto su Kishna. Gioiellino dell’Ajax, classe 1995, mancino, attaccante esterno che può agire pure da seconda punta, è gestito da Mino Raiola. E’ lui il rinforzo chiesto da Pioli che sogna pure il regista del Genk MilinkovicSavic. Che continua a fare pressione sul club belga per liberarsi e volare subito a Roma, sponda biancoceleste. Trattative difficili, che potrebbero sbloccarsi da un momento all’altro, forse già nelle prossime ore.Tutto fatto per la cessione di Cavanda al Trabzonspor, con la Lazio che ha dato il benservito a Mauri. L’ormai ex capitano dei biancocelesti non ha raggiunto l’accordo per il rinnovo del contratto (600 mila euro la proposta del club) e pertanto le strade si divideranno. Con il centrocampista brianzolo, vicino al rinvio a giudizio nell’inchiesta cremonese sul calcioscommesse, che ora pensa al ritiro e ha salutato commosso i tifosi dalla sua pagina facebook con frasi d’amore. Da risolvere pure la questione Radu, sempre in orbita Samp. Dopo un periodo di attesa, Roma e Lazio sembrano pronte a far la voce grossa. Le due tifoserie attendono risposte concrete sul mercato. Tra le “grandi”, le due squadre romane sono le uniche a non essersi ancora rafforzate. MAI COSÌ MALE NELLA STORIA Ranking Fifa, Italia al 17° posto l periodo nerissimo della nostra Nazionale non accenna a placarsi. L’Italia è sprofondata al 17° posto nel ranking Fifa. Da quando è stata istituita questa speciale classifica (22 anni fa), gli Azzurri non erano mai scesi così in basso. Proprio vero, non c’è limite al peggio. A guardare la graduatoria diramata dalla Fifa, viene quasi da piangere. Nel marzo scorso l’Italia era nella Top ten, al decimo posto. E in quattro mesi ha perso ben sette posizioni. Superata perfino da Cile (che ha usufruito di un grande balzo in avanti dettato dalla vittoria in Coppa America e ora è undicesimo), Slovacchia e Austria (15° a pari merito). E ancora, dal Galles (decimo) e dalla Romania (ottava). A pesare, il doppio pari con la Croazia nelle qualificazioni a Euro2016 e la sconfitta in amichevole col Portogallo privo, pe- I raltro, di Cristiano Ronaldo. Una debacle, insomma. Con la Nazionale che adesso ha toccato il baratro. La vetta è dell’Argentina. Un risultato inaspettato e a dir poco clamoroso visto che l’Albiceleste non ha vinto i mondiali dello scorso anno, tantomeno la Coppa America conclusasi pochi giorni fa. Seconda la Germania, che avrebbe meritato lo scettro. Terzo, il Belgio. A seguire la Colombia, l’Olanda, il Brasile e il Portogallo. Soltanto nona l’Inghilterra. Così facendo rischiamo di farci superare pure da Svizzera (18a), Algeria (19a) e Repubblica Ceca (20a). Un altro aggiornamento è previsto per il prossimo sei agosto. Ma per invertire il trend, servirà tornare a vincere. Per provare a ritornare ai livelli del 2006 quando, dopo la vittoria del mondiale, arrivammo anche a toccare F.Co. la prima posizione.