433-440_cagol 1-08-2006 10:29 Pagina 433 Il trattamento multimodale del carcinoma esofageo localmente avanzato Trial multicentrico di fase II con oxaliplatino, 5-fluorouracile, folati ridotti e radioterapia neoadiuvanti: risultati preliminari MATTEO CAGOLa, ALBERTO RUOL,VANNA CHIARION SILENIb, GIAN LUCA DE SALVOa, LUIGI CORTIc, RITA ALFIERI, ROBERTO INNOCENTEd, UMBERTO FUMAGALLIe, RICCARDO ROSATIe, ERMANNO ANCONAa Clinica Chirurgica III - Azienda Ospedaliera - Università di Padova a Istituto Oncologico Veneto - Azienda Ospedaliera di Padova b Divisione di Oncologia Medica - Azienda Ospedaliera di Padova c Divisione di Radioterapia - Azienda Ospedaliera di Padova d Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (Pordenone) e Istituto Clinico Humanitas - Rozzano (Milano) Corrispondenza a: Prof. Alberto Ruol - Clinica Chirurgica III - Università/Azienda Ospedaliera di Padova - Via Giustiniani, 2 - 35128 Padova Riassunto Scopo dello studio è valutare la fattibilità e l’efficacia dell’oxaliplatino, 5-fluorouracile, folati ridotti e radioterapia nel trattamento del carcinoma esofageo localmente avanzato. Sono stati arruolati 58 pazienti con diagnosi istologicamente accertata di carcinoma esofageo. I responder sono stati sottoposti a chirurgia o a brachiterapia. Riportiamo i risultati dei primi 54 pazienti. L’età media era 58 anni, diagnosi di carcinoma squamoso/adenocarcinoma/carcinoma indifferenziato: 45/8/1. Lo stadio clinico era T3N1M0 in 38 casi (70%), T4 in 10 (19%) e M1a in 6 (11%). Trentanove pazienti (72%) hanno completato tutta la chemioterapia, 45 tutta la radioterapia. Durante il trattamento si sono verificati 7 decessi: 4 (7%) per tossicità, 2 per emorragia e 1 per cachessia neoplastica. Abbiamo registrato 8 (15%) CR e 24 (44%) PR. Ventiquattro pazienti (44% dei trattati, 80% dei resecati) hanno avuto una resezione completa. Una risposta patologica completa è stata registrata in 6 pazienti (11% dei trattati). Complicanze postoperatorie si sono verificate in 8 pazienti (25%), compresi due (6.2%) decessi. La tossicità è risultata moderata, la resezione è stata R0 nel 44% con mortalità postoperatoria non indifferente. Prima di poter avviare uno studio di fase III sarà necessario valutare i dati relativi alla sopravvivenza. Parole chiave: carcinoma dell’esofago, chemio-radioterapia neoadiuvante, esofagectomia Introduzione Il carcinoma esofageo è ancor oggi una delle neoplasie solide con la prognosi più infausta. Nei pazienti con neoplasia localizzata (stadio I e II),l’intervento chirurgico rappresenta il trattamento di scelta, ma oltre due terzi dei pazienti presenta al momento della diagnosi una malattia localmente avanzata (T3N1M0, T4N0M0, T4N1M0). In questi pazienti l’intervento chirurgico è rarissimamente proponibile, a causa dell’infiltrazione di strutture anatomiche contigue,oppure, anche se tecnicamente possibile,è gravato da un alto tasso di recidive locali e a distanza,espressione dell’aggressività di questo tipo di neoplasia 1. La prognosi di questi pazienti non trattati è parti- 433 433-440_cagol 1-08-2006 10:29 Pagina 434 Chirurgia Italiana 2006 - vol. 58 n. 4 pp 433-439 colarmente infausta (4-8 mesi), con una sopravvivenza a 2 anni inferiore al 10%. Durante gli ultimi 20 anni sono stati studiati in tutto il mondo protocolli terapeutici multimodali, in particolare nei pazienti con neoplasia esofagea localmente avanzata, con l’intento di aumentare il tasso di resecabilità chirurgica e di migliorare la prognosi a distanza e la qualità di vita.È ormai consolidato come l’utilizzo del trattamento associato chemio-radioterapico offra i risultati migliori rispetto alla sola chemioterapia o radioterapia, permettendo un downstaging di malattia in circa il 50% dei casi, aumentando il tasso di resecabilità R0 e permettendo un miglioramento della prognosi nei pazienti responsivi. Il regime chemio-radioterapico è però gravato da un tasso di tossicità non trascurabile e da un aumento della morbilità e della mortalità postoperatorie. Rimane ancora oggetto di studio quale sia lo schema terapeutico ottimale:la costante ricerca di nuove associazioni chemio-radioterapiche nasce quindi dal tentativo di trovare nuove combinazioni sempre più efficaci e gravate da tossicità sempre più contenute. Scopo dello studio è valutare la fattibilità e l’attività di un nuovo regime chemioterapico con oxaliplatino,5-fluorouracile (5-FU) e folati ridotti associati a radioterapia esterna,nei pazienti con neoplasia esofagea localmente avanzata. Summary Multimodal treatment in locally advanced oesophageal cancer: a multicentre phase II study with neoadjucant oxaliplatin, 5-fluorouracil, leucovorin and concomitant radiotherapy. Preliminary results. M. Cagol, A. Ruol, V. Chiarion Sileni, G.L. De Salvo, L. Corti, R. Alfieri, R. Innocente, U. Fumagalli, R. Rosati, E. Ancona The aim of the study was to evaluate the feasibility and efficacy of treatment with oxaliplatin, 5-fluorouracil and leucovorin concomitant with radiation therapy in locally advanced oesophageal cancer. Fifty-eight patients with previously untreated, histologically proven oesophageal cancer were enrolled. Downstaged patients underwent either surgery or received brachitherapy. We report the results obtained in the first 54 patients. The median age was 58 years. The diagnosis was squamous cell carcinoma/adenocarcinoma/poorly differentiated: 45/8/1; clinical stage: T3N1M0 38 (70%), T4 10 (19%), M1a 6 (11%). Thirty-nine patients (72%) received the planned 8 weeks of chemotherapy and 45 completed the entire course of scheduled radiotherapy. Four (7%) toxic deaths were recorded, 2 more patients died prematurely from massive oesophageal bleeding and 1 from progression of disease. We recorded 8 (15%) complete responses and 24 (44%) partial responses. Resection was complete (R0) in 24 (80% of resected patients, 44% of treated patients). A complete pathological response was documented in 6 patients (11% of those treated). Postoperative complications were recorded in 8 (25%) patients, with 2 (6.2%) deaths. R0 resection was accomplished in 44% of patients. Toxicity was moderate, but postoperative mortality was not negligible. Survival data are awaited before a phase III comparison with cisplatin-containing chemo-radiotherapy may be considered. Key words: oesophageal cancer, neoadjuvant chemo-radiotherapy, oesophagectomy Chir Ital 2006; 58, 4: 433-439 434 Materiale e metodi Sono riportati i risultati preliminari ottenuti dal Gruppo Multidisciplinare di Padova, Milano, Pisa, e del Centro Oncologico di Aviano, mediante l’impiego di un nuovo protocollo chemio-radioterapico in pazienti affetti da carcinoma squamoso dell’esofago in stadio clinico localmente avanzato. Nello studio sono stati reclutati 58 pazienti: riportiamo i risultati preliminari dei primi 54.Di questo gruppo sono già disponibili i dati che riguardano il trattamento neoadiuvante e il trattamento chirurgico,nei casi risultati operabili. Si tratta di uno studio prospettico di fase II che consiste nell’associazione di oxaliplatino,5FU,folati ridotti e radioterapia concomitante,seguito,quando possibile,dall’intervento chirurgico resettivo (Fig.1). I pazienti sono stati selezionati per lo studio in base ai seguenti criteri di inclusione:diagnosi istologica di carcinoma squamoso o adenocarcinoma dell’esofago,stadio clinico localmente avanzato (T3N1M0, T4NxM0,TxNxM1a per linfonodi sovraclaveari o celiaci compresi nel campo di irradiazione),età ≤ a 75 anni e performance status ≤ 2 (ECOG),assenza di sincrone o pregresse neoplasie. La stadiazione della neoplasia esofagea prima del trattamento e dopo il trattamento, per valutarne la risposta, si è basata sull’esecuzione dei seguenti esami strumentali: esofago-gastro-duodenoscopia con biopsia ed ecoendoscopia,RX tubo digerente prime vie,TAC del torace e addome superiore con eventuale TAC ed ecografia del collo nei pazienti con tumore dell’esofago cervicale e toracico superiore e medio,Visita ORL, tracheo-broncoscopia nei pazienti con tumore 433-440_cagol 1-08-2006 10:29 Pagina 435 Il trattamento multimodale del carcinoma esofageo localmente avanzato RT esterna: 44-45 Gy in 5 F/settimana di 1.8-2 Gy/die Trattamento ambulatoriale 5-FU inf. cont Chirurgia o HDR 15-20 Gy in 3-4 F di 500 cGy 5-FU in infusione continua Oxaliplatino + folati ridotti Ristadiazione settimana 1 2 giorno 1 8 3 4 15 5 22 6 29 7 36 8 43 9 10 50 57 11 12 Fig. 1. Schema del trattamento: oxaliplatino - 5-fluorouracile (5-FU) - folati ridotti + radioterapia (RT) nel carcinoma esofageo localmente avanzato. dell’esofago cervicale e toracico superiore e medio, ecografia dell’addome superiore nei casi di lesioni epatiche sospette,scintigrafia ossea nel sospetto clinico di metastasi ossee,marker di malattia (CA 19-9 e CEA). namento convenzionale alla dose di 1.8 Gy/die.I pazienti sono stati irradiati a partire dal XXVIII giorno dall’inizio del trattamento chemioterapico. La dose totale di radioterapia transcutanea è stata di 45 Gy, frazionata in 25 sedute. Chemioterapia Trattamento chirurgico La chemioterapia è consistita nell’associazione di oxaliplatino (Eloxatin), folati ridotti (Lederfolin) e 5-FU alle seguenti dosi: – oxaliplatino 60 mg/mq in 1 ora in 500 ml di glucosata al 5% nei giorni I,VIII,XV,XXVIII,XXXV,XLII, IL,LVI; – folati ridotti 20 mg/mq in bolo endovenoso nei giorni I,VIII,XV, XXVIII,XXXV,XLII,IL,LVI; – 5-FU 200 mg/mq/die in infusione continua dal I al XXI giorno e dal XXVIII al LXIII. A tutti i pazienti giudicati operabili in base alla ristadiazione,è stato proposto l’intervento chirurgico che è stato eseguito entro le 4-8 settimane dal completamento del trattamento chemio-radioterapico. La ricostruzione della via digestiva è stata di preferenza attuata mediante trasposizione gastrica, eseguendo l’accesso transtoracico nei casi in cui non vi fossero controindicazioni broncopolmonari. Nei casi in cui lo stomaco non fosse utilizzabile per pregressi interventi o patologie concomitanti, si è eseguita l’interposizione isoperistaltica di un’ansa colica o digiunale peduncolarizzata sull’asse vascolare. Radioterapia I pazienti sono stati trattati per 5 giorni alla settimana con un frazio- Risultati Da novembre 2002 a giugno 2005 sono stati arruolati tutti i 58 pazienti previsti dallo studio, 4 di questi stanno ancora completando il trattamento.Sono stati quindi valutati i dati preliminari riguardanti i 54 pazienti finora valutabili. L’età media dei pazienti è risultata di 58 anni (range:40-73),con rapporto maschi/femmine di 4/1.La sede della neoplasia è risultata a livello dell’esofago cervicale in 3 pazienti (5%),toracico superiore e medio in 36 pazienti (67%),toracico inferiore-cardias in 15 pazienti (28%).Le indagini di stadiazione dimostravano uno stadio localmente avanzato di malattia per interessamento dei linfonodi regionali (T3N1M0) in 38 pazienti (70%),per infiltrazione delle strutture contigue (T4NxM0) in 10 pazienti (19%) e per metastasi ai linfonodi a distanza (TxNxM1a) in 6 pazienti (11%).L’istotipo è risultato: carcinoma squamoso in 45 pazienti (83%),adenocarcinoma in 8 (15%) e carcinoma indifferenziato in un paziente (2%). 435 433-440_cagol 1-08-2006 10:29 Pagina 436 Chirurgia Italiana 2006 - vol. 58 n. 4 pp 433-439 In 39 pazienti (72%) sono stati eseguiti tutti gli 8 cicli di chemioterapia previsti e non vi è stata nessuna modifica in 319 su 384 cicli previsti.Dei 54 pazienti che hanno iniziato il trattamento chemioterapico,39 (72%) hanno concluso tutto il trattamento previsto,mentre in 15 (28%) è stato interrotto: in 11 pazienti per grave tossicità, in 2 per progressione di malattia,in 2 per il rifiuto del paziente a proseguire le cure. Il trattamento radioterapico è stato iniziato in 51 pazienti e 45 hanno ricevuto tutta la dose programmata (45 Gy). Un paziente con carcinoma dell’esofago cervicale è stato sottoposto a irradiazione, con intento definitivo,con 55 Gy. Si sono registrati 7 decessi prematuri (13%).Di questi,4 (7%) sono stati attribuiti all’effetto tossico della chemio-radioterapia, 2 (3.7%) a emorragia da fistola esofago-aortica su base neoplastica e uno a cachessia neoplastica. I 4 decessi attribuiti alla tossicità del trattamento chemio-radioterapico sono tutti avvenuti per tossicità ematologica e in uno di questi concomitava un’ulcera gastrica sanguinante. Alla ristadiazione si è documentato un downstaging (yCR + yPR) della neoplasia in 32 (59%) pazienti. Otto pazienti (15%) hanno presentato una risposta clinica completa (yCR), 24 (44%) una risposta parziale (yPR), 11 (21%) non hanno avuto alcuna variazione della lesione primitiva (yNC) e in 4 pazienti (7%) si è verificata progressione della malattia (yPD). In 7 pazienti non è stata eseguita la ristadiazione in quanto deceduti durante il trattamento. Sono stati sottoposti a chirurgia 32 pazienti (59%). È da sottolineare che degli 8 pazienti con una risposta clinica completa, 5 non sono stati operati: in 2 casi la neoplasia 436 era localizzata all’esofago cervicale e per evitare un intervento altamente mutilante si è totalizzata la radioterapia, in 2 casi i pazienti hanno rifiutato l’intervento e in 1 caso il rischio anestesiologico era eccessivo. Dei 32 pazienti sottoposti a chirurgia,2 con risposta clinica parziale sono risultati non resecabili.Dei 30 pazienti sottoposti a resezione chirurgica,24 (44% del totale,80% dei resecati) hanno avuto una resezione completa R0 e 6 (11% del totale,20% dei resecati) hanno avuto una resezione non completa di tipo R1-R2. La stadiazione istopatologica (Tab. I) eseguita sul pezzo operatorio,ha dimostrato una risposta patologica completa (pT0N0M0) in 6 pazienti (11% dei totali,20% dei resecati). Si sono registrati due decessi postoperatori (6.2%),rispettivamente in XIV giornata postoperatoria per edema polmonare, e in XXXI giornata postoperatoria per ARDS. Complicanze postoperatorie maggiori,inclusi i 2 decessi postoperatori,si sono verificate in 8 pazienti operati (25%).In 2 casi si è trattato di una fistola anastomotica intratoracica,in 1 paziente di sepsi da infezione del port a cath utilizzato per la chemioterapia, in 2 pazienti di broncopolmonite e in 1 paziente di un’embolia polmonare. Discussione La chirurgia rappresenta il trattamento di scelta per le neoplasie esofagee non metastatiche quando il tumore sia potenzialmente resecabile in modo completo (stadio T1N0,T2N0,T3N0,T1N1,T2N1) e il rischio anestesiologico sia accettabile2,3.Per le neoplasie in stadio localmente avanzato, si utilizzano trattamenti multimodali più complessi e non ancora del tutto standardizzati, che hanno lo scopo di aumentare il tasso di resecabilità rendendo possibile l’opzione chirurgica dopo la terapia neoadiuvante nei pazienti responsivi. Sono già state testate svariate combinazioni di agenti chemioterapici che si sono dimostrate efficaci contro la malattia,con buoni tassi di risposta patologica a prezzo però di un’elevata tossicità. In letteratura esistono solo pochi studi prospettici randomizzati di chemio-radioterapia neoadiuvante vs sola chirurgia, tutti eseguiti in pazienti affetti da carcinoma esofageo in stadio potenzialmente resecabile. Tab. I. Pazienti sottoposti a resezione chirurgica: risposte istopatologiche. Risposte N. pazienti patologiche Percentuali sui pazienti totali (54) Percentuali sui pazienti resecati (30) pT0N0M0 Stadio I Stadio IIa Stadio IIb 6 1 5 5 11% 2% 9% 9% 31% 20% 3% 17% 17% 57% Stadio III Stadio IV 10 3 19% 6% 25% 33% 10% 43% 433-440_cagol 1-08-2006 10:29 Pagina 437 Il trattamento multimodale del carcinoma esofageo localmente avanzato Le recenti metanalisi di Brenner et al.2,Kaklamanos et al.3,Tak et al.4, Fiorica et al.5 e Urschel et al.6,che analizzano tutti gli studi randomizzati di chemio-radioterapia neoadiuvante vs sola chirurgia condotti in pazienti affetti da neoplasie esofagee resecabili,concludono che in letteratura vi sono risultati piuttosto discordanti. Complessivamente sembra esserci un vantaggio prognostico con l’impiego della chemio-radioterapia neoadiuvante, gravato però da un tasso di mortalità postoperatoria più elevato,rispetto a pazienti trattati con sola chirurgia. Per quanto riguarda invece le neoplasie dell’esofago in stadio localmente avanzato,l’utilizzo di trattamenti multimodali neoadiuvanti ha ben altra valenza,dal momento che costituisce l’unico approccio terapeutico che consente di portare all’intervento chirurgico anche i pazienti in questo stadio di malattia.È ormai dimostrato che il trattamento neoadiuvante con sola chemioterapia o sola radioterapia porta a risultati poco soddisfacenti,rispetto ai trattamenti multimodali combinati di chemio-radioterapia7-10. Vi sono vari studi di fase II,eseguiti su pazienti con neoplasia esofagea localmente avanzata, che riportano risultati soddisfacenti per quanto riguarda il tasso di resecabilità chirurgica, in particolare di resecabilità completa, e un aumento della sopravvivenza mediana.Nello studio di Stahl et al.11 eYano et al.12,la tossicità ai trattamenti è stata contenuta e il tasso di resezioni curative è risultato superiore al 60%. Nel primo studio (Stahl et al.), la mortalità postoperatoria è risultata però piuttosto elevata (15%),ma con mediane di sopravvivenza significativamente mag- giori nei pazienti resecati rispetto ai non resecati. Alexander et al.13 hanno valutato pazienti portatori di una neoplasia localmente avanzata trattati con 5FU e radioterapia concomitante,60 Gy. In questo studio la tossicità indotta dal trattamento è stata importante (14.7% di decessi per tossicità),con tasso di resecabilità completa (R0) del 47%,e una mortalità postoperatoria del 6%. Nel nostro Centro abbiamo eseguito,dal 1995 al 2002,tre studi pilota di fase II di chemio-radioterapia di prima linea in pazienti affetti da carcinoma epidermoide dell’esofago in stadio localmente avanzato. Il primo regime (3 cicli di cisplatino - VP16 + radioterapia 45 Gy) è stato utilizzato in 40 pazienti,32 maschi e 8 femmine,con età media di 58 anni.In questo studio abbiamo registrato una tossicità di grado WHO 3-4 nel 52% dei casi,inclusi 2 decessi (5%) per tossicità.Nel 50% dei casi (20/40) si è ottenuto un downstaging clinico del tumore. Quattro pazienti hanno rifiutato l’intervento chirurgico e hanno totalizzato la radioterapia (60 Gy). Sedici pazienti sono stati sottoposti a resezione chirurgica, che è stata completa (R0) in 14 casi (40%) e incompleta in 2 casi (5%). Non vi è stata mortalità postoperatoria. In 9/40 (22.5%) pazienti si è ottenuta una risposta patologica completa. La sopravvivenza attuariale globale dei 40 pazienti a 1,2 e 3 anni è stata del 47%, 37% e 32%; quella dei pazienti resecati è stata del 93%,86% e 79%. Il secondo regime (4 cicli di cisplatino - 5-FU + radioterapia 45 Gy) è stato utilizzato in 60 pazienti,51 maschi e 9 femmine,con età media 59 anni.Si è avuta una tossicità di grado WHO 3-4 nel 40% dei casi,incluso 1 decesso per tossicità ematolo- gica (1.6%). Nel 61% dei casi (37/60) si è ottenuto un downstaging clinico del tumore.Quattro pazienti hanno rifiutato l’intervento e hanno totalizzato la radioterapia (65 Gy),gli altri 33 sono stati operati:con resezione R0 in 27 casi (45%) e resezione R1-2 in 6 casi (10%).Si sono registrati 2 (6%) decessi postoperatori. Una risposta patologica completa è stata ottenuta in 10/60 pazienti (17%). La sopravvivenza attuariale globale dei 60 pazienti a 1,2 e 3 anni è stata del 60%, 40% e 17%,quella dei 33 pazienti resecati è stata dell’87%,54% e 45%. Il terzo regime (3 cicli di docetaxel, cisplatino, 5-FU seguiti da radioterapia 45 Gy con carboplatino in infusione continua) è stato utilizzato in 37 pazienti,29 maschi e 8 femmine,con età media di 60 anni.Abbiamo riscontrato una tossicità di grado WHO 3-4 nel 60% dei casi,inclusi 4 decessi (11%) per tossicità. Nel 48% dei casi (18/37) si è ottenuto un downstaging clinico. Due pazienti hanno rifiutato l’intervento chirurgico e hanno totalizzato la radioterapia (60 Gy).Tredici pazienti sono stati sottoposti a resezione chirurgica, che è stata completa (R0) in 8 casi (21%) e R1-R2 in 3 casi (8%).Non vi è stata mortalità postoperatoria.In 4/37 (11%) pazienti si è ottenuta una risposta patologica completa. La sopravvivenza attuariale globale dei 37 pazienti a 1, 2 e 3 anni è stata del 49%,19% e 10%; quella dei pazienti resecati è stata dell’80%,60% e 40%. Da questi tre studi,emerge come i risultati più efficaci e sicuri in termini di tossicità,si ottengano utilizzando il protocollo basato su cisplatino + 5-FU e radioterapia concomitante.Tali dati concordano con i risultati presenti in letteratura, ove tale schema terapeutico viene attualmente considerato come 437 433-440_cagol 1-08-2006 10:29 Pagina 438 Chirurgia Italiana 2006 - vol. 58 n. 4 pp 433-439 quello standard e di riferimento.È però da precisare come solo lo studio con docetaxel - cisplatino - 5-FU e radioterapia sia uno studio prospettico, mentre gli altri due studi sono retrospettivi. L’utilizzo del cisplatino nelle terapie citoriduttive del cancro dell’esofago si basa sull’attività sistemica che il farmaco ha dimostrato e sulla sua caratteristica di sensibilizzare le cellule alla radioterapia14.Il cisplatino ha però importanti effetti tossici a livello epatico, renale ed ematologico. L’oxaliplatino è un composto di terza generazione del platino che,associato a 5-FU e folati,viene utilizzato routinariamente nella chemioterapia per il cancro del colon-retto e che presenta un diverso spettro di tossicità rispetto al cisplatino: la tossicità più frequentemente osservata è la neurotossicità, caratterizzata da disestesie a rapida insorgenza nell’80-85% dei pazienti,ma reversibile.È stata invece documentata la sostanziale assenza di nefrotossicità ed epatotossicità,una limitata tossicità ematologica e moderata emesi.Maurel et al.15 hanno riportato i risultati di uno studio di fase I su carcinomi avanzati dell’esofago e della giunzione gastro-esofagea trattati con oxaliplatino in combinazione con cisplatino e fluorouracile. Questo studio riporta una tossicità ematologica lieve e un tasso di risposte patologiche complete del 16%,suggerendo che la sostituzione del 5FU con altri composti più recenti (come Paclitaxel o Irinotecan) o del cisplatino con oxaliplatino possano essere strategie efficaci nel diminuire la tossicità del trattamento antitumorale a parità di aggressività contro la neoplasia16-18. Il nostro studio di fase II utilizza un protocollo che prevede la combinazione dell’oxaliplatino con i 438 classici farmaci base nel trattamento del cancro esofageo (5-fluorouracile e folati),associati alla terapia radiante. Il fatto che l’oxaliplatino sia un farmaco con effetti tossici minori,specie a livello epatico e renale,sembra sia dimostrato anche dal presente studio,infatti il 72% dei pazienti finora valutati ha concluso tutti gli 8 cicli previsti,e in particolare 319 cicli su 384 somministrati non sono stati modificati durante il trattamento.Studi effettuati con altri regimi terapeutici hanno riportato percentuali di pazienti che hanno completato l’intero trattamento chemio-radioterapico compresi tra il 68% e l’87%.Il nostro protocollo ha registrato una percentuale in range (72%). Durante il trattamento chemio-radioterapico,si sono registrati complessivamente 7 decessi (13%), 4 dei quali (7%) sono stati attribuiti all’effetto tossico dei farmaci. La tossicità e i decessi per tossicità,risultano pertanto elevati ma sovrapponibili o addirittura migliori rispetto ad altri regimi. Un altro importante vantaggio che abbiamo riscontrato nella valutazione di questo schema terapeutico è la possibilità di effettuarlo in regime esclusivamente ambulatoriale; questo, oltre a costituire un importante vantaggio e sollievo per il paziente, consente di ridurre i costi per il sistema sanitario dal momento che per somministrare le cure non è necessario ricorrere a ripetuti e frequenti ricoveri. Gli esami di ristadiazione dopo il trattamento citoriduttivo neoadiuvante hanno dimostrato un tasso di risposte cliniche maggiori (yCR e yPR) nel 59% dei casi.Tale dato è del tutto sovrapponibile ai risultati da noi in precedenza ottenuti con altri schemi terapeutici, e solo lievemente peggiore dei migliori ri- sultati riportati in letteratura da Alexander et al. 13 (65%),Yano et al.12 (64%) e Stahl et al.11 (64%) con altri regimi terapeutici. Dei 32 pazienti sottoposti a chirurgia,24 pazienti (44% del totale,80% dei resecati) sono stati sottoposti a chirurgia resettiva di tipo curativo (resezioni R0),ovvero una percentuale paragonabile o più alta rispetto a quelle ottenute nei nostri 3 precedenti studi (45%, 40% e 21% dei pazienti).Questo risultato è inoltre sovrapponibile anche ai dati riportati da Alexander et al.13 (tasso di resezioni R0 del 47%). Si sono osservati 2 decessi postoperatori:uno per ARDS e uno per edema polmonare acuto.La mortalità postoperatoria risulta pertanto del 6.2% e tale risultato è sovrapponibile alla mortalità postoperatoria (6%) riscontrata con il regime di riferimento (CDDP + 5-FU + radioterapia) condotto nel nostro Istituto. Tale dato è sovrapponibile alla mortalità postoperatoria dopo sola chirurgia riportata in molti recenti studi. Risulta tuttavia significativamente più elevato rispetto ai migliori risultati ottenuti recentemente in centri specializzati in chirurgia esofagea,tra cui anche il nostro, che riportano tassi di mortalità postoperatoria inferiori al 2-3% dopo sola chirurgia. L’esame istopatologico del pezzo operatorio,ha dimostrato un tasso di risposte patologiche complete (pT0N0M0) nell’11% dei casi. È però da segnalare che altri tre pazienti presentavano una completa sterilizzazione del tumore primitivo, ma la presenza di metastasi linfonodali.Questo dato è peggiore rispetto ai risultati da noi ottenuti con gli altri 3 schemi terapeutici, ed è inferiore ai risultati presenti in letteratura.È però da segnalare,come già spiegato, che nella nostra 433-440_cagol 1-08-2006 10:29 Pagina 439 Il trattamento multimodale del carcinoma esofageo localmente avanzato casistica solo 3 degli 8 pazienti con risposta clinica completa sono stati operati. In conclusione,sebbene siano dati preliminari, possiamo affermare che la tolleranza al trattamento è stata elevata e con tossicità accettabile, anche se non trascurabile. Inoltre il trattamento,eseguito am- bulatorialmente,è stato meglio tollerato dai pazienti risultando meno impegnativo e più vantaggioso in termini di costi per la struttura sanitaria.I tassi di risposte,resecabilità curative, morbilità e mortalità postoperatorie sono risultati sovrapponibili ai risultati riportati in letteratura con altri regimi. Tali risultati sono incoraggianti, ma mancando ancora i dati completi e soprattutto un adeguato follow-up per consentire una valutazione della sopravvivenza a distanza e deve essere ancora definito quale sia il reale impatto prognostico di questo nuovo regime terapeutico. chman L, Brindle J, Vaitkevicius V, Cooper J, Byhardt R, Davis L, Emami B. Combined chemotherapy and radiotherapy compared with radiotherapy alone in patients with cancer of the esophagus. 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